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senza filtro

Riportiamo la lettera di ringraziamento ed apprezzamento inviata dal Presidente di ETV ad Agemos “organizzatricedell’Assemblea Generale svoltasi a Lecce lo scorso Settembre”, nella quale Paul Heinen ha confermato la propria stimaed amicizia nei confronti dell’Associazione e del Presidente Carmine Mazza.

For many years now, AGEMOS has been a close ally in the European Association ETV and overthe years, we have become more than allies, we have become friends. This, dear Italian friends,you have proven once again and spectacularly, hosting the 2016 annual ETV conference in Leccewith an unprecedented organisation and hospitality. Many thanks to AGEMOS and many thanksparticularly to Carmine Mazza for not only being a firm and competent ally, but for being a friend.

Mit freundlichen GrüßenPaul Heinen

a serietà, l’impegno, la professionalità e, non ultima, la passione in quello che si fa, alla lungapagano.Questa è la massima con cui Agemos e l’intera Categoria rappresentata, affrontano quoti-dianamente un lavoro che è molto più complesso e delicato di quello che appare.

Le competenze che i singoli esprimono a livello locale rappresentano quel valore aggiunto di una rete chepermette, tra mille difficoltà quotidiane, di assicurare un servizio distributivo che il mondo ci invidia.

Come già sottolineato in passato da queste pagine, il rischio di far sembraresemplice ed ordinario un lavoro è quello di dare l’idea che sia davvero sem-plice ed ordinario.Nel numero di agosto sottolineavo la capacità straordinaria di gestire la sta-gionalità sul territorio italiano. Su questo numero voglio sottolineare la capacità al limite del masochismodi sopportare la serie interminabile di assalti ai furgoni dedicati alle consegnedei tabacchi.Potrei continuare, ma più che una lunga lista di criticità vorrei al più prestopoter scrivere un brevissimo elenco di soluzioni condivise.

Carmine Mazza

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TabaccoPianeta Tabacco Mensile dei distributori di tabacco lavoratoAnno III - numero XI - Novembre 2016

Direttore editoriale: Carmine Mazza

Direttore responsabile: Gianluca Bertoldo

Comitato di redazione:Ciro CannavacciuoloGianluca BertoldoCarmine Mazza

Amministratore Unico: Riccardo Gazzina

Direzione e redazione:Agemos Editrice e Servizi S.r.l. a socio unicoViale Mazzini, 25 - 00195 RomaTel. 06.699.24.348 - Fax 06.697.88.817E-mail: [email protected]

Stampa:Tipolitografia New Graphic - RomaVia Antonio Tempesta, 40 - 00176 Roma

Autorizzazione del Tribunale di Roman. 103/2014 del 16/05/2014

Pianeta Tabacco - organo di informazionesindacale dell’Associazione Nazionale Venditorie Distributori di Tabacco è destinato esclusiva-mente agli operatori del settore.

Questo periodico è associato all’Unione StampaPeriodica Italiana

sommario“Ho smesso di fumare. Vivrò unasettimana in più e in quella settimanapioverà a dirotto”. (W. Allen)

Speciale6

“Smoke, lies and Nanny State”:il saggio di Joe Jackson sullo“Stato balia” (prima parte)

Tabacco e contrabbando

12Puglia: il ritorno del contrabbandoIn Italia illegale il 5,8% delle “bionde”.I dati al convegno di Napoli organiz-zato da Philip Morris Italia

Guardia di Finanza16

GdF Napoli, scoperto deposito di stoc-caggio nel nord Italia. Sequestrate 12 tonnellate di tabacchi di contrabbando

cronaca18

Roma, arrestata la banda che assaltavafurgoni carichi di sigarette

Press Release23

I pericoli del commercio illegale e leconseguenze delle norme antifumo negliarticoli di Thomas Lesnak e Allister Heath

Dal Mondo28

Conferenza FCTC a New Delhi: frizionicon la stampa

Tabacco e lobbying30

Lobbying al contrario: l’eccesso di zelodella UE

news32

Una carrellata di notizie

Mostre34

“Toulouse-Lautrec: La Belle Epoque”.A Torino la retrospettiva dedicata al grandeartista francese

ciro...del Mondo38

Tabacco e Motori36

Quel “piedone” di Mario Andretti

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Speciale

Come anticipato nel precedente numero di “Pianeta Tabacco”, da questo mese iniziamo a pubblicare il saggio “Smoke, lies and NannyState” dello scrittore e musicista britannico Joe Jackson. La robusta mole del lavoro di Jackson (che, per chi lo desiderasse, può essereletta in originale sul sito dell’autore, www.joejackson.com/writings) impone di distribuire in più mensilità la presentazione del testo, chea nostro avviso non può essere riportato per meri estratti, ma merita assolutamente di essere letto integralmente. Questa impegnativascelta redazionale trova le sue motivazioni innanzitutto sulla qualità dello scritto: Jackson è un brillante osservatore della realtà, e cosìcome nelle sue canzoni è riuscito ad immortalare meravigliosamente situazioni e squarci di vita (secondo chi scrive uno dei dischi daportare nella famosa isola deserta è “Night and day”, il capolavoro di Jackson del 1982), nei suoi articoli è capace di trattare un ar-gomento in modo molto attento ed informato, usando però un taglio arguto, brillante e distante anni luce da quel tono professorale chespesso i commentatori nostrani ci regalano. Insomma, prima di tutto questo che vi presentiamo è un saggio molto ben scritto, verrebbeda dire “all’anglosassone”. Dato però che la nostra testata ci colloca in un settore dell’informazione assai ben definito, la vera ragioneper la quale si è scelto di tradurre e pubblicare il saggio in esame è che tratta del fumo, e del rapporto malato che intercorre tra questarealtà ed il mondo della informazione scientifica e della regolamentazione governativa. Da quando “Pianeta Tabacco” ha iniziato lepubblicazioni, sono state davvero molte le occasioni nelle quali abbiamo cercato di evidenziare il pericolo di una deriva fondamentalistanella regolamentazione del settore del tabacco. Avere la consapevolezza che il fumo comporta dei rischi e contemporaneamente chiederecon forza che si evitino atteggiamenti vessatori ed impositivi nei confronti di coloro che, nel rispetto della libertà altrui e nell’esercizio diquella sacrosanta libertà di scelta e di autodeterminazione che ci rende uomini liberi, scelgono di fare, mangiare o fumare qualcosa chepiace e non fa necessariamente bene, non solo non rappresenta una contraddizione, ma è la espressione di un modo di intendere ilrapporto con l’autorità (scientifica o statale che sia) da cittadini responsabili, e non da sudditi minorenni, bisognosi della “balia”(Nanny, in inglese) con il ditino alzato. Più volte in queste pagine abbiamo denunciato il pericolo di un simile piano inclinato. Ora nelmirino del fondamentalismo prescrittivo-salutista c’è il tabacco, e per noi operatori del settore è senza dubbio un bel problema. Ma infuturo – e i primi segnali sono già ben visibili all’orizzonte – i bersagli si diversificheranno, comprendendo l’alimentazione, gli stili divita, i rapporti interpersonali. E non si creda che, quando si denuncia un simile pericolo, ci si balocchi con la fantascienza. Un girettoa Singapore pensiamo potrebbe essere utile a molti zelanti sostenitori della teoria del divieto ad oltranza. Tornando allora al testo chesegue, nell’esaminare i presupposti scientifici della campagna globale antifumo e nell’evidenziare le molte inesattezze ed incongruenza diun approccio talebano alla materia, Jackson applica alla pagina quanto di norma fa con lo spartito. Essendo senza dubbio uno deicompositori più eclettici e spregiudicati mai apparsi sui palcoscenici (un autore, per intenderci, che non ha mai avuto paura di spiazzarei propri fan, cambiando allegramente registro tra un’uscita e l’altra e spaziando tra il rock, il jazz e la musica classica), utilizza lostesso canone per radiografare in modo critico, ma non unilaterale, i presupposti della decennale campagna di livore ed odio in atto controcoloro che amano indulgere nel vizio del fumo. Aggiungendo, grazie ad un ottimo lavoro di documentazione a monte, più di qualche in-formazione piuttosto sorprendente. Buona lettura.

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Fumo, bugie e lo Stato-balia (parte prima)

ome la maggior parte delle persone, finoa pochi anni fa ero più che propenso acredere che il fumo fosse una brutta,sporca abitudine destinata inevitabilmente

a finire male. All’epoca ero un fumatore moltomoderato, e arrivai quasi a smettere del tutto. Mala evidente isteria del movimento anti fumo, e lediverse lacune e contraddizioni nelle argomenta-zioni dei loro sostenitori, mi hanno fatto sorgerequalche sospetto. Diversi anni fa atterrai in unaLos Angeles immersa in una cappa di smog e, non

appena il mio taxi ebbe lasciato l’aeroporto, mi tro-vai di fronte un enorme cartellone rosso: ILFUMO PASSIVO UCCIDE! Ricordo che pensai:aspetta un attimo! Se i forti fumatori necessitanodi decenni per sviluppare il cancro ai polmoni, al-lora un non fumatore - anche regolarmente espo-sto al fumo passivo - avrebbe bisogno di più di unsecolo per recuperare il ritardo e morire allo stessomodo. E poi, come fare a sapere esattamente chead ucciderlo è stato il tabacco, anziché, ad esempio,lo spaventoso smog di LA? Da allora ho studiato

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la questione in pro-fondità. Ho svisce-rato risme distatistiche, incon-trato medici e acca-demici, e contattatoin rete decine di altriricercatori e attivistiche stanno cer-cando di arrivarealla verità. Ora sonoconvinto che i peri-coli del fumo - ed inparticolare il fumo‘passivo’ - sono for-temente esagerati,per ragioni chehanno più a che farecon la politica, il po-tere e il profitto checon ragioni legatealla scienza ogget-tiva. Credo che ilmovimento anti-fumo disponga ditroppo denaro e in-fluenza mediatica, eche la sua disonestàintellettuale e le tat-tiche improntate albullismo dovrebbero preoccupare anche coloroche odiano il tabacco. E’ diventata “convinzionecomune” che fumare sia una delle peggiori coseuna persona possa fare a se stessa; e non facciamoche ripetere che “tutti gli esperti sono d’accordo”‘.Naturalmente, “tutti gli esperti” una volta soste-nevano con convinzione che la masturbazionecausasse la cecità, che l’omosessualità fosse unamalattia, e che la marijuana trasformasse le per-sone in maniaci omicidi. Negli anni 1970 e ‘80 imedici britannici hanno invitato le madri a metterea dormire i loro bambini a faccia in giù. Si verificòun’impennata di “morti bianche” in culla, fino aquando la campagna contraria promossa da un in-fermiere è riuscita a cambiare questa politica, cheora sappiamo aver salvato tantissime vite. La mag-gior parte dei medici, delle istituzioni e dei gruppidi pressione sono senza dubbio ben intenzionati.

Ma possono altret-tanto facilmente es-sere all’oscuro, diparte, o corrotti,per non parlare diquelli ammanicaticon l’industria far-maceutica. Eppure,mentre in politica ipresidenti e i primiministri sono rego-larmente bollaticome bugiardi etruffatori, è raro in-contrare quello chedescriverei comesano scetticismonei confronti deiprofessionisti dellasalute. Credo chesia nella naturaumana aver biso-gno di “credere” acerte figure, e datoche la nostra fedenei confronti di lea-der politici e reli-giosi è diminuita,siamo diventati nonsolo eccessiva-

mente reverenti verso i medici e gli scienziati, masempre più disposti a permettere loro di dettare inostri stili di vita e le leggi. La salute è vista comeun bene incondizionato. Chi può essere contro ‘lasalute’? Allo stesso modo, ‘la scienza’ viene iden-tificata con l’integrità e la certezza. È diventata lanostra religione. Purtroppo, c’è ben poca verascienza nelle dichiarazioni di esperti dei media edei politici. Invece siamo esposti costantemente aquella che chiamo ‘scienza spazzatura’: un’infor-mazione basata su fatti fuori dal contesto e fuoriproporzione, su pretese inconsistenti basate sudubbie metodologie, e giochetti intelligenti fatticon le statistiche. Così come l’avventore classicodi pub pontifica con grande autorità su qualsiasiargomento, il politico e l’editore medio tendono apromuovere tutto ciò che la “scienza” adatta al suopregiudizio o all’ordine del giorno.

