Norme di base per il primo soccorso in azienda PS in... · In caso di infortunio: COSA FARE 1. Non...

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NOZIONI PRINCIPALI PER IL PRIMO SOCCORSO IN AZIENDA NORME DI COMPORTAMENTO PER ADDETTI AL PRIMO SOCCORSO

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NOZIONI PRINCIPALI

PER IL

PRIMO SOCCORSO IN AZIENDA

NORME DI COMPORTAMENTO PER

ADDETTI AL PRIMO SOCCORSO

Il Primo Soccorso in Azienda

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In caso di infortunio:

COSA FARE

1. Non perdere la calma.

2. Evitare azioni inconsulte e dannose.

3. Allontanare le persone non indispensabili.

4. Prodigare le prime cure se si è in grado di farlo.

5. Esame dell’infortunato:

- controllare immediatamente le funzioni vitali (se è cosciente e se respira “normalmente”);

- rassicurare l’infortunato se cosciente;

- qualora si ritenga necessario chiamare il pronto intervento (118) specificando chiaramente

l’indirizzo e le modalità di accesso alla struttura.

Lieve Non

urgente

Grave e

urgente

che non richiede

la chiamata al 118

o il ricorso alla

struttura

ospedaliera

che richiede il

ricorso alla

struttura

ospedaliera.

Caso grave

COSA BISOGNA FARE?

Praticare le

eventuali

medicazioni in

locale idoneo

Attuare le misure

di primo soccorso

e organizzare

direttamente il

trasporto in

ospedale

Telefonare al 118

Attuare le misure

di primo soccorso

ed attendere

l’arrivo

dell’ambulanza

SCHEMA DECISIONALE

6. Praticare le manovre previste per l’urgenza e/o per la gravità:

- eseguire immediatamente le manovre per la rianimazione;

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- se la situazione non è urgente fare il minimo indispensabile;

- porre l’infortunato nella posizione di attesa più idonea;

- non lasciare l’infortunato da solo fino a che non verrà affidato a persone competenti;

- in caso di incidente provocato da contatto con sostanze chimiche, consegnare al medico l’imballaggio

con l’etichetta della sostanza;

- in presenza di fratture, ferite o altre lesioni, fare mentalmente un elenco del materiale che può

essere utile e provvedere alla medicazione minima indispensabile;

- coprire, se il caso, il traumatizzato in attesa dei soccorsi sanitari;

- in caso di più infortunati, analizzarli tutti, cercando di capire quali versino in emergenza assoluta;

- in presenza di sangue o secrezioni, evitare di venirne in contatto, proteggendosi le mani con dei

guanti ed eventualmente le mucose degli occhi con degli occhiali paraschizzi.

COSA NON FARE - NON somministrare mai alcolici all'infortunato e, se è in stato di incoscienza, nessun tipo di bevanda;

- non prendere mai iniziative che siano di competenza del medico (ad esempio: somministrazione di

medicinali).

CASSETTA PRONTO SOCCORSO Contenuto cassetta di pronto soccorso secondo il D.M. n. 388 del 15/07/2003.

- GUANTI STERILI MONOUSO IN VINILE O LATTICE

- N. 1 VISIERA PARASCHIZZI

- N.1 CONF. ACQUA OSSIGENATA (FU 10 VOLUMI)

- N. 1 CONF. CLOROSSIDANTE 5% (Euclorina, Amuchina, ecc.)

- N. 1 CONF. CITROSIL

- N. 10 COMPRESSE GARZA STERILE 10x10 (BUSTE SINGOLE)

- N. 5 COMPRESSE GARZA STERILE 18x40 (BUSTE SINGOLE)

- N. 2 PINZETTE STERILI MONOUSO

- N. 1 CONFEZIONE DI RETE ELASTICA n.5

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- N. 1 CONFEZIONE DI COTONE IDROFILO

- N. 2 CONFEZIONI DI CEROTTI PRONTI ALL'USO (VARIE MIS.)

- N. 2 ROTOLI DI BENDA ORLATA (alta 10 cm)

- N. 1 ROTOLO DI CEROTTO (alto 2,5 cm)

- N. 1 PAIO DI FORBICI

- N. 2 LACCI EMOSTATICI (DA CAMBIARE PERIODICAMENTE, IN QUANTO SI DETERIORANO)

- N. 1 CONFEZIONE DI GHIACCIO PRONTO USO

- N. 5 SACCHETTI MONOUSO DA RACCOLTA RIFIUTI SANITARI

- N. 1 TERMOMETRO CLINICO

- N. 1 COPERTA ISOTERMICA MONOUSO (O ALTRO TIPO DI COPERTA)

VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA DELLA SCENA

Prima di qualsiasi intervento verificare che l’ambiente dove si trova la vittima sia “sicuro” per il primo

soccorritore, chiedere rapidamente ai presenti se conoscono l'infortunato e se hanno visto l'accaduto.

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EMERGENZA SANITARIA 118

In caso di emergenza telefonare al numero 118.

LA CHIAMATA AL 118

La chiamata al 118 è gratuita

Dalle cabine telefoniche non sono

necessarie monete o schede

Dal cellulare funziona sempre

(anche se la scheda prepagata è

esaurita)

La chiamata viene sempre

registrata

Ricorrere al 118 solo nei casi di

effettiva necessità per evitare un

inutile spreco di risorse

N.B.: attivare il 118 solo nei casi di necessità

Mantenere la calma e rispondere chiaramente alle richieste dell’operatore:

- indirizzo completo e località;

- punti di riferimento ben individuabili (incroci, negozi, ecc);

- condizioni e numero delle persone da soccorrere;

- numero di telefono da cui si chiama.

Triage 118: non emergenza, semplice trasporto sanitario,

la persona interessata non corre nessun pericolo. Situazionedi intervento programmabile o differibile.

non emergenza, situazione differibile neltempo, non grave ma comunque prioritaria, da nonsottovalutare, lesioni che non compromettono le funzionivitali.

condizioni cliniche gravi che comportanol'alterazione di almeno una funzione vitale (ad es.respiratoria, cardio-circolatoria)

massima emergenza assoluta, interventoprioritario, una o più funzioni vitali assenti o direttamentecompromesse.

