Nota TrimestraleNovembre 2012. Centro Studi Uil Basilicata

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1 NOTA TRIMESTRALE novembre 2012 Nota Trimestrale n.1 a cura del Centro Studi UIL Basilicata Sede: Piazza Gorizia, 1 | 85100 Potenza | t. 0971 650496 f. 0971 51098 www.centrostudiuilbasilicata.it | [email protected] TEMI DI ECONOMIA E MERCATO DEL LAVORO LUCANO PRESENTAZIONE PREMESSA La nota trimestrale intende presentare una raccolta ed interpretazione delle principali informazioni sul mercato del lavoro lucano selezionate nelle banche-dati delle fonti più accreditate (Istat, Banca d’Italia, Unioncamere, Svimez). L’accesso ad altre fonti, le novità pubblicate e rese disponibili nel trimestre, ma anche sondaggi diretti ed indagini mirate serviranno ad arricchire il quadro interpretativo delle dinamiche imprenditoriali, produttive e del settore pubblico allargato. La nota si completerà con sezioni più specifiche nel campo dell’informazione giuridica in tema di “lavoro” e con “spaccati”su sistemi peculiari come: salute, socio-assistenziale, lavoro pubblico, relazioni industriali, formazione, settori produttivi, grandi insediamenti, piccole imprese. La nota è diretta al mondo sindacale e delle imprese, ma guarda a pubblici più vasti, aggiungendo più sistematicità, ed un’informazione più diretta sui fenomeni sociali ed economici che compongono il mosaico della società locale. Privilegiando e qualificando, per scelta, le notizie ed i commenti sul “lavoro”, sui giovani e le famiglie, nella problematicità e nelle tante opportunità che il tempo della crisi porta con sé. Carmine Vaccaro Segretario Regionale UIL di Basilicata Giancarlo Vainieri Coordinatore del Centro Studi Regionale Uil di Basilicata Gli indicatori più significativi dell’economia e del mercato del lavoro lucano segnalano dal 2008 un netto declino sotto l’attacco della crisi italiana ed internazionale.Anche i dati positivi del +2% di incremento del Pil nel 2011 e del +1’3% dell’occupazione, posti in evidenza dalla Svimez non sono tali da invertire la serie storica dell’ultimo decennio, segnata da costanti valori negativi. I dati non positivi del saldo migratorio, del reddito pro capite modesto, della riduzione del reddito e dei consumi delle famiglie, tratteggiano ancora i caratteri di una realtà socio-economica marginale. Si assumono come ancora valide le considerazioni di sintesi alla nota sull’economia lucana del I semestre di Unioncamere: “Gli indicatori congiunturali relativi alla prima metà del 2012 delineano uno scenario ancora a tinte fosche per l’economia lucana, in linea con le crescenti difficoltà del contesto nazionale e internazionale. Il crollo del mercato interno ha aggravato ulteriormente la crisi dell’apparato industriale, che può contare soltanto su una discreta tenuta dell’export. Lo stato di sofferenza dei consumi delle famiglie, penalizzati anche dall’accelerazione dell’inflazione, sta mettendo a dura prova la tenuta del comparto commerciale. Il credito alle imprese viaggia ormai stabilmente in territorio negativo, mentre le dinamiche imprenditoriali segnalano un ridimensionamento della base produttiva. In tale contesto, il mercato del lavoro paga un conto molto salato: l’occupazione è in caduta libera mentre la disoccupazione ha raggiunto livelli record. Il percorso di uscita dalla crisi è sempre più impegnativo: sono necessarie misure strutturali in grado di agire nel medio-lungo termine e, nell’immediato, di alimentare la domanda(vedi le considerazioni “a margine”).

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La nota trimestrale intende presentare una raccolta ed interpretazione delle principali informazioni sul mercato del lavoro lucano

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1NOTA TRIMESTRALE

novembre 2012

Nota Trimestrale n.1 a cura del Centro Studi UIL BasilicataSede: Piazza Gorizia, 1 | 85100 Potenza | t. 0971 650496 f. 0971 51098 www.centrostudiuilbasilicata.it | [email protected]

