Novella commemora Giacomo Brodolini per lo · Novella — la notizia della morte del compagno...

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Novella commemora Giacomo Brodolini La CGIL ha espresso il suo profondo cordo- glio per la morte di Giacomo Brodolini e il suo commosso, fraterno ricordo del compagno che, prima di essere ministro del Lavoro, era stato dirigente della Confederazione. All'inizio della riunione del Direttivo confede- rale dell'I 1 luglio, Agostino Novella ha pronun- ciato la commemorazione che pubblichiamo in questa stessa pagina. La sera, al termine dei la- vori, l'intera Segreteria confederale e una dele- gazione del Direttivo — insieme alle Segreterie della CISL e della UIL — hanno reso omaggio alla salma. Numerosi compagni del centro confe- derale e delle Federazioni di categoria hanno par- tecipato ai turni di veglia nella camera ardente. t II giorno seguente, la Segreteria confederale, insieme a quelle della CISL e della UIL, ha par- tecipato ai funerali, al termine dei quali Novella, Storti, Viglianesi hanno ricordato, a nome delle tre Confederazioni, la figura di Giacomo Brodo- ni e la sua opera di ministro del Lavoro, di diri- gente sindacale, di militante della classe operaia. Ecco il testo della commemorazione che No- vella ha pronunciato al Direttivo confederale. Abbiamo appreso questa mattina — ha detto Novella — la notizia della morte del compagno Brodolini. E' una notizia che ci riempie di cordo- glio, di tristezza, di rimpianto, per il militante della classe operaia, per il combattente per la causa del socialismo, per l'uomo. Lo ricordiamo fra i massimi dirigenti della CGIL, come l'uomo estremamente sensibile ai problemi dei lavorato- ri, al valore delle battaglie sindacali e sociali. Lo ricordiamo come militante politico della classe operaia che ha continuato, anche dopo aver la- sciato la CGIL la sua battaglia che è la nostra per l'emancipazione dei lavoratori, per la giusti- zia sociale, la libertà, la democrazia. Lo ricordia- mo nella sua opera di ministro quando il compa- gno Brodolini conscio ormai della sua sorte, do- minando consapevolmente le conseguenze del male che lo minava, ha saputo dare tutte le sue 11 compagno Giacomo Brodolini mentre pronuncia il suo discorso di saluto al VII Congresso della CGIL. energie, sino all'estremo, per fare affermare i di- ritti dei lavoratori. Non possiamo disgiungere — ha proseguito Novella — le grandi lotte per le pensioni e le zo- ne, che hanno impegnato le grandi masse dei lavoratori italiani, dall'opera del ministro Brodo- lini, il cui nome è legato per sempre a queste grandi conquiste sociali. Ricordiamo l'impronta nuova che egli aveva dato all'atteggiamento del ministero del Lavoro nelle vertenze sindacali. Ri- cordiamo infine, soprattutto, il suo impegno per uno Statuto dei diritti dei lavoratori. Ricordiamo il compagno Brodolini al nostro recente VII Con- gresso. Il saluto che egli ci ha portato allora, as- sume oggi il valore di un simbolo: la sorte ha voluto che egli dovesse compiere la sua ultima fatica di uomo politico tra di noi, tra coloro con i quali aveva iniziato la sua vita ed il suo impe- gno militanti. Voglio ricordare alcune parole che furono il suo saluto e che sono diventate il suo commiato: « Una cosa che posso dirvi, aveva det- to il compagno Brodolini, è che, se per avventu- ra l'avvenire dovesse riservarmi ancora per qual- che tempo la sorte di dover mantenere la carica di ministro del Lavoro, io farò in modo di conti- nuare a fare nello stesso modo quello che ho fat- to fino ad oggi, a comportarmi nello stesso modo con il quale mi sono comportato fino ad oggi, qualunque siano le proteste e qualunque fossero gli scandali. Nella vita bisogna sapere che sce- gliendosi degli amici si scelgono anche gli avver- sari. Ebbene io ho scelto i miei amici e voi siete, lo sapete, fra i miei amici e i miei compagni più cari ». Ci viene dalla vita del compagno Brodolini — ha concluso Novella — una lezione di coraggio politico e di saldezza morale che onora l'uomo ed il combattente, che onora l'organizzazione sin- dacale alla quale egli apparteneva, la nostra CGIL. Ai suoi familiari, così duramente colpiti, al suo partito giunga in questo momento la soli- darietà fraterna di tutti noi, della Confederazio- ne generale italiana del lavoro, di tutti i lavora- tori italiani. Una si per lo La relazione di Luciano Lama L a Segreteria confederale ha voluto dedicare questa prima riunione del nostro Direttivo alla discussione di un problema capitale, che ci impegnerà tutti, sindacati e CdL, Federazioni na- zionali e CGIL, nei prossimi mesi: la preparazio- ne più adeguata delle lotte contrattuali d'autunno. Il Congresso ha giustamente considerato questo impegno come uno dei fondamentali per il sinda- cato in Italia. Noi oggi siamo chiamati a discutere il comportamento della nostra organizzazione in questa lotta, e la sua preparazione, più che orga- nizzativa, politica. Credo che sarebbe inutile perdita di tempo ri- tornare a fare qui, magari meno bene, ciò che ha fatto il Congresso in materia di scelte rivendica- tive di categoria e di strategia contrattuale in ge- nere. Ci compete invece il compito di portare avan- ti un esame più ravvicinato e specifico, nel quale anche le possibili mosse dell'avversario e le ten- denze che potranno svilupparsi tra i lavoratori ab- biano il loro posto, per preparare tutta l'organizza- zione allo scontro prossimo. La prima considerazione da fare riguarda la si- tuazione in atto: le lotte aziendali hanno continua- to ad avere, anche in queste settimane, un grande rilievo e in molti casi, come alla Fiat, nei cantieri navali, ecc. hanno portato alla conquista di sostan- ziali miglioramenti retributivi e di organismi di con- trollo sulla condizione operaia in fabbrica. Lo svi- luppo di queste lotte, l'efficacia con la quale i la- voratori vi hanno attivamente partecipato creando anche delle difficoltà alle strutture tradizionali spesso inadeguate o vecchie dell'organizzazione, sono i segni premonitori del carattere che avran- no le prossime lotte contrattuali. Anche la situazione nelle campagne è tesa e interessante. E' in corso, come sapete, la lotta per il patto nazionale che si sviluppa sia in forme ge- nerali che in azioni articolate di provincia, dove so- no scaduti decine di accordi locali. Sarà bene che il C.D. soffermi la sua attenzione anche su questo aspetto della situazione generale che non si di- stacca molto dal resto e che deve avere il suo posto nella valutazione d'insieme che siamo chiamati a dare. Anche nelle campagne, là dove la lotta ha assunto un ritmo di forte tensione come in Puglia, gli obiettivi salariali, di riduzione dell'orario a 40 6 rassegna sindacale

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NovellacommemoraGiacomoBrodolini

La CGIL ha espresso il suo profondo cordo-glio per la morte di Giacomo Brodolini e il suocommosso, fraterno ricordo del compagno che,prima di essere ministro del Lavoro, era statodirigente della Confederazione.

All'inizio della riunione del Direttivo confede-rale dell'I 1 luglio, Agostino Novella ha pronun-ciato la commemorazione che pubblichiamo inquesta stessa pagina. La sera, al termine dei la-vori, l'intera Segreteria confederale e una dele-gazione del Direttivo — insieme alle Segreteriedella CISL e della UIL — hanno reso omaggioalla salma. Numerosi compagni del centro confe-derale e delle Federazioni di categoria hanno par-tecipato ai turni di veglia nella camera ardente.

t II giorno seguente, la Segreteria confederale,insieme a quelle della CISL e della UIL, ha par-tecipato ai funerali, al termine dei quali Novella,Storti, Viglianesi hanno ricordato, a nome delletre Confederazioni, la figura di Giacomo Brodo-ni e la sua opera di ministro del Lavoro, di diri-gente sindacale, di militante della classe operaia.

Ecco il testo della commemorazione che No-vella ha pronunciato al Direttivo confederale.

Abbiamo appreso questa mattina — ha dettoNovella — la notizia della morte del compagnoBrodolini. E' una notizia che ci riempie di cordo-glio, di tristezza, di rimpianto, per il militantedella classe operaia, per il combattente per lacausa del socialismo, per l'uomo. Lo ricordiamofra i massimi dirigenti della CGIL, come l'uomoestremamente sensibile ai problemi dei lavorato-ri, al valore delle battaglie sindacali e sociali. Loricordiamo come militante politico della classeoperaia che ha continuato, anche dopo aver la-sciato la CGIL la sua battaglia che è la nostraper l'emancipazione dei lavoratori, per la giusti-zia sociale, la libertà, la democrazia. Lo ricordia-mo nella sua opera di ministro quando il compa-gno Brodolini conscio ormai della sua sorte, do-minando consapevolmente le conseguenze delmale che lo minava, ha saputo dare tutte le sue

11 compagno Giacomo Brodolini mentre pronunciail suo discorso di saluto al VII Congresso dellaCGIL.

energie, sino all'estremo, per fare affermare i di-ritti dei lavoratori.

Non possiamo disgiungere — ha proseguitoNovella — le grandi lotte per le pensioni e le zo-ne, che hanno impegnato le grandi masse deilavoratori italiani, dall'opera del ministro Brodo-lini, il cui nome è legato per sempre a questegrandi conquiste sociali. Ricordiamo l'improntanuova che egli aveva dato all'atteggiamento delministero del Lavoro nelle vertenze sindacali. Ri-cordiamo infine, soprattutto, il suo impegno peruno Statuto dei diritti dei lavoratori. Ricordiamoil compagno Brodolini al nostro recente VII Con-gresso. Il saluto che egli ci ha portato allora, as-sume oggi il valore di un simbolo: la sorte havoluto che egli dovesse compiere la sua ultimafatica di uomo politico tra di noi, tra coloro coni quali aveva iniziato la sua vita ed il suo impe-gno militanti. Voglio ricordare alcune parole chefurono il suo saluto e che sono diventate il suocommiato: « Una cosa che posso dirvi, aveva det-to il compagno Brodolini, è che, se per avventu-ra l'avvenire dovesse riservarmi ancora per qual-che tempo la sorte di dover mantenere la caricadi ministro del Lavoro, io farò in modo di conti-nuare a fare nello stesso modo quello che ho fat-to fino ad oggi, a comportarmi nello stesso modocon il quale mi sono comportato fino ad oggi,qualunque siano le proteste e qualunque fosserogli scandali. Nella vita bisogna sapere che sce-gliendosi degli amici si scelgono anche gli avver-sari. Ebbene io ho scelto i miei amici e voi siete,lo sapete, fra i miei amici e i miei compagni piùcari ».

