Num 1 luglio 2007 - Comune di Ronzo-Chienis - Comune di ... · bene i soldi: saper ascoltare....

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Gardùm Gardùm NOTIZIARIO DI INFORMAZIONE DEL COMUNE DI RONZO-CHIENIS Veduta dal Monte Creino

Transcript of Num 1 luglio 2007 - Comune di Ronzo-Chienis - Comune di ... · bene i soldi: saper ascoltare....

GardùmGardùmNOTIZIARIO DI INFORMAZIONE DEL COMUNE DI RONZO-CHIENIS

Veduta dal Monte Creino

Gardùm

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SOMMARIO

GardùmNotiziario del

Comune diRonzo-Chienis

Anno I - Numero 1

Agosto 2007

Iscrizione presso ilTribunale di Roveretonel Registro Giornali

e Periodicial n. 271 del 26.07.2007

Direttore responsabileAmedeo Trentini

Comitato di redazione

Direttore editoriale:Piera Benedetti

Collaboratori:Caterina Martinelli

Concetta MazzucchiChiara Vicenzi

Marzia CappellettiMafalda Micheloni

Proprietà e SedeComune di

Ronzo-Chienis38060 Ronzo Chienis

Via Teatro, 13/bTel. 0464 802915Fax 0464 802045

StampaTipoffset Moschini

38068 Rovereto (TN)Via Tartarotti, 62Tel. 0464 421276

Il notiziario viene inviato a tutti i capifa-miglia del Comune di Ronzo Chienis.Copie in arretrato possono essere ri-chieste presso la sede municipale. Ilmateriale redazionale o quanto invia-to per tale uso non viene restituito.Le immagini fornite rimangono di pro-prietà dei legittimi proprietari e ne vie-ne consentito l’uso esclusivo per lapubblicazione su questo notiziario.

SCUOLA E FAMIGLIA

Un passaggio fondamentale ... pag. 4

STORIA E STORIE

Nostalgia, eterno cruccio... « 6

Dalla curiosità di un bambino... « 08

“Qui Jeremie...” « 09

DONNA PROTAGONISTA

L’imprenditoria di montagna... « 11

AMBIENTE E SALUTE

Rifiuti: come fare... « 12

LA MONTAGNA NEL CUORE

Una attenzione particolare ... « 16

ARABA FENICE

Rifiorisce con rinnovato ... « 18

SICUREZZA

Altruismo e professionalità... « 19

SPORT E TEMPO LIBERO

La Polisportiva Biaena ... « 20

NUOVE INIZIATIVE

Nell’era di internet... « 22

SEMPREVERDI

Una domanda quasi... « 23

ERGOTERAPIA

Dall’Aurel proposta ... « 24

EMOZIONI

Brividi e qualche ... « 25

LE MANI IN PASTA

Pensata per i turisti, ma ... « 26

RECUPERO E VALORIZZAZIONE

L’impegno della “Forestale” ... « 27

AGONISMO

Primo piano per... « 28

DEVOZIONE

Sant’Antonio ... « 31

Al corredo fotografico di questo numero hanno contribuito: Giorgio Cap-pelletti e Massimo Bonetti. Altre foto sono state fornite direttamente dallevarie Associazioni. Alcune immagini, relative alla prima guerra mondia-le sono state invece tratte dal volume di A. Less e O. Mederle “Ricordi diguerra...” edito dalla Biblioteca intercomunale “Luigi Dal Rì” di Mori.

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La favorevole accoglienza riservata al “numero zero” delperiodico “Gardùm” ha convinto l’Amministrazione comunale adare continuità a questa iniziativa editoriale. Non è e non dovevaessere la voce del Comune e della sua amministrazione ma lavoce della gente. Anche gli amministratori, certamente, fannoparte della gente. Eletti per fare il bene della Comunità devonoavere soprattutto una dote, oltre quella di trovare e spenderebene i soldi: saper ascoltare. “Gardùm”, quindi, è uno strumentoutile per ascoltare. Ma ha anche un’altra ambizione, quella dimettere in relazione le persone della Comunità in maniera chetutti possano conoscere cosa si muove e cosa si fa nel suotessuto vivo e imparino ad apprezzare e consolidare quell’humus

comune di appartenenza, di volontariato, di solidarietà e dirispetto reciproco che sono valori insostituibili del vivere civile.In questo senso sono convinto che questo periodico possa essereconsiderato, a pieno titolo, un contributo di attenzionedell’Amministrazione che ho l’onore di rappresentare.

Il sindacoAlberto Cappelletti

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Sponsorizzato dall’Assessorato alla cultu-ra e istruzione del comune di Ronzo-Chie-nis e dal Comprensorio di Rovereto si ètenuto nell’anno scolastico 2005-2006 uncorso-laboratorio su un progetto di conti-nuità scuola dell’infanzia e primaria. Ilpercorso a Ronzo-Chienis ha sortito inte-ressi e partecipazione assai positivi e si èconcluso con lapresentazionealla comunitàlocale dell’atti-vità svolta coni bambini e leinsegnanti.Potendo consoddisfazioneregistrare i ri-sultati dell’atti-vità svolta èanche opportu-no capire me-glio di che cosasi tratta. Conriferimento al“Metodo Rapiz-za”, su cui si èbasato il corso,Maria Neri eRosella Ron-cher, pedagogi-ste, spiegano che il suo intento principaleè quello di proporre corsi di formazioneche permettano agli esperti di formare in-segnanti e genitori in modo che il metodopossa entrare nelle scuole come una nor-male prassi di insegnamento. Un modosemplice ed usuale che garantisca ad ognibambino la piena realizzazione di sé, at-traverso un potenziamento delle capacitàindividuali, uno sviluppo dell’autocontrol-lo e dell’autostima nel rispetto dei tempidi apprendimento di ciascuno per la ridu-zione dello svantaggio e per il raggiungi-mento della massima autonomia di esecu-zione delle consegne.Il metodo Rapizza aiuta qualsiasi bambino

che ha difficoltà ad arrivare all’astrazio-ne, permette di organizzare le conoscenzee di usufruirne; parte da una metodologiaspaziale dalla quale si organizza il pensie-ro ed il tempo, è utile sia a prevenire gli“atteggiamenti” dislessici e disgrafici, ecc.sia per rieducare queste forme.Il metodo insegna a stabilire un corretto

rapporto alunno-educatore e insegna al-l’educatore a fare le giuste richieste al-l’alunno senza che esse siano disattese.Ritroviamo quindi la funzione ukmarianadella regola data con saggezza e dosata inmodo da sortire sempre effetti costruttiviche garantiscano al soggetto la felicità.Maria Silvia Rapizza, pedagogista e orto-fonista trentina, nota negli ambienti dellarieducazione speciale e non solo, le cui te-orie, peraltro sperimentate per vari decen-ni dalla stessa e avvalorate dai più moder-ni studi neuroscientifici e pedagogici (Ro-bertson e Larocca), ha coniato un sistemavincente i cui risultati appaiono sorpren-denti in molte scuole Italiane.

Maria Neri (in alto)e Rossella Roncherfanno parte dellostaff scientifico del-l’Associazione psico-pedagogica e cultu-rale intitolata a Giu-liana Ukmar, fonda-ta a Rovereto.Le foto sono trattedal sito:

ww.ukmar.it

Scuola e Famiglia

Dall’asilo alle elementari, unpassaggio fondamentale

a cura di Rosella Roncher e Maria Neri

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Giuliana Ukmar,psicoterapeuta dellafamiglia, prematura-mente scomparsa(21 maggio 2001),alla cui figura è inti-tolata l’Associazioneps icopedagogicaculturale Ukmar diRovereto, è autricefra l’altro dei due for-tunatissimi volumi“Se mi vuoi benedimmi di no” e “Fir-mato: una mamma inpena”, letture utilis-sime, nel mondo checambia, per le fami-glie che non inten-dano rinunciare adesercitare, in unmondo apparente-mente dominato dal-la pedagogia permis-siva che ne ha inde-bolito l’efficacia, illoro ruolo.Ambedue i volumisono pubblicati dallaCasa editrice Fran-co Angeli Editore.

Il metodo Rapizza intende affrontare dal punto di vista neuro-fisio-psicologico l’espe-rienza “dello scrivere e del leggere” intesa come capacità di apprendere a codificaree decodificare l’esperienza. Questo percorso metodologico è proponibile a soggettinormodotati e non.Dice Maria Silvia Rapizza: “Il cervello è un organo” e come ogni altro organo delcorpo ha una funzione ben precisa: codifica e decodifica, cioè scrive e legge. Il cer-vello legge e scrive per apporto di ossigeno. Il cervello inizia a scrivere e leggere allanascita e finisce alla morte. Tutte le forme di scrittura e di lettura si traducononella realtà attraverso codici specifici: la danza, la pittura, la musica, la letteratu-ra, l’architettura, il ricamo, la cucina, ecc... Sono esperienze vissute e ritrascrittein codici definiti e particolari propri dell’esperienza stessa, quali ad esempio ilcodice motorio, musicale, poetico, spaziale ecc. L’uso di tali codici presuppone unapropria “ortografia”, intesa come insieme di regole finalizzate a scrivere e leggerequella specifica tipologia di esperienza in modo corretto.Il cervello di ogni individuo matura con l’età e apprende con l’esperienza l’uso deicodici che gli servono. Il bambino quindi legge e scrive:

- Con il corpo (0-2 anni) asilo-nido- Con il movimento (3-5 anni) Scuola Materna- Con il segno (6-10 anni) Scuola Elementare- Con il dato (11-14 anni) Scuola Media- Con il contenuto (15-19 anni) Scuole Superiori e tutta la vita.

“Scrivere con... i piedi”?non è proprio una eresia

Ma cosa deve fare, in particolare, l’insegnante? Lo dice la stessa Rapizza in unappunto del febbraio 1972 che sintetizza magistralmente il suo pensiero metodologi-co: “Il lavoro dell’insegnante deve far leva sulla sua competenza professionale, suuna comunicazione creativa e sul senso dell’umanità. Intelligenza quindi e senti-mento: un tutto calibrato e libera da qualsiasi emotività. È l’emotività un ingre-diente fastidioso e dannoso, che gonfia le situazioni sia di speranze sia di delusio-ni, controproducenti per un mirato rapporto professionale ed umano. Davanti adun soggetto in difficoltà di apprendimento, l’insegnate deve saper cogliere neltempo la situazione, “quella situazione di quel soggetto”. Deve saper cogliere cioèla realtà situazionale. Non illusorie esaltazioni, non rinunce per fatalità. “Io ti doquello che tu vuoi; ti do nella tua misura, per quello che tu sei in questo momento,perché, nel nostro rapporto, tu sia felice!”

Uno spirito pionieristico

Maria Silvia Rapizza, pedagogista e ortofonista trentina, na-sce a Cles il 25 dicembre 1915, quando il Trentino era Tirolo.Studia a Innsbruck presso il liceo scientifico ma, causa la guer-ra, è costretta a conseguire il diploma magistrale per poterinsegnare. Si iscrive poi alla facoltà di magistero presso l’uni-versità di Genova, ma non termina gli studi poiché preferisceiscriversi a Ortofonia: una specializzazione della facoltà di me-dicina in cui consegue il diploma. La sua attività didattica, sem-pre sorretta da uno spirito pionieristico nella sperimentazione,ha sortito risultati sorprendenti nel recupero dei bambini indifficoltà o affetti da handicap grave.

