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ELABORATO Prg. ELABORATO CODICE ELABORATO REV. DATA 00 REVISIONE VALORIZZAZIONE DI UN TERRENO DI PROPRIETA' DELLA TOXILOG S.r.L. SITO NELL'AREA DEL CONSORZIO INDUSTRIALE DI TOSSILO - MACOMER (NU) - REALIZZAZIONE DI UN PARCO SOLARE FOTOVOLTAICO DA 2,73 MW - TOXILOG S.r.L. - Via Dalmazia n° 1 - 08100 NUORO - PROGETTO REALIZZAZIONE DI CINQUE IMPIANTI FOTOVOLTAICI FV1 DA 693,00kWp, FV2 DA 831,60kWp, FV3 DA 873,18kWp, FV4 DA 103,68kWp ED FV5 DA 203,28kWp FASE DI PROGETTO PROGETTO GENERALE STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE 7 V30 VA SPA VA SPA DATA COMMENTI ALLA REVISIONE 00 PROGETTISTI Ing. GIUSEPPE MELONI Ing. SILVESTRO COSSU Ing. M. LUCIA BRAU Per.Ind. STEFANO COCCO Ing. Silvestro Cossu Gruppo di Lavoro Ingg.: P. Delunas, J. Lai Per.Ind.: F. Casula, S. Vidili, S. Atzeni V. Solinas V. APPROVAZIONI TOXILOG S.r.L. Progettazione: ESSEI SERVIZI S.r.L. Società d'Ingegneria Direttore Tecnico Emissione Progetto Generale per autorizzazioni alla costruzione Ingegneria e Architettura – Urbanistica e Pianificazione Territoriale Energie Alternative e Sviluppo Sostenibile S.S. 131, Km 100,200 - 09070 SIAMAGGIORE (OR) Tel. 0783/329087/329389 - Fax. 0783/329078 - [email protected] 7 VA SPA / V30 SS FV COP 02.XLS

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ELABORATO

Prg. ELABORATO CODICE ELABORATO REV. DATA

00REVISIONE

VALORIZZAZIONE DI UN TERRENO DI PROPRIETA' DELLA TOXILOG S.r.L.SITO NELL'AREA DEL CONSORZIO INDUSTRIALE DI TOSSILO - MACOMER (NU)

- REALIZZAZIONE DI UN PARCO SOLARE FOTOVOLTAICO DA 2,73 MW -

TOXILOG S.r.L.- Via Dalmazia n° 1 - 08100 NUORO -

PROGETTO

REALIZZAZIONE DI CINQUE IMPIANTI FOTOVOLTAICIFV1 DA 693,00kWp, FV2 DA 831,60kWp, FV3 DA 873,18kWp,

FV4 DA 103,68kWp ED FV5 DA 203,28kWpFASE DI PROGETTO

PROGETTO GENERALE

STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE

7 V30 VA SPA VA SPADATA COMMENTI ALLA REVISIONE

00

PROGETTISTIIng. GIUSEPPE MELONIIng. SILVESTRO COSSUIng. M. LUCIA BRAUPer.Ind. STEFANO COCCO

Ing. Silvestro CossuGruppo di LavoroIngg.: P. Delunas, J. LaiPer.Ind.: F. Casula, S. Vidili, S. AtzeniV. SolinasV. APPROVAZIONITOXILOG S.r.L.

Progettazione: ESSEI SERVIZI S.r.L. Società d'Ingegneria

Direttore Tecnico

Emissione Progetto Generale per autorizzazioni alla costruzione

g g gIngegneria e Architettura – Urbanistica e Pianificazione Territoriale

Energie Alternative e Sviluppo SostenibileS.S. 131, Km 100,200 - 09070 SIAMAGGIORE (OR)

Tel. 0783/329087/329389 - Fax. 0783/329078 - [email protected]

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STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE

INDICE

1 PREMESSA 3

2 INQUADRAMENTO URBANISTICO 3

3 QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO 3

4 CARATTERISTICHE DEL PROGETTO 7

4.1 Generatore Fotovoltaico e opere impiantistiche 7

4.1.1 Articolazione degli impianti in progetto 7

4.1.2 Architettura del generatore fotovoltaico 7

4.1.3 Sistema di Fissaggio 10

4.1.4 Pannelli Fotovoltaici 11

4.1.5 Sistema di conversione della corrente continua in corrente alternata 12

4.1.6 Distribuzione elettrica 13

4.1.7 Quadro Generale di Bassa Tensione 14

4.1.8 Quadri Generali di Media Tensione 14

4.2 Interventi accessori e opere edili 15

5 LOCALIZZAZIONE DEL PROGETTO 17

5.1 Inquadramento geografico del sito 17

5.2 Inquadramento catastale 18

5.3 Inquadramento Urbanistico 18

5.4 Vincoli ambientali, storici e paesaggistici 19

5.3.1 Assetto Ambientale – Beni paesaggistici e componenti di paesaggio 19

5.3.2 Assetto Storico - Culturale – Mosaico delle emergenze Storico - Culturali 20

6 CARATTERISTICHE AMBIENTALI DEL SITO DI INTERVENTO 20

6.1 CARATTERISTICHE CLIMATICHE 20

6.2 CARATTERI GEOMORFOLOGICI ED IDROGEOLOGICI 21

6.3 SUOLI E LORO ATTITUDINI D’USO 22

6.4 BIODIVERSITÀ 23

6.5 AREE DI PREGIO AMBIENTALE 24

6.6 CONCLUSIONI 24

7 ANALISI DEGLI IMPATTI ATTESI 25

7.1 Produzione dei Componenti 25

7.2 Installazione degli impianti; 26

7.3 Utilizzo di macchine operatrici e mezzi di trasporto 26

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7.4 Produzione di rumore e polveri 27

7.5 Produzione di rifiuti (materiali di imballaggio) e scarti di lavorazione 28

7.6 Materiali di risulta 28

7.7 Utilizzo del Territorio 28

7.8 Esercizio 29

7.8.1 Impatto sulla flora 29

7.8.2 Impatto sulla fauna 30

7.9 Decomissioning degli impianti 30

7.10 Durata e Reversibilità dell’Impatto 31

7.11 Mitigazione degli impatti 31

7.12 IMPATTO VISIVO 33

8 CONCLUSIONI 34

8.1 ASPETTI AMBIENTALI DELL’INTERVENTO 34

8.2 Utilizzo del Territorio 35

8.3 Habitat Naturale 35

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1 PREMESSA

La presente relazione è parte integrante dello Studio Preliminare Ambientale, associato alla procedura

di verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto ambientale, dell’intervento di realizzazione di un

parco solare fotovoltaico, da realizzarsi nella zona Ind.le di Tossilo nel Comune di Macomer (NU), all’interno

dell’are di pertinenza del Centro Distribuzione Merci della TOXILOG S.r.L..

L’impianto fotovoltaico oggetto della presente relazione, sarà installato su speciali strutture di sostegno

appositamente progettate e realizzate; le modalità di installazione, prevedono la realizzazione di un impianto

non Integrato Architettonicamente, secondo la definizione di cui all’art. 2 comma B1 del D.M. 19.02.2007.

Il progetto non prevede la realizzazione di volumetrie fatte salve quelle associate al polo tecnico ed

indispensabili per la realizzazione della cabina elettrica e del punto di connessione alla rete Enel.

Il presente progetto, redatto in conformità alle disposizioni della normativa vigente, con particolare

riferimento al D.Lgs. n° 4 del 16.01.2008, titolo III, e della Delibera G.R. n° 24/23 del 23.04.2008, individua e

valuta i principali effetti che l’intervento proposto può indurre sull’ambiente.

2 INQUADRAMENTO URBANISTICO Come detto in precedenza, l’area nella quale si intende realizzare il parco solare fotovoltaico in progetto,

è sita nel comune di Macomer (NU), ed in particolare all’interno dell’are del Consorzio Industriale di Tossilo.

Nello specifico, l’area oggetto di intervento è identificata al catasto al foglio 53 mappali 31, 474, 174,

177.

3 QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO In riferimento all'iter autorizzativo di legge, previsto per la realizzazione di tali impianti, è opportuno

osservare che gli impianti di produzione dell'energia, sono compresi nell'allegato B/B1 della DGR 24/23 del

23/04/08 (che modifica la DGR 5/11 del 15/02/05, recependo la nuova legislazione nazionale: L.152/2006 e

Dls 4/2008, che abroga il DPR 12/04/96) e quindi sono di regola sottoposti a procedura di Verifica

ambientale. Peraltro, in forza dell'art.5, c.8, del D. 19/02/07, qualora gli impianti fotovoltaici rientrino nelle tipologie

della parziale o totale integrazione (lettere b2 e b3 dell'art. 2, comma 1, del decreto) non sono più da

considerarsi impianti industriali e come tali non sono più soggetti a procedura di Verifica.

Nel caso specifico, trattandosi di impianti a terra, pertanto non integratI architettonicamente, si rientra

nella casistica regolamentata dalla DGR n° 30/02 del 23.05.2008 successivamente modificata dalla DGR n° 59/12 del 29.10.2008; tali Delibere, hanno previsto che la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra, sia

limitata a zone di modesto valore ambientale, storico e paesaggistico.

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Tra le aree individuate come idonee per le installazioni, ci sono le aree industriali ed artigianali, nelle

quali, la superficie impegnata da impianti fotovoltaici a terra è limitata ad un tetto massimo calcolato in

funzione della superficie complessiva della stessa area industriale.

Nel caso in progetto, il lotto di terreno della TOXILOG S.r.L. nell’ambito della zona Industriale del

comune di Macomer (NU), rientra all’interno della superficie consentita ai sensi delle indicazioni della

delibera sopra richiamata.

Come definito dall’Allegato B della DGR n° 24/23 del 23.04.2008, i progetti di realizzazione di impianti

fotovoltaici non integrati, devono essere sottoposti alla procedura di verifica di assoggettabilità alla V.I.A..

La documentazione presentata per l’ottenimento del nulla osta, sarà sottoposta ad una istruttoria tesa

alla valutazione dei possibili impatti ambientali associati alla realizzazione dell’intervento; l’iter dell’istruttoria,

secondo quanto definito dalla stessa DGR 24/23, deve concludersi entro 90 giorni con Delibera della Giunta

Regionale.

Tuttavia la norma regionale, è stata di recente superata almeno per quanto riguarda gli impianti di

potenza fino ad 1 MW, dal Decreto Legge n° 99/2009 pubblicato a luglio 2009.

