“Non voglio che la mia casa sia murata su tutti i lati e ... · chiaro l'orizzonte di questo...

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LO MERITANO! Carissimi amici e aderenti, La campagna per la proposta di assegnare il premio Nobel per la Pace del 2011 alle donne dell'Africa è in pieno svolgi- mento. Anche io, come forse molti di voi, penso sia una bellissima iniziativa perché, come dice l'appello "L'Africa cammina con i piedi delle sue donne". I loro passi rendono più chiaro l'orizzonte di questo continente che a tanti appare senza speranza e senza futuro. Le donne d'Africa, sfruttate, trafficate, emarginate, spesso abbandonate, camminano per rifornire di acqua la famiglia, curano le misere risorse di nulla e custodiscono la vita. Come dice uno spot televisivo "per molte donne africane la parola più difficile da scrivere è futuro!". Anche per quelle che, più fortunate, riescono a frequentare la scuola. Come Noi ha molti progetti che vedono le donne come protagoniste e partners. Dalla cooperativa di vedove in Rwanda che aiutiamo nella coltivazione di funghi, ai gruppi di donne dell'Eritrea che sosteniamo nell'avviare e svilup- pare piccoli progetti di tessitura, di confezione di indumenti e di negozietti. Dai progetti di microcredito a Lowero in Uganda alla scuola di batik in Senegal e a tanti altri piccoli interventi. Le donne si rivelano essere dei partners affidabili nei progetti, capaci di maggior fedeltà nell'impegno. Anche le ribellioni che stanno avvenendo nei paesi del nord Africa ci devono far riflettere ed essere per noi stimolo ad un maggior impegno. Non sappiamo se sono "manovrate" da qualche forza esterna, ma a noi pare che rappresentino un grande fermento che viene dal basso, dal popolo. La gente dell'Africa invoca una maggior libertà, più democra- zia, anche se all'origine ci pare di scorgere un bisogno di pane, di condizioni di vita più accettabili, di speranza in un futuro migliore in termini di giustizia e di diritti umani. Il risultato del referendum per l'autonomia del Sud Sudan sarà certamente un terribile banco di prova: emergerà anche in quella terra un leader che si imporrà come dittato- re? O riusciranno a dar vita a una prima e pallida forma di democrazia? Le questioni ancora in sospeso sono molte, gli interessi economici legati al petrolio e ai guadagni delle grandi potenze possono diventare dilanianti, ma la speran- za, che riescano a trovare un modo accettabile di con- divisione e convivenza, è viva. Gli odierni strumenti di comunicazione, sempre più acces- sibili, giocano un ruolo primario, impensabile solo qualche anno fa. La disponibilità di informazioni sempre più "libera- te", permette alla gente di capire meglio la situazione politi- ca e sociale in cui si trova e diventa un formidabile stru- mento di formazione alla democrazia. Non nascondo di essere preoccupato della manipolazione che fanno, delle nostre opinioni, molti mass-media italiani, sia giornali sia televisioni, presentandoci spesso le situazio- ni in modo allarmistico, facendo leva sulle nostre paure e sulle difficoltà ad accettare quel processo di integrazione dell'immigrazione, che ci inquieta. A mio parere, il pro- cesso, lo si voglia o no, è irreversibile e il timore di per- dere quel livello di benessere che abbiamo faticosa- mente conquistato, dovrà necessariamente essere superato, come già è avvenuto in occasione di simili "inva- sioni" subite e assimilate nel passato, anche recente. Più volte mi sono chiesto qual è il ruolo di Come Noi in questa situazione. Ritengo che il nostro impegno debba svolgersi su due fron- ti. Là, nei paesi dove operiamo, dobbiamo continuare a favorire e sostenere quelle iniziative che portano all'autono- mia alimentare e alla crescita della formazione scolastica con prospettive di vita migliore. Qui, in Italia, ci dobbiamo impegnare nei processi di integrazione e di difesa della dignità del "diverso", attraverso azioni di sensibilizzazione dei giovani e adulti che guardano a questi fenomeni con timore. Grazie a tutti voi per il sostegno che ci offrite con commo- vente regolarità e che ci permette di affrontare con atten- zione, ma anche con grande speranza le occasioni di inter- venire per aiutare i poveri della terra. Franco Sibille Circolare interna per gli aderenti di COME NOI - Non in vendita COME NOI O.N.L.U.S - Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale - C.F. 97546260015 Via F. Valentino, 18 - 10136 TORINO (Italia) - Tel./Fax: 011/356000 - c/c postale 29696101 - www.comenoi.org [email protected] c/c bancario: Unicredit Banca - IBAN IT20.S02008.01107.000003911699 Spediz. in a.p. Art. 2 comma 20/c Legge 662/96 - Filiale di Torino - N. 1/2011 Direttore Responsabile G. Germano - Comitato Organizzatore: Amari-Ferrero, Balliano, Caciagli, Calarco, Carlevaris, Casassa G., Casassa Balosso, Cavallini, De Vecchi, Faccenda, Ferraris, Fornero, Garis, Germano, Milanese, Mollea, Petruzzelli, Puccio, Rabajoli, Roggero, Rowinski, Salvi, Schiffo, Sibille,Tresso, Tuzii-Peyron, Urani - Autorizz. Trib. n. 3524 dell’11.4.1985 - Le opinioni esposte negli articoli firmati non impegnano la direzione, ma solo i singoli autori. aprile 2011 La prossima denuncia per i redditi 2010 (individuale o societaria) prevede nuovamente la possibilità di destinare il 5 per mille della propria imposta a sostegno delle ONLUS e del volontariato. E’ una opportunità in più per sostenere i pro- getti di COME NOI, apponendo una semplice firma nell’apposito riquadro e indicare il nostro codice fiscale 97546260015 Può anche essere una possibilità per coinvol- gere amici e conoscenti e far conoscere COME NOI, allargando così il numero di persone che decidono di “inserire la voce Terzo Mondo nel proprio bilancio familiare” per contribuire ai nostri progetti. “Non voglio che la mia casa sia murata su tutti i lati e le mie finestre sbarrate. Voglio che le culture di tutti i paesi soffino attorno alla mia casa con la massima libertà possibile.” (Mahatma Gandhi)

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LO MERITANO!

Carissimi amici e aderenti,La campagna per la proposta di assegnare il premio Nobelper la Pace del 2011 alle donne dell'Africa è in pieno svolgi-mento.Anche io, come forse molti di voi, penso sia una bellissimainiziativa perché, come dice l'appello "L'Africa camminacon i piedi delle sue donne". I loro passi rendono piùchiaro l'orizzonte di questo continente che a tanti apparesenza speranza e senza futuro. Le donne d'Africa, sfruttate,trafficate, emarginate, spesso abbandonate, camminanoper rifornire di acqua la famiglia, curano le misere risorse dinulla e custodiscono la vita. Come dice uno spot televisivo"per molte donne africane la parola più difficile da scrivereè futuro!". Anche per quelle che, più fortunate, riescono afrequentare la scuola.Come Noi ha molti progetti che vedono le donne comeprotagoniste e partners. Dalla cooperativa di vedove inRwanda che aiutiamo nella coltivazione di funghi, ai gruppidi donne dell'Eritrea che sosteniamo nell'avviare e svilup-pare piccoli progetti di tessitura, di confezione di indumentie di negozietti. Dai progetti di microcredito a Lowero inUganda alla scuola di batik in Senegal e a tanti altri piccoliinterventi. Le donne si rivelano essere dei partners affidabilinei progetti, capaci di maggior fedeltà nell'impegno.Anche le ribellioni che stanno avvenendo nei paesi del nordAfrica ci devono far riflettere ed essere per noi stimolo adun maggior impegno. Non sappiamo se sono "manovrate"da qualche forza esterna, ma a noi pare che rappresentinoun grande fermento che viene dal basso, dal popolo. Lagente dell'Africa invoca una maggior libertà, più democra-zia, anche se all'origine ci pare di scorgere un bisogno dipane, di condizioni di vita più accettabili, di speranza in unfuturo migliore in termini di giustizia e di diritti umani.Il risultato del referendum per l'autonomia del Sud Sudansarà certamente un terribile banco di prova: emergeràanche in quella terra un leader che si imporrà come dittato-re? O riusciranno a dar vita a una prima e pallida forma di

democrazia? Le questioni ancora in sospeso sono molte,gli interessi economici legati al petrolio e ai guadagni dellegrandi potenze possono diventare dilanianti, ma la speran-za, che riescano a trovare un modo accettabile di con-divisione e convivenza, è viva.Gli odierni strumenti di comunicazione, sempre più acces-sibili, giocano un ruolo primario, impensabile solo qualcheanno fa. La disponibilità di informazioni sempre più "libera-te", permette alla gente di capire meglio la situazione politi-ca e sociale in cui si trova e diventa un formidabile stru-mento di formazione alla democrazia.Non nascondo di essere preoccupato della manipolazioneche fanno, delle nostre opinioni, molti mass-media italiani,sia giornali sia televisioni, presentandoci spesso le situazio-ni in modo allarmistico, facendo leva sulle nostre paure esulle difficoltà ad accettare quel processo di integrazionedell'immigrazione, che ci inquieta. A mio parere, il pro-cesso, lo si voglia o no, è irreversibile e il timore di per-dere quel livello di benessere che abbiamo faticosa-mente conquistato, dovrà necessariamente esseresuperato, come già è avvenuto in occasione di simili "inva-sioni" subite e assimilate nel passato, anche recente.Più volte mi sono chiesto qual è il ruolo di Come Noi inquesta situazione.Ritengo che il nostro impegno debba svolgersi su due fron-ti. Là, nei paesi dove operiamo, dobbiamo continuare afavorire e sostenere quelle iniziative che portano all'autono-mia alimentare e alla crescita della formazione scolasticacon prospettive di vita migliore. Qui, in Italia, ci dobbiamoimpegnare nei processi di integrazione e di difesa delladignità del "diverso", attraverso azioni di sensibilizzazionedei giovani e adulti che guardano a questi fenomeni contimore.Grazie a tutti voi per il sostegno che ci offrite con commo-vente regolarità e che ci permette di affrontare con atten-zione, ma anche con grande speranza le occasioni di inter-venire per aiutare i poveri della terra.

