NORMA ITALIANA CEI · 2017. 7. 13. · 17 4.1 Rapporto di verifica ... NOTALa presente Guida...

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1 CEI COMITATO ELETTROTECNICO ITALIANO AEIT FEDERAZIONE ITALIANA DI ELETTROTECNICA, ELETTRONICA, AUTOMAZIONE, INFORMATICA E TELECOMUNICAZIONI CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE PROGETTO NORMA ITALIANA CEI Progetto Data Scadenza Inchiesta C. 1091 20-04-2012 Data Pubblicazione 2012-… Classificazione 81-2 Titolo Guida per la verifica delle misure di protezione contro i fulmini Title Progetto in inchiesta pubblica

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    CEI COMITATO ELETTROTECNICO ITALIANO AEIT FEDERAZIONE ITALIANA DI ELETTROTECNICA, ELETTRONICA, AUTOMAZIONE, INFORMATICA E TELECOMUNICAZIONI

    CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

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    N O R M A I T A L I A N A C E I

    Progetto Data Scadenza Inchiesta

    C. 1091 20-04-2012

    Data Pubblicazione

    2012-…

    Classificazione

    81-2 Titolo

    Guida per la verifica delle misure di protezione contro i fulmini

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    1 Progetto C. 1091:2012-03 – Scad. 20-04-2012

    INDICE

    1 Generalità ........................................................................................................................ 2 1.1 Scopo ......................................................................................................................2 1.2 Campo di applicazione ............................................................................................2 1.3 Definizioni ...............................................................................................................2 1.4 Legislazione e normativa di riferimento ...................................................................5

    2 Periodicità ........................................................................................................................ 6 2.1 Legislazione e normativa .........................................................................................7 2.2 Esempi ....................................................................................................................8

    3 Contenuti della verifica ..................................................................................................... 9 3.1 Esame della documentazione tecnica .................................................................... 10 3.2 Valutazione del rischio dovuto al fulmine ............................................................... 11 3.3 Esame ordinario .................................................................................................... 14 3.4 Esame approfondito .............................................................................................. 16

    4 Modalità di redazione del rapporto di verifica (chi firma, come si valida, contenuti minimi, ecc.) ................................................................................................................... 17 4.1 Rapporto di verifica ............................................................................................... 17

    Allegato A Rapporto di verifica – Check list .......................................................................... 18

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    2 Progetto C. 1091:2012-03 – Scad. 20-04-2012

    1 Generalità

    1.1 Scopo Questa Guida fornisce indicazioni per verificare la rispondenza alle Norme CEI EN 62305 (CEI 81-10) delle misure di protezione contro i fulmini adottate a seguito della valutazione del rischio di una struttura. Le modalità di verifica tengono conto, per ciò che attiene gli aspetti operativi, delle vigenti disposizioni contenute nella serie di Norme CEI EN 62305 (CEI 81-10).

    La guida è indirizzata a chi, a qualsiasi titolo, è chiamato alla verifica dei sistemi di protezione contro i fulmini.

    1.2 Campo di applicazione La Guida si applica alle misure di protezione contro i fulmini e relativi accessori funzionali

    NOTALa presente Guida corrisponde all’applicazione delle procedure tecniche richiamate dalla CEI 0-14 “Guida alle verifiche ai sensi del DPR 462/01”.

    1.3 Definizioni In aggiunta alle definizioni contenute nelle Norme CEI EN 62305 (CEI 81-10), per gli scopi di questa Guida si applicano le definizioni seguenti.

    1.3.1 Esame documentale

    Valutazione della documentazione al fine di accertarne la completezza e la conformità alla CEI EN 62305 (CEI 81-10).

    NOTA: la documentazione è generalmente formata da:

    − documento di valutazione del rischio, − progetto, − dichiarazione di conformità, − rapporti di verifica e di manutenzione, − piano di manutenzione. 1.3.2 Esame ordinario Accertamento, senza l’uso di utensili o di mezzi di accesso, di eventuali difetti dei componenti che sono evidenti allo sguardo (ad esempio mancanza di ancoraggi, connessioni interrotte, involucri rotti, dati di targa, ecc.).

    1.3.3 Esame approfondito Operazione effettuata in aggiunta al precedente esame ed identifica tutti quei difetti (ad esempio errata installazione, connessioni non effettuate, morsetti lenti, ecc.) che possono evidenziarsi soltanto usando attrezzi (ad esempio strumenti, utensili e scale).

    L’esame approfondito richiede, normalmente, l’accesso ai componenti.

    L’esame approfondito può essere necessario in funzione:

    − dello stato di conservazione dell'impianto (accuratezza delle manutenzioni, addestramento e/o esperienza del personale, esistenza di modifiche o manipolazioni non autorizzate,

    − manutenzioni non appropriate effettuate non seguendo le raccomandazioni del costruttore,

    − vetustà dell'impianto e dei relativi componenti, ecc.),

    − delle condizioni ambientali (esposizione ad ambienti corrosivi, a prodotti chimici;),

    − della qualità della documentazione esibita.

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    3 Progetto C. 1091:2012-03 – Scad. 20-04-2012

    1.3.4 Installatore Persona competente ed esperta nelle misure di protezione contro i fulmini e nella loro installazione

    1.3.5 Impresa installatrice Impresa, abilitata ai sensi dell’art.3 del DM 37/08, che assume l’incarico di eseguire l’installazione, la trasformazione o l’ampliamento, delle misure di protezione contro i fulmini e ne rilascia la dichiarazione di conformità ai sensi del DM 37/08 coi relativi allegati obbligatori tra i quali le istruzioni di uso e manutenzione, previa verifica (verifica iniziale) con esito positivo delle installazioni. L’impresa si avvale di persone competenti ed esperte nell’installazione delle misure di protezione contro i fulmini.

    1.3.6 Manutentore Persona, competente ed esperta di misure di protezione contro i fulmini, incaricata di operazioni di manutenzione specificate al par. 1.3.7. Opera tenendo conto delle indicazioni contenute nelle istruzioni di manutenzione, contribuisce al suo aggiornamento, riportando qualora necessarie, raccomandazioni e quant’altro ritiene utile per il futuro dell’impianto e per l’ottimizzazione delle successive manutenzioni. Collabora allo studio del progetto di manutenzione od alla sua revisione.

    1.3.7 Manutenzione Combinazione di azioni eseguite per mantenere o riportare un componente dell’impianto nelle condizioni in cui possa soddisfare le prescrizioni delle relative specifiche costruttive ed effettuare le funzioni richieste.

    1.3.8 Misure di protezione Accorgimenti adottati per proteggere la struttura riducendone il rischio dovuto alla fulminazione diretta e/o indiretta.

    Tali misure sono:

    − LPS esterno

    − LPS interno

    − SPM (LPMS)

    − altre misure diverse dalle precedenti, indicate nel documento di valutazione del rischio dovuto al fulmine (es: misure antincendio attive e passive, tipologia della pavimentazione, cablaggio interno, ecc).

    La combinazione di uno o più di questi elementi costituisce il sistema di protezione che porta a definire protetta la struttura.

    1.3.9 Progettista Specialista, competente ed esperto nella progettazione di misure di protezione contro i fulmini, incaricato dalla Committenza che, acquisendo la valutazione del rischio dovuto al fulmine redatta in conformità alla Norma CEI EN 62305-2, ovvero procedendo egli stesso alla redazione di tale documento, redige il progetto per la realizzazione delle misure di protezione contro il fulmine.

    1.3.10 Prove Operazioni, comprese le misure, da effettuare ove ritenute necessarie, per accertare l'efficacia e l'idoneità dell'impianto realizzato e del mantenimento del livello di sicurezza raggiunto.

    1.3.11 Rapporto di verifica Documento che comprende gli esiti dei controlli effettuati. Un esempio di rapporto di verifica è costituito dalla check-list allegata alla presente guida.

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    1.3.12 Valutazione del rischio Procedura per la determinazione del rischio dovuto al fulmine e che permette, se necessario, la scelta di appropriate misure di protezione da adottare per ridurre il rischio a valori non superiori a quelli ritenuti tollerabili.

    La valutazione del rischio dovuto al fulmine è eseguita da uno specialista competente ed esperto nelle misure di protezione contro il fulmine, in collaborazione con il committente.

    Nota: Nell’ambito di applicazione del D.Lgs 81/08, la revisione della valutazione del rischio è richiesta dall’articolo 29 comma 3 ed il suo contenuto deve tener conto di quanto espresso nell’articolo 28 comma 3 del decreto stesso.