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coSe Da TeneRe a MenTeMi sto avvicinando al punto, ma credo sia essen-ziale iniziare con un invito ad un atteggiamentomolto più scettico verso le autorità sanitarie, pernon parlare di tutte quelle persone che fanno usodel termine “salute” come specchietto per le allo-dole utile per veicolare i loro ordini del giorno. Stoanche cercando di distinguere il pregiudizio emo-tivo e modaiolo dalla ragione. Nei quasi sessan-t’anni in cui sono stato su questo pianeta io nonho visto alcun esempio peggiore di accapiglia-mento dialettico di quello corrispondente al dibat-tito - o alla mancanza di dibattito – relativo alfumo. Il fumo è sempre stato qualcosa che moltepersone amano e molti altri semplicemente nonsopportano. Per questi ultimi – va detto: la mag-gioranza - il fumo letteralmente puzza. Costorotendono quindi a credere a qualsiasi storia terrifi-cante relativa al tabacco. Ci sono sempre state per-sone che hanno provato a stroncare il fumo. Inquesto gruppo, va ricordato, ci sono stati, ancheil sultano Murad IV della Turchia, che i fumatoriaddirittura li castrava, e lo stesso Adolf Hitler. Maqualunque siano i sentimenti personali sul tabacco,vale la pena tenere a mente che gli anti-fumatorihanno sempre esagerato i suoi pericoli. Hannosempre dovuto fare ciò, dato che non è sufficientedire alla gente - soprattutto ai giovani - che qual-cosa di cui godono ora potrebbe finire per far loromale nell’arco di una quarantina d’anni. Ma cer-chiamo di essere più specifici. Al giorno d’oggisiamo ossessionati dal cancro, forse perché l’ideache si tratta di qualcosa ancora al di fuori dellaportata del potere dei medici e scienziati spaventaterribilmente. Non voglio banalizzare la questione:mio padre è morto di cancro. Penso, però, chesiamo eccessivamente zelanti nella ricerca di capriespiatori (recenti notizie di stampa hanno soste-nuto che siano cancerogeni le tinture per capelli,le bevande analcoliche e il sesso orale). Voglioanche sottolineare - trasformando il negativo inpositivo per una volta - che il cancro è principal-mente una malattia legata all’avanzamento dell’età,all’invecchiamento delle nostre cellule, e senzadubbio uno dei motivi per cui il cancro miete tantevittime ora è legato al fatto che stiamo vivendopiù a lungo che in qualsiasi altro momento dellastoria. Il cancro al polmone è la malattia più for-

temente associata con il fumo, sebbene anche que-sta è una statistica piuttosto che un nesso causale.In altre parole, è stato statisticamente dimostratoche i fumatori hanno più probabilità di sviluppareil cancro ai polmoni, piuttosto che scientifica-mente dimostrato che il cancro è specificamentecausato dal fumo. Questa è una distinzione più im-portante di quanto possa sembrare. Gran partedella casistica “antifumo” si basa su statistiche ele statistiche non sono scienza. Ha senso - fino aquando non si trascende nel bullismo - cercare difar scendere il tasso di cancro al polmone convin-cendo la gente a smettere di fumare. Ma le proveche collegano il fumo al cancro ai polmoni sonomolto meno convincenti di quanto siamo portatia credere. Per prima cosa, c’è disaccordo su qualesia il fattore di rischio reale. Il “consenso generale”sembra riflettere gli studi pionieristici del profes-sor Sir Richard Doll risalenti a cavallo tra i ‘50 e‘60, che sono ancora considerati come “punti diriferimento”. Doll calcola che circa 160 fumatorisu 100.000 sviluppano il cancro ai polmoni, ri-spetto a 7 su 100.000 non fumatori; ne consegueun rischio 24 volte maggiore se si fuma. Numeri-camente questo dato può anche essere espressocome un incremento del 2.400%. Ma attenzionealle stime di “aumento del rischio” soprattuttoquando espresse in percentuale; sono un segnoche qualcuno sta cercando di spaventare, piuttostoche informare. Se si acquistano 25 biglietti dellalotteria invece di uno, le possibilità di vincita sal-gono del 2.500%. Ma anche se il numero suonaimpressionante, le possibilità reali di vincere sonoancora minuscole. Allo stesso modo, se il profDoll ha ragione, rimane ancora la possibilità del99,8% di non sviluppare il cancro ai polmoni.Questo è niente di più e niente di meno che unaripresentazione, o un ri-confezionamento, dei datistessi. Ma suona subito molto meno spaventoso.Soprattutto se il fumo è qualcosa che si ama.

i nuMeRi Più ScoMoDiLe statistiche presentano sempre una versione dellarealtà, lasciando fuori molti altri aspetti. Per esem-pio: le stime dell’incremento di rischio presentatedagli anti-fumatori tralasciano il fatto che la mag-gioranza dei tumori al polmone (quelli che interes-sano le persone anziane) avviene entro, o addirittura

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oltre, la normale “soglia di morte”, entro la quale -cancro del polmone o meno - qualcosa sta comun-que per arrivare, che si fumi o no. Esistono poianche molte statistiche contraddittorie per coloroche hanno voglia di leggere tra le righe. I nativi ame-ricani hanno la metà del tasso di cancro al polmonedegli americani bianchi, anche se fumano molto dipiù. Pochissime donne cinesi fumano, eppurehanno uno dei più alti tassi di cancro al polmonenel mondo. I tassi di cancro al polmone sono au-mentati praticamente ovunque a partire dal 1930 ein alcuni casi (ad esempio, le donne americane) nonhanno ancora raggiunto il picco, nonostante il fattoche i tassi di fumo siano nel frattempo andati co-stantemente a diminuire. Il Giappone, una delle na-zioni col maggior numero di “fumatori pesanti” ditutto il mondo, è anche tra i primi due o tre in ter-mini di speranza di vita. I tassi giapponesi di cancroai polmoni e malattie cardiache sono andati comun-que aumentando negli ultimi 3 decenni, mentre allostesso tempo il tasso di fumatori é sceso. Forse que-sto dipende dal fatto che la loro dieta e lo stile divita si sono sempre più americanizzati. Io davveronon lo so. Tutto quello che sto dicendo è che i fatti“scomodi” dovrebbero essere studiati, piuttostoche spazzati sotto il tappeto. Quanto più si guardacon attenzione ai dati oggetto delle campagne an-tifumo, tanto più le cose si fanno poco chiare.Anche il termine “fumatore” è definito in modo di-verso a seconda degli studi; alcuni si riferiscono soloai fumatori pesanti a lungo termine, per altri l’usodel termine è appropriato anche nei confronti dichi ha fumato 100 sigarette nella corso dell’esi-stenza, altri ancora annoverano tra i fumatori per-sone che hanno smesso da vent’anni, e così via. Glianti-fumatori sostengono che il fumo è responsa-bile di circa il 90% delle morti per cancro al pol-mone, ma il Lung Cancer Alliance, un gruppo dipressione degli Stati Uniti, sostiene che la metà dellevittime del cancro del polmone non hanno mai fu-mato. Tutti i tumori hanno più fattori di rischio(circa 40 sono stati identificati per il cancro del pol-mone) e nessuno sa veramente perché alcune per-sone si ammalano e altre no. Il cancro al polmoneè la malattia più facile da collegare con il fumo, maanche in questo caso, il pericolo non può esserenemmeno lontanamente grande come attualmenteviene descritto. Naturalmente, molte personehanno rinunciato dall’annuncio della US Surgeon

General nel 1964, che ufficializzò che il fumo puòcausare il cancro ai polmoni. Ma non importaquante persone abbiano smesso, non è mai abba-stanza per i crociati. Questo è il motivo per cui co-storo hanno rivolto la loro attenzione sempre di piùal concetto di malattia “legata al fumo”.

Le MaLaTTie coRReLaTe aL FuMoQuesta è una delle invenzioni più intelligenti deipromotori delle campagne anti-fumo. Dire che unamalattia è “legata al fumo” non è lo stesso che af-fermare che la stessa è direttamente causata dalfumo. Significa semplicemente dire che il fumo puòessere un fattore di tale malattia. Nel corso degli ul-timi due decenni, sempre più malattie sono stateaggiunte alla lista, spesso con prove molto labili. Lecardiopatie sono state le prime, anche se il nostromuscolo cardiaco ha qualcosa come 300 fattori dirischio, e alcuni importanti studi (per esempio,quella sui cittadini di Framingham, Massachusetts,che è in corso dal 1948) hanno dimostrato non soloche il legame con il fumo è debole, ma che i fuma-tori moderati hanno meno malattie cardiache ri-spetto ai non fumatori. Più di recente è diventatodi moda dare la colpa al fumo per quasi tutto, dal-l’intasamento delle arterie (che succede a tutti noi,per il semplice fatto di invecchiare) alla cecità (beh,non possono più incolpare la masturbazione…).Inoltre è diventato di moda, ogni volta che un fu-matore muore, cercare di trovare un modo per in-colpare il fumo del decesso. Recenti allarmiscatenati sui media hanno sostenuto che il fumo“potrebbe” causare impotenza o infertilità. Ma lagente ha fumato più durante le due guerre mondialiche in qualsiasi altro momento della storia, e checosa abbiamo nel 1950? Un baby boom! Altri al-larmi hanno trovato ospitalità sui pacchetti di siga-rette. ‘Il fumo provoca invecchiamento della pelle’,dice uno. Be’, forse, per alcune persone, ma ci sonochiaramente fattori più importanti. Come il sole. El’invecchiamento. Il fatto è che molte statistiche sulfumo (e soprattutto il fumo ‘passivo’) sono sempli-cemente costituite a tavolino. Per esempio, fino almomento in cui è stato accertato che il cancro dellacervice uterina è causato da un virus, una percen-tuale completamente casuale del 13% dei casi èstata attribuita al fumo. Molte delle stime dei mortifumatori sono prodotte da un programma percomputer. Si chiama SAMMEC (Morbilità, morta-

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lità, e costo economico attribuibili al fumo) e, a se-conda che i dati inseriti o lasciati fuori, può pro-durre praticamente qualsiasi numero si desideri.La cosa davvero significativa del concetto di ‘ma-lattia legate al fumo’, è che permette di creare lapercezione di una epidemia in pieno svolgimento.Il governo del Regno Unito afferma che da100.000 a 120.000 morti all’anno (a seconda di chista parlando al momento) sono causate da ‘malat-tie legate al fumo’. L’impressione è che questisiano tutti i decessi dimostrabilmente, causati dalfumo, ma non c’è nulla di simile. Esso comprendei non fumatori che muoiono di bronchite o ictus,e fumatori che muoiono di attacchi di cuore ad 80anni. Esso comprende le persone che smettonodi fumare prima decenni. Non è esattamente men-tire, ma è informare in modo volutamente fuor-viante. Questo è un vecchio, ma spesso ignorato,assioma scientifico. Significa che ci sono livelli si-curi e meno sicuri di quasi tutto. Un po’ di arse-nico fa bene. Una significativamente grandequantità di succo d’arancia potrebbe ucciderti. Magli anti-fumo stanno cercando di venderci un’as-surdità scientifica: che il fumo è pericoloso a qual-siasi livello. Sembrerebbe ovvio che esiste unagrande differenza tra il fumare cinque sigarette algiorno anziché cinquanta. Il cielo non voglia, però,che noi si debba usare il nostro senso comune, inrealtà c’è una grande quantità di prove che il fumomoderato - fino a circa dieci al giorno - non è no-civo, e in effetti ha evidenti vantaggi. Oltre al pia-cere (che il pensiero medico corrente ritieneirrilevante) allevia lo stress, aiuta il controllo delpeso, e allevia i sintomi di un bel po’ di malattie,tra cui il morbo di Alzheimer, il Parkinson, la co-lite ulcerosa, e tumori dell’intestino e dell’utero.Molti medici hanno ammesso questo in conver-sazioni che ho intrattenuto in privato, ma nulla diciò si sente da parte delle istituzioni mediche e deigruppi di pressione che hanno lavorato così dura-mente per far diventare il fumo il “Nemico pub-blico n.1”. Un paio di anni fa ho avuto il piaceredi incontrare il compianto Dr. Ken Denson, re-sponsabile del Thame Thrombosis and Haemo-stasis Research Centre in Oxfordshire, che era unraro ed ispirato obiettore di quello che definiva la“caccia alle streghe” anti-fumo. Il dottor Densonaveva dedicato dieci anni alla ricerca sul fumo, ed

ha pubblicato diversi articoli su riviste mediche so-stenendo eloquentemente che le prove, se guar-date in modo imparziale e nella loro complessità,erano equivoche. Aveva portato alla luce nume-rosi studi che dimostrano che i cambiamentinella dieta possono compensare eventuali rischi,che i fumatori moderati che fanno eserciziohanno meno malattie rispetto ai non fumatori, ecosì via, e semplicemente si chiedeva come maitali studi sono stati ignorati, mentre ogni evi-denza che supporta l’esistenza del più piccolo ri-schio legato al fumo viene pubblicizzata in modocapillare. Secondo il dottor Denson, l’approcciomedico nei confronti dei fumatori sta fallendo acausa della predicazione della c.d.tolleranza zero,invece di un approccio equilibrato e moderato.Ha anche suggerito di parlare di malattie ‘fuma-tori-correlate’, piuttosto che le malattie ‘legate alfumo’, dal momento che la maggior parte dei fu-matori ha la tendenza ad avere stili di vita com-plessivamente non salutari. In Gran Bretagna sidice che la classe operaia e i meno abbientihanno molte più malattie rispetto alla classemedia, e la ragione principale è collegata al fumo.Ma le persone più povere e meno istruite hannomaggiori probabilità di incorrere nella malasa-nità, hanno cattive diete, bevono troppo, lavo-rano, fanno troppo poco esercizio, sono piùcolpite da stress e inquinamento, e via dicendo...tutti i fattori di ‘malattie correlate al fumo’ chesono impossibili da separare dal fumo stesso. Èsempre possibile identificare qualcosa come lamaledizione delle classi lavoratrici. Nel 1920 inAmerica era l’alcol; ora è il tabacco.

