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Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana Anno 51 N. 4 Settembre 2017

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Notiziariodella

ConferenzaEpiscopale

Italiana

Anno 51N. 4 Settembre 2017

“Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/2012”;Pubblicazione informativa no profit

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Anno 51 - Numero 4 30 settembre 2017

MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO PER LA GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO (14 gennaio 2018) pag. 141

MESSAGGIO CONGIUNTO DI PAPA FRANCESCO E DEL PATRIARCA ECUMENICO BARTOLOMEO PER LA GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER IL CREATO(1 settembre 2017) » 147

LETTERA DELLA CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI AI VESCOVISUL PANE E IL VINO PER L’EUCARISTIA » 149

CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTERoma, 25 - 27 settembre 2017– Comunicato finale » 152

LETTERA AGLI INSEGNANTI DI RELIGIONE CATTOLICADELLA COMMISSIONE EPISCOPALE PER L’EDUCAZIONECATTOLICA, LA SCUOLA E L’UNIVERSITÀ(1 settembre 2017) » 159

MODIFICA DELLE DISPOSIZIONI CIRCA I CONTRIBUTI IN FAVORE DEI BENI CULTURALI ECCLESIASTICI E DELL’EDILIZIA DI CULTO » 164

Sommario

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NOTIZIARIO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

a cura della Segreteria Generale

ANNO 51 - NUMERO 4 30 SETTEMBRE 2017

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Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (14 gennaio 2018)

Accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati

Cari fratelli e sorelle!

«Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è natofra voi; tu l’amerai come te stesso perché anche voi siete stati forestieriin terra d’Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio» (Lv 19,34).

Durante i miei primi anni di pontificato ho ripetutamente espressospeciale preoccupazione per la triste situazione di tanti migranti e ri-fugiati che fuggono dalle guerre, dalle persecuzioni, dai disastri natu-rali e dalla povertà. Si tratta indubbiamente di un “segno dei tempi”che ho cercato di leggere, invocando la luce dello Spirito Santo sin dal-la mia visita a Lampedusa l’8 luglio 2013. Nell’istituire il nuovo Dica-stero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ho voluto che unasezione speciale, posta ad tempus sotto la mia diretta guida, esprimessela sollecitudine della Chiesa verso i migranti, gli sfollati, i rifugiati e levittime della tratta.

Ogni forestiero che bussa alla nostra porta è un’occasione di in-contro con Gesù Cristo, il quale si identifica con lo straniero accoltoo rifiutato di ogni epoca (cfr Mt 25,35.43). Il Signore affida all’amorematerno della Chiesa ogni essere umano costretto a lasciare la pro-

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pria patria alla ricerca di un futuro migliore1. Tale sollecitudine deveesprimersi concretamente in ogni tappa dell’esperienza migratoria:dalla partenza al viaggio, dall’arrivo al ritorno. È una grande respon-sabilità che la Chiesa intende condividere con tutti i credenti e gli uo-mini e le donne di buona volontà, i quali sono chiamati a risponderealle numerose sfide poste dalle migrazioni contemporanee con gene-rosità, alacrità, saggezza e lungimiranza, ciascuno secondo le propriepossibilità.

Al riguardo, desidero riaffermare che «la nostra comune rispostasi potrebbe articolare attorno a quattro verbi fondati sui principi delladottrina della Chiesa: accogliere, proteggere, promuovere e integrare»2.

Considerando lo scenario attuale, accogliere significa innanzituttooffrire a migranti e rifugiati possibilità più ampie di ingresso sicuro elegale nei paesi di destinazione. In tal senso, è desiderabile un impegnoconcreto affinché sia incrementata e semplificata la concessione di vi-sti umanitari e per il ricongiungimento familiare. Allo stesso tempo,auspico che un numero maggiore di paesi adottino programmi disponsorship privata e comunitaria e aprano corridoi umanitari per i ri-fugiati più vulnerabili. Sarebbe opportuno, inoltre, prevedere visti tem-poranei speciali per le persone che scappano dai conflitti nei paesi con-finanti. Non sono una idonea soluzione le espulsioni collettive e arbi-trarie di migranti e rifugiati, soprattutto quando esse vengono eseguiteverso paesi che non possono garantire il rispetto della dignità e dei di-ritti fondamentali3. Torno a sottolineare l’importanza di offrire a mi-granti e rifugiati una prima sistemazione adeguata e decorosa. «I pro-grammi di accoglienza diffusa, già avviati in diverse località, sembranoinvece facilitare l’incontro personale, permettere una migliore qualitàdei servizi e offrire maggiori garanzie di successo»4. Il principio dellacentralità della persona umana, fermamente affermato dal mio amatopredecessore Benedetto XVI5, ci obbliga ad anteporre sempre la sicu-rezza personale a quella nazionale. Di conseguenza, è necessario for-mare adeguatamente il personale preposto ai controlli di frontiera. Lecondizioni di migranti, richiedenti asilo e rifugiati, postulano che ven-gano loro garantiti la sicurezza personale e l’accesso ai servizi di base.In nome della dignità fondamentale di ogni persona, occorre sforzarsi

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1 Cfr Pio XII, Cost. Ap. Exsul Familia, Tit. I, I.2 Discorso ai partecipanti al Forum Internazionale “Migrazioni e pace”, 21 febbraio 2017.3 Cfr Intervento dell’Osservatore permanente della Santa Sede alla 103ª Sessione del Con-siglio dell’OIM, 26 novembre 2013.4 Discorso ai partecipanti al Forum Internazionale “Migrazioni e pace”.5 Cfr Benedetto XVI, Lett. Enc. Caritas in veritate, 47.

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di preferire soluzioni alternative alla detenzione per coloro che entranonel territorio nazionale senza essere autorizzati6.

Il secondo verbo, proteggere, si declina in tutta una serie di azioniin difesa dei diritti e della dignità dei migranti e dei rifugiati, indipen-dentemente dal loro  status migratorio7. Tale protezione comincia inpatria e consiste nell’offerta di informazioni certe e certificate primadella partenza e nella loro salvaguardia dalle pratiche di reclutamentoillegale8. Essa andrebbe continuata, per quanto possibile, in terra d’im-migrazione, assicurando ai migranti un’adeguata assistenza consolare,il diritto di conservare sempre con sé i documenti di identità personale,un equo accesso alla giustizia, la possibilità di aprire conti bancari per-sonali e la garanzia di una minima sussistenza vitale. Se opportuna-mente riconosciute e valorizzate, le capacità e le competenze dei mi-granti, richiedenti asilo e rifugiati, rappresentano una vera risorsa perle comunità che li accolgono9. Per questo auspico che, nel rispetto del-la loro dignità, vengano loro concessi la libertà di movimento nel paesed’accoglienza, la possibilità di lavorare e l’accesso ai mezzi di teleco-municazione. Per coloro che decidono di tornare in patria, sottolineol’opportunità di sviluppare programmi di reintegrazione lavorativa esociale. La Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo offreuna base giuridica universale per la protezione dei minori migranti. Adessi occorre evitare ogni forma di detenzione in ragione del loro statusmigratorio, mentre va assicurato l’accesso regolare all’istruzione pri-maria e secondaria. Parimenti è necessario garantire la permanenza re-golare al compimento della maggiore età e la possibilità di continuaredegli studi. Per i minori non accompagnati o separati dalla loro fami-glia è importante prevedere programmi di custodia temporanea o affi-damento10. Nel rispetto del diritto universale ad una nazionalità, que-sta va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e lebambine al momento della nascita. La apolidia in cui talvolta vengonoa trovarsi migranti e rifugiati può essere facilmente evitata attraverso«una legislazione sulla cittadinanza conforme ai principi fondamentali

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6 Cfr Intervento dell’Osservatore Permanente della Santa Sede alla XX Sessione del Con-siglio dei Diritti Umani, 22 giugno 2012.7 Cfr Benedetto XVI, Lett. Enc. Caritas in veritate, 62.8 Cfr Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e degli Itineranti, Istr. Erga mi-grantes caritas Christi, 6.9 Cfr Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti al VI Congresso Mondiale per la pastoraledei Migranti e dei Rifugiati, 9 novembre 2009.10 Cfr Id., Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato (2010); Osserva-tore Permanente della Santa Sede, Intervento alla XXVI Sessione Ordinaria del Consiglioper i Diritti dell’Uomo sui diritti umani dei migranti, 13 giugno 2014.