Ci viene dalla vita del compagno Brodolini —ha concluso Novella — una lezione di coraggiopolitico e di saldezza morale che onora l'uomoed il combattente, che onora l'organizzazione sin-dacale alla quale egli apparteneva, la nostraCGIL. Ai suoi familiari, così duramente colpiti,al suo partito giunga in questo momento la soli-darietà fraterna di tutti noi, della Confederazio-ne generale italiana del lavoro, di tutti i lavora-tori italiani.

Una siper lo

La relazionedi Luciano Lama

L a Segreteria confederale ha voluto dedicarequesta prima riunione del nostro Direttivoalla discussione di un problema capitale, che

ci impegnerà tutti, sindacati e CdL, Federazioni na-zionali e CGIL, nei prossimi mesi: la preparazio-ne più adeguata delle lotte contrattuali d'autunno.Il Congresso ha giustamente considerato questoimpegno come uno dei fondamentali per il sinda-cato in Italia. Noi oggi siamo chiamati a discutereil comportamento della nostra organizzazione inquesta lotta, e la sua preparazione, più che orga-nizzativa, politica.

Credo che sarebbe inutile perdita di tempo ri-tornare a fare qui, magari meno bene, ciò che hafatto il Congresso in materia di scelte rivendica-tive di categoria e di strategia contrattuale in ge-nere. Ci compete invece il compito di portare avan-ti un esame più ravvicinato e specifico, nel qualeanche le possibili mosse dell'avversario e le ten-denze che potranno svilupparsi tra i lavoratori ab-biano il loro posto, per preparare tutta l'organizza-zione allo scontro prossimo.

La prima considerazione da fare riguarda la si-tuazione in atto: le lotte aziendali hanno continua-to ad avere, anche in queste settimane, un granderilievo e in molti casi, come alla Fiat, nei cantierinavali, ecc. hanno portato alla conquista di sostan-ziali miglioramenti retributivi e di organismi di con-trollo sulla condizione operaia in fabbrica. Lo svi-luppo di queste lotte, l'efficacia con la quale i la-voratori vi hanno attivamente partecipato creandoanche delle difficoltà alle strutture tradizionalispesso inadeguate o vecchie dell'organizzazione,sono i segni premonitori del carattere che avran-no le prossime lotte contrattuali.

Anche la situazione nelle campagne è tesa einteressante. E' in corso, come sapete, la lotta peril patto nazionale che si sviluppa sia in forme ge-nerali che in azioni articolate di provincia, dove so-no scaduti decine di accordi locali. Sarà bene cheil C.D. soffermi la sua attenzione anche su questoaspetto della situazione generale che non si di-stacca molto dal resto e che deve avere il suo postonella valutazione d'insieme che siamo chiamati adare. Anche nelle campagne, là dove la lotta haassunto un ritmo di forte tensione come in Puglia,gli obiettivi salariali, di riduzione dell'orario a 40

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LA RIUNIONE DEL DIRETTIVO DELLA CGIL

ategia di massascontro d'autunno

La prima fiunionc del nuovo Comitato Direttivo della CGILeletto al VII Congresso si è svolta venerdì 11 luglio. Dopola commemorazione del compagno Giacomo Brodolini svolta daNovella (e che pubblichiamo nella pagina accanto) il compa-gno Lama ha presentato una relazione sull'attuale situazionesindacale con particolare riferimento ai prossimi rinnovi con-trattuali. Diamo il testo integrale della relazione di Lama eil resoconto degli interventi. Il documento approvato è statopubblicato sul numero precedente di Rassegna Sindacale.

ore, di diritto sindacale (il collocamento) diventa-no il traguardo concreto verso il quale si muovonocon fermezza i lavoratori. Lo dimostra l'accordodi Bari coi coltivatori diretti, raggiunto in questeore. E' significativo che in molte di queste lotteall'iniziativa politica in corso dello « Statuto dei di-ritti » corrisponde non una generica lotta o pres-sione di massa a sostegno, ma la ricerca di strap-pare nell'azienda o agli agrari e al pubblico pote-re l'esercizio di alcuni di questi fondamentali di-ritti come i delegati di reparto o il controllo sin-dacale del collocamento.

Il contratto nazionale

E' certo, in ogni caso, che le grandi lotte per icontratti partiranno questa volta da una esperien-za di azioni aziendali e di conquiste aziendalisenza precedenti. Ma, partendo da questa esperien-za, nel momento in cui ribadiamo l'impegno globa-le dell'organizzazione nelle prossime lotte contrat-tuali sottolineiamo, ancora una volta, il valore es-senziale del contratto nazionale. E questo valoreè tanto più grande quanto più, almeno in certi set-tori, le situazioni di fatto dei lavoratori si presen-tano estremamente differenziate fra azienda e a-zienda. Non c'è dubbio che a una situazione rela-tivamente più omogenea nella chimica, nella gom-ma e forse nell'edilizia, corrisponde invece unadivaricazione profonda nelle condizioni salariali con-crete della meccanica e di altri settori. La differen-za fra le aziende grandi, generalmente avanzatee le piccole e medie si è fortemente incrementa-ta in questi anni: da qui il valore di una lotta con-trattuale nazionale che porti avanti l'intero fronte— aiutando soprattutto la parte più arretrata — eche generalizzi le conquiste più incisive là dove irapporti di forza aziendali ci sono stati e ci sonopiù favorevoli.

E' certo però che un tale stato di cose, per il di-vario che denuncia fra azienda e azienda, agevolala manovra padronale già tentata in queste setti-mane di sganciare gruppi di lavoratori, le fabbri-che più avanzate, dalle lotte contrattuali. A questopericolo dobbiamo andare preparati. E non solo —come è necessario — sottolineando il valore ge-nerale del contratto e il significato di classe, uni-

tario e nazionale che questa lotta assume per cia-scuno di coloro che è chiamato a combatterla.Dobbiamo probabilmente prevedere che le lotteccntrattuali si intrecciano, almeno in determinateaziende, con lotte aziendali che assumano rivendi-cazioni specifiche, legate al regime di fabbrica eimproponibili per una piattaforma nazionale. Mapiattaforme aziendali di questo genere possono so-stenere la lotta per il contratto impedendo conuna ragione oggettiva lo sganciamento delle a-ziende più avanzate solo a una condizione ben chia-ra e predeterminata: che in nessun momento, pernessuna ragione si concludano accordi di fabbricache proclamino la pace separata finché dura lalotta del contratto.

Una situazione rovesciata, ma anch'essa merite-vole di riflessione, si potrà determinare per le fa-scie di piccole e medie imprese, specie nel Sud,dove è ancora in fase di digestione, talvolta diffi-cile, l'accordo per il superamento delle zone. Di-gestione difficile se è vero che in numerosi casiè stato denunciato il diffondersi del sottosalario ola mancata applicazione delle prime tappe dell'ac-cordo.

L'impegno articolato

Anche verso queste fabbriche, le CdL devonoimpegnarsi in una attività volta a sostenere la lot-ta contrattuale con specifiche iniziative che gene-ralizzino la contrattazione articolata e le conquisteaziendali realizzate nelle maggiori aziende ma chehanno lasciato scoperti interi settori e, nonostantela grande estensione di lotte di fabbrica negli ul-timi due anni, la maggioranza della classe operaiaitaliana.

Voi capite il senso di questo discorso: il nemicocercherà di dividere il fronte e utilizzerà a questofine un dato oggettivo della realtà: la grande dif-ferenza esistente nelle condizioni concrete dei la-voratori e perciò il diverso interesse relativo allalotta per il contratto nazionale. Per rispondere aquesta manovra non basterà forse porre al centrodelle piattaforme contrattuali le rivendicazioni a-vanzate decise dal Congresso e che io elenco sol-tanto: sostanziali aumenti dei salari, 40 ore in 5giorni, diritti sindacali nell'azienda. Occorrerà an-

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che non spegnere la lotta aziendale, animarla an-zi di rivendicazioni specifiche che allarghino, se-condo le situazioni concrete, il valore e il signifi-cato delle lotte contrattuali che sono e devono re-stare il perno centrale sul quale si realizza lo scon-tro.

Un terreno sul quale la nostra esperienza non ègrande ancora, ma che può assumere una grandeimportanza nelle lotte contrattuali è la conquistadei delegati di reparto. In questo campo siamo an-cora — salvo il caso di Biella — alle conquiste pu-ramente aziendali, o di fatto, o col riconoscimentocontrattuale. E' inutile nascondere che, là dove esi-stono per contratto, i delegati di reparto, sono na-ti spesso con una origine bifronte, ambigua. Men-tre il padrone li accetta come uomini scelti dalsindacato — come membri dei Comitati tecniciper richiamarci a un precedente — noi ti vogliamocome espressione dei lavoratori e — in quantotali — rappresentanti del sindacato.