Tale provvedimento, all'art. 27 c.43, modifica l’allegato IV alla parte prima del D.Lgs. n° 152 del

03/04/2006 prevedendo che al numero 2, lettera c), del suddetto Decreto, dopo le parole “energia, vapore ed

acqua calda” siano aggiunte le parole “con potenza complessiva superiore a 1 MW”.

Si noti che l’allegato IV alla parte prima del D.Lgs. 152/06 individua le opere e gli interventi da

assoggettare a procedura di screening per assoggettabilità alla V.I.A.

Leggi e norme di riferimento per l’ammissione alle tariffe incentivanti

D.Lgs. 387 Dicembre 2005

Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’energia.

D.M. 28 luglio 2005

Ministero Attività Produttive e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio

Criteri per l’incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare.

Delibera 188/05

Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas

Definizione del soggetto attuatore e delle modalità per l’erogazione delle tariffe incentivanti degli impianti fotovoltaici, in attuazione dell’articolo 9 del decreto del ministro delle attività produttive, di concerto con il ministro dell’ambiente e della tutela del territorio, 28 luglio 2005.

Delibera 28/06

Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas

Condizioni tecnico economiche del servizio di scambio sul posto dell'energia elettrica prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza nominale non superiore a 20 kW, ai sensi dell'articolo 6 del D.Lgs. 29 dicembre 2003, n. 387”.

Delibera 90/07 Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas

Attuazione del Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare 19 Febbraio 2007, ai fini dell’incentivazione della produzione di energia elettrica mediante impianti fotovoltaici.

Delibera 161/08

Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas

Modificazioni della deliberazione dell’Autorità per l’energia elettrica ed il gas 13 aprile 2007, n° 90/07, in materia di incentivazione della produzione di energia elettrica da impianto fotovoltaici.

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Delibera Arg. Elt 99/08

Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas

Testo integrato delle condizione tecniche ed economiche per la connessione alle reti elettriche con obbligo di connessione di terzi degli impianti di produzione di energia elettrica (Testo integrato delle connessioni attive – TICA)

Leggi e Norme tecniche di riferimento

Per l’esecuzione degli impianti elettrici

CEI 64-8 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua;

CEI 11-20 Impianti di produzione di energia elettrica e gruppi i continuita' collegati a reti di I e II categoria;

CEI EN 60439 CEI 17-13 Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa

tensione (quadri BT)

CEI EN 60439-1

CEI 17-13/1):

Apparecchiature soggette a prove di tipo (AS) e apparecchiature parzialmente soggette a prove di tipo (ANS);

CEI EN 60439-2 CEI 17-13/2 Prescrizioni particolari per i condotti sbarre;

CEI EN 60439- CEI 17-13/3

Prescrizioni particolari per apparecchiature assiepate di protezione e di manovra destinate ad essere installate in luoghi dove personale non addestrato ha accesso al loro uso - Quadri di distribuzione (ASD);

CEI EN 60445 CEI 16-2 Individuazione dei morsetti e degli apparecchi e delle estremita' dei conduttori designati e regole generali per un sistema alfanumerico;

CEI EN 60529 CEI 70-1 Gradi di protezione degli involucri (codice IP);

CEI EN 60099-1-2 CEI 37-1 Scaricatori;

CEI 20-19 Cavi isolati con gomma con tensione nominale non sueriore a 450/750V

CEI 20-20 Cavi isolati con polivinilcloruro con tensione nominale non superiore a 450/750 V

CEI EN 62305 CEI 81-10 Protezione contro i fulmini

CEI EN 62305-1 CEI 81-10/1 Principi Generali

CEI EN 62305-2 CEI 81-10/2 Valutazione del Rischio

CEI EN 62305- CEI 81-10/3 Danno materiale alle strutture e pericolo per le persone

CEI EN 62305-4 CEI 81-10/4 Impianti elettrici ed elettronici interni alle strutture;

CEI 81-3 Valori medi del numero di fulmini a terra per anno e per chilometro quadrato;

CEI 0-2 Guida per la definizione della documentazione di progetto per impianti elettrici

CEI 0-3 Guida per la compilazione della documentazione per la legge n. 46/1990;

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Per i Pannelli Fotovoltaici

CEI EN 60904-1 CEI 82-1 Dispositivi fotovoltaici Parte 1: Misura delle caratteristiche fotovoltaiche tensione corrente;

CEI EN 60904-2 CEI 82-2 Dispositivi fotovoltaici - Parte 2: Prescrizione per le celle fotovoltaiche di riferimento;

CEI EN 60904-3 CEI 82-3 Dispositivi fotovoltaici - Parte 3: Principi di misura per sistemi solari fotovoltaici per uso terrestre e irraggiamento spettrale di riferimento;

CEI EN 61727 CEI 82-9 Sistemi fotovoltaici (FV) - Caratteristiche dell'interfaccia di raccordo con la rete;

CEI EN 61215 CEI 82-8 Moduli fotovoltaici in silicio cristallino per applicazioni terrestri. Qualifica del progetto e omologazione del tipo;

CEI EN 61646 CEI 82-12 Moduli fotovoltaici (FV) a film sottile per usi terrestri - Qualifica del progetto e approvazione di tipo;

CEI EN 50380 CEI 82-22 Fogli informativi e dati di targa per moduli fotovoltaici;

CEI EN 61724 CEI 82-15 Rilievo delle prestazioni dei sistemi fotovoltaici. Linee guida per la misura, lo scambio e l'analisi dei dati;

IEC 60364-7-712 Electrical installations of buildings - Part 7-712: Requirements for special installations or locations Solar photovoltaic (PV) power supply systems

Per i Sistemi di Conversione e Condizionamento della Potenza

CEI 82-25 Guida alla realizzazione di sistemi di generazione fotovoltaica collegati alle reti elettriche di Media e Bassa tensione;

CEI EN 62093 CEI 82-24 Componenti di sistemi fotovoltaici - moduli esclusi (BOS) - Qualifica di progetto in condizioni ambientali naturali; (CEI, ASSOSOLARE);

CEI EN 61000-3-2

CEI 110-31

Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 3: Limiti - Sezione 2: Limiti per le emissioni di corrente armonica (apparecchiature con corrente di ingresso < = 16 A per fase);

CEI EN 60555-1: CEI 77-2

Disturbi nelle reti di alimentazione prodotti da apparecchi elettrodomestici e da equipaggiamenti elettrici simili - Parte 1: Definizioni;

Norme di carattere generale

UNI 10349 Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici

D.Lgs. 9.04.2008 N°81 Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia

di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

D.M. 22.01.2008 n° 37

Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a), della Legge 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici.

Specifiche tecniche del Gestore di Rete (Enel Distribuzione S.p.A.):

Dicembre 2008 Ed.I Guida per le connessioni alla rete Elettrica di Enel Distribuzione.

Tutte le soluzioni tecniche adottate, ed i materiali scelti per l’installazione, risulteranno pertanto

rispondenti alla normativa tecnica e di legge sopra citata.

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4 CARATTERISTICHE DEL PROGETTO

La disposizione degli impianti all’interno dell’area di pertinenza del Parco Solare Fotovoltaico e

l'architettura di ciascun impianto indipendente, si evincono dagli elaborati grafici di progetto, che si intendono

integranti la presente.

Nel seguito vengono descritti gli aspetti essenziali di ciascun impianto, al fine di rendere piena ragione

della loro consistenza e articolazione.

4.1 Generatore Fotovoltaico e opere impiantistiche 4.1.1 Articolazione degli impianti in progetto

Il progetto è articolato in N° 5 impianti indipendenti; tale articolazione è resa possibile in forza della

Delibera AEEG :

- D. N° 179/08 del 11/12/08 che permette di pianificare la connessione all'impianto del gestore di

rete, di più lotti indipendenti d'impianti, con l'esecuzione di un unico impianto di rete per la

connessione.

La configurazione del generatore fotovoltaico sarà realizzata a file parallele con inclinazione dei moduli

pari a 25°, ed interasse tra le file pari a circa 5,2 metri; l’interasse e l’angolo di tilt sono stati scelti al fine di

incrementare la produttività dell’impianto e limitare i fenomeni di ombreggiamento tra le file; nondimeno si è

tenuta in debita considerazione la necessità di contenere le dimensioni (con particolare riferimento

all’altezza) delle strutture di sostegno dell’impianto, con lo scopo di limitarne la visibilità.

4.1.2 Architettura del generatore fotovoltaico

Come detto in precedenza, il progetto prevede la realizzazione di cinque impianti fotovoltaici; ciascuno di questi generatori, avrà una architettura di impianto basata sulla realizzazione di più campi fotovoltaici connessi direttamente agli inverter distribuiti su campo.

L’architettura di ciascun impianto è sinteticamente riportata nel seguito:

A Impianto FotoVoltaico 1 (FV1): sarà installato sul lato Ovest dell’area, e sarà composto da 3.150

pannelli fotovoltaici per una potenza complessiva di 693,00 kW; i pannelli saranno installati sugli shed (la cui

struttura sarà descritta nei paragrafi successivi) ed avranno un esposizione pari a 22° a Sud-Est con angolo di

tilt (inclinazione del pannello) pari a 25°.

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B Impianto FotoVoltaico 2 (FV2): installato sul lato Est dell’area, sarà realizzato tramite

l’installazione di 3.780 pannelli per una potenza complessiva di 831,60 kW. La struttura di sostegno dei

moduli fotovoltaici sarà identica a quanto previsto per l’impianto FV1; l’angolo di Azimuth sarà sempre pari a

22° Sud-Est e l’angolo di tilt pari a 25°.

C Impianto FotoVoltaico 3 (FV3): l’impianto FV3, avrà le medesime caratteristiche degli impianti FV1

ed FV2; sarà realizzato tramite l’installazione di 3.969 pannelli, per una potenza complessiva pari a

873,18kW.

D Impianto FotoVoltaico 4 (FV4): l’impianto FV4, sarà realizzato utilizzando i pannelli fotovoltaici,

come sistema di copertura per le pensiline destinate a parcheggio per le vetture dei dipendenti e dei visitatori

dell’azienda. Le pensiline saranno posizionate a Nord rispetto al capannone principale, ed alloggeranno in

totale 594 pannelli. La potenza totale del quarto impianto sarà pertanto pari a 130,68 kW; l’orientamento

sarà pari a 22° Sud-Est mentre l’angolo di tilt sarà pari a 8°.