    1.3.13 Verificatore Specialista che procede alla verifica delle misure di protezione adottate.

    1.3.14 Verifica Insieme delle operazioni mediante le quali si accerta la rispondenza alle Norme CEI EN 62305 (CEI 81-10).

    1.3.15 Verifica iniziale Verifica effettuata dall’installatore al termine della realizzazione dell’impianto, eseguita al fine di valutarne la rispondenza ai requisiti di sicurezza e funzionalità. L’esito positivo di questa verifica consente di rilasciare la dichiarazione di conformità alla regola d’arte ai sensi del DM 37/08.

    1.3.16 Verifica periodica Insieme delle procedure con le quali si accerta il permanere dei requisiti di sicurezza e funzionalità delle misure adottate, tenendo conto delle disposizioni legislative e regolamentari vigenti e di quelle contenute nella documentazione di impianto e nel libretto o nelle istruzioni di uso e manutenzione (DM 37/08, art. 2 comma 1 lettera d) ed art. 8 comma 2).

    1.3.16.1 Verifica periodica di manutenzione È eseguita da personale esperto dei sistemi di protezione contro i fulmini.

    Nell’ambito di applicazione del D.Lgs. 81/08 all’art. 86 la verifica periodica di manutenzione è definita con il termine “controllo”.

    1.3.17 Verifica straordinaria Insieme delle procedure con le quali si accerta l’esistenza dei requisiti di sicurezza e funzionalità in caso di:

    − Richiesta da parte del proprietario, o del responsabile della gestione, o del responsabile della sicurezza, o del responsabile della manutenzione, ad esempio ogni qualvolta si verifichi una fulminazione sull’LPS.

    − Esito negativo della verifica periodica.

    − Modifica sostanziale dell’impianto. 1.3.18 Verifica ispettiva Iniziale (DPR 462/01 art.3 - a campione), periodica e straordinaria (DPR 462/01 artt. 4 e 7) sono eseguite dai soggetti individuati nell’ambito di applicazione del DPR 462/01.

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    1.4 Legislazione e normativa di riferimento I principali riferimenti normativi e legislativi sono:

    − D.M. 22 gennaio 2008 n.37 e successive modificazioni ed integrazioni (s.m.i.) “Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n° 248 del 2 Dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione”.

    − Legge 46/90 art. 14 “Verifiche”

    − DPR 22 ottobre 2001 n.462 “Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivo di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi”.

    − DLgs del 9 Aprile 2008 n° 81 e s.m.i. “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 Agosto 2007 n° 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”.

    − Norma CEI EN 62305-1 (CEI 81-10/1)“Protezione contro i fulmini – Parte 1: Principi generali”

    − Norma CEI EN 62305-2 (CEI 81-10/2)“Protezione contro i fulmini – Parte 2: Valutazione del rischio”

    − Norma CEI EN 62305-3 (CEI 81-10/3)“Protezione contro i fulmini - Parte 3: Danno materiale alle strutture e pericolo per le persone”

    − Norma CEI EN 62305-4 (CEI 81-10/4)“Protezione contro i fulmini – Parte 4: Impianti elettrici ed elettronici nelle strutture”

    − Norma CEI EN 50164-1 (CEI 81-5) “Componenti per la protezione contro i fulmini (LPC). Parte 1: Prescrizioni per i componenti di connessione”

    − Norma CEI EN 50164-2 (CEI 81-15) “Componenti per la protezione contro i fulmini (LPC). Parte 2: Prescrizioni per i conduttori di terra e i dispersori”

    − Norma CEI EN 50164-3 (CEI 81-12) “Componenti per la protezione contro i fulmini (LPC). Parte 3: Prescrizioni per gli spinterometri”

    − Norma CEI EN 50164-4 (CEI 81-17) “Componenti per la protezione contro i fulmini (LPC). Parte 4: Prescrizioni per i componenti di fissaggio”

    − Norma CEI EN 50164-5 (CEI 81-13) “Componenti per la protezione contro i fulmini (LPC). Parte 5: Prescrizioni per la verifica di involucri di ispezione (pozzetti) e di componenti a tenuta per dispersori (passanti)”

    − Norma CEI EN 50164-6 (CEI 81-14) “Componenti per la protezione contro i fulmini (LPC). Parte 6: Prescrizioni per i contatori di corrente di fulmine”

    − Norma CEI EN 50164-7 (CEI 81-18) “Componenti per la protezione contro i fulmini (LPC). Parte 7: Prescrizioni per le miscele aventi caratteristiche avanzate per l’impianto di messa a terra”

    − Norma CEI 64-8“Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua”

    − Guida CEI 0-2 “Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici”

    − Guida CEI 0-10“Guida alla manutenzione degli impianti elettrici”

    − Guida CEI 0-14“Guida all'applicazione del DPR 462/01 relativo alla semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra degli impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi”

    − Guida CEI 64-14“Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori”

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    6 Progetto C. 1091:2012-03 – Scad. 20-04-2012

    2 Periodicità

    Fermo restando le periodicità fissate da provvedimenti legislativi, la frequenza della verifica periodica delle misure di protezione contro i fulmini deve essere determinata in conformità al documento di valutazione del rischio (DLgs 81/08 e CEI EN 62305-2 nel caso di ambienti di lavoro, CEI EN 62305-2 negli altri casi). La frequenza della verifica è indicata nella Norma CEI EN 62305-3 (CEI 81-10/3), allegato E; condizioni più restrittive possono essere fissate dal soggetto che ha preparato il documento di valutazione del rischio dovuto al fulmine o dal manutentore.

    La verifica sarà effettuata con periodicità correlata alle caratteristiche della struttura da proteggere; le periodicità nel seguito indicate sono riferite ai casi in esempio. L’intervallo tra due verifiche successive, può essere ridotto in relazione allo stato di degrado progressivo delle misure di protezione.

    È opportuno che i rapporti di verifica vengano utilizzati ed inseriti nel sistema di gestione per la salute e sicurezza, tenendo anche in considerazione le raccomandazioni dei precedenti rapporti, se presenti.

    Quando non è disponibile nessun precedente rapporto, è necessario un controllo più approfondito.

    La determinazione dell’intervallo tra due controlli dovrebbe tener conto dei danni dovuti al fulmine, in particolare per episodi di fulminazione diretta.

    L’intervallo tra i controlli del LPS è condizionato dai seguenti fattori:

    1) classe dell’LPS 2) fattori ambientali quali:

    a) ambiente con possibile presenza di vapori corrosivi, b) ambiente salino, c) ambiente caratterizzato da vibrazioni dovute a macchinari o lavorazioni. d) Ambiente rurale

    (Vanno presi accorgimenti nel caso di contatto con liquami organici e di sistemi di irrigazione acidificata)

    e) Ambiente urbano e industriale Nelle aree ad elevata concentrazione industriale e nei centri urbani l'aria è contaminata da numerosi inquinanti, i più temibili per la corrosione dello zinco sono i composti di zolfo). In atmosfere umide il biossido di zolfo produce acido solforoso sulla superficie dello zinco, reagendo così con la pellicola di ossido, idrossido e carbonato basico di zinco e formando solfito di zinco. Altri composti di zolfo, quale ad esempio il triossido di zolfo, agiscono in maniera del tutto simile formando sali altrettanto idrosolubili che presentano scarsa adesione con il substrato. In tal modo viene distrutto parzialmente il rivestimento superficiale di zinco che tenderà a riformarsi a spese degli strati metallici sottostanti. La deposizione di fuliggine e polvere può essere anch'essa dannosa sia per la natura stessa di tali sostanze, sia perché esse possono aumentare il rischio di formazione di condensa sulla superficie e trattenervi una maggiore quantità di acqua.

    f) Ambiente marino Negli ambienti marini la resistenza della zincatura è influenzata dalla presenza di cloruro di sodio nell'aria. Il contenuto di sale nell'atmosfera decresce molto rapidamente man mano che ci si sposta dalla costa verso le zone più interne e, a differenza di quanto avviene ai tropici, nell'aria e nell'acqua dei climi più temperati è contenuta una certa quantità di sali di magnesio che contribuiscono a inibire la corrosione dello zinco.

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    7 Progetto C. 1091:2012-03 – Scad. 20-04-2012

    Evidenze sperimentali hanno mostrato che i cloruri divengono particolarmente pericolosi quando si combinano con l'acidità dovuta ai gas a base di zolfo, come spesso avviene nelle aree ad alta densità di insediamenti industriali.