I delegati di reparto

I delegati possono essere ciò che vuole il pa-drone, o ciò che vogliamo noi a seconda di comeoperano e si comportano in concreto. E a questoproposito, sarebbe interessante che nel C.D. siparlasse dell'attività dei delegati là dove esistonoda più tempo, perché non credo che ovunque alledurissime lotte combattute per conquistarli abbiacorrisposto un pari impegno nel farli diventarepoi quegli strumenti di controllo della condizioneoperaia e di legame con le masse che erano statiindicati durante le lotte. Un simile esame è impor-tante anche perché io non vedrei nulla di male —per ribadire il significato della partecipazione ope-raia che essi esprimono — che coloro che non- fun-zionano siano eventualmente sostituiti dagli stes-si lavoratori in una valutazione nella quale il sin-dacato deve essere presente per esprimere chia-ramente la propria opinione.

Queste considerazioni sugli aspetti più nuovidella situazione sindacale in fabbrica e sulla par-tecipazione dei lavoratori ci portano ad esamina-re un altro aspetto delle lotte contrattuali d'au-tunno. Penso che, senza volere fin d'ora impegnar-ci in scelte che potrebbero risultare astratte per imutamenti che la situazione potrà comportare, leCamere del Lavoro, oltre alle categorie, debbonoproporsi di far pesare compiutamente fuori dallefabbriche il potenziale di lotta che si accumula nel-le aziende. Noi non concepiamo le lotte contrat-tuali fondate su occupazioni di fabbrica che tra-sformano i lavoratori in assediati col pericolo diun isolamento rapido e crescente dall'opinionepubblica.

Contrariamente alle previsioni che in taluni am-bienti si fanno anche in Italia, di una ripetizione —magari aggravata — del maggio francese, noi voglia-mo che le prossime lotte siano portate avanti suibinari scelti dal movimento sindacale, per gli o-biettivi contrattuali avanzati che i lavoratori hannoscelto: non si lotterà per il puro salario, anche sel'obiettivo salariale sarà importante, né per un ro-vesciamento delle strutture sociali. Le forme dilotta devono dunque essere adeguate a una piatta-forma che vuole migliorare le condizioni di vita edi lavoro e accrescere il potere di contrattazionee di controllo dei lavoratori in tutto l'arco dellacondizione operaia.

Dialogo con altre forze

Su questi obiettivi concreti e di grande rilievo,noi contiamo sulla collaborazione e sulla solida-rietà di strati sociali non operai e cerchiamo an-che il terreno per un dialogo proficuo col mondostudentesco che può svolgere un'opera vasta e pre-ziosa di sostegno e di appoggio. Ma per aprireproficuamente questo dialogo occorre prendere attodel fatto che il mondo studentesco è oggi profon-damente diviso e che in esso operano raggruppa-menti che costituiscono ormai vere e proprie for-ze politiche. Ciò non deve indurci a trascura-re un impegno di orientamento e di dibattito chechiarisca sia il significato delle nostre lotte, siale nostre posizioni specifiche sui problemi dellascuola. Problemi che, secondo le decisioni del no-stro congresso, devono diventare un punto essen-ziale della nostra politica di riforma. Su un altropiano, per loro rivendicazioni specifiche, occorre-

rà cercare la saldatura con i movimenti di lottadelle campagne, per conquistare ovunque un allar-gamento dei diritti sociali dei lavoratori oltrechéun miglioramento delle loro condizioni di vita.

Ma ritornando al tema della mobilitazione al difuori dell'azienda, le categorie e le Camere delLavoro dovranno studiare il modo di far parteci-pare, come protagonisti in prima persona, i quadridi fabbrica, delle Sezioni sindacali e gli stessi de-legati di reparto, impegnandoli anche in una azionediretta su quegli obiettivi intermedi di cui parleròpoi.

L'occasione delle lotte contrattuali è davveropreziosa per impegnare la leva dei nuovi attivistie rappresentanti operai su un terreno che li portafuori dell'azienda, ne allarga l'orizzonte politico-sin-dacale e la comprensione più giusta ed equilibra-ta dei rapporti di forze che esistono non solo nel-la fabbrica, ma anche nella società.

Qualificare i nuovi quadri

Inoltre un impegno in prima persona dei dele-gati nella direzione delle lotte contrattuali, anchefuori della fabbrica ci aiuterà a qualificare questanuova leva di quadri e a dirigere con maggior si-curezza le manifestazioni di massa. Gli episodi re-centi o meno recenti di nostre manifestazioni di-sturbate o seguite da manifestazioni estremisticheche vogliono esplicitamente dirottare il movimen-to di massa dagli obiettivi e dalle forme di lottascelte dal sindacato denunciano spesso un vuotod'iniziativa e di difetti della nostra organizzazionee non possono lasciarci indifferenti. Noi vogliamolottare non solo nelle fabbriche, ma anche sullepiazze. Ma perché ciò sia occorre che siamo ingrado di dirigere queste manifestazioni sia nellefabbriche che fuori. In questo impegno l'opera deidelegati che esprimono direttamente la partecipa-zione della base operaia alla vita del sindacatopotrà rivelarsi preziosa.

Anche da questo punto di vista, dello stimoloalla partecipazione per la massa dei lavoratori al-le lotte i compiti delle Camere del Lavoro si pre-sentano dunque seri e impegnativi. Impegnativiper la resistenza che il padronato opporrà, frontaleo manovrata e per i problemi di unificazione e dicoordinamento che dovremo risolvere, fermo re-stando che la ricerca dei momenti unitari di lottae una strategia coerente non implicano necessa-riamente il « mucchio », delle lotte contrattuali inun solo momento, in una identica forma, in obiet-tivi uguali. Il necessario coordinamento dell'azio-ne a partire dalla lotta degli edili che inizierà leprossime settimane e una guida razionale e uni-taria non devono indebolire l'autonomia delle scel-te rivendicative e di lotta che spetta alle catego-rie interessate e che in questa occasione più chemai sarà messa alla prova.

Per la elaborazione di queste piattaforme, alcu-ne categorie hanno già perfezionato le richieste;altre, come la FIOM, lo stanno facendo, altre anco-ra, come gli edili, si apprestano a partire. Le con-sultazioni di massa non hanno avuto ovunque lastessa ampiezza ' e lo stesso carattere di ricercademocratica e aperta dell'opinione autentica deilavoratori. Volta a volta la limitatezza del tempodisponibile, un eccessivo amor di bandiera e vec-chi metodi di organizzazione del consenso hannoin parte nuociuto a quella democratica partecipa-zione dei lavoratori alle scelte rivendicative cheogni consultazione, almeno in principio, voleva af-fermare. Ma nonostante queste lacune si può direche anche in questo campo, determinate catego-rie, i metallurgici per esempio, hanno per la primavolta interessato in varie località estesissimi stra-ti di lavoratori alla elaborazione diretta delle ri-chieste contrattuali.

Il carattere delle piattaforme

Tirando le conclusioni unitarie negli organi diret-tivi è importante restare fedeli ai criteri ispirato-ri di queste piattaforme: poche richieste, sostan-ziali e capaci di mobilitare l'insieme dei lavorato-ri, battendosi contro la tendenza a fare concessio-ni all'estremismo rivendicativo che si presenta siasotto la forma di una estensione irragionevole del-le piattaforme che sotto quella di richieste di di-mensioni cervellotiche, del tutto avulse dai rap-porti di forza. Cederà terreno a queste tendenzeci costerebbe caro, durante le lotte e soprattuttoalla loro conclusione.

Può darsi invece che in qualche settore sia ma-tura una rivendicazione che qualche mese fa nonesisteva: l'istituzione di strumenti di controllo nel-la fabbrica per la condizione operaia, gli ambientidi lavoro, ecc. E' questa, come ho detto prima, una

conquista nuova, ottenuta in centinaia di fabbriche,specie di grandi dimensioni, con le ultime lotteaziendali. Ma questa conquista esprime indiscuti-bilmente una condizione oggettiva e una aspira-zione largamente diffusa, insieme a quella del di-ritto all'assemblea. In ogni caso, anche in questocampo, le scelte ultime sulle piattaforme rivendi-cative spettano alle categorie.

Riconoscere un tale diritto, statutario e istitu-zionale, non vuoi dire che ogni atto delle organiz-zazioni di categoria sia indenne da errori e quindiirreprensibile. Errori, al contrario, se ne commet-tono anche da parte delle Federazioni ed è beneche il nostro C.D. possa anche prenderli in esa-me per esprimere un parere. In concreto, facen-do questa considerazione, mi riferisco alla recen-te esperienza del pubblico impiego. Nell'imposta-re la vertenza, come voi sapete, ci siamo sfofzatidi far marciare di pari passo i problemi del rias-setto e della riforma. Si è detto, ed è vero, che! perla prima volta in questa circostanza due linee sisono scontrate fra i pubblici interessi di catego-ria (o peggio di qualifica) e un nuovo orienta-mento, promosso dalle Confederazioni, di collèga-re insieme retribuzioni funzionali e una trasfor-mazione democratica della struttura amministra-tiva dello Stato. A conclusione della vertenza sideve dire che se l'assetto retributivo è mutatograndemente e per quanto riguarda la quantità eanche, in certi casi, per il peso che hanno assuntoi criteri di valutazione delle funzioni, i problemidella riforma sono rimasti gran parte lettera mor-ta.

Ciò è dipeso grandemente dall'atteggiamentodel governo, disponibile ad aumentare l'onerefinanziario dell'operazione fin quasi a raddoppiar-lo, ma non a mettere mano al decentramento, al-la democratizzazione dello Stato e alla effettivaresponsabilizzazione dei suoi funzionari.

Sul pubblico impiego

Ciò è dipeso dall'orientamento dei sindacati au-tonomi, dalla Dirstat, dalle organizzazioni di me-stiere che pullulano nel settore statale e dall'o-rientamento governativo che sotto una apparenteincertezza a scegliete le controparti nascondevauna palese preferenza a favorire gli alti gradi e,per ragioni politiche, particolari settori come l'e-sercito, la magistratura, e così via.