(1.continua)

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Tabacco e Contrabbando

opo anni di “silenzio” tra il 2012 ed il 2013le vecchie organizzazioni criminali, pugliesie campane, hanno ricominciato a vederenella penisola salentina una delle principali

rotte del contrabbando di T.L.E.. Proprio nel 2013, laD.D.A. di Lecce, con l’operazione “Sveti Nikola”, nellaquale sono stati eseguiti quaranta provvedimenti di cu-stodia cautelare disposti dal Gip del Tribunale diLecce, ha fatto emergere, appunto, un traffico inter-nazionale di tabacchi lavorati esteri di contrabbando,in forma associativa, tra il Montenegro e l’Italia.A conferma del ritorno di tale fenomeno, non visono solo le indagini della D.D.A. di Lecce, ma so-prattutto i quotidiani servizi di controllo economicodel territorio svolto dai finanziari di tutta Italia nelcorso dei quali si è potuto rilevare un costante au-mento dei sequestri: dalle 118.889 tonnellate del2013 alle 274.434 tonnellate del 2015 (fonte Rap-porto Annuale Guardia di Finanza).Ma come tutte le “aziende”, anche quelle criminalihanno visto un evolversi, dal 2000 ad oggi, delle me-todologie operative e delle “scelte imprenditoriali”:non più il trasporto delle classiche Camel, Marlboroo Lucky Strike a bordo di motoscafi veloci con par-tenza dal Montenegro ed arrivo sulle coste pugliesi(metodologia oggi ancora utilizzata per il trasportodi sostanza stupefacente).Rispetto al passato, le organizzazioni criminali con-trabbandiere operanti nel territorio pugliese sem-brano ora prediligere l’ingresso del tabacco dicontrabbando a bordo di autoarticolati ovvero all’in-terno di container provenienti dalla Grecia e, gene-ralmente, occultati in doppifondi ovvero dai piùsvariati carichi di coper-tura. Quanto al conte-nuto, si tratta per lo più dipacchetti di sigarette ri-conducibili alle cd. “cheapwhite”, ossia sigarette pro-dotte legalmente in alcuniPaesi dell’Est e del MedioOriente, spesso con pac-chetti molto simili allemarche più conosciute edacquistate in Europa, non

ammesse alla vendita all’interno della Ue perché con-siderate non rispondenti agli standard di sicurezzacomunitari. Queste marche di sigarette permettono,alle organizzazioni criminali, a parità di “utile” l’in-vestimento di minori risorse economiche atteso ilminor esborso necessario per l’approvvigionamentoalla fonte.Ma perché la scelta della rotta “greca” e non più ibarchini veloci? Le risposte a tale quesito sono sem-plici:l’ingresso, il 1 gennaio 2007, della Bulgaria edella Romania nell’Unione europea, la grave crisieconomica del Paese ellenico e l’assenza di controllidoganali, di fatto, dalla Romania sino all’Italia, inquanto trattasi di Stati appartenenti al territorio do-ganale comunitario. Queste condizioni rendono taliPaesi luogo ideale sia per l’individuazione di mano-valanza (autisti) “a basso costo” sia per la successivapartenza di carichi illeciti da introdurre nel territorionazionale, attesa l’assenza di “frontiere”.A conferma di quanto sopra, nel mese di settembrela Compagnia della Guardia di Finanza di Trani,nell’ambito nel quadro del rafforzamento delle mi-sure di sicurezza e controllo per il contrasto ai traf-fici illeciti, ha sequestrato oltre 5,7 tonnellate ditabacchi lavorati esteri, trasportati su di un autoarti-colato transitante lungo l’autostrada A14, tra Mol-fetta (BA) e Trani (BT), e proveniente dalla Bulgaria.In particolare, i finanzieri, insospettiti da un caricoanomalo, ossia numerose bottigliette di vetro da 0,5litri destinate a nota casa produttrice di birra che, inrealtà, impiega materiale avente capacità di conteni-mento diverse, hanno deciso di approfondire gli ac-certamenti e, dopo aver avuto conferma dalla casa

produttrice della falsità deidocumenti di accompa-gnamento del carico,sono stati rinvenute, oc-cultate dietro alcuni ban-cali di carico di copertura,oltre 28.400 stecche di si-garette marche ABSO-LUTE, D&B, REGINAe MARBLE, rientranti,per l’appunto, fra le pre-dette “cheap white”.

Puglia: il ritorno del contrabbando

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e non fosse che scriviamo di un reatograve e dalle molteplici conseguenze, dav-vero, pensando a quanto è accaduto a Na-poli nel brevissimo lasso di tempo di soli

tre giorni, potremmo sorridere immaginando ilsoggetto di una delle migliori commedie diEduardo o la sceneggiatura di un film di Totò. 24 ottobre, Napoli. Gli spazi di Eccellenze Cam-pane ospitano il convegno “Il contrabbando di siga-rette: un fenomeno globale di finanziamento dellacriminalità organizzata”, organizzato da Philip Mor-ris Italia. Un incontro di interessante attualità, cheha visto la partecipazione di autorevoli esponentidelle Istituzioni e nell’ambito del quale l’analisi delfenomeno e dei dati preoccupanti ad esso collegatiha stimolato il confronto sulle attività di preven-zione e repressione necessarie al suo controllo. 26 ottobre, Napoli. Nei banchetti clandestini spunta“Campania” (sottotitolo –così potremmo scrivere-“from Italy to worldwide”), pacchetto di sigarette daventi, venduto illegalmente al costo di 3 euro. L’il-lecito (e la beffa) dei contrabbandieri raggiunge ilmassimo della “creatività” nel packaging: sulla con-fezione, lo stemma della Regione Campania, fasciarossa obliqua su campo bianco. Una novità assolutanel mercato parallelo, fuori legge e pericolosissimaper la certa contraffazione e conseguente estremanocività del prodotto, e sulla quale adesso dovrannofare luce le Forze dell’Ordine. Come a dire, oltre al danno, la beffa. Sì, perché peril nostro Paese il danno che deriva da un contrab-bando sempre più transnazionale, spregiudicato(come conferma il caso “Campania”) e con inter-connessioni che portano addirittura a legami conil terrorismo, è enorme: nel 2015 l’Italia è stata tra

le prime cinque nazioni nell’Unione europea a 28Paesi (oltre a Norvegia e Svizzera) per volume disigarette contraffatte e contrabbandate, con 4,6miliardi di “bionde” illegali che rappresentano il5,8% del consumo totale, per un totale di mancatiintroiti per il fisco pari a 822 milioni di euro. Lesigarette che arrivano in Italia sono ormai quasiesclusivamente le cheap white, cioè sigarette chevengono prodotte nei mercati dei Paesi al di fuoridell’Unione europea, non di marchi noti ma checostano molto meno di quelle italiane. Saliamo poiaddirittura al secondo posto se si prende in esameil solo consumo di prodotti contraffatti. E’ quantoemerso nel convegno sopracitato, non a caso or-ganizzato a Napoli: la Campania infatti anche nel2015 si è confermata come regione più colpita dalfenomeno in Italia, con una percentuale di pro-dotti illeciti pari al 37%.

FenoMeno euRoPeoMa oltre all’Italia si è trattato anche dei dati relativia tutta l’Europa: lo scorso anno nel continentesono state fumate 53 miliardi di sigarette illegali,raggiungendo il 9,8% del mercato totale e sottra-endo all’erario dei diversi Paesi un totale di 11,3miliardi di euro. “L’incidenza fiscale – ha spiegato ilcomandante del nucleo Polizia tributaria di Na-poli, Colonnello Giovanni Salerno, intervenendoal convegno, - costituisce il 75% del prezzo totale dellesigarette, ma a livello europeo l’accisa non è omogenea equesto porta a una forte differenza di prezzo. In Ucrainae in alcuni Paesi baltici, ad esempio, un pacchetto di siga-rette costa 80-90 centesimi, mentre in Gran Bretagna siarriva a nove euro e in Italia a 5”. I sequestri dellaGuarda di Finanza di Napoli riguardano ormai

Contrabbando:in Italia illegale il 5,8% delle “bionde”

I dati al Convegno di Napoli organizzato da PMIE nei “banchini” tra i “bassi” spunta “Campania”

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quasi esclusivamente questo tipo di sigarette, conuna crescita esponenziale: se nel 2012 erano statesequestrate 20 tonnellate di sigarette, nei priminove mesi dell’anno in corso si è arrivati già a 70tonnellate. “Il guadagno delle organizzazioni criminali– ha continuato Salerno - è enorme, si arriva anche al700-800% di guadagno netto”.Un giro d’affari che danneggia gravemente ancheil sistema produttivo italiano che è il primo pro-duttore di tabacco in Europa e coinvolge più di3000 imprese agricole con 140.000 occupati. “Unafiliera - ha sottolineato l’On. Paolo Russo dellaCommissione parlamentare di inchiesta sui feno-meni della contraffazione, - capace di produrre eccel-lenza e pil, ma che subisce forti danni da un tipo dicontrabbando che rappresenta, per una errata scarsa per-cezione di pericolosità sociale, il modo più semplice di farecassa anche per le organizzazioni internazionali di terro-rismo”. “Serve un contrasto più efficace e coordinato, - hacontinuato Russo - facendo capire all’opinione pubblica,che percepisce il reato come poco grave, che occorre sensibi-lizzare il consumatore e che non basta più la sola azione

delle Forze dell’ordine, ma serve un piano strategico nazio-nale da discutere in sede non solo europea, ma anche oltreoceano, applicando un monitoraggio con le nuove tecnologieche ci permettono di tracciare i viaggi delle sigarette e dellecoltivazioni”.Altro problema grave trattato nel convegno è statoquello legato all’incidenza dei prodotti illeciti sullasalute dei consumatori, “un tema – ha insistito lasenatrice Rosaria Capacchione, membro dellaCommissione parlamentare di inchiesta sul feno-meno delle mafie - su cui bisogna informare bene il con-sumatore che è non è interessato a sapere se la sigaretta chefuma è italiana o bielorussa, ma quante sostanze cancero-gene contiene: questo è un argomento molto forte anche suisocial media”. Lotta dura e a livello internazionale, dunque, con-tro un business in cui, ha affermato AlessandraLupo, responsabile area antifrode, direzione inter-regionale Campania e Calabria dell’Agenzia delleDogane, “le organizzazioni criminali hanno saputo sfrut-tare la globalizzazione meglio degli Stati e delle impresesane”.

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Guardia di Finanza

attività di prevenzione e contrasto alcontrabbando di sigarette sistemati-camente sviluppata dal dipendenteNucleo di Polizia Tributaria di Napoli

ha fatto registrare un ennesimo colpo assestatoalle organizzazioni criminali che operano nell’-hinterland napoletano. Nei primissimi giorni dinovembre le Fiamme Gialle partenopee hannosequestro un ingentissimo quantitativo di tabac-chi di contrabbando, circa 12 tonnellate delle piùnote marche di “cheap white” che invadono daqualche tempo le “bancarelle” di Napoli (Regina,D&B e Absolut), per un valore di mercato sti-mabile in oltre 2,5 milioni di euro. Arrestati 4malviventi.La particolarità dell’operazione va individuatanella circostanza che i contrabbandieri avevano“delocalizzato” la loro attività illecita presso unmagazzino situato nella zona industriale di SalaBolognese, che avrebbe avuto la funzione di de-posito di stoccaggio ove far confluire unagrossa quantità di tabacchi di contrabbando,lontano dalla sempre più monitorata zona par-tenopea.

bloccata con l’operazione una nuova rotta illecitaUna volta accumulata una grossa quantità di siga-rette, il sodalizio criminale avrebbe certamente ini-ziato a smerciare i tabacchi, frazionandoli in carichidi piccole dimensioni, in modo tale da ridurre al mi-nimo le eventuali perdite legate a potenziali sequestridelle Forze dell’Ordine. I militari del Nucleo di Poli-zia Tributaria di Napoli hanno tempestivamentebloccato sul nascere questa nuova rotta illecita che,oltre a comportare un danno per le casse erariali dioltre 2 milioni di euro, avrebbe alimentato in manieranotevole il già florido mercato delle sigarette di con-trabbando, che quotidianamente vede protagonisti ivicoli della città di Napoli e della sua provincia.L’operazione, oltre a infliggere un’altra durissimabattuta d’arresto alle fonti di approvvigionamentodel mercato illecito di sigarette in territorio campanoe, di conseguenza, alle finanze delle organizzazioniche ne gestiscono i relativi traffici, testimonia le stra-ordinarie “capacità di adattamento” di un sistemacriminale che, oltre a disporre di notevoli risorse fi-nanziarie e logistiche, è in grado di muoversi su tuttoil territorio nazionale senza difficoltà, trovando sog-getti compiacenti in ogni parte del nostro Paese.

