NOVEMBRE-DICEMBRE 2015 Parini, what’s...

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LE NOSTRE RUBRICHE: PARINI WHAT’S APP? Alessio Tavecchio Voci del verbo Furbare Il circolo di Lettura Una visita a Villa Olmo ATTUALITÀ Un salto per l’Alzheimer Attentati di Parigi SCIENZA E TECNOLOGIA Vivere su Marte Un cocktail cosmico? CINEMA INSIDE OUT ARTE LA GRANDE MADRE NOVEMBRE-DICEMBRE 2015 Parini, what’s up? Mi sono iscritto al cor- so per la patente. Ho fissato l’esame teori- co. L’ho passato (2 errori). Le guide. Frizio- ne, cambio, gas… freeeena. L’esame pratico. Ho la MIA pa- tente! (Finalmente). Dal momento in cui si compiono 18 anni, il primo pensiero di tutti è la grandiosa possibi- lità di guidare. Per av- vicinarsi un po’ di più al mondo dei “grandi”, non si pensa però ai grandi rischi che questo compor- ta. Alessio Tavecchio, il 16/11/15, ci ha dato la sua testimonianza, parlandoci di sicurez- za stradale. Sembra un tema banale e scontato, soprattutto quando viene letta la circolare dell’incontro in classe, ma quando vedi una persona in sedia a rotelle per una disattenzione al volan- te, qualche riflessione cominci a farla. Per due piccole e, fino a quando non si rompo- no, insignificanti, ver- tebre Alessio è da 21 anni su una sedia a rotelle. E la dinamica dell’incidente è stata una delle più comuni: il cellulare. Lui è stato l’esempio, con la sua vita e non solo con le parole di come biso- gna sempre cercare di uscire vittoriosi da ogni situazione . Non si è dato per vinto, ha vinto 30 medaglie d’oro nuotando (e scusssa se è poco!), ha una moglie e due figlie. Ha dato un va- lore a un suo sogno ed è diventato reale perché ci ha creduto, nonostante tornare a camminare sia un so- gno a cui non rinun- cerà mai. Penso che non ci avrebbe potuto rega- lare messaggio miglio- re, ora che dobbiamo scegliere cosa voglia- mo diventare… lui è stato “Il ragazzo che nacque due volte” e tu? Per conoscere di più la sua storia ti consi- gliamo i suoi libri: “Con una marcia in più” e “Il ragazzo che nacque due volte”. Buona lettura! Eleonora Murero ALESSIO TAVECCHIO Cambiare marcia per cominciare una nuova vita “un suo sogno è diventato reale perché ci ha cre- duto “

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LE NOSTRE RUBRICHE:

PARINI WHAT’S APP?

Alessio Tavecchio

Voci del verbo Furbare

Il circolo di Lettura

Una visita a Villa Olmo

ATTUALITÀ

Un salto per l’Alzheimer

Attentati di Parigi

SCIENZA E TECNOLOGIA

Vivere su Marte

Un cocktail cosmico?

CINEMA

INSIDE OUT

ARTE

LA GRANDE MADRE

NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

Parini, what’s up?

Mi sono iscritto al cor-so per la patente. Ho fissato l’esame teori-co. L’ho passato (2 errori). Le guide. Frizio-ne, cambio, gas… freeeena. L’esame pratico. Ho la MIA pa-tente! (Finalmente). Dal momento in cui si compiono 18 anni, il primo pensiero di tutti è la grandiosa possibi-lità di guidare. Per av-vicinarsi un po’ di più al mondo dei “grandi”, non si pensa però ai grandi rischi che questo compor-ta. Alessio Tavecchio, il 16/11/15, ci ha dato la sua testimonianza, parlandoci di sicurez-za stradale. Sembra un tema banale e scontato, soprattutto quando viene letta la circolare dell’incontro in classe, ma quando vedi una persona in sedia a rotelle per una disattenzione al volan-

te, qualche riflessione cominci a farla. Per due piccole e, fino a quando non si rompo-no, insignificanti, ver-tebre Alessio è da 21 anni su una sedia a rotelle. E la dinamica dell’incidente è stata una delle più comuni: il cellulare. Lui è stato l’esempio, con la sua vita e non solo con le

parole di come biso-gna sempre cercare di uscire vittoriosi da ogni situazione . Non si è dato per vinto, ha vinto 30 medaglie d’oro nuotando (e scusssa se è poco!), ha una moglie e due figlie. Ha dato un va-lore a un suo sogno

ed è diventato reale perché ci ha creduto, nonostante tornare a camminare sia un so-gno a cui non rinun-cerà mai. Penso che non ci avrebbe potuto rega-lare messaggio miglio-re, ora che dobbiamo scegliere cosa voglia-mo diventare… lui è stato “Il ragazzo che nacque due volte” e tu? Per conoscere di più la sua storia ti consi-gliamo i suoi libri: “Con una marcia in più” e “Il ragazzo che nacque due volte”. Buona lettura!

