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SETTIMANALE CATTOLICO MODENESE POSTE ITALIANE S.p.A. - SPED. ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1 COMM. 1 DCB DI MODENA Domenica 2 dicembre 2012 Anno LVI n° 43 • euro 1.20 San Faustino piange don Mauro Martedì scorso la morte dell’ex parroco dopo lunga malattia A PAGINA 3 Persone GIORNALE LOCALE L’importante è partecipare La città che verrà A l di là dei risultati, è la voglia di partecipazione il dato più evidente che restituiscono, anche nel modenese, le primarie per la scelta del candidato premier nel centrosinistra. Ed è sempre la richiesta di partecipazione quella che, nello schieramento di centrodestra, si legge in episodi come l’oc- cupazione della sede del Pdl di Modena da parte di giovani attivisti. In entrambi i casi non si può che essere soddisfatti, perché questo dice che, piuttosto che l’antipolitica e la ten- tazione del disinteresse, ai modenesi stanno a cuore le scelte che riguardano la crescita della comunità e la ricerca del be- ne comune. Perché di questo si tratta. Avendo la possibilità di potersi esprimere direttamente, non ci si tira indietro e si partecipa. Con la convinzione che, co- me osserva Francesco Bonini del Sir (l’agenzia di stampa della Cei), “la competizione fa bene a qualsiasi istituzione, purché sia disciplinata e costruttiva. Gli italiani ci tengono alla politica. Per questo sono esigenti: chiedono, ai partiti e ai leader, di fare bene il loro mestiere. Così come il consenso, infatti, la protesta e la sanzione so- no forme di partecipazione: altro che antipolitica. I partiti hanno bisogno di essere ri-legittimati e trasparenti, tutti, in attesa che sia finalmente attuato l’articolo 49 della Costitu- zione. D’altra parte le elezioni primarie sono state inventate dal partito democratico (americano, of course) e si sono te- nute per la prima volta nella contea di Crawford in Penn- sylvania - correva l’anno 1842 - proprio per legittimare le leadership, far partecipare gli elettori alle scelte del partito, tenere la competizione dentro il partito ed evitare scissioni. Non a caso sulle primarie si sono puntati gli strali polemici del leader del M5S Beppe Grillo e l’attenzione di Berlusco- ni, alle prese con il ricorrente interrogativo sul suo futuro in politica, e più ampiamente del centro-destra in difficile transizione”. Detto questo, non si può però fare a meno di notare come, una volta risolta la questione delle leadership, da una parte e dall’altra, “si potrà cominciare a diradare la fitta nebbia su alcune altre essenziali questioni. La prima, ovviamente, è la legge elettorale, per cui i tempi – osserva ancora il Sir - si contraggono. La seconda è sull’offerta politica complessiva. Entrambe rilanciano l’interrogativo che, senza risposta, da tempo circola: quali spazi e possibilità ci sono in Italia per un bipolarismo virtuoso, che, con approssimazione, ma con espressione evocativa viene definito di tipo europeo? Oppure non siamo piuttosto nella condizione di forze politiche gra- cili, premute e costrette alla coabitazione da un combattivo e diversificato fronte di protesta?”. Se a queste impegnative domande si riusciranno a dare ri- sposte convincenti, a iniziare proprio dalla riforma delle legge elettorale, forse si potrà dire di avere intrapreso il cam- mino sulla strada giusta. FONDATO NEL 1957 www.nostrotempo.it Dietro alla corsa c’è di più Solidarietà La ricostruzione La situazione nelle 5 diocesi colpite dal sisma a maggio A PAGINA 10 e 11 Comunità che rinascono • Nostro tempo Un’esperienza nata a Modena per i carcerati di San Vittore A PAGINA 7 Domenica 2 dicembre inizia l’Avvento: in questo periodo forte dell’anno liturgico che conduce alla celebrazione del Natale, la Chiesa modenese ripropone iniziative per vivere il tempo dell’attesa nella preghiera e nella vicinanza a chi ha più bisogno Pagine 2 e 3 Il tempo dell’attesa L’immagine che accompagna l’iniziativa “Avvento-Natale di Fraternità 2012” proposta dalla diocesi

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Nostro Tempo

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FONDATO NEL 1957 www.nostrotempo.itSETTIMANALE CATTOLICO MODENESE

POSTE ITALIANE S.p.A. - SPED. ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1 COMM. 1 DCB DI MODENA

Domenica 2 dicembre 2012 Anno LVI n° 43 • euro 1.20

San Faustino piangedon MauroMartedì scorso la morte dell’ex parroco dopo lunga malattia A PAGINA 3

Persone

GIOR

NALE

LOCA

LE

L’importanteè partecipare La città che verràA l di là dei risultati, è la voglia di partecipazione

il dato più evidente che restituiscono, anche nel modenese, le primarie per la scelta del candidato premier nel centrosinistra.

Ed è sempre la richiesta di partecipazione quella che, nello schieramento di centrodestra, si legge in episodi come l’oc-cupazione della sede del Pdl di Modena da parte di giovani attivisti. In entrambi i casi non si può che essere soddisfatti, perché questo dice che, piuttosto che l’antipolitica e la ten-tazione del disinteresse, ai modenesi stanno a cuore le scelte che riguardano la crescita della comunità e la ricerca del be-ne comune. Perché di questo si tratta.Avendo la possibilità di potersi esprimere direttamente, non ci si tira indietro e si partecipa. Con la convinzione che, co-me osserva Francesco Bonini del Sir (l’agenzia di stampa della Cei), “la competizione fa bene a qualsiasi istituzione, purché sia disciplinata e costruttiva. Gli italiani ci tengono alla politica. Per questo sono esigenti: chiedono, ai partiti e ai leader, di fare bene il loro mestiere.Così come il consenso, infatti, la protesta e la sanzione so-no forme di partecipazione: altro che antipolitica. I partiti hanno bisogno di essere ri-legittimati e trasparenti, tutti, in attesa che sia finalmente attuato l’articolo 49 della Costitu-zione. D’altra parte le elezioni primarie sono state inventate dal partito democratico (americano, of course) e si sono te-nute per la prima volta nella contea di Crawford in Penn-sylvania - correva l’anno 1842 - proprio per legittimare le leadership, far partecipare gli elettori alle scelte del partito, tenere la competizione dentro il partito ed evitare scissioni. Non a caso sulle primarie si sono puntati gli strali polemici del leader del M5S Beppe Grillo e l’attenzione di Berlusco-ni, alle prese con il ricorrente interrogativo sul suo futuro in politica, e più ampiamente del centro-destra in difficile transizione”.Detto questo, non si può però fare a meno di notare come, una volta risolta la questione delle leadership, da una parte e dall’altra, “si potrà cominciare a diradare la fitta nebbia su alcune altre essenziali questioni. La prima, ovviamente, è la legge elettorale, per cui i tempi – osserva ancora il Sir - si contraggono. La seconda è sull’offerta politica complessiva. Entrambe rilanciano l’interrogativo che, senza risposta, da tempo circola: quali spazi e possibilità ci sono in Italia per un bipolarismo virtuoso, che, con approssimazione, ma con espressione evocativa viene definito di tipo europeo? Oppure non siamo piuttosto nella condizione di forze politiche gra-cili, premute e costrette alla coabitazione da un combattivo e diversificato fronte di protesta?”.Se a queste impegnative domande si riusciranno a dare ri-sposte convincenti, a iniziare proprio dalla riforma delle legge elettorale, forse si potrà dire di avere intrapreso il cam-mino sulla strada giusta.

FONDATO NEL 1957 www.nostrotempo.it

Dietro alla corsac’è di più

Solidarietà La ricostruzione

La situazione nelle 5 diocesi colpite dal sisma a maggio A PAGINA 10 e 11

Comunitàche rinascono

• Nostro tempo

Un’esperienza nata a Modenaper i carcerati di San Vittore A PAGINA 7

Domenica 2 dicembre inizia l’Avvento: in questo periodo forte dell’anno liturgico che conduce alla celebrazione del Natale,la Chiesa modenese ripropone iniziative per vivere il tempo

dell’attesa nella preghiera e nella vicinanza a chi ha più bisognoPagine 2 e 3

Il tempo dell’attesa

L’immagine che accompagna l’iniziativa “Avvento-Natale di Fraternità 2012” proposta dalla diocesi

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2 Domenica 2 dicembre 2012 NostroTempo

Avvento 2012Domenica 2 dicembre inizia il cammino in preparazione alla celebrazione del Natale: le iniziative in diocesi

Fraternità, cifra dell’Avvento

Il Motu proprio “Porta fi-dei”, testo con cui il Papa ha annunciato per il 2012-2013 l’anno della fede”,

tempo prezioso per andare alle radici dell’essere seguaci di Ge-sù Cristo nella Chiesa cattolica, così inizia: «La “porta della fe-de” (cfr. At 14,27) che introduce alla vita di comunione con Dio e permette l’ingresso nella sua Chiesa è sempre aperta per noi. È possibile oltrepassare quella soglia quando la Parola di Dio viene annunciata e il cuore si lascia plasmare dalla grazia che trasforma. Attraversare quella porta comporta immettersi in un cammino che dura tutta la vita».Ricorda ancora il Papa che «L’Anno della fede sarà an-che un’occasione propizia per intensificare la testimonianza della carità… La fede senza la carità non porta frutto e la carità senza la fede sarebbe un sentimento in balia costante del

Siamo all’inizio di un nuovo anno liturgico. Un cammi-no che siamo chiamati a fare insieme a tutta la Chiesa, dentro alla vicende del mondo.Adesso che la nostra storia è così allarmante per noi,

per le perduranti difficoltà economiche, per le conseguenze del terremoto ancora in gran parte da risolvere, per i tanti episodi di criminalità…Non è un bel quadro, che potrebbe generare situazioni di scon-forto, di disperazione, di rassegnazione.Ma tutta la Parola di Dio, posta all’inizio di questo tempo di Avvento, è carica di motivi di speranza; certamente non una speranza facile, a buon mercato, inconsapevole… Ma una spe-ranza che ha fondamenta antiche, basate sulle promesse che Dio ha fatto alla casa di Israele. Quelle promesse straordinarie che Gesù ha ripetuto per i “suoi”, per noi, per gli uomini di tutti i tempi.La speranza che offre il Vangelo è frutto di una fede robusta nella venuta del Figlio dell’Uomo che irrompe nell’umanità con grande potenza e gloria. Una fede forte che porta ad op-porsi e a superare i segni negativi un cui siamo immersi (ango-scia, ansia, paura).E’ allora nella possibilità e nella responsabilità del credente un’ attesa da vivere, “risollevandosi e alzando il capo, perché la vo-stra liberazione è vicina”. Nulla di facile e di gratuito: occorre - queste sono indicazioni che vengono direttamente dal Signore - un grande impegno di una conversione adulta. Ci sono dei “no” da dire e da praticare nella vita quotidiana: no al male, no alle dissipazioni, alle ubriachezze, agli affanni della vita, ad una condotta negativa.Il cristiano deve impegnarsi vegliando e pregando, mente at-tende la venuta del Signore. Deve cioè sviluppare un rapporto intenso di amore con Dio.Siamo solo all’inizio del tempo d’Avvento, ma già sono indica-te le linee da percorrere.Paolo, nel breve tratto della lettera ai Tessalonicesi, invita a” progredire ancora di più”, essendo a conoscenza delle “regole di vita”, da lui indicate da parte dl Signore Gesù.

Alzate il capo (Lc 21,28)

Riflessionisulla Parola

G.G.

Come sole che sorgeI Martedì del vescovo in Avvento proposti dal Servizio di pastorale giovanile

Proprio nelle giornate d’inverno, quando la sera avvolge con la sua fredda solitudi-

ne le case della nostra città, il miracolo dell’avvento bussa di nuovo alle nostre porte e con lui i Martedì del Vesco-vo. “Verrà a visitarci come un sole che sorge” è il titolo del percorso dei giovani della Diocesi incamminati con il loro Vescovo verso il Natale. Il cammino di quest’anno sa-rà cadenzato proprio sui passi dell’Avvento, parola latina che significa venuta. Quel Gesù che è nato per noi, che è con noi tutti i giorni fino alla fine dei tempi, tornerà, un giorno, tra le nubi del cielo. L’intrec-cio di queste tre venute (è nato a Betlemme, bussa alla mia vita, tornerà nella gloria) intesse l’avvento dando alla vita cristiana l’inconfondibile impronta della speranza.Il primo incontro si svolgerà martedì 4 dicembre presso la Chiesa di Santa Caterina, guidato dalla catechesi del

dubbio. Fede e carità si esigono a vicenda, così che l’una per-mette all’altra di attuare il suo cammino.Non pochi cristiani, infatti, de-dicano la loro vita con amore a chi è solo, emarginato o esclu-so come a colui che è il primo verso cui andare e il più im-portante da sostenere, perché proprio in lui si riflette il volto stesso di Cristo. Gra-zie alla fede possiamo riconoscere in quanti chiedono il nostro amore il volto del Si-gnore risorto. “Tutto quello che avete fatto a uno solo di que-sti miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40): queste sue parole sono un monito da non dimenticare ed un invito perenne a ridonare quell’amore con cui Egli si prende cura di noi”».Per queste ragioni la Caritas diocesana rivolge a tutte le parrocchie la Colletta “Avven-to-Natale di Fraternità come segno tangibile del cammino di conversione spirituale, de-stinata a sostenere il Centro di ascolto diocesano. Per evi-

denziare lo stretto rapporto tra fede e carità, la colletta assume la proposta di tutta la Chiesa Italiana ispirata a una frase del-la lettera di Giacomo che suona quasi come una sfida: «Con le mie opere ti mostrerò la mia fede» (Gc 2,18). Il Centro di Ascolto diocesano è l’opera-segno con la quale la Chiesa di Modena testimonia la carità

nell’incontro con le persone più fragili. L’ascolto è il suo modo proprio di servizio, il “fare” pre-valente, cuore della relazione di aiuto, dove chi ascolta e chi è ascoltato vengono coinvolti, con ruoli diversi, in un progetto che, ricercando le soluzioni più adeguate, punta a un percorso di liberazione della persona dal

bisogno.La collocazione nel centro sto-rico, a due passi dalla cattedrale in via dei Servi 13, è essa stessa il messaggio di una presenza vicina al centro della città. Qui, ogni giorno arrivano decine e decine di persone con il loro fardello, più o meno pesante, di solitudine, paura, insicurezza. Manca il lavoro e la mancanza è

una valanga che trascina ineso-rabile problemi su problemi: la rata del mutuo, l’affitto, le bol-lette delle uten-ze domestiche e inizia a crescere l’indebitamento e la morosità. Spesso manca una casa che possa essere definita tale,

manca il denaro necessario per completare la spesa alimentare quotidiana, acquistare i farmaci di una terapia, pagare il ticket per le spese sanitarie, per com-prare i testi scolastici, o pagare la mensa... piccole cose, grandi drammi che minano la coesio-ne familiare, turbano la serenità e gli affetti.

Arrivano gli invisibili della città: quelli che l’anagrafe non conta - i senza fissa dimora - spinti alla ricerca di aiuto dal rigore delle temperature inver-nali. Chiedono un pasto caldo, una coperta, un tetto per la notte.Quando la porta del Centro di ascolto si chiude, i locali torna-no vuoti e silenziosi e il cuore di coloro che li hanno accolti e ascoltati, a nome della Chiesa di Modena e Nonantola, trabocca delle loro richieste e dei fram-menti delle tante vite che sono state donate. E’ il momento nel quale l’offerta al Signore di questo scambio vissuto nell’ac-coglienza e nel dialogo, illumi-nata dalla Parola di Dio, suscita in ciascuno di loro - volontari, operatori, religiose, giovani in Servizio civile nazionale - do-mande che cercano una comu-nità di fede e di carità.Dall’anno 2008 il Centro di ascolto diocesano opera in stretto collegamento con i Centri di ascolto parrocchiali per animare le nostre comu-nità a rendere sempre più vi-sibile la testimonianza della carità nelle situazioni di fragi-lità e disagio anche attraverso azioni di prossimità e di aiuti

fraterni. La Caritas diocesana chiede a tutte le parrocchie e a tutta la comunità di sostenere con la preghiera e con la carità l’attività del Centro di ascolto diocesano e delle opere ad esso collegate affinché l’agire degli operatori sia sempre più traspa-renza della Carità, per le per-sone oppresse dalla mancanza del necessario e ferite nella di-gnità, perché tutta la comunità individui nel discernimento le azioni e gli impegni per esse-re testimonianza credibile. La Colletta che si chiede alle par-rocchie della diocesi è destina-ta all’aiuto fornito dal Centro di ascolto: un pasto caldo, una coperta per chi non ha un tetto nell’inverno, il pernottamento in un dormitorio per chi è solo, un sostegno economico per le spese mediche, per la casa, per i generi di prima necessità alle famiglie sempre più fragili per la mancanza di lavoro. Come è consuetudine la Colletta si accompagna alla distribuzione di un piccolo cero con il quale ciascuno potrà rendere visibi-le la propria partecipazione e vicinanza al Centro di ascolto diocesano. I ceri sono disponi-bili presso la Galleria Incontro Dehoniana.

• doN stefaNo Violi

nostro Arcivescovo, ci orien-terà verso il compimento del-la nostra vita e della nostra storia: “Tornerà sulle nubi del cielo”. È infatti nella consa-pevolezza del ritorno di Gesù che si dischiude l’anima vigi-liare della Chiesa, sempre de-sta nella speranza, salda nella fede, operosa nella carità.

La seconda tappa martedì 11 dicembre presso la Chiesa della Sacra Famiglia, ci ri-porterà nel cuore stesso della storia dove Gesù si è incar-nato: “Nacque a Betlemme di Giudea”. Dalla Terra San-ta, martoriata a motivo della guerra, sarà con noi padre Ibrahim Faltas, che rimasto

più di un mese con altri frati della Custodia di Terra Santa nella Basilica della Natività, ha salvato il luogo dove è nato il Principe della pace, fronteg-giando l’assedio sferrato dai militari israeliani ai terroristi palestinesi rifugiatisi in Basi-ca.Arriviamo così alla terza tap-pa in Duomo, martedì 18 di-cembre: “Nasce oggi per noi”. Tra la nascita a Betlemme e il ritorno nella gloria, Ge-sù continua a rimanere con noi, visitandoci nel fratello, nel povero, e, in modo parti-colare, nei sacramenti. Nella penitenziale introdotta dal Vescovo, ognuno di noi potrà sperimentare la Sua presenza che perdona; nell’adorazione guidata dal Gen Rosso po-tremo fare nostra l’immensa gioia che provarono i Magi davanti alla Grotta. Con loro speriamo di tornare nelle no-stre comunità per una nuova e inedita via di comunione e di speranza.Mentre invitiamo tutti i gio-vani, affidiamo a Maria il cammino che ci aspetta. A lei chiediamo un’anima vigiliare perché, vivendo permanen-temente lo stile dell’avvento, possiamo tendere l’orecchio al Signore che bussa alla porta, attraverso i fratelli poveri e gli avvenimenti della storia. E ci trovi sempre con le lampade accese.

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3Domenica 2 dicembre 2012NostroTempo

Persone

SpiritualitàL’angolodella

Durante sei giorni si attenderà al lavoro; ma il set-timo giorno è di assoluto riposo e di santa con-vocazione. Non farete in esso lavoro alcuno; è un riposo in onore del Signore in tutti i luoghi dove

abiterete (Lv 23, 3).• Il giorno di domenica l’uomo può gustare e offrire a Dio tutto quello che ha fatto durante le giornate di lavoro.• Può e deve gustare la caparra del mondo futuro. La domenica ci proietta alla fine dei tempi e alla gioia eterna che ci è stata promessa.• Viviamo in un mondo che ha trasformato il tempo in denaro da guadagnare e da spendere: tale prospettiva domina tutta la nostra vita, anche il valore religioso ed umano del giorno festivo.• Al posto del sabato di Dio, abbiamo inventato il ponte fe-stivo. Per farne che cosa? Per correre, affannarci e lasciarsi in-cantare dalla televisione e dai centri commerciali, per lasciarci sedurre da spazzatura che dura un niente e che rende sempre più infelice e vuota la nostra vita sulla terra (Daniele Garota: Cosa crede chi crede?).• La modernità anche nel giorno del Signore ci tende due trappole uguali ed antitetiche: ci spezza i nervi, quando non abbiamo tempo; e ce li spezza, quando ne abbiamo troppo e la noia ci divora. L’uno e l’altra sono conseguenza di quell’as-senza di libertà che Dio ci voleva donare con il giorno festivo (idem).• Domenica è il giorno in cui c’è permesso incontrare il Signo-re “mentre si fa trovare” e invocarlo “mentre è vicino” (Is 55,6).