Franco Sibille

Circolare interna per gli aderenti di COME NOI - Non in venditaCOME NOI O.N.L.U.S - Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale - C.F. 97546260015Via F. Valentino, 18 - 10136 TORINO (Italia) - Tel./Fax: 011/356000 - c/c postale 29696101 - www.comenoi.org [email protected]/c bancario: Unicredit Banca - IBAN IT20.S02008.01107.000003911699Spediz. in a.p. Art. 2 comma 20/c Legge 662/96 - Filiale di Torino - N. 1/2011

Direttore Responsabile G. Germano - Comitato Organizzatore: Amari-Ferrero, Balliano, Caciagli, Calarco, Carlevaris, Casassa G., Casassa Balosso, Cavallini,De Vecchi, Faccenda, Ferraris, Fornero, Garis, Germano, Milanese, Mollea, Petruzzelli, Puccio, Rabajoli, Roggero, Rowinski, Salvi, Schiffo, Sibille,Tresso, Tuzii-Peyron, Urani - Autorizz. Trib. n. 3524 dell’11.4.1985 - Le opinioni esposte negli articoli firmati non impegnano la direzione, ma solo i singoli autori.

aprile 2011

La prossima denuncia per i redditi 2010 (individuale o societaria) prevede nuovamente la possibilità di destinare il5 per mille della propria imposta a sostegno delle ONLUS e del volontariato.E’ una opportunità in più per sostenere i pro-getti di COME NOI, apponendo una semplicefirma nell’apposito riquadro e indicare il

nostro codice fiscale 97546260015Può anche essere una possibilità per coinvol-gere amici e conoscenti e far conoscereCOME NOI, allargando così il numero di persone che decidono di “inserire la voce Terzo Mondo nel propriobilancio familiare” per contribuire ai nostri progetti.

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“Non voglio chela mia casa sia murata su tutti

i lati e le mie finestre

sbarrate.Voglio che le culture

di tutti i paesi soffino attorno

alla mia casa con la massima

libertà possibile.”

(Mahatma Gandhi)

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5 per mille ... GRAZIE!!!

In questo numero:- Lo meritano! - di Franco Sibille- Un appuntamento tradizionale - di Marilena e Gianni Balliano- Maria Giuliana Urani ci ha lasciatoAppunti di viaggio:- Senegal - di Valentino De Vecchii- Rwanda - di Annalisa e Franco SchiffoNotizie da e sui progetti:- Eritrea: I progetti proseguono - di Francesco Tresso- Ethiopia: Suor Carla Rita - di Pinin Germano- Mozambico: qualche notizia ... – il gruppo Mozambico- Uganda: Lowero - di Giorgio Rabajoli- Mali - di Rosaria e Marco Roncelli- Brasile: Vila Canoas - di Lidia Urani e Mauro Villone- Brasile: Auguri Natalizi ... per Pasqua! - di Franca e Piero Caciagli- MEIC: Torino la mia città - di Maria Adele RoggeroNotizie da amici e riflessioni:- Colombia: lettera di Padre Franco Nascimbene- Uganda: qualche pensiero di Mons. Giuseppe Franzelli- Le sponsorizzazioni continuano - di Franco Sibille

- Un libro interessante - di Cristina Peyron- Notizie…Notizie…Notizie- Ringraziamenti- Lutti

UN APPUNTAMENTO TRADIZIONALEIl 27 novembre 2010 si è svolto iltradizionale appuntamento delNatale di Come Noi: è la 44simavolta e sono 44 anni ben portati.Organizzatori, sostenitori e voltinuovi hanno dato vita ad unpomeriggio degno della tradizio-ne di Come Noi. Ascoltare i “rapporti di viaggio” dichi ha visitato i progetti e chiac-chierare piacevolmente in uncontesto festoso con chi condivi-de lo spirito di Come Noi sono,forse, i due più forti poli di attra-zione che ogni anno assicuranouna buona partecipazione di ade-renti e simpatizzanti.L’ascolto diretto della testimonian-za di chi ha visitato i progetti, infat-ti, è incoraggiante per tutti; è unasorta di conferma che Come Noi pro-cede sulla strada giusta e che val lapena continuare ad operare, anchequando i progetti sono “imperfetti”.Anche il bollettino veicola periodica-mente notizie sui progetti, ma il rap-porto dal vivo con le persone e lenuove immagini proiettate trasmetto-no impressioni ed emozioni più ric-che e consentono valutazioni piùapprofondite. Inoltre, al Natale diCome Noi, i responsabili dei progettisono a disposizione anche dopo lepresentazioni in teatro: è possibilequindi “spremerli” per approfondiretemi di interesse, togliersi curiosità,

cogliere aneddoti significativi. Il tradizionale momento di festa cheè seguito è stato come sempreun’occasione per conoscersi meglio,per accogliere i volti nuovi, per conti-nuare a prendere visione dei progettitramite video e cartelloni, o ancheper conoscere altre organizzazioni.Nelle recenti edizioni del Natale diCome Noi, infatti, si è data l’opportu-nità a qualche associazione umanita-ria di allestire uno stand e di farsiconoscere: quest’anno era presente“Mattone su mattone”, AssociazioneOnlus che promuove forme di auto-costruzione a basso costo, rispetto-se dell’ambiente e delle culture locali.Molto apprezzati gli stand che pro-ponevano in offerta libera gli oggettidi artigianato locale. Ogni qual volta

è possibile, infatti, cerchiamo di valo-rizzare la creatività e l’iniziativa deinostri amici del posto, incoraggian-doli a creare manufatti tipici delloro artigianato o a produrre nuovimanufatti derivati da competenzeacquisite nei corsi di formazione. Inostri responsabili di progetti, poi,con gestione finanziaria autonomarispetto a Come Noi, li portano inItalia e li espongono, sia per fornireuna fonte di guadagno ai produttori,sia per aiutarli a valutare la potenzia-lità di commercio del prodotto stes-so.Quest’anno, fra le altre cose, sonostate ammirate e ben valorizzate lestoffe decorate a batik dalle donnesenegalesi, che hanno seguito ilcorso su tale tecnica nel progetto danoi sostenuto in Senegal.I bambini, da qualche anno tornatinumerosi, sono stati intrattenuti daAntonio Argenio, animatore-buratti-naio, e hanno poi condiviso con tuttiil momento di festa. Non è mancatolo scambio tra i salvadanai pieni equelli vuoti, un vero e proprio pas-saggio di testimone in una staffetta

che dura da 44 anni. Ungrosso grazie e gioiose con-gratulazioni ai bimbi di que-st’anno che, raccogliendomonetina su monetina, hannoportato il loro apprezzabilecontributo, ma soprattuttohanno dimostrato di aver bencompreso lo spirito che cianima. Nel Natale di Come Noi del-l’anno prossimo verrà datomaggiore spazio a questomomento gioioso. Anche senon potremo tornare alla rot-tura dei salvadanai di coccio(chi, a quei tempi, aveva bam-

bini coinvolti, non può dimenticarel’entusiasmo per quel rito), ci armere-mo di tronchesine ed apriscatole edapriremo tutti insieme i nuovi salva-danai di latta. Sarà un nuovo giocoso rito: chi habambini in età da salvadanaio, limetta in allerta…!

Marilena e Gianni Balliano

www.comenoi.org [email protected]

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La scomparsa di Giuliana ha inter-rotto un dialogo che durava ormai da20 anni : da quei giorni dell’estate1990 in cui, diretti ad Ouro Verde,facemmo tappa a Rio. Giuliana,che avevamo incontratouna sola volta a Torino, ci “catturò”e ci fece conoscere Rio come leisapeva fare, la sua Rio che tantoamava, nella sua grandezza e nellasua miseria…E fu anche il nostro primo incontrocon la favela di Vila Canoas, seguitopoi da parecchi altri. Fummo subitoconquistati da quello che Giuliana eFranco vi stavano realizzando conentusiasmo ed ottimismo: il dopo-scuola per i bimbi delle elementari, illaboratorio di cucito e ricamo emolte altre iniziative che avrebberogradualmente cambiato la vita dellafavela. Tutto questo era solo il semedi ciò che, anni dopo, portò al gran-de progetto della riabilitazione di VilaCanoas. Per molti bambini e ragazzi,e per le loro famiglie, si aprì un futu-ro diverso di istruzione, lavoro,dignità… Giuliana e Franco li cono-scevano tutti, prendevano parte alleloro vicende sempre pronti a metter-si a disposizione quando c’era qual-che problema.E ad ogni ritorno a Torino ci aggior-navano sulla situazione in continuaevoluzione con la gioia di condivide-re tutto con gli amici di Come Noi .A luglio Giuliana era partita per l’ulti-ma volta per Rio, per continuare,ormai sola, il lavoro sempre condivi-so con Franco…Ci mancheranno tanto la sua forzad’animo, il suo continuo progettareper i poveri, la sua creatività, esoprattutto la sua passione per gliultimi, che sempre manifestava.A lei e a Franco, una delle coppie piùstraordinarie che abbiamo conosciu-to, siamo grati per tutto quello che cihanno dato.

Giorgio e Angioletta

Angioletta eGiorgio Rowinski le dedicano il loro ricordo:

L’impegno della Para Ti e diCome Noi a Vila Canoas conti-nua e tutti coloro che vorrannoricordare Giuliana con un’offerta,indichino nella causale “in ricordodi Giuliana”. Grazie.

Vila Canoas, senza la presenza diFranco e Maria Giuliana. Sono statiamici importanti e indimenticabili pernoi e per la favela che solo grazie alloro impegno ha potuto trasformarsi,ridando dignità e senso di cittadi-nanza ai suoi abitanti.I bambini sono sempre stati ilprimo pensiero di Maria Giuliana,fin da quando propose a Come Noi,tanti anni fa, la costruzione di unasilo infantile, in cui accogliere i figlipiccoli delle donne della favela, a cuilei, inventandosi una possibilità diaiuto, aveva proposto piccoli lavoridi artigianato.Nello scorso mese di ottobre (quan-do il nostro precedente bollettino eragià in spedizione) Giuliana ci spedìpoche righe, per aggiornarci sullavita a Vila Canoas. Le condividiamocon tutti voi, nel ricordo del suogrande e tenace impegno.