Eleonora Murero

ALESSIO TAVECCHIO Cambiare marcia per cominciare una nuova vita

“un suo sogno è diventato reale perché ci ha cre-duto “

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PAGINA 2 PARINI EXPRESS NOV-DIC 2015

Il 30 Ottobre 2015 alcune classi quarte hanno partecipato alla terza edizione dell’Evento sulle Regole con la partecipazione di Gherardo Colombo, un ex magi-strato divenuto celebre per la sua collaborazione ad inchieste co-me “Loggia P2” o “Mani pulite”. Elio di Elio e le Storie Tese è stato il conduttore dell’evento svoltosi in diretta satellitare con il Piccolo Teatro di Milano, erano collegati oltre 22.000 studenti da 110 sale cinematografiche e teatri di tutte le regioni d’Italia. Le nostre classi sono state ospitate, insieme ad altre scuole della zona, nello Spa-zioCinema Metropol di Monza.

L’evento è stato un’occasione per conversare su temi molto at-tuali quali la corruzione e la pre-varicazione a danno della collet-tività . Si è inoltre parlato del ruolo fondamentale di ciascuno di noi nella realizzazione di una società più giusta. Tutti gli studenti si sono sentiti chiamati a essere protago-nisti sul tema che è stato possibile affrontare in maniera diretta poi-ché potevano inviare messaggi e domande da porre a Colombo attraverso la pagina Facebook dedicata all’evento. Inoltre l’ex magistrato si è mostrato pronto e disponibile a rispondere a ogni domanda, in modo franco e sen-za peli sulla lingua, esortando tutti i giovani a “fare la loro parte”.

“Io furbo, tu furbi, egli furba”: ab-biamo riflettuto insieme soprattut-

to sulla furbizia e la corruzione che permeano la società al gior-no d’oggi. Società che a volte si dimostra passiva e indifferente nei confronti della corruzione e che invece dovrebbe attivarsi per cer-care di sconfiggerla, per evitare tutti i danni che provoca. Il tema della prevaricazione in ambito sociale e della corruzione non è certamente un argomento facile da sviluppare, ma grazie all’espe-rienza dell’ex magistrato siamo

riusciti ad approfondire alcuni aspetti e a confrontare le nostre idee. Con il presentatore Elio ci siamo catapultati in un mondo immaginario in cui “[…] All’ango-lo di una via c’è una salumeria. Entra in negozio un vigile urbano, ha il compito, tra l’altro, di verifi-care la bilancia. Dopo alcune allusioni, mezze frasi, e occhiatine, il vigile esce con un paio di borse della spesa ricolme. Le ha avute gratis e in cambio non ha control-lato nulla. Il negoziante può conti-nuare a vendere la carta della confezione allo stesso prezzo del prosciutto. […] La marca del cibo alla mensa scolastica è scelta in cambio di soldi; si truccano i con-corsi per essere ammessi all’uni-

versità. [...] La sera tardi, in una strada di periferia, un distinto si-gnore contratta le grazie di una ragazzina "importata" da un pae-se più povero con l'inganno e ri-dotta tramite violenza e minacce in condizioni non lontane dalla schiavitù. [...] All'istituto delle pen-sioni c'è qualcuno che falsifica i dati al computer di chi l'ha pre-gato (con obolo) di farlo apparire professionalmente più anziano di quello che è. Senza neanche chiedere un compenso, il medico di base rilascia su richiesta telefo-nica un certificato di malattia al dipendente pubblico che si è al-lungato un po' le vacanze. [...]” (Tratto da "Un paese immaginario" di G. Colombo). È davvero questo il mondo in cui vorremmo vivere e in cui vorremmo costruire il nostro futuro?!L'invito dell'ex magistrato a noi giovani in quel momento (e a tutti in generale) è quello di dar-ci da fare in prima persona per cambiare le cose, senza aspetta-re l'intervento di altre persone. I cittadini devono rivestire un ruolo attivo nella società, devono colla-borare per ottenere la giustizia poichè “La giustizia non può fun-zionare se il rapporto tra i cittadini e le regole è malato, sofferto, se-gnato dall’incomunicabilità. La giustizia non può funzionare se i cittadini non comprendono il per-ché delle regole”.

Gaia De Carolis , Beatrice Galim-berti

Voci del Verbo furbare io furbo, tu furbi, egli furba…

Il circolo di lettura

Perché partecipare alle attività ex-trascolastiche? Le motivazioni sono tante: per conoscere meglio le al-tre persone che frequentano la scuola, per crescere o per occupa-re un po’ di tempo. Personalmente ho partecipato al circolo di lettura “Il Peppino” un po’ perché spinta da una mia amica, un po’ per cu-

riosità. Credo sia stata una fantasti-ca esperienza che caldamente consiglio a tutti coloro che hanno voglia di dedicare un po’ di tempo per se stessi. Questa attività mi ha permesso di vedere le persone sot-to una nuova luce e di scoprire le varie facce del mondo della lettu-ra.

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PAGINA 3 PARINI EXPRESS NOV-DIC 2015

Cos’è un circolo di lettura? Sempli-cemente un momento in cui ci si ritrova e si parla, ci si confronta, si riflette e ci si ascolta: un modo per conoscere pareri e opinioni altrui riguardo questo mondo che talvol-ta è velato alla nostra vista, come se fossimo ciechi e non vedessimo che in realtà basta solo alzare il velo per scoprirlo . E’ un modo per fare una “chiacchierata” tra adulti e adolescenti, su quello che si pro-va quando si legge.

