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Nota di presentazione

Obiettivo di questo lavoro è portare a conoscenza di un pubblico, che si imma­gina principalmente costituito da addetti ai lavori, quanto realizzato dal Progetto SIRIS nell'ambito della catalogazione architettonica e, più precisamente, nella costruzione di quei dizionari che, nel passaggio dalla schedatura cartacea a quella informatizzata, si rivelano strumenti di lavoro indispensabili, sia nel mo­mento dell 'inserimento dei dati che per il reperimento degli stessi. Il Progetto SIRIS, avviato nel settembre 1987 con i finanziamenti stanziati dall 'art. 15 della legge 41186 e conclusosi nell'arco di due anni, pur avendo analizzato ambiti tematici diversi, da un punto di vista strettamente catalografi­co si è occupato principalmente di beni architettonici. In presenza di una sche­da il cui tracciato record era stato già fissato dall 'Istituto Centrale per il Catalo­go e la Documentazione, il progetto SIRIS ha concentrato i propri sforzi nel tentativo di individuare e definire mediante un vero e proprio dizionario, quei termini che più adeguatamente potessero prestarsi alla compilazione dei campi previsti dalla scheda. Si è trattato perciò di consultare dizionari e manuali di architettura già esistenti per individuare le voci utili per la catalogazione, di rea­lizzare le tavole illustrative che affiancano gran parte dei lemmi presenti nel dizionario e guidano gli operatori in modo più immediato nella scelta dei voca­boli. I termini selezionati hanno il vantaggio di essere stati collaudati durante la campagna di catalogazione: di un dizionario più ampio realizzato ex ante, e cioè prima che si avviasse la catalogazione, vengono qui proposte esclusivamente le voci che hanno trovato una concreta applicazione sul campo: questo conferma l 'impostazione empirica e induttiva che si è voluta adottare. Il manuale operativo è stato realizzato nella sua stesura originaria - è impor­tante sottolinearlo - dai giovani del progetto SIRIS ne/l'ambito della formazione professionale ed è stato usato, collaudato e corretto nel corso della campagna di catalogazione condotta su un 'area di 300 kmq (corrispondente ai territori di Baretto, Brescello, Gualtieri, Guastalla, Luzzara, Novellara, Poviglio e Reggiolo, comuni in provincia di Reggio Emilia presso il fiume Po). Dalle ridotte dimensioni territoriali derivano i limiti di questo manuale, vale a dire il «localismo" e quindi l 'incompletezza rispetto al ben più complesso panorama nazionale: è chiaro che questi limiti sono inevitabili, in quanto un manuale a copertura nazionale non può non essere che la somma di studi condotti in ambiti circoscritti e, insieme, emblematici delle diverse componenti culturali del paese.

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La catalogazione architettonica metodologie e dizionari

nel progetto SIRIS

I •

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Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna

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Il volume è stato curato da:

Raffaello Bevivino Mariuccia Bondavalli Susanna Cilloni Carlo Ferrari Francesco Lavecchia Margherita Sani Paola Sgarzi

Il dizionario e le tavole illustrative sono stati prodotti in sede di formazione professionale dagli addetti del Progetto SIRIS coordinati da Carlo Ferrari:

Flora Ammannato Maura Senati Luca Bernardi Monica Bernardi Stefano Botti Francesca Canepari Davide Cavandoli Rossana Carnia Federica Ferri Roberto Mantovani Giuseppe Metlikovec

M. Cristina Moscatti Alberta Paltrinieri Mario Padellini M. Grazia Pedrazzini Franca P�tocchi Gabriele Pivari Federica Reverberi Donatella Romanelli Camilla Randelli Gina Quartaroli

La realizzazione del volume è stata resa possibile grazie alla collaborazione di:

C.R.C. Centro Regionale per il Catalogo e la Documentazione Memar-Sit - Sistemi informatici territoriali Systems & Management

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Indice

Presentazione 5

Progetto SIRIS: scheda informativa 7

Il Progetto SIRIS: catalogazione e sistema informativo 9

La metodologia di catalogazione elaborata dall'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione e il Progetto SIRIS 1 7

Procedure per la normalizzazione ed il trasferimento su basi informatizzate dei dati di catalogazione architettonica 21

Strutturazione dei dati delle schede di catalogo 31

Lessico normalizzato e catalogazione informatizzata 49

Modalità preliminari per l'inoltro dei dati alfanumerici delle schede di catalogo 55

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Presentazione

All ' interno dei 39 progetti avviati nel l 'ambito dei cosiddetti «Giacimenti culturali» era compreso SIRIS, operante sul territorio di otto comuni della provincia di Reggio Emil ia. Esso ha elaborato nel corso di due anni d i lavoro una cataloga­zione dove emergenze e numero (le due facce tradizionali del patrimonio stori­co-documentario) si sono saldate in un rapporto unificato ed efficace grazie all 'apporto del l ' informatica che ha ricondotto tutti i dati analitici entro griglie sintetiche passibi l i di aggiornamento e compatibi l i con eventuali altre banche dati . Uno degli obbiettivi era quello di calcolare con precisione nel lo spazio i l patri­monio culturale ricercando le correlazioni intercorrenti fra g l i oggetti schedati e i l contesto ambientale edificato, agricolo o naturale. Non poteva mancare alla completezza della ricerca sul campo i l tassello della indagine documentaria, archivistica e bibliografica, da coniugare innanzitutto con la terminologia corrente degli oggetti, senza la quale nemmeno la più ele­mentare anagrafe è possibi le. Dalla terminologia alla ricostruzione del lessico storico la strada è certo ancora lunga, ma questa prima pubblicazione elaborata dal gruppo reggiano, ancorchè legata essenzialmente alle più elementari forme manualistiche di architettura, è da considerarsi un prodotto di verifica e insieme di lavoro indispensabile per i l censitore, doverosamente dedito ad una fase prioritaria di formazione cognitiva della materia da indagare. Già l 'elaborato dell'U.0.2 - SIRIS!1l - Catalogo su «Le tecniche e i materiali per la decorazione in architettura» si presenta, se pur non a stampa, come un serio prodotto di applicazione nel campo terminologico: una restituzione onesta ed esaustiva di tutti i dati, le caratteristiche e le proprietà dei soggetti citati. Senza paragonare i l nostro volume alla ricchezza del Thesaurus dell'l .C.C.D. (ma le economie sono differenziate anche se complementari), ne va comunque sottol ineata la chiarezza repertoriale, ora che la sua comparsa premia una ne­cessità sentita. L'appl icazione imminente della legge «Facchiano» sulla catalogazione che av­verrà nei mesi prossimi esige un apparato di strumenti di lavoro per i giovani censitori che si occuperanno del rilevamento dei beni del territorio. Già l 'assor­bimento di tutte le strumentazioni informatiche del concessionario da parte del Ministero per i Beni Culturali ha apportato l infa agl i sclerotici Uffici di tutela, chiamati a progettare e dirigere i lavori affidati in concessione a terzi . Sarà pro­prio l 'esecuzione diretta delle operazioni sul territorio ad essere assunta per la massima parte da giovani operatori la cui professional ità andrà ancora più inco­raggiata e garantita da un insieme di apparati esemplari sui quali formulare la tattica ricognitiva. La pubbl icazione presente ne rappresenta degnamente il prologo.

Jadranka Bentini Soprintendente ai Beni Artistici e Storici

per le Province di Modena e Reggio Emilia

<11 Per lo sviluppo del progetto SIRIS la struttura operativa è stata organizzata in sottouni­tà. L'U.0.2 catalogo è quella che ha curato la formazione dei dizionari d'architettura.

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Titolo del progetto:

Finanziamento: Obbiettivi della legge:

Concedente:

Concessionario: Proponente: Responsabile scientifico: Direttore del progetto: Numero addetti occupati: Importo del finanziamento: Durata del progetto:

Catalogo Territoriale:

Ricognizione fonti documentarie:

Formazione professionale:

Attrezzature:

Banca dati :

Progetto SIRIS: scheda informativa

SIRIS-Sistema informativo per la ricostruzione insediamento storico.

ex art. 1 5 Legge 41 /1 986. introduzione delle tecnologie informatizzate nel settore dei Beni Culturali e for­mazione professionale di giovani disoccupati.

M I N I STERO DEL LAVORO E DELLA PREVIDENZA SOCIALE - M I N ISTERO DEI BENI CULTURALI E AMBI ENTALI .

SYSTEMS & MANAGEMENT s.p.a. REG IONE EMI LIA-ROMAGNA. GI USEPPE GH ERPELLI . FRANCESCO LAVECCHIA. 96. 9.991 mi l ioni . 27 mesi: dal 1 3/04/1 987 al 3 1 /1 0/1 989.

Comuni di: Boretto, Brescello, Gualtieri, Guastalla, Luzzara, Novellara, Poviglio, Reggiolo.

Regione Emil ia-Romagna.

Catalogazione Territoriale; Rilievo d'Architettura; Fotografia; Fotogrammetria Terrestre e Topografia; Fotogrammetria Aerea e Cartografia Tecnica; Cartografia Tematica; Pianificazione; Ricognizione Fonti; Analisi Territoriali.

Informatica: Immagini Digitali; Cartografia N umerica.

Fotogrammetria terrestre: fotocamera Rollei 6006 Metric, geodimetro 440 Geo­tronics Ab. Cartografia tecnica : stereorestitutore analogico Strereosimplex G6 e stereore­stitutore analitico Stereobit Galileo Siscad.

Fotografia: Hassemblad 6x6, Leica 35 mm., Olympus OM 1 e OM 1 0 35 mm. , ingranditore IFF-Ampliator SB 2 con piano basculante.

Elaborazione immagini: software Sisgraph con scheda Vista e scanner a colori in formato max. A3 e risoluzione fino a 300 OP.

Cartografia numerica: stazione di elaborazione Apollo, digitizer Benson, plotter Calcomp 1 043.

Un minicompiuter 01/lX'J ha i l ruolo di gestore delle banche dati alfanumeriche e cartografiche e di depositario delle regole (un albero logico) per la guida alla navigazione attraverso le varie banche di dati . L'util izzo di un sistema operativo standard (UN IX) e di un DBMS relazionale (I NFORM IX) di vasta portabilità e all ineato allo standard di mercato SOL, rende il prodotto informatico SI RIS no­tevolmente indipendente dai singoli fornitori ed al l ineato alle linee guida dettate dalla Commisssione delle Comunità Europee per le tecnologie i nformatiche da impiegarsi negli Enti Pubblici. Una stazione di lavoro evoluta 0/AX-Station) è lo strumento dell'utente S I R IS. Le modalità di interazione tra l 'uomo e la macchina sono state realizzate con X-WINDOX System, standard universalmente accetta­to nel campo del software grafico. Attraverso finestre che si compongono a mosaico sotto la regia di un pi lota elettronico, sul video a colori della stazione di lavoro sono presentati i menù per le scelte, le informazioni alfanumeriche, e le immagin i di indirizzamento sottoforma di grafica vettoriale o raster. Contem­poraneamente i l pi lota comanda i l player di un videodisco che contiene immagi­ni presentate su un monitor TV ad alta definizione (600 l inee). Come risultato delle ricerche si possono anche ottenere copie dei documenti consultati , me­diante stampe, plottate e dapositive.

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Il Progetto SIRIS: catalogazione e sistema informativo

SIRIS-Sistema Informativo per la Ricostruzione dell'Insediamento Storico è un progetto di «Catalogazione territoriale» con un campo di ricerca molto vasto, avente come obiettivo principale la creazione di una banca dati aperta alla con­sultazione da parte degli enti preposti alla tutela ed alla valorizzazione dei beni culturali e di quanti, studiosi, ricercatori ed operatori privati, necessitino accede­re a queste informazioni.

Lo sviluppo del progetto SIRIS ha consentito di verificare: - l'applicazione su di un'area vasta della metodologia per la «catalogazione

territoriale» impostata dal l ' Istituto Centrale per i l Catalogo e la Documentazione (ICCD);

- i criteri operativi per poter disegnare un'«azienda» (attrezzature, professio­nalità, organizzazione, ecc.) dedicata alla schedatura e alla documentazione dei beni culturali e delle fonti documentarie.

I l Progetto SIRIS ha elaborato la documentazione relativa alle Fonti docu­mentarie (in ambito regionale) e ai beni culturali architettonici (nel comprensorio della Bassa reggiana) in forma quanto più esaustiva possibi le, aggiornabile e ampliabile, collegabile ad altre banche dati esistenti sul territorio (catasto, ana­grafe, ecc.): in questo modo SIRIS potrà partecipare alla costruzione di un «Si­stema informativo territoriale» ben più complesso. Gli standards util izzati per la catalogazione territoriale sono mutuati da quanto già elaborato dall' ICCD.

L'obiettivo principale che ha guidato i l progetto è stato quello di creare una base dati in grado di:

- collocare con precisione nello spazio il patrimonio culturale, ricercando le correlazioni , sia per il presente che per il passato, fra gl i oggetti schedati (palaz­zi, case coloniche, ecc.) ed i l contesto ambientale edificato, agricolo o naturale;

- individuare le Fonti documentarie di riferimento (bibl iografiche, archivisti­che, cartografiche e fotografiche);

- creare archivi di riferimento, come il sistema delle previsioni urbanistiche (pianificazione ai vari livelli) e della proprietà (Ufficio Tecnico Erariale);

- partecipare allo sviluppo e alla conservazione di un vero e proprio Siste­ma informativo territoriale, insieme ad una più ampia base di dati (catasto, pia­nificazione, statistica, anagrafe) aggiornata anche da altri enti (Provincia, comu­ni, UTE, ecc.).

I livelli e i componenti del sistema informativo

La struttura del sistema di i nformazioni realizzato è articolata su due l ivell i :

- Regionale - Comprensoriale

A livello regionale è stato strutturato l 'archivio delle fonti documentarie biblio­grafiche e archivistiche (estimi e catasti) final izzato alla ricostruzione dell ' inse­diamento storico, allo scopo di garantire le effettive relazioni intercorrenti tra l 'ambito territoriale oggetto di studio e la complessità regionale.

A livello comprensoriale le informazioni relative alla catalogazione dei beni architettonici , oltre che con la schedatura delle fonti documentarie di varia natu­ra, sono state integrate mediante le analisi vegetazional i e morfologiche del ter­ritorio e con lo studio degli strumenti di pianificazione.

Le informazioni raccolte sono conservate in forma cartacea e su supporto magnetico: tutto ciò costituisce una vera e propria biblioteca del catalogo terri­toriale e delle fonti documentarie, dove l 'accesso agli originali (carte tematiche, allegati grafici e negativi) è assistito da una banca dati informatizzata.

Al fine di facil itare quanto più possibi le l 'utenza nel l 'accesso e nel l 'uso delle informazioni, la banca dati è fornita di una interfaccia amichevole.

Nella banca dati informatizzata le informazioni sono contenute in tre sottosi-stemi distinti:

Sistema alfanumerico: schede e testi di varia natura riguardanti argomenti diversi; Sistema cartografico: cartografie dig ital izzate a varie scale; Sistema iconografico: immagini su dischi ottici e su Laser Vision.

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Il sistema alfanumerico contiene i dati relativi : alla catalogazione dei beni architettonici; al le fonti documentarie; alla pianificazione; alle analisi di carattere territoriale.

I l sistema cartografico, costituito mediante sviluppo di procedure di elabora­zione numerizzata e strutturato per fornire la «base» comune di riferimento qua­le supporto per la rappresentazione dei fenomeni analizzat i , contiene: - basi cartografiche da impiegarsi per la «navigazione territoriale,,(1l; - mappe catastali (2l.

Il sistema iconografico contiene le immagin i , su dischi ottici e su Laser Vi-sion, relative a:

le mappe dei catasti storic i ; le cartografie storiche; la documentazione grafica e fotografica di supporto alla catalogazione dei beni culturali architettonici ; i tematismi sviluppati per la rappresentazione del le fasi evolutive riguardanti gli ambiti territoriali studiati (proprietà, uso del suolo, toponimi).

Se da un punto di vista fisico le i nformazioni raccolte al l ' interno del sistema informativo sono contenute nei tre sottosistemi elencat i , dal punto di vista logi­co i l complesso degli i nterventi che hanno dato vita al progetto può essere schematicamente ricondotto ad una diversa aggregazione:

la Catalogazione territoriale la Cartografia di base le Fonti documentarie il Nuovo Catasto Terreni la Pianificazione le Analisi ambientali

La Catalogazione territoriale Per la formazione degli archivi dei dati che descrivono le caratteristiche dei

beni architettonici è stata eseguita la catalogazione, mediante schedatura, di

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Reggiolo (RE) insediamento agricolo a corte aperta «La Brugnola»: ricostruzione dell' insediamento edilizio. Fonti di riferimento: Catasto Ducale Parmense 1816/24 (1830).

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Reggiolo (RE) insediamento agricolo a corte aperta «La Brugnola»: accorpamento della proprietà e uso del suolo.

Fonti di riferimento: Catasto Ducale Parmense 1816/24 (1830).

circa 3.300 beni architettonici '3l, corredata da documentazione di natura fotogra­fica, fotogrammetrica e grafica.

La Cartografia di base Per la formazione della cartografia tecnica di base si è proceduto alla elabo­

razione, tramite operazioni di restituzione aerofotogrammetrica, della ripresa ae­rea realizzata nella fase in iziale del progetto.

Le elaborazioni cartografiche hanno prodotto: cartografia planoaltimetrica alla scala 1 :500 per la rappresentazione dei cen­tri storici catalogati; cartografia planoaltimetrica alla scala 1 :2.000 per la rappresentazione degl i insediamenti edilizi sparsi .

Le Fonti documentarie Allo scopo di poter ricostruire la storia dei singoli beni architettonici ed ope­

rare sintesi significative per interi ambiti territoriali si è proceduto all'analisi e alla schedatura delle fonti documentarie.

Il Nuovo Catasto Terreni Per l 'aggiornamento delle basi i nformative di natura catastale si è proceduto

alla trasformazione in cartografia numerica dei 364 fogli di mappa riguardanti l'ambito territoriale oggetto di studio, a cui sono stati riferiti g l i archivi alfanume­rici contenenti i dati amministrativi . Dai fogl i di mappa sono derivate tutte le carte d i «navigazione» del catalogo.

La Pianificazione Sono inoltre stati raccolti tutti g l i strumenti di pianificazione comprensoriale e

comunale di carattere generale ed esecutivo allo scopo di col legare ogni bene architettonico alla normativa relativa e, quindi , ai comportamenti previsti dalla discipl ina urbanistica.

Le Analisi territoriali Per quanto concerne l'ambiente fisico ed il paesaggio vegetazionale, sono

state condotte specifiche analisi territoriali finalizzate alla determinazione dei va­lori ambientali e paesaggistici degli otto comuni esaminati. Da tali analisi è stata elaborata una cartografia tematica relativa alla vegetazione, alle rilevanze natu­ralistiche ed agli elementi paesaggistici minori ed un insieme di carte tematiche relative agl i aspetti geologici , morfologici e pedologici del territorio.

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Gli standard della Catalogazione territoriale

La metodologia adottata per la strutturazione del catalogo d'architettura comprende tutte le tecniche di misurazione indispensabi l i per stabi l i re quei rap­porti di conoscenza necessari a soddisfare le esigenze legate alle attività di ricerca in settori che possono essere diversificati. Le procedure adottate hanno consentito di rappresentare non solo gli elementi più faci lmente percepibi l i , ma anche le regole interne ed i meccanismi che giustificano la presenza di varie componenti, l 'applicazione di determinate tecnologie costruttive, nonchè l'uso di specifici material i .

Le i nformazioni raccolte sono contenute all'interno della scheda di catalogo, concepita in modo da organizzare i dati secondo un tracciato normal izzato che riunisce le informazioni in relazione alla tipologia e complessità dei beni catalo­gati. L'organizzazione dei dati di catalogo, infatti , avviene secondo una struttura logica articolata in campi descrittivi predisposti in modo che ognuno di essi contenga le informazioni riguardanti i singoli beni e le loro caratteristiche. Tale tracciato definisce l'articolazione delle informazioni che descrivono i l bene cul­turale: per ogni tipo di oggetto sono garantite applicazioni inerenti sia la gestio­ne complessiva dell 'archivio, sia quella propria del bene architettonico, nonchè eventuali applicazioni specifiche.

La struttura del sistema informativo garantisce la conservazione del catalogo intesa come l ' insieme delle operazioni che assicurano la manutenzione e l 'ampl ia­mento continuo della base di dati e l ' util izzo degli archivi da parte del l ' utenza(41.

I collegamenti fra i Beni catalogati e le Fonti Archivistiche

Gli archivi sono relazionati tra loro da un complesso sistema di «integrazio­ne» costituito allo scopo di gu idare l 'esplorazione tramite chiavi di vario tipo.

Le Fonti documentarie (bibliografiche, archivistiche, cartografiche e fotografi­che) sono state collocate nel sistema informativo mediante la compilazione di

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Reggiolo (RE) insediamento agricolo a corte aperta «La Brugnola»: ricostruzione del l ' insediamento edil izio. Fonti d i riferimento: Catasto di primo impianto 1886.

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Reggiolo (RE) insediamento agricolo a corte aperta «La Brugnola»: accorpamento della proprietà e uso del suolo. Fonti d i riferimento: Catasto di primo impianto 1886.

schede contenenti dati che consentono di accedere alle singole tipologie di documenti, di correlare tipologie diverse e di creare rapporti fra fonti e beni catalogati. A tal f ine si è proceduto mediante la strutturazione di cinque tipi di collegamenti: 1-/'ambito tematico: le schede riportano le caratteristiche specifiche del singolo documento e i dati salienti della tipologia di appartenenza; 2-i toponimi: sono trascritte le località principali e secondarie presenti in tutte le Fonti; 3-i proprietari: sono stati trascritti i nomi dei proprietari presenti nei catasti stori­ci e nella cartografia; 4-l'ambito cronologico: sono riportati gli estremi cronologici d i ogni documento; 5-i/ sistema di coordinate Gauss-Boaga: ogni bene catalogato è contraddistinto da tali coordinate, come le singole particelle del Nuovo Catasto Terreni , come il perimetro dei fogli di mappa dei catasti storic i , delle topografie, della cartografia non seriale e dei singoli fotogrammi delle riprese aeree.

Francesco Lavecchia

<1l Per comprendere il ruolo della cartografia digitalizzata in SIRIS occorre fare riferimento al fatto che una banca dati territoriale è composta da un insieme di informazioni di varia natura disseminate in ambiti diversi (es. , in un comune, in un comprensorio, in una provin­cia, ecc.). L'accesso alle informazioni relative ad un punto, ad esempio un certo edificio, richiede il verificarsi d i almeno uno dei seguenti eventi: - la conoscenza del toponimo univoco; - la conoscenza degli elementi topografici che ne permettano la localizzazione.

In questo ultimo caso saranno fornite le rappresentazioni di ambiti territoriali a scale sempre maggiori, sino al riconoscimento dell'edificio e alla lettura del codice che lo indivi­dua. Naturalmente per un territorio d i 300 kmq, come quello analizzato dal progetto, è impossibile poter avere un'unica rappresentazione e procedere su monitor con ingrandi­menti o riduzioni. È necessario, di conseguenza, predisporre una sequenza di carte nume­riche dove ogni elemento alla scala più piccola costituisce un quadro di unione dell'ele­mento alla scala maggiore.

Il sistema di esplorazione così concepito ha imposto la costruzione di tre diversi insie­mi di elaborati cartografici (piccola, media e grande scala) i quali, oltre a costituire il supporto principale di esplorazione interno, concorrono a formare una prima base di dati.

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Gli elaborati cartografici sono costituiti da: - una cartografia a piccola scala (1:500.000 e 1 :1 00.000) elaborata per la rappresentazio­ne d 'insieme del territorio regionale e delle singole province, contenente gl i elementi grafi­ci riportanti i principali confini amministrativi e toponimi; - una cartografia a media scala (1 :25.000) predisposta per la rappresentazione delle sin­gole aree comunali e contenente gli elementi grafici indispensabi l i per consentire i l ricono­scimento sul piano morfologico delle principali caratteristiche strutturali del territorio; - una serie di cartografie alla grande scala (1 :1 .000 per i centri urbani, 1 :2.000 per le zone extraurbane) ottenute con la trasposizione delle mappe catastali su basi informatiz­zate, che si prestano, per le loro caratteristiche e per la tecnica di rappresentazione, ad essere trasformate in carte numeriche.

La successione logica delle basi cartografiche informatizzate consente dunque di strut­turare modalità di accesso differenziate in relazione all'ambito tematico di ricerca selezio­nato e giungere, per successivi ingrandimenti di scala, alla lettura delle più piccole unità contenute al l ' interno del sistema, costituite dalle singole schede descrittive dei beni archi­tettonici.

12> I fogli di mappa del Nuovo Catasto Terreni sono stati dig ital izzati per potere: a) sperimentare la possibil ità di aggiornare in «sede propria", vale a dire presso l 'UTE

di Reggio Emilia, i Fogli di mappa e i relativi Amministrativi. Se l'esito fosse positivo, si potrebbe inserire i l NCT nell'albero logico di SIRIS, non più come cartografia «Storica» databile 1 987, ma come base continuamente aggiornabile e quindi sempre «attuale».

b) ottenere in sede SIRIS alcune carte di «navigazione» estraendo solo alcuni dei mol­teplici «livelli» che costituiscono le mappe catastali (livelli predisposti dall'UTE per la for­mazione del Catasto numerico nazionale):

- i CENTRI STORICI, costituiti dalla mosaicatura dei «Confini degli isolati,,; - i SETTORI URBANI e i SETTORI EXTRAURBANI, con le Unità Min ime Territoriali

ricavate dalla conferma di alcune linee «confini di particella,,; - la CARTA DEI TOPONIM I dei Settori extraurbani (senza i numeri di particella e le

cediglie).

l3> Si tratta di un patrimonio catalogato di 3.300 beni «complessi,, o «individui», pari a circa 5.000 edifici singoli.

14> Per la rappresentazione dei fabbricati catalogati sono state attivate procedure di analisi che, util izzando discipline specifiche di settore, consentono, in relazione alla com­plessità degli oggetti trattati , d i descrivere gli edifici anche per differenti esigenze di rap­presentazione. A tale scopo si è d imostrato estremamente utile lo sviluppo di discipline quali l'aerofotogrammetria e la fotogrammetria terrestre. Lo sviluppo di queste tecniche

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Reggiolo (RE) insediamento agricolo a corte aperta «La Brugnola»: ricostruzione dell'insediamento edi l izio. Fonti d i riferimento: Nuovo Catasto Terreni 1987.

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Reggiolo (RE) insediamento agricolo a corte aperta «La Brugnola»: accorpamento della proprietà e uso del suolo. Fonti d i riferimento: Nuovo Catasto Terreni 1987.

ha consentito, per le ben note potenzialità insite nelle procedure operative, di trattare sul piano dimensionale ed alle scale più opportune una quantità enorme di dati metrici e d i costituire un notevole archivio informatizzato.

Questo è in grado di facil itare la conoscenza dei beni studiati, sia in rapporto alla loro complessità che alla loro ubicazione come, per esempio, le elaborazioni per la realizzazio­ne delle cartografie planoaltimetriche alle scale 1 :500 e 1 :2.000. Inoltre l 'archivio permette di giungere ad una definizione morfologica complessiva e di dettaglio dei singoli fabbrica­ti, ad esempio mediante i ril ievi fotogrammetrici terrestri eseguiti sui fronti principali degli edifici. La tecnica del ri l ievo fotogrammetrico terrestre, in modo particolare, si è dimostra­ta utile per la strutturazione del sistema informativo, soprattutto in relazione al fatto che ha consentito la formazione di archivi costituiti da dati elaborabili in tempi successivi.

Il sottosistema particolare, rappresentato dall 'archivio fotogrammetrico, contiene:

- le prese degli edifici; i dati topografici d'appoggio e d'inquadramento; le monografie dei punti;

- i progetti di presa; - le restituzioni (eseguite per alcuni campioni).

La formazione di un tale archivio, in rapporto alle problematiche connesse alla catalo­gazione e più in generale alla conoscenza dei beni architettonici, deve rappresentare una parte del sistema informativo che, scendendo di scala, consenta un approfondimento del­le analisi, grazie, da un lato alle tematiche utilizzate, e dall'altro alla possibilità d i integra­zione con tutte le altre informazioni del sistema stesso.

La metodologia di acquisizione dei dati deve essere impostata proprio sulla integrazio­ne di d iversi metodi di rilievo in cui le singole discipline fotogrammetriche e topografiche, pur mantenendo la propria autonomia, si affiancano alle altre discipline d i ricerca come supporto e/o sintesi di informazioni di diversa natura (analisi chimiche, analisi strutturali, ecc.).

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Guastalla (RE) Chiesa parrocchiale

La metodologia di catalogazione elaborata dall'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione e il Progetto SIRIS

La metodologia di catalogazione elaborata dall' Istituto Centrale per i l Catalo­go e la Documentazione (l.C.C.D.), soprattutto per q uanto attiene la definizione degli standards informativi e l'articolazione dei legami metodologici intercorrenti tra le varie componenti che la caratterizzano, si fonda sul principio della «cata­logazione territoriale».

Tale indirizzo è maturato sul l 'esperienza e sulla conoscenza di quanto si è andato facendo in Italia ed all 'estero e, tutt'oggi, pare il p iù idoneo per la tutela diretta e indiretta del patrimonio culturale.

Secondo questo principio, i l territorio oggetto di catalogazione è suddiviso in unità d ' indagine omogenee sul piano amministrativo, funzionanti come elementi di sintesi e di collegamento di tutte le informazioni riguardanti la «catalogazione territoriale», intese come insieme globale delle indagini sviluppate per la deter­minazione di tutte le fasi storiche e delle componenti culturali.

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dei Servi . �

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Considerando che la metodologia di catalogazione è finalizzata alla cono­scenza esaustiva di tutti i beni ubicati in un ambito territoriale definito, le varie entità che compongono la realtà territoriale sono esaminate in rapporto a scale diverse e con l 'ausilio di una metodologia di schedatura che mette in evidenza sia i rapporti esistenti tra i singoli beni, che le relazioni con il contesto territoria­le in cui sono ubicati.

Tale modo di operare, oltre a consentire l 'organizzazione di standards infor­mativi unificat i , si conferma particolarmente idoneo per organizzare quelle infor­mazioni che si indirizzano a tutti gli enti istituzionalmente preposti alla realizza­zione delle politiche di programmazione, pianificazione e governo del territorio.

Al l ' interno di ogni entità territoriale, infatti , si collocano tutte le componenti culturali che vengono catalogate con specifiche schede uti l izzate per raccogl ie­re dati di natura archeologica, architettonica, storico-artistica e paesaggistica.

In questo modo i vari fattori caratterizzanti l 'evoluzione storica di uno specifi­co ambito territoriale non sono più considerati nella loro individualità, ma ven­gono continuamente rapportati tra di loro in relazione anche al contesto struttu­rato in cui si trovano.

L'unità territoriale di catalogazione è amministrativamente rappresentata dal territorio comunale.

Su tale entità è raccolta la documentazione occorrente per l 'organizzazione di due insiemi contenenti specifiche informazioni:

uno riguardante lo stato attuale, che raccoglie informazioni relative agli aspetti geologici , naturalistici ed antropici; l 'altro riguardante l 'evoluzione storica, che raccoglie informazioni riguardanti i l territorio alle varie epoche esaminate in forma i nterdiscipl inare.

L'area del territorio comunale viene suddivisa in «sottoinsiemi» di catalogazione rappresentati dagli ambiti extraurbani e dai centri storici i quali, a loro volta, sono suddivisi in ulteriori unità costituenti gli ambiti urbani di catalogazione.

Questi sottoinsiemi vengono a loro volta ripartiti in ulteriori «sottounità» (unità minime territoriali e unità edi l izie).

