Nordic walking per tutte le eta' dott paolosossai d t cts nwa

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1 NORDIC WALKING E SUOI ASPETTI RIABILITATIVI IN SOGGETTI NON PIU’ GIOVANI. All’inizio del 2016 è stato pubblicato su Aging Clinical and Experimental Research un interessante lavoro che ha avuto come argomento il ruolo del Nordic Walking (NW) in pazienti “in the second half of life”. [1] Gli Autori appartengono a varie istituzioni sanitarie della città e università di Breslavia (Polonia). Si è trattato di un lavoro che ha effettuato una revisione della letteratura sul NW in soggetti più anziani con varie patologie. I criteri di selezione dei lavori scientifici sono stati inizialmente molto ristrettivi ma, a detta degli stessi Autori, questi sono stati successivamente “mitigati” per la scarsezza dei dati sul NW in ambito medico. I criteri iniziali di selezione prevedevano: 1) periodo di analisi compreso tra il 1994 e il 2015;

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NORDIC WALKING E SUOI ASPETTI RIABILITATIVI IN

SOGGETTI NON PIU’ GIOVANI.

All’inizio del 2016 è stato pubblicato su Aging Clinical and Experimental

Research un interessante lavoro che ha avuto come argomento il ruolo del

Nordic Walking (NW) in pazienti “in the second half of life”. [1]

Gli Autori appartengono a varie istituzioni sanitarie della città e università di

Breslavia (Polonia).

Si è trattato di un lavoro che ha effettuato una revisione della letteratura sul

NW in soggetti più anziani con varie patologie.

I criteri di selezione dei lavori scientifici sono stati inizialmente molto ristrettivi

ma, a detta degli stessi Autori, questi sono stati successivamente “mitigati” per

la scarsezza dei dati sul NW in ambito medico.

I criteri iniziali di selezione prevedevano:

1) periodo di analisi compreso tra il 1994 e il 2015;

2

2) studi prospettici e randomizzati con confronto tra riabilitazione con NW

“supervisionato” da un tecnico del settore della durata di almeno 3 mesi

e riabilitazione standard;

3) età media dei partecipanti allo studio ≥ 65 anni;

4) studi con più di 40 partecipanti.

Con questi criteri, il numero inziale degli studi trovati in letteratura su

riabilitazione con NW in soggetti con età ≥ 65 anni è calato da 74 a 27.

Sono stati considerati i seguenti ambiti di patologia: malattia ischemica

miocardica, scompenso cardiaco, ipertensione arteriosa, dislipidemie, malattia

vascolare periferica, diabete mellito tipo 2, obesità, malattia di Parkinson,

protesi d’anca, dolore lombare cronico, bronchite cronica ostruttiva.

In tutte queste patologie si è osservato un effetto positivo nell’uso di NW quale

terapia riabilitativa rispetto a coloro che non effettuavano riabilitazione

motoria con NW.

I livelli prestazionali raggiunti sono stati analizzati utilizzando il test del

cammino di 6 minuti (six minutes walking test – 6MWT), il calcolo degli

equivalenti metabolici di consumo energetico (METS), la frequenza cardiaca, i

valori pressori, questionari specifici per patologia, massimo consumo di O2

(vO2max) espresso in O2l/kg/min.

Ricordiamo che il MET corrisponde al consumo basale di 3.5 ml/kg/min di O2

mentre il vO2max è in funzione della frequenza cardiaca, gittata sistolica e

differenza artero-venosa di O2.

Gli Autori riportano le seguenti conclusioni operative:

a) il NW è uno strumento facile, sicuro, economico per l’attività fisica

nell’anziano;

b) lo schema di utlizzo del NW che ha dimostrato la maggiore efficacia negli

studi analizzati, era così composto: sessioni supervisionate di un’ora per

2-3 volte alla settimana per almeno 3 mesi;

c) l’effetto positivo dello schema riportato al punto b si è mantenuto per 6-9

mesi dopo il termine del periodo di training.

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Con queste premesse, anche se è necessario aumentare il numero degli studi e

la numerosità dei soggetti analizzati, possiamo osservare che esiste uno spazio

per il NW nell’ambito delle più frequenti patologie croniche.

Per gli studi che utilizzano il NW o qualsiasi altra attività fisica in varie

condizioni di patologie croniche, possono essere fatte due osservazioni

metodologiche: la prima è che questi studi generalmente non analizzano i

cosiddetti “hard end points” , cioè quei risultati che veramente sono rilevanti

per i pazienti (mortalità, ospedalizzazione, ecc.) e la seconda osservazione è

che la quantità di attività fisica eseguita dai pazienti generalmente può essere

solo dichiarata dai pazienti stessi e non verificata, quindi con una probabilità di

non essere veritiera “in toto” o in parte.

Riteniamo che negli studi di efficacia è più verosimile la dichiarazione di una

attività superiore a quella realmente svolta piuttosto che minore di quella

effettuata.

In queste condizioni i risultati di una attività fisica, anche se realmente

minimale, sarebbero ancora più eclatanti.