E Impianto FotoVoltaico 5 (FV5): la pensilina realizzata sul lato Sud rispetto al capannone

principale, ospiterà invece, 924 pannelli per un potenza totale pari a 203,28 kW. Anche in questo caso

l’orientamento sarà pari a 22° Sud-Est mentre l’angolo di tilt sarà pari a 12°. La potenza nominale di ciascuno degli impianti fotovoltaici in progetto è pertanto fornita dalla seguente

relazione:

Generatore Fotovoltaico FV1

50 campi x 3 stringhe x 21 pannelli/stringa = 3.150 pannelli

Complessivamente il generatore FV1 avrà una potenza nominale pari a:

50 campi x 3 stringhe x 21 pannelli/stringa = 3.150 x 220Wp = 693,00 kWp

Generatore Fotovoltaico FV2

60 campi x 3 stringhe x 21 pannelli/stringa = 3.780 pannelli

Complessivamente il generatore FV2 avrà una potenza nominale pari a:

60 campi x 3 stringhe x 21 pannelli/stringa = 3.780 x 220Wp = 831,60 kWp

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Generatore Fotovoltaico FV3

63 campi x 3 stringhe x 21 pannelli/stringa = 3.969 pannelli

Complessivamente il generatore FV3 avrà una potenza nominale pari a:

63 campi x 3 stringhe x 21 pannelli/stringa = 3.969 x 220Wp = 873,18 kWp

Generatore Fotovoltaico FV4

Pensilina Nord 9 campi x 3 stringhe x 22 pannelli/stringa = 594 pannelli

Complessivamente il generatore FV4 avrà una potenza nominale pari a:

9 campi x 3 stringhe x 22 pannelli/stringa = 594 x 220Wp = 130,68 kWp Generatore Fotovoltaico FV5

Pensilina Sud 14 campi x 3 stringhe x 22 pannelli/stringa = 924 pannelli

Complessivamente il generatore FV5 avrà una potenza nominale pari a:

14 campi x 3 stringhe x 22 pannelli/stringa = 924 x 220Wp = 203,28 kWp In conclusione la potenza complessiva del Parco Solare in progetto, è pari a:

FV1 + FV2 + FV3 + FV4 + FV5 = 693,00kW + 831,60kW + 873,18kW + 103,68kW + 203,28kW = 2.731,74 kWp

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4.1.3 Sistema di Fissaggio

Gli impianti FV1, FV2 ed FV3, impianti a terra, saranno installati su strutture di sostegno realizzate con

l’utilizzo di profilati in acciaio, assemblati tra loro per costituire degli shed saldamente ancorati al terreno

(questo risultato sarà ottenuto tramite infissione della stessa struttura) ed in grado di permettere

l’alloggiamento dei pannelli FV.

La figura riportata sotto individua in modo semplificato, la struttura degli shed previsti:

Gli impianti FV4 ed FV5, saranno invece installati sulle pensiline da adibire a parcheggio per le

autovetture; tali pensiline saranno realizzate con strutture in acciaio mentre la copertura sarà realizzata con

gli stessi pannelli fotovoltaici. La figura seguente, riporta la tipologia delle pensiline previste in progetto:

Come detto più sopra, il generatore sarà installato nell’area di pertinenza del Centro Distribuzione Merci

della società proponente; pertanto, definiti i confini fisici dell’area, la fase di studio preliminare è stata

concentrata all’individuazione della soluzione installativa in grado di coniugare la necessita di massimizzare la produzione (ottimizzando l’angolo di tilt e l’orientamento del generatore), massimizzare la potenza installata (al fine di garantire all’investimento la massima redditività) e contenere i costi di installazione e

futura manutenzione, puntando su soluzioni semplici e collaudate.

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Da tale studio nasce la soluzione tecnica riportata nel progetto e nelle tavole grafiche allegate; i pannelli

FV saranno installati su strutture di sostegno realizzate in acciaio e/o alluminio infisse nel terreno o

eventualmente montate su zavorre.

Si noti che il cono d’ombra generato dalle stesse file di pannelli FV è stato calcolato con una altezza del

sole pari a 21°(valore dell'altezza del sole nella località in esame alle ore 10,00 e 14,00 del 21 Dicembre).

Tale scelta garantisce la perfetta insolazione di tutte le file di pannelli anche in pieno inverno, per tutte le

ore di massima produttività dell’impianto.

Infine gli shed saranno progettati per ospitare 3 file di moduli, si riduce così il cono d'ombra sulle file superiori aumentando la resa complessiva, nell'ipotesi di cablare le stringhe in senso orizzontale (aventi in ogni istante la medesima insolazione) e collegate al medesimo inverter.

4.1.4 Pannelli Fotovoltaici I pannelli fotovoltaici scelti per la realizzazione dell’impianto, sono del tipo in Silicio Polycristallino, da

220Wp a celle quadrate da 156mm, dotati di Junction Box installata sul lato posteriore con le due polarità

riportate sui cavetti già predisposti con connettori tipo MC al fine di garantire la massima sicurezza per gli

operatori e rapidità in fase di installazione.

Le caratteristiche principali sono riportate nella seguente tabella riassuntiva:

Costruttore MITSUBISHI ELECTRIC Tipo PV-TJ220GA6 Celle Silicio Polycristallino potenza di picco: 220 W

Tolleranza sulla potenza nominale ± 3 %

tensione nominale: 24 V

corrente di corto circuito (Isc): 8,25 A

tensione a vuoto (Voc): 36,3 V

corrente nel punto di massima potenza: 7,39 A

tensione nel punto di massima potenza: 29,7 V

coefficiente termico della tensione a vuoto: -0,343 %/°C

coefficiente termico della corrente di corto circuito +0,054 %/°C

coefficiente termico della potenza massima -0,452 %/°C

massima tensione di sistema: 1.000,00 V

Efficienza 13,3 %

NOCT 47,5 °C

dimensioni: 1.658 x 994 x 46 mm

peso: 20,00 kg

Garanzia del Produttore 5 anni

Garanzia sulla potenza a 10 anni ≥ 90 %

Garanzia sulla potenza a 25 anni ≥ 85 %

Certificazioni IEC 61215 – TUV S.C. II

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Come richiesto dal decreto del 19 Febbario 2007, i componenti installati risulteranno conformi alle

normative tecniche di riferimento già riportate.

I moduli scelti saranno in classe II di isolamento.

Infine, i moduli dovranno essere provati e verificati da laboratori di accreditamento (laboratori accreditati

EA, European Accreditation Agreement, o che abbiano stabilito con EA accordi di mutuo riconoscimento),

per le specifiche prove necessarie alla verifica dei moduli, in conformità alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025.

4.1.5 Sistema di conversione della corrente continua in corrente alternata

La scelta degli inverter per sistemi Fotovoltaici, avviene in funzione del migliore compromesso

raggiungibile nell’accoppiamento tra i pannelli fotovoltaici ed il dispositivo di conversione della c.c. in c.a.

(l’inverter appunto). Tali componenti rappresentano infatti il cuore di un generatore fotovoltaico.

Le esigenze da soddisfare al fine di realizzare un impianto a regola d’arte sono:

- adeguata suddivisione dei pannelli FV in stringhe ed in campi fotovoltaici al fine di garantire

una equilibrata ripartizione su più inverter;

- dimensionamento delle singole stringhe e dei campi FV in modo da garantire il funzionamento

sempre all’interno del range di MPPT1 dell’inverter;

- ottenere un sufficiente equilibrio tra i vari campi fotovoltaici;

- raggiungere un sufficiente grado di sfruttamento della potenzialità dell’inverter.

Il sistema di conversione della corrente continua in corrente alternata, sarà costituito da più inverter

collegati in parallelo tra loro.

Gli inverter avranno caratteristiche tali da rispettare le prescrizioni normative (norme CEI di riferimento)

oltre che le specifiche tecniche definite dal Gestore di rete locale per la connessione degli impianti di

produzione di energia elettrica.

In ragione delle considerazioni e scelte sopra descritte, la scelta progettuale è stata indirizzata alla scelta

di inverter modulari dimensionati allo scopo di servire ciascuno shed separatamente dagli altri. Tale

soluzione comporta alcuni indubbi vantaggi:

1. massima sezionabilità di impianto;

2. riduzione della lunghezza delle linee c.c. con conseguente riduzione delle perdite di potenza;

3. eliminazione delle cassette di parallelo con fusibili e diodi (componenti caratterizzati da una

elevata mortalità) fonte di perdite di potenza aggiuntive;

4. riduzione dei volumi tecnici;

5. assenza di impianti di climatizzazione finalizzati al raffreddamento degli inverter.

1 Con la sigla MPPT si indica una logica di funzionamento che permette all’inverter di erogare sempre la massima potenza possibile in funzione delle condizioni delle stringhe fotovoltaiche.

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Sulla base di tali considerazioni sono stati individuati le seguenti macchine, prodotte da POWER ONE

della famiglia AURORA PVI, nella potenza di 12,5 kW:

Inverter AURORA PVI – 12.5 -IT

CARATTERISTICHE INVERTER Rendimento max. 97,70 % Rendimento europeo 97,25 % Dimensioni 650 x 620 x 200 mm Peso complessivo 38 kg

PARAMETRI D'INGRESSO LATO C.C.

Tensione massima di ingresso (Vdc) 900 V Tensione nominale di campo fotovoltaico 580 V Campo di variazione MPPT (Vdc) 360 ÷ 750 V Ripple CC < 3 % N° di ingressi DC - Config. Multimaster 6 Pot. di picco del generatore fotovoltaico 14,30 kWp

PARAMETRI DI USCITA LATO C.A.

Tensione nominale (Vac) 400 +- 15% V Frequenza di uscita 50 Hz Cosφ > 0,99 Distorsione della corrente di uscita < 4 % Potenza nominale di uscita 12,5 kW

4.1.6 Distribuzione elettrica La distribuzione elettrica in corrente continua (tratto di impianto preposto al collegamento tra i pannelli e

gli inverter) sarà realizzato tramite l’installazione dell’impianto a vista con condutture protettive ancorate

direttamente sulle strutture di sostegno del generatore fotovoltaico.

La parte di impianto in corrente alternata (sezioni di impianto tra gli inverter ed i quadri di parallelo posti

sul campo, e tra gli stessi quadri di parallelo ed i quadri generali di bassa tensione posti nei locali tecnici)

sarà invece realizzata tramite la posa dei conduttori entro cavidotti e pozzetti interrati.

