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Numero 117 Luglio 2017 della ECO BRIGNA Bimestrale di informazione religiosa, cultura e attualità Un impegno libero e disinteressato Il seminario greco-albanese di Palermo Libri, biblioteche ed archivi di Mezzojuso Ooh curatulu! (II parte) Festa Insieme 2017 Venerabile Madre Macrina Raparelli Una storia lunga tre secoli Nuova serie - Piazza Umberto I, 22 - 90030 Mezzojuso (PA) - Italia Spedizione in a.p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Palermo

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Numero 117Luglio 2017

dellaECOBRIGNA

Bimestrale di informazione religiosa, cultura e attualità • Un impegno libero e disinteressato • Il seminario greco-albanese di Palermo• Libri, biblioteche ed archivi di Mezzojuso • Ooh curatulu! (II parte) • Festa Insieme 2017• Venerabile Madre Macrina Raparelli • Una storia lunga tre secoli

Nuova serie - Piazza Umberto I, 22 - 90030 Mezzojuso (PA) - ItaliaSpedizione in a.p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Palermo

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editoriale

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tino Nel discorso agli ate-

niesi di Pericle (461A.c.), leggiamo che quan-do un cittadino si distin-gue, allora esso sarà, apreferenza di altri, chia-

mato a servire lo Stato, ma non comeun atto di privilegio, come una ricom-pensa al merito, e la povertà noncostituisce un impedimento… Un cit-tadino ateniese non trascura i pubbli-ci affari quando attende alle propriefaccende private, ma soprattutto nonsi occupa dei pubblici affari per risol-vere le sue questioni private.Il discorso di Pericle scritto moltisecoli prima della venuta di Cristo, cifa riflettere sull’attuale impegno poli-tico di molti nostri amici che si rendo-no disponibili per servire lo Stato.Il primo interrogativo che mi pongo èse le nostre consultazioni elettorali,soprattutto locali, sono veramentelibere. Ho l’impressione, ma sarei feli-ce di essere smentito, che ancor primadelle consultazioni, in base alle allean-ze e al clan parentale, si stabilisce seuna determinata lista può essere vin-cente o no. Non esiste il voto libero odi coscienza. Spesso siamo costretti avotare per una determinata personaperché parente, perché mi ha fatto unfavore, perché è un amico, anche sespesso non vale niente o è incapace.Più grave ancora quando siamocostretti a esprimere la nostra prefe-renza con accoppiamenti strani, inmodo da certificare il voto, e a scruti-nio terminato vi è la verifica del super-visore o garante di turno.L’altro interrogativo che mi pongo è inche modo vengono scelti i canditati.Pericle dice: quando si distingue, non

come un privilegio, non come unaricompensa… altri tempi! ma soprat-tutto non si occupa dei pubblici affariper risolvere le sue questioni private. Chiamati a servire lo Stato nobilevocazione, molti sono i chiamati, maquanti servono lo Stato in manieraveramente disinteressata? Nei pro-grammi elettorali leggiamo buoni pro-positi, impegno, onestà, opere da rea-lizzare, che però presto vengonodimenticati e nel corso del mandatoistituzionale soltanto pochissimeopere o propositi si realizzano. Neiprogrammi elettorali, viene tantodecantata la democrazia, la partecipa-zione, il coinvolgimento popolare,solo parole…! Poi decide da solo ilcapo con pochissimi fidati. Bisogna saper accettare le critiche,spesso chi critica o pensa diversamen-te da te non è il nemico, bisogna saperaccettare i suggerimenti, avere ilcoraggio di riconoscere i propri errori,i propri limiti, ma soprattutto governa-re in maniera democratica, senza nullanascondere e coinvolgendo gli elettorinel governo della Comunità locale. Un altro aspetto triste è quando uncandidato passa da un gruppo politicoad un altro. Eletto per una determinatalista, passa ad altra lista politica perpura convenienza, uomini senzadignità e pudore.L’opposizione, che spesso si reputaperdente, ha un compito importantissi-mo e determinante, a condizione cheesplichi bene il suo mandato soprattut-to con serietà e impegno. Il ruolodell’opposizione non è marginale, haun ruolo importantissimo di verifica eazione propositiva; può veramentegovernare con la maggioranza,

migliorando se necessario tutte le pro-poste del Consiglio Comunale: questaè democrazia, ma spesso l’opposizio-ne si demotiva e raramente partecipaai Consigli Comunali, tradendo i pro-pri elettori.Mi auguro che tutti noi possiamoattingere dal passato, per poter viveremeglio il presente e costruire insiemeil futuro.

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Un impegno libero e disinteressato

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Lista “Continuiamo a cambiare”

Giardina Salvatore voti 1083

(Candidato Sindaco)

Napoli Giorgia 300Lo Monte Maria Grazia 261Di Grigoli Nicola 252Burriesci Giovanna 177Tantillo Giovanni 148Viscardi Santina 144Bellone Antonio 123Corticchia Nicolò 119Arato Giuseppe 103Figlia Giacomo 102Ruggero Simone 80Corrao Sergio 68TOTALE VOTI LISTA 1068

Lista “Comunità e partecipazione”

Miano Sandro voti 883

(Candidato Sindaco)

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Schillizzi Angelo 175Sagrì Paola 170Schillizzi Ilenia 159La Gattuta Silvana 158Nuccio Giovanni 152Morales Giovanna 121Ribaudo Giuseppe 120D’ Orsa Carmelo 104Barone Giuseppe 100Meli Alberto 59La Gattuta Samuele 57Melagranato Luisa 47TOTALE VOTI LISTA 887

CONSIGLIO COMUNALE

Presidente:

Tantillo Giovanni

Vice Presidente:

Lo Monte Maria Grazia

Consiglieri di maggioranza:

Lo Monte Maria Grazia, Burriesci Gio-vanna, Viscardi Santina, Bellone An-tonio, Tantillo Giovanni, Corticchia Ni-

Riceviamo e pubblichiamo il saluto delSindaco ai lettori di Eco della Brigna.La redazione coglie l’occasione perporgere al neo rieletto Sindaco i mi-gliori auguri per un proficuo mandatonell’interesse della collettività.

Carissimi concittadini, grazie all’oc-casione offertami dalla Redazione

di Eco della Brigna, porgo a Voi tutti,vicini e lontani, il mio affettuoso saluto.Lo scorso 11 Giugno ho avuto l’onoredi essere rieletto Sindaco della comu-nità Mezzojusara, grazie al Vostro ge-neroso consenso che, da un lato mi hariempito di gioia, ma dall’altro mi hadato grande responsabilità.Con la stessa emozione di cinque annifa, ma con un “pizzico” di esperienzain più, cercherò di soddisfare le molte-plici esigenze della nostra Comunità,operando, così come ho sempre fatto,con la massima lealtà e trasparenza, esempre nel rispetto delle leggi.

Sarò coadiuvato da alcuni giovani chehanno maturato esperienza in questianni servendo il nostro Paese e da al-trettanti alla prima esperienza.Per la prima volta la Giunta Comunalesarà equamente rappresentata da en-trambi i generi (2 uomini e 2 donne),ed anche l’organo Consiliare si arric-chisce di una cospicua presenza fem-minile (7 uomini e 5 donne).Metteremo al centro della nostra azionepolitica il cittadino, potenziando i ser-vizi, promuovendo idee nuove e mi-gliorando la qualità della vita.Ascolteremo i cittadini promuovendoogni 6 mesi delle assemblee dove, oltrea relazionare sul nostro operato, rac-coglieremo le loro esigenze.Concludo rivolgendo un particolare sa-luto a chi, per motivi di lavoro, vivelontano dal nostro Paese, augurandoloro che un giorno possano ritornarenella loro terra natia. Grazie a Voi tutti,

Salvatore Giardina

colò, Arato Giuseppe (in surroga di Na-poli Giorgia), Figlia Giacomo (in sur-roga di Di Grigoli Nicola).

Consiglieri di minoranza:

Miano Sandro, Schillizzi Angelo, SagrìPaola, Schillizzi Ilenia.

GIUNTA COMUNALE

Sindaco: Giardina Salvatore

Delega: Bilancio, Servizi a rete e Poli-tiche infrastrutturali.

Vice Sindaco: Napoli Giorgia

Delega: Politiche agricolo-forestali eGestione delle risorse umane, tecnolo-giche e informatiche.

Assessore: Nicola Di Grigoli

Delega: Sviluppo economico, attivitàproduttive, turistiche, culturali e sportive.

Assessore: Burriesci Giovanna

Delega: Pubblica istruzione e politichesociali.

SALVATORE GIARDINARieletto Sindaco di Mezzojuso

ELEZIONI AMMINISTRARTIVE 2017 - RISULTATI

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Durante il XVII secolo le coloniegreco albanesi di Sicilia vissero un

periodo di decadenza abbastanza gravesia dal punto di vista religioso che diquello sociale. Il punto di maggiore cri-ticità di questo periodo lo si trova nellamediocre formazione del ceto religioso.L’inesatta osservanza delle regole litur-giche della propria tradizione orientaleinficiava man mano tutta la tradizioneecclesiastica loro propria e questa me-diocrità per un fortuito motivo venivaad essere trasportata anche nella trasmis-sione del patrimonio storico e culturale.L’insieme di questi punti di insufficientequadratura culturale metteva a serio re-pentaglio l’identità delle colonie grecoalbanesi di Sicilia, minandone in manieragrave la stessa sopravvivenza. La vita ele opere del padre Giorgio Guzzetta, inquesto periodo che poteva rappresentareil punto di non ritorno per l’esistenzadelle colonie che continuando avrebberoperso le loro specificità di diversità, fu-rono provvidenziali. Anzi potremmo direche le intuizioni e le idee del giovaneGuzzetta e la loro successiva concretiz-zazione costituirono insieme la riformaed il rinascimento culturale e religiosodi queste popolazioni e del loro patri-monio umano e spirituale. Dopo la fondazione dell’Oratorio per isacerdoti celibi di rito greco e del Col-legio di Maria per le suore entrambeavvenute a Piana, nel 1734 padre Gior-gio si dà anima e corpo alla fondazionedel Seminario di Palermo, che rimarràper i posteri la sua opera più grande esignificativa. Nell’estate del 1734 padre

Giorgio si muove presso le autorità ci-vili e religiose della città di Palermoper ottenere i relativi permessi all’aper-tura del Seminario. Sceglie come luogola città di Palermo. La scelta della ca-pitale del regno è ben oculata sia cul-turalmente che canonicamente. Ilnuovo Seminario viene ad essere quindicollegato alle migliori istituzioni cul-turali cittadine ed al contempo postosotto la giurisdizione dell’Arcivescovodi Palermo. Dovendo il Seminario ser-vire le comunità greco albanesi di Si-cilia, fu naturale aggregarlo anche fisi-camente alla parrocchia cittadina di SanNicolò dei Greci, il cui Parroco fu no-minato Rettore perpetuo dell’erigendoistituto. Il 1 ottobre del 1734 i primialunni varcarono la soglia del Semina-rio. Il 30 novembre dello stesso anno,giorno della memoria liturgica diSant’Andrea Apostolo gli stessi alunnivestirono l’abito clericale. L’inaugura-zione vera e propria dei nuovi locali siebbe il 19 dicembre. Primo Rettore delSeminario fu nominato il padre PietroD’Andrea, parroco della Chiesa di SanNicolò dei Greci. Due furono i fini delnuovo istituto: la formazione del clerogreco albanese e nel contempo la for-mazione di missionari per la causaunionistica. L’ideale missionario unio-nistico era sempre vivo nell’animo delfondatore grazie ai suoi studi particolarisul concilio di Firenze e alla sua vici-nanza spirituale col pensiero del car-melitano Fra Tommaso di Gesù, ilquale pensava che i migliori missionaripresso gli ortodossi potessero essere i