Profondamente addolorati, uniamo ilnostro affettuoso ricordo a tutti colo-ro che hanno seguito, anche attra-verso queste pagine, la meravigliosaavventura di Maria Giuliana che, conil suo adorato Franco, ha vissuto tragli abitanti di Vila Canoas, donandoa piene mani tempo, impegno, affet-to e amicizia. Non possiamo pensare al Brasile, a

Ottobre 2010Vi scrivo ancora da Vila Canoas, dove debbo fermarmi più a lungo.Il contatto via lettera e foto con i padrini italiani è stato ultimato e adessosperiamo nella risposta per potere continuare questo lavoro che proseguebene, con l’aiuto di ottimi collaboratori. Il 24 luglio, giorno dell’ottantesi-mo compleanno di Franco, siamo saliti sulla montagna sopra casa conmolti amici, dopo di che i ragazzi della ParaTi hanno fatto varie gare controfei in nome di Franco. Spero di ricordarlo così, tutti gli anni, gioiosa-mente. Abbiamo avuto la visita di sei giovani ragazzi di Los Angeles che sisono fermati due giorni con gare e giochi in un clima di amicizia veramentesimpatico. Andrea ha ottenuto dall’impresa elettrica 600 frigoriferi e 6lampadine basso consumo per famiglia gratis, in cambio del contatore.Prosegue l’attività artigianale fatta con giornali o bottiglie di plastica.Grossa novità, una cara vicina, di origine italiana, ha presentato un proget-to alla Petrobras in comunione all’Associazione degli abitanti. Sarà moltodifficile ottenere qualcosa, ma è stato un bel gesto di solidarietà. Avendolo spazio e un’offerta mirata a questo, stiamo pensando ad un progetto digrafica per il quale abbiamo due elementi potenzialmente capaci ad inizia-re una piccola impresa. Maria Giuliana Urani

Franca e Piero Caciagli la ricordano così:Carissima Giuliana,sono per noi ancora vivissimi i giorniche abbiamo passato insieme l’ago-sto scorso, camminando per le stra-de di Vila Canoas, incontrando lepersone più diverse - e di tutti tu cisapevi raccontare la storia -, facen-do progetti di nuove attività, guar-dando i bambini della Para Ti fare icompiti e giocare nel minuscolocampo di pallone... e poi ancoralungo la spiaggia di S. Corrado, eper le vie di Rio de Janeiro... il mer-cato dei prodotti artigianali, laRosinha... le composite realtà di

quella città che grazie a te e a Fran-co abbiamo imparato ad amare, e lasera, le lunghe conversazioni nellatua casa accogliente ed amica. Così ti ricordiamo e vogliamo crede-re che adesso sei di nuovo insiemea Franco, la cui mancanza tanto ti èpesata in questo anno, e che insie-me adesso potrete guardare sorri-dendo la “vostra” favela. Per noirimane l’impegno di continuare afare vivere quel che voi con tantasemplicità, ma con tanta capacità ededizione, avete iniziato e realizzato.

Franca e Piero

MARIA GIULIANA URANI CI HA LASCIATOAl momento di andare in stampa Lidia Urani ci scrive da Vila Canoas percomunicarci la tristissima notizia della morte di Giuliana:

L’avventura e la meraviglia di una grande donnaGiuliana Marcon Uranicontinua altrove verso orizzonti sconfinati...Ci lascia pieni di entusiasmo a continuare nella lotta per le persone comuni.I figli Andrea e Lidia, i nipoti Tomas, Pedro, Francisco e Davide insie-me a Piero e Blenda Urani, Mauro Villone e famiglia l'annunciano atutti coloro che le hanno voluto bene.Anziché fiori, un’offerta per i bambini di Para Ti ai quali Giuliana hadedicato molto della sua vita.

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infatti, sul versante economico/sociale, la situazione è ulteriormentepeggiorata. La maggior parte della popolazionerimane senza elettricità anche perdieci ore consecutive e senza acquapotabile anche per una settimana.

Speriamo che le autorità prendanopresto seri e incisivi provvedimentiper fronteggiare queste emergenze enon succeda anche qui quello che ècapitato in Costa d’Avorio, Tunisia inEgitto ed in modo ancora più dram-matico in Libia.

Ho voluto citarvi questa situazioneperché credo sia importante cono-scere anche il contesto politico e leconseguenti difficoltà in cui il nostrorappresentante locale Ibou Diof èattualmente costretto ad operare perla realizzazione dei nostri progetti.Parlando ora di quest’ultimi è congioia che posso affermare che a dif-ferenza della situazione generale iprogetti stanno andando bene. Inparticolare il progetto del batik haavuto un forte impatto positivo sulledonne.E’ stata ufficializzata l’associazionedi donne che sta lavorando a questoprogetto per rendersi gradualmenteautonome economicamente. A pro-posito di questa associazione viposso garantire che l’ufficializzazio-

SENEGAL

Valentino De Vecchi è stato inSenegal nel mese di dicembre2010, dove ha colto cambiamenti,potenzialità e complessità delpaese. Ha visitato i nostri progettie ce ne racconta progressi e diffi-coltà.

Cari amici,

Sono giunto a Dakar il primo dicem-bre e subito ho notato all’aeroportopiù confusione e trambusto, rispettoai miei viaggi precedenti. Dopo aver sdoganato le valigie, hoscoperto il motivo: proprio nel mesedi dicembre si teneva in Senegal il“Festival des arts nègres” di cui viho parlato nell’occasione del Natale. Un avvenimento importante che sitiene in varie nazioni africane ogni5/10 anni, senza una ricorrenza pre-cisa. Quest’anno si è svolto a Dakar echissà quanti anni dovranno passareperché se ne ripeta un’altra edizione. Sono stato ospite di amici per qual-che giorno a Dakar e ho potuto assi-stere a qualche manifestazione delfestival: una mostra di un famosopittore internazionale del Mali e dueconcerti, entrambi gli eventi mihanno dimostrato ancora una voltale enormi potenzialità culturali delpopolo africano. Per il momento, però, queste poten-zialità sono ancora una meteora

APPUNTI DI VIAGGIO

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SENEGAL

ne è stata diffi-coltosa e labo-riosa. Ho indetto unariunione di tuttele donne cheavevano parte-cipato al pro-getto per lenove di unacalda mattinadi dicembre.La maggiorparte è giuntaverso mezzo-giorno fornen-

do le scuse più svariate e fantasiose;dopo i vari convenevoli che inSenegal fanno parte integrante degliusi, (non ottemperarli significherebbepassare per maleducati), finalmenteho potuto iniziare a spiegare le fina-lità e l’utilità di formare un gruppo inmodo ufficiale (maggior visibilità conle autorità locali, possibile accesso afinanziamenti di casse rurali, mag-gior garanzia per il futuro ecc.). Subito il clima si è surriscaldato, hovisto queste donne diventare entu-siaste e prendere parte attiva alladiscussione.

Il difficile è venuto quando ho decisodi raccogliere i loro nomi e di proce-dere ad una regolare votazione pereleggere le responsabili del gruppo. Iloro nomi complicati (Aììta, Seyna-bou, Negnè, Khaiy), la loro difficoltànello scrivere, il loro vociare (Ibou miaveva avvertito che fare una riunio-ne, unico maschio con 28 donnesenegalesi sarebbe stata un’impresaardua…), il caldo feroce, le zanza-re… ma io non ho desistito e versole sette di sera quando ormai comin-ciava a fare buio l’associazione ènata con molta fatica ma anchecon molta gioia di tutti. Il nomeufficiale, scelto ovviamente da loro è“DIAPPAL.MA DIAP” che significa“con una mano dare e con unaprendere”. Siamo poi riusciti a tro-

SENEGAL: LE DUE RAGAZZE MOSTRANO IL LORO BATIK

SENEGAL: IL COMITATO DIRETTIVO DELLA SCUOLA DI BATIK

SENEGAL: ALLIEVE DELLA SCUOLA DI BATIK

SENEGAL: AL LAVORO!

SENEGAL: UNA DELLE ALLIEVE DEL CORSO DI BATIK

SENEGAL: LE DONNEDELL’ASSOCIAZIONE “DIAPPAL.MA DIAP”

SENEGAL: IL NEGOZIO DELL’ASSOCIAZIONE DIAPPAL.MA DIAP

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RWANDA 2011

Il nuovo legame con il Rwanda,riallacciato nel gennaio 2009, si èormai consolidato. Annalisa eFranco Schiffo sono ritornati aByumba dalle nostre amichevedove e a Nyagatare dal tenacis-simo Père Patrice, e ci invianonotizie decisamente incoraggianti!

Dal 20 gennaio al 22 febbraio, siamotornati per la terza volta in Rwanda.Rispetto al 2009 la popolazione èmolto aumentata grazie al rientro inmassa dei profughi da Congo,Uganda e Tanzania ed oggi èdi circa 10 milioni di abitanti;si calcola, infatti, che sianorientrate oltre un milione emezzo di persone che peròvivono in condizioni moltodisagiate.Rispetto agli anni prece-denti sono evidenti alcunimiglioramenti: - l’estensione graduale dellelinee elettriche anche nellecampagne, che ha favorito laformazione di agglomeratirispetto alle case isolate (adesempio è fatto obbligo allenuove famiglie di costruire le

case vicine fra loro ed alla stradadove corrono i cavi dell’elettricità);- qualche strada asfaltata in piùsoprattutto nei sobborghi della capi-tale ed alcune piste spianate nellecampagne;- un maggior numero di pullman dilinea sulle strade asfaltate;- terrazzamenti delle colline fattigratuitamente dallo stato e dati dacoltivare ai contadini, con conse-guente aumento della protezione delterritorio e maggiori varietà di produ-zione (soprat utto grano);- decisamente positivo il fatto che lostato ha deciso che i primi tre annidi scuola secondaria (il “tronc com-mun”, la nostra scuola media) sianoannessi ai sei anni delle scuole pri-marie, procedendo alla costruzionedi nuovi edifici scolastici accanto aquelli delle scuole primarie, con il

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RWANDA•

vantaggio che anche in questi treanni i ragazzi vanno a scuola vicinoa casa, non devono alloggiare in isti-tuti lontani da casa e soprattutto lefamiglie non devono più pagare lecostose rette che, in molti casi,erano causa di abbandono dellascuola. Resta il problema degli scar-si mezzi educativi sia in termini diattrezzature che di personale inse-gnante, ma un passo è stato fatto;- in molte parrocchie sono state atti-vate scuole professionali, per lo piùgestite da suore (ma lo stato paga ilpersonale docente), dove sono statiattivati corsi di cucito, di cucina, difalegnameria e di coiffure, con loscopo di aumentare le scarsissimeprospettive di lavoro che tantodemoralizzano i giovani.Meno positivo, invece, il fatto che ilcosto per l’assistenza sanitaria è

ulteriormente salito (1500fr.rw. nel 2009, 3000 nel 2010,4500 oggi, sia pure in duerate semestrali).

PROGETTO CHAMPIGNONS A BYUMBA(Soeur Odette):I risultati fino ad ora sono statibuoni: con i proventi dellavendita dei funghi e delle bou-tures (talee), sono state paga-te le assistenze sanitarie dellevedove ed anche alcune rettescolastiche dei loro figli. I fun-ghi sono serviti anche comenutrimento ed alcune boutu-

vare un locale che si affaccia suuna strada commerciale e chepossiede come pertinenza unampio retro cortile dove posso-no produrre i batik. Con una parte del finanziamen-to avuto da Come Noi è statopagato l’affitto per sei mesi epoi contano di continuare conle loro forze, producendo evendendo i batik e altri oggettivari di artigianato locale. Credoproprio visto l’entusiasmo eanche l’impegno con cui stan-no lavorando che riuscirannoad essere autonome e a porta-re un piccolo, ma valido contributofinanziario alle loro famiglie.Bene anche i corsi sulla malariache quest’anno purtroppo sonoquanto mai attuali visto l’incrementodopo le abbondanti piogge che

hanno causato un forte aumentodella mortalità infantile. Ho visitatopersonalmente alcune famiglie chepurtroppo avevano perso un bambi-no, per partecipare, anche se inminima parte, al loro dolore.

