Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai ... · PDF file1 Nozioni di diritto...

18
1 Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione Nozioni generali Il diritto penale è il complesso delle norme che descrivono i reati e le conseguenze (pene ) da essi derivanti. Principi fondamentali: Principio di legalità , sancito dall'art. 1 del c.p. secondo cui "Nessuno può essere punito per un fatto che non sia espressamente previsto come reato dalla legge, né con pene che non siano da essa stabilite". L'importanza di questo principio è rafforzata dall'art. 25 della Costituzione , che stabilisce: "Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso". Il principio di legalità sottintende 4 principi": 1) la riserva di legge della fonte penale; 2) l'irretroattività della norma penale; 3) tassatività dell’applicazione della norma penale; 4) il divieto di analogia in malam partem di norma non eccezionale (cfr art. 14 Prel.). … Nozioni generali Principio di materialità non si può ravvisare un reato se la volontà criminale non si manifesta in una condotta esterna; Principio di offensività la volontà criminale deve manifestarsi in un comportamento esterno che leda o ponga in pericolo uno o più beni giuridici; Principio di colpevolezza un fatto può essere penalmente attribuito solo se vi sono i presupposti per ritenere sia obiettivamente ed oggettivamente imputabile al suo agente. Questo principio si desume dal disposto dell'art. 27, comma 1 della Costituzione, secondo cui "la responsabilità penale è personale". Il reato Dal punto di vista formale (o giuridico) il reato è quel fatto giuridico espressamente previsto dalla legge (principio di legalità ) al quale l'ordinamento giuridico ricollega, come conseguenza, la sanzione. Dal punto di vista strutturale, pertanto, il reato è quel fatto umano attribuibile al soggetto (principio di materialità ) offensivo di un bene giuridicamente tutelato (da una lesione o, in certi casi, anche solo da una minaccia) sanzionato con una pena proporzionale alla rilevanza del bene tutelato, in cui la sanzione svolge la funzione di rieducazione del condannato. Il reato, previsto, disciplinato e sanzionato dall'ordinamento giuridico si distingue dall'illecito amministrativo e civile per la diversa natura della sanzione prevista. … Gli elementi essenziali del reato sono: il fatto tipico (condotta umana, evento e nesso di causalità che lega la condotta all'evento); la colpevolezza (imputazione soggettiva del fatto che si risolve in un giudizio di colpevolezza); l'antigiuridicità (contrasto tra la norma e il fatto). E’ reato l'illecito penale, cioè la violazione di una norma che prevede come sanzione una delle pene previste dall'art. 17 del Codice Penale : Delitti (forme più gravi di illecito penale): ergastolo , reclusione e multa Contravvenzioni (meno gravi): arresto e ammenda Nozioni generali

Transcript of Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai ... · PDF file1 Nozioni di diritto...

Page 1: Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai ... · PDF file1 Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione Nozioni

1

Nozioni di diritto penale

con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione Nozioni generali Il diritto penale è il complesso delle norme che descrivono i reati e le conseguenze (pene) da essi derivanti. Principi fondamentali: Principio di legalità, •sancito dall'art. 1 del c.p. secondo cui "Nessuno può essere punito per un fatto che non sia espressamente previsto come reato dalla legge, né con pene che non siano da essa stabilite". •L'importanza di questo principio è rafforzata dall'art. 25 della Costituzione, che stabilisce: "Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso". •Il principio di legalità sottintende 4 principi": 1) la riserva di legge della fonte penale; 2) l'irretroattività della norma penale; 3) tassatività dell’applicazione della norma penale; 4) il divieto di analogia in malam partem di norma non eccezionale (cfr art. 14 Prel.). … Nozioni generali Principio di materialità non si può ravvisare un reato se la volontà criminale non si manifesta in una condotta esterna; Principio di offensività la volontà criminale deve manifestarsi in un comportamento esterno che leda o ponga in pericolo uno o più beni giuridici; Principio di colpevolezza un fatto può essere penalmente attribuito solo se vi sono i presupposti per ritenere sia obiettivamente ed oggettivamente imputabile al suo agente. Questo principio si desume dal disposto dell'art. 27, comma 1 della Costituzione, secondo cui "la responsabilità penale è personale". Il reato Dal punto di vista formale (o giuridico) il reato è quel fatto giuridico espressamente previsto dalla legge (principio di legalità) al quale l'ordinamento giuridico ricollega, come conseguenza, la sanzione. Dal punto di vista strutturale, pertanto, il reato è quel fatto umano attribuibile al soggetto (principio di materialità) offensivo di un bene giuridicamente tutelato (da una lesione o, in certi casi, anche solo da una minaccia) sanzionato con una pena proporzionale alla rilevanza del bene tutelato, in cui la sanzione svolge la funzione di rieducazione del condannato. Il reato, previsto, disciplinato e sanzionato dall'ordinamento giuridico si distingue dall'illecito amministrativo e civile per la diversa natura della sanzione prevista. … Gli elementi essenziali del reato sono: il fatto tipico (condotta umana, evento e nesso di causalità che lega la condotta all'evento); la colpevolezza (imputazione soggettiva del fatto che si risolve in un giudizio di colpevolezza); l'antigiuridicità (contrasto tra la norma e il fatto). E’ reato l'illecito penale, cioè la violazione di una norma che prevede come sanzione una delle pene previste dall'art. 17 del Codice Penale: Delitti (forme più gravi di illecito penale): ergastolo, reclusione e multa Contravvenzioni (meno gravi): arresto e ammenda Nozioni generali

Page 2: Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai ... · PDF file1 Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione Nozioni

2

Delitto: richiede dolo; la punibilità a titolo di colpa rappresenta l'eccezione; contravvenzioni: si risponde indifferentemente a titolo di dolo o colpa a meno che non si versi in casi eccezionali in cui è la struttura del fatto contravvenzionale a richiedere o uno o l'altro Il tentativo è configurabile solo nei delitti. Struttura del reato Elemento oggettivo •L'elemento oggettivo è costituito da una condotta, ovvero una modificazione del mondo esteriore, che consiste in un'azione od omissione descritta dalla legge penale, da cui scaturisce un risultato, detto evento, collegato alla prima da un nesso causale. •La condotta è l'elemento dinamico della fattispecie oggettivo-materiale del fatto tipico. Essa può essere commissiva (o positiva) e si sostanzia quindi in un'azione, in un fare; o può essere omissiva (o negativa) e si sostanzia quindi in un'omissione, in un non fare. L'omissione, a sua volta, può essere propria e impropria. Si parla di "omissione propria" quando ai fini della configurabilità dell'illecito rileva la mera omissione o ritardo nell'azione, mentre si parla di omissione impropria nelle ipotesi di reati commissivi mediante omissione (ad esempio l'omicidio del neonato da parte della madre che omette di allattarlo) … L'evento •Sussistono due concezioni dell'evento: concezione giuridica e concezione naturalistica. •Concezione naturalistica: l'evento consiste nella modificazione della realtà esteriore suscettibile di percezione sensoria. Tale concezione ritiene che possano esistere dei reati senza evento come ad esempio nell'ipotesi dei reati di mera condotta in cui si ha la consumazione del reato con il semplice porre in essere la condotta tipica (ad esempio omissione di referto). •Concezione giuridica: l'evento si sostanzia nell'offesa del bene o valore tutelato dalla norma penale incriminatrice; offesa che può manifestarsi nelle due forme della lesione o messa in pericolo. Tale teoria sostiene, per converso, che non possono esistere dei reati senza evento perché lo stesso reato si sostanzia nell'aggressione di un bene giuridico. •Per semplificare, l'evento non è altro che la conseguenza dannosa dell'azione od omissione. Il nesso causale •è il passaggio logico che rende l'evento una conseguenza della condotta del reo e, quindi, imputabile a quest'ultimo, in quanto nessuno può essere considerato autore di un reato se l'evento non è a lui imputabile. •Il "nesso causale", anche detto "nesso di causalità" è il rapporto che deve intercorrere tra azione ed evento, dal quale deve risultare che quest'ultimo è la diretta conseguenza del fare (l'azione) o non fare (l'omissione). Elemento soggettivo •L'elemento soggettivo consiste nella coscienza e volontà dell'azione od omissione e può assumere tre forme fondamentali: il dolo (secondo intenzione), la colpa (contro intenzione) e la preterintenzione (oltre l'intenzione). … Il dolo è definito nell'ordinamento penale italiano dall'art. 43 del codice penale italiano: "Il delitto è doloso o secondo l'intenzione, quando l'evento dannoso o pericoloso, che è il risultato dell'azione od omissione e da cui la legge fa dipendere l'esistenza del delitto, è dall'agente preveduto e voluto come conseguenza della propria azione od omissione". Nozioni generali