Ci si mette alla pari uno con gli altri, senza sentirsi lontani e distac-cati nei confronti degli adulti. Si impara a non aver paura ad espri-mere le proprie opinioni, apprezza-re maggiormente la lettura per chi, come me, delle volte pensa che non si abbia abbastanza tempo per leggere.

Perché leggere? Che sia un roman-zo, un articolo, una frase, una poe-sia o un immagine con parole, at-

traverso la lettura facciamo funzio-nare il nostro cervello: cogliendo un

m e s -saggi o che lo scrittore c e r c a di tra-smette, pensia-m o ,

ragioniamo, ci facciamo emozio-nare. Per questo viene chiamato “cibo per la mente”.

Vale la pena partecipare al circo-lo? Sì ne vale la pena, ma se non si può o non si vuole, nulla vieta di leggere. Durante la discussione, avvenuta venerdì 6 novembre nel-la sede di Seregno, tra il preside, alcuni alunni e professori, si è parla-to de “Lo Hobbit”. Ognuno ha espresso le proprie opinioni riguar-do al libro: giudizi contrastanti han-no animato lo scambio di vedute e

sono giunta a conclusione che ognuno legge con un proprio stile. Tutto è dovuto dalla propria inter-pretazione perché ad ognuno giunge un messaggio differente. Si è poi deciso il libro per il prossimo incontro che si incentrerà sulla poe-sia, un genere meno diffuso del classico romanzo e che è tutto da scoprire. Lo stimolo è quello di non fermarsi alle letture scolastiche per-ché esiste un intero mondo nasco-sto ai nostri occhi, costituito da bra-ni che sono pronti ad avvolgerci nel dolce sonno che è la lettura. Quindi l’unica cosa che vi posso dire è: leggete e scavate a fondo nelle parole, afferratele, inalate il loro profumo, ascoltatele fino all’ul-tima nota e assaporatele fino all’ul-tima briciola, perché la lettura ha un grande potere, più grande di quanto si possa immaginare.

Leda Fumagalli

“perché la lettura ha una grande po-tere, più grande di quanto si possa im-maginare”

UNA VISITA A VILLA OLMO Con una guida speciale

Noi della V AL, accompagnati dalle docenti Colombo e Fer-rari, il 3 Novembre 2015 ci sia-mo recati presso ‘Villa Ol-mo’ (Como) per visitare la mo-stra “Com’è Viva la Città”. Ab-biamo avuto una guida d’ec-cezione, la nostra compagna Nicoletta, che questa estate ha effettuato lo stage lavorati-vo presso la mostra stessa. Ab-biamo seguito il percorso dell’esposizione, la quale af-f ronta var ie tematiche (‘Trasporti’, ‘Parchi’, ‘Sport’, ‘Emblemi’, ‘Tempo Libero’, ‘Strada’) che hanno come filo conduttore la vita nella città contemporanea. Siamo stati molto interessati e abbiamo

apprezzato soprattutto il fatto di avere una coetanea come guida.

Giorgia Nava, Paola Cirigliano, Silvia Braghini, Giulia Ravasi,

Jacopo Buggio

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PAGINA 4 PARINI EXPRESS NOV -DIC 2015

Attualità

Quante volte ci sarà capitato di chiudere gli occhi, soffermandoci a pensare a tutte le esperienze che abbiamo vissuto. Quante volte ci vediamo passare davanti quei mo-menti che ci hanno cambiato, o che in qualche modo hanno se-gnato il nostro cammino.

La vita è un percorso che si deve godere a 360° gradi, un viaggio fatto di emozioni, di gioie e anche di ostacoli.

Purtroppo, molti di noi, per cause di forza maggiore, non riescono a “mordere” la vita come vorrebbe-ro, ritrovandosi a lottare anche da-vanti a piccoli gesti quotidiani.

L’Alzhei-mer è una ma-l a t t i a che col-p i s c e circa il 5 % delle persone

con più di 60 anni di età.

È un’alterazione delle funzioni cere-brali che implica serie difficoltà nel-lo svolgimento delle funzioni cogni-tive superiori, quali la memoria, il ragionamento e il linguaggio.

Oggi, solo in Italia, sono un milione e 241 mila i pazienti che ne soffro-no, cifra che, secondo recenti studi,

sarebbe destinata a crescere nei prossimi anni.

Fortunatamente, sono sempre in maggior numero i progetti che si propongono di aiutare i malati di Alzheimer, al fine di semplificare le loro attività quotidiane.

Una recente iniziativa che ha coin-volto moltissimi volontari è stata “un Salto per l’Alzheimer”.

L’idea, partita da Fabio Marelli, speaker di “Discoradio”, in collabo-razione con la “Federazione Alzhei-mer Italia”, consiste in un progetto di Crowdfunding, finalizzato a mi-gliorare la qualità della vita di colo-ro che soffrono di tale patologia.

Il traguardo prefissato all’inizio del progetto era di 5000 euro, con cui sarà possibile sostenere per un an-no il servizio di terapia Occupazio-nale per 48 famiglie, orientato ad agevolare la routine quotidiana dei malati e ad aumentare la sicurezza del domicilio.