PADRE GIORGIO GUZZETTA e la fondazione del Seminario Greco Albanese di Palermo

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cattolici già nativi nel rito greco. Pro-prio basandosi su queste idee, padreGiorgio disegnò lo stemma del NuovoSeminario. La composizione delloStemma del Seminario fu espresso dalfondatore nel secondo Capitolo delleRegole in questa maniera: Un cuore posto in fiamma tra due rami,uno di Palma, l’altro di Ulivo, con que-sta espressione viva di S. MassimoAbate […]: Αγαπώ τους Ρωμαΐουςως ομοπίστους, τους δε Γραϊκουςως ομογλώττους: Diligo Romanos utesiudem fidei, Graecos ut esiudem lin-guae…; onde possa così stabilmente laChiesa Greca rappacificarsi coll’Apo-stolica Romana: al che allude il ramod’ulivo; e perpetuamente soggettarsialla di lei divota ubbidienza per cantareanch’essa sì del scisma le sue vittorie,dinotate nel ramo di palma1.Così, secondo il pensiero del fondatore,i seminaristi avrebbero dovuto amare

la Chiesa Romana e i fratelli cristianigreci (ortodossi), curando il loro van-taggio spirituale nella prospettivaespressa dai due rami. L’ulivo: segnodella sperata riconciliazione stabile epiena della Chiesa Greca con la Ro-mana; la palma: insegna che la Chiesagreca agiterà insieme alla Romana perfesteggiare la vittoria, conseguita conla ritrovata e rinnovata unione, e ripor-tata congiuntamente sopra la divisionee lo scisma2. Questa ritrovata unità,questa gioiosa riconciliazione tra le dueChiese «è la somma di tutte le Regole,che qui si registrano»3.Il nuovo Seminario fu posto sotto la

tutela di ben quattro Santi Patroni: Ata-nasio di Alessandria (già patrono delPontificio Collegio Greco di Roma, isti-tuzione questa che doveva essere damodello per il nostro Seminario), SanNicola di Mira ( titolare della Parroc-chia accanto alla quale sorse il Semi-

nario), Filippo Neri (fondatore dell’or-dine a cui apparteneva Padre GiorgioGuzzetta, ed in fine San Giuseppe Ca-lasanzio (fondatore degli Scolopi). I nuovi alunni provenienti dalle diocesidi Monreale, Palermo ed Agrigento, ol-tre ad alcuni corsi interni, frequentaronoi corsi presso il Collegio dei Gesuiti inPalermo; la loro direzione spirituale in-vece fu affidata ai padri della Congre-gazione dell’Oratorio. Per poter dareuna certa stabilità economica al Semi-nario padre Giorgio nel 1740 si recò aNapoli dal re Carlo III di Borbone oveottenne grazie alle sue buone cono-scenze presso la corte una pensione per-petua. Tale donazione del re fu confer-mata da papa Benedetto XIV, il qualericevette in udienza il Guzzetta. La do-nazione reale e la successiva confermapontificia trovarono alcune ostilità nellamacchina burocratica del regno; le osti-lità erano per lo più di carattere giuri-dico e vennero appianate da un altroviaggio del nostro sempre presso lacorte di Napoli. Dopo aver assicuratoal Seminario la necessaria stabilità eco-nomica il fondatore, ormai anziano, sidiede alla stesura delle regole stesse delSeminario, aiutato dal nuovo RettorePaolo Maria Parrino. Nelle regole, ilnumero degli alunni veniva stabilito indodici unità, di cui sei della Diocesi diMonreale (uno dei quali della FamigliaGuzzetta), tre di Palermo e tre di Agri-gento. Con un memoriale del 30 giugnodel 1752 padre Giorgio chiese al papaBenedetto XIV l’approvazione di taliregole, le quali dopo un attento esamedella Congregazione di PropagandaFide, furono approvate con il Breve “Adpastoralis dignitatis fastigium” del 25febbraio del 1757 e quindi stampatesempre a Propaganda. Aperto il Semi-nario nel 1734, dopo essere stato il prin-cipale centro di cultura e di spiritualitàdelle colonie greco albanesi di Sicilia,nel 1952 fu trasferito a Piana degli Al-banesi. Purtroppo per varie vicissitu-dini, anche se non ufficialmente, il Se-minario Greco Albanese di Palermo hasmesso ogni sua attività.

1 Regole del Seminario Italo Greco Alba-nese di Palermo, VII.2 V. PERI, «L’ideale unionistico», 41. 3 Regole del Seminario Italo Greco Alba-nese di Palermo, Roma 1757, VII.

Papàs Rosario G. Caruso

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Incontriamoci per Conoscerci: Mez-zojuso 30 giugno 2017; la maggior

parte delle persone la potrebbe ricor-dare come la giornata più calda e afosadi tutto il periodo estivo, noi, catechistied educatori di Mezzojuso la ricor-diamo come una delle giornate piùbelle che il Signore poteva donarci.Questa giornata è stata pensata dalnuovo consiglio catechistico diocesanocostituto un paio di mesi fa. L’idea di riunire tutte le parrocchiedella nostra diocesi era ed è l’unico ob-biettivo posto dall’intero gruppo gui-dato da suor Micaela e composto datutte le realtà parrocchiali della diocesi. Approvata, con grande gioia ed entu-siasmo l’idea di organizzare un’interagiornata insieme ha subito coinvoltotutti; sin dalle prime riunioni ci siamoimpegnati ad organizzare tutto nei mi-nimi particolari; il tema della giornataera la misericordia come dono preziosoche Gesù ci ha dato, inoltre per con-cretizzare questo grande dono abbiamopensato di far conoscere ai nostri ra-gazzi la figura di Madre Macrina Ra-parelli, molto importante per noi diMezzojuso, ma anche per l’intera dio-cesi. Abbiamo aspettato con ansia etanta emozione gli amici di Piana degliAlbanesi, Palazzo Adriano e ContessaEntellina, a ciascun paese è stato asse-gnato un colore che racchiude l’interologo della festa, il logo dove al centrosi trovavano 5 rombi che formano unacroce greca; quello centrale rappresentail fulcro dell’eparchia, Piana, che ab-braccia gli altri 4 paesi. Fa da sfondouna pennellata di colori: il giallo sim-bolo del paradiso che nelle icone fa dasfondo agli episodi biblici e ai santi in-dicando la realtà divina in cui sono in-

seriti. Tale colore è stato assegnato aContessa Entellina.L’arancione rappresenta il camminodell’uomo verso la divinizzazione. Talecolore è stato assegnato a Mezzojuso.Il rosso nelle icone è il colore delle tu-niche del Cristo che da divinità si rive-ste di umanità simboleggiata dal mantoblu. Tale colore è stato assegnato aPiana degli Albanesi.Il blu nelle icone è il colore della tunicadi Maria e rappresenta l’umano che siriveste di divino simboleggiato dalrosso del manto. Tale colore è stato as-segnato a Palazzo Adriano.Infine il verde simbolo di tutto il creatoche partecipa attivamente alla storiadella Salvezza. Tale colore è stato as-segnato a Santa Cristina Gela e allaparrocchia della Martorana che nonerano presenti. Due di noi erano all’arrivo dei pullmanper accompagnare i vari gruppi in piazzadove ad accoglierli c’era un gruppo dianimatori che con balli e canti hannomesso a loro agio ragazzi e adulti. Dopo i saluti di benvenuto abbiamodato il via alle attività, la prima era de-nominata “caccia al luogo”: i bambinidi ciascun paese, aiutati da indizi, do-vevano percorrere i luoghi di MadreMacrina, partendo da un punto precisodel paese e concludendo con la visitadella sua stanza, del convento e dellasua tomba. Nel pomeriggio ci siamorecati presso i locali del monastero ba-siliano dove tutti insieme abbiamo con-sumato il pranzo e dopo una piccolapausa abbiamo ripreso le attività.In quest’occasione tutti i paesi avevanoil compito di preparare qualcosa, atti-vità ben riuscita e partecipata da tutti! Tra canti, balletti, cruciverba e recita

abbiamo trascorso il pomeriggio all’in-segna dell’allegria e della fraternità,sentendoci figli di un’unica famiglia. Per concludere la giornata nei miglioridei modi abbiamo avuto la grazia dicelebrare la Divina Liturgia in presenzadel nostro vescovo sua Ecc. za Mons.Giorgio Demetrio Gallaro e di tutti iparroci dei paesi presenti. Nonostante il caldo, la stanchezza checiascuno di noi ha provato la festa è riu-scita molto bene, ci siamo trovati in ar-monia con tutti i ragazzi e gli accompa-gnatori degli altri paesi, abbiamolavorato con entusiasmo, senza alcunproblema o difficoltà, inoltre ci siamoripromessi di riorganizzare anno dopoanno una festa insieme diocesana ed es-sere presenti in tutti i paesi della nostrarealtà eparchiale. A conclusione di questo piccolo diarioè nostro dovere ringraziare quanti hannopermesso la realizzazione di questo bel-lissimo evento; i parroci di MezzojusoPapas Giorgio Caruso e Servo MicheleMannina che sin dall’inizio hanno datola loro disponibilità, Suor Micaela cheè stata la mente di tutto ciò, il vescovo,tutti i parroci, i catechisti e gli accom-pagnatori di Palazzo, Piana e Contessa,il sindaco di Mezzojuso Salvatore Giar-dina e l’amministrazione per avermesso a disposizione i locali del castellocomunale e l’autobotte dell’acqua, i ge-melli Canfora per l’amplificazione inpiazza, il Dott. Bonanno per averci datogratuitamente l’ambulanza. Un grazieparticolare va ai nostri ragazzi che contanta gioia ed entusiasmo hanno parte-cipato rendendo unica questa bellissimaesperienza.

Gli organizzatori

FESTAINSIEME 2017Perché la Vostra Gioia sia Piena!!!