TEMI DI ECONOMIA E MERCATO DEL LAVORO LUCANO

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La nota trimestrale intende presentare una raccolta ed interpretazione delle principali informazioni sul mercato del lavoro lucano selezionate nelle banche-dati delle fonti più accreditate (Istat, Banca d’Italia, Unioncamere, Svimez). L’accesso ad altre fonti, le novità pubblicate e rese disponibili nel trimestre, ma anche sondaggi diretti ed indagini mirate serviranno ad arricchire il quadro interpretativo delle dinamiche imprenditoriali, produttive e del settore pubblico allargato.La nota si completerà con sezioni più specifiche nel campo dell’informazione giuridica in tema di “lavoro” e con “spaccati”su sistemi peculiari come: salute, socio-assistenziale, lavoro pubblico, relazioni industriali, formazione, settori produttivi, grandi insediamenti, piccole imprese.La nota è diretta al mondo sindacale e delle imprese, ma guarda a pubblici più vasti, aggiungendo più sistematicità, ed un’informazione più diretta sui fenomeni sociali ed economici che compongono il mosaico della società locale.Privilegiando e qualificando, per scelta, le notizie ed i commenti sul “lavoro”, sui giovani e le famiglie, nella problematicità e nelle tante opportunità che il tempo della crisi porta con sé.

Carmine VaccaroSegretario Regionale UIL di Basilicata

Giancarlo Vainieri Coordinatore del Centro Studi Regionale Uil di Basilicata

Gli indicatori più significativi dell’economia e del mercato del lavoro lucano segnalano dal 2008 un netto declino sotto l’attacco della crisi italiana ed internazionale.Anche i dati positivi del +2% di incremento del Pil nel 2011 e del +1’3% dell’occupazione, posti in evidenza dalla Svimez non sono tali da invertire la serie storica dell’ultimo decennio, segnata da costanti valori negativi. I dati non positivi del saldo migratorio, del reddito pro capite modesto, della riduzione del reddito e dei consumi delle famiglie, tratteggiano ancora i caratteri di una realtà socio-economica marginale. Si assumono come ancora valide le considerazioni di sintesi alla nota sull’economia lucana del I semestre di Unioncamere: “Gli indicatori congiunturali relativi alla prima metà del 2012 delineano uno scenario ancora a tinte fosche per l’economia lucana, in linea con le crescenti difficoltà del contesto nazionale e internazionale. Il crollo del mercato interno ha aggravato ulteriormente la crisi dell’apparato industriale, che può contare soltanto su una discreta tenuta dell’export. Lo stato di sofferenza dei consumi delle famiglie, penalizzati anche dall’accelerazione dell’inflazione, sta mettendo a dura prova la tenuta del comparto commerciale. Il credito alle imprese viaggia ormai stabilmente in territorio negativo, mentre le dinamiche imprenditoriali segnalano un ridimensionamento della base produttiva. In tale contesto, il mercato del lavoro paga un conto molto salato: l’occupazione è in caduta libera mentre la disoccupazione ha raggiunto livelli record. Il percorso di uscita dalla crisi è sempre più impegnativo: sono necessarie misure strutturali in grado di agire nel medio-lungo termine e, nell’immediato, di alimentare la domanda” (vedi le considerazioni “a margine”).

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aI dati di fonte Movimpresa, relativi alle solo aziende iscritte alla Camera di Commercio evidenziano tendenzialmente una natalità costante. Infatti, nel secondo trimestre del 2012 il numero di aziende iscritte alla camera di commercio è di 892 unità:• 7 in meno rispetto allo stesso periodo del 2011;• 57 in meno rispetto al trimestre precedente.Relativamente al fenomeno della mortalità delle imprese, 659 sono le aziende cessate nel secondo trimestre del 2012, 125 in meno rispetto allo stesso periodo del 2011 (Grafico 1).

Analizzando la dinamica d’impresa per settore di attività economica si evince che tra il secondo trimestre del 2012 e lo stesso periodo del 2011 è il settore delle imprese agricole che fa registrare il maggior numero di aziende iscritte, + 22,8%, seguito dal settore delle costruzioni +9,2%. Al contrario il settore dell’industria in senso stretto registra variazioni negative; ben -33,3% di aziende iscritte.

• Grafico 1

Basilicata: numero di aziende iscritte e cessate. Anni 2011-II trimestre 2012

Fonte Elaborazione Centro Studi Uil Basilicata su dati Movimpresa

• Grafico 2

Basilicata: numero di aziende iscritte e cessate per attività economica. Variazioni percentuali II/2011-II/2012