I fondi raccolti che superano l’o-biettivo serviranno inoltre a finanzia-re il servizio “Pronto Alzheimer”, la prima linea telefonica in Italia di aiuto e consulenza ai familiari dei malati.

Attraverso l’impegno e la solidarie-tà di molti sono stati raccolti 5.235€, un risultato che denota quanto sia stata presa a cuore questa buona causa.

In cambio della generosità dei volontari, Fabio si è cimentato in un’avventura che mai si sarebbe immaginato di fare nella vita: un salto in tandem con il paracadu-te. Il lancio, avvenuto con l’aiuto di un paracadutista esperto, rap-presenta una metafora della ma-lattia dell’Alzheimer: l’affidarsi di una persona in completa fiducia nelle braccia di un’altra.

Siamo convinti che nei prossimi me-si, tutte le famiglie coinvolte nel pro-getto, grazie al supporto dei terapi-sti, ci regaleranno un sorriso, con la consapevolezza che con grinta e determinazione, si possono supera-re anche quegli ostacoli apparen-temente insormontabili.

Allo stesso tempo, ci auguriamo che “Un Salto Per l’Alzheimer” ab-bia posto l’attenzione su un proble-ma attualmente poco discusso e spesso sottovalutato: i malati di Alz-heimer e la loro continua necessità di supporto.

Che il gesto di Fabio sia un grande esempio per tutti coloro che voglio-no impegnarsi nel sostegno di chi soffre di una malattia che ostacola la vita di tutti i giorni, a dimostrazio-ne del fatto che per una buona causa, <<insieme si vince sem-pre>>.

Per ulteriori informazioni sul progetto e sulla Federazione Alzheimer Italia p u o i c o n s u l t a r e i l s i t o : http://www.alzheimer.it

Matteo Allievi

Un salto per l’Alzheimer insieme si vince sempre

“l'affidarsi di una persona in com-pleta fiducia nelle braccia di un’al-tra”

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PAGINA 5 PARINI EXPRESS NOV-DIC 2015

Chi non è stato risvegliato la matti-na del 14 novembre con un’ango-scia nell’animo nel venire a sapere che quella notte, mentre si dormiva tranquilli nel letto, i terroristi sparava-no sulla folla parigina?

7 gennaio e 13 no-vembre 2015, due date che segnano un punto drammatico nella storia contem-poranea dell’occi-dente europeo. Pari-

gi è stata teatro di due attentati che hanno minato la libertà su cui l'Europa si basa. Con oggi a soli 10 mesi di distanza dalla strage di “Charlie Hebdo”.

I due attentati han-no visto in azione estremisti di matri-ce islamica (Al Qaeda e ISIS) ed è sbagliato ricollegare questi eventi alla religione. È un errore, molto gra-ve. L'Islam, così come le altre religio-ni, si fonda su un'etica, su una mo-rale, sull'integrazione con le altre religioni e non su guerra, distruzione, barbarie, perché chi usa la religio-ne come pretesto per uccidere non è uomo, ma bestia.

Non si può e non si devono uccide-re altri uomini solo per il gusto di creare terrore. È contro ogni logica. È contro l'umanità.

Con titoli assurdi e provocatori in p r i m a pagina si rischia di fare di tutta l’er-ba un f a s c i o , a v e r paura di

chi professa la religione islamica è fare lo stesso gioco di chi vuole tut-to questo, che, per questo motivo,

per favore, non deve essere chia-mato uomo.

Si può affermare che la religione islamica è stata violentata da chi con attacchi terroristici si nasconde dietro a una guerra di religione.

Tutto il mondo è vicino a Parigi, con manifestazioni, flash mob, hashtags, immagini.

Il Collegio Bianconi ha realizzato un flash mob in piazza dell’arengario in centro a Monza. Hanno portato la bandiera francese listata a lutto e dei manifestini di solidarietà (“Je suis Paris”) per indicare la parteci-pazione al dolore della Francia e di tutto il mondo libero.

La Villa di Monza di è stata illumina-ta col tricolore francese in segno di rispetto. Prima di ogni partita si os-serva un minuto di silenzio e anche nelle classi in piedi si pensa a loro e al valore fondamentale della liber-tà. A Cesano resta in programma la marcia per la pace. Chi vuole può pregare. Il mondo intanto lancia

appelli per non dimenticare.

Siamo di fronte a una guerra mo-derna, dove il nemico non può es-sere contrastato coi soldati e i carri armati. Non lo si affronta diretta-mente. Dopo la caduta delle Torri Gemelle, furono sospese delle ga-ranzie democratiche e delle libertà sociali dei cittadini americani, per-ché il primo dovere dello Stato è difendere la vita dei cittadini. Dob-biamo renderci conto che siamo in uno stato di emergenza. Purtroppo per ora non è stato ancora raggiun-to un grado di integrazione e fratel-lanza tra religioni, siamo in cammi-no verso un riconoscimento recipro-co.

Intanto noi #PrayForParis

Marco Merati, Eleonora Murero

La domanda è perché La risposta solo l’umanità può darcela

Attentati a Parigi

“Chiunque uccide un uomo uccide tutta l’umanità “

Corano

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SCIENZA E TECNOLOGIA Vivere su Marte

Lujendra Ojha, del Georgia Insitute of Technology di At-lanta è riuscito, per la prima volta, con una tecnologia messa a punto nei suoi la-boratori, ad analizzare la composizione chimica delle strette fasce scure che scendono dal bordo di al-cuni crateri e di alcune colli-ne del pianeta rosso, Marte.

