Non rimanete indifferenti -...

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NUOVE POVERTÀ Quando la casa è un privilegio Aumentano le famiglie e gli anziani che non riescono a sostenere i costi delle abitazioni. Un problema che chiede vera giustizia sociale L’incontro con Dio attraverso l’arte Frate Sidival ha scoperto un’abilità singolare Rinascere madre Maternità giovane e impossibilità di avere figli. Martina ha vissuto gli estremi ROBERTO GIACOBBO “La fede? Dono e mistero” La Sindone, il legame tra religione e scienza, Gesù. Il conduttore di Voyager si racconta… PADRE ERMES RONCHI COMMENTA IL VANGELO DELLA DOMENICA Anno III • Num. 27 (130) Settimanale del 4 luglio 2015 • € 1,90 Num. 130 - 4 luglio 2015 Non rimanete indifferenti Papa Francesco condanna con forza il disinteresse davanti alle sofferenze di profughi, immigrati e poveri ALL’INTERNO L’ANGELO DELLA FAMIGLIA INSERTO ILLUSTRATO PER BAMBINI

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NUOVE POVERTÀ

Quando la casa è un privilegio Aumentano le famiglie e gli anziani che non riescono a sostenere i costi delle abitazioni. Un problemache chiede vera giustizia sociale

L’incontro con Dio attraverso l’arteFrate Sidival ha scoperto un’abilità singolare

Rinascere madreMaternità giovane e impossibilità di avere figli. Martina ha vissuto gli estremi

ROBERTO GIACOBBO

“La fede? Dono e mistero”

La Sindone, il legame tra religione e scienza,

Gesù. Il conduttore di Voyager si racconta…

PADRE ERMES RONCHI COMMENTA IL VANGELO DELLA DOMENICAAnno III • Num. 27 (130) Settimanale del 4 luglio 2015 • € 1,90

Num. 130 - 4 luglio 2015

Non rimanete indifferenti

Papa Francesco condanna con forza il disinteresse davanti alle sofferenze di profughi, immigrati e poveri

ALL’INTERNO L’ANGELO

DELLA FAMIGLIA INSERTO

ILLUSTRATO PER BAMBINI

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PRIMA PAGINA

Visto da me

Lavorare per la personae il bene comuneSe fino a qualche anno fa investire

economicamente su una casa significava fare sacrifici per poi lasciare un’eredità ai propri figli oppure concretizzare risparmi sudati con il lavoro per poi vivere con maggiore sicurezza, oggi avere una casa implica fare una lotta spesso ad armi impari e questo vale sia se è di proprietà sia se è in affitto. Secondo i dati del ministero dell’Interno, in Italia sono oltre 77mila gli sfratti esecutivi di cui il 90 per cento per morosità. Il problema nel nostro paese dunque non è soltanto acquistare ma soprattutto mantenere un tetto sotto cui abitare. In Puglia, da cui sono da poco tornata in seguito ad una trasferta di lavoro, ho letto che una famiglia su 258 perde la casa prevalentemente per morosità. Le famiglie italiane sfrattate sono sempre di più e quelle pugliesi fanno da traino al trend negativo. Locazioni, bollette, condomini... Le spese da affrontare sono troppo alte rispetto alle disponibilità di quella fetta (ahimè sempre più grande) di italiani che spesso non hanno lavoro o che comunque ricevono uno stipendio non sufficiente per garantire una sopravvivenza dignitosa. La crisi economica e finanziaria purtroppo c’è e continua a ferire nonostante le tante buone oratorie mediatiche. Qualche sera fa a cena, una persona esperta di economia mi diceva che una piccola ripresa è in atto ma, affinché questa diventi reale, affinché si faccia sentire cioè nella quotidianità, ci vorrà del tempo. Mah, sarà! Non so perché ma questo ragionamento non mi convince. Primo perché si tratta ancora di parole e poi perché, se anche questo fosse vero, il problema è che quell’arco di tempo produrrà ulteriore disagio e sofferenza, portando la gente in una spirale di depressione da cui sarà veramente difficile riprendersi. Io di economia non ci capisco niente ma so giocare a Monopoli. Quando ero piccola, ricordo che se la mia pedina cadeva nelle caselle in cui dovevo pagare tante tasse, piano piano poi non avevo più soldi di carta per acquistare. Insomma tassazioni e costo della vita elevati ridurranno pure i debiti (che, specifico, non sono stati fatti dai cittadini) ma uccidono gli italiani che, fino ad oggi, sono stati ammortizzatori sociali di un sistema deviato e disumanizzato, un sistema cioè che ha bisogno urgentemente di un sussulto capace di lavorare davvero, senza proclami pubblicitari, per la persona umana e per il bene comune.