Gdf Napoli: scoperto deposito di stoccaggio nel Nord Italia

Sequestrate circa 12 tonnellate di tabacchi di contrabbando

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Cronaca

n successo per la Forze dell’Ordine, un(prudente) sospiro di sollievo per i di-stributori di tabacco. Il 25 ottobrescorso, nell’ambito di una complessa at-

tività investigativa coordinata dalla Procura diRoma, gli agenti della Squadra Mobile della Capi-tale hanno smantellato una banda di pericolosi ra-pinatori specializzata nell’assalto a furgoni adibitial trasporto e consegna di tabacchi. A seguito diuna lunga e laboriosa indagine, la sezione anti-ra-pina della Squadra Mobile è arrivata all’arresto diotto componenti il sodalizio criminale, organizza-tori, fiancheggiatori ed esecutori materiali di assaltiarmati ai mezzi impiegati per la distribuzione disigarette. Assalti pianificati scientificamente inogni minimo dettaglio: i fiancheggiatori venivanoscelti tra soggetti incensurati che si occupavanodei sopralluoghi e di seguire i mezzi da rapinare abordo di moto e scooter. Altri complici si occu-pavano di bloccare il traffico posizionando autodi traverso sulla strada e utilizzando anche fintesegnaletiche per non destare sospetti ed agire in-disturbati. Per caricare infine la merce rapinata, imalviventi si servivano di furgoni con targhe falseo clonate, identificati con nomi di fantasia di ditteed aziende, e che cambiavano dopo ogni assalto. Ogni particolare era stato studiato anche il 16marzo scorso, quando quattro persone a bordo discooter, dopo aver individuato e bloccato il fur-gone da rapinare, avevano repentinamente cari-cato la merce trasportata su di un altro mezzogiunto nel frattempo, agendo indisturbati graziealla copertura di altri complici che si occupavanodi bloccare il traffico posizionando un’autovetturadi traverso sulla carreggiata della strada. Da questoepisodio in particolare sono partite le indagini chehanno permesso di sventare, il 7 e il 20 giugnoscorso, altri due colpi organizzati dalla banda. “Non posso che manifestare gratitudine e riconoscenzanei confronti delle Forze dell’ordine, che non solo hannofermato i sospettati, ma hanno consentito di ristabilire

una condizione lavorativa più sicura, principalmente pergli autisti dei mezzi di trasporto, che stavano vivendo negliultimi periodi momenti di terrore”. All’indomani dellacattura dei membri della banda, così ha commen-tato Davide Fiorelli, insieme al fratello Aldo e aValentina ed Emilio De Cesaris alla guida del TPRoma 4. Proprio pochissimi mesi fa, intervistatiper l’inchiesta che il nostro giornale aveva dedi-cato al triste fenomeno degli assalti ai furgoniadibiti al trasporto di tabacco, Emilio De Cesaris,in quell’occasione “voce” del team direzionale,dopo aver ricordato come più volte i mezzi delTP avessero subito attacchi e rapine, aveva sot-tolineato la complessità dell’area della Capitale,dove non solo le periferie ma anche le zone piùcentrali erano state “teatro” di attacchi ai furgoni:rapine veloci, sempre sotto la minaccia dellearmi, “modalità bancomat”.Sull’operazione di polizia che ha portato allosmantellamento della banda, abbiamo raccoltoanche il commento di Walter Valenti, gestore delTP di Aprilia, area limitrofa a quella romana e al-trettanto sensibile. “Una buona notizia, quella dell’ar-resto della banda. Certamente, per un breve periodo saremopiù tranquilli. Breve, perché purtroppo mi aspetto che benpresto i malviventi saranno rimessi in libertà”, ha com-mentato con un po’ di sconforto Valenti. “Per que-sto ci dobbiamo da subito preoccupare di rafforzare i sistemidi allarme, già molto complicati, sistemi che se da una parteritardano le azioni criminali, dall’altra rallentano il nostrolavoro di consegna con conseguente aumento dei costi gestio-nali. Viene facile osservare che quanto accaduto è l’enne-sima storia di guardie e ladri, ma è pur vero che leconseguenze sociali della crisi hanno aumentato i fenomenimalavitosi. Anche in questo caso fra gli arrestati non cisono delinquenti abituali ma soggetti incensurati. Tuttoquesto deve far riflettere perché la diminuzione dei posti dilavoro sta generando un aumento di criminalità che spaziadai furti, alle rapine, estorsioni e spaccio di droghe. E larecrudescenza di questi fenomeni rende il nostro lavoro sem-pre più difficile”.

Roma: assaltavano furgoni carichi di sigarette

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homas Lesnak èoggi un importanteconsulente privatospecializzato nel

settore della sicurezza deimarchi a livello internazio-nale, ma ha lavorato per oltre26 anni presso il Diparti-mento di stato Usa ed il Bu-reau of Alcohol, Tobacco,Firearms & Explosives, ed è unanimemente consi-derato negli Stati Uniti un “esperto” del mondodel tabacco. Recentemente il Malay Mail ha pubbli-cato un suo articolo dal titolo “Così la criminalità faaffari grazie alle leggi anti tabacco”, che merita davverodi essere riprodotto integralmente. “Alla base di ogni impresa criminale - scrive Le-snak - c’è una verità fondamentale: se la vendita diqualsiasi cosa produce denaro, si deve vendere. Evendere il più possibile. Droga, armi, musica, film,abiti firmati, apparecchiature elettroniche, alcol,petrolio o esseri umani in carne e ossa, non fa al-cuna differenza. Se ci sono prodotti da vendere, cisono dollari da intascare. Dopo aver svolto pertrent’anni indagini contro la criminalità organizzataa livello mondiale in più di cinquanta Paesi, ho in-tervistato centinaia di criminali che hanno cantatotutti la stessa canzone, quella del sistema facile perfare soldi. Il mastodontico traffico mondiale delledroghe è un fenomeno ormai acclarato. I boss in-ternazionali della droga in molti casi possono van-tare profili in grado di rivaleggiare con quelli delleprincipali celebrità hollywoodiane. Oggi, però, è(anche) il momento di un altro commercio illegale,praticamente ignoto al pubblico e al grandeschermo, che per dimensioni e profitti compete alivello mondiale con il traffico di droga e che si sta

rapidamente trasformandonell’attività privilegiata delleorganizzazioni criminali eterroristiche internazionali: iltraffico illegale di tabacco.Per i non addetti ai lavori, èfacile pensare al tabacco ille-gale come a qualcosa cheviene venduto senza arrecarealcun danno, nel retro di un

minimarket di un quartiere o all’angolo di unastrada. La realtà è molto più tragica. Il Diparti-mento di Stato degli Stati Uniti, l’Interpol, le Na-zioni Unite e altri organismi considerano il tabaccoillegale alla stregua di un’epidemia mondiale che fi-nanzia le organizzazioni criminali e terroristiche.A marzo, 700 agenti di polizia canadesi hanno con-dotto la più grande operazione contro il contrab-bando di tabacco mai realizzata prima nella storiadell’America del Nord. L’obiettivo era quello diconvogliare i profitti per acquistare cocaina e rici-clare denaro sporco il più possibile lontano dal-l’Europa. Recentemente le autorità sono riuscite aintercettare tabacco e armi destinati a gruppi ter-roristici presenti in Libia. Nel mondo ogni annopiù di 400 miliardi di sigarette vengono vendute il-legalmente, trasformandole nel prodotto legale dicontrabbando più diffuso al mondo. Perché? Nes-sun altro prodotto è così semplice da contrabban-dare; basta attraversare un confine e rischiareun’eventuale blanda sanzione in cambio di un in-gente guadagno. Il sistema delle organizzazioniviolente dedite al traffico di tabacco sta assumendodimensioni sempre più ampie a livello mondiale eallo stesso tempo i governi propongono nuovenormative che verranno rispettate solo dall’indu-stria del tabacco legale. I trafficanti di tabacco in-

I pericoli del commercio illegale e le conseguenze delle normeantifumo negli articoli di Thomas Lesnak e Allister Heath

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ternazionali ci hanno più volte ribadito di non averalcuna intenzione di pagare le tasse o attenersi allalegge, il che, ovviamente, fa di loro dei criminali.L’introduzione di ‘confezioni generiche’ per tutti iprodotti del tabacco venduti in Australia è il per-fetto esempio di come un governo renda inconsa-pevolmente un reato, già considerato semplice,ancora più semplice e redditizio. L’Australia è statoil primo paese ad adottare il confezionamento ge-nerico che bandisce l’uso di tutti i marchi commer-ciali sulle confezioni di tabacco e prevede che tuttii prodotti del tabacco siano venduti in scialbe con-fezioni, praticamente identiche, studiate dal go-verno. L’obiettivo: ridurre il tabagismo. Il risultatofinora conseguito: una vittoria per la criminalità.Quest’anno l’Organizzazione mondiale della sanitàha fatto del confezionamento generico il temadell’annuale Giornata mondiale senza tabacco. Siparlerà molto dell’uso del confezionamento gene-rico come di uno strumento prezioso per contri-buire a migliorare la salute pubblica. Purtroppo, siparlerà poco di come l’uso di questo tipo di con-fezionamento migliorerà il conto in banca di cri-minali e terroristi di tutto il mondo. Dal rapportoKPMG del 2014, ad esempio, è emerso che, a solidue anni dall’adozione del confezionamento gene-rico, in Australia si è registrato un aumento dell’usodi tabacco illegale pari a quasi il 25%. Il problemasi è diffuso così tanto che il governo australiano èstato costretto a istituire un team specifico per con-trastare il fenomeno del tabacco illegale. La crimi-nalità non è stupida. Si prenda, ad esempio, ilProvisional IRA che figura tra i più prolifici contrab-bandieri di sigarette al mondo. Da recenti infor-mazioni emerge che questa organizzazione stiastudiando come l’adozione del confezionamentogenerico, che verrà attuata in Irlanda a maggio,abbia fatto balzare alle stelle le vendite di tabaccoillegale in Australia. Quasi il 30% delle sigarettevendute in Irlanda è illegale, privando le casse dellostato di 600 milioni di euro all’anno. Si prevede chedopo maggio entrambi i dati tenderanno ad au-mentare. Al di là del mare d’Irlanda, il commerciodel tabacco illegale costa al governo del RegnoUnito un’esorbitante perdita annuale di entrate sta-tali pari a GBP 2 miliardi. Il Regno Unito imporràa breve l’uso del confezionamento generico esenza dubbio anche la criminalità locale osserverà

da vicino l’IRA, per constatare come poter rimpin-guare il proprio portafoglio. In Canada, teatro dellamaxi operazione di polizia a marzo, il governo Tru-deau ha annunciato l’introduzione del confeziona-mento generico: musica per le orecchie di coloroche sono stati appena acciuffati dalla polizia cana-dese. Naturalmente, i prodotti messi in venditadalle organizzazioni criminali non offrono alcunasicurezza. Il tabacco illegale comporta gravi rischiper la salute. Queste organizzazioni infatti non siattengono alle rigide norme di fabbricazione, fa-cendo spesso ricorso a sostanze come lo sporcodei pavimenti o peggio, né tanto meno sono inte-ressate alla salute di chi compra i loro prodotti.Non si fanno scrupoli a vendere sigarette a buonmercato a minorenni e non ci sono misure ingrado di fermarle. A livello globale, il Protocollosull’eliminazione del traffico illecito di prodotti deltabacco dell’Organizzazione mondiale della sanità(OMS) può avere il potenziale per ostacolare levendite di tabacco illegale, ma può essere anchepregiudicato dall’ignoranza dell’OMS di fronte airisultati del mondo reale. Il mondo reale si èespresso: il confezionamento generico è un grandealleato dei contrabbandieri di tabacco”.