Ma dobbiamo francamente riconoscere che dalsettorialismo e corporativismo rivendicativo nonsiamo immuni neppure noi, i sindacati dei pubbli-ci dipendenti delle tre Confederazioni. Al momen-to di tirar le somme, mentre le organizzazionidella UIL facevano praticamente proprie le posi-zioni degli autonomi, mentre la CISL si trovavacontraddetta da alcune sue organizzazioni di cate-goria, i rappresentanti della CGIL hanno saputo re-sistere, ma con notevoli difficoltà. E la conclusioneè stata possibile quando, con una posizione sinda-calmente aberrante, abbiamo chiesto e ottenutoche una concessione si facesse soltanto a un set-tore, ma non agli altri. Lo abbiamo fatto perchéquesta era la condizione ultima per chiudere unavertenza che durava da troppo tempo e che mi-nacciava di incancrenirsi definitivamente lasciandoal governo l'intero terreno di manovra, ma non pos-siamo passare sotto silenzio queste cose né con-siderale come un dato inevitabile di una realtàche non potrà mutare.

L'orientamento nostro nel pubblico impiego èimportante anche per l'unità dell'intero mondo dellavoro. Statali, scuola, ferrovieri, PTT, parastatali,dipendenti degli Enti locali, sono una larga e cre-scente parte delle classi lavoratrici che devonoessere collegate alla linea generale della Confe-derazione in materia rivendicativa e in materia diriforme.

Al Congresso abbiamo detto di voler combatte-re il tradunionismo e il pansindacalismo come dueorientamenti contraddittori con la nostra linea stra-tegica e con la politica di unità sindacale. Questalotta va combattuta in linea di principio, controi sostenitori di questi orientamenti, e va combat-tuta nel concreto là dove, anche se non proclama-ti, questi orientamenti costituiscono di fatto il pun-to di ispirazione per comportamenti pratici nellelotte e nelle politiche rivendicative. Credo che suqueste questioni dovremo tornare, perché proble-mi di questo genere non si risolvono né con il si-lenzio né con le prediche moraliste.

Puntare sugli obiettivi generali

Ma vengo adesso all'ultima parte di questa re-lazione: agli obiettivi e ai compiti che più diretta-mente spettano alle organizzazioni orizzontali. La

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Segreteria confederale, nel decidere la convoca-zione di questo C.D. si è posta il problema di co-me sostenere le lotte contrattuali con rivendica-zioni più generali, che investano obiettivi inter-medi e di riforma coerenti con le piattaforme con-trattuali per le quali le categorie sono chiamate alottare.

Abbiamo ritenuto giusto operare una selezionefra le numerose rivendicazioni di questo tipo in-dicate dal Congresso proprio perché ci è sembra-to che la scelta in questo momento di certi obiet-tivi e non di altri possa agevolare le lotte di ca-tegoria, ampliarne il significato e realizzare fra diesse quella unità politica che è pur necessaria sesi vuole anche per questa via mutare il rapportodi forza fra lavoratori e padroni nella società.

La lotta per altre riforme fondamentali indicatedal Congresso, come la sicurezza sociale, ecc. nonè certo rinviata. Essa richiede anche una adeguatapreparazione e potrà prendere tutto il suo vigoresubito dopo la prossima fase di lotte contrattuali,quando l'azione di fabbrica investirà con maggioreintensità i problemi dell'ambiente di lavoro e delladifesa della salute del lavoratore, anche dentrol'azienda.

Lo scontro contrattuale non potrà non investirei problemi dell'occupazione, del collocamento, del-le Partecipazioni statali e così via. E ciò in tutto ilpaese e specie nel Mezzogiorno. Ma noi pensia-mo che anche questi aspetti della condizione so-ciale dovranno essere affrontati, durante i prossi-mi mesi, in connessione con le lotte contrattuali,per organizzare su questo fronte il massimo di pres-sione operaia e di sostegno popolare che agevolila conclusione vittoriosa delle lotte.

Terreni nuovi di lotta: i fitti

La presidenza durante la commemorazione del com-pagno Brodolini svolta da Novella al Direttivo CGIL.

Applicando la regola decisa dal Congresso, se-condo la quale le nostre posizioni di politica eco-nomica e gli obiettivi di riforma prendono le mossedal movimento reale di lotta, ci è sembrato che inquesto momento i campi d'impegno generale deb-bano essere quello delle case e dei fitti, quellodelle trattenute fiscali sui salari e quello dei prez-zi, specie di alcuni prodotti.

Per la casa, raccogliendo anche l'esperienzadello sciopero di Torino della scorsa settimana,che dimostra il carattere esplosivo del problemae l'interesse che vi portano i lavoratori, noi pen-siamo che partendo dal blocco dei fitti, e dall'equocanone la CGIL debba rivendicare uno sviluppoquantitativamente nuovo della edilizia pubolicapopolare e risalire alla riforma urbanistica genera-lizzata. Si tratta di un obiettivo di grande impor-tanza, che interessa la difesa dei redditi da lavorogià oggi taglieggiati dagli alti fitti e ancor piùminacciati dal prossimo sblocco e che investeuna delle riforme più importanti; contro la rendi-ta parassitarla che colpisce così profondamentele condizioni di vita civile delle nostre città. Suun tale obiettivo si può realizzare più agevolmen-te quella convergenza di interessi anche di stratidiversi dalla classe operaia che è preziosa ancheper il successo delle lotte contrattuali. Inoltre, ilproblema della casa è generale per i lavoratori, spe-cie per i giovani e per le nuove famiglie, per gliimmigrati, per quella parte della classe operaiainsomma che fruisce generalmente di redditi piùbassi, che non ha potuto risparmiare e magari in-debitarsi nel passato per acquistare una abitazionee che preme con particolare insistenza perché lerivendicazioni contrattuali siano elevate per soddi-sfare bisogni elementari e indilazionabili.

Le trattenute fiscali

Le trattenute fiscali sui salari noi tutti sappia-mo come siano state discusse e contestate neinostri Congressi. Dalle fabbriche alle province larichiesta di un intervento confederale in questamateria si è ripercossa e allargata. I lavoratori han-no ragione! Ammesso che fossero giuste le impo-ste sui' salari fissate dopo la liberazione, esse siapplicavano allora a retribuzioni che erano un ter-zo, un quarto di quelle di oggi. E anche allora nonsi trattava di una fiscalità giusta! Occorre dunqueuna iniziativa sindacale precisa, che proponga unanuova forma di imposta sui redditi da lavoro, esen-tando quei redditi — e sono la maggioranza —che non bastano neppure per soddisfare i bisognielementari della famiglia. Anche qui, io sarei con-trario a una rivendicazione generalizzata, per tuttele retribuzioni. Mi parrebbe demagogica e non ècon la demagogia che noi cambieremo la realtàsociale del paese. I redditi da lavoro relativamen-te elevati o elevati dovranno essere soggetti alfisco, nelle proporzioni che saranno necessarie.Ma una linea di giustizia non può prescindere dal

fatto che, oggi, neppure nella fiscalità sul lavoroesiste un criterio di progressività reale. A questo,invece, bisognerà pervenire.

Come vedete, compagni, a questo riguardo nonfacciamo cifre né ipotesi di soluzione. Abbiamovoluto esprimere un orientamento e discuterlo nelC.D. Se saremo d'accordo occorrerà procedere auno studio accelerato e portarne i risultati alladiscussione dell'organizzazione, coi metodi che de-cideremo e in tempi brevi, per disporre di propo-ste definite in concomitanza con le lotte contrat-tuali.

Non c'è bisogno di spendere molte parole persottolineare la coerenza fra questa proposta d'in-tervento sulle trattenute fiscali e le prossime lottecontrattuali che avranno al centro il salario. Ba-sta pensare che in molte situazioni, probabilmen-te, gli aumenti salariali che si otterranno, come giàin certi casi quelli strappati con la abolizione del-le zone faranno scattare aliquote superiori di trat-tenuta riducendo drasticamente l'entità dei miglio-ramenti o addirittura trasformando l'aumento no-minale in diminuzione reale, come in certi casi èparadossalmente avvenuto, col calocolo della 13'mensilità.

La lotta contro le trattenute fiscali diventa dun-que una cosa sola con l'azione contrattuale per imiglioramenti salariali. Il governo dimissionarioda tempo parlava di riforma tributaria: noi non sap-piamo ancora bene cosa sia. E' certo però che l'a-pertura di un discorso o di un negoziato potrebbeaversi sia sulle trattenute fiscali che sulla casa egli affitti, aprendo una vera e propria vertenza cheavendo come controparte il potere pubblico e nonla Confindustria, avrebbe però sempre come obiet-tivo l'aumento e la difesa dei redditi da lavoro.

L'aumento dei prezzi

Un grande rilievo assume, nel momento presen-te, la lotta contro l'aumento dei prezzi. E' un fattoche i generi alimentari soprattutto registrano inquesto periodo un forte aumento e che, per esem-pio, l'aumento del prezzo dell'energia elettrica nel-le cinque più importanti città incide ancora diret-tamente e indirettamente sui bilanci familiari.Anche l'aumento del prezzo delle sigarette, perla estensione generalizzata di questo consumorappresenta un aumento di spesa non indifferente.

Nei prezzi al minuto nei grandi centri si registragià oggi un aumento che fa prevedere, a tendenzacostante, un incremento dei prezzi del 7-8% in ca-po a un anno. Anche molti prezzi all'ingrosso so-no in ascesa.

Come lottare contro una tendenza inflazionisti-ca che probabilmente il grande padronato e lepubbliche autorità hanno determinato o non vo-gliono ostacolare per recuperare in questo modouna parte almeno dell'aumentato costo del lavoroche si registrerà nei prossimi mesi?