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Storia e storie

Nostalgia, “malattia” inguaribiledel soldato in prima linea

L’interesse per la Grande Guerra (I GuerraMondiale) non si affievolisce anche se, comeda legge naturale, i testimoni diretti soprav-vissuti siano quasi scomparsi e progressiva-mente stia diminuendo anche il numero dicoloro che hanno sentito raccontare e memo-rizzato in prima persona le storie e gli avve-nimenti di questo importassimo periodo.La Val di Gresta, ora rinomata per i suoiortaggi biologici, divenne subito terra di nes-suno - zona nera -, contesa dagli oppostischieramenti; gli abitanti di Mori e della Valdi Gresta furono sfollati per motivi di sicu-rezza. Sono ancora ben conservate alcuneinteressanti vestigia di quest’evento chesconvolse, tra il 1914 e il 1918, così profon-damente la vecchia Europa: le trincee delNaja Grom a Manzano, le trincee del MonteFaè a Nomesino e quelle del Creino.

Quel maggio del 1915

Allo scoppio della guerra con l’Italia nel mag-gio del 1915 gli abitanti di Valle S.Felice,Pannone, Manzano e Nomesino vennero de-portati dall’autorità militare austro-ungari-ca in Boemia o in Austria. Gli abitanti diChienis e Ronzo sfollarono inizialmente neipaesi della Vallagarina, successivamente inBoemia o in altre regioni dell’Impero.La Val di Gresta venne completamente mili-tarizzata. La parte occidentale con il M.teStivo ed il M.te Creino dipendeva dal coman-do austro-ungarico di Riva quella orientaleda quello di Rovereto.Il fronte correva dall’Adige a Nago lungo lapiana di Loppio: il Monte Baldo era tenutodall’esercito italiano e le alture della Val diGresta erano fortificate e trincerate dall’eser-cito austro-ungarico.Nell’assetto difensivo dell’esercito austro-un-garico i monti Creino e Stivo rappresentava-no un elemento di notevole importanza, sia alivello di “postazione per l’avvistamento” siaa livello di artiglieria pesante, potendo bom-

bardare obiettivi presso i quali era dislocatol’esercito italiano; il lago di Garda, il monteAltissimo, la bassa Val Lagarina ed il mon-te Zugna. Un importante baraccamento mi-litare austro-ungarico fu allestito ai piedidel M.te Creino, nella località che prenderàil nome di S.Barbara, dal capitello a formadi granata eretto nel dicembre 1915.Il tenente Felix Hecht, visse in questo trattodi fronte dal 21 ottobre 1916 al 7 febbraio 1917;la descrizione che fece di questi luoghi nelsuo diario può essere annoverata tra le piùbelle e commoventi pagine sulla Grande Guer-ra nel Trentino.

Per cominciare a muovere i primi passiper comprendere “dall’interno”, a partiredai luoghi a noi più vicini, le vicendedella grande guerra, è molto utile, di A.Less (a cura di): ... per ricordare S.Barbara.. .zur Erinnerung an die Zeitam Creino... 1915-1916. editrice LaGrafica, Mori 1997, 160 pp.Inoltre, a cura di C10: Itinerari in destraAdige Mori e Val di Gresta. ManfriniEditori, 1999.

L’Amministrazione Comunale, intendevalorizzare questo importante patrimo-nio storico e per questo ha avviato unprogetto di valorizzazione che ha vistocoinvolti la “Rete Europea del Turismodi Villaggio”, il Museo della Guerra diRovereto e la Provincia Autonoma diTrento per la messa in sicurezza deipercorsi.Obiettivo è valorizzare questo impor-tante “documento ingegneristico” cheha segnato profondamente la storia

della nostra valle e dei suoi abitanti.

“Quassù inmontagna in

estate è fresco e sista bene; ma i

colpi di cannone edi fucile mi

ricordano che inogni momento io

posso morire”

Da leggere

di Michela Luise

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“Passeggiovolentierid’inverno neiboschi del Creino;posso starmeneun po’ da solo; maal tramonto èinevitabile lanostalgia dellamia casa e deimiei familiari.Rientro allorarapidamente nellebaracche pereseguire i mieicompiti con i mieisoldati

”Ten. Josef Schneider.

Nelle foto (in bianco enero) il tenente J.Schneider, autoredella raccolta origi-nale di fotografie chedocumentano la vitadi trincea sullenostre montagne nelcorso della guerra‘15-’18. In questapagina: ciò cherimane di alcunefortificazioni, operespesso di ingegneria“estrema”, e occasio-ne per rifletteresull’assurdità dellaguerra.

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Ciao, mi presento, michiamo Ettore, classe’65, e come dico a tan-ti, abito su in contràBoazzera. Tra le mievarie “passioni”, c’èanche quella di scrive-re, ma non da tanto,no, da circa un anno,cioè da quando mio fi-glio Leonardo, nel lu-glio 2006, mi chiese segli facevo un regalospeciale per il suocompleanno, scriver-gli un racconto. Panico completo per un paiodi giorni, poi con una penna in mano, fogliodi carta davanti a me, gli ho scritto qualchecosa che gli sarebbe servito in futuro, e iogli avrei fatto il suo regalo speciale. Nascecosì “Il sogno e la contrada” un racconto am-bientato nella contrà Boazzera, cioè via allaFonte, con protagonista mio figlio, ma il tut-to vissuto nella mia infanzia, così Leonardorivive tutti i personaggi, tutti i vecioti, conle loro particolarità ormai dimenticate, coni loro modi di dire o i loro modi di fare.Quando glielo faccio leggere, lui è ben con-tento, solo che mi chiede se posso scriverglianche qualche cosa per bimbi. Penso per unpaio di giorni, e scrivo “ Attila e Gorgo” av-venture di un micetto e di un topolino goloso,ambientato tutto in una cantina (la mia?).Solo che intanto che scrivo il racconto suun foglio, in un altro scrivo “Il bambino chevoleva volare”.Scrivo quei due racconti, e intanto penso escrivo “Il paese di strampalà”, dove mi diver-to un mondo a scrivere con una tale fantasiache mi sembra di essere io un bambino perl’immaginazione che ci metto a scrivere.Sono tutti racconti brevi, di circa una deci-na di pagine ognuno, ma li faccio leggere aLeonardo che leggendoli ride. È quello chevolevo. In settembre scrivo a Leonardo cheè il mio ispiratore “La filastrocca della buo-na Stella” da appendere nella sua cameret-

ta. Le colleghe dilavoro a cui la fac-cio leggere, michiedono o si fan-no copie per i lorobambini, e mi di-cono di scriverneancora. Per unasettimana scrivouna filastrocca algiorno, alcuneanche per grandi,che fanno riflette-re.Arriviamo a di-

cembre e sono ispirato dal clima natalizio,scrivo “Natale” e “I Re Magi” e le mie colle-ghe si fanno copie per portarle nei loro asiliper i bambini. A loro le mie fiabe piacciono,e io sono contento.Il dieci dicembre mi viene proposto un con-corso internazionale di poesie, il tema è ditipo religioso e scade il quindici. Non ho mol-to tempo per pensarci su, e da buon peccato-re, scrivo quello che provo .Il ventisette ri-cevo una comunicazione che mi dice che lamia poesia è tra le finaliste del concorso (par-tecipanti 900) ed è stata comunque già scel-ta e inserita in una antologia di poesie.Non sono tra i vincitori, ma in febbraio diquest’anno mi arriva a casa il libro “Le piùbelle poesie della Religione Cristiana” all’in-terno c’è la mia poesia “In confidenza al mioDio” per me è come aver vinto cento premi.Allora inizio a scrivere poesie di tutti i tipi,d’amore, di nostalgia, d’attualità (circa 40per una mia raccolta).Dopo un incontro con Giuliana Cappelletti,artista delle poesie dialettali che mi sprona ascrivere in dialetto, ho trovato la vena poeti-ca giusta anche per questo, nel frattempopartecipo a vari concorsi.Vedremo come an-drà a finire. Ma sempre il mio pensiero tor-na alla mia contrà, alle contrade di Ronzo-Chienis, quanti personaggi, quante storie,quanta vita vissuta, bisognerebbe scriverla,e ... chissà che un giorno!

di Ettore Benoni

SSSSStttttorororororia e sia e sia e sia e sia e stttttorororororieieieieie

Dalla curiosità di un bambinonasce il bisogno di scrivere

CONTRÀBOAZZERA

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Ciao a tutti gli abitan-te de Gardùm. Mi chia-mo Jérémie Mazzuc-chi, sono francese, ho20 anni e vivo in un pic-colo villaggio chiamatoMiramont-Latour si-tuato daccanto di Tou-louse nel Sud Ovest del-la Francia.Sono studente nel’ uni-versità Paul Sabatierdi Toulouse dove studiol’informatica. Gioco aun sport ché si chiamaPétanque (somiglia a il vostro boche). Mipiace anche il calcio, supporto il Milan A.C.e la scuaddra azzurra ovviamente! Uno deimiei sogni è di lavorare e vivere un giornoin Italia , studiare l’italiano è anche un pia-cere per me perché ciò mi permite di ritro-vare le miei origine. In effetti come aveteletto, mi chiamo “Mazzucchi”, questo cogno-me viene del vostro paese.I miei bisnonni erano contadini a Ronzo-Chienis, il moi bisnonno ha vissuto in Ame-rica da 1903 a 1907 e da 1911 a 1921 perguadagnare un poco più di soldi e per de-scubrire il mondo come molti italiani inquesto tempo. A lui le piaceva tanto gli Sta-ti Uniti che voleva stare su con tutta la suafamiglia, pero a la bisnonna non le piacevaquesta idea di andare via perché era affe-zionata a suo paese dunque sono stato inItalia. Parte il mio nonno (Virginio), era agri-coltore a Ronzo e faceva gallerie intorno allago di Garda. In 1931 a 20 anni, ha decisocon due compagni (Silvio Capelletti e LivioRango) di partire da l’Italia perché in que-sto tempo in Italia non aveva lavoro per tuttala gente al invece della Francia dove man-cava della manodopera. Quanto è arrivatoin Francia aveva un contratto di contadino,era operai da un padrone francese. Ha fattoquesto mestiere durante sette anni poi hafatto venire in Francia i suoi genitori perpotere creare una azienda agricola. In 1942

ha sposato la mia non-na che era anche unaimmigrata italiana.Non era facile di adat-tarsi poiché avevannola nostalgia del loro pa-ese e non parlavannofrancese anche se gliimmigranti italiani era-no numeroso.Io sono già venuto trevolte in Italia sulla ter-ra dei miei progenitoreper incontrare i miei cu-gini italiani e anche vi-

sitre il vostro paese magnifico. Sono andatesul monte Biaena, monte Creino e il monteStivo, da queste tre luoghi ho pottuto vede-re le magnifici punto de visto della vostravalle. Ho trovato gli abitante di Ronzo-Chie-nis simpatice e le ragazze bellissime!Per me, è stato difficile di parlare con gli«nome de gli abitante de ronzo» perché pri-ma non parlo molto bene l’italiano e secon-do, trovo il dialetto difficile da capire. Poiquando sono venuto quest’estate, ho sentu-to a qualche partite di tamborello.E un sporte ché mi pare interessante e mipiaccerebbe giocare a questo sport pero perdisgrazia il tamborello non è giocato in Fran-cia. I miei cugini mi hanno fatto descubriregli bar de Gardùm dove ho bevuto qualchebirre della bonnissima grappa. Forse chi ve-deremo durante il mio prossimo viaggio inItalia e «beverem un colp insieme!».