Fino ad oggi quest’opera-zione risultava impossibile perché le strisce erano trop-po strette per realizzare uno spettro che si localizzasse solo su di esse. Ojha invece, ci è riuscito analizzando un solo pixel delle fotografie riprese dalla Mars Recon-naissance Orbiter (Mro) e al suo interno ha trovato tre tipi di sali (perclorato di ma-gnesio, clorato di magnesio e perclorato di sodio) dimo-strando la presenza di ac-qua salata. Che su Marte ci fosse acqua era abbastan-za certo, ciò che rende la notizia importante è la cer-tezza che l’acqua o il ghiaccio da cui si forma l’acqua durante le stagioni più calde è relativamente vicino alla superficie. Non esiste ancora nessun’imma-gine ripresa dalle sonde che mostri una “sorgente” nel momento della sua attività. Per il momento dobbiamo accontentarci delle foto-

grafie di solchi lasciati dall’acqua dopo la fuoriu-scita. Alcuni sali trovati sono i perclorati fondamentali perché derivano dall’unio-ne di un elemento chimico, come ad esempio il ma-gnesio, ad un gruppo di atomi composto da 4 atomi di ossigeno legati a uno di cloro. Su Marte si possono

essere formati per l’attività dei raggi ultravioletti su composti di cloro lasciati, ad esempio, da antichi mari o laghi. Inoltre essi possono essere fonte di vita per alcu-ni batteri o possono essere utilizzati per produrre com-bustibili per razzi. Tuttavia i perclorati sono tossici per l’uomo. Di sicuro l’osserva-zione di acqua salata au-menta la possibilità di vita sulla superficie di Marte. Al-cuni scienziati pensano che sia possibile, prendendo in considerazione il deserto Atacama in Cile, simile a Marte per aridità, dove si

trovano comunità di colonie di microbi alofili. Altri pensa-no che sia assai improbabile che proliferi la vita in superfi-cie perché se nell’acqua che fuoriesce con i sali ci fossero dei batteri i raggi ul-travioletti e le radiazioni co-smiche li ucciderebbero. Ma nulla esclude l’esistenza di vita sotterranea, infatti se mai un tempo, quando l’acqua scorreva abbon-dante sulla superficie di Marte e l’atmosfera era più “protettiva” di quella attua-le, la vita prese forma, essa potrebbe essere sopravvis-suta sotto la superficie del pianeta ed aver continuato la sua esistenza proprio all’interno di falde acquife-re.

Da quando il fenomeno del-le lingue scure è stato osser-vato per la prima volta e poi monitorato con conti-nuità dalle sonde attorno a Marte ci si è domandati quale fosse la provenienza dell’acqua. La risposta sull'origine dei flussi stagio-nali d'acqua potrebbe non essere semplice da trovare. Alcuni interpretano le strisce scure come il risultato di fuo-riuscite di acqua dai bordi dei crateri. La sua deriva-zione può essere legata alla presenza di ghiaccio che, durante l'estate marziana,

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PAGINA 7 PARINI EXPRESS NOV-DIC 2015

all'aumentare della tempe-ratura, si scoglie e fuoriesce in getti, e poi evapora velo-cemente.

È un'ipotesi verosimile: non è necessario che la tempera-tura superi gli zero gradi centigradi per avere acqua liquida, perché la presenza di alcuni sali può portare la temperatura di liquefazione anche a -190 °C. E in certe regioni del pianeta la tem-peratura estiva può supera-re anche i 15 °C.

Ma in quanto risulti difficile la presenza di ghiaccio in abbondanza in prossimità dell'equatore, quest’ipotesi potrebbe valere per le fuo-riuscite d'acqua in regioni adiacenti ai poli. Per spie-gare il ghiaccio equatoriale si è pensato possano esserci vere e proprie falde acqui-fere che con l'aumentare della temperatura produca-no degli sbuffi, simili a gey-ser. È stata avanzata anche l'ipotesi che l'acqua derivi dalla condensazione di va-pore acqueo atmosferico che, dopo essere penetrato nel terreno, ritorni poi in at-mosfera. Per ciò che sap-

piamo può anche non es-serci una risposta univoca, ma che in base al clima delle varie zone di Marte ci siano invece diverse spiega-zioni alla presenza di ac-qua. Sul Pianeta Rosso non possono esserci fiumi o la-ghi, ma la presenza di ghiaccio e falde acquifere, può essere un punto di par-tenza per la prima base umana su un altro pianeta.

Un pianeta candidato per sostituire la Terra?