Page 3: Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai ... · PDF file1 Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione Nozioni

3

Il Codice penale all'articolo 42 comma secondo recita: "Nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come delitto, se non l'ha commesso con dolo, salvi i casi di delitto preterintenzionale o colposo espressamente preveduti dalla legge". Il secondo capoverso dell'articolo 43 stabilisce che il reato "è colposo, o contro l'intenzione, quando l'evento, anche se preveduto, non è voluto dall'agente e si verifica a causa di negligenza o imprudenza o imperizia, ovvero per l'inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline." Reato proprio e reato comune A seconda della figura soggettiva di chi lo commette, il reato può essere distinto in proprio o comune: il reato comune può essere commesso da chiunque; il reato proprio può invece essere commesso soltanto da colui che rivesta una determinata qualifica o abbia uno status precisato dalla norma, o possieda un requisito necessario per la commissione dell'illecito; il peculato e la concussione, ad esempio, possono essere commessi solo da un pubblico ufficiale o da un incaricato di pubblico servizio poiché la ratio specifica della norma consiste evidentemente proprio nell'evitare che il pubblico ufficiale o l'i.p.s. commettano azioni illecite profittando della loro posizione, mentre la ratio generale intende preservare il buon andamento e l'imparzialità della pubblica amministrazione. Nozione del pubblico ufficiale Art. 357 c.p. - Nozione del pubblico ufficiale. Agli effetti della legge penale, sono pubblici ufficiali coloro i quali esercitano una pubblica funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa. Agli stessi effetti è pubblica la funzione amministrativa disciplinata da norme di diritto pubblico e da atti autoritativi e caratterizzata dalla formazione e dalla manifestazione della volontà della pubblica amministrazione o dal suo svolgersi per mezzo di poteri autoritativi o certificativi. Nozione del pubblico ufficiale Ai fini dell'acquisto della qualità di pubblico ufficiale non è necessaria una investitura formale della pubblica funzione, ma è sufficiente l'esercizio di fatto di questa: Cass. Sez. V, sent. n. 4284 del 11-05-1983 Nozione del pubblico ufficiale In tema di reati contro la Pubblica Amministrazione, colui che sia stato investito di pubblica funzione sia pure per atto della P.A., che successivamente risulterà frutto di inganno o di qualsiasi altra attività illegale o semplicemente irregolare, sino a quando non intervengano atti di annullamento o di revoca è da considerare pubblico ufficiale a tutti gli effetti, ivi compresi quelli penali: Cass. Sez. VI, sent. n. 1189 del 10-07-1990 Nozione del pubblico ufficiale Agli effetti della legge penale è pubblico ufficiale chi, in forza di legge o di regolamento o di fatto, esercita una pubblica funzione legislativa, amministrativa o giudiziaria, formando o concorrendo a formare, con la sua volontà, la volontà sovrana dello Stato o di altro ente pubblico presso il quale è chiamato ad esplicare mansioni autoritarie (deliberanti, consultive, esecutive) o anche aventi carattere accessorio attinenti all'attuazione dei fini istituzionali dei predetti enti. Si ha invece esercizio di un pubblico servizio in caso di attività esecutiva, del tutto sussidiaria, sfornita di potere d'imperio: Cass. Sez. V, sent. n. 12329 del 13-09-1990 Nozione del pubblico ufficiale In tema di qualifiche pubblicistiche rilevanti in materia di reati contro la Pubblica Amministrazione, il criterio distintivo tra pubblico ufficiale e incaricato di pubblico servizio è dato dai poteri che li connotano.

Page 4: Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai ... · PDF file1 Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione Nozioni

4

Gli incaricati di pubblico servizio, infatti, pur svolgendo un'attività disciplinata da norme di diritto pubblico, mancano di quei poteri di natura deliberativa, autorizzativa e certificativa, propri del pubblico ufficiale: Cass. Sez. VI, sent. n. 9927 del 28-09-1995 Nozione del pubblico ufficiale È pubblico ufficiale anche chi svolge una attività tecnica di carattere istruttorio in base alla quale altro funzionario dovrà emettere una deliberazione: Cass. Sez. VI, sent. n. 9520 del 18-09-1986 Nozione del pubblico ufficiale Il direttore di azienda municipalizzata, pur non avendo poteri autoritativi, concorre a formare la volontà dell'ente ed, inoltre, ha poteri certificativi sulle spese, atteso che secondo la legge 8 giugno 1990 n. 142 (artt. 22 e 23) è sottoposto alla vigilanza dell'ente territoriale locale, che deve percepire gli eventuali utili e reintegrare le eventuali perdite dell'azienda. Correttamente, quindi, il direttore dell'azienda municipalizzata deve ritenersi pubblico ufficiale ai sensi dell'art. 357 c.p.: Cass. Sez. VI, sent. n. 5102 del 21-04-1999 Nozione del pubblico ufficiale Rivestono la qualità di pubblici ufficiali i componenti della commissione amministratrice di un'azienda municipalizzata, in quanto deputati in base alle norme di diritto pubblico alla formazione e manifestazione della volontà dell'azienda stessa, la quale ha carattere di ente pubblico, per la natura pubblica dell'ente locale da cui deriva la propria origine, per la disciplina di amministrazione e vigilanza dello stesso, nonché per il fine pubblico che persegue e per la forma di gestione finanziaria, ove è previsto il versamento degli utili al Comune e - in caso di deficit - la reintegrazione del bilancio con i mezzi della finanza pubblica facenti capo a detto ente territoriale: Cass. Sez. VI, sent. n. 20953/2003 Nozione del pubblico ufficiale L'intera attività di collaudo di un'opera pubblica e quindi l'operato di tutti i soggetti che la esplicano - e non soltanto quello che la conclude - ha il fine di verificare e di certificare l'esatta esecuzione dell'opera in conformità al progetto ed al capitolo: conseguentemente compete a tutti i membri della commissione di collaudo la qualifica di pubblico ufficiale: Cass. Sez. VI, sent. n. 6026 del 13-06-1996 Nozione del pubblico ufficiale I componenti le commissioni di gara d'appalto, dotati di poteri certificativi ed abilitati ad esprimere apprezzamenti tecnici latamente discrezionali, concorrono a manifestare la volontà dell'Amministrazione e sono pertanto pubblici ufficiali: Cass. Sez. VI, sent. n. 96 del 04-01-1996 Nozione del pubblico ufficiale Il privato professionista incaricato di redigere il piano regolatore comunale è pubblico ufficiale: Cass. Sez. U, sent. n. 6833 del 06-07-1985 Nozione del pubblico ufficiale In tema di reati contro la P.A., gli ordini professionali devono ritenersi enti pubblici deputati alla tutela degli interessi della categoria che rappresentano e conseguentemente il direttore amministrativo e l'impiegato di uno dei suddetti ordini possono assumere la qualifica di pubblico ufficiale. (Fattispecie in tema di peculato): Cass. Sez. VI, sent. n. 39351 del 20-10-2010 Nozione del pubblico ufficiale Alla stregua del disposto dell'art. 357 cod. pen., riveste la qualità di pubblico ufficiale il dipendente comunale addetto alle pratiche riguardanti l'occupazione del suolo pubblico incaricato di controllare, anche mediante sopralluoghi e misurazione, il puntuale rispetto dei limiti indicati nel relativo titolo amministrativo . L'attività di controllo, infatti, è manifestazione tipica di "poteri autoritativi", dovendo intendersi per tali, non soltanto quelli "coercitivi", ma anche tutti quelli derivanti da attività che sono comunque esplicazione di un potere pubblico nei confronti di un soggetto, il quale viene a trovarsi su un piano non paritetico rispetto all'autorità che tale potere esercita: Cass. Sez. VI, n. 5331/1993 Nozione del pubblico ufficiale