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del diritto internazionale»11. Lo status migratorio non dovrebbe limita-re l’accesso all’assistenza sanitaria nazionale e ai sistemi pensionistici,come pure al trasferimento dei loro contributi nel caso di rimpatrio.

Promuovere vuol dire essenzialmente adoperarsi affinché tutti imigranti e i rifugiati così come le comunità che li accolgono siano mes-si in condizione di realizzarsi come persone in tutte le dimensioni checompongono l’umanità voluta dal Creatore12. Tra queste dimensioni variconosciuto il giusto valore alla dimensione religiosa, garantendo atutti gli stranieri presenti sul territorio la libertà di professione e prati-ca religiosa. Molti migranti e rifugiati hanno competenze che vannoadeguatamente certificate e valorizzate. Siccome «il lavoro umano persua natura è destinato ad unire i popoli»13, incoraggio a prodigarsi af-finché venga promosso l’inserimento socio-lavorativo dei migranti e ri-fugiati, garantendo a tutti – compresi i richiedenti asilo – la possibilitàdi lavorare, percorsi formativi linguistici e di cittadinanza attiva eun’informazione adeguata nelle loro lingue originali. Nel caso di mino-ri migranti, il loro coinvolgimento in attività lavorative richiede di es-sere regolamentato in modo da prevenire abusi e minacce alla loro nor-male crescita. Nel 2006 Benedetto XVI sottolineava come nel contestomigratorio la famiglia sia «luogo e risorsa della cultura della vita e fat-tore di integrazione di valori»14. La sua integrità va sempre promossa,favorendo il ricongiungimento familiare – con l’inclusione di nonni,fratelli e nipoti –, senza mai farlo dipendere da requisiti economici. Neiconfronti di migranti, richiedenti asilo e rifugiati in situazioni di disa-bilità, vanno assicurate maggiori attenzioni e supporti. Pur consideran-do encomiabili gli sforzi fin qui profusi da molti paesi in termini dicooperazione internazionale e assistenza umanitaria, auspico che nelladistribuzione di tali aiuti si considerino i bisogni (ad esempio l’assi-stenza medica e sociale e l’educazione) dei paesi in via di sviluppo chericevono ingenti flussi di rifugiati e migranti e, parimenti, si includanotra i destinatari le comunità locali in situazione di deprivazione mate-riale e vulnerabilità15.

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11 Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e gli Itineranti e Pontificio Consi-glio  Cor Unum,  Accogliere Cristo nei rifugiati e nelle persone forzosamente sradicate,2013, 70.12 Cfr Paolo VI, Lett. Enc. Populorum progressio, 14.13 Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Centesimus annus, 27.14 Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2007.15 Cfr Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e gli Itineranti e Pontificio Con-siglio Cor Unum, Accogliere Cristo nei rifugiati e nelle persone forzosamente sradicate,2013, 30-31.

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16 Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato2005, 24 novembre 2004.

L’ultimo verbo, integrare, si pone sul piano delle opportunità di ar-ricchimento interculturale generate dalla presenza di migranti e rifu-giati. L’integrazione non è «un’assimilazione, che induce a sopprimereo a dimenticare la propria identità culturale. Il contatto con l’altro por-ta piuttosto a scoprirne il “segreto”, ad aprirsi a lui per accoglierne gliaspetti validi e contribuire così ad una maggior conoscenza reciproca.È un processo prolungato che mira a formare società e culture, renden-dole sempre più riflesso dei multiformi doni di Dio agli uomini»16. Taleprocesso può essere accelerato attraverso l’offerta di cittadinanza sle-gata da requisiti economici e linguistici e di percorsi di regolarizzazio-ne straordinaria per migranti che possano vantare una lunga perma-nenza nel paese. Insisto ancora sulla necessità di favorire in ogni modola cultura dell’incontro, moltiplicando le opportunità di scambio inter-culturale, documentando e diffondendo le buone pratiche di integra-zione e sviluppando programmi tesi a preparare le comunità locali aiprocessi integrativi. Mi preme sottolineare il caso speciale degli stra-nieri costretti ad abbandonare il paese di immigrazione a causa di crisiumanitarie. Queste persone richiedono che venga loro assicurata un’as-sistenza adeguata per il rimpatrio e programmi di reintegrazione lavo-rativa in patria.

In conformità con la sua tradizione pastorale, la Chiesa è disponi-bile ad impegnarsi in prima persona per realizzare tutte le iniziative so-pra proposte, ma per ottenere i risultati sperati è indispensabile il con-tributo della comunità politica e della società civile, ciascuno secondole responsabilità proprie.

Durante il Vertice delle Nazioni Unite, celebrato a New York il 19settembre 2016, i  leader mondiali hanno chiaramente espresso la lorovolontà di prodigarsi a favore dei migranti e dei rifugiati per salvare leloro vite e proteggere i loro diritti, condividendo tale responsabilità alivello globale. A tal fine, gli Stati si sono impegnati a redigere ed ap-provare entro la fine del 2018 due patti globali (Global Compacts), unodedicato ai rifugiati e uno riguardante i migranti.

Cari fratelli e sorelle, alla luce di questi processi avviati, i prossimimesi rappresentano un’opportunità privilegiata per presentare e soste-nere le azioni concrete nelle quali ho voluto declinare i quattro verbi.Vi invito, quindi, ad approfittare di ogni occasione per condividerequesto messaggio con tutti gli attori politici e sociali che sono coinvolti– o interessati a partecipare – al processo che porterà all’approvazionedei due patti globali.

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Oggi, 15 agosto, celebriamo la solennità dell’Assunzione di MariaSantissima in Cielo. La Madre di Dio sperimentò su di sé la durezzadell’esilio (cfr Mt 2,13-15), accompagnò amorosamente l’itineranza delFiglio fino al Calvario e ora ne condivide eternamente la gloria. Allasua materna intercessione affidiamo le speranze di tutti i migranti e irifugiati del mondo e gli aneliti delle comunità che li accolgono, affin-ché, in conformità al sommo comandamento divino, impariamo tuttiad amare l’altro, lo straniero, come noi stessi.

Dal Vaticano, 15 agosto 2017Solennità dell’Assunzione della B.V. Maria

FRANCESCO

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Messaggio congiunto di Papa Francesco e del Patriarca ecumenico Bartolomeo per la Giornata Mondiale di preghiera per il Creato(1 settembre 2017)

Il racconto della creazione ci offre una veduta panoramica sulmondo. La Scrittura rivela che “in principio” Dio designò l’umanità acollaborare nella custodia e nella protezione dell’ambiente naturale. Al-l’inizio, come leggiamo in Genesi (2,5), «nessun cespuglio campestreera sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perché il SignoreDio non aveva fatto piovere sulla terra e non c’era uomo che lavorasseil suolo». La terra ci venne affidata come dono sublime e come ereditàdella quale tutti condividiamo la responsabilità finché, “alla fine”, tuttele cose in cielo e in terra saranno ricapitolate in Cristo (cfr Ef 1,10). Ladignità e la prosperità umane sono profondamente connesse alla curanei riguardi dell’intera creazione.