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Una storia lunga tre secoli...La giornata Corradiniana

lermo per la Solenne Celebrazione Eu-caristica di ringraziamento presiedutadall’ Arcivescovo di Palermo Mons.Corrado Lorefice. Il Vescovo ha esor-tato le suore a continuare il loro servi-zio alla Chiesa e al Vangelo tramitel’obbedienza al loro carisma e le haringraziate per il loro prezioso lavorosvolto in questi tre lunghi secoli a fa-vore della promozione e dell’ educa-zione dei fanciulli, sopratutto quelli piùpoveri e messi ai margine della società.La Celebrazione Eucaristica è stata ani-mata dai bambini delle scuole delCollegio di Maria di Palermo. Al termi-ne della Messa a ciascun partecipante èstato donato un gadget raffigurante laSanta Famiglia, a ricordo di questoanniversario. Tutta la comunità diMezzojuso formula i migliori augurialle nostre care suore per questo impor-tante anniversario, le ringrazia per ilservizio svolto tra di noi e prega ilSignore perché ancora e per molti annipossano essere presenti in mezzo a noi.

Gioacchino Vittorino

Sezze una scuola con convitto perl’educazione delle ragazze e per lagestione dell’opera, istituì una congre-gazione di religiose allora chiamata leConvittrici della Sacra Famiglia. Inbreve tempo, soprattutto ad opera diun sacerdote siciliano, StefanoCompagnone, il modello educativocorradiniano fu esportato in Sicilia,dove sorsero numerose comunità (iCollegi di Maria). La prima casa sorsenel 1721 a Palermo, il Collegio diMaria “La Carità” all’Olivella, ancoraaperto e attivo.Fin dalle origini le Suore Collegine sisono dedicate all’istruzione, alla cate-chesi e alla pastorale giovanile tramitela gestione di comunità alloggio, cen-tri di accoglienza e assistenza, oratorie pensionati universitari. Celebrando e ricordando questa lungastoria, la giornata di quest’anno è stataparticolarmente ricca di riflessioni e diattività. Durante la mattinata tutti i par-tecipanti sono stati impegnati presso lacasa generalizia per le riflessioni e lecatechesi. Nel pomeriggio ci siamo in-vece recati presso la Cattedrale di Pa-

“La giornata Corradiniana” cheormai da parecchi anni si svol-

ge nel mese di giugno presso la casageneralizia delle Suore Colleginedella Sacra Famiglia a Palermo èormai divenuta un appuntamento fissoe atteso dalle suore e da tutti gli amicie i simpatizzanti dei vari collegi diMaria presenti in Sicilia. Un’ occasio-ne per ritrovarsi, per stare insieme eriflettere sulla figura del fondatore eServo di Dio Pietro MarcellinoCorradini. Anche quest’anno la nostracomunità parrocchiale non poteva nonessere presente a questo appuntamen-to. Il 13 giugno, un gruppo di fedeli,accompagnato da Suor Assunta e daSuor Colomba, si è recato a Palermoper vivere questa intensa giornata diincontro e di spiritualità. Quest’ annola giornata è stata resa ancora più spe-ciale e bella a motivo di un’ anniversa-rio importante: il terzo centenariodalla fondazione della congregazionedelle nostre suore. La storia dei Collegi di Maria inizianel lontano 1717 quando il CardinalePietro Marcellino Corradini aprì a

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In tutte queste pie istituzioni una dellefunzioni principali era quella della for-mazione dei giovani per elevarne lospirito. Il Monastero basiliano in par-ticolare, sorto per la conservazione del-l’identità culturale degli Albanesi cheavevano ripopolato il vecchio Casaledi Mezzojuso alla fine del XV secolo,si configurò per secoli come centro pro-pulsore di tradizioni, spiritualità ed artebizantina, riuscendo anche a realizzarein loco una scuola iconografica, defi-nita siculo-creteseSegno della vivacità culturale e reli-giosa al contempo è la presenza sul ter-ritorio di due parrocchie e di numerosechiese ricche di un ragguardevole pa-trimonio artistico, testimoniato special-mente dalle iconi bizantine, e la fiori-tura di notevoli personalità diintellettuali ed eruditi, che ne hanno il-lustrato la storia, le arti e le tradizioni,producendo nel corso del tempo unaricca messe di pubblicazioni su Mez-zojuso; segnale di questo rigoglio ne èanche l’esistenza di notevoli archivistorici e di preziosi fondi bibliograficispecialistici, che le istituzioni cittadine,laiche ed ecclesiastiche, hanno prodottoe conservato.

LE BIBLIOTECHE

Da una recente indagine condotta sulposto, e grazie alle informazioni diret-tamente fornite dagli attuali responsa-bili delle biblioteche, risulta che a Mez-zojuso esistono circa 40.000 unitàbibliografiche distribuite in maniera as-sai disomogenea per qualità, quantitàe stato di trattamento delle raccolte trale cinque biblioteche aperte al pubblico,che a vario titolo sono presenti nellacittadina. Quattro di queste strutture bi-bliotecarie appartengono ad istituzionireligiose: si tratta anzitutto delle biblio-teche ecclesiastiche appartenenti alle

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due parrocchie facenti capo alle rispet-tive Matrici, quella di rito bizantino equella di rito latino, cui si aggiungonola biblioteca del Monastero delle Suorebasiliane figlie di S. Macrina e quelladel Monastero basiliano; la quinta ap-partiene all’amministrazione civica edè rappresentata dalla Biblioteca comu-nale “Gabriele Buccola”. Passando ad analizzare il posseduto diciascuna di esse, si ritiene opportunosoffermarsi prima a fornire brevi noti-zie storiche, ove trovate, circa l’originedelle raccolte.

Biblioteca comunale “Gabriele Buccola”

La Biblioteca comunale di Mezzo-juso, intitolata a “Gabriele Buc-

cola” (1854-1885), insigne scienziatonato a Mezzojuso considerato tra i pio-nieri della psicologia sperimentale, èstata fondata nel 1952 come Biblioteca“popolare”, con l’approvazione del re-lativo statuto da parte del Consiglio co-munale dell’epoca. Tuttavia in quellaprima fase della sua ormai più che cin-quantennale esistenza la Biblioteca nonentrò a far parte della realtà socialedella cittadinanza a quell’epoca gra-vata, come ancora adesso, da gravi pro-blemi sociali ed economici, per cui lasua istituzione si rivelò al momentosoltanto velleitaria. Venutile a mancare

Biblioteca comunale “G. Buccola”

LIBRI, BIBLIOTECHE ED ARCHIVI A MEZZOJUSO a cura di Nino Perniciaro

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[Nel 2005 l’Officina di Studi Me-dievali di Palermo pubblicava,

a cura di Pietro Di Marco e del com-pianto Alessandro Musco, la raccolta“Aspetti della cultura bizantina ed al-banese in Sicilia”, con scritti di MatteoMandalà, M. Francesca Di Miceli, Pie-tro Di Marco, Girolamo Garofalo edello scrivente. Il libro, per un cumulodi circostanze avverse, non ha avutopurtroppo alcuna diffusione; ritengoperciò opportuno che il mio contributo“Libri, biblioteche ed archivi a Mezzo-juso”, possa trovare spazio su questoperiodico, per darne una più ampia co-noscenza]. Da oltre cinque secoli a Mezzojuso con-vivono due tradizioni spirituali, lagreco-bizantina e la latino-occidentale,che caratterizzano la comunità cittadinaprincipalmente nell’aspetto rituale dellavita religiosa, influendone altresì ogniaspetto della vita sociale e culturale;pur attraverso controversie e beghe in-territuali, che spesso hanno contrasse-gnato fortemente la cronaca locale nelcorso del tempo, la diversità ha tuttaviaconnotato positivamente la vita dellacomunità, risultando mezzo di arricchi-mento reciproco e stimolo a migliorarsi.La compresenza delle due etnie, la si-ciliana e l’albanese, ha costituito im-pulso e fermento alla crescita culturaledi Mezzojuso ed è stata di stimolo alsorgere nell’abitato cittadino di nume-rosi centri religiosi e formativi nellostesso tempo: due monasteri maschilinel XVII secolo, quello dei Monaci Ba-siliani professanti il rito greco e quellodei Padri Minori Riformati di rito la-tino; e di due istituzioni femminili, ilCollegio di Maria alla fine del secoloXVIII ed il Monastero della Congre-gazione delle Suore basiliane Figlie diS. Macrina al principio del XX secolo.

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Libri, biblioteche ed archivi a Mezzojuso

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presto spazi e dotazioni finanziarie epriva di personale idoneo, in brevetempo decadde e vide disperdersi il giàpovero patrimonio bibliografico pos-seduto, per lo più frutto di donazionidi cittadini abbienti. Solo nel 1974, gra-zie alla solerte attività del sindaco Vit-torio Pennacchio e di tutta l’Ammini-strazione comunale si potè procederealla ristrutturazione ed alla riaperturadella nuova Biblioteca. Da allora tuttii Comitati di gestione si sono prodigatiperché la Biblioteca non fosse una inu-tile raccolta di volumi, ma una strutturaviva che fungesse da polo di attrazioneall’interno della comunità cittadina, so-prattutto nei riguardi dei giovani, pro-movendo una varietà di stimoli cultu-rali e collaborando anche con leistituzioni culturali e scolasticheesterne. In quest’ottica la Biblioteca negli anniha realizzato cicli di conferenze, tenuteda studiosi, su temi etno-antropologici,ed il convegno “Gabriele Buccola e lacultura scientifica italiana dell’800”,organizzato con la Cattedra di psicolo-gia sperimentale dell’Università di Pa-lermo. Pur essendo una biblioteca di un co-mune di origine arbrësh, questa strut-tura non ha uno specificum istituzio-nale che riguardi l’albanesità. Labiblioteca possiede un fondo speciale

costituito dai libri di Ignazio Gattuso(1903-1978), benemerito storico localeed illustratore paziente e documentatodelle tradizioni e della vita della suacittadina natale; pare opportuno ricor-dare a questo punto che una parte deilibri appartenuti al Gattuso, formataper lo più testi scolastici, si trova pressola Biblioteca “Andrea Reres” del Mo-nastero basiliano, che un altro gruppoè conservato nella Biblioteca France-scana di Palermo e che i dattiloscrittioriginali delle sue numerose monogra-fie sono posseduti dalla Biblioteca dellaSocietà siciliana di Storia patria di Pa-lermo, alla quale Gattuso volle desti-nare con disposizione testamentaria ilsuo archivio privato. Nel corso deltempo la biblioteca si è poi venuta spe-cializzando nelle tradizioni popolari enegli studi etno-antropologici e in que-sto settore conserva un cospicuo fondodi circa 1500 opere. Oltre ad un nucleodi pubblicazioni sulle fonti locali, l’Isti-tuto possiede le maggiori opere di ca-rattere generale nei vari rami dello sci-bile, tra le quali possiamo citare ilNovissimo digesto, per le materie didiritto, opere e trattati generali di storia,teatro, arte, letteratura, spettacolo, geo-grafia, cui si aggiungono enciclopediegenerali e di settore: la Treccani, quelledella musica, di agricoltura, delle reli-gioni etc. Oggi la Biblioteca ha un pa-

trimonio di almeno 10.000 volumi, al-cuni periodici correnti, una notevoleraccolta di dischi e di materiale multi-mediale. Da recente ha trasferito la pro-pria sede istituzionale dai locali all’in-terno del Municipio, ove era semprestata allocata fin dalla sua istituzione,nelle nuove, più idonee ed accoglientisale del Castello recentemente restau-rato.