Fonte Elaborazione Centro Studi Uil Basilicata su dati Movimpresa

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industriale si fa riferimento ai dati Unioncamere, riportando il grafico elaborato nella nota trimestrale “L’economia lucana nel II/2012”. A tal riguardo Unioncamere rende noto che in Basilicata la produzione industriale è tendenzialmente diminuita dell’8,8% nel periodo gennaio-giugno, più del doppio di quella fatta rilevare nel 2011 (-4,3%). Circa il grado di estensione della crisi, secondo la stessa fonte, la quota di imprese in recessione si attestava, alla fine dello scorso mese di giugno, al 48%, a fronte di un 41% di imprese con andamenti stazionari e di un 11% “in

ripresa”; il saldo della produzione risulta significativamente negativo e pari a -38 punti percentuale (-32% in Italia, -40% nel Mezzogiorno). Il trend recessivo investe tutte le classi dimensionali, ma sono sempre le piccole imprese ad accusare le riduzioni più consistenti della produzione, in calo dell’11,2% nelle imprese con meno di 10 dipendenti e del 9,7% in quelle comprese tra 10 e 49 dipendenti. Il legame con l’export, invece, ha parzialmente compensato il crollo del mercato interno per le imprese di maggiori dimensioni (oltre 50 dipendenti), dove le perdite sul piano produttivo si sono fermate al 5,4% L’export regionale fa registrare variazioni negative; le esportazioni regionali registrano, infatti, nella prima metà del 2012 un decremento del 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Se si esclude, tuttavia, il comparto dei mezzi di trasporto, dove il decremento del fatturato estero ha sfiorato il 40% (pari

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• L’andamento della produzione industriale

var % annue dei valori trimestrali

Fonte Unioncamere - Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera

• Tabella 1

Esportazioni I° semestre 2011- I° semestre 2012 (milioni di euro)

Fonte Elaborazione Centro Studi Uil Basilicata su dati Istat

a circa 220 milioni di euro) e quello dei prodotti energetici, dove l’export si è pressoché azzerato, il bilancio risulta positivo (+7,7%), a conferma del fatto che la domanda estera rimane l’unico fattore trainante per molte produzioni locali. Il contributo maggiore alla crescita è derivato, in particolare, dall’industria meccanica (+36%), ma molto espansivo è stato anche l’export della filiera agroalimentare (+17%), grazie soprattutto ai prodotti trasformati, che hanno messo a segno un incremento delle vendite di oltre il 60%. Per contro, non si interrompe il trend negativo dell’industria del mobile (-7,0%) e difficoltà di tenuta sui mercati esteri si segnalano anche per i prodotti del “sistema moda” (tessile/abbigliamento/calzature) e della gomma e materie plastiche. Una forte flessione ha caratterizzato l’altra componente dell’interscambio: le importazioni sono diminuite infatti del 31,7% (182 milioni di euro in meno) con regressi assai pronunciati per gli acquisti di semilavorati e componenti destinati alla trasformazione industriale.Il saldo della bilancia commerciale, “al netto” di auto e prodotti energetici, si mantiene comunque negativo e pari a -83,4 milioni di euro, contro i -193 milioni della prima metà del 2011 (Fonte Unioncamere). In definitiva il permanente ristagno della domanda sul mercato interno prefigura uno scenario industriale decisamente critico anche per la parte finale dell’anno. Gli ordinativi complessivi acquisiti dalle imprese nel II trimestre sono diminuiti, infatti, dell’8,8% su base annua, dopo aver ceduto il 9,3% nel I trimestre. Segnali positivi continuano a giungere dall’estero, ma l’andamento dell’export (+0,9%) non è certo in grado di bilanciare le dinamiche negative del mercato nazionale, tenuto anche conto della bassissima quota di fatturato realizzato oltre confine dalle imprese lucane.Sostiene Unioncamere sulla base delle opinioni formulate dagli operatori che le previsioni per gli ultimi trimestri dell’anno sono ancora sfavorevoli: il differenziale tra quanti ipotizzano una ripresa e quanti, al contrario,

si attendono una ulteriore riduzione della produzione nel III trimestre si attesta a -29 punti percentuale, che rappresenta il valore più basso dall’inizio della crisi. Dal punto di vista settoriale, molto pessimistiche sono le aspettative nell’industria della chimica e materie plastiche (-69 %), nell’industria dei metalli (-48 %) e del legno e mobile (-40 %); mentre l’outlook è decisamente positivo nell’industria alimentare (a dispetto di ordinativi finora in calo), dove il 41% delle imprese scommette sulla possibilità di una ripresa “a breve” della produzione e soltanto il 21% prevede ancora flessioni.