Tuttavia, “nel frattempo”, la storia del mondo presenta una situa-zione molto diversa. Ci rivela uno scenario moralmente decadente, do-ve i nostri atteggiamenti e comportamenti nei confronti del creato of-fuscano la vocazione ad essere collaboratori di Dio. La nostra tendenzaa spezzare i delicati ed equilibrati ecosistemi del mondo, l’insaziabiledesiderio di manipolare e controllare le limitate risorse del pianeta,l’avidità nel trarre dal mercato profitti illimitati: tutto questo ci ha alie-nato dal disegno originale della creazione. Non rispettiamo più la na-tura come un dono condiviso; la consideriamo invece un possesso pri-vato. Non ci rapportiamo più con la natura per sostenerla; spadroneg-giamo piuttosto su di essa per alimentare le nostre strutture.

Le conseguenze di questa visione del mondo alternativa sono tra-giche e durevoli. L’ambiente umano e quello naturale si stanno deterio-rando insieme, e tale deterioramento del pianeta grava sulle personepiù vulnerabili. L’impatto dei cambiamenti climatici si ripercuote, in-nanzitutto, su quanti vivono poveramente in ogni angolo del globo. Ilnostro dovere a usare responsabilmente dei beni della terra implica ilriconoscimento e il rispetto di ogni persona e di tutte le creature viven-ti. La chiamata e la sfida urgenti a prenderci cura del creato costitui-scono un invito per tutta l’umanità ad adoperarsi per uno sviluppo so-stenibile e integrale.

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Pertanto, uniti dalla medesima preoccupazione per il creato di Dioe riconoscendo che la terra è un bene in comune, invitiamo caldamentetutte le persone di buona volontà a dedicare, il 1° settembre, un tempodi preghiera per l’ambiente. In questa occasione, desideriamo offrireun rendimento di grazie al benevolo Creatore per il magnifico dono delcreato e impegnarci a custodirlo e preservarlo per il bene delle genera-zioni future. Alla fine, sappiamo che ci affatichiamo invano se il Signo-re non è al nostro fianco (cfr Sal 126/127), se la preghiera non è al cen-tro delle nostre riflessioni e celebrazioni. Infatti, un obiettivo della no-stra preghiera è cambiare il modo in cui percepiamo il mondo allo sco-po di cambiare il modo in cui ci relazioniamo col mondo. Il fine diquanto ci proponiamo è di essere audaci nell’abbracciare nei nostri sti-li di vita una semplicità e una solidarietà maggiori.

Noi rivolgiamo, a quanti occupano una posizione di rilievo in am-bito sociale, economico, politico e culturale, un urgente appello a pre-stare responsabilmente ascolto al grido della terra e ad attendere ai bi-sogni di chi è marginalizzato, ma soprattutto a rispondere alla supplicadi tanti e a sostenere il consenso globale perché venga risanato il creatoferito. Siamo convinti che non ci possa essere soluzione genuina e du-ratura alla sfida della crisi ecologica e dei cambiamenti climatici senzauna risposta concertata e collettiva, senza una responsabilità condivisae in grado di render conto di quanto operato, senza dare priorità allasolidarietà e al servizio.

Dal Vaticano e dal Fanar, 1 settembre 2017

PAPA FRANCESCO E IL PATRIARCA ECUMENICO BARTOLOMEO

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Lettera della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ai Vescovi sul pane e il vino per l’Eucaristia

1. La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacra-menti, per incarico del Santo Padre Francesco, si rivolge ai Vescovidiocesani (e ai loro equiparati a norma del diritto) per ricordare che adessi, anzitutto, spetta provvedere degnamente a quanto occorre per lacelebrazione della Cena del Signore (cf. Lc 22,8.13). Al Vescovo, primodispensatore dei misteri di Dio, moderatore, promotore e custode dellavita liturgica nella Chiesa a lui affidata (cf. CIC can. 835 §1), competedi vigilare sulla qualità del pane e del vino destinati all’Eucaristia e,quindi, su coloro che li preparano. Allo scopo di essere d’aiuto, si ri-chiamano le disposizioni esistenti e si suggeriscono alcune indicazionipratiche.

2. Mentre finora sono state, in genere, alcune comunità religiose aprendersi cura di confezionare il pane e il vino per la celebrazionedell’Eucarestia, oggi questi si vendono anche nei supermercati, in altrinegozi e tramite internet. Per non lasciare dubbi circa la validità dellamateria eucaristica, questo Dicastero suggerisce agli Ordinari di dareindicazioni in merito, ad esempio garantendo la materia eucaristicamediante appositi certificati.

L’Ordinario è tenuto a ricordare ai sacerdoti, in particolare ai par-roci e ai rettori delle chiese, la loro responsabilità nel verificare chiprovvede il pane e il vino per la celebrazione e l’idoneità della materia.

Spetta inoltre all’Ordinario informare e richiamare al rispetto as-soluto delle norme i produttori di vino e di pane per l’Eucaristia.

3. Le norme circa la materia eucaristica, indicate nel can. 924 delCIC e ai numeri 319 - 323 dell’Institutio generalis Missalis Romani, so-no già state spiegate nell’Istruzione Redemptionis Sacramentum di que-sta Congregazione (25 marzo 2004):

a) «Il pane utilizzato nella celebrazione del santo Sacrificio eucaristicodeve essere azzimo, esclusivamente di frumento e preparato di re-cente, in modo che non ci sia alcun rischio di decomposizione. Neconsegue, dunque, che quello preparato con altra materia, anche se

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cereale, o quello a cui sia stata mescolata materia diversa dal fru-mento, in quantità tale da non potersi dire, secondo la comune esti-mazione, pane di frumento, non costituisce materia valida per la ce-lebrazione del sacrificio e del sacramento eucaristico. È un graveabuso introdurre nella confezione del pane dell’Eucaristia altre so-stanze, come frutta, zucchero o miele. Va da sé che le ostie devonoessere confezionate da persone che non soltanto si distinguano peronestà, ma siano anche esperte nel prepararle e fornite di strumentiadeguati» (n. 48).

b) «Il vino utilizzato nella celebrazione del santo Sacrificio eucaristicodeve essere naturale, del frutto della vite, genuino, non alterato, nécommisto a sostanze estranee. […] Con la massima cura si badi cheil vino destinato all’Eucaristia sia conservato in perfetto stato e nondiventi aceto. È assolutamente vietato usare del vino, sulla cui ge-nuinità e provenienza ci sia dubbio: la Chiesa esige, infatti, certezzarispetto alle condizioni necessarie per la validità dei sacramenti.Non si ammetta, poi, nessun pretesto a favore di altre bevande diqualsiasi genere, che non costituiscono materia valida» (n. 50).

4. La Congregazione per la Dottrina della Fede, nella Lettera circo-lare ai Presidenti delle Conferenze Episcopali circa l’uso del pane con po-ca quantità di glutine e del mosto come materia eucaristica (24 luglio2003, Prot. N. 89/78 – 17498), ha reso noto le norme riguardanti le per-sone che, per diverse e gravi motivazioni, non possono assumere panenormalmente confezionato o vino normalmente fermentato:

a) «Le ostie completamente prive di glutine sono materia invalida perl’Eucaristia. Sono materia valida le ostie parzialmente prive di gluti-ne e tali che sia in esse presente una quantità di glutine sufficienteper ottenere la panificazione senza aggiunta di sostanze estranee esenza ricorrere a procedimenti tali da snaturare il pane» (A. 1-2).

b) «Il mosto, cioè il succo d’uva, sia fresco sia conservato sospendendo-ne la fermentazione tramite procedure che non ne alterino la natura(ad es. congelamento), è materia valida per l’Eucaristia» (A. 3).

c) «Gli Ordinari sono competenti a concedere la licenza di usare panea basso tenore di glutine o mosto come materia dell’Eucaristia a fa-vore di un singolo fedele o di un sacerdote. La licenza può essereconcessa abitualmente, finché duri la situazione che ne ha motivatola concessione» (C. 1).