Dato che lo scopo principale della «Catalogazione territoriale» è la conoscen­za del patrimonio storico e culturale, appare chiaro come i«cataloghi territoriali» consentano, attraverso l 'attivazione di analisi conoscitive interdiscipl inari , l 'evi­denziazione delle qualità storico artistiche, architettoniche ed ambientali del ter­ritorio, spiegandone nel contempo le connessioni che hanno determinato i l veri­ficarsi dei fenomeni evolutivi.

Da qui la possibi l ità di impiegare la «Catalogazione territoriale» sia per la de­scrizione dello stato di fatto e della storia delle realtà territoriali studiate, che per la strutturazione d i chiavi i nterpretative da impiegare per l 'organizzazione delle azioni indirizzate alla valorizzazione dei beni cultural i .

Gl i obbiettivi della catalogazione territoriale individuati dall ' l .C.C.D. sono facil-mente riassumibil i nei seguenti punti:

centralizzare la progettazione; estendere la defin izione del concetto di catalogazione coinvolgendo, oltre agl i storici dell'arte, tutti i tecnici specializzati nello sviluppo delle analisi ter­ritorial i ; costruire una «banca dati» che abbia come obiettivo la conoscenza detta­gl iata e, quindi , la visione generale dei beni culturali (non solo dei monumen­ti e delle opere d'arte, ma anche del patrimonio storico-documentario); collocare con precisione nello spazio i l patrimonio culturale alla ricerca delle relazioni intercorrenti (allo stato attuale e nel passato) fra gli oggetti studiati (palazzi , case coloniche, siti archeologici, ecc.) ed i l contesto ambientale edificato, agricolo o naturale; elaborare sintesi di varia natura (ambiental i , agronomiche, storiche, ecc.); contribuire, in sede d i pianificazione e programmazione, al l 'elaborazione del­le politiche, delle normative e dei regolamenti per la manutenzione e la valo­rizzazione del patrimonio culturale.

Schema organizzativo della metodologia di «catalogazione territoriale»

Considerate le caratteristiche metodologiche legate al concetto di «cataloga­zione territoriale», che sottol ineano l 'approccio estremamente articolato alla co­noscenza del territorio, le diverse categorie dei beni culturali e ambientali e le conseguenti particolarità dei relativi sistemi di catalogazione, l 'organizzazione delle procedure di catalogazione viene sviluppata i n rapporto ai seguenti ambiti territoriali:

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Guastalla (RE) Chiesa parrocchiale dei Servi: veduta della navata centrale.

Territorio unità base: territorio comunale Indagini stato attuale:

Urbanistica. - Geologia. - Flora e fauna. Indagini storiche: - Antichità. - Medio evo ed età moderna.

Centro storico: Settore urbano: - Indagini stato attuale unità edilizie. - Indagini storiche unità edilizie.

Settore extraurbano: - Indagin i stato attuale unità minime territorial i . - Indagin i storiche unità minime territorial i .

Su questo modello organizzativo sono state studiate le diverse tipologie di schedel1l attualmente impiegate per le operazioni di catalogazione territoriale a livello nazionale.

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T territorio Inserti per indagine stato attuale:

TU urbanistica TG geologia

TF flora e fauna Inserti per indagine storica:

TA antichità TM medioevo ed età moderna

I es centro storico

SU settore urbano TP settore extraurbano inserti: inserti:

Repertori stato attuale unità edil izie Repertori stato attuale unità edilizie Repertori indagine storica unità edilizie Repertori indagine storica unità edi l izie

PG parco, giardino

I A architettura

inserti:

Aii impianto industriale

I CA complesso archeologico

MA monumento archeologico RA reperto archeologico

I SAS saggio stratigrafico

inserti:

Us unità stratigrafica tabella dei materiali

I N numismatica

OA opera e oggetto d 'arte inserti:

Sm strumento musicale Ms manoscritto

Mm macchina e meccanismo

D disegno DIA disegno tecnico o progetto di architettura

S stampa Ml matrice di incisione

E etnologia

I FKO folklore oggetti FKM folklore musica

FKC folklore cerimonie e riti

La sigla in neretto identifica i l tipo di scheda predisposto dal l ' l .C.C.D. per la raccolta e l'elaborazione delle informazioni riguardanti i singoli aspetti che caratterizzano il «catalogo territoriale».

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Il catalogo dei beni architettonici

Data la complessità della metodologia di catalogazione in uso sul territorio nazionale e la molteplicità delle discipl ine svi luppate per la formazione degl i archivi che la caratterizzano, in questa sede ci l imiteremo a trattare, in maniera sintetica, le procedure impiegate per la formazione del catalogo d'architettura e le relazioni intercorrenti tra questo e le altre componenti che costituiscono l'esi­to complessivo della «Catalogazione territoriale».

Facendo riferimento diretto alle metodologie nazionali per la «catalogazione», le relazioni i ntercorrenti tra il «catalogo dei beni culturali architettonici» e le altre componenti che caratterizzano il «Catalogo territoriale», sono espresse dal se­guente schema relazionale:

T territorio Inserti per indagine stato attuale:

TU urbanistica TG geologia

TF flora e fauna Inserti per indagine storica:

TA antichità TM medioevo ed età moderna

SU settore urbano inserti:

I I

es centro storico

I

TP settore extraurbano inserti:

Repertori stato attuale unità edil izie Repertori indagine storica unità edilizie

Repertori stato attuale unità edilizie Repertori i ndagine storica unità edilizie

PG parco, giardino

I A architettura

inserti: Aii impianto industriale

I l «Catalogo dei beni culturali architettonici» viene progettato in funzione delle esigenze espresse da un'utenza principalmente formata da chi opera, diretta­mente o indirettamente, nel settore dei beni architettonici e ambientali (ricerca­tori nelle varie discipline, pianificatori, amministratori di enti pubblici , l iberi pro­fessionisti, uffici tecnici dei comuni , ecc.) , allo scopo di formare uno strumento propedeutico per la conoscenza del territorio, e un supporto alle attività di ge­stione ordinaria e straordinaria delle procedure di manutenzione, recupero e riu­so dei beni culturali architettonici .

L'obiettivo che sta al la base dei processi di catalogazione è, di conseguenza, quello di documentare gli oggetti architettonici allo scopo di soddisfare esigen­ze conoscitive legate allo sviluppo di attività operative e di ricerca in settori che possono essere diversificati.

Il «catalogo dei beni culturali architettonici» è strutturato seguendo un pro­cesso logico di operazioni ideato per giungere alla comprensione globale dei beni culturali architettonici oggetto di studio.

I l carattere estremamente articolato delle operazioni di catalogazione impone di giungere alla definizione precisa degli standards in base ai quali delimitare i l campo di azione delle operazioni di catalogazione.

La metodologia di catalogazione comprende, di conseguenza, i l complesso delle tecniche di misurazione architettonica e delle componenti fisiche indispen­sabi l i per stabil ire rapporti di conoscenza esatti e specifici con le architetture oggetto di studio.

Tale metodologia permette infatti la documentazione dei beni culturali archi­tettonici , sia in rapporto alle loro caratteristiche complessive che ai dettagl i , al fine di garantirne la lettura per quanto attiene la struttura formale, lo stato d i

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conservazione, il funzionamento e l 'uso tramite lo studio dei rapporti dimensio­nal i e fisici.

Le operazioni che determinano i processi conoscitivi delle architetture sono strettamente correlate ad una serie di analisi i l cui obiettivo prioritario è eviden­ziare le singole caratteristiche degli oggetti architettonici raffrontandoli ad un quadro di riferimento globale.

Attraverso l 'attivazione di tali procedure sono rappresentati non solo gli ele­menti più percettib i l i , ma anche le regole interne ed i meccanismi che giustifica­no la presenza di precise componenti, l'applicazione di determinate tecnologie costruttive, l 'uso di specifici material i .

L'attività di catalogazione ha quindi carattere «oggettivo» e la documentazio­ne dei beni culturali architettonici verifica ed evidenzia le principali caratteristi­che con lo scopo specifico di consentirne la corretta rappresentazione.

Dal punto di vista logico i l complesso degli interventi che hanno dato vita alla costituzione del «Catalogo dei beni architettonici» può essere schematicamente ricondotto, per comodità di lettura, ad alcuni sottoinsiemi concettuali (o ambiti operativi) che servono come traccia per delineare sommariamente l ' insieme del­le operazioni sviluppate:

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La catalogazione d'architettura La cartografia tecnica di base Il ri l ievo fotogrammetrico terrestre d 'architettura La fotografia

Guastalla (RE) Chiesa parrocchiale dei Servi: veduta della navata centrale.

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Guastalla (RE) Chiesa parrocchiale dei Servi: veduta della navata centrale e del transetto.

La catalogazione architettonica

Le operazioni di catalogazione architettonica sono indirizzate alla raccolta e organizzazione dei dati e delle informazioni riguardanti i manufatti architettonici ed al l 'elaborazione degli elementi grafici ed iconografici di corredo alle schede di catalogo.

I beni culturali architettonici così censiti possono essere letti attraverso tagli differenti , ovvero comparati con le informazioni provenienti da diverse fonti.

Le informazioni di sintesi e descrittive che concorrono alla definizione delle caratteristiche del bene architettonico sono raccolte in relazione a specifici cri­teri operativi che consentono la loro successiva elaborazione, secondo criteri logici , in precisi insiemi tematici.

Ognuno di questi insiemi , costituiti da gruppi di dati omogenei, concorre alla descrizione di particolari caratteristiche ed è articolato nei seguenti raggruppa­menti tematici:

Codici di catalogazione Struttura del complesso Localizzazione Bene catalogato Definizione culturale

Regesto Descrizione Dati analitici Dati amministrativi Documentazione

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I «Codici di catalogazione>• costituiscono un insieme relazionale di natura al­fanumerica, che consente l ' individuazione univoca del documento contenente i dati sintetici e le informazioni descrittive riguardanti uno specifico manufatto architettonico, tramite la creazione di un legame di tipo associativo che ne defi­nisce la posizione al l ' interno dell'insieme costituito da tutti i documenti dello stesso tipo elaborati sul territorio nazionale.

I dati e le informazioni contenute in «Struttura del complesso» forniscono la descrizione sintetica del bene architettonico catalogato quando questo si pre­senta in forma complessa o in condizioni di aggregazione, creando i riferimenti ed i legami con i singoli manufatti che compongono la forma complessa o l 'ag­gregazione.

I dati contenuti in «Localizzazione» determinano l 'ubicazione del bene archi­tetton ico in rapporto al contesto territoriale di appartenenza e sono riportat i , in relazione ai d ifferenti aspetti specificati, facendo costantemente riferimento ai concetti metodologici che caratterizzano la «catalogazione territoriale».

Le informazioni contenute in «Bene catalogato» consentono la precisa defin i­z ione delle caratteristiche tipologiche e connotative del manufatto architettonico sia nel caso in cui si presenti in forma complessa od in condizioni di aggrega­zione, che sotto forma di bene «individuo» funzionalmente e strutturalmente in­dipendente da qualsiasi altra entità architetton ica.

In «Definizione culturale>• viene specificata l ' identità dell 'autore dell'opera ar­chitettonica e, nei casi in cui non è possibi le g iungere a questa determinazione, i l contesto culturale che ne ha influenzato la realizzazione.

I l «Regesto» è composto da dati di varia natura che concorrono alla costitu­zione del «repertorio cronologico» delle notizie, sia di carattere generale che specifico, riguardanti i l bene architettonico.

Le notizie che costituiscono i l «Regesto» riguardano principalmente le vicen­de storico-costruttive che hanno caratterizzato nel corso del tempo la genesi dell'opera esaminata sia per quanto concerne gl i aspetti più pertinenti (es. , le notizie riguardanti: la committenza, la progettazione, i passaggi d i proprietà, le variazioni di destinazione d 'uso, le distruzioni , le ricostruzioni , ecc.), che per quanto concerne tutti g l i eventi di ri levanza storica, artistica, sociale ed econo­mica che sono direttamente connessi alla sua genesi ed evoluzione.

In «Descrizione>• sono riportate tutte le informazioni che concorrono, da un lato, alla definizione delle caratteristiche tecnico-costruttive, dall'altro, alla de­scrizione dell'ambiente geografico, socio-culturale e storico all ' interno del quale

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Guastalla (RE) Chiesa parrocchiale dei Servi: veduta della volta a cupola.

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Guastalla (RE) Chiesa parrocchiale dei Servi: veduta della navata laterale.

è ubicato il bene architettonico catalogato. In «Dati analitici» e «Dati amministrativi» sono riportate le informazioni riguar­

danti g l i usi storici ed attuali e le condizioni g iurid iche e vincolistiche alle quali il bene architettonico è assoggettato.

In «Documentazione» sono contenuti tutti i riferimenti necessari per relaziona­re la scheda cartacea ai singoli elaborati fotografici , grafici , aerofotografici e cartografici realizzati per la documentazione del bene architettonico anal izzato.

Gli allegati grafici, cartografici e fotografici

Nell 'ambito della catalogazione architetton ica è indispensabile calibrare una metodologia di rappresentazione grafica, cartografica e fotografica che consen­ta al catalogatore di rapportarsi alla casistica tipologica riscontrabile sul campo nel modo più definito possibile e che, contemporaneamente, renda agevole, al l ' utente del «Catalogo d 'architettura», l ' i nterpretazione oggettiva del manufatto architettonico.

I l carattere estremamente articolato delle operazioni di catalogazione ed i l complesso delle informazioni che descrivono i fabbricati anal izzati , impongono lo studio di particolari standards da impiegare per la rappresentazione morfolo­gica del le strutture.

Tali standards, elaborati per consentire la migl iore comprensione dei manu-

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fatti architettonici analizzati, sono indirizzati verso la rappresentazione delle ca­ratteristiche architettoniche in rapporto sia agli aspetti i nerenti la genesi dei fab­bricati, che alle caratteristiche costruttive.

Per la rappresentazione dei fabbricati catalogati sono state infatti attivate procedure di analisi che consentono, in relazione alla complessità degli oggetti trattati , di descrivere gl i edifici anche per differenti esigenze di rappresentazio­ne.

A tale scopo si è dimostrato estremamente utile lo sviluppo di discipl ine quali l 'aerofotogrammetria per la formazione della cartografia tecnica di base, la foto­grammetria terrestre, il ril ievo e la fotografia d'architettura.

Gli allegati grafici e fotografic i di corredo alle schede di catalogo sono infatti costituiti da:

la serie delle riprese fotografiche esterne eseguite per la documentazione dei prospetti significativi dei manufatti architettonici ; la serie delle riprese fotografiche eseguite per la documentazione dei princi­pali elementi strutturali; la serie delle riprese fotografiche eseguite per la documentazione degli ele­menti decorativi rilevati ; la serie del le prese fotogrammetriche terrestri e dei dati topografici elaborati per i rilievi dei fronti dei manufatti di maggiore interesse architettonico; gli estratti cartografici dalle mappe del catasto di primo impianto e del cata­sto attuale documentanti lo stato dei fabbricati all 'epoca di realizzazione del­la documentazione cartografica di riferimento; gli estratti dalla cartografia planoaltimetrica aerofotogrammetrica contenente le i nformazioni relative alla morfologia dei sistemi di copertura, alle caratteri­stiche volumetriche, alle caratteristiche insediative; la rappresentazione schematica delle caratteristiche distributive e funzionali dei piani principali di ogni singolo edificio, corredata dai dati inerenti le de­stinazioni d 'uso dei vani.

La metodologia d i acquisizione dei dati è perciò impostata sulla integrazione di diversi metodi di rilievo in cui le singole discipl ine, pur mantenendo la propria autonomia, si affiancano alle altre discipline di ricerca come supporto e/o sinte­si di informazioni di d iversa natura.

Carlo Ferrari

Reggiolo (RE) Villa De Moli o i l

Villone: Allegato grafico alla scheda di catalogazione.

P l an i v o l u m e t r i c o a e r o f ot o g ra m m et r i c o

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N. C . T . 1987

Catasto di primo

im pianto 1 886 a e.i punto di stazione per la ripresa fotografica

Legenda materiali di co pertura:

-CJ CJ

manto di copertura con coppi

manto di copertura con marsigliesi

altro tipo di materiale

coperture in piano

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Procedure per la normalizzazione ed il trasferimento su basi informatizzate dei dati di catalogazione architettonica

La funzione istituzionale del l ' Istituto Centrale per i l Catalogo e la Documenta­zione (l .C.C.D.) è indirizzata principalmente alla definizione degl i standards e delle metodologie catalografiche praticate sul territorio nazionale dagli Enti peri­feric i dello Stato (Soprintendenze) ed altre istituzioni preposte all 'attuazione operativa delle procedure di acquisizione dati al fine di determinare la consi­stenza e lo stato di conservazione di tutto il patrimonio culturale, compreso quello architettonico di cui i l Progetto SIRIS si è più specificamente occupato.

Tra le varie funzioni istituzionali assolte dal l' l .C.C.D., una in modo particolare assume oggi un'importanza rilevante: quella relativa alla definizione ed alla nor­malizzazione del lessico e delle procedure da impiegare per la compilazione delle schede di catalogazione(ll.

Infatti le metodologie catalografiche, ampiamente sviluppate su tutto il territo­rio nazionale con l'ausil io di strumenti tradizionali, hanno prodotto tipologie di schede di norma costituite da documenti cartacei all'interno dei quali la descri­zione delle caratteristiche relative ai singoli oggetti catalogati è spesso espressa in termini discorsivi.

Alcune informazioni possono essere strettamente connotate a caratteristiche prettamente anagrafiche, util i per l'identificazone dell'oggetto catalogato per quanto concerne gli aspetti essenzial i ; altre, di carattere più propriamente de­scrittivo e storico-critico, si possono considerare a testo l ibero.

Ciò significa che le i nformazioni relative ai dati di catalogazione non sono organizzate in forma strutturata e spesso la stessa informazione fornisce indica­zioni riguardanti aspetti diversi dell'oggetto catalogato.

A fronte di tutto ciò, appare facilmente immaginabile come la gestione di un archivio che raccoglie informazioni di questo genere diventi estremamente diffi­cile, se non impossibile, se non si fa ricorso a sistemi di tipo automatizzato, tenendo anche in considerazione che ogni singolo dato, o gruppo di informazio­n i , deve essere relazionato agl i elementi grafici ed iconografici prodotti per la documentazione dei manufatti architettonici, costituiti da allegati di carattere fo­tografico, aerofotografico, fotogrammetrico, grafico e cartografico.

In relazione a questo particolare aspetto, e con lo scopo di rendere attuabile i l trattamento informatizzato dei dati di catalogazione, l'l .C.C.D. , in collaborazio­ne con l ' Istituto CNUCE di Pisa, ha fissato i criteri e le modalità per la struttura­zione delle informazioni12l.

Facendo direttamente riferimento alla metodologia di strutturazione dei dati per l ' informatizzazione delle schede di catalogazione architettonica, un edificio può essere considerato alla stregua di un' «entità fisica» descrivibile per mezzo di attributi.

In particolare, tenendo in considerazione le tecnologie informatizzate attual­mente impiegate come strumenti gestionali e di elaborazione di banche dati per i beni cultural i , il contenuto i nformativo degli attributi deve essere tale da rispondere alle esigenze di una gestione automatizzata delle informazioni . In altre parole, le proprietà specifiche che definiscono il bene architettonico devono essere chiara­mente esplicitate in modo tale che il potenziale utente del sistema informativo possa agevolmente ricercarle, visual izzarle ed eventualmente modificarle.

Le informazioni riguardanti un particolare oggetto architettonico sono conte­nute all'interno di un'unità principale di archiviazione (la scheda di catalogo), concepita per l'organizzazione dei dati in relazione ad un tracciato normalizzato predisposto per garantirne la trasposizione da supporti di tipo tradizionale (schede cartacee) a supporti magnetici (basi informatizzate).

Tale tracciato definisce l'articolazione delle informazioni che descrivono i l be­ne architettonico, ed è predisposto allo scopo di garantire la gestione comples­siva dei dati sia per quanto concerne l 'organizzazione archivistica, che la ge­stione statistica delle informazioni.

I l concetto che ha consentito d i giungere alla definizione dell'organizzazione strutturata delle informazioni si fonda sul l'aggregazione delle informazioni sinte­tiche e descrittive, riguardanti l'oggetto catalogato, in insiemi omogenei suddivi­si in categorie.

Tali categorie sono predisposte, in funzione al tipo d'informazione ed agli standards sintattici che devono soddisfare, per essere sviluppate in articolazioni semplici o strutturate.

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Le articolazioni strutturate sono predisposte per contenere due particolari ti-pologie di standards:

Uno standard sintattico da utilizzare per la registrazione dei dati al l ' interno di una struttura i nformativa che rimane costante per tutti gli oggetti catalogati . Fanno parte d i questo standard i dati riguardanti per esempio: le date, i numeri di catalogo generale, le località, i riferimenti ubicazionali di vario tipo (coordinate geotopografiche, dati catastal i , ecc.). Uno standard term inologico da uti l izzare per la registrazione delle informa­zioni che concorrono alla definizione delle caratteristiche tipologiche e tecni­co-costruttive dei beni catalogati . Al l ' interno di tale standard sono organizzati tutti i dati che definiscono i l dizionario controllato dei termin i .

Oltre a queste è presente una terza categoria di informazioni a l le qual i non viene applicato nessuno standard. Si tratta della categoria predisposta per con­tenere dati in forma di testo l ibero (ad es. , descrizioni , notizie storico-critiche, ecc.).

L'organizzazione dei dati è orientata da uno schema strutturale funzionante per gruppi di insiemi omogenei; ogni gruppo costituisce un campo strutturato della scheda e per ognuno di essi è sviluppata l 'articolazione in sottocampi.

I campi strutturati sono raggruppati in funzione degl i specifici tematismi che concorrono al la defin izione ed al la descrizione dei diversi aspetti che caratteriz­zano l 'oggetto anal izzato.

L'organizzazione dei dati in campi strutturati articolati garantisce applicazioni inerenti sia la gestione complessiva del l 'archivio, sia quella propria del bene architettonico, nonchè eventuali applicazioni specifiche tramite i l controllo e l'or­ganizzazione delle seguenti operazioni :

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La catalogazione, intesa come raccolta e produzione di material i i nformativi sulle opere finalizzata alla:

gestione inventariale degli oggetti catalogati; gestione dei vincoli di tutela e normativa;

- gestione dei dati riguardanti le informazioni di carattere storico e bibl io­grafico.

La classificazione, intesa come produzione di archivi normal izzati median­te la produzione di opportuni dizionari e tesauri.

Guastalla (RE) Chiesa parrocchiale dei Servi:

presa fotogrammetrica terrestre riportante la topologia dei punti fotografici di appoggio.

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La gestione del catalogo, intesa come insieme delle operazioni che assi­curano il mantenimento e l 'ut i l izzo degl i archivi, sia per la ricerca che per l'aggiornamento, oltre che l 'al l ineamento e l 'aggiornamento dei dizionari e dei thesauri, e la produzione di schede di catalogo.

La gestione delle elaborazioni statistiche, intese come sistema di interro­gazione final izzato alla individuazione e quantificazione di particolari ca­ratteristiche riguardanti gli oggetti studiati.

I l tracciato normalizzato dei dati relativi alla catalogazione d'architettura con­sente, con l'attivazione di procedure di ricerca a cascata, di scendere nei detta­gl i degli oggetti descritti e defin irne le caratteristiche.

La formazione di un archivio con tali caratteristiche, in rapporto alle proble­matiche connesse con la catalogazione e più in generale alla conoscenza dei beni architettonici , consente un approfondimento dei livell i conoscitivi grazie, da un lato, alle tematiche utilizzate e, dall 'altro, alla possibi lità di integrazione con tutte le informazioni contenute nell 'archivio stesso.

Al tracciato organizzato per la scheda di catalogo sono infatti collegat i , a livelli diversi, gl i archivi i nformativi che raccolgono i dati di dettaglio necessari alla lettura delle architetture e delle loro componenti fisiche (es. , g l i allegati foto­grafici , aerofotografic i , fotogrammetrici, grafici e cartografici).

Carlo Ferrari

l1l Problematica estremamente importante, da risolvere in tempi brevi, in relazione so­pratutto ai notevoli investimenti finanziari fatti ed alle in iziative recentemente avviate, indi­rizzate verso una maggiore estensione sul territorio nazionale delle pratiche catalografiche tramite l ' impiego delle tecnologie informatizzate (vedi I' art.15 della Legge 28 febbraio 1986, n°41 e la più recente Legge 19 aprile 1 990, n°84).

12l Vedi i seguenti documenti elaborati da l .C.C.D. ed Istituto CNUCE: «Studio di un programma di gestione automatizzata del catalogo dei Beni Culturali» , prima, seconda e

terza relazione di avanzamento dei lavori 1 980/1 983; «Strutturazione dei dati delle schede di catalogo: Beni mobili» , versione definitiva Settembre 1 987; «Strutturazione dei dati delle schede di catalogo: Beni immobili e urbanistici», versione preliminare Settembre 1 987; «Modalità preliminari per l'inoltro dei dati alfanumerici delle schede di catalogo, ad uso dei concessionari dei progetti ai sensi dell'Art. 15 della L egge 28 febbraio 1986, n°41», versione 1 987.

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Reggiolo (RE) Villa De Moli o il

Villone: Stalle e case rurali.

Strutturazione dei dati delle schede di catalogo Beni Ambientali e Architettonici

Come già precedentemente scritto, l ' unità principale di archiviazione dei dati di catalogazione architettonica è costituita dalla scheda che organizza le informa­zioni in relazione ad un preciso tracciato normal izzato. Tale tracciato ne definisce l 'articolazione ed è utilizzato per la descrizione di qualsiasi tipologia di bene architettonico catalogato. L'esempio di schedatura di seguito riportato, mostra l'articolazione dei dati ri­guardanti un insediamento agricolo a corpi separati ubicato in un settore extra­urbano del Comune di Reggiolo in Provincia di Reggio Emilia. L'insediamento è di tipo complesso ed è costituito da sette componenti; l 'arti­colazione dei dati è sviluppata, di conseguenza, su due livelli che determinano l 'organizzazione gerarchica delle informazioni riguardanti i l bene architettonico. I l primo comprende tutti i dati uti l i alla descrizione del bene architettonico in quanto «bene complesso» («scheda bene complesso») e raggruppa le informa­zioni di carattere generale inerenti l 'organizzazione in livel l i gerarchici che carat­terizza l 'articolazione funzionale dell' insediamento, la localizzazione geografica ed amministrativa e le sue caratteristiche tipologiche complessive. I l secondo è formato dal l ' insieme delle schede di catalogazione compi late per la descrizione dei singoli componenti architettonici («scheda componente») costi­tuenti l ' insediamento complesso. Tale insieme fornisce le informazioni di dettaglio uti l i per la comprensione dei singoli beni architettonici sia per quanto concerne le generalità, che per quanto attiene le specifiche caratteristiche tipologiche, costruttive e storico-critiche. Per ragioni legate al le dimensioni dello spazio a disposizione, a titolo esemplifi­cativo, sono state riportate solamente le schede di catalogazione riguardanti l ' insediamento complesso ed il componente principale.

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Scheda bene complesso

CODICI DI CATALOGAZIONE

TSK: Tipo di scheda:

NCT: Codice univoco

NCTR: Codice Regione:

NCTN: Numero di catalogo generale:

ESC: Ente schedatore:

ECP: Ente competente:

GERARCHIA

RVE: Riferimento verticale

RVES: Codice del livello superiore:

RVEI: Codice del livello inferiore:

RVE: Riferimento verticale

RVEL: Livello:

RVES: Codice del livello superiore:

RVEI: Codice del livello inferiore:

RVE: Riferimento verticale

RVEL: Livello:

RVES: Codice del livello superiore:

RVEI: Codice del livello inferiore:

RVE: Riferimento verticale

RVEL: Livello:

RVES: Codice del livello superiore:

RVEI: Codice del livello inferiore:

RVE: Riferimento verticale

RVEL: Livello:

RVES: Codice del livello superiore:

RVEI: Codice del livello inferiore:

RVE: Riferimento verticale

RVEL: Livello:

RVES: Codice del livello superiore:

RVEI: Codice del livello inferiore:

RIFERIMENTI GEO-TOPOGRAFICI

CRD: Coordinate

CRDR: Sistema di riferimento:

CRDX: Longitudine:

CRDY: Latitudine:

CRDZ: Altitudine:

32

CD

TP

08

00000001

E14

507

RV

1 .1

1

1 .2

1

1 .3

1

1 .4

1

1 .5

1

1 .6

CR

Gauss-Boaga

1 .693.800. ml.

4.676.080. ml.

1 8.00. ml. s.l.m.m.

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Reggiolo (RE) Villa De Moli o i l Villone: stalle e case rurali.

LOCALIZZAZIONE

PVC: Localizzazione amministrativa

PVCP: Provincia:

PVCC: Comune:

SET: Settore

SETT: Tipo:

SETN: Numero del settore:

SETP: Numero nel settore:

UBICAZIONE

CTS: Catasto

CTSF: Foglio:

CTSD: Data foglio:

CTSP: Particella:

LOC: Località

LOCT: Tipo di denominazione:

LOCO: Denominazione:

UBV: Ubicazione

UBVA: Genere dell 'affaccio:

UBVN: Numero civico:

LC

RE

Reggiolo

TP

08

02

UB

08

1 987

1 29-1 30- 1 3 1 - 1 32-1 33-1 34 1 35-1 36-137-1 38-1 39-1 40

lingua italiana

Brugneto

principale

C/28-22

33

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INDIVIDUAZIONE DEL BENE

OGT: Oggetto

OGTG: Genere di individuazione:

OGTT: Tipo:

OGTQ: Qualificazione del tipo:

OGTD: Denominazione:

RIFERIMENTO AL TRE SCHEDE

RSE: Riferimento altre schede

RSER: Riferimento altro argomento:

RSEC: Codici:

RESO: Data:

RESN: Compilatori:

COM PILAZIONE

CMP: Compilazione

CMPD: Data:

CMPN: Nome compilatore:

CMPR: Ruolo del compilatore:

AGG: Aggiornamento

AGGD: Data:

AGGN: Nome revisore:

RVM: Revisione memorizzazione

RVMD: Data:

RVMN: Nome revisore:

Scheda componente

CODICI DI CATALOGAZIONE

TSK: Tipo di scheda:

NCT: Codice univoco

NCTR: Codice Regione:

NCTN: Numero di catalogo generale:

ESC: Ente schedatore:

ECP: Ente competente:

GERARCHIA

RVE: Riferimento verticale

RVEL: Livello:

RVES: Codice del livello superiore

34

OG

individuazione attuale

insediamento agricolo a corpi separati

Villa De Moll o Il Villone

SK

CM

1 988

CD

TP

08

00000002

E1 4

S07

RV

1 .1

1

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Reggiolo (RE) Villa De Moli o i l Villone: veduta del parco con la casa padronale.

RIFERIMENTI GEO-TOPOGRAFICI

CRD: Coordinate

CRDR: Sistema di riferimento:

CRDX: Longitudine:

CRDY: Latitudine:

CRDZ: Altitudine:

LOCALIZZAZIONE

PVC: Localizzazione amministrativa

PVCP: Provincia:

PVCC: Comune:

SET: Settore

SETT: Tipo:

SETN: Numero del settore:

SETP: Numero nel settore:

UBICAZIONE

CTS: Catasto

CTSF: Foglio:

CTSD: Data foglio:

CR

Gauss-Boaga

1 .693.800. ml.

4.676.080. ml.

18.00. ml. s.l.m.m.

LC

RE

Reggiolo

TP

08

02

UB

08

1 987

35

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CTSP: Particella:

LOC: Località

LOCT: Tipo di denominazione:

LOCO: Denominazione:

UBV: Ubicazione

UBVA: Genere dell'affaccio:

UBVD: Denominazione dello spazio viabilistico:

UBVN: Numero civico:

INDIVIDUAZIONE DEL BENE

OGT: Oggetto

OGTG: Genere di individuazione:

OGTT: Tipo:

OGTQ: Qualificazione del tipo:

OGTD: Denominazione:

DEFINIZIONE CULTURALE

AUT: Autore

AUTR: Ruolo:

AUTN: Nome:

36

1 33

lingua italiana

Brugneto

principale

Via Guastalla

C/28

OG

individuazione attuale

villa

AU

Reggiolo (RE) Villa De Moli o il Villone: veduta della casa padronale.