Page 5: Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai ... · PDF file1 Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione Nozioni

5

Il dirigente dell'Ufficio tecnico comunale, cui il Sindaco affida l'incarico di accertare se una costruzione sia stata abusivamente realizzata, nello svolgimento di detta attività delegata, agisce in qualità di pubblico ufficiale, ed ha il preciso obbligo di denunciare allo stesso Sindaco (che, a sua volta, ne deve immediatamente informare l'autorità giudiziaria) eventuali abusi penalmente perseguibili: Cass. Sez. VI, sent. n. 1407 del 03-02-1999 Nozione di persona incaricata di un pubblico servizio Art. 358 c.p. Nozione della persona incaricata di un pubblico servizio. Agli effetti della legge penale, sono incaricati di un pubblico servizio coloro i quali, a qualunque titolo, prestano un pubblico servizio. Per pubblico servizio deve intendersi un'attività disciplinata nelle stesse forme della pubblica funzione, ma caratterizzata dalla mancanza dei poteri tipici di quest'ultima, e con esclusione dello svolgimento di semplici mansioni di ordine e della prestazione di opera meramente materiale. Nozione di persona incaricata di un pubblico servizio Il dipendente di una azienda comunale (Multiservizi S.p.A.), alle quali siano state conferite funzioni di prevenzione ed accertamento di violazioni in materia di sosta dei veicoli, riveste la qualifica di incaricato di un pubblico servizio: Cass. Sez. VI, sent. n. 30799 del 14-07-2004 Nozione di persona incaricata di un pubblico servizio L'autista di un veicolo in servizio di autolinea pubblica deve essere considerato incaricato di pubblico servizio, a norma dell'art. 358 c.p., in ragione dell'attività di interesse collettivo svolta e della natura non meramente materiale della sua prestazione: Cass. Sez. V, sent. n. 12666 del 18-03-2003 Novità: Traffico di influenze illecite Art. 346-bis. Traffico di influenze illecite. Chiunque, fuori dei casi di concorso nei reati di cui agli articoli 319 e 319-ter, sfruttando relazioni esistenti con un pubblico ufficiale o con un incaricato di un pubblico servizio, indebitamente fa dare o promettere, a sè o ad altri, denaro o altro vantaggio patrimoniale, come prezzo della propria mediazione illecita verso il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio ovvero per remunerarlo, in relazione al compimento di un atto contrario ai doveri di ufficio o all'omissione o al ritardo di un atto del suo ufficio, è punito con la reclusione da uno a tre anni. La stessa pena si applica a chi indebitamente dà o promette denaro o altro vantaggio patrimoniale. La pena è aumentata se il soggetto che indebitamente fa dare o promettere, a sè o ad altri, denaro o altro vantaggio patrimoniale riveste la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di un pubblico servizio. Le pene sono altresì aumentate se i fatti sono commessi in relazione all'esercizio di attività giudiziarie. Se i fatti sono di particolare tenuità, la pena è diminuita. Articolo aggiunto dall’art. 1, comma 75, lett. r), L. 6 novembre 2012, n. 190. Peculato CODICE PENALE TITOLO II Dei delitti contro la Pubblica Amministrazione Capo I Dei delitti dei pubblici ufficiali contro la Pubblica Amministrazione Art. 314 c.p. Peculato. Il pubblico ufficiale [c.p. 357] o l'incaricato di un pubblico servizio [c.p. 358], che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro [c.p. 458] o di altra cosa mobile altrui [c.c. 812, 814], se ne appropria, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni. Si applica la pena della reclusione da sei mesi a tre anni quando il colpevole ha agito al solo scopo di fare uso momentaneo della cosa, e questa, dopo l'uso momentaneo, è stata immediatamente restituita. Peculato

Page 6: Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai ... · PDF file1 Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione Nozioni

6

GIURISPRUDENZA Configurabilità del reato Non è configurabile il delitto di peculato quando l'utilizzo dell'autovettura assegnata per motivi di servizio per coprire il tragitto casa-ufficio e viceversa sia funzionale a specifiche esigenze del servizio stesso: Cass., Sez. VI, sent. n. 19547 del 04-04-2012. … Peculato Non integra né il delitto di peculato, né quello di abuso d'atti d'ufficio la condotta del pubblico funzionario che utilizzi per ragioni personali l'accesso ad internet del computer d'ufficio qualora per il suo esercizio la P.A. abbia contratto un abbonamento a costo fisso: Cass. Sez. VI, sent. n. 41709 del 19-10-2010. Non integra il delitto di peculato la condotta del pubblico ufficiale che utilizzi arbitrariamente a proprio beneficio l'attività lavorativa prestata dal suo sottoposto, atteso che l'energia umana, non essendo cosa mobile, non è suscettibile di appropriazione: Cass. Sez. VI, sent. n. 35150 del 09-06-2010. Peculato Oggetto delle tutela penale Il reato di peculato ha natura plurioffensiva. Esso infatti tutela non solo la legalità, efficienza, probità ed imparzialità dell'attività della Pubblica Amministrazione, ma altresì il patrimonio della stessa Pubblica Amministrazione o di terzi: Cass, Sez. VI, sent. n. 8009 del 24-08-1993. … Peculato La natura plurioffensiva del reato di peculato importa che l'eventuale mancanza di danno patrimoniale conseguente all'appropriazione non esclude la sussistenza del reato, atteso che rimane pur sempre leso dalla condotta dell'agente l'altro interesse - diverso da quello patrimoniale - protetto dalla norma, e cioè il buon andamento della Pubblica Amministrazione (art. 97 Cost.): Cass. Sez. VI, sent. n. 8009 del 24-08-1993, Sez. VI, sent. n. 4328 del 07-04-1999. … Peculato Per l'integrazione dell'elemento materiale del delitto di peculato non occorre la realizzazione di un ingiusto profitto da parte dell'agente, il cui perseguimento non è del resto richiesto neppure a titolo di dolo specifico. Nel peculato, invero, trattandosi di reato plurioffensivo, l'appropriazione del denaro o della cosa mobile da parte del pubblico ufficiale già integra il superamento dei limiti assegnati dalla legge penale al possesso da parte di questi, ossia già integra il disvalore perseguito dal legislatore: Cass. Sez. VI, sent. n. 8009 del 24-08-1993. Peculato In tema di peculato, il possesso qualificato dalla ragione dell'ufficio o del servizio, nel senso di disponibilità giuridica, non è quello soltanto che rientra nella competenza funzionale specifica del pubblico ufficiale o dell'incaricato di pubblico servizio, ma anche quello che si basa su prassi e consuetudini invalse in un ufficio determinato, che consentano al soggetto di inserirsi di fatto nel maneggio o nella disponibilità della cassa in senso materiale, traendo l'occasione per un tale comportamento dalla propria qualità di soggetto organicamente inserito nell'ufficio pubblico; Cass. Sez. VI, sent. n. 11902 del 25-11-1994. Peculato Elemento materiale:ragioni di ufficio Integra il reato di peculato l'indebito utilizzo da parte del pubblico ufficiale o dell'incaricato di pubblico servizio dell'utenza telefonica di cui abbia la disponibilità per ragioni d'ufficio o di servizio, purchè il valore economico degli impulsi telefonici oggetto dell'appropriazione sia apprezzabile e tale dunque da recare un effettivo danno patrimoniale alla pubblica amministrazione: Cass. Sez. VI, sent. n. 256 del 20-12-2010

Page 7: Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai ... · PDF file1 Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione Nozioni