A Livorno abbiamo lungamente discusso di co-me far fronte all'azione del padrone che recuperagli aumenti salariali o col giro di vite ai ritmi dilavoro in fabbrica o con l'aumento dei prezzi. Eabbiamo definito gli anni '64-'65 come un periodonel quale parte degli aumenti strappati nel '62 civennero ritolti con misure di politica economicainflazionistica, la forte incentivazione dei profitticapitalistici e con la caduta dell'occupazione chediminuì a sua volta l'incidenza dei redditi da lavorosul reddito globale.

lo credo che una lotta contro l'aumento deiprezzi possa essere condotta solo quando gli obiet-tivi siano specifici e le controparti chiaramenteindividuate. Scioperi generici contro il carovitano, sciopero per il blocco dei fitti, sì! Per questooccorre studiare misure concrete, specie a livellolocale, riguardanti i mercati, i prezzi dei servizi,l'intermediazione speculativa e su ognuno di questiaspetti del consumo di massa avanzare proposteagli Enti locali e organizzare lotte specifiche, conprecisi traguardi da raggiungere. Con una tale im-postazione noi riusciremo a ritrovare quel colle-gamento fra città e campagna, fra operai e conta-dini, che negli ultimi anni si è andato molto allen-tando e quasi perdendo. Il rifornimento dei mer-cati di consumo e la loro organizzazione come laconservazione dei prodotti alimentari e la loro di-stribuzione riguardano in uguale misura contadinie operai perché l'adozione di soluzioni sottrattealla speculazione difende e incrementa i redditidegli uni e degli altri.

Alimentare di questi contenuti le Conferenzeagrarie comunali e la nostra politica verso gliEnti di sviluppo e gli Enti locali, precisando obiet-tivi comuni e concreti è dunque un modo per so-stenere a livello generale le prossime lotte con-trattuali e per operare trasformazioni che possanoincidere profondamente e durevolmente sulle strut-ture economiche del Paese. A queste iniziative po-tranno collegarsi i lavoratori del commercio impe-gnati anch'essi in numerosi settori nei rinnovi con-trattuali, su piattaforme che non si distaccano daquelle dell'industria. E' un forza importante,quella dei dipendenti dalle attività distributive ecommerciali che possiamo validamente impegna-re anche sul piano delle riforme. •

Le recenti lotte aziendali, come alla Fiat, allaRex, ai Cantieri di Palermo, ecc. dimostrano chela nostra forza è grande, che i lavoratori parteci-pano più attivamente a deciderne le varie fasidalle rivendicazioni alle forme dell'azione, che l'u-nità compie ulteriori significativi passi avanti.

L'impegno unitario

II nostro Congresso ha impresso una ulteriorespinta al processo unitario e a una settimana dalCongresso della CISL esprimiamo fervidamentel'auspicio che questa spinta sia raccolta e porta-

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ta più avanti da questa organizzazione. Con lestesse speranze attendiamo in ottobre il Congres-so della UIL. E' certo però che lo sviluppo delleprossime lotte contrattuali, il comportamento del-ie grandi organizzazioni confederali in questa cir-costanza e la partecipazione unitaria, fianco a fian-co, di milioni di lavoratori potranno imprimere alprocesso di unificazione un ritmo inarrestabile.

Per questo è oggi più importante che mai losforzo per l'unità nelle scelte rivendicative, neimetodi di lotta e di partecipazione delle masse.Per questo noi pensiamo che anche le nostre pro-poste di iniziativa confederale debbono essereesaminate in incontri con le altre organizzazionie passate insieme al vaglio di vaste consultazio-ni di base.

L'unità sarà importante anche per fronteggiarei tentativi di resistenza e di contrattacco che cer-tamente il padronato effettuerà nel corso delleprossime lotte. E non è detto che la grande indu-stria limiti la sua azione a una resistenza, magariaccanita, alle richieste o a domandare contropar-tite impossibili, come, ad esempio, la limitazionedella contrattazione sindacale di fabbrica. Non èdetto neppure che essa si limiti a promuovere mi-sure di politica economica tendenti a ridurre leconseguenze delle concessioni salariali che dovràfare.

Viviamo in un momento delicato nella vita delpaese, nel quale la tentazione della mano forte,di misure autoritarie e antidemocratiche è certa-mente presente nel grande padronato e può tro-vare in strati sociali e forze politiche di destrastrumenti disponibili o addirittura impazienti diagire.

Fedeli agli orientamenti del nostro VII Congres-so, noi che ci siamo definiti un sindacato autono-mo, che fa politica e che vuole determinare tra-sformazioni profonde, in senso democratico, dellasocietà italiana, affermiamo che queste nostre lot-te, questo disegno di grandi iniziative per il mi-glioramento delle condizioni economiche e di li-bertà dei lavoratori italiani, si scontrano oggetti-vamente con qualsiasi orientamento che vogliapeggiorare le condizioni dei lavoratori, limitarnei diritti o imporre soluzioni autoritarie nella vitadel paese.

Le tentazioni della « mano forte »

Nessuno può escludere che alcuni di questi in-tendimenti siano alla base anche della crisi poli-tica in atto. E' evidente che le lotte già condotte,per i loro contenuti rivendicativi, e forse ancorpiù le prospettive di azione futura che hanno in-taccato e intaccano in una certa misura i mecca-nismi di accumulazione e il potere padronale, pos-sano avere indotto forze reazionarie alla azione.

La nostra concezione dell'autonomia, il rifiutodella CGIL, ma anche delle altre Confederazionidi considerare il sindacato come un mediatore,come un garante del sistema, dotato di poteri ma-gari, ma subordinato alle grandi scelte capitalisti-che, è certamente una delle ragioni di fondo chespingono alla ricerca di una soluzione politica con-servatrice e autoritaria grandi gruppi economici efinanziari.

Neanche in questa circostanza la CGIL abban-donerà la sua posizione tradizionale in materia diformazione del governo. Noi non ci occupiamo diformule; ci occupiamo di programma. E diciamoche il nuovo governo, che nascerà dalla crisi inatto deve anzitutto promuovere, una nuova politi-ca economica nella quale i criteri di compatibili-ta del sistema ai quali fino ad oggi si è sacrificatal'occupazione e lo sviluppo del Mezzogiorno sianosostituiti da misure di riforma che combattono glisquilibri, primo fra tutti quello dei salari e la disoc-

cupazione. E' inoltre necessario che i diritti dei la-voratori siano chiaramente affermati nel programmanon solo promuovendo l'approvazione parlamentaredi uno « Statuto • avanzato, ma affermandone dinuovi, anche fuori dalla fabbrica come il controllosul collocamento e la gestione dell'istruzione pro-fessionale.

Il programma che vogliamo

II disarmo della polizia durante le manifestazio-ni dei lavoratori deve essere affermato: sarà que-sto uno dei punti più significativi sul quale si mi-surerà l'orientamento sociale e democratico del-la nuova compagine governativa. Infine, fra i puntidel programma del nuovo governo, noi chiediamoche siano espressamente indicate, con i contenutipolitici necessari, la riforma sanitaria, la riformadella scuola, lo sviluppo della democrazia attra-verso l'istituzione delle Regioni, il decentramentoe la riforma dello Stato, l'autonomia degli Enti lo-cali. Ognuno i questi contenuti programmatici ac-quista oggi un preciso significato non soltanto insé, sul piano politico; esso assume anche un va-lore particolare per l'impegno di lotta che ci stadi fronte e per la sua stretta coerenza con le piat-taforme rivendicative dei sindacati.

Noi abbiamo già sottolineato il carattere sinda-caJe di queste piattaforme. Esse pongono proble-mi seri, ma risolvibili, spostando gli attuali equi-libri di potere in fabbrica e un equilibrio socialeche sacrifica troppo e duramente il lavoro alle pre-tese del profitto.

Una politica di riforme, quale noi rivendichiamo,coerente con le nostre scelte sindacali, può por-tare il paese a sbocchi nuovi e risolvere i più do-lorosi problemi sociali che lo assillano. Attendia-mo il nuovo governo a questa prova dicendo find'ora che se prevalessero invece le forze che pun-tano a soluzioni « moderate » o peggio se doves-sero profilarsi tentativi autoritari, i lavoratori uniticombatterebbero ancora una volta, senza tentenna-menti, a difesa della democrazia e della libertà!

IL DIBATTITOGianni Alasia - Segretario Camera del lavoro diTorino

C'è una forte richiesta operaia per un interventodell'organizzazione sindacale sui problemi dellacondizione operaia quali casa, fitti, trattenute, scuo-la, ecc. che ha un profondo valore strategico. Nonsi tratta di aggiungere alcune rivendicazioni adaltre rivendicazioni presentate a livello di fabbri-ca o contratto. Questo campo d'applicazione è per-fettamente coerente e contestuale allo sviluppodell'azione articolata e contrattuale, poiché si trattadi incidere su tutte le varie manifestazioni delmeccanismo di sfruttamento. L'esperienza dellosciopero di Torino contro il caro affitti dimostrala volontà di intervento operaio su problemi suiquali sono mature rivendicazioni economiche as-sieme a rivendicazioni di riforma. Ma si tratta al-lora di avviare una lotta ed una politica sistema-tica e organica e non semplicemente atti dimostra-tivi e propagandistici. Dopo lo sciopero, CGIL,CISL e UIL hanno dato l'indicazione a non pagarel'aumento degli affitti assumendosi così la respon-sabilità di organizzare una risposta collettiva alpadronato (che non è solo un problema di assi-stenza legale). Ma il problema deve passare perun impegno periferico, di categorie della nostraorganizzazione e per un'assunzione di impegno po-litico a livello nazionale. Ci sono poi problemi piùgenerali: dobbiamo affermare il principio della con-tribuzione degli industriali affinchè a ogni investi-mento produttivo corrisponda un investimento perinsediamenti sociali. Analogo valore ed urgenzahanno altri problemi quali trattenute fiscali e scuo-la per gli aspetti di più immediata incidenza sul-la condizione operaia, quali lavoratori-studenti, ap-prendistato, ecc. Ma bisogna anche qui uscire daipronunciamenti formali per realizzare invece unintervento della classe operaia su questi proble-

Andrea Gianfagna - Segretario generale aggiun-to FILZIAT

I lavoratori dell'industria alimentare quest'annonon saranno insieme ai lavoratori metalmeccani-

ci, chimici, ecc. nella battaglia per i rinnovi con-trattuali. Infatti, in conseguenza alla più corta du-rata dei contratti, nei primi sei mesi del 1969,con lotte unitarie e molto intense sono stati rin-novati i 14 contratti del settore dell'industria ali-mentare in scadenza, interessanti 420 mila lavo-ratori. Le esperienze di questa lotta credo sianointeressanti per lo sviluppo del movimento. Perla prima volta tutte le piattaforme rivendicativesono state il risultato di ampie consultazioni uni-tarie ed i contenuti rivendicativi sono stati sele-zionati sulla linea salario e sua struttura, riduzio-ne dell'orario di lavoro, diritti sindacali, parità o-perai-impiegati su un istituto. I tempi e le formedi lotta sono stati ravvicinati con scioperi massic-ci. Le caratteristiche comuni delle vertenze sonostate quindi la forte unità di base e tra i sindacati,la partecipazione dei lavoratori alle decisioni e irisultati molto vicini alle richieste. Sul piano sala-riale gli aumenti vanno da 35 a 50 lire orarie por-tando i minimi tabellari da 400 a 600 lire orarie,con nuove classificazioni, l'orario di lavoro è sta-to ridotto con il riproporzionamento a 42 ore set-timanali mentre in un contratto si sono conquista-te le 40 ore; sono stati istituiti comitati per l'am-biente di lavoro ai componenti dei quali è stataestesa la tutela uguale a quella per la Commissio-ne interna; è stato parificato l'istituto delle ferie.