Tale scelta, nonostante imponga la realizzazione di scavi e l’interramento di cavidotti e pozzetti, si rende

di fatto irrinunciabile al fine di garantire una accettabile protezione dei linee, la massima gestione e

manutenzione dell’impianto (ad esempio il taglio del fieno all’inizio dell’estate al fine di limitare il rischio di

incendi) e la massima protezione degli stessi conduttori dal rischio di potenziali incidenti causati da mezzi

meccanici, roditori, ecc.

Infine dai QGBT, avranno origine le dorsali principali verso i trasformatori, gli apparati di Media Tensione

della cabina di trasformazione e di ricevimento.

Si noti ancora che, la scelta di installare gli inverter sul campo, presenta il vantaggio di contenere le

dimensioni del polo tecnico e pertanto le opere edili associate alla realizzazione del parco solare.

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4.1.7 Quadro Generale di Bassa Tensione

A valle degli inverter, sul lato in c.a., saranno installati i Quadri Generali di Bassa Tensione (QGBT1, QGBT2, QGBT3, QGBT4, e QGBT5 negli elaborati grafici di progetto) uno per ciascun generatore

fotovoltaico; in tali quadri saranno installati gli interruttori di protezione delle linee in ingresso dagli inverter di

impianto, l’interruttore generale motorizzato sul quale agirà la Protezione di Interfaccia e la partenza per il

trasformatore BT/MT.

La protezione di Interfaccia sarà rappresentata da un relè con le protezioni di minima e massima

frequenza (<81 e >81) e minima e massima tensione (27 e 59). Come detto, questa agirà direttamente sul comando di apertura dell’interruttore generale della sezione Generatore Fotovoltaico.

Nei Quadri Generali di Bassa Tensione, si prevede inoltre l’installazione del contatore dell’energia

elettrica prodotta dal Generatore Fotovoltaico ed incentivata dal GSE.

Il dettaglio di quanto sommariamente descritto nel presente paragrafo, è riportato nella tavola FV-SCE

allegata al progetto; in tale elaborato grafico, è riportato il lay-out delle protezioni e delle apparecchiature di

comando e manovra a partire dal QGBT (ingresso del Generatore FV) fino alla sezione di trasformazione

BT/MT ed alla connessione alla rete di media dell’Enel (sezione di ricevimento).

Nella medesima tavola, inoltre, è riportato lo “Schema di Collegamento del Generatore Fotovoltaico

alla rete MT Enel”, progettato in conformità alla configurazione di impianto prevista dal DK5740 fig. 3

“Schema tipico di collegamento di impianti di produzione alla rete MT Enel (senza carichi privilegiati in MT)”.

4.1.8 Quadri Generali di Media Tensione

A valle dei trasformatori BT/MT, prima della connessione alla rete di Enel Distribuzione, saranno

installati i rispettivi Quadri Generali di Media Tensione (QGMT1, QGMT2, QGMT2, QGMT4 e QGMT5 negli

elaborati grafici); ciascuno dei quadri comprenderà un interruttore automatico, finalizzato alla protezione del

trasformatore, nonché a svolgere il ruolo di Dispositivo Generale (DG negli schemi di progetto) conforme

alle prescrizioni della CEI 0-16 II ed. 2008/07.

Il Dispositivo Generale sarà asservito da SPG (Sistema di Protezione Generale) programmato per

garantire le protezioni di massima corrente ritardabile a due soglie (51) e di massima corrente omopolare

(51N).

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4.2 Interventi accessori e opere edili Come si può evincere dagli elaborati di progetto, l’intervento proposto rappresenta certamente un opera

importante anche in termini economici.

Tuttavia la parte certamente preponderante è rappresentata dal generatore fotovoltaico sinteticamente

descritto nelle pagine precedenti. Ad ogni modo è necessario puntualizzare e chiarire quali sono le opere

accessorie che si rende necessario realizzare al fine di consentire la costruzione e la messa in servizio del

parco solare fotovoltaico.

Come già ribadito, le strutture di sostegno progettate, sono del tipo ad infissione; a questa caratteristica,

si aggiunge la scelta di realizzare le stesse, come un sistema modulare. Questo permetterà, definito il

modulo base, di procedere all’installazione di ciascun modulo elementare in modo indipendente, al fine di

raggiungere un perfetto accoppiamento tra le strutture e l’orografia del terreno.

La scelta progettuale indicata, non è casuale, ma bensì volutamente assunta a requisito di base del

progetto, al fine di limitare se non eliminare gli interventi di sbancamento e gli importanti movimenti terra che

troppo spesso caratterizzano questa tipologia di opere.

Infatti il filo guida del progetto è stato rappresentato, fin dalle prime fasi, dalla volontà di contenere e

limitare i potenziali impatti ambientali indotti dalle opere in previsione di realizzazione.

Per maggiore chiarezza, si vuole comunque precisare che vista la morfologia del terreno, con una

importante presenza di rocce di basalto, in alcune limitate porzioni di impianto, potrà risultare

eccessivamente difficoltoso l’utilizzo di un sistema ad infissione; in tal caso, e solo per le aree in cui questo

problema dovesse oggettivamente risultare insormontabile, si procederà all’utilizzo di zavorre in cls da

posare sul terreno, quale elemento di controventatura per gli shed.

Pertanto, in sintesi, gli interventi edili possono riassumersi come:

- limitati interventi di sbancamento nei punti più critici e rimozione e conferimento a discarica

autorizzata di rocce di basalto affioranti presenti nel sito,

- realizzazione della distribuzione elettrica interrata e posa in opera di pozzetti prefabbricati in

calcestruzzo,

- infissione delle strutture di sostegno dell’impianto fotovoltaico,

- realizzazione del polo tecnico tramite la posa in opera di un monoblocco in cls prefabbricato

con vasca di fondazione (pertanto senza la realizzazione di opere di fondazioni in cls armato),

- realizzazione delle opere di connessione alla rete elettrica MT di Enel Distribuzione S.p.A. (si

noti che anche tali interventi risulteranno molto limitati vista la vicinanza della rete Enel e la

presenza nel medesimo lotto di una cabina di ricevimento MT in esercizio).

Per la realizzazione delle opere sommariamente descritte nel presente paragrafo, si farà uso di materiali

leggeri e completamente amovibili. Le limitate operazioni di scavo, non daranno luogo alla produzione di

scarti, in quanto il terreno rimosso (terreno di tipo vegetale), potrà essere utilizzato in parte per le operazioni

di reinterro, ed in parte steso all’interno della medesima area.

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Come detto in precedenza, il polo tecnico prefabbricato è di tipo autoportante e pertanto non prevede la

realizzazione di opere di fondazione fisse. L’area è già interamente recintata e pertanto non si prevedono

opere di tal genere.

Il trasporto dei materiali necessari alla realizzazione del parco fotovoltaico, avverrà tramite autocarri che

sfrutteranno la viabilità esistente (la S.S. 131 km si trova a circa 2 km).

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5 LOCALIZZAZIONE DEL PROGETTO

5.1 Inquadramento geografico del sito

Come detto in premessa, l’area oggetto di intervento è situata nell’ambito del Consorzio Industriale di

Tossilo, nel Comune di Macomer (NU), a circa 425 m.s.l.m.

Nello specifico, l’impianto fotovoltaico dovrà realizzarsi all’interno dell’area di proprietà della Toxilog S.r.L., che nel medesimo sito ha la propria sede. Il lotto è perfettamente inserito nell’are del conosorzio e

risulta servito da tutte le opere di urbanizzazione consortili (viabilità, sottoservizi, servizi tecnologici, ecc.).

Complessivamente la proprietà della società proponente si estende su una superficie di circa 92.600mq,

di cui circa 39.200mq saranno occupati dal generatore fotovoltaico.

Nella definizioni degli ingombri da destinare al parco solare, ovviamente si è tenuto in debita

considerazione gli spazi riservati alla viabilità interna ed alla movimentazione delle merci, al fine di non

penalizzare l’attività primaria della società.

Area di proprietà della TOXILOG S.r.L.

Inquadramento dell’area oggetto di intervento su base fotografica satellitare

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Nel seguito si riportano alcune fotografie finalizzate a dar ragione dello stato dei luoghi.

Inquadramento geografico del sito 5.2 Inquadramento catastale

L’area interessata dall’installazione dell’impianto fotovoltaico è individuata al catasto, nel Comune

Censuario di Macomer (NU) Fg. 53 mapp. 31, 474, 174, 177.

La superficie complessiva è pari a: 92.686mq.

5.3 Inquadramento Urbanistico

Come detto in precedenza, l’area oggetto di intervento rientra all’interno del Consorzio Industriale di

Tossilo, nel comune di Macomer (NU).

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5.3 Vincoli ambientali, storici e paesaggistici

Nel corso del presente studio, si è provveduto anche alla verifica della eventuale presenza di vincoli di

tipo ambientale, storico o paesaggistico, al fine di accertare l’inesistenza di punti critici rispetto allo sviluppo

del progetto.

Quale strumento fondamentale per condurre tali valutazioni, si è utilizzata la cartografia allegata al Piano

Paesaggistico Regionale. Pertanto, si è giunti alla definizione dello stato di fatto in funzione delle carte di

sintesi pubblicate dalla Regione Sardegna.

5.3.1 Assetto Ambientale – Beni paesaggistici e componenti di paesaggio Come rappresentato dall’immagine (estratta dalla tav. 2 allegata al Piano Paesaggistico Regionale), il

sito si trova all’interno di un’area a forte antropizzazione; inoltre non sono presenti, nelle immediate

vicinanze, siti di particolare interesse sotto il profilo ambientale.

Consorzio Ind.le di Tossilo – sito individuato per la realizzazione del parco solare fotovoltaico

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5.3.2 Assetto Storico - Culturale – Mosaico delle emergenze Storico - Culturali L’area in cui ricade il sito oggetto di intervento, è compresa all’interno della Regione Storica del

Marghine.

Anche in questo caso l’immagine (estratta dalla tav. 3 allegata al Piano Paesaggistico Regionale),

inquadra il sito oggetto di intervento dimostrando l’assenza di siti di interesse storico culturale, ad una

distanza inferiore a 100 m (come prescritto dall’articolo 49 delle Norme Tecniche di Attuazione del P.P.R.,

pubblicate con Delibera G.R. n° 36/7 del 5.09.2006.

6 CARATTERISTICHE AMBIENTALI DEL SITO DI INTERVENTO Allo scopo di riportare esclusivamente dati ed informazioni attendibili ed oggettivi, le informazioni

contenute nel presente paragrafo sono state estratte dal “Piano poliennale di Sviluppo Socio-Economico”

elaborato dalla Comunità Montana N°8 del Marghine Planargia nel 2000.