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li 1 Dai dati ordinati nelle Tabella 2 e 3 si

evince come per la regione Basilicata la variazione tendenziale del numero di occupati sia caratterizzata da segno negativo. Infatti, al secondo trimestre del 2012 si contano poco più di 7.000 occupati in meno (il -3,7%) rispetto allo stesso periodo del 2011 (Mezzogiorno = -0,6%; Italia = -0,2%). Una tendenza che si fa segnatamente negativa a partire dal IV trimestre 2011 denotando che sul dato nazionale e meridionale in flessione l’occupazione lucana risulta essere circa tre volte più negativa.Tuttavia, positiva risulta essere la variazione congiunturale; infatti, rispetto al primo trimestre del 2012, si registrano 7.140 occupati in più (circa il 4%).Il tasso di occupazione del 47,2% permane inferiore di 2,4 punti sul dato del II trimestre 2011 e di 1,8% sul corrispondente trimestre 2011. Verosimilmente la crescita dell’occupazione osservata deriva da una riduzione delle opportunità di lavoro a tempo pieno e da una crescita di quelle a tempo parziale, aumentando la quota del part-time involontario, come è stato rilevato dalla Banca d’Italia per il 2011.L’occupazione femminile è cresciuta relativamente di circa 1000 unità rispetto al dato del II trimestre 2011 e di circa 3000 unità sul dato del II trimestre 2010, mentre si è ridotta quella maschile di circa 4000 unità sul dato corrispondente del 2011, con una marcata riduzione del tasso di occupazione del 3,8%.

Relativamente alle variazioni del nu-mero di occupati per settore di attività economico, (Grafici 4-5) la dinamica tendenziale negativa del numero di occupati si riflette maggiormente nel settore industriale; nel secondo trime-stre del 2012 si registra, infatti, un de-cremento dell’8,5 % degli occupati del-l’industria rispetto allo stesso trimestre del 2011 (Mezzogiorno = -6,6%; Italia=-3,1%) .Si conferma, inoltre, il trend negativo del settore dell’agricoltura che registra ancora una significativa diminuzione del 5,3% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, contrario del

1. Idati trimestrali riferiti al numero di occupati riportati nella presente nota statistica si riferiscono alla classe di età 15 e più mentre il tasso di disoccupazione alla classe di età 15-64.

• Tabella 2

Basilicata: numero di occupati e tasso di occupazione per genere. Anni 2010-II trimestre 2012

Fonte Elaborazione Centro Studi Uil Basilicata su dati Istat

• Grafico 3

Basilicata: numero di occupati ( valori di migliaia)Anni 2010-II trimestre 2012

Fonte Elaborazione Centro Studi Uil Basilicata su dati Istat

• Tabella 3

Occupati. Variazioni percentuali rispetto al trimestre dell’anno precedente

Fonte Elaborazione Centro Studi Uil su dati Istat

quattro

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Mezzogiorno e dell’Italia che fanno registrare tendenze positive (Mezzo-giorno = + 3,5%; Italia = + 6,2% ).Relativamente al tasso di occupazione per età i dati ordinati in Tab.4 mostrano come in Basilicata la riduzione dell’oc-cupazione interessi le classi più giovani. Infatti, tra gli anni 2004-2011 si riduce il tasso di occupazione: di 4 punti percen-tuali circa per la classe di età 15-24; di 2,7 punti percentuali per la casse di età 25-34 e di ben 5,2 punti percentuali per la classe di età 35-44. Inoltre, dai dati ordinati in Tab.5 si evince ancora come il tasso di occupazione nel 2011, rela-tivo ai laureati della regione Basilicata sia pari al 68,5% poco meno di 9 punti percentuali rispetto al tasso nazionale. Identica tendenza per i diplomati che fanno registrare al 2011 un tasso di oc-cupazione del 54,1%, ben 11,1 punti per-centuali in meno rispetto al valore fatto registrare a livello nazionale.

• Grafico 4

Occupati. Variazioni percentuali rispetto al trimestre dell’anno precedente. Basilicata-Mezzogiorno-Italia

Fonte Elaborazione Centro Studi Uil Basilicata su dati Istat

• Grafico 5

Basilicata: Occupati per settore economico. Variazioni percentuali rispetto al trimestre dell’anno precedente.

Fonte Elaborazione Centro Studi Uil Basilicata su dati Istat

• Grafico 6 Occupati per attività economica. Variazioni percentuali rispetto al trimestre dell’anno precedente. Basilicata-Mezzogiorno-Italia

Fonte Elaborazione Centro Studi Uil Basilicata su dati Istat

• Tabella 4

Tasso di occupazione per classe di età. Anni 2004-2011

Fonte Elaborazione Centro Studi Uil su dati Istat

cinque

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• Grafico 7

Basilicata: tasso di occupazione per classe di età. Anni 2004-2011

Fonte Elaborazione Centro Studi Uil Basilicata su dati Istat

• Tabella 5

Tasso di occupazione 15-64 per titolo di studio. Anni 2004-2011

Fonte Elaborazione Centro Studi Uil Basilicata su dati Istat

• Grafico 8

Basilicata: tasso di occupazione 15-64 per titolo di studio. Anni 2004-2011

Fonte Elaborazione Centro Studi Uil su dati Istat

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2. I dati trimestrali della disoccupazione riportati nella presente nota statistica si riferiscono alla classe di età 15 anni e più