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AUTA: Dati anagrafici:

AUTS: Rapporto al nome:

AUTM: Fonte de/l 'attribuzione:

ATB: Ambito culturale

ATBR: Riferimento a/l'intervento:

ATBD: Denominazione:

ATBB: Fonte dell 'attribuzione:

AAT: Altre attribuzioni

AATR: Riferimento all 'intervento:

AATD: Identificazione, fonte, commenti:

REGESTO

REL: Cronologia estremo remoto

RELS: Secolo:

RELV: Validità:

RELF: Frazione di secolo:

RELW: Validità:

RELI: Data:

RELX: Validità:

REV: Cronologia estremo recente

REVS: Secolo:

REW: Validità:

REVF: Frazione di secolo:

REVW: Validità:

REVI: Data:

REVX: Validità:

REN: Notizia

RENR: Riferimento:

RENS: Notizia sintetica:

RENN: Notizia:

RENF: Fonte:

RENF: Fonte:

REL: Cronologia estremo remoto

RELS: Secolo:

RELV: Validità:

RELF: Frazione di secolo:

RELW: Validità:

RE

XVI

XVII

intero edificio

costruzione

La Villa De Moll nasce come resi­denza agricola di eccezionale di­mensione. Risale al tardo Cinquecento con evidenti tratti giulieschi. La facciata che dà sul parco, ric­co di statue, iscrizioni lapidarie ed una ghiacciaia, è originaria del Seicento.

Le piccole capitali del Po. 1 983

Ville dell'Emilia Romagna. 1 982

XIX

37

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RELI: Data:

RELX: Validità

REV: Cronologia estremo recente

REVS: Secolo:

REW: Validità:

REVF: Frazione di secolo:

REVW: Validità:

REVI: Data:

REVX: Validità:

REN: Notizia

RENR: Riferimento:

RENS: Notizia sintetica:

RENN: Notizia:

RENF: Fonte:

SPAZI

SII: Suddivisione orizzontale interna

SllR: Riferimento ubicazionale:

SllO: Tipo di suddivisione orizzontale:

38

XIX

intero edificio

interventi

Nell'ottocento Villa De Moll viene radicalmente ricostruita; ciò è te­stimoniato da una iscrizione lapi­daria murata sulla facciata

Le piccole capitali del Po. 1 983

SI

intero edificio

spazio fuori terra caratterizzante

LJ' " I ' 1-J_,..r

Reggiolo (RE) Villa De Moli o il Villone: particolare esterno della casa padronale,

finitura a bugnato.

n

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Reggiolo (RE) Villa De Moli o il

Villone: particolare esterno della casa

padronale, ingresso principale.

SllN: Numero dei piani:

SII: Suddivisione orizzontale interna

SllR: Riferimento ubicazionale:

SllO: Tipo di suddivisione orizzontale:

SllN: Numero dei piani:

03

intero edificio

spazio fuori terra completivo

01

PIANTA PN

PNT: Pianta

PNTQ: Riferimento piano o quota:

PNTU: Ubicazione:

PNTS: Schema:

PNTF: Forma:

PNTE: Dati icnografici significativi:

PNT: Pianta

PNTQ: Riferimento piano o quota:

PNTU: Ubicazione:

PNTS: Schema:

PNTF: Forma:

PNTE: Dati icnografici significativi:

PNT: Pianta

PNTQ: Riferimento piano o quota:

piano terra

intero edificio

pianta composita

androne (1 )

primo piano

intero edificio

pianta composita

piano secondo

39

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PNTU: Ubicazione: intero edificio

PNTS: Schema: pianta composita

PNTF: Forma:

PNTE: Dati icnografici significativi:

PNT: Pianta

PNTQ: Riferimento piano o quota: sottotetto

PNTU: Ubicazione: intero edificio

PNTS: Schema: pianta composita

PNTF: Forma:

PNTE: Dati icnografici significativi:

FONDAZIONI FN

FNS: Strutture

FNSU: Ubicazione: intero edificio

FNSR: Riferimento al genere: non accertato

FNST: Tipo struttura: non accertato

FNSQ: Qualificazione del tipo: non accertata

FNSC: Tecnica costruttiva: non accertata

FNSM: Materiali: non accertati

FNG: Grado di conservazione

FNGR: Riferimento: intero edificio

FNGG: Grado di conservazione: non accertato

STRUTTURE VERTICALI sv SVR: Riferimento

SVRT: Tipo: portanti

SVC: Tecnica costruttiva

SVCG: Genere: in pietra artificiale

SVCQ: Qualificazione del genere: non accertata

SVP: Parti costitutive

SVPU: Ubicazione: fronte principale

SVPT: Tipo: arco

SVPQ: Qualificazione del tipo: a tutto sesto

SVPM: Materiali: laterizio

SVP: Parti costitutive

SVPU: Ubicazione: fronte principale

SVPT: Tipo: colonna

SVPQ: Qualificazione del tipo: circolare

SVPM: Materiali: marmo bianco di Verona

SVS: Superfici

SVSR: Riferimento alla parte: intero edificio

40

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Reggiolo (RE) Villa De Moli o i l Villone: particolare interno della casa padronale, soffitto a cassettone.

SVSA: Lato di riferimento:

SVST: Tipo di superficie:

SVSM: Materiali:

SVG: Grado di conservazione

SVGR: Riferimento:

SVGG: Grado di conservazione:

STRUTTURE DI ORIZZONTAMENTO

SOU: Ubicazione:

SON: Genere:

SOT: Genere della struttura:

SOFS: Forma:

SOFQ: Qualificazione della forma:

SOFT: Tecnica costruttiva:

SOCQ: Qualificazione:

CPV: Allegato visuafiz,zante

CPVR: Riferimento:

CPVI: Numero dell 'allegato:

SOG: Grado di conservazione

SOGR: Riferimento:

SOGG: Grado di conservazione:

a calce

pigmenti naturali

intera struttura

buono

so piano terra - piano primo

composto

solaio

in legno

con orditura primaria e secondaria

intera struttura

buono

41

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-

STRUTTURE DI ORIZZONTAMENTO

SOU: Ubicazione:

SON: Genere:

SOT: Genere della struttura:

SOFS: Forma:

SOFQ: Qualificazione della forma:

SOFT: Tecnica costruttiva:

SOCQ: Qualificazione:

CPV: Allegato visualizzante

CPVR: Riferimento:

CPVI: Numero dell'allegato:

SOG: Grado di conservazione

SOGR: Riferimento

SOGG: Grado di conservazione:

COPERTURE

CPU: Ubicazione:

CPT: Tipo:

CPF: Configurazione esterna

CPFG: Genere:

CPFF: Forma:

42

so piano terra - piano primo

composto

volta

alla toscana

non accertata

non accertata

intera struttura

buono

CP

corpo principale

tetto

semplice

a padiglione

Reggiolo (RE) Villa De Moli o il

Villone: particolare interno della casa padronale, soffitto a cassettone.

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CPFQ: Qualificazione della forma: a pianta rettangolare

CPC: Struttura e tecnica

CPCT: Tipo: travatura

CPCQ: Qualificazione del tipo: alla lombarda

CPCG: Genere della tecnica: carpenteria in legno

CPCS: Qualificazione del genere: a lavorazione artigianale

CPM: Manto

CPMT: Tipo: tegole

CPMQ: Qualificazione del tipo: coppi

CPMM: Materiali: laterizio

CPG: Grado di conservazione

CPGR: Riferimento intera struttura

CPGG: Grado di conservazione: buono

CPV: Allegato visualizzante

CPVR: Riferimento:

CPVI: Numero dell 'allegato:

COPERTURE CP

CPU: Ubicazione: corpi secondari

CPT: Tipo: tetto

CPF: Configurazione esterna

CPFG: Genere: complesso

CPFF: Forma:

CPFQ: Qualificazione della forma:

CPC: Struttura e tecnica

CPCT: Tipo: travatura

CPCQ: Qualificazione del tipo: alla piemontese

CPCG: Genere della tecnica: carpenteria in legno

CPCS: Qualificazione del genere: a lavorazione artigianale

CPM: Manto

CPMT: Tipo: tegole

CPMQ: Qualificazione del tipo: coppi

CPMM: Materiali: laterizio

CPG: Grado di conservazione

CPGR: Riferimento: intera struttura

CPGG: Grado di conservazione: buono

CPV: Allegato visualizzante

CPVR: Riferimento:

CPVI: Numero dell 'allegato:

43

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SCALE

SCL: Scale

SCLG: Genere:

SCLO: Categoria:

SCLP: Quantità:

SCLP: Posizione:

SCLL: Collocazione:

SCLU: Ubicazione:

SCLF: Forma planimetrica:

SCLC: Struttura:

SCG: Grado di conservazione

SCGR: Riferimento:

SCGG: Grado di conservazione:

ISCRIZIONI - LAPIDI - STEMMI

ILS: Iscrizioni - Lapidi - Stemmi

ILFG: Genere:

ILSU: Ubicazione:

ILSI: Trascrizione testo:

UTILIZZAZIONI

USO: Uso

USOR: Riferimento alla parte:

USOC: Riferimento cronologico:

USOD: Destinazione o uso:

se

scala

principale

01

interna

assiale

corpo principale

rettilinea spezzata

su volte

intera struttura

buono

IS

fronte principale

Genio loci sacrum/siste viator quaecumque vides structura fron­tes ornamenta aedis singularem heri voluntatem delineata executa ever ope et industria magistri marmorarii Guglielmi Pagani ab an MDCCCIV ad an MDCCCVII aspice plaude lubens et vale.

us

intero edificio

1 988

residenza

CONDIZIONE GIURIDICA E VINCOLISTICA TU

CDG: Proprietà

CDGG: Genere:

CDGS: Specifiche:

VIN: Vincoli MM.88.CC.AA.

VINE: Estensione:

VINL: Legge:

VINA: Articolo:

VINO: Decreto:

VINR: Data registrazione G.U.:

44

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Reggiolo (RE) Villa De Moli o il

Villone: particolare interno della casa padronale, volta alla toscana.

STU: Strumenti urbanistici

STUT: Strumento in vigore:

STUN: Sintesi normativa:

VAA: Vincoli altre amministrazioni:

ALLEGATI

SFC: Stralcio foglio catastale:

PPA: Piante, planimetrie:

DIA: Disegni, rilievi, profili:

FTV: Fotografie

FTVA: Numero di allegato:

FTVD: Didascalia:

FTVA: Numero di allegato:

FTVD: Didascalia:

FTVA: Numero di allegato:

FTVD: Didascalia:

FTVA: Numero di allegato:

Reggiolo-P .R.G.-1987

Modi di attuazione: art. 14 - zone storiche art. 60 - Edifici di valore monumentale e tipologico, non compresi nelle zone omogenee «A», zone agricole di interesse storico-ambientale (E1).

AL

01

01

01

1 /1

Villa De Moti: veduta villa e parco

212

Villa De Moti: fronte principale

3/3

Villa De Moti: fronte principale

414

FTVD: Didascalia: Villa De Moti: particolare fronte principale

45

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-

FTVA: Numero di allegato: 5/5

FTVD: Didascalia: Villa De Moll: particolare fronte principale

FTVA: Numero di allegato: 616

FTVD: Didascalia: Villa De Moll: volte alla toscana

FTVA: Numero di allegato: 717

FTVD: Didascalia: Villa De Moll: particolare volte alla toscana

FTVA: Numero di allegato: 8/8

FTVD: Didascalia: Villa De Moll: solai lignei

FTVA: Numero di allegato: 9/9

FTVD: Didascalia: Villa De Moli: particolare solai lignei

FTVA: Numero di allegato: 1 0/1 0

FTVD: Didascalia: Villa De Moll: volte alla toscana

FTVA: Numero di allegato: 1 1/1 1

FTVD: Didascalia: Villa De Moli: particolare volte alla toscana

FTVA: Numero di allegato: 1 2/1 2

FTVD: Didascalia: Villa De Moll: particolare solai lignei

FONTI DOCUMENTARIE DI RIFERIMENTO DO

BIB: Bibliografia

BIBR: Sigla:

46

B.52410123

Reggiolo (RE) Villa De Moli o il

Villone: particolare della volta a botte.

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Reggiolo (RE) Villa De Moli o il Villone:

particolare interno della casa padronale, volta alla toscana.

BIBA:

8180:

818:

BIBR:

BIBA:

8180:

FNT:

FNTR:

FNTA:

FNTP:

FNTT:

FNTO:

ICN:

ICNR:

ICNT:

ICNC:

FTE:

FTEN:

Autore:

Anno di edizione:

Bibliografia

Sigla:

Autore:

Anno di edizione:

Fonti archivistiche

Sigla:

Nome archivio:

Posizione documento:

Tipo o nome documentario:

Data inizio/data fine:

Fonti iconografiche

Sigla:

Tipo:

Collocazione:

Fotografie esistenti

Collocazione e numero negativo:

Le piccole capitali del Po

1 983

8.5241 0780

Ville dell'Emilia Romagna

1 982

Biblioteca «Maldotti», Guastalla, (RE) 46. Foto Reggiolo - Archivio fotogra­fico - Col. Elioterapiche.

47

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-

FTET: Soggetto e note:

RIFERIMENTO AL TRE SCHEDE

RSE: Riferimento altre schede

RSER: Riferimento altro argomento:

RSEC: Codici:

RESO: Data:

RESN: Compilatori:

COM PILAZIONE

CMP: Compilazione

CMPD: Data:

CMPN: Nome compilatore:

CMPR: Ruolo del compilatore:

AGG: Aggiornamento

AGGD: Data:

AGGN: Nome revisore:

RVM: Revisione memorizzazione

RVMD: Data:

RVMN: Nome revisore:

48

Reggiolo, Villa De Moll o Il Villo­ne. Sul verso vi sono due timbri: «Prem. Soc. Ars. Guido Lazzaretti & C. - Reggio Emilia» e «La Pro­vincia di Reggio - Direzione».

SK

CM

1 988

Reggiolo (RE) Villa De Moli o i l Villone:

particolare della volta a botte.

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Lessico normalizzato e catalogazione informatizzata

Operare nel settore della catalogazione architettonica ponendosi l 'obiettivo di giungere alla strutturazione di un sistema di consultazione di tipo automatizzato significa predisporre le metodologie e gl i standards operativi che consentano di definire le caratteristiche semantiche dei termini , in modo da formare un lessico controllato da util izzare per la descrizione dei beni.

La normalizzazione è dettata principalmente dall'esigenza di strutturare archi­vi informatizzati predisposti per essere consultati , oltre che con l 'ausil io di clas­siche procedure di ricercal1l, tramite specifiche procedure che sfruttino le artico­lazioni logiche in base alle quali sono organizzate le informazioni .

Ciò comporta che sia costituita, per tutti i campi descrittori contenuti nella scheda di catalogazione, una associazione con gli insiemi specifici di parole util izzabi l i per la loro compilazione.

Tali insiemi di parole che, articolati in un «thesaurus», formano vocabolari l imitati organizzati per essere impiegati all' interno di particolari ambiti tematici , costituiscono strumenti di ricerca insostituibil i a supporto delle procedure d i in­terrogazione degli archivi informatizzati , soprattutto per quanto concerne l 'esau­stività e l 'affidabilità dei risultati.

L'organizzazione del « Thesaurus-.> dei termini architettonici

Il «thesaurus» dei termini architettonici è redatto sotto forma di un indice dizionario di rapida consultazione e contiene i riferimenti di sintesi e descrittivi uti l i per la definizione delle caratteristiche connotative degli organismi edil izi e delle relative componenti.

I riferimenti di sintesi e descrittivi sono organizzati in ambiti tematici diretta­mente correlati alle caratteristiche organizzative del tracciato per la strutturazio­ne dei dati di catalogo predisposto dall ' l .C.C.D.

Gli ambiti tematici costituiscono, come si è già detto, articolazioni complesse organizzate in campi strutturati.

Alcuni di questi campi sono predisposti per la registrazione dei termini che concorrono alla costituzione del lessico normal izzato:

- «Individuazione del bene»:

OGTT Tipo del bene. OGTQ Qualificazione del bene.

«Pianta»:

PNTU Ubicazione. PNTS Schema. PNTF Forma. PNTE Elementi icnografici significativi.

«Fondazioni»:

FNST Tipo della struttura. FNSQ Qualificazione del tipo. FNSC Tecnica costruttiva. FNSM Material i .

«Strutture verticali»:

SVRT Tipo della struttura verticale.

SVC Tecnica costruttiva della struttura verticale: SVCG Genere della tecnica costruttiva. SVCQ Qualificazione del genere.

49

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SVP Elementi costitutivi della struttura verticale: SVPT Tipo dell'elemento. SVPQ Qualificazione del tipo. SVPM Material i .

SVS Superficie esterna del la struttura verticale: SVST Tipo della superficie. SVSQ Qualificazione del tipo. SVSM Materiali .

«Strutture di orizzontamento»:

SOT Genere della struttura: SOFS Forma. SOFQ Qualificazione della forma. SOCQ Qualificazione della tecnica costruttiva.

«Coperture»:

CPF Configurazione esterna: CPFG Genere della copertura. CPFF Forma.

CPC Struttura principale portante della copertura: CPCT Tipo della struttura o delle sue parti componenti. CPCQ Qualificazione del tipo.

CPM Manto di copertura: CPMT Tipo del manto. CPMQ Qualificazione del tipo. CPMM Material i .

«Scale»:

SCLF Forma planimetrica. SCLG Struttura.

Il «thesaurus» è organizzato in relazione a due specifici standards, uno sinte­tico e uno descrittivo, caratterizzati da due differenti livel l i di elaborazione stu­diati per soddisfare specifiche applicazioni.

I l «thesaurus» elaborato secondo lo standard sintetico viene uti l izzato esclusi­vamente a supporto delle procedure di normalizzazione del lessico per la com-

50

Reggiolo (RE) Corte Aurelia:

casa padronale.

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pilazione delle schede e per il controllo dei termini impiegati a completamento dei campi descrittori.

Quello elaborato secondo lo standard descrittivo viene util izzato come «dizio­nario»; al termine sintetico è infatti associata la relativa definizione e, quando è necessario, l ' iconografia di corredo.

Queste molteplici funzionalità si dimostrano estremamente utili perchè con­sentono, da un lato, di circoscrivere maggiormente gli errori in fase d i compila­zione e di elaborazione informatizzata della scheda cartacea, dall'altro, assicu­rano la comprensibi lità delle informazioni anche agl i utenti che normalmente non operano al l ' interno delle discipl ine architettoniche.

Sul piano operativo strutturare ed organizzare un «thesaurus» di termini ar­chitettonici costituisce impresa di notevole impegno, soprattutto se si pensa alla lunghezza dell'arco temporale coperto dalla catalogazione(2l, alla complessi­tà ed alle implicazioni di carattere tecnico, scientifico e storico che la trattazione dei manufatti architettonici comporta sul piano descrittivo.

Per la formazione del «thesaurus» sono state consultate le fonti bibl iografiche costituite dalla serie dei «manuali d'architettura» pubblicati in Italia a partire dal­l ' inizio del XVI I I secolo fino ai nostri g iorni e dai dizionari d'architettura già esi­tenti.

I processi metodologici che hanno consentito la strutturazione del «thesau­rus» hanno, di conseguenza, comportato la necessità di costitui re una bibl iogra­fia di base per verificare la corrispondenza della terminologia e delle relative definizioni e per elaborare l ' iconografia di corredo.

Tale base di informazioni ha consentito di recuperare tutte le tipologie termi­nologiche progressivamente cancellate dal l inguaggio comunemente impiegato in architettura a causa dell 'evoluzione delle tecniche costruttive, dei criteri e delle metodologie di progettazione che hanno caratterizzato lo svi luppo del set­tore delle costruzioni edilizie nel corso del tempo.

I l «thesaurus» è stato strutturato facendo direttamente riferimento ad una or­ganizzazione strumentale, funzionante per classi tematiche che raggruppano le serie dei termini da util izzare per la compilazione dei campi descrittori, così articolata:

Caratteristiche tipologiche e insediative

Architettura Insediamenti Architettura Architettura Architettura Architettura pubbl ica e edilizi rurali religiosa votiva e mi l itare industriale civile funeraria

Glossario Glossario Glossario Glossario Glossario Glossario

Caratteristiche Caratteristiche Caratteristiche stilistiche compositive distributive

Glossario Glossario Glossario

Caratteristiche tecnico-costruttive e materiali

Scale Sistemi di Strutture Strutture Strutture Coperture fondazione continue puntiformi orizzontali

verticali verticali

Glossario Glossario Glossario Glossario Glossario Glossario

I l «thesauruS>• dei termini architettonici non ha la pretesa, naturalmente, di configurarsi come uno strumento di consultazione esaustivo, in grado di soddi­sfare tutte le condizioni operative che potrebbero caratterizzare le procedure catalografiche se si dovesse operare a scala nazionale.

Esso presenta, infatti , le terminologie più appropriate per affrontare le proble­matiche legate alla definizione del lessico da impiegare per la descrizione di manufatti architettonici ubicati al l ' interno di un 'area culturalmente omogenea e l imitata ad uno specifico ambito geografico.

L'articolazione concettuale in base alla quale sono organizzati i termini del «thesaurus» si sviluppa su due livel l i -«superiore» e «inferiore»- complementari l 'uno dell 'altro.

A livello «superiore» sono organizzati tutti i termini util izzati per la compilazio­ne dei campi descrittori che caratterizzano l 'articolazione delle informazioni nella scheda di catalogazione e che costituiscono le chiavi di collegamento tramite le

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quali attivare le procedure di ricerca impostate sul l ' util izzo del lessico normaliz­zato.

A questi termini sono associate, come ho già detto, una serie di definizioni. Queste contengono, a loro volta, terminologie specifiche che devono essere

ulteriormente espl icitate. Le definizioni da associare a questa seconda tipologia terminologica sono

svi luppate all ' interno di un «thesaurus» di livello «inferiore» -il glossario- la cui funzione è quella di completare in maniera esaustiva la trasmissione delle infor-mazioni.

Carlo Ferrari

111 Si intende fare riferimento a quelle procedure di ricerca, proprie degli archivi informatiz­zati , che richiedono l ' inserimento negli elaboratori di indirizzari di tipo alfanumerico, costituiti dal l ' insieme dei codici univoci tramite i quali sono stati individuati i singoli documenti.

Procedure d i ricerca automatizzata possibil i anche nel caso del nostro archivio norma­lizzato e garantite dall'insieme dei dati che normalmente compongono il campo strutturato denominato «Codice Univoco" presente in testata in ogni tipologia di scheda di cataloga­zione.

121 Legge 1 giugno 1 939, n°1089 - Sulla tutela delle cose d'interesse artistico o storico Art.1 . -Sono sogette alla presente legge le cose, immobili e mobil i , che presentano

interesse artistico, storico, archeologico o etnografico, compresi: a) le cose che interesano la paleontologia, la preistoria e le primitive civiltà; b) le cose d' interesse numismatico; c) i manoscritti , gli autografi, i carteggi, i documenti notevoli , gli incunaboli, nonché i

l ibri, le stampe e le incisioni avente carattere di rarità e di pregio. Vi sono pure compresi le ville, i parchi e i giardini che abbiano interesse artistico o

storico. Non sono soggette alla disciplina della presente legge le opere di autori viventi o la cui

esecuzione non risalga ad oltre cinquanta anni. Art.2.-Sono altresì sottoposte alla presente legge le cose immobil i che, a causa del

loro riferimento con la storia politica, mil itare, della letteratura, del l 'arte e della cultura in genere, siano state riconosciute d ' interesse particolarmente importante e come tali abbia­no formato oggetto d i notificazione, in forma ammin istrativa, del Min istro per l 'educazione nazionale.

La notifica, su richiesta del Min istro, è trascritta nei registri della conservatorie delle ipoteche ed ha efficacia nei confronti di ogni successivo proprietario, possessore o deten­tore della cosa a qualsiasi titolo.

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Poviglio (RE) Villa la Pollina.

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Fonti bibliografiche di riferimento utilizzate per la struttura­zione del « thesaurus» dei termini architettonici

Caratteristiche tipologiche e insediative: Trattato per la casa dei contadini, estr. , Parma sec. XVI I I . G. Guardasconi, Fabbricati colonici del reggiano, « Pescatore reggiano», Reggio Emilia 1 939. M. Ortolani, La casa rurale nella pianura emiliana, Firenze 1 953. G. Caniggia, Strutture dello spazio antropico, Studi e Note, Firenze 1 976. P. Cervellati, R. Scannavini, C. De Angelis, La nuova cultura delle città, Milano 1977. AA.W., Cultura popolare nell'Emilia Romagna. Strutture rurali e vita contadina, Milano 1977. AA. W., Lineamenti di storia dell'architettura, Assisi, Roma 1 978. AA. W., L'edilizia rurale nel ferrarese, Ferrara 1 980. AA. W. , Vita di borgo e artigianato, Milano 1 980. F. La Regina, A rchitettura rurale, Bologna 1980. AA. W., Campagna e industria. I segni del lavoro, Mi lano 1 981 . G. Adani , M. Foschi, S. Venturi, Ville dell'Emilia Roma�na, Mi lano 1 982. W. Baricchi, L a casa rurale reggiana,"Reggio storia,, n 12, Reggio Emilia 1 983. P. Antonini, G. Lerza (a cura di), L'organismo architettonico: primi elementi di lettura, Pescara 1983. W. Baricchi (a cura di), Case rurali nel forese di Reggio Emilia, Reggio Emilia 1984. F. Socchi, L'A rchitettura popolare in Italia-Emilia Romagna, Bari 1984. W. Baricchi, L'architettura rurale. Forme e strutture nella pianura reggiana, «Storia i l lu­strata di Reggio Emil ia», Repubblica di S. Marino 1 987-1988.

Caratteristiche stilistiche, distributive e compositive: G. C. Argan, Storia dell'arte italiana, Firenze 1973. N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, Dizionario di architettura, Torino 1 981 . G. Ravazzini, Dizionario di architettura, Milano 1982. A. Melani, L'arte di distinguere gli stili, Milano 1983. L a nuova enciclopedia dell'arte G arzanti, Milano 1986.

Caratteristiche tecnicnico-costruttive e materiali: M. J . Barozzi da Vignola, Gli ordini di architettura civile, I l edizione, Milano 1 814. N. Cavalieri San Bartolo, Istituzioni di architettura, statica e idraulica, voli. I e I l , Manto­va 1 831 . G. Rondelet, Trattato teorico dell'arte dell'edificare, voli. I, I l , l i i , IV, V e VI, Mantova 1 832. G. A. Breymann, Trattato generale di costruzioni civili con cenni speciali alle costruzio­ni grandiose, voli. I, I l , l i i , IV e V, Mi lano, Napoli, Torino, Firenze, Roma, Bologna, Padova 1 884. G. Curioni, L'arte del fabbricare: ossia Corso completo d'lstituzioni Tecnico-Pratiche per gli Ingegneri, per gli Architetti, per Periti in costruzione, per Periti misuratori, voli. I , I l , l i i , IV, V e V I , Torino 1 865-1884. G. Musso, G. Capperi, Particolari di costruzioni murali e finimenti di fabbricati, voli. I , I l , l i i e IV, Torino, Roma, Milano, Firenze, Napoli 1 885. L. Cattaneo, L'arte muratoria, dettagli di costruzioni, voi. I , Milano 1 889. C. Formenti, L a pratica del fabbricare, Milano 1 893. N. Davey, Storia del materiale da costruzione, Mi lano 1 965. A. Petrignani, Tecnologia dell'architettura, Mi lano 1967. G. Cataldi, Sistemi statici in architettura, Firenze 1 973. G. Pierasca, Il legno e l'arte di costruire mobili e serramenti, Milano 1 982. F. Brunetti, G . Ceccarel l i , B. Furiozzi, G. C. Koening, Tecnologie delle costruzioni, voli. I e I l , Firenze 1982. AA.W., Legno nel restauro e restauro nel legno, Milano 1983. E.R.T.A.G. (Ente Regionale Toscano per l 'Assistenza Tecnica e Gestionale), Tecnica e pratica del recupero edilizio, Firenze 1 983 G. B. Ormea, Tecnologia delle Costruzioni, Mi lano 1984. AA.W., Il colore: il metodo, le tecniche, i materiali, Modena 1985. M. Foschi (a cura di), Case di pietra, Bologna 1986.

Organizzazione delle tipologie terminologiche: Ministère des Affaires Culturelles-lnventaire Général des Monuments et des Richesses Artistiques de la France, Principes d'analyse scientifique. Architecture: meth ode et vo­cabularie, Paris 1 972.

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Modalità preliminari per l'inoltro dei dati alfanumerici delle schede di catalogo(1l

TSK

NCT

NCTR

NCTN

ESC

ECP

TIPO SCHEDA

CODICE UNIVOCO

Codice Regione

Numero di cat. generale

ENTE SCHEDATORE

ENTE COMPETENTE

Sigla che contraddistingue i modelli di scheda util izzati per la catalogazione dei beni architettonici e ambiental i . Campo alfanumerico:

- A

Esprime in forma numerica e univoca il col legamento tra il documento cartaceo e quello elettronico.

Numero di codice che individua la Regione in cui ha sede l ' Ente che ha curato la compilazione della scheda cartacea. Campo numerico intero:

- serie dei numeri naturali da 01 a 20

Numero progressivo assegnato a ciascuna scheda di catalogo relativa ad una determinata regione. Campo numerico intero.

Codice con cui si indica l ' Ente che ha curato la compilazione della scheda. Campo alfanumerico:

- codice assegnato util izzando la serie dei numeri interi natural i .

Codice con cui si indica l 'Ente cui compete la responsabilità scientifica della scheda. Campo alfanumerico:

- codice assegnato util izzando la serie dei numeri interi natural i .

RVE RIFERIMENTO VERTICALE

RVEL Livello

RVES Livello superiore

RVEI Livello inferiore

Indica la posizione della scheda nella struttura gerarchica del complesso, con il valore O nel caso di bene individuo ed 1 nel caso di bene complesso. Tale valore deve essere poi riportato nella scheda componenti a formare i l valore del suo campo RVES, composto a partire da quest'u ltimo; ad es. nel caso del se­condo componente di un bene complesso, nella scheda componente si scriverà 1 .2 mentre nel l ' unica componente, per eccezione, del bene individuo si scriverà o.o. Campo alfanumerico.

Codice del l ivello immediatamente superiore. Campo numerico intero.

Codice del livello immediatamente inferiore. Campo numerico intero.

111 I l presente capitolo è stato elaborato util izzando i contenuti tecnico-scientifici riportati all ' interno del documento: «Modalità prelimi­nari per l'inoltro dei dati alfanumerici delle schede di catalogo, ad uso dei concessionari dei progetti ai sensi dell'Art. 15 della Legge 2810211986 n° 41», ottobre 1987, a cura del l ' Istituto Centrale per i l Catalogo e la Documentazione.

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CRD COORDINATE

CRDR Sistema di riferimento

CRDX Longitudine

CRDY Latitudine

CRDZ Altitudine

Insieme di dati relativi ai riferimenti geo-topografici che consentono di determi­nare con precisione l 'ubicazione effettiva del bene catalogato.

Sistema di riferimento usato. Campo alfanumerico:

- Gauss-Boaga.

Numero relativo alla longitudine riportata Campo numerico intero.

Numero relativo alla latitudine riportata. Campo numerico intero.

N umero relativo al l 'altitudine riportata. Campo numerico intero.

PVC LOC. AMMINISTRATIVA

PVCP Provincia

PVCC Comune

CST CENTRO STORICO

CSTN Numero d'ordine

CSTD Denominazione

CST A Carattere amministrativo

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Codice ISTAT della Provincia in cui è situato il bene catalogato. Campo numerico intero.