Tuttavia, appena dopo la firma dei contratti, ilpadronato è passato nuovamente all'attacco sudue linee: all'interno delle aziende con l'accen-tuazione dei ritmi e l'attacco agli organici ed al-l'esterno con gli aumenti dei prezzi. Gli industrialidell'alimentazione sono tra i massimi responsabilidell'aumento dei prezzi dei generi di prima neces-sità. E' quindi evidente che l'impegno principaleoggi dei lavoratori alimentaristi è lo sviluppo dellacontrattazione articolata per la conquista di stru-menti di controllo dell'organizzazione del lavoro(Comitati ambiente, delegati di linea) per con-trattare gli orari, le qualifiche, l'occupazione, ilsalario differenziale aziendale. Su questo movimen-to occorre introdurre un più preciso impegno pergli obiettivi intermedi: prezzi, case, ritenute fisca-li, collocamento e affrontare in termini più concre-ti alcuni nodi quali il rapporto tra l'agricoltura eindustria di trasformazione per i più generali o-biettivi di riforma. In questo modo i lavoratori

alimentaristi intendono prendere parte allo scontroautunnale, quindi, non per pura solidarietà, maper obiettivi molto precisi della lotta per un mag-giore potere dei lavoratori nell'azienda e nella so-cietà.

Renato Degli Esposti - Segretario generale SFI

Partendo dal giudizio di Lama sulla vertenza delriassetto del pubblico impiego, sottolineo comepositivo il fatto che nel corso della stessa, unacategoria come quella dei ferrovieri abbia avutolo spazio idoneo per acquisire, pur nell'arco di dueanni, le 40 ore e l'aumento delle competenze ac-cessive, l'assunzione in ferrovia degli assuntori,ed altro. Per quanto riguarda la tattica di condu-zione seguita nella vertenza del riassetto, essa èirripetibile, in quanto, oltre a comportare troppianni per concluderla, presuppone anche una ge-stione accentrata da parte delle Confederazioni,al punto tale da collocare — nei momenti decisi-vi — nella posizione di « comparse » i sindacatidi categoria e in quella di - spettatori » i lavora-tori. Il che, fra l'altro, o lascia un largo spazio al-l'azione dei sindacati autonomi che oggettivamen-te tendono a orientare la carica rinnovatrice deilavoratori non certo nella direzione della riformadello Stato e di altri obiettivi qualificanti; o sca-tena, in materia di assetto salariale, una lottafratricida fra le qualifiche di una tessa cate-goria e fra l'una e l'altra categoria del pubbii-co impiego. Convengo sulla necessità di non la-sciare ulteriormente incancrenire la vertenza, el'urgenza di ottenere dal governo i positivi chia-rimenti sul • modo ferroviario » di applicazione diquell'accordo generale, e sottolineo il fatto che senello scontro fra le due linee (quella unitaria no-stra e quella degli autonomi), le Confederazionied | loro sindacati hanno già ottenuto con l'accor-do generale per tutto il pubblico impiego un pri-mo successo, non bisogna per questo pensare chealmeno in queste vertenze la linea del disimpe-gno sulle battaglie generali e della lotta fratrici-da all'interno delle singole categorie e nel setto-re dei pubblici dipendenti sia definitivamente vin-ta.

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Vi sono le condizioni per vincerle, come dimo-stra il ripensamento sindacale in atto nel pubbli-co impiego, oltreché il maggiore interesse ed im-pegno dei ferrovieri alle lotte generali in atto, as-sieme agli altri lavoratori per affrontare alcunecondizioni (casa, tasse, prezzi, sanità, trasporti)che pregiudicano la possibile conquista di miglio-ri e più valide condizioni economiche sociali.

Giuseppe Caleffi — Segretario generale Feder-braccianti

Vorrei allargare alcuni aspetti della relazione delcompagno Lama. La vertenza bracciantile e colo-nica è entrata nel suo pieno sviluppo. Lo scontrosi è fatto acuto per i contenuti che sono alla basedella vertenza e per le implicazioni che gli stessihanno sullo sviluppo dell'agricoltura. La Confagri-coltura mantiene una posizione di intransigenzaassoluta, considerando le richieste avanzate daisindacati in netto contrasto con la propria strate-gia di sviluppo agricolo. Infatti, la Confagricolturasi è predisposta a trattare col governo e con leautorità comunitarie l'attuazione nel Paese delledirettive contenute nel piano Mansholt. Su questalinea giustifica la sua intransigenza sulle richiestedei sindacati per forti aumenti salariali e la revi-sione dell'orario di lavoro, per Is trattative azien-dali sui premi di produzione e l'organizzazionedel lavoro e per la costruzione di strumenti di po-tere sindacale per la gestione dei controlli e del-l'occupazione. A questa intransigenza i sindacati,nonostante qualche elemento di differenziazione,rispondono promuovendo forti scioperi provincialie vaste iniziative unitarie per lo sviluppo dell'agri-coltura.

La Puglia con i suoi scioperi in corso, costitui-sce ora un momento importante dello scontro inatto. L'intensità della lotta ha prodotto all'internodel fronte padronale delle forti contraddizioni espaccature. Le manifestazioni più acute e palesi diqueste spaccature si hanno fra il gruppo dirigentedella Confagricoltura e quelle di alcune organiz-zazioni provinciali e tra le Associazioni degli agri-coltori e dei coltivatori diretti (Bonomi) di Bari.Queste contraddizioni nel fronte padronale e gliaccordi raggiunti in alcune province, aprono nuoveprospettive per soluzioni avanzate delle vertenzee per lo sviluppo dell'agricoltura su nuove basi.Per accelerare gli sviluppi positivi della situazionecon forza e rapidità, bisogna passare nelle provin-ce a scioperi prolungati ed alla costruzione di unnuovo sciopero nazionale di categoria. Questo mo-vimento articolato di categoria va allargato coniniziative unitarie su alcuni obiettivi dello sviluppodell'agricoltura, della politica della casa e controil rincaro dei prezzi.

Mario Zaccagnini — Segretario nazionale FILLEA

Abbiamo già disdettato cinque contratti, nazio-nali, che interessano oltre un milione di lavorato-ri (edili, laterizi, cementieri, manufatti e lapidei).Le tre Federazioni nazionali di categoria hannoelaborato in modo unitario le piattaforme rivendi-cative, tenendo conto dei risultati di una larga con-sultazione di base condotta fra i lavoratori. Sonostate già inviate alla controparte le richieste pergli edili e i laterizi, attenendoci ai criteri e agliindirizzi ispiratori che ci siamo dati: piattaformequalficate da poche e sostanziali rivendicazionicome aumenti dei salari, le 40 ore in 5 giorni, i di-ritti sindacali, la sfera di contrattazione provincia-le per gli edili, non concedendo nulla alle spinterivendicative di carattere estremistico e alle ten-denze ad estendere in modo immotivato il venta-glio delle richieste.

L'obiettivo è quello di avere una trattativa ra-pida e serrata, che entri subito nel merito deicontenuti delle richieste contrattuali e dia i risul-tati sostanziali che i lavoratori si attendono. Lalotta contrattuale si svolge in un quadro economi-co del settore contrassegnato da un ritmo più cheintenso di attività e da una elevata occupazione.Le prospettive di lotta sono positive, tanto più sesapremo collegarci ai problemi di uno sviluppoordinato e di riforma del settore e a una nuovapolitica della casa. Lo sviluppo intenso del settoreè accompagnato da distorsioni preoccupanti come:l'afflusso eccessivo di investimenti privati; un ve-ro diluvio di licenze di costruzione; una pressionea carattere speculativo dei prezzi delle aree fab-bricabili, dei fitti e del materiale da costruzione.Alla linea dei costruttori, anch'essi apparentemen-te preoccupati di questi fenomeni, che agitanolo spauracchio di improvvisi crolli degli investi-menti e dei livelli di occupazione, se non verràprorogato il regime transitorio della legge ponte,dobbiamo saper contrapporre una linea ferma echiara che si opponga al tentativo di svuotare e

paralizzare la legge-ponte urbanistica e punti sul-l'attuazione dei piani regolatori e dei programmidi fabbricazione da parte dei comuni, su una poli-tica che insieme al controllo dei prezzi delle abi-tazioni e dei materiali da costruzione sia capacedi rilanciare l'azione urbanistica e gli investimen-ti nel campo dell'edilizia residenziale pubblica.Esperienze come quelle dello sciopero di Torinoe di altre iniziative prese a Pisa, a Firenze e in altricentri ci dicono che oggi le situazioni e le tensio-ni- nelle zone in cui si concentra la ripresa degliinvestimenti industriali, diventano esplosive e chele condizioni sono più mature per proporci il pro-blema di una nuova politica della casa, attraversolo sviluppo di un movimento sempre più ampio ela ripresa di un impegno nuovo di tutte le forzeinteressate ad una azione di riforma.