6.1 Caratteristiche climatiche

Il clima dell’area (si veda la tab. 1) è riconducibile alle caratteristiche delle zone di altopiano della

Sardegna centrale, con precipitazioni concentrate fra i mesi di ottobre ed aprile, con punte massime nei mesi

di dicembre e gennaio. L’altezza di precipitazione media è di 901 mm.

Le precipitazioni, spesso accompagnate da raffiche di vento, possono avere intensità elevata.

Precipitazioni nevose possono verificarsi nei mesi di gennaio e febbraio, limitatamente alle zone situate a

maggior altitudine della montagna del Marghine.

Consorzio Ind.le di Tossilo – Area individuata per la realizzazione del parco solare fotovoltaico

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Le temperature (tab. 1) oscillano fra una media annuale di 15,1°, con una media minima di 9,9° ed una

media massima di 20,2°. Il vento dominante è il Maestrale, proveniente da Ovest-Nordovest.

6.2 Caratteri geomorfologici ed idrogeologici

La montagna del Marghine e l’altopiano di Borore-Dualchi: La montagna del Marghine è situata nella

porzione nord-orientale del territorio della Comunità Montana, nei territori di Macomer, Birori, Bortigali,

Silanus, Lei e Bolotana, ed è essenzialmente costituita dal blocco rialzato dell’altopiano della Campeda.

Si presenta come un blocco dolcemente inclinato verso nord-nordovest, delimitato da una scarpata

morfologica di diverse centinaia di metri. Le quote più alte superano i 1000 m.slm e si trovano in

corrispondenza del versante meridionale (Mte. Santo Padre, Pta. Palai).

Litologicamente, è composta da una successione di gneiss, scisti e graniti paleozoici, passanti verso

l’alto a una successione di vulcaniti trachitiche e riolitiche, sabbie e calcari organogeni di età oligocenica,

seguiti da basalti plio-pleistocenici e da detriti di falda e suoli argillosi di età olocenica. Il sottostante (verso

sud–sudest) altopiano di Borore - Dualchi è invece costituito da basalti di età plio-pleistocenica e si raccorda

alla scarpata del Marghine mediante una fascia di conoidi di detrito giustapposte, deposte ed incise dai corsi

d’acqua che discendono dalla montagna. E’ a sua volta delimitato ad est dalla piana del fiume Tirso.

Relativamente alla disponibilità di risorse idriche, la montagna del Marghine è ricca di sorgenti, localizzate in

genere nelle incisioni o alla rottura dei pendii e sfruttate fin dall’antichità per usi agropastorali. Tuttavia, in

termini generali l’area si caratterizza per essere una zona di ricarica degli acquiferi, situati in corrispondenza

delle zone di frattura che drenano le acque di infiltrazione. I deflussi superficiali e sotterranei sono diretti sia

a nord verso i bacini del Temo e del Coghinas, sia a sud verso il bacino del Tirso

Il Monte Sant’Antonio: Collocato nella fascia sudoccidentale della Comunità Montana, nei territori di

Macomer, Borore e Sindia, il Mte. Sant’Antonio delimita a sud l’altopiano basaltico della Planargia. E’

costituito da un vulcano “a scudo”, caratterizzato da dolci pendenze verso nord, ovest e sud, mentre si

interrompe bruscamente verso Sudest sulla scarpata del Marghine, innalzandosi rispetto all’altipiano di

Borore-Dualchi.

Litologicamente è costituito da una complesso di rioliti, ignimbriti e tufi e trachiti di età oligocenica,

sovrastati da un complesso basaltico di età plio-quaternaria, simili a quelli del grande vulcano del Montiferro.

L’uniformità morfologica del territorio comporta una significativa limitatezza degli affioramenti spontanei di

Tab. 1 – Precipitazioni e temperature medie mensili (staz. Macomer, 572 m.slm)

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acque sotterraneee, alimentate esclusivamente lungo le zone di frattura; le sorgenti, alimentate da falde

superficiali, sono di portata modesta e variabile in funzione dell’andamento delle precipitazioni.

L’altopiano della Planargia: Comprende la parte occidentale dell’altopiano della Campeda,

morfologicamente ribassata rispetto al blocco del Marghine, nei territori di Macomer, Sindia, Suni e Sagama.

E’ costituito da un’ampia area a morfologia pianeggiante, litologicamente composta da basaltico plio-

quaternari, delimitata ad occidente dai rilievi costieri dei territori di Montresta e Bosa e dalle scarpate

morfologiche delle valli del Rio Temo e del Rio Turas. Il reticolo idrografico superficiale dell’area è

minimamente sviluppato mentre gli acquiferi sotterranei, alimentati per fessurazione, si collocano su livelli

tufacei argillificati, situati in genere a profondità superiori ai 100 m dal piano-campagna.

6.3 Suoli e loro attitudini d’uso

Senza entrare in eccessivi dettagli, possiamo segnalare nell’area la presenza di suoli appartenenti agli

ordini degli:

Entisuoli: si tratta di suoli poco evoluti, a causa di una scarsa azione dei fattori pedogenetici, il cui profilo

è formato da un semplice orizzonte superficiale (epipedon), direttamente poggiante sulla roccia sottostante,

peraltro affiorante su ampi tratti del paesaggio. Caratterizzano in particolare le aree a maggior pendenza e le

aree degradate.

Per quanto riguarda i suoli sviluppatisi sulle alluvioni recenti dei corsi d’acqua afferenti alla piana del

Tirso, sono esposti a rischio d’inondazione e frequentemente presentano una falda freatica prossima alla

superficie. Le attitudini d’uso sono le colture arboree irrigue e le colture erbacee ortive.

Inceptisuoli: riuniscono suoli maggiormente evoluti dei precedenti, con profilo ben differenziato, sul quale

si è esercitata in maniera significativa l’azione della copertura arbustiva ed arborea. Anche in questo caso

caratterizzati da elevata rocciosità, caratterizzano le aree del Mte. Sant’Antonio, della Montagna del

Marghine, dell’altopiano della Planargia e della parte occidentale dell’altopiano di Borore – Dualchi. In

particolare, queste ultime due aree presentano maggior interesse per le potenzialità di miglioramento del

pascolo e la realizzazione di colture irrigue, da realizzarsi con risorse idriche sotterranee locali o con piccoli

invasi.

Alfisuoli: si tratta di suoli evoluti e dal profilo notevolmente sviluppato, legato ai fattori clima e tempo.

Caratterizzati da drenaggio lento, pericolo d’erosione e fertilità molto bassa, sono collocati essenzialmente

nella porzione orientale dell’altopiano di Borore – Dualchi, verso la piana del Tirso. Le attitudini principali

sono le colture erbacee irrigue, gli erbai, i prati poliennali ed i cereali estivi (mais, sorgo). Da segnalare che,

in queste aree, la risorsa idrica per usi irrigui è resa disponibile mediante le opere realizzate e/o

programmate dal Consorzio di Bonifica della Sardegna centrale.

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6.4 Biodiversità

Le associazioni vegetali nell’area sono condizionate da fattori naturali (fattori climatici, altitudine) e,

secondariamente, antropici (sovraccarico di bestiame, pratica degli incendi, ecc.).

La fascia altitudinale 300 ÷ 450 m.slm, specie nei territori di Macomer, Birori e Borore, mostra la

presenza di associazioni di piante bulbose o rizomatose, caratterizzate dalla presenza di ferula, asfodelo,

carlina e asparago, tipiche di terreni degradati; nei territori di Birori, Borore, Dualchi e Noragugume, queste

stesse formazioni vegetali mostrano indizi riferibili alle associazioni vegetali pre-esistenti, quali ad esempio la

rilevante presenza di quercia da sughero (quercus suber).

Va segnalata la presenza di formazioni ad alloro (laurus nobilis), che caratterizzano le valli comprese fra

Macomer e Bortigali, accompagnate da lentisco, olivastro, salsapariglia. Fra la flora, si segnala la presenza

di narcisi (narcissus tazetta), ranuncoli, iris gialli e diverse specie di orchidee, mentre nei pascoli arborati

osserviamo la presenza di asfodeli (asphodelus microcarpus), narcisi e dell’unica specie di orchidea

autunnale, la spiranthes spiralis.

La fascia altitudinale 500 ÷ 1000 m.slm mostra la presenza di estese formazioni a quercia da sughero e

leccio (quercus ilex), accompagnato fra gli altri da biancospino, edera, caprifoglio, in modo particolare nel

territorio di Lei. Oltre i 700 m., il leccio cede il passo alle formazioni a roverella (quercus pubescens). Alle

quote più elevate si riscontra la presenza di acero trilobo (acer monspessulanum), tasso (taxus baccata),

agrifoglio (ilex aquifolium), accompagnati dalla presenza di meli e ciliegi selvatici, ciavardelli, sambuchi; tali

formazioni testimoniano della copertura vegetale originaria della Montagna del Marghine. Di particolare

significato è la flora che caratterizza l’altopiano della Campeda, con praterie acquatiche e radure

semiboscate, con endemismi fra i quali il crocus minimus, la paeonia mascula, l’orchis coriophora; meritano

una citazione il ribes sandalioticum e la morisia monantha, chiusi in nicchie ecologiche ristrette, fortemente

influenzate dai venti e dalle basse temperature. Di interesse è anche il thymus erba barona, utilizzato dai

pastori per aromatizzare il latte per la produzione di formaggio. La Planargia è caratterizzata dalla presenza

di bosco a Roverella (quercus pubescens), localmente rappresentato da forme degradate da azione

antropica, con presenza di macchia a rovo (ruvus ulmifolius) e smilace (smilax aspera). Nell’agro di Sindia e

Suni, diffuse sono le aree occupate da Sughere (Quercus suber), con sottobosco a pascolo, e da Lecci

(quercus ilex), nonché da rimboschimenti a Pino (pinus sp.). Lungo i corsi d’acqua, incontriamo sistemi

ripariali a Tamerici (Tamarix sp.), Pioppo (Populus alba) ed Ontano (Alnus glutinosa).

Dal punto di vista faunistico, l’area è caratterizzata dalla presenza di specie di interesse locale ed

europeo. Limitandoci agli endemismi, fra gli anfibi citiamo l’euprotto sardo e quelli tirrenici della raganella

sarda e discoglosso sardo, fra i rettili la biscia dal collare (limitata alla Campeda). Fra gli uccelli, sono

presenti alcune fra le specie di maggior importanza dal punto di vista conservazionistico: fra i rapaci diurni il

grifone, l’astore sardo, il nibbio reale ed i rari falchi grillaio e lodolaio, fra i notturni il barbagianni, la civetta,

l’assiolo, numerosi passeriformes, fra cui il venturone (sardo-corso). Fra i mammiferi, solitamente di abitudini

notturne, troviamo la lepre sarda, la volpe, la martora, la donnola e, nei boschi, il gatto selvatico.