Codice ISTAT del Comune in cui è situato il bene catalogato. Campo numerico.

Numero d 'ordine assegnato al centro storico nella serie di tutti i centri storici appartenenti ad un determinato territorio comunale. Si ricava dal "quadro d'u­nione territoriale" allegato della scheda T. Campo numerico intero.

Nome del centro storico in cui è situato i l bene catalogato. Campo alfanumerico.

Carattere amministrativo del centro storico. Campo alfanumerico:

- capoluogo - frazione - località

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ZUR ZONA URBANA

ZURN Numero

ZURD Tipo

SET SETTORE

SETT Tipo

SETN Numero d'ordine del Settore

SETP Numero progressivo nel settore

Si intende per zona urbana la ripartizione storico-tradizionale di un centro abitato.

N umero d' ordine assegnato alla zona urbana nella serie di tutte le zone urbane appartenenti ad un determinato centro storico. Campo numerico intero.

Termine tipologico con i l quale viene i ndividuata localmente e dal punto di vista storico-tradizionale la zona urbana. Nel caso in cui i l bene catalogato sia situato in un insediamento urbano privo di suddivisione in zone, come pure nel caso in cui il bene medesimo si trovi nel cosiddetto "centro" di un insediamento urbano (e supposto che detto "centro" non possegga nessuna ulteriore determinazione individuativa) , si util izzerà la locuzione "zona centrale". Campo alfanumerico:

- borgata - borgo - contrada - località - quartiere

Sigla individuativa del tipo di settore. Campo alfanumerico:

- su - TP

Numero d'ordine assegnato al settore nella serie di tutti i settori appartenenti ad un determinato centro storico o al territorio extraurbano. Tale numero ha come riferimento il "quadro di unione urbano" relativo all ' intero centro storico. Campo numerico i ntero.

Numero progressivo con cui si indica l 'organismo architettonico catalogato nel settore urbano o extraurbano. Campo numerico intero.

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CTS CATASTO

CTSF Foglio di mappa

CTSD Datazione del foglio

CTSP Particella

LOC LOCALITÀ

Numero d'ordine del fogl io di mappa nel quale è collocato il bene. Campo numerico intero.

Indicazione cronologica che precisa l 'anno nel quale i l foglio di mappa catastale è stato realizzato, oppure l 'anno nel quale è stato effettuato il p iù recente ag­g iornamento del fogl io medesimo. Nel caso in cui, per un medesimo foglio, si abbiano a disposizione più datazioni successive, si provvederà ad inserire solo la più recente, specificando i l tipo di eleborazione al quale la datazione medesima si riferisce. Campo data.

Indicazione della particella catastale. Campo alfanumerico.

LOCT Tipo di denominazione Sigla che precisa se la denominazione è espressa in l ingua italiana oppure in altra l ingua o dialetto.

LOCO Denominazione

UBV UBICAZIONE RIFERITA AGLI SPAZI VIABILISTICI

UBVA Genere dell'affaccio

UBVD Denominazione dello spazio viabilistico

UBVN Numero civico

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Campo alfanumerico: - ita - l in

Nome del la località nella q uale è situato i l bene. Campo alfanumerico.

Dati che individuano gli spazi viabi l istici, pubblici o di uso pubblico, sui quali rispettivamente affacciano i prospetti del bene catalogato. Si distinguono gli spazi viabilistici sui quali si verifica l 'affaccio principale (quello cioè nel quale si apre l'attuale ingresso principale) dagli spazi sui quali si verificano gli affacci secondari (comprendendo tra questi anche gli affacci nei quali non si apra alcun ingresso). L'ubicazione del bene catalogato è completata mediante i l riferimento - ogniqualvolta sia possibi le - alle indicazioni numeriche connesse sia alla rete della viabil ità urbana (numeri civici), sia a quella della viabilità extraurbana (pro­gressione chilometrica).

Sigla che precisa se sullo spazio viabil istico considerato si verifica un affaccio d i genere principale oppure di genere secondario. Campo alfanumerico:

- affaccio principale - affaccio secondario, ecc.

Nome con i l quale viene i ndividuato la spazio viabilistico sul quale si verifica l'affaccio del bene catalogato. Campo alfanumerico.

Dati necessari per individuare la precisa ubicazione del bene catalogato entro lo spazio viabil istico sul quale affaccia. Campo alfanumerico:

- numero intero eventualmente seguito da indicazioni letterali o da termini del tipo: bis, ter, rosso, ecc.

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OGT OGGETTO

OGTG Genere di individuazione

OGTT Tipo del bene

OGTQ Qualificazione del tipo

OGTD Denominazione

Informazioni di diverso carattere che consentono la corretta e precisa individua­zione sia tipologica che denominativa del bene catalogato. La strutturazione dei campi tiene conto dell 'esigenza di esprimere l ' individuazio­ne del bene in riferimento a: - individuazione originaria, ossia la categoria tipologica e la denominazione pro­prie del bene al momento della sua costituzione; - eventuali individuazioni storiche, quelle cioè che sono pertinenti alle singole e diverse fasi storiche di sviluppo attraverso le quali è venuto evolvendosi il bene catalogato; - individuazione attuale, nel caso in cui si faccia riferimento alla categoria tipologica e alla denominazione attribuibi l i al bene medesimo nel momento in cui si procede alla sua catalogazione; individuazione idiomatica, quella attinente alla necessità di defi­nire la categoria tipologica e la denominazione del bene mediante termini o locuzioni popolari, tradizional i , dialettal i , ecc. , oppure di uso locale.

Sigla che precisa il genere della individuazione al quale si fa riferimento. Campo alfanumerico:

- I .O. = individuazione originaria - I .A. = individuazione attuale - l.S. = individuazione storica - I . I . = individuazione idiomatica

Indicazione della categoria tipologica cui appartiene i l bene preso in considerazione. Campo alfanumerico:

BENE COM PLESSO - carcere - insediamento agricolo a corte aperta - castello - insediamento agricolo a corte chiusa - convento - monastero - edilizia complessa aggregata - ospedale - edilizia complessa a corpi separati - ospizio - insediamento agricolo a corpi sep. - seminario

BENE IN DIVIDUO O COMPONENTE DEL BENE COMPLESSO - barchessa - granaio - basso servizio - impianto di sollevamento - bibl ioteca - macello - botte - magazzino - campanile - mulino - canonica - officina - cappella - ospedale - carcere - porci le - casa - scuola - casello - segheria - casino - serra - chiavica - stalla - chiesa - torre - cinema - palazzo - edicola - palestra - fienile - teatro - gazebo - villa

Aggettivo o locuzione che precisa, integra o caratterizza la categoria tipologica alla quale può essere riferito i l bene preso in considerazione. Campo alfanumerico:

- a corpi giustapposti - difensiva - a corte - di guardia - ad acqua - di prosa - ad aula unica - duomo - a schiera - in l inea - a torre - isolata - civica - materna - civile - padronale - comunale - parrocchiale - colombaia - rurale - comunale - santuario - dei salariati - vescovile - dei signori

Nome proprio o titolo con i l quale risulta individuato i l bene che si sta catalo­gando. Campo alfanumerico.

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I

Bene Complesso

INSED IAMENTO AGR ICOLO A CORTE APERTA

INSEDIAMENTO AGR ICOLO A CORTE CHI USA

INSED IAM ENTO AGR ICOLO A COR P I SEPARATI

E D I LIZIA COMPLESSA A CORPI SEPARATI

ED ILIZIA COMPLESSA AGG R E GATA

CASTELLO

CARCE R E OSPEDALE

OSPIZIO

CONVENTO

MONASTERO

SEM INARIO

I grafici riportati nella presente pagina e nelle successive, spe­cificano i legami intercorrenti tra i termini normalizzati impiegati per la compi lazione dei campi strutturati della scheda di catalogo.

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Bene individuo o componente del bene complesso

CASA

MULINO

TOR R E

S E R RA

BIBLIOTECA

PALAZZO

SCUOLA

TEATRO

C H I ESA

CARC E R E

OSP EDALE

a corte

a schiera

a torre

a corpi giustapposti

dei salariati

isolata

in l inea

padronale

rurale

ad acqua

civica

colombaia

difensiva

di guardia

comunale

comunale

dei signori

comunale

di prosa

parrocchiale

duomo

santuario

civile

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DIZIONARIO

OGTT

barchessa: tettoia rettangolare sostenuta da pilastri in cotto e ricoperta di coppi, util izzata per tenere al coperto la paglia, i car­ri, i tini ed alcuni attrezzi ingombranti; adempie pressappoco alle medesime funzioni dei porticati fiancheggianti la stalla, dei quali conserva anche i l nome. Si trovano barchesse riunite alla stalla­fienile, così da formare un corpo unico con quella, e barchesse isolate, nelle quali i l p iù delle volte i due lati brevi e quello lungo d i fondo vengono chiusi con pareti di mattoni. (tav. 9) basso servizio: piccolo edificio posto solitamente sul retro dell'abitazione contenente il pollaio, il porcile, il forno e la le­gnaia. (tav. 11) biblioteca: edificio dove si conservano e si consultano rac­colte di l ibri. Può essere: privata, pubblica, comunale, nazio­nale, un iversitaria. campanile: costruzione a forma di torre, isolata o incorporata in un edificio religioso, nella cui cella campanaria sono instal­late le campane. canonica: l 'abitazione del parroco annessa alla chiesa, la re­sidenza dei canonici, di solito attigua alla chiesa capitolare. cappella: edificio di l imitate dimensioni destinato al culto reli­gioso o al seppell imento dei morti, costituente un organismo a sè stante, oppure compreso in un complesso architettonico maggiore e più articolato (palazzo, castello, cimitero, chiesa, ecc.). In questo secondo caso è definibi le con più precisione come «oratorio». Dal X sec. fino ad epoca barocca diventa frequente la presenza di cappelle radiali nell'abside delle chie­se (cerchia delle cappelle) e tra i contrafforti delle navate late­rali. carcere: tipo di fabbricato che ospita (o ha ospitato) una pri­gione o un penitenziario. È i l luogo in cui vengono rinchiuse le persone private della l ibertà. In relazione al tipo di funzione che assolve può essere giudiziario o mandamentale. casello: edificio destinato alla lavorazione artigianale del latte per la produzione del formaggio grana; può essere a pianta quadrata, rettangolare, esagonale o ottagonale, con grandi aperture su ogni lato, tamponate con gelosie o graticci in le­gno. La struttura è in muratura, ripartita da robusti pilastri an­golari raccordati alla base da un paramento continuo dell'al­tezza di circa un metro. All ' interno un grosso pilone centrale sostiene il colmo sopraelevato del tetto, mentre la restante co­pertura si imposta sui pi lastri laterali. (tav. 8) casino: casa signorile di campagna per lo più associabile ad un fabbricato rurale padronale. castello: tipo d i fortificazione destinato soprattutto alla difesa e, in epoca storica, abitato permanentemente. A tale scopo era situato o sulla sommità di un'altura (di difficile accesso e con un'ampia veduta), oppure, se in pianura, era spesso cir­condato dall 'acqua. I l termine sta anche ad ind icare un borgo dotato di cinta muraria, di solito in posizione elevata. chiesa: edificio destinato al culto cristiano. Può essere a for­ma di basilica, a croce greca o latina e a pianta centrale. cinema: edificio o locale attrezzato per spettacoli cinemato­grafici. convento: vedi anche MONASTERO. convento: casa di religiosi o di religiose con voti solenni, soggetta a clausura, fondata con l 'autorizzazione della Santa Sede ed il consenso del Vescovo e della diocesi. edicola: piccola costruzione per lo più costituita da due co­lonne con frontoncino sovrapposto, eretta per ornamento e protezione di statue, immagini sacre o epigrafi. Può essere a sè stante e a forma di tempietto, oppure annessa ad un edifi­cio maggiore. edilizia complessa a corpi separati: tipo di edilizia che com­prende tutti gli organismi con funzioni residenziali local izzati al l ' interno dell'aggregato urbano, in posizioni marginali al nu­cleo storico e rappresentanti parti di tessuto urbano nate dal progressivo incremento di case sparse. edilizia complessa aggregata: tipo di edilizia che compren­de gli organismi con funzioni residenziali, solitamente concor­renti a formare complessi edificati articolati e di grandi d imen­sioni («isolati»). fienile: grande locale utilizzato per il ricovero del fieno, posto nello spazio soprastante la stalla. Può essere completamente

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Tipo del bene

aperto al l ' interno del portico, oppure accessibile da uno dei finestroni del prospetto dotati di caratteristici tamponamenti in laterizio forati, detti "gelosie». gazebo: piccolo padiglione destinato a luogo di riposo o di conversazione in parchi e giardini . È costituito da una sempli­ce intelaiatura ricoperta da piante rampicanti, talvolta situata sulla terrazza di un edificio. granaio: stanza o luogo dove si ripongono i l grano e altri pro­dotti, posto generalmente nel sottotetto. insediamento agricolo a corpi separati: tipo di insediamen­to agricolo costituito da due distinti fabbricati destinati l 'uno all'abitazione del colono, l 'altro al rustico della stal la-fienile. A questi sono da aggiungersi piccoli fabbricati di servizio (basso servizio e barchessa) per gl i animali da cortile e g l i attrezzi. I l fabbricato dell 'abitazione presenta un volume compatto impo­stato su una pianta quadrangolare con paramento a leggera scarpa, che si articola su due piani abitabili conclusi da un granaio per i l deposito del granoturco e di altri prodotti. La facciata verso mezzogiorno presentava di solito un porticato a più luci (quattro o cinque) con archi a tutto sesto o a sesto ribassato aperto su tre lati. Spesso il portico risulta tamponato per ampliare la disponibilità di spazio degli ambienti interni o per ricavare locali di servizio; talora si può riscontrare una so­luzione con portichetto angolare. In alcuni edifici è anche pos­sibile osservare un portico di servizio che fiancheggia l 'abita­zione, originato dal prolungamento delle falde del tetto. La copertura presenta diverse fogge: a quattro falde semplici, a padiglione con smusso frontale o a due ampie falde deter­minanti un prospetto a capanna. I l rustico è a pianta rettangolare con copertura a due falde; nelle forme più diffuse i l portico delimita la costruzione su due lati, con luci binate aperte sul prospetto minore, ma non man­cano esempi di portico limitato a un solo angolo, oppure fian­cheggiante i due lati maggiori del rustico. (tavv. 3-4-5) insediamento agricolo a corte aperta: tipo di insediamento agricolo in cui abitazioni e rustici sono disposti attorno ad un'ampia cortile totalmente o in parte occupato dall'aia, in ag.­gregazione aperta con una disposizione a squadra, a "L" o ad "U" ed elementi distinti. Originariamente insediamenti di que­sto tipo erano circondati da siepi vive, da terrapieni o steccati , da fossati adibiti a peschiera. L'accesso al la corte era caratte­rizzato da una grande porta ad arco, dominata talvolta da una torre, o anche da due, la prima sulla strada del paese, la se­conda sulla via dei campi. (tav. 2) insediamento agricolo a corte chiusa: tipo d i insediamento agricolo in cui abitazioni e rustici si distribuiscono con un im­pianto quadrangolare ad aia centrale (sulla quale si svolgono le principali attività dell 'azienda), circondato da un muro in cui si apre il portale di ingresso. Le fabbriche principali sono ordi­nate su un solo lato, di preferenza quello settentrionale, e con­trapposte ai corpi di servizio. (tav. 1) macello: edificio convenientemente attrezzato per l'abbatti­mento, lo scuoiamento, lo squartamento e il sezionamento di bestie le cui carni sono destinate al consumo. magazzino: locale adibito a deposito di merci e materiali vari. monastero (o cenobio o convento): dimora religiosa di mo­naci, canonici regolari o monache, organizzata ed autonoma. officina: impianto, a livello industriale od artigianale, nel quale si effettuano lavorazioni o si procede all'esecuzione di mon­taggi, riparazioni, revisioni e manutenzioni nel l 'ambito delle co­struzioni meccaniche. ospedale: pubbl ico edificio destinato al ricovero e all 'assi­stenza sanitaria degli ammalati bisognosi di cura e terapie ur­genti, o comunque non praticabi l i nell'ambiente famil iare. Può essere civico, mi l itare, psichiatrico, traumatologico, in re­lazione al tipo di specializzazione patologica ed alla condizio­ne amministrativa. ospizio: in passato (oggi solo eccezionalmente) edificio de­stinato ad accogliere forestieri e pellegrini , fornendo loro la necessaria assistenza. Oggi edificio destinato a dar ricovero a persone prive di mezzi di sussistenza e di alloggio pro­prio. palazzo: edificio d i notevole impegno e sviluppo architettoni-

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segue OGTT

co, adibito ad abitazione signorile o a sede di pubblici uffici. Grande importanza ebbero in tutta l 'Europa medievale i palaz­zi civici (o del comune o municipi) che si svilupparono, a se­conda delle circostanze, nelle più svariate articolazioni. In Italia il palazzo aveva caratteristiche e appellativi d iversi in relazione alle zone ed alle magistrature che vi risiedevano: palazzo del podestà, del capitano del popolo, dei priori, della ragione (ar­chetipo del palazzo di giustizia), arengo (con balcone per le arringhe), broletto (letteralmente «campo cintato»). palestra: locale o edificio attrezzato per lo svolgimento di esercizi atletici o ginnici. porcile: locale stretto e dal soffitto molto basso posto nel basso servizio, destinato all'allevamento dei maiali. scuola: edificio che costituisce la sede di un corso d i istruzio­ne primaria o secondaria. segheria: stabil imento adibito alla trasformazione di tronchi di albero in legname da costruzione per mezzo di seghe mecca­niche, o alla lavorazione del legno destinato alla costruzione di manufatti. seminario: edificio religioso convenientemente attrezzato per lo sviluppo delle funzioni e delle attività culturali e spirituali degli aspiranti al sacerdozio. serra: locale per lo più in forma di padiglione a vetri, adibito alla coltivazione ed alla conservazione delle specie vegetali bi­sognose di particolari condizioni ambiental i. stalla: complesso comprendente la stalla (con fienile sovrap-

OGTQ

aula unica (chiesa): chiesa caratterizzata da una pianta priva di navate lateral i . Frequente nel primo medioevo, nel medioevo maturo e tardo, questo tipo di pianta venne adottato solo per chiese di piccole dimensioni. Si diffuse, dal medioevo in poi, anche su complessi di maggiori dimensioni. casa a corpi giustapposti: tipo di insediamento che sviluppa un volume orizzontale su pianta rettangolare allungata. L'abita­zione e i l rustico della stalla-fienile sono ravvicinati in linea lun­go l 'asse longitudinale. A questo edificio può aggiungersi i l basso servizio. La copertura è a due falde con colmo unico o differenziato: nel primo caso la separazione delle due parti è segnata dalla cresta frangifuoco, nel secondo il salto del tetto individua i piani di congiunzione. Non mancano le coperture a tre falde, o a quattro, negli edifici maggiori. I prospetti posso­no essere allineati, o con il portico del rustico sopravanzante rispetto all'abitazione. Il rustico e l 'abitazione possono essere disgiunti per mezzo della porta morta. Spesso il rustico rag­giunge dimensioni che superano abbondantemente quelle dell'abitazione. (tavv. 6-7) casa a corte: tipo caratterizzato principalmente dall 'essere compreso in un'area quadrangolare, generalmente rettangola­re, con uno dei lati corti, prospiciente la strada, munito di ac­cesso, e che assume dimensioni varie, in generale comprese tra i 1 2-18 m per 20-30 m circa. La parte edificata si mantiene aderente ad un solo lato del perimetro, non necessariamente quello di accesso. La casa a corte è solitamente costituita da un corpo semplice, di spessore attorno ai 5-6 m e di lunghez­za pari al lato dell'area sotteso, affiancato verso lo spazio in­terno da un portico d i pari lunghezza e di larghezza di poco minore. Carattere base del tipo a corte è di essere un'area delimitata da un recinto, in contrapposizione con i tipi a schie­ra, nei quali l 'esistenza di un'area di pertinenza è usuale, ma non ind ispensabile. (tav. 16) casa a schiera: tipo molto diffuso nella città di formazione o di forte trasformazione medievale. Caratteri dominanti del tipo sono: la monocellularità del fronte (5-6 m circa); la comunanza dei muri laterali con le attigue case a schiera; la presenza del-

Tipo del bene

posto) e un portico (barchessa), a pianta rettangolare. Il porti­co è costituito da una tettoia sostenuta da pilastri in cotto, formata dal prolungamento della falda del fienile. Sovente è stato tamponato per ricavarne altre stalle, ricoveri per attrezzi o locali di lavoro. L'ambiente principale, destinato all'alleva­mento del bestiame, è suddiviso longitudinalmente in tre cor­sie, di cui quella centrale serve per il disimpegno e i servizi, quelle laterali per l'al loggiamento degli animali. La copertura è sostenuta da mattoni tondi intonacati con calcina bianca. (tav. 10) teatro: edificio appositamente progettato, costruito o comun­que adibito alla rappresentazione di opere d'arte drammatica, musicali o di ballo. È generalmente costituito da una grande sala coperta, sul fondo della quale si apre i l palcoscenico e nella quale i posti degli spettatori sono organicamente dispo­sti, parte nella sala stessa («platea»), parte nei palchetti e log­ge con gradinate che si aprono nel muro perimetrale. torre (o torretta): costruzione a sviluppo verticale più o meno accentuato, generalmente a pianta quadrangolare, realizzata per difesa di castelli e fortezze. Si può trovare in aggetto ri­spetto ad un muro o anche sull'angolo di una torre più grande con funzione di vedetta. villa: residenza signorile di campagna ampia ed elegante, cir­condata da un giardino o parco più o meno estesi , che può essere collocata all' interno di sistemazioni paesaggistiche an­che di notevole rilevanza territoriale. (tav. 12)

Qualificazione del tipo

l 'area di pertinenza dal lato opposto al fronte; i l conseguente doppio affaccio contrapposto; la possibil ità di accrescimento per occupazione progressiva di tale area; la rigorosa apparte­nenza del fronte al margine di percorso. (tav. 14) casa dei salariati: nella tipologia a corte chiusa o a corte aperta, la residenza dei dipendenti che comprende, per ogni famiglia, una cucina al piano terra e una camera al primo pia­no. casa in linea: plurifamil iarizzazione del tipo a schiera, gem­mata per fusione di due case contigue (un alloggio per piano) o di quattro (due alloggi per piano). Costituisce i l tipo domi­nante all ' interno degli attuali tessuti urbani storici, sia in forma associata (con i due margini laterali senza affaccio, contigui ad altre case in l inea), che dissociata (con area di pertinenza su 3 o 4 margini). (tav. 15) casa isolata: nell'aggregato si presenta quasi esclusivamente in situazioni marginal i , inglobata dalle espansioni di un organi­smo urbano contiguo, ovvero, in nuclei urbani nati dalla pro­gressiva quantificazione di case sparse. Caratteristica del tipo è l 'area di pertinenza frontale, non particolarmente qual ificata come forma e spesso non recinta. (tav. 13) casa padronale: nella tipologia a corte chiusa o a corte aper­ta, la residenza del conduttore (fittavolo o proprietario), che presenta caratteristiche derivate dall'edilizia signorile urbana. duomo: chiesa principale della città. Qualora sorga in una lo­calità che sia sede vescovile, coincide in genere con una cat­tedrale. santuario: luogo venerato per la presenza di sante reliquie o per i l ricordo di eventi miracolosi, divenuto quindi meta di pel­legrinaggio. Nelle chiese cristiane è lo spazio ove sorge l 'alta­re, in parte corrispondente al coro o al presbiterio. torre colombaia: nella tipologia a corte, la torre si innalza isolata a breve distanza dai fabbricati, articolandosi su due o tre piani. In sommità è generalmente presente un vano adibito a colombaia sormontato da un tetto a quattro spioventi. La pianta dell'edificio è quadrata, con lati di circa 3-5 m. Vi si accede tramite un ingresso, in alcuni casi sopraelevato.

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GLOSSARIO

aia: spazio circolare de l cortile o della corte normalmente sul lato sud della casa, pavimentato in laterizi o terra battuta e rottami pressati, usato per trebbiare i cereali col correggiato o col calpestio degli animal i . altare: luogo del la mensa eucaristica, eretto al l ' interno della chiesa. basilica: luogo di riunione e d i culto i l cui ingresso è sempre sul lato corto, con asse ottico centrato sull'altare. La basilica paleocristiana riprende, trasformandoli, gli elementi della basi­lica civile romana. A pianta rettangolare, consta di tre o cinque navate che si arrestano a tre quarti della lunghezza dell'edifi­cio; la navata centrale sfocia nell'abside dove è posto l 'altare, la cattedra episcopale e talvolta un presbiterio che può essere recinto e inoltrarsi nella navata (schola cantorum). Sotto l'ab­side può trovarsi una cripta. I l transetto divide la parte dedica­ta ai fedeli dalla zona cerimoniale dando così luogo alla pianta a forma di croce. Antestante è il quadriportico o atrio (cortile porticato) per i catecumeni, che però si riduce talvolta ad un unico lato in facciata («nartece») o ad una edicola sul portale («protiro»). Fino all'XI sec. avanzato l'ambiente della basilica era coperto a capriate nude o rivestite di tavole lignee; più tardi venne sovente coperto a volta. I l tipo basilicale, planime­tricamente semplice, subì le elaborazioni continue dell'archi­tettura occidentale, sia nell' involucro esterno che nell'articola­zione dello spazio interno. casa rurale: in tutte le tipologie si articola su due o tre piani. I l piano terreno è occupato nella parte settentrionale dalla canti­na, da una eventuale dispensa o da una stanzetta destinata al telaio. Nella parte a mezzogiorno si trova la cucina, centro della vita domestica, con i l camino e le finestre rivolte verso l'aia. La cucina può anche svolgere una funzione di disimpegno per rag­giungere le altre parti della casa. Una scala porta ai piani supe­riori dove si trovano le camere da letto e il granaio. cimitero: luogo destinato alla sepoltura dei morti. Può essere organizzato sullo schema del chiostro; dal XVI I I sec. diventa un impianto sub-urbano con loculi e cappelle. In questo caso può essere d i t ipo monumentale o a parco (paesi anglosassoni). cinta muraria (o cerchia o mura): complesso di opere mura­rie di difesa entro le quali erano costruiti gl i antichi centri abi­tati. cresta frangifuoco: nella tipologia a elementi g iustapposti, proseguimento oltre i l tetto del muro portante che divide l'abi­tazione dal fienile interrompendo anche l'orditura del tetto per protezione in caso di incendio del fienile. edilizia agricola produttiva: insieme degli organismi edilizi nei quali si svolgono le attività produttive relative all'economia del complesso agricolo in cui sono inseriti. Possono essere isolati dagli organismi abitativi, oppure formare con essi un corpo unico. edilizia agricola residenziale: insieme degli organismi edilizi con funzioni abitative destinati alla famiglia del fittavolo e/o del proprietario del terreno. All' interno del complesso agricolo possono essere isolati dagli organismi edilizi produttivi, oppure formare con essi un corpo unico. edilizia militare: categoria edilizia che comprende il comples­so delle installazioni d ifensive di un determinato luogo o le strutture di servizio ad esso connesse. In relazione alla confar-

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mazione tipologica delle strutture, l'edil izia mil itare può essere semplice, complessa, seriale e unica. edilizia produttiva: categoria edilizia che comprende tutti gli edifici e le strutture finalizzate alla produzione di beni, anche nelle forme più elementari e meno organizzate. In relazione al­la conformazione tipologica degli edifici stessi l'edilizia produt­tiva può essere semplice, complessa, seriale o unica. edilizia pubblica: insieme degli edifici sede dei servizi civili che interessano la collettività e provvedono alle necessità del­la cittadinanza, sia in senso funzionale che rappresentativo. In relazione alla conformazione tipologica degli edifici, l'edilizia civile può essere semplice, complessa, seriale o unica. edilizia religiosa: categoria edilizia che comprende gli edifici destinati al culto e le relative strutture di servizio; ne fanno anche parte gli organismi propri della vita comunitaria degli ordini religiosi e di supporto alle loro attività. In relazione alla conformazione degli edifici, l'edi l izia religiosa può essere sem­plice, complessa, seriale o unica. edilizia specialistica: insieme degli edifici, presenti sia nei nuclei urbani che nel territorio, con destinazione diversa da quella abitativa. Tali edifici si sono variamente specializzati nel tempo attraverso progressive modificazioni dei tipi di base per assolvere a funzioni particolari (in genere per servizi). edilizia specialistica complessa: insieme degli organismi de­rivati dalla varia composizione di edifici specialistici semplici, con corpi d i fabbrica chiusi delimitanti ch iostri, cortili, orti, giardini (costituiscono i tipici complessi conventuali}. edilizia specialistica semplice: insieme degli organismi ar­chitettonici un itari, omogenei, che escludono l 'associazione con altri elementi in una composizione e l 'accrescimento mol­tiplicativo in senso numerico. edilizia specialistica seriale: insieme degli edifici caratteriz­zati dalla ripetizione in serie degli elementi componenti l ' insie­me (partizione modulare}, quando cioè tali elementi sono ana­loghi, paritetici e non reciprocamente gerarchizzati. edilizia specialistica unica: insieme degli edifici caratterizzati dalla particolare complessità degli spazi, delle forme e delle funzioni, realizzanti e delimitanti, nella loro articolazione, interi isolati. fortezza: impianto difensivo, di notevole sviluppo, costituito essenzialmente da una cinta muraria e da una serie di opere addizionali, aderenti o avanzate, più o meno indipendenti. fortificazione: i l complesso degli apprestamenti e delle instal­lazioni difensive. legnaia: luogo adibito alla conservazione del legname posto nel basso servizio o sotto il portico. nartece: nelle chiese paleocristiane e bizantine, atrio coperto e separato dalla navata interna della chiesa mediante colonna­to, cancelli o pareti. Era destinato ai penitenti, ai battezzandi e ai catecumeni. È detto «esonartece» quando si trova all'ester­no della facciata, cui si appoggia come porticato aperto; se è situato all' interno, si definisce "endonartece». pollaio: ambiente destinato all'allevamento e al ricovero dei polli posto solitamente all ' interno del basso servizio. schola cantorum: zona del presbiterio l imitata da una balau­stra di transenne, riservata ai cantori o ad altri partecipanti ai riti.

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I nsediamento agricolo a corpi separati con disposizione i n l i nea

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Rustico stal la

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Ed i l iz ia residenziale agg regata: casa a sch iera

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Ed i l iz ia residenziale aggregata: casa a corte

Piano tipo

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I nformazioni riguardanti l'autore dell'organismo architettonico catalogato, ovvero - nei casi in cui tale autore non fosse precisabile - l'ambito culturale al quale è riferibile la genesi del bene medesi­mo.

AUT AUTORE

AUTR Ruolo

AUTN Nome

AUTA Dati anagrafici

AUTS Rapporto al nome

AUTM Fonte dell' attribuzione

ATB AMBITO CULTURALE

ATBR Riferimento all' intervento

ATBD Denominazione

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Dati individuativo-anagrafici sull 'autore del bene catalogato.

Informazioni che indicano i l catalogato. Campo alfanumerico:

- realizzazione integrale - realizzazione parziale - progetto - direzione dei lavori - opere di completamento

ruolo svolto dall'autore nella realizzazione del bene

- opere di integrazione - modifiche - restauri - rifacimenti - decorazioni

Indicazioni che si riferiscono alla denominazione dell 'autore del bene architetto­nico nella forma «cognome nome» eventualmente seguito da «detto» e quindi dallo pseudonimo o dal soprannome. Si adotterà invece la forma correntemente in uso nei casi di denominazioni composte da nome o patronimico facendo se­guire a queste indicazioni l 'eventuale soprannome, o pseudonimo, introdotto dal termine «detto». Campo alfanumerico.

Indicazioni che precisano i l luogo e la data di nascita, i l luogo e la data di morte, o i l periodo noto di attività dell 'autore di cui si parla. Campo alfanumerico. Nei casi in cui non sia stato possibile rilevare un qualsiasi dato relativo alla data di nascita o morte, questo verrà sostitutito da un punto interrogativo.