Lorena Bianchetti

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Editoriale

La casa

Molto più di un tetto sulla testa

Da qualche parte ho letto una freddura che suonava più o meno così: “In Italia c’è chi compra una casa e ci paga un sacco di tasse e c’è chi non paga le tasse e si compra

un sacco di case”. Mi è venuto di pensare che c’è pure chi ha un sacco di difficoltà, sia a pagare le tasse che a comprare la casa. Sono tutte quelle persone, sempre di più nel nostro paese, che non hanno un reddito sufficiente a garantire a sé e alla propria famiglia una vita dignitosa e il sacrosanto diritto ad un tetto sotto cui vivere. Il panorama è vasto e variegato. Si va dai casi in cui la perdita del lavoro ha determinato l’impossibilità di pagare un affitto o un mutuo, alle storie dei pensionati che, a causa della dimi-nuzione del potere d’acquisto della moneta e dell’aumento dei prezzi nel mercato delle locazioni, non riescono più ad onora-re l’impegno della pigione, alle situazioni, infine, dei giovani

disoccupati, precari o sottopagati che non possono neppure permettersi di coltivare il sogno di una casa tutta loro.Le ricadute di questa situazione sono molto pesanti e vanno ben oltre la questione sociale.Possedere una casa non è infatti solo un diritto di ogni cittadino che, giustamente, cerca di mettersi al riparo dal rischio di dover vivere per strada, al freddo, e di dover vagabondare senza una meta. Diritto peraltro riconosciu-to nella Dichiarazione universale dei diritti umani, che lo declina collegandolo al “tenore

di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo (...) all’abitazione”.La casa è molto di più. È anche un diritto di ogni Persona. È il posto in cui, come dice lo scrittore peruviano Sergio Bambarèn, non si va solo a dormire ma anche a sognare, “un posto dove crescere una famiglia con amore; un posto non per trovare riparo dal freddo ma un angolino tutto nostro da cui ammirare il cambiamento delle stagioni; un posto non semplicemente dove far passare il tempo, ma dove provare gioia per il resto della vita”. È insomma la dimensione fisica che ci completa come esseri umani perché ci permette di coltivare tutte quelle vocazioni che ci arricchiscono interiormente: gli affetti, i progetti, la condivisione. È, per dirla con papa Francesco, “un luogo decisivo nella vita, dove la vita cresce e si può realizzare, perché è un luogo in cui ogni persona impara a ricevere amore e a donare amore”. È, insomma, molto più di un tetto e a nessuno dovrebbe essere negato.

Gianni Epifani

Giornalista e conduttrice della trasmissione A Sua Immagine

Sacerdote rogazionista, giornalista e regista della Santa Messa

di RaiUno

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Il Vangelo della settimana DA SABATO 4 A VENERDÌ 10 LUGLIO 2015

Prima lettura Sono una genìa di ribelli, sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro

Dal libro del profeta Ezechièle(Capitolo 2, versetti 2-5)

In quei giorni, uno spirito entrò in me, mi fece alzare in piedi e io ascoltai co-

lui che mi parlava.Mi disse: «Figlio dell’uomo, io ti mando ai figli d’Israele, a una razza di ribelli, che si sono rivoltati contro di me. Essi e i loro padri si sono sollevati contro di me fino ad oggi. Quelli ai quali ti mando sono figli testardi e dal cuore indurito. Tu dirai loro: “Dice il Signore Dio”. Ascoltino o non ascolti-no – dal momento che sono una genìa

La liturgia della Parola domenicale è commentata da padre Ermes Ronchi e Marina Marcolini

di ribelli –, sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro».

Seconda lettura Mi vanterò delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo

Dalla seconda lettera di San Paolo apostolo ai Corìnzi

(Capitolo 12, versetti 7-10)

Fratelli, affinché io non monti in su-perbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia. A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si ma-nifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle perse-cuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte.