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5. La medesima Congregazione ha inoltre deciso che la materiaeucaristica confezionata con organismi geneticamente modificati puòessere considerata materia valida (cf. Lettera al Prefetto della Congre-gazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, 9 dicembre2013, Prot. N. 89/78 – 44897).

6. Quanti confezionano il pane e producono il vino per la celebra-zione devono nutrire la coscienza che la loro opera è orientata al Sa-crificio Eucaristico e ciò domanda loro onestà, responsabilità e compe-tenza.

7. Al fine dell’osservanza delle norme generali, gli Ordinari posso-no utilmente accordarsi a livello di Conferenza Episcopale, dando in-dicazioni concrete. Attesa la complessità di situazioni e circostanze, co-me il venir meno del rispetto per l’ambito del sacro, si avverte la neces-sità pratica che, per incarico dell’Autorità competente, vi sia chi effet-tivamente garantisca la genuinità della materia eucaristica da parte deiproduttori come della sua conveniente distribuzione e vendita.

Si suggerisce, ad esempio, che una Conferenza Episcopale possaincaricare una o più Congregazioni religiose oppure altro Ente in gra-do, di compiere le necessarie verifiche sulla produzione, conservazionee vendita del pane e del vino per l’Eucaristia in un dato Paese e in altriPaesi in cui vengano esportati. Si raccomanda anche che il pane e il vi-no destinati all’Eucaristia abbiano un conveniente trattamento nei luo-ghi di vendita.

Dalla sede della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, 15 giugno 2017Solennità del Ss.mo Corpo e Sangue di Cristo

✠ ARThUR ROChE ROBERT CARD. SARAh

Arcivescovo Segretario Prefetto

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Consiglio Episcopale PermanenteRoma, 25 - 27 settembre 2017

Comunicato finale

Con un messaggio di vicinanza, affetto e condivisione al Santo Padre, siè chiusa mercoledì 27 settembre la sessione autunnale del Consiglio Episco-pale Permanente, riunito a Roma da lunedì 25 sotto la guida del CardinalePresidente, Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia – Città della Pieve.

La nota che ne ha caratterizzato i lavori è stata quella di una franca cor-dialità, con cui i Vescovi hanno innanzitutto ripreso, valorizzato e approfon-dito i contenuti della prolusione del Cardinale Presidente.

A partire da una prima sintesi delle risposte dalle Diocesi al Questionariopreparato in vista del prossimo Sinodo dei Vescovi, il Consiglio Permanentesi è, quindi, confrontato in merito alla necessità di assumere come prioritariala formazione cristiana delle giovani generazioni.

Con l’intento di favorirne il rilancio, il Consiglio Permanente si è con-frontato sul Progetto Policoro, quale strumento di animazione, formazione ebuone pratiche, nella prospettiva dell’evangelizzazione. I Vescovi hanno indi-viduato, al riguardo, un percorso possibile di verifica e ridefinizione delle fi-nalità e del governo del Policoro.

Nella volontà di assumere fino in fondo le indicazioni del Santo Padre inmerito alla missione del Vangelo per la protezione di tutti i minori e adultivulnerabili, il Consiglio Permanente ha condiviso alcune buone prassi e si èimpegnato, anche attraverso un gruppo di lavoro, a mettere a punto un ser-vizio di prevenzione e formazione.

Ai Vescovi è stato presentato l’Instrumentum laboris, predisposto dalComitato Scientifico e Organizzatore per la prossima Settimana Sociale deiCattolici Italiani (Cagliari, 26-29 ottobre 2017).

I membri del Consiglio Permanente hanno condiviso l’itinerario che staportando allo scioglimento della Fondazione Centro Unitario per la Coopera-zione Missionaria (CUM) per confluire nella Fondazione Missio.

I Vescovi hanno condiviso la proposta di attribuire competenze e finalitàdell’Ufficio Nazionale per l’apostolato del mare a una sezione dell’Ufficio Na-zionale per i problemi sociali e il lavoro.

In Consiglio Permanente è stato presentato il Motu Proprio MagnumPrincipium e le sue conseguenze sulla edizione dei libri liturgici della CEI. IVescovi hanno autorizzato un testo da sottoporre alle Conferenze EpiscopaliRegionali e, quindi, all’approvazione dell’Assemblea Generale circa gli orien-tamenti per nuove disposizioni relative a contributi a favore dei beni culturaliecclesiastici ed edilizia di culto.

Il Consiglio Permanente, infine, ha approvato il Messaggio per la Gior-nata nazionale per la Vita e ha provveduto ad alcune nomine.

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1. Un volto di Chiesa“Il nostro pensiero si stringe a Lei nell’intento di raggiungerLa con

la fraterna cordialità che ha animato queste nostre giornate collegiali”.Il messaggio con cui si è concluso il Consiglio Permanente esprime, ol-tre alla “gratitudine del cuore” e all’“affetto delle nostre Chiese” per ilPapa, il clima che ne ha caratterizzato i lavori. Un clima che si è respi-rato fin dall’inizio, con l’adesione convinta dei Vescovi allo stile evan-gelico e allo sguardo pastorale della prolusione del Cardinale Presiden-te. È stato condiviso il suo richiamo alla necessità di offrire, innanzi-tutto, la parola della Grazia, ponendo al centro l’annuncio del Vangelo:con questa prospettiva, è stato esemplificato, si può essere davvero vi-cini ai giovani in cerca di lavoro come alle famiglie ferite nelle relazio-ni. Apprezzata anche la volontà di camminare sempre più insieme, co-me Chiesa sinodale, che coinvolge a valorizza il contributo di ciascuno:in questa direzione, si è evidenziata la necessità di riprendere lo spiritodel Convegno ecclesiale nazionale di Firenze, il discorso programmati-co del Santo Padre, gli obiettivi concreti additati.

Tra i temi più ripresi ed approfonditi nel confronto tra i Vescovi,l’accoglienza dei migranti, con l’attenzione a favorirne l’integrazioneanche attraverso “il riconoscimento di una nuova cittadinanza a quantisono nati in Italia, parlano la nostra lingua e assumono la nostra me-moria storica, con i valori che porta con sé”; il richiamo ai cattolici im-pegnati in politica a non contrapporsi tra “cattolici della morale” e“cattolici del sociale”; l’importanza di porre un’attenzione più puntualeal linguaggio usato dalla Chiesa come pure alle questioni ambientali,nella prospettiva dell’enciclica Laudato si’.

2. Sinodo, dall’ascolto alla propostaIl Consiglio Permanente si è confrontato sul tema dei giovani a

partire un’analisi sintetica delle risposte dalle Diocesi al Questionariopredisposto in vista del prossimo Sinodo dei Vescovi, dedicato appuntoa “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.

La fotografia mostra un Paese che non è per i giovani, dove questifaticano a entrare nel mondo del lavoro, quindi a staccarsi dalla fami-glia d’origine e a sposarsi. La lettura della situazione evidenzia come –pur a fronte di difficoltà nel rapporto intergenerazionale – non manchi-no iniziative pastorali portate avanti con passione, che coinvolgono lenuove generazioni. La condivisione delle pratiche individua luoghi edesperienze significative di pastorale vocazionale.

Nel vivace confronto tra i Vescovi si è dato voce all’urgenza chetutta la Chiesa italiana sia coinvolta nell’assumere come prioritarial’educazione dei giovani, con un’attenzione integrale che proponga lorola persona di Gesù Cristo e il suo Vangelo come centrale per ogni di-

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mensione della vita. Nella consapevolezza di muoversi in una culturadove manca l’adulto – nel senso che vive essenzialmente per se stesso –si avverte l’importanza di non cedere alla rassegnazione e di incorag-giare sacerdoti ed educatori a spendersi per l’accompagnamento e laformazione delle giovani generazioni, sapendo riconoscere i segni diprogressivo risveglio delle coscienze e il ritorno delle domande sulla vi-ta. La via principale, è stato evidenziato, rimane quella della testimo-nianza sia personale che ecclesiale, nell’attenzione a investire sui for-matori e sugli insegnanti di religione. L’educazione all’affettività e allasessualità rimane uno degli ambiti più ripresi negli interventi.