7

Peculato In tema di peculato dell'incaricato di pubblico servizio, ai fini della configurabilità del reato, la "ragione del servizio" giustificatrice del possesso non è da identificare solo in quella che rientra nella specifica competenza funzionale agente, ma si riferisce anche al possesso del danaro o della cosa mobile altrui derivante, oltre che da norme di regolamento, da prassi e consuetudini: Cass. Sez. VI, sent. n. 27850 del 11-07-2001 Peculato Momento consumativo del reato Il peculato si consuma nel momento in cui ha luogo l'appropriazione della "res" o del denaro da parte dell'agente, la quale, anche quando non arreca, per qualsiasi motivo, danno patrimoniale alla P.A., è comunque lesiva dell'ulteriore interesse tutelato dall'art. 314 cod. pen. che si identifica nella legalità, imparzialità e buon andamento del suo operato: Cass. Sez. VI, sent. n. 26476 del 09-06-2010 Peculato Peculato d'uso Integra il delitto di peculato d'uso la condotta di momentaneo impossessamento posta in essere, attraverso l'abusiva circolazione di un'autovettura sottoposta a sequestro amministrativo, da parte del custode che non ne sia proprietario, o che non agisca in suo concorso o nel suo interesse: Cass. Sez. VI, sent. n. 26812 del 15-06-2011 Peculato mediante profitto dell'errore altrui Art. 316 c.p. Il pubblico ufficiale [c.p. 357] o l'incaricato di un pubblico servizio [c.p. 358], il quale, nell'esercizio delle funzioni o del servizio, giovandosi dell'errore altrui, riceve o ritiene indebitamente, per sé o per un terzo, denaro od altra utilità, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni Peculato mediante profitto dell'errore altrui Il reato di truffa e quello di peculato mediante profitto dell'errore altrui hanno come elemento costitutivo comune la circostanza che il possesso della cosa oggetto dell'appropriazione sia conseguente all'errore altrui cagionato, nell'un caso, dalla condotta del reo che induca in errore, nell'altro da una situazione di fatto diversa dalla realtà che il reo ometta di far rilevare e da cui tragga profitto. Se la cosa è invece legittimamente in suo possesso, ed egli se ne appropri, si verte nell'ipotesi del reato di peculato: Cass. Sez. VI, sent. n. 4619 del 18-05-1984 Peculato mediante profitto dell'errore altrui Sussiste il delitto di peculato ex art. 314 cod. pen. e non l'ipotesi più lieve disciplinata dal successivo art. 316 cod. pen. (peculato mediante profitto dell'errore altrui), allorché l'aiutante ufficiale giudiziario si appropri della somma di denaro relativa alla pena pecuniaria versata dal condannato in adempimento dell'ingiunzione a lui intimata con la notificazione del decreto penale e del contestuale atto di precetto legittimamente effettuata, a nulla rilevando il fatto che tale pena pecuniaria fosse condonata o condonabile: Cass. Sez. VI, sent. n. 8153 del 07-07-1987 Peculato mediante profitto dell'errore altrui Perché ricorra l'ipotesi meno grave di peculato di cui all'art. 316 cod. pen. l'errore deve cadere sull'"an" o sul "quantum debeatur", e non sul pubblico ufficiale delegato alla riscossione; se, invece, l'errore cade sul soggetto, cioè se il danaro viene versato al pubblico ufficiale incompetente, costui incorre comunque nel reato di cui all'art. 314 cod. pen., indipendentemente da chi o che cosa abbia determinato l'errore: Cass. Sez. VI, sent. n. 9732 del 13-10-1992 Peculato mediante profitto dell'errore altrui Il reato di cui all'art. 316 cod. pen. (peculato mediante profitto dell'errore altrui) si può configurare esclusivamente nel caso in cui l'agente profitti dell'errore in cui il soggetto passivo spontaneamente versi, e non ricorre, pertanto, nel caso in cui l'errore sia stato invece determinato da tale condotta,

Page 8: Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai ... · PDF file1 Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione Nozioni

8

ricadendo in tal caso l'appropriazione commessa dal pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio nella più ampia e generale previsione dell'art. 314 cod. pen., rispetto alla quale quella dell'art. 316 cod. pen. costituisce ipotesi marginale e residuale: Cass. Sez. VI, sent. n. 5515 del 04-06-1996 Malversazione a danno dello Stato Art. 316-bis c.p. Malversazione a danno dello Stato. Chiunque, estraneo alla pubblica amministrazione, avendo ottenuto dallo Stato o da altro ente pubblico o dalle Comunità europee contributi, sovvenzioni o finanziamenti destinati a favorire iniziative dirette alla realizzazione di opere od allo svolgimento di attività di pubblico interesse, non li destina alle predette finalità, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni. Malversazione a danno dello Stato Nel reato di malversazione a danno dello Stato la nozione di "estraneità" alla P.A., che rappresenta il presupposto soggettivo caratterizzante la fattispecie, deve essere intesa in senso ampio, tale cioè da escludere non solo coloro che non siano inseriti nell'apparato organizzativo della P.A., ma anche coloro che, pur legati da un vincolo di subordinazione, non partecipino alla procedura di controllo delle erogazioni: Cass. Sez. VI, sent. n. 41178 del 29-09-2005 Malversazione a danno dello Stato Elemento materiale del reato Integra il reato di malversazione previsto dall'art. 316-bis cod. pen., la condotta di chi, ottenuta la concessione di un contributo previsto dal Regolamento CEE per la ristrutturazione a fini agrituristici di fabbricati rurali, dia ai fondi erogati una diversa destinazione, dovendo ritenersi che l'interesse pubblico dell'opera o dell'attività da realizzare, cui si riferisce la norma incriminatrice, sia diretta conseguenza della provenienza pubblica del finanziamento agevolato: Cass. Sez. VI, sent. n. 47311 del 10-11-2003 Malversazione a danno dello Stato Elemento soggettivo del reato L'elemento soggettivo del reato di malversazione a danno dello Stato (art. 316-bis introdotto dall'art. 3 della legge 26 aprile 1990, n. 86), è costituito dal dolo generico, ossia, dalla volontà cosciente di sottrarre le risorse (contributo, sovvenzione o finanziamento destinato a determinate finalità di interesse pubblico) allo scopo prefissato; ne consegue che sono irrilevanti le finalità di qualsiasi natura che l'agente abbia inteso perseguire: Cass. Sez. VI, sent. n. 29541 del 24-07-2001 Malversazione a danno dello Stato Elemento materiale del reato L'elemento materiale del reato di cui all'art. 316-bis cod. pen. (Malversazione a danno dello Stato) si compone di un presupposto e della condotta. Il presupposto consiste nell'avere l'agente, estraneo alla Pubblica Amministrazione, ottenuto dallo Stato o da altro ente pubblico un contributo, una sovvenzione o un finanziamento destinati a una determinata finalità pubblica. La condotta consiste nell'avere distratto, anche parzialmente, la somma ottenuta dalla predetta finalità, senza che rilevi che l'attività programmata si sia comunque svolta: Cass. Sez. VI, sent. n. 9881 del 17-09-1998 Malversazione a danno dello Stato Elemento materiale del reato La finalità perseguita dall'art. 316-bis cod. pen., è quella di reprimere le frodi successive al conseguimento di prestazioni pubbliche dallo scopo tipico individuato dal precetto che autorizza l'erogazione, uno scopo di interesse generale che risulterebbe vanificato ove il vincolo di destinazione venisse eluso. Presupposto della condotta è però che la prestazione pubblica si sostanzi in sovvenzioni, contributi o finanziamenti, intendendo, sotto le prime due denominazioni le attribuzioni pecuniarie a fondo perduto, di carattere gestorio e sotto la terza denominazione gli atti negoziali che si caratterizzano per l'esistenza di un'onerosità attenuata rispetto a quella derivante dall'applicazione delle ordinarie regole di mercato. L'art. 316-bis cod. pen. si presenta, perciò come una prescrizione parallela

Page 9: Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai ... · PDF file1 Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione Nozioni