Gli Autori polacchi non hanno considerato l’utilizzo del NW in ambito

oncologico.

Una nostra personale revisione sull’argomento, utilizzando quale motore di

ricerca PubMed e come database Medline, ha evidenziato solo 3 lavori

sull’argomento. [2,3,4]

Uno riporta il protocollo di uno studio randomizzato in cui è previsto l’uso di

NW in corso di terapia adiuvante per carcinoma della mammella localmente

avanzato. [2]

In un altro studio, Niederer D et al. hanno condotto su 172 pazienti con cancro

una valutazione della Heart Rate Variability (HRV), Quality of Life (QoL) e

Cancer related Fatigue (CRF) dopo 16 settimane di moderata attività fisica fino

alla soglia anaerobica. [3]

Tale attività fisica consisteva in escursioni, camminate, corse, bicicletta, nuoto

e, a discrezione dei pazienti, una seduta settimanale di NW.

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La durata della attività fisica variava da 30 a 120 minuti per 3-6 volte alla

settimana.

Successivamente sono stati selezionati 3 gruppi di 15 pazienti ognuno per

ottenere migliore omogeneità di confronto.

I gruppi erano così composti:

gruppo 1: 15 pazienti in corso di trattamento per tumore (chemio e/o

radioterapia);

gruppo 2: 15 pazienti che avevano completato il proprio ciclo di

trattamento;

gruppo 3: 15 pazienti in trattamento per neoplasia ma senza attività

fisica.

Mentre è intuitivo capire cosa misurino QoL e CRF, probabilmente non lo è per

HVR.

HVR misura la variabilità della frequenza cardiaca che è direttamente

proporzionale alla capacità di adattamento correlata alla attività del sistema

nervoso autonomo (simpatico e parasimpatico).

Senza scendere in dettagli tecnici, maggiore è la variabilità della frequenza

cardiaca, maggiore è la capacità adattativa dell’organismo.

Nei gruppi 1 e 2 l’esercizio fisico ha determinato un aumento della HVR rispetto

al gruppo 3.

Fischer MJ et al., invece, hanno verificato in 28 pazienti con carcinoma della

mammella, sottoposte a dissezione ascellare e a radioterapia, che l’uso di una

seduta settimanale di NW di un’ora per 10 settimane portava a un

miglioramento delle condizioni di salute generale e di mobilità articolare

dell’arto interessato dall’intervento chirurgico.

Tale miglioramento veniva mantenuto per 6 mesi.

Abbiamo verificato, inoltre, sul sito americano ClinicalTrials.gov quanti lavori

scientifici (eseguiti o da eseguire) fossero registrati con la parola chiave

“Nordic Walking”: ne sono risultati 24 di cui 5 già completati.

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Il numero di lavori scientifici per questa disciplina sportiva relativamente

giovane ci sembra rilevante anche confrontando questo risultato con i 56 lavori

registrati utilizzando come parola chiave “jogging”.

Tutte queste informazioni ci indicano che il NW può avere un ruolo importante

negli aspetti riabilitativi di un vasto numero di patologie.

Per dare una dimensione sulla possibile applicazione del NW in ambito

riabilitativo per le patologie croniche, l’ISTAT nel 2016 ha certificato (dati

2015) che il 38.3% della popolazione italiana complessiva (comprendendo

neonati, bambini e giovani) presenta almeno una malattia cronica come quelle

soprariportate.

Se poi prendiamo soggetti ancora relativamente giovani (60-64 anni) la

percentuale precedente passa a 62.9%.

E’ evidente che l’interessamento di istruttori e maestri di NW in progetti

riabilitativi richiede che questi siano adeguatamente preparati anche in ambito

sanitario prevedendo sia conoscenze mediche che le capacità di effettuare

manovre rianimatorie di base (p.e. brevetto di esecutore di Basic Life Support

and Defibrillation – BLSD).

Paolo Sossai, MD, PhD, Vice Presidente e Istruttore Nazionale della Nordic

Walking Academy - Direttore della Commissione Tecnico-Scientifica della

medesima Associazione.(contact: [email protected])

Bibliografia

1) Skorkowska-Telichowska K, Kropielnicka K, Bulinska K, et al. Nordic Walking in

the second half of life. Aging Clin Exp Res. 2016 Jan 23. (online)

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2) Touillaud M, Foucaut AM, Berthouze SE, et al. Design of a randomised controlled

trial of adapted physical activity during adjuvant treatment for localised breast

cancer: the PASAPAS feasibility study. BMJ Open. 2013; 3:e003855. doi:

10.1136/bmjopen-2013-003855.

3) Niederer D, Vogt L, Thiel C, et al. Exercise effect on HRV in cancer patients. Int J

Sports Med 2013; 34: 68-73.

4) Fischer MJ, Krol-Warmerdam EM, Ranke GM, et al. Stick Together: A Nordic

Walking Group Intervention for Breast Cancer Survivors. J Psychosoc Oncol 2015;

33: 278-296.