I dati relativi al numero di disoccupati di 15 anni e più, ordinati nelle tabelle 6 e 7 fanno registrare una crescita tenden-ziale del fenomeno; al secondo seme-stre del 2012 la Basilicata conta 34 mila disoccupati, ben il 41 % in più rispetto allo stesso periodo dell’anno prece-dente di poco superiore ai valori fatti registrare per il Mezzogiorno (+35,8%) e per l’Italia (+38,9%). Per genere ed in termini assoluti la disoccupazione femminile cresce di circa 3000 unità nel II trimestre 2012 rispetto all’anno 2011 e di circa 8000 unità per i maschi, con un incremento del tasso di disoc-cupazione del 15,6% per i maschi e del 15,2% per le femmine rispetto all’anno precedente. In termini percentuali si osserva un dato del 13% nel I trimestre 2011 che passa all’11,1% del II trimestre 2011 per au-mentare in maniera significativamente negativa al dato record del 16,6% ed al 15,4% dei primi trimestri 2012. A corredo di questi dati ed ampliando lo sfondo al fenomeno della offerta di lavoro le difficoltà nel trovare occupa-zione sono evidenziate, oltre che dal tasso di disoccupazione, anche dal nu-mero di inattivi che sono disponibili a lavorare ma non cercano lavoro. In Ba-silicata, secondo le elaborazioni della Banca d’Italia, su fonte Istat costoro sono in numero più che doppio rispet-to ai disoccupati. Inoltre quelli che non cercano lavoro perché pensano di non trovarlo (scoraggiati) sono aumentati a partire dal 2009, più di quanto non lo siano i disoccupati.Margini per un maggiore utilizzo delle potenzialità produttive sono presenti anche tra gli occupati: quelli a orario ridotto (part-time) che dichiarano di essere immediatamente disponibili a lavorare un numero maggiore di ore erano pari al 2,6 per cento delle forze di lavoro in Basilicata, più che nel Mez-zogiorno e in Italia (1,8) e in aumento rispetto ai livelli prevalenti prima del-l’insorgere della crisi (erano in media pari all’1,6 per cento nel 2007).

• Tabella 6

Basilicata: numero di disoccupati e tasso di disoccupazione per genere. Anni 2010-II trimestre 2012

Fonte Elaborazione Centro Studi Uil Basilicata su dati Istat

• Grafico 8

Basilicata: numero di disoccupati (valori in migliaia).Anni 2010-II trimestre 2012

Fonte Elaborazione Centro Studi Uil Basilicata su dati Istat

• Tabella 7

Disoccupati. Variazioni percentuali rispetto al trimestre dell’annoprecedente

Fonte Elaborazione Centro Studi Uil Basilicata su dati Istat

• Grafico 9

Disoccupati per regione. Variazioni percentuali rispetto al trimestre dell’anno precedente. Basilicata - Mezzogiorno - Italia

Fonte Elaborazione Centro studi Uil Basilicata su dati Istat

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o Il contratto di lavoro somministrato rappresenta una significativa realtà nel contesto del mercato del lavoro lucano. Il Lavoro Interinale anche definito Somministrazione consiste, come è noto, nella possibilità per l’azienda di utilizzare manodopera senza doverla assumere direttamente, bensì ricorrendo ad apposite agenzie che si occupano di collocare temporaneamente i lavoratori nelle imprese richiedenti. Considerato che tale strumento è utilizzato principalmente nelle aree produttive del Centro Nord Italia, si osserva come la Basilicata da alcuni anni mantiene la percentuale più elevata di occupati mediante tale strumento, rispetto alle altre regioni meridionali.

Infatti, nel 2011 la percentuale di lavoratori interinali rispetto agli occupati totali è dell’ 1,2% in Basilicata, valore di poco superiore alla Campania 1,1 % ma ben oltre il doppio della Calabria 0,6%. (Elaborazioni Centro studi Uil su dati Ebitemp e Istat).Tale dato si spiega con una significativa presenza in Basilicata di settori quale l’industria meccanica ed agro alimentare che tradizionalmente sono i principali utilizzatori di tale strumento.