Voglio anche precisare che ilcorso sul “paludisme”(malaria) oltre che, come diconsueto nel collegio dellaSomone, è ripetuto anche inaltre località della zona congrande affluenza di persone. Infine voglio citare il proget-to dell’orto nel collegiodove ha sede la nostraormai famosa Biblioteca. Hopotuto constatare con sod-

disfazione che quest’orto è bencoltivato e irrigato da unapompa elettrica che attingel’acqua dal pozzo che ComeNoi ha finanziato. La fortuna diavere un guardiano della scuolache è anche responsabile delraccolto ha permesso a questopiccolo ma significativo proget-to di rafforzarsi e ingrandirsi.Per il prossimo anno scolasticoil Direttore della scuola mi hariferito che sono previste dellelezioni di coltivazioni di ortaggi,da tenersi proprio nell’orto.

Come di consueto, se non ci sonoimprevisti tornerò a giugno per verifi-care gli ultimi corsi che si stannotenendo nella biblioteca dellaSomone e per vedere di personacome sta andando il negozio per lavendita del batik.

Valentino De Vecchi

SENEGAL: I DOCENTI DEL CORSO SULLA MALARIA

SENEGAL: ALLIEVI AL CORSO SULLA MALARIA

SENEGAL: L’ORTO DELLA SCUOLA DI SOMONE

RWANDA: ANNALISA E FRANCO TRA I BAMBINI DI BUREHE

Page 6: “Non voglio che la mia casa sia murata su tutti i lati e ... · chiaro l'orizzonte di questo continente che a tanti appare ... un grande fermento che viene dal basso, ... “Non

composta di una grande sala per leattività dei ragazzi, una stanza cheospiterà le ragazze per la notte edue piccoli magazzini. Questa sala ècostruita accanto al grande centroper la Riabilitazione delle tossicodi-pendenze, f inanziata dall’Asso-ciazione EXODUS di Milano, facentecapo a Don Antonio Mazzi. Nellaparte posteriore di questo centro,sono stati ricavati, con accessoseparato verso l’esterno, 6 gabinettie quattro docce, riservati alle ragaz-ze ed ai ragazzi che frequenterannola Sala Polivalente.P.Patrice sta predisponendo un pro-getto finalizzato all’acquisto di letti,materassi e coperte per tutti i ragaz-zi e le ragazze.Il seguito alla prossima puntata…

Annalisa e Franco Schiffo

res sono state distribuite alle vedoveproprietarie di un piccolo terreno,per impiantarle autonomamente (dauna bouture nascono da tre a quat-tro chili di funghi). Inoltre il loro lavo-ro è stato apprezzato da una com-missione dell’Associazione delleCooperative che producono i funghi,tanto che è in via di costituzione lacooperativa delle vedove diByumba, peraltro già inseritenell’Associazione per via dei risultatiottenuti.

Attualmente sta prendendo corpo l’i-potesi di estendere la coltivazionedei funghi al maggior numero possi-bile di vedove nelle varie parrocchiedella diocesi di Byumba (si prevedeche oltre 1500 vedove ne potrannobeneficiare), attraverso l’acquisto dimacchinari in grado di produrreun numero molto maggiore diboutures. Questo progetto sarà pre-disposto entro il mese di marzo.

PROGETTO SCUOLA PROFESSIO-NALE A NYAGATARE (PèrePatrice):Il nostro amico P. Patrice continua alavorare al progetto della scuola pro-fessionale, per dare a un numerosempre maggiore di ragazzi e ragaz-ze, quasi tutti senza famiglia e senzacasa, la possibilità di avere unmestiere e una speranza per ilfuturo. Il successo dell’iniziativa ègrande e continua ad ampliarsi:

- i corsi di alfabetizzazione sono fre-quentati da 90 ragazzi e ragazze perlo più di strada;

- 73 ragazzi/e frequentano i corsi diformazione generale;- 16 ragazze frequentano il corso ditaglio e cucito, istruite da unaPiccola Sorella di Gesù;

- 21 ragazzi seguono il corso di fale-gnameria;- 11 ragazzi seguono il corso di elet-tricisti;- 13 ragazzi seguono il corso dimuratori.Inoltre, dopo un anno di attività,circa 60 ragazzi, che sono uscitidalla dipendenza delle droghe, chehanno frequentato il corso di alfabe-tizzazione ed iniziato ad apprendereun mestiere, sono stati inseriti inscuole professionali più specializ-zate, per lo più gestite da religiosi/e.Per loro Père Patrice paga le rettescolastiche grazie a contributi diamici in Europa e, come dice lui,grazie alla Provvidenza.

Questo progetto raccolse anche ungrande sostegno dai genitori, dalmarito, parenti e amici di ValentinaValsania Mastromarino, mancata alloro affetto due anni fa. A Valentina,che quattro anni prima della suascomparsa aveva già destinato aCome Noi, con suo marito Raffaele,quanto ricevuto per il loro matrimo-nio, è stata dedicata un’aula dellascuola. Sul muro esterno è stataaffissa una targa riportante la scritta:”A COME NOI – TORINO – AULAVALENTINA”.Infine sono iniziati gli scavi per lacostruzione della Sala polivalente,che fa parte del progetto finanziatoda Come Noi. La sala avrà la dimen-sione di 300 mq (mt 15 x 20) e sarà

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AI BORDI DEL BARATRO

Uganda,Sudan,Somalia,Congo.E quando sembra finito l’incubodi tragedie infiniteeccoLiberia,Rwanda,Nigeria,Sierra Leone.E quando sembra sopito l’acre odoredi cadaveri fatti a pezzi da soldati

bambiniecco riaccendersiEritreaed Etiopiapronte a sacrificare sull’altaredi un sassoso confinel’unico loro oggi.E l’Africasembra dissanguarsi lentamente,

impunemente.Nel silenzio assordante delle infinite

savanetrasformate in rifugio di dannati in fuga,negli ingorghi di cittàcresciute come mostri,su terreni un giorno vergini,va in onda la tragedia di un continenteieri culla dell’umanitàoggi fossa comune di rifiuti tossicie sogni di liberazione.E il cuore di chi ama l’Africagrida basta!Ma ecco emergeredalla pesante coltre dell’indifferenza,ecco fermarsi ai bordi del baratronuova generazionedi figli e figlie dell’Africache gettano pontie insieme camminano verso l’auroraper inventare un nuovo giornoe ridare alla nottela gioia di concepiresonni e sogni d’amore.

da “Orme nel cuore del mondo” di Elisa Kidané

RWANDA: A BYUMBA, GLI ULTIMI NATI DEI 53 KG. DIFUNGHI PRODOTTI E RACCOLTI IN UNA SETTIMANA

RWANDA: NYAGATARE, P. PATRICE ALLE PRESE CON UNA DELLE 7 MACCHINEDA CUCIRE, NELL'AULA DI TAGLIOE CUCITO.

RWANDA: A NYAGATARE ALCUNI STUDENTI ACCANTO AI LORO LETTI A CASTELLO IN LEGNO

RWANDA: NYAGATARE, UN’AULA DI ALFABETIZZAZIONE

RWANDA: ESTERNO DELL'EDIFICIOSCOLASTICO A NYAGATARE

RWANDA: NYAGATARE, LA TARGA DELL'AULA "VALENTINA"

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Questo le ha motivate a proseguirecon maggiore entusiasmo nella loroattività.Con i l Vescovo mons. Thomas,abbiamo pensato di realizzare unorto comune per la scuola diTessenay, che era stata costruitaalcuni anni orsono anche con l’aiutodi Come Noi. La scuola è contornatada alcuni ettari di terreno e l’idea èquella di realizzare un orto, sotto lasupervisione del guardiano dellascuola, per insegnare ai bambini irudimenti delle tecniche di coltiva-

zioni orticole, dividendo gli ortaggiraccolti tra le famiglie degli scolari.Mendefera: sono stati ultimati i telaiper la produzione del Nesela, il tra-dizionale scialle di cotone, e leragazze del progetto Tesfa (“speran-za” in lingua tigrina). hanno iniziato icorsi di tessitura con la maestraFahna.

Senafe: sono state acquistate alcu-ne macchine da cucire ed è statoavviato il corso di taglio e cucito peralcune ragazze.

Francesco Tresso

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NOTIZIE DAE SUI PROGETTI

ERITREA•

ERITREA: I progetti proseguono…

I progetti in Eritrea proseguono ericeviamo costantemente aggior-namenti dai nostri referenti.

Barentu: la mostra che le ragazzedel progetto Naitena (“Vedremo” inlingua Kunama) hanno organizzatopresso i locali dove lavorano lo scor-so dicembre, è andata bene, hannoavuto un buon successo di pubblicoe di vendita dei prodotti di sartoria.

ETHIOPIA•

Suor Carla Rita, missionaria dellaConsolata, ci ha scritto fin dalloscorso ottobre comunicandoci lasua nuova destinazione missiona-ria. Alla lettera che riportiamo inparte,sono ancora seguitealtre:una di auguri per Natale atutta l'associazione ed una piùrecente di cui siamo in attesa,per-ché da lei stessa annunciata eche purtroppo fino ad oggi non ciè pervenuta. I contatti telefonicisono molto difficoltosi e sporadi-ci,dato che nella nuova sede lesuore non hanno telefono fis-so,ma solo un cellulare (non sem-pre funzionante), né è possibilecomunicare per posta elettronica.Siamo in attesa di avere notiziepiù aggiornate e dettagliate circa iprogetti che si renderanno via viaindispensabili per l'avvio dellanuova missione cui destineremole offerte che ci stanno pervenen-do “per Ethiopia”.Ecco quanto ci riferiva nella lette-ra dello scorso ottobre.