Anno della fede: fede nel giorno festivo

• doN Nardo masetti

Il sì dell’Azione CattolicaSabato 1 dicembre a Gesù Redentore assemblea e veglia dell’adesione con il vescovo Antonio

Prima una assemblea per giovani e adulti, mentre ragazzi e giovanissimi faranno festa, poi la ve-

glia con l’arcivescovo. L’Azione Cattolica diocesana quest’anno raddoppia: sabato 1 dicembre alla tradizionale veglia dell’ade-sione, in previsione dell’Imma-colata, aggiunge una assemblea, con la presenza della presidente diocesana dell’Ac di Carpi, ed ex vice giovani nazionale, Ila-ria Vellani. Ecco il nostro sì è il tema della giornata, che inizie-rà alle 17 e che si svolge nella parrocchia di Gesù Redentore a Modena. Ilaria Vellani parle-rà a giovani, adulti (compresi i genitori dei ragazzi) del signi-ficato dell’adesione e della re-sponsabilità dei laici che dicono il loro personale ‘sì’ a Cristo e nella Chiesa lo fanno in forma associata. I ragazzi dell’Acr e i giovanissimi, sempre dalle 17, faranno una attività.Alle 19 la veglia con mons. Antonio Lanfranchi: l’appun-tamento con un momento di preghiera comune in vista del rinnovo dell’adesione è parti-colarmente significativo e da molti anni richiama un folto gruppo di aderenti e simpa-tizzanti all’Ac e che richiama anche l’unitarietà all’interno dell’associazione e il dialogo tra le generazioni. Le parole del ve-scovo, che commenterà il brano evangelico che fa da filo condut-tore all’anno associativo (quello della moltiplicazione dei pani, da cui lo slogan ‘Date voi stessi da mangiare’) rappresenteranno un’importante direttrice per le riflessioni dell’associazione dio-

Nella tenda del mattinoPastorale scolastica e Pastorale universitaria

Torna in Avvento l’iniziativa della Tenda di Avvento pro-posta dall’ufficio di Pastorale scolastica della diocesi agli studenti modenesi. Anche in questo Avvento le Tende

saranno presso le scuole Wiligelmo, Tassoni, S.Carlo, Muratori, Città dei Ragazzi e inizieranno alle 7.30 puntuali. Le date: 1, 15 e 22 dicembre. Ogni tenda sarà collegata ad uno dei martedì del vescovo: verrà infatti proposto lo stesso brano biblico. Lo schema è quello già sperimentato negli anni scorsi: inno iniziale, lettura della Parola di Dio e commento breve del sacerdote o della suora che guida, recita del Padre Nostro e benedizione.La tenda è proposta, a cura della Pastorale universitaria della dio-cesi, anche a studenti e adulti che frequentano l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia con appuntamenti, oltre che mattutini, anche pomeridiani. Le date e i temi: martedì 4 dicem-bre: “Anno della fede: che cos’e’ la fede?”; martedì 11 dicembre: “Anno della fede: quali vie portano alla conoscenza di Dio?”; mar-tedì 18 dicembre: ”Anno della fede: si può “sentire” il desiderio di Dio?”. L’appuntamento è dalle ore 8.30 alle 9 dalle 16 alle 16.30 tra i dipartimenti, nel prato di via Campi. La riflessione e la pre-ghiera è aperta a tutti e sono benvenuti, da parte di chi lo desi-dera, pensieri o citazioni brevi, in e-mail o sms, prima di ciascun martedì purchè siano in tema del giorno, possono essere letti nel momento di riflessione della “tenda”.

Avvento in famigliaPastorale familiare

L’Ufficio famiglia ha messo a disposizione delle famiglie del-la diocesi un sussidio che l’ufficio Nazionale ha realizzato in collaborazione con vari centri della Conferenza Episcopale

Italiana e sotto la guida competente dell’ufficio Liturgico nazio-nale. Questo semplice sussidio consiste in una preghiera prima dei pasti, poi in una preghiera da recitare assieme al momento di accendere il cero della corona dell’Avvento, momenti in cui papà e mamma sono i sacerdoti nella loro casa, come hanno promesso di essere al momento del loro matrimonio: “…ci impegniamo ad educarli secondo la legge di Cristo”, esercitando quindi la loro pri-ma ministerialità.

Vespro per la vitaComunità Papa Giovanni XXIII, sabato 1 dicembre

Nel 2010 Papa Benedetto XVI invitò tutti i cristiani ad unirsi in preghiera in favore della vita umana nascente; in tutte le diocesi furono numerose le parrocchie, le comunità, i movimenti che animarono i primi vespri dell’Avvento proprio con questa intenzione. Ancora prima, il

25 marzo 1995, Giovanni Paolo II scriveva, nell’Enciclica Evangelium Vitae, al n. 100: “E’ urgente una grande preghiera per la vita che attraversi il mondo intero”. In continuità con questi inviti, la Comunità Papa Giovanni XXIII e l’associazione modenese “Sì alla Vita” promuovono una veglia di preghiera all’inizio dell’Avvento con particolare intenzione per la vita umana nascente. La veglia avrà luogo a Modena sabato 1 dicembre dalle 21 alle 22 presso la parrocchia di San Giovanni Bosco, in Via Sassi. Tutte le persone che hanno a cuore i diritti di questi nostri fratelli più piccoli sono invitate a partecipare e a diffondere la proposta. “Tu quando hai un fratello che viene barbaramente ucciso, cosa fai? Dove vai? Noi non possiamo non piangere i nostri fratelli che vengono barbaramente uccisi. Ecco perché andiamo a pregare e lodare Dio per dei martiri.. con questo gesto della preghiera vogliamo contribuire a svegliare le coscienze in modo che venga fuori un movimento nazionale in cui si dica “adesso basta, Erode uccide ancora ma non si può permettere…” (don Oreste Benzi).

cesana. Mons. Lanfranchi, che è stato per diversi anni assistente nazionale del settore giovani di Ac, ha più volte dimostra-to stima e affetto nei confronti dell’Azione Cattolica e ha spro-nato l’associazione ad assumere in pieno il proprio specifico.“E’ sempre bello e importante

per la nostra associazione vivere l’adesione - spiega il presidente diocesano, Paolo Seghedoni -. Non si tratta semplicemente di un atto formale, ma di rinnovare il nostro sì alla Chiesa anche at-traverso l’Ac, un sì che significa scegliere, con le nostre spesso povere forze, il servizio al Van-

gelo”.Infine, sempre nei locali della parrocchia la cena insieme, un momento di fraternità tra ra-gazzi, giovani e adulti dell’asso-ciazione.Alla giornata, naturalmente, so-no invitati anche i sacerdoti assi-stenti e amici dell’Ac.

Associazioni

San Faustino piange don MauroL’ex parroco don Campani è morto nel tardo pomeriggio di giovedì 27 novembre all’età di 83 anni

Martedì 27 novem-bre, poco prima della chiusura di questo numero

del giornale, ci è giunta noti-zia della morte di don Mauro Campani, per 38 anni parroco nella popolosa e attiva parroc-chia cittadina di San Faustino. Don Mauro, da tempo malato, da alcuni giorni aveva perso conoscenza: in parrocchia, nel-

le ultime settimane, si erano susseguiti incontri di preghie-ra proprio per il sacerdote, che era rimasto collaboratore a San Faustino. Nato a Riolunato l’11 giugno del 1929 (aveva dunque 83 anni), don Mauro Corrado Campani era stato ordinato pre-sbitero il 12 giugno 1954, a 25 anni appena compiuti. Vicario parrocchiale prima a Frassinoro (dal 1954 al 1957), poi a Massa Finalese (dal 1957 al 1963) infi-ne a Pavullo (dal 1963 al 1969), era stato nominato parroco di San Faustino nel 1969 da mons. Amici ed era rimasto respon-sabile della parrocchia fino al 2007, quando per motivi di sa-lute era stato sostituito da don Alberto Zironi, l’attuale par-

roco di San Faustino. Rimasto comunque in parrocchia, aveva continuato a seguire alcune atti-vità, come ad esempio il ‘campo di gioia’ estivo, che proprio don Mauro aveva istituito.Don Mauro è deceduto a San Faustino alle 18.30 di martedì 27: sia nella serata che mercole-dì 28 in parrocchia si è pregato per lui, i funerali dovrebbero es-sere celebrati nel primo pome-riggio di giovedì 29 novembre da mons. Lanfranchi. Le spo-glie mortali di don Campani riposeranno nel cimitero di Ri-olunato.Sul prossimo numero di Nostro Tempo il ricordo di chi ha vissu-to con don Mauro e lo ha cono-sciuto da vicino.

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4 Domenica 2 dicembre 2012 NostroTempo

Economia

Verso la welfare society

La certezza che la democrazia per esistere ha bisogno di pluralismo eco-

nomico; l’aumento scanda-

loso delle diseguaglianze e la necessità di transitare da un modello di welfare state a uno di welfare society, dove la società nella sua interezza si fa carico dei cittadini. Su questi tre pilastri si reggono oggi le ragioni della coope-razione. Lo ha detto Stefano Zamagni, docente di Eco-nomia politica dell’Univer-sità di Bologna nella seduta

L’economista Stefano Zamagni in Consiglio comunale a Modena per l’anno internazionale della cooperazione

Oggi il sistema cooperativo italiano del passato è superato ed è necessario progettare il futuro del-la rappresentanza del mondo cooperativo, attraverso l’Alleanza delle cooperative, costruendo un pensiero nuovo, che non sia il semplice affiancamento delle diverse visioni precedenti”. Lo ha

detto Giuliano Poletti, copresidente nazionale dell’Alleanza delle cooperative italiane (nella quale circa un anno e mezzo fa sono confluite l’ Associazione generale cooperative italiane, Confcooperative e Lega-coop), intervenendo nella seduta straordinaria del Consiglio comunale di Modena del 22 novembre. “Bi-sogna immaginare una relazione nuova tra la dimensione economica e quella sociale, senza la quale non si supera la crisi – ha aggiunto ancora Poletti – il cittadino deve essere messo nelle condizioni di svilup-pare la sua volontà di protagonismo”. Nel modenese le imprese cooperative sono alcune centinaia, circa 500 quelle aderenti alle tre centrali, impegnate nei diversi settori della produzione e del lavoro: dall’a-groalimentare al welfare sociale e sociosanitario, dalle costruzioni al consumo, fino ai servizi, al turismo, allo sport, alla cultura. Tutte insieme “pesano” per circa il 12 per cento del valore aggiunto dell’economia modenese (a livello nazionale la quota della cooperazione è intorno al 6 per cento) con un giro d’affari complessivo intorno ai sette miliardi di euro e con oltre 20 mila occupati e 330 mila soci. Il Consiglio comunale di Modena nell stessa seduta ha inoltre approvato un ordine del giorno nel quale si auspica che “l’insostituibile patrimonio economico e sociale” rappresentato dalle cooperative sul territorio possa continuare a generarsi attraverso un dialogo tra generazioni di cooperatori ed esprime soddisfazione per il rientrato allarme, almeno per il 2013, relativo all’aumento della tassazione delle attività di servizio della cooperazione sociale inizialmente previsto tra i provvedimenti governativi. Nella mozione, illustrata dal consigliere Pd Stefano Prampolini e approvata con voto favorevole di Pd e Sinistra per Modena, con-trario di Modena futura e con il non voto del Pdl, si esprime inoltre l’auspicio “che anche in futuro non si intervenga con norme che, aggravando i servizi di welfare, rischiano di rendere inaccessibile alle classi più deboli della popolazione servizi fondamentali per la persona”.

Sono oltre 500 le imprese modenesi aderenti alle tre centrali

Terra di cooperatori“

straordinaria del Consiglio comunale di Modena di gio-vedì 22 novembre, dedicata a celebrare il 2012 Anno inter-nazionale delle cooperative proclamato dall’Onu.Il professore bolognese per il suo intervento è partito da un interrogativo cruciale: “Che senso ha nelle economie di oggi affermare le ragioni del-la cooperazione?” Una prima risposta arriva dalla Corea, tra i dieci paesi più svilup-pati del mondo, che sta oggi cercando di diffondere e so-stenere la cooperazione. “La Corea, in cui 12 imprese pro-ducono l’80 per cento del Pil nazionale è preoccupata – ha

affermato Zamagni - si sono resi conto che la coesione sociale sta venendo meno e stanno imitando il modello italiano”. E ha aggiunto: “Si pensava che la forma coope-rativa nata per contrastare la forma d’impresa capitalisti-ca fosse destinata a sparire: è un’idea falsa, abbiamo più bisogno di cooperazione oggi che allora”.

Stefano Zamagni ha poi spiegato che la democrazia non può essere declinata solo nella sfera politica: una de-mocrazia non può reggersi se il potere economico è con-centrato nelle mani di pochi, cioè senza un solido sostrato di democrazia economica, che vuol dire pluralismo fat-to di imprese capitalistiche e cooperative. Ecco perché abbiamo bisogno di più co-operazione, perché l’impresa cooperativa distribuisce il reddito che produce. Non è pensabile aumentare ulte-riormente la tassazione, già molto alta, quindi occorre usare altri metodi per ridi-

stribuire la ricchezza. In Emilia-Romagna il maggiore plurali-smo d’impresa rispet-to al Piemonte o alla Lombardia garantisce una migliore distribu-zione della ricchezza e quindi un indice di disuguaglianza più basso rispetto a quelle regioni.Infine, sta oggi en-trando in crisi il modello di ‘welfare state’ che soppiantò il ‘welfare capitalism’ statunitense. Per il ‘welfare state’ lo Stato deve farsi carico dei cittadini dalla culla

alla bara, ma il modello, nato per garantire l’universalismo del sistema sociale, oggi non regge più e si inizia a parlare di ‘welfare society’, perché se è vero che mancano le risor-se pubbliche, non è però vero che mancano quelle private (la Banca d’Italia ha dimo-strato che in Italia 10 persone hanno un patrimonio pari a 10 milioni di cittadini), biso-

gna quindi trovare il modo di smobilizzare queste risorse. A doversi fare carico del welfare è l’intera società: Stato, im-prese e società civile, tre sfere che devono interagire siste-maticamente in ogni fase. Se ben impostato il welfare societario è un fattore di svi-luppo, perché crea coesione

sociale che è anche il primo presupposto per aumentare la produttività. La coesione sociale prevede l’applicazio-ne del principio di fraternità, poiché la solidarietà non ba-sta, e la cooperazione ha in-terpretato la fraternità come mutualità.Stefano Zamagni ha quin-

di concluso il suo intervento ricordando quanto disse Am-brogio, vescovo di Milano nel V secolo, dopo la caduta dell’Impero romano: “Felice il crollo se la ricostruzione farà più bello l’edificio” e ha aggiunto: “Felice questa crisi se farà rinsavire la nostra so-cietà”.

Libera la domenicaLegge di iniziativa popolare contro la deregulation selvaggia: la Cei affianca Confesercenti

Per limitare gli eccessi della deregolamenta-zione introdotta dal Governo Monti col

Decreto Salva Italia e tutelare il diritto a un giorno da dedicare al riposo e alla famiglia, di lavora-tori e imprenditori, è opportuno ripristinare quanto stabilito dal-la normativa precedente: per-fetto punto di equilibrio tra bisogni dei consumatori, tutela dei lavoratori ed esigenze degli operatori commerciali”. Questo il grido d’allarme che arriva dai commercianti, compresi quelli modenesi, e che Confesercenti ha fatto proprio. Promuovendo, ‘Libera la Domenica’ www.libe-raladomenica.it: una raccolta di firme sostenuta dalla Cei (Con-ferenza Episcopale Italiana) e da Federstrade, col fine di pre-sentare una proposta di legge di iniziativa popolare per riportare in capo alle regioni la facoltà di decisione su orari e aperture domenicali e cambiare una nor-mativa che penalizza principal-mente le Pmi del commercio.“Le liberalizzazioni delle aper-ture contenute nel decreto Salva Italia - commenta il presidente di Confesercenti Modena Mas-

“ simo Silingardi – non hanno dato nessuno dei risultati spe-rati: il ‘sempre aperto’ non ha mutato la situazione di consumi e occupazione, letteralmente fermi al palo. A crescere so-no stati solo i costi di gestione e l’impegno di piccoli e medi imprenditori e lavoratori. Sen-za una legge in grado di rego-lamentare la situazione createsi, nei prossimi 5 anni è prevista la chiusura sul suolo nazionale di circa 80.000 negozi (con la conseguente scomparsa di circa 240mila posti di lavoro). E la realtà modenese non fa di certo eccezione. Col risultato che le nostre città saranno sempre più vuote e meno sicure”.Oltre 100mila le imprese se-condo le stime di Confesercenti che in Italia hanno abbassato la serranda per sempre dal 2008. E nessuna inversione di tendenza si è registrata dalla liberalizza-zione di orari e aperture dome-nicali. “Normativa lo riordiamo, presente solo nel nostro paese tra i principali dell’Unione Eu-ropea – tiene a precisare Ful-genzio Brevini Coordinatore Sindacale provinciale di Con-fesercenti Modena, rendendo

noto che in Germania le dome-niche di apertura nell’anno sono 10, così come in Francia, mentre in Olanda e in Spagna si arriva ad un massimo di 12 - che al momento non ha fatto registra-re alcun incremento di consumi, occupazione e miglioramento del servizio. Così rischia di spa-rire il tessuto della distribuzione commerciale di prossimità. L’o-biettivo non è quello di vietare aperture festive e domenicali, ma di renderle compatibili con le effettive esigenze di impren-ditori e consumatori, ripristi-nando le competenze in materia di orari e aperture alle Regioni. Percorso in cui ci accompagna anche la Cei”. Cittadini e com-mercianti modenesi possono firmare a sostegno della propo-sta di legge di iniziativa popola-re già dallo scorso 26 novembre. Recandosi, muniti di documen-to di identità, presso le sedi di Confesercenti nei comuni in cui hanno la residenza, dal lunedì al venerdì dalle ore 8,30 alle ore 12,30 e il lunedì, il martedì e il giovedì dalle ore 14,30 alle ore 17,30. Anche in alcune parroc-chie della diocesi sarà possibile firmare la proposta di legge.

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VescovoAgenda del

Domenica 2 dicembre 2012 5NostroTempo

Implementazione, consolidamento e sviluppoIl progetto“Oratori in rete”

Il progetto, avviato nella nostra diocesi nell’an-no pastorale 2009-2010, nasce dalla riscoperta

dell’oratorio come luogo de-cisivo per il futuro dell’evan-gelizzazione e dell’educazione delle nuove generazioni e si pone l’obiettivo di mettere in rete gli oratori, di coordinare, consolidare e migliorare l’atti-vità educativa nelle parrocchie attraverso l’individuazione, il sostegno e la formazione dei responsabili.Di fatto gli educatori che pro-muovono le diverse attività all’interno degli oratori, come il doposcuola, i centri estivi, le attività ricreative, di socializ-

Domenica 2 dicembreore 9.30 a Sant’AgneseRitiro e celebrazioneeucaristicaore 18 in CattedraleCandidatura diaconipermanenti

Martedì 4 novembreore 11 a Finale EmiliaCelebrazione eucaristica con i Vigili del Fuocoore 21 a Santa CaterinaIl vescovo e i giovani

Mercoledì 5 novembreore 10.30 in SeminarioIncontro con i sacerdoti assistenti di AzioneCattolica

Venerdì 7 dicembrea RomaOrdinazione episcopale di mons. Camisasca

Sabato 8 dicembreore 10.30 a VillafrancaS. Messa e inaugurazione nuova chiesa temporaneaore 18 in CatterdraleCelebrazione eucaristica a seguire: benedizione dal Palazzo Comunale

Domenica 9 dicembreore 16 a ZoccaIncontro sul Credo

Diocesi

DiocesiAgenda della

Lunedì 3 dicembreore 19 a MagretaMessa missionariamensile

Martedì 4 novembreore 21 a Santa CaterinaIl vescovo e i giovani

Domenica 9 dicembreore 16 al CFNPer mano nel deserto

La comunità della Città dei ragazzi, nella solennità liturgica dell’Immacolata, l’8 dicembre festeggia la sua patrona. Il programma della festa prevede alle ore 11 la concelebrazio-

ne eucaristica presieduta da mons. Giacomo Morandi, vicario ge-nerale della diocesi, nella chiesa parrocchiale di S. Giovanni Bosco in via Sassi, con la presenza delle autorità.Al termine della messa si procederà alla consegna di due Borse di studio della “Fondazione Gino Bussei” a due allievi del Centro di Formazione Professionale Edseg Città dei Ragazzi, del secondo anno di corso, scelti sulla base di una valutazione dei risultati da questi ottenuti durante i corsi del primo anno. Alle ore 12.45 pranzo presso i locali del nuovo centro Giovanile.Nel corso della giornata sarà possibile visitare le aule e i laboratori del centro di formazione Professionale. Altre iniziative sportivo-ricreative sono state organizzate per il pomeriggio dai gruppi scout e dalle altre realtà giovanili presenti alla Città dei Ragazzi.

Sabato 8 dicembre

Città dei Ragazzi in festaSi riunisce la Consulta diocesana Aggregazioni laicali, appuntamento sabato 1 dicembre

Sabato 1 dicembre, al-le 9.30, al Centro fa-miglia di Nazareth, presente l’arcivescovo

mons. Antonio Lanfranchi, si riunirà la Consulta diocesana delle Aggregazioni laicali. Sarà un momento importante, per le associazioni modenesi che

zazione ed integrazione, sono chiamati a svolgere sempre più con senso di responsabilità e di competenza il compito a loro affidato dalla comunità cristia-na. La commissione diocesana di Oratori in rete ha maturato nel tempo la necessità di es-sere presente sul territorio per un’azione di incontro, di con-fronto, di sostegno, di supervi-sione e di tutoraggio a favore delle parrocchie aderenti alla rete, attraverso la formazione di un gruppo di lavoro che si porrà a servizio per offrire una formazione spirituale, psico-pedagogica e metodologica specifica, l’accompagnamento, il monitoraggio e il tutoraggio per rispondere in modo speci-fico ai bisogni e alle necessità delle differenti realtà oratoria-li; la possibilità di integrare la

formazione teorica alla prassi educativa in oratorio dando la possibilità ai responsabili, agli educatori o ai volontari di trascorrere un tempo di “stage pratico” presso alcuni oratori e centri educativi ben avviati per consentire uno scambio di buone prassi, un sostegno reciproco ed una condivisione del senso dell’operare; azioni di sostegno reciproco da parte dei membri della rete con la possibilità di attivare anche un coordinamento vicariale.Da quest’anno il gruppo di lavoro della commissione dio-cesana “Oratori in rete” ha lavorato insieme anche per formulare la proposta della formazione di primo livello per gli animatori dei centri estivi che viene presentata e offerta a tutti i vicariati della diocesi in un’ottica si sussidiarietà.

