NOTIZIARIO DELL’ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ...

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OMCeO NOTIZIARIO DELL’ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI VENEZIA Anno XL - n. 01 del 31 gennaio 2008 - Euro 0,90 Sped. abb. post. 45% D.L. 353/2003 (conv. L. 46/2004) art. 1, comma 1, DR Venezia 01.08 Quel collega è un incompetente! Assemblea straordinaria iscritti Albo Odontoiatri I giovedì dell’Ordine Novità sul fronte ECM Riflessioni di bioetica

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OMCeONOTIZIARIO DELL’ORDINE DEIMEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRIDELLA PROVINCIA DI VENEZIAAnno XL - n. 01 del 31 gennaio 2008 - Euro 0,90Sped. abb. post. 45% D.L. 353/2003(conv. L. 46/2004) art. 1, comma 1, DR Venezia

01.08Quel collega è un incompetente!

Assemblea straordinaria iscrittiAlbo Odontoiatri

I giovedì dell’Ordine

Novità sul fronte ECM

Riflessioni di bioetica

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Consiglio Direttivo dott. MAURIZIO SCASSOLA (Presidente) dott. SALVATORE RAMUSCELLO (Vice-Presidente)dott. CATERINA BOSCOLO (Segretario)dott. DAVIDE RONCALI (Tesoriere)dott. PIERLUIGI ALLIBARDI dott. STEFANO AUGUSTO BERTOdott. MORENO BREDAdott. GIUSEPPE COLLURAdott. GELLI GIUSEPPE FABRIS dott. ALESSANDRA GALLOdott. GIOVANNI LEONIdott. MALEK MEDIATIdott. GIORGIO MENEGHELLIdott. GIULIANO NICOLINdott. ALFREDO SAGGIOROdott. MORENO SCEVOLAdott. MAURIZIO SINIGAGLIA

Collegio dei Revisori dei Conti

Effettivi dott. RENATO FAMELI (Presidente)dott. PASQUALE PICCIANOdott. GIULIANO SASSI

Supplente dott. ALBERTO COSSATO

Commissioneper gli iscritti all’Albo Odontoiatri dott. COSIMO TOMASELLI (Presidente)

dott. FRANCESCO TOME’ (Segretario)dott. STEFANO AUGUSTO BERTOdott. MICHELA MORANDOdott. GIULIANO NICOLIN

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Sommario

Anno XL - n. 01 del 31 gennaio 2008Aut. Tribunale di Ve n. 239 - 31.1.1958

Direttore EditorialeMaurizio Scassola

Direttore ResponsabileFranco Fabbro

Comitato di redazioneMaurizio Sinigaglia, Giuliano Sassi,Giovanni Leoni, Michela Morando,Antonio Lo Giudice, Cristiano Samueli

Sede e RedazioneVia Mestrina, 86 - 30172 Mestre (VE)Tel. 041.989479 - Fax [email protected]

EditoreMazzanti Editori s.r.l.R.O.C. 11028

Progetto GraficoValentina Remigi

StampaLinea Grafica - Castelfranco Veneto (TV)

Concessionario di pubblicitàLYBRA ADV s.r.l.Via delle Industrie, 19/B30175 Venezia - MargheraTel. 041.5383576 - Fax 041.2529525

Chiuso in redazione il 31 gennaio 2008

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ORDINE DEI MEDICICHIRURGHI EDEGLI ODONTOIATRIDELLA PROVINCIADI VENEZIA

“Quel collega è unincompetente!”

La qualità della vita e laqualità della morte secon-do la Chiesa Cattolica

La nuova ECM

La casa di cura policlinicoSan Marco ha festeggiato50 anni di vita

Autorizzazioni alla cremazione

Tracciabilità delleparcelle: questi isoggetti esonerati

La comunicazioneMedico-Paziente: comu-nicare una cattiva notizia

FEDER.S.P.E.V.

È mancato il dott. ItaloFranzoso

I giovedì dell’Ordine

La previdenza di medicied odontoiatri:conoscerla e pianificarla

Assemblea straordinariaiscritti all’AlboOdontoiatri

Alta tensione!!!Finanziaria 2008e dintorni

L’impegno dellaNew York University nellaprovincia di Venezia

Autorizzazioni: si muovela FNOMCeO

Relazione gruppo dilavoro comunicazione einformazione - anno 2007

Commissione pariopportunità

Commissione PariOpportunità Ordine deiMedici di Venezia

Relazione dellacommissione pubblicità

Quesito: prescrizione dipsicofarmaci e incidentistradali

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Editoriale

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Editoriale “Quel collega è unincompetente!”

Dal nostro osservatorio di OrdineProfessionale ricaviamo dati che indica-no come sia sempre più in crescita il con-

tenzioso tra colleghi e come questo dato sia stret-tamente collegato a molta parte del contenziosotra medico e paziente.Il deterioramento del rapporto tra colleghi èanche uno dei fattori che determinano lo scadi-mento di ruolo e di autorevolezza dellaProfessione.Deve essere analizzato in particolare un determi-nante specifico: la cattiva conoscenza dell’Altro.Oggi l’incapacità di immedesimarsi nell’Altro, diosservare e di comunicare sono probabilmentedeficit strutturali nella relazione interumana masono tragici aspetti relazionali quando coinvolgo-no la Professione Medica perché hanno inevitabi-li ripercussioni sulla qualità della cura. Quandoaffermiamo, giustamente, che il rapporto medico– paziente deve essere permeato dal concetto diempatia non possiamo dimenticare la solidarietàtra colleghi che significa immedesimarsi nelle

condizioni umane e lavorative del Collega.Conosciamo realmente la cornice normativa,organizzativa in cui lavorano i medici nelle diver-se aree della professione? Sappiamo valorizzareil loro quotidiano impegno in condizioni spessodi alto rischio professionale? Riusciamo a media-re con i pazienti sottolineando le difficoltà in cuilavora quel collega, in quel dato posto, in queldato contesto?Quante volte invece i pazienti riportano frasi deltipo: quel medico è un incompetente! Il Colleganon ha capito niente!Credo che il rispetto tra colleghi sia una premes-sa anche per ottenere qualità e sicurezza nellecure specie in un momento storico che vede unaprofonda rivisitazione dei modelli organizzatividell’Assistenza con potenziali, gravi ripercussio-ni sul livello di responsabilità che gli Operatoridella Salute vanno ad assumersi in carenza dirisorse umane, finanziarie e organizzative.L’operatore, soggetto più “visibile” delle attivitàassistenziali, rimane con il cerino in mano! Qui sorge anche la necessità di creare alleanze tratutti gli Operatori della Salute; è interesse di tutticreare un costante flusso informativo, comunica-tivo ed anche formativo che permetta la verapresa in carico della persona. Questo prendersi incarico, si deve esplicitare con l’individuazionepreliminare del percorso di cura che permetta atutti gli operatori di seguire passo – passo lo svol-gimento delle attività assistenziali e di indivi-duarne i referenti.Come possiamo progredire su questa strada senon superiamo il primo, prioritario ostacolo: unavisione parcellare del Sistema!Come possiamo recuperare una visione di insie-me se non vogliamo conoscere le ragionidell’Altro? Le differenze culturali, organizzativee normative possono rappresentare indubbiamen-te un ostacolo nella collaborazione tra Colleghi.Gli stessi Contratti di Lavoro e gli AccordiCollettivi Nazionali non sono certo strumenti perla condivisione e la collaborazione tra aree dellaprofessione che devono trovare nello stessoAmbito del Pubblico Impiego e di SSNN unacomune progettualità.Lo sforzo che oggi dobbiamo fare è proprio quel-

lo di “capirci” e di sfruttare queste differenze equeste difficoltà come “opportunità” nella chia-rezza dei rispettivi ruoli e delle rispettive funzio-ni; è anche in questa ottica che va subito affron-tato un sereno confronto anche tra medici edinfermieri professionali; le giuste ambizioni pro-fessionali e di sviluppo di carriere non devono fardimenticare la prima vera necessità: la identifi-cazione delle responsabilità nella cura. Il percorso che la persona svolge all’interno delsistema delle cure deve vedere al centro il proble-ma della corretta comunicazione tra tutti gli ope-ratori. E’ sotto questa visione lungimirante che èiniziata la sperimentazione del progetto FAD“SICURE” che vede FNOMCeO e IPASVI unitesotto lo stesso obiettivo: la sicurezza della perso-na attraverso una formazione trasversale deglioperatori che consente una comunicazione strate-gica ed una identificazione di ruolo.Dobbiamo anche abbattere la barriera della “set-torializzazione” dell’assistenza; è oggi improprioe fuorviante parlare del rapporto tra Ospedale e

Territorio; le definizioni dividono, separanoancora più gli ambiti di attività; dobbiamo inveceragionare nell’ambito di una strategia di percorsidi cura in un fluire continuo di informazioni chedevono pre-vedere i criteri di appropriatezza neiricoveri, tempi e attività certi e pre-definiti per leattività di cura all’interno dell’ospedale, dimis-sioni protette che permettano alla persona unrientro in comunità anche nella sicurezza dei per-corsi assistenziali e riabilitativi.Un Ordine Professionale deve svolgere tutte leazioni informative e formative che permettano ilrecupero della qualità delle nostre relazioni inte-rumane.Il Codice di Deontologia ha tra i suoi pilastri fon-danti il rispetto reciproco nel riconoscimento deivalori universali che ci devono unire e che hannopermesso ad una professione così eterogenea discrivere il Codice.Su questo dobbiamo fondare la relazione anchecon gli altri operatori ed il confrontocon le nostre Comunità.

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Attivitàdell’Ordine

Editoriale

Il 16 Novembre 2007 si è tenuta la primaassemblea straordinaria degli iscritti all’AlboOdontoiatri della provincia di Venezia.

Ed effettivamente di quella assemblea tutto èstato straordinario.Anzitutto l’assemblea in sé, dal punto di vistaformale, era una assemblea straordinaria, inquanto gli iscritti all’Ordine di Venezia avrebbe-ro celebrato la loro Assemblea Ordinaria annualepochi giorni dopo al Novotel.Poi è stata straordinaria perchè per la prima voltanella storia dell’Ordine di Venezia è stata convo-cata una assemblea degli iscritti all’AlboOdontoiatri.Straordinaria, ancora, per la partecipazione degliiscritti stessi in quanto, nonostante abbia avutoluogo all’Hotel Michelangelo, in una sala assaipiù capiente (di circa il doppio) della sala riunio-ni dell’Ordine (temporaneamente inagibile perlavori di ristrutturazione), molti colleghi nonsono riusciti fisicamente ad entrare.Poi, straordinaria per i relatori. Infatti, nonostan-te due defezioni dell’ultimo momento, erano pre-senti le rappresentanze di praticamente tutte le

aree di esercizio dell’odontoiatria nel nostro ter-ritorio. Anzitutto Salvatore Rampulla, collega diBolzano che appena poche settimane dopo sareb-be stato eletto all’unanimità presidente nazionaledell’AIO. Siamo quindi contenti di essere stati,per così dire, di buon auspicio per il collega di cuiabbiamo potuto apprezzare la forza e la chiarez-za espositiva. Ma anche tutti gli altri colleghiintervenuti: il dott.Valerio Brucoli, presidentedella CAO di Milano e membro della CAONazionale, il dott.Luca Dal Carlo, presidente pro-vinciale dell’ANDI, il dott.R Di Fulvio, presiden-te nazionale dell’ANSOC, il dott.M Rossi, refe-rente provinciale del SUSO, il dott.MorenoBreda, referente provinciale per i doppi iscritti eil dott.Maurizio Bossi, segretario culturale delCOI-3V. Siamo spiacenti di non aver avuto connoi il dott.Massimo Ronchin, invitato in rappre-sentanza della SIDO, e il dott.Christian Bacci,invitato in rappresentanza degli odontoiatri ospe-dalieri, che non sono potuti intervenire per impe-gni imprevisti. Con questa ampia partecipazionedi relatori il nostro Ordine ha voluto dare voce atutte le esperienze di Odontoiatria del nostro ter-