La “Biblioteca dell’Istituto magistrale SS. Crocifisso” delle Suore basiliane

Questa biblioteca è sorta per operadelle Suore basiliane figlie di S.

Macrina, circa nel 1945 con una rac-colta privata di libri. E’ noto come la

Biblioteca comunale “G. Buccola”

Biblioteca delle Suore Basiliane

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Congregazione delle Suore basilianesia stata istituita dalla due sorelleAgnese ed Elena Raparelli di Grotta-ferrata, le quali, dirette dal padre NiloBorgia jeromonaco della Badia di Grot-taferrata, si proponevano di creare unanuova istituzione religiosa cattolica dirito bizantino a servizio della Chiesa,avente come carisma la promozionedell’unità della Chiesa attraverso la ca-rità ed il dialogo ecumenico. Le duesorelle vennero a Mezzojuso nel 1921per concretizzare il loro ideale aposto-lico, e furono alloggiate in stanzette at-tigue alla sacrestia della Parrocchia diS. Nicolò; tali stanzette di giorno eranoutilizzate per le opere di apostolato: ca-techesi ai piccoli, laboratorio di ricamo,promozione umana e cristiana dellegiovani. Nel 1923, cresciuto il numerodelle giovani desiderose di consacrarsia Dio, il gruppo delle sorelle passò neilocali di via Solferino, donati dallaCongregazione di Carità di Mezzojuso,quella che sarà in seguito la “Casa vec-chia”. Dopo aver dato prova di grandeamore per il prossimo pur in mezzo anon poche difficoltà, nel 1930 la co-munità delle suore ottenne, con decretodell’arcivescovo di Monreale Mons.Filippi, il riconoscimento ufficialecome “Congregazione Basiliana dellefiglie di S. Macrina”. Nel 1943 le Suoresi trasferirono nella nuova sede di via

SS. Crocifisso, che divenne anche casamadre della Congregazione. Nell’ambito dell’attività educativasvolta dalle suore, che hanno sempreavvertito l’importanza della cultura,quale strumento di promozione umanae civile, è da porre l’apertura dellaScuola media per ragazze, la quale co-minciò a funzionare nel 1951. Si sentìallora l’esigenza di costituire una rac-colta organica di libri e di altro mate-riale di informazione (giornali e riviste)affinché potesse essere utilizzato dalleragazze, che frequentavano la scuolaed il laboratorio di ricamo, allo scopodi far loro coltivare la propria umanità,sviluppare le attitudini creative, inte-grare la formazione culturale e reli-giosa, promuovere un sano e proficuouso del tempo libero. Nacque allora laBiblioteca scolastica “popolare”, se-condo lo spirito dell’epoca, che videnascere come biblioteche popolari an-che quella dell’Istituto Andrea Reres ela Biblioteca comunale, e già nel 1953era associata all’Ente Nazionale per leBiblioteche scolastiche popolari. Successivamente, con la creazionedell’Istituto magistrale nel 1964, la Bi-blioteca continua le medesime finalità,integrandone l’opera didattica ed assu-mendo la nuova denominazione di Bi-blioteca dell’Istituto magistrale SS.Crocifisso”. Il funzionamento dell’Isti-

tuto magistrale è stato sospeso nel2000, tuttavia la Biblioteca mette a di-sposizione di tutti i richiedenti, senzadifferenze di categoria o grado di cul-tura, il proprio materiale attraverso ilprestito e la lettura in sede, assicurandocostantemente un servizio di consu-lenza e guida alla lettura.La Biblioteca, pur possedendo un variomateriale librario relativo ai più diffusicampi della conoscenza, come lettera-tura, storia, filosofia e pedagogia e arte,materie di cui possiede anche tratta-zioni generali ed enciclopediche, tendetuttavia a specializzarsi nel settore teo-logico- patristico orientale ed icono-grafico, prediligendo la tradizione bi-zantina. Alla data odierna è posseduto,escludendo i periodici, un patrimoniolibrario abbastanza consistente nellaquasi totalità relativo al secolo appenatrascorso, che assomma a circa 7.000volumi.La Biblioteca è proprietà delle Suorebasiliane e, avvalendosi anche dei con-tributi pubblici regionali, garantisce losviluppo del patrimonio librario e unadeguato funzionamento; ha un proprioStatuto ed un Consiglio direttivo com-posto dalla Superiora generale, dallarappresentante legale e da altri membridella Congregazione delle Suore basi-liane.

Libri, biblioteche ed archivi a Mezzojuso

Biblioteca delle Suore Basiliane, foto di Danilo Figlia

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Un evento insolito e suggestivo il13 maggio 2017 è stato celebrato

nel borgo Castagnola, inserito nellaspettacolare coreografia delle Rocchedi Adranone e del bosco del Pomo: èstata riaperta al culto la cappella dedi-cata a S. Antonio il Grande, fondatoredel monachesimo orientale, abate etaumaturgo molto venerato in Orienteed in Occidente.Da qualche anno trascurata, la cappel-la è stata restaurata recentementedall’attivissimo diacono LucianoAricò, fin da giovane molto legato aquesto luogo di culto.La Divina Liturgia (S. Messa per ifedeli di rito romano) è stata celebratadal parroco di Contessa Entellina,papas Nicola Cuccia, assistito dal dia-cono Luciano, mentre i canti sono statieseguiti dal coro parrocchiale “PadreLorenzo Tardo”. Numerosi i fedelipresenti alla Divina Liturgia sia diContessa sia dei paesi del circondario.Nel territorio di Contessa Entellina,ma vicina a Sambuca di Sicilia, ad unpaio di chilometri da Adragna, la pic-cola cappella del borgo Castagnola,costruita circa 60 anni fa dall’Eras(Ente Riforma Agraria Sicilia), erarimasta chiusa fino al 1988, quandodal mese di giugno cominciò a dif-fondersi la voce che il viso della statua

della Madonna di Fatima, custoditanella chiesetta, ancora non consegnataall’autorità ecclesiastica, si muovessemiracolosamente richiamando nelborgo, per tutta l’estate, un numerocrescente di “visitatori-pellegrini”.Questa notorietà, progressivamenteaffievolita col sopraggiungere dellacattiva stagione, rimase comunqueviva anche nell’estate del 1989.Nell’anno seguente in primaverariprese la presenza dei fedeli, anche semeno numerosa degli anni precedenti,e la cappella fu consegnata formal-mente alla parrocchia di Contessa: il29 luglio 1990 il vescovo di Pianadegli Albanesi aprì al culto la chiesettaconsacrando l’altare e benedicendol’intero edificio alla presenza deifedeli e delle autorità locali. Per alcuni anni durante l’estate sonostate celebrate nella chiesetta la S.Messa e altre funzioni religiose, neigiorni festivi, iniziativa da molti fedelidi Contessa, di Sambuca e di altricomuni limitrofi accolta con moltofavore, considerando la particolareubicazione del borgo Castagnola.Essendo stata ripristinata questainiziativa dal 13 maggio 2013, visitareil borgo Castagnola costituisce unabuona occasione non solo per soddis-fare il precetto festivo ma anche per

fare una piacevole passeggiata, lon-tano dal rumore e dal traffico dei cen-tri abitati, per respirare l’aria puradella campagna e per ammirare unvastissimo panorama di rara bellezza(bosco, monte Genuardo, il lagoArancio, fertili vallate, che si esten-dono verso la Valle del Belice, versole coste di Sciacca e di Porto Palo diMenfi, dove sul mare il sole al tra-monto crea una scia luminosa).Assistere alle celebrazioni religiose inrito bizantino, in lingua italiana ogreca, nella cappella di S. Antoniooffre soprattutto l’originale occasionedi ammirare le icone esposte (Cristo,Madonna, S. Antonio, S. Calogero,quattro evangelisti, ecc.), i paramenti,gli arredi e gli oggetti liturgici orien-tali, facendo scoprire il peculiare pat-rimonio culturale della comunità italo-greco-albanese di Contessa Entellina,dove, oltre al rito bizantino, da oltrecinque secoli, si conservano ancorausi, costumi, tradizioni e lingua degliantenati albanesi, che ripopolarono ericostruirono dal 1450 il medioevalecasale VINEA COMITISSAE (vignadella Contessa), Casale di Contessa,Kuntissa in siciliano, Contessa e dal1875 Contessa Entellina.

Calogero Raviotta

Un lembo di “Oriente Cristiano a casa nostra”La cappella bizantina del borgo Castagnola a Contessa Entellina

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«Pizziativi u pani pi manciari».Con questa frase il curatulu in-

vitava i presenti a “fare zabbina”, cioèa consumare un pasto costituito da panespezzettato inzuppato con siero e ri-cotta. Altro modo di dire per qualchegruppetto di amici che si recava pressouna masseria era: «Iamu a fari una zab-binata» e a seconda del numero di per-sone che arrivavano alla mannara ca-pitava che i vaciledda, antiche scodelledi rame, non fossero suffcienti e quindisi ricorreva a ogni caputa possibile. Albisogno si utilizzava anche qualchecatu dove si poteva mangiare in due ese non bastavano i cucchiai se ne rica-vava qualcuno tagliando e scavando uncozzareddu di pane duro, da mangiarealla fine una volta bello inzuppato. Lazabbinata con ospiti determinava co-munque una dimensione di festa e digrande promiscuità. Soprattutto nel pe-

riodo invernale qualche contadino chelavorava nei paraggi si avvicinava allamannara e faceva zabbina. Anticamentecapitava che qualcuno non avesse ilpane da inzuppare e allora i pastori of-frivano il proprio e lo dividevano; an-che quando sembrava che non ci fossepiù pane, si rovistava nei tascapane ap-pesi dentro il pagghiaru e qualche tozzoduro saltava fuori; inzuppato con ilsiero e la ricotta tornava appetibile an-che più di quello fresco. Per questomotivo è tuttora in uso il vecchio detto«A banni di massaria si un c’è pani c’ètozzira», che equivale a dire che in unamasseria si trova comunque di che sfa-marsi. Certo oggi il discorso sul panerinsecchito è assolutamente impensa-bile, considerato che il pane ricavatoda grani “avvelenati” produce prestis-simo muffe che lo rendono immangia-bile, ma prima i grani duri siciliani (rus-

sia, tumminia, etc.), facevano sì che ilpane dimenticato dentro un tascapanesi rinsecchisse ma senza produrremuffe e quindi fosse commestibile an-che dopo tantissimo tempo.Il curatulu non perdeva mai il suo ca-risma e tutti gli portavano rispetto, mase si voleva fare ironia su di lui, ognitanto, gli si rimproverava di ammannirezabbine scure e la cosa scherzosamentelo infastidiva, perché si metteva in dub-bio la sua generosità: una zabbina scuraera scarsa di ricotta e abbondante disiero; ovviamente quella bianca dimo-strava l’abbondanza di ricotta conte-nuta e quindi più bianca era la zabbinapiù generoso si dimostrava il curatulu!A giustificazione si può dire che a volteil numero di persone cresceva per l’ar-rivo di qualche scuppanti e allora, pernon lasciare nessuno a bocca asciutta,il curatulu si adoperava per fare bastare