“Ho lasciato Gambo dove portavoavanti quattro scuole materne concirca 400 bambini. Il territorio,moltovasto è stato affidato ad un'altraMissione. Solo una delle quattro

lavoro missionario... il parroco cichiede di rimanere qui e di mandarealtre tre suore a Galie-Rodga: madove trova altre tre suore la nostramadre generale?Mentre attendiamo al lavoro dellaparrocchia e di un centro per anzianiad essa connesso, appena la stradaper Galie-Rodga sarà un po' pratica-bile (ora non lo è) pensiamo di anda-re a fare un'analisi dei vari villaggi.Sappiamo che ci sono varie tribù, fraqueste i Gumus, una tribù tenutaschiava fino a non molto tempo faed ancora molto discriminata; nonhanno terra,sono senza diritti, lavo-rano a giornata se trovano lavoro. Quello di cui certamente abbiamobisogno è un mezzo di trasporto perGalie-Rodga: per raggiungere lamissione ci sono 11 km di strada almomento impraticabili. Quando ilgoverno farà sistemare un porlastrada e finirà il ponte ora in costru-zione, sarà una strada da affronta-re con un...”fuoristrada”.Confidando nella provvidenza enella bontà dei nostri benefattori,vorremmo coinvolgere diversigruppi per contribuire a formareun fondo per comprare un'autoper questa nuova missione.Vi saluto e vi affido tutti al Datore diogni bene e alla Consolata per lenecessità che ciascuno di voi puòavere in questo momento. Egli è ilsolo che può arrivare a tutti.Con tanta stima e riconoscenza

Suor Carla Rita”

scuolette con circa 130 bambini èrimasta alle suore della Consolata elà è rimasta una consorella a portarlaavanti. Questa continua a dare il latteai bambini della scuola e anche aibambini denutriti della zona, comeprevisto dal progetto “Un bicchieredi latte al giorno” del 2010. Lei puòandare avanti ancora un bel po' con isoldi che avete già mandato.Io adesso sono stata destinata adaprire con altre due sorelle più gio-vani una nuova missione, che sichiama Galie-Rodga. Sul posto c'èsolo una clinica (qui si chiamano cli-niche tutti gli ambulatori).C'è già delpersonale che lavora sotto la super-visione di un ospedale gestito dallachiesa cattolica. Il Vescovo vorrebbeche noi ne prendessimo la responsa-bilità, ma per il momento perché lacasa per le suore non è ancoracostruita.Adesso siamo a Wlolkité che è lacapitale della regione del Guraghe(155 km da Addis Abeba) ed è abba-stanza vicina alla missione cui siamodestinate. Viviamo in una casettaprovvisoria, vicina alla chiesa cattoli-ca di Wlolkité. Per l'acqua corrente eper i servizi bisogna andare fuori,dove sono state aggiunte una cuci-netta, un piccolissimo servizio eduna doccia senza acqua calda.Insomma ci aggiustiamo come pos-siamo e ringraziamo il Signore, per-ché c'è tanta gente che sta moltopeggio di noi.Nella parrocchia non ci manca il

ERITREA: RAGAZZA AL LAVORO SUL SUO TELAIO

ERITREA: SCUOLA DI TAGLIO E CUCITO

ERITREA: COLORI E FRUTTI

DELLA TERRA

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MOZAMBICO

MOZAMBICO

Il progetto del villaggio Kankhomba,nonostante le difficoltà, ci vedràimpegnati anche per i l 2011.Continuano il presidio sanitario alquale Come Noi garantisce la pre-senza di un infermiere e la refezioneper la mensa della scuola per icirca 1000 bambini al giorno.Come Noi opera nel villaggio graziealla collaborazione con il MAGIS. Illoro e nostro nuovo referente, aMaputodalla fine del 2010, sta lavo-rando a nostro parere con professio-nalità e passione e questo ci fa bensperare per gli eventuali sviluppifuturi.Il Sig. Lino Pita Nassone - referentelocale per la comunità del PSK diKankhomba, ci ha inviato una rela-zione sull’andamento delle attivitàche riportiamo qui di seguito:

“Alla fine dell’anno 2009 è stato rea-lizzato un corso di formazione desti-nato ai contadini della Comunità,organizzato dall’Unione Generaledelle Associazioni Cooperative deldistretto di Boane, che ha visto lapartecipazione di due membridell’Associazione Come Noi diP.S.Kankhomba nelle persone dellesignore Nela Carneiro e AnaArmando, finanziata da Come NoiItal ia. Nello stesso ambito delProgramma di Formazione è statoorganizzato un corso nella stessasede del villaggio, organizzato dalsig. Lino Pita Nassone e la collabora-zione del sig. Giorgio, finanziato daCome Noi Italia. Detto corso ha vistola partecipazione di 20 membridell’Associazione Come Noi diP.S.Kankhomba e si è svolto dal 30Aprile al 4 Maggio 2010.Scuola. La refezione (inclusi i sussidiper i lavoratori addetti) ha soffertoalcuni inconvenienti dovuti al ritardonegli arrivi delle rimesse di fondi.

Il Posto di Salute ha funzionatobene per fronteggiare le malattie piùfrequenti (malaria e diarrea). Ancheper questo settore richiediamo la

MOZAMBICO: LA SCUOLA DI KAMKHOUMBA

MOZAMBICO: BAMBINI E RAGAZZI DI KAMKHOUMBA

vostra autorizza-zione per l’acqui-sto e la messa inopera di materialedi canalizzazione(tubature) e didue porte conrelative serrature.Attività agricole.Come sempre,tutto dipendedalle piogge, maad oggi, salvosorprese, la cam-pagna agricolasembra promette-re bene.Acqua potabile.E’ stato comple-tato i l grandesistema di distri-buzione dell’ac-qua potabile pertutto il distrettoper cui possiamoritenere definitiva-mente risolto i lproblema.Riassumendo:a- con la forma-zione dei contadi-ni è migliorata laloro capacità digestire le loro pic-cole attività eco-nomiche;b- per quanto riguarda la refezionescolastica, proponiamo di adeguarele previsioni di spesa per l’acquistodei prodotti e i sussidi al personale,all’andamento dell’inflazione sul mer-cato mozambicano;c- la situazione sanitaria controllatatramite il Posto di Salute è buona,grazie anche all’appoggio ricevuto

MOZAMBICO: L’IMPIANTO DI IRRIGAZIONE

dall’Unità Mobile della DirezioneDistrettuale della Sanità. d- se la pioggia continuerà a caderefino alla fine dell’anno, le previsioniper un raccolto abbondante sonomolto buone.Un deferente saluto a tutti gli amici diCome Noi Italia. Lino Pita Nassone“

Il “gruppo Mozambico”

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UGANDA•

UGANDA – Microcredito e orfanotrofio a Lowero

Abbiamo di recente ricevuto daMarcel il rendiconto sulle attività dimicrocredito che Come Noi ha finan-ziato a Lowero.Marcel è il responsabile dell'orfano-trofio di Lowero che abbiamo cono-sciuto 4 anni fa durante il nostroprimo viaggio in Uganda. E’ un ex-infermiere che lavorava a Kampala inun ospedale dove venivano ricovera-ti i malati di AIDS. Il problema degliorfani, causato da oltre 20 anni diguerra civile, ha toccato in profon-dità Marcel che ha deciso di lasciareil proprio lavoro e di aprire un ricove-ro per questi bambini.

Così è nato il "Children’s Ark", unapiccola struttura dove trovano allog-gio quasi un centinaio di adolescentie bambini. I più grandicelli vanno ascuola nelle vicine scuole statali.

Come Noi è intervenuta circa 4 annifa con un progetto di tipo sanitario,costruendo le toilette e le docce perle ragazze e i ragazzi, in sostituzionedelle due latrine esistenti.Il secondo intervento di Come Noi aLowero nasce dalla constatazione diMarcel che la ricettività del suo cen-tro ha raggiunto la massima capacitàpossibile. Le richieste di aiuto non sifermano e di comune accordo indivi-duiamo nel microcredito una moda-lità per aiutare le persone (nonne, ziio vicini) che hanno bisogno di aiutoper crescere i bambini orfani dellapropria famiglia.Viene così creata una cooperativa(Salamar’s Widows) a cui possonoricorrere le donne che hanno biso-gno di un piccolo prestito per potersvolgere un'attività che permetta diricavare un po’ di denaro. Come Noi ha messo a disposizione ilcapitale iniziale (5.000 euro) aiutandoMarcel a definire i criteri per finanzia-re i crediti, dando condizioni miglio-

rative rispetto alle banche locali, cheoltretutto non sono disponibili a for-nire prestiti a persone che non pos-sono offrire delle garanzie.Nel primo anno, i l 2008, hannobeneficiato del prestito 14 donne e 3uomini, ricevendo un prestito tra i100 e i 200 euro ciascuno. Il denaro

è stato utilizzato per l’ac-quisto di beni utili per atti-vità agricole (sementi),al levamento (gall ine,maiali), piccolo commer-cio (affitto di terreno per laproduzione di mattoni,piccoli negozietti).Il ciclo di rimborso dura6-9 mesi e prima diaccedere a un secondoprestito, bisogna averrestituito il 90% del presti-to ed essere stati regolarinel pagamento dellequote mensili. Attualmente circa 50

persone stanno usufruendo di unprestito. Complessivamente hanno

UGANDA: I BAMBINI E I RAGAZZI DELL’ORFANOTROFIO

beneficiato del prestito 108 perso-ne e di queste l'85% ha potutoaccedere a almeno un secondoprestito. La cifra totale messa a disposizioneè ora pari a 50 milioni di scellini,circa 4 volte i l capitale inizialemesso a disposizione da Come Noi.L’attività di microcredito ha aiuta-to più di 100 famiglie nel corso diquesti tre anni, fornendo il capitaleiniziale per piccole attività lavorati-ve. Dedotte le spese di gestione l’atti-vità di microcredito ha aiutatoMarcel nella gestione dell’orfanotro-fio, fornendo i soldi utili per il sosten-tamento di 5 bambini (cibo e rettescolastiche).Ma l’aspetto forse più importante èche questa attività ha ulteriormen-te rafforzato il legame dell’orfa-notrofio con il villaggio in quanto"Children’s Ark" è partecipe delledifficoltà di un numero maggiore dipersone nel territorio, oltre ai bam-bini che vi sono ospitati.

Giorgio Rabajoli

UGANDA: MARCEL CON UNA DELLE VEDOVE A LOWERO

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MALI•

MALI

Riceviamo dagli amici Marco eRosaria Roncelli una breve relazio-ne del loro viaggio in Mali delloscorso febbraio. Il progetto per ilquale collaboriamo con il CCM(Comitato Collaborazione Medica)prevede anche una missione diCome Noi di verifica dell'anda-mento del progetto e delle solu-zione tecniche adottate, viaggioche si spera possa fare FrancescoTresso, ingegnere e esperto diquestioni legate all'acqua.

Sono iniziati i lavori per la realizza-zione di quanto previsto dal progetto"In cammino con le donne diKoula e di Meguetan: pozzi, orti emulini in Mali" alla cui realizzazionesta partecipando attivamente anchel'associazione COME NOI di Torino.Il progetto prevede la realizzazionedi 3 pozzi, un orto e un mulino nelcomune di Koula e di 3 pozzi e dueorti nel comune di Meguetan.

A Meguetan due pozzi sono giuntiall'acqua ed è già stata realizzata lacolonna di rivestimento interno chepermette, al momento, un regolareprelievo; per la finitura si attende lafine della stagione secca, ancora unpaio di mesi, per verificare il livellodella colonna d'acqua quando lefalde saranno al minimo.In un villaggio vicino è stata indivi-duata la posizione del terzo pozzoproprio in concomitanza con unanostra visita.