    3) I materiali di ciascun componente dell’LPS l’elemento tecnico subisce una naturale caduta prestazionale nel tempo in relazione anche alla vita utile propria del materiale e della lavorazione caratteristica di ciascun componente, nonché alla messa in opera. Ai materiali impiegati per un nuovo impianto viene in genere assegnata una “durata spontanea” o la valutazione di vita utile, come da serie di norme CEI EN 50164; per i materiali installati da molto tempo deve essere condotta un’analisi per valutare il fine vita del componente.

    4) Il tipo di superficie a cui il componente é ancorato l’elemento tecnico al quale è ancorato l’LPS subisce un degrado con relativa perdita prestazionale nel tempo;

    5) Le caratteristiche del suolo ed i relativi tassi di corrosione In condizioni particolari anche i terreni possono, in certa misura, essere corrosivi. Per stabilirne l'aggressività se ne misura la resistività (Ohm/m). Infatti la corrosività del terreno risulta essere inversamente proporzionale alla resistività e direttamente proporzionale all'umidità del terreno. Sono più corrosivi terreni di tipo argilloso, paludoso, con notevoli quantità di humus.

    Comportamento dei vari terreni nei confronti della zincatura

    Tipo di terreno Aggressività

    Calcareo, calcareo con marna, marna sabbiosa Bassa

    Sabbioso, ghiaioso Moderata

    Argilloso, torba, terreno paludoso, suoli molto fertili (humus) Alta

    NOTA In prossimità di impianti protetti con protezione catodica si può rilevare corrosione dei materiali metallici in contatto con il terreno.

    2.1 Legislazione e normativa Si raccomanda che l’intervallo tra due verifiche, per i vari elementi con cui si realizzano le misure di protezione, sia quello indicato nelle tabelle sottostanti:

    Tabella 2.a – LPS: Intervallo fra due verifiche successive

    Livello di protezione Esame ordinario

    [mesi] Esame approfondito

    [mesi]

    Situazioni critiche Esame approfondito

    [mesi]

    I e II 12 24 12

    III e IV 24 48 12

    NOTA 1 Per gli LPS utilizzati in applicazioni su strutture con rischio di esplosione è opportuno che sia effettuato un esame a vista ogni 6 mesi. La presenza di zone con pericolo di esplosione di tipo 0 e 20 può inoltre essere trascurata quando il volume effettivo di atmosfera esplosiva Vex non supera i limiti stabiliti dalle Norme e Guide del CT31. NOTA 2 Le situazioni critiche sono ad esempio la presenza di un numero elevato di persone, i centri di calcolo, impianti sensibili e quelle in cui il danno si può estendere alle strutture ed ambienti circostanti (come ad esempio emissioni tossiche, contaminazione, ecc..) come indicato nella nota 4 del punto C.2 della Norma CEI EN 62305 (CEI 81-10);V1 e/o provocare l’immediato pericolo per la vita umana. Oltre a quanto sopra esposto, è consigliabile che un LPS sia controllato quando è oggetto di una fulminazione e ogni qualvolta si verificano significative modifiche o riparazioni alla struttura protetta come, ad esempio, lavori e/o manutenzioni sulla copertura.

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    Tabella 2.b – Sistema di SPD: Intervallo fra due verifiche successive

    Livello di protezione Esame ordinario

    [mesi] Esame approfondito

    [mesi]

    Situazioni critiche Esame approfondito

    [mesi]

    I e II 6 12

    6 III e IV 12 24

    No LPS 12 24

    NOTA 1 Dopo ogni fulminazione è opportuno effettuare un esame a vista dello stato degli SPD, a meno che non sia stato realizzato un sistema di segnalazione remota. NOTA 2 Sugli impianti dove sono installati gli SPD, le situazioni critiche, sono quelle per le quali possono verificarsi guasti che determinano l’immediato pericolo per la vita umana. NOTA 3 Gli SPD sono componenti che possono guastarsi anche per sovratensioni diverse dalla fulminazione.

    Tabella 2.c –SPM: Intervallo fra due verifiche successive

    Esame ordinario

    [mesi] Esame approfondito

    [mesi]

    Situazioni critiche Esame approfondito

    [mesi]

    Sistemi SPD 6 12 6

    Schermi magnetici 12 24 12

    Equipotenzializzazione 12 24 12

    NOTA 1 Dopo ogni fulminazione è opportuno effettuare un esame a vista dello stato degli SPD, a meno che non sia stato realizzato un sistema di segnalazione remota. NOTA 2 Le situazioni critiche, sono quelle per le quali i guasti di impianti interni dovuti all’impulso elettromagnetico (LEMP) possono provocare l’immediato pericolo per la vita umana.

    Tabella 2.d – LPS: Altre misure. Intervallo fra due verifiche successive

    Strutture dotate di LPS esterno Strutture non dotate di LPS esterno

    Stessa frequenza definita per l’esame approfondito, determinata dal livello di

    protezione dell’LPS

    Caratteristiche del suolo e/o della pavimentazione

    60 mesi Barriere, isolamento, cartelli ammonitori, equipotenzializzazione del suolo

    Misure antincendio

    NOTA Per le misure antincendio, acquisire dichiarazioni e report dei controlli

    Oltre a quanto sopra esposto, è opportuno che le misure di protezione siano ispezionate ogni qualvolta si verifichino significative modifiche alla struttura, come ad esempio lavori e/o manutenzioni sulla copertura, e quando il sistema di protezione sia stato oggetto di una fulminazione.

    In ogni caso il datore di lavoro o il conduttore deve provvedere ad una nuova valutazione del rischio dovuto al fulmine ogni volta che si verifica almeno una delle seguenti condizioni:

    − richiesta motivata dell’organo di vigilanza,

    − introduzione di un fattore di rischio precedentemente non considerato,

    − variazioni significative dei parametri contenuti nella precedentemente valutazione. 2.2 Esempi A titolo di esempio si sono utilizzati alcuni dei casi illustrati nell’allegato H della Norma CEI EN 62305-2 (CEI 81-10/2 ed. 2007), definendo le periodicità delle verifiche delle misure che compongono il sistema di protezione, con l’ausilio delle tabelle di cui sopra.

    Esempio H2 “Edificio adibito ad uso uffici” con le misure di protezione di cui al punto b), cioè impianto automatico antincendio e SPD.

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    9 Progetto C. 1091:2012-03 – Scad. 20-04-2012

    La periodicità delle verifiche in relazione alla tipologia delle misure adottate può essere così definita:

    SPD: 12 mesi (esame ordinario) e 24 mesi (esame approfondito);

    Altre misure (sistema antincendio): 60 mesi.

    Nel seguente caso la periodicità delle verifiche può essere così definita:

    Esempio H3 “Ospedale” con le misure di protezione di cui alla soluzione c), cioè LPS di Classe I, Sistema di SPD, Impianto automatico di rivelazione incendio e schermi a reti magliate.

    LPS: 12 mesi (esame ordinario) e 24 mesi (esame approfondito);

    SPD: 6 mesi (esame approfondito) per quelli installati a protezione delle linee entranti nella struttura e sui circuiti utilizzati nelle zone Z3 e Z4 (Zone dove il danneggiamento delle apparecchiature può causare pericolo immediato per le persone); l’esame ordinario non viene eseguito); 6 mesi (esame ordinario) e 12 mesi (esame approfondito), per quelli installati su circuiti dove non può verificarsi l’immediato pericolo per la vita umana;

    Altre misure (sistema antincendio): 24 mesi.

    SPM - schermi magnetici nelle zone Z3 e Z4: esame approfondito di situazioni critiche 12 mesi.

    3 Contenuti della verifica

    La verifica delle misure di protezione contro i fulmini, consiste in un controllo di rispondenza alle Norme della serie CEI EN 62305 (CEI 81-10) e ai dati di progetto delle misure di protezione esistenti o adottate per ricondurre i valori di rischio a valori tollerabili.

    Durante la verifica si devono prendere tutte le precauzioni per garantire la sicurezza delle persone ed evitare danni ai beni ed ai componenti installati.

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  • Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

    10 Progetto C. 1091:2012-03 – Scad. 20-04-2012

    3.1 Esame della documentazione tecnica La documentazione tecnica è esaminata sotto l’aspetto della completezza, della conformità alla Norma e all’impianto così come realizzato.