9

all'art. 640-bis cod. pen., operante, però, non nel momento precettivo dell'erogazione, ma nella fase esecutiva. Presupposto prescindibile di entrambe le fattispecie è, quindi, l'esistenza di condizioni di favore - fino all'assoluta gratuità - nella prestazione: quando, invece, tali condizioni siano assenti, essendo corrispondentemente assente uno scopo legale tipico, si è fuori dalla rilevanza penale del fatto: Cass. Sez. VI, sent. n. 3362 del 15-12-1992 Malversazione a danno dello Stato Momento consumativo del reato Il delitto previsto dall'art. 316-bis c.p. - che consiste nella elusione del vincolo di destinazione gravante sui finanziamenti erogati per la realizzazione di una determinata finalità pubblica - si perfeziona nel momento in cui si attua la mancata destinazione dei fondi allo scopo per il quale erano stati ottenuti: Cass. Sez. VI, sent. n. 40375 del 28-11-2002 Malversazione a danno dello Stato Persona offesa Nei reati di malversazione e di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, persona offesa è sempre il soggetto pubblico, sia esso lo Stato, l'Unione europea, ovvero un ente pubblico, trattandosi di reati posti a tutela della corretta gestione e utilizzazione delle risorse pubbliche destinate a fini di incentivazione economica: Cass. Sez. VI, sent. n. 20847 del 21-05-2010 Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato Art. 316-ter c.p. Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Salvo che il fatto costituisca il reato previsto dall'articolo 640-bis, chiunque mediante l'utilizzo o la presentazione di dichiarazioni o di documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero mediante l'omissione di informazioni dovute, consegue indebitamente, per sé o per altri, contributi, finanziamenti, mutui agevolati o altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate, concessi o erogati dallo Stato, da altri enti pubblici o dalle Comunità europee è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. Quando la somma indebitamente percepita è pari o inferiore a euro 3.999,96 si applica soltanto la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro da euro 5.164 a euro 25.822. Tale sanzione non può comunque superare il triplo del beneficio conseguito Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato Rapporti con il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640-bis c.p.) La fattispecie criminosa di cui all'art. 316-ter c.p., che sanziona l'indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, costituisce norma sussidiaria rispetto al reato di truffa aggravata, sicchè la semplice presentazione di dichiarazioni o di documenti falsi o attestanti cose non vere non integra necessariamente il primo delitto ma, quando ha natura fraudolenta, può configurare gli "artifici o raggiri" descritti nel paradigma della truffa e, unitamente al requisito della "induzione in errore", può comportare la qualificazione del fatto ai sensi dell'art. 640 o 640 bis cod. pen.: Cass. Sez. II, n. 8613/2009 Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato Bene giuridico tutelato Nei reati di malversazione e di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, persona offesa è sempre il soggetto pubblico, sia esso lo Stato, l'Unione europea, ovvero un ente pubblico, trattandosi di reati posti a tutela della corretta gestione e utilizzazione delle risorse pubbliche destinate a fini di incentivazione economica: Cass. Sez. VI, sent. n. 20847 del 21-05-2010 Concussione Art. 317 c.p. Concussione

Page 10: Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai ... · PDF file1 Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione Nozioni

10

Il pubblico ufficiale che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, costringe taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità è punito con la reclusione da sei a dodici anni. Concussione Deve essere esclusa la sussistenza del reato di concussione quando la prestazione promessa o effettuata dal soggetto passivo, a seguito di costrizione dell'agente, persegua esclusivamente i fini istituzionali dell'Amministrazione e giovi esclusivamente ad essa, come nel caso in cui per consentire l'uso di un monumento storico per lo svolgimento di un concerto si richiedano biglietti omaggio allo scopo di reperire fondi per il restauro dell'edificio: Cass. Sez. VI, sent. n. 31978 del 29-07-2003 Concussione I beni giuridici protetti dall'art. 317 cod. pen. sono identificabili nell'imparzialità e nel buon andamento della Pubblica Amministrazione, che vengono vulnerati quando i pubblici ufficiali, o gli incaricati di un pubblico servizio, si valgono della loro qualità o delle loro funzioni per costringere o indurre i privati a dare o promettere loro denaro o altre utilità non dovute. Solo in via subordinata la predetta norma tutela anche il diritto del cittadino a disporre del proprio patrimonio in piena libertà e senza alcuna forma di coazione dei pubblici poteri. Di conseguenza, l'entità del vantaggio patrimoniale che sia conseguito dal colpevole per effetto della sua condotta di costrizione o induzione, non ha influenza ai fini della configurabilità del delitto di concussione, ma solo a quelli dell'applicabilità dell'attenuante prevista dall'art. 62, n. 4, cod. pen. o dell'aggravante di cui all'art. 61, n. 7, cod. pen.: Cass Sez. VI, sent. n. 2019 del 03-03-1993 Concussione La concussione (art. 317 cod. pen.) è reato plurioffensivo. Finalità, assumibili come beni giuridici protetti, delle incriminazioni delle condotte di concussione sono individuabili nell'esigenza che sia assicurato il buon andamento, il decoro e l'imparzialità della Pubblica Amministrazione, secondo il principio di cui all'art. 97 Cost., nonché nella tutela della libera determinazione dei singoli anche in relazione alla gestione del proprio patrimonio: Cass. Sez. VI, sent. n. 3134 del 10-10-1992 Concussione Elemento materiale del reato: abuso della qualità o dei poteri. In tema di concussione, la nozione di abuso dei "poteri" è riferita all'ipotesi in cui la condotta rientra nella competenza tipica dell'agente, quale manifestazione delle sue potestà funzionali per uno scopo diverso da quello per il quale sia stato investito delle medesime, mentre quella di abuso delle "qualità" postula una condotta che, indipendentemente dalle competenze proprie del soggetto attivo, si manifesti quale strumentalizzazione della posizione di preminenza dallo stesso ricoperta nei confronti del privato: Cass. Sez. VI, sent. n. 45034 del 09-07-2010 Concussione Elemento materiale del reato: costrizione e induzione Le nozioni di abuso e induzione nella fattispecie di concussione indicano aspetti di una unica stessa condotta e non condotte differenti, sì che l'induzione che assume rilievo è quella commessa mediante inganno o persuasione e questi ultimi devono essere espressione dell'abuso della qualità e dei poteri, visto sotto il profilo dell'incidenza sulla psiche della vittima: Cass. Sez. VI, sent. n. 25694 del 11-01-2011 Concussione Momento consumativo del reato In tema di concussione, deve qualificarsi come consumata la fattispecie nella quale il soggetto passivo abbia sollecitato l'intervento della polizia giudiziaria dopo aver già promesso l'indebita prestazione al pubblico ufficiale: Cass. Sez. VI, sent. n. 20914 del 05-04-2012 Concussione

Page 11: Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai ... · PDF file1 Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione Nozioni