I tre pozzi di Meguetan si trovanoin altrettanti villaggi posti a qualchechilometro dal Niger in una zonasabbiosa; la falda non è moltoprofonda, il terreno è poco faticosoda scavare, ma molto instabile percui i pozzi tradizionali, sprovvisti diarmatura interna, riescono a rag-giungere solo la falda più superficia-le e, quindi, tendono a seccarsi già amarzo. Fino ad oggi, gli abitanti diquesti villaggi sono andati al fiume,distante 2 o 3 Km, e hanno utilizzatola sua acqua anche per bere. A Koula sono stati meno solerti, loscavo dei pozzi era solo a 7/8 metrie solo in un caso il terreno era leg-germente umido segno che l'acquanon era molto lontana. A

Diocobougou a 7 metri si è incappatiin uno strato di laterite dura, per oraaffrontabile con scalpelli d'acciaio econ uno scavatore professionista. Si è svolta la missione di NicoleVottero tesista del Dipartimento diAgronomia dell'Università di Torinoche contribuisce al progetto con lostudio e la messa a punto delle pra-tiche agronomiche per la produzioneottimale dei semi della JatrophaCurcas.

E' stato deciso dove installare ilmulino a Tombougou. Le donnedell'associazione locale lo aspet-tano con ansia perché hanno realiz-zato, già lo scorso anno, un campodi pianticelle di un ettaro.

LE DONNE DI TOMBOUGOU.

IL RABDOMANTE SALIF INIZIA LA RICERCA; IL BASTONE COMINCIA A DARE QUALCHE DEBOLE INDICAZIONE, STA INDICANDO LA DIREZIONE DEL PUNTO DOVEL'ACQUA È PIÙ VICINA ALLA SUPERFICIE.

IL PUNTO È STATO TROVATO, IL BASTONE HA RAGGIUNTO LA POSIZIONE VERTICALE. PURTROPPO NON È IL PUNTO IDEALE PERCHÈ VICINO A DUE LATRINE; SI CERCANOINUTILMENTE ALTRI PUNTI POSSIBILI. VISTA LA SITUAZIONE IL VILLAGGIO DECIDESEDUTA STANTE DI SPOSTARE LE LATRINE; VERRANNO DEMOLITE ED IL BUCO VERRÀRIEMPITO CON CALCE VIVA.

JATROPHA CURCAS PIANTATA NEL LUGLIO 2010.

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BRASILE – VILA CANOAS: PARA TI

A fine febbraio Lidia Urani cimandò un aggiornamento sulleattività della PARA TI a VilaCanoas.

Le attività di Para Ti procedonobene. In gennaio, in anticipo rispettoalle previsioni per ragioni logistiche,sono stati effettuati i colloqui conbambini e ragazzi e le loro fami-glie. In linea di massima tutti stannoandando abbastanza bene e tuttisono molto riconoscenti per l’aiutodi cui continuano ad avere estremobisogno. Su alcuni casi poniamoparticolare attenzione per le seriedifficoltà nelle quali versano, soprat-tutto per l’estrema povertà e l’am-biente sociale nel quale sonocostretti a vivere. Alcuni dei bambinisostenuti da Para Ti provengono

dalla favela della Rocinha o altredove violenza e narcotraffico nondanno tregua.La situazione a Vila Canoas invece,grazie sicuramente anche al lavorodi Franco e Giuliana insieme a ComeNoi e alla nostra presenza, continuaad essere abbastanza buona.Stiamo sviluppando nuoviprogetti. Sono state ritinteggiatedue aule e sistemate due stanze perl’accoglienza di studenti universitari.Questo permetterà di avere un po’ diintroiti a ulteriore sostegno delle atti-vità che si stanno facendo oneroseanche per via del cambio non piùcosì favorevole.Uno degli obbiettivi a medio termineè quello di sistemare diversi localidove verranno ospitati studenti inmodo da migliorare ulteriormentel’ambiente con la creazione di unpolo culturale a Vila Canoas.Prevediamo di realizzare entro unpaio d’anni il Madeinfavela Festival,un festival culturale che coinvolgeràdiverse forme d’arte, artigiani, com-mercianti e gli stessi bambini. Grazieal sostegno di tutti il morale è sem-pre molto alto e tutto lo staff di ParaTi è molto motivato a proseguire

nelle attività.Anche l’acco-glienza di turistista migliorandocon un’offerta diprodotti artigianalie servizi di sem-pre migliore qua-lità.Non dobbiamoasso lu tamenteperò abbassare laguardia. Il nostroimpegno è sem-pre notevole poi-ché le problemati-che sono nume-rose e le diff i-coltà, soprattuttoper i bambini,

sono sempre in agguato. Abbiamodeciso di continuare a sforzarci perproseguire con il progetto a tempoindeterminato e per questa ragionecontinuiamo ad avere bisogno disostegno e di trovare ulteriori risor-se. In Italia e all’estero sia noi diret-tamente che con l’aiuto di diversi

VILA CANOAS: LE ATTIVITÀ DELLA PARATI SONO SEMPRE AFFOLLATE

amici, faremo delle presentazioni delprogetto che abbiamo realizzato inPower Point sia in italiano che ininglese per coinvolgere altre personeintenzionate a sostenere a distanza.Inoltre con una partnership con laCasa do Menor di Padre RenatoChiera a Rio realizzeremo un nuovoprogetto fotografico che vedrà bam-bini fotoreporter. Questo sarà utileper creare nuove relazioni con realtàdi grande interesse con le quali siaprirà una stagione di scambi cultu-rali estremamente arricchente.Ci sono già tre adolescenti che aiu-tano nelle attività di Para Ti. A breveinizieremo ulteriori attività per coin-volgere i ragazzi più grandi e più arischio. Tra queste le arti marziali,l’inglese e la fotografia. Con i bambi-ni apriremo i laboratori Munari gui-dati personalmente da Lidia.Contiamo, non appena saremo tor-nati in Italia, di prendere contattocon tutti per presentare di persona inuovi progetti.

Lidia Urani e Mauro Villone

VILA CANOAS: SI GIOCA

Fassombougou. Il mulinoha lavorato in questi ultimimesi dalle 6 di mattina alle3 di notte per trattare tuttoil karitè della zona. Nelcorso delle nostre visiteabbiamo sempre visto filedi donne con i loro pentolo-ni di noci tostate in attesadel loro turno.L'associazione delle donneche gestisce il mulino diFassombougou dal luglio2010 funziona bene e finan-ziariamente è in pareggiononostante la forte inciden-za sui costi delle spese peril carburante e per la manu-tenzione che derivano dallabassa qualità delle macchi-ne reperibili sul mercato

maliano. Per quanto riguarda il car-burante la soluzione perrisparmiare potrebbe esse-re l'utilizzo in futuro dell'o-lio di Jatropha Curcas nonappena se ne produrrà asufficienza per realizzare ilprocesso di estrazione.Una nota: abbiamo appresocon piacere dalle ultime sta-tistiche UNPD che il Mali hamigliorato e l'Indice di Svi-luppo Umano 2010 classifi-ca il paese al 160° posto su169 paesi monitorati, controil 173° su 177 del 2007. Grazie per la vostra parte-cipazione e il vostro aiutoche ci spinge a continuare.

Rosaria e Marco Roncelli

MULINO DI FASSOMBOUGOU 2 FEBBRAIO 2011 ORE 13,44.A SINISTRA I RECIPIENTI CON LE NOCI DA MACINARE, A DESTRA QUELLI CON LAPOLTIGLIA DI NOCI MACINATE.

BRASILE•

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Le attività dei nostri progetti inBrasile proseguono regolarmente,anche se a ritmo un po’ ridotto, per-ché là, mentre scriviamo questepoche righe, è estate ed è il periodo

più caldo dell’anno, periodo in cui lescuole si fermano, fino alla fine delcarnevale. Dopo l’uscita dell’ultimo bollettino ela giornata del Natale di Come Noi,lo scorso 27 Novembre, abbiamoricevuto gli auguri di Buon Natale edi un fel ice 2011 dai bambini eragazzi di Cachoeira de Pajeù e diCorral de Dentro.Speriamo di farvi cosa gradita ripro-

ducendo qui gli auguri arrivati dallaFondazione Bertolusso ed uno dei16 biglietti, preparati ciascuno dauno o due bambini del CET diCachoeira, certi di interpretareanche il loro pensiero nell’esten-dere gli Auguri alla (ormai) prossi-ma Pasqua!

Franca e Piero Caciagli

Auguri della fondazione Bertolusso, Corral de Dentro, Minas Gerais, Brasile

Cari amici, pace e bene!Attraverso questo semplice foglio vogliamo ringraziarvi per la collaborazione alla FondazioneBertolusso.Vi ringraziamo per il sorriso di soddisfazione e digioia che ci avete regalato, con la speranza in unfuturo migliore.Attraverso di voi abbiamo imparato che per amareil prossimo non esistono ostacoli, tantomeno ladistanza, esiste però un amore grande in ciascuncuore, un amore che va al di là delle frontiere affinché venga un regno di pace, amore, gioia, speranza, ecc...Grazie per ciò che avete fatto per noi in tutto questo tempo, grazie per averci affidato dei piccolisemi che, con la grazia di Dio, daranno in futurobuoni frutti.Vogliamo augurarvi: un Felice e Santo Natale benedetto dalla pace ed un prospero Anno Nuovocarico di soddisfazioni. Che il bambino Gesù viriempia di benedizioni, guidandovi sempre nellagiusta direzione.

Uno dei tanti biglietti di auguri che i ragazzi ci hanno mandato dal CET di Cachoeira de Pajeu, Minas Gerais, Brasile

Amici Italiani,amare è aver cura di quelli che tiamano e amare il prossimo.

Vi ringrazio per tutto,Molto obbligato

... siamo quello che facciamo, masoprattutto siamo quello che faccia-mo per cambiare ciò che siamo!

Grazie, amici Italiani!

BRASILE•

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TORINO•

TORINO LA MIA CITTA’ LE ATTIVITA’ SONO INPIENO SVOLGIMENTOFatna è arrivata in Italia due anni fadal Marocco per riunirsi al maritoche era giunto qualche anno prima.Ha cinquant’anni e 5 figli. Solo agennaio, spinta da una vicina di casache già frequenta i nostri corsi hatrovato il coraggio di venire anche leiad iscriversi in Biblioteca. Nel suopaese Fatna non ha mai frequentatola scuola, non sa né leggere né scri-vere, non conosce una parola diitaliano, non ha mai tenuto la pennain mano, non ha mai aperto un libroo un quaderno. Le iscrizioni sonochiuse da tempo, ma per Fatnaabbiamo fatto un’eccezione: nonpotevamo stroncare il suo primotimido tentativo di uscire di casa perguardarsi intorno. Ora una delleinsegnanti la segue individualmentepartendo dalle aste e dalle prime let-tere in stampatello.Nella stanza accanto un gruppo ditredici donne si stanno invececimentando con le quattro operazio-ni per prepararsi all’esame di terzamedia.Il rumore di sottofondo sono gli strillidei bimbi e i canti delle baby-sitterche intrattengono 35 bambini mentrele mamme seguono le lezioni.La nostra attività è giunta al culmi-ne. Mai come quest’anno abbiamosaturato tutti gl i spazi a nostradisposizione nelle tre sedi in cuilavoriamo:- 102 donne, divise in 6 gruppi, con

35/40 bambini al la BibliotecaCivica Primo Levi di ViaLeoncavallo in Barriera di Milano;

- 80 donne divise in 5 gruppi, con20 bambini nei locali del-l’oratorio di Santa Monicain Via Vado 9 al Lingotto

- 66 donne divise in 6 grup-pi, con 15 bambini inBorgo San Paolo in ViaMoretta 55 bis.