ritorio. Se, tuttavia, qualche associazione o grup-po non si sentisse adeguatamente rappresentato,che si faccia sentire e lo coinvolgeremo per ilfuturo.I motivi, infine, per cui l’assemblea è stata con-vocata sono quasi l’ultima ragione per definirlastraordinaria.L’autorizzazione degli studi odontoiatrici in basealla legge 22/2002 è stata oggetto di una breverelazione d’apertura del sottoscritto, poi si è par-lato della nuova normativa sull’ECM, degli Studidi Settore e della figura dell’odontoprotesista. Illivello dei relatori ha consentito a chiunque di

fare il punto della situazione e di comprendere laposizione dei diversi sindacati. Ci sono, ovvia-mente differenze di approccio ai molteplici pro-blemi della nostra categoria e occasioni comequesta sono fondamentali per farsi un quadrooggettivo ed imparziale di tali posizioni.Dall’assemblea ad oggi nuove problematiche sisono presentate senza che le vecchie, ahinoi,abbiano trovato soluzione. La CommissioneOdontoiatri avverte la necessità di informare inmodo continuo e pertinente i colleghi ma si trovaspesso nell’imbarazzo di dover rincorrere conti-nue emergenze che si susseguono in modo tumul-tuoso e caotico.In questa situazione misuriamo ogni giorno l’esi-guità delle nostre energie per tener testa a tutte lenovità e ci rendiamo sempre più conto che unaprofessione come la nostra può mantenere undecoro e una dignità solo se TUTTI gli iscrittipartecipano attivamente e in prima persona. E questo è, tra tanti, il primo compito della nostraattività.

Cosimo Tomaselli

Assembleastraordinaria iscrittiall’Albo Odontoiatri

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Attivitàdell’Ordine

Attivitàdell’Ordine

Con il voto sulla legge finanziaria come ènoto, unicità dell’Italia fra i vari paesieuropei, vengono stabilite le entrate e le

spese per l’anno successivo, insomma una speciedi voto sul bilancio. Da alcuni anni però è inval-sa una strana abitudine caratteristica di entrambigli schieramenti politici che negli anni si sonosucceduti: siccome la finanziaria di cui si discutetutto l’anno alla fine viene votata a colpi di fidu-cia perché non vi è mai il tempo di una discussio-ne in parlamento, si approfitta di inserire a fineanno alcuni provvedimenti mai discussi che ven-gono raggruppati in faldoni che si chiamano “col-legati” che spesso nulla hanno a che fare con ilbilancio.Un tipico esempio è che a sorpresa dall’1Gennaio del 2008 è stato eliminato il decretolegge del 2003 che aveva recepito la DirettivaEuropea 2003 sul Working Time. In questa diret-tiva veniva stabilito a tutela della salute deglioperatori e a tutela della sicurezza delle cure delpaziente che il medico dipendente non dovessesuperare 12 ore di lavoro consecutivo, che alla

fine di ogni turno lavorativo dovesse seguire unperiodo di riposo di almeno 11 ore consecutive eche non si dovesse superare la media di 48 oresettimanali come valore medio calcolato su 3mesi. Tutto ciò cari colleghi è stato cancellatocon la finanziaria 2008 in barba al tanto decanta-to europeismo dei nostri politici. Ancora unavolta si dimostra la mancanza di attenzione dellapolitica alle problematiche della salute e della suaorganizzazione. Da un lato il Ministero dellaSalute stabilisce i criteri per la costituzione diunità di risk managment per contrastare gli episo-di di “malasanità”, dall’altro lato il suo stessogoverno stabilisce che un medico, ad esempio unchirurgo possa lavorare per 24 ore consecutive. Ancora una volta dobbiamo sottolineare da que-ste pagine la scarsa considerazione della politicaalle nostre problematiche e a quelle dei pazienti.Invito i colleghi a contattare l’Ordine in caso diapplicazione locale di questa norma.

Salvatore RamuscelloVice Presidente

Alta Tensione!!!Finanziaria 2008 edintorni

L’impegno dellaNew York Universitynella provincia diVeneziaIl dott.Saverio Ravazzolo, classe 1957, è figlio

d’arte nel nostro Ordine dei Medici diVenezia. Il padre Sinclair e il fratello

Giovanni: radiologi; la madre Liana Doardo e lacognata Silvana Benni: pediatre. Tuttavia la pas-sione per l’odontoiatria nasce presto, tanto chenel 1983 si laurea a Bologna in Medicina con unatesi sui tumori misti della ghiandola parotide. Dal1987 lavora come libero professionista aPortogruaro dove abita.Tra il 13 ed il 15 Marzo organizzerà al RussottHotel (ex Ramada) il convegno annuale dellaNew York University. Lo abbiamo incontrato percomprendere come un nostro iscritto sia riuscitoa diventare referente per l’Italia per la NYU.D: Quando hai conosciuto la NYU?R: Nel 1986, agli inizi della mia professione, sen-tivo forte la neccessità di andare negli U.S.A.per specializzarmi in implantologia. Ho visto chepresso il New York University College ofDentistry era possibile seguire dei Corsi diPerfezionamento Postgraduate e ci sono andato.Il mio desiderio era di apprendere le più recentiacquisizioni della clinica odontoiatrica del NordAmerica, oltre al desiderio di conoscere unarealtà diversa da quella che conoscevo già rispet-to alla Clinica Odontoiatrica dell’Università diBologna (dir. prof. Borea), a quella della ClinicaOdontoiatrica dell’Università di Modena (dir.prof. Vernole), che avevo frequentato per unanno, ed alla esperienza professionale che mi erofatto lavorando nell’ ambulatorio di Odontoiatriadel Policlinico “S.Giorgio” di Pordenone. A NewYork ho trovato una differenza notevole con larealtà italiana, soprattutto per l’impostazionedidattica. In Italia proprio nel 1986 è partito ilcorso di laurea in Odontoiatria, che ovviamenteera assolutamente embrionale, per il resto c’era-no solo le Scuole di Specialità, l’accesso allequali era estremamente complicato.A New York, invece, l’International PostgraduateCertificate Program era aperto a dentisti stranieri

già dal1980, e misono tro-vato a fre-q u e n t a r ein compa-gnia dic o l l e g h iprovenien-ti da tuttoil mondo.Le lezionierano ininglese edè statoe s t r e m a -mente stimolante il confronto con i docenti e glialtri professionisti incontrati, con i quali si sonosubito stabiliti legami di amicizia che duranoormai da più di 20 anni.L’esperienza americana è stata bellissima per lestrutture, i docenti e la loro disponibilità. Ho ripe-tuto l’esperienza per un secondo mese nel 1987,ho presentato il Written Final Report (una tesi) edho conseguito il Certificate of Achievement delPostgraduate Course in Implantology & OralSurgery rilasciato dalla New York University. L’entusiasmo suscitato in me dalla frequenzaamericana mi ha portato a pensare che che avreipotuto condividere con i colleghi italiani questaesperienza ed ho così suggerito al prof.Beacham, Direttore del Dipartimento diContinuing Dental Education della NYU, diorganizzare dei programmi dedicati ai colleghiitaliani fornendo un servizio di traduzione, inquanto allora, ma anche oggi, per i nostri colleghila lingua è un ostacolo discreto.Nel 1988 assieme ad altri colleghi europei cheavevano frequentato la NYU, con l’approvazio-ne dell’allora Dean del College, prof. Kaufman,abbiamo costituito la “New York UniversityCollege of Dentistry European Postgraduates

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Attivitàdell’Ordine

Attivitàdell’Ordine Autorizzazioni: si

muove la FNOMCeO!

Association”, che ho presieduto dal 1988 al 1993.Dal 1988 ho iniziato a collaborare personalmen-te con il prof. Beacham all’ organizzazione scien-tifica dei programmi ed alla traduzione dellelezioni che venivano tenute per i colleghi italiani,e sono stato incaricato Program Director perl’Italia dei programmi del dipartimento diContinual Dental Education. Dal 1996 ricoprol’incarico di Adjunct Associated Professor nel“Department of Prosthodontics” (dir. prof.Panno) e dal 2007 in quello di “Cariology andComprehensive Care” (dir. prof. Wolff). Nel1989 abbiamo deciso di offrire direttamente inItalia la possibilità di seguire i programmi dellaNYU organizzando con notevole successo ilprimo Annual Meeting “NYU in Italy” all’HotelRamada.D: Quali sono le differenze principali tra l’odon-toiatria italiana e quella americana?R: Dagli anni ’80 l’odontoiatria italiana è andatagradualmente migliorando fino a raggiungererisultati di eccellenza a livello internazionale,grazie a grandi professionisti che hanno fattoscuola, tanto che oggi il gap da me constatatoall’inizio della mia carriera si è quasi annullato,tranne che per alcune carenze strutturali cheancora affliggono il sistema didatticoUniversitario italiano. La New York University è la più grande scuola diodontoiatria degli Stati Uniti, ha una sede di 12piani sulla First Avenue a Manhattan e offre aglistudenti americani e stranieri una vasta offertadidattica, dai programmi “Short- Term” al DDS(laurea in Odontoiatria) ai programmi diAdvanced Studies con frequenza clinica di unanno.In Italia non c’è una sede stabile del College ofDentistry: abbiamo però fondato, su emanazionedi quella Europea, una “Associazione Italiana deiGraduates della NYU”, che ho l’onore di presie-dere per l’anno in corso. Si tratta di una Societàscientifica non a fini di lucro, ProviderAccreditato nel programma di EducazioneContinua in Medicina presso il Ministero dellaSalute, che riunisce gli allievi ed ex- allievi italia-ni del College e permette loro di seguire i corsiche la NYU organizza acquisendo anche il pun-teggio ECM.La nostra attività didattica in Italia storicamentesi è svolta in modo preminente a Venezia e, inalcuni casi proprio a Portogruaro. Però con laNYU abbiamo avviato negli anni importanti col-laborazioni a livello nazionale per esempio conl’Istituto Stomatologico Italiano a Milano (dir.prof. Trentalancia), in seguito con gli Istituti

Ortopedici Rizzoli (dir. prof. Bilotta) a Bologna econ la clinica Maxillo Facciale a Firenze (dir.prof. Panzoni). Dallo scorso anno un importanteprogetto di “International Certificate Program inOral Hygiene” ha preso l’avvio in collaborazio-ne con le Università degli Studi di Cagliari (prof.V.Piras) e Milano Bicocca (prof. Baldoni): que-sto programma, sotto l’egida della A.I.D.I.-Associazione Italiana Igienisti Dentali - è ilprimo organizzato a livello internazionale dauna grande Università americana e dedicato ailaureati in Igiene Orale.Quest’anno abbiamo deciso di tornare a Veneziaperché la nostra città ha una valenza internazio-nale e ci tenevo a valorizzare le mie origini.D: È importante mantenere questi legami con laNYU?R: Nel corso degli anni credo che i colleghi chehanno frequentato corsi residenziali a New Yorksiano stati più di 500: per tutti loro è stataun’esperienza didattica, professionale ed umanache li ha cambiati. I grandi insegnanti che abbia-mo avuto modo di avvicinare, ascoltare e cono-scere a New York - e penso a P.D. Miller, L.Linkow, K.Judy, C. Misch, a D. Tarnow, H.Gelb- hanno lasciato in ciascuno di noi un’improntaed un ricordo che riaffiora quotidianamente nellenostre attività cliniche. E’ il ricordo di questi per-sonaggi che hanno segnato l’odontoiatria con-temporanea e la memoria delle loro parole cheportiamo con noi e ci guidano poi nella praticaquotidiana. Se vogliamo fare poi una considera-zione sul valore di un corso di specializzazionemi spiace constatare come in Europa manchiancora, in troppe discipline biomediche, unaofferta di qualificazione specialistica post laurea,riconosciuta a livello comunitario, e probabil-mente è questa la direzione in cui dovrà svilup-parsi il nostro sistema formativo.D: Cosa pensi della superspecializzazione?R: È sempre rischioso se si perde di vista la spe-cificità del paziente e la nostra capacità di dia-gnosi. La specializzazione post laurea non deveessere un modo per restringere il proprio orizzon-te ma per ampliarlo. Il clinico in fase diagnosticadeve avere competenze solide in ambito ortodon-tico, gnatologico, protesico, conservativo erestaurativo.D. Quali sono i progetti della NYU in Italia nelfuturo?R. Senz’altro mantenere ed ampliare le relazionicon le Università italiane e prepararsi al 2009 perla celebrazione del ventennale a Venezia!