Nei casi in cui l 'autore del bene considerato non sia individuabile direttamente, ma solo tramite attribuzione riferita ad altro autore noto, si precisa i l tipo di tale riferimento. Campo alfanumerico:

- cerchia - scuola - seguace - collaboratore

- continuatore - attribuito - attribuibi le

Fonte da cui si sono desunte le notizie relative all 'autore. Campo alfanumerico.

Nei casi in cui l 'autore non sia in alcun modo precisabile - neppure ricorrendo ad una attribuzione congetturale - si forniscono indicazioni di carattere genera­le riguardo al contesto culturale (oppure alla scuola, alla maestranza, ecc.) a cui può essere ricondotta la realizzazione del bene catalogato. Il presente campo è generalmente in alternativa al campo «Autore», oppure può essere considerato integrativo rispetto a quest' ultimo.

Indicazioni che individuano i l tutto o la parte del bene catalogato. Campo alfanumerico:

- realizzazione integrale - opere di integrazione - realizzazione parziale - modifiche - progetto - restauri - direzione dei lavori - rifacimenti - opere di completamento - decorazioni

Indicazioni relative all'ambito culturale del bene catalogato, individuato facendo seguire ad una locuzione generica (ad esempio: ambito, scuola, maestranze, ecc.) l 'aggettivo che ne precisa la pertinenza geografica. Campo alfanumerico.

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ATBB Fonte dell'attribuzione

AAT ALTRE ATTRIBUZIONI

AATR Riferimento all' intervento

AA TD Identificazione, fonte, commenti

Informazioni che precisano le fonti dalle quali sono stati desunti gli elementi documentali che hanno consentito la formulazione di una determinata attribuzio­ne, oppure che avvertono che ci si trova in presenza di un'attribuzione congettu­rale, proposta dal catalogatore. Campo alfanumerico:

- documentazione bibliografica - attribuzione tradizionale - documentazione archivistica - attribuzione congetturale (n.d.c.) - documentazione iconografica

Informazioni riguardanti altri autori o ambiti culturali cui vengono attribuiti la rea­lizzazione dell 'organismo achitettonico catalogato e/o altri interventi su di esso.

Indicazioni che individuano i l tutto o la parte del bene catalogato. Campo alfanumerico:

- realizzazione integrale - opere di integrazione - realizzazione parziale - modifiche - progetto - restauri - direzione dei lavori - rifacimenti - opere di completamento - decorazioni

Informazioni che precisano l 'autore o l'ambito culturale, le fonti e eventuali com­menti dell 'attribuzione. Campo alfanumerico.

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Insieme di notizie riferibili al bene catalogato e reperite nel corso delle ricerche preliminari alla catalo­gazione.

REL ESTREMO CRONOLOGICO REMOTO

RELS Secolo

RELV Validità

RELF Frazione di secolo

RELW Validità

RELI Data

RELX Validità

REV ESTREMO CRONOLOGICO RECENTE

REVS Secolo

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Dati che precisano la generica col locazione cronologica (secolo) e, dove possibi­le, anche la datazione specifica (giorno/mese/anno) cui si riferisce, nel suo estre­mo più remoto, la notizia. Campo strutturato.

I ndicazione del secolo. Campo alfanumerico:

- Xli - Xl i i - XIV - xv - XVI

- XVII - XVI I I - XIX - xx

Esprime il valore attribuibi le alla indicazione del secolo. Campo alfanumerico:

- certa - i ncerta - sicura - dubbia - documentata - congetturale - non documentata - proposta dal catalogatore

Indicazione della frazione di secolo. Campo alfanumerico:

- in izio - secondo quarto - fine - terzo quarto - prima metà - ultimo quarto - seconda metà - (?) - primo quarto

Esprime i l valore attribuibi le alla indicazione della frazione di secolo. Campo alfanumerico:

- certa - incerta - sicura - dubbia - documentata - congetturale - non documentata - proposta dal catalogatore

Indicazione della data di realizzazione del documento. Campo data.

Esprime il valore attribuibile alla indicazione della data. Campo alfanumerico:

- certa - i ncerta - sicura - dubbia - documentata - congetturale - non documentata - proposta dal catalogatore

Dati che precisano la generica collocazione cronologica (secolo) e, dove possibi­le, anche la datazione specifica (giorno/mese/anno) cui s i riferisce, nel suo estre­mo più recente, la notizia.

I ndicazione del secolo. Campo alfanumerico:

- Xli - Xl i i - XIV - xv - XVI

- XVII - XVI I I - XIX - xx

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REW Validità

REVF Frazione di secolo

REVW Validità

REVI Data

REVX Validità

REN NOTIZIA

RENR Riferimento

RENS Notizia sintetica

RENN Notizia

RENF Fonte

Esprime il valore attribuibi le alla indicazione del secolo. Campo alfanumerico:

- certa - incerta - sicura - dubbia - documentata - congetturale - non documentata - proposta dal catalogatore

Indicazione dell'eventuale frazione di secolo. Campo alfanumerico:

- in izio - primo quarto - fine - secondo quarto - metà - terzo quarto - prima metà - ultimo quarto - seconda metà - (?)

Esprime il valore attribuibi le alla indicazione della frazione di secolo. Campo alfanumerico:

- certa - incerta - sicura - dubbia - documentata - congetturale - non documentata - proposta dal catalogatore

Indicazione della data di realizzazione del documento. Campo data.

Esprime i l valore attribuibile alla indicazione della data. Campo alfanumerico:

- certa - incerta - sicura - dubbia - documentata - congetturale - non documentata - proposta dal catalogatore

Informazioni che contribuiscono alla fedele e rigorosa ricostruzione storico criti­ca del quadro complessivo in cui trova appropriata collocazione il bene catalo­gato e da cui traggono pregnante significato le motivazioni, la genesi ed il suc­cessivo sviluppo del bene medesimo.

Indicazione del contesto a cui la notizia si riferisce. Campo alfanumerico:

- N.G. = informazioni d i carattere generale - N . P. = informazioni relative a preesistenze - N . B. = informazioni relative al bene catalogato

Descrizione in forma concisa della notizia. Campo alfanumerico.

Testo, in forma discorsiva, che espone la notizia. Campo alfanumerico.

Dati che collegano ciascuna notizia di origine bibl iografica, archivistica, o icono­grafica rispettivamente all' opera, al documento d' archivio, al disegno, dipinto, affresco, incisione, moneta, ecc. , dalla quale la notizia è stata desunta, owero dati con cui si precisa che la notizia riportata non proviene da una delle fonti sopra indicate, bensì che essa è stata formulata ex novo dal catalogatore. Campo alfanumerico.

81 I ',

I

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......

PDF PROCESSO DI FORMAZIONE

PDFD Descrizione

PDFA Allegato visualizzante

SIO ORGANIZZAZIONE COMPLESSIVA SPAZIO

SIC PECULIARITÀ COMPOSITIVE

SII SUDDIVISIONE ORIZZONTALE INTERNA

SllR Riferimento ubicazionale

SllN Numero dei piani

82

Informazioni che descrivono e possibi lmente motivano i l processo attraverso i l quale i l bene catalogato è venuto costruttivamente configurandosi sino al la con­sistenza attuale.

Informazioni che precisano se il bene è stato realizzato secondo un progetto unitario; se è stato costruito in un 'unica fase, oppure in più fasi successive; se è il risultato di un processo di aggregazione, o di frazionamento, o di fusione, o di demolizione d i singole parti, ecc. Campo alfanumerico.

Numero dell'allegato grafico e/o fotografico, appartenente alla scheda. Campo alfanumerico.

Informazioni che descrivono la conformazione e l 'organizzazione dello spazio in­terno del bene catalogato, precisandone la suddivisione generale e segnalando­ne ogni pecul iarità compositiva e/o formale.

Si individuano e descrivono le eventuali particolarità compositive che caratteriz­zano l 'assetto attuale dello spazio interno del bene catalogato. La descrizione prende in considerazione, per esempio, la presenza di assi o di piani di simmetria tridimensionale, l 'esistenza di fuochi di convergenza o di pol i di espansione spaziale, oppure la riconoscibi l ità di intenti prospettici o iterativi o compenetrativi , ecc. , sempre riferibi l i alla composizione architetton ica dello spa­zio interno.

Dati che precisano il numero dei piani nel quale risulta suddiviso lo spazio i nter­no del bene catalogato.

Indicazioni della parte di spazio interno riferite al numero dei piani considerato. Campo alfanumerico: - a) piani fuori terra caratterizzanti (riferiti all ' intero bene oppure alla sua parte preponderante o comunque più significativa); - b) piani fuori terra completivi (riferiti a parti secondarie o comunque non carat­terizzanti del bene); - c) piani sotterranei a estensione totale (riferiti al numero dei piani sotterranei esistenti nel bene ed aventi, in pianta, un'estensione pari al l 'area del l ' intero bene considerato) ; - d) piani sotteranei a estensione parziale (riferiti al numero dei piani sotteranei esistenti ed aventi in pianta un'estensione ridotta o parziale nei confronti dell 'a­rea del l ' intero organismo considerato) ; - e) piani sotteranei a estensione eccedente (riferiti al numero dei piani sotterra­nei esistenti ed aventi, in pianta, un'estensione superiore o eccedente rispetto all 'area occupata dal bene medesimo. I l campo, l imitatamente ai piani sotteranei ad estensione eccedente destinati ad un uso non unicamente connesso al bene (per es. camminamenti sotterranei, catacombe, ipogei con funzione di cisterna, depositi o magazzin i collettivi , ecc.), è riferibi le anche agli oggetti «complessi». Campo alfanumerico.

N umero che esprime i l computo dei piani fuori terra caratterizzanti i l bene cata­logato nella sua interezza o nella sua parte più significativa. Sono compresi sia i piani che, pur se i nterrati per non più della metà della loro altezza, presentino caratteri di un comune piano terreno, sia i piani di sottotetto, anche se coperti da strutture non orizzontal i , purchè abbiano carattere di un piano di normale util izzo. Campo numerico intero.

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PNT PIANTA

PNTQ Riferimento piano o quota

PNTU Ubicazione

PNTS Schema

PNTF Forma

PNTE Elementi icnografici significativi

Informazioni che descrivono la conformazione planimetrica del bene catalogato. La descrizione precisa in primo luogo lo schema e la forma della pianta, secon­dariamente ne evidenzia gli elementi icnografici caratterizzanti.

Numero decimale che esprime (in metri e decimetri) la quota alla quale è stata effettuata la sezione orizzontale corrispondente alla pianta descritta. Il campo è riferibi le tanto ai beni «individui» quanto a quelli «Complessi». Campo numerico.

Indicazione dell 'ubicazione. Campo alfanumerico:

- piano i nterrato - piano seminterrato - piano terra - ammezzato - piano primo

- piano secondo - piano terzo - piano quarto - piano quinto - sottotetto

Indicazioni che enucleano e descrivono sinteticamente lo schema icnografico in base al quale è stata impostata e sviluppata la pianta presa in considerazione. Campo alfanumerico:

- pianta assiale - pianta composta - pianta centrale - pianta a griglia - pianta composita - pianta regolare

Indicazioni che specificano la forma più direttamente associabile alla pianta con­siderata. Il campo è prevalentemente riferibi le ai beni «individui» , ma in determinati casi anche a quell i «Complessi». Campo alfanumerico:

- a L - a T - a c - a U - a croce latina

- ad aula - poligonale a n lati - quadrata - rettangolare

Informazioni riguardanti la presenza, i l numero e le caratteristiche di eventuali elementi icnografici significativi della pianta considerata; di tali elementi, ove sia i l caso, viene data anche la specifica descrizione sintetica. Si useranno termini o locuzioni che specificano il tipo al quale appartiene l 'elemento considerato, se­guito da un numero, entro parentesi , che precisa quante volte l 'elemento stesso si ripete nella pianta. Campo alfanumerico:

- abside - androne - atrio - balconata - ballatoio - cantoria - cavedio - chiostro - cimborio - coro - corte (solo edilizia rurale) - cortile - deambulatorio - loggia - loggiato - loggione - navata

- oratorio - palchetti - palco - platea - porta morta - portico - pozzo di luce - presbiterio - refettorio - sacrestia - sala - sottopalco - terrazza - transetto - veranda - vestibolo

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PNTS (schema)

PIANTA ASSIALE PIANTA CENTRALE

PIANTA COM POS ITA PIANTA COM POSTA PIANTA A G R I G LIA P IANTA R EGOLARE

I

DIZIONARIO

PNTU

ammezzato: piano secondario di serv1z10, intercalato tra i l piano terreno ed i l piano nobile o sovrapposto ai piani supe­riori nei palazzi signorili del passato, spesso ricavato nella dif­ferenza di altezza fra alcuni ambienti principali. Tale soluzione interna si riflette in modo caratterizzato nella architettura ester­na dell'edificio, ove la presenza di questo piano è rilevata dalla serie d i piccole finestre interposte a quelle dei piani principali della facciata.

PNTS

pianta a griglia: pianta d i un edificio a più corpi di fabbrica disposti secondo un disegno reticolare. pianta assiale: pianta di un edificio caratterizzata dalla corri­spondenza o simmetria tra le varie parti rispetto ad un asse, d i solito longitudinale e mediano. pianta centrale: pianta di edifici in cui tutte le parti sono rela­zionate ad un centro, a differenza delle costruzioni a pianta assiale, l inearmente disposte. La forma della pianta è una figu-

PNTF

pianta a croce: pianta consistente nell'incrocio di quattro cor�i di fabbrica ortogonali. Si dice «a croce latina» quando un corpo è sensibilmente più lungo degli altri; «a croce greca» quando i quattro corpi sono di uguale lunghezza.

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PNTF (forma)

,_ a C a l a T a U a croce latina ad aula poligonale a n lati quadrata rettangolare

I

Ubicazione

piano: porzione di edificio compresa tra la faccia superiore di un pavimento e quella inferiore d i un soffitto o di un solaio. I piani si distinguono, prendendo come riferimento il piano di campagna, in interrati e fuoriterra. sottotetto: negli edifici coperti a tetto, i l vano compreso fra il tetto e il solaio delle stanze all 'ultimo piano, di solito adibito a deposito, talvolta anche ad abitazione. È spesso i l luminato da una lucerna.

Schema

ra geometrica regolare (cerchio, ellisse, quadrato, quadrangolo regolare, croce greca, triconco) e gli spazi annessi {deambula­tori, cappelle, vestiboli) sono subordinati allo spazio centrale, anche nella forma della copertura. pianta composita: pianta formata da più parti eterogenee. pianta composta: pianta formata da più parti omogenee. pianta regolare: pianta conforme a presupposti di ordine geometrico, assunti come norma.

Forma

pianta ad aula: pianta priva di navate laterali. Frequente nel pri­mo medioevo, nel medioevo maturo e tardo questo tipo di pianta venne adottata solo per chiese di piccole dimensioni. Si d iffuse, dal medioevo in poi, anche su complessi di maggiori dimensioni.

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segue PNTE

abside: struttura architettonica a pianta semicircolare, poligo­nale, lobata e spesso trilobata, coperta da una semicupola (detta «conca» o «catino»), che si apre nel fondo del muro perimetrale d i un edificio, in particolare di una chiesa. Di nor­ma si apre sul fondo della navata centrale della chiesa, conte­nendo il coro d ietro l 'altare; la si trova tuttavia anche sul fondo delle navate laterali e del transetto. In alcune chiese si hanno più absidi delle stesse dimensioni: si parla di «doppia abside,. nel caso siano due contrapposte; di "abside triconca» nel ca­so siano tre, come nelle ch iese romaniche. androne: andito lungo, collocato a pian terreno, per i l quale dal portone d' ingresso si arriva al cortile della casa. atrio: nei palazzi rinascimentali e nei loro derivati, monumen­tale portico esterno coperto che conduce al cortile. balconata: balcone prolungato sul quale si aprono varie fine­stre. ballatoio: tipo di balcone piuttosto lungo in forma di corri­doio, coperto o scoperto, usato come disimpegno o comuni­cazione. cantoria: nelle chiese, balconata per i cantori. A partire dal XVI sec. viene unificata con la tribuna del l 'organo. chiostro: sorta di cortile porticato o quadriportico, spesso raddoppiato e talvolta a due piani, di forma rettangolare, qua­drata od anche, in epoca barocca, variamente articolata. Col­lega la ch iesa di un monastero alla sala capitolare e alle zone della vita comunitaria (clausura). È dotato di un pozzo centrale e spesso viene sistemato a giardino. Può servire anche da camposanto. Lo si ritrova annesso anche alle cattedrali. coro: parte della chiesa dietro l 'altare maggiore in cui siedono i cantori, generalmente arredata, lungo le pareti, da file di se­dili («stalli») di legno intagl iato o intarsiato. Nelle chiese con­ventuali è riservata ai religiosi. corte: spazio di terreno attiguo alle case contadine. cortile: spazio a cielo aperto, completamente o parzialmente circoscritto da edifici (c. «interno», c. «esterno»). I l cortile inter­no è detto «chiostro,. e «portico,. se ha principalmente fini d i i l luminazione ed areazione; quando è piccolo ed ha solamente funzione di pozzo di luce è detto «chiostrina», e può talvolta presentare una copertura vetrata; se vi si aprono solo ambienti di servizio, è chiamato «cavedio». deambulatorio: nelle chiese romaniche e gotiche, prolunga­mento a forma circolare e poligonale delle navate laterali oltre il transetto, che arriva fino a racchiudere i l coro e a formare un corridoio o ambulacro. È talvolta fiancheggiato da cappelle ra­diali sul lato esterno. loggia: portico aperto sui lati, solitamente coperto a volta, che si trova all ' interno o dinnanzi ad un edificio. Può anche costituire un organismo indipendente. loggiato: organismo architettonico costituito da uno o più ambienti (logge) largamente aperti verso l 'esterno. loggione (o galleria): nei teatri barocchi italiani e tedeschi, ordine superiore di posti; nei teatri francesi e inglesi i l termine si riferisce a tutti gli ordini. Oggi è spesso sinonimo di «balco­nata». navata: spazio longitudinale in cui è suddiviso l ' interno della chiesa, definito da colonne o pilastrini al l ineati reggenti trabea­zioni o arcate. La navata si divide in «campate». In genere si hanno tre o cinque navate; quella centrale è quasi sempre più alta e più ampia del le lateral i , che sono simmetriche. oratorio: piccola cappella privata o riservata, che può trovarsi sia in una abitazione, che in una chiesa. Nel secondo caso l'oratorio, in corrispondenza del piano delle tribune, è messo in comunicazione, mediante una finestra, con il coro. Succes­sivamente si trasforma in un ambiente di preghiera accessibile

Elementi icnografici significativi

anche al pubblico. Il termine indica anche un ambiente, deri­vato dai precedenti , utilizzato per l'esecuzione di «oratori» mu­sicali . palco: ripiano de l palcoscenico, solitamente in legno. platea: nel teatro moderno ind ica la parte più bassa, nella quale i posti degli spettatori sono distribuiti su file per lo più parallele. porta morta: portico interposto tra abitazione e rustico nella tipologia a corpi giustapposti. È formata da un lungo atrio, so­l itamente realizzato con volta a botte, delineato in posizione mediana e sol itamente chiuso in inverno sul lato opposto della facciata, con tamponamenti provvisori. Serve da passaggio coperto tra abitazione e stalla, al carico e scarico delle derrate e ad operazioni tipiche di alcuni periodi stagionali. Può anche presentarsi tagliata a mezza altezza da un solaio per aumenta­re la capacità di carico del fienile o creare una stanza supple­mentare. Talvolta questo porticato di transito viene raddoppia­to dando luogo ad un forma binata. Sotto la porta morta si possono trovare i l pozzo dell 'acqua e l'abbeveratoio per gli animali, oltre al l ' ingresso dell'abitazione. portico: spazio delimitato su uno o più lati da una serie d i pi lastri o di colonne, regolarmente distanziati, spesso con va­lore decorativo e a carattere monumentale, anche con funzio­ne di passeggiata coperta o di mercato. Sui sostegni poggia­no trabeazioni o arcate; la copertura può perciò essere piana o a volta. I l portico può trovarsi, per disimpegno e ornamento, sulla facciata di un palazzo, di una chiesa, oppure essere uti­l izzato per cingere un cortile o una piazza. Assai varie sono le sue forme e util izzazioni. pozzo di luce: piccolo spazio a cielo aperto completamente circoscritto dai fronti dell'edificio avente solo fini di i l luminazio­ne. presbiterio: spazio attorno all'altare riservato al clero. Si trova sul fondo della navata centrale ed è concluso dall'abside. È separato dal resto della chiesa da plutei e transenne negli edi­fici più antichi , da colonnine e p ilastrini dall 'età rinascimentale in poi. Può essere sopraelevato quando sopra di esso si inse­risce la cripta. refettorio: ambiente destinato alla consumazione dei pasti e collocato sul lato sud del chiostro; può dividersi in due parti, di cui una riservata ai monaci degli ordini maggiori, oppure sdoppiarsi in un refettorio estivo e in uno, più piccolo, inverna­le. sagrestia: ambiente adiacente al coro nel quale vengono conservate le suppelletti l i liturgiche e i paramenti sacri. sala: ambiente di un appartamento o di un edificio, di am­piezza superiore a quella degli altri ambienti, destinato a scopi di rappresentanza o di riunione. sottopalco: ripiano, sottostante al palcoscenico, praticabile per l'azionamento delle macchine. terrazza: ripiano scoperto praticabile di un edificio, costruito per lo più a copertura dell'edificio stesso, ma posto anche a piano terra, recintato da un parapetto o comunque formalizza­to. transetto: corpo trasversale all 'asse principale della chiesa, che si inserisce tra le navate e l'abside o i l coro terminale. Mediante il transetto la pianta assume la forma di una croce latina e al punto d' incrocio si costituisce la crociera. veranda: loggia o balcone solitamente coperto, chiuso con vetrate o tende. vestibolo: negli edifici pubblici o privati, ambiente d'ingresso intermedio fra l 'esterno e l ' interno, di varia forma e imponenza a seconda delle funzioni di disimpegno che gli vengono attri­buite e dell' importanza dell 'edificio stesso.

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GLOSSARIO

altare: luogo della mensa eucaristica, eretto all ' interno della chiesa. L'altare maggiore (altare del Signore, contrapposto agli altari laterali dedicati ai Santi) si trovava, nella basilica paleo­cristiana, nel presbiterio antistante l'abside; solo più tardi fu inserito, arretrandolo, nell 'abside. L'altare sorse spesso sulla tomba di un martire. Consiste oggi, d i regola, in una lastra di pietra in un solo pezzo (mensa) posta su di un rialzo, con una predella ove sale i l celebrante; presenta un frontale detto «pa­lio», è sostenuto da uno o più stipiti ed è sormontato da una elevazione, detta «grado», contenente i l ciborio per le suppel­lettil i sacre. I tipi di altare cattolico, tradizionalmente, sono quattro: «a mensa», costituita da una lastra sostenuta da un piedritto centrale o quattro angolari; «a cofano», con mensa appoggiata su di un parallelepipedo; «a blocco», con unico piedritto d i sostegno, d i solito addossato alla parete; «a sarco­fago», in cui la mensa poggia su di un sarcofago. ambiente (o vano o camera): spazio delimitato da una strut­tura muraria all' interno di un edificio, funzionalmente caratte­rizzato. andito: ambiente secondario di passaggio e disimpegno. arcata: ogni elemento di una successione architettonica di strutture ad arco, ad esempio ponti, viadotti, anfiteatri, portici. Si incontrano spesso nelle architetture a più piani. Sono tipi­che dell'architettura di epoca romana e medievale e costitui­scono un elemento fondamentale della basilica. balcòne (o terrazzo): struttura architettonica sorretta da mensole oppure a sbalzo, sporgente dalla facciata d i un edifi­cio, accessibile da una porta-finestra, con ringhiera, parapetto, balaustra, in legno, ferro o pietra. Si dice anche di finestra che scende fino al pavimento e possiede un piccolo aggetto con ringhiera, diffusa nei paesi meridionali. cattedrale: chiesa episcopale, in cui cioè i l rito è officiato dal vescovo. Il nome deriva dalla cattedra episcopale. clausura: zona del monastero accessibile solo ai monaci; è costituita dai loro alloggi («celle») e dal chiostro comunicante con la chiesa. corridoio: ambiente, per lo più lungo e stretto, che serve d i passaggio, comunicazione e disimpegno tra locali adiacenti. cripta: ambiente sotterraneo, di solito posto sotto la zona del presbiterio, dove vengono custodite le reliquie sacre o inumati martiri e santi. Viene realizzato tramite una volta sostenuta da colonne e, in epoca romanica, ma ancor più nelle cattedrali gotièhe, assume proporzioni architettoniche grandiose, artico­landosi in vari ed ampi locali. crociera: spazio definito dall' incrocio tra la navata e i l trans­etto di unà chiesa, sottolineato dall'accentuazione dei pilastri angolari e mediante l'arco trionfale; è coperto da un tiburio,

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spesso anche in forma di cupola. distribuzione: l 'organizzazione e l 'articolazione delle varie parti di un edificio o di un complesso di edifici e delle loro caratteristiche fisiche e funzionali (protezione, areazione, i l lu­minazione, visibilità, climatizzazione, percorsi, servizi, ecc.) in base all'analisi delle esigenze umane. facciata: struttura o lato di un edificio volto verso l 'esterno; per lo più si intende il lato perimetrale esterno contenente l ' in­gresso principale. finestra: elemento architettonico costituito da un'apertura, d i varia forma, per i l luminare e/o arieggiare un ambiente chiuso, praticata di solito in una parete perimetrale. La successione delle finestre caratterizza compositivamente la facciata. palcoscenico: nel teatro, la zona ove ha luogo la rappresen­tazione scenica separata dalla zona riservata agli spettatori mediante il prospetto scenico. Si estende di solito per tutta l 'altezza del teatro e si divide in sottopalco, palco vero e pro­prio e soffitta. pianta: rappresentazione grafica, in proiezione ortogonale, della sezione orizzontale di un edificio o d i una sua parte. In base alla conformazione perimetrale la pianta può essere: a L, a T, a U, a H, a X; a croce latina e greca; a configurazione geometrica (quadrata, rettangolare, ovale, circolare, poligona­le). Riguardo allo schema di sviluppo la pianta può essere: regola­re, composita, composta, centrale, assiale, a griglia, poliloba­ta, radiale e anulare. Viene detta inoltre «l ibera,, la pianta non legata a forme volumetriche regolari e fondata sullo studio e la manifestazione delle d iverse funzioni cui l'edificio risponde. pianta anulare: pianta radiale nella quale si ritrovano elementi strutturali sviluppati su uno schema concentrico. pianta polilobata: pianta di un edificio, o di una sua parte, formata da un isieme di absidi ad assi convergenti. La pianta si dice bilobata, polilobata (trifoglio), quadrilobata, qualora pre­senti due, tre, quattro absidi (anche triconca e tetraconca). pianta radiale: pianta di un edificio nel quale gli elementi strutturali principali convergono verso un centro. sala capitolare: sala del capitolo (l'assemblea, cioè, di un de­terminato ordine o congregazione) di un monastero, spesso a doppia navata e destinata alle riunioni dei monaci. tribuna: l ' intero spazio del presbiterio con il seggio vescovile ma anche l 'abside con le cappelle che ne dipartono. Il termine inoltre può indicare la galleria interna posta sulle navate latera­li e aperta sulla navata centrale riservata a gruppi di fedeli (di solito le donne: "matroneo»). Spostata verso la zona di acces­so alla chiesa, si ha talvolta la tribuna dell'organo e la tribuna dei cantori («cantoria»).

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Indicazioni di carattere tecnico e tecnologico che attengono alla descrizione del le fondazioni del bene catalogato. Vengono considerate sia sotto l 'aspetto tipo-morfologico, che della tecnica costruttiva con la quale risu ltano real izzate, dando notizia, ove sia possibi le, circa la natura del terreno sul quale le fondazioni stesse appoggiano.

FNA

FNP

FNS

FNSU

FNST

FNSQ

TIPO DEL TERRENO DI APPOGGIO

SCHEMA GENERALE

STRUTTURE

Ubicazione

Tipo

Qualificazione del tipo

Indicazioni che forniscono la descrizione della natura (ed eventualmente anche del­le condizioni meccaniché: compattezza, presenza di discontinuità, d i fessurazioni, ecc.) del terreno sul quale appoggia i l bene. La qual ità del suolo viene considerata esclusivamente dal punto di vista delle con­nessioni tra le caratteristiche naturali del terreno e la progettazione statica del bene catalogato, con particolare riferimento al tipo e alla tecnica costruttiva adottate per le fondazioni. Campo alfanumerico:

- roccia vulcanica compatta - roccia calcarea con lievi fessurazioni - tufo omogeneo saturo di umidità - terreno sabbioso con ghiaia di buona coerenza - roccia arenaria di mediocre resistenza - non accertabile

Descrizione, dal punto di vista morfologico-strutturale, dello schema generale del­l ' intero sistema di fondazioni su cui posa l 'organismo architettonico. Tale descrizio­ne è riferibi le tanto al caso in cui detto sistema di fondazione risulti strutturalmente di tipo uniforme in tutta la sua estensione, quanto al caso in cui esso si presenti invece composto da strutture (sia primarie, sia - eventualmente - complementa­ri) tipologicamente differenti tra loro. Ove possibi le, nella descrizione vengono al­tresì espresse e motivate le ragioni tecnico-costruttive che - in relazione alla natu­ra del terreno, o alle esigenze statiche delle strutture in elevazione, o ad altra indivi­duabile e specificabile causa - hanno suggerito, ovvero imposto, nel particolare caso esaminato, l'adozione del determinato tipo di fondazione che viene descritto. Campo alfanumerico.

Informazioni , d i carattere tipologico, tecnico e tecnologico, che forniscono la de­scrizione morfologica e strutturale del l ' intera fondazione principale laddove questa sia tipologicamente uniforme, o che descrivono ogni singola parte, tipologicamente differente dalle altre, d i cui risulta composto i l sistema generale delle fondazioni . Ovvero i nformazioni che si riferiscono ad eventuali strutture secondarie connesse, con funzione di complemento, alle strutture primarie di fondazione del bene catalo­gato.

Indicazione dell'ubicazione della specifica parte strutturale che si sta descrivendo nel contesto complessivo delle strutture di fondazione del bene catalogato. Nel caso in cui l ' intera fondazione sia tipologicamente uniforme, e non risulti pertanto descritta per parti separate, il presente sottocampo non viene compilato. Campo alfan\jmerico.

Indicazioni che precisano i l tipo morfologico-strutturale al quale può essere ascritta l ' intèra fondazione considerata, ove questa sia tipologicamente uniforme in tutta la sua estensione; oppure che specificano il tipo di ogni singola struttura componente i l sistema di fondazione, ove questo risulti costituito da varie parti strutturali tipolo­gicamente d ifferenti fra loro. Campo alfanumerico:

- fondazione diretta - fondazione indiretta - non accertabi le

Indicazioni che precisano o integrano o caratterizzano, in senso descrittivo, i l tipo al quale appartiene la struttura d i fondazione (complessiva o parte componente). Campo alfanumerico:

- continua normale - a pozzo - a pozzo circolare

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FNSC Tecnica costruttiva Indicazioni che descrivono la tecnica costruttiva util izzata per la realizzazione della struttura di fondazione (complessiva o parte componente). Campo alfanumerico:

- in muratura omogenea - non accertabile

FNSM Materiali Indicazioni riguardanti i materiali con i quali risulta costruita la struttura di fonda­zione (complessiva o parte componente). Campo alfanumerico:

- mattoni pieni - non accertabile

FNST (tipo della struttura)

FONDAZION E D I RETTA

FONDAZIONE I N D I R ETTA

I

DIZIONARIO

FNST

fondazione diretta: tipo di fondazione che trasmette i l carico incombente dell'edificio direttamente al terreno di fondazione, più o meno superficiale; tale tipo viene adottato in presenza di terreni solidi poco profondi (max. 5-6 m).