“Qui Jeremie, a voi Ronzo”quando... la memoria si fa largo

di Jeremie Mazzucchi(N.d.r.: il testo è stato pubblicato così come pervenuto)

Miramont-Latour,(dipartimento diGers, regione delMidi Pirenei, capita-le Tolosa) è unpiccolo comuneagricolo di 140abitanti. Vi si con-serva viva la me-moria dei “Moschet-tieri”. Il castello diLatour, nelle vici-nanze, vanta diesserne stato la“culla”. Oggi ospitail museo della civiltàrurale.

“Il bisogno di avereradici è forse il piùimportante e ilmeno riconosciutodell’anima umana.Difficile definirlo.L’essere umano hale sue radici nellaconcretapartecipazione,attiva e naturaledell’esistenza diuna comunità checonservi vivi certitesori del passato ecerti presentimentidell’avvenire”.

Simone Weil

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Dall’alto in basso, in senso orario: Oliva Benedetti, titolare dellasartoria “La Sposa”, Marilia Casari, titolare dell’omonimo Salo-ne, Mariangela Comandella, titolare e conduttrice del ristoran-te-pizzeria e bar “Alla Mora” e Vanda Rosà, imprenditrice agrico-la e presidente del Consorzio ortofrutticolo.

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Donna protagonistaDonna protagonistaDonna protagonistaDonna protagonistaDonna protagonista

L’imprenditoria di montagnadeclinata al femminile

Quest’anno ha preso avvio un progetto diricerca coordinato dal Centro di Ecologia Al-pina del Monte Bondone e sostenuto dallaFondazione della Cassa di Risparmio diTrento e Rovereto che dal titolo “Il ruolofemminile nei percorsi di sviluppo in conte-sto alpino” che verrà condotto in Trentino.La domanda che sta alla base del progetto ècosa significhi oggi essere donna lavoratricee imprenditrice nel contesto alpino, alla lucedei complessi meccanismi della globalizza-zione e di mutamento culturale. Questa ri-cerca si svolge in collaborazione con il BABF(Bundesantstalt fuer Bergbauern-fragen),ente di ricerca austriaco con sede a Viennache si occupa di analisi in aree rurali in ter-ritorio austriaco. La collaborazione con l’Au-stria vuole portare ad una comparazione ead un dialogo per quanto riguarda i temicome politiche di genere e pari opportuni-tà, sviluppo sostenibile e impatto ambien-tale in aree rurali o marginali. Ciò favori-rebbe una maggiore comprensione delle in-terazioni culturali e sociali fra elementi lo-cali e globali, in seguito al progressivo af-fermarsi di politiche europee, economia dimercato. Le risposte delle piccole comunitàalle sfide mondiali si rivelano in alcuni casiinnovative ed originali, grazie al dialogo fratradizione e modernità, locale e globale, pe-riferia e centro. In Trentino, l’indagine vie-ne condotta in tre aree, Valli Giudicarle, Val-lagarina e Valli dell’Avisio, aree molto di-verse fra loro e che permettono quindi unconfronto di contesto. La volontà di portareavanti questo progetto è il fatto che il mon-do delle donne che si trova oggi ad affronta-re numerosi cambiamenti, in particolarenell’ambito del lavoro e dell’imprenditoria.Le donne sono riuscite, negli ultimi anni,ad entrare in ambiti lavorativi prima riser-vati ai soli uomini, pur con molte difficoltà.L’ambito delle imprese è fino ad oggi statoindagato poco in un’ottica di genere e glistudi condotti disegnano degli attori sociali,gli imprenditori, connotati da caratteristi-che definibili come “neutro maschile”. Al-

l’interno degli studi di genere, ritroviamoinvece un appiattimento della peculiarità eoriginalità delle imprese femminili, in quan-to si dà più spazio alla descrizione delle “de-bolezze” più che alle “specificità”. In questaricerca si vuole ripercorrere la strada chele donne hanno fatto all’interno delle im-

Claudia Marchesoniè laureata in Filoso-fia a Padova con unatesi ad indirizzo an-tropologico, collabo-ra attualmente con ilCentro di Ecologia Al-pina (Trento) comericercatrice nell’am-bito dell’EcologiaUmana. I suoi temi diinteresse sono pro-cessi di costruzioneidentitaria, muta-mento culturale inarea alpina, paesag-gio come costruzio-ne culturale, proces-si di sviluppo in aree

marginali. Attualmen-te segue una ricer-ca sul ruolo delladonna nei percorsi disviluppo in contestoalpino, con partico-lare attenzione altema del lavoro edell’imprenditoriafemminile.

prese a partire dal secondo dopoguerra ecome si articolano oggi questi meccanismialla luce dei cambiamenti e delle nuove ti-pologie di lavoro (terziario; precariato e fles-sibilità; auto-impiego).La ricerca verrà condotta anche in Val diGresta, in quanto parte della Vallagarina.La Val di Gresta è una zona ricca di oppor-tunità, grazie alle sue forti peculiarità. Siauspica quindi la collaborazione di tutti co-loro che fossero interessati!

di Claudia Marchesoni

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Le problematiche connesse alla produzione dirifiuti hanno assunto negli ultimi anni pro-porzioni sempre maggiori in relazione al mi-glioramento delle condizioni economiche, alveloce progredire dello sviluppo industriale,all’incremento della popolazione e delle areeurbane. La produzione dei rifiuti è infatti pro-gressivamente aumentata quale sintomo dellacrescita economica e dell’aumento dei consu-mi. La diversificazione dei processi produtti-vi ha inoltre moltiplicato le tipologie dei ri-fiuti, generando impatti sempre più pesantisull’ambiente e sulla salute.Con un progetto di riorganizzazione inizia-to nell’autunno del 2003, gran parte del ter-ritorio del Comprensorio della Vallagarina,come accaduto nello stesso periodo in diver-se altre realtà locali della provincia di Tren-to, e come peraltro già sperimentato neglianni precedenti in diverse zone del nord Ita-lia, nel corso degli ultimi anni (in particola-re nel biennio 2004-2005), è stato coinvoltoin profondi cambiamenti per quanto riguar-da la gestione dei rifiuti; nell’ottobre del 2003in 4 Comuni pilota, tra cui Ronzo Chienis, èstata avviata la raccolta di prossimità delrifiuto organico e soprattutto è partita laraccolta “personalizzata” del rifiuto seccoresiduo. L’introduzione di tale cambiamen-to nasceva dall’esigenza di migliorare i ri-sultati di raccolta differenziata, riducendoquindi la quantità di rifiuto da conferire nellediscariche presenti sul territorio (e postici-pare il più possibile il loro esaurimento).

La realizzazione del progetto di sensibiliz-zazione degli utenti realizzato ha visto la par-tecipazione, oltre al sottoscritto, di altrestrutture presenti sul territorio (come ilCentro di Esperienza territoriale e la ReteTrentina di Educazione Ambientale per loSviluppo Sostenibile dell’APPA). La cono-scenza del territorio di questi partner ha in

Ambiente e salute

Rifiuti: come fare di un problemauna risorsa per il nostro futuro

Nel corso dell’espe-rienza condotta conla scuola si sono in-contrati diversi errorinei conferimenti.Ecco i più frequenti,documentati nel ser-vizio fotografico

Gli erroripiù comuni

Il contenitore per ilSECCO RESIDUOriempito con plasti-ca e umido.

Residuo organico nelcontenitore del VE-TRO

Esempio di conferi-mento scorretto

Si è ritenuto indispensabile il coinvolgimentodella scuola di Ronzo Chienis per la realiz-zazione del progetto; dopo un primo collo-quio con tutti gli insegnanti, nel corso delquale gli stessi mi hanno descritto le attivi-tà già svolte in passato sulla tematica dellaraccolta differenziata, il sottoscritto ha espo-sto i motivi che hanno portato all’avvio diun nuovo progetto di sensibilizzazione sutale delicato argomento.Partendo dalla consapevolezza che ovunque(o quasi) si registrano comportamenti scor-retti per quanto riguarda la raccolta diffe-renziata dei rifiuti urbani, l’intento dell’Am-ministrazione era quello di effettuare una“ricognizione” sul territorio, di valutare lapercezione della popolazione sul tema e va-lutare attraverso l’analisi dei numeri forni-ti dal settore tecnico del Comprensorio sela situazione sia effettivamente problemati-ca o meno.La scuola è risultata utilissima essenzial-mente per 2 motivi:ha permesso di effettuare questa ricognizio-

La struttura del progetto

effetti permesso la buona riuscita della cam-pagna, adattandola alla realtà presente e ren-dendola più adeguata.Il progetto è strutturato essenzialmente in-quattro momenti:1. Incontri con le scuole;2. Sondaggio alla popolazione;3. Elaborazione dati raccolte differenziate;4. Serate Pubbliche.I primi tre punti sono stati portati a terminee ne diamo descrizione in questa relazione in-termedia; il progetto verrà presumibilmenteportato a termine nel mese di settembre, an-che a seconda della disponibilità dell’ammi-nistrazione, quando anche la cittadinanzaverrà portata a conoscenza dei risultati emer-si.

Fondamentaleil ruolo della scuola

di Thomas Deavi (*)

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Come già comunicato all’As-sessore dott.ssa Luise, con laquale ho mantenuto costantirapporti di aggiornamento cir-ca gli esiti del sondaggio effet-tuato e le analisi dei dati sulleraccolte differenziate, è inte-ressante osservare come nonemergano situazioni partico-larmente allarmanti e sostan-zialmente appare anzi un ge-nerale apprezzamento al siste-ma adottato dal Comune diRonzo-Chienis (vedi risultatidel sondaggio nella tabella apagina seguente).

Resti di coniglio nelcontenitore per laPLASTICA.

Rifiuti vari conferitinel contenitore perl’ORGANICO.

La documentazionefotografica potrebbeestendersi anche adaltri errori (o negli-genze?), come adesempio il rifiuto or-ganico, carta e re-siduo conferiti insie-me nel contenitoreper la plastica.

Le immagini delservizio sono statetutte scattate nell’abi-tato di Ronzo Chienistra il mese di marzoe quello di aprile edescrivono solamenteuna piccola partedelle problematicitàriscontrate.

Cosa ne pensala gente?

ne sul territorio di cui sopraslegando la valutazione da pre-concetti;attraverso gli incontri in clas-se si è potuto far capire aglistudenti, e di riflesso alle fa-miglie, che nonostante le mol-teplici iniziative di coinvolgi-mento della cittadinanza svol-te in passato, probabilmentequalcosa ancora non è chia-ro…Questi incontri hanno porta-to alla realizzazione di un bre-ve ma dettagliato vademecumsulla raccolta differenziata,che verrà distribuito ai presen-ti al secondo incontro pubbli-co che verrà realizzato in set-tembre.Il sopralluogo effettuato sulterritorio è avvenuto nel mesedi aprile ed ha dato, in effetti,risultati poco incoraggianti;con gli alunni, dotati di guan-ti in lattice e mascherina perridurre l’impatto olfattivo deirifiuti, si è analizzato tutto ilcontenuto dei contenitori peril residuo e per le raccolte dif-ferenziati trovati lungo il per-corso.Come detto, si sono incontra-ti diversi errori nei conferi-menti, dei quali si allega allapresente una serie di imma-gini scattate.