Franco Fabbro

La necessità di una autorizzazione perl’esercizio della libera professione medicaed odontoiatrica è stato posto per la prima

volta in Italia con il decreto 229/1999 (decretoBindi) di modifica del DL 502/92. Una letturaimparziale di tale decreto porta a concludere chesolo le strutture sanitarie “ove attrezzate per svol-gere attività invasive” devono essere in possessodi autorizzazione all’esercizio.Contrariamente a questa lettura, la RegioneVeneto nel 2002 ha approvato una legge(22/2002) con la quale tutti gli studi odontoiatri-ci venivano sottoposti ad autorizzazione.

L’equivalente della LR 22/2002 del Veneto è perl’Abruzzo la LR 32 del 31/07/2007. Dopo la pro-mulgazione di tale legge, tuttavia, l’Ordine diPescara ha chiesto un parere ad uno studio lega-le, lo studio dell’avvocato P.Cacciagrano, nelquale parere si legge, tra l’altro:

“ .... esiste nel nostro Ordinamento Giuridico un

principio fondamentale in base al quale l’attivitàlibero-professionale medica o odontoiatrica debbaessere assoggettata ad una previa autorizzazioneamministrativa regionale? ... non consta alcunanorma nazionale post novella che abbia introdottoil principio della “previa autorizzazione” ... ”.

Sulla base di questo parere l’Ordine dei Medici diPescara il 24 Luglio del 2007 ha approvato unOrdine del Giorno nel quale si legge:

“ ... il Consiglio dell’Ordine ... delibera di espe-rire tutte le possibili iniziative finalizzate al supe-ramento della Legge Regionale n.32/2007, com-preso il ricorso alle vie legali”

A seguito della presa di posizione dell’Ordine diPescara l’Assemblea Nazionale dei presidentidelle Commissioni Odontoiatri riunita a Roma loscorso 22 Dicembre 2007 ha deliberato l’istitu-zione di una commissione ad hoc sulle autorizza-zioni, della quale fanno parte, oltre al sottoscrit-to, i dott. Mele, Vesco, Brucoli, Ciancio eTraverso.

L’istituzione di questa commissione rappresentaper la professione un grande passo in avanti, inquanto significa l’acquisizione della rilevanza, aifini del decoro, dell’indipendenza e della dignitàprofessionale, di norme autorizzative sul modellodella LR 22/2002 del Veneto.

Cosimo Tomaselli

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Attivitàdell’Ordine

Attivitàdell’Ordine

Varie commissioni si sono succedute neglianni successivi e tante colleghe hannosvolto spassionatamente il loro compito,

cercando di restare sempre fedeli alla loro primi-tiva “mission” di “empowerment” della condizio-ne della donna medico all’interno della società e

degli Ordini.La Commissione attualmente in carica per iltriennio 2006-2008 risulta formata da 12 membriche si sono volontariamente candidate a svolgereil proprio compito ma la cui nomina è statacomunque ratificata dal Consiglio dell’Ordine.Più in dettaglio la attuale Commissione è compo-sta da:- 5 MMG- 1 PLS- 1 Dirigente Medico 1° livello- 2 Dirigenti di Distretto Territoriale - 1 Specialista convenzionata esterna (SUMAI)- 1 Medico Fiscale- 1 Libero professionista.Dopo il proprio insediamento, nel Maggio 2006,la Commissione, su suggerimento del suo presi-dente, il Segretario dell’Ordine Provinciale dr.ssaCaterina Boscolo (unico membro della commis-sione facente parte del Consiglio), si è prefisso loscopo di redigere un “documento di accoglienza”per gli iscritti dell’Ordine che possa semplificarel’accesso alle procedure che spesso accompagna-no gli esordi di una professione così difficile ecosì affascinante come quella del Medico, ponen-

do comunque particolare attenzione alle proble-matiche in cui può incorrere la Donna Medico,durante tutto l’arco della propria vita professio-nale e personale.

Tale ambizioso progetto ormai veleggia in dirit-tura d’arrivo, in quanto stiamo ormai definendola veste grafica del documento e le modalità dellasua diffusione.

Per il futuro, ci sarebbe in cantiere una iniziativaper informare adeguatamente la classe medica sulvaccino per il virus HPV, recentemente messo adisposizione sul mercato: vorremmo organizzaredei corsi d’aggiornamento e/o un Convegno sul-l’argomento e verificare la sensibilità della classemedica riguardo a questo importante strumentodi prevenzione.

Siamo disponibili, già adesso e per il futuro, acollaborare ed a scambiare informazioni con lealtre commissioni provinciali delle pari opportu-nità, al fine di omogeneizzare la nostra mission edi scambiarci opinioni e progetti.

Commissione pariopportunità

Lavori in corso dellaCommissione PariOpportunità Ordinedei Medici di Venezia

Coordinatore: d.ssa Emanuela Blundetto

Componenti: d.ssa Angonese Irmanna, Battiston Letizia, Boscolo Caterina, Callegaro Maria Teresa,Chinellato Maura, D’Incà Maria Cristina, Moressa Maria Pia, Piai Manuela, Pitoni Federica, SpolaorMarina, Turchetto Antonella

Relazione gruppo dilavoro comunicazionee informazione -anno 2007

Il gruppo di lavoro per tutto l’anno 2007 si èritrovato con cadenza quindicinale per coor-dinare e preparare i notiziari e il sito WEB

dell’Ordine.In modo particolare l’anno 2007 ha visto realiz-zare 6 numeri del notiziario e il completo svilup-po del sito internet dell’Ordine articolato nellevarie sezioni.Il sito rappresenta il punto di arrivo di un com-plesso progetto, che ha visto coinvolti in modo

particolare il Dott. Giovanni Leoni e il Dott.Cosimo Tomaselli insieme all’Ing. Pinton.Grazie al motore di ricerca è possibile dire che ilsito è ora visitato da circa cento utenti diversi algiorno con un trend di crescita del 20% mensile;alcuni contatti provengono anche dall’estero.Grazie alla password è poi possibile accedere aiverbali di Consiglio e questo per rispettare l’im-pegno preso con i colleghi elettori, di massimatrasparenza sugli atti del Consiglio.Il Notiziario sotto la guida del Dott. FrancoFabbro ha cercato di privilegiare gli avvenimentie le attività che potessero riguardare il mondomedico e odontoiatrico provinciale, inserendoanche alcune informazioni di carattere nazionale.Un ringraziamento va a tutto il personaledell’Ordine e in particolare alla sig.ra Donatellaper aver supportato le funzioni di segretaria diredazione.Il nostro impegno è stato costante e a volte anchefaticoso, consapevoli da un lato di un compitoestremamente delicato che ci è stato affidato dalConsiglio, e dall’altro ricordandoci la massimalatina, “verba volant, scripta manent”.

Maurizio Sinigaglia

Cari colleghi e colleghe, eccomi di nuovo quiad aggiornarvi sui nostri “lavori in corso”.

Prosegue, più o meno spedito nonostante l’interru-zione del periodo natalizio, l’impegno che ci siamoprese di pubblicare un “documento di accoglienzaper gli iscritti all’Ordine” che possa essere d’aiutoai nuovi iscritti e anche a coloro che svolgono datempo questa speciale e difficile professione. Ormai il documento è praticamente pronto: lanostra collega Irmanna Angonese ne sta ultimandola stesura, assemblando armoniosamente i vari con-tributi che ciascuna di noi ha fornito su ogni speci-fico argomento (il compito non è dei più semplici)e speriamo di presentarlo al più presto ad una sedu-

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Attivitàdell’Ordine

Attivitàdell’Ordine

Relazione dellaCommissionePubblicità

Quesito: prescrizionedi psicofarmaci eincidenti stradali

La Commissione Pubblicità si è riunitasoprattutto nel primo periodo dell’anno,poiché in tale fase era necessario affronta-

re con una certa urgenza alcune problematichescottanti.In particolare la Commissione si è occupata:della predisposizione di linee guida e della relati-va nova modulistica per la pubblicità dell’infor-mazione sanitaria, in effetti la Legge 4 agosto2006, n. 248, art. 2, cosiddetta legge Bersani, haprofondamente modificato il ruolo dell’Ordine.Nel vuoto normativo lasciato, la commissionepubblicità si è mossa con un lavoro di approfon-dimento, confronto con gli altri ordini e discus-

sione, che ha prodotto la documentazione pubbli-cata sul sito. In concomitanza con quest’ultimo lavoro è statopredisposto anche un modulo per le medicinenon convenzionali; l’Ordine si è fatto garantedella posizione dei colleghi che si sono formati intal senso, chiedendo la produzione di idoneadocumentazione, atta a provare le reali compe-tenze acquisite, della predisposizione di un docu-mento sui siti internet dei colleghi che voglionoessere presenti nel web con la loro attività profes-sionale; questo documento è stato fortementeinfluenzato dalla successiva entrata in vigoredella legge Bersani, comunque il suo nucleorimane ancora attuale soprattutto per aiutare imedici a stabilire paletti deontologici in meritoalle informative da fornire e alla correttezza for-male delle stesse.

della predisposizione di un documento relativoalla richiesta di patrocinio all’Ordine, da parte disoggetti che organizzano eventi; il risultato èstato un testo snello ed omogeneo, predispostotenendo conto sia delle indicazioni dellaFNOMCeO, che delle regole che già altri Ordinisi erano dati. Lo scopo era di fare chiarezza e rac-cogliere informazioni uniformi da parte dei sog-getti che richiedono il patrocinio dell’Ordine agaranzia delle regole deontologiche e dello spes-sore che deve avere l’evento in questi casi. Lineeguida e modulistica sono pubblicati sul sito.

Caterina Boscolo

ta del Consiglio dell’Ordine appositamente convo-cata.Nel frattempo una nostra delegazione ha partecipa-to ad un convegno sulle Pari Opportunità organiz-zato dall’associazione dei Consulenti del Lavoro,apportando un contributo sulla nostra esperienzaprofessionale, mentre un’altra delegazione ha par-tecipato ad una seduta della Commissione dellePari Opportunità della Provincia di Venezia ed haintrapreso una collaborazione per un gruppo studiosull’impatto di alcune realtà ambientali sul genere

femminile.Speriamo che i prossimi mesi vedano il “varo” delnostro Documento d’accoglienza e il fiorire di tantenuove collaborazioni fruttuose.