11

Il delitto di concussione rappresenta una fattispecie a duplice schema, nel senso che si perfeziona alternativamente con la promessa o con la dazione indebita per effetto dell'attività di costrizione o di induzione del pubblico ufficiale o dell'incaricato di pubblico servizio, sicché, se tali atti si susseguono, il momento consumativo si cristallizza nell'ultimo, venendo così a perdere di autonomia l'atto anteriore della promessa e concretizzandosi l'attività illecita con l'effettiva dazione, secondo un fenomeno assimilabile al reato progressivo: Cass. Sez. VI, Sent. n. 31689 del 05-06-2007 Pene accessorie Art. 317-bis c.p. Pene accessorie La condanna per i reati di cui agli articoli 314, 317, 319 e 319-ter importa l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Nondimeno, se per circostanze attenuanti viene inflitta la reclusione per un tempo inferiore a tre anni, la condanna importa l'interdizione temporanea . Corruzione per l'esercizio della funzione Art. 318 c.p. Corruzione per l'esercizio della funzione. Il pubblico ufficiale che, per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, indebitamente riceve, per sè o per un terzo, denaro o altra utilità o ne accetta la promessa è punito con la reclusione da uno a cinque anni Corruzione per l'esercizio della funzione Elemento materiale del reato Il delitto di corruzione, attiva o passiva (artt. 318, 319 cod. pen.), può sussistere se ed in quanto il patto di corruzione coinvolga il pubblico ufficiale (o l'incaricato di pubblico servizio). Ne consegue che, ogni qual volta vi sia un intermediario, l'azione corruttrice non deve arrestarsi a quest'ultimo, ma deve, quanto meno, essere nota al pubblico ufficiale competente ad emettere l'atto di mercimonio; deve, cioè, potersi ricavare univocamente dai fatti il consenso del pubblico ufficiale (o dell'incaricato di pubblico servizio) alla pattuizione illecita: Cass. Sez. VI, sent. n. 277 del 27-03-1993 Corruzione per l'esercizio della funzione Ai fini della configurabilità tanto delle corruzione impropria, prevista dall'art. 318, comma primo, c.p., quanto di quella propria, prevista dall'art. 319, comma primo, c.p., è sufficiente che vi sia stata ricezione della indebita retribuzione o accettazione della relativa promessa, restando quindi indifferente che ad essa abbia fatto poi seguito o meno l'effettivo compimento dell'atto conforme o contrario ai doveri d'ufficio, in vista del quale la retribuzione è stata elargita o la promessa formulata: Cass. Sez. I, sent. n. 4177 del 04-02-2004 Corruzione per l'esercizio della funzione Il delitto di corruzione non si configura, nel caso di donativi, soltanto se questi, per la loro modicità, escludono la possibilità di influenza sul compimento dell'atto di ufficio, in modo da non apparire quale corrispettivo di quest'ultimo, previo giudizio di proporzione tra il dono e l'atto stesso: Cass. Sez. VI, sent. n. 16837 del 01-12-1989 Corruzione per l'esercizio della funzione Elemento materiale del reato: atto di ufficio Ai fini della configurabilità del reato di corruzione, sia propria che impropria, non è determinante il fatto che l'atto d'ufficio o contrario ai doveri d'ufficio sia ricompreso nell'ambito delle specifiche mansioni del pubblico ufficiale o dell'incaricato di pubblico servizio, ma è necessario e sufficiente che si tratti di un atto rientrante nelle competenze dell'ufficio cui il soggetto appartiene ed in relazione al quale egli eserciti, o possa esercitare, una qualche forma di ingerenza, sia pure di mero fatto. (Fattispecie relativa al mutamento di destinazione urbanistica di un terreno, da suolo agricolo ad area produttiva): Cass. Sez. VI, sent. n. 20502/2010 Corruzione per l'esercizio della funzione

Page 12: Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai ... · PDF file1 Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione Nozioni

12

In tema di delitti contro la P.A., la nozione di "atto di ufficio" comprende una vasta gamma di comportamenti umani, effettivamente o potenzialmente riconducibili all'incarico del pubblico ufficiale, e quindi non solo il compimento di atti di amministrazione attiva, la formulazione di richieste o di proposte, l'emissione di pareri, ma anche la tenuta di una condotta meramente materiale o il compimento di atti di diritto privato: Cass. Sez. VI, sent. n. 38698 del 26-09-2006 Corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio Art. 319 c.p. Corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio. Il pubblico ufficiale che, per omettere o ritardare o per aver omesso o ritardato un atto del suo ufficio, ovvero per compiere o per aver compiuto un atto contrario ai doveri di ufficio, riceve, per sé o per un terzo, denaro od altra utilità, o ne accetta la promessa, è punito con la reclusione da quattro a otto anni. Corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio Oggetto della tutela penale Il bene giuridico protetto dalle disposizioni penali riguardanti i delitti di corruzione di pubblico ufficiale ed assimilati si inserisce nel contesto del principio dettato dall'art. 97 Cost.; tali fattispecie, infatti, rappresentano una delle espressioni in conflitto con l'esigenza che sia assicurato il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione della cosa pubblica: Cass. Sez. VI, sent. n. 3091 del 07-10-1992 Corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio Differenze da altri reati: corruzione per un atto di ufficio. La differenza tra le ipotesi criminose di cui agli artt. 318 e 319 cod. pen. sta in ciò che nel primo caso, attraverso il collegamento con il privato, determinato dal "pactum sceleris", si realizza una violazione del principio di correttezza e in qualche modo del principio del dovere di imparzialità del pubblico ufficiale, senza però che la "parzialità" si trasferisca nell'atto che resta quello unicamente possibile per attuare interessi esclusivamente pubblici; nel secondo caso, la parzialità si rivela nell'atto, segnandolo di connotazioni privatistiche e rendendolo, pertanto, illecito e contrario ai doveri di ufficio: Cass. Sez. VI, sent. n. 8292/84 Corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio Ai fini della individuazione degli elementi differenziali tra i reati di corruzione e di concussione, occorre avere riguardo al rapporto tra le volontà dei soggetti, che nella corruzione è paritario ed implica la libera convergenza delle medesime verso la realizzazione di un comune obiettivo illecito, mentre nella concussione è caratterizzato dalla presenza di una volontà costrittiva o induttiva del pubblico ufficiale, condizionante la libera formazione di quella del privato, il quale si determina alla dazione, ovvero alla promessa, soggiacendo all'ingiusta pretesa del primo solo per evitare un pregiudizio maggiore: Sez. VI, sent. n. 38650 del 05-10-2010 Circostanze aggravanti Art. 319-bis c.p. Circostanze aggravanti. La pena è aumentata se il fatto di cui all'art. 319 ha per oggetto il conferimento di pubblici impieghi o stipendi o pensioni o la stipulazione di contratti nei quali sia interessata l'amministrazione alla quale il pubblico ufficiale appartiene nonché il pagamento o il rimborso di tributi. Circostanze aggravanti In caso di sovvertimento delle regole degli appalti pubblici, attuato attraverso un sistema di rotazione tra poche e privilegiate imprese disposte a versare compensi corruttivi, si è fuori della ipotesi di corruzione impropria di cui all'art. 318 cod. pen.: essendo gli appalti assegnati con atti compiuti in violazione dei doveri di ufficio si versa nella fattispecie prevista dagli artt. 319 e 319-bis cod. pen. (corruzione propria aggravata dalla stipulazione di contratti con la Pubblica Amministrazione): Cass. Sez. VI, sent. n. 7505 del 02-07-1994

Page 13: Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai ... · PDF file1 Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione Nozioni

13

Corruzione in atti giudiziari Art. 319-ter c.p. Corruzione in atti giudiziari. Se i fatti indicati negli articoli 318 e 319 sono commessi per favorire o danneggiare una parte in un processo civile, penale o amministrativo, si applica la pena della reclusione da quattro a dieci anni. Se dal fatto deriva l'ingiusta condanna di taluno alla reclusione non superiore a cinque anni, la pena è della reclusione da cinque a dodici anni; se deriva l'ingiusta condanna alla reclusione superiore a cinque anni o all'ergastolo, la pena è della reclusione da sei a venti anni Induzione indebita a dare o promettere utilità Art. 319-quater c.p. Induzione indebita a dare o promettere utilità. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità è punito con la reclusione da tre a otto anni. Nei casi previsti dal primo comma, chi dà o promette denaro o altra utilità è punito con la reclusione fino a tre anni. Corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio Art. 320 c.p. Corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio. Le disposizioni degli articoli 318 e 319 si applicano anche all'incaricato di un pubblico servizio. In ogni caso, le pene sono ridotte in misura non superiore a un terzo. Corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio In tema di corruzione di persona incaricata di pubblico servizio, per l'attribuzione della qualità di incaricato di pubblico servizio occorre che l'attività concretamente esercitata dal soggetto sia disciplinata da norme di diritto pubblico ovvero, con atto normativo anche di rango inferiore, deve essere assunta come propria dallo Stato o da altro ente pubblico, sicché deve essere chiara la natura pubblicistica di tale attività in quanto diretta a realizzare in via immediata le finalità dell'ente pubblico, concretantesi in un servizio rivolto alla generalità dei cittadini: Cass. Sez. VI, sent. n. 2549 del 24-01-2004 Pene per il corruttore Art. 321c.p. Pene per il corruttore. Le pene stabilite nel primo comma dell'articolo 318, nell'articolo 319, nell'articolo 319-bis, nell'art. 319-ter, e nell'articolo 320 in relazione alle suddette ipotesi degli articoli 318 e 319, si applicano anche a chi dà o promette al pubblico ufficiale o all'incaricato di un pubblico servizio il denaro od altra utilità. Istigazione alla corruzione Art. 322 c.p. Istigazione alla corruzione. Chiunque offre o promette denaro od altra utilità non dovuti ad un pubblico ufficiale o ad un incaricato di un pubblico servizio, per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, soggiace, qualora l'offerta o la promessa non sia accettata, alla pena stabilita nel primo comma dell'articolo 318, ridotta di un terzo. Se l'offerta o la promessa è fatta per indurre un pubblico ufficiale o un incaricato di un pubblico servizio ad omettere o a ritardare un atto del suo ufficio, ovvero a fare un atto contrario ai suoi doveri, il colpevole soggiace, qualora l'offerta o la promessa non sia accettata, alla pena stabilita nell'articolo 319, ridotta di un terzo. La pena di cui al primo comma si applica al pubblico ufficiale o all'incaricato di un pubblico servizio che sollecita una promessa o dazione di denaro o altra utilità per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri.