Tra le iniziative promosse dal Servizio Nazionale – oltre a unostrumento informatico per sostenere l’ascolto dei giovani, accessibileda gennaio – la costituzione a livello diocesano di un gruppo di lavoroche coinvolga, accanto a rappresentanti della pastorale giovanile, quellidella pastorale vocazionale, di quella familiare e di quella scolastica. Laprossima estate vedrà le Diocesi proporre ai giovani pellegrinaggi versoluoghi di spiritualità e convergere, quindi, nei giorni 11-12 agosto a Ro-ma per l’incontro con il Santo Padre.

3. Policoro, memoria e futuroAd oltre vent’anni dalla sua nascita, il Progetto Policoro è presen-

te in 139 Diocesi, si esprime in oltre 700 “Gesti concreti” (cooperati-ve, consorzi, imprese), occupa circa 3000 persone. Nel contempo, na-tura e finalità dell’esperienza non sono più di immediata evidenza. Diqui la volontà del Consiglio Permanente di favorirne il rilancio e ladiffusione con un percorso di confronto che coinvolga le ConferenzeEpiscopali Regionali, verifichi in sede diocesana il coinvolgimentodella comunità, la qualità degli animatori e del coordinamento tra pa-storale giovanile, pastorale del lavoro e Caritas, il rapporto con la fi-liera delle associazioni laicali, per giungere infine a una restituzionein Assemblea Generale.

Tale passaggio, nelle intenzioni dei Vescovi, vuol essere occasioneper far memoria dei tratti identificativi del Progetto, che fin dall’iniziointende offrire alle Chiese locali strumenti e opportunità per incontrare– nella prospettiva dell’evangelizzazione e attraverso un processo edu-cativo e formativo – giovani disoccupati o precari e stimolare la lorocapacità di iniziativa.

4. Abusi sessuali, oltre lo scandaloRispetto a un tema grave per la vita della Chiesa com’è quello re-

lativo ad abusi sessuali nei confronti di minori e di adulti vulnerabili,il Consiglio Permanente si è trovato compatto nel ribadire l’esigenza ditrovare risposte sempre più puntuali e adeguate.

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Al riguardo, con l’adozione delle Linee guida (2012) la Chiesa ita-liana ha messo in fila precise indicazioni circa i profili canonistici e pe-nalistici. In questi anni, inoltre, in alcune Diocesi si sono avviati servizidi tutela dei minori, che vedono il coinvolgimento di esperti, attività distudio e informazione, accoglienza di eventuali segnalazioni. I Vescovi,nel presentare tali iniziative, hanno dato voce alla necessità di favorirein maniera decisa un cambio di mentalità e di atteggiamenti, anchesulla scorta dei continui richiami del Santo Padre. Si tratta di un per-corso che intendono portare avanti congiuntamente con i referenti delmondo dei religiosi.

In particolare, l’ulteriore passo che i membri del Consiglio Perma-nente avvertono come prioritario concerne la sfera della prevenzione edella formazione. Per questo hanno salutato con favore la recente co-stituzione, presso la Segreteria Generale, di un gruppo di lavoro, dalprofilo multidisciplinare, attento ad approfondire tanto gli ambiti edu-cativi e organizzativi, quanto quelli di carattere più giuridico e comu-nicativo. La finalità è quella di accompagnare in maniera sistematicale Diocesi, con orientamenti e protocolli destinati a sacerdoti, genitori,educatori e operatori pastorali, come pure con la sensibilizzazione eformazione dei ragazzi.

I Vescovi hanno evidenziato come da un simile impegno possa ve-nirne beneficiata tanto la Chiesa, in termini di fiducia e credibilità, quan-to il più ampio contesto sociale. Su proposta della Presidenza, il Consi-glio Permanente ha designato S.E. Mons. Lorenzo Ghizzoni quale refe-rente della CEI per la Pontificia Commissione per la tutela dei minori.

5. Lavoro, Cagliari e oltreNell’imminenza della 48ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani,

dedicata ai temi del lavoro, ai Vescovi è stato presentato l’Instrumen-tum laboris, quale testo aperto che intende offrire la base di riferimen-to comune. È stato evidenziato come nelle problematiche di una diffi-cile stagione per l’occupazione il punto di partenza rimangano i volti ele storie delle persone. L’appuntamento di Cagliari (26-29 ottobre2017), nelle intenzioni del Comitato Scientifico e Organizzatore, diven-ta essenzialmente l’occasione per “iniziare processi”, che impegnino lecomunità cristiane e la società italiana nel suo insieme. Si chiede un la-voro degno, in quanto la persona è tale; un lavoro, quindi, che ne ri-spetta la vita e i suoi ritmi, la sicurezza e l’ambiente. Accanto e oltre ladenuncia, l’attenzione è alla valorizzazione di buone pratiche per im-parare da quanti sono riusciti a vincere la sfida di creare valore econo-mico e buon lavoro.

La Settimana Sociale intende assumere e rilanciare alcune propo-ste concrete, che le giornate di Cagliari contribuiranno a individuare.

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6. VarieLa contrazione e l’invecchiamento dei fidei donum, un Paese che si

scopre terra di missione, una Chiesa attenta a ridare ragione della mis-sio ad gentes: a fronte di un contesto rapidamente mutato, i membri delConsiglio Permanente hanno condiviso l’itinerario di semplificazionesocietaria che sta portando allo scioglimento della Fondazione CentroUnitario per la Cooperazione Missionaria (CUM). In questo modo laFondazione Missio diventa a tutti gli effetti – come previsto nel suo at-to costitutivo – l’unico organismo della Chiesa italiana con funzione dipromozione e raccordo complessivo del mondo missionario. I Vescovihanno sottolineato l’importanza che nel nuovo scenario continui l’im-pegno di formazione: lo slancio missionario rimane, infatti, il termo-metro della vitalità di ogni Diocesi.

Il Consiglio Permanente ha condiviso la proposta di attribuirecompetenze e finalità dell’Ufficio Nazionale per l’apostolato del mare auna sezione dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro. Siintende in tal modo sviluppare un approccio più organico e sinergicoal tema della cura dei naviganti e dei marittimi, tema di fatto stretta-mente connesso a quello della presenza della Chiesa nel mondo del la-voro. Nella prossima sessione di gennaio sarà, quindi, presentata labozza di un nuovo Regolamento in materia.

In Consiglio Permanente è stato presentato il Motu Proprio Ma-gnum Principium e sono state individuate le prospettive per allineare illavoro della Commissione Episcopale per la liturgia al nuovo quadronormativo.

I Vescovi hanno autorizzato un testo da sottoporre alle ConferenzeEpiscopali Regionali e, quindi, all’approvazione dell’Assemblea Gene-rale circa orientamenti per nuove disposizioni relative a contributi a fa-vore dei beni culturali ecclesiastici ed edilizia di culto.

I Vescovi hanno approvato il Messaggio per la 40ª Giornata nazio-nale per la Vita (4 febbraio 2018) dal titolo: “Il Vangelo della vita, gioiaper il mondo”.

7. NomineNel corso dei lavori, il Consiglio Episcopale Permanente ha prov-

veduto alle seguenti nomine:– Membri della Commissione Episcopale per la dottrina della fede,

l’annuncio e la catechesi: S.E. Mons. Luigi RENNA, Vescovo di Ceri-gnola - Ascoli Satriano; S.E. Mons. Roberto FILIPPINI, Vescovo di Pe-scia.

– Delegato della CEI presso la Commissione degli Episcopati della Co-munità Europea (COMECE): S.E. Mons. Mariano CROCIATA, Vescovodi Latina - Terracina - Sezze - Priverno.