Alle prossime,La Coordinatrice della Commissione

Emanuela Blundetto

Gentile Presidente,desidero porre a Lei ed al Consiglio Direttivo unaquestione riguardante la prescrizione di farmacioppiacei e psicofarmaci.Per la precisione mi pongo il problema dellaresponsabilità del medico prescrittore qualora ilpaziente che avesse assunto su mia indicazione isummenzionati farmaci,andasse incontro ad inci-dente stradale.Mi riferisco a farmaci di uso moltocomune,quali sono le benzodiazepine ed, ultima-mente anche agli analgesici contenenti oppiaceiminori,quali codeina o tramadolo per fare unesempio,che sono entrati ormai abitudinariamen-te nella “penna” del medico.In particolare il codi-ce della strada non fa alcun riferimento alle dosimassime consentite,ma si esprime solo con ungenerico riferimento al’eventualità del riscontrodi “stupefacenti e psicofarmaci” nel sangue onelle urine del guidatore,per la cui presenza sonopreviste multe,ritiro della patente,ma ancor peg-

gio la mancata copertura dei danni da partedell’Assicurazione.Questo quesito mi è balzato alla mente,dopo averletto che un collega medico è stato condannatocome responsabile di lesioni colpose per l’inci-dente avvenuto ad un paziente che aveva assuntodelle banali gocce di EN.La sentenza cui mi rife-risco è la n° 1025 del febbraio 2007 della IVsezione penale di Gorizia:secondo il giudice ilmedico doveva non solo informare verbalmenteil cliente dei possibili effetti collaterali provocatidal farmaco e della particolare attenzione cheavrebbe dovuto porre in caso di guida di auto-mezzo,ma anche farsi sottoscrivere una dichiara-zione scritta con le medesime precisazioni.Chiedo pertanto:1)sarò costretta a farmi firmare una dichiarazionescritta da parte del paziente ogni volta che pre-scrivero’ tranquillanti,sedativi,ipnotici,oppiaceiminori, ancorchè abbia avvertito verbalmente ilpaziente sugli effetti collaterali che tali farmacipossono provocare? Ed infine,anche in assenza di incidenti,l’assun-zione di questi farmaci è comunque compatibilecon la guida di automezzi?La ringrazio per l’attenzione che vorrà prestarmi.Colgo l’occasione per porgere a Lei ed aiConsiglieri tutti i miei migliori saluti.

F.B.

Parere del Consiglio dell’Ordine approvato indata 19.12.2007

La pratica dell’arte medica si fonda su acquisizio-ni scientifiche e sperimentali che sono in continuaevoluzione, la regola di fondo nella suddetta com-plessa materia è costituita dalla autonomia e dallaresponsabilità del medico il quale, sempre con ilconsenso del paziente, opera le scelte professiona-li basandosi sullo stato delle conoscenze dellequali dispone. Il medico gode infatti di ampia autonomia nellesue scelte professionali mentre a lui viene fattoobbligo di garantire lo stato delle evidenze scienti-fiche e sperimentali sotto la propria responsabilità.

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Leggi ecircolari

Leggi ecircolari

A questi principi si ispira innanzitutto il nostroCodice di deontologia riformato di recente nelDicembre 2006 (art. 13 – Prescrizione e tratta-mento terapeutico) ed al medico viene ricono-sciuta “autonomia nella programmazione, nellescelte e nella applicazione di ogni presidio dia-gnostico e terapeutico [ … ] “…fatta salva lalibertà del paziente di rifiutarle e di assumersi laresponsabilità del rifiuto stesso…” mentre “…leprescrizioni ed i trattamenti devono essere ispira-ti ad aggiornate e sperimentate acquisizioniscientifiche, tenuto conto dell’uso appropriatodelle risorse, sempre perseguendo il beneficio delpaziente secondo criteri di equità…”L’ordine in questo senso non dovrebbe mai espri-mere giudizi “generici” su questioni terapeuticheche sono specifiche di singoli casi che attengonoalla pratica clinica. Auspichiamo peraltro che il medico proceda

sempre tenendo conto innanzitutto dell’indivi-dualità del paziente cercando con quest’ultimo dicondividere il percorso migliore sia sotto l’aspet-to diagnostico che anche terapeutico.In tal senso la comunicazione medico-pazienteassume d’altronde un ruolo preminente e non sipuò non richiamare l’art. 33 del Codice diDeontologia che impone al medico di “…fornireal paziente la più idonea informazione sulla dia-gnosi, sulla prognosi, sulle (…) prevedibili con-seguenze delle scelte operate”… “ al fine di pro-muovere la sua massima partecipazione possibilealle scelte decisionali” (…).Un rapporto privilegiato ed attento nei confrontidei pazienti si esprime in tutto questo e rappre-senta evidenza determinante anche sul versantedeontologico che da sola sembra consentire ilridimensionamento del problema segnalato; delpari a parere degli scriventi sembra opportunoconsigliare ai Colleghi di lasciare opportuna“traccia” del percorso clinico-terapeutico nelladocumentazione sanitaria anche ambulatoriale.Ci ha ammonito lo stesso Prof. Fiori, insigneMaestro medico-legale di recente ospite assaigradito del nostro Ordine, in un suo recente edi-toriale sul n. 4-5/07 della Rivista di MedicinaLegale a diffidare delle generalizzazioni desuntedalla lettura delle sentenze (“La medicina delleevidenze e delle scelte sta declinando verso lamedicina dell’obbedienza giurisprudenziale?”). Non vogliamo trascurare comunque il riferimen-

to giurisprudenziale che veniva richiamato dallaCollega ovvero la sentenza 1025 del 17/02/07della Cassazione Penale che nel caso esaminatostabiliva come il medico di Pronto Soccorsoavesse dimesso il paziente dopo la somministra-zione di una fiala di EN da 5 mg e non avrebberiportato nel foglio di dimissione a lui consegna-to quali fossero i possibili effetti collaterali delfarmaco.Nell’occasione però il medico aveva sommini-strato personalmente il farmaco non limitandosisoltanto a prescriverlo e non vi erano evidenzedel fatto che avesse avvisato il paziente sulle con-troindicazioni del medesimo; inoltre quest’ultimosi era poi subito messo al volante (!), né si devetrascurare che in quel caso la Cassazione avevacassato le precedenti sentenze di I° e II° grado edi certo da quest’ultima per come l’abbiamo lettaed analizzata nel merito non sembra che possanoragionevolmente ricavarsi principi assoluti daapplicarsi ipso facto alla pratica clinica.

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Leggi ecircolari

Leggi ecircolari La qualità della vita e

la qualità della mortesecondo la ChiesaCattolicaRingraziamo sentitamente il prof.

Edmondo Lanciarotta, sacerdote, filosofoe teologo, docente di “etica e deontolo-

gia” e di “teologia dell’educazione” presso laSISF-ISRE di Venezia, che ha gentilmente rispo-sto ad alcuni quesiti postigli riguardo alle proble-matiche che pone da un punto di vista religioso ladesistenza terapeutica. Questo articolo ci sottolinea come nel prendere ledecisioni di fine vita, c’è anche la necessità diuna visione che sia al di sopra dei bisogni o delleesigenze del singolo uomo. Da sottolineare ilconcetto di dignità che qui viene posto comeperno delle valutazioni della Chiesa riguardo alconcetto della qualità della morte, perché è fon-damentale il fatto che bisogna pensare alla desi-stenza terapeutica anche nell’ottica della dignitàumana. Ci si rende conto della difficoltà che pro-viene dall’affrontare questi temi, ma vale la penaporli per cercare di dare delle risposte a tutti colo-ro che soffrono nello spirito e nel corpo e perchéin fin dei conti abbiamo tutti bisogno di affronta-re con più serenità questo orizzonte che si chiamamorte.

Dott. Cristiano Samueli

Il concetto di desistenza terapeutica e di euta-nasia secondo la Chiesa Cattolica

1. Prima di entrare sulla specificità delle doman-de circa la ‘qualità della vita e la qualità dellamorte’ secondo la Chiesa Cattolica ed il problemadell’eutanasia vorrei porre tre brevi premessecirca il dolore e la sofferenza.La prima premessa. Il dolore e la sofferenzafanno parte di quei problemi contro cui gli uomi-ni di ogni epoca si sono scontrati non solo per ilfatto che li hanno sperimentati, ma anche perchésempre di nuovo si sono interrogati sul perché,sul significato e sull’origine. Poveri o ricchi, reli-

giosi o laici, occidentali e orientali: per tutti larealtà della sofferenza ha posto interrogativi,creato risposte, sperimentato prassi. Essa toccatroppo intimamente l’uomo: non esiste sofferen-za, ma uomini che soffrono. E la riflessione sorgecome domanda che diventa di volta in voltagrido, invocazione, pianto, rassegnazione, dispe-razione, silenzio. Ed è in queste diverse reazioniche si rivela tutta l’ambiguità dell’atteggiamentoumano verso la sofferenza: manifestazione di unlimite che permette di porsi nella prospettiva cor-retta per comprendere la condizione umana, maanche a rischio di negare questa stessa condizio-ne riducendola al puro dato biologico.La seconda premessa è che se la sofferenza è unproblema eterno, la riflessione su di essa deveessere continuamente contestualizzata: azionequesta mai definitivamente completata, esaurita.La terza premessa è che occorre tener conto dellanostra società che ha preteso di sopprimere ildolore e che, invece, è giunta non solo a creare

nuovi strumenti di sofferenza, ma a cancellareelementi fondamentali dell’umano.L’eliminazione del dolore è sembrata tantoimportante che si è rischiato di annullare l’auto-nomia dell’uomo. Il dolore è stato trasformato inproblema tecnico, spogliando l’uomo e il suo sof-frire di ogni significato. E così la società che permezzo della scienza e della tecnica doveva scon-figgere il dolore, appare oggi in preda a sofferen-ze e responsabilità pesantissime ed uniche.

2. La posizione della chiesa cattolica può esseresintetizzata così: “Il rispetto della vita umana dal-l’inizio al termine naturale della sua esistenza”:E’ il principio che dà unità all’ampio documentodi GIOVANNI PAOLO II Evangelium vitae, Ilvalore e l’inviolabilità della vita umana, (Letteraenciclica 25.3.1995.)E’ il principio che guida l’analisi realistica dellasituazione dell’umanità contemporanea a livellomondiale (la vita minacciata per le guerre, lafame, le carestie, dal progresso scientifico e tec-nico).E’ il principio etico che richiama come a suo fon-damento il principio ontologico della dignità edel valore di ogni vita umana.E’ il principio programmatico nel senso che esigedi essere realizzato nella storia delle persone,delle culture e dei popoli.Si nota una continuità ed anche una novità con ildocumento della CONGREGAZIONE PER LADOTTRINA DELLA FEDE Donum vitae(22.2.1987): il problema ‘vita’ è posto a livellomondiale.L’Enciclica, collocata nella storia della teologiamorale, presenta la novità in particolare in meri-to a una triplice problematica: la prima riguardala contraccezione di cui afferma, da un lato lasostanziale differenza dall’aborto e, dall’altro, uncerto nesso tra le due scelte. La seconda questio-ne riguarda la pena di morte, di cui si esige lacompleta abolizione, visto l’illogico riferimento,nelle società attuali, al principio della legittimadifesa. La terza questione riguarda il ruolo dellostato e i valori etici. E’ del tutto infondata l’accu-sa di fondamentalismo, come se la chiesa cattoli-ca volesse convertire, in leggi dello stato, le esi-genze della morale cattolica. Il criteriogiustizia/ingiustizia delle leggi civili non è datoda un codice religioso, ma dal codice dei dirittiumani.