    La documentazione riveste particolare importanza, in quanto le misure di protezione non sono univocamente individuate dal tipo di struttura e dalla destinazione d’uso, ma dipendono dagli elementi che concorrono alla valutazione del rischio. In base al confronto tra il valore del rischio calcolato ed il valore del rischio tollerabile, nella valutazione del rischio dovuto al fulmine e nel progetto sono indicate le eventuali misure di protezione.

    L'idoneità della documentazione è propedeutica all'esame delle misure di protezione.

    L’esame della documentazione riguarda essenzialmente:

    − valutazione del rischio dovuto al fulmine;

    − progetto del sistema di protezione e definizione delle misure adottate;

    − dichiarazione di conformità resa ai sensi del DM 37/08 art. 7;

    − eventuali rapporti relativi alle verifiche e alle manutenzioni.

    START

    Esame documentale

    Esame a vista della struttura e del

    conduttore

    Stesura rapporto di prova

    END

    LPS esterno

    LPS interno

    LMPS

    Altre misure

    Progetto

    Documento valutazione del rischio

    Dichiarazione di conformità

    Rapporti precedenti verifiche

    Analisi degli elementi utilizzati nel documento di valutazione del rischio finalizzato alla ricerca

    della delle misura di protezione adottate ed alla verifica della

    coerenza del documento

    Compilazione di chek list documentando le eventuali azioni

    correttive se richieste

    Procedura per la verifica delle misure di protezione contro i fulmini

    Captatore

    Calate

    Dispersore

    Equipotenziale EB (ISG)

    Distanze di sicurezza

    SPD

    Equipotenzializzazione

    Schemi magnetici

    Sistemi di SPD

    Cablaggio interno

    Pavimentazioni

    Provvedimenti antincendio V

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    11 Progetto C. 1091:2012-03 – Scad. 20-04-2012

    3.2 Valutazione del rischio dovuto al fulmine L’esame del documento di valutazione del rischio dovuto al fulmine va eseguito in conformità alla norma CEI EN 62305-2 e dovrebbe contenere i seguenti dati:

    − identificazione e classificazione dell’oggetto (volume) da proteggere e delle sue caratteristiche;

    − identificazione di tutti i tipi di perdita dell’oggetto e dei corrispondenti rischi;

    − determinazione del rischio per ciascun tipo di perdita;

    − valutazione della necessità della protezione effettuando il confronto tra i rischi R1, R2 e R3 per una struttura con il rischio tollerabile RT;

    − livello di protezione richiesto;

    − misure di protezione da adottare;

    − periodicità dei controlli L’esame della documentazione di valutazione del rischio dovuto al fulmine è effettuata allo scopo di verificare che:

    − siano evidenziati tutti i dati di ingresso utilizzati per la valutazione del rischio dovuto al fulmine (verifica iniziale, o prima verifica);

    − non siano cambiati i dati di ingresso (verifiche periodiche successive alla prima).

    − siano coerenti i dati utilizzati per la valutazione del rischio dovuto al fulmine.

    L’esame del documento di valutazione del rischio non ha lo scopo di verificare il controllo dell’esattezza o meno dell’elaborazione dei dati d’ingresso. La mancata disponibilità della documentazione di valutazione del rischio dovuto al fulmine in conformità alla Norma CEI EN 62305-2 (CEI 81-10/2) non consente l’esecuzione della verifica.

    3.2.1 Progetto L’esame è volto ad accertare che il documento riporti almeno una relazione ed eventuali elaborati grafici che richiamino le seguenti indicazioni:

    − elenco delle norme tecniche di riferimento;

    − individuazione ed ubicazione della struttura da proteggere in accordo al documento di valutazione del rischio;

    − dimensioni in pianta, altezza e forma della struttura;

    − livello di protezione richiesto e livello di protezione adottato;

    − parametri caratteristici del fulmine, relativi al livello di protezione adottato;

    − caratteristiche dell’LPS esterno da realizzare con:

    − informazioni sul dimensionamento e posizionamento dei seguenti elementi :

    − captatori,

    − calate,

    − dispersori;

    − eventuali vincoli architettonici per stabilire se l’LPS deve essere isolato o non isolato;

    − vincoli da rispettare per la connessione del dispersore dell’LPS a quello di altri impianti ed eventuali provvedimenti contro la corrosione;

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    12 Progetto C. 1091:2012-03 – Scad. 20-04-2012

    − caratteristiche dell’LPS interno da realizzare con:

    − caratteristiche, numero e ubicazione dei collegamenti equipotenziali diretti e tramite ISG di: parti strutturali metalliche, corpi metallici, impianti interni, corpi metallici esterni e linee connesse alla struttura;

    − isolamento elettrico dell’ LPS esterno

    − caratteristiche del sistema SPD da realizzare per la protezione contro le sovratensioni:

    − caratteristiche, numero e ubicazione degli SPD sulle linee elettriche entranti nella struttura;

    − dimensionamento del dispersore per la protezione contro le sovratensioni

    − eventuali misure di protezione addizionali o particolari.

    La mancata disponibilità della documentazione di progetto [CEI EN 62305-3 (CEI 81-10/3] e/o [CEI EN 62305-4 (CEI 81-10/4] non consente l’esecuzione della verifica.

    3.2.2 Caratteristiche dell’LPS esterno Le caratteristiche dell’LPS esterno vanno individuate attraverso una relazione di progetto con i necessari calcoli e gli elaborati grafici occorrenti, anche di dettaglio, tra l’altro riguardanti:

    − classe dell’LPS;

    − elementi per definire la necessità o meno dell’LPS esterno isolato

    − le caratteristiche strutturali che possono influenzare la realizzazione dell’LPS, ad esempio:

    − forma e tipo di copertura;

    − strutture portanti;

    − continuità dei ferri di armatura delle strutture in cemento armato;

    − impianti elettrici, telefonici ed altri;

    − componenti:

    − sistema di captatori e, metodo utilizzato per determinarne il posizionamento;

    − eventuali captatori naturali (costituiti da elementi metallici che sono parte integrante della struttura e che non possono essere modificati);

    − sistema di calate;

    − eventuali elementi naturali delle calate, eventuale rapporto di prova della continuità dei ferri di armatura;

    − ubicazione dei punti di misura;

    − tipo del sistema di dispersori (tipo A, tipo B, caratteristiche degli elementi);

    − eventuali elementi naturali del dispersore;

    − disegni quotati (in pianta ed in sezione) del volume da proteggere e dell’impianto di protezione (captatori, calate, dispersore).

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    13 Progetto C. 1091:2012-03 – Scad. 20-04-2012

    3.2.3 Caratteristiche dell’LPS interno Le caratteristiche dell’LPS interno vanno individuate attraverso una relazione di progetto con i necessari calcoli e gli elaborati grafici occorrenti, anche di dettaglio, tra l’altro riguardanti:

    − connessioni equipotenziali (EB):

    − alle parti strutturali metalliche,

    − ai corpi metallici,

    − agli impianti interni,

    − ai corpi metallici esterni,

    − spinterometri - isolating spark gaps (ISGs) (nota: certificati ATEX in zone classificate);

    − caratteristiche del sistema di SPD, dati relativi alla loro scelta ed al loro coordinamento;

    − disegni quotati (in pianta ed in sezione) del volume da proteggere e dell’impianto di protezione, ubicazione dei nodi equipotenziali e dei punti di misura, ubicazione di eventuali collegamenti a strutture metalliche interrate;

    − determinazione ed evidenziazione dei corpi metallici e delle masse estranee, con il calcolo per la determinazione delle distanze per i collegamenti equipotenziali e delle distanze di sicurezza;

    − caratteristiche degli SPD, in particolare la corrente ad impulso (Iimp) ed il livello di protezione;

    − identificazione dei punti di installazione degli SPD.

    3.2.4 Caratteristiche delle misure di protezione per le apparecchiature La CEI EN 62305-4 (CEI 81-10/4) fornisce informazioni sulle misure di protezione atte a ridurre il rischio di guasti permanenti negli impianti elettrici ed elettronici all’interno di strutture. I guasti permanenti agli impianti elettici ed elettronici possono essere causati dall’impulso elettromagnetico connesso al fulmine (LEMP) tramite:

    a) gli impulsi condotti trasmessi agli apparati attraverso i conduttori; b) gli effetti del campo elettromagnetico irradiato direttamente sull’apparato stesso.

    Il coordinamento e il mantenimento di un SPM richiede l’attuazione di un piano di gestione.