Occorre probabilmente precisare, e se necessa-rio correggere, una linea che partiva dalla rivendi-cazione della riforma urbanistica generale, che ri-mane la rivendicazione di fondo. Oggi però dobbia-mo precisare una linea confederale che tengaconto delle novità intervenute: una linea che con-centri punti di attacco nel blocco dei fitti e nel-l'equo canone e rivendichi un nuovo programmaquantitativamente e qualitativamente diverso perl'edilizia residenziale pubblica.

G.B. Aldo Trespidi — Segretario generale FILCEP

Condivido l'impostazione della relazione di Lu-ciano Lama che sottolinea la necessità che insiemealle grandi lotte contrattuali, vengano portate a-vanti le azioni confederali ai vari livelli per i pro-blemi del controllo dei prezzi, della casa e peruna nuova struttura tributaria- relativamente ai red-diti da lavoro. Mentre è indispensabile che taleazione, come è stato detto nella relazione, si attuisu precisi obiettivi di riforma e mirando a concre-ti risultati, senza disperdersi in posizioni generi-che, va rilevato che è appunto un organico suosviluppo che può dare ai lavoratori piena fiducianella stessa validità dei grandi obiettivi contrat-tuali.

Per i chimici la consultazione, tutt'ora in corsoe che si concluderà entro luglio, sta svolgendosipositivamente e in modo unitario soprattutto neipiù grandi centri del settore e il suo positivosvolgimento va aprendo la possibilità di una piat-taforma unica di tutti i Sindacati, che potrà diven-tare la base per una grande lotta contrattuale cheraggiunga quei risultati di alto livello, che i lavo-ratori hanno scelto e vanno scegliendo nel vastodibattito nelle fabbriche e negli uffici.

Gino Guerra — Segretario confederale CGIL

II Direttivo confederale si riunisce in un mo-mento difficile. La tendenza ad una involuzioneautoritaria è sempre viva nella realtà del nostrotessuto produttivo. Spingono verso di essa le for-ze padronali rimaste indietro nel processo di ri-strutturazione, le forze che vogliono il blocco sa-lariale e ad esso associano la proposta di un bloc-co politico di destra. Ma la linea padronale at-tualmente prevalente è quella dell'inflazione « con-trollata », portata avanti dai settori più dinamicidei capitalismo italiano, favorevoli ad una deter-minata misura di aumenti salariali e che stannoattuando una inflazione preventiva, cioè più facileda controllare, con la quale svuotano in parte imiglioramenti salariali derivanti dal rinnovo deiCCNL e ripropongono con ciò una nuova versionedella politica dei redditi. La partita è ancora aperta,non soltanto fra due linee padronali, ma anche fraqueste linee e la terza linea, quella dell'avanza-mento della condizione operaia che è premessa,prima ancora che risultato, della sconfitta delletendenze padronali. Per fare andare avanti que-sta linea è però necessario l'esame critico delmovimento. Esso è tanto forte da provocare rot-ture nell'equilibrio economico e quindi crisi nelloschieramento padronale ed in quello politico, manon è abbastanza orientata alla costruzione disoluzioni alternative. Troppo lenti cioè sono i pro-gressi delle posizioni di potere dei lavoratori neiluoghi di lavoro e nella società, e il movimentodeve recuperare con urgenza questo ritardo cosìda chiudere anche le porte all'autoritarismo laten-te. Per quanto si riferisce ai contenuti rivendicati-vi, essi dovranno necessariamente tener contodell'inflazione in atto e porre quindi il problemadi miglioramenti salariali capaci di soddisfare i bi-sogni dei lavoratori e dovranno inoltre dare ilmassimo spazio alle acquisizioni di più ampie po-sizioni di potere operaio sull'organizzazione dellavoro, e agli strumenti di controllo che tali posi-zioni devono gestire in modo che accresca sem-

pre più l'efficacia della contestazione sindacale.Sul terreno della strategia del movimento si de-

ve, è vero, mantenere l'articolazione, ma non sideve scindere il momento della lotta per i rinnovicontrattuali dal momento della lotta aziendale.Niente « paci separate » nelle aziende e lotte a-ziendali non tanto per obiettivi salariali ma percontenuti e strumenti di potere; e, su questi con-tenuti, allargare ovunque possibile il fronte dellalotta anche al di là del fronte contrattuale. Unalotta di questo tipo è prevedibilmente lunga, el'organizzazione deve avere coscienza di questitempi lunghi della battaglia. Quanto ai contenuti« orizzontali » del movimento, è nostro compitourgente elaborare una politica della casa, che, in-sieme ai problemi dei prezzi, delle trattenute fi-scali e dei diritti sindacali, è un tema fondamen-tale di generalizzazione delle lotte.

Ma un'attenzione particolare, su questo pianodobbiamo rivolgere alla questione della riformadel collocamento, che rappresenta un momentocentrale della lotta dei lavoratori per forme realidi potere fuori delle aziende e sul quale dovremoimpegnare, a breve scadenza, una seria battaglia.Infine, la questione del governo. I programmi deigoverni non sono chiaramente discriminanti, lecoalizioni che si formano lo sono molto di più.Vero è che come sindacato non ci metteremo adindicare combinazioni ministeriali, però, mentredobbiamo essere consapevoli che il centro sini-stra è il padre della grave situazione in cui ci tro-viamo e delle minacce di involuzione autoritaria,dobbiamo anche dire decisamente che non devo-no essere chiamate al governo del Paese quelleforze che contrastano con l'avanzamento del pote-re dei lavoratori nelle aziende e nella società. Sor-ge in questo quadro l'esigenza di compiere sem-pre più chiaramente e decisamente e scelte dialleanze con le forze contadine e studentescheche possono far fronte unico con gli operai nellegrandi lotte.

Daverio Giovannetti — Segretario regionale Sar-degna.

Nel quadro della situazione in atto in Sardegnache registra un positivo sviluppo delle azioni sin-dacali, con risultati soddisfacenti, si rende neces-sario accelerare il dibattito sulle piattaforme con-trattuali che registra un certo ritardo. Nel concor-dare con la relazione, sottolineo l'esigenza di va-lutare l'eccessiva sminutizzazione dei contratti e-sistenti. Anche questo concorre ad accentuare ildivario fra categorie e categorie. In questo qua-dro non sarà male se si approfondirà il problemaper una ricerca di possibili soluzioni con accor-pamenti fra categorie omogenee, evitando così laparticellizzazione.

Al riguardo cito l'esempio del contratto dei me-tallurgici che accorpa diverse categorie: metal-lurgia, siderurgia, meccanica generale ecc. In ri-ferimento alle forme di lotta, cito l'episodio dellaRumianca, ove l'esistenza di un cosiddetto « comi-tato di lotta » ha provocato uno sciopero di 5 gior-ni. Lo sciopero ha poi consentito un ampio chiari-mento ed un notevole recupero fra i lavoratori di-sorientati dalla violenta azione massimalista con-dotta a lungo dai gruppi estremisti. Da quella si-tuazione ne esce rafforzata l'unità fra le tre orga-nizzazioni sindacali in termini pratici. Infatti le treorganizzazioni della FILCEA alla Rumianca hannostabilito di costituire i comitati unitari di reportocome strumento di organizzazione dei lavoratori.

Alcuni rilievi sono stati mossi per i problemidel coordinamento della battaglia contrattuale daparte delle Camere del Lavoro. Al riguardo occorreche le Federazioni di categoria superino una visio-ne categoriale, tesa ai soli aspetti rivendicativi.Sui problemi di fondo, delle riforme, degli obiet-tivi intermedi non basta l'azione delle sole Cameredel Lavoro se non sostenute dalle Federazioni conferma convinzione.

Emilio Pugno — Segretario Camera del Lavoro diTorino

E' necessario fare alcune considerazioni sullepresumibili caratteristiche dei prossimi rinnovi con-trattuali. E' indubbio che il movimento operaio sipresenta con una estrema forza a questi rinnovi,forza che gli è data dalle lotte e dai successi del-la contrattazione integrativa, dall'intreccio di que-ste con vertenze generali quali le pensioni, l'eli-minazione delle disparità salariali, la prospettivadi un intreccio tra lotte contrattuali e lotte genera-li per la casa, l'equo affitto, la riduzione delle trat-tenute. Dobbiamo per avere coscienza che il pa-dronato di fronte ad una prospettiva politico-sinda-cale di questo tipo sta cercando oggi di dare unarisposta sia nell'ambito di un processo inflazioni-

rassegna sindacale 11 J

Page 7: Novella commemora Giacomo Brodolini per lo · Novella — la notizia della morte del compagno Brodolini. E' una notizia che ci riempie di cordo-glio, di tristezza, di rimpianto, per

stico, sia incoraggiando e proponendo forme diaziendalismo anche nella forma specifica di accon-ti sui contratti o di contratti aziendali. In questoscontro emerge il problema del rapporto fra lavo-ratori e sindacati nel quale vi è il confronto (avolte lo scontro) fra chi vuole cogliere situazionioccasionali per lotte senza prospettiva e chi in-tende collocare l'azione sulla base di una lineastrategica che interpreti le esigenze dei lavoratoriche collochi le lotte aziendali in vista dei rinnovicontrattuali evitando appunto il pericolo di solu-zioni aziendalistiche.