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Dai dati forniti dal Com-prensorio, la tipologia dirifiuto che dovrebbe“preoccupare” maggior-mente è la plastica; del-le 35 ton raccolte ed av-viate a selezione pres-so l’impianto di Lavis(Trentina Ricicla), oltrela metà (51,5%) è costi-tuita da impurità!

Questo aspetto è parti-colarmente preoccu-pante se si considerache non vi è un siste-ma di tariffazione pun-tuale tale da spingerequalche malintenziona-to ad eludere il sistematariffario gettando ipropri rifiuti nelle cam-pane della raccolta dif-ferenziata; credo per-tanto che tale problemapossa essere “risolto”con un approfondimen-to informativo ad hoc(che potrebbe avvenirenel corso di una delledue serate pubblicheche si andranno ad or-ganizzare).

Le problematicità... da discutere

I risultati del sondaggioPlastica

e impurità

Sia dall’analisi dei dati che dalle valutazioni riassuntivesvolte dall’autore sono emerse infatti alcune criticità

Per quanto riguardala valutazione deiquantitativi di rifiutiprodotti i numeri gio-cano a favore del-l’amministrazione;basandomi infatti suidati forniti in partedallo sportello infor-mativo del C10 ed inparte dal ServizioPolitiche Gestione Ri-fiuti della PAT, risul-ta che il Comune diRonzo ha miglioratonettamente i propririsultati in termini diraccolte differenzia-te.

UN OTTIMISMOFONDATO SULLAELABORAZIONE

DEI DATI

Oltre al dato gene-rale, quello che nor-malmente fa piùscalpore e viene ma-neggiato con disin-voltura anche dal-l’osservatore menoesperto, dovrebbeessere motivo di ap-prezzamento, daparte dell’ammini-strazione, la nettadiminuzione dei rifiu-ti registrata in que-sti ultimi anni.La produzione totale

SI PRODUCONOMENO RIFIUTI

1. il 64% degli intervistati considera più sem-plice il sistema adottato dal 2003 rispettoal vecchio sistema stradale;

2. il 72% dichiara di non avere mai difficoltànel differenziare i rifiuti;

3. il 48% è soddisfatto della frequenza con cuiviene svuotato il contenitore dell’organicoed il 72% per quanto riguarda il secco;

4. il 56% si dice convinto che il Comune siapiù pulito da quando è stato introdotta laraccolta porta a porta del secco:

5. oltre il 90% degli intervistati riterrebbe cor-retto multare quegli utenti che contravven-gono alle regole decise dall’amministrazio-ne circa la separazione dei rifiuti;

6. per quanto riguarda i suggerimenti da gi-rare all’amministrazione per migliorare ilservizio, risulta predominante (36%) l’ideadi introdurre un sistema di tariffazionepuntuale, in modo tale da far si che ogniutenza paghi per la reale produzione, se-guito a breve distanza dalla realizzazionee corretta gestione di un nuovo CRM e, conla stessa percentuale, dalla stesura di pro-tocolli d’intesa con i supermercati per lariduzione degli imballaggi;

7. il penultimo quesito mostra chiaramenteche gli intervistati, apprezzando media-mente il servizio loro offerto, non sarebbe-ro disposti a spendere di più, anche se atale aumento corrispondesse un migliora-mento del servizio.

Il problema delle impurità connesso allosmaltimento della plastica sarà uno degli ar-gomenti centrali, come le altre criticità emer-se dalla ricerca, degli incontri con la popo-lazione.

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Il rifiutoorganico

I rifiutiingombranti

La tariffazione

Con oltre 47 kg/ab. per anno(quasi il doppio della produ-zione media comprensorialeche si attesta attorno ai 25 kgprocapite) il Comune di Ron-zo, non considerando il Co-mune di Rovereto, occupa lasesta posizione tra i produt-tori di rifiuti ingombranti.Nel Piano Provinciale Smal-timento Rifiuti, approvatonell’estate del 2006 (PPSR) siindividua in 10 kg/ab. peranno la produzione normaledi tale tipologia di rifiuto.

è scesa dalle 639tonnellate (tettomassimo raggiunto)del 2002 alle circa500 di questi ultimi 2anni (491 del 2005 e516 del 2006 [nellequali sono comprese48 ton di spezzamen-to stradale]).

IL MAGGIORSUCCESSO:

IN CONTINUOAUMENTO

LA RACCOLTADIFFERENZIATA

Inoltre, altro aspet-to molto importante,si assiste ad un net-to e continuo aumen-to delle quantità dirifiuti raccolti diffe-renziatamente (55ton nel 1998, oltre300 nel 2006) e adun parallelo calo del-le quantità di rifiutoavviato in discarica(anche in questocaso, passando dalleoltre 470 ton del1998 alle poco più i200 del 2006 [con untetto massimo, nel2002, di 557 ton]).

Quello“strano” primato

sul qualeoccorre riflettere

(*) L’ingegnerThomas Deavi èl’autore di “RaccoltaPorta a Porta aRonzo Chienis:proposta di sensibi-lizzazione degliutenti sull’abbando-no dei rifiuti”, re-centemente presen-tata all’Amministra-zione comunale e dicui qui riproduciamoampi stralci.

Normalmente, quando si parte con un si-stema di raccolta personalizzato del seccoresiduo (in cui cioè ogni famiglia ha il pro-prio contenitore personale), lo si associa al-l’entrata in vigore di un nuovo e più corret-to sistema di tariffazione (quello in cui ognu-no paga la tariffa in base alla quantità dirifiuto avviato in discarica); la sola introdu-zione di tale sistema di tariffazione inducel’utente ad autoinnescare una serie di buo-ne pratiche atte alla riduzione del rifiuto con-ferito (una spesa più attenta e consapevo-le, una maggiore attenzione nella differen-ziazione dei rifiuti ed una maggiore com-pattazione degli stessi all’interno del pro-prio contenitore); non essendo l’utente in-centivato (economicamente) con tale siste-ma, suggerirei all’amministrazione di incen-tivare quantomeno la pratica del compostag-gio domestico; in un’area così rurale riten-go sia un’enormità spendere 82 Euro/ton peril solo SMALTIMENTO della frazione orga-nica (perlopiù, il Comune di Ronzo risultaessere, dai dati forniti dalla PAT, il secondopiù produttivo per tale tipologia di rifiuto,con oltre 93 kg/ab. anno, contro una mediacomprensoriale che si attesta attorno ai 74kg/ab. anno); talvolta al cittadino basta unpiccolo riconoscimento economico (solita-mente una percentuale della tariffa attornoal 10% oppure una riduzione fissa di 5 Europer ogni componente del nucleo familiare)per ridurre drasticamente la quantità da av-viare a recupero.

Così come per il rifiuto organico, anche irifiuti ingombranti richiedono una certa at-tenzione; non considerando il Comune di Ro-vereto, il Comune di Ronzo occupa la sestaposizione tra i produttori di rifiuti ingom-branti, con oltre 47 kg/ab. per anno (quasi ildoppio della produzione media comprenso-riale che si attesta attorno ai 25 kg procapi-te); siccome nel terzo aggiornamento al Pia-no Provinciale Smaltimento Rifiuti, appro-vato nell’estate del 2006 (PPSR) si indivi-dua in 10 kg/ab. per anno la produzione nor-male di tale tipologia di rifiuto, si suggeri-sce di provare a capire con l’ente gestore se

questi quantitativi non siano da addebitaread un criterio di assimilazione dei rifiuti in-gombranti troppo “permissivo”.

Il sistema adottato dalla amministrazionesarebbe un ottimo punto di partenza per ilpassaggio alla tariffa puntuale, così comeprevisto dalla normativa vigente e come“caldeggiato”dal terzo aggiornamento delPPSR il cittadino abituato alla raccolta dif-ferenziata e sensibile alle tematiche am-bientali non avrà difficoltà ad “abituarsi” allanovità, mentre si dovranno necessariamen-te convincere i più indisciplinati (quelli cioèche pur di non pagare lo svuotamento delproprio contenitore personale sono dispostiad abbandonare i propri rifiuti nella naturaoppure a conferirli nelle campane delle rac-colte differenziate o ancora a bruciarli nelproprio caminetto) attraverso una nuovacampagna informativa fino a prevedere,come caldeggiato dalla maggioranza degliintervistati, di multare i più renitenti.

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La sezione SAT della Val di Gresta ha or-mai compiuto già un anno e mezzo di vita(non si può dire che siamo maggiorenni,anzi siamo ancora quasi nel periodo dellosvezzamento) ma se a questo periodo ag-giungiamo i precedenti 25 anni del Grup-po, possiamo ben dire, anche se sembra uncontrosenso, di essere diventati adulti e,approfittando dell’ospitalità che così gen-tilmente ci offre questo giornale, vorrem-mo tracciare un primo bilancio dell’attivi-tà svolta in questo breve periodo passatocome Sezione, essendo l’attività del Grup-

po ormai storia (piena diricordi e di soddisfazioni)ma già passata e quindi ar-chiviata. Abbiamo scelto dielencare in questa edizio-ne del giornale gli aspettidella nostra attività chesono in sintonia con la sta-gione (nelle prossime edi-zioni, a rotazione, parlere-mo di tutta l’attività svol-ta) e che quindi risultano del tutto attuali.Per prima cosa ci preme parlare delle no-stre gite; gite che non sono solo per queimati che i vol nar a far fadiga su e zo per lezime, ma anche gite per tutti: turistiche,

L’argomento giovanista molto a cuorealla SAT. Da qui l’ap-pello dei “Satini” diRonzo Chienis:“Vorremmo approfit-tare dell’occasionedell’uscita e dellacapillare diffusionedi questo giornaleper rivolgere ancheun appello ai geni-tori perché sappia-no che se i loro figlio loro stessi voles-sero saperne di piùriguardo allenostre attivitàcon uno spe-ciale riferimen-to all’alpinismogiovanile, allevarie attivitàgiovanili che laSAT centraleorganizza per iltramite dellesue varie Se-zioni e quindianche della no-stra, se ce nefosse l’occa-sione o la ne-cessità, posso-no tranquillamentevenirci a trovareogni venerdì seradalle 20,30 in poi”.