    Le principali misure di protezione comprendono:

    − Messa a terra ed equipotenzializzazione

    − Schermatura magnetica e percorsi dei cavi

    − Protezione con Sistema di SPD 3.2.5 Dichiarazione di Conformità La dichiarazione di conformità va redatta ai sensi del DM 37/08 dall’impresa installatrice o dall’ufficio tecnico interno di una impresa non installatrice, ed è il documento con il quale l’impresa installatrice dell’impianto o l’ufficio tecnico interno, dichiara la rispondenza dell’opera realizzata al progetto ed alla regola dell’arte, previa effettuazione delle obbligatorie verifiche iniziali. Nei luoghi di lavoro essa costituisce, ai sensi del DPR 462/01, anche il documento per l’omologazione dell’impianto.

    Dovrebbero essere verificati:

    − l’esattezza dei dati del dichiarante, confrontando quelli inseriti nel modulo con quelli del certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico professionali rilasciato dalla C.C.I.A.A.;

    − la descrizione schematica dell’impianto realizzato;

    − la definizione del tipo di intervento;

    − la presenza dei dati del committente, di quelli dell’immobile e della proprietà;

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    14 Progetto C. 1091:2012-03 – Scad. 20-04-2012

    − la dichiarazione di aver rispettato il progetto.

    − la dichiarazione di aver controllato l’impianto ai fini della sicurezza e della funzionalità con esito positivo, avendo eseguito le verifiche richieste dalle norme e dalle disposizioni di legge. Tale controllo può essere documentato, ad esempio, utilizzando la check-list allegata alla presente guida.

    − individuazione delle leggi e/o norme tecniche seguite per la realizzazione delle misure di protezione.

    − relazione con la tipologia dei materiali utilizzati. La descrizione comprende:

    − la denominazione,

    − il modello o la sigla,

    − il nome del costruttore,

    − la conformità alla regola dell’arte;

    − copia del certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico-professionali.

    − libretto o istruzioni di uso e manutenzione dell’opera realizzata rilasciato dall’impresa installatrice.

    3.3 Esame ordinario 3.3.1 Esame ordinario della struttura e del contenuto L’esame ordinario della struttura considera i sistemi e gli elementi utilizzati nel documento di analisi del rischio quali:

    − caratteristiche superficiali del suolo;

    − caratteristiche superficiali della pavimentazione;

    − barriere, isolamento, cartelli ammonitori, equipotenzializzazione del suolo;

    − LPS (vedi paragrafo successivo);

    − sistema di SPD;

    − schermatura locale;

    − schermatura delle linee esterne;

    − schermatura delle linee interne;

    − cablaggio degli impianti interni;

    − rete di equipotenzialità;

    − misure antincendio;

    − pericoli particolari;

    − tensione di tenuta a impulso.

    3.3.2 Esame ordinario LPS esterno L’esame a vista prende in esame tutte le parti costituenti l’LPS, le condizioni della struttura protetta e gli elementi del sistema di protezione e controlla che essi rispondano a quanto indicato dal progetto.

    NOTA 1 È opportuno predisporre l’ispezione in modo tale da permettere l’immediata riparazione di quelle parti dell’LPS esterno risultate allentate, rotte o indebolite dalla corrosione.

    NOTA 2 La verifica ai fini manutentivi di un LPS esterno comporta, nella maggioranza dei casi, l’esposizione al rischio di caduta. Nel corso dell’ispezione vanno attuate in atto le disposizioni del D.Lgs 81/08 ed in particolare quanto previsto al Titolo IV, Capo II “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni e nei lavori in quota”.

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    15 Progetto C. 1091:2012-03 – Scad. 20-04-2012

    Con l’esame ordinario si accerta che:

    − la sezione dei captatori e delle calate previste dal progetto sia adeguata;

    − non vi siano connessioni che presentino rotture o interruzioni nelle giunzioni dell’LPS;

    − nessun elemento sia indebolito dalla corrosione, in particolare a livello del suolo;

    − tutte le connessioni a terra visibili siano intatte (funzionalmente operanti);

    − tutte le connessioni ed i componenti visibili siano ancorati alla superficie di fissaggio ed i componenti che assicurano la protezione meccanica siano intatti ed efficienti;

    − non vi siano stati ampliamenti o modifiche alla struttura protetta che richiedano una protezione addizionale;

    − non vi siano indizi di danni all’LPS esterno o a eventuali spinterometri all’esterno della struttura;

    − siano realizzate corrette connessioni equipotenziali per ogni servizio;

    − i conduttori equipotenziali all’interno della struttura siano presenti ed intatti (funzionalmente operanti);

    − siano rispettate le distanze di sicurezza previste dal progetto;

    − siano rispettati i criteri per i luoghi all’aperto previsti dal progetto: isolamento delle calate, barriere, sezionamenti, fissaggi, ecc.

    3.3.2.1 Verifica della conformità dei materiali La verifica accerta la conformità dei materiali a quanto definito nel documento di progetto e nelle tavole relative.

    In ogni caso i materiali devono rispondere ai requisiti minimi indicati nelle tabelle contenute nella norma CEI EN 62305-3 (CEI 81-10/3).

    3.3.3 Esame ordinario LPS interno L’esame ordinario accerta che:

    − siano realizzate corrette connessioni equipotenziali per ogni servizio;

    − i conduttori equipotenziali all’interno della struttura siano presenti ed intatti (funzionalmente operanti);

    − siano integri gli spinterometri di separazione (ISG).

    − i corpi metallici (quali ad esempio canaline, tubazioni, canali di condizionamento, ecc) siano direttamente collegati all’LPS o siano posizionati a distanza superiore alla distanza di sicurezza calcolata e definita in progetto.

    3.3.3.1 Esame ordinario degli SPD L’esame ordinario degli SPD consiste nel controllo a vista dello stato dei segnalatori (se esistenti: cambio di colore della finestrella indicatrice) e nel controllo a vista della presenza di bruciature sul componente o di danni evidenti.

    Va controllato a vista lo stato dei relativi dispositivi di distacco esterno se presenti.

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    3.3.3.2 Esame ordinario SPM L’esame ordinario dello SPM deve verificare:

    − l’assenza di connessioni scollegate nonché di rotture accidentali nei conduttori e nellegiunzioni,

    − che nessun elemento dell’installazione sia indebolito a causa di corrosioni, in particolare a livello del suolo,

    − l’integrità dei conduttori equipotenziali e degli schermi dei cavi,

    − l’assenza di ampliamenti e modifiche che richiederebbero ulteriori misure di protezione,

    − l’assenza di danno agli SPD ai loro fusibili e ai dispositivi di distacco,

    − il mantenimento dei percorsi appropriati dei circuiti,

    − il rispetto delle distanze di sicurezza degli schermi locali.

    3.4 Esame approfondito L’esame approfondito comprende l’esame a vista approfondito e le prove strumentali. Per i controlli periodici il verificatore procede all'esame della documentazione relativa ad eventuali riparazioni, modifiche, interventi manutentivi, ecc.

    NOTA 1 L’esame approfondito può essere convenientemente inserito nel programma di manutenzione. Può essere richiesta la completa verifica annuale dalla compagnia di assicurazione.

    Le prove consistono:

    − nella misura della resistenza di terra del sistema di dispersori;

    − nella verifica di continuità dei ferri di armatura, qualora non vi fosse idonea documentazione in tal senso.

    3.4.1 Prove e misure Le prove vanno effettuate secondo le norme di buona tecnica e consistono nell'accertamento:

    − del valore della resistenza di terra;

    − della continuità elettrica delle connessioni equipotenziali;

    − del valore della resistenza dei ferri di armatura ai fini della loro continuità elettrica quando vengono utilizzati come elementi dell'impianto.

    3.4.1.1 Prova di continuità Si verifica la continuità tra i punti di misura, il sistema di captatori ed il conduttore ad anello più vicino

    3.4.1.2 Misura della resistenza di terra Ai fini della protezione contro i fulmini sono particolarmente importanti la geometria e le dimensioni degli elementi del dispersore e pertanto si suggerisce:

    − In seguito ai controlli in fase di installazione effettuare la misura di resistenza del dispersore, possibilmente in diverse condizioni ambientali,

    − Durante le verifiche periodiche effettuare la misura della resistenza di terra ed effettuare il confronto con le misure precedenti per identificare eventuali corrosioni o danni del dispersore.

    Il sistema di dispersori considerato è quello relativo all’installazione dell’LPS (dispersore locale).