PNSQ

fondazione a pozzo: tipo di fondazione indiretta costituita da un insieme d i grossi pi lastri o colonne in muratura o calce­struzzo («pilastrata») che trasmettono i carichi sul terreno resi­stente, e da archi d i collegamento in muratura («barulle») im­postati sul terreno opportunamente sagomato e battuto. I pila­stri o colonne vengono costruiti scavando pozzi nel terreno in corrispondenza degl i angoli e incroci dei muri. Si possono avere pozzi circolari o quadrati, pozzi per sottomurazione e pozzi per affondamento. In ogni caso, eseguito i l pozzo, si spiana accuratamente il fondo del cavo, si scampanano le pa­reti di quel tanto che il terreno consente per allargare la base di appoggio, quindi si procede al riempimento con calcestruz-

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FNSQ (qual ificazione del tipo)

continua normale

a pozzo a pozzo circolare

I

Tipo della struttura

fondazione indiretta: tipo di fondazione che trasmette il cari­co dell'edificio al terreno solido sito in profondità (superiore a 5-6 m), tramite strutture intermedie. Può essere a pozzo o su pali.

Qualificazione del tipo

zo o con muratura a sacco. fondazione a pozzo circolare: tipo di fondazione utilizzata in presenza di terreni asciutti e non troppo franabili . Consiste nello scavo di pozzi fino al raggiungimento di strati resistenti del terre­no, facendo opera di puntellatura. Quando il terreno resistente si trova a poca profondità si ricorre al sistema dei «cassoni,, di le­gno senza fondo, che non formano parte integrante della fonda­zione, ma servono solo come puntellatura, proteggendo i muri dal cedimento del terreno circostante. (tav. 18) fondazione diretta continua: tipo di fondazione d iretta che appoggia sul terreno uniformemente lungo tutto il perimetro della muratura. (tav. 17)

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G LOSSARIO

fondazione: struttura di base a contatto col terreno che ripar­tisce opportunamente il peso della costruzione per garantirne la definitiva stabilità; viene disposta secondo un determinato piano di spiccato e su di essa poggiano le strutture. Le fonda­zioni si possono dividere, secondo le caratteristiche del terre­no, in fondazioni dirette, indirette e sospese. fondazione ad archi rovesci: tipo di fondazione util izzata se i l terreno ha scarsa resistenza, anche in profondità, e occorre quindi ripartire la pressione esercitata sulla «pilastrata,, su una superficie più ampia. Si procede collegando fra loro le basi dei pilastri con archi rovesci, usando come centinatura i l terreno sagomato ad arco. Il tipo di arco impiegato è quasi sempre quello a sesto ribassato. fondazione diretta discontinua: tipo di fondazione diretta in cui i carichi vengono concentrati in appoggi su zone limitate di terreno, anziché distribuiti l inearmente lungo una fondazione continua. Per le strutture murarie questo tipo di fondazione può adottarsi quando il terreno resistente si trova oltre i 5-6 m di profondità (vedi fondazione indiretta), oppure quando non conviene ripartire i carichi modesti su una fondazione continua superficiale. fondazione indiretta su pali: tipo di fondazione indiretta pog­giante su un insieme di pali infissi nel terreno («pal ificata») aventi lo scopo di raggiungerne lo strato consistente. L'azione di costipamento può essere di entità tale da non rendere ne­cessario i l raggiungimento dello strato resistente, in quanto il carico può essere completamente assorbito dall'attrito latente tra palo e terreno («palificata sospesa»). fondazione sospesa a platea (o a zattera): tipo di fondazio­ne util izzata su terreni particolarmente cedevoli . Consiste in un grosso banco di materiale (pietrame, sabbia, mattoni, calce­struzzo), profondo dai 2 ai 3 m e disteso anche più del doppio dell'area occupata dal fabbricato. Lo spessore e l 'estensione della platea varia in conseguenza della cedevolezza del terreno e del carico del fabbricato. Quando diversi elementi di una pila-

strata vengono raccordati tramite una massicciata che ne allarga la superficie d'appoggio, tale massicciata si definisce "zattera». palo: elemento costitutivo delle fondazioni indirette su pali. Si suddivide in pali «trivellati» e «battuti»; quell i battuti possono essere in legno, ferro e cemento armato; quell i trivellati in cal­cestruzzo di cemento con o senza armatura. Usati con fre­quenza in passato, i pali di legno sono in prevalenza di essen­ze resinose o comunque resistenti al l 'acqua (quercia, rovere, pino, larice). La lunghezza si aggira sui 6-8 m. Opportunamen­te scortecciati e regolarizzati, sono rinforzati all 'estremità infe­riore con una "puntazza,, metallica, per facilitarne l ' infissione, e all'estremità superiore con una ghiera metallica, per evitarne lo sfibramento durante la battitura. pozzo per affondamento: tipo di pozzo che si utilizza per la costruzione di piloni di notevole sezione in terreni franosi o spingenti e in presenza di acqua. Consiste nell'affondamento progressivo di una fodera muraria circolare, caricata con pesi, fino al raggiungimento dello strato resistente. La muratura vie­ne posta sopra un elemento speciale in legname o calcestruz­zo che facilita e dirige l 'affondamento, u lteriormente agevolato. pozzo per sottomurazione: tipo di pozzo util izzato in terreni asciutti e non troppo franabi l i . Lo scavo avviene fino ad una certa profondità senza il bisogno di armature provvisorie; quindi si esegue, intorno, la cortina muraria circolare per l ' intera parte scavata. In seguito viene scavata la terra al l ' interno del pozzo per un secondo tronco, operando per segmenti verticali al di sotto dell'anello, che per­tanto risulta temporaneamente sostenuto da p ilastrini di terra; si costruisce la muratura nei vani scavati e si completa in se­guito lo scavo degli interval l i di terra rimasti, completando la muratura per i l secondo tronco. Si procede in tal modo fino a raggiungere il terreno resistente. scavo (o sterro): asportazione di terra dal suolo, che si ese­gue per dar luogo alle fondazioni di un edificio; si indica con questo termine anche il risu ltato di tale operazione.

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Indicazioni d i carattere tipo-morfologico, tecnico e tecnologico, che attengono al la descrizione delle strutture verticali del bene catalogato.

SVR RIFERIMENTO

SVRT

svc

SVCG

SVCQ

SVP

SVPU

SVPT

SVPQ

90

Tipo

TECN ICA COSTRUTTIVA

Genere

Qualificazione del genere

PARTI COSTITUTIVE

Ubicazione

Tipo

Qualificazione del tipo

Termine che precisa, dal punto di vista costruttivo-funzionale, il tipo al quale appartiene la struttura verticale anal izzata. La determinazione tipologica tiene conto della distinzione effettuabile fra le strutture verticali portanti e quelle non portanti ; tra queste ultime sono da intendersi comprese anche le strutture verti­cali portate qual i , per esempio, tramezzi, pareti divisorie, muri a soprammattone, ecc. Campo alfanumerico:

- portanti - non portanti

Indicazioni che precisano, dal punto di vista costruttivo, la tecnica mediante la quale è stata real izzata la struttura verticale che viene descritta.

Dati descrittivi che i l lustrano, sotto il profilo tipo-morfologico, i l genere della tec­nica uti l izzata per la costruzione della struttura verticale presa in esame. Campo alfanumerico:

- in pietra artificiale - in pietrame misto

Indicazioni che precisano, in senso descrittivo, i l genere della tecnica costruttiva pertinente alla struttura verticale. Campo alfanumerico:

- a blocco - a corsi irregolari - a corsi regolari - a croce - a fascia

- gotica - in chiave - in spessore - opus listatum

Informazioni riguardanti la struttura verticale, considerata nel suo insieme, qualo­ra essa si presenti d i carattere unitario ed omogeneo, oppure anal izzata nelle singole parti che la costituiscono qualora essa risulti d i natura composta o as­semblata.

Ubicazione dell'elemento nel contesto complessivo delle strutture verticali del bene catalogato. Campo alfanumerico.

Indicazioni che precisano il tipo morfologico-strutturale al quale può essere ri­condotto ciascuno dei singoli elementi che costituiscono la struttura verticale, considerata o nel suo insieme o nelle diverse parti componenti. Campo alfanumerico:

- archetto - architrave - arco - colonna - contrafforte - lesena

- parasta - piattabanda - pi lastro - semicolonna - spalla

Indicazioni che precisano in senso descrittivo mento strutturale esaminato.

i l tipo al quale appartiene l'ele-

Campo alfanumerico: - a carena - a sesto acuto - a tutto sesto - binata/o - circolare - ell ittico - esagonale - gallese - (in muratura) alla francese

- (in muratura) all ' italiana - pensile - policentrico - quadrato - rettangolare - rialzato - ribassato - senese - sfaccettato

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SVPM Materiali

sw ALLEGATO VISUALIZZANTE

SWR Riferimento

SWI Numero dell'allegato

svs SUPERFICIE ESTERNA

SVST Tipo

SVSQ Qualificazione del tipo

SVSM Materiali

Indicazioni relative ai materiali con cui è stato realizzato l 'elemento strutturale. Campo alfanumerico:

- calcestruzzo - cemento armato - laterizio - laterizio sagomato

- legno - marmo - marmo bianco di Verona - marmo rosa di Verona

Numeri di riferimento di tutti gli allegati grafici e/o fotografici appartenenti alla scheda stessa, che recano le visualizzazioni d i quanto è riportato nelle voci di descrizione delle strutture vertical i .

Riferimento a l tipo di allegato visual izzante. Campo alfanumerico.

Codice di magazzino seguito da virgola e dal suo progressivo. Campo alfanumerico.

Informazioni d i carattere descrittivo che si riferiscono alla superficie esterna della struttura verticale anal izzata.

Indicazioni di carattere tecnico-costruttivo che descrivono il tipo di finitura con la quale si presenta la superficie esterna della struttura verticale considerata. Campo alfanumerico:

- a vista - tinta - intonaco - non accertabile - paramento

Indicazioni che precisano il tipo di finitura della superficie esterna della struttura verticale. Campo alfanumerico:

- a calce - civile - intonachino pigmentato - lastre - piastrelle

- rustico - sintetica - tempera - non accertabile

Indicazioni relative ai materiali con cui è stata realizzata la finitura della superfi­cie esterna della struttura verticale. Campo alfanumerico:

- ceramica - malta a base di calce aerea - malta a base di calce aerea e cemento - malta a base di calce aerea e coccio pesto - malta a base di calce e polveri di marmo - malta a base di calce idraulica - malta a base di calce idraulica e cemento - malta a base di cemento - malta a base di gesso - mattoni paramano - pietra da taglio - pigmenti artificiali - pigmenti naturali

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SVCG (genere della tecnica costruttiva)

IN P I ET RA ARTI FICIALE

IN P I ET RAME MISTO/ O LISTATA

I

SVPT (tipo)

COLONNA

CONTRAFFORTE LESENA

PARASTA P I LASTRO

SEM ICOLO N NA S PALLA

ARCH ETTI ARCO

PIATTABANDA

ARCH ITRAVE

I

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SVCQ (qual ificazione del genere)

I ...._ --

a blocco a corsi irregolari a corsi regolari a croce a fascia gotica in chiave in spessore

opus l istatum

SVPQ (qual ificazione)

binata circolare

esagonale quadrato rettangolare sfaccettato

a caren a a sesto acuto a tutto sesto el l ittico pensile policentrico rialzato ribassato senese

gallese alla francese al l ' ital iana

-

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SVST (tipo della superficie)

A VISTA

I NTONACO

TI NTA

PARAMENTO

Superficie esterna delle strutture verticali

I_.

I_.

SVSQ (qualificazione del tipo)

rustico civile

i ntonachino pigmentato

a calce scialbatura sintetica tempera

piastrelle lastre

I_. �

I_.

malta a base di calce aerea malta a base di calce aerea e cemento malta a base di calce aerea e coccio pesto malta a base di calce aerea e polveri di marmo malta a base di calce idraulica malta a base di calce idraulica e cemento malta a base di gesso malta a base di cemento

pigmenti artificiali

pigmenti naturali

ceramica mattoni paramano pietra da taglio

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DIZIONARIO

SVCG

in pietra artificiale: tipo d i muratura costruito principalmente con mattoni in laterizio, che sostituiscono l 'uso della pietra, realizzati con argi l la essicata al sole oppure cotta in fornaci. La loro disposizione determina vari tipi di muratura. in pietrame misto (o listata): tipo di muratura che si ottiene

SVCQ

disposizione a blocco: schema costruttivo in cui i giunti ver­ticali sono alternativamente ortogonali fra loro. (tavv. 19-20-21-22) disposizione a corsi: successione di elementi simil i (conci, mattoni, ecc.) lungo una medesima linea, di solito lungo un piano orizzontale («filare») e quasi sempre in serie («ricorso»). Può essere a corsi regolari o irregolari. disposizione a croce: schema costruttivo che alterna filari di mattoni a fascia a filari di mattoni in chiave; ogni due filari i giunti si sfalsano di mezzo mattone. (tavv. 25-26-27) disposizione a fascia: schema costruttivo in cui i mattoni so­no disposti con il lato lungo in senso longitudinale al muro

SVPT

archetto: motivo ornamentale costituito da piccoli archi in se­rie, pensili e sostenuti da mensole. architrave: elemento strutturale orizzontale, poggiante su due piedritti, che costituisce, negli ordini classici, la parte inferiore della trabeazione. Quando è posto su due colonne viene an­che chiamato "epistilio». arco: struttura architettonica portante, costituita essenzial­mente da un insieme di conci o mattoni d isposti su di una superficie curva in modo da reggersi per reciproco contrasto; le forze derivate dai carichi verticali sono così trasformate in forze oblique («sistema statico spingente»). Gl i estremi del l 'ar­co sono solitamente impostati su stipiti o colonne. colonna: elemento architettonico verticale di sezione circola­re, composto di base, fusto e capitello; serve di sostegno a strutture sovrastanti, ma può avere anche funzioni meramente decorative o monumentali. La colonna può essere libera o im­plicata (impegnata) nella muratura, nel qual caso è chiamata «incassata». Se sporge dalla parete fino a tre quarti del diame­tro, sovente della metà, è detta («semicolonna»); se sfiora i l muro è detta «addossata». (tavv. 40-41) contrafforte: elemento strutturale verticale associato alla mu­ratura con i l compito di contrastare le spinte orizzontali scari­candole al suolo. Nell'architettura di età romana è spesso in­terno al l 'edificio; nell'architettura romanica rimane addossato

SVPQ

arco a carena (o a fiamma o inflesso o a schiena d'asino): arco policentrico speculare, composto da due coppie di archi con i centri all ' interno e al l 'esterno dell ' intradosso. arco a sesto acuto: arco a profilo rialzato il cui intradosso è formato da due archi di cerchio che si incontrano a cuspide. Può essere «compresso», «equilatero», «a lancetta» e «lanceo­lato». (tav. 35) arco a tutto sesto: arco il cui sesto corrisponde ad una se­micirconferenza. (tav. 31) arco ellittico: arco i l cui sesto assume la forma di mezza el-

94

Genere della tecnica costruttiva

sostituendo, nella formazione delle spalle dei vani , nei ricorsi di ripartizione e negli spigoli sporgenti e rientranti del fabbrica­to, i conci di pietra squadrata con opera laterizia. Possono essere considerate murature miste anche la muratura a sacco e i muri rivestiti.

Qualificazione del genere

stesso. (tav. 29) disposizione gotica (o polacca): schema costruttivo in cui i mattoni di fascia e in ch iave si scambiano ad ogni filare. (tavv. 23-24) disposizione in chiave (o di testa): schema costruttivo in cui i mattoni sono disposti con il lato più lungo normale rispetto alla parete esterna. (tav. 30) disposizione in spessore (o coltello o foglio): schema co­struttivo in cui i mattoni sono disposti uno sull 'altro nel senso dello spessore. (tav. 28) opus listatum: tipo di opus costituito da liste di mattoni alter­nati a liste di tufell i .

Tipo dell'elemento

ad un muro esterno in corrispondenza degli archi interni; in quella gotica si stacca dal muro ed assume forme arcuate. lesena: elemento architettonico verticale a sezione rettangola­re. Originariamente era un puro risalto su un muro, particolar­mente frequente nel romanico, privo di base e d i capitello, spesso legato ad altre lesene da archetti ciechi a tutto sesto. In seguito i l termine ha indicato una porzione di pi lastro ad­dossato al muro e dotato di propria base, capitello e trabea­zione. Serve prevalentemente ad articolare la parete. parasta: pilastro di sostegno a profilo piatto («semipi lastro») e appena sporgente dal filo della parete che, a d ifferenza della lesena, ha prevalentemente funzione decorativa. Nell 'architet­tura classica, trasferisce gl i ordini sulla struttura muraria; pre­senta spesso scanalature. piattabanda (o arco piatto): arco vero e proprio estrema­mente ribassato, di aspetto orizzontale nel l ' intradosso; i conci sono disposti in modo che i giunti si dirigano tutti verso un fittizio centro di curvatura. (tavv. 37-38) pilastro: piedritto ad asse verticale con sezione di solito qua­drangolare o poligonale. Composto di base, fusto e capitello, può essere liscio o decorato. (tavv. 42-43-44-45-46-47-48) spalla: ciascuno dei due piedritti su cui si impostano le estre­mità di un arco, di un ponte, di un muro di sostegno, che si contrappone alla spinta laterale.

Qualificazione del tipo

lisse. (tav. 36) arco gallese: piattabanda con concio cuneiforme in chiave. (tav. 39) arco policentrico: arco formato da più archi di circonferenza eventualmente di raggi diversi, che, nei punti di connessione, abbiano la stessa tangente. (tav. 34) arco rialzato: arco di forma semicircolare il cui centro si trova al disopra della corda; in questo caso i piedritti proseguono idealmente oltre i conci d' imposta. (tav. 33) arco ribassato (o scemo): arco di profilo circolare in cui i l

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segue SVPQ

centro di curvatura si trova al di sotto della linea d' imposta. (tav. 32) arco senese (o toscano): arco nel quale l ' intradosso è a tut­to sesto e l 'estradosso è a sesto acuto.

SVST

intonaco: strato di malta utilizzato come rivestimento protettivo e decorativo nelle cortine murarie. L'intonaco è generalmente costituito da tre strati : il rinzaffo, il sottovallo o intonaco vero e proprio, l'arricciatura ed eventualmente l ' intonaco civile se il rin­zaffo e i l sottovallo costituiscono uno stesso strato. paramento: rivestimento della struttura muraria realizzato con

SVSQ

intonachino pigmentato: intonaco costituito da una malta di calce aerea tradizionale alla quale vengono aggiunti pigmenti e/o inerti (polvere di marmo o di mattone) e che viene stesa sul rin­zaffo o direttamente sulla muratura con uno spessore minimo di 416 mm. intonaco civile: terzo strato dell' intonaco applicato sull'arric­cio. Si trova negli intonaci in cui rinzaffo e sottovallo costituisco­no uno strato unico. scialbatura: impasto di consistenza piuttosto densa a base di grassello d i calce al quale può essere aggiunto un pigmento na­turale. Viene applicato a pennello e può servire come finitura protettiva e decorativa di paramenti di mattoni non intonacati. tinta a calce: tinta composta di grassel lo di calce, pigmenti naturali, colle (5%) e acqua. Può essere stesa sull ' intonaco tramite pennello, per nebulizzazione, per stracciatura o per spugnatura. Non fa spessore sull ' intonaco ed è trasparente, non è mai un colore uniforme, non è idrorepellente e permette la traspirazione della muratura. Può essere stesa sia su into­naco fresco che secco. Il colore è dato dalle terre naturali estratte, macinate e lavate, che al momento del l 'uso vengono preventivamente stemperate in acqua e miscelate al latte d i calce, g ià fi ltrato al setaccio per togliere le impurità. Durante la messa in opera le tinte a calce risentono delle temperature

SVSM

ceramica: impasto di argi l la e di altre sostanze con acqua, usato per la fabbricazione di numerosi prodotti. Può essere refrattaria (grès comune) o non refrattaria, a pasta compatta (grès fini o porcellanati e porcellana) o a pasta porosa (maioli­ca, terracotta, ecc.). La fabbricazione consta delle seguenti operazioni fondamentali : preparazione della pasta, foggiatura del pezzo, essicamento, cottura, verniciatura, decorazione. malta a base di calce aerea: malta costituita da grassello + inerte + acqua malta a base di calce idraulica: malta costituita da idrossido di calce idraulica + inerte + acqua. malta a base di cemento: malta costituita da cemento +

Qualificazione del tipo

binata/o: tipo di colonna o pilastro accoppiati disposti in linea parallelamente al piano di facciata, talvolta con capitello e/o ba­se unici; quando sono disposte/i due a due su file parallele, per­pendicola"ri al pi;:iflO di facciata, si dicono "geminate/i».

Tipo della superficie

materiali diversi (per es., marmo, laterizi, cl inker, piastrelle, pan­nelli, ecc.) per ragioni di rifinitura o protezione (cortina, paramen­to, rivestimento). tinta: sostanza colorante di varia composizione utilizzata in ar­chitettura nel tinteggio di facciate di edifici, paramenti murari, ecc.

Qualificazione del tipo

troppo alte o troppo basse. Per questo motivo la gamma di colori disponibili è limitata alle tonalità del rosso e del giallo. Il degrado avviene per perdita costante d i piccole porzioni di materiale ed è generalmente causato dagli agenti atmosferici. tinta a tempera: tinta composta di terre naturali, colle naturali e acqua. Viene applicata tramite pennello sul l ' intonaco secco. Può essere messa in opera sia su calce che su gesso. È utiliz­zata soprattutto per decorazioni pittoriche di interni, poiché si deteriora rapidamente al contatto con l'acqua e con gli altri agenti atmosferici. Le colle servono ad aumentare la presa sull ' intonaco, ma non permettono la traspirazione. A causa della pellicola coprente che formano sull ' intonaco, queste tinte possono distaccarsi ad opera delle condense interne che si creano in presenza di forti percentuali di umidità. tinta sintetica: tinta composta di quarzo, colle e resine, ossi­di artificiali e acqua. Viene applicata tramite pennello o rullo. Le tinte sintetiche sono coprenti e creano spessore; non ven­gono assorbite dall ' intonaco perchè sono pellicole isolanti e formano uno strato protettivo sugli intonaci. I l colore è dato da ossidi ottenuti chimicamente o utilizzando terre naturali cotte ad altissime temperature. Sono le tinte che maggiormente su­biscono l'azione di degrado: la pellicola protettiva che forma­no sul l ' intonaco ne impedisce infatti la normale traspirazione.

Materiali

inerte + acqua. pigmenti: prodotto colorato utilizzato per la realizzazione delle tinte, che può essere ricavato direttamente dalle pietre esistenti in natura per semplice macinazione, o dai lavorati metal lici con rea­genti chimici. I pigmenti maggiormente impiegati sono: a) terre coloranti ricavate da cave a fior di terra, esclusivamen­te di colore rosso, giallo e verde; b) colori vegetal i ottenuti con procedimenti di combustione di essenze diverse: nero c) colori ricavati dai metall i per combinazione chimica con aci­di : presentano elevate caratteristiche di resistenza, hanno po­tere colorante e coprono l ' intera gamma dei colori di base.

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G LOSSARIO

arco a lancetta: arco a sesto acuto ne l quale i centri sono situati sulla corda esternamente alla luce. arco compresso: arco a sesto acuto nel quale i centri sono situati sulla corda internamente. arco equilatero: arco a sesto acuto nel quale i centri sono situati sulle estremità della corda. argilla: roccia sedimentaria costituita da una parte sabbiosa, a grana finissima, e da un cemento dove abbondano i minerali argillosi (il si l icato idrato d i alluminio, detto «caolinite .. , è il principale). Proviene dalla decomposizione di feldspato («caoli­nizzazione dei feldspati .. ) ed ha subito un'azione di trasporto da parte dell'acqua. Ha aspetto terroso ed è facilmente friabi­le; impastata con acqua dà una massa compatta e modellabi­le che serve per la produzione di laterizi, ceramiche, terracot­te, ecc. È detta magra o grassa a seconda che sia poco o molto pla­stica, ossia a seconda che contenga molta o poca parte sab­biosa. Le argil le colorate, a causa di impurità varie, in genere ossidi di ferro, sono usate come pigmenti. argilla refrattaria: argil la che contiene, in piccola quantità, composti che favoriscono la fusione. Non fonde nè rammolli­sce sotto i 1 500°C. È impiegata per la fabbricazione di mate­riali refrattari. arricciatura o arriccio per edilizia: strato di malta di piccolo spessore utilizzato per rendere perfettamente piana la superfi­cie muraria intonacata, prima di procedere alla tinteggiatura tradizionale e, in questo caso, è detto strato a fin ire. A volte (nel caso in cui i l rinzaffo e il sottoval lo vengano eseguiti in un unico strato) esso viene ricoperto dal l ' intonaco civile o strato a finire su cui poi si esegue la tinteggiatura. base: elemento posto tra i l fusto e il piano su cui poggia la colonna o i l pilastro. calce aerea: qualsiasi tipo di calce che non faccia presa nel­l'acqua; si ottiene dalla cottura d i calcari aventi una particolare composizione morfologica e chimica. Le calci aeree vengono suddivise in «grasse" e «magre" in relazione: 1 ) alla composizione chimica 2) al rendimento del grassello. Per quanto riguarda la composizione chimica viene stabil ito che nelle calci grasse il contenuto di ossido di calcio e ossido di magnesio (CaO + MgO) debba essere superiore al 94%, mentre se tale contenuto è inferiore, le calci vengono classifi­cate come «magre ... Le calci che contengono più del 20% di magnesio vengono chiamate «calci aeree magnesiache", men­tre le calci contenenti dal 5 al 10% di argil la si dicono «Calci forti ... Una calce è quindi tanto più grassa e dolce quanto più puro è i l calcare da cui proviene; spesso la percentuale d i im­purità scende al di sotto del 2%, e allora si dice che essa ha raggiunto i l massimo grado di purezza. calce idraulica: calce i cui processi di presa ed indurimento avvengono anche in presenza di acqua. Deriva dalla cottura ad alta temperatura di rocce calcaree ricche di argi l la. Le calci idrauliche vengono così suddivise: a) calci idrauliche naturali in zolle : ottenute dalla cottura di calcari argillosi di natura tale che il prodotto cotto risulta d i facile spegnimento; b) calci idrauliche naturali o artificiali in polvere : ottenute dalla cottura di marne naturali oppure di mescolanze intime ed omogenee di calcare e d i materie argillose, e dai successivi processi di spegnimento, macinazione e stagionatura; la resi­stenza a compressione dopo 28 giorni è di 1 5 Kg/cmq; c) calci eminentemente idrauliche naturali o artificiali in polve­re: ottenute come sopra e con una resistenza a compressione dopo 28 giorni uguale a 30 Kg/cmq; d) calci idrauliche artificiali pozzolaniche in polvere: miscele omogenee ottenute dalla macinazione di pozzolane e calce aerea idrata; resistenza a compressione dopo 28 giorni di 30 Kg/cmq; e) calci idrauliche artificiali siderurgiche in polvere: miscele omogenee ottenute dalla macinazione di loppa basica di alto forno granulata e di calce idrata; resistenza a compressione dopo 28 giorni di 30 Kg/cmq. capitello: elemento che conclude un piedritto (colonna , pila­stro, parasta, lesena) a sostegno di un architrave. La forma può essere geometrica oppure ricorrere ad elementi plastici

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l iberi: volute, ornati zoomorfici o fitomorfici, soluzioni miste. cemento: materiale idraulico che, impastato con acqua, è in grado di fare presa sia in presenza di aria che immerso nell 'acqua. Si ottiene dalla cottura fino a scarificazione di mar­ne portate ad una temperatura variabile fra i 1200° e i 1400°C. I l cemento cotto viene successivamente macinato fino a gene­rare una polvere finissima ed impalpabile. I cementi possono essere "naturali" od «artificiali" a seconda che si impieghino calcari marnosi o miscele di calcari ed argille. In relazione al fenomeno della presa, si distinguono dei cementi "a presa len­ta .. («cementi portland") e dei cementi «a presa rapida" («ce­menti romani .. ). cocciopesto: mattone (o terracotta) macinato, util izzato come carica nelle malte aeree per ottenere una superficie levigata e compatta; è estremamente resistente all'aggressività del l 'ac­qua e quindi impiegabile nel rivestimento protettivo di partico­lari elementi architettonici. La polvere di mattone inoltre reagi­sce chimicamente con l ' idrato di calcio (Ca(OH)2) trasforman­do la malta aerea in malta idraulica. Il cocciopesto, se usato a granulometria finissima, può servire come pigmento e/o inerte per intonachini e per sagramature. concio (o cuneo): settore delle strutture arcuate, corrispon­dente in genere ad uno degli elementi materiali che le com­pongono. Ciascuno di essi è indispensabile ai fini della stabil i­tà del l ' intera struttura. Nel caso di una struttura in laterizio, la forma a cuneo non si ottiene con i mattoni stessi , ma con la malta interposta. concio d'imposta: primo concio o primo corso di conci di un arco o di una volta poggiante sull ' imposta come cuscinetto. Spesso acquista importanza decorativa. corda: distanza che intercorre tra i punti d ' imposta del l 'arco. estradosso: superficie convessa che delimita superiormente la struttura d i un arco o di una volta. fusto (o busto o tronco o scapo): parte centrale della colon­na che si misura mediante i l modulo (il raggio misurato alla base). Può essere costituita da un solo blocco o da più conci di pietra cilindrici sovrapposti chiamati «rocchi ... In genere pre­senta un rigonfiamento a circa un terzo della base, detto «en­tasi", e una parte leggermente assottigliata (rastremata) detta «ratta .. , di solito in alto. La parte superiore del fusto si dice «sommoscapo .. , l ' inferiore «imoscapo ... gesso: minerale che si presenta allo stato naturale sotto for­ma di solfato di calcio combinato con due molecole di acqua (CaS04 + 2H20). Si presenta in natura in tre specie: selenite, alabastro e sericolite. Il solfato di calcio può anche trovarsi in natura allo stato anidro, cioé senza acqua di cristallizzazione; costituisce in tal caso il minerale detto «anidrite .. che non può essere impiegato per la fabbricazione di gesso da presa. I l gesso, attraverso il riscaldamento, perde l'acqua di idratazione trasformandosi in «gesso cotto ... La perdita d'acqua genera, dai 1 30° ai 1 70°C, un solfato di calcio semidrato (CaS04 + 1/2 H20) di colore bianco ed opaco, che, polverizzato ed impasta­to con acqua, fa presa aumentando leggermente di volume: questo gesso viene chiamato «da modellatori" o «gesso di Pa­rigi... Continuando nell'operazione di riscaldamento, verso i 250° c

' il gesso perde tutta l 'acqua di idratazione e si trasfor­

ma in solfato anidro o anidrite (CaS04), gesso comune, carat­terizzato da una notevole rapidità di presa. L'impasto costitui­to con gesso anidro si ottiene dalla semplice composizione di polvere di gesso e acqua, indurisce per presa di acqua che cristallizza insieme al gesso e, non presentando fenomeni d i ritiro in fase di essicamento, può essere util izzato senza ag­giunta di cariche. Questo impasto è stato largamente usato per costruire piattabande, volte, archi o, più generalmente, co­me rinzaffo per regolarizzare murature sconnesse; in particola­re è stato util izzato nelle sagomature di cornicioni («alla bolo­gnese .. ) modellati con cannucciati come base per le intonaca­ture a base di calce. Attualmente, a causa della elevata igro­scopicità del materiale (derivato da una cottura più rapida ri­spetto a quella del passato), ne è sconsig l iabile l'uso in ester­no. Proseguendo nella cottura, dai 400° ai 600°C, si ottiene il "gesso morto .. , materiale non più idratabile e quindi non sog­getto al fenomeno della presa. Dai 900° ai 1200°C si forma un'altra anidrite conosciuta col nome di «gesso da pavimenti .. , usato per la formazione del sottofondo per la posa in opera