Se, com’è probabile, fra moltissimi anni la Terra di-venterà un luogo non più

abitabile dall’uomo, rifugiar-si su Marte potrebbe essere

una buona idea. Persino con le tecnologie attuali la

durata del viaggio è accet-tabile, infatti per raggiun-

gerlo ci vorrebbero solo sei mesi. Il giorno marziano, il

Sol, dura quasi come il no-stro, appena 39 minuti in

più. L’inclinazione dei due pianeti è simile (25,19° con-

tro i 23,44° della Terra) e dunque anche su Marte ci

sono le stagioni, che durano quasi il doppio, visto che

l’anno marziano equivale a 1,8 anni terrestri. La presen-za d'acqua è un potenziale

vantaggio per la futura esplorazione umana di Mar-

te perché non ci sarà biso-gno di portare acqua da Terra. Ma dovremo stare

molto attenti perché il no-stro arrivo sul pianeta rosso

porterebbe batteri e micro-bi che infetterebbero il pia-

neta e sterminerebbero eventuali forme di vita esi-

stenti. Curiosity si trova a una cinquantina di kilometri

da uno dei siti in cui sono state osservate le slope li-

neae, le strisce scure al cui interno sono visibili le tracce

dei sali residui dell'acqua marziana. Eppure, non può spingersi fino a lì per analiz-

zarle direttamente, a causa di trattati internazionali che

delimitano fortemente il suo campo d'azione. Uno di

questi è l'Outer Space Trea-ty, il Trattato sullo Spazio ex-

tra-atmosferico siglato nel 1967 che impedisce di invia-

re una missione umana o robotica vicino a una fonte

d'acqua extraterrestre,

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per il pericolo di contami-narla con forme di vita del nostro pianeta. I microbi ter-restri sono talmente resistenti da riuscire a sopravvivere anche in estreme condizioni di pressione e temperatura e nonostante Curiosity sia stato sterilizzato prima della partenza, potrebbe aver conservato qualche micror-ganismo terrestre sulla sua superficie, inoltre i 225 milio-ni di km che ha compiuto per raggiungere Marte lo rendono contaminato. Per essere certi che Curiosity o Opportunity siano totalmen-te asettici, bisognerebbe bombardarli di radiazioni ionizzanti o portarli ad estre-me temperature, un'opera-zione che finirebbe col dan-neggiarne irrimediabilmente le componenti elettroniche. Una possibile soluzione po-trebbe essere costruire ro-bot marziani in grado di as-semblare nuovi rover dav-vero sterili sul posto, magari con stampanti 3D. La Nasa sta già lavorando a soluzioni di questo tipo.

Prima di partire c’è però un grande lavoro preparatorio da fare: anche se Marte è il secondo pianeta più ospita-le del sistema solare (dopo la Terra) per come stanno le cose adesso, un essere umano potrebbe sopravvi-vere solo un minuto sulla sua desolata superficie. La Nasa è però convinta che sia possibile far diventare un pianeta inospitale simile al

nostro, rendendo il suo am-biente adatto alla sopravvi-venza degli umani.

Ci vuole molto tempo e so-no necessari così tanti soldi che nessuno Stato da solo li possiede, ma in teoria si può fare. Su come rendere Mar-te simile alla Terra sono state fatte molte simulazioni, che partono da una cosa che l’uomo ha dimostrato di sa-per fare molto bene: riscal-dare l’atmosfera del piane-ta attraverso gas serra. Le temperature su Marte sono simili a quelle dell’Antartide, ma basterebbe una relati-vamente modesta immissio-ne di gas a effetto serra per rialzarle di 3 o 4 gradi, suffi-cienti a liberare anidride carbonica dalle calotte po-lari, amplificando il riscalda-mento. Quasi tutta l’acqua ghiacciata, presente sul pianeta, comincerebbe a sciogliersi, la pressione at-mosferica aumenterebbe, trattenendo l’acqua al suo-lo e l’aria sarebbe compo-sta solo da anidride carbo-nica: un processo che fa-

rebbe salire la temperatura di altre decine di gradi. A questo punto, bisognereb-be far crescere alghe e piante, preparando prima suolo fertile, che attraverso la fotosintesi trasformereb-bero l’anidride carbonica in ossigeno. Per riscaldare Marte occorrerebbero, se-condo gli scienziati, solo al-cune decine di anni, ma non si sa quanti ce ne vo-gliano per dotare il pianeta di un’atmosfera respirabile: si pensa migliaia di anni ma le tecnologie per raggiun-gere il risultato potrebbero migliorare e ridurre i tempi a qualche secolo.

Ci sono ancora molte do-mande alle quali stiamo cercando una risposta, ma una cosa è certa, Marte è il prossimo obiettivo da “conquistare” e forse in fu-turo ci si potrà anche abita-re.

Sonia di Terlizzi

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In gennaio è stata avvistata la co-meta “Lovejoy” (dal nome dello scopritore) da parte di un gruppo di ricercatori dell'Osservatorio di Parigi del CNRS con il radio telesco-pio dell’IRAM a Pico Veleta, in Spagna.

Caratteristica unica è la sua scia verde, che sembrerebbe averci portato un passo più vicino alla comprensione della cosiddetta “ricetta della vita”. È la prima volta che vengono identificate molecole di glicolaldeide (uno zucchero) e alcool etilico, con abbondanze addirittura superiori, sia pur di po-co, a quelle misurate nelle proto-stelle di tipo solare. Tutto ciò che sappiamo è che 3miliardi e 800mi-lioni di anni fa si formarono compo-sti di carbonio che avrebbero con-sentito, in particolari condizioni, lo sviluppo della vita. I ricercatori han-no riflettuto sulla possibilità che le comete possano essere state una delle fonti da cui poi siano nate le

molecole comples-se che h a n n o dato origi-ne alla

vita sulla terra.