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– Vescovo promotore dell’apostolato del mare: S.E. Mons. FrancescoALFANO, Arcivescovo di Sorrento - Castellammare di Stabia.

– Direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi giuridici: Mons. Giu-seppe BATURI (Catania).

– Responsabile del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile: DonMichele FALABRETTI (Bergamo).

– Responsabile del Servizio Nazionale per l’insegnamento della religio-ne cattolica: Don Daniele SAOTTINI (Brescia).

– Direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale del tempo libero, tu-rismo e sport: Don Gionatan DE MARCO (Ugento - Santa Maria diLeuca).

– Direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute: DonMassimo ANGELELLI (Roma).

– Direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale delle vocazioni: DonMichele GIANOLA (Como).

– Membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Migran-tes: Sig. Giuseppe FABIANO (Cosenza - Bisignano).

– Coordinatore nazionale della pastorale dei cattolici malgasci in Italia:Padre Athanase Joseph RAFANOhARANTSOA, SJ (Madagascar).

– Assistente ecclesiastico nazionale dell’Associazione “Figli in cielo”Scuola di Fede e di Preghiera: S.Em. Card. Camillo RUINI, Vicario Ge-nerale emerito di Sua Santità per la diocesi di Roma.

– Assistente ecclesiastico nazionale dell’Opera Assistenza Malati Impe-diti (OAMI): S.E. Mons. Gastone SIMONI, Vescovo emerito di Prato.

– Presidente del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (MEIC):Prof. Giuseppe ELIA.

– Assistente ecclesiastico nazionale del Movimento Ecclesiale di Impe-gno Culturale (MEIC): Don Giovanni TANGORRA (Palestrina).

– Assistente ecclesiastico centrale del settore adulti dell’Azione Cattoli-ca Italiana: Don Fabrizio DE TONI (Concordia - Pordenone).

– Assistente teologico nazionale dell’Unione Cattolica Italiana Tecnici(UCIT): Mons. Giuseppe TONELLO (Roma).

– Assistente ecclesiastico centrale per l’Italia della Fondazione “Cente-simus Annus – Pro Pontifice”: Don Walter MAGNONI (Milano).

– Animatore spirituale nazionale del Movimento dei “Cursillos di Cri-stianità in Italia”: Padre Matteo BORRONI (Novara).

– Assistente ecclesiastico nazionale della Gioventù Operaia Cristiana(GIOC): Don Marco GhIAZZA (Torino).

– Su proposta della Presidenza, il Consiglio Permanente ha designatoS.E. Mons. Lorenzo GhIZZONI quale referente della CEI per la Ponti-ficia Commissione per la tutela dei minori.

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Nella riunione del 25 settembre 2017, la Presidenza ha procedutoalle seguenti nomine:

– Membro del Consiglio Nazionale della scuola cattolica: Dott.ssa RosaCORTESE.

– Commissione Nazionale Valutazione Film (CNVF): Presidente: Dott.Massimo GIRALDI; Segretario: Dott. Sergio PERUGINI; Membri: Sig.aEliana ARIOLA, Dott. Gianluca ARNONE e Mons. Franco PERAZZOLO

(Chioggia).– Assistenti pastorali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore:

sede di Milano: Don Pierluigi GALLI STAMPINO (Milano); Don FabrizioINFUSINO (Locri - Gerace);sede di Piacenza: Mons. Luciano BARONIO (Brescia); sede di Roma: Don Francesco DELL’ORCO (Trani - Barletta - Bisce-glie).

– Membro del Comitato Direttivo della Consulta Nazionale delle Aggre-gazioni Laicali: Dott. Michele BORGhI, Rappresentante di Comunionee Liberazione.

Roma, 28 settembre 2017

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Lettera agli insegnanti di religione cattolicadella Commissione Episcopale per l’educazionecattolica, la scuola e l’università(1 settembre 2017)

Cari Insegnanti,

insieme ai Vescovi italiani tutti, seguiamo con attenzione e premu-ra il vostro lavoro di docenti di religione cattolica nella scuola di ogniordine e grado del nostro amato Paese. Il pensiero corre alla vostra fa-tica quotidiana e ai milioni di studenti che ricevono dal vostro insegna-mento l’opportunità di assimilare una conoscenza qualificata del patri-monio di cultura che il cattolicesimo italiano consegna anche alle nuo-ve generazioni. Abbiamo deciso di indirizzarvi questa Lettera a distan-za di poco più di 25 anni dalla pubblicazione della Nota pastorale In-segnare religione cattolica oggi (34a Assemblea Generale della CEI, 6-10maggio 1991) e in occasione dell’entrata in vigore a pieno regime del-l’Intesa tra la CEI e il MIUR, firmata il 28 giugno 2012, che porta acompimento un percorso pluridecennale della Chiesa cattolica in Ita-lia, voluto tenacemente per assicurare un livello di eccellenza alla for-mazione degli Insegnanti di religione cattolica (IdRC).

Non vogliamo tornare a ripetere quanto già espresso in quellaNota pastorale, che conserva il suo valore nel richiamare le caratteri-stiche di fondo dell’insegnamento nato con l’Accordo di revisione delConcordato del 1984. Il mutato contesto sociale e culturale suggeri-sce, tuttavia, di riprendere alcuni aspetti che meritano uno sguardoaggiornato. È sembrato opportuno ribadire che i Vescovi non cessanodi riservare a voi Insegnanti grande considerazione, specialmente do-po un periodo di profonda trasformazione legislativa e organizzativadella scuola, e confermarvi nella condivisa convinzione che quelloche svolgete è un lavoro prezioso per la scuola, per la società e per lacomunità ecclesiale.

A conferma del valore e dell’attualità della Nota del 1991 vogliamoarticolare la Lettera sulla scia della struttura tripartita da essa adottata,e cioè richiamando il valore dell’insegnamento della religione cattolica(IRC), il compito degli IdRC, il rapporto tra l’IRC e la comunità eccle-siale.

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1. Dopo oltre trenta anni si può considerare acquisito il carattereinsieme scolastico e confessionale della disciplina, la sua forma pro-priamente culturale e la sua finalità formativa a sostegno e completa-mento del percorso di maturazione umana e culturale che bambini, ra-gazzi e giovani compiono nella scuola. Tra le altre, due circostanzevanno al riguardo segnalate: in una Italia ormai multi-religiosa e pluri-culturale è diffuso il fenomeno di alunni di estrazione religiosa e cul-turale non cattolica che chiedono di avvalersi dell’IRC; d’altra parte,mentre si conferma l’alta percentuale di avvalentisi – nel 2015-2016nelle proporzioni dell’87,9% nelle scuole statali –, si registra una certadifformità di percentuale di avvalentisi tra grossi e piccoli centri, traSud e Nord, tra i diversi ordini e gradi di scuola. L’elevata percentualedegli avvalentisi conferma, nondimeno, la validità della scelta a suotempo compiuta di consentire agli studenti italiani una conoscenza si-cura di ciò che il cattolicesimo rappresenta non solo per i credenti maper tutta la nostra tradizione. Non manca, perciò, la preoccupazioneche tutti gli studenti siano effettivamente raggiunti dalla possibilità diacquisire una adeguata formazione culturale in materia religiosa. Que-sto non potrà avvenire recando pregiudizio all’IRC, ma piuttosto pro-muovendone un maggiore apprezzamento. Ad esso, infatti, riconoscia-mo un ruolo anche nell’aver contribuito a restituire legittimità alla pre-senza della religione nello spazio pubblico e nel pubblico dibattito inuna società democratica matura. Anche per queste ragioni siamo con-vinti che, nelle sedi istituzionali proprie, dovranno essere cercate for-me adeguate di riorganizzazione scolastica che salvaguardino l’IRC nelquadro delle esigenze di rinnovamento che la scuola via via presenta.