Al termine della conversazione riagganciare bene il telefono e tenerlo libero per eventuali comunicazioni.

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Assicurarsi che le vie di accesso al luogo in cui è presente il malato o l’infortunato siano libere da ostacoli

e ben illuminate.

INTERVENTO DI RIANIMAZIONE

ARRESTO CARDIO-RESPIRATORIO

È una situazione di emergenza nella quale il soggetto manca dell’attività cardio-respiratoria: non è cosciente e

non respira. L’intervento del primo soccorritore è determinante al fine di prevenire l’insorgenza di lesioni

cerebrali provocate dall’assenza di ossigeno. Il primo soccorritore deve procedere alla valutazione delle

condizioni del paziente e alla messa in atto delle manovre rianimatorie come previsto dal protocollo BLS

(ultimo aggiornamento).

Continuare senza interruzioni fino:

• alla ripresa di un respiro normale;

• all’arrivo dei soccorritori o di un medico;

• all’arrivo di un defibrillatore;

• a quando non si è esausti.

Stato di coscienza

Richiesta di aiuto

Apertura vie aeree

Ricerca del respiro

Chiamata al 118

30 compressioni

2 insufflazioni

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VALUTAZIONE DELLO STATO DI COSCIENZA

Inginocchiarsi lateralmente al torace della vittima, tenendo le ginocchia divaricate e comprese ad un livello tra

la spalla ed il diaframma dell'infortunato (tale posizione va mantenuta per tutta la durata del tuo intervento).

1. chiamare la persona a voce ferma e decisa, con un tono medio-alto, più di una volta scuotendo

delicatamente le spalle e ricercando eventuali segni di reazione;

2. in caso di assenza di reazioni indurre uno stimolo doloroso ricercando eventuali segni di reazione.

SE NON C'E':

RISPOSTA VERBALE

RISPOSTA MOTORIA

APERTURA OCCHI

LA VITTIMA E’ INCOSCIENTE

RICHIESTA DI AIUTO

Gridare in cerca di aiuto e attirando l’attenzione.

APERTURA VIE AEREE

Iperestendere il capo della persona: posizionare una mano a piatto sulla fronte, mentre l'indice ed il medio

dell'altra mano vanno posti sotto il mento, spingendolo in lato. (tale manovra è necessaria per evitare la

chiusura delle vie aeree indotta dalla lingua).

RICERCA DEL RESPIRO

Eseguire il G.A.S. (guardo, ascolto, sento) per 10 secondi per la ricerca di un respiro “NORMALE”.

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Con il capo della vittima in iperestensione avvicinare il tuo volto, guancia ed orecchio, alle labbra ed al naso

della vittima, volgendo contemporaneamente gli occhi sul torace. In questo modo, con la vista Guardare se il

torace si alza e si abbassa, con l'udito Ascoltare eventuali rumori respiratori e Sentire un eventuale flusso

d'aria sulla guancia.

Questa fase deve durare non meno di 10 secondi, che vanno scanditi a voce alta. Se vi è assenza di un respiro

“Normale” la vittima è in ARRESTO CARDIO-RESPIRATORIO.

SE NON RESPIRA

CHIAMATA IL 118

Far allertare il 118 da qualcuno dei presente;

Se si è da soli chiamare il 118 prima di iniziare qualsiasi manovra.

30 COMPRESSIONI

Porre la vittima, se non è stato già fatto, su di un piano rigido e scoprire possibilmente il torace.

Inginocchiarsi lateralmente al suo torace tenendo le tue ginocchia divaricate ad un livello compreso fra la

spalla ed il diaframma dell'infortunato (posizione che hai già assunto dall'inizio del tuo intervento).

Appoggiare la base del palmo della mano (calcagno della mano) sulla regione sternale appena al di sopra delle

due dita; questo punto rappresenta la metà inferiore dello sterno

e solo ed esclusivamente su di esso applicare le COMPRESSIONI TORACICHE ESTERNE.

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Sovrapporre al dorso della mano appoggiata sullo sterno il palmo

dell'altra mano: le dita delle mani non vanno "adagiate" sul

torace ma tenute sollevate e rigide (ciò è necessario per

evitare compressioni anche sulla gabbia toracica).

Irrigidire le braccia tenendole tese, verticali e perpendicolari al

torace, quindi sullo sterno, della vittima.

Comprimere lo sterno verso il basso, in direzione della colonna vertebrale, in modo da abbassarlo di 3-5 cm.;

tale movimento deve essere eseguito facendo leva sul bacino ed utilizzando i muscoli lombari (non si deve

assolutamente piegare polsi, gomiti e spalle, nè utilizzare i muscoli delle braccia ). Rilasciare completamente la

pressione sullo sterno evitando di piegare le braccia e di sollevare le mani dal torace.

N.B: Ricorda che le compressioni non devono essere troppo lievi (massaggio cardiaco insufficiente), ne' troppo

forti (rischio di fratture costali o di lesioni di organi interni) e devono avere una frequenza di circa 100 al

minuto!!!

Il massaggio cardiaco esterno ha il fine di comprimere il cuore tra due piani ossei rigidi (sterno e colonna

vertebrale) in modo tale da " spremerlo" e garantire che il sangue contenuto in esso possa essere spinto in

circolo, in maniera passiva.

2 INSUFFLAZIONI

Mantenendo in iperestensione la testa chiudere le narici utilizzando a "pinza" il pollice e l'indice della mano.

Inspirare profondamente. Appoggiare la bocca, bene aperta, sulla bocca della vittima, in modo che ci sia una

stretta aderenza tra le sue e le nostre labbra.

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Insufflare nella bocca, con decisione ma lentamente, per circa 1 secondo,. guardando contemporaneamente,

con la coda dell'occhio, i movimenti del torace (se non ci dovesse essere un sollevamento le cause potrebbero

essere 2: non sufficiente iperestensione della testa oppure ostruzione da corpo estraneo delle vie aeree, in

questo secondo caso procedere con le manovre ei disostruzione).