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Continuando a sfogliare la rassegna stampa inter-nazionale, capita poi di imbattersi nell’articoloscritto da Allister Heath per il “Telegraph” londi-nese, intitolato “Perché le regole sul plain-packaging fis-sano un precedente molto pericoloso”. Il temadell’introduzione in diversi Paesi europei del pac-chetto neutro “all’australiana” è un tema caro alnostro giornale, ed appare quindi assai opportunoleggere quanto scrive il brillante corsivista britan-nico. “Io non fumo. In realtà non amo le sigarette e menche meno il loro odore. Anzi, per come la vedo io,nessuno dovrebbe avvicinarsi al tabacco o a qua-lunque prodotto che crea dipendenza. Ma la deci-sione di applicare il plain-packaging all’industria deltabacco - ora confermato dai giudici inglesi con larecente sentenza della High Court, che con una de-cisone di oltre 380 pagine ha rigettato i ricorsi diBat ed Imperial Tobacco - è un grave errore chedanneggerà l’economia nel corso del tempo e farà

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poco o nulla per scoraggiare il fumo. Credo in ve-rità che questo sia il momento, per i produttori dibevande alcoliche, soft drinks e dolciumi di esseremolto, molto preoccupati. Loro e tutti coloro iquali commerciano in prodotti che rischiano, ca-dendo in disgrazia, di essere i prossimi della lista.Dopo di che, chi lo sa? Le autorità hanno decisoche si può muovere guerra alle imprese non gra-dite, vietare loro di utilizzare i propri marchi sulloro imballaggio e, quindi, di fatto vaporizzando laloro collocazione all’interno di un’attività commer-ciale senza prevedere alcuna compensazione. Sonod’accordo con l’Institute of Economic affairs, il qualeha affermato ‘che il Governo ha di fatto abolito imarchi per un intero settore’. Purtroppo, i prossimiprobabili obiettivi non scorgono questo pericoloall’orizzonte; gli stessi produttori di bevande anal-coliche in realtà non credevano di poter venire ba-stonati da  una tassa sullo zucchero davverodiscriminatoria, così come previsto nel più recentebilancio di George Osborne. Così facendo, conti-nueranno a tenere la testa sotto la sabbia. Maquando finalmente si sveglieranno, che sarà deiloro piani di investimento e di marketing? Perchépreoccuparsi di realizzare prodotti di successo o difranchising alimentare in questo Paese, se la mag-gior parte del valore immateriale di tali attività infuturo potrebbe essere strappato via da diktat go-vernativi? Questo è il problema con l’erosione diaspetti correlati al diritto di proprietà: si inietta l’in-certezza in una economia, si mina lo stato di di-ritto e si rendono le società meno sicure suirendimenti. Ovunque volgiamo lo sguardo, il ca-pitalismo, la libera scelta e il libero mercato sonoin ritirata, e il controllo dello Stato, il regolamento,

la direzione centrale in stile ‘balia asciutta’ sono inaumento. Il problema nel trattare gli adulti come ibambini è che alla fine i primi iniziano a compor-tarsi in modo immaturo. Non accettare la respon-sabilità individuale delle nostre azioni e il principioclassico del caveat emptor - lasciare che sia il com-pratore ad usare la propria testa - nelle nostrescelte, fa sì che una società libera e prospera di-venti impossibile. Si finisce invece con una deca-dente e stagnante burocrazia, governata da untecnocrazia inspiegabile. Non è una buona notizia.E’ pericolosamente utopistico immaginare che lapolitica funzioni magicamente nei suoi termini let-terali: in altre parole, il solo fatto di voler ridurreil fumo non può implicare automaticamente unmondo smoke-free. In realtà non si andrà mai oltrela diminuzione che i comportamenti correnti giàindicano essere da tempo in corso. Non esiste labacchetta magica. Quando  l’Australia ha intro-dotto il Tobacco Plain Packaging Act nel dicembre2012, i sostenitori speravano il provvedimentostroncasse il consumo di tabacco. Eppure le ven-dite di sigarette sono cresciute del 0,3% l’annosuccessivo, e i sequestri governativi di tabacco il-legale hanno fatto un balzo del 60%. Risultato: oraesiste un mercato ancora più ampio per le sigaretteillegali di contrabbando senza il plain packaging. Lestecche ‘vecchio stile’ possono essere facilmenteimportate dall’estero da gangster, specie Indone-siani, alimentando lo sviluppo di bande crimi-nali.  Le alte tasse non sono la risposta: fannoridurre la domanda quando salgono oltre un certolivello, ma creano anche un incontrollabile mer-cato nero. La realtà è che la gente sta comunquegradualmente fumando sempre meno, in granparte a causa di un positivo cambiamento culturalee della presa di coscienza che il tabacco è moltonocivo: in Australia, nell’ultima decade la percen-tuale dei daily smokers è in calo da 0,4 - 0,9 percento l’anno, come sottolinea l’Institute of EconomicAffairs. L’introduzione del plain packaging non sem-bra aver accelerato questo andamento, perciò sipuò parlare di una politica che ha indubbiamentecomportato dei costi – l’erosione nei diritti di pro-prietà, una seccatura per i rivenditori - ma nessunreale beneficio”. Lo dice Allister Heath, non lo diciamo noi... diparte!

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Dal Mondo

a città indiana di New Delhi ha ospitato anovembre la Conferenza organizzata ognidue anni dall’Organizzazione Mondialedella Sanità, attraverso la Convenzione

Quadro per il Controllo del Tabacco (Framework Con-vention on Tobacco Control – FCTC) finalizzata alla ri-duzione del consumo di tabacco. L’ appuntamentoera stato anticipato da molte polemiche, in partico-lare sollevate dal mondo dei coltivatori di tabacco.B.V. Javare Gowda, Presidente della importante Fe-deration of All India Farmer Association, davanti ai par-lamentari riuniti a Nuova Delhi ha dichiarato: “Questaconferenza aggraverà la miseria dei poveri coltivatori di tabaccoindiani. Ci appelliamo al governo dell’India perché i coltivatoriindiani partecipino alla delegazione ufficiale altrimenti il so-stentamento di milioni di persone sarà messo a repentagliosenza alcun beneficio per la salute pubblica”. Un altro fronteestremamente caldo si è rivelato quello della infor-mazione, dato che l’approccio degli organizzatori siè rivelato a dir poco restrittivo circa la possibilità dipartecipare ai lavori per giornalisti e funzionari diaziende che operano nel settore del tabacco. La mo-tivazione alla base di questa drastica decisone restrit-tiva, secondo il documento, va cercata nel fatto chenel corso di conferenze precedenti i rappresentanti

dei Paesi produttori di tabacco “avrebbero impedito chedurante i dibattiti politici prevalessero gli interessi della salutepubblica”, e tale motivazione prenderebbe le mosse asua volta da un’interpretazione a dir poco estensivadell’art.5.3 della stessa Convenzione che stabilisceche le interazioni tra Istituzioni e industria del ta-bacco debbano essere limitate e svolgersi in pienatrasparenza. Non quindi un divieto tout court a qual-siasi tipo di confronto, ma un richiamo legittimo ache questi si svolgano nel rispetto della trasparenzae dei reciproci ruoli. Un principio valido per ognirapporto pubblico-privato, non solo per l’industriadel tabacco. Il rischio sottostante però è che quistiamo parlando di Conferenze internazionali, allequali gli unici partecipanti potrebbero diventare soloi rappresentanti dell’OMS e le Organizzazioni nongovernative, che potrebbero così prendere in pienaautonomia e in totale segretezza decisioni da far ap-plicare poi a quegli stessi Stati che si è deciso di esclu-dere. Non solo. Come si diceva, l’OMS da anni è inrotta di collisione con i media, come è successo aMosca nel 2015 e durante l’ultimo incontro del-l’OMS in Turkmenistan nell’aprile scorso. Violazionidel diritto all’informazione che ha portato 50 gior-nalisti ed editori a scrivere una “Lettera aperta alle Na-

Conferenza FCTC e New Delhi: frizioni con la stampa?

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zioni Unite contro il bavaglio ai media e il soffocamento dellalibertà di stampa” per contestare le misure straordinarieadottate spesso dall’Organizzazione per impedire aigiornalisti di svolgere il loro lavoro. Tornando a NewDelhi, l’apertura della settima Conferenza interna-zionale delle Parti (COP7) organizzata all’Organiz-zazione Mondiale della Sanità (Oms) per monitorarelo stato di attuazione della Convenzione quadro sulcontrollo del tabacco ha ovviamente risentito di que-ste premesse. Oltre 500 agricoltori provenienti da di-versi Paesi produttori di tabacco, giunti permanifestare di fronte alla sede della Conferenza insegno di protesta, sono stati fermati dalle forze diPolizia. Analoga gravissima chiusura è stata decisanei confronti della stampa, che è stata bandita dallaConferenza, al punto che i funzionari dell’Omshanno cacciato fisicamente i media dalle riunioni incorso tra le proteste dei giornalisti. La Conferenzaha fatto emergere una linea di drastica chiusura ancheverso tutte le soluzioni “alternative” al fumo classicoche la ricerca scientifica sta mettendo a disposizionedei tabagisti; soluzioni che, secondo la Segretaria ge-nerale dell’Oms, la cinese Margaret Chan, dovreb-bero addirittura essere vietate dai governi. Questeposizioni hanno già suscitato reazioni negative nelmondo medico e scientifico, come ha sostenuto ilprofessor Riccardo Polosa, docente di Medicina in-terna all’Università di Catania e responsabile scien-tifico della Lega italiana anti fumo: “Francamente -afferma Polosa - la riservatezza che ha circondato la Con-ferenza di Nuova Delhi è incomprensibile. Questa riserva-tezza dell’Oms su questioni che riguardano la salute dimilioni di persone non solo è irragionevole, ma potrebbe ancheessere sospetta. L’ottica di trasparenza e ragionevolezza do-vrebbe prevalere negli organismi internazionali dello spessoredell’Oms. Più di una volta abbiamo fatto notare al segretariogenerale Chan i potenziali vantaggi offerti dall’integrazionedi politiche serie mirate alla riduzione del rischio anzichè albieco proibizionismo”. Tornando invece alle frizionicon il mondo dell’informazione, va segnalato chenon è la prima volta che le conferenze dell’Oms sitengono a porte chiuse, ma il dato significativo èche questa volta i giornalisti sono stati fisi-camente allontanati, anche con modi nonesattamente urbani: a testimoniarlo è unvideo diffuso da alcuni media statunitensi,secondo i quali a Drew Johnson, inviatodel Daily Caller, è stato persino sottratto iltesserino da giornalista. Alla tensione con

la stampa va poi aggiunta la citata protesta degliagricoltori nel settore del tabacco: le preoccupa-zioni, nel loro caso, riguardano l’atteggiamentosempre più oltranzista dell’Oms nei confronti deltabacco, che potrebbe penalizzare la filiera produt-tiva in quanto mette in discussione anche i nuoviprodotti (comprese le sigarette elettroniche e i pro-dotti alternativi che contengono tabacco), senza te-nere conto del principio della riduzione del rischiocondiviso e sostenuto da gran parte del mondoscientifico. La FCTC è il primo trattato internazio-nale sulla salute pubblica: entrata in vigore nel2005, coinvolge oltre 180 Paesi, tra cui quellil’Unione europea. Giunta alla settima edizione, laconvenzione ha lo scopo di ridurre l’uso del ta-bacco e incoraggiare la dissuasione dal fumo. Unobiettivo che secondo molti addetti ai lavori vieneperseguito nel modo sbagliato e meno partecipa-tivo possibile: alla conferenza infatti possono chie-dere di intervenire anche le Ong legate al settore,ma l’FCTC può riservarsi il diritto di accettare omeno la richiesta. In Italia ad esempio si è vista re-spingere la richiesta di partecipazione anche la LegaItaliana Anti Fumo (LIAF), insieme ad altre 11Ong a livello mondiale. E comunque, secondo moltiosservatori, questi “eventi-monstre” si traducono ine-vitabilmente nella classica montagna che partorisceil topolino. Sei giorni di lavoro per arrivare a leggereuna risoluzione finale che recita come “le Parti espri-mono la loro preoccupazione per i continui tentativi dell’in-dustria del tabacco di infiltrarsi e manipolare il funzionamentodella Convenzione” lascia a dir poco perplessi. Cosìcome è difficile non sorridere nel leggere che “diversedecisioni significative sono state adottate nel corso della sessionedi sei giorni, in cui i delegati hanno sviluppato l’agenda piùcorposa di qualsiasi altro incontro”, e poi scoprire che ledecisioni significative - precedute dal ridondantepreambolo per il quale “lunghe ore di dibattito e pianifi-cazione hanno sviluppato una tabella di marcia per il controlloglobale del tabacco” – consistono nell’invito ai Paesi cheancora non hanno adottato le nuove immaginishock ad introdurle, nella esortazione “a tutte le Parti

ad adottare un approccio volto a promuovere alter-native alla coltivazione del tabacco” e – uditeudite! – “nel riconoscere che le prove scientifichehanno stabilito che il consumo di tabacco e l’espo-sizione al fumo provoca la morte, la malattia e ladisabilità”. Mah…che la montagna abbiapartorito il famoso topolino?