Anche le statistiche relative al lavoro somministrato in Basilicata indicano con chiarezza i segnali di criticità tracciati nell’andamento del mercato del lavoro locale.Con riferimento all’anno 2011 in Basilicata sono stati registrati 2.332 occupati netti per 14.755 missioni attivate e un dato di 900 unità di occupati equivalenti (fonte Ebitemp).

Il dato segna un vero e proprio crollo se si considera che nel 2009 erano ben 5.368 gli occupati per 10933 missioni di lavoro e 3460 occupati equivalenti; nel 2010 poco più di 5.000 sono gli occupati per 13940 missioni e 3242 gli occupati equivalenti.

Il dato dimostra una riduzione di lavoratori in assoluto (-43,4 % rispetto al 2009) con una frammentazione dei rapporti di lavoro che aumentano

nonostante la riduzione degli occupati; questo spiega come i cosiddetti lavoratori interinali siano stati i primi a pagare la riduzione della domanda di lavoro e coloro che hanno mantenuto in piedi un contratto di lavoro, hanno visto diminuire la durata delle singole prestazioni (più frequenti ma meno lunghe e periodiche) con effetti diretti sul reddito.

Se si considera che il dato degli occupati equivalenti misura i rapporti di lavoro di 26 giornate al mese si scopre che ben 2560 unità nel 2009 con un contratto di lavoro “pieno” hanno perso entro i successivi 18 mesi tale modalità di impiego.Ben si comprende l’impatto sociale di tale fenomeno, considerato che la disciplina degli ammortizzatori sociali prevista per tale tipologia contrattuale, seppur rafforzata negli ultimi anni resta assai poco risolutiva ai fini del sostentamento economico dei percettori.

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La perdurante situazione di sofferenza delle aziende italiane e lucane si rileva dai dati sulle ore di cassa integrazione richieste. La tabella che segue illustra una rilevante crescita del fenomeno nel 2010 che persegue nel 2011.Nel dettaglio, se da un lato il ricorso alla Cig straordinaria nel triennio 2009-2011 diminuisce del -10,40%, dall’altro nello stesso intervallo di tempo il ricorso alla Cig ordinaria è aumentato del +16, 28% e soprattutto alla Cig in deroga che passa da poco meno delle 93 mila ore del 2009 a ben circa 3.100 milioni di ore. Inoltre, analizzando l’andamento annuale della cassa integrazione nell’ultimo triennio, si nota una costante discesa di richieste di cassa integrazione ordinaria a livello nazionale (-60,76%) e nel Mezzogiorno (-43,33%): fa eccezione proprio la Basilicata con una progressiva ascesa del ricorso a questo ammortizzatore sociale (+16,28). In generale, possiamo affermare che il ricorso alla cassa integrazione in Basilicata nel triennio 2009- 2011 è aumentato del +28,29%. I dati pertanto non solo confermano, in generale, uno stato di sofferenza del sistema produttivo locale ma, anche, che lo strumento della cassa integrazione contribuisce fortemente ad attenuare l’impatto negativo sulla condizione occupazionale. Del resto, il permanere così incisivo dell’utilizzo della Cig in deroga è una spia dei fenomeni patologici aziendali che spingono molti lavoratori verso la disoccupazione. Anche nel 2012 la richiesta di cassa integrazione da parte delle aziende nella nostra regione non sembra mostrare inversioni di tendenza. Il dato congiunturale conferma piuttosto “fisiologico” perdurare del ricorso alla Cig. Già nel primo mese del 2012, in controtendenza con quanto registrato a livello nazionale, la Basilicata registrava un incremento di ore autorizzate rispetto a dicembre 2011 del +61,9%.Nel mese di Agosto 2012, nonostante una diminuzione del -60,2% di ore autorizzate nel confronto con il mese precedente, la Basilicata risultava “capofila” tra le 14 regioni italiane coinvolte da un maggior ricorso alla cassa integrazione, con un incremento

Tabella 8

Andamento annuale ore autorizzate cassa integrazione. Anni 2009-2011

Fonte Elaborazione Centro studi Uil Basilicata su dati Uil Nazionale

• Grafico 10

Andamento annuale ore autorizzate cassa integrazione. Anni 2009-2011

Fonte Elaborazione Centro Studi Uil Basilicata su dati Istat

• Tabella 9 Andamento mensile ore autorizzate cassa integrazione. Anni 2011-2012

Fonte Elaborazione Centro Studi Uil Basilicata su dati Uil Nazionale

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del +97,3%. Nei primi 9 mesi del 2012 gli interventi della Cig a sostegno delle imprese lucane hanno raggiunto 1,2 milioni di ore rispetto alle 792,866 dello stesso periodo del 2011, con un incremento complessivo del +59, 6%.In particolare, si registra in un anno un aumento importante della Cig ordinaria (+389,1%), una diminuzione notevole del ricorso alla Gig straordinaria (-56,6%) ed in deroga (-73,6%) con un aumento complessivo del ricorso a tale strumento del +59, 6%. Si tratta, nello specifico, di ben 7.445 lavoratori in cassa integrazione guadagni a Settembre 2012, 2.781 in più rispetto ai dati resi noti di Settembre 2011 (numero di lavoratori in Cig pari a 4.664). Stiamo parlando di ben 1.265.583 ore autorizzate di cassa integrazione nel solo mese di Settembre 2012.