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6.5 Aree di pregio ambientale

Fra i Siti di Importanza Comunitaria (SIC – Zone Speciali di Conservazione, dir. 92/43 “Habitat”),

identificati dalla Regione Sardegna, nell’area del Marghine e della Planargia ritroviamo:

- l’altopiano della Campeda, per un’estensione di 5.244 ha;

- la catena del Marghine-Goceano, per un’estensione complessiva di 36.562 ha., di cui ca. 9000

nel territorio della Comunità Montana.

Fra le Aree di Interesse Naturalistico figurano:

- l’area di Mularza Noa di Bolotana;

- la foresta di Badde Salighes;

- l’area del Monte Sant’Antonio di Macomer.

6.6 Conclusioni

Le informazioni riportate più sopra, come detto estratte dal Piano di Sviluppo predisposto dalla Comunità

Montana n° 8 Marghine Planargia, forniscono un quadro certamente dettagliato dell’assetto ambientale dei

territori ricadenti nell’ambito della Comunità Montana.

Tuttavia, appare evidente, visti i costanti riferimenti ai vari territori citati, che l’area di interesse per

l’intervento proposto, non viene mai citata tra quelle di importanza. Tale situazione si spiega con il fatto che

l’area inclusa all’interno del Consorzio Industriale di Tossilo, presente delle caratteristiche ambientali molto

modeste. Il paesaggio e rappresentanto sostanzialmente da una piana con scarsa presenza di flora (prati

con rade presenze di piccoli arbusti).

A questo si deve sommare la forte antropizzazione subita dal territorio negli ultimi trent’anni; l’area infatti

risulta interamente urbanizzata e densamente costruita di fabbricati a destinazione produttiva.

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7 ANALISI DEGLI IMPATTI ATTESI

Nel presente paragrafo, si cercherà di esaminare i potenziali impatti prodotti dall’intervento proposto

motivando le scelte progettuali finalizzate al contenimento degli stessi.

Le fonti rinnovabili, rappresentato, almeno nell’immaginario collettivo, la soluzione al problema

dell’inquinamento; inoltre, spesso, si ritiene che queste non inducano alcun tipo di impatto sull’ambiente

circostante.

Evidentemente, trattandosi di tempi molto complessi, le cose non stanno esattamente così. Partendo

dall’assunto che qualunque attività umana, produce un impatto sull’ambiente circostante, resta da valutare

se tale impatto risulti positivo o negativo ed in quest’ultimo caso si rende necessario valutare i metodi e le

soluzioni che permettano di ridurre ai minimi termini tale impatto.

Da questo punto di vista, è necessario chiarire, che gli impiatti tecnologici finalizzati all’utilizzo delle fonti

energetiche rinnovabili, rappresentato opere realizzate dall’uomo, utilizzando le conoscenze tecnologiche

disponibili ed in continua evoluzione, e come tali inducono un determinato impatto sull’ambiente.

È anche necessario chiarire, che l’impatto indotto da tali impianti tecnologici, è, normalemente,

decisamente inferiore a quanto provocato dalle altre tecnologie per la produzione energetica. Si pensi solo

ad un qualitativo confronto tra un impianto fotovoltaico ed una centrale termoelettrica ad olio combustibile.

Entrando nel dettaglio, si può proseguire evidenzianto come, gli impatti principali indotti dalle tecnologie

per l’utilizzo delle FER, sono sostanzialmente riconducibili alle fasi di:

- Produzione dei componenti;

- Installazione degli impianti;

- Esercizio;

- Decomissioning degli impianti.

7.1 Produzione dei Componenti

Nella fase di produzione dei pannelli solari fotovoltaici, l’impatto ambientale è sostanzialmente

assimilabile a quello di una industria chimica. È anche doveroso evidenziare come, nel corso del processo

produttivo, siano utilizzate sostanze di tipo tossico o nocivo (le quantità e tipologie variano a seconda della

tecnologia e del processo produttivo).

Riguardo a tale aspetto, è evidente come rientri sotto la responsabilità del produttore garantire in merito

alla corretta gestione di tali sostanze e delle relative fasi di processo, sia in termini di sicurezza del personale

sia in termini di sicurezza ambientale.

Dal punto di vista dell’investitore, si ritiene doveroso, per garantire quanta più trasparenza possibile,

rivolgersi, nella ricerca dei prodotti commerciali, a produttori Europei, Giapponesi o Statunitensi, al fine di

garantire la realizzazione della produzione in stati e attraverso produttori che operano nell’ambito di una

normativa ambientale riconosciuta e accettabile.

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Uno dei punti più controversi, spesso richiamato ed enfatizzato dai detrattori della tecnologia

fotovoltaica, è rappresentato dal fabbisogno energetico dell’industria del fotovoltaico. Come detto in

precedenza, anche il settore della produzione dei moduli fotovoltaici, è a tutti gli effetti assimilabile alle

industrie di tipo chimico. È pertanto scontato, che il processo produttivo sia alimentato da una qualche fonte

energetica (Energia Elettrica nella fattispecie) la cui produzione è, nella maggioranza delle condizioni, non

derivante da fonti rinnovabili.

Al tiguardo, si vuole però anche evidenziare come, il ritorno energetico dell’investimento, risulti

certamente positivo, sia che se valuti l’EROI (Energy Returned On Energy Invested) si a che si calcoli

l’EPBT (Energy Pay Back Time), indice finalizzato alla definizione del periodo di tempo richiesto perche una

determinata tecnologia energetica, riesca a produrre la stessa quantità di energia utilizzata nel ciclo di

produzione dell’impianto e dei suoi componenti.

A tale riguardo, stime rintracciabili in bibliografia, hanno fissato in circa 5.000 kWh/kWp la quantità di

energia necessaria per la produzione di un sistema fotovoltaico. Stando ai livelli di prodizione monitorati

nella nostra regione, si può rapidamente calcolare come il parametro EPBT risulti di poco superiore a 3 anni.

Se invece si basano le considerazioni sui dati rilevati dal progetto europeo CrystalClear (mirato a

raccogliere dati dai principali produttori Europei ed Americani, di pannelli fotovoltaici) emerge che l’EPBT per

la tecnologia fotovoltaica basata sul silicio policristallino, è inferiore a 2 anni.

Quale ultimo aspetto, associato agli impatti generati durante le fasi di produzione dei componenti

fotovoltaici, resta da esaminare le emissioni di CO2. Anche in questo caso, con riferimenti ai risultati del

progetto Europeo, emerge che il fotovoltaico comporta emissioni pari a circa 30 ÷ 35g CO2/kWh prodotto

dall’impianto. Anche in questo caso il confronto con le altre tecnologie energetiche è a tutto vantaggio del

fotovoltaico; è infatti noto come il mix energetico Italiano, comporti l’emissione di circa 536g CO2/kWh

prodotto.

7.2 Installazione degli impianti;

durante la fase di costruzione degli impianti, i possibili impatti sono associati a:

- Utilizzo di macchine operatrici e mezzi di trasporto,

- Produzione di rumore e polveri,

- Produzione di rifiuti (materiali di imballaggio) e scarti di lavorazione,

- Materiali di risulta,

- Utilizzo del territorio.

7.3 Utilizzo di macchine operatrici e mezzi di trasporto

In merito al primo aspetto, come già indicato nei paragrafi precedenti, la necessità di provvedere ad

opere di sbancamento, saranno limitate al minimo indispensabile allo scopo di contenere i costi

dell’investimento. Le principali lavorazioni condotte da mezzi meccanici, saranno pertanto associate

all’infissione delle strutture ed al trasporto dei materiali.

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In entrambi i casi, lo sviluppo delle fasi lavorative sarà ottimizzato al fine di limitare l’utilizzo dei mezzi e,

nel caso dei trasporti, al fine scegliere i percorsi più brevi e agibili.

In particolare, prima dell’avvio dei lavori, si provvederà ad una precisa valutazione in merito alla

possibilità di trasportare i materiali, utilizzando la rete ferroviaria. Il sito di installazione, infatti, si trova a

breve distanza dalle stazioni ferroviarie di Macomer e di Abbasanta, entrambe in grado di ricevere carichi

merci.

La stazione di Macomer è sicuramente quella situata a più breve distanza; tuttavia la posizione interna al

centro abitato, comporterebbe il passaggio dei mezzi pesanti nel centro della città con conseguenti disagi

per la circolazione stradale e con effetti certamente più negativi dovuti all’inquinamento. La stazione di

Abbasanta, anch’essa situata all’interno del paese, presenta invece la possibilità di sfruttare una viabilità

molto più favorevole che la pone a meno 2 km dalla S.S. 131 e a circa 15 km dal sito di installazione.

7.4 Produzione di rumore e polveri

Tale aspetto è di fatto imprescindibile dalla realizzazione delle opere. Per quanto riguarda l’aspetto

rumore, ovviamente, come previsto dalla normativa in merito alla sicurezza nei cantieri e nei luoghi di lavoro,

si provvederà all’utilizzo di macchinari ed utensili realizzati in conformità alle normative e con livelli di

emissioni sonore certificati. Per quanto riguarda la protezione del personale esterno al cantiere (operatori del

Centro Distribuzione Merci) questi operano prevalentemente all’interno del capannone e pertanto saranno di

fatto protetti dalle emissioni sonore.

Ad ogni modo, il piano di sicurezza approntato prima dell’avvio del cantiere, terrà in debita

considerazioni le potenziali interferenze.

In merito alla polvere, si presume di poter avviare le lavorazioni pesanti, al più tardi nella primavera. Tale

fattore, grazie alla maggiore umidità del terreno, sarebbe già in grado di contenere in maniera consistente le

possibili emissioni di polveri associati alla circolazioni di mezzi e persone sul terreno che ospiterà il

generatore fotovoltaico.

Tuttavia, se dovesse verificarsi la necessità di avviare le lavorazioni in un periodo più caldo, con il

terreno più soggetto alla generazione di polveri, si provvederà al contenimento con irrigazione delle vie di

transito.