In particolare riteniamo che si debbano potenziare gli elementi,già presenti nelle indicazioni scolastiche, di conoscenza delle religionie delle culture diverse da quella cristiana e cattolica, allo scopo di fa-vorire, a partire dalla scuola, i processi di incontro, di dialogo e di in-tegrazione del numero ormai ampiamente significativo di immigratinel nostro Paese. Al riguardo, la proposta culturale cristiana e cattolicapuò assumere un ruolo rilevante di orientamento e di chiarificazionein ordine all’interpretazione del prepotente ritorno del fatto religioso,un religioso non sempre debitamente colto nei suoi profondi intreccicon la cultura e le culture e, non di rado, funzionale a visioni antropo-logiche che riducono l’uomo a un “io” chiuso in se stesso e nei propridesideri, proiettandolo in un orizzonte immanente e individualistico.La proposta dell’insegnamento scolastico della religione cattolica ha ilpregio di presentare la dimensione religiosa a partire da una sua con-creta configurazione, e perciò adottata non astrattamente e astorica-mente, ma in quanto religione che ha plasmato la storia e la tradizionetuttora viva e operante in un popolo come quello italiano. L’insegna-

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mento scolastico della religione cattolica rivendica inoltre il valore diuna rivelazione che, integrando la dimensione antropologica del reli-gioso, apre compiutamente l’umano e le sue culture a una trascenden-za elevante per l’umano stesso. Infine merita di essere sottolineata l’im-portanza che ha la libertà di scelta, così viva nella sensibilità dell’uomodi oggi e nelle nuove generazioni.

2. A voi Insegnanti di religione ci sentiamo di dire una parola diincoraggiamento e di fiducia, perché crediamo nel vostro compito sco-lastico, che affrontate con professionalità e coerenza intellettuale, mo-rale ed ecclesiale. Nel quadro di una condizione professionale peculia-re, che spesso vi fa sentire in una posizione più debole dei colleghi del-le altre discipline, avvertiamo la responsabilità di continuare ad assicu-rarvi il sostegno istituzionale – peraltro sempre perseguito dalla CEI –teso a rafforzare la vostra presenza nella scuola. Con tale senso di re-sponsabilità rinnoviamo l’invito a tenere viva la passione educativa ead accrescere la qualità scolastica e professionale, sia nella fase dellaprima formazione sia in quella permanente o in servizio, curando inse-parabilmente l’acquisizione dei contenuti disciplinari e la competenzaumana, pedagogica e spirituale delle dinamiche relazionali e didatti-che. A questo scopo, l’idoneità deve essere considerata come il segno diun legame forte con la comunità ecclesiale che conferisce formazionee riconosce valore a tale peculiare servizio educativo scolastico. Essa èanche sostegno e rapporto costante, a cominciare dalla qualità dell’of-ferta formativa degli Istituti Superiori di Scienze Religiose fino alleproposte di formazione permanente, attente ad armonizzare l’esigenzadi adeguato stile spirituale ed ecclesiale nella cura delle vostre personecon le istanze dell’istituzione scolastica e della legislazione volte ad as-sicurare le condizioni di riconoscimento degli stessi adempimenti for-mativi.

Non vogliamo dimenticare che voi Insegnanti siete, in larga misu-ra, punti di riferimento per studenti e per colleghi. Si vede con sempremaggiore chiarezza il valore scolastico, relazionale e sociale di una per-sonalità credente, curata quanto alla formazione personale non soloprofessionale. In una fase estremamente fluida della vita sociale dalpunto di vista etico e valoriale, una identità definita – ma non per que-sto rigida e chiusa – è una chance in più soprattutto per gli studenti, iquali hanno bisogno di esempi concreti e di figure di riferimento ani-mate da coerenza, convinzioni profonde e forti motivazioni interiori.Non ignoriamo che le trasformazioni in atto nella scuola, i nuovi orien-tamenti normativi, le esigenze di reperimento e mobilità dei docenti ealtri fattori ancora, pongono nuove questioni che incidono sulle condi-zioni della vostra attività professionale. Sarà responsabilità dei Vescovi

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e degli organi competenti seguire con attenzione l’evoluzione in atto, inmodo da garantire a ciascuno di voi la serenità necessaria per svolgereal meglio il proprio lavoro e spendersi, con la dedizione che avete am-piamente dimostrato e con la passione che vi anima, in questo peculia-re servizio educativo scolastico.

3. Circa il rapporto tra IRC e comunità ecclesiale, si tratta sempredi nuovo di ricollocare l’IRC nel quadro dell’azione pastorale comples-siva, in particolare di quella rivolta al mondo della scuola. Uno stru-mento prezioso di animazione e coordinamento svolgono, in tal senso,i Direttori degli Uffici preposti all’IRC e alla pastorale scolastica e tuttiquei collaboratori che consentono di mantenere relazioni significativecon le varie figure del mondo della scuola. Senza mai confondere mis-sione evangelizzatrice e insegnamento scolastico, voi Insegnanti di re-ligione assolvete un servizio prezioso di testimonianza e di animazionecristiana nella scuola, innanzitutto attraverso l’appropriato svolgimen-to del vostro insegnamento. Ciò si realizza in modo particolare nellaforma del dialogo culturale con gli alunni e con i colleghi, sia esso in-teso in senso interdisciplinare sia riferito alla pluralità di religioni e diculture ormai presente pressoché in ogni istituto scolastico. D’altraparte, voi Insegnanti costituite un tramite credibile di collegamento frala comunità ecclesiale e l’istituzione scolastica e, inoltre, fornite uncontributo peculiare alla comunità ecclesiale – ciascuno di voi comesingolo o in forma associata – a partire dalla competenza ed esperien-za, che potete mettere a frutto in diversi ambiti della vita della Chiesa,negli organismi parrocchiali e diocesani di partecipazione e nei diversispazi di formazione, di celebrazione e di volontariato. Un ambito spe-cifico di presenza e di impegno, poi, è costituito dalle scuole paritariecattoliche, dalle quali ci si attende un impegno di vera eccellenza inquesto settore. In tutti i casi, è della massima importanza che ciascunodi voi pervenga ad una collaborazione nella vita della comunità eccle-siale che, superando comprensibili condizionamenti, scaturisca da unaadesione volontaria e, quindi, da un vivo interesse personale.

Era opportuno richiamare tutto questo, tanto più dopo la serie ditrasformazioni che si sono succedute negli ultimi decenni e che hannoesercitato una profonda incidenza sul sistema di istruzione e formazio-ne. Al di là delle considerazioni di merito che, riguardo ad essa, nellesedi opportune voi per primi potete svolgere, e, soprattutto, al di là de-gli effetti che sperimentate direttamente sulle vostre condizioni di vitae di lavoro, il nostro caloroso invito e la cordiale sollecitazione si rivol-gono all’interesse degli studenti, primo e principale motivo della vostrafatica e della vostra gioia, così come della nostra. Un mondo nuovo si

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schiude per loro grazie alla luce dell’intelligenza e del sapere, del caloredi relazioni significative, dello splendore della grazia e della fede perquelli, tra loro, che ne apprezzano il dono. Il vostro è un servizio di ec-celso e ineguagliabile valore al futuro dell’umano e della fede in loro, eperciò della società e della Chiesa. Siamo convinti che non mancate diavvertire che ne va della vostra stessa vita: la luce che si accende neivostri studenti si riverbera nella mente e nel cuore di ciascuno di voi il-luminandoli di nuovo splendore, lo splendore della vostra umanità,della vostra fede e del senso di Chiesa che testimoniate con il servizioassiduo dell’insegnamento. Abbiate cura delle persone che vi sono affi-date, facendo sentire loro che le avete a cuore, che per voi contano eche non desiderate altro per loro se non la riuscita dei loro buoni pro-getti e dei loro sogni. Non pensate mai, nemmeno nei momenti di mag-giore fatica o delusione, che il vostro lavoro sia inutile o sprecato, matrovate sempre, nella fede che vi anima, la risorsa che ristora in ognistanchezza e rigenera nuove energie. Non dimenticate che la comunitàecclesiale – e in primo luogo noi Vescovi – conta su di voi, vi accompa-gna e vi sostiene in un cammino che rende piena la vostra vita, spesaper il bene delle persone che vi sono affidate perché crescano in istru-zione ma anche in più ricca umanità.