La frequenza è altissima epurtroppo per mancanzafisica di spazi, tavoli e sedieabbiamo dovuto chiudere leiscrizioni definitivamentemalgrado la continua richie-sta.Per fortuna si sono aggiunteal nostro gruppo di lavoroaltre quattro volontarie e trestudentesse della Facoltà diLingue che fanno presso dinoi il loro tirocinio. Siamo 25fra insegnanti, volontarie e

tirocinanti, più 5 baby-sitter e lanostra formidabile mediatrice Aminache conosce una ad una le 248iscritte.Grazie ad accordi stipulati quartiereper quartiere, le donne che seguonole nostre attività e che non hannoancora conseguito la licenza mediasono state iscritte ai CentriTerritoriali Permanenti di zona (i CTPGabell i , Drovetti, e Castello diMirafiori) che ci hanno dato la delegaper prepararle a sostenere l’esamedi terza media a giugno. Chi non riu-scirà a passare l’esame si vedràcomunque riconosciuto un creditoformativo utile per il prossimo anno.Questo significa che da febbraiodobbiamo intensificare gli sforziaggiungendo in ogni sede un giornodi insegnamento dedicato al percor-so di cittadinanza per conoscere lastoria, la geo-grafia e lacostituzioneitaliana.Si tratta di uni m p e g n omolto grossoche se da unlato ci testi-monia la cre-dibilità di cuigodiamo, dal-l’altro un po’ci preoccupaperché lerisorse sonopoche e ifondi pubblicidestinati aiprogetti divolontariatosono sempre più scarsi. D’altrocanto la conoscenza dell’italiano èdiventato un requisito necessario peril rilascio del permesso di soggiornoa lungo termine e quando entreran-no in vigore i nuovi regolamenti saràuno degli elementi per ottenere ilpunteggio utile al rinnovo del per-messo di soggiorno annuale. C’èmolta preoccupazione fra le famigliestraniere: le informazioni sono caoti-

che, i CTP si sono visti decurtare gliorganici e i finanziamenti a fronte diun numero sempre crescente dirichieste che sono costretti e rifiutareper mancanza di posti. La nostraattività diventa quindi sempre piùindispensabile per un processo d’in-tegrazione che a parole tutti voglio-no ma che poi nei fatti le forze politi-che al governo non sostengono.… Ma noi non ci lasciamo scorag-giare e, confidando nel sostegno diquanti hanno fiducia in noi, prose-guiamo con determinazione ed entu-siasmo. Si sono ormai conclusi gli incontririguardanti la salute. In ogni sedesono intervenute ginecologhe,pediatre e dietiste dei consultori dizona che hanno illustrato tutti i servi-zi a cui le donne e le mamme posso-no accedere e hanno risposto alle

tante domande che le nostre atten-tissime signore sottoponevano loro.Abbiamo anche intenzione di affron-tare dei percorsi di laboratorio speci-fici sul tema delicato e importantissi-mo per chi vive in bilico fra due cul-ture dell’educazione dei figli sia ascuola che in famiglia.Con l’arrivo della primavera faremodelle uscite per visitare la città e isuoi musei (per i quali speriamo di

ottenere l’ingresso gra-tuito) e per i 150 annidell’Unità d’Italia stia-mo pensando di orga-nizzare per fine maggiouna gita in treno aRacconigi per visitare ilCastello e i l Parco.Sarà una bell’esperien-za di educazione allacittadinanza per lenostre 250 amiche…ed anche, speriamo,per i cittadini diRacconigi che proba-bilmente non avrannomai visto tante donnemaghrebine tutte insie-me!

Maria Adele RoggeroMAMME AL LAVORO IN VIA MORETTA

MENTRE LE MAMME STUDIANO,I BIMBI GIOCANO

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NOTIZIE DA AMICIE RIFLESSIONI

Condividiamo alcuni passi degliauguri di inizio anno di PadreFranco Nascimbene, missionariocomboniano a Tumaco, inColombia, che vive (con un con-fratello) del proprio lavoro su unapalafitta, in condivisione con ipoveri. Manteniamo sempre i con-tatti con lui con l' impegno diessergli vicino e eventualmenteaiutarlo in possibili emergenze.

Carissimi amici, I giorni tra il Natale e la fine dell’annosono giorni senza molte attività.Molte famiglie nuove sono venute avivere nel quartiere da quando noisiamo arrivati. Alcune sono persone che dalla fore-sta sono venute in città per permet-tere ai figli di studiare, però la mag-gioranza sono "desplazados",

famiglie obbligate dai gruppiarmati a lasciare in poche orecasa, fattoria, amicizie e lavoroper evitare di essere uccisi.Sbarcano in questo quartiere dovec'é ancora spazio per gente nuova econ poca spesa trovano un pezzo dimare con l'acqua bassa, dove épossibile costruire una palafitta.La signora Mercedes, con la facciasconvolta, mi raccontava un mese fache suo figlio di 24 anni, senza lavo-ro, era sparito. Dopo dieci giorni éapparso per qualche ora, senzaspiegare molto dov'era andato e poise n'é andato un'altra volta. La cosapiù probabile é che, stufo di cercareinutilmente lavoro, abbia accettato dientrare come membro di uno dei varigruppi armati che ti pagano peruccidere, organizzare attentati,sequestrare, esportare droga,minacciare o far pagare il pizzo a chiha qualche negozio.Il mio compagno José Luis ha termi-nato questo mese il suo terzo annodi maestro in questo quartiere, in cuiha aiutato alcune decine di adole-scenti sui 12-15 anni a fare le ele-mentari e passare alle scuole medie.Ormai sembra che non ci sianoquasi più adolescenti nel quartiere inquelle condizioni, tanto che ha deci-so di sospendere da gennaio la sua

scuoletta. Il tempo che dedicavaall'insegnamento pensa ora di dedi-carlo a fare attività con adolescentinel quartiere ed anche in altre zonedella città. In vista di questa nuovaattività sta facendo costruire unasala multiuso che serva da punto diriferimento per varie attività. Lì pensadi mettere alcuni computer per per-mettere ai più poveri di accedere alcomputer per fare i compiti dellascuola, pensa di organizzare scuoladi teatro, scuola di danza, scuola difalegnameria, cineforum, attivitàsportive, attività artigianali, corsibiblici per giovani ed altre attivitàche sorgano durante il cammino. Loscopo é anche quello di offrire aigiovani alternative alle propostedei gruppi armati, che siano più utilie più intelligenti che prendere inmano un'arma ed andare ad uccide-re per difendere gli interessi di qual-che narcotrafficante.Durante il mese di dicembre la mag-gioranza delle attività si sonocostruite intorno al Natale che ésempre una festa vissuta con gioiadal povero che scopre che Gesù énato " tra noi e come uno di noi".Buon Natale e felice anno nuovo avoi tutti.

p. Franco

Riportiamo alcuni tratti della lette-ra che Mons. Giuseppe Franzelli,vescovo di Lira ci ha inviato inoccasione del Natale. Le attesedella gente e le sue preoccupazio-ni di pastore ci offrono una picco-la finestra sulla realtà di questotravagliato paese.

E’ un fatto che in passato le elezioniin Uganda sono state accompagnateda episodi di violenza, brogli e divi-sioni di tipo politico, religioso e triba-le. Oggi, ci sono segni premonitoriche sembrano puntare nella stessadirezione. L’esperienza di tanti annidi violenza durante la ribellione delloLRA ha lasciato il segno e non aiutacerto a rasserenare l’atmosfera. Laviolenza domestica, perpetrata incasa, all’interno della famiglia, neiconfronti dei figli o del coniuge e’ unfenomeno assai diffuso. Si calcolache il 60% delle donne nel paeseabbia subito qualche forma di vio-lenza fisica, sessuale o psicologica.L’insofferenza per i ritardi nell’ammi-nistrazione della giustizia o per lacorruzione delle forze dell’ordine chedovrebbero assicurarla, conduconola gente all’esasperazione che sfociatalvolta in episodi di “giustizia di

massa”. Ho ancora negli occhi lascena in cui mi sono imbattuto tredomeniche fa, mentre andavo acelebrare nella missione di Alito: unuomo steso sul ciglio della strada,ammazzato a calci e bastonate peraver cercato di rubare alcune capre.Intorno al cadavere ancora caldo, unfolto gruppo di uomini e donne, moltigiovani e ragazzi, che probabilmentepoco dopo sarebbero andati amessa. Tutti con l’aria tranquilla esoddisfatta… perchè “giustizia erastata fatta”! Di fronte a questa situazione, laChiesa cattolica ha lanciato durante

il tempo dell’avvento una campagnadi preghiera e sensibilizzazione con-tro la violenza domestica, invitandotutti a fare sì che “la pace di Cristoregni” nel cuore di ognuno, comin-ciando dalla casa e famiglia dei cri-stiani. In quanto vescovi e guide delpopolo di Dio in Uganda poi, la pro-spettiva delle prossime elezioni ci haspinto già lo scorso giugno a scrive-re una lettera pastorale che presentauna visione cristiana della politica eindica i criteri per una scelta respon-sabile di leaders che siano veramen-te a servizio del popolo, specialmen-te dei poveri e degli ult imi.Finalmente, alcune settimane fa,assieme ai responsabili nazionalidelle varie religioni presenti nelpaese (Cattolici, Ortodossi,Protestanti di varie denominazioni,Musulmani, ecc.) riuniti nel ConsiglioInterreligioso di Uganda, abbiamoistituito e lanciato una “TaskForce”, cioè una “unità operativa”nazionale composta da membridelle varie fedi e confessioni reli-giose per contribuire - anche attra-verso la scelta di “consigli deglianziani” incaricati di mediare fra leparti - ad assicurare che le prossi-me elezioni siano davvero libere,democratiche e trasparenti, e chetutto il processo elettorale (la cam-pagna, le votazioni e i l periodoseguente) sia libero da ogni formadi violenza. Oltre a quella naziona-le, abbiamo creato anche delle Unità

COLOMBIA

UGANDA•

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LE SPONSORIZZAZIONI CONTINUANODa molti anni la nostra associazionesi occupa di quelle che noi chiamia-mo sponsorizzazioni, ossia il soste-gno a distanza di bambini e bambineospiti di istituti (o nel caso di Rio,abitanti di Vila Canoas) coordinatoda alcune persone del nostroComitato. In alcuni casi, l’istituto o illuogo è quello in cui abbiamo svolto,anni fa, dei progetti e le sponsorizza-zioni sono state e sono tutto-ra un aiuto per permettere aibambini, in difficoltà e spessoorfani, di crescere e diventareautonomi.Nel tempo l'età media deibambini è aumentata e il loronumero è gradualmentesceso da oltre 700 a circa 480nel 2010.Ogni famiglia segue con pia-cere la “crescita” del proprio“bambino”, di anno in anno,quasi sempre fino alla suamaggior età o al completa-mento degli studi. In numero-si casi, abbiamo avuto la gioiadi averli accompagnati fino aldiploma o addirittura alla laurea.Le "padrinizzazioni" a Vila Canoasdi Rio sono ora seguite da LidiaUrani che prosegue con tenacia l'o-pera di papà Franco.In India, la gestione dei rapporti con5 istituti (P.T.Parru, Kotagiri,

Nallayan, Hassan e Marlapalle) èstata trasferita da GermanaFerraris, in difficoltà per motivi fami-liari, a Cristina Peyron.Germana, che ringraziamo per i lun-ghi anni di grandissimo e generosoimpegno, ha conservato la gestio-ne dell'istituto Premnivas diMangalagiri, dove abbiamo iniziato20 anni fa!