In merito alle polveri generate dalle operazioni di trasporto, oltre a quanto detto in precedenza (trasporto

su rotaia), si provvederà ad una adeguata organizzazione finalizzata al contenimento del numero dei

trasporti e si provvederà all’utilizzo di mezzi dotati dei moderni sistemi di contenimento delle polveri sottili

generati dalla combustione del gasolio.

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7.5 Produzione di rifiuti (materiali di imballaggio) e scarti di lavorazione

Il maggiore volume all’interno dei rifiuti, sarà certamente rappresentato dagli imballaggi dei pannelli

fotovoltaici. Questi sono normalmente composti da cartone e modeste quantità di materie plastiche (cinghie

di tenuta, pellicola trasparente); il cartone sarà depositato in una zona del cantiere adeguatamente

delimitata, e successivamente conferito alla raccolta differenziata per il suo recupero. Stesso trattamento

sarà riservato alle materie plastiche ed a tutti i materiali che dovessero prodursi quali scarti.

Tra gli imballaggi, si produrranno anche certe quantità di legno derivante dai pallet utilizzati per il

trasporto dei materiali. Ovviamente questi saranno stoccati e conferiti alla catena del riciclaggio.

Tra gli scarti di lavorazione invece rientrano certamente spezzoni e tagli di cavi elettrici; anche per questi

si procederà al temporaneo stoccaggio in zona delimitata del cantiere, per poi procedere al conferimento alla

catena del riciclaggio.

Per quanto riguarda le strutture, avendo previsto l’utilizzo di sistemi modulari in acciaio, si ritiene che non

saranno generati tagli e scarti se non in quantità molto modeste. I tagli principali saranno infatti eseguiti in

officina prima della consegna in cantiere; in questo caso ovviamente gli scarti saranno recuperati e destinati

al riciclaggio del metallo.

7.6 Materiali di risulta

Anche tale aspetto è già stato affrontato nelle pagine precedenti; come detto, gli sbancamenti saranno

per quanto possibile evitati, in quanto voce di costo. Per le modeste quantità di terreno di risulta, in ogni

caso, trattandosi di terreno vegetale, questo sarà steso sul piano di campagna senza precederne il

conferimento in altro sito.

Identiche considerazioni possono farsi per quanto riguarda i materiali di risulta degli scavi. Buona parte

sarà riutilizzata per il rinterro degli stessi scavi, per la restante parte si provvederà alla stesura nel medesimo

sito.

Per quanto riguarda le rocce basaltiche che saranno estratte durante gli scavi, nonché per quelle già

accantonate sull’area (derivanti dalla realizzazione delle opere esistenti) queste saranno conferite ad un

impianto di frantumazione per essere trasformate in materiale riutilizzabile (frantumato per edilizia).

7.7 Utilizzo del Territorio

Il territorio rappresenta di per sé una importante risorsa economica ed ambientale; pertanto è evidente

come sia indispensabile valutare attentamente le relative modalità di utilizzo.

È opinione diffusa, che gli impianti fotovoltaici debbano essere realizzati sfruttando le superfici già

impegnate da fabbricati esistenti (utilizzo delle coperture) ed i terreni marginali che spesso risultano non solo

inutilizzati ma anche abbandonati.

Tuttavia, appare anche evidente come, affinché tale tecnologia possa raggiungere la piena maturità,

risulti necessario prevedere la realizzazione di un adeguato numero di installazioni centralizzate (impianti di

taglia superiore al megawatt).

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Anche in questo caso è però necessario procedere ad una attenta valutazione dei vari territori nei quali

realizzare questi interventi.

Nel caso in esame, l’impianto si realizzerà su un’area di tipo industriale e nello specifico nell’area

circostante una attività produttiva esistente ed operativa. Si noti che l’impianto sarà realizzato all’interno di

un lotto predefinito che ospita il Centro Distribuzione Merci della società proponente; si tratta pertanto, di

fatto, di un’area marginale oggi inutilizzate che, allo stato attuale, non può essere adibita ad altre attività.

Richiamando i parametri già indicati in precedenza, la superficie complessiva del lotto di terreno della

TOXILOG S.r.L., è pari a circa 92.600 mq, di cui circa 18.000 mq impegnati dalle strutture esistenti.

L’impianto fotovoltaico, comprese le pensiline da adibire a parcheggio auto, comporterà un impegno di

superificie pari a circa 39.200 mq.

L’impatto in discussione è pertanto associato all’impegno di tale porzione di territorio. Si rimarca, come

già descritto in precedenza, che il territorio non presenta nel sito di interesse, un particolare pregio

(motivazione per la quale è stato in passato destinato ad area industriale).

Si noti inoltre che, in virtù della tecnologia utilizzata, l’impatto è circoscritto al sito di installazione

dell’impianto; non sono infatti riscontrabili impatti nelle aree limitrofe.

Per quanto riguarda la reversibilità degli impatti, il vantaggio degli impianti fotovoltaici, consiste nella

completa reversibilità dell’impatto attraverso lo smantellamento delle strutture e dei componenti.

7.8 Esercizio

Gli impatti associati all’esercizio dell’impianto, sono certamente modesti; gli impianti fotovoltaici, infatti,

durante il funzionamento non producono rumore, vibrazioni, polveri ecc.

L’impatto sull’ecosistema è pertanto riconducibile esclusivamente all’impegno del suolo ed all’habitat

sottratti a flora e fauna indigeni.

Tuttavia, nel caso in esame, l’intervento ricade all’interno di un’area fortemente antropizzata; si ritiene,

pertanto, che gli effetti sopra richiamati siano preesistenti e non imputabili a tale tipologia di opere e

installazioni, ma bensì all’intensivo utilizzo del territorio per la realizzazione di attività produttive a carattere

industriale.

7.8.1 Impatto sulla flora

Uno degli aspetti più critici relativi all’interferenza tra impianti e flora, è rappresentato dal rischio che il

terreno vegetale su cui insiste l’impianto, benché non soggetto a particolari azioni invasive, possa nel corso

degli anni degradarsi e perdere le proprie caratteristiche chimiche. Tale condizione è solitamente dovuta

all’utilizzo di sistemi a zavorre che impediscono, alla porzione di terreno sovrastata dai blocchi di cls, di

ricevere una adeguata ossigenazione, insolazione, quantità di acqua ecc, per un arco di tempo

estremamente lungo.

Nel caso in esame, invece, la soluzione installativa adottata, trattandosi di un sistema ad infissione,

permette la naturale crescita del prato, anche se in parte limitata dal costante ombreggiamento dei pannelli

FV; inoltre il terreno, sarà permanentemente a contatto con l’aria, la pioggia ed anche se in misura minore

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con la radiazione solare; questo permetterà la conservazione delle caratteristiche preesistenti dello strato di

terreno vegetale.

7.8.2 Impatto sulla fauna

Come detto in precedenza, l’area è allo stato attuale fortemente antropizzata; pertanto si può affermare

con un buon margine di certezza, che il sito non rappresenti un habitat naturale con importanti presenze

faunistiche.

Allo stesso tempo si può tranquillamente affermare che l’impianto fotovoltaico, superato il periodo di

installazione del generatore (comunque di breve durata), risulterà praticamente ininfluente rispetto allo stato

attuale del sito.

La fauna presente (rappresentata da piccoli roditori ed occasionalmente da piccoli mammiferi, piccoli

rettili ecc.) potrà agevolmente adattarsi alla presenza dell’impianto, che di fatto non preclude l’utilizzo

dell’area da tali piccoli animali.

7.9 Decomissioning degli impianti

Come introdotto nel paragrafo precedente, il grande vantaggio associato alla tecnologia fotovoltaica, è

che, introducendo particolari accorgimenti in fase di realizzazione degli impianti, l’impatto ambientale

provocato dalla realizzazione, può ritenersi praticamente reversibile grazie ad un corretto processo di

decomissionig.

I pannelli fotovoltaici, sono composti principalmente da vetro, alluminio, silicio ed in modeste percentuali

di materie plastiche. Complessivamente si può ritenere che un modulo fotovoltaico sia interamente

composto da sostanze di cui già oggi esiste un efficiente catena del riclaggio.

Tuttavia si ritiene molto più valida la opzione offerta da società/consorzi specificamente impegnati nel

recupero e riciclo dei pannelli fotovoltaici se non addirittura nel ricondizionamento degli stessi. Tali realtà che

oggi si stanno timidamente affacciando sul mercato, subiranno una importante crescita nei prossimi anni,

dovuta essenzialmente alla forte pressione politica esercita (principalmente dall’Unione Europea) sui

produttori che operano sul mercato Europeo.

Questi ultimi, infatti, hanno già costituito un consorzio finalizzato a tale scopo, che sarà operativo nei

prossimi anni, in previsione di una crescente richiesta di smaltimento di tali componenti.

Ad ogni modo, già oggi, i moduli fotovoltaici possono assimilarsi a componenti elettronici ed essere

conferiti a quelle aziende già operative nello smaltimento di tali dispositivi.

Per quanto riguarda le strutture, nel progetto in esame, come già specificato, queste saranno ancorate al

suolo, tramite infissione delle stesse o, in modeste porzioni di impianto e solo se strettamente necessario a

causa della morfologia del terreno, potranno utilizzarsi delle zavorre.

Tale soluzione, permetterà a fine vita dell’impianto, di procedere allo smontaggio delle strutture, ed al

recupero di tutte le parti metalliche. Queste saranno recuperate e conferite ad azienda specializzata per il

riciclaggio.

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La distribuzione elettrica, realizzata tramite la posa di cavi in rame all’interno dei cavidotti interrati, sarà

interamente rimossa (sfruttando la sfilabilità delle linee) ed anche in questo caso i materialli recuperati

saranno conferiti alla catena del riciclaggio.

Stesso discorso si applica ai pozzetti (in cls) ed ai cavidotti.

I quadri elettrici a servizio dell’impianto fotovoltaico, saranno disassemblati ed i materiali conferiti al

riciclaggio a seconda della specifica natura.

Sul terreno non saranno necessari interventi di ripristino, se non di modesta entità (rinterro degli scavi e

dei fori lasciati dalle strutture) in considerazione della quasi totale assenza di interventi di modifica dello stato

dei luoghi durante le fasi di realizzazione.

7.10 Durata e Reversibilità dell’Impatto

I potenziali impatti sopra descritti, si ritiene siano tutti di tipo reversibile; la loro durata temporale è

stimata in 25 ÷ 30 anni (vita utile dell’impianto) e gli effetti si ritiene possano definitivamente sparire al

momento della dismissione.

7.11 Mitigazione degli impatti

Per quanto descritto nel presente paragrafo, si ritiene che gli impatti ambientali associati alla

realizzazione dell’opera oggetto della presente progettazione, possano considerarsi molto limitati.

Tale risultato è stato ottenuto anche adottando alcuni accorgimenti quali:

- Utilizzo di strutture amovibili con sistema ad infissione;

- Contenimento dell’altezza delle strutture al fine di limitarne la visibilità;

- Realizzazione della distribuzione elettrica tramite la posa di cavidotti interrati;

- Ottimizzazione delle operazioni di costruzione (compreso il trasporto dei materiali);

- Limitazione delle opere di sbancamento (praticamente inesistenti nel progetto proposto);

Inoltre, al termine dei lavori, si provvederà alla realizzazione di una siepe lungo il perimetro del

generatore, al fine di limitare ulteriormente la visibilità dei campi fotovoltaici.

CAMPI ELETTROMAGNETICI Il fenomeno è sostanzialmente associato al funzionamento degli inverter, delle linee di distribuzione di

energia e dei trasformatori BT/MT posti nelle cabine elettriche a servizio dell’impianto.

Trattandosi di impianti che (a valle degli inverter) operano a bassa frequenza (50Hz) rientrano nel campo

di applicazione del D.P.C.M. 08.07.2003 “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli

obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici e magnetici alla

frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti.

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Tale Decreto, ha fissato i limiti di esposizione a campi elettrici e magnetici generati dalle linee elettriche

a frequenza di rete. I limiti devono essere applicati a quelle situazioni in cui si prevede la presenza di

persone in prossimità della sorgente, per un periodo superiore alle quattro ore giornaliere; il limite inoltre non

si applicano a quelle figure professionali che devono operare in prossimità della sorgente.

Si noti tuttavia, che nel caso in esame, le linee elettriche in corrente alternata risultano interamente

interrate, sia nel percorso dagli inverter ai quadri di parallelo sia dai quadri di parallelo ai QGBT di impianto

posti nei locali tecnici.

La stessa soluzione è stata prevista per le linee in MT, che provvederanno alla connessione tra i poli

tecnici di impianto e la cabina di ricevimento e connessione alla rete di distribuzione di ENEL.

La profondità di posa sarà sempre almeno pari ad 1m; tale soluzione è in grado di garantire, grazie

all’effetto schermante del terreno, sul contenimento del campo magnetico.

Tale profondità di posa è stata definita procedendo alla verifica, tramite lo sviluppo dei calcoli, della

distanza minima, necessaria allo scopo di garantire il rispetto dei valori di esposizione indicati dal Decreto

già richiamato.

Il valore del Campo Magnetico, può essere calcolato con la seguente relazione;

B = 0,245 x {(I x S)/D2} Dove:

B = Campo Magnetico,

I = Intensità di corrente nel circuito

S = Distanza tra i conduttori

D = Distanza di riferimento

In tale relazione, dato B = 100 µT (limite imposto dal D.P.C.M. 08.07.03 art. 3) si ricava la distanza

minima per la quale è rispettato il valore del Campo Magnetico. Considerando la conduttura di collegamento tra il Polo Tecnico dell’impianto FV3 (il più grande dei

cinque) con una potenza nominale di 873,18 kWp e pertanto una corrente di linea teoricamente pari a circa

35A, ed una distanza tra i conduttori pari a 20cm (terna di conduttori posti a trifoglio), si ottiene:

D = √ {(0,245 x I x S) / B} = 0,13 cm

Tale valore è evidentemente pienamente soddisfatto dalla linea, posata come detto a circa 1m di

profondità.

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7.12 IMPATTO VISIVO

Tra le critiche più feroci nei confronti degli impianti fotovoltaici, è certamente riconducibile all’impatto

visivo di tali installazioni. Nel caso in esame la superficie complessiva di moduli fotovoltaici corrisponde a

circa 39.200 mq su un area di 92.600 mq.

L’altezza massima dei campi e pari circa 2,6m (ad eccezione delle porzioni di impianto realizzate a

servizio dei parcheggi auto, dove ovviamente l’altezza è imposta dalla indispensabile accessibilità da parte

degli autoveicoli).

L’altezza del capannone esistente all’interno dell’area della TOXILOG S.r.L. è pari a circa 10m; i

fabbricati esistenti nell’area presentano tutti altezze simili o di poco inferiori.

Anche per quanto riguarda le opere di recinzione esistenti, queste risultano di altezza pari a circa 2,8m.

Inoltre, si consideri che la valutazione degli effetti di una determinata opera sull’orizzonte visivo di un

ipotetico osservatore, devono essere esaminanti partendo da luoghi individuati su aree pubbliche o

comunque accessibili al pubblico. Ad esempio, nel predisporre le valutazioni paesaggistiche di un opera, si

valuta la visibilità della stessa da strade pubbliche, punti di vista panoramici o altri siti liberamente accessibili

nei quali possa oggettivamente trovarsi l’osservatore.

Alla luce di tali aspetti appare logico considerare il generatore fotovoltaico, di fatto ininfluente rispetto allo

sky-line preesistente.

Tale considerazione deriva oltre che dall’esame dei fattori sopra richiamati, anche da quanto

riscontrabile nella ricostruzione fotografica del sito, mirata a simulare lo stato dei luoghi successivamente alla

realizzazione dell’impianto fotovoltaico in progetto.

Dalla simulazione (riportata negli elaborati di progetto) emerge chiaramente come i moduli fotovoltaici

siano poco influenti nel campo visivo di un osservatore che percorra la Strada di collegamento tra il centro

abitato di Macomer e la S.S. 131.

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8 CONCLUSIONI

Nelle precedenti pagine di questo studio a carattere ambientale, si è cercato di esaminare con spirito

oggettivo i vari fattori caratterizzanti l’opera in progetto.

Si è in particolare cercato di esaminare i vari punti critici, la cui sottovalutazione potrebbe comportare la

creazione di condizioni di impatto ambientale, e dare ragione degli accorgimenti e delle soluzioni adottate al

fine di scongiurare il verificarsi di tali eventi.

In conclusione, si vuole infine riportare alcune considerazione che a giudizio di chi scrive, rappresentano

invece gli aspetti positivi, da un punto di vista ambientale, che dovrebbero spingere verso un maggiore

utilizzo di tali sistemi per la generazione di energia elettrica.

8.1 ASPETTI AMBIENTALI DELL’INTERVENTO

La realizzazione di impianti fotovoltaici e più in generale di impianti di produzione da fonti rinnovabili, non

rappresenta semplicemente un investimento di tipo economico-finanziario, ma anche un forte impulso verso

il consolidamento di una cultura mirata allo sviluppo sostenibile.

Infatti in una società ed in un modello economico sempre più energivori, la questione fondamentale

diventa il modo in cui viene prodotta l’energia che le attività umane richiedono. Il solare Fotovoltaico con un

Energy Pay Back Time (cioè il lasso di tempo impiegato da un pannello fotovoltaico per fornire l’energia

impiegata per la sua produzione) ridotto ormai a circa 2,5 anni, su una vita utile di 25 ÷ 30 anni, è uno dei

pochi sistemi realizzabili, che può, oggi, rispondere positivamente all’esigenza di eco-compatibilità.

La produzione energetica da fonte fotovoltaica, è totalmente esente dall’emissione di sostanze inquinanti

o dannose per l’uomo e la natura (nei precedenti paragrafi si è cercato di fornire un quadro completo dei

rischi ambientali associati alla produzione di tali sistemi); infatti, l’esame di pochi e semplici dati ci forniscono

il seguente quadro:

- il mix energetico italiano (cioè l’insieme delle fonti energetiche utilizzate in Italia per produrre Energia

Elettrica), comporta la produzione di circa 0,536 kg di CO2 e di 1,699g di NOx (ossidi di Azoto),

0,93g di SO2 (Biossido di Zolfo) e 0,029g di polveri sottili per ogni kWh generato (in Sardegna il

valore di CO2 supera addirittura i 0,6 kg);

- in una moderna centrale a combustibile fossile, per la generazione di un kWh si utilizza l’equivalente

di 220g di petrolio.

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Partendo da tali valori, si può facilmente constatare che l’impianto da ~ 2.700 kWp previsto in progetto è

in grado di garantire:

Produzione attesa (valore medio nei primi 10 anni)

Riduzione Emissioni di CO2

Riduzione Emissioni di NOX

Riduzione Emissioni di SO2

Riduzione Emissioni di Polveri Sottili

Riduzione Consumi di Petrolio

kWh/anno Kg/anno Kg/anno Kg/anno Kg/anno Kg/anno

3.678.983 1.971.934,89 6.250,59 3.421,45 1.066,91 809.376,26

Nota: Le stime sono elaborate utilizzando valori convenzionali

VANTAGGI AMBIENTALI CONNESSI ALLA REALIZZAZIONE DI UN PARCO SOLARE FOTOVOLTAICODA ~ 2.700 kWp

L’esame di tali dati lascia emergere in modo chiaro ed inequivocabile il forte impatto ambientale

positivo, che tale impianto è in grado di generare.

Anche contabilizzando le emissioni di CO2 associate alle fasi di produzione dei componenti, che

abbiamo visto essere stimate in circa 35g/kWh (cf. par. 7.1), si ricava un saldo netto delle emissioni evitate

pari a:

3.688.200 kWh/anno x (0,536 – 0,035) kg/kWh = 1.847.788 kg/anno

8.2 Utilizzo del Territorio In merito a tale aspetto, come diffusamente spiegato nella presente relazione, il progetto proposto, non

prevede modalità di installazione che prevedano la realizzazione di opere o lavorazioni in grado di

modificare l’assetto geomorfologico del sito interessato.

Tale aspetto permetterà con costi molto contenuti, giunti al termine della vita utile dell’impianto, di

procedere alla rinaturalizzazione dell’area, riportandola allo stato originario.

Dal punto di vista idrologico, invece, nel progetto non sono previste opere di emungimento di acqua dal

sottosuolo, e le opere previste non sono in grado di interferire con l’assetto idrogeologico del terreno

interessato dall’intervento.

8.3 Habitat Naturale Anche in merito a tale aspetto, nella presente relazione si è già detto come il sito, individuato all’interno

di una zona industriale già caratterizzata da una forte antropizzazione, non presenti caratteristiche

ambientali di particolare pregio.

Ad ogni modo gli interventi in progetto, si ritiene, non introdurranno alcuna significativa sull’equilibrio

raggiunto nel sito.

Macomer, Gennaio 2010

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