I temi trattati: motivazione, spiritualità e finalità dell’ani-matore; bans, giochi, movi-mento; la deontologia e lo stile di relazioni dell’animatore; te-atro, musica in movimento e improvvisazione teatrale; ac-coglienza (bambini difficili e vivaci); raccontare il Vangelo ai più piccoli. Le realtà vicariali o parrocchiali che desiderano ricevere maggior informazioni, aderire al progetto “Oratori in rete” o attivare i percorsi for-mativi per gli animatori dei centri estivi potranno diretta-mente prendere contatto con l’ufficio del servizio di Pasto-rale Giovanile per fissare un incontro e strutturare insieme la proposta.Per contatti: servizio di Pasto-rale Giovanile, via Sant’Eufe-mia n.13, tel. 0592133851; fax 059-2133807 info@cpgmode-

na.it. E’ stato inoltre installato sul portale www.cpgmodena.it la sezione “Oratori in rete” in cui si potranno trovare: la mappa geografica degli Orato-

ne fanno parte, per puntualiz-zare il senso e le prospettive del loro essere presenti in diocesi. l Santo Padre, indicendo l’Anno della Fede ha richiamato tutti ad un imprescindibile impegno: “Non possiamo accettare che il sale diventi insipido e la luce sia tenuta nascosta (cfr Mt. 5,13-16)”. Anche in forza di questo invito le oltre 50 associazioni della Consulta studieranno sul fatto e sul da farsi; ascolteran-

no la parola dell’Arcivescovo, vedranno come dare maggior visibilità diocesana alle attività delle diverse associazioni, saran-no ragguagliate su quanto emer-so dalla recentissima riunione della Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali. La Con-sulta provvederà inoltre ad indi-care i rappresentanti della stessa nel nuovo Consiglio Pastorale Diocesano che entrerà in carica il prossimo 19 gennaio 2013.

I diaconi permanenti di Modena-Nonantola hanno da qualche tempo a disposizione un nuovo sito internet in cui affluiscono informazioni e notizie che riguardano il loro ministero. Dall’11

ottobre scorso è in linea un sito che pian piano si arricchirà di notizie, articoli, materiali, approfondimenti, relazioni, frutto dello studio e dell’attività dei diaconi.Il nuovo sito è consultabile all’indirizzo: www.diaconimodena.it.Si tratta di un importante servizio anche per la comunità dio-cesana che potrà così tenersi informata sulle attività che gli oltre settanta diaconi svolgono con dedizione a servizio della Chiesa modenese e sulle riflessioni che la Chiesa sviluppa in ordine al loro ministero.

Centro diaconato e ministeri

Diaconimodena.it:un nuovo sito internet

Sarà suor Elena Bosetti la guida del prossimo ap-puntamento di Per mano

nel deserto, previsto per do-menica 9 dicembre. “La Fede: i personaggi del Vangelo di Giovanni parlano alle nostre famiglie – Maria di betania”: questo il tema dell’incontro. La struttura della giornata è quella collaudata: silenzio dal-le 15.45, alle 16 la preghiera iniziale, seguita dalla medita-zione su un brano biblico, con traccia-scheda per facilitare la riflessione; un’ora di silenzio per la preghiera personale o di coppia, con la possibilità di ce-lebrare il sacramento della pe-nitenza; preghiera del Vespro, con preghiera comune con i bambini per i quali sono previ-ste l’animazione e l’assistenza.

Ufficio Famiglia

Per manonel deserto

Un gruppo di sacerdoti della diocesi di Ugento - Santa Ma-ria di Leuca, guidati dal vescovo mons. Vito Angiuli, erano in visita la scorsa settimana a Modena. Si sono confrontati

con il vicario generale, mons. Morandi, con don Federico Pigoni, vicario per la pastorale e con don Roberto Montecchi, vice parroco di Finale Emilia, per comprendere le conseguenze, sia materiali che pastorali, del terremoto della scorsa primavera.

Alcuni sacerdoti pugliesi con il loro vescovo

Da S. Maria di Leuca a Modena per il terremoto

ri aderenti alla rete, il calendari delle attività, dei corsi di for-mazione e degli appuntamenti, la raccolta di esperienze a livel-lo locale e nazionale.

Cuore divino di Gesù, io ti offro, per mezzo del Cuore Imma-colato di Maria, Madre della Chiesa, in unione al sacrificio Eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze

di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre. In particolare, preghiamo secondo le intenzioni affidate all’AdP dal Papa e dai nostri vescovi: perché in tutto il mondo i migranti siano accolti, specialmente dalle comunità cristiane, con generosità ed au-tentica carità; perché Cristo si riveli a tutta la comunità con la luce che emana da Betlemme e che si riflette sul volto della sua Chiesa;perché i cristiani rispecchino la loro identità di discepoli del Signo-re in ogni ambito della vita. Pregare per il clero dicendo: Cuore di Gesù, sostieni i sacerdoti nelle difficoltà del loro apostolato, perché perseverino nella grazia ricevuta.

Apostolato della Preghiera

Le intenzioni di dicembre

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Domenica 2 dicembre 2012 NostroTempo6

SCOPRI LE OFFERTE, FAI CRESCERE LA COMUNIONE

Chi può donare l’Offerta per i sacerdoti?Ognuno di noi. Per se stesso, ma anche a nomedella famiglia o di un gruppo parrocchiale.Come posso donare?n con conto corrente postale n. 57803009

intestato a Istituto Centrale Sostenta-mento Clero – Erogazioni liberali, Via Au-relia 796, 00165 Roma;

n con uno dei conti correnti bancari dedicatialle Offerte, indicati sul sito www.insie-meaisacerdoti.it;

n con un contributo diretto all’Istituto so-stentamento clero della tua diocesi. Lalista degli IDSC è su www.insiemeaisa-cerdoti.it;

n con carta di credito CartaSì, chiamando ilnumero verde CartaSì 800-825 000 o do-nando on line su www.insiemeaisacer-doti.it.

Dove vanno le Offerte donate?All’Istituto Centrale Sostentamento Clero, aRoma. Che le distribuisce equamente tra i circa37 mila preti diocesani. Assicura così una re-munerazione mensile tra 883 euro netti almese per un sacerdote appena ordinato, e1.380 euro per un vescovo ai limiti della pen-sione. Le Offerte sostengono anche circa 3mila preti ormai anziani o malati, dopo una vitaintera a servizio del Vangelo e del prossimo e600 missionari nel Terzo mondo.Perché ogni parrocchia non può provvedere

da sola al suo prete?L’Offerta è nata come strumento di comunionetra sacerdoti e fedeli, e delle parrocchie traloro. Per dare alle comunità più piccole glistessi mezzi di quelle più popolose, nel qua-dro della ‘Chiesa-comunione’ delineata dalConcilio Vaticano II. Che differenza c’è tra Offerte per i sacerdoti el’obolo raccolto durante la Messa?E’ diversa la destinazione. Ogni parrocchia in-fatti dà il suo contributo al parroco. Che puòtrattenere dalla cassa parrocchiale una piccolacifra (quota capitaria) per il suo sostenta-mento.È pari a 0,0723 euro (circa 7 centesimi) al meseper abitante. E nella maggior parte delle par-rocchie italiane, che contano meno di 5 milaabitanti, ai parroci mancherebbe il necessario.Le Offerte e l’8xmille vengono allora in aiutoalla quota capitaria.

Perché donare l’Offerta se c’è già l’8xmille?Offerte e 8xmille sono nati insieme nel 1984,con l’applicazione degli accordi di revisione delConcordato. L’8xmille oggi è uno strumentoben noto, e non costa nulla in più ai fedeli.Le Offerte invece sono un passo ulteriore nellapartecipazione: comportano un piccolo esborsoin più ma indicano una scelta di vita ecclesiale.Tuttora l’Offerta copre circa il 3% del fabbiso-gno, e dunque per remunerare i nostri sacerdotibisogna ancora far riferimento all’8xmille. Mavale la pena far conoscere le Offerte perchéquesto dono indica una scelta consapevole divita ecclesiale. E raggiunge anche i sacerdotidi parrocchie piccole e lontane.Perché si chiamano anche “offerte deducibili”?Perché si possono dedurre dal reddito imponi-bile nella dichiarazione dei redditi fino a unmassimo di 1.032,91 euro l’anno. La deducibi-lità è riservata alla persona fisica.

Tutti i sacerdoti, oltre al nostro parroco, sono un dono di Dio. Ne siamo consapevoli? Sono uomini che, con il loro sì, scelgonoDio come unico e solo ideale di vita. Una vita che non hapresupposti di spensieratezza e tranquillità. E per uno che sbaglia,ce ne sono migliaia che instancabilmente dedicano l’esistenza a portare a tutti la Parola di Dio e un gesto concreto di carità.Torna allora la domanda: siamo consapevoli che ognuno di noipuò partecipare al loro dignitoso sostentamento? Affinché possanocontinuare la propria missione e raccontare la Buona novellabasta poco. La preghiera e un contributo anche economico:l’Offerta Insieme ai sacerdoti, di cui si parla in questa pagina.Ogni Offerta, oltre ad essere un dono dal valore perequativo e solidale, rappresenta anche un “investimento” che genera altrerisorse. In tutta Italia, infatti, i sacerdoti sono sempre in prima filanell’azione pastorale e in molte iniziative di assistenza e di carità.Perciò metterli in grado di lavorare al meglio nella vigna delSignore significa promuovere ogni altra realtà ecclesiale e attivitàa servizio dei fratelli più deboli. “Ogni Offerta in più raccoltadall’Istituto Centrale Sostentamento Clero - afferma MatteoCalabresi, responsabile del Servizio Promozione SostegnoEconomico alla Chiesa - è importante almeno per due motivi:perché contribuisce in modo concreto e perequativo alsostentamento dei 37 mila sacerdoti diocesani, ma soprattuttoperché testimonia una comunità che non è totalmente sorda a quel senso di partecipazione e corresponsabilità che va ancheoltre la propria comunità ecclesiale”.

Maria Grazia Bambino

La Chiesa italiana dedica ognianno una Giornata Nazionaleper sensibilizzare i fedeli al

tema del sostentamento dei sacer-doti. Fissata per l’ultima domenica dinovembre, Cristo Re, l’appunta-mento ha l’obiettivo di far conoscereai fedeli le Offerte destinate a tutti i37 mila preti “diocesani”.Sono ministri dei sacramenti e amicidella nostra vita, sollievo per i poverie i soli, missionari nel nostro terri-torio, nelle carceri enegli ospedali, nellegrandi città italianecome nei paesi di mon-tagna e nelle isole. Ol-tre 600 di loro sono in-viati nel Terzo mondo.Ma tanti cristiani nonsanno che possono so-stenere la loro mis-sione ogni giorno. Anziche il loro sostenta-mento è affidato ai fe-deli, come nelle comu-

nità cristiane delle origini, in segnodi comunione.Basta un’Offerta piccola, ognuno dianelle sue possibilità. Ma non rinun-ciamo a partecipare al loro sosten-tamento, che è il nostro grazie per laloro vita donata al Vangelo e agli al-tri. Magari prendiamo l’abitudine diripeterla durante l’anno. Li accom-pagneremo nella missione. E rende-remo visibile la Chiesa-comunione,indicata dal Concilio Vaticano II.

NELL’ANNO DELLA FEDE RICORDIAMO I SACERDOTI: “DONO DI DIO” PER TUTTI

UNA DOMENICA INSIEME AI SACERDOTI

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7Domenica 2 dicembre 2012NostroTempo

Solidarietà

“Dietro alla corsa c’è qualcosa di più”Il progetto Run 5.30 entra nel carcere di San Vittore. Ce ne parla l’ideatore, il modenese Sergio Bezzanti

La Run 5.30, nei suoi principi essenziali, quelli che l’hanno ideata, animata e por-

tata a spasso per l’Italia, è en-trata anche nel carcere di San Vittore a Milano. La corsa di 5 km e mezzo, alle 5.30 del mat-tino, nata a Modena 4 anni fa, e ora trasferita anche a Milano, Venezia, Torino e Bologna, non è solo un esercizio fisico, ma soprattutto un’occasione per guardare il movimento, la città e le nostre abitudini con occhi nuovi. “Un’amica che corre con noi a Milano, volontaria in car-cere con la sua associazione – ci

• mariapia CaVaNi

racconta Sergio Bezzanti, ide-atore del progetto e modenese doc - convinta che la Run non sia solo una corsa, ci ha invitato a raccontare quel di più ai de-tenuti di San Vittore. Noi ab-biamo rilanciato, chiedendo di poter invitare i ragazzi a correre con noi, per dare loro un pun-to di vista differente, attraverso l’attività fisica”.La volontaria ha presentato il progetto alla direttrice Glo-

ria Manzelli che lo ha appoggiato, insieme agli educatori che quotidiana-mente lavorano nel carce-re, condividendolo con il locale assessore allo Sport, Chiara Bisconti. “L’edi-zione 2012 che si è svolta il 19 novembre - prosegue nel racconto Sergio - è stata approvata come pro-getto pilota; per il 2013 svilupperemo un progetto più definito, con il patro-cinio del Comune stesso”.Sei incontri, sei settimane per far conoscere il pro-

getto, sei volte all’alba a Milano, per Sergio Bezzanti e Sabrina Severi. “Primo passo: far accet-tare il progetto. La collabora-zione con noi era una sorta di premio per 13 detenuti in at-tesa di giudizio o con condan-ne lievi. Ci siamo presentati, e subito - prosegue a raccontare Sergio - loro hanno scavato nella nostra coerenza tra quello che promuoviamo, con le paro-le e quello che nel quotidiano

viviamo. L’attività fisica crea confidenza, gruppo, legami, apertura, sincerità: questo è ac-caduto anche a noi. Chi sta in carcere - e sembra un paradosso - ti chiede, senza abbassare gli occhi, lealtà e costanza. Sono andato a Milano con la febbre, per non mancare ad un appun-tamento, proprio perché mi ero impegnato a non farlo, e quella parola data, dietro il muro, vale ancora di più”.Camminare come metafora, dentro al carcere, è ancora più forte: camminare, lasciare le gabbie, uscire, evitare quello che, fuori dalla prigione, rin-chiude molto di più di quelle sbarre di ferro.“Esiste un altro modo - si do-manda Sergio - per dire che ho ricevuto molto di più di quello che avevo da dare? L’abbrac-

cio dell’ultimo incontro è sta-to commovente, un momento di intensità emotiva grande: una esperienza che ha succes-so ‘fuori’ si può replicare con successo anche ‘dentro’, nono-stante il cortile fatiscente, la mancanza di attrezzature (ab-

biamo portato noi le scarpe per correre ai ragazzi...) e i limiti oggettivi”.L’impegno che dà risultati, la costanza, la fedeltà, il cambio di prospettiva: ecco alcune delle idee che animano la Run, quel-le valide fuori e dentro le sbarre.

Sergio Bezzanti (terzo da destra) e Sabrina Severi (prima da destra)nella giornata conclusiva a San Vittore

In aiuto a chi aiutaÈ partita “RicostruiaMo la comunità”, la raccolta fondi organizzata dall’Associazione Servizi per il Volontariato a favore dei luoghi di solidarietà

Ricostruzione, atto se-condo. L’associazione Servizi per il Volon-tariato ha presentato

la nuova campagna di raccolta fondi promossa dalla Rete del Terzo Set-tore, intitolata “Ricostru-iaMo la comunità” (www.ricostruiamocomunita.it). Dopo i 55 mila euro già raccolti e destinati al-le associazioni, parte una nuova campagna che si pone come obiettivo la ricostruzione dei luoghi di solidarietà distrutti dal sisma.«Riteniamo sia neces-saria una nuova fase – spiega Angelo Morselli, presidente dell’associa-zione Sevizi per il Vo-lontariato –, un salto di qualità, e riteniamo che ciò sia possibi-le solo attraverso un progetto comune. Da soli possiamo fare poco, al contrario mettendoci insieme possiamo raggiungere risultati importanti e nello stes-so tempo tenere alta l’attenzione sul tema della ricostruzione. Ci siamo attivati per mettere in rete

• luCa Beltrami

le associazioni del terzo settore e in questa fase l’obiettivo sarà aiu-tare chi aiuta, ovvero ricostruire gli edifici in cui i cittadini si in-contrano e fanno volontariato, luoghi fondamentali che sono venuti a mancare alle comunità colpite dal sisma». Maria Rosa Bandieri, presidente Comitato paritetico provinciale del volontariato, osserva: «Mi ha colpito la capacità dei volontari di entrare nella comunità e già dalle prime ore dopo il sisma prestare aiuto alle persone. Ve-dere operatori che in situazio-ni di difficoltà estrema si sono messi a disposizione è stato un segnale di vicinanza per le popo-lazioni colpite dal sisma. Tutti i volontari si sono svestiti del loro

ambito e hanno lavorato per un obiettivo comune, vogliamo rac-cogliere testimonianze per dare dignità a tutti coloro che hanno partecipato». Albano Dugoni, portavoce del Forum del Terzo Settore, espri-me la necessità di maggiore collaborazione tra i settori: «Da tempo diciamo che serve un

cambio di paradigma, una reale interazione tra Stato, mercato e terzo settore. È da elogiare l’at-teggiamento dell’associazione Servizi per il Volontariato che ha messo a disposizione le sue strutture e il suo personale a servizio della rete del terzo set-tore. Solo così è stato possibile far tornare al centro persone e comunità, se manca questa co-esione sociale viene mancare anche il tessuto produttivo e sociale». Alla presentazione della nuova raccolta fondi era presente an-che Chiara Rubbiani, direttrice del Centro di Servizio per il Volontariato: «I dati parlano da sé: 55 mila euro donati, bonifici già effettuati ai beneficiari se-

lezionati sulla base dei proget-ti presentati alla rete del terzo settore modenese. Ora voglia-mo continuare su questa stra-da, cercando di coinvolgere a 360° altre tipologie di soggetti, del profit e del non profit, che possano contribuire al nostro fianco all’incremento di questa campagna di raccolta fondi».

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8 Domenica 2 dicembre 2012 NostroTempo

La storiaLe suore della Carità presenti in S. Agostino a Modena promotrici di una iniziativa concreta per chi ha fame

Il pane quotidiano

Ogni giorno in S. Agostino a Mo-dena c’è chi di-stribuisce pane ai

più bisognosi. L’iniziativa ri-sale a qualche anno fa, quando una delle suore della Carità di S.Giovanna Antida Thouret, che ora è in un’altra comuni-tà, ha cominciato a raccogliere il pane avanzato presso una panetteria e il giorno dopo lo distribuiva a chi bussava al portone e chiedeva da mangia-re. Erano 2, 6, 10 persone. Un giorno, la suora, stupita del gran numero di persone che chie-devano il pane, arrivò in casa e disse alle altre suore: “Oggi c’erano ben 14 persone!”. Le persone raggiungevano a piedi la parrocchia; poi via via si sono attrezzati con le biciclette. Arri-vano da più lontano o semplice-mente hanno trovato un mezzo di trasporto?!Da allora, il numero è andato sempre più aumentando: ad og-gi le suore e i volontari prepara-no in media circa 200 sacchetti tutti i giorni… e purtroppo ci sono dei giorni in cui non ba-stano.Nel 2008 un’altra suora gira-va i forni ed era aiutata dalle consorelle, fino a quando piano piano sono stati coinvolti 2 o 3 volontari. Le suore si sono suc-cedute, continuando il servizio e collaborando con la Caritas parrocchiale di S. Agostino, la parrocchia in cui abitano e vivo-no la loro missione.Attualmente i volontari so-no circa una ventina ed hanno preso a cuore questo servizio, gestendo i turni responsabil-mente. Tutti i giorni, domeni-ca compresa, un bel numero di volontari (circa una ventina) si aggira per i forni attorno al-la parrocchia (e oltre…) negli orari di chiusura a raccogliere il pane rimasto dalla vendita quo-tidiana gentilmente donato dai titolari del negozio. Lo portano in parrocchia dove è organizza-to un punto di raccolta e dove, in certi orari, sembra di essere davvero in un forno, tanto è il buon profumo del pane che si diffonde lungo la tromba delle scale della canonica.La mattina successiva, due suore e qualche volontario preparano i sacchetti di pane e li dividono con cura. In alcuni scatoloni che contengono i sacchetti si leg-ge, su un foglio bianco scritto a pennarello: “musulmani”. E’ pane non trattato con lo strut-to, pane che possono mangiare senza contravvenire alla loro religione. Anche questo piccolo gesto dice la dignità con cui la persona è guardata, è considera-ta e accolta.