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segue GLOSSARIO

del linoleum o della gomma; è caratterizzato da presa lentissi­ma ma raggiunge un grado d' indurimento paragonabile a quel­lo delle malte più dure. I l processo di produzione del gesso inizia con la frantumazione del materiale, che successivamente viene cotto, e continua con la macinazione e l ' insaccatura. grassello: tipo di calce idrata o spenta in modo tradizionale. Si presenta sotto forma di una pasta finissima, perfettamente bianca, morbida e quasi untuosa. Il grassello risulta dall' idrata­zione in eccesso della calce viva in acqua (processo di idrata­zione ) al termine del quale si ottiene appunto idrossido di calcio (Ca(OH)2). Le calci grasse, nel generare i l grassello, as­sorbono un quantitativo di acqua uguale a circa tre volte i l loro peso; le calci magre assorbono acqua in quantità uguale a circa il doppio del loro peso. Il grassello non indurisce se esposto in ambienti umidi o immerso nell'acqua: indurisce in­vece in presenza di aria per perdita d'acqua e lento assor­bimento del l 'anidride carbonica (processo di carbonatazione). imposta (o mossa): superficie d'appoggio dell'arco e della volta al termine dei piedritti d i sostegno, con interposto talvol­ta un pulvino e spesso marcata da un elemento o modanatura sporgente. intradosso (o imbotte): superficie concava che delimita la struttura dell 'arco o della volta nella parte inferiore; a d ifferen­za del l'estradosso, l ' intradosso è sempre formalmente deter­minabile. lanceolato: arco a sesto acuto nel quale i centri giacciono al di sopra del piano d' imposta. maiolica: prodotto ceramico a pasta porosa, opaco, prepara­to con argi lla impura che con la cottura si colora dal giallo fino al bruno. Ha vetrina opaca, trasparente nei tipi più fini, ed è utilizzata spesso nella decorazione artistica. malta: impasto di una sostanza agglomerante o legante (cal­ce , cemento ) con un materiale inerte finemente diviso (sab­bia ) e acqua , adoperato come costituente essenziale di ope­re murarie. Le malte possono essere «grasse» se sono molto ricche di legante, "magre,, se l ' impasto denuncia inerte in ec­cesso. La malta, in funzione del tipo di inerte util izzato, può essere impiegata per rinzaffi, sottovalli e strati a finire. muratura (o muro): insieme di elementi pesanti di varia natu­ra col legati fra loro mediante un legante, in modo da ottenere una struttura monolitica. Si può classificare in vari modi a se­conda della funzione o posizione dei materiali impiegati o della tecnica d i esecuzione. muratura a getto: tipo di muratura che si esegue con una «colata» o «gettata,, in contenitori opportunamente predispo­sti, stabi l i e in muratura o provvisori in legno, di un impasto ottenuto mescolando materiali d iversi (argilla, ghiaia, calce, pietrisco) uniti ad un legante. Quando il conglomerato si è soli­dificato i contenitori vengono rimossi. muratura a sacco: tipo di muratura eseguita ponendo i conci di pietra o i l laterizio nelle parti esterne del muro, riempiendo la cavità centrale di calcestruzzo e pietrisco. muratura in pietra: tipo di muratura realizzata in pietra natu­rale o in pietra da taglio. Le murature in pietra naturale sono assai diffuse nelle opere murarie tradizionali . I tipi di pietra più idonei sono i calcari e molte qualità d i tufi litoidei; la muratura è costituita da pietre uniformi (scapoli) più o meno grossi e squadrati grossolanamente. Nelle murature in pietra da taglio la pietra viene lavorata e ridotta a conci parallelepipedi o di forma particolare. I l muro è formato da conci disposti uno ac­canto all'altro col legati anche con grappe o zanche metalliche e un sottile strato d i malta. muro rivestito: tipo d i struttura muraria che presenta, verso la fronte esterna, una superficie di materiale d iverso ( per es.: marmo, laterizi, clinker, piastrelle, pannelli, ecc.) per ragioni di

rifinitura e protezione (cortina, paramento, rivestimento). opus: termine latino, ancora in uso, che si applica a numero­se tecniche edilizie d i Roma antica. Nella muratura se ne di­stinguono vari tipi in base ai materiali e al le modalità d i impie­go. piastrella: elemento di materiale ceramico (maiolica, porcella­na, grès, ecc.), di varia forma geometrica, usato per rivesti­menti murari e pavimentazioni. piedritto (o spalla): elemento strutturale portante verticale, su cui è impostato un arco, una volta o una trave, capace di sop­portare, oltre al carico verticale trasmesso da murature o solai soprastanti, anche la spinta esercitata dal l 'arco e dalla volta. polvere di marmo: insieme di grani minuti ottenuti dalla fran­tumazione del marmo. Viene usata mescolata a calce per otte­nere degli intonaci lisci, intonachini colorati in pasta, affreschi ed encausti. Veniva adoperata soprattutto in epoca romana. porcellana: prodotto ceramico a pasta compatta e grana molto fine, traslucido, sonoro, impermeabile, sul quale è di so­lito applicato un rivestimento trasparente. La cottura avviene in due fasi. La prima, detta «dirozzamento» o «abbozzo,,, non ha altro scopo che quello d i dare al l 'oggetto una certa consi­stenza. Dopo questa prima cottura si applica la vetrina, per lo più me­diante immersione. I colori sono però pochi, perché poche so­stanze possono resistere alle massime temperature dei forni da porcellane. Sono l 'azzurro, composto di ossido di cobalto, i l verde, composto di ossido di cromo, il bruno, composto di ossido di manganese e ossido di ferro. La seconda cottura permette al prodotto di raggiungere la temperatura finale e alla vernice d i vetrificarsi. La vetrificazione caratterizza e distingue le porcellane dai prodotti porosi (faenze, terraglie), e la traspa­renza le distingue dai grès. Si dividono in due gruppi: a) porcellane dure, caratterizzate da una massa fine e trasluci­da composta di caolino, quarzo e feldspato, ricoperta da una vernice formata da feldspato, quarzo e materiali alcalino-terro­si. La temperatura di cottura può arrivare oltre i 1 400°C. Mas­sa e vetrina sono cotte e sintetizzate alla stessa temperatura. b) porcellane tenere, di composizione variabile, meno resisten­ti al fuoco (temperatura di cottura inferiore a 1300°C), con una vernice meno dura. Il biscotto viene cotto a temperatura più elevata di quella del la vernice e questo fa sì che i l legame fra pasta e vernice sia meno intimo. sesto: in architettura, la forma geometrica («curvatura») dell 'arco. terracotta: materiale ceramico ottenuto dalla cottura di argi l le comuni, ricche di impurità ferrose che conferiscono al prodot­to un caratteristico colore rossiccio. Può essere modellato a mano, al tornio o a stampo. Nel caso in cui un oggetto sia realizzato in pezzi separati, l'assemblaggio di questi avviene tramite «barbottina", cioé con la colatura di argil la allo stato liquido. L'impermeabilizzazione si ottiene oggi con l ' immersio­ne dell'oggetto nella «Cristall ina,, o «Vetrina», una vernice tra­sparente ottenuta mescolando silice pura e ossido di piombo, macinati o ridotti in polvere e sciolti in acqua. Opportunamen­te modellato costituisce materiale edilizio (mattoni, tegole, ecc.) o vasellame ed altri oggetti artistici. Le terracotte a sco­po artistico o comunque decorativo possono essere colorate, policrome o invetriate. tinteggio: tecnica di finitura appl icata con funzione decorativa sulle facciate degli edifici. Le tinte sono generalmente compo­ste da una base legante a cui vengono aggiunti pigmenti mi­nerali, naturali, sintetici. A seconda dei materiali util izzati nella composizione, i tinteggi si distinguono in : tinteggi a calce, a tempera, ad affresco, ai sil icati, ecc.

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muratura in laterizio con disposizione a blocco a due teste

1° corso 2° corso

pianta

prospetto

assonometria

tav. 19

muratura in laterizio con disposizione a blocco a tre teste

1° corso 2° corso

pianta

l

prospetto

assonometria

tav. 20

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muratura in laterizio con disposizione a blocco a quattro teste

1° corso 2° corso

pianta

prospetto

assonometria

tav. 21

muratura in laterizio con disposizione a blocco a cinque teste

-

-I I

1° corso 2° corso

pianta

T

prospetto

assonometria

tav.

99

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1 00

muratura in laterizio con disposizione gotica a due teste

1° corso 2° corso

pianta

prospetto :;:;:;.:.: •• • ,.,.,...,.,.,.,.,., , ••'•'•'•'•'•• , , , •• ,.,.,.,.,. , uu,•,•,•,•,•,·,········ ••• ,, •• , ,.,•,•

assonometria

tav. 23

I I I I

muratura in laterizio con disposizione gotica a tre teste

1° corso 2° corso

pianta

prospetto

assonometria

tav.

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muratura in laterizio con disposizione a croce a due teste

1° corso 2° corso

3° corso 4° corso

pianta

prospetto

assonometria

tav.

!lii muratura in laterizio con disposizione a croce a tre teste

1° corso 2° corso

3° corso 4° corso

pianta

I

prospetto

assonometria

tav.

1 01

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1 02

muratura in laterizio con disposizione a croce a quattro teste

--

- I I I 1° corso 2° corso

pianta

assonometria

tav.

muratura in laterizio con disposizione in spessore

1° corso

2° corso

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prospetto

assonometria

tav.

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muratura in laterizio con disposizione a fascia

1° corso 2° corso

pianta

prospetto

assonometria

tav.

muratura in laterizio con disposizione di testa

1° corso 2° corso

pianta

prospetto

assonometria

tav. 30

1 03

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1 04

arco eireolan a tutto ""o ' :::::::::::;:::;:;:;:; ;:::::::::::::::::::::;:;:;:;:::::::��==::::��::::::��;:;:;:;:;:::::��==�;:;:;:;:�;:;:;:!:;:;:;�:::::::;:;:;:;:f:;:;:;:;:::;:;:;:�;:;:;:;:t::�::::::::::;:;:;:;:�;:;:;:;:::;:;:;:�;:;:;:;:::::::;:;:;:;:;:;:;:;:::::::di�

prospetto

sezione A-A'

assonometria

tav.

arco circolare a sesto ribassato

prospetto

sezione A-A'

assonometria

tav.

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arco circolare a sesto rialzato arco policentrico

prospetto prospetto

sezione A-A' sezione A-A'

assonometria assonometria

tav. 33 tav. 34

1 05

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arco circolare a ses1 acuto equilatero

prospetto pianta

sezione A-A' sezione A-A'

assonometria assonometria

tav. 35 tav. 36

1 06

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piattabanda in muratura alla francese

Al

A ' _J

prospetto

sezione A-A'

assonometria

tav. 37

J

piattabanda in muratura all'italiana

prospetto

sezione A-A'

assonometria

Al

A ' _J

I I c::::Jc::::J I I c::::Jc::::J I I c::::Jc::::J

tav.

1 07

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1 08

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arco gallese

Al

A' _J

prospetto

sezione A-A'

assonometria

tav.

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colonna in laterizio a sezione circolare

1° corso 2° corso

pianta

prospetto

assonometria

tav. 40

pianta

prospetto

colonna in pietra naturale a sezione circolare

\ I I

/ -/ ./

assonometria

tav. 41

1 09

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1 1 0

::::::; ............................ . . . pilastro in laterizio

a due teste

Il --1° corso 2° corso

pianta

prospetto

assonometria

tav.

pilastro in laterizio a tre teste

I. -1° corso 2° corso

pianta

prospetto

assonometria

tav.

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pilastro in laterizio a tre per due teste

1--1° corso 2° corso

pianta

prospetto

assonometria

tav. 44

pilastro in laterizio a quattro teste

1° corso 2° corso

pianta

\ \

prospetto

assonometria

tav. 45

1 1 1

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1 1 2

pilastro in laterizio a sezione ottagonale

l° corso 2° corso

pianta

prospetto

assonometria

tav. 46

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pianta

prospetto

pilastro in pietra naturale a sezione quadrata

\ \ I {

' , I

assonometria

tav. 47

pianta

prospetto

pilastro in pietra naturale a sezione rettangolare

\ \ (

./ /

assonometria

tav.

1 1 3

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sou

SON

SOT

UBICAZIONE

GENERE

GENERE DELLA STRUTTURA

SOF CARATTERE

SOFS Forma

SOFQ Qualificazione della forma

SOFT Tecnica costruttiva

SOCQ

sov

1 1 4

Qualificazione

ALLEGATO VISUALIZZANTE

Ubicazione della struttura. Campo alfanumerico.

Indicazione del genere al quale appartiene la struttura. Campo alfanumerio:

- semplice - composto

Genere al quale appartengono le strutture orizzontali esaminate. Campo alfanumerico:

- solaio - volta

Indicazione del la forma della struttura in esame. Campo alfanumerico:

- a bacino - ad ombrello - a botte - a padigl ione - a crociera - alla toscana - a cupola - a schifo - a imbuto - a vela

Indicazione della qual ificazione della forma. Campo alfanumerico:

- a sesto rialzato - lunettata - a sesto ribassato - policentrica - a tutto sesto - quadrata - con testata a padiglione - rampante - ell ittica - rettangolare

Indicazioni che precisano il genere al quale è riferibile la struttura. Campo alfanumerico:

- in cemento armato - in legno - in ferro - in legno e ferro - in ferro e laterizio - in legno e laterizio - in latero cemento - in pietra artificiale omogenea - in latero cemento gettato in opera - non accertabile - in latero cemento con travetti prefabbricati

Qual ificazione della struttura. Campo alfanumerico:

- a cassettoni - a soletta semplice - a soletta con nervature paral lele - a soletta con nervature incrociate - blocchi regolari - con orditura semplice - con orditura primaria e secondaria - con volticelle di mattoni e travi

in legno - con volticelle di mattoni - con volticelle di mattoni in foglio - con volticelle di mattoni in fogl io

e rinfianco - con volticelle di mattoni e rinfianco

- con volterranee in laterizio e spianamento

- con doppio tavel lone e rinfianco - di mattoni a ricorsi regolari - di mattoni a spiga - di mattoni a spina di pesce - di mattoni di quarto - in cemento armato precompresso - tipo Fert - tipo Listex - tipo perretunic - tipo Sap - tipo Varese

Numeri di riferimento di tutti g l i allegati grafici e/o fotografici appartenenti alla scheda stessa, che recano le visualizzazioni d i quanto è riportato nelle voci di descrizione.

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SOVR Riferimento componente

SOVI Numero allegato

Riferimento al tipo di allegato visual izzante. Campo alfanumerico.

Codice di magazzi no seguito da virgola e dal suo progressivo. Campo alfanumerico.

1 1 5

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Strutture di orizzontamento

SOT SOFT SOEQ (genere) (tecnica costruttiva) (qualificazione)

SOLAIO � con orditura semplice

in legno con orditura primaria e secondaria a cassettoni

in legno e laterizio -i_. in legno e ferro con volticelle di mattoni e travi in legno

in ferro in ferro e laterizio -i_. con volticel le di mattoni

con volticelle di mattoni in foglio con volticel le di mattoni in foglio e rinfianco con volticelle di mattoni in testa e rinfianco con volticelle in laterizio e spianamento con doppio tavellone con doppio tavellone e rinfianco putrelle e tavelloni piani

in latero cemento gettato in opera

tipo perretunic tipo Sap

in latero cemento con -i_. travetti prefabbricati in cemento armato precompresso tipo Listex tipo Fert

in cemento armato tipo Varese

a soletta semplice

in pietra artificiale a soletta con nervature parallele

omogenea di mattoni a corsi regolari di mattoni a corsi irregolari di mattoni a spiga di mattoni a spina di pesce di mattoni di quarto

VOLTA blocchi regolari

I SOFT SOEQ : (forma) (qualificazione della forma)

a bacino Il a botte -i_. a sesto rialzato a sesto ribassato a tutto sesto con testata a padiglione ell ittica lunettata policentrica

a crociera quadrata a cupola rampante a imbuto rettangolare alla toscana a ombrello a padiglione a schifo a vela

I

1 1 6

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DIZIONARIO

SOT

solaio: struttura piana orizzontale che costituisce la copertura e i l sostegno dei piani intermedi degli edifici. Le superfici intra­dossale ed estradossale del solaio vengono rispettivamente definite soffitto e pavimento.

SOFS

volta a bacino: tipo d i volta ottenuto dalla rotazione intorno al proprio asse verticale di un arco. Tale rotazione, con qual­siasi arco impiegato (a sesto acuto, ellittico, parabolico, ecc.) dà sempre luogo ad una superficie continua su base circolare. volta a botte: volta generata dalla traslazione di un arco lun­go un certo asse. Ne consegue che la morfologia di una volta a botte è legata sia al sesto del l 'arco (arco di d irettrice) sia all 'andamento dell 'asse di traslazione. volta a crociera: volta generata dalla intersezione di due o più volte a botte delle quali vengono util izzate solo le unghie. Gli archi frontali e i diagonali comuni a due unghie contigue costituiscono l 'ossatura portante della volta, che scarica a ter­ra il suo peso mediante gl i appoggi relativi ai vertici dell'area coperta. A seconda del numero di volte' che si intersecano si hanno volte a crociera «quadripartite», «esapartite», «Ottoparti­te», ecc. (tavv. 56-57-58-59) volta a cupola: particolare struttura voltata adibita di norma a copertura di vani quadrati o poligonali, formata da una volta a bacino sovrapposta a quattro o più pennacchi sferici. Il bacino superiore appoggia uniformemente sul bordo dei pennacchi che scaricano a terra l ' intero peso mediante gli arcani laterali. L'im­possibi l ità di praticare aperture nella cupola così costituita senza provocarne un indebol imento, ha portato all 'adozione di una struttura complessa costituita da un cilindro murario, detto tam­buro, interposto tra la volta a bacino e i pennacchi sferici. volta alla toscana: volta ottenuta mediante l ' innesto di un­ghie triangolari e i l raccordo a sfumature degli spigoli d' inter­sezione del padigl ione originario. È usata specialmente a co-

SOFQ

volta a botte a sesto rialzato: volta generata da arco di for­ma semicircolare il cui centro si trova al disopra della corda; in questo caso i piedritti proseguono idealmente oltre i conci d' imposta. volta a botte a sesto ribassato: volta generata da arco di profilo circolare in cui i l centro di curvatura si trova al di sotto della linea d 'imposta. volta a botte a tutto sesto: volta generata da arco il cui se­sto corrisponde ad una semicirconferenza. (tavv. 49-50-51) volta a botte con testata a padiglione: volta a botte util izza­ta per coprire vani allungati. Si ottiene inserendo dei fusi sulle fronti così da l imitarne la naturale predisposizione spaziale

SOCQ

orditura (o orizzontamento): reticolo strutturale di un solaio costituito da travi portanti e da. elementi di collegamento tra le travi stesse. solaio a doppi tavelloni: vedi Solaio con volterrane. solaio con volticelle (o volti ne): solaio costituito da travi in ferro poste in genere ad interasse di un metro, su cui sono impostate voltine a sesto molto ribassato, eseguite con mattoni pieni o forati , posti per coltello o per piano, a seconda del l 'entità dei carichi. Il rinfianco e lo spianamento superiore delle voltine è costituito da calcestruzzo per poggiarvi il pavimento. Il solaio con volti ne presenta la superficie inferiore ondulata e per questo moti­vo è stato usato per cantine, stalle, magazzini, ecc. (tavv. 64-65)

Genere della struttura

volta: tipo fondamentale di copertura caratterizzato dalla con­cavità interna e dalla spinta laterale che gli appoggi sul peri­metro delle murature sottostanti devono contenere.

Forma

pertura di vani lunettati. (tav. 62) volta a imbuto: variante della volta a ventaglio costituita dalla degenerazione della volta a crociera, in cui numerose nervature scaturiscono da un unico punto d' imposta (colonna o chiave pen­dente); nella volta a imbuto le nervature partono da un cerchio. Assolvono spesso funzioni meramente decorative, e in questo caso appaiono particolarmente numerose. volta a ombrello: volta composta da unghie cilindroidi, molto

· simili ad unghie rialzate, ma derivanti da una diversa matrice geometrica. È caratterizzata dal ripetersi delle lunette lungo i l perimetro ed è impiegata a copertura di vani poligonali ad eleva­to numero di lati, assolvendo la stessa funzione della cupola. volta a padiglione: volta generata dal l ' intersezione di due o più volte a botte delle quali vengono util izzati solo i fusi. Tale volta presuppone un comportamento statico su appoggi conti­nui poiché scarica il suo peso uniformemente sul perimetro del l 'area poligonale coperta. (tav. 55) volta a schifo (o a specchio o a gavetta): Tipo di volta che si ottiene sezionando una volta a padiglione con un piano orizzon­tale prima della chiave di volta. In certi casi è bene distinguere la specchiatura vera e propria da una posticcia controsoffittatura appl icata ad una normale volta a padiglione. (tav. 63) volta a vela: nella forma più semplice, semisfera che copre i l vano quadrato inscritto, nella quale le parti d i volta esterne al quadrato non sono costruite. In forma più complessa può essere costituita da un ellissoide, un ovoide, ecc. ed impostata, anziché su un quadrato, su un qualsiasi poligono regolare. (tavv. 60-61)

Qualificazione della forma

aperta. Ne consegue che anche i muri trasversali d iventano portanti. (tav. 54) volta a botte ellittica: volta generata da arco il cui sesto as­sume la forma di mezza ell isse. volta a botte lunettata: volta a botte che presenta unghie rialzate lungo le pareti, per consentire, ad esempio, la finestra­tura. (tav. 53) volta a botte policentrica: volta generata da arco formato da più archi di circonferenza eventualmente di raggi diversi, che abbiano la stessa tangente nei punti d i connessione. volta a botte rampante (o rialzata): volta originata dalla tra­slazione di un arco su un piano rialzato. (tav. 52)

Qualificazione della tecnica costruttiva

solaio con volterrane: solaio costituito da laterizi di forma parti­colare che presentano la parte inferiore piana e la parte superiore convessa. Sostituisce il solaio a voltine eliminando l ' inconvenien­te del soffitto ondulato. La parte superiore delle volterrane viene regolarizzata da un piccolo rinfianco di calcestruzzo, mentre la parte inferiore viene intonacata. Analogo a questo è i l «Solaio a doppi tavel loni», uno diritto per lo spianamento del soffitto e uno curvo superiore formante camera d 'aria col primo. (tav. 66) solaio con doppio tavellone e rinfianco: analogo al solaio con volterrane, consiste in un tavellone diritto per lo spianamento del soffitto e uno curvo superiore formante camera d'aria col primo. (tav. 67)

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GLOSSARIO

agrafe: ornamento che sostituisce o nasconde una grappa metallica, spesso configurato a voluta, utilizzato per collegare la chiave di un arco con una cornice soprastante. assito (o tavolato): piano di tavole di legno dello spessore di almeno 3 cm poste una di fianco all 'altra, che può essere col­locato direttamente sulle travi principali (appoggiato sulla mu­ratura) oppure sulle travi del l 'orditura secondaria. Sopra l 'assi­to è possibile stendere uno strato di calcestruzzo dello spes­sore di 5-6 cm («massetto») e quindi il pavimento. chiave (o cervello o serraglia): concio centrale nel punto di ch iave («vertice») di un arco o di una volta, inserito di solito per ultimo e spesso decorato (vedi «agrafe,,, «borchia»). Può esse­re anche pendulo (vedi «chiave pendente») o anulare forato. chiave pendente: chiave di volta propria o impropria che pende dal punto di incontro delle nervature della volta, soprat­tutto tardogotica. concio (o cuneo): settore delle strutture arcuate, corrispon­dente in genere ad uno degli elementi materiali che le com­pongono. Ciascuno di essi è indispensabile ai fini della stabili­tà dell' intera struttura. Nel caso di una struttura in laterizio, la forma a cuneo non si ottiene con i mattoni stessi , ma con la malta interposta. concio d'imposta: primo concio o primo corso di conci di un arco o di una volta poggiante sull ' imposta come cuscinetto. Spesso acquista importanza decorativa. corrente (o ligato o radicamento): trave di dimensione limi­tata che si trova sopra i muri d i perimetro o inserita nel loro spessore e perpendicolare alle travi dell 'orditura del solaio che poggiano su di essa. costola (o guscione): trave di sezione triangolare posta lungo i l fianco della trave maestra, nella parte inferiore, per portare gli estremi dei travicelli. Le costole si fissano alla trave con chiodi e si stringono ad essa con fasciature di regge di ferro poste ad una certa d istanza tra loro. curva direttrice: nelle volte, coincide con il sesto e rappre­senta la curva lungo cui si appoggiano le rette generatrici per delineare geometricamente la superficie voltata. fuso: in una volta a botte, sezioni ottenute con due piani ver­ticali passanti per le diagonali; si ottengono così quattro por­zioni di superficie ci l indrica di cui «fusi» sono dette quelle ap­poggiate sul muro d' imposta nel senso della lunghezza, «Un­ghie,, le altre impostate sugli archi. imposta (o mossa): superficie d'appoggio dell'arco e della volta al termine dei piedritti di sostegno, con interposto talvol­ta un pulvino e spesso marcata da un elemento o modanatura sporgente. intradosso: superficie concava che delimita la struttura della volta al termine dei piedritti d i sostegno, con interposto talvol­ta un pulvino e spesso marcata da un elemento o modanatura sporgente. pennacchio sferico: superficie sferica di raccordo di una vol­ta a bacino con il vano quadrato o poligonale in cui essa è inscritta. Si ottiene geometricamente sezionando una volta a vela con un piano orizzontale tangente al cervel lo degli archi di volta. Si possono considerare varianti formali del pennac­chio sferico il pennacchio «piano», consistente in una lastra triangolare piana sistemata obliquamente; i l pennacchio «a

1 1 8

cuffia", composto da una successione di archi concentrici di­gradanti, sempre più ampi, fino a raggiungere l ' imposta e la tromba, costituita da una superficie curva a porzione di cono anziché di sfera. piedritto (o spalla): elemento strutturale portante verticale, su cui è impostato un arco, una volta o una trave, capace di sop­portare, oltre al carico verticale trasmesso da murature o solai soprastanti, anche la spinta esercitata dall 'arco e dalla volta. sesto: in architettura, la forma geometrica («curvatura») del l ' arco. solaio a cassettone (o lacunare): elemento quadrato o poligo­nale incavato presente sulla superficie di un soffitto. Tali elemen­ti possono coincidere con gli elementi strutturali (sue cornici so­no allora le travi del soffitto) oppure essere impiegati in modo puramente decorativo (legno, stucco, ecc.). L'interno dei casset­toni è di solito ornato (rosette, pitture, ecc.); anche le forme pos­sono variare e si ha allora un cassettone composito. trave: membratura in legno (o ferro, pietra, cemento armato) disposta orizzontalmente, appoggiata ai suoi estremi e talvolta anche in punti intermedi, destinata a resistere alla flessione dovuta all'azione del proprio peso e del sovraccarico. Più travi disposte in uno stesso piano formano una impalcatura (o im­palcato). trave aderente (o appoggiata o dormiente): trave che aderi­sce ad una parete nella direzione dell'orditura principale. trave di collegamento: trave che, inserita in una parete inte­laiata («graticcio»), serve sia come cappello che come soglia, rispettivamente del muro sottostante e sovrastante. trave di fronte (o frontone): trave collocata all ' estremità del­l ' impalcatura, può diventare trave di col legamento se la parete del frontone è intelaiata. trave di secondo ordine (o di punta o correntino): trave che si appoggia con un estremo sul muro e con l 'altro su una trave a cui è legato. trave di terzo ordine (o di cavallo o di chiave o cravatta): trave che appoggia entrambe le estremità su un'altra trave. trave maestra (o di primo ordine o a tutta lunghezza o bor­donale): trave che corre in un solo pezzo per tutta l ' impalca­tura e appoggia le estremità ai muri perimetrali. Serve special­mente come collegamento nelle impalcature sottotetto o come trave d'unione tra due muri perimetrali. trave maestra portante: trave a cui sono appese, e da cui non sono sorrette, le travi secondarie. trave obliqua (o d'angolo): trave che incontra i l muro in dire­zione non perpendicolare, ma obliqua o secondo una diagona­le. trave sopra (o da parete): trave che si pone sopra ad una tramezzatura. travicello: membratura dell'orditura secondaria di un solaio. L'insieme dei travicelli disposti parallelamente tra loro accoglie i l pavimento soprastante. Se le dimensioni del solaio sono no­tevoli , i travicelli poggiano su travetti sottostanti, a loro volta connessi perpendicolarmente all'orditura principale. unghia: vedi fuso vespaio: tipo di solaio che si trova tra i l terreno ed i vani del piano più basso di un edificio e che consente la circolazione del l ' aria.

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volta a botte a tutto sesto con apparecchio a ricorsi regolari

pianta

sezione A-A'

assonometria

tav.

B L

pianta

volta a botte a tutto sesto con apparecchio a spiga

sezione A-A'

sezione B-B ' tav. 50

1 1 9

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120

s i L

pianta

volta a botte a tutto sesto con apparecchio a spina di pesce

sezione A-A'

sezione B-B'

tav. 51

pianta

volta a botte a collo d'oca o rampante

sezione A-A '

assonometria

tav. 52

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pianta

sezione A-A'

assonometria

tav. 53

A' _J

volta a botte con testata a padiglione

pianta

sezione A-A '

assonometria

tav.

1 21

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1 22

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A L

pianta

sezione A-A'

assonometria

tav. 55

A' _J

volta a crociera a tutto sesto quadrata

A V

pianta

sezione A-A'

assonometria

tav. 56

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volta a crociera costolonata

A L

pianta

sezione A-A'

assonometria

tav. 57

A' _J

volta a crociera rialzata quadrata

pianta

A L

sezione A-A'

assonometria

tav. 58

A' _J

1 23

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1 24

volta a crociera rettangolare a tutto sesto

A L

pianta

sezione A-A'

assonometria

tav. 59

volta a vela quadrata

pianta

sezione A-A'

assonometria

tav. 60

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pianta

sezione A-A'

assonometria

tav.

A L

pianta

sezione A-A'

assonometria

tav.

A' _J

125

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126

A L

pianta

sezione A-A'

assonometria

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tav. 63

A' _J

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solaio in ferro con volticelle di mattone in foglio e rinfianco

pianta

A L

sezione A-A'

assonometria

tav.

A' _J

:li solaio in ferro con volticelle di mattone in testa e rinfianco

pianta

A L

I I

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sezione A-A'

assonometria

A' _J

1 27

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1 28

solaio in ferro con volterrane in laterizio e spianamento

A ,

L

pianta

sezione A-A'

assonometria

tav. 66

A' _J

solaio in ferro con tavellone doppio e rinfianco

pianta

sezione A-A'

assonometria

tav.

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solaio in latero-cemento con travetti prefabbricati (tipo LISTEX)

I I I

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pianta

sezione A-A'

assonometria

tav. 68

solaio in latero-cemento con travetti in traliccio metallico prefabbricati (tipo FERT)

A A' L _J

pianta

sezione A-A'

assonometria

tav. 69

1 29

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1 30

solaio in latero-cemento con travetti in cemento armato prefabbricati (tipo VARESE)

A L

pianta

sezione A-A'

assonometria

tav. 70

A' _J

solaio in latero-cemento gettato in opera (tipo PERRETUNIC)

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A L

pianta

sezione A-A'

assonometria

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tav. 71

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solaio in latero-cemento con travetti prefabbricati (tipo SAP)

I I I

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I I I I I I I I

pianta

sezione A-A'

assonometria

tav.