Personalmente mantengo i rapporticon l’ istituto MGKB Pannai diVellore, in India.Per ulteriori informazioni e chiari-menti è possibile contattarci all’indi-rizzo [email protected]’ certamente un aiuto importante

quello che offriamo anche se unpochino “a latere” rispetto all’impe-gno prioritario dell’associazione rap-presentato dai progetti agricoli esociali.Con l’”uscita” di alcuni dei bambinisponsorizzati dal periodo di soste-gno, il nostro impegno verso gli isti-tuti e i luoghi attuali è gradualmentediminuito, perché siamo un po’ restii

ad accettare nuove richiestedi sostegno. Vi sono ormaimolte associazioni in grado difornire correttamente questoservizio e noi vorremmo, purmantenendo fino a quandosarà necessario gli impegnipresi sia con i bambini sia congli sponsors, avviare nuoveforme di aiuto alle comunità ealle famiglie legate ai nostriattuali progetti.L'attenzione verso i bambiniche sono nel bisogno èsempre viva nel nostrocuore: per loro speriamo dipoter avviare presto nuoveiniziative, nei paesi dove svol-

giamo i nostri progetti.E’ una parte importante del nostroimpegno di solidarietà verso lo svi-luppo dei popoli e la pace.

Franco Sibille

ABBIAMO LETTO...

Un libro interessante

Ebanodi RyszardKapuscinski edizioneFeltrinelli(I° uscitamarzo 2000)

re come un vero africano, osservan-do in diretta colpi di stato ed avvi-cendamenti al potere.Era innamorato e affascinatodall'Africa dove ha trascorso tan-tissimi anni. Forse molti avrannogià letto Ebano, ma lo consigliocomunque, è diviso in capitoli, unoper stato, ha un andamento brillan-te, mai noioso come un trattato distoria eppure molto utile per capireun po' i meccanismi e la mentalitàche tutti abbiamo incontrato viag-giando in questo enorme e diversocontinente. Vale davvero l'acquisto.

Cristina Peyron

operative o d’intervento a livelloregionale. Sono stato così eletto afar parte della task force per tutta laregione Lango, una zona in cui sonostati identificati vari “punti caldi”,dove la competizione elettorale puòfacilmente degenerare in violenza. Eccomi allora al vero motivo di que-sta lunga chiacchierata, che qualcu-no potrà forse trovare troppo “politi-ca” e stonata in una lettera di Natale.Vi chiedo di pregare perchè que-st’anno in Uganda – e soprattutto frala gente Lango che mi e’ stata affi-data – il Signore Gesù venga enasca proprio in quelle situazioni di

tensione e conflitto che senza di Luigenerano solo violenza e divisione.Che trovi posto nel cuore dei candi-dati e degli elettori, in ogni casa efamiglia, sconfiggendo sul nascereogni seme di violenza, e facendocrescere la pace che Egli ha volutoportare in dono a tutti gli uomini dibuona volontà. Perchè in Uganda – ma anche inItalia e nel mondo intero – nascanoe crescano uomini nuovi, capaci diassumersi le proprie responsabi-lità anche in campo politico, nonper dominare gli altri ed avvantag-giare il proprio gruppo, tribù o parti-

to, ma per servire tutti, special-mente gli ultimi, i poveri, gli indifesi.Buon Natale, allora, e Felice AnnoNuovo!

Vostro, P. Giuseppe

Il libro non è nuovo ed è forse unodei titoli più famosi tra le opere di R.Kapuscinscki nato in Polonia (1932-2007).Ryszard Kapuscinski, giornalista edinviato speciale in Africa, oltre cheAmerica Latina, ha assistito in primapersona al passaggio dai regimicoloniali a quelli attuali (almeno finoa pochi giorni fa...), ha girato l'Africain lungo ed in largo da vero reporter,mescolandosi con la gente e viag-giando con mezzi locali, abitando inhotel ma anche in capanne, amma-landosi e camminando giornate inte-

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NOTIZIE ... NOTIZIE ... NOTIZIE ... NOTIZIE ... NOTIZIE ... NOTIZIE ...

l Aiutateci a farci conoscere!Vi saremmo molto grati se ci sug-geriste delle iniziative per fareconoscere le nostre attività e inostri progetti a chi fosse interes-sato. I membri del ComitatoPromotore sono disponibil i aincontrare gli alunni di scuole diogni genere, associazioni, gruppiparrocchiali o altro per presentarcie sensibilizzare giovani e adulti suiproblemi dei paesi in via di svilup-po e sulle finalità dei nostri proget-ti. Contattateci scrivendo a [email protected] o lasciando unmessaggio presso la nostra sede(011 356000).

l Indirizzario per il recapito delbollettino.Continuiamo ad aggiornare siste-maticamente gli indirizzi, ma vi pre-ghiamo di segnalarci gli eventualicambi di intestazione o di indiriz-zo, con una mail all’indirizzo [email protected] o lasciando unmessaggio presso la nostra sede(tel. 011 356000). Purtroppo i versamenti effettuati amezzo bonifico bancario sonospesso privi di indirizzo del versan-te (le banche non sono più obbliga-te ad indicarlo). Non siamo quindi

sempre in grado di inserire i nomi-nativi nel nostro indirizzario perinviarvi il bollettino. Vi preghiamo diprecisare sempre alla vostra bancala necessità di riportare il vostroindirizzo nei dati del versante o dicomunicarceli. Grazie.Per poter usufruire delle agevola-zioni fiscali molti aderenti effettua-no versamenti indicando uncognome diverso da quello cheabbiamo in indirizzario (es. i lcognome da nubile). E' quindi pos-sibile che qualche famiglia ricevauna doppia copia del bollettinoche potete usare per diffonderlo adamici o parenti che ancora non loricevono e far conoscere Come Noiad altri.

l Codici IBANVi ricordiamo l’identificativo delconto bancario di COME NOI,riportato sul frontespizio del bollet-tino, che secondo l’attuale norma-tiva, è obbligatorio per eseguire ibonifici:Unicredit Banca – IBANIT20.S02008.01107.000003911699

Stiamo chiudendo il conto correntepresso Cariparma e vi chiediamoper favore di non usarlo più.

l Deducibilità fiscaleTutte le offerte a COME NOI Onlus,effettuate con versamento sulconto corrente postale o conbonifico bancario, sono fiscalmen-te deducibili ai sensi del D.L. 35/05- Legge 80/05 nella misura del10% del reddito con un massimodi 70.000 € (si suggerisce di usareil rigo E27/3 sul 730 o sull'Unico).Chi avesse bisogno di una ricevutafiscale formale ci contatti, lascian-do un messaggio per noi allo 011356000.

l Offerte in occasione di eventifamiliariA chi desidera proporre a amici eparenti una sottoscrizione a nostrofavore in occasione di eventi fami-liari (battesimi, anniversari, matri-moni, ecc.) possiamo far avere delmateriale illustrativo delle nostreattività, anche riferite a particolariprogetti (es. aiutare i bambini di…).Contattateci.

l Sito webVi invitiamo a visitare il nostro sitowww.comenoi.org e farci avere levostre impressioni e suggerimenti!Se avete qualche riflessione o noti-zia importante da far circolare con-tattateci all’[email protected]

Lo scorso 28 febbraio è mancatol'ing. Paolo Albonico sostenitoree aderente di Come Noi da mol-tissimi anni.Il Comitato promotore è vicino aifigli e a tutta la famiglia nella sof-ferenza e con affetto.

LUTTI RINGRAZIAMENTIl A tutti voi che avete risposto con

generosità al nostro appello delloscorso 12 ottobre per ristabilireuna certa disponibilità finanziaria diCome Noi: grazie al vostro aiutoabbiamo monitorato meglio i nostriinvii per i progetti e la situazione siè regolarizzata.

l Agli alunni e insegnanti dellaScuola Primaria P.Neruda diCascine Vica. Nell’anno 2009-2010hanno realizzato un percorso for-mativo sul tema “Incontrandol’Africa” che ha visto coinvolti tuttii bambini delle cinque classi dellascuola. I lavori di ogni classe sonostati raccolti in un coloratissimo ebellissimo libro. Li abbiamo incon-trati per ringraziarli del loro impe-gno e dell’offerta che hanno rac-colto per i bambini diKamkhoumba, in Mozambico.

l Ai ragazzi del Coro “Tomma-seo”, dell’Istituto ComprensivoNicolò Tommaseo e della ScuolaElementare “M. d’Azeglio” che cihanno fatto pervenire una loroofferta da destinare ai progetti inEritrea.

l Ai ragazzi dell’Istituto Valsaliceper il loro contributo per i progettiin Mali.

l A Alexia e Luca Scotti che hannodestinato ai bambini della scuola diKamkhoumba quanto raccolto inoccasione della festa per i loro 25anni di matrimonio.

DOMANDE

Dimmi, Papà Dembo,dimmi di che colore èl’Africa?

L’Africa, piccolo Chaka?

L’Africa è nera come la mia pelle,è rossa come la terra,è bianca come la luce di mezzogiorno,è blu come l’ombra della sera,è gialla come il grande fiume,è verde come la foglia della palma.

L’Africa, piccolo Chaka,ha tutti i colori della vita.

I BAMBINI DELLA SCUOLA NERUDA