La sede della SATsi trova al pianoterra dell’edificodella Famiglia Co-operativa di Ron-zo-Chienis

L’AMORE PER LANATURA E

LA MONTAGNANON RICHIEDELA “TESSERA”

a cura della Sezione SAT

culturali ed escursionistiche. L’anno scor-so, di queste gite, ne abbiamo fatte due, par-ticolarmente riuscite: una ai giardini Trau-tsmann di Merano ed una di tipo turisticosulla Romantische Strasse in Germania. Tut-te e le due le gite, pur presentando scopi emodalità diverse, hanno visto un gran nu-mero di partecipanti dichiaratamente sod-disfatti e contenti di avere partecipato. Lagita a Merano si è svolta in una sola giorna-ta ed ha consentito di vedere i famosi giar-dini Trautsmann nel pieno della loro fiori-tura, ma non si è limitata a questo: infatti

nel pomeriggio si è potuto anche visita-re il bel centro storico di Merano. La gitasulla Romantische Strasse, in Germania,si è svolta nell’arco di due giorni. Essaha dato modo ai partecipanti di vederealcuni dei paesi più caratteristici dellazona, con particolare riferimento alla vec-chia cittadina di Rothenburg, borgo chesi presenta come uscito da un libro divecchie fiabe. Quest’anno abbiamo già

fatto una gita a Mantova con visita guidataa Palazzo Te, ma complice il maltempo (in-cidentalmente c’è da dire che purtroppo ab-biamo incocciato in una delle giornate peg-giori, dal punto di vista atmosferico, di que-

La montagna nel cuore

Una attenzione particolareper i giovani, uomini di domani

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sta strana primavera); non abbiamo poi po-tuto fare la programmata gita in barca nel-l’oasi naturalistica del fiume Mincio, maabbiamo supplito con la visita guidata al Pa-lazzo dei Conti d’Arco, visita apprezzata datutti i partecipanti.Abbiamo poi in programma, a metà giugno,un’altra gita turistica sul lago di Costanzaed all’isola di Mainau, ricca di giardini e ser-re con farfalle ed altri animali esotici.Il secondo argomento di cui vogliamo parla-re, ed al quale teniamo particolarmente, èl’attività che la nostra Sezione porta avantiper fare si che i ragazzi vogliano e possanoavvicinarsi sempre di più al nostro mondoche, come dice il primo punto dello statutodella SAT, riguarda l’alpinismo in ogni suamanifestazione, la conoscenza e lo studiodelle montagne, soprattutto trentine, latutela del loro ambiente naturale ed il so-stegno alle popolazioni di montagna.Per ottenere che sempre più ragazzi possa-no capire qual è lo spirito che ci anima e,una volta che ne siano convinti, entrino afare parte di questa grande famiglia trenti-na, la Sezione ha già dato vita, l’anno scor-so, ad un evento che ha visto protagonisti,sui prati di Castil, una ventina di ragazzi eragazze, che in un bel pomeriggio di giu-

gno, hanno partecipato ad una caccia al te-soro, organizzata in maniera tale da far loroconoscere, apprezzare ed imparare concet-ti ed argomenti relativi alla natura ed allamontagna in particolare. Visto il successoottenuto lo scorso hanno, abbiamo deciso diproseguire nell’iniziativa anche quest’anno.Naturalmente, poiché le cose ripetute pos-sono anche diventare noiose, per l’edizionedell’anno in corso si è pensato di ampliarela manifestazione, coinvolgendo i ragazzi inaltri giochi ed esperimenti vari come quellidi far loro provare una piccola arrampicata,il percorrere un ponte tibetano, scivolarelungo una corda tesa fra due punti ed altro.Il tutto inframmezzato da opportuni richia-mi all’ambiente circostante ed ai suoi variaspetti. Inoltre la Sezione SAT Val di Gre-sta sottoscriverà un’apposita polizza assicu-rativa a garanzia dei partecipanti.Ma tutte queste prove, come l’età dei parte-cipanti impone, non saranno disgiunte dalgratificare coloro che vinceranno le varie pro-ve con premi in tema, con distribuzione digadget per tutti i ragazzi che vorranno par-tecipare e non da ultimo con una merendache, dopo tante fatiche, provvederà sicura-mente a ristorare ed a rimettere in ottimaforma tutti quanti.

Probabilmente i ge-nitori si allarmeran-no dopo avere lettodi...arrampicate,ponti tibetani ecc..Qui vogliamo co-munque rivolgerci aloro ed assicurarliche tutte questeattività verrannoprima approntate epoi eseguite sotto ladiretta sorveglianzae supervisione diuna guida alpina di-plomata che sarà alcontempo ancheistruttore di alpini-smo giovanile diCAI-SAT.

I GENITORIPOSSONO STARE

TRANQUILLI

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Nel Comune di Ronzo-Chienis è nata unanuova società sportiva: l’ “Associazione Spor-tiva Dilettantistica Val di Gresta Volley”. Essanasce dall’esperienza maturata dalla squa-

dra femminile di pallavolo che negli anni pas-sati ha partecipato al campionato provincia-le di terza divisione e che purtroppo, per varimotivi, si è sciolta l’anno scorso. L’obiettivo

che si pone l’ASD Val di Gresta Volley è quel-lo di dare rinnovato slancio allo sport femmi-nile nella nostra valle e in particolare tra igiovani nella convinzione che lo sport puòessere un importante momento non solo digioco e svago ma anche di crescita personalee relazionale.Il gruppo di amici che ha dato vita a questanuova associazione crede dunque nel valoreeducativo dello sport e su tale presuppostovuole iniziare una nuova esperienza centra-ta non tanto sulla “prestazione sportiva”quanto piuttosto sulla “pratica dello sport”alla portata di tutti.Il progetto dell’associazione, supportato dapersone competenti nei rispettivi campi, pre-vede tre obiettivi specifici: il coinvolgimentodei bambini delle elementari in un’esperien-za di minivolley; la costituzione di una squa-dra per la partecipazione al campionato FI-PAV di terza divisione; l’organizzazione dicorsi generali di pratica sportiva rivolti an-che agli adulti.La sfida, ancora una volta, è quella dei nu-meri: quella cioè di riuscire a coinvolgere ilmaggior numero di persone e di giovani e cosìcostituire, attorno al gioco della pallavolo, unmomento di crescita e arricchimento dellanostra comunità. Ma l’ambizione è anchequella di iniziare a costruire le basi per unasquadra competitiva capace di misurarsi di-gnitosamente a livello locale con le altre so-cietà pallavolistiche.L’ASD Val di Gresta Volley finanzierà inol-tre la partecipazione dei giovani della nostraValle ai corsi di allenatore, di arbitro e se-gnapunti organizzati periodicamente dal Co-mitato Provinciale.

di Giorgio Cappelletti

Araba fenice

Rifiorisce con rinnovato spiritola tradizione della Pallavolo

Per informazioni scrivete all’indirizzo diposta elettronica:

[email protected] telefonate al numero

348 5309686

CHI CONTATTARE E COME

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L’attività dei Vigili del fuoco è molto com-plessa e impegnativa. Per assicurare effica-cia ad un intervento occorre infatti mante-nersi sempre in forma fisicamente e aggior-nati dal punto di vista tecnico. Una volta almese, nel periodo invernale, e due volte almese, nel periodo estivo, i Vigili si ritrova-no per svolgere le esercitazioni pratiche.Esse sono indispensabili per conoscere esaper utilizzare l’attrezzatura a disposizio-ne del Corpo e anche a conoscersi personal-

mente. Ciò al fine di intervenire con veloci-tà ed efficacia in caso di emergenza e perridurre al minimo il rischio di errore uma-no. Inoltre i Vigili partecipano a corsi teori-ci e pratici organizzati dalla Scuola provin-ciale Antincendi e alle manifestazioni ed eser-citazioni con gli altri Corpi. Anche se nonsempre visibile, l’attività del Corpo è inten-sa, sia per l’emergenza vera e propria che peril supporto alle manifestazioni organizzate

Sicurezza

Altruismo e professionalitàil biglietto da visita dei VVFF

a cura del Corpo dei Vigili del fuoco volontari

Sabato 11 agostoalle 20.30 sul piaz-zale della Chiesasarà effettuata unasimulazione di inter-vento.Sarà l’occasione perpresentare diversesituazioni di emer-genza che necessi-tano del nostro in-tervento e della no-stra specifica attrez-zatura.Vi aspettiamo nume-rosi!!!!

Telefono e Fax0464 802224

INVITO AL PAESEE AI SUOI OSPITI

E-MAILvvfronzo@libero it

sul territorio comunale. L’anno scorso sia-mo intervenuti in incidenti stradali, incendiboschivi, incendio di automezzo, supporto eli-cottero e servizi tecnici particolari (puliziasede stradale, apertura porte, ecc.). In casodi necessità interveniamo anche in aiuto dialtri Corpi fuori dal nostro territorio. Ci sia-mo impegnati anche nel settore della pre-venzione attraverso degli incontri con glialunni della scuola elementare, allo scopodi far conoscere ai giovani i pericoli dome-

stici e delle strutture pubbliche. Inoltre, pertutta la popolazione, abbiamo organizzatoun’incontro sulla prevenzione degli inciden-ti domestici. La scorsa estate, per far cono-scere i vigili e la attrezzatura, abbiamo or-ganizzato una dimostrazione pubblica degliinterventi che possono essere effettuati sulnostro territorio. Visto il successo ottenutoriproporremo la manifestazione anche que-st’anno.

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La società dilettantistica Polisportiva Bia-ena nasce agli inizi degli anni sessanta peropera di poche ma volenterose persone chesentirono l’esigenza di creare momenti d’ag-gregazione comunitaria sfruttando le risorseterritoriali della nostra valle. Ecco allora in-dividuato uno spazio ai limiti del paese e im-merso nel verde di un bosco rigoglioso. Conl’appoggio della giunta comunale di allora na-scono così il campo di tamburello che ancoraoggi è sede della squadra locale, i campi dabocce (ora in fase di ristrutturazione), da ten-nis (diventati due nel corso degli anni), il parcogiochi e il percorso della salute che offre unapiacevole e rilassante passeggiata nei nostriboschi. Nel corso degli anni, data l’enormerisposta da parte della nostra gente (e nonsolo), questa struttura si è ampliata creandoun nuovo punto di ristoro nei periodi estividiventando anche sede della società.Ecco allora che si svuotano le piazze dai ru-mori dei tamburelli per ritrovarsi in un nuo-vo spazio che consente di far crescere un nuo-vo modo di intendere lo sport: più organizza-to e quindi finalizzato anche alla competizio-ne. Infatti ora anche la comunità di Ronzo-Chienis, con la propria squadra di tamburel-lo, è riuscita a competere prima a livello pro-vinciale per arrivare nel corso di un venten-nio fino a gareggiare a livello nazionale, pre-sentando la nostra valle a tutte le personeappassionate di questo sport.Anche le bocce hanno sempre avuto il lorospazio, offrendo agli amanti di questa attivi-tà delle ore spensierate in compagnia e nelpiù totale relax. Anche qui il divertimento èdivenuto valida preparazione che ha permes-so anche il confronto agonistico con altre re-altà. I campi da tennis sono sempre stati adisposizione di chiunque volesse utilizzarli,ma sono stati anche il luogo di interessantitornei estivi e per alcuni anni (metà anni ‘80)hanno visto la nascita della squadra per lapartecipazione ai tornei provinciali di questadisciplina. In questi inverni in cui la nevescendeva regolarmente è nato anche lo SciClub Bordala, portando questo sport inver-

nale sulle pendici el Biaena, dando così lapossibilità a molti giovani di imparare e dipartecipare a numerose manifestazioni.La nostra società non si è fatta mancare nem-meno il settore dell’atletica, con validi appas-sionati che hanno partecipato a molte gareprovinciali ottenendo sempre ottimi risultatie riconoscimenti. In questo modo molti gio-vani hanno avuto la possibilità di avvicinar-si a questa disciplina. All’interno di questosettore sono state organizzate varie “corsecampestri” sempre con un nutrito numero dipartecipanti di ogni età. Tra le tante ricor-diamo la competizione non agonistica “Su ezo per Bordala e Creim” dove, percorrendo 13km nel verde,si poteva ammirare tutto il pa-esaggio circostante.Ancora oggi ricordiamo con piacere quei lun-ghi fine settimana estivi degli anni ‘80-‘90,in cui lunghe colonne di macchine parcheg-giate arrivavano fino ai margini del paese.Infatti quelli erano gli anni in cui la struttu-ra del centro sportivo Piazze era al culminedella sua efficienza organizzativa e di acco-glienza. Non solo il torneo di tamburello diferragosto portava squadre di altissimo livel-lo nazionale, ma consentiva anche ai nume-rosi appassionati che accompagnavano lesquadre di godere sia delle altre risorse delcentro che di quelle territoriali favorendo cosìanche lo sviluppo economico e turistico.Dato l’obbiettivo di coinvolgere persone nuo-ve e vista la disponibilità di una palestra co-munale nel centro del paese, la società peralcuni anni ha voluto sostenere anche il set-tore femminile della pallavolo. Oltre alla par-tecipazione agonistica, la società ha organiz-zato alcuni tornei estivi in notturna (affian-candoli a quelli di calcio) che hanno sempreavuto buona partecipazione e offerto l’occa-sione per ritrovarsi durante le lunghe serateestive. A fianco delle numerose attività e ma-nifestazioni sportive, la società (da metà anni‘90) si è dedicata anche all’organizzazione dimanifestazioni di carattere musicale: ricor-diamo ancora i “tam-tam” notturni che echeg-giavano tra gli alberi in un week-end di fine