Confrontando i dati su base nazionale relativi a Settembre 2012, la Provincia di Potenza si attesta alla quinta posizione tra le province italiane con un aumento della richiesta di cassa integrazione rispetto allo stesso periodo del 2011, un incremento vertiginoso del +204,7% . Nello specifico, sono 1.004.932 le ore di cassa integrazione concesse per la Provincia di Potenza contro le 260.651 della Provincia di Matera, dove si calcola una diminuzione pari al – 43,7%. Analizzando i dati per settore produttivo, è naturalmente l’industria a far registrare il più alto ricorso alla Cig con 1.072.341 ore, seguito dal settore dell’edilizia ( 64.555 ore) e dal commercio ( 79.040 ore).In conclusione, possiamo affermare che i dati della Cig evidenziano quanto sia indispensabile mettere a tema un insieme di misure urgenti per un incremento della produttività di sistema, sia a livello nazionale che locale, accanto ad efficaci politiche di riqualificazione per la ricollocazione di quanti perdono il lavoro.

• Grafico 11

Andamento mensile ore autorizzate cassa integrazione. Anni 2011-2012

Fonte Elaborazione Centro Studi Uil Basilicata su dati Uil Nazionale

Considerazioni a margine

I dati elaborati e riportati nella Nota indicano chiaramente una situazione economico-sociale assai difficile per la Basilicata:una condizione strutturale di svantaggio che si è consolidata almeno nell’ultimo decennio, legata al contesto geografico, alle dinamiche demografiche, alla carenza di infrastrutture, ad una insufficiente capacita di competizione e ad una sorta di refrattarietà a misurarsi con l’innovazione e le sfide socio-culturali dei sistemi più vasti. Gli effetti della crisi impattano direttamente sulla domanda interna, con effetti sulla produzione e di riflesso sul mercato del lavoro. Ancora si evidenzia il ruolo centrale della Pubblica Amministrazione in termini di produzione di valore aggiunto sui principali indicatori di ricchezza della Regione; il settore pubblico in Basilicata è un volano di ricchezza ed alla luce delle recenti riforme (spending review, fiscal compact, contabilità pubblica) che impattano direttamente il sistema istituzionale locale, si prevede un ulteriore effetto negativo in termini di redditività ed occupazione. Se da un lato è incontestabile che alcuni fenomeni legati alle dinamiche di sviluppo hanno una portata macroeconomica con pochi spazi d’intervento per il livello locale, è tuttavia opportuno evidenziare alcuni processi che è necessario avviare od invertire nel breve periodo. La Basilicata deve affrontare presto e bene le criticità fondamentali, operando scelte prioritarie secondo una strategia di sviluppo ben definita e condensando in alcuni interventi di portata significativa le risorse comunitarie attivabili. Tali osservazioni sono state segnalate con forza dal Rapporto Annuale di Banca d’Italia e dalla Svimez e ribadite di recente, a Capri, nel convegno annuale dei Giovani Industriali. Gli investimenti in strade, trasporti, ICT e servizi appaiono centrali per facilitare nuovi processi di sviluppo e contribuire a sostenere il tessuto imprenditoriale locale. Se si osserva l’andamento generale