Questa è stata la caratteristica del rapporto frasindacati e lavoratori che ci ha permesso di affron-tare con successo lo scontro alla FIAT superandola manovra del padrone e rispondendo contempo-raneamente alle pressioni di gruppi esterni al mo-vimento operaio. Questo rapporto con i lavoratorinon può essere tipo • stato maggiore-esercito »ma deve comportare una piena partecipazione deilavoratori da attuarsi nella difesa di una linea chedeve cogliere anche tutte le « contestazioni » al-le forme superate dell'organizzazione. Nella defi-nizione delle piattaforme rivendicative dobbiamotenere conto di un orientamento molto diffuso amiglioramenti salariali uguali per tutti; dobbiamorispondere — come hanno fatto i chimici — alleproposte di orario con scorrimento. Nella prepara-zione e nella conduzione delle lotte è determinan-te la costituzione di strumenti di democrazia e dipotere dei lavoratori nella fabbrica, attraverso l'e-lezione di delegati di squadra o di reparto chesono sempre di più in questa situazione un ele-mento politico essenziale di organizzazione dellaClasse operaia e di rapporto democratico con ilavoratori. Nelle lotte contrattuali vi deve essereun intreccio di queste con iniziative di caratteregenerale indette dalla CGIL su problemi specificiquali il problema della casa, della riduzione delletrattenute fiscali, evitando che esse assumanoaspetti di generica protesta.

Elio Pastorino — Segretario nazionale FIOM

A misura che ci si avvicina alla stagione deirinnovi contrattuali aumenta il peso politico chequesta prospettiva ha sulla situazione complessi-va del Paese e nel contempo diventano più pres-santi i nuovi problemi di direzione del movimen-to che si pongono alle organizzazioni dei lavorato-ri.

Alcuni aspetti di ordine sindacale, economico epolitico che sono venuti modificandosi negli ulti-mi tempi impongono una attenta analisi anche inrapporto agli sbocchi dell'attuale crisi di governo.Occorre rendere pienamente coscienti i lavoratoridella durezza dello scontro rappresentato dalleprossime vertenze contrattuali e sulla esigenzacontestuale di affrontare la lotta nelle miglioricondizioni. Queste saranno determinate da un com-plesso di componenti fra loro strettamente legate,che attengono in primo luogo al tipo di rapportodemocratico che si riuscirà a stabilire nel corsodella vertenza, a partire per quanto riguarda laFIOM da una piena assunzione dei risultati sca-turiti dalla consultazione in corso per la definizio-ne delle piattaforme rivendicative alla costituzio-ne di strumenti unitari a livello di reparto capacidi utilizzare un costante collegamento con i lavo-ratori che attengono ancora ai contenuti rivendi-cativi, alla strategia, alle forme, all'autonomia del-la lotta. Ribadisco il valore del contratto nazionalee l'esigenza di difenderlo da tutti i possibili attac-chi del pari di quanto si intende fare per la con-trattazione aziendale e sostengo l'adozione di unastrategia unificante contro tutte le spinte centri-fughe e particolaristiche su questo quadro, nongià ij polverone di tutte le vertenze contrattuali,ma l'iniziativa confederale su alcuni prioritari edattuali problemi che accomunano tutti i lavorato-ri dell'industria, può giuocare un ruolo estrema-mente importante a condizione che si riescanoadeguatamente ad equilibrare gli obiettivi immedia-ti con quelli di riformai

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LE MODIFICHEALLO STATUTOARTICOLOPER ARTICOLO

Le modifiche allo Statuto della CGIL, appro-vate dal VII Congresso confederale, oltre alla si-stemazione formale in articoli, e non più in titolied articoli, alla soppressione di ripetizioni, alcoordinamento e all'aggiornamento dei singoliarticoli alle nuove norme statuarie, possono cosisinteticamente riassumersi, articolo per articolo.

Gli articoli 1, 2, 3, 4 riproducono le normedegli articoli 1, 2, 3, 4 del precedente Statuto,sulla definizione e sugli scopi della CGIL, sullasolidarietà sindacale internazionale, sui principalicampi di iniziativa e di azione della CGIL. L'ar-ticolo 5 modifica l'articolo 5 del precedente Sta-tuto sull'unità sindacale, per precisare al sestocapoverso, che la CGIL persegue l'obiettivo del-la ricostruzione dell'unità sindacale organica inItalia mediante la creazione di una nuova unicaConfederazione dei lavoratori, alla quale aderi-scano liberamente tutti i lavoratori italiani, senzapiù alcun riferimento alle correnti ed organizza-zioni operanti nel movimento sindacale. L'artico-lo 6 riproduce l'articolo 6 del precedente Statutosulla autonomia sindacale. L'articolo 7 introducenello Statuto nuove norme relative alle incompa-tibilità con le cariche direttive, approvate dalCongresso.

L'articolo 8 modifica l'articolo 7 del preceden-te Statuto sulla democrazia sindacale, inserendoalla lettera e) la garanzia a tutti i componenti diorganismi confederali di manifestazione, anchepubblica, di eventuali dissensi sulle decisioni pre-se; inserendo alla lettera d) norme relative allecooptazioni negli organi dirigenti; sopprimendoalla lettera f) ogni riferimento a liste che sianoespressione di correnti tradizionalmente operantinel movimento sindacale italiano. L'articolo 9 in-troduce nello Statuto le nuove norme relative aldiritto di esprimere posizioni collettive di mino-ranza o di maggioranza anche attraverso la con-certazione delle posizioni, con l'esclusione di ogniforma di disciplina di corrente e con la liberamanifestazione attraverso i normali canali dell'or-ganizzazione. L'articolo 10 modifica l'articolo 9,del precedente Statuto sull'autonomia della CGILnelle posizioni sui problemi politici, sopprimen-do nell'ultimo capoverso ogni riferimento allecorrenti sindacali. L'articolo 11 sulla strutturaorganizzativa, si limita ad inserire nell'articolo10 del precedente Statuto, la Sezione sindacaled'azienda come istanza primaria della strutturaorganizzativa, anche in senso orizzontale, e ripro-duce gli articoli 10 e 11 del precedente Statuto.

L'articolo 12 riunisce norme che nel preceden-Statuto erano in gran parte contenute in articolidiversi (articoli 13,36, 43) e regola la attivitàcongressuale, dalla Sezione sindacale d'azienda alSindacato locale, o Lega di settore, di branca dilavoro o di categoria, alla Camera del Lavoro lo-cale, al Sindacato (o Federazione) provinciale enazionale, alla Camera confederale del Lavoro, alCongresso confederale. Fissa inoltre le modalitàdi elezione del Comitato regionale.

Gli articoli 13, 14 e 15 riproducono senza mo-difiche, rispettivamente i testi degli articoli 22,23, 27 del precedente Statuto, relativi alla con-trattazione collettiva, all'azione sindacale, all'au-tonomia amministrativa delle organizzazioni con-federate. L' articolo 16 modifica l'articolo 28 delprecedente Statuto prescrivendo, per la fissazione

dei contributi sindacali, necessarie intese con leorganizzazioni sindacali sulla base dei criteri diripartizione stabiliti dal Comitato direttivo dellaConfederazione. L'articolo 17 innova rispetto al-l'articolo 21 del precedente Statuto, prescrivendol'elezione di Collegi di Sindaci in ciascuna delleistanze della struttura organizzativa della CGIL,cui compete la gestione di un fondo, e prescri-vendo l'approvazione dei bilanci da parte deiComitati direttivi delle singole istanze.

L'articolo 18 ripete la dizione dell'articolo 29del precedente Statuto sui fondi di resistenza.L'articolo 19 ripete il testo dell'articolo 49 delprecedente Statuto, sulla disciplina degli iscritti,includendovi anche il testo dell'articolo 20 delprecedente Statuto. Gli articoli 20 e 21 riprodu-cono rispettivamente i testi degli articoli 12 e13 del precedente Statuto, sugli organi dirigentidella CGIL e sui compiti del Congresso confede-rale, sostituendo a una precedente dizione il ri-ferimento alla rappresentanza di posizioni collet-tive che non abbiano raccolto un numero di votinecessari per eleggere un delegato. Gli articoli22 e 23 riproducono rispettivamente il testo de-gli articoli 15 e 16 del precedente Statuto sulConsiglio Generale e sul Comitato Direttivo del-la CGIL, eliminando — data l'elettività di tuttele cariche direttive — la norma contenuta nell'ar-ticolo 16 del precedente Statuto sull'inclusionedi diritto del Presidente dell'INCA nel Comita-to Direttivo della CGIL.

L'articolo 24 riproduce tutte le somme degliarticoli 17, 18, 19 del precedente Statuto, relativealla Segreteria della CGIL. L'articolo 25 riproduce l'articolo 48 del precedente Statuto sui com-piti dei Comitati regionali. L'articolo 26 riprodu-ce gli articolici, 32, 33 e 34 del precedente Sta-tuto, con la precisazione al quarto capoverso deicompiti rispettivi del Sindacato e della Cameradel Lavoro per quanto attiene alle vertenze dilavoro dei singoli lavoratori. L'articolo 27 ripro-duce gli articoli 35, 36 e 37 del precedente Sta-tuto sul Congresso della Camera Confederale delLavoro, con la soppressione delle norme già con-tenute nei nuovi articoli 12 e 9 riferentisi rispet-tivamente ai Congressi e ai Collegi dei Sindaci.

L'articolo 28 riproduce l'articolo 38 del prece-dente Statuto sul Consiglio generale provincialedei Sindacati. L'articolo 29 riproduce le normecontenute negli articoli 39, 40 e 41 del prece-te Statuto sugli organi direttivi della CameraConfederale del Lavoro. L'articolo 30 riproducel'articolo 42 del precedente Statuto sulla Cameradel Lavoro locale, con l'aggiunta del compito dipromuovere la costituzione di Sezioni sindacalid'azienda. L'articolo 31 riordina le norme degliarticoli 44 ( con la sostituzione della parola « atti-visti » con quella di « delegati di Sezioni sinda-li d'azienda »), 45 e 46 del precedente Statuto,relative agli organi direttivi della Camera delLavoro locale. L'articolo 32 riordina le normecontenute negli articoli 30, 47 e 50 del prece-dente Statuto sui sindacati di categoria. Infine,gli articoli 33, 34 e 35 riproducono gli articoli24, 25 e 26 del precedente Statuto relativi rispet-tivamente all'INCA, all'ECAP e all'ETLI. Sonosoppresse le norme transitorie dell'articolo 51del precedente Statuto.

M. V.

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