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Ooh Curatulu!di Lillo pennacchio - II parte

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la ricotta per tutti e la zabbina perdevaqualche punto di bianco. A proposito di personaggi strani checapitavano a volte, ricordo un fatto,reale in ogni particolare, che ai più po-trà sembrare inverosimile. Eravamoall’Acqua Amata, dove c’era un pag-ghiaru a pochi metri dalla purtedda diSapuritu e si alloggiava lì; il pagghiaroera situato ai piedi di una roccia enormealla cui base la natura aveva voluto sicreasse uno spazio riparato dalle in-temperie, ma anche dal sole caldo dauna certa ora in poi. Una tarda mattina di inizio estate (laricotta era quasi ncapu) mio padre conmovimenti precisi e garbati toglieva laschiuma raccogliendola con la cazza efacendo ruotare lo zubbo dentro il qua-raruni; lasciandola cadere poi su unapietra, faceva la felicità di qualche caneche da lì non si arrassava e lucidavacon la lingua quella balata. Ad un trattotutti i cani scattarono latrando ferociverso il retro del pagghiaro. Lì finivaun viottolo molto ripido e scosceso chetuttora permette di scendere da Pizzodi Case; io e un compagno di mio padreaccorremmo per calmarli, appena intempo evitammo che aggredissero unviandante che, un po’ a disagio, li guar-dava sorridendo imbarazzato. Era unuomo sulla cinquantina, con coppola evestito di velluto quasi dello stessoverde scuro, stivali alti allacciati, pan-taloni alla cavallerizza, ben rasato, ab-bastanza alto e robusto, baffetti ben cu-rati brizzolati come i capelli. Arrinavauna bella giumenta nera, camputa, bar-data con una sella molto particolareche io non avevo mai visto; più chesella sembrava una vardedda con lestaffe, tutta in pelle nera trapuntata. Cu-rera e supracurera, in cuoio finementedecorato, poggiavano elegantementesui quarti posteriori di quella bella be-stia molto curata. Ci salutò senza pre-sentarsi, si avvicinò a mio padre chenon poteva lasciare il suo posto e glistrinse la mano. Mio padre e noi, senzadirlo, ci chiedevamo come mai avessepreso quel viottolo insolito. «Di unniviniti?» chiese mio padre. Lui, per tuttarisposta, fece un sorriso, che mi è ri-masto impresso, nonostante avessi ap-pena una diecina d’anni, perché colsiuna straordinaria somiglianza con Vit-

torio De Sica. Poi con il pollice destroindicò dietro le sue spalle senza direnulla. Mio padre tagliò corto e gli sug-gerì di mettere la giumenta all’ombrae se voleva poteva fare zabbina con noinon appena avesse finito di raccoglierela ricotta. Lui accettò con tanta grati-tudine, ma mio padre ci disse sottovocedi stare all’erta perché aveva notatoche l’uomo non aveva allentato la cin-ghia alla cavalla, segno che si tenevapronto a scappare all’improvviso. Dopo un po’ fummo costretti a richia-mare i cani: sul filo della purtedda diSapuritu era apparsa una mongolfieraa forma di gallo con sotto Petru Sasizzache, con le sue lunghe braccia, la agi-tava per tenerla gonfia di aria e mo-strarla a tutti con orgoglio. Lo acco-gliemmo divertiti; il socio di mio padregiorni prima lo aveva visto in paese einvitato a fare una zabbinata e lui, pernon venire a mani vuote, aveva portatoun pallone da fare volare e tanti mor-taretti. Mastru Petru capì subito purelui che con l’ospite misterioso non erail caso di fare domande, visto che ri-sposte non ne dava. Mangiammo tuttiinsieme ciascuno la nostra zabbina, se-duti all’ombra sui sassi e subito dopoMastru Petru voleva fare volare il suogallo di carta velina e attaccarci sottodei mortaretti con una miccia lunga perfarli esplodere in volo. L’uomo miste-rioso, che nonostante il caldo non siera mai tolto la giacca, a quel punto glipoggiò una mano sul braccio e gli disseche finché lui non fosse stato fuori dallavalle era meglio non fare niente... lasua giumenta era appagnusa, meglioevitare.A quel punto mio padre prese una ca-fagnedda di ricotta, gliela regalò e gliindicò la via più breve per allontanarsi.Lo vedemmo scollinare in sella alla suagiumenta oltre la Purtedda di Iardi-neddu. Non se ne seppe mai niente. Pe-tru Sasizza fece volare il gallo a motorespento, come diceva lui, solo con ariacalda per scongiurare rischi d’incendio,ma con i mortaretti che esplosero involo per la gioia di tutti, anche di coluiche si era allontanato e che sicuramenteavrà visto e sentito, perché le correntiascensionali spingevano il palloneverso la balata di Iardineddu.Il giorno dopo, più o meno alla stessa

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ora e mentre tutti eravamo intenti a farele stesse cose del giorno prima, daPizzo di Case lungo lo stesso viottoloscosceso arrivarono tre carabinieri unpo’ sbracati per il caldo, camicia apertasul collo, berretto sulle ventitré e bendisposti a una lunga sosta al fresco diquel puntalazzo di dietro il pagghiaro.Si fermarono a fare zabbina e offrironocome diversivo Granada cantata daClaudio Villa ascoltata da una radio atransistor chiusa in una custodia di pellerossiccia che il brigadiere portava a tra-colla dall’altro lato del ’91. Non ci fe-cero domande e nessuno chiese lorocome mai si trovassero da quelle parti. Quando pure loro superarono a pur-tedda, sia mio padre che il suo socionon poterono fare a meno di metterein relazione le visite ricevute in queidue giorni e di fare delle ipotesi, nem-meno tante azzardate. Mastru Petruaveva costituito una nota di allegriascoppiettante, ma sugli altri c’era tantoda riflettere e io, ascoltando attenta-mente i grandi ma senza darlo troppoa vedere, imparavo che anche in un po-sto sperduto tra i monti, come a Vaddidell’Acqua Amata, si poteva casual-mente avere contatti con personaggivari, dalle storie complesse e lontanefra loro con cui trovare il modo giustodi entrare in relazione.Sì, per me un “curatulu” degno di que-sto titolo era un vero maestro di savoirfaire in ogni circostanza. Avrei impa-rato più tardi quanto sottile fosse il con-fine tra savoir faire e mentalità omer-tosa.

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Dal 16 al 19 Luglio si è celebrato aMezzojuso un triduo di incontri

spirituali e culturali per ringraziare Dioper il dono della venerabilità di MadreMacrina Raparelli, Fondatrice delleSuore Basiliane di S. Macrina. In questigiorni benedetti da Dio e con la prontapartecipazione di Sua Ecc. Mons. Gior-gio Demetrio Gallaro, Vescovo di Pianadegli Albanesi, dei presbiteri, religiosi,diaconi e fedeli di varie Parrocchie,specialmente dei parroci e fedeli diMezzojuso. Momento intimo di pre-ghiera e di commozione è stata la rico-gnizione, verifica e tumulazione delvenerato corpo della serva di Dio M.Macrina Raparelli. Gli incontri, intro-dotti dal canto dell’Inno a Gesù dol-cissimo, avevano come tema principalela vita e le virtù eroiche di M. Macrina.Il giorno 16 luglio, dopo il saluto e l’in-troduzione della Superiora Generale,M. Elena Lulashi, ha preso la parola P.Filippo Cucinotta, Ofm capp. che haesposto il tema: M. Macrina, il Cari-sma di un’intuizione. Il giorno 17 si èsvolta una tavola rotonda dove sonointervenuti: papas Giorgio Caruso, par-roco della chiesa di S. Nicola di Mez-zojuso, che ha sviluppato il tema: M.Macrina, il servizio nelle periferiedell’epoca; M. Elena Lulashi, Sup.Gen.le che ha spiegato La proceduracanonica delle cause di beatificazionee di canonizzazione; il dott. Paolo Vil-lotta, Postulatore per la Causa di M.Macrina che ha esposto l’Iter dellaCausa di M. Macrina Raparelli, e Sr.Aurelia Minneci che ha concluso conla sua Testimonianza sulla maternitàspirituale della Venerabile M. Macrina.Il 18 Luglio il coro lirico di giovani ar-tisti siciliani, guidato dal maestro Clau-dio Corsaro ha rallegrato i cuori diquanti erano presenti con vari brani dimusica classica intercalati da pensieridi M. Macrina. Il 19 luglio, Sua Ecc.Mons. Giorgio Demetrio Gallaro hapresieduto la Divina Liturgia durantela quale ha letto il Decreto di Venera-bilità di M. Macrina Raparelli. In con-clusione, lo stesso giorno i giovanidelle due parrocchie di Mezzojuso, gui-dati da papas Giorgo Caruso e da Sr.Mikaela Toma, con la collaborazionedi papas Jani Stassi, hanno realizzatoun’importante ed emozionante rappre-sentazione teatrale sulla vita della ve-nerabile M. Macrina dal titolo: Memo-ria di una profezia. Questi eventi

VENERABILEMADRE MACRINA RAPARELLIFONDATRICE DELLE SUORE BASILIANE1883-1970

Offrì la sua vita “affinché tutti siano una cosa sola...”(Gv 17,21)

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vissuti con grande gioia e gratitudineda tutti, specialmente dalle figlie di S.Macrina, hanno segnato nei cuori leimpronte della grazia divina vissuta etrasmessa da M. Macrina durante lasua umile esistenza terrena. E oggi in-sieme alla SS. Madre di Dio e tutti isanti possiamo acclamare: L’anima miamagnifica il Signore e il mio spiritoesulta in Dio mio salvatore perché haguardato l’umiltà della sua serva.