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dell’economia a livello nazionale ed europeo, si rileva che gli effetti della crisi sono contenute in quelle realtà che hanno un processo produttivo efficace (ottimizzazione della produttività) e che realizzano prodotti o servizi di alta qualità o ad alto contenuto tecnologico e riescono a penetrare nei mercati in via di sviluppo. I dati relativi alla Basilicata mostrano fenomeni allarmanti proprio se rapportati a tali prospettive e dinamiche. Infatti nel territorio lucano permangono irrisolti i nodi legati alla evoluzione dei grandi complessi industriali quale quello automobilistico, quello del salotto, quello delle acque minerali e dell’industria meccanica. Senza una visione complessiva di sviluppo che incrocia le tematiche sottese a tali criticità industriali si frena inevitabilmente la dinamica di crescita dell’intera regione, considerato anche il notevole costo in termini di ammortizzatori sociali che la Regione spende annualmente per coprire i soggetti fuoriusciti dal mercato del lavoro .Altro tema è quello dell’agricoltura; anche se si registrano dati positivi in termini di produzione, si segnala come le criticità tipiche del modello lucano persistono: diminuzione dei terreni per la produzione di colture biologiche e di qualità; eccessiva frammentazione degli operatori nell’offerta di produzione di qualità; assenza di player nella distribuzione dei prodotti lucani; basso livello d’innovazione dei cicli produttivi agricoli; complessità nella gestione della filiera agroalimentare. Tali aspetti insistono direttamente sull’occupazione nel settore e sull’appeal di tale ambito nei confronti delle nuove generazioni.Su tali punti, in considerazione delle risorse comunitarie da attivare in linea con il programma Europa 2020, è necessario privilegiare investimenti settoriali in grado di avvicinare nuove generazioni e nuove tecnicalità al settore agricolo. Considerata la centralità dell’ambiente e della ridefinizione dei sistemi di sviluppo sostenibile sui quali punterà l’UE nel prossimo futuro, occorre sistematizzare altresì la gestione del patrimonio boschivo

e forestale della Regione con politiche che superino l’attuale modello “assistenziale” per favorire una crescita equilibrata ed innovativa nel settore. Occorre stimolare tali processi favorendo strumenti di rete, aggregazione e di semplificazione delle procedure. Da ultimo,anche in linea con i recenti orientamenti governativi sulla defiscalizzazione degli investimenti in ricerca ed innovazione, è necessario potenziare gli investimenti che la Regione Basilicata già ha previsto e stanziato negli ultimi anni in tali ambiti e coniugarli con gli interventi di sostegno alle start up e/o ai processi di riconversione produttiva. Quello che traspare, alla luce delle politiche e delle risorse finanziarie in parte già adottate dalla Regione, è la necessità di un vero Piano Strategico Integrato che renda chiari gli obiettivi di medio- lungo termine , le soluzioni e le azioni concrete per raggiungere gli stessi. In tal senso va positivamente interpretato lo spirito del documento ‘Basilicata 2012’e la ‘filosofia’del contratto di settore con l’Eni per la Vald’Agri che vanno però rapidamente sostanziati di interventi concreti traccianti effettivamente una prospettiva di sviluppo in discontinuità con il recente passato. Si è registrata infatti una frammentazione degli interventi posti in essere nell’ ambito di politiche di sviluppo, di formazione e per il lavoro, senza una reale pianificazione degli interventi ed una attenzione alle esigenze degli operatori. Senza il delinearsi di una chiara prospettiva di sviluppo si indebolisce il potenziale d’investimento degli operatori privati e l’attrattività complessiva della Regione che invece ha bisogno invece di un’importante apertura al mercato ed agli investitori privati, senza i quali non sarà possibile frenare il lento processo di declino dell’economia locale.L’auspicio di una pianificazione effettuata nel rispetto delle recenti elaborazioni del new public management è stata più volte sollevata dagli operatori di settori strategici per l’economia lucana quali l’agro - alimentare,il turismo, la formazione professionale, i servizi alle imprese. Delineando una prospettiva condivisa di sviluppo si potrà mettere mano in maniera chiara alle nuove riforme e progettualità in materia di istruzione, formazione e lavoro, valorizzando lo strumento dell’apprendistato e le opportunità della nuova normativa sul lavoro ,per superare il ruolo debordante del settore pubblico e favorire i processi di attivazione di nuovi servizi con il coinvolgimento del mercato e tracciare le basi per un vero modello di flexicurity. Il tema dell’occupazione è centrale per lo sviluppo socio- economico regionale ma non può essere trattato in maniera disgiunta dal complesso delle politiche di sviluppo. In tal senso, grandi aspettative investono le decisioni relative al riordino istituzionale della regione alla luce della normativa statale sulla regolamentazione della spesa, con un probabile impatto persino sullo Statuto regionale. Anche tale riorganizzazione dovrà prevedere una ristrutturazione in grado di privilegiare la qualità e l’organizzazione efficace della pubblica amministrazione nei confronti degli utenti per stimolare processi di crescita tangibili e risolutivi.

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Hanno contribuito alla elaborazione della Nota tutti i componenti del Gruppo Tecnico del Centro Studi Uildi Basilicata con un apporto diretto di:Maria Lucia PaceCristina PietrantuonoGianpiero TettaGiancarlo VainieriLaura Tullipano