• stefaNo malagoli

La preparazione è terminata. Ora tutto si svolge nel giro di un quarto d’ora. Già da tempo sotto le finestre, fuori dal por-tone della canonica si sente un brulicare di voci e, alla spiccio-lata, un nugolo di gente che si avvicina e aspetta. Il campanile suona le 11. Si apre il portone. La suora con uno o due volon-tari ringrazia Dio insieme ai presenti per il dono del pane e comincia la distribuzione. Cia-scuno prende e va.Qualche volta, insieme al pane riusciamo a dare del formaggio, della verdura, della frutta, in ba-se a quanto ci viene donato dalla Provvidenza. La comunità delle suore della Carità, per voce di suor Damina, parla volentieri di

questo importante servizio.Quali persone arrivano in S. Agostino?Verso il 2008-2009 italiani del sud in difficoltà e famiglie nu-merose, per lo più straniere e qualche famiglia italiana. At-tualmente molti sono islamici (stimati circa il 50% delle perso-ne che si affacciano al portone) e molte badanti dell’Est rimaste senza lavoro. Gli italiani che a poco a poco fanno capolino al portone perché hanno perso il lavoro attualmente sono circa 40. Alcuni hanno alle spalle una famiglia da mantenere. I cosid-detti “senza fissa dimora” ora sono italiani rimasti senza la-voro e dunque senza casa, senza affetti; a causa del dramma della povertà capitata tra capo e col-lo, infatti, non sono più coloro che scelgono la vita in strada, ma uomini soprattutto già con fragilità, che con il lavoro sono stati lasciati dalle loro mogli o compagne.Gli stranieri sono in percentuale giovani in cerca di lavoro venuti dalle loro terre o già in giro per l’Italia da diversi anni. Hanno spesso la famiglia nel loro Pae-se di origine che devono man-tenere. Le badanti sono sole e hanno la famiglia da mantenere nel loro Paese, per cui cercano di risparmiare il più possibile e approfittano della distribuzione del pane.Quali collaborazioni avete at-tivato per questa iniziativa?L’iniziativa, nata dalla sollecitu-dine e dall’audacia di una suora,

è diventata uno dei gesti che la parrocchia pone nei confronti delle situazioni di povertà, in attenzione alla persona, assun-to come Caritas parrocchiale. La collaborazione dunque è su più livelli: collaborazione tra comunità delle suore e Cari-tas parrocchiale; collaborazio-ne all’interno della parrocchia perché i volontari sono giovani, sono adulti, sono anziani, so-no mamme e papà di famiglia, qualche famiglia che stiamo aiu-tando e che si rende disponibile per questo servizio; collabora-zione con i forni che generosa-mente fanno dono del pane e di altro che rimane; collaborazione con altre parrocchie vicine che ci portano quanto di alimen-

ti hanno in esubero, dopo aver risposto alle richieste sul loro territo-rio parroc-chiale.Oltre al soddisfaci-mento dei bisogni ma-teriali, chi arriva in S. A g o s t i n o, m a n i f e s t a anche altre n e c e s s i t à , magari di

tipo spirituale?In S. Agostino c’è la scuola di italiano per stranieri che oltre a offrire l’apprendimento della lingua, offre un luogo di relazio-ne e contatta un target giovane come età, in linea di massima.C’è un centro di ascolto con distribuzione di alimenti e guardaroba: la prima richiesta è molto materiale, ma non è escluso che, nella frequentazio-ne, nasca una fiducia reciproca, una relazione significativa e, perché no, un’amicizia.E poi c’è tutto un mondo infor-male, fatto di incontri “casuali” di chi bussa al portone e viene invitato a pranzo dal parroco, a volte dalla comunità delle suore, o semplicemente cerca un volto amico che si ponga in ascolto e non faccia troppe domande, ma trasmetta un po’ di “senso di fa-miglia”. Chi si rivolge in S. Agostino non è solo per una situazione di povertà materiale, ma perché ha bisogno di relazioni, di sentirsi accolto, di riconciliarsi con sé, con gli altri, con Dio.Un punto di riferimento per molti, dove l’incontro con l’altro mi rivela il volto di Dio che vive e abita la ferialità e dove la po-vertà si manifesta in tanti colori: povertà materiale ed economi-ca, povertà di salute, di relazioni, di senso e di fede, di fiducia in sé e negli altri.Che valore riconoscere a que-sta iniziativa, al di là del con-creto aiuto materiale?Mi sembra di cogliere due livel-

li: un segno di presenza, di pun-to di riferimento per chi non ce l’ha, un luogo “di casa” fatto di incontri, di confidenze, di soste-gno, di amicizia.Un segno per la comunità par-rocchiale che esige una scelta, perché un cammino di fede non può prescindere dal vivere la quotidianità e dal porsi davan-ti alla crisi economica, al lavoro che manca, al giornale che porta tanti, troppi fatti di cronaca che non mi lasciano indifferente, alla gente comune con i suoi drammi, i suoi affetti, la sua mediocrità.L’atro è figlio di Dio e ha di-gnità per il fatto stesso che è amato da Dio. Amato da Dio come me, come te. E Dio non fa distinzione di colore e di na-zionalità.Cosa significa oggi la gratuita? E un valore ancora avvertito?La parola gratuità dà adito a diverse reazioni. Se è gratis al-lora prendo tutto (non importa se mi serve o meno, tanto non lo pago!). E così capita anche di trovare vicino al cassonetto un pezzo di pane mezzo morsica-to o un sacchetto con qualcosa ancora dentro. Se è gratis non faccio un discernimento, acca-

parro e basta.Poi gratis è anche qualcosa che vale poco: le cose belle e buone si pagano fior di quattrini! Al-lora c’è anche qui una svaluta-zione.Se andiamo al capitolo 13 del Vangelo di Giovanni, gratis è deporre le vesti, prendere un asciugamano e cingerselo alla vita, poi mettersi in ginocchio e lavare i piedi a chi mi sta di fronte. Gratis non solo perché nessuno se lo aspettava un gesto così da Gesù, ma perché Lui sa-peva bene che tra i suoi”, quelli più vicini, uno lo avrebbe tradi-to di lì a poco. Eppure depone le vesti… depone la vita, cioè fa dono della sua vita. Gratis!Gratuità è dono che viene da Dio e va al di là del “fare volon-tariato” o del “fare carità”.Come cristiani, per noi vivere l’Eucarestia è accogliere quel pane spezzato che si offre a noi e continua ad offrirsi ad ogni celebrazione eucaristica. E questo ci chiede coerenza, ci chiede di diventare noi stessi un pane spezzato per i fratelli: pane del cammino, pane della condivisione, dell’accoglienza, della gioia, della fede, della con-solazione, del dono, del pianto,

della prova, pane dell’amicizia, della solidarietà, del perdono, del dono…Siamo nella dimensione dell’es-sere, prima che fare tante cose.Ritenete che in tempi di crisi l’attenzione ai bisogni degli altri sia diminuita? C’è la ten-denza a chiudersi ognuno nel proprio ambito o avviene piut-tosto il contrario?Chiacchierando in modo molto informale con una mamma gio-vane della parrocchia, emerge il desiderio da parte di alcune famiglie di vivere un cammino cristiano non fatto solo di ce-lebrazioni e liturgie, ma soste-nendo concretamente persone e famiglie in difficoltà a causa del-la crisi economica, di drammi e situazioni diverse. E’ il vivere la propria fede che si incarna nella vita quotidiana e fa i conti con un Cristo fatto bambino, che ha condiviso la nostra natura uma-na, ha condiviso la fragilità, ha accolto la passione e la morte, è stato esaltato dal Padre. Diverse persone, in punta di piedi e in silenzio, senza fare pubblicità e senza scrivere pro-clami sanno farsi prossimo con piccoli gesti di solidarietà e vi-cinanza.

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9Domenica 2 dicembre 2012NostroTempo

Primo piano

Doppia fame

La scorsa settimana, martedì, mi hanno rubato la spesa. Non era incustodita sulla bici, come a volte la lascio. Frutta e verdura che spero siano state mangiate da chi ne aveva bi-sogno. Venerdì esco dal lavoro e mi avvio per rifare la spesa:

zona Albinelli, la signora mi si avvicina e mi dice, sommessa: “Ho fame”. Ha i bambini a casa, entriamo in un negozio, prende qualcosa e poi va. Sabato mi ricordo che mi manca una cosa e vado al super-mercato: davanti vedo un gruppo di ragazzi, impegnati nella raccolta per la Colletta Alimentare. Nella parrocchia dove vado a messa la domenica ci sono, in fondo alla chiesa, due cestoni per la raccolta di cibo, da distribuire alle famiglie che hanno bisogno.Tendo ad essere indulgente con chi ruba cibo, ancora più tenera con chi lo domanda; il cibo non è solo un alimento fisico, necessario alla sopravvivenza. Rimanda alla gioia, alla pienezza ed alla condivisione, al prendersi cura. “Ho fame” significa anche non avere tutto questo, non avere relazioni, una porta a cui bussare, a parte quella delle Cari-tas parrocchiali, forse, per chiedere aiuto, o anche solo per condividere il peso del momento. La fame di cibo e la fame di relazioni sono lega-te a doppio filo ritorto, e non so quale colpisce di più e quanto questo legame faccia sentire le persone prigioniere di una situazione senza via d’uscita. Le parrocchie hanno centri d’ascolto, non banali centri di distribuzione, per cercare di spezzare questo legame perverso. La notte è buia, la sentinella ancora non ci dice quanto manca all’alba, e la via la possiamo trovare solo insieme.

Una riflessione a margine della Colletta

• mariapia CaVaNi

A Modena è nato Edy, il centro gestito da padre Volpari e dall’associazione San Francesco per la raccolta e la distribuzione di cose ancora in buono stato

Parola d’ordine riuso

Ci sono cose che chia-miamo rifiuti solo perché non ci ser-vono più, perché ce

ne vogliamo sbarazzare. Capi d’abbigliamento, arredi, oggetti che, passati ad altre mani, pos-sono farsi una seconda vita. A Modena, in via Germania a fianco della stazione ecologica Archimede, è nato Edy, il se-condo centro modenese per il riuso che ospita proprio que-gli oggetti che sono ancora in buono stato e non meritano la strada della stazione ecologi-ca, che saranno ‘venduti’ a un prezzo simbolico ai visitatori del centro. Edy è uno spazio di circa 340 metri quadrati affida-to in gestione in comodato gra-tuito per 5 anni all’associazione S. Francesco Onlus, nel nome di padre Romano Volpari, par-roco di S. Pancrazio, ed è sta-to realizzato da Hera grazie al contributo della regione Emilia Romagna coordinato dalla Pro-vincia di Modena. “Con questa iniziativa” – ha commentato

• marCella Caluzzi

Sandro Boarini, responsabile Ambiente Hera di Modena – vorremmo porre l’attenzione, sensibilizzare i cittadini sul valore della riduzione dei ri-fiuti e del loro riuso e recupero. E’ importante che le persone

vengano a conoscenza che tra l’oggetto che vogliono ‘smaltire’ e la stazione ecologica c’è, per quelle cose che ancora sono in buono stato, un passaggio intermedio: il centro di riuso. Va in questa direzione anche il progetto ‘Il tesoro di Capi-tan Eco’ che sta coinvolgendo migliaia di famiglie modenesi. Da oggi il centro di riuso Edy entra a far parte delle stazioni

in cui vengono consegnate le ecomonete e ecobanconote in seguito ad deposito di un ma-teriale da riciclare-riutilizzare, con le quali i bambini e le loro classi concorrono per vincere i premi di Capitan Eco”.

La gestione del centro è nelle mani esperte di padre Romano Volpari, parroco di S. Pancra-zio, e della sua associazione San Francesco Onlus che si occupa già di altri due centri di raccolta a Modena. “Qui chiunque potrà venire e fare un’offerta libera per l’acquisto degli oggetti, tranne alcuni per i quali sarà necessario fissare un prezzo simbolico. La gestione

del centro sarà affidata a una persona disoccupata che potrà così essere reinserita nel mon-do del lavoro. Da questo punto di vista sono una quindicina le persone in difficoltà per le qua-li siamo riusciti a trovare un’oc-

cupazione nei nostri centri e a t t r a v e r -so attività correlate”. Oltre al centro di riuso Edy, infatti, l’as-sociazione francescana che fa capo all’energico padre Vol-pari ha at-tivato negli anni altri due centri di raccolta e rivendita

di oggetti usati. Uno è ‘Ritrova’, in strada Sant’Anna 651 a Mo-dena: un mercatino dell’usato nel quale ritrovare e riscoprire oggetti e mobili di antiquaria-to, modernariato, abiti, vintage, oltre a libri, dischi, giochi, og-gettistica, articoli per la casa e il tempo libero e molto altro. Qui i venditori possono portare oggetti che vogliono piazzare sul mercato la cui vendita gua-

dagneranno il 60% del prezzo mentre il restante 40% andrà all’associazione francescana. Il terzo centro è a San Pancrazio, parrocchia di padre Volpari: qui è stato allestito da sei anni un centro di raccolta francesca-no e qui lavorano alcune per-sone che offrono anche servizio di sgombero in tempi brevi di case, appartamenti e cantine per quanto riguarda mobili e oggetti di arredo che si vuole donare ai centri. Al taglio del nastro erano pre-senti, oltre a padre Volpari e a Boarini di Hera, il sindaco Giorgio Pighi e Simona Ar-letti, assessore all’Ambiente del Comune di Modena. “Differenziare i rifiuti non ba-sta. Per il bene della nostra città

e del nostro futuro dobbiamo imparare a ridurre i rifiuti e ri-utilizzare il più possibile quello che pensiamo sia rotto o non ci piaccia più” ha commenta-to Simona Arletti, assessore all’Ambiente del Comune di Modena. “Questo secondo centro del riuso - ha continuato la Arletti - diverrà uno dei punti di ri-ferimento della città dopo la bella esperienza di Tric e Trac in Circoscrizione 4. Il nostro augurio è che anche questa esperienza di volontariato pos-sa durare nel tempo ed essere apprezzata dai modenesi che impareranno come dai rifiuti possano nascere nuovi giochi, oggetti per la casa, soprammo-bili”.

La Colletta Alimentare a Modena ha coinvolto quasi mille volontari in 117 punti vendita

121 tonnellate di solidarietà

La XVI edizione della Giornata Nazionale della Colletta Alimen-tare, svoltasi sabato 24

novembre, in più di 9.000 super-mercati, è stata uno spettacolo di gratuità che ha cambiato coloro che vi hanno partecipato, come dimostrano i numerosissimi messaggi ricevuti. Grazie all’a-iuto di più di 130.000 volontari sono state raccolte 9.622 ton-nellate di prodotti alimentari, confermando sostanzialmente, nonostante la crisi, il dato dell’e-dizione 2011 (9.600 tonnellate). Il cibo raccolto sarà ora distribu-ito alle oltre 8.600 strutture cari-tative convenzionate con la Rete Banco Alimentare che assistono ogni giorno 1.700.000 poveri. Il presidente della Fondazione Banco Alimentare onlus Andrea Giussani, ringraziando tutti i vo-lontari e i donatori, afferma che, “ancora una volta, l’opportunità

di donare tocca le radici della persona e, contro il pessimismo, rilancia una piccola o grande re-sponsabilità individuale”. In Emilia Romagna le tonnel-late raccolte sono state 1.049 (-1,7% rispetto al 2011). 15.000 volontari hanno partecipato all’iniziativa in oltre 1.100 punti vendita aderenti. I dati relativi alla provincia di Modena sono i seguenti: 121.168 kg raccolti; 950 vo-lontari; 117 punti vendita ade-renti; 83 strutture caritative beneficiarie dei prodotti che assistono 21.576 persone bi-sognose. Desideriamo ringra-ziare tutti coloro che si sono

adoperati per la buona riuscita dell’iniziativa ed in particolar modo la Fondazione Cas-sa di Risparmio di Carpi e la Fondazione di Vignola per il

contributo elargito. A Carpi e Bassa Modenese la raccolta è stata di 34.887 kg, mentre a Vignola e area Pedemontana 45.781 kg.

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10 Domenica 2 dicembre 2012 NostroTempo

La ricostruzione

Modena: sono 54 le parrocchie che hanno subito danni.Si punta sui gemellaggi

Rialzarsi, come comunitàA sei mesi dal terremoto la situazione nelle cinque diocesi dell ’Emilia-Romagna colpite. Due pagine per raccontare come le comunità di Modena-Nonantola, Ferrara-Comacchio, Reggio Emilia-Guastalla, Carpi e Bologna hanno reagito. I danni materiali subiti dalle chiese e dalle strutture parrocchiali si sommano alle ferite che hanno inciso profondamente la vita delle persone. Il cammino della ricostruzione passa attraverso i legami da riallacciare, la vicinanza e la solidarietà

La Chiesa modenese, a 6 mesi dal terremo-to del maggio scorso, si ritrova con un

pesante bilancio di danni, ma-teriali ed emotivi, ed insieme con una rete di nuove o rin-saldate relazioni solidali fina-lizzate alla ricostruzione. Nella consapevolezza, come ha sem-pre sottolineato l’arcivescovo Antonio Lanfranchi, “che il terremoto riguarda tutta la diocesi, non solo le parrocchie colpite, e ne cambia la pasto-rale”; per questo la tre giorni di programmazione diocesana, che tradizionalmente si svolge a giugno, è stata trasformata quest’anno in una “due gior-ni” nel settembre scorso, per riflettere insieme sul cammino di Chiesa da percorrere.Alcuni numeri, per capire la portata dei compiti da af-frontare: 54 parrocchie hanno subito danni. Oltre 100 edi-fici di proprietà delle parroc-chie (chiese, campanili, case canoniche, edifici di civile

Reggio Emilia-Guastalla

L’attenzioneè alle personeLe comunità della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla col-

pite dal terremoto del maggio scorso sono quelle della Bassa: Boretto, Brescello, Correggio, Fabbrico, Gualtieri,

Guastalla, Luzzara, Novellara, Reggiolo, Rio Saliceto, Rolo, San Martino in Rio. Le chiese e le strutture parrocchiali di questi centri hanno subito danni diversi e di varia gravità, che hanno provocato l’inagibilità degli edifici, pur non essendosi registra-ti crolli totali, ma solo parziali (soprattutto a Reggiolo). Tra le situazioni più significative (e in un certo senso curiosa) quella della concattedrale di Guastalla, interessata prima del sisma di maggio da lavori di restauro. Ora il progetto di consolidamen-to è stato approvato dalla Soprintendenza ai Beni architettonici dell’Emilia Romagna e i lavori vedono coinvolte parti importanti del tempio: la cupola, il tamburo, l’abside, gli archi della facciata, la volta dell’organo e i due edifici che l’affiancano. Anche il tetto ha richiesto diversi interventi di messa in sicurezza dopo le nuo-ve lesioni provocate dal sisma. Ma non sono solamente i danni materiali quelli ai quali dover far fronte: il vescovo ora emerito di Reggio Emilia mons. Adriano Caprioli aveva proposto dopo le scosse a tutte le parrocchie del vicariato Ambrosiano (diocesi di Milano, dal quale proviene) un gemellaggio. In particolare è stato attivato un rapporto diretto con il decanato di Valle Olona che si è stretto attorno alle comunità del Vicariato di Guastalla (Gua-stalla-Pieve-San Girolamo-Brugneto-Reggiolo). Di recente, una delegazione reggiana è stata accolta nelle parrocchie lombarde gemellate, per suggellare ancor più questa vicinanza. Sono state raccolte offerte che saranno consegnate alla Caritas diocesana di Reggio Emilia-Guastalla per sostenere un progetto a favore del-le persone maggiormente colpite dal sisma delle parrocchie più colpite (in particolare Reggiolo). Il fondo sosterrà progettualità singole sulle persone, nell’ottica della promozione umana e non dell’assistenzialismo e pertanto verranno finanziati tirocini for-mativi, contributi una tantum e inserimenti lavorativi.Le richieste verranno raccolte a livello territoriale dalla rete dei Centri di Ascolto e dalle Caritas parrocchiali e zonali e saranno valutate sulla base dell’effettivo bisogno, in un’ottica educativa e progettuale.Quanto raccolto sarà inoltre messo a disposizione delle parroc-chie per sistemare o acquistare strutture provvisorie per le attività parrocchiali, data l’inagibilità di tantissime strutture parrocchia-li (oratori, chiese, centri ricreativi, canoniche, ecc…) in vista dell’inverno ormai alle porte.

abitazione) sono stati colpiti gravemente: 59 le chiese e 33 i campanili danneggiati. Sono otto le chiese crollate comple-tamente (Villafranca, duomo di San Felice, duomo di Finale Emilia, San Biagio in Padu-le, Cavezzo, Disvetro, Motta, Camurana), 16 le chiese par-zialmente crollate, 8 i campa-nili crollati completamente, 7 quelli lesionati gravemente o parzialmente crollati. I restan-ti edifici in condizioni gravi e inagibili. La stima dei danni supera largamente i 350 milio-ni di euro.La quasi totalità delle parroc-chie ha installato tensostrut-ture per riunioni, aggregazione giovanile, celebrazioni. Entro 3 mesi, si spera di avere a di-sposizione 9 strutture poliva-lenti, prefabbricate, riscaldate chiamate Centri di comunità, 7 delle quali messe a disposi-zione dalla Caritas nazionale.Stanno progredendo i lavo-ri per la costruzione di tre chiese provvisorie a S. Felice, Medolla e Villafranca. Sono stati inoltre consegnati al-la Direzione Regionale della Sopraintendenza i progetti su alcune chiese, tra le meno dan-neggiate, che con alcuni inter-venti, strettamente necessari e

dal costo complessivo di 3 mi-lioni di euro, potranno essere di nuovo fruibili. Sono le chie-se della Buona Morte a Finale Emilia, la Pieve di Nonantola (da non confondere con l’ab-bazia), le parrocchiali di Solie-ra, di Bastiglia, di Cavezzo, di Camposanto, di Ravarino, di Rivara e di Bomporto. L’Uffi-cio beni culturali della diocesi ha ideato, realizzato e gestisce a Modena un deposito che accoglie tutte le opere delle parrocchie terremotate che non possono – per ora – essere custodite nei luoghi di origine. La prossimità evangelica è il criterio con cui, secondo l’esperienza consolidata di Caritas Italiana, sono stati re-alizzati i gemellaggi: si tratta di un segnale della disponibi-lità a mettersi a servizio, una forma di sollievo, una presen-za che aiuta a trovare risposta ai bisogni che emergono. Lo scopo primario rimane la ri-costruzione del tessuto comu-nitario.Sono state messe in relazione le parrocchie o unità pastorali delle diocesi colpite dal si-sma e le Delegazioni Caritas delle regioni Ecclesiastiche disponibili. La Delegazione del Lazio con l’Unità Pasto-

rale di Finale; la Delegazio-ne del Triveneto con le Unità Pastorali di S. Felice e Cam-posanto; la Delegazione del Piemonte e Valle d’Aosta con l’Unità Pastorale di Medolla; le Delegazioni delle Marche e dell’Umbria con le Unità Pastorali di Cavezzo e S. Pro-spero.A questi si aggiungono i “ge-mellaggi regionali”: diocesi di Parma con parrocchia di S.Felice, diocesi di Forlì con parrocchia di Rivara (Unità Pastorale S.Felice); diocesi di Piacenza con parrocchia di Finale.La prossimità è il cuore del gemellaggio, atteggiamento di vicinanza e partecipazione da perseguire anche tra par-rocchie all’interno della stessa diocesi modenese. Prossimi-tà che si manifesta in varie espressioni, tutte ispirate e guidate dalla comunione ec-clesiale e dalla conversione spirituale che coinvolge in modo uguale e paritario chi aiuta e chi è nel bisogno, quali ad esempio il dono di beni e materiali, l’offerta di denaro, la presenza di volontari, la colla-borazione ministeriale, visite, ospitalità e condivisione di esperienze pastorali.

Ferrara: intervista a don Stefano Zanella, Direttore dell’Ufficio Beni Culturali ed Ecclesiastici

Più di cento le chiese danneggiate

Don Stefano, qua-le è la situazione aggiornata in dio-cesi di Ferrara-

Comacchio?Attualmente 229 risultano essere gli edifici danneggia-ti (per edifici intendo chiese, case canoniche, locali per il ministero pastorale, asili di proprietà parrocchiale, cam-panili…) su un totale di cir-ca 592 edifici di proprietà ecclesiastica; cioè il 40% degli edifici di proprietà dell’ente ecclesiastico son stati colpiti dal terremoto. 109 risultano essere le chiese danneggiate su 213 (52%), sia di proprietà ecclesiastica che di proprietà dello Stato o dei comuni. Ad oggi, novembre 2012, sono 89 quelle chiuse. Le case cano-niche danneggiate sono 47 e per fortuna solo poche sono

inagibili con il vincolo di sfol-lamento da parte dei parroci (penso a Vigarano Mainarda, dove la casa canonica è inagi-bile e i locali per il ministero pastorale son stati demoliti per non peggiorare ulteriormente la situazione). A Santa Bianca di Bondeno la casa canonica

è inagibile ed il parroco, no-nostante volesse continuare a stare in canonica, è andato a vivere in un appartamento, non di proprietà parrocchiale, nelle vicinanze della chiesa. A San Nicolò Ferrarese, dove la situazione della casa canonica rende impossibile l’abitabilità, il parroco vive in un apparta-mento fornitogli dal comune di Argenta.

Cosa si è riusciti a fare?Riguardo agli edifici di culto che risultano inagibili non si è riusciti ancora ad interve-nire per mancanza di soldi. I parrocchiani ed alcuni co-muni han fornito strutture alternative dove poter cele-brare l’eucaristia quotidiana

e domenicale che non è mai mancata dal 20 maggio in poi. Sono state collocate ten-sostrutture e prefabbricati (la maggioranza pagate dai fondi Caritas e dalla carità del Pa-pa) che danno la possibilità di celebrare l’eucaristia ma non è ancora stato possibile pensare ad una ricostruzione poiché non si può che attendere fino a quando lo Stato non interver-

rà con un’ordinanza specifica. La fatica maggiore che ri-scontriamo in questo frangen-te è legata alle case canoniche, che potrebbero beneficiare delle ordinanze emesse per le abitazioni private. Visto che il 90% dei beni danneggiati sono vincolati dallo Stato e

considerati be-ni culturali non abbiamo ancora avuto una valu-tazione (sche-da Aedes) che possa consentire l’inserimento di questi proget-ti, di restauro e consolidamento, nel canale con-tributivo. Qualche nota positiva?L’unica nota positiva è la re-

azione delle comunità parroc-chiali che si stanno stringendo attorno ai loro pastori, anche se il disagio per il freddo por-terà nei mesi invernali ad un calo della presenza alle cele-brazioni eucaristiche domeni-cali. Molte parrocchie e molti parrocchiani stanno dando la disponibilità delle abitazioni private per svolgere regolar-mente la catechesi.

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11Domenica 2 dicembre 2012NostroTempo

La ricostruzione

Rialzarsi, come comunitàDiocesi al lavoroCarpi: messe

in sicurezza, ripristino di edifici danneggiati, ritorno dei parroci nelle canoniche

24 progetti presen-tati dalla Dioce-si alla Regione per l’approvazione del

finanziamento riguardan-te la messa in sicurezza di campanili, chiese o interi complessi parrocchiali di cui 7 interventi su campanili, 11 su interi complessi, cui si ag-giungono quelli sulle chiese e su altri edifici come palaz-zo Vescovile, palazzo Corso, chiesa museo di Sant’Igna-zio. “Si tratta di opere per un totale di 2 milioni e mezzo di euro – spiega l’economo diocesano Stefano Batta-glia – finalizzate alla messa in sicurezza di aree a rischio per l’incolumità pubblica”. Con l’approvazione del fi-nanziamento europeo, si può presupporre che vi sarà la co-pertura delle spese per queste opere provvisionali. Ma non è questo l’unico campo di azione del gruppo di tecnici della Diocesi di Carpi, co-stituito al fine di consentire a tutte le parrocchie di por-tare avanti l’iter di messa in sicurezza delle strutture, ma soprattutto di poter avere

• BeNedetta BelloCChio

Sisma, rinascita in corsoBologna: don Mirko Corsini, dell’ufficio amministrativo: «Mi ha colpito la grinta delle comunità, la loro voglia di ripartire al più presto e l’attaccamento di tutti alle loro chiese»

Nel dramma di chi è stato coinvolto dal terremoto mi

ha colpito la grinta delle comunità, la loro voglia di ripartire al più presto, e l’at-taccamento di tutti alle loro chiese». È quanto racconta don Mirko Corsini dell’Uf-ficio amministrativo della diocesi, in un’intervista al nostro settimanale, per fa-re il punto della situazione a sei mesi dal sisma dello scorso maggio. Don Cor-sini in questi mesi ha lavo-rato sul campo e negli Enti istituzionali preposti alla gestione dell’emergenza, ed è diventato il coordinatore e responsabile di un’équipe di esperti e tecnici che con

spazi per la vita pastorale e liturgica.Chiese che riapronoPer quanto riguarda la ria-pertura delle chiese meno danneggiate, dopo che San Bernardino Realino (non vincolata) e Gargallo sono state restituite al culto, sono in corso i progetti per la si-stemazione delle chiese di San Bernardino da Siena, Sant’Agata, aula del Sacra-mento a Mirandola, Santa Croce, Limidi, Rolo, Panza-no, Sant’Antonio in Merca-dello, San Martino Carano. Anche per la chiesa di San Francesco di Carpi, danneg-giata ma che non crea peri-colo per l’area circostante, si è in attesa del progetto di risi-stemazione. Le canonichePer quanto riguarda le abita-zioni dei parroci, le norma-tive sono quelle per l’edilizia civile privata, diverse a secon-da del danno rilevato tramite l’apposita scheda Aedes. Le canoniche rispondono dun-que alle ordinanze relative agli edifici abitativi: “ciascuna secondo tempi e tranches di finanziamento diversi, come avviene per le case private, abbiamo in progetto diverse sistemazioni per poter con-sentire il rientro dei parroci e luoghi per le celebrazioni e le altre attività pastorali”. Si tratta delle canoniche di Bu-

drione, San Martino Spino, Mortizzuolo, Cortile, Ado-razione, Limidi e Quarantoli. Strutture provvisorieSi sta sbloccando in questi giorni l’iter per la posa di strutture provvisorie, auto-rizzato ultimamente dalla

Soprintendenza in quanto i manufatti proposti dalla Diocesi di Carpi “non in-terferiscono con le principali visuali prospettiche degli edi-fici sacri”. Obiettivo dell’ente è la tutela dei beni culturali, per cui è previsto nel nulla osta che tali strutture “riman-gano in essere per un periodo non superiore a dieci anni”. Rientrano in questo campo i progetti per i centri di comu-nità donati da Caritas italia-

na (e in alcuni casi i moduli Tav) allestiti nei pressi degli edifici danneggiati. I centri di comunità saranno installa-ti a Mirandola, Mortizzuolo, Quarantoli, Budrione, Fossa e San Possidonio. I modu-li Tav sono già in corso di

montaggio a Mortizzuolo (2) e Limidi, e saranno alle-stiti anche a Fossoli. Progetti pilotaDopo la costruzione, in tem-pi record, della chiesa di Novi donata da Telepace, a Con-cordia altri due moduli Tav saranno montati nel nuovo centro del paese. Il progetto è complesso perché prevede che nello spazio della parroc-chia vi siano anche la chiesa nuova e il campo sportivo.

“Si tratta di un intervento inserito, insieme ad altri due nel ferrarese, tra i progetti pilota per la ricostruzione nell’area del cratere”, com-menta Stefano Battaglia. Anche Rovereto riceverà una nuova chiesa provvisoria; Gavello ha una casetta per le celebrazioni, e a San Martino Spino potrebbe arrivare una struttura il cui progetto è an-cora in via di definizione, co-sì come alla comunità di San Giacomo che aveva in mente già prima del sisma la rea-lizzazione di un salone ag-giuntivo. Anche a Vallalta la situazione è in evoluzione: “si sta procedendo alla valuta-zione dei costi di riparazione della chiesa esistente – preci-sa l’economo – comparati a quelli per la realizzazione di una nuova chiesa”.Coperture“Anche qui stiamo ragionan-do sugli interventi più efficaci, in prospettiva”, osserva Nico-la Mistrorigo, geometra, che insieme all’ingegner Marco Soglia fa parte del gruppo di lavoro della Diocesi. Rispet-to al metallo, ipotizzato in un primo momento, è più fun-zionale l’utilizzo del legno, da poter poi inserire come capriata in una eventuale ri-costruzione della chiesa. “In alcuni casi la Soprintendenza ha autorizzato anche la ci-matura degli edifici, cioè una

parziale demolizione delle parti alte danneggiate al fine di dare maggiore stabilità al complesso e consentire un intervento in sicurezza”.Rimozione delle macerie“Ci stanno venendo incon-tro in tutti i modi” prosegue Battaglia, precisando che la Soprintendenza ha autoriz-zato anche un possibile per-corso per la rimozione delle macerie. “Dopo un sopral-luogo a Mirandola dei tecni-ci delle Belle Arti e la nostra visita a San Martino Carano è partito un programma di rimozione e stoccaggio che interesserà le chiese di San Possidonio, San Giacomo Roncole e San Martin Ca-rano, che saranno ‘progetti pilota’ da cui partire”. La prima fase prevede lo spo-stamento – e lo stoccaggio in un luogo vicino al mo-numento di origine – delle macerie cadute all’esterno per consentire i puntella-menti necessari all’entrata nelle chiese. La seconda fase, dopo la messa in sicu-rezza dell’edificio, compresa la copertura che ne consente la stabilizzazione, è quella dell’ispezione interna, con la selezione e rimozione dei materiali. “Questi impor-tanti rilievi – precisa l’eco-nomo – sono il necessario punto di partenza per ogni progetto di riparazione”.

• luCa teNtori

«

il passare delle settimane ha acquisito competenze per raccordare e accompa-gnare gli interventi post sisma nelle parrocchie. «Il terremoto ci ha preso tut-ti alla sprovvista – spiega don Corsini - nessuno se lo aspettava: non avevamo pronte strutture di suppor-to e intervento per le nostre comunità. Il nostro compi-to si è così strutturato nel tempo, ed è al servizio della comunità per coordinare gli interventi, accompagna-re le progettazioni, fornire competenze e controlli, rac-cordare le parrocchie con le autorità civili che sono coinvolte nell’ambito della prima emergenza e della ricostruzione». Un suppor-to e una struttura, messa a disposizione dalla diocesi, che si adatta di settimana in settimana alle esigenze della situazione sul campo. «Siamo partiti subito, nei primissimi giorni successivi al sisma, con sopralluoghi a tappeto nelle parrocchie per stilare una stima dei danni e sostenere i primi interventi per risolvere le emergenze

con i Vigili del fuoco, i sin-daci, la Direzione regionale per i beni culturali e la So-printendenza - spiega anco-ra don Mirko -. Poi c’è stata la fase di realizzazione del-la messa in sicurezza degli edifici più pericolosi per la pubblica incolumità e in un secondo momento di quelli che non davano problemi per la pubblica sicurezza. Questa fase è quasi conclu-sa, anche se “a macchia di leopardo” mancano alcuni interventi». Ora il lavoro si fa più complesso e articola-to, perché si sta intervenen-do su vari fronti. Primo fra tutti la scelta di dieci edifici, in cui si vorrà intervenire rapidamente e con spese re-lativamente contenute, per poterli riaprire al pubblico nel più breve tempo possi-bile. «Stiamo seguendo poi in tempo reale – dice don Corsini – i progetti di in-tervento, i rapporti con le autorità comunali, il Com-missario straordinario, l’assistenza legale e assicu-rativa e tutte le normative civili per la ricostruzione». Un lavoro non semplice,

perché bisogna interve-nire non solo sulle chiese, che hanno forti implica-zioni artistiche e storiche, ma anche su scuole, edifici pubblici, canoniche ed enti che rispondono a norma-tive complesse e differen-ti. «Ecco perché abbiamo voluto lavorare in équipe con competenze diverse che interagiscano conti-nuamente e a rotazione con i parroci – sottolinea don Corsini –. Per que-sto ringrazio Sara Melot-ti, Fabio Cristalli e Paolo Bonetti, oltre al personale dell’Ufficio beni cultura-li e amministrativo della diocesi. Con Claudia Ma-nenti si è avviato invece un fruttuoso cammino per la costruzione delle chiese provvisorie grazie al “Dies Domini”, Centro studi per l’architettura sacra e la città della Fondazione Cardinale Giacomo Ler-caro». «Siamo in media al 35 - 40% del cammino per arrivare al recupero degli edifici lesionati – conclu-de don Mirko – anche se in alcuni casi ci vorranno

anni prima di tornare al-la situazione precedente al sisma. Occorre tenere presente la tipicità di que-sto evento sismico che ha coinvolto un’estensione territoriale molto ampia. Il nostro invito rivolto al-le parrocchie è quello di camminare uniti. Com-prendiamo le particolarità e le impazienze delle sin-

gole comunità, ma solo co-ordinando insieme le varie realtà riusciremo a proce-dere al meglio. È bello ve-dere l’amore per le proprie chiese e la voglia di rive-derle in piedi e riaperte. Certo è che per ottenere questo per tutti occorrerà pazienza, tempo e si dovrà partire facendo inevitabil-mente delle scelte».

Le cifre dei danniPer la diocesi di Bologna si contano 282 edifici coin-

volti con 108 enti ecclesiastici che hanno subito danni. Di questi 94 sono chiese parrocchiali, 56

chiese non parrocchiali, 34 campanili, 45 case canoniche 16 opere parrocchiali, 15 scuole e 22 altri edifici. In questi mesi sono state scelte dieci chiese in cui si vorrà interve-nire rapidamente e con spese relativamente contenute, per poterli riaprire al pubblico nel più breve tempo possibile.Si tratta di: San Michele Arcangelo di Argelato, Santa Maria Assunta di Baricella, Santa Maria Assunta di Ca-stelfranco Emilia, San Giovanni Battista di San Giovanni in Persiceto, Madonna del Poggio di San Giovanni in Per-siceto, San Giovanni Battista di Minerbio, San Mamante di Medicina, Sant’Andrea di Maccaretolo, San Pietro Ca-pofiume, Santi Vincenzo ed Anastasio di San Vincenzo di Galliera.

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12 Domenica 2 dicembre 2012 NostroTempo

Natale per l’Emilia

Noi che lavoria-mo da sempre per realizzare progetti solida-

li, vi chiediamo un gesto di solidarietà verso le nostre cooperative e associazio-ni, ma anche nei confron-ti delle aziende agricole che abbiamo scelto come partner”. È un appello al-la solidarietà quello che il progetto “Natale per l’E-milia” rivolge alla città, al-

Salviamo le aziende emiliane colpite dal terremoto acquistando i loro prodotti per le feste

Città

Nel 2002 la Co-munità di S a n t ’ E g i d i o ha lanciato la

prima Giornata Mondiale delle “Città per la Vita-Cit-tà contro la pena di morte”,

il 30 novembre. La data è stata scelta perché ricorda la prima abolizione del-la pena capitale: quella del Granducato di Toscana, il 30 novembre 1786. Oggi sono oltre 1500, tra cui 69 capitali nei cinque conti-nenti, le città che prendo-no parte a questa Giornata, con iniziative a carattere educativo e spettacolare che vedono coinvolti mo-numenti o piazze-simbolo e con interventi mirati alla

Undicesima giornata mondiale contro la pena di morte

Città per la vita Centro Ferrari

La politica oggiGiovedì 29 novembre alle 18 presso la Sala C del Palazzo

Europa, il Centro F. L. Ferrari invita a partecipare ad un incontro con Giuseppe Savagnone del Forum della Cei

per il Progetto culturale, sul tema “I cattolici e la politica oggi: sette nodi da scogliere”.

Giornata internazionale della violenza contro le donne

Donne oggetto di stalkingL’aumentata attenzione per la privacy abbinata alla mag-

giore disponibilità di strumenti per violarla, una società sempre più individualistica che porta ad un approccio di-

verso nei confronti degli estranei sentiti spesso come pericolosi, il timore verso soggetti considerati aggressivi e violenti come i malati mentali o tutti coloro che in qualche modo vengono per-cepiti come “diversi”, la tendenza al ricorso alla legge penale per regolamentare comportamenti attinenti alla sfera sociale. Ma anche il cambiamento del ruolo della donna, che nel tempo è di-ventata meno disponibile a stare in relazioni poco soddisfacenti e la relativa non accettazione maschile del rifiuto. Sono i principali motivi che hanno portato alla criminalizzazione dello stalking, fenomeno noto dai tempi antichi ma solo recentemente diven-

Parrocchia Cittanova

Laboratorio e mostra presepi

Se hai un presepe curioso, originale o semplicemente vuoi aiutarci a rendere caldo il clima del Natale portaci il tuo presepe, ma anche un quadro, una scultura, un racconto

corto con soggetto il presepe e la natività. I lavori ricevuti sa-ranno esposti presso li locali della parrocchia di Cittanova dall’8 dicembre 2012 al 6 gennaio 2013.Per info: tel. 059 2034030.

la provincia, e non solo, in occasione delle imminen-ti feste natalizie: si trat-ta di una vendita speciale dei prodotti alimentari di alcune aziende con sede nella bassa modenese. L’o-biettivo è quello evidente di raccogliere fondi per la ricostruzione dei locali danneggiati e trovare nuo-vi acquirenti fuori dal mer-cato locale, attualmente in difficoltà. Sono state cre-ate vere e proprie strenne natalizie composte da una selezione di prodotti tipici emiliani e del commercio equo e solidale. L’iniziativa

è promossa dalle Coopera-tive Sociali Eortè (Carpi e Soliera), Oltremare (Mo-dena e Cavezzo), Bottega del Sole (Carpi e Miran-dola), Vagamondi (Formi-gine), dalle Associazioni Venite alla Festa (Carpi e Soliera) e La Festa (Grup-po di Acquisto Solidale – Soliera) ed è sostenuta da Terra Ferma Emilia, il por-tale nato per mettere in cir-colo le buone pratiche per reagire al terremoto. Presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico di Piazza Grande è stato allestito un corner dove si possono acquistare

le strenne, dal lunedì al ve-nerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18.30, e il sabato dalle 9.30 alle 12.30. Altri punti vendita si trovano: a Modena in Calle di Luca 16, a Vignola in via Portel-lo 4, a Limidi di Soliera in via Carpi Ravarino 72, a Soliera in Piazza Sassi, a Formigine in via per Sas-suolo 1, a Fiornao Mode-nese in via Vittorio Veneto 12, a Carpi in Corso Fanti 85 e 67, e a Mirandola in via C. Battisiti 10.Per info: www.nataleperle-milia.it.

sensibilizzazione dei citta-dini. Quest’anno l’evento si arricchisce di adesioni importanti: Parigi, Belgra-do, Barcellona, solo per citarne alcune. Anche la città di Modena aderisce, accogliendo l’appello della Comunità di S. Egidio, con diverse iniziative. Questo

il programma: alle 18 sa-luti dalla Preda Ringadora da Fabio Poggi, assessore comunale alla cooperazio-ne internazionale, e Cate-rina Liotti, presidente del Consiglio Comunale. Alle 18.30 lettura di lettere e poesie di alcuni condanna-ti a morte, alle 19 tè caldo e bensone offerti presso il Caffè dell’Orologio, alle 20 estratti e frammenti di “Ca-ligola” di Albert Camus, in collaborazione con i dete-

nuti della Casa di Reclusio-ne di Castelfranco Emilia, a cura del Teatro dei Venti. A seguire intervento del coor-dinatore del laboratorio te-atrale, Stefano Tè, e di altri responsabili del progetto.

Inoltre la torre Ghirlandi-na, appositamente illumi-nata da un fascio di luce blu, costituirà il monumento–simbolo dell’impegno della città a favore dell’iniziativa. Per info: tel. 059 203 3779

Borse di studio della Summer Scholl

Due studenti Unimoreall’EuroparlamentoSono due laureati dell’Università di Modena e Reggio Emi-

lia, Andrea Mammi e Giorgia Berrino, i partecipanti al-la Summer School Renzo Imbeni che hanno ottenuto le

borse di studio e soggiorno per frequentare lo stage di quattro mesi al Parlamento europeo di Bruxelles. L’edizione del settem-bre 2012 della Summer school è stata dedicata a “L’Europa delle idee” e in sei giornate di lavoro sono intervenuti 38 relatori, tra i quali il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. I venti partecipanti sono stati selezionati tra oltre 60 richieste da tutta Europa sulla base di un solido percorso accademico e delle esperienze sviluppate all’estero. Le borse di studio e soggiorno (5 mila euro) sono state assegnate dopo le valutazioni di un test finale del corso.

tato reato. A spiegarlo è stata la criminologa Laura De Fazio, relatrice di un incontro organizzato dal Soroptimist club di Mo-dena lo scorso 24 novembre, in occasione della Giornata interna-zionale contro la violenza sulle donne. Alla serata erano presenti Ornella D’Orazi presidente di sezione del Tribunale di Modena e Giudice Tutelare, la dirigente amministrativa del Tribunale di Modena e Reggio Ivonne Pavignani, Maria Grazia Scacchetti del Forum donne Giuriste, Mirella Guicciardi componente del Comitato Tecnico presso il ministero delle Pari opportunità e vice presidente del Comitato Pari opportunità all’ordine foren-se di Modena, Giovanna Zanolini di Donne e Giustizia e Rita Cucchiara, che con la Laura De Fazio segue il progetto interna-zionale “Cyberstalking and young people”.

Santa Rita

Solidarietà tra i fornelliVenerdì 7 dicembre presso i locali della parrocchia di Santa

Rita riapre il tradizionale mercatino con ricami, pizzi, tova-glie, presepi artigianali e altri prodotti preparati dal gruppo

parrocchiale Caritas. Il ricavato dalla vendita degli oggetti servirà per aiutare le famiglie disagiate della parrocchie, già seguite dal gruppo Caritas. Inoltre sono ancora a disposizione alcune copie del ricettario frutto dell’esperienza culinaria di amici e parrocchiani, un’idea regalo “solidale” per le prossime feste. Questi gli orari di apertura del mercatino: venerdì 7 dicembre dalle 17 alle 19, sabato 8 dicembre dalle 8.30 alle 13 e dalle 17 alle 19, domenica 9 dicem-bre 8.30 alle 13 e dalle 17 alle 19, sabato 15 dicembre dalle 15 alle 19 e domenica 16 dicembre dalle 8.30 alle 13 e dalle 17 alle 19. Per informazioni, telefonare al numero 339/1879350.

Cappella Musicale del Duomo

La musica della Cattedrale

S i apre domenica 2 dicembre il tempo d’Avvento e, come ormai è consuetudine, ogni domenica alle ore 16.30 in Duomo la Cappella Musicale del Duomo di Modena

nell’ambito de “La musica della Cattedrale” propone “I Vespri d’ organo - Preludio alla preghiera dei Secondi Vespri Capi-tolari”.Quest’anno i Vespri d’organo avranno come protagonisti di-versi giovani organisti. Domenica 2 dicembre alle ore 16.30 il maestro Eugenio Becchetti all’organo eseguirà musiche di Morlacchi, Paisiello e Reubke, seguiranno alle 17.30 i secon-di vespri capitolari cantati dalla schola gregoriana e alle 18 la messa sarà animata dalla schola cantorum “San Giovanni Bosco”.

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13Domenica 2 dicembre 2012NostroTempo

Pianura

Bagazzano di Nonantola ha celebrato domenica scorsa la festa del santo taumaturgo, famoso anche per i tortelli a lui dedicati

Domenica scorsa, presso la parroc-chia Beata Vergine Assunta di Ba-

gazzano di Nonantola, grazie all’impegno del parroco don Emanuele Mucci e dei par-rocchiani, si è tenuta la festa di San Bellino per ripristinare la tradizione dei tortelli di San Bellino.Nato nel 1090, di nazionalità tedesca, Bellino fu sacerdote e vescovo a Padova e si prodigò per la difesa e il recupero dei beni della chiesa e dei mona-

San Bellino e la sua gustosa tradizione

• laura solieri

Abbazia, la Regionesblocca mezzo milione

Nonantola

La Regione Emilia Romagna, accogliendo le priorità indica-te dall’Amministrazione comunale, ha destinato al restauro dell’Abbazia di Nonantola 500 mila euro provenienti dalle

donazioni degli sms solidali.Mons. Lanfranchi dichiara la sua soddisfazione: «L’importante somma permetterà di affrontare i lavori necessari per riaprire l’Ab-bazia, dopo il sisma che l’ha duramente colpita. Ringrazio il sinda-co Borsari di averla indicata tra le priorità del territorio. L’Abbazia infatti è insieme spazio della liturgia e del rendimento di grazie e monumento della storia e della cultura di una comunità per la quale, come dimostra anche la Partecipanza, è stata promotrice di civiltà. Rendere di nuovo accessibile l’Abbazia renderà possibile ancora oggi questa testimonianza così intensa e significativa».«Siamo molto soddisfatti per lo sblocco di questi fondi che con-sentono di iniziare a progettare il recupero dell’Abbazia, che per la comunità nonantolana rimane una priorità da più punti di vista, questo anche pensando alle celebrazioni secolari che la interesse-ranno nel 2013 e 2014 – ha dichiarato il sindaco di Nonantola Pier Paolo Borsari.

steri, nelle opere di carità ver-so i poveri, nella creazione di parrocchie (cappellae) affidate a sacerdoti, nell’emancipazio-ne dei servi della gleba. Il 26 novembre 1147, mentre era in viaggio per Roma, nei boschi di Fratta Polesine fu trucidato da sicari inviati dai nobili padova-ni, cui aveva ripreso le terre ec-

clesiastiche, poi lasciato sbranare dai cani.La salma fu portata nella chiesetta di San Giacomo di Lugara-no, poi in quella di San Martino di Variano, pa-ese che prese il nome di San Bellino.La fama del vescovo si diffuse nelle diocesi di Padova, Adria e Rovigo, fu proclamato Santo e il suo culto si propagò e i miracoli a lui attribui-ti si manifestavano nei confronti di devoti in-fortunati nei lavori dei campi e degli ammalati, ed era invocato contro le morsicature dei cani

rabbiosi.Anche nella bassa modenese giunse la fama di questo san-to taumaturgo e in particolare a Nonantola, la cui Abbazia era in stretto contatto con la città di Padova. In particola-re, a Bagazzano di Nonantola, vi era un’antichissima stele in marmo con una statua di San

Bellino; oggi all’incrocio di via Rebecchi con via Maestra di Bagazzano una maestà più recente è dedicata al Santo e racchiude una statua in terra cotta, raffigurante San Bellino, opera dello scultore don Gian-ni Gilli, che nel volto del Santo ha ripreso i tratti di don Arrigo Beccari. Al culto di San Bellino si le-gò una tradizione singolare: la popolazione, il 26 novembre di ogni anno, si radunava davanti alla stele a pregare, per poi ra-dunarsi sui prati per una allegra merenda a base di tortelli.Da questa usanza è rimasto il nome della località in prossi-mità della stele, cioè Pre’ Turtel.Domenica scorsa, durante la festa, è stata anche presentato il fascicolo “Pulitura e recupero dell’icona di Maria Regina con Gesù Bambino nella chiesa di Bagazzano”, edito in collabora-zione con il Centro Studi Sto-rici Nonantolani. Il pomeriggio si è concluso con una doverosa degustazione del famoso “tor-tello” di San Bellino.

Ringraziamento e Cristo Re a San Bartolomeo

Villanova

Coincideva quest’anno con la festa di Cristo Re la giornata del ringraziamento per la gente dei campi nella parroc-chia di San Bartolomeo a Villanova, sulla sponda sinistra

del fiume Secchia. All’offertorio della messa comunitaria, presie-duta dal parroco don Geraldo Gomes, si è rinnovato l’omaggio simbolico dei prodotti tipici di quell’area verde privilegiata, con produzione di mele e pere di qualità. Immancabile la benedizione liturgica a trattori e carri agricoli di quelle fertili aree di campagna, beneficiate dalle acque del fiume. Quindi, pilotati dal commen-dator Maurizio Guerzoni e da Loretta Sala, i volontari di cucina hanno accolto nella grande tavolata a scopo benefico capi-famiglia con consorti, figli e nipoti e sostenitori al seguito.La mensa era allestita nel grande salone, edificato mattone su mat-tone fra mille ristrettezze nel primo dopoguerra da don Goffredo Polacchini, e che dagli anni ‘70 ospita le artistiche Natività costi-tuenti il prestigioso “Museo dei presepi di Villanova” voluto da don Sesto Serri, morto proprio dieci anni fa.

• fraNCo maNtoVi

Finché morte non ci separi?Nonantola

Dopo l’anteprima di domenica scorsa, 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, prosegue il ciclo di incontri organizzato da Fonda-

zione Villa Emma, Nonantola Film Festival e Comune di Nonan-tola ed intitolato “Finché morte non ci separi?”. Martedì 4 dicembre alle ore 21 verrà proiettato al Teatro Trosi di Nonantola il film “Ti do i miei occhi” del regista Iciar Bollain. La pellicola, prodotta in Spagna nel 2003 e premiato Festival del Cinema di San Sebastian, parla della violenza contro una donna all’interno di un ambiente familiare, che invece di proteggere, talvolta accentua e fa esplodere il fenomeno. La proiezione del film, che ha vinto 7 premi Goya tra cui migliore attore a Luis Tosar e migliore attrice a Laia Marull, sarà ad ingresso gratuito. Giovedì 6 dicembre alle ore 21 la rassegna proseguirà con una riflessione pubblica sulla violenza contro le don-ne. All’incontro, condotto dalla giornalista Mariapia Cavani, par-teciperanno Maria De Marco, già assessore alla Cultura e alle Pari opportunità dell’VIII municipalità di Napoli (quella con Scampia), lo psicologo Giorgio Penuti del Centro Liberiamoci dalla violenza dell’Ausl di Modena e Cinzia Vaccari, autrice de “La ragazza in bi-cicletta” (Fabbrica dei segni editore, 2012).

Post terremoto:come assicurarsi?

Medolla

Sono molti i cittadini e le imprese che, dopo il terremoto del 20-29 maggio, chiedono se e come ci si può assicurare contro le catastrofi naturali. Di un intervento privato e pubblico in questo

campo e delle possibili evoluzioni future si parla nel convegno in pro-gramma lunedì 3 dicembre a Medolla. L’iniziativa si svolge alle 17 nell’auditorium della biblioteca comunale (piazza Donatori di sangue 1) ed è organizzata da Insieme, la cooperativa di utenti in campo assi-curativo (unica di questo tipo in Italia) promossa da Confcooperative Modena nel maggio 2010. «Insieme assicura autovetture, autocarri e motoveicoli – spiega il diret-tore di Confcooperative Modena, Cristian Golinelli -. Dopo il sisma molti nostri soci ci hanno chiesto come ci si può coprire dal rischio di eventi naturali catastrofici. Nel convegno di Medolla parliamo delle possibili soluzioni insieme a esperti di livello nazionale». Condotto dalla giornalista Rossana Caprari e aperto al pubblico, il convegno si apre con i saluti di Alberto Silvestri, sindaco di San Felice, dello stesso Golinelli e di Massimo Alberghini, direttore Apima Modena. Doriano Castaldini, docente al dipartimento di Scienze chimiche e geologiche dell’Università di Modena, illustra le cause ed effetti am-bientali del terremoto del 20-29 maggio; interverranno poi Filippo Emanuelli, amministratore delegato della Belfor Italia e Alessandro Cioci, direttore assicurativo di Itas Mutua. Concludono Marco Goz-zi, responsabile assicurazioni gruppo trebbiatori e motoaratori Bassa Modenese, e Antonio Fierro, della cooperativa Insieme.

Nuova chiesa per Villafranca Medolla

Sabato 8 dicembre sarà consacrata la nuova chiesa di Villa-franca di Medolla, alla presenza di mons. Antonio Lanfranchi e delle autorità civili. Ecco l’immagine della nuova chiesa al

fianco della vecchia, fortemente colpita dalla scosse di terremoto dello scorso maggio.

• iago fregNi

Il mio cammino di gioiaIntervista ad Andrea Ballarin, il seminarista di Bomporto, che domenica scorsa ha ricevuto l’ammissione tra i candidati al presbiterato

La scorsa domenica si è celebrata la gior-nata del Seminario e in questa occasione,

• laura solieri

in cattedrale a Modena, otto seminaristi hanno compiuto un passo importante nel loro cammino di fede. Tra questi c’era anche An-drea Ballarin, 21 anni, della parrocchia di Bomporto, che ha ricevuto l’ammissione tra i candidati al presbiterato, al quale abbiamo chiesto come ha vissuto la preparazione a questo passo importante. «Questo passo importante si presenta dopo 2 anni di semi-nario, all’inizio del mio terzo anno, e segna un cammino già cominciato, quello verso il sa-cerdozio – spiega Andrea –. In

questi due anni, e soprattutto questa estate, mi sono accor-to sempre più che la vita del prete diocesano sembra essere la forma di vita adatta a me, il Signore ha scelto per me. Ora più che mai ricomprendo e ravvivo quella prima scelta di due anni fa di entrare in semi-nario, e mi rendo conto anche di motivazioni che prima non vedevo. In generale – prosegue Andrea – quello che ho trovato in questi primi due anni, e che io intendo come il germe di quello che potrebbe essere una vita da presbitero, è una grande libertà, che ha come sfondo la

volontà del Signore, e anche la certezza che ai suoi occhi, e nelle sue mani, io posso esse-re strumento d’amore per gli altri. Mi sento felice, perché certamente è tanta gioia quella che trovo giorno dopo giorno vivendo in seminario. Certo, le difficoltà non mancano, ma penso che sia lo stesso in ogni ambito della vita, anche per chi è fidanzato, per chi si prepara a diventare frate... Però anche queste difficoltà sono affronta-te con la forza del Signore che mi sorregge, e al mio fianco ho una comunità di 17 confratelli che camminano con me».

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14 Domenica 2 dicembre 2012 NostroTempo

Pedemontana

I ragazzi non dimenticano Iqbal

Si è tenuta nei giorni scorsi a Spezzano l’in-titolazione del parco pubblico di via Loira

a Iqbal Masih, il bambino pa-kistano ucciso a soli 13 anni per il suo impegno nella lotta alla schiavitù minorile e alla difesa dei diritti dei più pic-coli. La proposta di dedicare questo spazio verde al piccolo eroe pakistano, in concomi-tanza con le celebrazioni per la Giornata Mondiale dei Diritti dell’Infanzia che si è svolta lo scorso 19 novembre, è venuta

A Spezzano un parco dedicato al piccolo eroe pakistano che lottò contro la schiavitù minorile e per la difesa dei diritti dei più piccoli

Il punto sulla violenza alle donne

Un incontro per fare il punto su quanto fatto e su quanto ancora è da fare per contrastare una delle maggiori piaghe del nostro paese: la violenza alle donne. In occasione del-

la giornata internazionale contro la violenza alle donne il comune di Castelvetro ha organizzato per venerdì 30 novembre alle 20.30, presso la Sala Consiglio, la serata “Denunciamo la Violenza” in col-laborazione con Unione Terre di Castelli , Asl Distretto di Vignola, Associazione Gruppo Donne e Giustizia di Modena. L’appunta-mento prenderà il via con il saluto dell’amministrazione comunale e della commissione pari opportunità e proseguirà con la presentazio-ne del protocollo operativo del distretto di Vignola per contrastare la violenza sulle donne, con interventi di Emilia Muratori, Sindaco di Marano s/P. e Angelo Vezzosi, Direttore Distretto di Vignola - Ausl Modena.A seguire verrà presentato il libro “Per non dargliela vinta” scritto da Giovanna Ferrari, madre di Giulia Galiotto, uccisa dal marito nel 2009. L’autrice del libro dialogherà con la scrittrice la giornalista del-la Gazzetta di Modena Claudia Benatti e con Giovanna Zanolini, presidente dell’Associazione Gruppo Donne e Giustizia di Modena.

Castelvetro

Nostro Tempo - Settimanale cattolico modeneseRedazione via Formigina, 319 Modenatel. e fax. 059/344885 - [email protected]: tel. 059/2133866 - fax. 059/347326 - 059/2133805

Realizzazione e impaginazione: MediaMo

Direttore responsabile: Stefano Malagoli

Coordinatore di redazione: Paolo Seghedoni

In redazione: don Marco Bazzani, Luca Beltrami, Marcella Caluzzi, Giancarlo Cappellini, Andrea Cavallini, Mariapia Cavani, Elena Cristoni, don Gianni Gherardi, Simone Lazzaretti, don Massimo Nardello, Giulia Vellani

Comitato editoriale: mons. Paolo Losavio, mons. Giacomo Morandi, padre Lorenzo Prezzi, don Giuliano Gazzetti, Rossana Arletti, Egidio Iotti

Hanno collaborato: Benedetta Bellocchio, Iago Fregni, Franco Mantovi, don Nardo Masetti, Francesco Panigadi, don Gabriele Semprebon, Laura Solieri, Luca Tentori, don Stefano Violi

Fotografie: archivio Nostro Tempo, MediaMo, Moka, Sir, Luigi Esposito

Stampa: Società Editrice Lombarda (Cremona)stampato in n° 2100 copie

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dal Consiglio comunale dei ragazzi ed è stata accettata con entusiasmo d a l l ’ a m m i n i -strazione fiora-nese. Nel corso della cerimonia di intitolazione sono stati letti, accompagnat i da musica dal vivo, brani che raccontano la vita di Iqbal e altri sul tema dello sfrutta-mento minorile. Vita, quella di Iqbal che è stata prematuramen-te interrotta il 16 aprile 1995, quando ven-ne assassinato mentre andava con la sua bicicletta in chiesa.

Iqbal Masih nacque nel 1983 in una famiglia molto povera.

Quando aveva cinque anni, la sua famiglia si indebitò per

pagare le spese matrimoniali della primogenita, e Iqbal fu

venduto dal padre al direttore di una fab-brica di tappeti, per il prestito di 26 dollari. Così fu costretto a la-vorare ingiustamente come uno schiavo, incatenato a un tela-io, per circa quattor-dici ore al giorno, per guadagnare solo una rupia (1 centesimo di euro). Lì conobbe molti ragazzini co-me lui, ad esempio un ragazzino un po’ più grande, la cui so-rellini era violentata dal direttore, e molti altri. Cercò parec-chie volte di sfuggire

al direttore della fabbrica, ma veniva trovato subito, e appena

Sono 24 i ragazzi di Formigine, Casinalbo e Magreta che pren-dono parte al progetto

‘Disabili e sport’ che coinvolge giovani delle scuole medie infe-riori e superiori con l’obiettivo

di aumentare le opportunità di integrazione sociale attraverso la pratica sportiva utilizzandola come strumento di crescita e di valorizzazione delle specifiche capacità di ogni ragazzo diver-samente abile.Tutti i ragazzi formiginesi svol-gono, insieme o divisi in gruppi a seconda delle diverse disabili-tà, una specifica attività motoria una volta la settimana in orario scolastico, ma in un’ora aggiun-tiva rispetto al programma curriculare. In quest’ora sono accompagnati dai propri inse-gnanti di sostegno e da 2 o 3 compagni di classe, che fungo-

24 formiginesi tra i ragazzi coinvolti nel progetto ‘Disabili e sport’

Lo sport per tuttino da tutor nell’attività sportiva proposta.Il progetto terminerà con una festa che si svolgerà al Campo Scuola di Modena cui parteci-peranno tutti i ragazzi coinvolti nel progetto di tutta la Provin-cia. L’iniziativa è infatti di ca-rattere provinciale e si avvale della collaborazione e sostegno

economico dei Comitati pro-vinciali del Co-ni, del Centro Sportivo Italia-no, della Ausl - Medicina del-lo Sport , del-la Provincia di Modena e di undici comuni tra cui Formi-gine. Ben 25 gli istituti scolasti-ci coinvolti sul territorio pro-vinciale. Il co-ordinatore del progetto è il Pa-olo Zarzana, lau-reato in scienze dell’educazione e specializzato in attività motorie per soggetti di-versamente abili

così come tutti gli operatori coinvolti nel progetto. Dopo gli eventi sismici del maggio scorso il progetto “Di-sabili e Sport” si rivolge con un occhio particolare alle zone colpite della bassa modenese. Hanno aderito infatti, le scuole medie inferiori di Concordia, le scuole medie inferiori di S. Felice e Camposanto, oltre a moltissime scuole medie su-periori di Finale e Carpi.“Ci identifichiamo piena-mente negli obiettivi di questo progetto - spiega il sindaco Franco Richeldi - Abbiamo infatti sempre pun-

tato sullo sport anche come importante funzione sociale sotto il profilo della forma-zione e della tutela della salu-

tornati in fabbrica, lo puniva gettandolo in una cisterna sot-terranea chiusa da una grata quasi senza aria. Un giorno del 1992 uscì di nascosto dalla fabbrica/prigione e partecipò, insieme ad altri bambini, ad una manifestazione del “Fron-te di Liberazione dal Lavoro Schiavizzato”, nella quale, si celebrava la «Giornata della Libertà», in cui Iqbal decise spontaneamente di raccontare la sua storia e la condizione di sofferenza degli altri bambini nella fabbrica di tappeti in cui lavorava. Gli avvocati del sin-dacato contribuirono a libera-re lui e tutti gli altri bambini schiavi del lavoro minorile.Dal 1993 Iqbal cominciò così a tenere una serie di confe-renze internazionali sensibi-lizzando l’opinione pubblica mondiale sui diritti negati ai bambini nel suo paese e con-tribuendo al dibattito sulla schiavitù mondiale e sui diritti internazionali dell’infanzia.

te dei cittadini, nonché dello sviluppo delle relazioni e del miglioramento degli stili di vita”.

In ricordo di Sante Bortolamasi

Questa volta domenica 2 dicembre toccherà al figlio Stefano preparare, a regola d’arte culinaria tradizionale, ogni cosa per la festa del maxi-zampone preparato, poi servito a tutti,

generosamente, in piazza a Castelnuovo di fronte alla chiesa di San Celestino. Per oltre vent’anni, a cominciare dal 1997, a occuparsi di tutto c’era lui, Sante Bortolamasi, cavaliere al merito della Repubbli-ca e detentore di molti record nel “Guinness dei Primati”. Il cavaliere Sante (conosciuto come “il re dello zampone”) era, accanto ai fratelli Carlo e Giorgio, esperto “acconciatore di carne suina”. Fu per tutta la vita, stroncata improvvisamente due mesi fa a 68 anni, persona ge-nerosa e intraprendente; la più bella attestazione di affetto collettivo al “re dello zampone” è avvenuta all’ultimo cristiano saluto ufficia-le presieduto dall’arciprete don Isacco Spinelli accanto alle autorità locali ed una folla di compaesani. Anche il cronista che si onorava di saperlo sempre “amico dal tempo di don Antonino” ha voluto ri-cordarlo in vista della festa tradizionale, a valorizzazione della carne suina che sta per ripetersi magistralmente all’ombra del Torrione.

Castelnuovo

• fraNCo maNtoVi

Nel dicembre del 1994 otten-ne un premio di 15.000 dollari sponsorizzato dall’azienda di calzature, con il quale Iqbal, avrebbe voluto finanziare una scuola nel suo paese. Ricevette una borsa di studio, ma la ri-fiutò: aveva deciso di rimanere in Pakistan per aiutare ancora i bambini del suo paese. Gra-zie a lui circa tremila piccoli schiavi poterono uscire dal loro inferno: sotto la pressione internazionale il governo pa-kistano chiuse decine di fab-briche di tappeti.A soli 13 anni Iqbal Masih venne assassinato. La polizia pakistana, in accordo con la mafia che l’aveva ucciso, scris-se che l’assassinio derivava da una discussione tra Iqbal e un contadino. Alcuni testimo-ni però affermarono di aver visto una macchina dai fine-strini oscurati avvicinarsi a lui mentre era in bici e qualcuno, al suo interno, aprire il fuoco contro Iqbal.

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Domenica 2 dicembre 2012NostroTempo 15

L’Appennino ritrovatograzie ai fondi europei

L’assessore provinciale all’Agricoltura Tomei: “Col Psr miglioriamo l’economia del territorio e diamo slancio al turismo”

Un piano ambizioso di interventi, in buona parte già realizza-ti. Gian Domenico

Tomei, assessore all’Agricoltura della Provincia di Modena, ha fatto il punto sul Programma di Sviluppo Rurale della Regione Emilia Romagna, ed in partico-lare sull’Asse 3. La Provincia di Modena ha presentato e finanziato, attra-verso il fondo europeo per lo sviluppo agricolo nelle zone rurali, diversi progetti. Come sta procedendo il lavoro?Possiamo fare un primo bilancio delle attività svolte. L’Asse 3 del Programma di Sviluppo Rurale finanzia le diversificazioni del-le aziende agricole, agriturismi, fattorie didattiche, attività col-laterali (fotovoltaico, agroener-gie), ma anche il miglioramento del territorio rurale. Abbiamo finanziato oltre 150 interventi per un importo complessivo di oltre 12,5 milioni di euro, di cui 5 milioni già liquidati ai diversi soggetti. In particolare gli inter-venti relativi alle biomasse e alle agroenergie sono stati cofinan-ziati dagli enti pubblici. Insieme alle Amministrazioni comunali abbiamo costruito centraline a biomasse per il riscaldamento di

Appennino

L’arte di invecchiareGiunte alla fine della nostra attività

lavorativa, ci siamo trovate a dover costruire una quotidianità totalmente diversa, e purtroppo accade di frequente che ci si

senta disorientate e frastornate, nel dover trascorrere giornate che sembrano interminabili. Da parte attiva della società, perfettamente inserite nel tessuto sociale, venendo meno l’impegno lavorativo, ci si sente a volte emarginate, relegate nel proprio “angolo”, come se il nostro compito fosse esaurito. In questi casi, dunque, è opportuno farsi aiutare ad intraprendere un percorso che ci aiuti a prendere coscienza del ruolo tutt’altro che marginale che ancora possiamo ricoprire nella società, nell’’ambito familiare e nei più svariati contesti, come ad esempio il volontariato. Vorremmo essere protagoniste della nostra vita, costruire la nostra quotidianità e a sfruttare tutte quelle occasioni che ci permettano di confrontarsi e di socializzare. Anteas unitamente al Coordinamento donne ha aderito ad un progetto sul territorio denominato “Cercasi Nonne” nell’ambito dell’anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni. Negli asili nido i bimbi piccolissimi devono poter gattonare in un ambiente, se non asettico, perlomeno pulito.

A cura di

Federazione Nazionale Pensionati SindacatoTerritoriale di Modena41124 Modena - via Emilia Ovest, 101Tel 059/890846 - Fax 059/828456Si è pensato alla produzione delle sovrascarpe in tessuto

che dovranno essere indossate al fine di non introdurre sporco negli ambienti. Ecco l’intervento delle nonne... dovranno cucire 600 pezzi di tessuto, 300 calzari in stoffa (soprascarpe) destinate ai bimbi degli asili nido “Cappuccetto Rosso e “Barbapapà”.Non sarà un lavoro a cottimo, non sarà un’attività lavorativa da “timbro il cartellino”, sarà un impegno di alcune ore settimanali: nonne attive effettueranno l’assemblaggio di questi piccoli manufatti. Impegno attivo, tempo libero donato gratuitamente, voglia di stare in compagnia e cooperazione ad un progetto solidale tra le generazioni, questo è quanto ci ha stimolato ad aderire a questa bella iniziativa.

Carla Montanari - Fnp Vignola

Testimone della VeritàA Pavullo la chiusura del processo diocesano per la beatificazione di don Luigi Lenzini

Sabato 24 novem-bre, a Pavullo nella Chiesa parrocchiale, alle10.30,mons. An-

tonio Lanfranchi ha solenne-mente chiuso la fase diocesana del processo sulla vita e sulla dichiarazione di martirio in odium fidei del Servo di Dio don Luigi Lenzini.Lungo è l’elenco dei sacerdoti e religiosi presenti (oltre tren-ta) che hanno testimoniato l’attenzione e la stima della nostra Chiesa per questo umile sacerdote diocesano. Presenti le autorità civili: il sin-daco di Pavullo Romano Ca-novi e l’assessore del comune di Fiumalbo Andrea Nardini.Da Fiumalbo sono giunti a Pavullo anche i membri delle

Confraternite dei Bianchi e dei Rossi; numerosi, infine, i Lenzini, parenti del Servo di Dio, da Fiumalbo, Semelano, Zocca, Sestola e Faenza (tra questi il prof. Pietro Lenzini, autore dell’immagine del mar-tirio ora affissa nella chiesa e riprodotta sui manifesti).Nell’omelia, l’arcivescovo, ri-prendendo la lettura breve dell’Ora Terza (1 Pt, 5,10-11) ha ricordato la promessa che “il Dio di ogni grazia, che vi ha chiamati alla Sua gloria eterna in Cristo, vi confermerà e ren-derà forti e saldi. Don Lenzini è stato martire, cioè testimone della verità di Dio. La sua bat-taglia era contro il male, non contro qualcuno. Noi non dob-biamo mai combattere contro gli uomini, neppure contro quelli che ci attaccano. Il santo può in apparenza essere vinto dal male, in realtà è vincitore, testimone dell’amore più forte del male. Egli ha proclamato

• a.g.

scuole e uffici, con un notevole risparmio economico e l’utiliz-zo di energia pulita e locale, un valore per il territorio agricolo e per l’impatto ambientale. Altro filone importante è quello rela-tivo alla sistemazione di strade rurali: abbiamo finanziato ol-tre 50 strade nel territorio della montagna modenese, interventi fondamentali per l’effettivo mi-glioramento del territorio rurale. Oltre ai settori delle energie alternative e della viabilità, in quali altri settori siete interve-nuti?Abbiamo iniziato un percorso di valorizzazione dei borghi an-tichi, interventi che valorizzano un territorio e lo sviluppano, e soprattutto in Appennino i risultati sono stati davvero sor-prendenti. Per quanto riguarda le aziende, abbiamo lavorato sulla rete acquedottistica, con nove interventi. Come sono stati ripartiti gli interventi dal punto di vista territoriale?Per quanto riguarda il nostro Appennino, non c’è un Comu-ne che non sia stato toccato da questi finanziamenti. Come prevede la Comunità Europea, ora siamo nella fase di divulga-zione dei risultati raggiunti, così anche i cittadini possono verifi-care come questi finanziamenti siano stati spesi. Sono certo che

il giudizio sarà positivo, perché questi interventi hanno concre-tamente migliorato l’economia del territorio. In che modo gli interventi del Psr svilupperanno il turismo nell’Appennino modenese?In particolare attraverso gli agri-turismi sarà possibile far cono-scere e apprezzare l’Appennino e i suoi prodotti. Sarà un gua-dagno per le aziende agricole che mettono a valore le proprie produzioni e danno ospitalità, ma saranno anche un punto di riferimento per un turismo che voglia scoprire i prodotti della nostra terra. Gli agritu-rismi devono raggiungere l’80 per cento di prodotto utilizzato proveniente da aziende agricole dell’Emilia Romagna durante la somministrazione dei pasti.

Giandomenico Tomei

sempre i valori legati al Van-gelo, nella consapevolezza che in essi è contenuta la verità di Dio e la verità dell’uomo”.Tutti i documenti raccolti, sigillati con la ceralacca e il sigillo dell’arcivescovo, saran-no consegnati alla Congrega-zione per le cause dei Santi a Roma.

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Domenica 2 dicembre 2012

Il 3 dicembre sarà celebrata la messa missionaria mensile. L’appuntamento è a Magreta per le ore 19. La celebrazione sarà presieduta da don Federico Pigoni, con la testimonianza di Anna Messora, rientrata da poco dal Madagascar. Dopo la messa sarà possibile fermarsi e cenare

insieme. Chi vorrà fermarsi è invitato a portare qualcosa da condividere. A seguire, intorno alle 21, sarà possibile approfondire la testimonianza di Anna Messora.

La messa missionaria mensile

Missioni

Portare il messaggio di Cristo in mezzo ai conflitti: l’esperienza di due missionari modenesi impegnati in zone di guerra

La settimana appe-na trascorsa è sta-ta ancora una volta caratterizzata dalle

notizie di guerra che ci sono arrivate da Israele e Palestina, ma anche dal Nord Kivu, nella

Repubblica Democratica del Congo. Si tratta, in entrambi i casi, di situazioni che si trasci-nano da parecchi anni, che ve-dono momenti di pace (per la verità molto apparente e pre-caria) alternarsi a momenti di conflitto con parecchie vittime innocenti.Non voglio e non sono in gra-do di raccontare le motivazioni che portano a queste guerre ma è chiaro a tutti che in una situazione di conflitto sono sempre i più deboli ad avere la peggio.Due missionari modenesi ci hanno scritto da questi terri-tori. Anna Iotti, piccola sorella di Gesù, da parecchi anni in Israele, a Be’er Sheva, dice: “Consolazione e forza pensare al vostro ricordo e alla vostra preghiera. Sì, da una settimana riceviamo tanti missili; sen-tiamo l’allarme e abbiamo un minuto e mezzo per scendere le scale e raggiungere, insieme a tutti i nostri vicini, il rifugio e aspettare di sentire il o i “bo-om” delle esplosioni. General-mente sono intercettati da un antimissile. Nella Fede e nella Speranza preghiamo insieme per i due popoli straziati della Terra di Gesù. Grazie dal pro-

• fraNCesCo paNigadi

Testimoni del Vangelo tra le armi fondo del cuore”.Don Piero Gavioli salesiano originario di Massa Finalese e ora a Goma (Rep. Demo-cratica del Congo) racconta. “Abbiamo passato una giorna-ta tranquilla: ieri notte ci sono stati scontri a fuoco fin verso le 23, poi silenzio. Stamattina abbiamo saputo che i ribel-li dell’M23 hanno occupato i quartieri Nord di Goma (tra i quali Ngangi), hanno cir-condato l’aeroporto e conti-nuato ad avanzare verso ovest. Durante tutta la mattinata, ci sono stati spari, sempre più lontani per noi. A mezzogior-no praticamente tutta la città era in mano ai ribelli. I soldati dell’esercito regolare si sono ri-piegati verso Sake, a 30 km da

Goma. La radio nazionale dice che preparano la riconquista della città e del-la regione. Se è così, la popola-zione di Goma dovrà ancora soffrire molto. Ci sono stati tanti morti tra i militari e an-che tra i civili, uccisi da pal-lottole vaganti o da bombe fuori bersaglio. Speriamo che la saggezza dei dirigenti e la pressione internaziona-le impongano una soluzione pacifica che ri-spetti i diritti

della gente e dei bambini. Og-gi avremmo voluto celebrare la giornata commemorativa della Convenzione dei diritti dei bambini, avevamo previsto un bel programma per gli allievi della scuola: ci siamo accon-tentati di dare qualche biscotto nutritivo ai circa 5000 bambini rifugiati nel Centro Don Bo-sco. A Ngangi, oggi è stata una giornata di attesa. I rifugiati si sono sistemati meglio nelle au-le, le mucche – rifugiate anche loro – sono state portate al pa-scolo fuori. Data l’insicurezza in città, i camion delle ONG non hanno potuto portarci l’acqua, il cibo, i medicinali. Per fortuna, il pericolo del co-lera sembra ristretto a pochi casi. Nel pomeriggio, quando si è saputo che la città era inte-ramente nelle mani dei ribelli, le famiglie dei dintorni che si erano rifugiate nel Centro per avere una più grande sicurez-za sono ritornate a casa loro. Prevediamo che il movimento di ritorno potrà continuare ed allargarsi domani: pensiamo di dare, con l’aiuto del Pam (Pro-gamma Alimentare Mondia-le), un po’ di cibo per i primi giorni. Per i profughi che ven-gono da più lontano, speriamo che la Croce Rossa possa orga-

nizzare dei convogli di camion. Il Centro potrebbe svuotarsi in una settimana, per permette-re ai 3300 allievi (dalla scuola materna alla scuola professio-nale) di ritrovare le loro aule e di riprendere i corsi interrotti. Grazie a tutti voi che ci ave-te scritto, che ci sostenete con la preghiera e la solidarietà. I vostri messaggi ci fanno bene. Qualcuno mi ha chiesto che cosa può fare per aiutarci. Ho risposto: far girare l’informa-zione, per creare un movimen-to di opinione pubblica capace di far pressione su quelli che ci governano, perché facciano di tutto per mettere la parola fine alla guerra che in questa regio-ne dura da quasi 20 anni. Per un eventuale aiuto economico, si può passare attravero il Vis. Intestazione conto: Vis presso Banca popolare etica. Iban: it70f0501803200000000520 Causale: per i rifugiati di Ngangi-Goma. Siamo senza elettricità, rispondiamo quan-do possiamo ai messaggi. Nel nostro dispensario è nato un altro bambino, il quarto in questi tre giorni. Viva la vita! Grazie di nuovo, in comunione di missione e di preghiera”.

Grazie a voi pic-cola sorella Anna e don Piero, perché una volta di più ci testimoniate che la missione è anche condividere (vivere con), nei momenti più facili come in quelli difficili, in Medio Oriente, in Africa ma dovun-que vogliamo es-sere testimoni del Vangelo di Gesù. Ci impegniamo a pregare per voi, per i popoli in mezzo ai quali vivete e per chiedere al Signore il dono della Pace e la conversione dei cuori.

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17Domenica 2 dicembre 2012NostroTempo

Sportello Antidiscriminazione

Presso l’associazione di volontariato Porta Aperta (Strada Cimitero San Cataldo 117 Modena), da ottobre 2012 è operativo uno Sportello Antidiscriminazione, aperto tutti i giovedì dalle 16.00 alle 18.30. Compito dello sportello è fornire assistenza a chi si ritiene vittima di compor-tamenti discriminatori che possono avere diverse origini: etnica o razziale ma anche religiosa, di

genere, legate alla disabilità piuttosto che all’orientamento sessuale di una persona. “E’ bene ricordare che nel nostro Paese, come nel resto d’Europa, è sancita la parità di trattamento fra le persone anche se spesso questo diritto viene disatteso sia nei rapporti tra cittadini che tra istituzioni e cittadini” ha detto il refe-rente dello sportello Claudio Ferretti. “Il nostro sportello si pone come supporto alla vittima nell’avvio di azioni di mediazione e di conciliazione per risolvere i problemi di discriminazione attraverso l’incontro e il dialogo”. Tutti possono accedere allo sportello anche senza essere utenti di Porta Aperta. E’ possibile recarsi presso la sede il giovedì pomeriggio o chiedere un appuntamento telefonando allo 059/827870 chiedendo di parlare con Marco Casali.

Etica della vita

Attualità

Sabattini: “Tutelarei dipendenti della provincia”

Il dibattito in consiglio provinciale sul riordino. Mazzi (Pdl): “Salvaguardare le risorse del territorio”

È un dato politico irre-versibile che le pro-vince, così come le abbiamo conosciute,

vanno verso il superamento delle loro funzioni e che sta nascendo un ambito politico diverso. Ed è ne-cessario che noi accompagniamo questo processo». È questo il pre-supposto dal quale è partito il presi-dente della Pro-vincia di Modena Emilio Sabattini nella comunica-zione data al Con-siglio provinciale in seguito all’ul-timo decreto sul riordino approva-to dal Governo. Partendo da questo dato, il presidente ha però sottolineato alcune forzature contenute nel decreto come la modalità «non giusta» con la quale dall’1 gen-naio 2013 gli assessori, «scel-ti dal presidente e che fanno parte della squadra, saranno

PAOLO TOLLARILABORATORIO RESTAURO E RICOSTRUZIONE

CANTORIE - CASSE - ORGANI STORICI

Autorizzato dalla Soprintendenza di Modena al restauro degli organi di:S. Prospero SecchiaCoscogno di PavulloStuffione di RavarinoS. Donnino Nizzola di Modena Quarantoli di MirandolaNonantola - abbaziaCamurana di MedollaCollegara di ModenaFinale Em. – S. M. AnnunziataLesignana di Modena Spilamberto - Sant'Adriano Modena - cattedraleSolignano di CastelvetroRoccapelago di PievepelagoMagreta di Formigine Modena – Seminario Arcidioc.Ganaceto di ModenaModena – S. CrocefissoSorbara di BomportoRecovato di Castelfranco

Denzano di MaranoGranarolo di Serramazzoni Valle di SerramazzoniLevizzano di CastelvetroConcordia sulla SecchiaMonteombraro di ZoccaReggio Emilia – S. PietroSanti Pietro e ProsperoMontecorone – S. M. Zocchetta Fossa di ConcordiaFiumalbo - San Bartolomeo Semelano di Montese Gombola di Polinago Pompeano di Serramazzoni Mirandola - duomo Bomporto – San Nicola Sassuolo - San Giuseppe Spezzano di Fiorano Cognento di Campagnola Marano sul Panaro

Baggiovara di Modena – monast. S.Caterina di Concordia Quartirolo di Carpi San Giacomo di Mirandola Fellicarolo di Fanano Iola di Montese Serpiano di Riolunato–S. Pancr.Renno di Pavullo Fiumalbo - S. Maria Costolo S.Cesario sul Panaro

Camposanto sul Panaro Pigneto di Prignano Correggio- basilica collegiata S.Giovanni di Concordia Torre Maina di Maranello Rocca S. M. di SerramazzoniModena - S. Maria GrazieTrentino di FananoFogliano di MaranelloSan Matteo di Modena

Via Val di Sole 741033 Fossa di Concordia

[email protected] 347 8963164

«

dimissionati: una scelta iniqua, che sa molto di licenziamento in tronco, mentre invece l’in-tera squadra dovrebbe arrivare alla fine del percorso. Sarebbe inoltre naturale – ha prosegui-to il presidente – arrivare alla fine della consigliatura, soprat-tutto perché dobbiamo chie-

derci se sia possibile mandare a casa con un decreto chi è stato eletto dal popolo, consiglieri e presidente». Per Sabattini, nel cambiamento dell’assetto delle province il primo elemento di preoccupazione «è quello dei dipendenti che devono avere

delle certezze: era previsto un tavolo di discussione su que-sto tema che poi nella stesura finale del decreto è scomparso e bisogna che sia ripristinato». Il presidente infine ha ribadito che il processo di rinnovamen-to delle province sia accompa-gnato dalla riorganizzazione di

prefetture, motoriz-zazione civile, uffici scolastici, Camere di commercio.Subito dopo l’in-tervento del presi-dente, Dante Mazzi, capogruppo Pdl, ha presentato un’inter-pellanza sul futuro delle risorse uma-ne e del patrimonio dell’ente, domandan-dosi che fine faran-no «nel processo di accorpamento con Reggio le risorse

economiche e immobiliari, che sostanzialmente appartengono alla comunità modenese che vi ha contribuito pagandole tasse, e gli investimenti. Tanto più che noi abbiamo il tema della ricostruzione post terremoto per la quale non abbiamo aiu-