Le ragioni della speranza

DOMENICA 5 LUGLIO 2015

A Sua Immagine

Salmo responsoriale (Sal 122)

A cura di monsignor Antonio Parisi

Per guardare e ascoltare l’esecuzione del salmo vai su www.musicasacra-bari.it

Settimanale

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VangeloUn profeta non è disprezzato se non nella sua patria

Dal Vangelo secondo Marco

(Capitolo 6, versetti 1-6)

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stu-piti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

CommentoIl racconto si apre con la sorpresa dei compaesani, “da dove gli viene questa sapienza?”, e termina con la sorpresa di Gesù, “e si meravigliava della loro incredulità”. Quelli di Nazaret pensano: un profeta dev’essere un uomo fuori dall’ordina-rio; il Messia non può venire in questo modo, con mani da carpentiere, con i problemi di tutti, come Joses e Simo-ne. Dio dovrebbe dare segni più gran-di, inequivocabili. E continuano a cercarlo in alto, nell’in-finito dei cieli, nella sublimità dei pen-sieri, quando invece è inginocchiato a terra, con le mani nel catino e cinto di un asciugamano.Gesù cresce nella bottega di un artigia-no, le sue mani diventano forti a forza di stringere manici, il suo naso fiuta le

colle, la resina, sa riconoscere il tipo di legno. Se sceglie questi mezzi pove-ri non è Dio, noi pensiamo. Invece lo Spirito di profezia scende e abita nel quotidiano, fa delle case il suo tempio, entra là dove la vita celebra la sua mite e solenne liturgia, la trasfigura da dentro. Dice il Vangelo: ”Ed era per loro motivo di scandalo”. Scandalizza l’umanità di Gesù, la prossimità di Dio. Eppure è proprio questa la buona no-tizia del Vangelo: che Dio si incarna, che il divino è rivelato dall’umano, che Dio ha un volto d’uomo, che lo Spirito è rivelato dalla carne, il Logos da un corpo: lo stupore perenne della fede, lo scandalo di Nazaret. E quando gli apostoli arrivarono a capire fino in fondo l’incarnazione, dissero: un uomo così non può essere che Dio! Un Dio che si perde dietro a pubblicani e prostitute e lebbrosi, in cerca della pecora perduta, abbracciato al Figliol prodigo, davvero il più bello tra i figli dell’uomo. La reazione di Gesù al rifiu-to dei compaesani non si esprime con un atteggiamento di recriminazione o di condanna; lui non si esalta per un successo e non si deprime per un fal-limento, “ma si meravigliava”. Lo stu-pore di un cuore fanciullo.A conclusione del brano Marco anno-ta: “Non vi poté operare nessun prodi-gio”. Ma subito si corregge: “Solo im-

pose le mani a pochi malati e li guarì”. Il Dio rifiutato si fa ancora guarigione, anche di pochi, anche di uno solo. L’amante respinto continua ad amare anche pochi, anche uno solo. L’amore non è stanco: è solo stupito. Così è il nostro Dio: non nutre mai rancori, lui profuma di vita.

Santi del giornoS. Agatone, S. Antonio Maria Zaccaria, S. Asteio di

Durazzo, S. Atanasio di Gerusalemme, S. Atana-

sio l’Atonita, Santa Ciprilla di Cirene, S. Domezio

il Medico, S. Febronia, S. Filomena, B. Giorgio

Nichols, Riccardo Yaxley, Tommaso Belson e

Humphred Pritchard, S. Guglielmo di Hirsau, S.

Marta, B. Matteo Lambert, Roberto Meyler, Edo-

ardo Cheevers e Patrizio Cavanagh, S. Stefano di

Nicea, SS. Teresa Chen Jinxie e Rosa Chen Aixie,

S. Tommaso di Terreti, S. Trifina

Santa Ciprilla di CireneDurante la persecuzione di Diocleziano è invitata a sacrificare agli idoli pagani. Poiché rifiuta, le vengono messi in mano alcuni carboni ardenti e dell’incenso: gettando tutto nel braciere per non scottarsi, avrebbe così consumato il sacrificio pagano almeno formalmente. Ma la donna è più forte e chiude il pugno, ustionandosi pur di non sacrificare. In seguito, crudelmente straziata, muore.

Il Vangelo della settimana DA SABATO 4 A VENERDÌ 10 LUGLIO 2015

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