Sr M.Gloria Pattackal

BIOGRAFIA E ITER DEL PROCESSO CANONICO

La Venerabile Macrina Raparelliè nata a Grottaferrata (RM) il 2aprile 1893 da Vincenzo Rapa-

relli e Michelina Roncaccia, figure lu-minose di vita e di virtù cristiane. è statabattezzata con il nome Elena il 5 aprilenella Chiesa della Badia greca. Suaguida spirituale fu Padre Nilo Borgia,jeromonaco basiliano, proveniente daPiana degli Albanesi (PA). A lui Elenamanifestò il desiderio di voler fondareun’istituzione di rito bizantino per i po-poli cristiani d’oriente e gli albanesi. Dopo sofferta riflessione e maturazione

spirituale, l’8 luglio del 1921, con labenedizione di Papa Benedetto XV edella Congregazione per le ChieseOrientali, diede inizio alla nuova Isti-tuzione a Mezzojuso, in Sicilia. Il 27 giugno 1930, l’arcivescovo diMonreale, Mons. Ernesto Filippi, emiseil decreto di approvazione diocesanadella Congregazione Suore Basiliane“Figlie di Santa Macrina”. Il 30 luglio 1930, Elena assieme ad al-tre otto ragazze, fece la professione re-ligiosa con il nome di Macrina, e fueletta all’unanimità Superiora generale.Dal quel momento tutte la chiamarono“Madre”.Una peculiarità del carisma di fonda-zione è l’ecumenismo: Madre Macrinaconsiderava l’unità dei cristiani comel’unione di cuori delle persone che ri-tornavano a camminare insieme, unitidal solo amore per Gesù Cristo. Esor-tava caldamente le sue figlie: “Racco-mando che non si facciano questionidi rito, né in casa né fuori, e neppuresi deve permettere che lo facciano glialtri in casa nostra. Chiunque osafarlo, si deve mettere a tacere, dicendoche noi siamo in paese soltanto per ilbene delle anime”. La Congregazione, sotto la guida dellaVenerabile Macrina, si estese in Sicilia,Calabria e Albania per svolgere il ser-

vizio apostolico: attività parrocchiali,assistenza all’infanzia, disabili e an-ziani abbandonati in casa e negli ospe-dali, laboratori e scuole, collegi e orfa-notrofi. Attualmente le Suore Basiliane sonopresenti oltre che in Italia, in Kosovo,India e Albania.Madre Macrina fin dall’infanzia era at-tratta dalla carità evangelica. Sostenutada un’autentica esperienza di fede, per-venne ad una maturità spirituale che siespresse nella generosa offerta al Si-gnore, affinché si realizzasse l’unità deicristiani. Ella diceva: “Lo scopo dellaCongregazione è andare verso l’Orientecristiano con l’opera e con la preghiera,con l’esempio e con il lavoro di carità,per unirsi ai fratelli nello spirito, nellamente, nella volontà e nel cuore”. La preghiera era il suo cibo spiritualequotidiano ed esortava le sue figlie avivere l’ascesi per progredire nella vitareligiosa. Anche nella sofferenza sepperivelare le sue doti materne e l’abban-dono totale al Signore: «Chi fa la vo-lontà di Dio sta sempre bene» solevaripetere. La sua instancabile operositàsi radicava in un’incrollabile speranza.Madre Macrina, umile e semplice,completamente dimentica di se stessa,tutto orientava alla maggior gloria diDio e alla salvezza dei fratelli.

Un momento della celebrazione prima della tumulazione della Venerabile Madre Macrina. Foto di Salvatore Bisulca

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La venerabile Macrina Raparelli, il 26febbraio 1970 si addormentò serena-mente nel Signore ripetendo: “Agnellodi Dio che togli i peccati del mondo,abbi pietà di noi“. La sua tomba, nella Chiesa SS. Croci-fisso a Mezzojuso, per la fama di santitàininterrotta e crescente, è luogo di uncontinuo pellegrinaggio per ottenere gra-zie con l’intercessione della“Madre”.Il 10 giugno 1972 Sua Em.za Card.Massimiliano De Füstemberg, Prefettodella Congregazione per le ChieseOrientali, ha emanato il Decreto di ri-conoscimento Pontificio della Congr.Suore Basiliane.Dal 2 aprile 2005 al 2 aprile 2009,venne istruita l’Inchiesta Diocesana dal

vescovo Mons. Sotir Ferrara, pressol’Eparchia di Piana degli Albanesi.Il 2 febbraio 2011, l’Inchiesta dioce-sana ha avuto la validità giuridica dallaCongregazione delle Cause dei Santi.Il 19 gennaio 2016, i Consultori Teo-logi hanno discusso e dato esito posi-tivo alla Positio della Serva di Dio. Il 21 marzo 2017, i Padri Cardinali e iVescovi, nella Sessione Ordinaria pre-sieduta da Sua Eminenza, il Card. An-gelo Amato, hanno riconosciuto che laServa di Dio Macrina ha esercitato ingrado eroico le virtù teologali, cardinalied annesse. Pertanto, è ritenuta degnadi venerazione da parte dei fedeli.Il Santo Padre Francesco il 23 marzo2017 ha autorizzato la Congregazione

delle Cause dei Santi a promulgare ilDecreto di Venerabilità della serva diDio Macrina Raparelli.Il 19 luglio 2017, nella Divina Liturgiacelebrata a Mezzojuso (PA), Mons.Giorgio Demetrio Gallaro, dell’Epar-chia di Piana degli Albanesi, ha datolettura al Decreto di Venerabilità di Ma-crina Raparelli.Con il riconoscimento e l'ufficializza-zione di almeno un miracolo, per l’in-tercessione della Venerabile Madre Ma-crina, si potrà procedere verso la suaBeatificazione. La supplichiamo con devozione:

MADRE MACRINA PREGA PER NOI.

Hanno detto della venerabile Macrina:

“Donna forte e virtuosa, mite e pru-dente, saggia e riflessiva... Visse unavita di vera povertà, di continua pre-ghiera. Riteneva soltanto Dio ilFondatore della Congregazione. Perumiltà rifiutava il titolo di Fondatricee diceva: non sono io che ho fondatol’Opera, ma Gesù e Santa Macrina”.(Congr. per le Chiese Orientali)

“è stata una donna di fede e di azione”.(Mons. Giusepppe Perniciaro)

“Era la mamma di noi giovani pro-bandi... Più di una volta è stata pro-pria lei a confermarmi nella vocazio-ne religiosa”.(Archimandrita Paolo Giannini, OSBI)

“M. Macrina è il miracolo della gra-zia di Dio donata al mondo per la suagloria”.(Suor Gemma Lo Greco)

“Aveva una spiritualità semplice, ispi-rata alla tradizione orientale, ma nonavulsa da quella latina, mirante essen-zialmente all’amore a Gesù Cristo”.(Prof. Gaetano Passarelli)

“Il desiderio dell’unità della Chiesa,sgorgato dal Cuore di Cristo, animòprofondamente la vita e la spiritualitàdella Venerabile Macrina Raparelli”.(Card. A. Amato, Prefetto della Congr.dei Santi)

Concerto in onore della Venerabile Madre Macrina. Foto di Salvatore Bisulca

Alcuni “attori” dello spettacolo “Memoria di una profezia”. Foto di Salvatore Bisulca

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Domenica 27 maggio 2017, nellaChiesa Cattedrale S. Demetrio

Megalomartire di Piana degli Albanesi,il giovane diacono Giuseppe Di Miceli,28 anni, nativo di Contessa Entellina,ha ricevuto la Chirotonia presbiteraledal Vescovo eparchiale Mons. GiorgioDemetrio Gallaro. Giuseppe, ha rice-vuto i Sacramenti dell’Iniziazione Cri-stiana nella Parrocchia SS. Annunziatae S. Nicolò di Contessa Entellina, dovefin da piccolo è stato presente comechierichetto e in seguito ha continuatoa collaborare con il parroco mettendosia servizio della comunità ecclesiale.Dopo aver terminato le scuole di primogrado a Contessa Entellina, ha prose-guito gli studi liceali a Sciacca dovenel giugno del 2008 ha conseguito ildiploma di maturità. Dopo alcuni annidi discernimento e avendo manifestatoil desiderio di volere entrare in semi-nario per iniziare il cammino di for-mazione e preparazione in vista del sa-cerdozio, nell’ottobre del 2008 vieneammesso come studente del PontificioCollegio Greco di Roma. Ha compiutoil biennio di studi Filosofici presso laPontificia Università Angelicum S.Tommaso D’Aquino, conseguendovi ilBaccellierato in filosofia nel giugnodel 2010. Ha proseguito il triennio distudi Teologici presso la Pontificia Uni-versità Gregoriana di Roma, conse-guendovi il Baccellierato in Sacra Teo-logia nel giugno 2013. Ha proseguitoil secondo ciclo di studi in Teologia,sempre presso la Pontificia UniversitàGregoriana - Dipartimento di TeologiaPatristica, dove il 9 febbraio 2016 haconseguito la Licenza in Teologia Pa-tristica e Tradizione dei Padri. Termi-nati gli studi, nel febbraio del 2016, èrientrato in Eparchia e dal mese diaprile dello stesso anno gli è stato chie-sto dal Vescovo eparchiale di dimorarea Piana degli Albanesi, per svolgere ilservizio di suo segretario particolare.Giuseppe ha ricevuto l’ordine minoredel Lettorato il 7 ottobre 2012 nellaChiesa di S. Atanasio a Roma da S.

Ecc. Mons. Sotir Ferrrara, l’ordine mi-nore del Suddiaconato presso la Par-rocchia SS. Annunziata e S. Nicolò inContessa Entellina il 12 giugno 2016da S. Ecc. Mons. Giorgio DemetrioGallaro e il 26 ottobre 2016, sempredal medesimo Eparca, presso la Catte-drale di S. Demetrio Megalomartire inPiana degli Albanesi, ha ricevuto il Sa-cro Ordine del Diaconato.

CHIROTONIA PRESBITERALE di Giuseppe Di Miceli

Alcuni momenti della Chirotonia presbiterale.

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Segno percettibile di un’agricolturamoderna è l’impiego dei mezzi

meccanici che sostituiscono il lavoromanuale dell’uomo nei processi di pro-duzione agricola. Un processo di mo-dernizzazione che in maniera sorpren-dente si è sviluppato nel campo dellacerealicoltura in tempi rapidissimi tantoche le generazioni più adulte sono te-stimoni di una vera e propria rivolu-zione e ricordano ancora, per averviassistito o per averle svolte diretta-mente, tutte le operazioni indispensabilialla coltivazione del grano, dall’araturadel terreno fino alla raccolta delle spi-ghe effettuate con i metodi tradizionitramandati nei secoli. Nel decennio tragli anni Sessanta e i Settanta, comed’incanto, si assiste a profondi cam-biamenti: gli antichi aratri vengono ab-bandonati e dalle complesse operazionidella raccolta, dove protagonisti indi-scussi erano gli animali da soma e ibuoi, si passa all’utilizzo della trebbiae successivamente all’introduzionedella mietitrebbia, mezzo davvero in-novativo, che in un solo giorno, a se-conda delle condizioni della coltura edel campo, riesce a mietere dai dieci aiquindici ettari di terreno, consegnandoil grano già ripulito dalla paglia epronto per il trasporto nei granai del-

l’azienda o molto più probabilmentenei centri di stoccaggio. Un mezzo chequando entra in azione non smette maidi stupirci per la rapidità del lavoro cheriesce a compiere anche nei terreni piùscoscesi. L’introduzione di una nuova mietitreb-bia in un territorio, pertanto, non puòpassare inosservato come nel caso diquella appena acquistata in societàdalle Aziende agricole dei coniugi Giu-seppe e Adelaide Biancavilla di Cam-pofelice di Fitalia e dai fratelli Nunzioe Carmelo La Gattuta di Mezzojusoche è stata benedetta da don Enzo Co-sentino all’inizio della campagna gra-naria appena avviata nella contrada In-corvino nel territorio di Campofelice.Una macchina autolivellante, tecnolo-gicamente avanzata, prodotta dallaNew Holland modello TC5.90, intro-dotta nel mercato da poco tempo, do-tata di una eccezionale cabina per con-fort, spazio e visibilità e che è giàentrata in azione in quel lembo dellaSicilia dove Cerere, dea della Madreterra, continua a fecondare il grano. Un territorio, il nostro, dove, a secondadel luogo di osservazione, sembra cheil tempo non sia mai trascorso la-sciando apparire ancora l’antico feudo,ovvero quelle vaste proprietà di terre