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Tabacco e lobbying

robabilmente negli States, dove l’attivitàdi lobbying risulta essere storicamente isti-tuzionalizzata e rigidamente regolamen-tata, la questione recentemente esplosa

in seno all’Unione Europea sui confini tra traspa-renza e partecipazione al processo decisionale sa-rebbe già stata archiviata. A Bruxelles, invece, siregistra il forte disaccordo tra il Mediatore Euro-peo Emily O’Reilly e l’industria del tabacco sul-l’interpretazione di un articolo del ProtocolloFCTC dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.La goccia che ha fatto traboccare il vaso è statal’iniziativa dello stesso O’Reilly che ha ospitatonella capitale belga una conferenza dal titolo “Im-proving transparency in tobacco lobbying”, escludendodal novero dei relatori invitati a dibattere proprioi rappresentanti delle industrie del tabacco. Taledecisione non poteva che essere vissuta comeun’ulteriore dimostrazione – in tema di TrattatoFCTC (Framework Convention on Tobacco Control) del-l’Organizzazione Mondiale della Sanità - di un ap-proccio eccessivamente restrittivo in materia diinterpretazione dell’articolo 5.3 del protocollo daparte dell’Ombudsman, che secondo il mondo deltabacco si configura come lesiva della libertà diespressione e del diritto alla partecipazione delprocesso decisionale pubblico.

L’aRT. 5.3 DeL PRoTocoLLoQuesto articolo, adottato nel 2003 dalla Confe-renza delle Parti, tratta una disposizione inseritacon l’obiettivo di “attenuare l’influenza delle lobbies delsettore tabacco” in merito a provvedimenti normativisulla salute. L’articolo afferma che “nel formulare eapplicare politiche sanitarie, i pubblici ufficiali devono pro-teggerle da interessi commerciali dell’industria del tabacco”.Nel 2008, l’OMS ha emanato delle linee guida in-terpretative, secondo le quali le misure del proto-collo sono orientate a impedire che l’industria deltabacco interferisca sulla realizzazione, modifica oapplicazione di politiche sanitarie, negli ordina-menti dei Paesi che hanno sottoscritto la conven-zione. Da quel momento dunque molti decision

makers hanno cominciato a rifiutare incontri e con-fronti con i rappresentanti degli interesse del set-tore, fino all’ultimo evento, quello cioè in cui ilMediatore Europeo Emily O’Reilly ha rifiutato lerichieste dei rappresentanti delle società del ta-bacco di sedere al tavolo di una conferenza che ri-guardava la trasparenza del loro stesso settore diappartenenza. L’altro protagonista della vicenda,l’industria del tabacco, ha reagito con durezza aquesta ennesimo episodio: “Non ha senso che i rap-presentanti del settore siano stati esclusi dal tavolo della di-scussione in merito al settore stesso, e questo non ha nulla ache fare con il protocollo FCTC. Si tratta di un evento sullatrasparenza, e cosa può essere più trasparente di un dibattitopubblico?”. Ma al momento il Mediatore Europeoha adottato l’interpretazione più restrittiva, e i lob-bisti incaricati dalle case produttrici sono stati deltutto esclusi rendendo per loro questo provvedi-mento “eccessivamente lesivo della libertà di espressione edel diritto alla concorrenza: l’articolo 5.3 del protocolloFCTC non impedisce ai decision makers di incontrare o in-teragire con i rappresentanti dell’industria del tabacco. Piut-tosto, ha lo scopo di proteggere il processo legislativo dainfluenze illecite, un principio che dovrebbe però applicarsisenza distinzione sull’interesse rappresentato”. L’orien-tamento del Mediatore Europeo e la differenza divedute con altre istituzioni (su tutte, la Commis-sione) oltre che con i rappresentanti dell’intero set-tore economico in questione, pongono inoltreserie domande sulla regolamentazione del lobbyinga livello europeo. Quanto è legittimo che a rappre-sentanti di un intero settore economico (il tabaccoè un’industria controversa ma legale, e vuole esseretrattata come tale) venga negata la possibilità dipartecipare ad eventi istituzionali che coinvolgonoi relativi interessi, alla luce di una semplice inter-pretazione restrittiva? Il rischio vero è che un taleprovvedimento leda, oltre al principio della traspa-renza, anche i principi fondamentali di libertà diespressione e di democrazia partecipativa, che pre-vede per definizione un confronto tra posizionidifferenti magari aspro e combattuto, ma necessa-riamente alla luce del sole.

Lobbying al contrario:l’eccesso di zelo della UE

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iL ToScano oRGinaLe SbaRaGLiaLa concoRRenza aL ciGaR

TRoPHy in GeRManiaUn riconoscimento davvero prestigioso, quello chesi è visto attribuire il “nostro” sigaro toscano in oc-casione della più importante fiera al mondo per iprodotti del tabacco, la Intertabac che si svolge aDortmund. Il sigaro “Toscano Originale” ha vintoinfatti nella categoria Best Medium Filler, e il premioconseguito da Manifatture Sigaro Toscano è statoconsegnato dagli organizzatori di Cigar Journal. “Que-sto è un riconoscimento per tutta la nostra filiera: dai coltivatoria tutti i colleghi di MST e ai nostri partner che distribuisconoil sigaro Toscano in più di cinquanta Paesi – ha dichiaratoStefano Mariotti, direttore generale di MST - fermorestando che un ringraziamento particolare va a tutti i con-sumatori che hanno dato al sigaro Toscano Originale la loropreferenza, premiando così una qualità tutta italiana, rag-giunta grazie al controllo della materia prima e a una ricettaimmutata nel tempo: solo tabacco Kentucky naturale al 100%e acqua, fermentazione e stagionatura. Una ricetta traman-data negli ultimi duecento anni, della quale Manifatture Si-garo Toscano è l’unico custode”. Il Cigar Trophy nasceper iniziativa del Cigar Journal nel 1998 e i suoi premisi sono affermati come i più ambiti per i migliorimarchi e i migliori servizi del mondo dei sigari. Dal2013 sono i consumatori ad assegnare i premi, in-viando le proposte di candidatura e successivamentevotando sul sito wwww.cigartrophy.com. Manifatture Si-garo Toscano SpA nasce nel 2006, quando ilGruppo Industriale Maccaferri acquisisce dalla Bri-tish American Tobacco Italia il ramo d’azienda cheproduce e commercializza lo storico marchio sigaroToscano. La filiera tabacchicola, interamente autoc-tona, ad oggi conta circa 250 tabacchicoltori tra Val-dichiana, Valtiberina, Umbria, Campania e Veneto,un centro di raccolta (Foiano della Chiana) e duemanifatture (Lucca e Cava dei Tirreni). Nel 2015 lasocietà ha chiuso i conti con un fatturato pari a 98

milioni di euro, ha prodotto 196 milioni di sigari (dicui tre milioni fatti a mano) e ne ha venduti oltre 29solamente all’estero. Attualmente il sigaro Toscanoè distribuito in oltre cinquanta Paesi: oltre ad unamassiccia presenza in Europa, infatti, il marchio ita-liano è presente in Giappone, USA, Canada, Argen-tina, Australia, Israele, Libano e Russia, ed oraappare intenzionato a puntare il mercato asiatico. 

cHanGinG TRenDS in SMuGGLinG:inconTRo SuL conTRabbanDo a

bRuxeLLeSNel 2015 in Ue sono state smerciate 53 miliardi disigarette illegali, con una crescita del fenomeno delleillicit whites, sigarette prodotte legalmente ma venduteattraverso il contrabbando, che vedono l’Italia comesecondo mercato. Lo hanno affermato gli esperti alconvegno “Changing trends in smuggling”, organizzatoda Euractiv a Bruxelles. La quota delle illicit whites pro-dotte nei paesi confinanti con l’Ue a est ma anche inAsia, è passata dal 13% del 2009 al 35,4% delloscorso anno. L’Italia, dopo la Polonia, è il paese dovesi smerciano di più, con 2,3 miliardi di sigarette, men-tre circa l’8% del mercato illegale europeo è nel no-stro paese. Ogni anno, hanno spiegato gli esperticitando le stime del rapporto Sun Project di Kpmg,circa 11,5 miliardi di euro di tasse vengono persi inUe. “C’è un problema con l’Ucraina - ha sottolineatoDana Meager, sottosegretario all’Economia della Re-pubblica Slovacca -, ma grandi quantità arrivano anchedalla Russia e dalla Bielorussia”. Il fenomeno, ha spie-gato Alvise Giustiniani, vice presidente Illicit trade stra-tegy di Philip Morris International, è strettamentelegato ad altre attività criminali. “Quella delle sigarettedi contrabbando non è un’attività di poco peso - ha sottoli-neato -, è una criminalità che alimenta anche altri flussi chenon sono solo del tabacco, sono legati al commercio della droga,delle armi e anche delle persone, e finanzia grandi gruppi cri-minali e anche terroristici”.

Una carrellata

di notizie

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Libano: “booM” DeLLa PRoDuzione Di SiGaReTTe

La guerra in Siria ha costretto centinaia di migliaiadi persone a fuggire verso il Libano, mettendo adura prova l’economia libanese e le sue infrastrut-ture già fatiscenti. Ma la guerra civile siriana, chedura ormai da cinque anni, è stata una manna peralmeno un settore economico: l’industria del ta-bacco. Nella principale fabbrica di tabacco del Li-bano, ad Hadath, a sudest di Beirut, gli operailavorano 24 ore su 24, riuscendo a malapena a co-prire la forte domanda di sigarette, aumentata anchea causa della presenza dei rifugiati siriani – ufficial-mente più di un milione, ma il numero reale è piùvicino ai due milioni – e dell’introduzione di duenuove etichette che hanno sottratto quote di mer-cato ai costosi marchi d’importazione. In Siria, dopolo scoppio della guerra, nel marzo del 2011, moltefabbriche di sigarette hanno chiuso, portando a unforte aumento della domanda di sigarette libanesi,molto simili a quelle siriane. Le vendite di sigaretteprodotte dalle fabbriche statali libanesi hanno cosìraggiunto il picco di un miliardo di dollari nel 2012.La fabbrica statale libanese Régie libanaise des tabacs ettombac, più nota come Régie, è l’unica azienda auto-rizzata a produrre e importare sigarette e quella deltabacco è una storia di successo rara tra le aziendestatali libanesi: è una delle poche istituzioni a portaresoldi nelle casse dello stato. Nella fabbrica di Hadathtutte le macchine funzionano quasi alla massima ca-pacità e alcuni ingegneri italiani sono al lavoro perinstallare una nuova macchina in grado di portare laproduzione a dodicimila sigarette al minuto.

anTiFRoDe ue: iL conTRabbanDoDi SiGaReTTe Finanzia

iL TeRRoRiSMoC’è un nesso tra crimine organizzato e contrab-bando. Lo ha chiarito lo scorso mese Georg Roe-bling, capo unità Politica antifrode nel settoredelle dogane e del tabacco dell’Olaf. Nel corso diun’audizione davanti alla commissione Libertà ci-vili del Parlamento europeo Roebling ha affer-mato, rispondendo alle osservazioni deglieurodeputati che denunciavano il pericolo che le“bionde” di contrabbando e soprattutto quellecontraffatte forniscano un ingente flusso di mo-neta corrente alle principali organizzazioni terro-ristiche, “non posso che sottoscrivere”. L’Ufficioeuropeo per la lotta antifrode (Olaf) è in contattoquotidiano con la Direzione generale Affari in-terni della Commissione Ue, così come con Fron-tex, Europol e gli Stati membri, proprio perlottare contro il contrabbando di sigarette. “Il mer-cato nero di oggi è molto cambiato rispetto a qualche annofa - ha spiegato il capo unità di Olaf - prima si con-trabbandavano soprattutto sigarette che imitavano i mar-chi più noti, oggi invece vediamo che il maggior numero disigarette sequestrate sono senza marchio, le cosiddette cheapwhite. L’anno scorso abbiamo registrato un nuovo recordper il volume di confische: circa 600 milioni di sigarette.Ed erano quasi tutte cheap white”. “Tutti sono d’accordonel rafforzare la lotta al contrabbando delle sigarette senzamarchio”, ha concluso Roebling, specificando chela Commissione si è impegnata a presentare entrofine anno un’analisi sull’attuazione di quanto fattodal 2013 a oggi.

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Mostre

n aristocratico bohémien, considerato ilpiù grande creatore di manifesti estampe tra il XIX e XX Secolo. AHenri Toulouse-Lautrec è dedicata la

grande retrospettiva “Toulouse-Lautrec. La Belle Epo-que”, ospitata fino al 5 marzo prossimo nelle saledi Palazzo Chiablese a Torino. Circa 170 opere,che raccontano l’arte eccentrica e la ricercata poe-tica anticonformista e provocatoria - tra le più in-novative tra Ottocento e Novecento - di uno degliartisti oggi più apprezzati e ammirati; un’anima da“artista tormentato” fin dall’infanzia e non ade-guatamente “riconosciuto”, seppur pervaso da unfortissimo slancio ottimista e dalla consapevo-lezza della bellezza della vita. Una bellezza sem-plice, dai contorni volutamente sfumati e da viverein momenti dissoluti, dai colori forti e spregiudi-cati e priva di abbellimenti, nei disegni come nelletinte. Nessuno, dopo di lui, è stato in grado di ren-dere così “perfetto” il volto dell’imperfezione. Èquesto il suo stile.La mostra di Torino propone litografie a colori,manifesti pubblicitari, disegni a matita e a penna,grafiche promozionali e illustrazioni per giornali,diventati emblema di un’epoca indissolubilmentelegata alle immagini dell’aristocratico visconte

Henri de Toulouse-Lautrec, per il quale divennerorifugio prediletto, nonché fonte dei temi principalidella sua arte, i caffè concerto e i cabaret di Mon-tmartre, principali luoghi della vita notturna pari-gina di fine secolo, mondo libero e bohémien degliartisti e degli spettacoli.

La MoSTRa e L’aRTiSTaSono dieci le sezioni tematiche della mostra, laprime quattro dedicate alle “notti parigine”. Ne èprotagonista un Toulouse-Lautrec “pubblicitario”,capace di lanciare le sue “stelle” fissandone inmodo formidabile i tipi e i personaggi. “Pro-muove” il cantautore e cabarettista francese Ari-stide Bruant, e contribuisce a definire la figura delcantante attraverso una serie di stampe e di litogra-fie, tra cui Aristide Bruant nel suo cabaret (1893), dovelo rappresenta con il suo mantello voluminoso,cappello a larghe tese e una sciarpa rossa intornoal collo. E ancora, l’indimenticabile figura di YvetteGuilbert, soprannominata la Diseuse (“la fine dici-trice”): affascinato dalla personalità dell’attrice ecantante, Toulouse Lautrec le dedica un album dilitografie, integralmente presente in mostra, oltrea vari disegni e incisioni (Album Yvette Guilbert,1894). L’artista si dedica anche alla celebre stella

TOULOUSE-LAUTREC

LA BELLE ÉPOQUE

A Torino la retrospettiva dedicata al grande artista francese

Henri de Toulouse-Lautrec Eldorado, A. Bruant dans son Cabaret 1892 ColorLithography, 138x96 cm © Herakleidon Museum,Athens Greece

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del cabaret parigino Jane Avril: trascinante sullascena, la raffigura come una donna colta e sofisti-cata mentre frequenta un caffè-concerto sul mani-festo Divan Japonais (1893), ma anche scatenata nelcan-can insieme ad altre ballerine in La compagniadi Mademoiselle Eglantine (1896). Un’intera sala è poidedicata al variegato mondo degli spettacoli, dallescene popolari del cabaret fino alle rappresenta-zioni più impegnative di tragedie greche o di con-certi all’Opéra. Nelle sue scene teatrali Lautrecriesce a rendere l’intensità dei drammi e delle com-medie con movimenti efficaci ed energici contrastidi luci e ombre che traggono ispirazione sia dallexilografie giapponesi sia dai palchi teatrali di Dau-mier. Fra le opere in mostra, la serie di argute lito-grafie nel 1893 per la raccolta Le café-concert.Accanto ad una specifica sezione dedicata ai ca-valli, per i quali Lautrec nutriva una grande pas-sione e che ha reso protagonisti di opere mirabili,l’esposizione presenta una serie di disegni a matitae a penna, di travolgente freschezza e mordenteincisività, a riprova di quanto il disegno rappre-sentasse per lui un mezzo di espressione imme-diato, insostituibile. Assai cagionevole di salute, la

matita è la compagna fedele nella lunga obbligataimmobilità durante le sue convalescenze, il modoper vincere la noia delle stazioni termali, la piccolacondanna negli esercizi obbligati durante la fasedi formazione accademica, lo strumento per ve-dere e interpretare il mondo, la divertente com-plice nel fissare la chiave per evadere dalla clinicaper malattie mentali in cui resta chiuso per circatre mesi. I disegni sono soprattutto schizzi di per-sonaggi: volti, atteggiamenti, silhouettes, carica-ture. In mostra anche il ritratto del padre, conteAdolphe de Toulouse-Lautrec (Portrait of H. deToulouse-Lautrec, 1895), e l’arguto foglio in cui ilpittore si rappresenta impietosamente nudo (Tou-louse-Lautrec Nu, 1894).Seguono le sezioni dedicate alle collaborazioni edi-toriali, per le quali il talento dell’artista si esprimein riviste umoristiche a grande diffusione maanche in libri di pregio e copertine per spartiti mu-sicali (Le Rire e Escarmouche sono tra i periodici il-lustrati con cui Toulouse-Lautrec collabora convignette di satira politica e di costume), e quellededicate agli intensi ritratti di donne sole, silen-ziose, osservate senza la minima intenzione cari-caturale o di vignetta cronachistica, attimi diriflessione, nubi che corrono sull’anima, ombrefuggevoli che passano sul viso, oltre quella la vitaparigina fin du siécle fatta di balli, spettacoli, svaghiserali, luci, teatri, risate e applausi grazie a caba-rettisti, ballerine e chansonniers. La rassegna sichiude con le delicate opere dedicate a questotema: nessun artista, prima di Toulouse-Lautrec,aveva saputo cogliere le passioni represse, la soli-tudine, il desiderio di una vita migliore che si na-sconde sotto la sensualità forzata e la seduzione“professionale” di cantanti, attrici o prostitute, os-servate senza ironia o moralismi. La mostra, sotto l’egida del Ministero dei Beni edelle Attività Culturali e del Turismo, è prodotta eorganizzata dai Musei Reali di Torino e ArthemisiaGroup con il patrocinio della Città di Torino ed ècurata da Stefano Zuffi.

“Toulouse-Lautrec. La belle Époque”Torino - Palazzo chiablese22 ottobre 16 – 5 marzo 2017orari: lunedì 14.30 - 19.30

martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 9.30 - 19.30giovedì 9.30 - 22.30

info e prenotazioni - tel. +39 011.024301 - www.mostratoulouselautrec.itbiglietti: intero € 13,00 - Ridotto € 11,00

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Henri de Toulouse-Lautrec Babylone d'Allemagne 1984 Color Lithography, 120x84,5cm © Herakleidon Museum, Athens Greece

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“Se tutto è sotto controllo, stai andan-

do troppo piano”. E’ una delle frasi cult del mondo dell’automobilismo, e a pronun-

ciarla è stato uno dei piloti che, con il suo stile da pista travolgente, ha segnato la storia del “circus” degli anni Settanta: Mario Andretti. “Piedone” (così era soprannominato, proprio per la sua attitudine a schiacciare sul pedale del gas) vanta una carriera che ha dell’incredibile, 897 gare disputate, 111 vittorie, 109 pole position: un albo d’oro personale leggendario nel quale figurano le vitto-rie della 500 Miglia di Indianapolis (1969), della 12 Ore di Sebring (1967 e 1970), del Campionato Mondiale di Formu-la 1 (1978), e un secondo posto alla 24 Ore di Le Mans

(1995). In F1 esordì nel 1968 con la Lotus, team con il quale fu incoronato Campione del Mondo nel 1978, anno

in cui le 6 vittorie, i 3 giri più veloci e le 8 pole position dimostrarono la superiorità del pilota italoamericano e

della casa automobilistica britannica. Una vittoria amara, in realtà, in quanto coincise con quel Gran

Premio d’Italia durante il quale proprio il compagno Peterson morì per i postumi di un incidente al via

della gara. Ma nel suo complesso, il bilancio in F1 di Mario Andretti conta 12 vittorie, delle quali 10

ottenute con Lotus tra il ’77 e il’78, una con Lotus Parnelli nel 1976 e una con la Ferrari nel 1971.

Un’esperienza, questa con la “rossa”, che lo avrebbe legato profondamente ai tifosi della

casa di Maranello, che lo accolsero come un eroe quando nel 1982, dopo la tragica morte

di Gilles Villeneuve e il grave incidente in cui fu coinvolto Didier Pironi, fu richiamato

in piena emergenza. Mai corso prima con quella Ferrari, Mario Andretti conquistò la

pole position e si classificò terzo. Un trion-fo. La sua carriera in F1 si chiuse nel1982.

Ma Andretti ha continuato a correre fino al 2000 quasi esclusivamente per la scuderia

fondata dall’appassionatissimo attore Paul Newman e da Carl Haas.

ciarla è stato uno dei piloti che, con il suo stile dell’automobilismo, mondo del

do troppo piano”. E’controllo, sotto

“Se tutto è

ciarla è stato uno dei piloti che, con il suo stile -pronuna e dell’automobilismo,

una delle frasi cult do troppo piano”. E’-andanstai

Sebring (1967 e 1970), del Campionato Mondiale di FormuIndianapolis di Miglia 500 della rie

d’oro personale leggendario nel quale figurano le vitto1 vittorie, 109 pole position: un albo 1disputate, 1

vanta una carriera che ha dell’incredibile, 897 gare sua attitudine a schiacciare la

“Piedone” (così era soprannominato, proprio per anni degli “circus”

da pista travolgente, ha segnato la storia del

Sebring (1967 e 1970), del Campionato Mondiale di Formu12 della (1969), Indianapolis

d’oro personale leggendario nel quale figurano le vitto1 vittorie, 109 pole position: un albo

vanta una carriera che ha dell’incredibile, 897 gare sul pedale del gas) sua attitudine a schiacciare

“Piedone” (così era soprannominato, proprio per Andretti. Mario Settanta:

da pista travolgente, ha segnato la storia del ciarla è stato uno dei piloti che, con il suo stile

-Sebring (1967 e 1970), del Campionato Mondiale di Formudi Ore -d’oro personale leggendario nel quale figurano le vitto

1 vittorie, 109 pole position: un albo vanta una carriera che ha dell’incredibile, 897 gare

sul pedale del gas) “Piedone” (così era soprannominato, proprio per

Andretti.

Peterson morì per i postumi di un incidente al Premio d’Italia durante il quale proprio il compagno

amara, in realtà, in quanto coincise con quel Gran della casa automobilistica britannica. Una vittoria

dimostrarono la superiorità del pilota italoamericano e

Peterson morì per i postumi di un incidente al Premio d’Italia durante il quale proprio il compagno

amara, in realtà, in quanto coincise con quel Gran della casa automobilistica britannica. Una vittoria

dimostrarono la superiorità del pilota italoamericano e

quale fu incoronato Campione del Mondo nel 1978, anno nel 1968 con esordì F1 In (1995).

secondo posto alla 24 Ore di un e la 1 (1978), Sebring (1967 e 1970), del Campionato Mondiale di Formu

via Peterson morì per i postumi di un incidente al Premio d’Italia durante il quale proprio il compagno

amara, in realtà, in quanto coincise con quel Gran della casa automobilistica britannica. Una vittoria

dimostrarono la superiorità del pilota italoamericano e

quale fu incoronato Campione del Mondo nel 1978, anno team con Lotus, la nel 1968 con

Le Mans secondo posto alla 24 Ore di Sebring (1967 e 1970), del Campionato Mondiale di Formu

dimostrarono la superiorità del pilota italoamericano e

quale fu incoronato Campione del Mondo nel 1978, anno il team con

Le Mans Sebring (1967 e 1970), del Campionato Mondiale di Formu

1982, nel quando eroe casa di Maranello, che lo accolsero come un

profondamente legato avrebbe Un’esperienza, questa con la “rossa”, che lo

Parnelli nel 1976 e una con la Ferrari nel ottenute con Lotus tra il ’77 e il’78, una con Lotus

Andretti Mario di della gara. Ma nel suo complesso, il bilancio in F1

Peterson morì per i postumi di un incidente al

morte tragica la dopo 1982, casa di Maranello, che lo accolsero come un

della tifosi ai profondamente Un’esperienza, questa con la “rossa”, che lo

Parnelli nel 1976 e una con la Ferrari nel ottenute con Lotus tra il ’77 e il’78, una con Lotus

delle vittorie, 12 conta Andretti della gara. Ma nel suo complesso, il bilancio in F1

Peterson morì per i postumi di un incidente al

della Un’esperienza, questa con la “rossa”, che lo

1971. Parnelli nel 1976 e una con la Ferrari nel ottenute con Lotus tra il ’77 e il’78, una con Lotus

10 quali delle della gara. Ma nel suo complesso, il bilancio in F1

via Peterson morì per i postumi di un incidente al

fondata dall’appassionatissimo attore 2000 quasi esclusivamente per la scuderia

Andretti ha continuato a correre fino al Ma La fo.

pole quella

fondata dall’appassionatissimo attore 2000 quasi esclusivamente per la scuderia

Andretti ha continuato a correre fino al chiuse nel1982. F1 si in carriera sua La

terzo. classificò si e position pole Andretti Mario Ferrari, quella

corso Mai emergenza. piena in cui fu coinvolto Didier Pironi, fu richiamato

illeneuve e il grave incidente in di Gilles V

fondata dall’appassionatissimo attore 2000 quasi esclusivamente per la scuderia

Andretti ha continuato a correre fino al chiuse nel1982.