3. ’Sacralità e qualità della vita’.Se da un lato la sacralità non può essere il crite-

rio assoluto ed esclusivo, dall’altro la qualità nonpuò essere elemento discriminante e soggettivo.Ritengo fondamentale allora mostrare la ragione-volezza di una scelta unitaria non sempre recepi-ta come tale, superando la visione riduttiva dico-tomica che attribuisce la prima all’etica cattolicae la seconda a quella laica. Si tratta di lavorare, dauna parte, perché i difensori della sacralitàabbandonino le costruzioni apologetiche che sfo-cerebbero in un vitalismo ad oltranza irrispettosodell’essere umano (il dovere morale è quello diprolungare la vita, non l’agonia); e dall’altra, idifensori della qualità rinuncino ad orgogliosiautonomismi sfocianti in un funzionalismo in cuil’uomo è misura di tutte le cose ed ogni decisio-ne viene sganciata da un oggettivo e forte riferi-mento valoriale, fino a giungere a codificare unnuovo concetto di normalità sociale fortementediscriminante. Occorre il confronto, l’incontro, il dialogo perchédalle tante bioetiche oggi esistenti si passi adun’unica e condivisa bioetica. Qualcuno preferi-sce parlare di ‘dignità della vita’. Tale criteriochiarisce il fatto che, al di là dei nostri schemisull’efficienza, la vita di ogni uomo, a qualsiasistadio del suo sviluppo, va rispettata come fine emai usata come mezzo.In altre parole la prosecuzione della vita umanafisica non è di per sé il principio primo ed asso-luto. Sopra di tutto sta la dignità della personaumana. Allora, la vita fisica va rispettata e difesa,ma non è il valore supremo e assoluto. E questo èuna posizione costante nel Magistero ecclesialeda Pio XII (cfr. Problemi religiosi e morali dellarianimazione, 24.11.1957,) a Giovanni Paolo II (Evangelium Vitae, 2). Il rispetto per la vita umananon è quindi dovuto a una sacralizzazione dellasua dimensione biologica, ma alla relazioned’amore con Dio che la vita testimonia e rendepossibile, e alla sua capacità di anticipare simbo-licamente la pienezza della vita eterna, che solavale incondizionatamente.

4. Circa il problema dell’Eutanasia.Tu non uccidere.Fin dalla più remota antichità l’esercizio dellamedicina è esclusivamente finalizzato alla salutee alla vita del malato. Oggi, tuttavia, si cerca dilegittimare possibili ‘eccezioni mediche’ all’as-solutezza del divieto di uccidere per motivazionidi priorità valoriale (es nell’aborto volontario…),pietà esistenziale (es, motivazione umanitaria,per il bene dell’altro…), ineluttabilità temporale(es.l’intervento anticiperebbe l’exitus irrimedia-bile), insussistenza individuale ( è la più moder-

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na delle motivazioni: si nega l’identità umanadell’embrione).I principali criteri etici di discernimento sonoriconducibili a tre ambiti.-Primo, riconoscere la vita al di là delle opzionietiche, e quindi, individuare nell’identità biologiadella vita umana le radici del suo significato bio-grafico (“nella biologia della generazione èinscritta la genealogia della persona” dice GIO-VANNI PAOLO II, in Evangelium vitae, n. 43).-Secondo ambito, tutelare il mistero incondizio-nato della vita: non tutte le vite svelano il lorosignificato, o in termini più apertamente teologi-co, il senso della loro chiamata divina, finoall’assoluta incomprensibilità di una vita chesoffre, di un embrione malformato. Allora,minacciare, anche se per motivazioni che oggipossono apparire umanitarie, l’assoluta libertàesistenziale dell’uomo reca in sé il germe di ognipossibile sopruso sulla vita stessa.-Terzo ambito, rispettare la coscienza (che è erimane ‘norma prossima’ dell’agire morale) spe-cialmente nelle situazioni conflittuali nelle qualinon sempre appare con chiarezza la scelta moral-mente retta.Il Magistero della Chiesa Cattolica, a vari livelli,ripropone la necessità di vivere la propria mortesecondo la dimensione personale e, nel contem-po, afferma l’illiceità morale di disporre in modoarbitrario della propria vita. Si pensi, per es. allaDichiarazione sull’Eutanasia dellaCongregazione per la dottrina della fede, nel1980, quando scrive che nessuno può disporre ‘apiacimento’ della propria vita), “l’eutanasia è ungesto che intende abbreviare la vita, causandopositivamente la morte”, oppure, nell’Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II in cui siafferma che l’atto di eutanasia è illecito perchémira direttamente all’eliminazione di ogni dolo-re. Si può fare, anche, riferimento al Catechismodella Chiesa Cattolica. Compendio al n. 471, e alCatechismo della Chiesa Cattolica al n. 2278.La norma del ‘Tu non uccidere’ ha subìto nellacultura attuale una certa incomprensione che èalla base anche di un certo consenso in bioetica.Un compito urgente della riflessione cristiana, misembra, è quello di riguadagnare l’evidenza delcarattere originario e non derivato di tale norma.Occorre, cioè, mostrare in che senso si possa par-lare di ‘un’intuizione morale’ e in che misura ciònon sia in contrasto con una figura razionale delsapere morale.L’uomo deve assumere la propria vita e la propriamorte non in modo arbitrario, ma con una deci-sione fatta di responsabilità libera e consapevole.

Questo principio etico, senza perdere il suo valo-re per ogni uomo, si specifica per il credentecome l’accettazione di una volontà di Dio cheegli vede non come imposizione arbitraria, macome garanzia che protegge e promuove anche lasua umanità. Occorre evitare due errori. Da unaparte la sostituzione della propria responsabilitàcon una volontà di Dio conosciuta solo attraver-so il fatto della vita fisica che continua, perchécontinuano le funzioni cardiovascolari e respira-torie. Dall’altra, parimenti sbagliata, la presun-zione di sentirsi svincolati da ogni criterio asso-luto, per quanto riguarda il proprio vivere e ilproprio morire, come se potesse esserci una liber-tà senza alcuna responsabilità.

5. Circa il problema della limitazione delle tera-pie e fino a quando curare, o sul concetto di desi-stenza terapeutica interessante resta l’articolo delCardinale CARLO MARIA MARTINI: “Io,Welby e la morte” in ‘Il Sole 24 ore’, Domenica21 gennaio 2007, proprio un anno fa.Il testo sembra rinviare alla ‘distinzione tra ucci-dere e lasciar morire’, una differenza che non èda tutti riconosciuta come moralmente rilevante.Nella prospettiva dell’utilitarismo si consideranomoralmente equivalenti due ordini di causalità,uno che fa capo all’agire umano e l’altro chedipende dal naturale decorso della malattia. Ladistinzione, invece, è da considerarsi discrimi-nante poiché la sospensione delle cure non pro-voca la morte, ma smette piuttosto di combatterei fattori che ne sono causa. Il che non significache l’omissione delle terapie non possa configu-rarsi in talune situazioni come eutanasia, ma que-sto si dà precisamente qualora la sospensioneriguardasse mezzi appropriati o proporzionati.Inoltre, sul come giudicare la proporzionalitàdelle terapie, il Cardinale Martini si richiamachiaramente alla posizione della Dichiarazionesull’Eutanasia del 1980, e cioè al ruolo di primopiano che svolge il malato nelle scelte riguardan-ti le cure. Ed è a proposito del rilievo da attribuir-si alla coscienza e alla volontà del malato, cheemerge l’accenno del Cardinale alla legge france-se del 22 aprile 2005, (considerata anche da espo-nenti ecclesiali condivisibile negli obiettivi edespressione di una sintesi interessante per unasocietà in cui è necessario comporre vedutemolto diverse) come esempio da prendere in con-siderazione.Allora, come affermavo prima, al di sopra dellavita fisica ci sta il principio della dignità umana,che da una parte esprime un’identità personalecostitutivamente relazionale ( quindi non riduci-

bile a decisioni individuali ed autoreferenziali) e,dall’altra, afferma il principio di autonomia cheè irrinunciabile, ma relativo, anzi relazionale,cioè non assoluto. In altre parole la libertà umanaè sempre situata e condizionata. Allora, alla lucedi questi riferimenti pare possibile un’intesasulle pratiche che il diritto sarà chiamato a rego-lare. Si tratta di aiutare al morente l’incontro el’accettazione della morte, non di collaborare allasua realizzazione; si tratta, cioè, di offrire unaccompagnamento ed un ‘aiuto nel morire, nonun aiuto per morire’.All’interno di questi principi vanno considerati,con precisione concettuale, i termini quali la‘desistenza terapeutica’, la rinuncia all’accani-mento terapeutico, il prodigarsi nelle cure pallia-

tive. Purtroppo la chiarezza concettuale non èsempre offerta nella stampa; questo genera con-fusione in un terreno ricco di implicazioni emo-tive, affettive, morali, religiose, giuridiche. Sipuò affermare che il Magistero Ecclesiale seguecon attenzione critica, passione pastorale, respon-sabilità professionale il dibattito in corso eviden-ziando le varie scuole o correnti di pensiero econtribuendo a presentare una sempre più appro-fondita e completa visione integrale della perso-na umana, storicamente situata, sempre piùresponsabile e libera delle proprie scelte dicoscienza.

prof. don Edmondo Lanciarotta

La nuova ECMLa pubblicazione del Progetto Per la Definizionee Implementazione del Programma Nazionale diEducazione Continua in Medicina da parte dellaCommissione Paritetica Stato-Regioni (CPSR)delimita le linee di sviluppo dell’ECM per i pros-simi anni. I punti salienti di tale documento sono:riconoscimento dell’interesse delle Regioni nelprogetto ECM (pg 7). Questo interesse si riflette-rà a più livelli, sia nell’accreditamento dei provi-der, sia nella definizione dei contenuti e metodidella formazione rimodulazione del ruolo deiprovider, che acquisiranno nuove e più ampiecompetenze e responsabilità nel sistema e di con-seguenza saranno soggetti a più stringenti con-trolli sui contenuti della formazione, le modalitàdi erogazione dei crediti, il conflitto di interessi(par.5.1) esplicito coinvolgimento dei libero pro-fessionisti. “Il sistema riguarda anche i liberi pro-fessionisti, che possono trovare in esso un meto-do di formazione continua e uno strumento diattestazione della propria costante riqualificazio-ne professionale” (cap.4, par.3) “Destinatari dellaFormazione Continua devono essere tutti gli ope-ratori sanitari ... compresi, dunque, i libero-pro-fessionisti” (cap.6 par.1) “Anche i liberi profes-sionisti sono impegnati ad assolvere l’obbligodella formazione continua, essendo uguali le lororesponsabilità deontologiche e legali nei confron-ti dei pazienti e della qualità delle prestazionisanitarie erogate” (cap 9.2.2 par.5) esplicitazionedell’obbligo formativo: “I crediti ECM sonoquantificati in termini di impegno temporale ed

un credito corrisponde approssimativamente adun’ora di lavoro del Professionista della Sanità”(cap.9.1 par 1) “...il medico deve dedicare ognianno una settimana lavorativa (40 ore) al suoaggiornamento professionale” (cap.9.2) afferma-zione del principio della gratuità della formazio-ne: “...in via di principio e di fatto, nessun oneredeve ricadere sui professionisti destinatari di unobbligo normativo” (cap. 12.1, par.5) In linea conquesto principio una considerevole parte deldocumento è dedicata alla selezione degli spon-sor e al conflitto di interesse, nonchè al problemadel finanziamento pubblico dell’ECM. Viceversain parziale contraddizione, proprio il paragrafoimmediatamente precedente quello citato, auspi-ca la “defiscalizzazione degli oneri sostenuti perla partecipazione ad attività accreditate ed inragione dell’obbligo da assolvere” da parte deilibero professionisti. Tale contraddizione varisolta in quanto non è possibile che nessun onerepossa ricadere sui professionisti e che nello stes-so tempo tale onere debba essere defiscalizzato.L’impressione è che ci si trovi di fronte a diverseredazioni succedutesi nel tempo ed indirizzate asoggetti diversi, e che quando si dice che la for-mazione deve essere gratuita ci si riferisce ai pro-fessionisti dipendenti o convenzionati, mentrequando si parla di oneri a carico dei professioni-sti ci si rivolga esclusivamente ai libero-profes-sionisti. Tale contraddizione va evidentementerisolta e di tale risoluzione devono farsi carico gliOrdini professionali in quanto garanti della pari