coltivate a frumento che ancor oggi inostri contadini chiamano u feu. De-nominazione che ci conduce a tempipassati, ma in realtà non così lontaniper i retaggi del feudalesimo che sisono tramandati fino ai nostri giorni eche ci riportano a quando la proprietàera ancora concentrata nelle mani dipochi latifondisti e si contava una mol-titudine di contadini che trovava nellavoro dei campi l’unica possibilità disussistenza e sopravvivenza. Era gentein gran maggioranza sfruttata dai pro-prietari e dai gabelloti (affittuari deiterreni) che applicavano patti agrari ini-qui come la mitataria e il terraggio,forme contrattuali che cominciarono anon essere utilizzate soltanto con lenuove normative emanate nel dopo-guerra. Pochi erano coloro che posse-devano una piccola proprietà da colti-vare e il ricavato, malgrado tutto illavoro e le cure prestate, era appenasufficiente ad assicurare il sostenta-mento alla famiglia. Le attese di un ab-bondante raccolto poco dipendevanodall’abilità dei coltivatori; era prassiseminare basse quantità di grano pertumulo di terreno; era assente o ridottoal minimo l’utilizzo di sali chimici e,principalmente, bisognava fare i conticon le condizioni climatiche. Per questo

Nell’osservare il lavoro di questo mezzo tecnologicamente innovativoriaffiorano nella memoria i tempi in cui il processo produttivo del granoavveniva con i tradizionali metodi tramandati nei secoli.

Arriva una nuova mietitrebbia

N’AVI PU METIRI E PU PISARIdi Domenico Gambino

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i contadini pregavano il buon Dio af-finché mandasse la pioggia o facesserisplendere il sole e allontanasse le te-mute malattie delle piante.Significativo, a tal proposito, il cantoche si è tramandato fino ai nostri giornie di cui si conserva memoria: Signuruzzu chiuviti chiuviti, ca i lavureddi si morti ri siti, mannatini una bona senza lampi e senza trona.Questi pochi versi arrivati fino a noi,testimoniano come il sentimento reli-gioso fosse legato indissolubilmentealle necessità della vita e del lavoro diquanti si dedicavano alla coltivazionedel grano: ad assicurare una buona an-nata, infatti, non bastava il lavoro co-stante e attento degli uomini che af-frontavano lavori molto faticosi perlunghi periodi di tempo e per tante oreal giorno, ma occorreva la collabora-zione del Padre Eterno. E’ interessante soffermarsi al lessicodell’intero processo di produzione delgrano, dalla preparazione del terrenofino al raccolto, che sembra quasi volersottolineare la fatica che accompagnail duro lavoro dei contadini; conla(v)uri (lavoro) nel mondo agricolosiciliano si intende il seminato, dallanascita della piantina fino ad indicarele messi pronte per la mietitura e conla(v)urari (lavorare) si indica la primafondamentale operazione per la prepa-razione del terreno, ovvero l’aratura.Operazione che ancora fino a cin-quant’anni fa diversi contadini conti-nuavano ad effettuare con il secolarearatro di legno (aratu a chiovu o a dui)aggiogato ad una coppia di muli.A sottintendere alle grandi fatiche cherichiedevano le operazioni del raccolto,dalla mietitura, che iniziava a giugno,alla trebbiatura e al trasporto del fru-mento nei granai che si concludeva inagosto, si è tramandato il detto popo-lare: N’avi pu metiri e pu pisari, usato,ancora oggi, per indicare un lavorocomplesso e faticoso e che richiedetempi molto lunghi di esecuzione. A giugno, quando si avviavano le ope-razioni della mietitura, la campagnabrulicava di gente e a prendere la falcein pugno erano squadre di bracciantimietitori, opra r’omini, che lavoravanoper l’intera giornata chini per terra, conun ampio cappello per proteggersi dalsole cocente e con un fazzoletto checopriva le orecchie fino alla nuca per

difendersi dai fastidiosi moscerini cheinfestavano l’aria. Sospendevano il la-voro solo per consumare pasti fugaci,per dissetarsi o per dare un po’ di sol-lievo ai loro corpi sudati e, nonostantela fatica, non mancavano mai di rin-graziare il Signore: all’invocazione del liaturi, cioè del-l’addetto a formare i covoni,Ludamu e ringraziamu u Santissimu edivinissimu Sacramentui mietitori in coro rispondevano: Ora e sempri sia ludatu!Non appena ultimata la prima fase, igregni (covoni) venivano trasportatinell’aria (aia), o più avanti nel temponella postazione della trebbiatrice, adorso degli animali da soma; tale ope-razione era detta stràuliari e prendevail nome dalla stràgula, una rudimentaleslitta di legno trascinata generalmenteda buoi. In questa fase i contadini sfug-givano all’afa estiva trasportando lespighe soltanto nelle ore mattutine perpoi continuare al tramonto e al chiarordi luna; ciò per impedire che con la ca-lura le spighe si potessero sgretolaredisseminando lungo il tragitto il loroprezioso contenuto. Al contrario, l’opportunità di sottrarsiall’afa non era possibile nella fase dellapisatina, ovvero della trebbiatura sul-l’aia con l’impiego degli animali dasoma addetti a calpestare le spighe, pro-prio perché il calore del solleone favo-riva la sgretolatura. Così, slegati i co-voni e sparse le spighe nell’aia, si davainizio alla trebbiatura impiegando so-litamente una coppia di muli che, conil contadino cacciante al centro che liincitava, cominciavano a girare in cir-colo effettuando ricorrenti inversioni eperiodiche soste. Il cacciante, intanto,li sollecitava recitando/cantando versicome quelli in uso nella tradizione lo-cale di Mezzojuso: A bàttiri, a bàttiri ciunnali, ciunnali sti gregni. Acchianacci ddocu ca poi currèmu.Talè, talè comu si spannu.e così continuando, fin quando tutto ilgrano fuoriusciva dalle spighe.Conclusa questa fase, si dava final-mente avvio all’ultima operazione,quella di spagghiàri (spagliare) per se-parare il frumento dalla paglia. I con-tadini con i tradenti (tridenti) lancia-vano le spighe in aria controventocosicché, per la differenza di peso,

mentre la paglia si depositava ai mar-gini dell’aia formando a margunàta, ilgrano cadeva al centro formando umunzèddu. Cumuli di grano che, a queitempi, erano delle varietà Perciasacchi,Realforte, Tallarò, Garigliano e Tum-minia, che noi oggi denominiamo graniantichi, di cui si apprezzano le caratte-ristiche organolettiche superiori e chesono molto graditi alla popolazionesempre più alla ricerca del genuino edel biologico in un mondo ormai con-taminato, globalizzato e massificante. Tempi passati di un mondo agricolo ar-caico che non tornerà mai più ma chesuscitano il rimpianto di quando il paneera preparato in casa con la semola diquei grani provenienti dal proprio ter-ritorio. A giusta ragione consideratoche oggi, quasi sempre, non si conoscela provenienza del grano che consu-miamo, materia prima principale dellanostra alimentazione di tipo mediter-raneo: il pane e la pasta.Riflessione che ci riporta all’ultima fasedel lavoro della nostra mietitrebbia che,riempito il serbatoio dei preziosi chic-chi di grano, li riversa nel cassone diun camion per essere poi conferiti alvicino centro di stoccaggio. Frumento,sempre più di specie selezionate, chelascia compiaciuti gli agricoltori perl’alta resa produttiva possibile grazieai moderni sistemi di coltivazione mache, nel contempo, li lascia profonda-mente delusi e insoddisfatti per il bassoprezzo del grano che vanifica le aspet-tative di un anno di lavoro a causa dellecomplesse problematiche del settorecerealicolo a livello mondiale che an-cora non trovano una soluzione. Amara riflessione; oggi come allora: Afini r’austu si fannu i cunti!

I proprietari della mietitrebbia con Don EnzoCosentino in C.da Incorvino a Campofelice diFitalia.

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Domenica 28 Maggio presso laChiesa del SS. Crocifisso, cinque

bambini hanno celebrato ilSacramento della Confessione e laComunione solenne. Domenica 11 edomenica 18 Giugno presso laParrocchia Maria SS. Annunziata,venti bambini hanno ricevuto ilSacramento della S. Cresima e dellaPrima Comunione.

DOMENICA 28 MAGGIO

(Chiesa SS. Crocifisso)

Rachele FallettaGinevra CorticchiaGiuseppe SchiròDomenico TrentacosteSalvatore Bisulca

DOMENICA 11 GIUGNO

(Chiesa Maria SS. Annunziata)

Maria Pia BurriesciGiorgia CannizzaroSofia CozzoGiorgia SchillizziLorenzo PalagoniaAntonio BilloneSamuele GebbiaFederica LisciandrelloIgnazio La BarberaElisea CanzoneriSilvia SagrìGaia Terrano

DOMENICA 18 GIUGNO

(Chiesa Maria SS. Annunziata)

Ferdinando CrispinianoDario BattagliaPaolo VisocaroMargaret MoscarelloRebecca MoscarelloGiusy CostanzaStefania NuccioMatilde Muscarello

Celebrazione

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Comunioni

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RIPOSANO NEL SIGNORE

PALAZZOLO MARIA15/07/1939 - 03/06/2017

MELI GIUSEPPE16/01/1948 - 20/06/2017

PERNICIARO IGNAZIO03/12/1931 - 26/06/2017

PRIVITERA CONCETTA26/07/1931 - 17/07/2017

TAVOLACCI LUCIA10/08/1927 - 21/07/2017

CRISPINIANO GIOVANNA21/04/1940 - 23/07/2017

SCORNAVACCA MARIA (SUORA)25/02/1920 - 25/07/2017

MORALES GIUSEPPA10/04/1920 - 29/07/2017

OFFERTE RICEVUTE

I NUOVI ARRIVATI

SOFIA ARATO di Domenico e Ornella Figlia

EVA MAGALINI di Enrico e Annalisa Terrano

CATERINA MASIdi Nicolò e Francesca Tavolacci

PIETRO ROCCO GRATO di Nicola e Salvatrice Chetta

GIULIA MARIA D’ORSAdi Carmelo e Angela Riccobono

Falconetti Filippo, Verona € 25,00R.C., Palermo € 50,00Gebbia Santi Mario, PA € 50,00Portoghese Carmelo, Antibes € 50,00Crispiniano Dora, Villafrati € 20,00Spataro Sandra, Torino € 25,00Gambino Gioacchino, Vercelli € 30,00Cusintino Antonino, Leini TO € 50,00La Gattuta Anna, Milano € 20,00Vitale Fortunato, Villafrati € 30,00Barone Antonino, Torino € 100,00D’Amora Carmine, PA € 10,00Cuccia Caterina, Motta di Cast. € 20,00Blanda Nunzia, Verbania € 30,00Miano Vittoriano, TO € 25,00D’Orsa Nicolò, PA € 25,00Raviotta C., Garbagnate MI € 25,00Di Chiara Pietro, Bolzano € 10,00NN., Ficarazzi PA € 50,00Barna Antonino, USA $ 60,00Perniciaro Gius., Portalbera PV € 20,00Napoli Marianna, Santa Flavia PA €10,00Cuccia Antonino, PA € 30,00Costa Carmela, Palazzo A. € 10,00Battaglia Biagio, Mezzojuso € 50,00Burriesci Salvatore, Campi B. € 30,00Ingraffia Ulisse, PA € 20,00Buccola fam., PA € 20,00De Lisi G. Spatti E., Pisogne BS € 30,00Parisi Giulia, TO € 20,00Nuccio Giovanni, MI € 30,00Anselmo Antonino, Scandicci FI € 25,00Geraci – Rizzo, PA € 25,00Tavolacci Antonino, USA € 100,00Bonanno Renata, Mezzojuso € 30,00Anselmo Ernesto, USA € 30,00