I medici americani e la pena di morte

Le modalità della pe-na capitale negli Sta-ti Uniti sono state molteplici, iniziando

dalla fucilazione per poi pas-sare all’impiccagione, alla ca-mera a gas, alla sedia elettrica ed infine all’iniezione letale. Nessuna delle pratiche pare essere sicura nell’osservanza dell’ottavo emendamento del-la Costituzione, che proibisce le esecuzioni punitive, crudeli e inusuali. Infatti, il plotone d’esecuzione può sbagliare mi-ra, l’impiccato, dopo rottura di una delle prime vertebre, ha il blocco del diaframma con conseguente morte lenta per soffocamento. L’asfissia da gas, poi, avviene in modo ancora più lento dell’impiccagione in quanto il gas disattiva un enzima (citocromo ossidasi) indispensabile per l’utilizzo fisiologico dell’ossigeno por-tando così a morte lenta il soggetto. Nella morte attra-

• doN gaBriele sempreBoN* verso la sedia elettrica spes-so il detenuto prende fuoco e difficilmente muore alla prima scarica. L’iniezione letale, og-gi l’unico metodo approvato, sembra il migliore utilizzato finora. All’inizio si sommi-nistra una dose elevata di so-dium thiopental, che produce la cessazione dell’attività elet-trica cerebrale, con conseguen-te arresto cardiocircolatorio, poi, mentre il detenuto si agita per le convulsioni, si sommi-nistra pancuronio per paraliz-zare la muscolatura ed infine si somministra una potente dose di potassio, per ottene-re un rapido arresto cardiaco. In molti stati, dov’è in vigore attualmente la pena di morte, si prevede la presenza di un medico che assista le procedu-re, in modo che siano eseguite correttamente, secondo un de-creto emanato da un tribunale distrettuale statunitense il 14 febbraio del 2006, contrastan-do però, in questo modo, la deontologia medica. L’Ordine dei Medici della California,

l’Ordine nazionale dei medici e l’Associazione americana de-gli anestesisti si opposero vigo-rosamente al decreto in quanto contrasta l’etica professionale: i medici non fanno i boia. Pur-troppo però, alcuni medici e infermieri, contravvenendo al loro codice etico, presero par-te alle esecuzioni. Malgrado le proteste dei medici, trenta-cinque dei trentotto stati dove vige la pena di morte auto-rizzano la partecipazione dei medici alle esecuzioni. Diversi sarebbero i temi da affronta-re, prescindendo ovviamente dalla pena di morte in sè. De-ontologicamente parlando, si configura una disobbedienza di alcuni medici al loro codi-ce deontologico e l’ingerenza della Legge sulla libertà dei professionisti. Comunque sia la medicina diventa uno stru-mento di morte e questo è intollerabile... ma il detenuto condannato è in realtà un pa-ziente?* In collaborazione con il Centro

di Bioetica Moscati

Associazione Porta Aperta

ti». Tra le reazioni dei consiglieri, per Ennio Cottafavi (Pd) il Governo «sta andando oltre il suo mandato decidendo di ri-ordinare gli organismi elettivi senza prima aver modificato la Costituzione e togliendo di fatto sovranità ai cittadini, però nessuno protesta e nessu-no si preoccupa di come e da

chi verrà svolto il ruolo delle Province. Inoltre si è deciso l’accorpamento senza prima aver delineato come ci si dovrà riorganizzare». Secondo Fabio Vicenzi (Udc), non facendo ri-corso «la Regione ha tenuto un comportamento responsabile nel percorso riformatore ini-ziato, bene o male, con questo Governo dopo che la politica

non è stata in grado di intra-prenderlo. Dobbiamo lavora-re con la Regione per capire come vogliamo riorganizzare l’intero sistema, penso che il tema vero sia l’unificazione dei comuni che dovrà accom-pagnare l’accorpamento delle province: è un percorso che va governato al meglio delle no-stre possibilità».

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18 Domenica 2 dicembre 2012 NostroTempo

Extrema RatioUna cella allestita nella chiesa di San Giovanni Battista per discutere di giustizia e pena

Riflettere sulla condi-zione carceraria, spe-rimentare per pochi minuti la reclusione,

denunciare il sovraffollamento delle carceri e approfondire la possibilità di una diversa con-cezione della pena: sono tutti obiettivi dall’alto valore sociale quel-li che l’allestimen-to Extrema Ratio porterà a Modena dal 7 al 9 dicem-bre. La mostra, ideata dalla Cari-tas Ambrosiana, sarà allestita presso la chiesa di San Giovanni Battista su richiesta di Por-

Csi, sport e sociale

Profilo giovaniNell’ambito delle attività inerenti alle Politiche Giovanili,

la Provincia e il Comune di Modena, con il supporto del Coni e dell’Ufficio Scolastico Provinciale, hanno effet-

tuato una ricerca sulla pratica sportiva tra i giovani modenesi. I risultati verranno discussi martedì 4 dicembre alle 14.30 presso l’Aula Magna Triva dell’Istituto Tecnico Fermi con l’introduzio-ne di Elena Malaguti, assessore Istruzione, Cultura e Politiche giovanili della Provincia di Modena, e la riflessione da parte di Massimo Bondioli, assessore allo Sport del Comune di San Felice e Antonino Marino, assessore allo Sport del Comune di Modena. Per i dati raccolti e i contributi tecnici interverranno Sergio Ansaloni, Comune di Modena, Roberto Bicego, Ufficio Scolastico XII di Modena, Orestina Zazzarini, Coni di Modena, Andrea Bartolamasi, Csi di Modena e Paolo Belluzzi, Uisp di Modena. Le conclusioni saranno invece affidate a Stefano Vac-cari, assessore allo Sport della Provincia di Modena. Per info: tel. 059.209560.

La pratica sportiva tra i giovani modenesi

ta Aperta e porterà nella chiesa cittadina un percorso sensoria-le che ricostruisce l’esperienza penitenziaria. Porta Aperta, attraverso l’Ufficio di Pastorale Giovanile, si occuperà della sen-sibilizzazione di giovani e par-rocchie mentre il Csi Modena e il Csi Volontariato, attraverso l’Ufficio Scolastico Provinciale, incentiveranno, tramite i propri canali di promozione e comu-

nicazione, la partecipazione alla mostra degli alunni delle scuo-le superiori. Il Csi si sta inoltre occupando di raccogliere i vo-lontari fra le due associazioni e le altre realtà di volontariato che operano all’interno dell’istituto penitenziario. I visitatori di Ex-trema Ratio si sottoporranno ad una ritualità che lascerà loro la percezione di ciò che provano i detenuti: depositeranno le borse, si faranno fotografare, lasceran-no le proprie impronte digitali, cammineranno in un corridoio illuminato dall’esterno con lu-ci abbaglianti, per irrobustire la percezione di isolamento. Infine giungeranno in una cella fittizia di 2 metri per 4 metri e qui ri-marranno per cinque minuti. Un’esperienza d’impatto che ha l’intenzione di far crescere la sensibilità sociale, l’ascolto e l’accompagnamento delle per-

sone che vivono un’esperienza di detenzione e dei loro familiari. Scopo finale quello di dare vita a concreti progetti di inserimen-to sociale, lavorativi e abitativi svolti nel territorio, in collabo-razione con le comunità locali e con le organizzazioni pubbliche e del terzo settore e promuovere il volontariato in ambito pena-le e penitenziario. Diffondere una diversa cultura della pena che accompagni la tutela della sicurezza degli individui e delle comunità con il rispetto delle di-gnità di ciascuna persona.Una dignità che deve essere ga-rantita e tutelata in particolar modo quando la libertà perso-nale è privata o ridotta per un provvedimento dell’autorità giudiziaria e dunque è affidata alla responsabilità dello Stato.Per info: [email protected].

Diffondere una nuova cultura della penaLe condizioni della vita in carcere oggi non permettono

di perseguire concretamente l’obiettivo della rieduca-zione del condannato, né garantiscono il rispetto dei

suoi diritti inalienabili e della sua dignità personale. Attual-mente sono circa 67 mila le persone detenute in un carcere italiano, ma i posti disponibili sono soltanto meno di 47 mila. Ciò crea una situazione di sovraffollamento che, in particolare nelle case circondariali di alcune città, assume caratteri dram-matici. Nel corso del solo 2011 sessantasei persone hanno de-ciso di togliersi la vita in carcere. Sono settecento le persone che si sono suicidate negli istituti di pena italiani dal 2000 a oggi. Negli ultimi anni l’Italia è stata condannata dalla Cor-te europea di Strasburgo per la violazione dell’articolo 3 del-la Convenzione europea dei diritti umani, proprio quello che vieta la tortura e le pene e i trattamenti inumani o degradanti. La Corte ha affermato, tra l’altro, che condizioni di sovraffol-lamento intollerabili, come quelle che affliggono la maggior parte degli istituti di pena del nostro paese, rappresentano un trattamento inumano e degradante.Nonostante tutto questo la convinzione diffusa nella popola-zione è che la pena debba essere afflittiva e che il carcere rap-presenti la migliore risposta possibile a ogni violazione della legge, l’unica soluzione per quei comportamenti che rompono, o anche solo turbano, la convivenza sociale, la sola voce con cui dare risposta alla giuste esigenze di giustizia delle vittime. Caritas opera per condividere e promuovere una diversa idea di giustizia, per cui, come ha sottolineato più volte il Cardinale Martini, la pena detentiva rappresenti soltanto una extrema ratio, un intervento temporaneo e di emergenza per fermare una violenza altrimenti inarrestabile. In ogni altro caso è pre-feribile ricorrere a differenti forme di sanzione che assuma-no un carattere costruttivo dei legami sociali colpiti dal reato commesso.

Triangolare per nati nel 2007

Oltre 50 bambini e il palazzetto di San Donnino al completo: è stato un vero successo il 1° triangolare “Un Calcio al Pallone” organizzato domenica 25 per

i ragazzi nati nel 2007. “‘L’intenzione del torneo era quella di dare la possibilità ai bambini, che ancora non disputano nes-suna attività di campionato, di passare un pomeriggio insieme all’insegna dello sport e del divertimento – ha commentato Leonardo Cavallieri, responsabile della commissione calcio del Csi di Modena – e vista la grande adesione raccolta possiamo dire che con “Un calcio al pallone” abbiamo proprio colto nel segno. Un’iniziativa assolutamente da ripetere”. Il Csi ha inoltre fornito a tutti i partecipanti la sua attività di animazione con truccabimbi e palloncini per tutti.

San Donnino il 25 novembre

Sanità Pubblica e welfare

Venerdì 30 novembre alle 15 presso la sede dell’Avis di Mo-dena il Forum del Terzo Settore della Provincia di Mo-dena propone un incontro-dibattito sul tema il ruolo del

Terzo Settore nella Sanità Pubblica. L’incontro sarà condotto da Ivana D’Imporzano, giornalista, conduttrice di Obiettivo Salute, il programma di Trc Modena dedicato alla salute e allo star bene. La prima parte dell’Incontro sarà dedicata alla presentazione di 4 buone prassi di organizzazioni associate al Forum su tre temi specifici in campo sanitario: Psichiatria a cura di Sarah Olivero presidente coop socialeAliante Modena; Trasporti Sanitari a cura di Giuseppe Mucciarini responsabile Protezione Civile Anpas Pa-vullo; Anziani a cura di Loredana Ligabue presidente coop sociale Sofia Carpi e di Nicola Marino responsabile Area Anziani coop sociale Domusassistenza Modena. Al termine delle presentazioni si aprirà un confronto e un dialogo con dirigenti e responsabili della sanità pubblica modenese. Oltre ad approfondire i temi delle esperienze presentate si proverà a far luce sulle prospettive futu-re della coprogettazione tra no profit e sanità pubblica. Parteci-peranno: Mariella Marini, direttore generale Ausl Modena, Licia Petropulacos, direttore generale Policlinico di Modena e Fabrizio Starace, direttore dipartimento Salute Mentale Ausl Modena.

Forum Terzo Settore

Centro invernaleLe iscrizioni sono aperte per tutti i genitori che durante

le settimane di feste natalizia dovranno lavorare: il 27 e il 28 dicembre e il 2, 3 e 4 gennaio l’Oplà apre le porte

ai bambini dai 4 ai 10 anni per il centro invernale con i proprio animatori ed educatori.Per info e iscrizioni: [email protected], www.oplamodena.it.

Oplà: feste insieme

Associazionismo: il punto in regioneSabato 1 dicembre a Bologna per parlare di volontariato e di promozione sociale

Identità, partecipazione, socialità. Questi i temi al centro della seconda con-ferenza regionale dell’as-

sociazionismo di promozione sociale, che si terrà a Bologna sabato 1° dicembre, dalle 9.30 alle 13.30, presso la “Sala Con-ferenze A”, Terza Torre del-la Regione Emilia Romagna (viale della Fiera, 8). Obiettivo dell’iniziativa è coinvolgere as-sociazioni, soci, cittadini, per promuovere un confronto am-pio e partecipato sul contributo che le associazioni di promo-zione sociale (Aps) offrono al nostro sistema di welfare e alla

costruzione e mantenimen-to di una società civile, coesa, inclusiva e solidale. L’appun-tamento sarà occasione per approfondire e condividere le tematiche emerse negli incon-tri e nei seminari preparatori, realizzati nei territori provin-ciali con l’obiettivo di favorire la partecipazione e il coinvol-gimento delle tante realtà as-sociative operanti nei contesti locali. In primis il tema dell’i-dentità dell’associazionismo di promozione sociale, un mondo costituito da realtà operanti in contesti e ambiti estremamen-te differenti, ma accomunate da un metodo di lavoro basato sulla partecipazione, sulla de-mocrazia, sulla cittadinanza attiva. Basti pensare che il 90% dell’attività delle associazioni è

basato sull’impegno di volonta-ri, che scelgono di impiegare il proprio tempo libero in favore della collettività, della promo-zione della cultura, del benessere e della socialità. Da qui la neces-sità di promuovere una riflessio-

ne anche sui luoghi di confronto delle associazioni di promozione sociale, sulle connessioni con le organizzazioni di volontariato, su quali strumenti e organismi mettere in campo per rafforzare e valorizzare queste realtà. Puliamo la città

I ragazzi della Circoscrizione 4 hanno risposto numerosi all’appel-lo lanciato dalla Commissione giovani e domenica 25 novembre sono scesi in strada per ripulire dalle foglie cadute marciapiedi

e piste ciclo pedonali del Villaggio Giardino. Un’iniziativa che ha suscitato grande entusiasmo nei ragazzi del territorio e che rientra nel più ampio progetto di partecipazione civica della circoscrizione dal titolo “La città è nostra”. I prossimi appuntamenti per i giovani coinvolti saranno con l’emergenza neve, quando cioè i ragazzi scen-deranno di nuovo sulle strade della loro città per sgomberare mar-ciapiedi, ciclabili e i luoghi che la Circoscrizione individuerà come prioritari, non prima però di un incontro propedeutico, previsto per dicembre, per insegnare loro come spalare la neve.Partners del progetto: associazione Vigili del Fuoco, Csi, Erreà, Eu-rofitness Asd, Pallavolo Modena, piscina Pergolesi, Us Sassuolo Cal-cio e Universal Volley.

I ragazzi partecipano alla pulizia di Modena

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19Domenica 2 dicembre 2012NostroTempo

CulturaAl termine dei restauri nella cappellina della sagrestia intitolata a Sant’Angelo di Sicilia, carmelitano patrono di Licata

Sguardi e inediti per-corsi tra Gotico e Ba-rocco” è il titolo con il quale sabato 1 dicem-

bre, con appuntamento alle ore 17.30, vengono presentati al pubblico i recenti restauri (e altre novità) compiuti nel com-plesso carmelitano di S.Biagio, la chiesa della B.V.Maria An-nunziata, in via del Carmine 4 a Modena. I lavori di restauro sono stati di recente condotti nella cappella di S.Angelo di Sicilia, martire, nella sagrestia della chiesa, con la quale costituisce un tutt’uno.La sagrestia è stata costruita a partire dal 1632 all’interno del progetto di ristrutturazione della chiesa, costruita a parti-re dal 1319 dai padri Carme-litani. Realizzata trent’anni prima della cupola, probabil-mente sotto la direzione del Galaverna e del Malagola, per la sagrestia di S.Biagio è sta-ta richiamata come ipotesi di modello ispiratore la Sagrestia vecchia di S.Lorenzo a Firen-ze, realizzata su progetto di Filippo Brunelleschi: identica

Le sorprese del Carmine

La vita di EmilioMattioli in un libroGiovedì 6 dicembre alle 18, presso la Sala grande della Galleria Civica di Modena sarà

presentato il libro “Emilio Mattioli. Arte, Techne, Vita - Scritti critici 1955-2007”, a cura di Carlo Bordone

Il volume raccoglie scritti critici su arti visive ed estetica, frutto di cinquant’anni di studi dell’intel-lettuale modenese. Intellettuale, saggista, bibliofilo, classicista, docente di liceo e d’ateneo, Mattioli ha rappresentato per decenni un punto di riferimento e per la comunità cui apparteneva, per il mondo accademico e la contemporaneità tutta, anche per essere stato egli stesso in prima persona il motore e il promotore di iniziative ed eventi. Alla presenza della moglie Germana Mattioli e con la conduzione di Michele Smargiassi, interverranno il sindaco Giorgio Pighi, Carlo Bordone, Al-berto Bertoni, Mario Bertoni, Franco Guerzoni e Marco Pierini. Federica Collorafi leggerà scritti familiari di Emilio Mattioli.L’ingresso è libero e gratuito fino a esaurimento posti.Per info: tel. 059 2032575, 059 2032427.

Galleria Civica di Modena

è la pianta e molto simili so-no le soluzioni architettoniche adottate. La piccola cappella di S.Angelo, ora restaurata, si apre con un arco a tutto sesto su cui campeggia uno stemma che riporta i simboli del vescovo Fontana e del priore Monesi, promotore del restyling della chiesa (cupola, abside, rivesti-mento delle pareti). Nell’ar-co, tutto decorato, spicca una immagine della fede. L’altare ricco di stucchi, incastona una pala di autore ignoto che raf-figura Maria con bambino che offre una collana di pietre pre-ziose a Santa Teresa d’Avila. Accanto sta San’Angelo di Si-cilia, in abito carmelitano, con un pugnale infisso nel petto. Sant’Angelo è presentato da due cartigli con queste scritte latine: “Angelo Siciliae – Soli-mae decori”, da cui si evince l’o-rigine ebraica di Angelo, nato a Gerusalemme nel 1185. Fu monaco carmelitano sul monte Carmelo, luogo della presenza di Elia.Il dipinto presenta così, sotto la protezione di Maria, le due “regole”, due momenti fonda-tivi dell’ordine Carmelitano, raffigurati da Angelo e Tere-sa. La cappella a lui dedicata, tutta affrescata da Colonna, Curti e Mitelli, quadraturisti attivi anche nel vicino cantiere

del palazzo Ducale di Sassuo-lo, presenta sul lato sinistro un colloquio mistico tra Angelo e Gesù Cristo in trono. Ai piedi sta un libro aperto che potreb-be essere riferimento alla rego-la dell’ordine Carmelitano che Angelo portò a Roma a papa

Onorio III per l’ap-provazione. Sotto questa raffigurazione è stata rinvenuta so-lo ora, con i restauri, una scritta racchiusa in un cartiglio: “De coelo-gladius”, che fa riferimento ad una esperienza di stig-mate ricevute dal santo. Nella raffigu-razione un angelo porta una palma, il simbolo del marti-rio, e un altro una spada.Nella parete di de-stra è raffigurato il martirio del Santo,

Visite guidate in dicembre

Oltre alla presentazione di sabato 1 dicembre alla qua-le intervengono don Gianni Gherardi, parroco della chiesa di S.Biagio, Francesca Piccinini, direttrice del

Museo Civico d’arte di Modena, Sonia Cavicchioli, storica dell’arte e docente universitaria, insieme ai due giovani storici dell’arte Valentina Borghi e Simone Sirocchi, sono in calen-dario nelle prossime settimane visite guidate alla sagrestia e al chiostro della chiesa della B.V.Maria Annunziata. A cura di Valentina Borghi e Simone Sirocchi, si svolgono sabato 2, 8, 15 e 22 e domenica 16 e 23 dicembre alle ore 16 e alle 16.30. Per partecipare alle visite a ingresso gratuito, della durata di circa 30 minuti, non è necessaria la prenotazione. L’appunta-mento è nel chiostro di S.Biagio.Per info: Museo civico d’arte tel. 059/2033101, [email protected].

trafitto alle spalle da un sicario, mentre sta predicando in una chiesa di Licata ad un popolo numeroso e attento. La cupo-lina della cappella presenta la

gloria del santo, circondato da angeli che portano la palma del martirio e la spada (il gla-dius) dell’esperienza mistica.Dei quattro pennacchi resta solamente in uno l’immagine di un orante. A completare la cappella andrebbe fatto riferimento al paliotto di pietre dure, opera fiorentina ora conservata alla Galle-ria Estense; fu ordinato dal Monesi nel 1647. Al centro sta l’immagine di sant’An-gelo. Lo qualifica una scritta:

“D. Angelo devote f. Angelus D.MDCIIIL” che, oltre all’i-dentità del santo, certifica il committente in Fr.Angelo Monesi.All’intera sagrestia e al-la committenza relativa di Fr.Angelo Monesi (1572-1656) è dedicata la pregevole ricerca di Simone Sirocchi che si è brillantemente laure-ato in Storia dell’arte, presso la Facoltà di Lettere e Filoso-fia dell’Università di Bologna nell’anno 2009-2010.

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20 Domenica 2 dicembre 2012 NostroTempo