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Leggi ecircolari

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dignità e decoro di tutti gli iscritti, al fine di evi-tare regolamentazioni discriminatorie e penaliz-zanti all’interno dei propri iscritti.assegnazione di ruoli differenti rispetto al passa-to agli Ordini (garanti della formazione per i libe-ro professionisti: “è importante che il processoECM ... sia ... organizzato e pianificato, contem-perando le specificità individuali e professionalicon il contesto e gli intereassi generali, finalizza-ti all’assistenza. Queste componenti possonoessere integrate ... per i liberi professionisti alivello degli Ordini” pag.14, presenti con trecomponenti, due medici e un odontoiatra, nellaCommissione Nazionale ECM, cap.15.1) e per isindacati (rappresentati nella Consulta Nazionaledella Formazione Permanente, pg.32)affermazione di principio che il sistema premian-te deve prevalere su quello sanzionatorio: “Dunque la netta prevalenza delle motivazioniprofessionali su quelle economiche o di carriera,di premio o di sanzione (praticamente inesisten-ti)” (cap.14 par.2). Con questo si afferma l’iden-tità tra la filosofia base dell’ECM e il luogocomune che “non vi sono sanzioni”. Non si trattaevidente di una dimenticanza ma di una sceltaconsapevole e richiede anche a noi libero profes-sionista un cambio di atteggiamento. Al momen-to non solo non vi sono conseguenze negative perchi non acquisisce i crediti previsti, ma in aggiun-ta coloro che paventano situazioni negative per ilfuturo (assicurazioni che non coprono i sinistri,mancata autorizzazione degli ambulatori, etc.) lofanno in aperto contrasto con l’impostazionedell’ECM nazionale.

Il quadro delineato dalla CPSR stimola alcuneriflessioni da parte degli Ordini:anzitutto la formazione continua è un processoche può diventare estrememente controproducen-te o addirittura pericoloso se pensato in modoautonomo rispetto ai risultati che si vogliono rag-giungere. In altri termini noi possiamo pensare (edi fatto la CPSR pensa) un sistema astratto nelquale la FC svolge il compito di trasmettere aiprofessionisti i risultati del progresso scientificoe tecnologico. Ma questo è un quadro appuntoastratto e in quanto tale vuoto di contenuti e risul-tati, pericoloso se applicato acriticamente allarealtà concreta.Ciò che giustifica la formazione non è una qual-sivoglia teoria astratta di un processo formativo,ma i concreti avanzamenti tecnologico-scientifi-ci. A fronte di ogni concreto passo in avanti glienti responsabili della formazione devono imple-

mentare dei processi formativi adeguati da unlato al sapere da trasmettere (sapere, saper fare,fare), dall’altro ai soggetti concreti della forma-zione.

Questo significa che l’affermazionegenerale/generica della necessità di 50 ore annua-li di formazione in sé non ha alcunavalidità/significato concreto. E’ possibile che inun determinato arco temporale non vi siano novi-tà rilevanti sul piano scientifico tecnologico cosìcome che in qualche altro periodo di tempo visiano tante novità da richiedere ben più di 50 oredi formazione. Così come è possibile che vi sianorealtà professionali (caratterizzate dal punto divista anagrafico, geografico, di ambito lavorati-vo, etc.) che non abbisognano di formazione e dialtre che ne abbisognano in misura superiore allostandard.E’ chiaro che in questo contesto gli OrdiniProfessionali hanno perlomeno tre compiti:vigilare sulla necessità, efficacia ed efficienzadella formazione. Noi non possiamo in nessuncaso accettare che la formazione sia un obbligoastratto calato sui professionisti come un ulterio-re balzello senza alcuna contropartita. Gli OOPPdevono vigilare su ogni singola ora di formazio-ne richiesta, di cui dovrà essere documentao cosasi vuole insegnare a chi e come. Sarà anche com-pito degli OOPP verificare che tali obiettivi ven-gano raggiunti e che il loro raggiungimento siasignificativo, cioè cambi in modo sostanzialel’esercizio professionale.vigilare sull’onerosità del processo formativoevitando situazioni difformi tra professionistidiversi.vigilare sulla formazione dei professionisti. E’evidente che sarebbe veramente degradanteridurre la formazione al numero di crediti acqui-siti/ore dedicate. Tutti noi conosciamo asini chehanno passato anni sui libri senza concluderenulla. Gli OOPP devono essere in grado diimporre ulteriori obblighi formativi a coloro chenon raggiungono i risultati minimi e nel contem-po di esentare dalla formazione coloro che lihanno già raggiunti.

Alla luce di quanto detto la formazione per i pro-fessionisti deve essere:Pertinente. Dato per scontato il diritto per chiun-que di formarsi su qualunque ramo dello scibilemedico e non medico, la formazione nella misu-ra in cui è un processo obbligatorio su cui vigila-

no gli OOPP nell’interesse del cittadino, deveriguardare il ramo specifico di attività del profes-sionista.Importante. La formazione deve riguardare pro-gressi importanti della ricerca tecnologico-scien-tifica e non argomenti di ordine accademico.Rilevante. La formazione deve portare a cambia-menti misurabili nella prassi dei professionisti.

A chi tocca la verifica del rispetto di questi requi-siti della formazione? Possiamo fare due ipotesi:agli Ordini Professionali. Questa sarebbe l’ipote-si più logica e razionale, credo tuttavia che gliOOPP non abbiano le risorse né economiche néumane per una attività.i provider propongono i corsi, gli OOPP verifica-no il rispetto dei requisiti delle proposte pervenu-te. Credo che sia una strada più percorribile, acondizione che la griglia valutativa e la filosofiasottostante siano ben chiare.

CONCLUSIONI

Quando noi abbiamo terminato di fornire ad unpaziente tutte le informazioni necessarie al con-senso informato, spesso ci sentiamo domandare:me lei se fosse al posto mio cosa farebbe? (allafaccia della fine della medicina patriarcale). Alla fine della presente analisi della strutturaattuale dell’ECM si tratta di fornire delle conclu-sioni che non possono essere altro che arbitrariee determinate dal personale background culturalee filosofico di chi scrive. Ovviamente le valuta-zioni che seguono non pretendono di avere alcunvalore documentale, e possono essere tranquilla-mente dismesse in quanto valutazioni soggettive,che altro non pretendono di essere.A mio parere l’attuale impianto dell’ECM nazio-nale configura un sistema burocratico e farragi-noso, con diversi punti deboli, che non entreràmai in vigore a pieno regime.I punti deboli sono anzitutto dati dalla diversitàdei soggetti da sottoporre a formazione. Il siste-ma ECM vorrebbe occuparsi di tutti i professio-nisti della salute, dagli infermieri ai primari, pub-blici, convenzionati e libero-professionisti.Ciascuno di questi soggetti parte da un bagaglioproprio e differente da quello degli altri soggettiper il proprio curriculum specifico ma anche peri propri interessi economici, per il contesto lavo-rativo, la concorrenza, la valutazione, e via elen-cando.Il punto più debole del sistema tuttavia consiste

nel tentativo di regolamentare fin nei minimi par-ticolari quegli aspetti che più facilmente si pre-stano ad abusi, che sono l’attribuzione dei creditie le sponsorizzazioni. Ci troviamo di fronte aquel fenomeno che Kolakovski definisce di ipe-regolamentazione, e che vediamo anche, per fareun esempio, nella regolamentazione dell’esamedi accesso all’università. Per correggere il valoredel test d’ingresso si ritiene di attribuire un pun-teggio anche al voto di maturità. Si scopre tutta-via che alcune classi e alcune scuole hanno votiin media molto più alti di altre classi e altre scuo-le. Si propone perciò di correggere il punteggioattribuito al voto di maturità confrontandolo conla media dei voti della classe di appartenenza. Inquesto modo tuttavia si verrebbero a penalizzarele classi di “geni” che realmente meritano tuttivoti più alti, contraddicendo uno dei dati assoda-ti della pedagogia che mostra l’importanza del-l’esempio e dell’emulazione nell’apprendimento:i geni verrebbero scoraggiati dalla compagniacon altri geni anziché stimolati. Di converso gli“scarsi” verrebbero premiati dall’appartenere aduna classe di scarsi e incoraggiati a rimanervi,sempre in contrasto con il principio precedente.Si tratta perciò di introdurre un correttivo al pun-teggio del voto di maturità introdotto come uncorrettivo del test di ammssione...Così nell’ECM ci troviamo di fronte ad una seriedi norme che trovano la propria ragion d’esserenel fatto che si ritiene che ogni soggetto coinvol-to nel processo sia potenzialmente disonesto epossa attribuire crediti o accettare sponsorizza-zioni per interesse personale e che parimenti glialtri soggetti coinvolti non abbiano la forza mora-le per denunciare tali comportamenti.Si genera così un sistema in cui l’operato di cia-scun soggetto viene regolamentato in ogni parti-colare e il rispetto di tale regolamentazione vieneverificato da appositi controllori, la cui attività apropria volta viene puntualmente descritta e con-trollata...Dopo tale descrizione forse appare ridondantesottolineare che a mio parere questo circolovizioso può essere interrotto solo dal coinvolgi-mento degli Ordini Professionali e dal riconosci-mento della natura deontologica degli stessi. Nonv’è dubbio che alcuni nutrano molti dubbi sullaqualità deontologia degli OOPP, ma affermareche una strada è impervia non significa in alcunmodo identificare un percorso alternativo.

Documento presentato dal Pres. CAO dott.Cosimo Tomaselli e approvato all’unanimità

nella seduta del Consiglio del 30.10.07

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Leggi ecircolari

Leggi ecircolari

L’Ordine dei Medici Chirurghi e degliOdontoiatri di Venezia ha partecipato aifesteggiamenti del Policlinico San Marco di

Mestre, che ha tagliato quest’anno il significativotraguardo.