Il 21 luglio 2017 presso la Scuola delleScienze Umane e del Patrimonio Cul-turale dell’Università di Palermo, Gio-vanni Nuccio ha conseguito con la vo-tazione di 110/110 e lode la Laurea inmediazione linguistica discutendo latesi dal titolo: “Discorso della comunitàonline sui candidati alle presidenzialiUSA 2016: rappresentazioni e stereotipidi genere”. Relatrice è stata la Prof.ssaMarianna Lya Zummo. Al neolaureatoi migliori auguri della redazione.

LAUREA

Il primo giugno scorso, nelle caldeore pomeridiane, la nostra comunità

ha ospitato il deputato albanese FatmirToçi e la sua consorte. Il deputato, presidente della Lega degliEditori Albanesi, famoso in madrepa-tria per l’impegno profuso in ambitoculturale e in associazioni patriottiche,nutrendo notevole interesse riguardogli arbëreshë, ha intrapreso, accompa-gnato dalla moglie, un viaggio tra leloro comunità disseminate nel meri-dione d’Italia, tra cui anche Mezzojuso. Gli illustri ospiti hanno visitato lachiesa di S. Nicolò di Mira e quella diS. Maria di Tutte le Grazie con l’an-nesso Monastero e il laboratorio di re-stauro del libro antico, quindi il Palazzomunicipale, il Castello col suo museodel Mastro di Campo ed infine la Bi-blioteca-Archivio Parrocchiale di SanNicolò di Mira. Lì hanno potuto pren-

dere visione di alcuni documenti ri-guardanti la nostra comunità e le fami-glie di origine albanese.Nella piacevolissima visita ricevuta, con-notata dalla sincera e decisa voglia ester-nata dall’esimio ospite di comprenderela cultura locale, sono state toccate di-verse tematiche come l’utilizzo odiernodella lingua arbëreshe nel nostro paese,l’applicazione della legge sulla tuteladelle minoranze linguistiche, il senti-mento nutrito dai mezzojusari nei con-fronti delle proprie origini, la presenzadi monumenti agli eroi albanesi, la pre-senza di munxifsarët distintisi nel pano-rama italiano e albanese, e altro ancora.La visita dei due ospiti si è conclusanon prima dell’incontro con alcuniamici e conoscenti, debitamente immor-talato a memoria del lieto momento.

Antonio La Gattuta

IL DEPUTATO ALBANESE FATMIR TOÇIA MEZZOJUSO

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BREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIMAGGIO 2017

Sabato 27

Alle ore 18.00 presso il salone delcastello comunale si tiene la presenta-zione della lista “Continuiamo aCambiare” con il candidato SindacoSalvatore Giardina.

Domenica 28

Ottava del SS. Crocifisso – Alle ore11.00 presso la chiesa del SS.Crocifisso Papàs Rosrio Caruso cele-bra la Divina Liturgia. Alle 21.00 sisvolge per le vie del paese la proces-sione della “Vara”del SS. Crocifisso.

Lunedì 29

Alle 21,00 si svolge la celebrazionedella “chiusura della Vara” del SS.Crocifisso, con la quale si concludonoi festeggiamenti.

GIUGNO 2017

Giovedì 1

Inizio della tredicina in onore di SanAntonio di Padova: presso la chiesadell’Immacolata (Convento latino) sirecita alle 20.30 il Santo Rosario e aseguire alle 21.00 Servo Michele cele-bra la S. Messa.Alle 21.30 in piazza Umberto I si svol-ge il comizio della lista “Comunità ePartecipazione” con il candidatoSindaco Sandro Miano.

Venerdì 2

La parrocchia San Nicola di Mira di

Mezzojuso organizza una gita aTrapani. La comitiva la mattina havisitato il museo del corallo “AgostinoPepoli” e l’annessa chiesa dellaMadonna di Trapani, dopo pranzo havisitato il centro storico di Trapani,con particolare attenzione alla chiesadel Purgatorio dove sono custoditi imisteri. La giornata si è conclusa conla celebrazione liturgica presso il san-tuario della Madonna di Trapani.

Domenica 4

Solennità di Pentecoste: Alle ore11.00 presso la parrocchia Maria SS.Annunziata presiede la CelebrazioneEucaristica il Vescovo mons. GiorgioDemetrio Gallaro durante la qualeconferisce il Sacramento dellaCresima ad alcuni fratelli della nostracomunità.Alle 21.30 in piazza Umberto I sisvolge il comizio della lista“Continuiamo a Cambiare” con il can-didato Sindaco Salvatore Giardina.

Venerdì 9

Alle 21.00 in piazza Umberto I, per lalista “Comunità e Partecipazione”chiude la campagna elettorale il candi-dato Sindaco Sandro Miano, mentre inp.zza P.pe Corvino per la lista“Continuiamo a Cambiare” concludela competizione politica il candidatoSindaco Salvatore Giardina.

Domenica 11

Si vota dalle ore 7.00 fino alle 23.00per l’elezione del Consiglio Comunalee del candidato Sindaco.

Martedì 13

Festa di Sant’Antonio di Padova -Nella chiesa dell’Immacolata exConvento Latino alle ore 11,00 ServoMichele celebra la S. Messa che siconclude con la benedizione delletunichette de “I Monacheddi”: i bam-bini che vengono affidati alla prote-zione del Santo Padovano. Alle ore21,00, dopo la Santa Messa, si svolgela processione con il simulacro delSanto per le vie del paese.

Mercoledì 14

Alle 21.00 presso il salone parrocchia-le (Parrocchia San Nicolò di Mira) sisvolge un incontro sul tema “La festadel Corpus Domini”.

Venerdì 23

Alle ore 19,00 si svolge in PiazzaUmberto I, la festa di ringraziamentopost elettorale organizzata dal gruppopolitico “Continuiamo a cambiare”.

Domenica 25

In mattinata un gruppo di fedeli (nellafoto, davanti al Duomo di San Giorgioa Ragusa Ibla) della nostra comunitàsi reca in pellegrinaggio presso ilSantuario di Modica (RG).

Domenica 30

Festa Insieme: Vari gruppi delleParrocchie della Diocesi si ritrovanoin mattinata a Mezzojuso in piazzaUmberto I per trascorrere un’interagiornata all’insegna……e quindi perconoscersi e festeggiare insieme labellezza della vita Cristiana.

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LUGLIO 2017

Lunedì 3

Prende inizio alle 18,30 presso il cam-petto del Monastero Basiliano ilTorneo di Pallavolo Estivo organizza-to da alcuni giovani di Mezzojuso.

Martedì 11

Presso i locali del Castello si svolgealle ore 21,00 la prima riunione preli-minare per la costituzione dellaConsulta Giovanile.

Sabato 15

Alle ore 18.30 viene celebrata nellachiesetta di Santa Rosalia la DivinaLiturgia da Papas Rosario Caruso.

Domenica 16

Nella chiesa del SS. Crocifisso prendeinizio alle ore 21.30 il Triduo in prepa-razione della Festa di Santa Macrina edella proclamazione della Venerabilitàdi Madre Macrina Raparelli fondatricedelle Suore Basiliane.

Mercoledì 19

Alle 17.30 presso la chiesa di SanNicolò di Mira viene celebrata laDivina Liturgia presieduta da SuaEcc.za Mons. Giorgio Demetrio

Gallaro e a seguire la lettura delDecreto di Venerabilità di MadreMacrina Raparelli. Alle 19,00 rientrodel corteo alla chiesa del Crocifisso acelebrazione presso la tomba dellaVenerabile. Alle 21,30 davanti chiesadel Crocifisso va in scena uno spetta-colo teatrale intitolato “Memoria diuna Profezia” che viene rappresentatoda alcuni giovani di Mezzojuso.

Lunedì 24

Presso la sala convegni del Castellocomunale si svolge un incontro orga-nizzato dal Partito Democratico sultema: Patto per il Sud Decreto delMezzogiorno – Interventi del GovernoNazionale a favore dei Comuni e degliEnti territoriali.

CLASSE 1967Cinquanta... e non sentirli

Ormai è diventata una piacevole consuetudine: tutti i compaesani che nel corso dell’anno festeggeranno il cinquantesimoanno di età, si ritrovano insieme per trascorrere una piacevole serata a cantare e ballare, rinsaldando vecchi rapporti.Quest’anno è stata la volta della classe 1967 che ha festeggiato presso la Pizzeria “S. Lucia” martedì 8 agosto. A tutti i neo e prossimi cinquantenni i migliori auguri della redazione.

Domenica 25 giugno alle ore 18.00 alla presenza delle autorità civili e religio-se, ha avuto luogo in Via Crocifisso, l’inaugurazione della Pizzeria, Rosticceria,Panineria “Primavera” di Vincenzo Bravatà. A Vincenzo e famiglia i miglioriauspici per un proficuo lavoro.

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eDirettore Responsabile: Vincenzo CosentinoCondirettore: Carlo ParisiRedazione: Doriana Bua, Cesare Di Grigoli, Enzo Di Grigoli, Danilo Figlia, Concetta Lala, Ciro Muscarello, Lillo PennacchioIndirizzo: Piazza Umberto I, 22 - Mezzojuso (PA) - Tel e fax 091 8203461 - [email protected] - IBAN: IT23 Q061 7543 4310 0000 0174 680Grafica ed impaginazione: Gianni SchillizziStampa: Istituto Poligrafico Europeo s.r.l.

ECOBRIGNA

della

In copertina:Gruppo di ragazze

alla Crocefoto di

Danilo FigliaECO DELLA BRIGNA - PERIODICO BIMESTRALE - MEZZOJUSONuova Serie, Registrato presso il Tribunale di Palermo al n. 33 del 15.10.97

Un momento dello spettacolo“Memoria di una profezia” sullavita di Madre Macrina Raparelli

foto di Danilo Figlia