Alla fine dell' insufflazione staccare la bocca da quella della vittima e "spinzettare" il naso allontanando indice

e pollice in modo tale da dare la possibilità di espirare passivamente, guardando se il torace si abbassa.

Ripetere l’operazione.

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INFARTO CARDIACO

COME SI PRESENTA

Trattasi più spesso di un soggetto sopra i 45 anni con:

senso di oppressione o costrizione toracica;

senso di non avere digerito anomalo;

forte bruciore dietro lo sterno;

dolore toracico che si irradia (più spesso) al braccio sinistro, al braccio destro, al collo

sudorazione fredda;

colorito cereo;

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difficoltà respiratoria con respiro affannoso e superficiale che costringe il paziente alla posizione seduta o

eretta.

COSA FARE Chiamare immediatamente il 118 (o, meglio, farlo chiamare da un altro soccorritore).

Mettere il soggetto nel riposo più completo, in posizione seduta e tranquillizzarlo.

Evitare che abbia freddo (freddo e paura fanno battere più velocemente il cuore).

Esortarlo a respirare profondamente e lentamente e a respirare dalla bocca.

Monitorare costantemente lo stato di coscienza e il respiro: qualora dovesse subentrare un arresto

cardio-respiratorio procedere con le manovre di rianimazione, dandone comunicazione al 118.

COSA NON FARE Non dare da bere superalcolici.

Non sdraiare l’infartuato.

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TRAUMATOLOGIA

TRAUMA CRANICO E

LESIONI DELLA COLONNA VERTEBRALE

I traumi del cranio presentano sempre caratteri di particolare rilevanza

(possono esserci perdita di coscienza, nausea e vomito, ferite al cuoio

capelluto, emorragia dal naso o dalle orecchie, asimmetria delle pupille).

Sospettare sempre un eventuale trauma della colonna vertebrale (tratto cervicale).

È sempre consigliabile una valutazione specialistica, in caso di presenza dei segni sopra indicati contattare

immediatamente il 118.

COSA NON FARE Nel caso di sospetto trauma cranico o lesioni della colonna vertebrale - come può avvenire nei grandi

traumatismi (ad es. per cadute dall’alto) - è bene (a meno che non sia assolutamente necessario spostare

l’infortunato):

non muoverlo e non trascinarlo;

non cercare di fermare eventuali emorragie dal naso, dall’orecchio, dalla bocca (possono essere indice di

fratture della base del cranio e non soltanto indice di ferite o fratture più superficiali);

Nel caso di evidente trauma cranico aperto:

non comprimere manualmente eventuali esposizioni di tessuto cerebrale;

non estrarre eventuali corpi estranei;

non dare nulla da bere all’infortunato;

COSA FARE Chiamare il 118.

Nel caso di trauma chiuso porre qualcosa di freddo sull’area traumatizzata.

Nel caso di trauma aperto arrestare l’emorragia e minimizzare il rischio di infezione applicando

medicazione sterile e fredda sulla ferita.

Chiedere al soggetto se riesce a muovere spontaneamente gli arti e valutare se parla senza difficoltà:

paralisi degli arti o difficoltà nella parola possono essere il segno di importanti lesioni cerebrali o del

midollo spinale.

Attuare le tecniche di rianimazione già descritte, nel caso insorgano complicazioni cardiache o

respiratorie.

Se insorge vomito (generalmente violento, a getto), si potrà soltanto ruotare lievemente la testa

dell’infortunato per favorirne la fuoriuscita evitando così altre complicazioni, quali la possibilità della

ostruzione delle vie aeree.

Attendere l'arrivo di una ambulanza e di personale esperto.

Se è necessario spostare l’infortunato:

mantenere il più possibile la colonna diritta (anche il collo), impedendo qualsiasi rotazione;

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posizionare l’infortunato su una barella (tavola, porta), sollevandolo a pochi centimetri da terra in modo

da fare scivolare la barella stessa sotto di lui. Questa operazione va fatta in più persone.

immobilizzarlo sulla barella con delle cinghie.

TRAUMA TORACICO

COME SI PRESENTA

Dolori localizzati, accentuati dalla respirazione oppure grosse difficoltà respiratorie.

COSA FARE E’ richiesto il trasporto all'ospedale nella posizione meno dolorosa possibile, cioè con il soggetto semiseduto

con l’arto della parte traumatizzata in posizione antalgica (appoggiato a torace con la mano posta in

corrispondenza della spalla dell’altro lato)

Controllare respirazione, vomito e stato di coscienza.

TRAUMI DEGLI ARTI

Le lesioni alle ossa e alle articolazioni possono essere distinte in :

- Contusioni: trauma dei tessuti sottocutanei, provocato da una pressione o da un urto, senza

lacerazione della pelle, con possibile rottura di vasi.

- Distorsioni: stiramenti dei legamenti dell'articolazione, eventualmente con lacerazione delle strutture

articolari.

- Lussazioni: spostamenti rispetto alla sede naturale dell'articolazione, di un capo osseo.

- Fratture: rotture delle ossa con o senza spostamento. Se l'osso sporge all'esterno si parla di "frattura

aperta o esposta" in questo caso fermare l’emorragia senza cercare di riportare l’osso al suo posto.

Queste lesioni non sono sempre facilmente distinguibili le une dalle altre: nel dubbio usare sempre la

massima cautela.

Salvo in caso di fratture esposte, in cui vi è il pericolo di infezione o emorragia, non vi è quasi mai urgenza di

minuti. In molti casi può essere utile applicare del ghiaccio pronto uso sulla zona contusa o traumatizzata, al

fine di alleviare il dolore e ridurre il gonfiore (edema).

COSA FARE Se un posto di soccorso è vicino:

sollecitare il trasporto con mezzo adeguato;

non spostare, nel frattempo, l'infortunato;

coprire l'infortunato;

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in caso di sospetta frattura del femore o del bacino immobilizzare immediatamente il soggetto (elevato

rischio di gravi emorragie interne).

Se il posto di soccorso è lontano:

immobilizzare l'infortunato manualmente o con l’ausilio di stecche, comprendendo nell'immobilizzazione

le articolazioni al di sotto e al di sopra della frattura. Imbottire le stecche improvvisate con stracci puliti

le fissarle saldamente.

Se si sospetta una frattura seguire il capitolo specifico.

Se la frattura è evidente perché aperta (esposta):

arrestare l'emorragia, ricoprire con garze e bende;

NON APPLICARE ALCUN TIPO DI STECCA;

non cercare di portare l’osso al suo posto;

è sempre consigliabile il trasporto in ospedale con autoambulanza.

CONTUSIONI E DISTORSIONI

COME SI PRESENTANO

Dolore vivo e costante, non cosi intenso da impedire il movimento ma solo limitarlo.

Gonfiore immediato

Ematomi o stravasi ematici scuri sottocutanei

COSA FARE Mettere a riposo l’articolazione.

Limitarne i movimenti con una fasciatura stretta.

Applicare borsa del ghiaccio o impacchi freddi.

Posizione antalgica dell’arto.

LUSSAZIONI

Perdita dei normali rapporti articolari tra due capi ossei.

COSA FARE Nel caso in cui ci si trovi a dover soccorrere un infortunato che ha riportato la lussazione di una articolazione

si dovrà innanzi tutto:

Chiamare il 118.

Togliere o meglio tagliare gli indumenti della zona lesa.

Fasciare ed immobilizzare la parte interessata, senza praticare fasciature tropo strette.

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COSA NON FARE In nessun caso si dovranno tentare manovre di riduzione della lussazione (rimettere nella corretta

posizione la parte interessata), onde evitare la possibilità di effettuare manovre non corrette o di

peggiorare la situazione provocando anche danni alle strutture vascolari e nervose.

LUSSAZIONE DELLA SPALLA

Togliere gli abiti nella zona interessata (meglio tagliarli per non far compiere all’infortunato alcun

movimento).

Sospendere il braccio al collo tenendolo appoggiato al torace con delle fasciature.

FRATTURE

COME SI PRESENTA IL SOGGETTO

L’infortunato che ha riportato una frattura per effetto di un

trauma di una certa intensità, accuserà un intenso dolore nella

zona colpita con impossibilità ad effettuare i normali

movimenti; nel caso in cui la frattura risulti di maggiore gravità

potrà anche essere presente una zona di deformità della parte

del corpo interessata (frattura scomposta) o addirittura una

lesione della cute con parziale esposizione dei monconi di osso

fratturato (frattura esposta).

COSA FARE

Controllare l’infortunato per individuare la sede della

eventuale frattura.

Chiamare il 118.24

Se la frattura è esposta, toccare la ferita solo con garze

sterili, per evitare il rischio di infezioni.

Immobilizzare la parte del corpo interessata.

FRATTURE DELLA SPALLA E PARTE ALTA DEGLI ARTI SUPERIORI

COSA FARE Togliere gli abiti nella zona interessata (meglio tagliarli per non far compiere all’infortunato alcun

movimento).

Sospendere il braccio al collo tenendolo appoggiato al torace con delle fasciature.

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FRATTURE DELLA PARTE BASSA DEGLI ARTI SUPERIORI E DEGLI ARTI INFERIORI

COSA FARE Togliere gli abiti nella zona interessata (meglio tagliarli per non far compiere all’infortunato alcun

movimento).

Immobilizzare con una stecca o una tavola l’arto, avendo cura di non spostare i monconi

della frattura.

Bloccare le articolazioni poste a monte ed a valle della frattura.

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FRATTURE DELLA GABBIA TORACICA DELLA COSTOLE

COSA FARE

IN PRESENZA DI COMPLICAZIONI

Tamponare l’eventuale ferita con garza dopo una forzata espirazione (mandare fuori l’aria dai polmoni).

Praticare la respirazione artificiale se il soggetto presenta segni di difficoltà respiratoria.

Trasportare in ospedale nel minor tempo possibile.

IN ASSENZA DI COMPLICAZIONI

Posizionare l’infortunato seduto o sdraiato lateralmente, sul fianco interessato e con le spalle sollevate,

in modo che l’altra parte del torace riesca ad espandersi normalmente.

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FERITE ED EMORRAGIE

PICCOLE FERITE

COSA FARE lavarsi accuratamente le mani ed indossare i guanti monouso (non solo noi possiamo essere fonte di

infezioni per la persona ferita che stiamo soccorrendo, ma la stessa persona può essere veicolo di

infezione per noi: virus dell’epatite o dell’AIDS vengono trasmessi attraverso il sangue infetto);

lavare la ferita con acqua corrente e sapone oppure con soluzione fisiologica;

disinfettare la ferita con un tampone di garza sterile imbevuta;

per ferite profonde proteggere la ferita con garza sterile;

applicare cerotto o garza sterile + cerotto, a seconda della grandezza della ferita.

COSA NON FARE Evitare di usare cotone per la disinfezione e la medicazione delle ferite.

Non mettere direttamente sulle ferite disinfettanti drastici come tintura di iodio, alcool iodato o alcool

denaturato.

FERITE PIU’ ESTESE E PROFONDE

a) se il fiotto di sangue che esce è pulsante, allora saremo in presenza di una emorragia di un vaso

arterioso;

b) se il fiotto di sangue che esce non è pulsante, allora saremo in presenza di una emorragia di un vaso

venoso.

COSA FARE Chiamare il 118.

Indossare i guanti ed eventualmente la mascherina e visiera paraschizzi (in caso di abbondante

sanguinamento – emorragia arteriosa).

Ricercare l'origine dell'emorragia esponendo la parte interessata (rimozione degli abiti).

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Valutare la sede e la gravità della ferita, se vi è interessamento delle strutture più profonde, quali

tendini, muscoli, nervi, vasi di grosso calibro.

Tamponare la ferita premendo fortemente con tutta la mano interponendo una compressa di garza

sterile (o un asciugamano o infine la cosa più pulita che avete a portata di mano).

Quando l’emorragia si è arrestata fissare la compressa di garza al suo posto con un bendaggio

compressivo, non tanto però da arrestare il flusso sanguigno al di sotto della ferita.

Ricordarsi di tenere, se possibile, sollevato in alto l'arto interessato.

Nel caso “a” praticare la compressione manuale o con laccio (cravatta, foulard) in prossimità della lesione tra

il cuore e la ferita (ad esempio nella ferita di un avambraccio, porre il laccio in prossimità del gomito o al

braccio).

Nel caso “b” applicare un tampone o comprimere direttamente la sede della lesione o la zona tra la lesione e

la periferia (cioè la parte più lontana dal cuore); nell’esercitare la pressione si dovrà porre attenzione nel non

interrompere la circolazione arteriosa (ciò potrebbe essere valutato controllando la presenza di pulsazioni a

valle del laccio).

In caso di emorragie importanti il soggetto potrà presentare uno stato di shock che può avere gravi

conseguenze in caso di perdite cospicue di sangue (> un litro) ed apparirà:

pallido

freddo

sudato

con respiro superficiale ed affannoso

con battito cardiaco molto frequente.

0

21

COSA FARE porre l’infortunato supino con gli arti sollevati, per favorire il

ritorno del sangue al cuore (posizione antishock)

metterlo al caldo

COSA NON FARE Non toccare la ferita con materiale non sterile e con le mani non

accuratamente lavate se non in casi urgenti.

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AMPUTAZIONI

COSA FARE Nel caso vi sia stata l’amputazione (cioè il distacco completo dal resto del corpo di una sua parte), come

frequentemente può avvenire nel caso delle dita delle mani, o di interi segmenti di arti, si dovranno

immediatamente mettere in atto le seguenti operazioni.

Chiamare immediatamente il 118.

Arrestare l’emorragia, se necessario con un laccio emostatico da porre alla radice della parte amputato.

Tamponare il moncone il moncone prossimale (attaccato al corpo); con garza imbevuta di disinfettante.

Dopo aver trattato l’infortunato, recuperare la parte amputata e medicarla con garze sterili, dopo una

prima pulizia con soluzione fisiologica, quindi inserire il moncone amputato in un sacchetto e chiuderlo.

Inserire questo primo sacchetto in un secondo contenitore con del ghiaccio (questa operazione

permetterà di tentare il recupero del distretto anatomico amputato, attraverso delicati interventi di

microchirurgia).

In assenza del ghiaccio avvolgere il frammento in una garza sterile oppure immergere nella soluzione

fisiologica.

In caso di grosse amputazioni proteggere con garze imbevute di soluzione fisiologica il moncone distale

(la parte esposta del frammento amputato).

Consegnare al personale del 118 intervenuto il paziente e la parte amputata.

COSA NON FARE Non mettere mai a contatto diretto con ghiaccio il frammento amputato.

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USTIONI

Possono essere causate dal contatto con agenti fisici (calore) o chimici (corrosivi).

La gravità delle ustioni si determina in base alla loro estensione (% di pelle colpita) e profondità (gradi 1°, 2° o

3°), oltre che dalla loro localizzazione sul corpo.

Tutte le ustioni interessanti oltre il 5% dell'intera superficie corporea, nonché quelle localizzate agli occhi, in

faccia o nelle pieghe del corpo, sono da considerare valutabili in ambiente ospedaliero.

A titolo indicativo si riporta la "regola del 9" utile per stabilire le percentuali di superficie corporea

corrispondenti alle varie parti del corpo:

- Testa e collo insieme valgono percentualmente 9%

- L'intero arto superiore vale 9%

- L'intero arto inferiore vale 18%

- L'intero tronco vale 36%

COME SI PRESENTANO

dolore;

arrossamento della pelle (1° grado);

formazione di vesciche (2° grado);

danno ai tessuti in profondità (3° grado).

Ustione lieve (1° e 2° grado): interessamento degli strati più superficiali della pelle con dolore, arrossamento,

tumefazione o flittene (bolle piene di liquido), di una piccola parte del corpo.

Ustione grave (3° grado): necrosi dei tessuti e formazione di escare (macchie nere fumanti) fino alla

carbonizzazione dei tessuti.

USTIONE LIEVE (1° e 2° grado):

COSA FARE Allontanare l’agente ustionante.

Rimuovere gli eventuali indumenti.

Fare impacchi di acqua fredda.

Disinfettare con antisettici.

Applicare garze sterili.

Fasciare la zona, senza comprimere.

COSA NON FARE Non rompere o forare le eventuali bolle.

USTIONE GRAVE (3° grado) DI UNA PICCOLA PARTE DEL CORPO

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COSA FARE Allontanare l’agente ustionante;

non asportare eventuali pezzi di indumenti attaccati alla zona ustionata;

ricoprire la zona con garze sterili;

inviare il trasporto al più vicino ospedale, scegliendo di preferenza centri specializzati e possibilmente

avvisando che sta arrivando al pronto soccorso un ustionato grave.

USTIONE GRAVE (3° grado) ESTESA AD UN’AMPIA PARTE DEL CORPO

COSA FARE Chiamare immediatamente il 118.

Nel caso di incidente con incendio agli abiti dell'infortunato, occorre prima di tutto far distendere a terra

l'infortunato, per evitare l'effetto torcia (cioè evitare che corra all'impazzata, dando ossigeno alle

fiamme); quindi estinguere prontamente le fiamme con getti d'acqua, con coperte o con indumenti; in

mancanza dei mezzi suddetti far rotolare l'infortunato per terra.

Se i vestiti aderiscono non strapparli: tagliare il tessuto intorno all’ustione.

Allontanare l’agente ustionante.

Mettere il soggetto in posizione antishock, supino con gli arti sollevati.

Controllare respirazione e polso e, in caso di arresto della respirazione, intervenire come previsto nel

paragrafo relativo.

Avvolgere l'infortunato in un telo pulito o ricoprire la zona ustionata con garza sterile; e coprirlo con

coperte.

Se l’infortunato è cosciente, e senza vomito fargli bere, a piccoli sorsi, una soluzione di acqua ed

integratore salino evitando di farlo però in caso di shock e/o perdita di sensi;

Organizzare il trasporto al più vicino ospedale, scegliendo di preferenza centri specializzati e

possibilmente avvisando che sta arrivando al pronto soccorso un ustionato grave.

COSA NON FARE Mai somministrare tranquillanti e antidolorifici.

Mai applicare polveri, pomate, oli, ecc. .

Mai somministrare bevande alcoliche.

Mai strappare gli abiti.

USTIONE CHIMICHE (da acidi o alcali)

COSA FARE In caso di ustioni alla pelle

togliere gli indumenti impregnati alla sostanza chimica, se non attaccati alla pelle, tagliandoli se

necessario;

procedere alla rimozione della sostanza;

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recuperare l’etichetta o la scheda tecnica e di sicurezza della sostanza e seguire le indicazioni;

di solito occorre lavare a lungo con acqua corrente;

coprire con una medicazione sterile.

In caso di lesione agli occhi

vedi la sezione specifica.

In ogni caso, quali buone norme generali di comportamento

allontanare sempre al più presto la fonte ustionante dalla superficie del corpo (ad es. in caso di un

soggetto con abiti in fiamme si dovranno immediatamente spegnere le fiamme con una coperta o con

dell’acqua, senza usare estintori chimici);

considerare la possibile presenza di fumi tossici che si sviluppano durante l’incendio;

non soffermarsi sulla sede della lesione senza prima avere valutato le condizioni generali

dell’infortunato;

usare sempre i guanti: il rischio di infettare la zona lesa è estremamente elevato.

OSTRUZIONE DELLE VIE AERRE

DA CORPO ESTRANEO

OSTRUZIONE INCOMPLETA

Il soggetto:

a) è in grado di respirare;

b) tossisce tentando di espellere il corpo estraneo.

COSA FARE Chiamare i soccorsi ed incoraggia la vittima a tossire.

OSTRUZIONE COMPLETA

Il soggetto:

a) non è in grado di respirare (oppure, effettua atti respiratori inefficaci e rumorosi);

b) non è in grado di parlare;

c) non è in grado di tossire;

d) perde rapidamente conoscenza.

COSA FARE Se il soggetto è ancora cosciente:

chiamare i soccorsi;

rimuovere dalla bocca eventuali corpi estranei visibili;

mettiti al suo fianco e aiuta la vittima a spostarsi in avanti

colpisci la vittima con il palmo della mano ripetutamente (fino a 5 colpi) tra le scapole

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pratica fino a 5 brusche compressioni addominali (manovra di Heimlich), alternando 5 colpi dorsali, fino

all’espulsione del corpo estraneo o alla perdita di coscienza della vittima

Se il soggetto ha perso coscienza:

chiamare i soccorsi:

comportarsi come nelle rianimazione cardiopolmonare;

per cui:

iperestendere il capo e controllare il cavo orale , per rimuovere eventuali corpi estranei visibili;

cercare il respiro con la manovra GAS;

se il respiro è assente, praticare due ventilazioni e, se il torace non si muove (ventilazione inefficace),

ripetere il tentativo per altre 5 volte;

se non si riesce ad ottenere almeno due ventilazioni efficaci in 5 tentativi iniziare le compressioni

toraciche;

dopo 30 compressioni, controllare nel cavo orale l’eventuale espulsione del corpo estraneo (se è visibile,

bisogna rimuoverlo);

ritentare due ventilazioni efficaci.

MANOVRA DI HEIMLICH

1. Fare scorrere i polpastrelli delle proprie mani lungo l'arcata costale, dal basso verso l'alto, fino a

raggiungere il punto in cui le due arcate costali si congiungono (processo xifoideo dello sterno).

2. Stringere una mano a pugno ed appoggiarla, dalla parte del pollice, contro l'addome della vittima nel

punto di mezzo della linea che congiunge l'ombelico al processo xifoideo dello sterno.

3. Afferrare con l'altra tua mano il pugno e premerlo contro l'addome della persona esercitando una

brusca compressione dal basso verso l'alto per cinque-sei volte.

Ogni colpo deve essere veloce e deciso !!!

N.B.

LA MANOVRA DI HEIMLICH E' COMUNQUE UNA MANOVRA INVASIVA CHE PUO' PROVOCARE LESIONI AGLI

ORGANI INTERNI, VA PERTANTO ESEGUITA TEMPESTIVAMENTE E SOPRATTUTTO CORRETTAMENTE NEL

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MOMENTO IN CUI SI E' ACCERTATA L'OSTRUZIONE DELLE VIE AEREE DA UN CORPO ESTRANEO NON

VISIBILE.

CONTROINDICAZIONI

NEONATI: in questo caso, alternare le compressioni toraciche a colpi sulla schiena;

DONNE IN GRAVIDANZA: in questi casi, eseguire le compressioni toraciche.

INALAZIONE E INGESTIONE ACUTA DI

SOSTANZE CHIMICHE TOSSICHE

Introduzione attraverso le vie respiratorie o digestive (attraverso la bocca) di sostanze gassose, volatili o

liquide vaporizzate. Lo stato morboso che ne può derivare è definito intossicazione.

INTOSSICAZIONE ACUTA PER INALAZIONE

COSA FARE Trasportare l’intossicato al di fuori dell’ambiente inquinato, indossando i mezzi di protezione adeguati

(maschere) per evitare il rischio di venire intossicati a nostra volta.

Slacciare gli abiti all’intossicato per evitare qualsiasi tipo di costrizione

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Se l’intossicato è cosciente:

controllare che le vie aeree (naso, bocca) siano pervie (aperte, senza ostacoli);

portarlo in un ambiente ben aerato;

se possibile somministrare ossigeno.

Se l’infortunato non è cosciente:

chiamare il 118;

stendere il soggetto a terra supino con il capo iperesteso;

avviare le pratiche di rianimazione;

consegnare al personale del 118 intervenuto, se possibile, un campione della sostanza sospetta

responsabile dell’intossicazione.

INTOSSICAZIONE ACUTA PER INGESTIONE

COSA FARE Individuare il tipo di tossico e valutarne la quantità ingerita.

Calcolare il tempo trascorso dall’ingestione

Raccogliere tutte queste informazioni e trasmetterle al medico.

Se è cosciente:

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trasportare al più vicino centro antiveleni, insieme alla confezione del prodotto, o dei prodotti, nel caso

di una miscela, ingeriti.

Se è incosciente:

chiamare il 118;

attuare le manovre di rianimazione precedentemente descritte;

consegnare al personale del 118 intervenuto un campione della sostanza sospetta responsabile

dell’intossicazione.

INFORTUNI OCULARI

L'infortunio oculare che a volte viene sottovalutato, può, invece, comportare anche gravi danni.

PENETRAZIONE CORPO ESTRANEO

Quando nell'occhio penetra una scheggia, è pericoloso ed errato tentare di rimuoverla.

Infatti, essendo difficile raggiungerla, il tentativo di estrarla potrebbe comportare lesioni anche gravi e

permanenti della cornea.

COME SI PRESENTA

Dolore più o meno intenso accentuato dalla chiusura delle palpebre;

sensazione di presenza di qualcosa di estraneo nell’occhio;

lacrimazione più o meno abbondante;

arrossamento delle congiuntive;

nei casi più gravi, abbassamento e gonfiore della palpebra superiore;

alterazioni del visus (vista), di variabile entità.

COSA FARE Recarsi subito al più vicino pronto soccorso oculistico

COSA NON FARE Non tentare mai di rimuovere eventuali corpi estranei, anche con fazzoletti di carta o cotone.

CONTATTO CON SOSTANZE TOSSICHE

COME SI PRESENTA

Improvviso ed acuto dolore locale;

contrazione marcata delle palpebre;

arrossamento delle congiuntive (sottile strato che riveste l’interno delle palpebre e la sclera, ovvero la

parte bianca degli occhi);

abbondante lacrimazione;

fastidio alla luce.

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COSA FARE Lavare con abbondante acqua a getto continuo per almeno 3-5 minuti, tenendo ben divaricate le

palpebre, per alleviare il bruciore o in caso di contaminazione da parte di sostanze chimiche e dicendo al

soggetto di muovere gli occhi nelle varie direzioni.

Chiudere la palpebra, e coprire l’occhio con un tampone.

Inviare al più vicino pronto soccorso oculistico.

FOLGORAZIONE (o elettrocuzione)

Consiste nel passaggio di scariche elettriche attraverso il corpo umano. L’importanza dei danni che possono

derivarne sarà dipendente dalla durata del contatto tra il corpo umano e la corrente elettrica e dalla intensità

della corrente.

COME SI PRESENTA

Il soggetto può presentare :

fratture (la corrente ad alto voltaggio proietta il corpo lontano);

ustioni;

lesioni oculari;

ha il polso aritmico;

è in stato di shock.

COSA FARE Allontanare il soggetto dalla fonte di elettricità, evitando di toccare il corpo dell’infortunato, e di

rimanere a propria volta folgorati: ciò potrà essere fatto ponendosi in condizioni di isolamento (toccare il

corpo del soggetto con qualche oggetto di legno o di gomma o con tessuti asciutti) o se possibile

staccando del tutto la corrente elettrica.

Chiamare il 118.

Valutare il più rapidamente possibile le condizioni generali dell’infortunato, controllando i due

fondamentali parametri vitali: attività cardiaca e respirazione; all’occorrenza praticare immediatamente

la rianimazione cardio-polmonare.

Le ustioni di entrata e di uscita vanno considerate come ustioni gravi e quindi vanno coperte con garze

sterili.

COSA NON FARE Non toccare l’infortunato fino a quando non sia stato interrotto il contatto con la corrente.

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SINDROMI

DI INTERESSE MEDICO

LIPOTIMIA O SVENIMENTO

Lo svenimento è la perdita completa dei sensi, per cui lo svenuto non reagisce se interpellato. Esso può essere

determinato da molteplici cause quali: forti emozioni, mancanza di ossigeno, trauma alla testa, intossicazione,

ecc.

COSA FARE accertarsi che lo svenuto respiri, in caso contrario, intervenire con la rianimazione cardiopolmonare;

metterlo in posizione supina con testa reclinata indietro;

allentare gli indumenti stretti (colletto, cravatta, cinghia, ecc.);

sollevare gli arti inferiori per favorire la circolazione del sangue (posizione antishock);

aprire le finestre, se in luogo chiuso e allontanare gli astanti che tendono ad affollare il luogo;

rinfrescare fronte, collo, polsi dell’infortunato.

COSA NON FARE mai sollevare lo svenuto in posizione eretta o seduta;

mai somministrare bevande finché é privo di sensi;

mai somministrare bevande alcoliche quando lo svenuto ha ripreso i sensi.

N.B.

Dopo uno svenimento è sempre opportuno far visitare dal medico la persona interessata.

SHOCK

Si verifica uno stato di shock quando nel corpo umano si ha l'improvvisa caduta della pressione del sangue con

ridotta per fusione degli organi vitali.

Lo stato di shock può generarsi per vari motivi quelli di natura infortunistica possono essere:

emorragie;

ustioni estese;

lesione traumatiche gravi;

allergie (shock anafilattico).

COME SI PRESENTA

Il colpito da shock presenta i seguenti sintomi:

pallore estremo del viso;

polso debole e molto frequente;

respiro superficiale e affrettato;

sudore freddo;

indebolimento (progressivo) dello stato di coscienza.

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COSA FARE Rimuovere, per quanto possibile, le cause che hanno ingenerato lo shock.

Se la causa è la perdita di sangue:

fermare le emorragie;

sdraiare il ferito a testa più bassa, collo disteso e membra inferiori un po' sollevate (posizione

antishock);

controllare ed eventualmente aiutare la respirazione allentando lacci, cinture, cravatte;

coprire e tranquillizzare.