Le felicitazioni dell’Ordine, ovviamente, oltre cheai responsabili e operatori della casa di cura con-venzionata della terraferma veneziana, vannoprima di tutto a quei colleghi che hanno contribui-to con la loro professionalità alla crescita delPoliclinico, che si è affermato sempre più comepunto di riferimento importante per la tutela dellasalute della popolazione mestrina e non solo.Non è infatti un caso che proprio il Policlinico SanMarco stesso abbia voluto riconoscerne l’opera,premiando, il giorno dei festeggiamenti pubblici,

tre colleghi con un riconoscimento particolare. Lascelta, tra i molti che si sono alternati con ottimirisultati nella struttura di via Zanotto, è caduta sutre medici che tuttora vi prestano la propria attività,distinguendosi per alcuni progetti particolari daloro stessi sostenuti.La dottoressa Maria Paccagnella, responsabiledell’area di Medicina Fisica Riabilitativa, ha rice-vuto la medaglia d’oro proprio dalle mani delladottoressa Caterina Boscolo (intervenuta all’eventoin rappresentanza del Presidente dell’Ordine) inquanto, come riportato nella motivazione, “si èdistinta per la competente dedizione all’attivitàsulle disabilità più complesse, la coerente continui-tà, l’attenzione al lavoro in team e alla crescitaprofessionale dei suoi collaboratori, la rara capa-cità di mettersi sempre in discussione per migliora-re la professionalità. Tali caratteristiche sottolinea-no la sua capacità di essere leader indiscusso nelproprio campo professionale”.Identico riconoscimento è andato al dottor AntonioMaestri, aiuto anziano di Medicina e ViceDirettore Sanitario del Policlinico, in quanto com-ponente del Comitato per il Risk Management,“per aver dimostrato di saper coniugare prepara-zione e notevole competenza professionale coneccellenti capacità analitiche, buon senso, grandedisponibilità e correttezza nei rapporti interprofes-sionali, risultando per tutti leader nel campo dellacultura per la prevenzione dei rischi.Grazie al suo costante impegno, si sta sviluppandoefficacemente negli operatori sanitari della Casadi Cura l’abitudine a segnalare gli eventi sentinel-la, ad imparare dagli errori e dagli eventi avversi,a programmare le azioni ed i cambiamenti neces-sari per aumentare la sicurezza dei pazienti e, diconseguenza, la fiducia dei cittadini nella struttu-ra”- alla motivazione letta dal Direttore Generaledel Policlinico San Marco, Alberto Graffitti, èseguita la consegna della medaglia d’oro attraversole mani del professor Duilio Chiandussi,Consigliere delegato del Policlinico -.

L’Ordine dei Medici Chirurghi e degliOdontoiatri della Provincia di Venezia hapreso atto delle segnalazioni di diversi

Colleghi della Medicina Generale che lamentava-no indicazioni non chiare da parte delle AziendeULSS in merito al certificato che autorizza allacremazione del cadavere di un paziente iscrittonei loro elenchi.

Contestualmente è stata esaminata la legislazionevigente, più precisamente il DPR 10.09.90, n.285 (Allegato II) che all’art. 79, comma 4 avevaprevisto che il certificato in carta libera andasseredatto dal medico curante o (“aut”) dal mediconecroscopo con firma autenticata dal coordinato-re sanitario e che dallo stesso risultasse escluso ilsospetto di morte dovuta a reato, la successivaCircolare del Ministero della Sanità 24.06.93 cheaffidava ai “curanti” la compilazione della sche-da ISTAT e la più recente L. 130 del 30.03.01recante “Disposizioni in materia di cremazione edispersione delle ceneri” che introduceva modifi-

che all’art. 411 del Codice Penale e disposizionidi modifica al Regolamento di Polizia Mortuariain materia specifica di cremazione, della qualemancano peraltro ancora i relativi decreti attuativi.

Dalla compilazione di un qualunque certificatoda parte di un sanitario discendono d’altrondeprecise responsabilità sia di natura giuridica chedeontologica ed è senz’altro necessario che ilsanitario sia certo che l’evento non sia dovuto areato né che ve ne possa essere anche il semplicesospetto, derivando da ciò la necessità di proce-dere all’accertamento dei mezzi e delle precisecause del decesso in questione, ciò che in ultimaanalisi sembra possibile solo per mezzo dellaconoscenza dei fatti e l’acquisizione di tutti quel-li che sono gli elementi clinico-circostanziali col-legati al fatto in oggetto o che comunque si abbiaavuto la possibilità di accertare il decesso permezzo di una puntuale e scrupolosa ispezionecadaverica.La figura del medico necroscopo a questo pro-

Senza nulla voler togliere agli appena citati colle-ghi, particolare significato ha infine assunto la pre-miazione del dottor Lorenzo Menegaldo, respon-sabile dell’Hospice Ospedaliero “Cure SupportoOncologico”, a tutt’oggi l’unico hospice intraospe-daliero presente in Veneto, ma il cui mantenimentoè stato nei mesi scorsi al centro di una lunga vicen-da (ad oggi non ancora risolta), con la ventilatapossibilità di chiusura, che ha scatenato una lungaserie di reazioni di segno contrario, sia in campoassistenzialistico che in quello politico.Il dottor Menegaldo, a cui va ascritto il merito di

aver creato dal nulla l’hospice, è stato premiato conla seguente motivazione: “perché, individuataparecchi anni fa l’enorme richiesta della popola-zione veneziana relativamente alle cure e sostegnodei malati oncologici terminali, ha saputo realizza-re una struttura adeguata allo scopo che a tutt’og-gi è punto di riferimento di tutta la cittadinanzaveneziana. In particolare, il dottor Menegaldo hasaputo formare dei collaboratori estremamentecapaci e soprattutto motivati per un compito diffi-cile e impegnativo, sia da un punto di vista profes-sionale che umano, offrendo ai pazienti ed ai lorofamiliari un appoggio ed un riferimento spessoprovvidenziale. Ha saputo inoltre guadagnarsi conduro lavoro la fiducia ed il sostegno degli operato-ri sanitari del territorio e dell’ospedale, delle isti-tuzioni e della cittadinanza, riuscendo con autore-volezza, libertà di pensiero e disinteressatamente adifendere in ogni avversità l’iniziativa da lui realiz-zata”.

Renzo Malatesta - Direttore Sanitario Casa di CuraPoliclinico San Marco

La casa di curapoliclinico San Marcoha festeggiato 50anni di vita

Autorizzazioni allacremazione

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Leggi ecircolari

Leggi ecircolari

posito riveste ancora oggi il ruolo di pubblicoufficiale con funzioni autorizzative e certificativeche produce un’attestazione tecnica che si confi-gura come “atto d’ufficio” posto a garanzia dellaprocedura nel suo complesso.

Tutto quanto sopra riferito sarà dunque possibileper mezzo di visita accurata sul cadavere al finedi riconoscere i segni che attestano la realtà dellamorte o se del caso anche di eventuali altri chesostanzino più propriamente l’obbligo del refertoo che possano comunque indurre il sanitario arichiedere riscontro diagnostico per quei casi neiquali sussistano dubbi sulla effettiva causa dellamorte.

D’altro canto non sembra ragionevole che possacertificare alcunché ai fini della cremazione ilmedico di medicina generale od altro sanitarioche non abbia potuto prestare assistenza al mala-to nei momenti che immediatamente avevano

preceduto il decesso o che comunque non cono-scesse alcunché di tutto quanto aveva riguardatopiù direttamente il fatto.

In questo senso sembra andare anche la disposi-zione della Regione Lombardia che con proprioatto deliberativo e successiva Circolare n. 7/SANaveva specificato come il certificato medico peril nulla osta alla cremazione andasse redattoesclusivamente dal medico che veniva incarica-to dall’ASL con funzioni di medico necroscopo eche dunque a far data dall’1.10.04 non andassepiù redatto dal medico di famiglia, ciò che pro-prio in ragione di tutto quanto più sopra è statoesposto nel dettaglio questo Consigliodell’Ordine si sente di condividere senza riserve.

Il Consiglio dell’Ordine dei Medici Chirurghi edegli Odontoiatri della Provincia di Venezia

Venezia 19.XII. 2007

Tracciabilità delleparcelle: questi isoggetti esoneratiCon la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n.260 dell’8/11/’07 del decreto 3/10/’07 del ministe-ro dell’Economia e delle finanze si è data attuazio-ne al comma 69, art. 1, della legge Finanziaria2007 (legge 296/’06) che prevede l’esonero dialcune categorie di soggetti dall’obbligo di effet-tuare i pagamenti delle parcelle professionali attra-verso l’utilizzo di strumenti tracciabili.Il decreto, “considerate le difficoltà che avrebbe-ro alcuni soggetti per ragioni economiche, socialie legali nell’adempiere all’obbligo di pagare icompensi degli esercenti arti e professionimediante assegni bancari non trasferibili o bonifi-ci, ovvero con altre modalità di pagamento banca-rio o postale, nonché mediante sistemi di paga-mento elettronico e ritenuta la necessità di esone-rare alcune categorie di persone dall’utilizzo distrumenti di pagamento diversi dal denaro con-tante”, stabilisce che a partire dal primo novem-bre 2007 sono esonerati dall’utilizzo di strumentitracciabili (assegni non trasferibili, bancomat,carte di credito, bonifici) e possono utilizzare

senza limiti i contanti per il pagamento delle par-celle professionali:le persone fisiche il cui reddito complessivo nonsia superiore all’importo annuo dell’assegnosociale di cui all’art. 3, commi 6 e 7, della legge 8agosto 1995, n. 335;le persone fisiche non residenti ai sensi dell’art. 2del Testo unico delle imposte sui redditi di cui aldecreto del Presidente della Repubblica 22dicembre 1986, n. 917;i diversamente abili che presentano una minora-zione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata oprogressiva, che è causa di difficoltà di apprendi-mento, di relazione o di integrazione lavorativa etale da determinare un processo di svantaggiosociale o di emarginazione ai sensi dell’art. 3della legge 5 febbraio 1992, n. 104.A giustificazione della condizione di esonero ilpaziente deve sottoscrivere una dichiarazionesostitutiva di atto di notorietà (ex artt. 2 e 47, DPRn. 445/200) che andrà conservata dal professioni-sta.

LA FONDAZIONE ARS MEDICA DI VENEZIAORGANIZZA L’EVENTO FORMATIVO

La comunicazione Medico-Paziente:comunicare una cattiva notizia

L’evento avrà quattro edizioni:

1° EDIZ: 9 APRILE 2008 Ore: 16.30 - 21.00 Aula Girardi Ospedale Civile S. Donà di Piave2° EDIZ: 15 APRILE 2008 Ore: 16.30 - 21.00 Aula Riunioni Distretto Chioggia3° EDIZ: 7 MAGGIO 2008 Ore: 16.30 - 21.00 Sala Riunioni Ordine dei Medici Mestre4° EDIZ: 28 MAGGIO 2008 Ore: 16.30 - 21.00 Sala Riunioni Ospedale Civile Noale

PROGRAMMA

16.30 - 16.45 Registrazione dei partecipanti16.45 - 17.00 Saluti del Presidente della Fondazione Ars Medica di Venezia

(dott. Giorgio Meneghelli) 17.00 - 17.30 Note di medicina narrata: dire, non dire, dire troppo… Quella volta che…

Imparare dall’esperienza(dott. Renzo Baccichetto, dott. Daniele Bernardi, 1° edizione)(dott. Angelo Frascati, 2° edizione)(dott. Flavio Scanferla, 3° edizione)(dott. Marco Michieletto, dott Raffaele Franzolin 4° edizione)

17.30 - 18.00 Il concetto di malattia e morte nel tempo. Il ruolo della medicina.(prof. Camillo Barbisan, bioeticista)

18.00 - 18.40 Comunicare una cattiva notizia. Le forme e i contenuti.(dr.ssa Nilla Verzolatto, psicologa)

18.40 - 19.20 La comunicazione tra codice deontologico e bisogni del paziente. (prof. Camillo Barbisan, bioeticista)

19.20 - 20.40 Discussione 20.40 Compilazione del test di gradimento e del test di apprendimento21.00 Conclusione dei lavori

Il Corso è in fase di accreditamento presso il Centro Regionale ECM Veneto

Segreteria Organizzativa: Segreteria OMCeO Venezia, Via Mestrina 86, Mestre (VE)Tel: 041 989479 Fax: 041989663e-mail: [email protected]

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Attivitàdell’Ordine

Attivitàdell’Ordine FEDER.S.P.E.V.