La presenza del glicoaldeide è più che semplicemente interessante, perché è uno dei principali “mattoncini” per la formazione dell’RNA. Grazie anche all’RNA si è formata la vita. Essa è implicata in vari ruoli biologici come la codifi-cazione, decodificazione, regola-

zione ed espressione dei geni.

Questa è una notizia poco recente per l’insaziabile mondo delle scien-ze, poiché ogni giorno vengono annunciate nuove scoperte che possono confermare o confutare le nostre certezze! In questo caso pe-rò la cometa “Lovejoy” è stata visi-bile, anche a occhio nudo, dalla terra fino al 17 gennaio 2015 (purtroppo il suo prossimo passag-gio all'interno del nostro Sistema Solare avverrà tra 8.000 anni!!!).

Ma che cosa sono le comete? Per conoscere la storia dell’universo è indispensabile la “testimonianza” dei corpi celesti che nel passato si pensava portassero sfortuna: le co-mete. Gli scienziati considerano le comete come delle capsule del tempo perché contengono delle sostanze del sistema solare primiti-vo. Eppure sono solo piccoli corpi celesti chiamati colloquialmente anche "palle di neve sporca", com-poste da rocce mescolate a gas congelati, acqua, metano, ammo-niaca e polvere.

Le comete arrivano tutte dalla co-siddetta “nube di Oort”, un enorme frigorifero spaziale. Quando una roccia ghiacciata sfugge dalla nu-be e si avvicina al Sole a grande velocità diventando una cometa caratterizzata dalla tipica scia.

Questo è un altro passo per l’uma-nità, in fondo per ora ci è noto solo il 5% della materia totale dell’uni-verso… cosa non ci stupirebbe?

Eleonora Murero

Un cocktail cosmico? La “golosa ubriacona” mostra la sua scia

“La cometa Lovejoy contiene alcol etili-co e zucchero nella sua scia verde”

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PAGINA 10 PARINI EXPRESS NOV-DIC 2015

Il 16 settembre 2015 è uscito nelle sale cinematografiche il nuovo capolavoro Pixar, diretto da Pete Doctor: Inside Out.

L’idea da cui è nato il progetto per la realizzazione del film è del regista stesso ed è stata studiata per quattro anni circa prima di diventare progetto a tutti gli effetti.

Dal 1995 in poi, per creare nuo-vi cartoni animati, si è iniziato ad i p o t i z z a r e “e se i gio-cattoli aves-sero dei s e n t i m e n -

ti?”. Ponendosi questa domanda, John Lasster ha creato Toy Story, uno dei cartoni animati più diver-tenti degli ultimi decenni. In segui-to ci si è chiesti: “e se i pesci aves-sero dei sentimenti? E se invece i fossero i topi ad avere capacità straordinarie?” inutile negare che non queste domande si è arrivati alla produzione di due capolavori del cinema (Alla ricerca di Nemo e Ratatouille).

Pete Doctor, il regista di Inside Out, si è chiesto: “e se i sentimenti aves-sero dei sentimenti?”. Quest’idea, che inizialmente poteva sembrare stupida ha portato alla creazione di un film per bambini, ma anche per adulti. Ci si addentra quindi in un mondo che tutti conoscono, ma che nessuno ha mai visto: la mente umana. Nel film vengono presentate cinque emozioni, defi-nite dagli psicologi come emozioni primarie, ovvero quelle emozioni congenite alla persona stessa.

Gioia, tristezza, paura, rabbia, di-sgusto sono le emozioni che susci-tano in noi le reazioni più irrazionali,

sono emozioni innate e universali, ovvero riconoscibili in qualsiasi po-polazione.

Ciò che si capisce durante tutto il cartone animato, è che non pos-siamo rimanere ancorati al fatto che i nostri ricordi siano sempre e solo belli. Ogni tanto i ricordi (quelli migliori) sono anche tristi o sono nati da un momento di paura e panico più totale. Ed è inevitabile che, guardandosi indietro, ci si possa sentire un po’ tristi o giù di morale proprio perché quei mo-menti appartengono al passato. Ma proprio perché sono passati bisogna essere positivi (proprio co-me il personaggio Gioia) e cerca-re nuove occasioni per vivere al meglio.

Elena Riboldi

CINEMA INSIDE OUT, CHE COSA CI PASSA PER LA TESTA?

“sono emozioni innate e univer-sali, ovvero rico-noscibili in qual-siasi popolazione ”

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PAGINA 11 PARINI EXPRESS NOV-DIC 2015

Mercoledì 28 ottobre. Una Milano uggiosa e frenetica attende me e i miei compagni di 5AL. Un po’ as-sonnati ma incuriositi ci troviamo nel centro della città, a palazzo Reale, per assistere a una mostra, tanto pubblicizzata, e in linea con il nostro percorso interdisciplinare sulla donna: “La Grande Madre”, ideata dalla Fondazione Nicola Trussardi e curata da Massimiliano Gioni.