Sport e tempo libero

“Polisportiva Biaena”, da 40 annia servizio della Comunità

di Tiziano Toniolli

Poche zone a voca-zione turistica delTrentino e, ci spin-giamo a dire, nessu-na in Vallagarina,possono contare suun’area attrezzata,immersa nel bosco ea diretto contattocon il paese, come lalocalità “Piazze” aRonzo Chienis.Qui, ad esempio, sisono celebrati i fasti

INVESTIMENTOSTRATEGICO

(e continueranno adesserlo, questo è ilnostro augurio), dellasquadra di Tamburel-lo. Ma altrettanto si-gnificativo è il ruoloassunto dai campi ditennis e dal giocodelle bocce, a dispo-sizione per la popo-lazione locale e per ituristi.Da qualche tempo lalocalità Piazze è di-ventata un vero eproprio cantiere e,fra qualche mese,assumerà un aspet-to e una ricchezza di

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agosto. All’improvviso nel bosco nascevano“come funghi” le tende di migliaia di ragazziprovenienti da varie regioni per vivere anchesui nostri monti i ritmi jamaicani del “Reg-gae Week-end”.Oggi la nostra Società non cambia il suo ob-biettivo primario: favorire l’educazione allosport non solo come attività competitiva, maanche come momento di crescita e di diverti-mento. In que-sto senso, no-nostante inquesti ultimidue anni nonsi siano potutiutilizzare tuttigli spazi a cau-sa dei lavori diristrutturazio-ne del centrosportivo, è sta-ta mantenutaviva la storicasquadra ditamburello edè rinato il set-tore giovanileper questa di-sciplina.Nel 2006 sonostate iscritteai campionatiprovinciali gio-vanili duesquadre nella categoria Giovanissimi com-poste da 11 bambini di età fra i 10 e i 12anni. Mentre nel 2007 sono state iscritte leseguenti squadre: una nella categoria Esor-dienti composta da 5 bambini fra gli 8 e i 10anni, e una nella categoria Pulcini compo-sta da 8 ragazzi fra gli 11 e i 13 anni. Questigiovani atleti giungono alla partecipazioneagonistica dopo aver seguito gli allenamen-ti sia all’aperto presso il centro sportivo siain palestra durante i mesi invernali. Un pro-getto del settore tennis per l’estate 2007 èquello di organizzare dei corsi durante al-

cuni fine settimana per avvicinare a questadisciplina ragazzi e adulti. In attesa dell’ul-timazione dei lavori in località Piazze, e sem-pre attenti a rispondere ai bisogni di unacomunità che cambia con l’evolversi dei tem-pi, la società sta pianificando quelle che sa-ranno le attività e le proposte per l’autun-no-inverno 2007/2008: utilizzo del bocciodro-mo coperto per le attività specifiche e la pos-

sibilità ci creare un nuovo punto d’incontro.Per avere un centro sportivo più efficienteed efficace, mancano ora solamente la siste-mazione del campo di tamburello e del par-co giochi.Un centro così organizzato potrà accoglierebambini e nonni, favorendo così quell’integra-zione comunitaria che è alla base dello svi-luppo armonico di una comunità di valle comela nostra. Concludendo ricordiamo a tutti chela nostra è una società di volontariato apertae pronta ad accogliere le proposte di ogni fa-miglia che condivide i nostri obbiettivi.

servizi nemmeno pa-ragonabili a quellaofferta finora.È il risultato dellescelte di una ammi-nistrazione comuna-le che ha intuito ilvalore strategico diuna perla come “lePiazze” e che ha in-teso allargarne lafruizione ad una pla-tea più vasta di po-tenziali utilizzatori,con particolare ri-guardo ai più giovanie alle scuole.Non manca molto,infatti, al completa-mento dell’allaccia-mento elettrico edidrico e delle nuovestrutture che giàoggi hanno assuntoil loro aspetto defi-nitivo.Si tratta di un cen-tro agrituristico po-lifunzionale, adattoal soggiorno tempo-raneo di gruppi e discolaresche, che quitroveranno anchetutti i servizi neces-sari alla loro perma-nenza (dalle camerealle sale riunione,dagli spazi per le at-tività al coperto allacucina).A fianco del centroresidenziale è statorealizzato ex novo unmodernissimo impian-to coperto per il gio-co delle bocce, cheaffianca quello sco-perto già provvistodi illuminazione not-turna. Naturalmentegli impianti sonocompletati dalla am-pia disponibilità diservizi e da una salabar, per atleti e visi-tatori.

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L’associazione “Party Time” è nata a genna-io 2007 dall’idea di un gruppo di giovani diRonzo Chienis con lo scopo di creare attivitàculturali, sportive e ricreative con particola-re riguardo allo sviluppo dei rapporti sociali.Ilprogramma delle nostre manifestazioni è ide-ato per coinvolgere i giovani, e non solo, cre-ando dei momenti di ritrovo da trascorrereassieme nel divertimento, buona musica,cucina tipica ed attività sportive di vario ge-nere, dai tornei di calcetto e pallavolo, ai tor-nei di calcio balilla, con organizzazione di viag-gi e gare di abilità a premi.Il nostro calendario di attività coprirà nonsolo il periodo estivo, bensì offriremo la no-stra presenza durante tutto l’anno e siamoaperti ad ogni vostro consiglio per essere piùcoinvolgenti ad ogni manifestazione!Nel corso del 2007 abbiamo già organizzatodiverse manifestazioni come, ad esempio, laFesta della porchetta in Gombino e la fe-sta “Party Time” presso la pizzeria “La Bai-ta” con l’organizzazione di un torneo di “Gre-en Volley” e Calcio Balilla accompagnato dacucina tipica, intrattenimento musicale egiochi di agilità con durata di tre giorni (29-30 giugno e 1 luglio).;Ma il nostro programma per il 2007 riservaulteriori appuntamenti. Sono infatti in pro-gramma:

1. Viaggi ed escursioni fra cui, certamente,una incursione all’Oktoberfest;

2. Una gara di pesca a premi presso illago Bagatòl a Dro, prevista per settem-bre.

Non mancherà naturalmente la Festa di fine

anno.

Vi informiamo che è aperto il tesseramento2007, per qualsiasi informazione rivolgersi alPresidente Martinelli Maurizio cell. 349/2264785 o al Vice Presidente Ciaghi Tomascell. 348 8872072.

È attivo il nostro sito web:www.partytime-valdigresta.it

dove troverete tuttele nostre news e non solo!

Associazione Party TimeVia Galileo Galilei 34

38060 Ronzo Chienis (TN)Cell. Presidente:

349 2264785Cell. Vice Presidente:

348 8872072

E-mail:[email protected]

Web:www.partytime-valdigresta.it

TESSERAMENTO 2007

Nuove iniziative

Nell’era di internet è più avvertital’esigenza di autentiche relazioni

L0CANDINA

I giovani (ma nonsolo) costituiscono iltarget cui è rivoltal’attività di PartyTime

a cura di Party Time

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È la domanda che ci viene rivolta abbastan-za spesso... Proviamo a rispondere ben sa-pendo che per capire fino in fondo bisognacredere e provare.Noi “meno giovani”, cerchiamo nella sereni-tà e nella pace, di darci una mano affinché lavita, nostra e di tutti, sia sempre più serenae, possibilmente, lieta. Potrebbe sembrare unsogno, utopia ma noi lo crediamo possibile el’esperienza conferma che aiutandosi scam-bievolmente questo, in tutto o in parte, sirealizza.Negli incontri settimanali dopo un momentodi preghiera e di approfondimento culturale(infatti crediamo importante nutrire tutti gliaspetti della persona) dedichiamo tempo adun rinfresco ed al gioco. Tutto in clima didialogo sereno, disteso e nella condivisione diesperienze significative.Per S. Lucia, Natale, carnevale, festa delladonna ecc… prepariamo incontri particolar-mente significativi e lieti. Ci piace prenderparte alla gioia per la nascita di bambine obambini e, con la stessa intensità, ci uniamoal dolore delle persone in lutto. Nelle setti-mane di quaresima cerchiamo di approfondi-re qualche aspetto della nostra fede. Mai per-diamo l’occasione di invitare i missionari (oaltre persone) perché illustrandoci la realtàdi paesi da cui provengono ci aiutino a man-tenere mente e cuore aperti sulle necessitàdel mondo e ad apprezzare maggiormente ibeni di cui disponiamo. Molte di noi frequen-tano i corsi dell’Università della Terza età.Entro maggio organizziamo un pomeriggiodi preghiera, incontro e festa, per tutti gliammalati, gli anziani ed i loro parenti.Verso la fine della primavera concludiamo ilritrovarci settimanale con una gioiosa gita.Per evitare noiose ripetizioni cerchiamo diessere attente e valorizzare altre idee, pro-poste, e suggerimenti che possano sostenerela qualità della vita e sempre nutriamo lasperanza che altre persone si uniscano a noiperché, evitato l’isolamento e la solitudine,godano la gioia dell’amicizia e del sostegnodello “stare insieme”.

Lunga vita a nonno Eugenio

Biglietto d’auguri

Con i suoi 95 anni Eugenio Benedetti è il nonno di tuttoil paese. È nato infatti il 30 aprile del 1912 ed è la

persona più anziana di Ronzo Chienis.Qui è ritratto in occasione dell’ultimo compleanno.

L’amministrazione comunale e la redazione di “Gar-dùm”, riserva a lui questo biglietto di auguri, sportiva-

mente augurandogli un grosso... “in bocca al lupo”

Sempreverdi

Una domanda quasi impertinente:“Ma che ci fate dagli anziani?”

di Maria Luisa Mazzucchi

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Abbiamo scelto per noi il nome antico diun torrente che scorre nel Tennesse.L’Aurel nel dialetto arcaico trentino signi-fica “gorgo, spirale, mulinello” è una paro-la che evoca l’acqua e il suo movimentoarchetipico e ad essa ci siamo ispirati.