CONSIDERAZIONI E PROPOSTE PENSIONISTICHE

Gli anni si moltiplicano, ma la vita ha sempre deivalori, molti ancora da scoprire: dobbiamo lotta-re contro un ostracismo insensato che mina sem-pre più il futuro di tutti, specie di chi oggi lavora,produce con impegno e fatica.Nell’età pensionabile, in un paese civile e demo-cratico, non dovrebbe iniziare la lotta per lasopravvivenza, per la negazione di molti diritti ela repressione di ogni speranza.La nostra strada e lastricata di “no”. Un netto “sì”è invece per la contribuzione fiscale: siamo l’uni-ca categoria ad assolvere pienamente, senzadiscussione, un dovere civico non da tutti semprerispettato.Oggi, all’alba della vita come alla fine dei nostrigiorni, manca l’interesse della società e, per dipiù, si rischia quotidianamente l’eliminazionespesso, purtroppo, anche legalizzata: solo i bravie i potenti, i sani e i belli sono considerati e spes-so osannati, fattore dominante è l’utilità.La forza della Federspev non può essere se nonquella del richiamo dignitoso e cortese che non faarrendere.La chiusura assoluta e assurda dei sindacati dellatriplice e del Governo dimostra chiaramente chenon esiste, al momento, alcuna possibilità di sal-vaguardia delle nostre pensioni: siamo immersitotalmente nell’ipocrisia, elemento stabile di giu-dizio e di aiuto, mentre il degrado aumenta congli anni, ad alta definizione d’immobilismo.E’ stato forse un atto improprio del periodo lavo-rativo, l’accantonamento dei contributi versati?

Comunque siamo certa-mente un peso per questasocietà, considerati comeparassiti o, ancor peggio,come quelli che tolgono ilpane di bocca ai giovani.Si parla sempre di pensio-ni future, mentre ci sonodiciassette milioni dianziani che possono paci-ficamente, se sono fortu-nati, aspettare, nel disagioe nell’incertezza.Il Presidente Nazionaledella Federspev dott.Eumenio Miscetti svolgeun’attivita’ continua,

importante e obbligatoriamente ripetitiva,cogliendo ogni occasione, a tutti i livelli, per farconoscere e risolvere i nostri problemi, abituatoad ogni ostacolo ed assenteismo.Ricordo le lettere aperte comparse su “AzioneSanitaria” indirizzate: al Presidente Nazionaledella FNOMCeO Bianco (05/09/06) pubblicataanche sul nostro Notiziario 01/07, al Capo delGoverno Prodi (28/12/06) e da ultimo alPresidente della Repubblica Napolitano(26/07/07).Gli interessi degli attivi devono essere stretta-mente collegati a quello pensionistico: un seriolavoro, a proposito, può ricavare, per tempo,qualche promozione validamente utile.I Sindacati medici hanno voce, possibilità di con-fronto e di lotta, sarebbe sciocco non intervenireper difendere e salvare un patrimonio, un dirittoadeguato e ben preciso acquisito con fatica eintoccabile.Coordinare, informare, stimolare e proporre: lanostra scelta, un lavoro duro e difficile, al qualesiamo abituati.Dobbiamo ritrovare degli amici, il piacere di unaiuto reciproco, perché le nostre convinzionisono anche le loro.Sono convinto che questa sia una strada persegui-bile, una svolta di politica sindacale che scende incampo con una delle sue migliori rivendicazioni.L’Ordine dei Medici - Chirurghi e degliOdontoiatri della nostra provincia è depositario epromotore delle nostre aspettative, stringendo

con noi una valida intesa, che sicuramente darà isuoi frutti: quale supremo coordinatore, facendosuo il problema pensionistico, oso dire quasi isti-tuzionale, promuoverà incontri e convegni perportare avanti il dialogo conoscitivo e costrutti-vo, allargherà l’informazione e la comunicazionecon i mezzi a disposizione, riferimento sicuro edautorevole.La tutela del pensionato ed in particolare dell’an-ziano è un punto d’onore in uno stato civile, cer-tamente il più rilevante tra gli obiettivi della sicu-rezza sociale.La sensibilità e la disponibilità del Presidentedell’Ordine, nell’affrontare questo impegno, ciconforta non poco, una promessa per ogni buon

risultato.Un risveglio di idee, un’apertura nuova e sincera,una compartecipazione esaltante accompagnanoquesto nuovo evento.A volte ci si chiede il perché di tanti silenzi, neltempo, perduto!La meta, per i più fortunati, è la stessa, la pensio-ne, scandita dall’età che per tutti avanza.La giovinezza è una malattia della quale si guari-sce presto, la vecchiaia è una realtà non lontana evuota, che la società ha l’obbligo di lasciarla pro-grammare come una nuova vita.

Giuliano Sassi

Diritti per tutti…Anziani: una realtà che non può essere ignorata.Il potere d’acquisto delle pensioni.Quote ISTAT.“Economie” e stangate.Il peso del fisco.La cessione del quinto della pensione.Il lavoro per gli anziani.La riforma della previdenza pubblica.L’aumento delle pensioni minime.La reversibilità delle pensioni.Le pensioni d’annata.Indebiti veri e falsi.Le prestazioni assistenziali.Invalidi veri e falsi.Le protesi.Gli acquisti reali con trattenute sulle pensioni.Organizzazione e politica unitaria di tutti i pen-sionati.Separazione tra previdenza e assistenza.Gli Enti privatizzati.Rappresentanza dei pensionati negli EntiPrevidenziali.L’assistenza ospedaliera.Le lunghe attese.La riabilitazione.L’assistenza domiciliare.L’incidenza dei ticket.Le mutue private.Le abitazioni per gli anziani.Le case di riposo.Lo sport per anziani e le attività motorie.L’aggiornamento culturale.“Non è mai troppo tardi”.

Le barriere architettoniche.L’anagrafe nazionale delle badanti.Le vacanze dei pensionati.La (sconosciuta) educazione civica.I servizi per le emergenze.I drammi dell’abbandono.Il Telesoccorso.Volontariato vero o falso.Un nuovo Ministero.La giornata del pensionato organizzata dallaFEDER.S.P.E V.il 23 settembre di ogni anno, manifestazione alivello regionale e sezionale in tutta Italia, a dife-sa dei nostri diritti.

Giuliano Sassi

LA COMPLESSITÀ DEGLI ASPETTI CHE INTERESSANO LANOSTRA CATEGORIA DI PENSIONATI(da un riassunto del Presidente, già comparso su “Azione Sanitaria”)

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FEDER.S.P. E V.Federazione

SanitariPensionati e

Vedove

12 gennaio 2008 È mancato il dott. Italo Franzoso

Abbiamo percorso insieme un cammino di impe-gno morale, sociale e professionale, ci siamoscambiati le nostre idee, i progetti e le speranze.Tu ci hai saputo dare preziosi suggerimenti einsegnamenti con la fermezza dei grandi maestri,ma con la semplicità degli uomini buoni.Caro Italo, hai lasciato la terra, ma non la vita, sei

nei nostri pensieri e nei nostri ricordi, per la tuaonestà, la tua generosità, la tua amicizia, veri bla-soni di grande nobiltà, sempre presente per tuttiquei valori che arricchiscono, ogni giorno, lanostra vita.Anche nella malattia tollerata come grande inco-modo, non hai mai voluto venir meno a quelli cheritenevi essere i doveri inderogabili di unPresidente.Con tua moglie Vanna e i tuoi figli, siamo immer-si nel dolore di oggi, ma benediciamo il tempoche ci è stato donato di averti avuto come uomo,medico, sposo, padre, amico e collega che conl’esempio si è imposto, tutto sacrificando conardore e fede.Se le lacrime irrorano il nostro volto, c’è un dia-logo che non si è interrotto.Grazie per tutto quello che abbiamo ricevuto; datutti noi, dalla tua FEDER.S.P.E V. l’ultimo acco-rato saluto!

Giuliano Sassi

È mancato il dott.Italo Franzoso

I giovedì dell’Ordine

Codice deontologico e profilo del consensoinformato: le novità nel rapporto medico-pazienteRelazione introduttiva dell’avv. Simone ZancaniRelatore: prof. Daniele Rodriguez - medicolegale

GIOVEDI’ 20 MARZO 2008 Ore 20.00

Responsabilità delle figure apicali e lavoro inequipeRelazione introduttiva dell’avv. Simone ZancaniRelatore: dott. Gianni Maria Barbuti - medicolegale

GIOVEDI’ 3 APRILE 2008 Ore 20.00

Valutazione e liquidazione del danno a personaRelazione introduttiva dell’avv. Simone ZancaniRelatore: prof. Massimo Montisci - medicolegale

GIOVEDI’ 15 MAGGIO 2008 Ore 20.00

Recupero crediti nell’esercizio della libera pro-fessioneRelatori: avv. Simone Zancani - consulentelegale dell’Ordinedott. Moreno Breda - consigliere dell’Ordine

GIOVEDI’ 29 MAGGIO 2008 Ore 20.00

Sicurezza delle cure e gestione del rischio clinicoRelazione introduttiva dell’avv. Simone ZancaniRelatori: dott. Salvatore Ramuscello - vicepre-sidente dell’Ordinedott. Davide Roncali- medico legale, tesorieredell’Ordine

GIOVEDI’ 12 GIUGNO 2008 Ore 20.00

Il contenzioso in sanità: sviluppo dei sistemi digestioneRelazione introduttiva dell’avv. Simone ZancaniRelatore: dott. Enrico Pedoja - medico legale

GIOVEDI’ 3 LUGLIO 2008 Ore 20.00

Sede: Sala riunioni dell’Ordine dei Medici di Venezia - Via Mestrina 86 Mestre

Ciclo di seminari sugli aspetti medico-legali dellaprofessione medica ed odontoiatrica.Tutti gli incontri costituiscono un unico corso diaggiornamento in fase di accreditamento pressol’ ECM Veneto

Considerata la limitata capienza della sala dell’Ordine, i Colleghi interessati sono prega-ti di dare la propria adesione alla segreteria (fax: 041989663 e-mail: [email protected]) ENTRO E NON OLTRE IL 14 MARZO 2008

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La previdenza dimedici ed odontoiatri:conoscerla epianificarla

PROGRAMMA

8.00 - 8.15 Saluti delle Autorità

8.15 - 8.30 Introduzione al corso (dott. Moreno Breda, Consigliere OMCeO Venezia)

8.30 - 10.30 ENPAM: Fondi Obbligatori(dott. Giovanni Pietro Malagnino, Vicepresidente ENPAM)

10.30 - 12.30 La previdenza del medico dipendente(dott. Claudio Testuzza, Medico Pubblicista)

12.45 - 14.45 La previdenza integrativa: Fondo Sanità(dott. Luigi Daleffe, Medico Specialista)

14.45 - 15.00 Conclusioni(dott. Pierluigi Allibardi, Consigliere OMCeO Venezia)

15.00 - 15.15 Questionario di apprendimento e Scheda di valutazione

LUOGO: NUOVO TEATRO MIRANO, Via della Vittoria, 75 Mirano (VE) DATA: Sabato 05 Aprile 2008

La partecipazione al corso è gratuita.Segreteria Organizzativa:Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di VeneziaTel. 041 / 989479 Fax 041 / 989663E-Mail: [email protected] iscrizioni verranno accettate almeno 5 giorni prima presso la sede dell’Ordine e il gior-no del convegno fino al raggiungimento del numero previsto.Evento in valutazione per l’assegnazione dei crediti ECM Nazionali.