A L

pianta

solaio in cemento armato a soletta semplice

sezione A-A'

assonometria

tav. 73

A' _J

1 31

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A L

pianta

solaio in cemento armato a soletta con nervature

sezione A-A'

assonometria

tav. 74

A' _J

solaio in cemento annato a soletta con nervature incrociate

A L

pianta

sezione A-A'

assonometria

tav. 75

A' _J

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solaio ligneo con orditura semplice

A L

pianta

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sezione A-A'

assonometria

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tav. 76

A' _J

solaio ligneo con orditura primaria e secondaria

A L

pianta

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sezione A-A'

assonometria

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tav.

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A' _J

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1 33

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solaio ligneo a cassettoni J

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pianta

assonometria

assonometria

tav. 78

1 34

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Informazioni di carattere tipo-morfologico e tecnico-costruttivo che prendono in considerazione la configurazione esterna, le strutture e i l manto del la copertura del l 'organismo architetton ico anal izzato.

CPU UBICAZIONE

CPF CONFIGURAZIONE ESTERNA

CPFG Genere

CPFF forma

CPFQ Qualificazione della forma

Ubicazione della copertura nell 'ambito del complesso architettonico. Campo alfanumerico.

Indicazioni che precisano la morfologia secondo la quale si configura al suo estradosso la copertura presa in esame.

Indicazioni che precisano il genere al quale è riferibi le dal punto di vista morfolo­g ico-costruttivo la copertura che viene descritta. Campo alfanumerico:

- tetto - tettoia

Informazioni che descrivono la caratterizzazione formale che assume la superfi­cie di estradosso della copertura considerata. Campo alfanumerico:

- complesso - complesso a n falde - piano - semplice a botte - semplice a capanna - semplice a leggio

- semplice a padigl ione - semplice a padiglione e altana - semplic:;e a n falde - semplice a spioventi laterali - semplice centinato - semplice con altana

Indicazioni che precisano la forma della copertura presa in esame. Campo alfanumerico:

- a colmi differenziati - asimmetriche - a colmo unico - collegate - a pianta quadrata - indipendenti - a pianta rettangolare - sfalsate

CPC STRUTTURA E TECNICA

CPCT Tipo

CPCQ Qualificazione del tipo

CPCG Genere della tecnica

CPCS Qualificazione del genere

Indicazioni che precisano dal punto di vista costruttivo i l t ipo al quale può esse­re riferita la struttura principale portante della copertura che viene descritta. Campo alfanumerico:

- capriata - soletta - travatura

Indicazioni che precisano o integrano o caratterizzano il tipo al quale è ricondu­cibi le la struttura principale. Campo alfanumerico:

- alla lombarda - alla piemontese - asimmetrica - composta - con monaco - con monaco e saettone - con nervature paral lele

- con nervature incrociate - palladiana - pensile - poligona - semplice - zoppa

Indicazioni che i l lustrano i l genere della tecnica uti l izzata nella costruzione della struttura principale. Campo alfanumerico:

- carpenteria in ferro - cemento armato precompresso e laterizio - carpenteria in legno - conglomerato a getto - cemento armato - latero cemento

Precisazioni che specificano il genere della tecnica costruttiva pertinente alla struttura principale. Campo alfanumerico:

- a lavorazione artigianale - ad armatura parallela - a lavorazione industriale - ad armatura incrociata

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CPM MANTO

CPMT Tipo

CPMQ Qualificazione del tipo

CPMM Materiali

CPV ALLEGATO VISUALIZZANTE

CPVR Riferimento

CPVI Numero dell'allegato

1 36

Informazioni che forniscono la descrizione del manto di copertura preso in con­siderazione.

Indicazioni che precisano, dal punto di vista tipologico, la natura complessiva oppure i singoli elementi da cui risulta costituito i l manto di copertura. Campo alfanumerico:

- cartone bitumato - lastre - tegole

Indicazioni che precisano i l tipo al quale possono essere ricondotti sia gli ele­menti, sia la natura complessiva del manto di copertura. Campo alfanumerico:

- coppi - coppi canale - doppie - marsigliesi

- maritate - quadrate - rettangolari - romboidali

Material i da cui risultano costituiti i singoli elementi oppure la compagine com­plessiva del manto di copertura esaminato. Campo alfanumerico:

- ardesia - eternit - cemento - laterizio - conglomerato cementizio - zinco

Numeri di riferimento di tutti gli allegati grafici e/o fotografici appartenenti alla scheda che recano le visual izzazioni di quanto è riportato nelle voci di descrizio­ne della copertura.

Riferimento al tipo di allegato visual izzante. Campo alfanumerico.

Codice di magazzino seguito da virgola e dal suo progressivo. Campo alfanumerico.

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CPFG (genere della

copertura)

TETTO

TETTOIA

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CPFF (forma)

complesso a n falde piano sempl ice a botte sempl ice a capanna sempl ice a leggio semplice a padiglione semplice a padiglione e altana semplice a spioventi laterali semplice a n falde semplice centinato semplice con altana

I

CPCT (tipo di struttura o delle componenti)

CAPR IATA

TRAVATU RA

SOLETTA

-i_.

-i_. -i_.

CPCQ (qual ificazione del tipo)

asimmetrica con monaco con monaco e saettone composta palladiana pensile poligona zoppa

alla lombarda alla piemontese

semplice con nervature parallele con nervature incrociate

Manto di copertura

CPMT (tipo di manto)

TEGOLE

....

LASTRE

....

CARTONE BITUMATO

CPMQ (qualificazione

del manto)

coppi

coppi canale

doppie

marsigliesi

maritate

rettangolari

romboidali

quadrate

CPMM (materiali)

---• .... - laterizio

___ .. ...,_ ardesia zinco

cemento conglomerato cementizio eterni!

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DIZIONARIO

CPFG

tetto: qualunque forma di struttura di copertura, sia piana che arcuata, sia orizzontale che inclinata, atta a proteggere un fab­bricato dalle intemperie e dal sole e a smaltire le acque piova­ne.

CPFF

tetto complesso: tetto che in pianta presenta, oltre ad angoli salienti, che hanno cioè i l vertice rivolto verso l 'esterno, anche angoli rientranti, con il vertice rivolto verso l ' interno. tetto semplice a botte: tetto la cui morfologia riprende quella della omonima volta a botte; si d ifferenzia secondo i l tipo di sesto dell 'arco su cui è impostato. Nel caso di arco a sesto acuto si ha il «tetto centinato». tetto semplice a capanna (o a sella o a doppia falda o a due spioventi): tetto costituito da due spioventi contrapposti. Sui lati corti del l 'edificio si determinano due specchi triangolari, detti "frontoni». È il tipo di tetto più frequentemente attestato. (tav. 79) tetto semplice a leggio (o a uno spiovente): tetto costituito da una sola falda inclinata. tetto semplice a spioventi laterali (o a mezzo spiovente la-

Genere

tettoia: struttura di copertura costituita da uno o più spioventi, di solito poggianti su pi lastri, oppure in parte su pi lastri e in parte sul muro perimetrale di un edifico. Serve a coprire l'ambiente sottostante lasciandolo però aperto verso lo spazio circostante.

Forma

terale): tetto in cui le gronde lateral i si trovano più alte di quelle longitudinali e la parte inferiore dei frontoni è a forma di trapezio. (tav. 82) tetto semplice a padiglione: tetto a quattro spioventi in cui le gronde longitudinali e laterali si trovano tutte in uno stesso piano. Se il tetto a padiglione è impostato su edifici a pianta centrale, le l inee di falda convergono in uno stesso punto cen­trale; se l'edificio ha pianta circolare i l tetto d iventa «conico»; se l 'edificio è a pianta quadrata si può avere il «tetto a pirami­de", "a bulbo», «a campana». (tav. 81) tetto semplice centinato (tetto): vedi tetto semplice a botte. tetto semplice con altana: tetto con loggia o terrazza coper­ta, rialzata al di sopra del tetto, non aggettante rispetto alla facciata. (tav. 83)

CPCT Tipo della struttura o delle sue parti componenti

capriata (o incavallatura): struttura portante, tradizionalmen­te in legno, impiegata fin dal l 'antichità per la costruzione del tetto, costituita da una trave reticolare a schema triangolare e pertanto indeformabile. Due lati del triangolo segnano la pen­denza del tetto; la base è invece orizzontale o rialzata in vario modo. Dallo schema più semplice, il triangolo per luci mode-

CPCQ

capriata asimmetrica: tipo di capriata che può essere "sem­pl ice» (per luci di 5-7 m), quando sostiene tetti ad una falda, «Composta» (per luci di circa 10 m), quando i puntoni hanno lunghezza diversa, in tetti a doppia falda con incl inazione di­versa. (taw. 88-89) capriata con monaco: tipo di capriata provvista di un ele­mento verticale col legato, nella parte superiore, ai puntoni e reso solidale ad essi tramite una gq:ippa. Nella parte inferiore, i l monaco rimane distanziato dalla catena di almeno 1 5-20 cm e concorre a sostenerla tramite una staffa. (tav. 84) capriata con monaco e saettone: tipo d i capriata in cui so­no presenti elementi diagonali (saettoni o saette o contraffissi o razze) collegati all 'estremità inferiore del monaco, aventi la funzione di ridurre la luce l ibera d i inflessione del puntone. capriata alla palladiana: tipo di capriata che può essere «semplice» o «Composta". Nella palladiana semplice i puntoni si appoggiano sul monaco, alla cui base si impostano le saet­te. Nella palladiana composta si ha la controcatena e, oltre al monaco centrale, se ne hanno due laterali con una coppia di saette ciascuno. (tav. 85)

CPMT

tegole: vedi manto in laterizio.

1 38

ste, si giunge a schemi via via più complessi con l'aumentare della luce. Ciascuna capriata è schematicamente così costitui­ta: .due «puntoni» obliqui legati mediante staffe a una trave orizzontale sottostante detta «Catena,, o «tirante», poggiante agli estremi sulla muratura dell 'edificio. travatura: reticolo strutturale di un tetto.

Qualificazione del tipo

capriata pensile: tipo di capriata in cui la catena, a seconda del suo spessore e del peso, è sorretta in uno, due o più punti per mezzo di monaci. (tav. 86) capriata poligona: tipo di capriata che non presenta l 'arma­tura alla base, cioè senza catena, che si forma con legnami retti l inei. capriata zoppa: tipo di capriata con un muro maestro longi­tudinale interno, non corrispondente con il colmo. La capriata zoppa risulta formata da un cavalletto secondario sovrapposto ad un caval letto principale poggiante sul muro maestro inter­medio. travatura alla lombarda: tipologia di orditura l ignea del tetto costituita, in successione, da terzere poggianti su puntoni o falsi puntoni (orditura principale) e da travicell i , perpendicolari alle terzere, i quali fungono da sostegno dei listelli o dello scempiato (orditura secondaria). travatura alla piemontese: tipologia di orditura l ignea del tet­to costituita, in successione, da puntoni molto ravvicinati tra loro che fungono da appoggio ai travicell i sui quali sono impo­stati lo scempiato o i listell i .

Tipo del manto

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CPMQ

coppo: tegola a forma di tronco di cono. Si dispongono su due strati, uno con la concavità e con la base maggiore verso l 'alto, l'altro sovrapposto e rovesciato rispetto al primo. coppo canale: tegola che ha l 'aspetto di un coppo e un em­brice uniti insieme. marsigliese: tegola piana di forma rettangolare con fondo

CPMM

ardesia: tipo di manto costituito da lastre di ardesia molto sottili (lo spessore non supera i 6-9 mm) tagliate in d iverse forme. Vengono messe in opera sovrapposte per due terzi cir­ca della loro lunghezza, a giunti sfalsati ; sono inchiodate ad uno scempiato di tavole di legno o sostenute da ganci in rame o ferro zincato («grappe») direttamente ai l istell i . cemento: materiale idraulico che, impastato con acqua, è in grado di fare presa, s ia in presenza di aria che immerso nell 'acqua. Si ottiene dalla cottura fino a scorificazione di mar­ne portate ad una temperatura variabile fra i 1200° e i 1400°C. Il cemento cotto viene successivamente macinato fino a gene­rare una polvere finissima ed impalpabile. I cementi possono essere «naturali» od «artificiali", a seconda che si impieghino calcari marnosi o miscele d i calcari ed argi l le. In relazione al fenomeno della presa, si distinguono dei cementi «a presa len­ta,, («cementi portland») e dei cementi «a presa rapida» («ce­menti romani»). conglomerato cementizio: materiale costituito da una mesco­lanza di elementi eterogenei incoerenti e da un legante (cemen­to), impiegato nelle costruzioni edi l i . È sinonimo di calcestruzzo.

GLOSSARIO

colmareccio (o trave d i colmo): trave superiore, centrale e orizzontale che corrisponde al comignolo del tetto. linea di colmo: linea d' incontro, orizzontale e sommitale, del­le falde del tetto quando la concavità sia all' interno. controcatena: catena secondaria aggiunta come rinforzo di una capriata. copertura: in edilizia, complesso delle strutture portanti e degli altri elementi costruttivi che si richiedono per proteggere contro gli agenti atmosferici una costruzione o uno spazio aperto. dormiente (o radice o banchina): trave posta lungo i muri perimetrali dell 'edificio, che ripartisce su d i essi i carichi delle capriate e dei falsi puntoni. falda (o spiovente o acqua): ciascuna delle superfici piane inclinate che costituiscono una copertura. falso puntone (o paradosso): trave di legno disposta secon­do la pendenza delle falde e appoggiata nella parte superiore su un muro di spina o sul colmareccio e nella parte inferiore sul muro perimetrale o sul dormiente. gronda: parte inferiore della falda di un tetto in aggetto ri­spetto alla parete. linea di gronda: linea, in genere orizzontale, ove terminano le falde inferiormente. listello (o correntino): costituisce una orditura minuta che in assenza di scempiato sorregge direttamente le tegole.

Qualificazione del tipo

scanalato longitudinalmente in modo da poter essere connessi a incastro senza bisogno di canali. maritate: si dice degli embrici quando sono posti in opera insieme ai coppi in maniera che gli orli rialzati degli embrici siano coperti dai coppi appoggiati con la concavità rivolta ver­so il basso.

Materiali

laterizio (manto in): tipo di manto costituito da laterizi comu­nemente chiamati «tegole". La loro forma varia da regione a regione, a seconda delle caratteristiche climatiche. Si hanno tegole piane o curve, queste ultime chiamate «coppi». Le te­gole piane (marsig liese, olandese, embrice) si pongono in ope­ra o sui correntini e sui listelli, oppure sullo scempiato. Gli em­brici possono essere usati in coppia con i coppi per formare il manto d i copertura detto «alla toscana» o "alla romana», in cui gli embrici sono disposti con la concavità e la base maggiore volte verso l 'alto e i coppi, rovesciati, sono sovrapposti ai pri­mi. zinco: tipo di manto leggero e impermeabile, che ha l ' incon­veniente della sonorità, della facile trasmissione del calore e dell'accumulo di vapore acqueo nella superficie interna. La tecnica tradizionale pone in opera lastre non superiori ad un metro quadro, con le giunture libere per consentire la di lata­zione termica, poggianti su uno scempiato di legno e fissate con chiodi su tassel l i . I materiali più economici sono il ferro e lo zinco; migliore è il ferro zincato, ottimo il rame. Questo tipo di manto viene isolato con feltri bituminati.

manto di copertura: insieme degli elementi che costituiscono la copertura di un tetto; offre la necessaria protezione contro gli agenti atmosferici e può essere realizzato in diversi mate­riali a seconda dei luoghi, delle epoche e delle funzioni. orditura primaria: insieme delle principali strutture l ignee por­tanti di un tetto a falde inclinate. È costituito, secondo i casi, da «falsi puntoni,,, "colmarecci», «dormienti», «Cantonali», «tra­versi", «terzere». tetto semplice: tetto che in pianta presenta solo angoli sa­lienti, cioè con il vertice rivolto verso l 'esterno. orditura secondaria: insieme delle strutture lignee di un tetto, sul quale poggiano direttamente i manti di copertura. È costi­tuito da travicelli e l istel l i . scempiato: superficie continua su cui poggiano i d iversi ma­teriali di copertura. Anticamente si eseguiva con tavole in le­gno («tavolato») o con «pianelle». Attualmente vengono usate tavelle forate in laterizio. spiovente: vedi falda terzera (o arcareccio o corrente): trave di sostegno della copertura disposta longitudinalmente, collocata sopra i punto­ni e sotto i travicelli. travicello: trave di sezione ridotta, disposta, a seconda dei tipi di orditura, sia longitudinalmente che perpendicolarmente al colmo. La sua funzione è di reggere lo scempiato o i listelli.

1 39

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copertura semplice a due falde copertura semplice a tre falde

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assonometria assonometria

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1 40

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copertura semplice a padiglione

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sezione A-A'

assonometria

tav. 81

copertura semplice a spiventi laterali (con mezzo spiovente laterale)

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pianta

sezione A-A'

assonometria

tav. 82

1 41

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copertura semplice con altana

pianta

sezione A-A'

assonometria

tav. 83

1 42

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capriata con monaco

prospetto

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tav. 85

1 43

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capriata pensile

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capriata composta alla palladiana li .. :::· .. ::�:-:-::�:-::::::::--�X��;:m,:;:::::::::::;:-;:;:';:;:;.:.;.;:;:';:;:��::;:;:;::::::::::::f::;:::'::';:;:;:::�;:;:;m�:::::::::::::'::'{-;�::;:;:::::::::'::';:��:::::::M:�::�:::::::::.::::��::::::�;:::::�;:::::�::::J.j�

prospetto

assonometria

tav.

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capriata asimmetrica semplice capriata asimmetrica composta

prospetto

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1 45

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Indicazioni che descrivono g l i impianti strutturali fissi a grad in i . Per quanto riguarda la compi lazione della suddetta voce «Scale;, nella scheda, la normativa vigente prevede che esse vengano prese in considerazione per gruppi omogenei , ognuno dei quali dovrà comprendere tutti quegl i impianti strut­turali fissi a grad in i le cui caratteristiche - tipolog iche e d 'uso - li rendano fra di loro assimi labi l i . Uno o più di tal i gruppi potranno essere costituiti - e rappresentati - anche da una sola scala.

SCL SCALE

SCLG Genere

SCLO Categoria

SCLN Quantità

SCLP PòsiZiorie

SCLL Collocazione

SCLU Ubicazione

SCLF Forma planimetrica

SCLC Struttura

1 46

Genere al quale appartengono le scale costituenti un determinato gruppo omo­geneo. Campo alfanumerico:

- scala - scala d'accesso

Dati che consentono di determinare la categoria nella quale può essere fatto ricadere il genere delle scale appartenenti al gruppo esaminato. Campo alfanumerico:

- di rappresentanza - principale - di servizio - secondaria

Dati che consentono di precisare il numero delle scale che formano un gruppo omogeneo. Campo numerico intero:

- la serie dei numeri naturali da 01 a 99 - O per nessuna

Indicazioni che precisano la distribuzione delle scale nella compagine architetto­nica complessiva del bene catalogato ed il modo nel quale risultàno posizionate rispetto al contesto plani-volumetrico. Campo alfanumerico:

- esterna - interna

Indicazioni che preciano la giacitura delle scale rispetto a determinati punti, o pol i , o assi , ecc. , chiaramente e sicuramente individuàbili nella distribuzione pla­nimetrica del bene catalogato. Campo alfanumerico:

- collocazione angolare - collocazione longitudinale - collocazione assiale - collocazione trasversale - collocazione baricentrale

Ubicazione nel contesto architettonico complessivo. Campo alfanumerico.

Indicazioni che descrivono la torma della scala (o delle scale) facendo riferimen­to alla proiezione in pianta del la rampa (o delle rampe) che la (o le) costituisco­no, i ndipendentemente dal numero dei piani superati . Campo alfanumerico:

- a chiocciola - a due rampe - girante

- retti l inea - retti l inea spezzata

Dati che descrivono le caratteristiche strutturali delle scale. Campo alfanumerico:

- a collo - in latero cemento - ad anima - su muro - a pozzo - su travi in legno - a sbalzo - su travi in ferro - a volo - su travi in cemento armato - in cemento armato - su volte

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SCLF (forma planimetrica)

A D U E RAMPE

R ETTILINEA

R ETTILI N EA SPEZZATA

G I RANTE

A CH IOCC IOLA

I

DIZIONARIO

SCLF

a chiocciola: tipo d i scala la cui l ineçi curva è chiusa a cir­colo. a rampa doppia (o a due rampe): tipo di scala in cui due distinte rampe, partendo da d iversi e spesso opposti punti, portano al medesimo pianerottolo.

SCLC

scala a collo: tipo di scala le cui rampe sono tutte appoggia­te ad una parete della gabbia. scala a chiocciola ad anima: tipo di scala nel cui centro è un supporto a cui si appoggiano i gradini. (tav. 96) scala a chiocciola a pozzo: tipo di scala in cui, al centro della gabbia, si ha uno spazio vuoto circolare. (tav. 97) scala a sbalzo: tipo di scala i cui gradini sono incastrati solo

G LOSSARIO

gradino (o scalino o scaglione): ciascuno degli elementi co­stitutivi della scala consistente in un ripiano orizzontale di ap­poggio per il piede («pedata»), sollevato rispetto al precedente tramite un piano verticale («alzata,,). Si hanno inoltre l'«invito», cioè i l primo gradino d i una rampa, d i solito più sporgente degli altri, ed il «termine», cioé l 'ultimo gradino di una rampa, posto a livello del pianerottolo. pianerottolo (o ballatoio): ripiano che in una scala si interpo­ne alle rampe di gradini. rampa: tratto di scala che collega due piano e/o pianerottoli.

SCLC (struttura)

a collo a sbalzo a volo in cemento armato i n latero cemento su muri su travi in cemento armato su travi in ferro

I

su travi in leg no su volte

ad anima a pozzo

Forma planimetrica

girante: tipo di scala che si volge con linee curve. (tavv. 94-95) rettilinea: tipo di scala le cui rampe si seguono in linea retta. (tavv. 90-92) rettilinea spezzata: tipo di scala le cui rampe si susseguono ad angolo. (tavv. 91-93)

Struttura

per un estremo ed hanno l 'altro libero, nè sono sostenuti da volta o armatura. scàla a volo: tipo di scala le cui rampe non appoggiano a nessuna parete.

· ·

scala a pozzo: tipo di scala i cui ripiani e le cui rampe sono disposti attorno al perimetro della gabbia, lasciando nel mezzo il pozzo.

È detto anche di un piano inclinato a lieve pendio. scala: struttura fissa costituita da una serie d i gradini e dispo­sta secondo un piano incl inato, generalmente suddivisa in pi� rampe, intramezzate da pianerottol i , che consente di superare dislivelli. A seconda dei casi si parla di scala o scalinata "a cielo aperto»; di scala «esterna", quando si trova all'esterro di un edificio; di «Scala interna», entro un vano detto «gabbia» e spesso intorno ad un pozzo o «tromba» delle scale. Tra le scale interne si distinguono ancora la «Scala principale» o «Scalone», quella «secondaria,, e quella «di servizjo». ' ·

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scala rettilinea chiusa

pianta

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1 48

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scala rettilinea spezzata chiusa

pianta

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scala rettilinea voltata I �''""''''''''·''''''''''''''''''''''''''"''''''m''"'"''''"''"'''*''''""'"'"''"""'".:i''m""mM:;':''"''"@'"'

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sezione A-A'

scala rettilinea spezzata voltata

sezione A-A'

tav. 93

1 49

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scaia girante chiusa

sezione A-A '

1 50

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scala girante voltata

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tav. 95

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scala a chiocciola a pozzo � ::�:::::::::::�::::::::::::::::�::::::::::=:�::::::::::::. ==�::;:;:;:;(:(::::::::::m;;;:;:::;:;(::(:;(:(::;:::;:::::;:::::::::fa::::::x::::::::::::(::;:::r.:::::(::;:;:::;::(::;:;:;::::(::;:::t:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::]

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assonometria

1 51

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scala a due rampe a tenaglia

pianta

sezione A-A'

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� tav. 98

1 52

scala a due rampe

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tav. 99

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ISCRIZIONI, LAPIDI, STEMMI IS

ILS

ILSG

ILSU

ILSI

ISCRIZIONI, LAPIDI, STEMMI

Genere

Ubicazione

Trascrizione testo

Si indica la presenza di lapidi, di iscrizioni (scolpite, a fresco, ecc.), di stemmi che abbiano attinenza alla costruzione o alla storia dell' edificio, precisandone l ' ubicazione e descrivendone sommariamente le caratteristiche (tali oggetti sono poi inventariati separatamente con schede «OA» e «RA»).

I ndicazione del genere dell' iscrizione, lapide o stemma. Campo alfanumerico.

Ubicazione del l ' iscrizione, lapide o stemma. Campo alfanumerico.

Trascrizione dell 'eventuale testo ritrovato. Campo alfanumerico.

· UTILIZiÀZIONI , . · .. .. . . - .. ·. . : . . . . . . . lJS :

uso uso

USOR Riferimento alla parte

USOC Riferimento cronologico

USOD Destinazione uso

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Riferimento topologico delle diverse destinazioni d 'uso. Campo alfanumerico.

Riferimento cronologico delle d iverse destinazioni d'uso. Campo alfanumerico.

I ndicazione della destinazione d'uso dell 'edificio al momento in cui viene compi lata la scheda. Nel caso di pluralità di usi, le si i ndicheranno in ordine di prevalenza. Campo alfanumerico.

1 53

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Dati di carattere amministrativo relativi al la condizione giuridica e vincol istica del bene catalogato.

CDG PROPRIETÀ

CDGG

CDGS

VIN

VINE

VINL

VINA

VINO

VINR

STU

STUT

STUN

VAA

1 54

Genere

Specifiche

VINCOLI MINISTERO BENI CULTURALI E AMBIENTALI

Estensione

Tipo legge

Articolo

Tipo decreto/Estremi decreto

Data registrazione

STRUMENTI URBANISTICI

Strumento in vigore

Normativa in vigore

VINCOLI AL TRE AMMINISTRAZIONI

Indicazione della persona giuridica proprietaria. Campo alfanumerico:

- Demanio dello Stato - Ent!'l privato - mista

Denominazione dell 'amministrazione. Campo alfanumerico.

Vengono qui indicati gli estremi dei decreti d i vincolo emanati dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali ai sensi delle vigenti leggi.

Indicazione dell 'estensione Campo alfanumerico:

- totale - parziale

Identificazione della legge, dell'articolo e/o del comma ai cui sensi viene dispo­sto il vincolo. Campo alfanumerico:

- Legge n. 1 089/1 939, legge n. 364/1 909 - Legge n . 1 497/1 939, legge n. 431/1 985

Indicazione dell 'articolo o comma di legge di cui alla voce precedente. Campo alfan!Jmerico.

· ·

Indicazione del tipo di dispositivo seguito dalla data di emissione del decreto. Campo alfanumerico:

- Decreto Ministeriale (data) - Revoca DM (data) - Rinnovo DM (data)

Data d i avvenuta registrazione al registro i fTlmobil iare. Campo data.

Vengono qui indicati gl i estremi dei vincoli derivanti da disposizioni di strumenti urbanistici (P.d.F. , P.R.G. , legge 765/1 967, leggi regional i) .

I l nome dello strumento urbanistico e la data di approvazione. Campo alfanumerico.

Gli articoli inerenti i l bene catalogato. Campo alfanumerico.

Vengono indicati gli estremi dei decreti d i vincolo emanati da altre amministra­zioni ai sensi delle vigenti leggi . Campo alfanumerico.

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Si indicano i riferimenti al lo stralcio del fogl io catastale, a piante e planimetrie, a d isegni , ri l ievi e profi l i riguardanti l 'oggetto catalogato e allegati al la scheda.

SFC

PPA

DIA

STRALCIO FOGLIO CATASTALE

PIANTE, PLANIMETRIE

DISEGNI, RILIEVI, PROFILI

È indicato l 'estratto di mappa catastale in scala 1 : 1 000 allegato alla scheda. Campo alfanumerico.

Si indica i l numero progressivo delle piante e delle diverse planimetrie allegate. Campo alfanumerico.

Elenco degli allegati grafici appositamente eseguiti a corredo della scheda. Campo alfanumerico.

FON1:,1··E DOCUMENTAZIONI DI RIFERIMENTO DO

Documentazione bib l iografica, fonti archivistiche, iconografiche e fotografie riguardanti l 'oggetto cata­logato esistenti presso Soprintendenze e organismi simi lari .

BIB BIBLIOGRAFIA

BIBR Sigla per citazion.e nella scheda

BIBA Autore

BIBD Anno di edizione

FNT FONTI ARCHIVISTICHE

FNTR Sigla per citazione nella scheda

FNTN Nome archivio

FNTP Posizione documento

FNTD Data inizio/Data fine

Bibliografia completa riguardante i l bene catalogato.

Indicazione della lettera B maiuscola per Bibl iografia seguita dal numero pro­gressivo relativo alla scheda bibl iografica presa in considerazione. Campo alfanumerico.

Indicazione del nome dell 'autore della bibliografia. Campo alfanumerico.

Indicazione dell'anno di edizione della bibl iografia. Campo alfanumerico.

Elenco degli inventari e fonti manoscritte in cui i l bene catalogato è menzionato, in ordine cronologico.

Indicazione della lettera A maiuscola per Fonte Archivistica seguita dalla lettera di identificazione della fonte considerata (ad esempio: F per fondo, S per serie, P per pezzo) e dal numero progressivo relativo alla scheda considerata. Campo alfanumerico.

Indicazione del nome dell'archivio in cui sono stati rilevati gli estremi della sche­da. Campo alfanumerico.

Indicazione della collocazione del documento archivistico. Campo alfanumerico.

Indicazione della data di inizio e di fine alla quale il documento archivistico si riferisce. Campo alfanumerico.

1 55

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ICN

ICNR

ICNT

ICNC

FTE

FTEN

FTET

FONTI ICONOGRAFICHE

Num. rif. per citazione nella scheda

Tipo

Collocazione

FOTOGRAFIE ESISTENTI

Collocazione e numero negativo

Soggetto + note

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Elenco delle fonti iconografiche in cui è rappresentato il bene catalogato.

Riferimento alla scheda delle fonti iconografiche. Campo numerico intero.

Indicazione del tipo di fonte iconografica. Campo alfanumerico.

Indicazione della collocazione della fonte iconografica. Campo alfanumerico.

Si indicano con i singoli numeri di negativi tutte le fotografie esistenti dell 'opera catalogata e dei suoi particolari non allegate alla scheda esistenti presso Archivi o Istituti .

Indicazione del nome del l ' Istituto di conservazione del documento fotografico seguito dal codice d' inventario. Campo alfanumerico.

Indicazione del soggetto della fotografia seguito da relative note. Campo alfanumerico .

RSE AL TRE SCHEDE Vengono elencate le altre schede esistenti in archivio relative all'opera cataloga­ta, indicando la data di redazione e i l nome del compi latore.

RSER Riferimento argomento Argomento della scheda. Campo alfanumerico.

RSEC Codici Codice di catalogazione. Campo alfanumerico.

RSED Data Data di compi lazione. Campo data.

RSEN Compilatori Nome e cognome dei compilatori. Campo alfanumerico.

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CMP COMPILAZIONE

CMPD Data

CMPN Nome compilatore

CMPR Ruolo del compilatore

AGG AGGIORNAMENTO

AGGD Data

AGGN Nome revisore

RVM REVISIONE MEMORIZZAZIONE

RVMD Data

RVMN Nome revisore

Informazioni relative alla prima compi lazione della scheda.

Indicazione della data di compilazione della scheda. Campo data.

Indicazione del nome e cognome del compi latore. Campo alfanumerico.

Qualifica del compi latore. Campo alfanumerico.

Informazioni sull 'aggiornamento della scheda.

Data di aggiornamento. Campo data.

Nome e cognome del compi latore del l 'aggiornamento. Campo alfanumerico.

Informazioni sulla revisione della memorizzazione.

Data di revisione della memorizzazione. Campo data.

Nome e cognome di chi ha collaborato alla revisione della memorizzazione. Campo alfanumerico.

1 57

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Offidna Grafica Bolognese Via del Fonditore, 6/5 - Bologna

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