    Se la resistenza di terra del dispersore supera i 10 Ω, si deve verificare che il dispersore sia conforme alla Fig.2 è [CEI EN 62305-3 art. 5.4.2.1 (CEI 81-10/3 art. 5.4.2.1)].

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    17 Progetto C. 1091:2012-03 – Scad. 20-04-2012

    Se si riscontra un incremento significativo del valore di resistenza di terra è consigliabile eseguire ulteriori ricerche per determinare i motivi e valutare le azioni per migliorare la situazione.

    I dispersori in terreni rocciosi devono avere i requisiti dell’Art. E.5.4.3.5., il requisito dei 10 Ω in questo caso non è valido.

    3.4.2 Esame approfondito degli SPD Dopo aver esaminato la documentazione di progetto e dei criteri di scelta degli SPD, è necessario rilevare i seguenti elementi:

    − l’ubicazione nei quadri elettrici degli SPD di energia;

    − l’ubicazione in contenitori dedicati degli SPD per reti di telecomunicazione e/o di segnale;

    − la sezione dei collegamenti, come definito nel progetto;

    − la corrispondenza dei dati di targa ai criteri di progetto, in particolare la corrente nominale di scarica (In), il livello di protezione (Up), la corrente di scarica (Iimp) per gli SPD provati con la corrente 10/350 (classe di prova I per gli SPD di energia) e la tensione continuativa (Uc) per gli altri SPD di energia;

    − la presenza di eventuali disconnettori interni o esterni all’SPD e la segnalazione del loro stato (cambio di colore della finestrella indicatrice);

    − non vi siano indizi di danno agli SPD o ai fusibili inseriti a monte degli stessi come organo di sezionamento o come interruzione della corrente susseguente alla frequenza di rete;

    − se vi sono più SPD nella stessa installazione, questi devono essere coordinati secondo i criteri dichiarati dallo stesso produttore ovvero documentata da calcoli o prove;

    − lo stato degli eventuali circuiti di segnalazione e di allarme a distanza e la loro efficienza;

    − la presenza degli SPD sulle linee di energia e sugli altri servizi connessi a strutture dichiarate indipendenti dal punto di vista del danno o a LPZ diverse, secondo i criteri definiti in progetto.

    4 Modalità di redazione del rapporto di verifica (chi firma, come si valida, contenuti minimi, ecc.)

    Al termine delle indagini effettuate potrà essere utilizzata la check-list (Allegato A), seguita da una sintetica relazione tecnica nella quale saranno identificati gli strumenti ed i metodi di misura utilizzati, le eventuali osservazioni e conclusioni propedeutiche alla verifica successiva.

    Nella relazione potranno eventualmente essere individuati i motivi per una modifica della frequenza dei controlli successivi.

    La documentazione così composta sarà datata e firmata dal compilatore ed inserita nel registro di manutenzione degli impianti, controfirmata dal committente. 4.1 Rapporto di verifica Utilizzare lo schema della check-list (Allegato A).

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    18 Progetto C. 1091:2012-03 – Scad. 20-04-2012

    Allegato A

    Rapporto di verifica – Check list

    A) Elenco documentazioni visionate/analizzate

    A1) Documento della valutazione del rischio riportare gli estremi del doc

    A2) Progetto: riportare gli estremi del doc

    A3) Dichiarazione di conformità: …… riportare gli estremi del doc

    A4) Rapporto di verifica iniziale: …… riportare gli estremi del doc

    A5) Verifica periodica/straordinaria ai sensi del D.P.R. 462/01: …… riportare gli estremi del doc

    A6) Rapporti di verifica periodica manutentiva: …… riportare gli estremi del doc

    A7) Rapporti di verifica straordinaria manutentiva: …… riportare gli estremi del doc

    A8) Piano di manutenzione.: …… riportare gli estremi del doc

    A9) Altri documenti di possibile interesse.: …… riportare gli estremi del doc

    B) Esame del document di valutazione del rischio dovuto al fulmine (1)

    B1) Il committente è identificato SI NO

    B2) La struttura da proteggere è identificata SI NO

    B3) La struttura da proteggere risulta indipendente da altre strutture (CEI EN 62305/2-A.2.1.2)

    SI NO

    B4) La località dove ubicata la struttura è individuata SI NO

    B5) L’ubicazione relativa della struttura è indicata (coefficiente di posizione Cd)

    SI NO

    B6) Le dimensioni (L,W,H) della struttura sono indicate SI NO

    B7) Sono indicate le dimensioni di eventuali protrusioni SI NO N/A

    B8) Sono indicate le caratteristiche costruttive della struttura (materiali, copertura, facciate, ecc.)

    SI NO

    B9) Per la valutazione delle componenti di rischio è stato considerato che la struttura sia:

    SI NO

    B9.1) struttura con una singola zona

    B9.2) struttura multi-zona

    B10) È stato considerato il n° delle possibili persone (all’interno e all’esterno) presenti nella struttura/zona

    SI NO

    B11) Sono state considerati i seguenti tipi di perdita:

    B11.1) vite umane

    B11.2) servizio pubblico

    B11.3) patrimonio culturale insostituibile

    B11.4) economica

    B12) La perdita di vite umane è definita:

    B12.1) mediante la tabella C1 allegata alla Norma

    B12.2) calcolata analiticamente

    B13) Per i rischi dovuti a tensioni di contatto e di passo sono state considerate le seguenti misure di protezione (2) (se presente LPS esterno):

    N/A

    B13.1) isolamento elettrico delle calate

    B13.2) equipotenzializzazione del suolo

    B13.3) cartelli monitori di distanza

    B13.4) barriere o ferri di armatura utilizzate come discese

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    19 Progetto C. 1091:2012-03 – Scad. 20-04-2012

    B14) Si evince la categoria di rischio d’incendio (o i carichi specifici di incendio)

    SI NO

    B15) Si evincono le misure contro l’incendio (2) (3) che concorrono all’abbattimento del rischio

    SI NO N/A

    B16) Si evince la tipologia superficiale delle pavimentazioni all’aperto e al chiuso o valore della resistenza di contatto superficiale (2)

    SI NO

    B17) Sono documentati schermi interni delle zone, spessori, lati di maglia.

    SI NO N/A

    B18) Sono documentate le caratteristiche degli impianti (tenuta all’impulso, spire) schermatura del cavo e spessori delle guaine(2)

    SI NO

    B19) Sono documentate le caratteristiche dei servizi entranti (lunghezza e tipologia, ubicazione relativa, schermatura, altezza delle linee aeree e resistività del terreno per linee interrate)(2)

    SI NO

    B20) Sono documentate le caratteristiche delle strutture adiacenti collegate con servizi (dimensione, ubicazione relativa, presenza trasformatori, ecc.) (2)

    SI NO N/A

    B21) Le misure di protezione che compongono il sistema di protezione sono:

    B21.1) LPS esterno N/A

    B21.1.1) di classe I

    B21.1.2) di classe II

    B21.1.3) di classe III

    B21.1.4) di classe IV

    B21.1.a) non isolato dalla struttura

    B21.1.b) isolato dalla struttura

    B21.2) LPS interno N/A

    B21.2.1) equipotenzializzazione diretta dei corpi metallici e dei servizi (EB)

    B21.2.2) spinterometri (ISGs)

    B21.2.3) SPD

    B21.2.4) mantenimento delle distanze di sicurezza

    B21.3) SPM (CEI EN 62305-4) N/A

    B21.3.1) schermi magnetici

    B21.3.2) sistemi SPD

    B21.3.3) rete equipotenziale e messa a terra

    B21.4) Altre misure diverse dalle precedenti quali: N/A

    B21.4.1) cablaggio interno

    B21.4.2) pavimentazioni

    B21.4.3) misure per ridurre il rischio di incendio

    (1) L’esame della documentazione di valutazione del rischio è effettuata allo scopo di verificare che non siano cambiati i dati di ingresso. Non rientra nello scopo della verifica il controllo dell’esattezza o meno dei calcoli.