Il gesto dellaspirale, del mu-linello, procedeverso il centro ein profondità e,quando lo rag-giunge, si rivol-ge nuovamenteverso l’esterno.Così come l’ac-qua scioglie edistribuisce isali della terraper rinnovare lavita, altrettantoun gesto gene-roso può averelo stesso carat-tere e consenti-

re sviluppo e far fluire le cose immettendo-le nella corrente della vita.Inoltre il nome “l’Aurel” ci evoca l’imma-gine di un genio selvatico, ironico, un po’burlone…portatore e custode del nostroHumor.L’Associazione di Promozione Sociale l’Au-rel nasce nell’agosto 2004 a Ronzo Chienis,dal desiderio di un piccolo gruppo di perso-ne di rispondere in modo concreto al biso-gno dell’ uomo di ritrovare una connessio-ne profonda con il proprio essere.In questi tre anni abbiamo organizzato nelpaese diversi seminari, portando docenti difama europea e sviluppando diversi ambi-ti, come quello artistico, con la pittura e ilmodellaggio; ci sono stati stage di aikidointernazionali e poi conferenze e gruppi distudio e, in estate, gruppi di bambini adassaporare con noi la montagna a passod’asino sostenuti dalla cordialità degli alpi-ni di Ronzo Chienis (A.N.A.).

Ma tutto questo è stato un tempo dove cisiamo per così dire rodati quale gruppo, pre-parandoci così ad attuare il progetto checorrisponde alla nostra vera vocazione.Nell’ultimo anno l’Aurel sta investendo tut-te le proprie risorse per l’attivazione, giàper altro in parte avvenuta, di un progettorivolto a giovani minorenni con difficoltàdi inclusione sociale, i quali, a causa di per-corsi di vita fallimentari, sono portatori dibisogni che raramente trovano risposteadeguate.Abbiamo creato dei laboratori (labora etora) dove le relazioni sono improntate al-l’ascolto e al dialogo e l’individuo può spe-rimentare se stesso in attività sensate,come la coltivazione delle piante officinali(in modo biologico), la costruzione di gio-cattoli in legno per recuperare quel gioca-re che alcuni non hanno mai avuto e la tes-situra di arazzi e tappeti di lana, sperandodi poter sviluppare quest’ultima attività nelsuo ciclo completo a partire dall’allevamentodella pecora.Nei laboratori viene prestata attenzione aibisogni e alle diversità di ciascuno, si cer-cano insieme le risposte, viene proposto unpercorso individualizzato, rispettoso dellapersona. È anche uno spazio di pensiero,dove è possibile fermarsi e ripensarsi in unaprospettiva di futuro vivibile e vicino alleproprie aspirazioni.La struttura così ideata, su modello dell’“Arbeitstherapie” , ampiamente sperimen-tato in cliniche svizzere e germaniche, incui il ragazzo viene ad inserirsi, vive di la-voro a contatto con la terra, con le personee quindi, ci auguriamo, sempre più anchecon la comunità del luogo che si è mostra-ta già pronta e disponibile, a livello di pri-vati individui, ad accogliere la nostra pro-posta.Riguardo a ciò alcune aziende agricole delpaese hanno già espresso la loro disponibi-lità ad accogliere eventuali percorsi per al-cuni dei ragazzi da noi seguiti per condivi-dere con loro un sano concetto di lavoro.

Ergoterapia

Dall’Aurel proposta avanzataper una vera integrazione sociale

di Pircali Roberto

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Emozioni

Brividi (e qualche lacrima)per ricordare e... riflettere

A qualcuno ha strappato sicuramente qual-che lacrima e a più d’uno ha fatto scorrerequalche brivido nelle vene. Lo spettacolo èinfatti di quelli che parlano direttamente alcuore. Tanto semplice nell’impianto (imma-gini, voci e canto popolare) quanto suggesti-vo per il riuscito accoppiamento di mezziespressivi alla portata di tutti. Parliamo di“Immagini che cantano”, messo in scena sa-bato ventotto luglio scorso a Ronzo Chienisdall’ “Associazione culturale Memores” di Alae dal coro “Monte Vignol”. È una rassegnadi canti di guerra che racconta le vicende dellavita quotidiana, in un ipotetico percorso at-traverso gli avvenimenti che hanno caratte-rizzato la storia del Trentino e più in genera-le dell’Italia. L’originale accostamento framelodie e drammatiche immagini dellaguerra, ha contribuito in un modo diverso aricordare tutti i caduti che sacrificarono laloro vita per il bene della patria e delle fu-ture generazioni. La rassegna non compren-deva solo canzoni della prima guerra Mon-diate ma raccoglieva delle melodie che spa-ziano dalla guerra di Libia con Alpini in Li-bia, alla Campagna di Russia con È l’ultimanotte. Canzoni che toccano le gesta degliAlpini, caratterizzate dalla forza e dall’indi-scusso coraggio (come Monte Canin e Mon-te Pasubio) e quelle dei nostri tenaci trenti-ni che combatterono con l’Impero d’Austria-Ungheria morti “…per difender l’imperato-re…” sul fronte Orientale (parafrasando unastrofa della canzone Quando fui sui MontiScarpazi). Emozioni che hanno fanno rivi-vere la triste partenza per il fronte e l’ine-vitabile distacco dalla famiglia (E col cifolodel- vapore); parole toccanti che mettono inevidenza lo stato d’animo di chi aspetta ilritorno a casa dei propri cari (Ai preàt) oche fanno rivivere lo sconforto dei reducitornati dal fronte di guerra davanti al deva-stato paesaggio, cruda ed amara realtà (Be-nia Calastoria). Ha chiuso lo spettacolo ilcoro con Signore delle Cime che ha accomu-nato in un un abbraccio ideale tutti i pre-senti al ricordo tornato vivo dei caduti.

a cura della Redazione

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a cura della Redazione

Le mani in pasta

Pensata per i turisti,ma non solo...

dire, l’impasto necessario a preparare unbuon piatto di canederli. Niente paura! Arestituire l’originaria innocenza ad unaespressione ormai usata quasi solo per lasua metaforica perfidia ci pensa “Agricoltu-re”, una serie di performances (esibizioni,si può dire?) grazie alle quali chiunque, an-che il più sprovveduto del ramo, potrà sco-prirsi novello Artusi, senza dell’Artusi im-piegare una vita, a ricercare gli ingredientipiù giusti e genuini e il modo migliore perconsegnarli alla cottura.I canederli? Niente di più banale, dirà qual-cuno. Ma provate, fuori di metafora, a “met-tere le mani in pasta” e a scoprire qualetesori di natura e di abilità manipolatricerichieda la fattura di un buon canederlo!L’importante è non scoraggiarsi in parten-za e approfittare, partecipandovi attivamen-te, dell’esibizione (performance, si può dire?)che “Agricolture” ha programmato anche aRonzo per il prossimo 10 agosto.

“Avere le mani in pasta”, non c’è modo didire così espressivo e pur così ormai lonta-no, nell’uso gergale, dal suo originario si-gnificato.Perchè non c’è alcun dubbio che esso iden-tifichi molto più efficacemente, ad esem-pio, la tortuosa capacità di condurre in por-to un affare che non la bravura con cui unapersona è in grado di mettere a punto, che

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Recupero e valorizzazione

L’impegno della “Forestale”per il ripristino del paesaggio

In pochi giorni hanno riportato alla luce, èproprio il caso di dirlo, un’area di oltre noveettari, incolta e abbandonata, soffocata dal-la vegetazione spontanea e dai rovi.Quest’area, originariamente coltivata a pa-scolo, ha così rias-sunto non solo ilsuo aspetto e la suafunzione originarima è anche esteti-camente stata va-lorizzata con l’im-pianto di una nuo-va staccionata inlarice che costitui-sce un bel colpod’occhio, oltre chefungere da barrie-ra per gli animaliche vi tornerannoa pascolare.L’impresa è delCorpo forestaleprovinciale e, se-gnatamente, dellaStazione forestaledi Mori guidata daMatteo Baldo.L’intervento, comeci racconta lo stes-so comandante,rientra nella stra-tegia di recupero evalorizzazione am-bientale e tuteladella biodiversitàdella zona di S. An-tonio, già comin-ciata a monte nel2004 con la siste-mazione dell’area“Torcio”.Anche l’utilizzo pascolivo dell’area recupe-rata ha il segno della originalità, attenta co-m’è al mantenimento della zona recupera-ta.Con l’assistenza diretta di Stefano Monti-

beller, custode forestale, è stato infatti ela-borato un modello di turnazione (“pascoloturnante”), con la delimitazione interna diaree da utilizzare alternativamente da par-te degli animali.

I primi a goderne saranno i cavalli del vici-no allevamento “Abete rosso” ma già si pen-sa anche alle pecore, che avranno, fra l’al-tro, il compito di rifinire, sul campo, il lorolavoro.

a cura della Redazione

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Agonismo

Primo piano per lenostre migliori “promesse”

Percepito spessonella sua acce-zione negativacome degenera-zione del concet-to, più politica-mente corretto,di “acceso maleale confronto”,l’agonismo insenso sportivopuò invece essereconsiderato lamolla che esaltale qualità e lerisorse indivi-duali.Ma essere e,soprattutto,diventare atleticomporta unnotevole impe-gno personale,l’acquisizione diun’autodiscipli-na ferrea neipropri compor-tamenti.In altre parole sitratta di unapositiva assun-zione di respon-sabilità persona-le utile comun-que ad affronta-re con maggioresicurezza le sfidepiù importantidella vita.Abbiamo invita-to tre giovanisportivi giàaffermati araccontare lapropria espe-rienza.

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Mi chiamo Daniele Cappelletti, ho 25 anni esono un atleta del Gruppo Sportivo EsercitoAlpini Paracadutisti.La mia grande passione sportiva è la corsache pratico soprattutto in estate mentre ininverno faccio sci d’alpinismo e corsa sulleciaspole. Questo mio interesse è cresciuto pia-no piano sin da quando ero molto giovane,trasmessomi da mio papà che da molto tem-po pratica questo sport.Lo sport mi ha sempre attirato e appassiona-to. Alle scuole medie mi sono cimentato intante discipline: ho fatto calcio, pallamano,atletica, nuoto, e soprattutto la corsa. Dopole medie ho iniziato a specializzarmi e così hoiniziato anche a fare qualche gara, da primacome dilettante per la Polisportiva Biaena eper il Quercia di Rovereto e successivamenteentrando nel circuito agonistico. I buoni ri-sultati a cui sono arrivato mi hanno spinto apartecipare al concorso per entrare nell’eser-cito e così, dopo due anni trascorsi in Valled’Aosta, sono entrato nel gruppo sportivo diquesto corpo. Non è stato facile e mi sentoorgoglioso e anche fortunato e riconoscentenei confronti del mio gruppo sportivo.Nel periodo estivo mi alleno soprattutto aBolzano mentre in inverno trascorro moltotempo sul Passo Tonale. Lo sport è una verascuola di vita! Ti insegna ad affrontare la vitain maniera diversa, ti aiuta a superare an-che gli ostacoli della vita quotidiana e unosport di resistenza come la corsa ti rende piùforte anche a livello mentale. E se si è in ungruppo si condivide la vita sportiva e quelladi tutti i giorni, si conoscono nuove persone,ci si confronta e alla fine si diventa una pic-cola grande famiglia nella quale ci si miglio-ra a vicenda, c’è una sana rivalità sportivache aiuta a raggiungere risultati belli e sod-disfacenti. E i risultati si ottengono soprat-tutto con l’impegno! Alle volte si devono faredei sacrifici importanti e a volte l’impegno èmolto duro, ma poi le soddisfazioni ti ripaga-no di tutto. Bisogna andare a letto presto,alimentarsi in maniera corretta e equilibra-ta e genuina, stare attenti alla propria salu-te, ma quando si è appassionati anche i sa-crifici vengono fatti volentieri: si è contentidi impegnarsi per migliorare. La determina-zione e la tenacia sono fondamentali! E an-che le persone che ti stanno intorno sono fon-damentali, e in particolare gli allenatori. Unapersona che mi ha aiutato tanto è stato Gior-gio Facchinelli di Civezzano: mi ha insegna-