Roma, 1 settembre 2017

LA COMMISSIONE EPISCOPALE

PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA, LA SCUOLA

E L’UNIVERSITà

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Modifica delle disposizioni circa i contributi in favore dei beni culturali ecclesiastici e dell’edilizia di culto

La Conferenza Episcopale Italiana, nella 70a Assemblea Generalesvoltasi a Roma dal 22 al 25 maggio 2017, ha esaminato ed approvatodue determinazioni che modificano le disposizioni relative alla concessio-ne di contributi in favore dei “beni culturali ecclesiastici” e dell’ “ediliziadi culto” innalzando la percentuale di contributo per gli interventi sugliedifici esistenti dal 50% al 70%.

Il Card. Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI, con decreto del 12luglio 2017 ha promulgato le due determinazioni stabilendone l’entrata invigore all’atto della pubblicazione sul sito istituzionale della CEI, alla pa-gina dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia diculto (www.bce.chiesacattolica.it), e la successiva pubblicazione nel “No-tiziario della Conferenza Episcopale Italiana” .

La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, riunitasi neigiorni 11-12 luglio 2017, ha apportato alcune modifiche al “Regolamentoapplicativo” delle disposizioni riguardanti i contributi per l’edilizia di cul-to inserendo tra gli interventi ammissibili a contributo quelli di manuten-zione straordinaria su edifici esistenti realizzati da almeno venti anni enon aventi interesse culturale.

Si riportano di seguito:– il decreto di promulgazione del Presidente della CEI;– il testo delle modifiche deliberate dalla 70a Assemblea Generale della

CEI;– il testo delle modifiche al “Regolamento applicativo”.

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Decreto di promulgazione

Prot. n. 411/2017

DECRETO

La Conferenza Episcopale Italiana, nella 70a Assemblea generalesvoltasi a Roma dal 22 al 25 maggio 2017, ha esaminato ed approvatocon la maggioranza assoluta le determinazioni riguardanti:

la modifica delle “Disposizioni concernenti la concessione di contri-buti finanziari della Conferenza Episcopale Italiana per i beni culturaliecclesiastici”;

la modifica delle “Disposizioni concernenti la concessione di contri-buti finanziari della Conferenza Episcopale Italiana per l’edilizia di cul-to”.

Con il presente decreto, nella mia qualità di Presidente della Con-ferenza Episcopale Italiana, per mandato della medesima Assemblea,in conformità all’art. 72 del Regolamento della CEI promulgo le deter-minazioni nel testo allegato al presente decreto.

Le presenti determinazioni stabilisco che entrino in vigore a de-correre dalla data di pubblicazione sul sito istituzionale della C.E.I., al-la pagina dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edi-lizia di culto (www.bce.chiesacattolica.it) e che siano pubblicate nel“Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana”.

Roma, 12 luglio 2017

GUALTIERO CARD. BASSETTI

Presidente

✠ NUNZIO GALANTINO

Segretario Generale

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Modifica delle disposizioni circa i contributiin favore dei beni culturali ecclesiastici

DETERMINAZIONE RIGUARDANTE LA MODIFICA DELLE “DISPOSIZIONI CONCERNENTI LA CONCESSIONE

DI CONTRIBUTI FINANZIARIDELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI”

La 70a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana

- VISTE le “Disposizioni concernenti la concessione di contributi finan-ziari della Conferenza Episcopale Italiana per i beni culturali eccle-siastici”, nel testo attualmente vigente, approvate ai sensi della deli-bera C.E.I. n. 57;

- UDITA la relazione illustrativa delle modifiche proposte;- VISTI i paragrafi 1, 2 e 5 della delibera C.E.I. n. 57,

approvala seguente determinazione

L’articolo 2, § 2, lettera d) delle “Disposizioni concernenti la con-cessione di contributi finanziari della Conferenza Episcopale Italianaper i beni culturali ecclesiastici” è così modificato:“d) in relazione a progetti di restauro e di consolidamento statico di

edifici di culto di interesse storico-artistico e loro pertinenze, ilcontributo può essere erogato fino a un massimo del 70% dellasomma stabilita periodicamente dal Consiglio Episcopale Perma-nente;”.

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Modifica delle disposizioni circa i contributi in favore dell’edilizia di culto

DETERMINAZIONE RIGUARDANTE LA MODIFICADELLE “DISPOSIZIONI CONCERNENTI LA CONCESSIONE

DI CONTRIBUTI FINANZIARIDELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

PER L’EDILIZIA DI CULTO”

La 70a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana

- VISTE le “Disposizioni concernenti la concessione di contributi finan-ziari della Conferenza Episcopale Italiana per l’edilizia di culto”, neltesto attualmente vigente, approvate ai sensi della delibera C.E.I. n.57;

- UDITA la relazione illustrativa delle modifiche proposte;- VISTI i paragrafi 1, 2 e 5 della delibera C.E.I. n. 57,

approvale seguenti determinazioni

L’articolo 2, § 2, lettera b) delle “Disposizioni concernenti la con-cessione di contributi finanziari della Conferenza Episcopale Italianaper l’edilizia di culto” è così modificato:“b) per gli interventi di cui all’art. 1, § 3, fino ad un massimo del 70%

del costo preventivato, nei limiti dei parametri di cui all’art. 4;”.

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Modifiche del Regolamento applicativodelle “Disposizioni concernenti la concessione

di contributi finanziari della Conferenza Episcopale Italiana

per l’edilizia di culto”

La Presidenza della CEI, riunitasi nei giorni 11-12 luglio 2017, haapprovato le seguenti modifiche:

1. Art. 1, § 3:“Possono essere concessi contributi straordinari per interventi suedifici esistenti di cui al § 2, purché non rientrino, secondo le dispo-sizioni di legge vigenti, tra quelli di interesse culturale e siano statirealizzati da almeno venti anni.”

2. Art. 1, § 5, 3° cpv:“Tra gli interventi su edifici esistenti non sono ritenuti ammissibiliquelli di manutenzione ordinaria.”

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Direttore responsabile: Ivan Maffeis

Sede redazionale: Circonvallazione Aurelia, 50 - Roma

Autorizzazione: Tribunale di Roma n. 175/97 del 21.3.1997

Stampa: Mediagraf SpA - Noventa Padovana (PD) - Settembre 2018

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Anno 51 - Numero 4 30 settembre 2017

MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO PER LA GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO (14 gennaio 2018) pag. 141

MESSAGGIO CONGIUNTO DI PAPA FRANCESCO E DEL PATRIARCA ECUMENICO BARTOLOMEO PER LA GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER IL CREATO(1 settembre 2017) » 147

LETTERA DELLA CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI AI VESCOVISUL PANE E IL VINO PER L’EUCARISTIA » 149

CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTERoma, 25 - 27 settembre 2017– Comunicato finale » 152

LETTERA AGLI INSEGNANTI DI RELIGIONE CATTOLICADELLA COMMISSIONE EPISCOPALE PER L’EDUCAZIONECATTOLICA, LA SCUOLA E L’UNIVERSITÀ(1 settembre 2017) » 159

MODIFICA DELLE DISPOSIZIONI CIRCA I CONTRIBUTI IN FAVORE DEI BENI CULTURALI ECCLESIASTICI E DELL’EDILIZIA DI CULTO » 164

Sommario

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Notiziariodella

ConferenzaEpiscopale

Italiana

Anno 51N. 4 Settembre 2017

“Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/2012”;Pubblicazione informativa no profit

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