-trionUn terzo. la conquistò Andretti con prima corso

cui fu coinvolto Didier Pironi, fu richiamato illeneuve e il grave incidente in

Newman Paul

Haas.Carl e da Newman

Haas.

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Tabacco e Motori

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“Se tutto è sotto controllo, stai andan-

do troppo piano”. E’ una delle frasi cult del mondo dell’automobilismo, e a pronun-

ciarla è stato uno dei piloti che, con il suo stile da pista travolgente, ha segnato la storia del “circus” degli anni Settanta: Mario Andretti. “Piedone” (così era soprannominato, proprio per la sua attitudine a schiacciare sul pedale del gas) vanta una carriera che ha dell’incredibile, 897 gare disputate, 111 vittorie, 109 pole position: un albo d’oro personale leggendario nel quale figurano le vitto-rie della 500 Miglia di Indianapolis (1969), della 12 Ore di Sebring (1967 e 1970), del Campionato Mondiale di Formu-la 1 (1978), e un secondo posto alla 24 Ore di Le Mans

(1995). In F1 esordì nel 1968 con la Lotus, team con il quale fu incoronato Campione del Mondo nel 1978, anno

in cui le 6 vittorie, i 3 giri più veloci e le 8 pole position dimostrarono la superiorità del pilota italoamericano e

della casa automobilistica britannica. Una vittoria amara, in realtà, in quanto coincise con quel Gran

Premio d’Italia durante il quale proprio il compagno Peterson morì per i postumi di un incidente al via

della gara. Ma nel suo complesso, il bilancio in F1 di Mario Andretti conta 12 vittorie, delle quali 10

ottenute con Lotus tra il ’77 e il’78, una con Lotus Parnelli nel 1976 e una con la Ferrari nel 1971.

Un’esperienza, questa con la “rossa”, che lo avrebbe legato profondamente ai tifosi della

casa di Maranello, che lo accolsero come un eroe quando nel 1982, dopo la tragica morte

di Gilles Villeneuve e il grave incidente in cui fu coinvolto Didier Pironi, fu richiamato

in piena emergenza. Mai corso prima con quella Ferrari, Mario Andretti conquistò la

pole position e si classificò terzo. Un trion-fo. La sua carriera in F1 si chiuse nel1982.

Ma Andretti ha continuato a correre fino al 2000 quasi esclusivamente per la scuderia

fondata dall’appassionatissimo attore Paul Newman e da Carl Haas.

ciarla è stato uno dei piloti che, con il suo stile dell’automobilismo, mondo del

do troppo piano”. E’controllo, sotto

“Se tutto è

ciarla è stato uno dei piloti che, con il suo stile -pronuna e dell’automobilismo,

una delle frasi cult do troppo piano”. E’-andanstai

Sebring (1967 e 1970), del Campionato Mondiale di FormuIndianapolis di Miglia 500 della rie

d’oro personale leggendario nel quale figurano le vitto1 vittorie, 109 pole position: un albo 1disputate, 1

vanta una carriera che ha dell’incredibile, 897 gare sua attitudine a schiacciare la

“Piedone” (così era soprannominato, proprio per anni degli “circus”

da pista travolgente, ha segnato la storia del

Sebring (1967 e 1970), del Campionato Mondiale di Formu12 della (1969), Indianapolis

d’oro personale leggendario nel quale figurano le vitto1 vittorie, 109 pole position: un albo

vanta una carriera che ha dell’incredibile, 897 gare sul pedale del gas) sua attitudine a schiacciare

“Piedone” (così era soprannominato, proprio per Andretti. Mario Settanta:

da pista travolgente, ha segnato la storia del ciarla è stato uno dei piloti che, con il suo stile

-Sebring (1967 e 1970), del Campionato Mondiale di Formudi Ore -d’oro personale leggendario nel quale figurano le vitto

1 vittorie, 109 pole position: un albo vanta una carriera che ha dell’incredibile, 897 gare

sul pedale del gas) “Piedone” (così era soprannominato, proprio per

Andretti.

Peterson morì per i postumi di un incidente al Premio d’Italia durante il quale proprio il compagno

amara, in realtà, in quanto coincise con quel Gran della casa automobilistica britannica. Una vittoria

dimostrarono la superiorità del pilota italoamericano e

Peterson morì per i postumi di un incidente al Premio d’Italia durante il quale proprio il compagno

amara, in realtà, in quanto coincise con quel Gran della casa automobilistica britannica. Una vittoria

dimostrarono la superiorità del pilota italoamericano e

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secondo posto alla 24 Ore di un e la 1 (1978), Sebring (1967 e 1970), del Campionato Mondiale di Formu

via Peterson morì per i postumi di un incidente al Premio d’Italia durante il quale proprio il compagno

amara, in realtà, in quanto coincise con quel Gran della casa automobilistica britannica. Una vittoria

dimostrarono la superiorità del pilota italoamericano e

quale fu incoronato Campione del Mondo nel 1978, anno team con Lotus, la nel 1968 con

Le Mans secondo posto alla 24 Ore di Sebring (1967 e 1970), del Campionato Mondiale di Formu

dimostrarono la superiorità del pilota italoamericano e

quale fu incoronato Campione del Mondo nel 1978, anno il team con

Le Mans Sebring (1967 e 1970), del Campionato Mondiale di Formu

1982, nel quando eroe casa di Maranello, che lo accolsero come un

profondamente legato avrebbe Un’esperienza, questa con la “rossa”, che lo

Parnelli nel 1976 e una con la Ferrari nel ottenute con Lotus tra il ’77 e il’78, una con Lotus

Andretti Mario di della gara. Ma nel suo complesso, il bilancio in F1

Peterson morì per i postumi di un incidente al

morte tragica la dopo 1982, casa di Maranello, che lo accolsero come un

della tifosi ai profondamente Un’esperienza, questa con la “rossa”, che lo

Parnelli nel 1976 e una con la Ferrari nel ottenute con Lotus tra il ’77 e il’78, una con Lotus

delle vittorie, 12 conta Andretti della gara. Ma nel suo complesso, il bilancio in F1

Peterson morì per i postumi di un incidente al

della Un’esperienza, questa con la “rossa”, che lo

1971. Parnelli nel 1976 e una con la Ferrari nel ottenute con Lotus tra il ’77 e il’78, una con Lotus

10 quali delle della gara. Ma nel suo complesso, il bilancio in F1

via Peterson morì per i postumi di un incidente al

fondata dall’appassionatissimo attore 2000 quasi esclusivamente per la scuderia

Andretti ha continuato a correre fino al Ma La fo.

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fondata dall’appassionatissimo attore 2000 quasi esclusivamente per la scuderia

Andretti ha continuato a correre fino al chiuse nel1982. F1 si in carriera sua La

terzo. classificò si e position pole Andretti Mario Ferrari, quella

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illeneuve e il grave incidente in di Gilles V

fondata dall’appassionatissimo attore 2000 quasi esclusivamente per la scuderia

Andretti ha continuato a correre fino al chiuse nel1982.

-trionUn terzo. la conquistò Andretti con prima corso

cui fu coinvolto Didier Pironi, fu richiamato illeneuve e il grave incidente in

Newman Paul

Haas.Carl e da Newman

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Tabacco e Motori

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Ciro...del Mondo

continuano incessanti gli sbarchi di profughi disperati sulle nostre costeL’ultima bolla finanziaria ha scoperchiato e messo a nudo de-

finitivamente il bluff economico europeo. I presidenti edprimi ministri tedesco, italiano e francese si sono resi irreperibilie si pensa si trovino insieme in una località segreta, dopo esserestati raggiunti dalla notizia che il loro collega britannico, era ri-

masto vittima di un linciaggio durante l’assalto alla sua residenzaal numero 10 di Downing Street. L’appello accorato che rivolgiamo ai nostri concittadini

è quello di aprirsi all’accoglienza e di non respingere i disperati che approdano sulle nostre spiagge da Casablanca a Tripolia Il Cairo. Le scene alle quali stiamo assistendo sono veramente drammatiche. Molte di queste persone hanno vendutotutto per arrivare qui, e colpiscono anche perché, quando ammassati sbarcano da i loro barconi fatiscenti, sebbene ridottia brandelli, indossano capi molto costosi, ultimo retaggio del loro finto mondo e del benessere che li ha illusi per tanto,troppo tempo. Siate tolleranti, non dimenticate che anche noi, in un passato neanche troppo antico e prima che capissimoil bluff economico occidentale, abbiamo percorso le stesse rotte. Noi non possiamo certo dimenticare che i loro paesi cihanno rifiutato, respinto e sono stati responsabili della morte di migliaia di persone. Ed è stato così che, disperatamente,ma fortunatamente, siamo tornati a casa, dove nel bene o nel male siamo ripartiti. Ed ora, proprio perché il veleno delloro mal di vivere non ha fatto in tempo a colpire anche noi, abbiamo la certezza che non ci comporteremo come loro.Questi disperati hanno perso tutto e per queste persone, che hanno vissuto di agi e privilegi, sarà veramente dura abituarsialla lotta per la sopravvivenza. Lo spaventoso numero di suicidi, anche di massa, di questi giorni ne sono la drammaticadimostrazione. Le capitali europee, dopo tanti anni di guerre civili, attentati e colpi di stato, sono ridotte ad un cumulo dimacerie e feroci bande armate ne hanno assunto il controllo seminando il terrore. Le monete europee, tornate in vitadopo il fallimento dell'euro, hanno perso mediamente oltre il 90% del loro valore. Il governo degli Stati Uniti d’Africariunito in una lunghissima seduta plenaria, ha stanziato 50 milioni di AFRO per allestire i primi campi di accoglienza, d’in-tegrazione, di solidarietà e di rieducazione. Ecco il documento ufficiale scaturito dopo l’ampia discussione della “Commissione Saggi”.Cittadini del continente intero, ascoltate. Dobbiamo capire che questi disperati non devono essere visti come nemici macome una risorsa. La loro cultura, le loro conoscenza scientifiche e tecniche amministrative insieme alla nostra saggezzapossono portarci ad un futuro migliore per tutti. Queste donne e questi uomini per troppo tempo hanno perso la loroumanità e hanno contribuito a costruire un mondo dove l'egoismo e la sopraffazione sono stati gli ideali fondanti. Noi fa-remo in modo che questi orrendi principi vengano sostituti dalla solidarietà e da una più equa distribuzione delle ricchezze.È vero che per tanti secoli gli occidentali hanno rifiutato che ciò avvenisse, difendendo i loro privilegi, appropriandosi ditutte le risorse possibili, scatenando continuamente guerre ed affamando gran parte del mondo. Ci hanno respinto, hannonegato responsabilità e dimenticato cosa fosse la pietà, hanno dai loro salotti, attraverso le loro gigantesche TV, guardatonegli occhi i nostri bambini mentre morivano di fame o vittime delle più banali malattie. Ma oggi noi dobbiamo dimostraredi essere diversi, non dobbiamo odiarli, nelle nostre sconfinate terre c'è posto per tutti ed insieme faremo in modo chequeste diventino più ricche e più feconde. L’avidità ha avvelenato per secoli i loro cuori e reso tristi i loro sguardi maguardate oggi cosa si ritrovano. No, noi non commetteremo lo stesso errore e non ci faremo sopraffare dalla voglia divendetta. La nostra antica saggezza schiacciata per tanti secoli da tanta violenza e sopraffazione deve essere più forte, rie-mergere ed essere un esempio per tutto il mondo. Cittadini, ascoltate, mai come in questo momento tanto difficile, inquesto momento in cui barriere che sembravano insuperabili si sgretolano da sole, dobbiamo lottare per abbatterne il piùpossibile, siano esse fisiche o mentali. Vedrete che, se il progresso e le sue conquiste nel futuro non saranno più lo strumentoper l’arricchimento di pochi ma al servizio di tutta l’umanità, spariranno le violenze ed ogni forma di fanatismo. Sappiamobene che tante altre volte uomini di buona volontà ci hanno provato e non ci sono riusciti ma per la sopravvivenza diquesto pianeta, abbiamo l’obbligo di provare ancora e ancora, fino a quando costruiremo il mondo nuovo.

FirmatoGli Stati Uniti d’Africa

di Ciro Cannavacciuolo

Ciro... del Mondo

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