to a praticare al meglio questo sport, ma an-che ad affrontare la vita a livello umano inmodo migliore. Mi ha dato tanti consigli sul-le regole essenziali di allenamento, sul mododi affrontare le gare e anche ad accettare lesconfitte come un insegnamento.Per me Ronzo-Chienis è sempre il “mio” pae-se, è un bel posto dove vivere e mi sento for-tunato ad avere qui la mia famiglia e la miacasa. A Ronzo mi lega un vincolo affettivomolto forte. Purtroppo però penso anche chein paese si fa fatica a socializzare e che ci siauna mentalità un po’ chiusa rispetto alle re-altà esterne che ho conosciuto. Anche per que-sto penso che lo sport sia un’attività impor-tante: ti fa conoscere altre persone e magarianche altre culture e altri paesi.Ci sono due personaggi sportivi che mi piac-ciono e a cui in qualche modo mi ispiro. Ilprimo è Stefano Baldini: mi piace come af-fronta le maratone e la de-terminazione che mettein ogni gara. E poi ammi-ro Del Piero, la sua pro-fessionalità e il suo modopacato e serio di compor-tarsi.Per il momento sono mol-to contento dei risultatiche ho raggiunto, ma ilmio obiettivo è quello dimigliorarmi ancora e dipoter gareggiare senza in-correre in infortuni gravi(che purtroppo mi sono ca-pitati per ben due volte,uno alla caviglia e uno allaspalla). Mi piacerebbe po-ter competere a livello ago-nistico almeno fino ai 30-35 anni, mi aspetto tanti podi e sogno anche,perché no!, una convocazione nella nazionaledi corsa in montagna.Sarebbe bello anche portare i ragazzi di Ron-zo a praticare il mio sport e per questo forsesarebbe necessario uno sforzo maggiore daparte del pubblico, con incentivi finanziari eanche eventi che possano promuovere lo sportin generale. Comunque sono molto contentoche siano state fatte delle interviste ai giova-ni sportivi del paese. Forse qualcosa si stamuovendo e questo è importante perché biso-gna incentivare la popolazione a conoscere emagari praticare lo sport! Un arrivederci sullestrade del nostro paese!

Daniele

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Ciao a tutti. Sono Marlon Sterni, ho dicias-sette anni e sono un appassionato di tennis.Ho iniziato a praticare seriamente questosport sin dall’età di dieci anni stimolato e in-coraggiato da mio papà che mi portava sem-pre ai campi di Piazze. Molto presto però misono iscritto alla scuola tennis di Mori e conmolti allenamenti e con molta costanza sonopassato all’agonismo a Rovereto e a Trento.Giocare a tennis mi diverte molto e sono con-tento che mio papà mi abbia indirizzato ver-so questa disciplina. Nel tennis ci sono i ma-estri: grazie a loro ho potuto migliorare mol-to il mio gioco, sono diventato più forte e cosìmi sono sempre più appassionato grazie an-

che agli stimoli che mi hanno datoe ai buoni risultati a cui sonogiunto. Per migliorare ci si deveimpegnare molto (soprattutto ne-gli allenamenti) e per giocare neivari tornei si deve anche viaggia-re. Così non frequento molto Ron-zo, ci sto abbastanza poco, anchese mi piace viverci. Bisogna direperò che il paese non è tanto mo-vimentato per i ragazzi della miaetà. Attualmente frequento il li-ceo tecnologico a Trento e con unabuona programmazione riesco agestire abbastanza bene lo studioe gli allenamenti che sono sem-pre impegnativi e faticosi. Il mioobiettivo è quello di migliorare almassimo delle mie possibilità emagari approdare al professioni-smo o, in alternativa, diventareun maestro di tennis. Il mio gio-catore preferito è Roger Federere, a livello italiano, Potito Storace

il cui stile di gioco assomiglia un po’ al mio.Nel tennis, come in qualsiasi altro sport, bi-sogna impegnarsi molto se si vogliono rag-giungere certi risultati. E proprio grazie al-l’impegno ho potuto togliermi alcune impor-tanti soddisfazioni. Ho fatto i campionati pro-vinciali e, nella classifica della mia catego-ria, sono 2° a livello regionale. Ho disputatoinoltre vari tornei e gare: a Foggia, a Monte-catini, a Crema e anche all’estero (in Austriae nella Repubblica Ceca). Sono arrivato 30°ai campionati italiani e 300° ai campionatieuropei.Giocare a tennis è bello e divertente e speroche tanti giovani di Ronzo inizino a praticarequesto sport. Intanto vi saluto. Ciao.

Ciao. Mi chiamo Filippo Benedetti. Sono natodiciassette anni fa a Rovereto e, oltre che an-dare a scuola, la mia attività principale è ilcalcio. Attualmente sono tesserato per la so-cietà sportiva Alto Adige, una squadra chequest’anno ha partecipato al campionato diSerie C2. Io gioco nella categoria Allievi Na-zionale.La mia passione per il calcio nasce da picco-lo, giocando con mio papà in cortile e seguen-do un po’ le sue orme (anche lui ha praticatoquesto bellissimo sport). Giocare a calcio èper me, infatti, molto bello e divertente, an-che se ci vuole molto impegno e a volte si de-vono fare anche dei sacrifici. Infatti questaattività, tra gli allenamenti e le partite, oc-cupa molto del mio tempo, e proprio per que-sto non riesco a stare molto a Ronzo, che co-munque rimane per me un posto molto bello.Vado ancora a scuola: frequento l’I.T.I. e an-che questo è un impegno importante che rie-sco a conciliare abbastanza bene con la miaattività sportiva (organizzando al meglio il miotempo e le mie energie, anche se questo non èmai facile e richiede costanza e serietà).Il mio ruolo in campo è quello del difensore euno dei miei obiettivi è quello di migliorarmisempre di più e magari assomigliare un po’ aPaolo Maldini, un giocatore che ammiro e chemi piace e che è un simbolo del calcio italia-no. Uno dei momenti più belli e assolutamenteindimenticabile è stata la partita che abbia-mo giocato, nella nostra categoria, con la Ju-ventus e che abbiamo vinto per 1 a zero. Èstato un giorno fantastico. Comunque per mel’importante è divertirsi e per il futuro miaspetto soprattutto di continuare a giocare econtinuare a coltivare questa mia passioneche mi fa stare tra la gente e mi fa stare bene.Un saluto.

Marlon Filippo

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In una amena e ridente località sopra passoSanta Barbara, collocata sullo spartiacquelungo il crinale che sale al monte Stivo, sorgela piccola e suggestiva chiesetta dedicata aS. Antonio di Padova. Sono sconosciuti l’an-no e i motivi per i quali venne edificata inquel luogo, dominante i paesidi Ronzo e di Chienis: forse unantico voto della popolazione,o forse la devozione di qualchefamiglia del luogo, o forse an-cora la riconoscenza di unaqualche persona che in quelluogo aveva ricevuto una gra-zia dal Santo dei miracoli, in-vocato in un momento di peri-colo o di calamità.Da un antico documento del-l’anno 1526, conservato nell’archivio parrocchiale di Ronzo-Chienis veniamo a sapere chein quel tempo già esisteva sulluogo un capitello dedicato a S.Antonio, anche se è difficilecapire ciò che si intendeva conla parola capitello: ovvero seuna semplice e piccola edicola,oppure già una primitiva chie-setta in muratura, con tetto edotata di altare.Tale documento che cita per laprima volta il capitello di S.Antonio, fu redatto e pubblica-to il 15 maggio 1526 “nella sala bassa delCastello di Gresta , montagna di Gardum,Valle di Lagaro” da Nicolò figlio di Antoniodi Castel Barco, “ in occasione delli terminialtre volte disputati… tra le Ville di Ronzoe di Chianis” , dopo aver ricordato che Ron-zo e Chianis “ anticamente fosse un solocomune ed essersi sempre conservati indi-visi”.In questo documento è contenuta la senten-za di divisione del territorio tra Ronzo eChienis, stabilita dal Dinasta del luogo, conla presenza di Angelo de Rossi da CavrastoVicario di Gresta, di Pietrobono di Gosnico-

lo dalla Villa di Bolzano, capitano del castel-lo, e di Antonio di Agnolo da Nomesino e diGiacomo detto Gaion dal Pozzo pubblici offi-ciali di detto castello, e con testimoni rogatiMartino dei Martini di Varano e GiacomoScartezzino da Fontechel di Brentonico, il

tutto sotto la sorveglianza del pubblico no-taio d’autorità imperiale e giudice ordinarioPietro di Bloz dalla Val Giudicaria.Assistono alla lettura della sentenza i sin-daci della Villa di Ronzo Tommaso Mazzu-cho, Paolo Tessitore, Ognibene Sterni e isindaci della Villa di Chianis Antonio e Gia-como Benoni, Benedetto Benedetti e Simo-ne Fiori.Nel documento ovviamente il capitello di S.Antonio vi è citato per puro caso, trovando-si nella linea dei confini che vengono stabi-liti tra le due comunità che hanno deciso didividere il loro comune territorio.

(continua nelprossimo numero).

Devozione

Sant’Antonio al monte di Chienisnell’archivio parrocchiale

di don Ruggero Delaiti

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Numeri utili

Comune di Ronzo-Chienis

- centralino 0464 802915

- fax 0464 802045

- biblioteca comunale 0464 803358

Ambulatorio medico Ronzo-Chienis 0464 802159

Guardia medica Mori - Ronzo-Chienis 0464 918299

Emergenze:

- Emergenza sanitaria (ambulanze) 118

- Vigili del fuoco 115

- Carabinieri 112

- Polizia 113

- ACI Soccorso Stradale 116

Farmacia di Ronzo-Chienis 0464 802598

Famiglia Cooperativa di Ronzo-Chienis 0464 802921

Distributore - Officina Vicenzi Pannone 0464 802913

Consorzio Ortofrutticolo Valle di Gresta 0464 802922

Servizio taxi 0464 421365

Servizio autocorriere 0464 433777

Parrocchia di Ronzo-Chienis 0464 802941

Poste Italiane di Ronzo-Chienis 0464 802926

Panificio Val di Gresta 0464 802109

Comune di Mori 0464 916200

Biblioteca di Mori 0464 916260

Farmacie di Mori 0464 918357

0464 918981

Ospedale di Rovereto 0464 403111

APT Rovereto e Vallagarina

- ufficio di Ronzo-Chienis 0464 802915

- ufficio di Rovereto 0464 430363

Mart di Rovereto 0464 438887

Museo Storico Italiano

della Guerra di Rovereto 0464 438100

Museo Civico di Rovereto 0464 439055

Dal mese di agosto sarà attivo anche il nuovo sito internet delComune di Ronzo-Chienis www.comune.ronzo-chienis.it eil nuovo indirizzo mail [email protected]

Stampato su carta ecologicasenza legno (ISO 9706).