Tratta svariati temi tutti legati alla figura femminile. Si affronta il tema della maternità, quando quest’ulti-ma è una maternità voluta, subita, forzata o negata, parla del pro-gresso, dell’ambizione e dell’e-mancipazione femminile, della donna in quanto, persona, sogget-to attivo o passivo all’interno della società. Attraverso installazioni, dipinti, fotografie, giornali, coperti-ne di riviste o tratti di film, ogni arti-sta da Salvador Dalì , Frida Kahlo, Fontana, Sarah Lucas, Mina Loy , ecc. . In complesso ricordiamo che sono 139 gli artisti partecipanti alla mostra, questo fa sì che emerga in modi diversi una sensibilità comu-ne, che è appunto la sensibilità femminile. Attraverso modi più pa-cati, o accentuando l’eros come farà Dalì , o identificandosi in un animale selvatico come farà Frida Kahlo. Tutti in modo particolare attraverso il loro percorso di vita fanno emergere la loro sensibilità e autenticità.

Analizzando la mostra e ripercor-rendola velocemente nella mia testa, mi viene subito in mente un’ “installazione” semplice ma origi-nale, che mi è rimasta impressa più di altre. Si tratta di una stanza , non molto illuminata, con luce soffusa, riempita da due serie di passeggi-ni disposti lateralmente. Saltavano all’occhio le loro caratteristiche: non erano usuali passeggini, ma erano sporchi, consumati , usati ,

ammassati l’uno sull’altro, senza un criterio preciso. Si percorreva la stanza seguendo un sentiero cen-trale, accompagnati da musica di sottofondo. Finito il tragitto mi sono sentita invasa da un senso di malin-conia e di tristezza. Associavo ad ogni passeggino un bimbo, una risata, una storia, una vita, in con-trasto con tutto quello sporco e quell’oscurità. Le parole della gui-da poi ci hanno portato a com-piere una riflessione, sempre sul tema femminile. La guida ci ha indotti a ragionare, ponendoci

questa domanda: ma chi è dav-vero donna? Solo la madre, intesa come mamma, o anche la società dovrebbe sentirsi in parte madre?

Questo è solo un esempio di tanti momenti che abbiamo provato nella mostra. Tutta la visita è stata un susseguirsi di emozioni, stimoli per vari spunti di riflessione. Il tutto vissuto sia con occhio critico, ma anche facendosi trascinare dal lato sentimentale.

Per capire meglio la posizione della donna la storia ci funge da aiuto durante la mostra. La figura femmi-nile vie pian piano acquisisce po-tere, diritti, autorevolezza. Tutto ciò lo ottiene usando una grande de-terminazione che la contraddistin-

gue sia in quanto essere donna che madre.

Infatti oltre a venir mostrata nella sua emancipazione, si nota il pas-saggio da quando la donna di-venta madre. Diventare madri è qualcosa di meraviglioso, ma che porta anche a tanti cambiamenti. Il corpo si deforma e le priorità cambiano. A volte tutto ciò non provoca spavento o timore, altre volte porta a una paurosa trasfor-mazione totale. Anche la donna cambia, si trasforma. Questi pas-saggi sono visibili attraverso varie opere. Ma forse il punto finale, l’opera finale della mostra è il pun-to, il punto chiave per riflettere.

Alla fine viene presentata l’opera “Self Portrait as My Mother Jean Gregory” di Gillian Wearing, un autoritratto, che fa parte di una serie di opere che l’artista Wearing ha realizzato nella vesti dei membri della propria famiglia. Attraverso maschere di cera, cerca di metter-si nei panni dei familiari tenendo conto della loro individualità. Tutti i membri riprodotti hanno all’incirca vent’anni. L’autoritratto della ma-dre viene realizzato durante un periodo particolare, nel quale l’ar-tista si rende conto della distanza del loro rapporto. Per la prima vol-ta è la figlia che si mette nella sem-bianze e nei panni della madre. Ed è ora che per la prima volta vede e percepisce la madre innanzitutto come una donna, piena di sogni, aspirazioni, timori e paure. Per la prima volta l’ha osservata e ci ha visto dentro tutta la sua vita di donna, e solo dopo l’ha guardata in quanto madre, sua madre.

Marta Barbera

La grande Madre

ARTE

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PROGRAMMA DELLE USCITE POMERIDIANE EXTRA-

SCOLASTICHE:

5 dicembre, visita guidata alla Milano Liberty

(corso Venezia)

22 dicembre, Mostra “La belle époque”, GAM

9 gennaio, Mostra fotografica di Cartier-Bresson

Palazzo della Ragione

23 gennaio, “Gauguin, Racconti dal Paradiso”

PER PRENOTARSI CONTATTARE LA PROF. COLOMBO

MARINA

La Redazione

Matteo Allievi 5AL, Elena RIboldi 5AL, Marco Merati 5AL, Marta Barbera 5AL, Eleonora

Murero 5AL, Sonia DI Terlizzi 3CL, Gaia De Carolis 4cu, Beatrice Galimberti 4CU, Leda

Fumagalli 2AL.

In questo numero ringraziano anche: Giorgia Nava, Paola Cirigliano, Silvia Braghini, Giulia

Ravasi, Jacopo Buggio di 5AL

Ringrazia

I lettori del giornalino scolastico

Il Dirigente scolastico Gianni Trezzi .

Il Prof. Ruggero Cesana e tutti i professori e gli studenti che hanno

collaborato alla realizzazione di questo

numero.