    (2) Dove necessario, la verifica di detti punti può essere supportata anche mediante controllo visivo. (3) L’efficienza dei sistemi attivi e passivi adottati può essere accertata mediante la documentazione inerente la

    prevenzione incendi e/o da registri delle manutenzioni periodiche. La responsabilità del corretto mantenimento e dell’efficienza di detti sistemi protettivi è di esclusiva competenza del committente

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  • Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

    20 Progetto C. 1091:2012-03 – Scad. 20-04-2012

    C) LPS esterno

    Esame progetto

    C1) La classe dell’LPS adottata è uguale o superiore al livello richiesto SI NO

    C2) Sono documentate le caratteristiche del captatore: materiali(4); forma e geometria

    SI NO

    C3) Si evince che il sistema di captatori è tale da proteggere la struttura in accordo con il metodo di posizionamento scelto (anche mediante rappresentazione grafica)

    SI NO

    C4) Sono documentate le caratteristiche delle calate: materiali(4); forma, geometria e posizionamento

    SI NO

    C5) Sono dichiarate continue le interconnessioni dei ferri di armatura SI NO N/A

    C6 Sono calcolate le distanze di sicurezza SI NO N/A

    C7) Sono documentate le caratteristiche del dispersore (materiali(5), forma e geometria) SI NO

    C8) Sono documentati i nodi equipotenziali (ubicazioni, materiali, elementi da collegare, ecc.)

    SI NO

    Esame ordinario (8)

    C9) Il sistema captatore è posizionato come da progetto SI NO

    C10) Gli elementi del captatore hanno sezioni adeguate SI NO

    C11) Gli ancoraggi dei captatori risultano in buono stato di conservazione

    SI NO

    C12) Le calate sono posizionate come da progetto SI NO

    C13) Le calate hanno sezioni adeguate SI NO

    C14) Gli ancoraggi delle calate risultano in buono stato di conservazione SI NO

    C15) Nei tratti orizzontali di parti aggettanti (sporgenti)è stata garantita la sicurezza delle persone dalle calate mediante il rispetto della distanza effettiva (d > 2,5 + s [m]) (vedi CEI EN 62305-3 - E.4.2.3.3 (E.4.2.2 della prima edizione))

    SI NO N/A

    C16) Sulle calate, in presenza di cappi, sono stati presi i provvedimenti per evitare le scariche(7)

    SI NO N/A

    C17) Sono presenti, se previsti dal progetto, i punti di misura apribili posizionati sulle calate in prossimità del collegamento al dispersore

    SI NO N/A

    C18) Sono state adottate le misure previste di protezione per rischi di tensioni di contatto (CEI EN 62305-3 art 8.1)

    SI NO N/A

    C19) Sono state adottate le misure previste di protezione per rischi di tensioni di passo (CEI EN 62305-3 art 8.2)

    SI NO N/A

    C20) Il sistema dispersore, se ispezionabile, presenta caratteristiche idonee

    SI NO

    C21) Le giunzioni (parti esposte) tra i vari elementi costituenti l’impianto risultano in buono stato di conservazione

    SI NO

    C22) I collegamenti equipotenziali (parti esposte) sono idonei ed intatti SI NO

    Prove e misure

    C23) Resistenza del sistema di dispersori misurata con il metodo volt-amperometrico

    R = [Ω]

    C24) Resistività del terreno misurata con il metodo del Wenner o dei 4 punti (9)

    ρ = [Ω·m]

    C25) Le continuità elettrica delle connessioni equipotenziali (parti nascoste) è verificata

    SI NO

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  • Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

    21 Progetto C. 1091:2012-03 – Scad. 20-04-2012

    C26) La continuità elettrica dei ferri di armatura utilizzati come captatori o calate è verificata

    SI NO N/A

    C27) Sono rispettate le distanze di sicurezza tra LPS esterno e corpi metallici e impianti interni

    SI NO N/A

    C28) Le lunghezze degli elementi del dispersore sono idonei rispetto alla classe dell’LPS e del valore di resistività (9)

    SI NO

    (4) Per la valutazione dell’idoneità dei materiali, dove applicabile, far riferimento alla Norma CEI EN50164-1 (5) Per la valutazione dell’idoneità dei materiali, dove applicabile, far riferimento alla Norma CEI EN50164-2 (6) Le connessioni equipotenziali debbono essere realizzate in accordo con l’art. 6.2 della Norma CEI EN62305-3 (7) Prescrizioni di cui agli articoli 5.3.4 e 6.3 della norma CEI EN 62305-3. (8) Lo scopo dell’esame ordinario è verificare che siano state rispettate le indicazioni progettuali e misure. (9) Le misure e le valutazioni di cui ai punti C24) e C28) sono da effettuarsi se il sistema dispersore di tipo A

    presenta una resistenza maggiore di 10 Ω.

    D) LPS interno

    Esame progetto

    D1) Sono definiti i criteri per le installazioni relative agli SPD SI NO N/A

    D2) Sono definiti i dati per la scelta degli SPD: classe di prova; corrente nominale di scarica, livello di protezione, corrente ad impulso (per gli SPD provati con la forma d’onda 10/350)

    SI NO N/A

    D3) Sono definiti i coordinamenti tra SPD installati sugli stessi impianti interni C4) Sono documentate le caratteristiche delle calate: materiali(4); forma,

    SI NO N/A

    D4) Sono indicate specifiche e/o particolari per l’installazione (es. SPD con emissione ionica che richiedono l’istallazione in appositi contenitori)

    SI NO N/A

    D5) Sono indicate le azioni da intraprendere per i collegamenti equipotenziali e/o il rispetto delle distanze di sicurezza tra LPS esterno ed i corpi metallici e impianti interni

    SI NO N/A

    Esame ordinario (8)

    D6) Sono verificate le lunghezze e le sezioni dei collegamenti agli SPD

    SI NO N/A

    D7) Gli SPD presentano gli indicatori di funzionamento nella posizione di servizio finestrelle, led, ecc.)

    SI NO N/A

    D8) Lo stato dell’organo di protezione esterno degli SPD, se esistente, risulta chiuso e integro

    SI NO N/A

    D9) I collegamenti equipotenziali ai corpi metallici e dei servizi sono presenti, idonei ed intatti

    SI NO N/A

    D10) Gli elementi spinterometrici (ISG) sono integri (privi di danneggiamenti evidenti - EN50164-3)

    SI NO N/A

    Prove e misure

    D11) Gli SPD nei sistemi NPE (schema 3+1 o 1+1) è verificato l’isolamento verso terra del conduttore neutro

    SI NO N/A

    D12) La continuità elettrica dei collegamenti equipotenziali ai corpi metallici e dei servizi è verificata

    SI NO N/A

    D13 Le distanze di sicurezza tra LPS esterno e corpi metallici e impianti interni sono verificate mediante misurazione

    SI NO N/A

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  • Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

    22 Progetto C. 1091:2012-03 – Scad. 20-04-2012

    E) SPM (CEI EN 62305-4)

    Esame progetto

    E1) È presente il piano di gestione del SPM (10) SI NO

    E2) Sono definite le zone LPZ (zone interne alla struttura protette contro la fulminazione diretta) per le quali è realizzato il sistema SPM

    SI NO

    Le zone e le protezioni assunte sono:

    E2.1) LPZ1

    E2.1.1) schermo locale

    E2.1.2) sistema SPD

    E2.2) LPZ2 ….LPZn

    E2.2.1) schermo locale

    E2.2.2) sistema SPD

    E3) Sono documentate interconnessioni tra zone LPZ diverse e non adiacenti

    SI NO N/A

    E4) Si evincono le caratteristiche delle reti di interconnessione equipotenziale

    SI NO

    E5) L’integrazione degli impianti elettronici nella rete equipotenziale è realizzata mediante:

    E5.1) configurazione S

    E5.2) configurazione M

    E5.3) configurazione mista M S

    E5.4) configurazione mista M M

    E6) È documentata la schermatura ed i percorsi delle linee interne alle LPZ

    SI NO N/A

    E7) Sono schermate le linee entranti nelle LPZ SI NO

    E8) Sono documentati i sistemi SPD associati alle LPZ SI NO N/A

    Esame ordinario SI NO N/A (8)

    E9) Nessun elemento dell’istallazione risulta indebolito a causa di corrosioni, in particolare a livello del suolo

    SI NO

    E10) Sono intatte le connessioni e non sono presenti rotture nei conduttori e nelle giunzioni

    SI NO

    E11) Sono integri i conduttori equipotenziali e gli schermi dei cavi SI NO

    E12) Per i circuiti sono stati mantenuti i percorsi appropriati SI NO

    E13) È stato mantenuto il rispetto delle distanze di sicurezza degli schermi locali

    SI NO

    E14) Vi è assenza di danno agli SPD ed agli organi di protezione SI NO

    E15) Ampliamenti e/o modifiche richiedono verosimilmente ulteriori misure di protezione

    SI NO

    Prove e misure

    E16) È verificata la continuità elettrica degli elementi del sistema di messa a terra non visibili

    SI NO

    (10) La pianificazione ed il coordinamento di un SPM richiede un piano di gestione come definito dalla Tabella 2 della Norma CEI EN 62305-4.