In ogni caso, provvedere con urgenza per il trasporto più idoneo.

COSA NON FARE Non somministrare mai bevande.

COMA

Stato d’incoscienza da cui il soggetto non esce anche se sottoposto a stimoli.

COSA FARE attivare immediatamente il 118;

liberare le vie aeree iperestendendo il collo;

ci può essere vomito;

se respira, mettere il soggetto in posizione laterale di sicurezza;

controllare periodicamente le funzioni vitali fino all’arrivo dell’ambulanza.

POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA

Se si deve assistere un individuo incosciente o parzialmente cosciente è necessario fargli assumere la

posizione laterale di sicurezza.

Assicurarsi però che un respiro “normale” sia presente e che non ci sia il sospetto di traumi della colonna

vertebrale o fratture.

La posizione su un fianco, con la testa in iper-estensione, permette al paziente di respirare senza correre il

pericolo di una ostruzione dovuta al rilasciamento della lingua o al vomito. Deve essere raggiunta senza

provocare torsioni del capo sull’asse longitudinale della colonna.

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Inginocchiarsi a fianco dell’infortunato e slacciargli gli indumenti.

Liberargli la bocca da qualsiasi cosa vi sia contenuta: protesi dentaria, materiali organici etc.

COLPO DI CALORE

Disturbo della regolazione termica del corpo umano (aumento eccessivo della temperatura) legato ad un

blocco della sudorazione; può intervenire quando si verificano particolari condizioni climatiche quali la

temperatura ambientale troppo elevata, la ventilazione scarsa, l’eccesso di umidità dell’aria, una attività

fisica troppo intensa.

COME SI PRESENTA

Eccessivo aumento della temperatura corporea (fino anche a 46°);

mal di testa (cefalea) sempre più forte;

aumento della frequenza del respiro che diventa superficiale;

blocco della sudorazione;

collasso cardio-circolatorio;

turbe dello stato di coscienza;

convulsioni;

delirio.

COSA FARE Chiamare il 118.

Trasportare l’infortunato in un luogo fresco e ventilato, se in esterno sdraiarlo all’ombra, con la testa e le

spalle leggermente sollevate.

Togliere gli indumenti.

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Raffreddare l’infortunato con acqua fredda, avvolgendo testa e corpo in asciugamani bagnati o se

possibile immergerlo nell’acqua.

Controllare la respirazione ed eventualmente iniziare le tecniche di rianimazione descritte.31

Si può far bere 3 o 4 bicchieri di acqua contenenti ciascuno mezzo cucchiaino di sale, uno ogni quarto

d’ora.

COLPO DI SOLE

E’ uno stato di malessere generale che si verifica in seguito alla eccessiva esposizione ai raggi solari diretti,

soprattutto in corrispondenza del capo e del collo.

COME SI PRESENTA

• Cefalea;

• delirio;

• allucinazioni;

• talora coma.

COSA FARE Chiamare il 118.

Trasportare l’infortunato in un luogo fresco e ventilato e togliere gli indumenti.

Raffreddare l’infortunato con acqua fredda iniziando dal capo e dal collo; se possibile immergerlo

nell’acqua.

Controllare la respirazione ed eventualmente iniziare le tecniche di rianimazione descritte.

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EMERGENZA DIABETICA

Per sapere se il paziente soccorso sia effettivamente diabetico occorre interrogare parenti/colleghi/amici.

In un soggetto diabetico in coma nel dubbio di ipoglicemia o iperglicemia applicare la regola del glucosio per

tutti.

- nel coma iperglicemico lo zucchero non peggiora di molto la situazione.

- nel coma ipoglicemico il soggetto ne ha un immediato beneficio.

COSA FARE

Nel soggetto cosciente

somministrare zucchero (acqua e zucchero, succo d’arancia);

chiamare i soccorsi (118).

Nel soggetto non cosciente:

chiamare i soccorsi (118);

somministrare un pizzico di zucchero sotto la lingua;

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valutare respiro e polso e , se presenti, porre il paziente in posizione laterale di sicurezza.

CRISI EPILETTICA

Manifestazione patologica derivante da una scarica elettrica anomala prodotta da una popolazione di cellule

nervose (del sistema nervoso centrale) ipereccitabili.

COME SI PRESENTA

Sono possibili 2 quadri principali

Crisi di piccolo male

Il soggetto mostra un’alterazione della coscienza detta “assenza”: ha lo sguardo fisso, non risponde alle

domande.

Il corpo può essere scosso da movimenti tonico-clonici (contrazioni involontarie dei muscoli di una parte del

corpo)

Quando il soggetto rientra nella realtà non ricorda nulla della crisi.

Crisi di grande male

I fase: il soggetto perde conoscenza e cade a terra. Il corpo si irrigidisce, il soggetto non respira , volge in alto

gli occhi e getta indietro la testa, il suo colorito può diventare cianotico per alcuni secondi.

II fase: il soggetto è scosso da movimenti convulsivi del tronco, faccia e arti con perdita delle urine, schiuma

alla bocca (1-4 minuti)

III fase: al termine della crisi il soggetto si addormenta profondamente. Al risveglio non ricorda nulla di quanto

è accaduto.

COSA FARE Allontanare il soggetto da fonti di pericolo, spostando gli oggetti affinché il paziente non si ferisca

urtandovi contro;

Proteggere la testa del soggetto dai traumi conseguenti alla caduta e alla crisi convulsiva, senza bloccarla

ma semplicemente assecondandone i movimenti.

Attendere la conclusione della crisi.

Chiamare il 118 se trattasi di prima crisi o il soggetto non è conosciuto.

Nella fase di rilassamento (III fase) sistemarlo in posizione di sicurezza (sul fianco)

Slacciare gli indumenti stretti per favorire la respirazione.

COSA NON FARE Cercare di impedire la crisi, frenando i movimenti convulsivi.

Tentare di aprire la bocca del soggetto.

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