Page 14: Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai ... · PDF file1 Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione Nozioni

14

La pena di cui al secondo comma si applica al pubblico ufficiale o all'incaricato di un pubblico servizio che sollecita una promessa o dazione di denaro od altra utilità da parte di un privato per le finalità indicate all'articolo 319. Istigazione alla corruzione Differenze da altri reati: concussione. In tema di reati contro la P.A., nel caso di una indebita richiesta di denaro da parte del pubblico ufficiale, che venga rifiutata dal privato, non ricorre il delitto di concussione, ma è configurabile quello di istigazione alla corruzione, previsto dall'art. 322 comma terzo, cod. pen., in quanto difettano gli elementi della costrizione o della induzione nei confronti del privato, prodotta dal pubblico ufficiale con l'abuso della sua qualità o dei suoi poteri: Cass. Sez. VI, sent. n. 26266 del 01-04-2011 Istigazione alla corruzione Differenze da altri reati: corruzione. Ricorre l'ipotesi criminosa di cui all'art. 322 cod. pen. e non quella di cui agli artt. 318, 319 o 320 cod. pen., allorché il pubblico ufficiale simuli l'accettazione di danaro o altra utilità ovvero della sua promessa con l'intenzione di denunciare il fatto e di assicurare alla giustizia l'istigatore alla corruzione: Cass. Sez. VI, sent. n. 11680 del 30-11-1988 Membri della Corte penale internazionale, degli organi delle C.E. e di Stati esteri Art. 322-bis c.p. Peculato, concussione, induzione indebita dare o promettere utilità, corruzione e istigazione alla corruzione di membri della Corte penale internazionale o degli organi delle Comunità europee e di funzionari delle Comunità europee e di Stati esteri. Articolo aggiunto dall'art. 3, L. 29 settembre 2000, n. 300. Confisca Art. 322-ter c.p. Confisca. Nel caso di condanna, o di applicazione della pena su richiesta delle parti a norma dell'articolo 444 cpp, per uno dei delitti previsti dagli articoli da 314 a 320, anche se commessi dai soggetti indicati nell'articolo 322-bis, primo comma, è sempre ordinata la confisca dei beni che ne costituiscono il profitto o il prezzo, salvo che appartengano a persona estranea al reato, ovvero, quando essa non è possibile, la confisca di beni, di cui il reo ha la disponibilità, per un valore corrispondente a tale prezzo o profitto. Nel caso di condanna, o di applicazione della pena a norma dell'articolo 444 cpp, per il delitto previsto dall'articolo 321, anche se commesso ai sensi dell'articolo 322-bis, secondo comma, è sempre ordinata la confisca dei beni che ne costituiscono il profitto salvo che appartengano a persona estranea al reato, ovvero, quando essa non è possibile, la confisca di beni, di cui il reo ha la disponibilità, per un valore corrispondente a quello di detto profitto e, comunque, non inferiore a quello del denaro o delle altre utilità date o promesse al pubblico ufficiale o all'incaricato di pubblico servizio o agli altri soggetti indicati nell'articolo 322-bis, secondo comma. Nei casi di cui ai commi primo e secondo, il giudice, con la sentenza di condanna, determina le somme di denaro o individua i beni assoggettati a confisca in quanto costituenti il profitto o il prezzo del reato ovvero in quanto di valore corrispondente al profitto o al prezzo del reato. Abuso d'ufficio Art. 323 c.p. Abuso d'ufficio. Salvo che il fatto non costituisca un più grave reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo

Page 15: Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai ... · PDF file1 Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione Nozioni

15

congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto è punito con la reclusione da uno a quattro anni. La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno un carattere di rilevante gravità. Abuso d'ufficio Elemento materiale del reato c.d. "doppia ingiustizia" Ai fini dell'integrazione del reato di abuso d'ufficio (art. 323 cod. pen.) è necessario che sussista la cosiddetta doppia ingiustizia, nel senso che ingiusta deve essere la condotta, in quanto connotata da violazione di legge, ed ingiusto deve essere l'evento di vantaggio patrimoniale, in quanto non spettante in base al diritto oggettivo regolante la materia. Ne consegue che occorre una duplice distinta valutazione in proposito, non potendosi far discendere l'ingiustizia del vantaggio conseguito dalla illegittimità del mezzo utilizzato e quindi dalla accertata esistenza dell'illegittimità della condotta: Cass. Sez. VI, sent. n. 35381 del 27-06-2006 Abuso d'ufficio In tema di abuso di ufficio, la violazione, nell'esercizio di pubbliche funzioni, del dovere di imparzialità sancito dall'art. 97 della Costituzione integra il requisito della "violazione di norme di legge", elemento costitutivo della fattispecie: Cass. Sez. II, Sent. n. 35048 del 10-06-2008 Abuso d'ufficio Elemento materiale del reato: atto della PA. In tema di delitti contro la P.A., la nozione di "atto di ufficio" comprende una vasta gamma di comportamenti umani, effettivamente o potenzialmente riconducibili all'incarico del pubblico ufficiale, e quindi non solo il compimento di atti di amministrazione attiva, la formulazione di richieste o di proposte, l'emissione di pareri, ma anche la tenuta di una condotta meramente materiale o il compimento di atti di diritto privato: Cass. Sez. VI, sent. n. 38698 del 26-09-2006 Abuso d'ufficio Art. 323-bis c.p. Circostanza attenuante. Se i fatti previsti dagli articoli 314, 316, 316-bis, 316-ter, 317, 318, 319, 319-quater, 320, 322, 322-bis e 323 sono di particolare tenuità, le pene sono diminuite. Abuso d'ufficio In tema di delitti contro la P.A., la circostanza attenuante speciale prevista per i fatti di particolare tenuità ricorre quando il reato, valutato nella sua globalità, presenti una gravità contenuta, dovendosi a tal fine considerare ogni caratteristica della condotta, dell'atteggiamento soggettivo dell'agente e dell'evento da questi determinato: Cass. Sez. VI, sent. n. 199 del 19-12-2011 Abuso d'ufficio Ai fini della ricorrenza dell'attenuante del fatto di lieve entità di cui all'art. 323 bis cod. pen. - in materia di delitti contro la Pubblica Amministrazione - non può aversi riguardo solo al fatto nella sua oggettività, avulso dalla persona del suo autore e quindi sganciato dai motivi di ispirazione soggettiva. Il fatto invero, onde valutarne la portata, deve necessariamente essere considerato insieme alle ragioni che lo hanno determinato ed alla personalità del suo autore perché queste si riverberano sul dato oggettivo e finiscono per delinearne gli esatti contorni: Cass. Sez. VI, sent. n. 1894 del 27-02-1997 Utilizzazione d'invenzioni o scoperte conosciute per ragione di ufficio Art. 325 c.p. Utilizzazione d'invenzioni o scoperte conosciute per ragione di ufficio. Il pubblico ufficiale [c.p. 357] o l'incaricato di un pubblico servizio [c.p. 358], che impiega, a proprio o altrui profitto, invenzioni o scoperte scientifiche, o nuove applicazioni industriali, che egli conosca per ragione dell'ufficio o servizio, e che debbano rimanere segrete [c.p. 263], è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa non inferiore a euro 516 [c.p. 29, 31, 32]. Rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio

Page 16: Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai ... · PDF file1 Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione Nozioni

16

Art. 326 c.p. Rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio. Il pubblico ufficiale o la persona incaricata di un pubblico servizio, che, violando i doveri inerenti alle funzioni o al servizio, o comunque abusando della sua qualità, rivela notizie di ufficio, le quali debbano rimanere segrete, o ne agevola in qualsiasi modo la conoscenza, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. Se l'agevolazione è soltanto colposa, si applica la reclusione fino a un anno. Il pubblico ufficiale o la persona incaricata di un pubblico servizio, che, per procurare a sé o ad altri un indebito profitto patrimoniale, si avvale illegittimamente di notizie di ufficio, le quali debbano rimanere segrete, è punito con la reclusione da due a cinque anni. Se il fatto è commesso al fine di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto non patrimoniale o di cagionare ad altri un danno ingiusto, si applica la pena della reclusione fino a due anni. Rifiuto di atti d'ufficio - Omissione Art. 328 c.p. Rifiuto di atti d'ufficio. Omissione. Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni. Fuori dei casi previsti dal primo comma, il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che entro trenta giorni dalla richiesta di chi vi abbia interesse non compie l'atto del suo ufficio e non risponde per esporre le ragioni del ritardo, è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa fino a euro 1.032. Tale richiesta deve essere redatta in forma scritta ed il termine di trenta giorni decorre dalla ricezione della richiesta stessa. Rifiuto di atti d'ufficio - Omissione Oggetto della tutela penale. Il rifiuto, l'omissione o il ritardo di un atto d'ufficio, per essere giuridicamente rilevante e cadere sotto la sanzione penale, non deve necessariamente cagionare un danno materiale alla Pubblica Amministrazione o ledere interessi legittimi dei privati, essendo sufficiente il pregiudizio all'ufficio o al servizio insito nella condotta illegittima del pubblico ufficiale o dell'incaricato del pubblico servizio: Cass. Sez. VI, sent. n. 8474 del 02-10-1985 Rifiuto di atti d'ufficio - Omissione Natura: reato di pericolo Il delitto di omissione di atti d'ufficio è un reato di pericolo la cui previsione sanziona il rifiuto non già di un atto urgente, bensì di un atto dovuto che deve essere compiuto senza ritardo, ossia con tempestività, in modo da conseguire gli effetti che gli sono propri in relazione al bene oggetto di tutela: Cass. Sez. VI, sent. n. 13519 del 29-01-2009 Rifiuto di atti d'ufficio - Omissione Elemento materiale del reato L'integrazione della fattispecie criminosa dell'omissione di atti d'ufficio, nella forma di cui all'art. 328, comma secondo, cod. pen., ha riguardo esclusivamente alle condotte della P.A. nei rapporti con i soggetti ad essa esterni, non anche a quelle che abbiano avuto luogo all'interno dell'amministrazione, che potranno integrare la diversa fattispecie di cui all'art. 328, comma primo, cod. pen., od assumere rilevanza meramente disciplinare: Cass. Sez. IV, sent. n. 34385 del 14-07-2011 Rifiuto di atti d'ufficio - Omissione Ai fini della configurabilità del delitto di omissione di atti d'ufficio, deve escludersi l'efficacia di una diffida ad adempiere palesemente pretestuosa ed irragionevole, in quanto finalizzata a sollecitare la P.A. ad adottare un provvedimento in contrasto con una scelta discrezionale già effettuata e certamente nota al richiedente nelle sue ragioni giustificative, in quanto oggetto di un giudizio amministrativo pendente tra le parti. (Fattispecie relativa all'omesso rilascio, da parte di un ufficio tecnico comunale, di

Page 17: Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai ... · PDF file1 Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione Nozioni

17

una contestata attestazione di agibilità di opere destinate ad attività commerciale): Cass. Sez. VI, sent. n. 36249 del 07-06-2011 Rifiuto di atti d'ufficio - Omissione In tema di omissione di atti d'ufficio, il dovere di risposta del pubblico ufficiale presuppone che sia stato avviato un procedimento amministrativo, rimanendo al di fuori della tutela penale quelle richieste che, per mero capriccio o irragionevole puntigliosità, sollecitano alla P.A. un'attività che la stessa ritenga ragionevolmente superflua e non doverosa: Cass. Sez. VI, sent. n. 79 del 19-10-2011 Rifiuto di atti d'ufficio - Omissione Non integra il reato di omissione di atti d'ufficio il semplice inadempimento di un dovere funzionale interno all'organizzazione della P.A., ove non si traduca nella mancanza di un atto d'ufficio a rilevanza esterna, che sia altresì qualificato dalle ragioni indicate dalla norma incriminatrice e da compiersi senza ritardo: Cass. Sez. VI, sent. n. 28482 del 17-02-2009 Rifiuto di atti d'ufficio - Omissione In tema d'omissione d'atti d'ufficio, l'interesse sotteso alla richiesta deve afferire ad una situazione giuridica soggettiva sulla quale il provvedimento, che è oggetto della richiesta, produrrebbe effetti diretti, non potendo rilevare il generale interesse al buon andamento della pubblica amministrazione: Cass. Sez. VI, sent. n. 14466 del 05-03-2009 Rifiuto di atti d'ufficio - Omissione Accesso a documenti amministrativi In tema di richiesta di accesso ai documenti amministrativi, ai sensi dell'art. 25 della legge 7 agosto 1990 n. 241, coincidendo il termine di trenta giorni dalla richiesta dell'interessato formulata ex art. 328, comma secondo, c.p. con il termine per il maturarsi del silenzio rifiuto, deve escludersi la configurabilità del reato di omissione di atti di ufficio se il pubblico ufficiale non compie l'atto richiesto e non risponde al richiedente, perché con il silenzio-rifiuto, sia pure per una presunzione, si ha il compimento dell'atto e viene comunque a determinarsi una situazione che è concettualmente incompatibile con l'inerzia della Pubblica Amministrazione: Cass. Sez. VI, sent. n. 12977 del 11-12-1998 Interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessità Art. 331 c.p. Interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessità. Chi, esercitando imprese di servizi pubblici [c.p. 358] o di pubblica necessità [c.p. 359], interrompe il servizio, ovvero sospende il lavoro nei suoi stabilimenti, uffici o aziende, in modo da turbare la regolarità del servizio, è punito con la reclusione da sei mesi a un anno e con la multa non inferiore a euro 516. I capi, promotori od organizzatori sono puniti con la reclusione da tre a sette anni e con la multa non inferiore a euro 3.098 [c.p. 29, 31, 32] (3). Si applica la disposizione dell'ultimo capoverso dell'articolo precedente [c.p. 360, 440]. Interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessità Ai fini della configurabilità del reato previsto dall'art. 331 cod.pen. è necessario che sia interrotto o turbato nel suo complesso il servizio pubblico o di pubblica necessità, restando esclusa dalla previsione normativa la condotta limitata a singole utenze che incida solo marginalmente sul volume dell'attività svolta e che non sia in grado di comprometterne in modo apprezzabile il funzionamento: Cass. Sez. VI, Sent. n. 37083 del 24-05-2007 Interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessità L'attività di smaltimento di rifiuti è da considerare un "servizio di pubblica necessità" e, pertanto, integra il reato di interruzione di un servizio di pubblica necessità l'inadempimento di tale attività che alteri il funzionamento del servizio nel suo complesso; Cass. Sez. VI, sent. n. 30749 del 23-04-2009

Page 18: Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai ... · PDF file1 Nozioni di diritto penale con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione Nozioni

18