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  • Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

    23 Progetto C. 1091:2012-03 – Scad. 20-04-2012

    F) Altre misure di protezione se previste(11)

    F1) I percorsi dei cavi sono tali da evitare larghe spire SI NO N/A

    F2) Gli schermi dei cavi (CEI EN 62305/2 prima edizione tabella B5) sono conformi a quanto previsto in progetto (resistenza specifica)

    SI NO N/A

    F3) Gli schermi dei cavi (parti esposte) risultano collegati e non presentano danneggiamenti evidenti

    SI NO N/A

    F4) Le pavimentazioni sono conformi a quanto previsto in progetto SI NO N/A

    F5) Le pavimentazioni hanno le caratteristiche documentate e non presentano danneggiamenti significativi

    SI NO N/A

    F6) Dall’esame della documentazione inerente i sistemi antincendio si evince la congruità con uanto utilizzato nei calcoli del documento di valutazione del rischi dovuto al fulmine

    SI NO N/A

    F7) I sistemi antincendio indicati sono effettivamente presenti SI NO N/A

    F8) I registri di manutenzione dei sistemi antincendio evidenziano una corretta manutenzione

    SI NO N/A

    (11) La finalità di questa sezione è riferita a valutare la congruità di quanto realizzato e presente con quanto indicato ed utilizzato, nel documento di valutazione del rischio dovuto al fulmine, per abbattere le componenti di rischio.

    G) Esame della documentazione inerente le manutenzioni

    G1) La documentazione evidenzia le frequenza e/o la periodicità del ciclo di manutenzione

    SI NO

    G2) I programmi di manutenzioni sono stati rispettati SI NO

    G3) Sono state rispettate le eventuali segnalazioni riportate sui rapporti precedenti

    SI NO

    G4) La procedura di manutenzione documenta le seguenti azioni: SI NO

    G4.1) verifica di tutti conduttori e componenti dell’LPS SI NO

    G4.2) serraggio di bulloni, viti e accessori di collegamento SI NO

    G4.3) integrità dei distanziatori per gli LPS isolati SI NO

    G4.4) accertamento della continuità elettrica dell’installazione dell’LPS

    SI NO

    G4.5) misura della resistenza di terra del sistema di dispersori

    SI NO

    G4.6) verifica dei sistemi SPD mediante SI NO

    G4.6.1) serraggio dei morsetti SI NO

    G4.6.2) nei sistemi NPE (schema 3+1) l’isolamento verso terra del conduttore neutro

    SI NO

    G4.6.3) indicatori di funzionamento nella posizione di servizio (finestrelle, led, ecc.)

    SI NO

    G4.6.4) lo stato dell’organo di protezione esterno se esistente (fusibili, ecc.)

    SI NO

    G4.7) verifica degli ISGs SI NO

    G4.7.1) controllo dell’integrità esterna del componente

    SI NO

    G4.7.2) verifica della continuità (deve risultare circuito aperto)

    SI N

    G5) Aggiunte o modifiche che hanno richiesto azioni correttive/modifiche sono evidenziate (12)

    SI NO N/A

    (12) attenzione anche ad interventi di varia natura (es. posa tubazioni idrauliche, gas, ecc.) perché possono compromettere la sicurezza del sistema. Il committente deve avvertire le imprese circa la presenza dell’LPS e richiedere che quanto realizzato sia compatibile e si integri con lo stesso

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  • Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

    24 Progetto C. 1091:2012-03 – Scad. 20-04-2012

    − Strumentazione utilizzata:

    Marca Modello Matricola Data di calibrazione

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    Modello Matricola Data di calibrazione

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    Marca Matricola Data di calibrazione

    Modello Marca Matricola Data di calibrazione

    Modello Marca Matricola Data di calibrazione

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    25 Progetto C. 1091:2012-03 – Scad. 20-04-2012

    SINTESI

    CARATTERISTICHE DEL SISTEMA DI PROTEZIONE CONTRO IL RISCHIO DOVUTO AL FULMINE

    LPS esterno

    Captatori aste funi sospese conduttori disposti in modo da formare maglie capt. naturali

    Calate elementi intenzionali ferri di armatura componenti naturali

    Dispersore dispersore di tipo A dispersore di tipo B componenti naturali

    Livello del sistema adottato (14) I II III IV

    Tipo di LPS isolato dalla struttura non isolato dalla struttura

    LPS interno

    Corpi metallici esterni connessioni equipotenziali dirette ISG

    Servizi esterni connessioni equipotenziali SPD

    Corpi metallici interni connessioni equipotenziali dirette ISG isolamento elettrico

    Impianti interni connessioni equipotenziali SPD isolamento elettrico

    SPM

    Elementi adottati Schermi magnetici

    Sistemi SPD

    Messa a terra ed equipotenziali

    Altre misure di protezione:

    Elementi adottati Cablaggio con cavi schermati e/o percorsi che evitano larghe spire

    Pavimentazioni

    Mezzi di riduzione del rischio di incendio (attivi e passivi)

    Conclusioni

    Spazio libero alle note

    (13) ammette scelte multiple (14) ammette una sola scelta

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    Progetto C. 1091:2012-03 – Scad. 20-04-2012 Totale Pagine 27

    Sede del Punto di Vendita e Consultazione

    20134 Milano Tel. 02/21006.1 http://www.ceiweb.it

    Via Saccardo,9 Fax 02/21006.222

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    La presente Norma è stata compilata dal Comitato Elettrotecnico Italiano e beneficia del riconoscimento di cui alla legge 1° Marzo 1968, n. 186.

    Editore CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, Milano – Stampa in proprio

    Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 4093 del 24 Luglio 1956

    Responsabile: Ing. R. Bacci

    Comitato Tecnico Elaboratore CT 81 – Protezione contro i fulmini

    Altre norme di possibile interesse sull’argomento

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    12190IP.pdfINDICE1 Generalità1.1 Scopo1.2 Campo di applicazione1.3 Definizioni1.3.1 Esame documentale1.3.2 Esame ordinario1.3.3 Esame approfondito1.3.4 Installatore1.3.5 Impresa installatrice1.3.6 Manutentore1.3.7 Manutenzione1.3.8 Misure di protezione1.3.9 Progettista1.3.10 Prove1.3.11 Rapporto di verifica1.3.12 Valutazione del rischio1.3.13 Verificatore1.3.14 Verifica1.3.15 Verifica iniziale1.3.16 Verifica periodica1.3.16.1 Verifica periodica di manutenzione

    1.3.17 Verifica straordinaria1.3.18 Verifica ispettiva

    1.4 Legislazione e normativa di riferimento

    2 Periodicità2.1 Legislazione e normativa2.2 Esempi

    3 Contenuti della verifica3.1 Esame della documentazione tecnica3.2 Valutazione del rischio dovuto al fulmine3.2.1 Progetto3.2.2 Caratteristiche dell’LPS esterno3.2.3 Caratteristiche dell’LPS interno3.2.4 Caratteristiche delle misure di protezione per le apparecchiature3.2.5 Dichiarazione di Conformità

    3.3 Esame ordinario3.3.1 Esame ordinario della struttura e del contenuto3.3.2 Esame ordinario LPS esterno3.3.2.1 Verifica della conformità dei materiali

    3.3.3 Esame ordinario LPS interno3.3.3.1 Esame ordinario degli SPD3.3.3.2 Esame ordinario SPM

    3.4 Esame approfondito3.4.1 Prove e misure3.4.1.1 Prova di continuità3.4.1.2 Misura della resistenza di terra

    3.4.2 Esame approfondito degli SPD

    4 Modalità di redazione del rapporto di verifica (chi firma, come si valida, contenuti minimi, ecc.)4.1 Rapporto di verifica

    Allegato A Rapporto di verifica – Check list

    NORMA ITALIANA CEI

    Progetto

    Data Scadenza Inchiesta

    C. 1091

    20-04-2012

    Data Pubblicazione

    2012-…

    Classificazione

    81-2

    Titolo

    Guida per la verifica delle misure di protezione contro i fulmini

    Title

    1

    cei comitato elettrotecnico italiano

    AEIT federazione italiana di elettrotecnica, elettronica, automazione, informatica e telecomunicazioni

    CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche