Noi predichiamo Cristo crocifisso

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Libricino edito dal consiglio di chiesa in occasione del primo centenario della presenza evangelica a Vincolise (CZ)

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Vincolise - 8 agosto 2002

Noi predichiamo Cristo crocifisso
100 anni di predicazione evangelica a Vincolise
Testimonianze e riflessioniEdizione in propria della Chiesa evangelica valdese di Catanzaro e Vincolise, 2012Responsabile il Consiglio di Chiesa, presidente Vincenzo Citriniti

Carlo Albertoper grazia di Dio re di Sardegna, di Cipro e di Gerusalemme duca di Savoia, di Genova, ecc. ecc. principe di Piemonte, ecc. Ecc.Prendendo in considerazione la fedelt ed i buoni sentimenti delle popolazioni Valdesi, i Reali Nostri Predecessori hanno gradatamente e con successivi provvedimenti abrogate in parte o moderate le leggi che anticamente restringevano le loro capacit civili. E Noi stessi, seguendone le tracce, abbiamo concedute a que' Nostri sudditi sempre pi ampie facilitazioni, accordando frequenti e larghe dispense dalla osservanza delle leggi medesime. Ora poi che, cessati i motivi da cui quelle restrizioni erano state suggerite, pu compiersi il sistema a loro favore progressivamente gi adottato, ci siamo di buon grado risoluti a farli partecipi di tutti i vantaggi conciliabili con le massime generali della nostra legislazione.Epperci per le seguenti, di Nostra certa scienza, Regia autorit, avuto il parere del Nostro Consiglio, abbiamo ordinato ed ordiniamo quanto segue: I Valdesi sono ammessi a godere di tutti i diritti civili e politici de' Nostri sudditi; a frequentare le scuole dentro e fuori delle Universit, ed a conseguire i gradi accademici.Nulla per innovato quanto all'esercizio del loro culto ed alle scuole da essi dirette.Date in Torino, add diciassette del mese di febbraio, l'anno del Signore mille ottocento quarantotto e del Regno Nostro il Decimottavo.Cenni storiciUn'introduzione ad un opuscolo che vuole dare testimonianza sui primi centanni della presenza evangelica nel piccolo paese di montagna di nome Vincolise, non pu non iniziare con le lettere patenti di Carlo Alberto di Savoia, che diedero il pieno godimento dei diritti civili ai Valdesi oramai da secoli chiusi nelle loro Valli a occidente di Torino.Una popolazione che a motivo della sua fede prima professata in un movimento di opposizione medievale poi, con ladesione alla Riforma di Ginevra nel 1532 con il Sinodo di Chanforan, come chiesa Riformata, ha corso pi volte nella sua storia il rischio di estinzione, di condividere cio la stessa sorte di tanti altri movimenti finiti sotto la scure di uninquisizione crudele, da parte della chiesa cattolica e di sovrani a lei asserviti, in un paese in cui la tolleranza verso altri culti era sconosciuta.Ma per comprendere come lEvangelo sia potuto arrivare a Vincolise necessario riflettere su due punti:1.) Chi sono i Valdesi che il 17 febbraio del 1848 ricevono i diritti civili?2.) Qual il nesso fra il 17 febbraio 1848 e l'arrivo degli Evangelici a Vincolise?Dagli inizi al 1848La storia dei Valdesi inizia nel 1170. Per il loro nome ci sono diverse teorie. La pi probabile che derivi dal fondatore Pietro Valdo (Valds nella forma francese); per questa teoria ci sono tre fonti: la confessione di fede firmata da Valdo nel 1180 con le parole in latino ego valdesius, scoperta solo nel 1946 nella biblioteca nazionale di MadridiMolnar, Amedeo, Storia dei Valdesi I, dalle origini all'adesione alla Riforma (11761532), Torino, 1974, p. 27.

, un verbale di un incontro fra il ramo francese e quello italiano dei Valdesi avvenuto a Bergamo nel 1218iiMolnar, pp. 65 ss.

e uno scambio epistolare fra dei fratelli italiani con dei valdesi nella valle del Danubio."In un trattato scritto intorno il 1250, Stefano di Borbone che aveva indossato labito dei domenicani a Lione, ed era divenuto un inquisitore esperto e informato ci presenta Valdo come un ricco mercante lionese che dimprovviso scopre i Vangeli."iiiMolnar, p. 10.

A quanto sappiamo Valdo incontra nel 1170 un cantastorie che canta la vita di SantAlessio il quale ha rinunciato alla sua ricchezza per servire meglio Dio. Valdo invita il cantastorie a casa sua per riascoltare il racconto. Valdo, toccato da questa leggenda apre lEvangelo di Matteo e leggendo Matteo 19:21.23iv21 Ges gli disse: Se vuoi essere perfetto, va', vendi ci che hai e dllo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguimi. 23 E Ges disse ai suoi discepoli: Io vi dico in verit che difficilmente un ricco entrer nel regno dei cieli.

si converte alla povert evangelica, dona gran parte dei suoi averi ai poveri e investe la parte rimanente nella traduzione della Bibbia in lingua volgare, nel dialetto della Provenza. Diventa cos un predicatore laico. Il suo movimento si chiama inizialmente "I poveri di Lione". E un movimento di predicazione laica che si fonda unicamente sulla Bibbia. Poich laico, predicano anche le donne.Allinizio la predicazione laica incontra solo delle resistenze nel clero locale incluso il vescovo di Lione che per non interviene subito. Nel 1179 si teneva a Roma il III Concilio Lateranense, un Concilio particolarmente importante, che seguiva la riconciliazione tra il papa e limperatore. [...] E comprensibile che Valdo ed i suoi pensassero di poter risolvere le difficolt ed i contrasti con l'arcivescovo lionese recandosi a Roma e presentando alla grande assise ecclesiastica il loro progetto di vita e d'azione perch fosse qui sanzionato.vMolnar, p. 16.

Il Concilio non concede la richiesta e mette Valdo sotto osservanza. Nel 1180 Valdo firma la confessione di fede. Essa garantisce alla Chiesa di Roma l'ortodossia dei poveri di Lione. Valdo, avendo firmato la confessione di fede, riceve il permesso di svolgere una predicazione itinerante se il clero locale d'accordo.Negli anni fino al 1215 i problemi per aumentano. I Valdesi vedono, forti della loro lettura e interpretazione biblica, delle debolezze nella fede della chiesa come la venerazione dei santi e di Maria.Worms/Germania - Monumento a Valdo

Sempre pi spesso i preti locali non danno il permesso di libera predicazione anche per il fatto che i Valdesi fanno predicare le donne. Il Vescovo di Lione ritira il permesso di predicazione nel 1182 ed espelle i Valdesi. Alcuni attraversano le Alpi e sono all'origine del ramo italiano dei Valdesi, quello che sopravvive, mentre del ramo francese si perdono le tracce. Il concilio di Verona (1184) scomunica i Valdesi per disubbidienza di fronte alle legge della chiesa di Roma.La morte di Valdo nel 1206 non porta ad una riconciliazione con Roma, i Valdesi continuano a non accettare la gerarchia. A causa della morte del fondatore, i poveri di Lione istituiscono un sinodo che deve riunirsi una volta all'anno.Nel 1215 avviene la rottura definitiva con Roma. Il IV concilio lateranense scomunica i Valdesi anche per eresia. Inizia una lunga e travagliata storia di persecuzione.I Valdesi continuano a predicare. Anche alcuni membri del clero sono ancora disposti a disputare con loro. Per fortificare il movimento si tenta 1218 di riunificare i due rami, quello francese e quello lombardo.I valdesi nel medioevo - dal sito: http://www.valdesi.org/

Il tentativo fallisce, vengono solo definite delle regole di base che devono valere per tutto il movimento. Il movimento lombardo si afferma come movimento pi forte.Per i Valdesi inizialmente difficile capire il cambiamento da movimento di predicazione tollerato da Roma a gruppo destinato alla clandestinit e, una volta che Roma ha risolto il problema dei Catari, massacrati tutti attraverso l'inquisizione, i Valdesi non si sentono pi sicuri e per mettersi al sicuro fuggono nelle valli del Pellice, Angrogna, Chisone, Germanasca, Pragelato, Perouse e Luserna 50 km a ovest di Torino che diventano il centro del movimento.L'inquisizione per arriva anche in quel lembo sperduto delle Alpi.I predicatori, chiamati barba, si dedicano allartigianato e al commercio per coprire la loro attivit di predicazione. Si predica dopo il tramonto e solo fra amici. Altri diventano contadini per vivere lontano dalle citt e dall'inquisizione. I diversi gruppi che esistono vengono confortati e collegati dai barba. Si vedono come una grande famiglia. La pressione esercitata dall'inquisizione porta ad un rinforzamento del movimento che si estende in tutta l'Europa centrale.Nel 1532 i Valdesi escono dalla clandestinit aderendo alla Riforma di Ginevra. Quando, nel 1536, il Piemonte diventa francese hanno la possibilit di costruire delle chiese e stampare dei libri. I tempi di tranquillit sono per pochi, nel 1561 vengono cancellati i Valdesi della Calabria e della Puglia. Nel 1655 avvengono le Pasque piemontesi: le truppe sabaude invadono le valli valdesi e massacrano gran parte della popolazione. Per la revoca dell'editto di Nantes del 1685, lanno successivo i valdesi lasciano, le valli per cercare asilo nella vicina Svizzera. Tornano nel 1689 per la mediazione di Guliermo I d'Orange.Per, quando la Francia restituisce i suoi territori italiani ai Sabaudi nel 1696, sono i Valdesi di origine francese a dover lasciar le valli. Molti di loro emigrano in Germania e fondano delle citt.Fino al 1848 i Valdesi sopravvivono nelle valli come in un grande ghetto, quando finalmente la primavera della tolleranza arriva anche da loro, e due settimane dopo per gli ebrei.Liberi, finalmente liberi 1848Dopo quasi 700 anni di una storia travagliata e piena di persecuzioni e ben 200 anni di vita nel ghetto delle valli come se le lettere patenti di Carlo Alberto avessero tolto il coperchio da una grande pentola a pressione.Per, nonostante la chiara affermazione Nulla per innovato quanto all'esercizio del loro cultoviVedi sopra nelle lettere patenti di Carlo Alberto

, ben presto si fa strada il desiderio di uscire dalle valli per evangelizzare l'Italia. Cos il Sinodo del 1860, tenendo fede al desiderio espresso nel 1855, convinto della necessit che la Chiesa valdese diventasse sempre pi missionaria, decise di trasferire a Firenze la Scuola di teologia (art. XXXV) e vot la nomina di una Commissione di evangelizzazione (art. XXX) con il relativo Regolamento organico.[...] Quest'ultimo era l'atto di nascita dell'istituzione che fino al 1915 si occup in particolare dell'evangelizzazione in Italia.viiFasulo, Flavio, I pastori evangelisti valdesi dal 1860 al 1902, Tesi di Laurea presso l'Universit degli Studi di Milano, 2000, p. 88.

L'evangelizzazione valdese, pur limitata da carenze economiche e dalla scarsit di evangelisti, si estende rapidamente su tutto il territorio nazionale. Nel 1862 fu fatto notare che l'opera, bench ancora debole e disseminata, si stendeva gi des glaciers du Mont Blanc jusqu'aux feux de l'Etna.viiiSynode de 1862, Appendice: Rapports des vangelistes sur leur oeuvre en Italie, p. 34.

E' un'affermazione che risponde per pienamente alla realt. L'evangelista stabilito a Courmayeur visita tutta la valle e Giorgio Appia, dall'anno precedente impegnato a Palermo, visita Catania dove si converte il futuro evangelista Alfio Bellecci.Tutto sommato l'evangelizzazione in Italia segu le tracce della spedizione garibaldina: dal Piemonte si mosse via mare verso la Sicilia per poi conquistare l'intera penisola risalendo lo stivale via terra. La densit pi alta di comunit si trova in Piemonte e Val d'Aosta, in Liguria, in Toscana e in Sicilia.ixFasulo, p.116.

Sicilia una bella eccezione nei territori ex-borbonici che in genere si avvicinano molto lentamente e con diffidenza al messaggio evangelico della Chiesa valdese, gi nel 1881 aveva lo stesso numero di comunicanti [...] del distretto Roma-Napoli-Marche.[...] L'insediamento in Sicilia si pu considerare completo solo nel 1867-68, quando Augusto Giovanni Malan venne inviato a Messina e Catania: prima di allora soltanto Palermo godette di un ministero regolare. Evidentemente l'evangelizzazione valdese trov sull'isola una accoglienza che la dura opposizione del clero non lasciava sperare.xFasulo, p. 118.

E la Calabria? La Calabria, terra dove i valdesi del '300 avevano trovato ospitalit e lavoro, terra che nel 1561 ha permesso l'eccidio dei Valdesi, conseguenza di una controriforma arrivata in Italia senza la Riforma, ossia come atto repressivo e di pulizia religiosa, la Calabria si apre solo lentamente all'Evangelo. Nel convegno di Evangelizzazione del 1865 Augusto Giovanni Malan riferisce che ci sono delle speranze anche su Reggio, ma ancora troppo presto. Solo pi tardi si forma il gruppo di Falerna, da cui in un primo momento dipende la chiesa di Reggio Calabria.Comunque, l'evangelizzazione valdese, insieme a quella della chiesa dei fratelli, getta il seme: dopo il 1861 in Italia si sa che c' un altro modo di poter confessare la fede. E' su questo terreno che edificano le chiese pentecostali dopo il 1905 ed su questo terreno che nascono delle chiese fondate da emigrati tornati in patria con la fede evangelica, su questo humus che possibile che il 1912 l'Evangelo raggiunga questo paese di montagna ai piedi della piccola Sila. In questo opuscolo vogliamo raccontare questo e ringraziare il Signore per la testimonianza data in questo primo centenario da sorelle e fratelli con coraggio e nella libert evangelica.Il gruppo di Vincolise

Origine delle comunit valdesi in CalabriaI coloni valdesiLo storico Valdese Pietro Giglio, nella sua opera (Histoire ecclsistique des eglises vaudoises, 1644, cap.III) fa risalire le prime tracce della presenza valdese in Calabria alla seconda met del sec. XII, quando i valdesi delle valli piemontesi si sparsero in Europa a causa delle persecuzioni, ma spinti anche dalla necessit di trovare nuovi spazi dinsediamento a causa della eccessiva densit della popolazione delle valli. Una parte di loro trov condizioni favorevoli in quella parte dellItalia meridionale nota nel Medio Evo col nome di Puglia e comprendente anche la CalabriaxiPer il presente capitolo si fatto riferimento a: Luisa Citriniti, Due comunit valdesi in Calabria, Tesi di Laurea, Universit degli Studi di Roma, a.a. 1965/66, pp. 38-46.

. In particolare, Giglio narra che nel 1325 alcuni giovani valdesi delle valli vennero contattati da un notabile calabrese, che offriva loro terre da coltivare in Calabria.Dopo un sopralluogo effettuato da una delegazione, alcune famiglie si stabilirono nei pressi di Montalto, in provincia di Cosenza, e diedero vita ad un villaggio chiamato Borgo degli ultramontani. Larrivo di numerosi altri coloni, avvenuta intorno al 1365, determin la nascita di altri borghi, il pi importante dei quali fu San Sisto. Da un nucleo di valdesi, accolti dal marchese Spinelli nelle sue terre, ebbe invece origine La Guardia, lodierna Guardia Piemontese.Per circa due secoli e mezzo i valdesi insediati in Calabria non conobbero persecuzioni, perch i signori locali con i quali avevano stipulato i contratti, preferivano ignorare il diverso credo religioso dei coloni, i quali erano peraltro estremamente prudenti nella loro testimonianza evangelica. Questo lungo periodo di relativa tranquillit fece s che, in tutta lItalia meridionale, le comunit valdesi prosperassero diventando numerose.Ma questa situazione di tacita condiscendenza e di non manifesta apertura mut nel XVI secolo, quando leco della Riforma protestante raggiunse anche i valdesi di Calabria, scuotendone leccessiva prudenza. I coloni si disposero allora a testimoniare pubblicamente lEvangelo e nel 1557 sollecitarono la chiesa italiana di Ginevra a inviare loro un pastore.Nel 1558 furono pertanto inviati Giacomo Bonelli e Giovanni Luigi Pascale, i quali cominciarono a predicare in pubblico e a mostrare che era necessario pi tosto morire che offendere Dio idolatrando.Il martirio di questi due pastori segn la data dinizio della durissima repressione condotta dalla Inquisizione nellItalia meridionale. Giacomo Bonelli, passato in Sicilia dopo un periodo trascorso in Calabria e nelle Puglie sub il martirio a Palermo. Pascale, rimasto in Calabria a predicare soprattutto a San Sisto e a La Guardia, fu fatto prigioniero dal marchese Spinelli per fare cosa gradita al S. Uffizio. Condotto a Roma, il 15 settembre del 1560 venne impiccato e successivamente arso in piazza Castel S. Angelo alla presenza di papa Pio IV.Segu la violenta repressione condotta con inusitata ferocia dallInquisitore Valerio Malvicino inviato in Calabria per estirpare leresia e rivolta soprattutto a San Sisto e a La Guardia, i cui abitanti, dopo aver rifiutato pi volte di abiurare, si ritirarono nei boschi. Nelle foreste della Sila i valdesi dapprima resistettero respingendo gli attacchi; alla fine si arresero.La prima ad essere presa fu San Sisto; infine, il 5 giugno 1561, venne presa La Guardia.Gran parte dei prigionieri, tradotti a Montalto, furono torturati e uccisi; gli uomini scampati alla strage vennero destinati alle galere di Spagna; le donne e i bambini pi robusti furono venduti come schiavi.Nel 1561 la colonia valdese di Calabria era completamente cancellata.Le poche persone che avevano preferito abiurare per avere salva la vita, e i bambini rimasti invenduti furono tenuti a La Guardia sotto stretta sorveglianza.Oggi a Guardia Piemontese ancora possibile rinvenire, tra gli abitanti attuali, tracce dellantico dialetto delle Valli o qualche cognome risalente ad antiche famiglie di coloni valdesi, ma dellantica fede valdese non rimane traccia.L'arrivo dei valdesi dopo l'unit d'ItaliaLa seconda ondata di protestantesimo, quella che prese avvio dopo la Costituzione del 1848 intrecciandosi con le idee politiche che portarono alla formazione della nazione italiana, in Calabria si afferm con difficolt e in proporzioni molto modeste, diffondendosi prevalentemente negli ambienti liberali ed illuminati della borghesia. Solo verso la fine dell800 e linizio del 900 sorsero in Calabria prima delle comunit metodiste Falerna e Cosenza e successivamente delle comunit valdesi, i cui aderenti provenivano per lo pi da ambienti cittadini ed agiatixiiLuisa Citriniti, op. cit., p. 48 e ss.

.Falerna, in provincia di Catanzaro, fu la pi antica di queste comunit. Ebbe nel 1899 un pastore stabile e nel 1901 venne riconosciuta come chiesa costituita dalla Conferenza distrettuale. In quellanno, al censimento della popolazione, ben 300 cittadini si dichiararono evangelici. Nel 1904 venne inaugurato il tempio valdese, ma, a partire dal 1915, lemigrazione, laggressivit degli oppositori e la sostanziale indifferenza dellambiente determinarono la decadenza della comunit, che nel 1943 contava appena una decina di aderenti.La comunit di Reggio Calabria, nel 1908 annoverava pochi membri, visitati saltuariamente dai pastori di Messina e di Falerna. Nel 1910 fu istituito un ministero stabile. Nel 1935 la comunit reggina registr il numero massimo di aderenti, ma subito dopo inizi la lenta decadenza al punto che nei primi anni 40 i pochi rimasti si unirono ai fratelli battisti e solo a partire dal 1945 cominciarono ad essere visitati dal pastore di Messina. Negli anni successivi venne ricostruito il tempio valdese distrutto da un incendio nel 1946.La comunit di Cosenza, nata come comunit metodista-wesleyana, nel 1942 entr a far parte della chiesa valdese e nel 1946 ebbe un pastore stabile.A Catanzaro, lEvangelo venne predicato per la prima volta da uomini del Risorgimento italiano. La prima predicazione pubblica, avvenuta nel 1861, si deve infatti ad Alessandro Gavazzi, metodista, cappellano militare ma secondo altri, economo delle truppe di Garibaldi.Ma il vero precursore dellevangelismo catanzarese fu Antonio Greco, straordinario personaggio garibaldino. Nominato da Giuseppe Garibaldi pro-dittatore della Calabria, fu deputato al primo parlamento italiano. Greco era valdese ed educ alla sua stessa fede la famiglia che veniva periodicamente visitata da pastori valdesi. Le figlie, Anita e Marcella, rappresentarono negli anni 50, un saldo punto di riferimento per la comunit evangelica di Catanzaro.La presenza di Antonio Greco comunque da ritenere un episodio isolato, perch rappresenta di fatto lunico riferimento in Calabria, nel quadro del pi vasto movimento evangelico nel periodo risorgimentale, che ha di fatto saltato a pie pari la CalabriaxiiiSergio Dragone, Introduzione a Diario di un valdese, di Ernesto Scorza, ed. Effesette, CS, 1987, p. 14.

. Sicch anche per Catanzaro bisogner attendere i primi anni del 900 per poter parlare di vera e propria comunit.La comunit di Catanzaro.A Catanzaro la presenza di una vera comunit evangelica attestata a partire dal 1910, quando giunse in citt il pastore metodista P.Taglialatela, che evangelizz un gruppo di artigianixivLuisa Citriniti, op. cit., pp. 54 ss.

.Una pi sistematica opera di evangelizzazione fu avviata, negli anni immediatamente successivi sotto la Missione Metodista Episcopale (USA), dal pastore Giuseppe Scorza, calabrese emigrato in America e tornato nel suo paese di origine, San Pietro Magisano.Scorza avvi tre missioni: a San Pietro, a Vincolise e a Catanzaro. Durante il primo conflitto mondiale rientr in America e fu il pastore Gualtieri a prendersi cura di queste comunit.Subito dopo la guerra Giuseppe Scorza ritorn a Catanzaro e si dedic alla organizzazione della missione.Nel 1919 venne fondata la Chiesa Evangelica Metodista Episcopale. Contava circa un centinaio di iscritti ed ebbe per un certo tempo un pastore stabile, F. Brazzini.Le difficolt causate dal regime fascista culminarono nel 1929, nella sospensione del culto pubblico; sicch le poche famiglie rimaste evangeliche continuarono a ritrovarsi segretamente in case private, visitate di tanto in tanto da pastori provenienti da Messina e da Cosenza.Nel 1947 giunse a Catanzaro Frank Scorza, fratello di Giuseppe, per dedicarsi alla riorganizzazione della comunit.Si costitu allora la chiesa battista, dipendente dalla Italian Gospel Association (USA), che contava circa un centinaio di persone che si riunivano in un locale pubblico. Ma, nonostante si fosse ormai fuori dal fascismo e la nuova Costituzione garantisse piena libert di culto, le autorit locali ostacolarono in tutti i modi lo sviluppo di questa chiesa, al punto che nel 1952 si dovette predicare a porte chiuse. In ragione di ci, il pastore Scorza aveva da tempo avanzato domanda per il riconoscimento della chiesa come Ente Morale e laccreditamento di se stesso e del pastore E. Libonati, suo collaboratore che lo sostituir nella direzione della comunit. Ma le autorit italiane negarono il riconoscimento, in ragione del fatto che il pastore e la comunit dipendevano da unassociazione religiosa non italiana.Il Consiglio di Chiesa, riunitosi per la prima volta nel 1949, avanz formale richiesta di adesione alla chiesa battista italiana per poter avere il necessario riconoscimento giuridico; ma la lentezza della chiesa battista nellespletamento delliter procedurale, convinse il Consiglio ad avanzare analoga richiesta, il 20 aprile 1954 al Moderatore della Tavola Valdese.Il Sinodo Valdese, nel settembre dello stesso anno, approv allunanimit lordine del giorno con cui si riconosce la chiesa di Catanzaro come chiesa regolarmente costituita in seno alla chiesa valdese, e, unitamente alla sua Diaspora, comprendente la chiesa in formazione di San Pietro Magisano con lannesso gruppo di Vincolise, lattribuisce al quinto distretto.Realizzato linserimento nelle chiesa valdese, lintegrazione completa della comunit si comp gradualmente sotto la guida dei pastori che si sono avvicendati in quegli anni, primo dei quali fu Sergio Rostagno, la cui attivit, esplicata tra il 1958 e il 1962, fu determinante nella formazione dellidentit valdese della comunit.Nel 1959 la comunit pot finalmente avere il locale di culto che ancora oggi conserva, nel luogo dove anni prima si era progettato un grande tempio mai realizzato per mancanza di fondi.La comunit di Vincolise San Pietro Magisano.San Pietro e Vincolise sono frazioni del piccolo comune di Magisano. Sono collegate a Catanzaro, da cui distano una ventina di chilometri, da una strada che si inerpica lungo i villaggi della presila e attraversa un paesaggio in cui strette fasce di uliveti si alternano ad ampie macchie boschive, lasciando a tratti intravedere in lontananza il mare.Piccoli borghi si susseguono a breve distanza luno dallaltro; piccoli mondi chiusi in se stessi che conservano ancora oggi in parte tratti caratteristici delloriginario insediamento: stradine strette che si allargano su piazzette ospitali, che invitano alla sosta e allincontro.Uno di questi villaggi Vincolise, piccolo borgo di origine antica, sorto intorno al 1186 su un preesistente villaggio, in seguito ad una spartizione ereditaria tra i membri della famiglia Garcia poi Garcea di San Pietro e successivamente passato al casato dei Greco ricchi proprietari terrieri. Gli abitanti del villaggio furono mezzadri, coloni, guardiani, contadini e pastori al servizio di quelle famigliexvMilly Curcio: Antonio Greco, patriota di Vincolise, ed. La Forgia, 2004, pp. 5 ss.

.Il borgo contava un centinaio di anime e ogni casa aveva al piano terra il forno per panificare e spazi per allevare animali da cortile. Tracce dellantica tipologia abitativa si possono rinvenire ancora oggi nelle tante abitazioni che conservano le scalette esterne, il ballatoio infiorato e le finestre piccole dal contorno segnato dal tempo. Tra le case si fanno spazio minuscoli orti. Oltre le ultime abitazioni si aprono i campi.Giungendo per la prima volta in questo borgo viene spontaneo chiedersi: Ma come mai una comunit protestante in un cos minuscolo e remoto centro?Per trovare una risposta bisogna rifarsi allemigrazione transoceanica degli inizi del 900.Il fenomeno migratorio gi alla fine del XIX secolo aveva registrato ben 250.000 partenze dalla Calabria verso le Americhe, con una media di 40.000 partenze allannoxviSergio Dragone, cit., pp. 7 s.

. Fu un fenomeno dirompente, che provoc profonde trasformazioni nel tessuto sociale della regione. Esso infatti, per un verso caus profondi squilibri di carattere economico e sociale, ma favor altres la rottura degli schemi angusti della societ rurale dell800, la nascita, sia pure traumatica di una nuova consapevolezza, la ricerca di nuovi riferimenti valoriali e laffermazione di nuovi stili di vita.In questo scenario storico per tornare a Vincolise si colloca la vicenda di una famiglia, quella degli Scorza, originaria di San Pietro Magisano ed attiva nelle campagne dellhinterland catanzarese ai primi albori del 900. Ad essa legata la nascita della comunit evangelica in San Pietro e Vincolise. Ma, ancor prima dei fratelli Scorza, lemigrazione aveva avvicinato altri figli di Vincolise alle chiese riformate doltre oceano. Uno di questi fu Rosario Procopio, nato a Vincolise nel 1866 ed emigrato in America nel 1900, considerato uno dei pionieri del movimento evangelico italiano in America.Procopio, stabilitosi a Chicago, prese a frequentare una missione metodista con lo scopo dimparare la lingua inglesexviiJohn B. Bisceglia, Italian Evengelical Pioneers, Brown-White-Lowell Press, inc. Kansas City- Missouri, 1948, pp. 91 ss.

. In questa missione, che gi a partire dagli anni 1893-94 era diventata importante punto di riferimento per moltissimi immigrati italiani, lo studio della lingua veniva condotto utilizzando come testo il Nuovo Testamento. Procopio, studiando linglese si convert e si impegn personalmente nellopera missionaria.Trasferitosi nel 1904 a nord di Chicago, apri un circolo di studi biblici, facendosi notare dalla Moody Church. Apprezzato per la sua preparazione biblica, gli fu proposto di dirigere una classe di studi biblici in italiano. Il primo iscritto di questa classe fu Antonio Scorza, futuro pastore, il quale ricorder: Il mio primo contatto con lEvangelo ebbe luogo nei primi mesi del 1905, quando incontrai il signor Rosario Procopio giusto nel cuore di ChicagoxviiiJohn B. Bisceglia, op. cit.

.I pochi documenti disponibili parlano di una vita interamente consacrata al Vangelo e vissuta nel servizio umile e costante verso i pi bisognosi. Procopio, che contribu in modo significativo alla fornitura di bibbie portate in Italia da Antonio Scorza nel 1906, testimoni fino allultimo istante della sua vita la sua fedelt a Cristo. Quando, nel 1925, il Signore lo chiam a s a soli 59 anni, il giudizio unanime dei moltissimi amici e conoscenti fu: Egli fu davvero un uomo di Cristo.Comunque, per Vincolise e per San Pietro, la predicazione dellEvangelo senzaltro legata allopera della famiglia Scorza. Ben quattro fratelli: Antonio, Giuseppe, Nicola e, successivamente, Franco, il minore, emigrati negli USA divennero pastori evangelici.I primi tre conobbero, rimanendone profondamente influenzati, il movimento del Social Gospel, che intrecciava gli ideali dellEvangelo con quelli del socialismoxixS. Dragone, op. cit, p. 10.

.Nel 1906 ritorn a San Pietro dagli Stati Uniti, Antonio, portando con s molte copie del nuovo Testamento, quasi tutte prontamente bruciate in piazza dal prete del luogo, che era riuscito ad entrarne in possessoxxErnesto Scorza, op. cit, p. 20.

.Il ritorno di Antonio fu un evento decisivo per Vincolise e San Pietro. La nuova fede da lui testimoniata venne abbracciata da tutta la famiglia e ben presto si afferm nelle campagne circostanti, trovando consensi soprattutto nel sottoproletariato costretto ad una vita di stenti e tuttavia animato da un forte desiderio di riscatto.Il primo pastore della chiesa evangelica di Vincolise e San Pietro fu Giuseppe Scorza, il quale a partire dal 1913, fece convertire nei due piccoli centri numerose famiglie, coadiuvato nella sua opera missionaria dal pastore La Scala. Non si conosce il numero esatto dei convertiti, di certo si sa che numerose furono le adesioni alla nuova fedexxiLuisa Citriniti, op. cit., p. 61.

.Ma non furono anni facili. La reazione dellambiente circostante non esit a farsi sentire, manifestandosi in atteggiamenti di aspra critica e, a volte, di scherno verso coloro che con disprezzo venivano definiti vangelisti. Vivace fu, allepoca, la polemica che si svilupp tra cattolici ed evangelici e riguardante soprattutto il culto dei Santi, il culto mariano e la confessione auricolare. Ernesto Scorza nel suo diario annota due episodi che descrivono bene il clima di quegli annixxiiE. Scorza, op. cit., p. 21.

: La prima volta di ritorno dal culto mio fratello Pietro [] mi raccont come il Signore li aveva liberati da una fitta sassaiola. Il lancio dei sassi aveva costellato la via del ritorno percorsa dai membri della nostra comunit e il pastore, mio fratello Giuseppe, stava per essere colpito [] Unaltra sera, avvenne anche questa volta di mercoled, mentre tutti noi si celebrava la Santa Cena [] la sala del culto era affollata di fedeli ansiosi e felici di celebrare la morte di Cristo e la sua Risurrezione. Mentre cantavamo gli inni al Signore, i soliti scalmanati di fuori, ancora aizzati dal prete, urlavano come ossessi, armati di scuri, roncole, falcetti e grossi pali, gridavano: Questa sar la fine dei vangelisti! Viva la Madonna, abbasso i protestanti. Il tumulto ebbe fine grazie allintervento del maresciallo dei carabinieri della vicina Taverna, prontamente avvertito da uno degli evangelici riuscito a fuggire inosservato dal locale. Il processo si concluder, qualche anno dopo, con la condanna in Appello dei responsabili dei tumulti.Durante la prima guerra mondiale, il pastore La Scala fu trasferito a Reggio Calabria e Giuseppe Scorza rientr in America. Ma i tre anni e pi della guerra passarono senza che la predicazione evangelica ne subisse danno. Non mancavano mai i pastori per spezzare la parola di Dio alle due comunit evangeliche, numerose tanto in San Pietro quanto in Vincolise.xxiiiE. Scorza, op. cit., p. 25.

Vale la pena ricordare che, dal 1925 al 1936 a Vincolise fu attivo un predicatore laico, Giuseppe Parrotta, rientrato anche lui dallAmerica, dovera diventato pentecostale.xxivLuisa Citriniti, op. cit., p. 61.

Alla sua predicazione si deve forse, in qualche misura, la particolare spiritualit che la comunit di Vincolise ancora oggi esprime.Nel 1929 lOpera Evangelica Metodista cess la sua attivit in Catanzaro e provincia. La comunit si disperse; i pochi membri rimasti venivano visitati sporadicamente dai pastori di Messina.Ma altre difficolt furono causate dal regime fascista, le cui persecuzioni non risparmiavano la piccola comunit di Vincolise.Nel 1940 furono arrestati e condannati al confino tre fratelli anziani della comunit, ufficialmente per motivi politici, ma in realt a causa della loro fede evangelica. Erano Stefano Parrotta, Saverio Veraldi e Rosario Fotino. Nelle schede redatte dalla questura,xxvSalvatore Carbone, Il popolo al confino. La persecuzione fascista in Calabria, Lerici 1977.

infatti, larresto di Veraldi chiaramente motivato dallavere svolto propaganda della setta religiosa dei pentecostali tra i contadini e gli operai; Fotino viene definito irriducibile osservante e propagandista del culto dei pentecostali; a Stefano Parrotta viene imputato il suo fervente attaccamento al culto pentecostale e avere messo a disposizione dei fratelli per le riunioni una sua casetta di campagna. La casetta era il locale ubicato nel fondo Martello di propriet del padre Domenico, dove sincontravano segretamente i fratelli e che le persone pi anziane della comunit ancora ricordano; cos come vivo il ricordo di Stefano, della sua fedelt al Vangelo e della sua instancabile attivit di predicatore. Nella scheda di Stefano si fa inoltre menzione della moglie, Maria Giuseppa Scorza, indicata anche lei come appartenente alla setta dei pentecostali. Le sorelle di Vincolise parlano ancora oggi con ammirazione ed affetto di questa donna, la quale, durante il confino del marito, divenne punto di riferimento e guida spirituale degli evangelici di Vincolise.Larresto dei tre evangelici dest forte impressione nella comunit, gi pesantemente vessata da violente manifestazioni di intolleranza. Inoltre, tra il 1940 e il 1943, anche le visite dei pastori si diradarono, in parte per le difficolt causate dal secondo conflitto mondiale, ma soprattutto per le restrizioni dovute allapplicazione della circolare Buffarini-Guidi, che proibiva le riunioni religiose che non fossero presiedute da ministri autorizzati dal governo.In questo clima di pesanti intimidazioni, la comunit impaurita si trov in pratica costretta a rientrare nella chiesa cattolica e a battezzarvi i propri bambini. E cos si disperse.Ma lo sbandamento dur poco, poich nel 1947 giunse dallAmerica il pastore Frank Scorza, inviato dallOpera Battista del nord America e dallItalian Gospel Association di Chicago. Frank, ultimo dei fratelli Scorza, fu colui che con tenacia e pazienza organizz la chiesa di San Pietro, Vincolise e CatanzaroxxviE. Scorza, op. cit., p. 34.

. In effetti, la comunit non solo si costitu, ma aument di numero, al punto che circa 150 persone, compresi i bambini precedentemente battezzati in chiesa cattolica, vennero battezzati con il rito battista. Fu questo il periodo di massima espansione della chiesa di San Pietro e Vincolise. Questultima aveva una vita comunitaria abbastanza articolata. Infatti, al di l della scuola domenicale e del culto settimanale che si celebrava a San Pietro, sede della casa missionaria e del locale di culto, a Vincolise veniva celebrato anche un culto domenicale presieduto da un membro designato dalla comunit. Ma era soprattutto la lettura della Parola ad occupare un posto centrale; i fratelli e le sorelle si ritrovavano infatti quasi quotidianamente per leggere e commentare la bibbia. Questa vita comunitaria cos intensa plasm il gruppo, dandogli coesione e unit, e ne accentu loriginaria, peculiare identit, che neanche ladesione alla chiesa valdese del 1954 riusc a scalfire.Negli anni 60, per il progressivo assottigliarsi del gruppo della frazione di San Pietro, il culto settimanale cominci ad essere celebrato a Vincolise, nellattuale locale che il pastore Trobia, proprio in quegli anni, aveva provveduto a ristrutturare.Il resto storia recente. La piccola comunit, visitata settimanalmente dai pastori che nel corso degli anni si sono avvicendati alla guida della chiesa valdese di Catanzaro, non sfuggita alla sorte comune a tutti i piccoli centri montani, progressivamente desertificati a causa dellemigrazione verso i vicini centri urbani, fenomeno che ha eroso soprattutto le fasce di popolazione pi giovani e attive.Progressivamente ridotta nel numero dei suoi membri, la piccola comunit continua ancora oggi a tenere accesa la luce dellEvangelo e a mantenere viva la memoria dei fratelli e delle sorelle che hanno scritto con la propria vita la storia dellevangelismo in Vincolise e San Pietro.

Vincolise - 13 agosto 1988

Accordo con la Tavola valdeseTra lItalian Gospel Association e la Tavola Valdese si convenuto il presente accordo per coordinare il comune lavoro per lopera del Signore in Italia:1. LI.G.A. prende atto con piacere che le comunit evangeliche di Catanzaro, San Pietro Magisano e Vincolise, da essa sostenute ed assistite sino ad ora, si sono unite alle altre chiese evangeliche valdesi dItalia, inserendosi cos in quellopera per la diffusione dellEvangelo che da tanti secoli i Valdesi conducono in Calabria.2. Conseguentemente lI.G.A. assume come suo scopo specifico lo sviluppo dellOpera di evangelizzazione che la Chiesa Evangelica Valdese svolge in Calabria promuovendo in America tutte quelle attivit che riterr opportune per procurare i mezzi necessari per lincremento dellopera in Calabria, in relazione alle necessit che di volta in volta la Tavola segnaler.3. Per quel che si riferisce allo sviluppo dellopera in Catanzaro, San Pietro e Vincolise, lI.G.A. si impegna di rimettere alla Tavola Valdese le somme necessarie per corrispondere gli assegni al pastore residente in Catanzaro. La Tavola dal canto suo simpegna di mantenere un pastore residente a Catanzaro per tutto il tempo che lI.G.A. le far pervenire i fondi necessari a tal fine. Qualora la rimessa di detti fondi dovesse col tempo essere sospesa od esaurirsi, la Tavola provveder al mantenimento di un pastore in Catanzaro compatibilmente con le proprie disponibilit finanziarie.4. I beni immobili, di cui lI.G.A. ha attualmente dotato le comunit di Catanzaro e di San Pietro Magisano, si intendono conferiti in propriet alla Chiesa Evangelica Valdese, rimanendo inteso che la Tavola Valdese ne curer la conservazione e lamministrazione tramite un incaricato locale e destinandone le rendite nette da ogni imposta e da ogni spesa di manutenzione, al fine per cui vennero acquistati. Ove dovesse presentarsi la necessit di procedere allalienazione di detti beni, la Tavola si riserva di raccogliere in merito il parere preventivo dellI.G.A.5. Nello svolgimento della sua attivit in America a favore dellopera di evangelizzazione della Chiesa Evangelica Valdese in Calabria, lI.G.A. avr cura di ricercare i fondi occorrenti per lo sviluppo dellopera e per dotare le varie comunit di adeguati locali di culto di cui possano necessitare, diffondendo la conoscenza ed incrementando linteresse per lopera del Signore in Calabria fra gli emigrati italiani ed altri ambienti americani, senza interferire nellopera che negli Stati Uniti dAmerica viene condotta dallA.W.A.S. a favore della Chiesa Valdese.6. A tal fine la Tavola fornir allI.G.A. il materiale di propaganda utile per diffondere la conoscenza dellopera di evangelizzazione in Calabria in riferimento alle necessit di quelle comunit.7. Accordi particolari potranno di volta in volta concludersi per limpiego delle somme che lI.G.A. potr fare affluire alla Tavola in relazione alle specifiche varie necessit da questa segnalatele.8. La Tavola Valdese sar lieta di accogliere nella Facolt di teologia di Roma quei giovani che lI.G.A. vorr segnalarle e che, muniti dei titoli di studio necessari, intendano dedicarsi allopera del Signore come pastori in Italia in seno alla Chiesa Evangelica Valdese.9. La Tavola Valdese, a chiusura dellanno ecclesiastico, invier allI.G.A. una relazione finanziaria sullimpiego delle somme ricevute e sullo stato dellopera.Roma, 21 maggio 1954TestimonianzePALMINA GENTILE (anni 64)Nella mia famiglia la prima a convertirsi stata mia mamma, negli anni 60; dopo di lei si sono convertiti mio padre e mia nonna. Mia madre aveva sentito parlare dellEvangelo da una sorella di chiesa e cos ha capito che era peccato adorare gli idoli, cio venerare i santi.A causa dellEvangelo ci sono state lotte in famiglia, infatti un figlio della nonna, che lavorava in questura, quando ha saputo che lei frequentava gli evangelici, ha minacciato di non andarla mai pi a trovare.Io andavo a scuola e anche per me le cose non erano per niente facili. Il prete, quando si faceva religione, ci mandava fuori dallaula. Una volta io mi sono rifiutata di uscire e lui mi ha detto davanti a tutta la classe: Credi a quello che ti dico io, i protestanti vanno allinferno! Io ho risposto: Non vero, allinferno ci andate voi!Quando ero piccola la mia mamma mi leggeva le storie della Bibbia e mi diceva: Questo libro meglio di un romanzo. La domenica mattina frequentavo la scuola domenicale a San Pietro. La monitrice era Violetta Scorza. Andavamo a piedi tutti insieme ed eravamo un bel gruppo. Ricordo che una volta, al ritorno, ci ha sorpresi un temporale e Maria Giuseppa, la moglie di Stefano Parrotta ha esclamato: Oggi il Signore ci ha lavati di dentro e di fuori! La domenica sera a Vincolise si faceva il culto domenicale. Veniva celebrato nelle case, prima che si prendesse il locale dove ora ci incontriamo. Ricordo il matrimonio di Alba Parrotta celebrato in questa chiesa.Mio padre, Fiore, accoglieva in casa nostra tutti i fratelli ed i pastori. Quando si cominciato a costruire Bethel, andava spesso in Sila a dare il suo aiuto.Io ero stata battezzata in chiesa cattolica, ma non ho voluto farmi battezzare di nuovo, come ha fatto mia mamma, perch ho pensato che, se ero stata battezzata nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, non serviva farlo di nuovo. Ho fatto la Confermazione verso la fine degli anni 60 con il pastore Rivoir. Quel giorno mi sono accostata per la prima volta alla Santa Cena e la mia gioia non si pu raccontare.Se penso a quegli anni sono un poco amareggiata, perch vedo che la situazione a Vincolise peggiorata, perci prego il Signore che non si spenga mai la luce dellEvangelo su Vincolise.MARIA AMELIO (67 anni)E stato mio nonno, Antonio Procopio, a portare lEvangelo a Vincolise dagli Stati Uniti. Era il 1911. Anche Stefano Parrotta spesso ricordava larrivo di mio nonno e la sua predicazione dellEvangelo.Mia mamma raccontava che allepoca non cera ancora la chiesa e mio nonno celebrava il culto nella sua casetta. Erano tanti quelli che si erano convertiti allEvangelo e la piccola stanza non bastava ad accoglierli tutti.Mia mamma a quel tempo ancora non credeva. Si convertita dopo, leggendo le lettere che Nicola Procopio, fratello di mio nonno, mandava dallAmerica. Nelle sue lettere testimoniava lEvangelo e alla fine anche mia mamma si convertita. Per ultimo si convertito il mio pap, grazie al pastore Franco Scorza.Ricordo che a scuola il prete voleva costringerci a fare il segno della croce e le difficolt, per noi bambini evangelici, erano tante. A me piaceva tanto frequentare la scuola domenicale: cantavamo gli inni, facevamo le recite, ascoltavamo i versetti della Bibbia, che poi mia mamma mi aiutava ad imparare a memoria. Allora era davvero bello, Vincolise a quel tempo era il cuore dellEvangelo! Di quel tempo ricordo ancora, come se fosse ora, le belle predicazioni di Stefano Parrotta, che ci ha fortificati con lEvangelo. Era davvero ispirato da Dio!Io ero stata battezzata in chiesa cattolica alla nascita. Poi ho fatto il battesimo in acqua con il pastore Ranieri. Mia madre invece era stata battezzata dal pastore Franco Scorza al fiume Alli.Ho fatto la Confermazione con il pastore Rivoir e da allora ho sempre testimoniato lEvangelo.MARIANNA PARROTTA (82 anni)LEvangelo lho conosciuto da sempre, perch la mia nonna materna e mia mamma erano evangeliche. Mio padre invece era cattolico e portava in chiesa cattolica anche me e mia sorella. Ma quando siamo diventate grandi non ci siamo andate pi, perch abbiamo capito e abbiamo seguito lesempio della nonna e della mamma.Ricordo che, sotto il fascismo, ci sono state le persecuzioni e noi evangelici dovevamo nasconderci. Andavamo a celebrare il culto a Martello, nella campagna di Stefano Parrotta. Ci andavamo a piedi io, mia madre e mia sorella.Al tempo del fascismo gli evangelici venivano obbligati ad andare in chiesa cattolica. Una volta hanno portato anche me e la mia mamma, perch era arrivato il vescovo. Noi non eravamo per niente contente di questo, soprattutto la mia mamma. Ricordo che, arrivate davanti alla porta della chiesa dove cera il vescovo, mia madre, non potendo fare altro per esprimere la sua contrariet, si mise ripetere ad alta voce: Gloria a Ges!Mi sono sposata in chiesa evangelica nel 1954. Anche mio marito poi diventato evangelico.FILOMENA COSCO (77 anni)Da ragazza ero una cattolica perfetta, ma una volta ho sentito la mia futura suocera parlare dellEvangelo.Lei andava nelle case per portare la parola di Dio e a me questa cosa piaceva, perch le cose che diceva mi sembravano giuste. Per questo tutti mi prendevano in giro. Ho sposato, nel 1955, Domenico Parrotta. La mia famiglia era contraria, perch lui era vangelista. Ci ha sposati zio Peppino Scorza e ci ha regalato la Bibbia. Intanto la suocera mi portava sempre ai culti a Vincolise. Andavamo a piedi e al ritorno la strada era buia, in inverno spesso i lampi ci illuminavano il cammino. Io ascoltavo i pastori che predicavano lEvangelo, ma non ero ancora convinta di potermi convertire. Leggevo la Bibbia, per pensavo che prima di scegliere dovevo leggere anche la Bibbia cattolica, ma non sapevo come procurarmela.Alla morte di mio padre, mia madre dovette mandare i miei due fratelli in collegio cattolico. Uno di loro port a casa una Bibbia. Fu cos che ho potuto leggere anche la Bibbia cattolica e mi sono convinta a seguire la strada dellEvangelo, secondo la testimonianza di mia suocera e di tutto il gruppo evangelico.Io ero stata battezzata alla nascita in chiesa cattolica, ma sono stata battezzata di nuovo dal pastore Rostagno, a San Pietro.Da allora sono diventata testimone dellEvangelo in ogni momento della mia vita.ANTONIO AMELIO (64 anni )Ho cominciato a frequentare la chiesa evangelica dallet di sei anni. I primi insegnamenti li ho avuti dalla moglie del pastore Frank Scorza. Ho frequentato la scuola domenicale a San Pietro; eravamo un gruppo di circa 20 ragazzi. La monitrice era Violetta Scorza.La comunit veniva spesso visitata da numerosi predicatori americani, i quali con la loro predicazione ci trasmettevano il loro spirito pionieristico.Divenuto adulto - e disoccupato - sono stato condotto dal pastore Marco Ayassot a Torino dove, insieme ad altri ragazzi del Sud di Italia, ho vissuto unesperienza fondamentale per lavvio al lavoro e per la mia crescita di fede. La mattina lavoravo in officina, la sera frequentavo la scuola serale; nella comunit di via Piave frequentavo il catechismo con il pastore Giampiccoli.Nel 71 sono tornato a Vincolise. Qui, insieme ad Ernesto Scorza, ho incontrato il pastore Ranieri, giunto da poco in Calabria. Ho da allora iniziato a lavorare per il Signore, cercando di dare agli altri quello che io avevo ricevuto.Nel 1975 mi sono sposato e insieme a mia moglie abbiamo provato a rimettere insieme gli evangelici del circondario che nel frattempo si erano dispersi. La chiesa crebbe, al punto da dar vita ad una Associazione per gestire il banco alimentare ed altri servizi per i pi poveri. Oggi contiamo circa 50 membri, estesi anche al territorio di Catanzaro.Laugurio che faccio alla chiesa valdese che ritrovi lo spirito missionario delle origini.GIULIA ALBERTO (60 anni)Sono nata nel 1952. Da bambina ho frequentato la scuola domenicale a San Pietro, insieme ai bambini di Vincolise. Ricordo che, quando il gruppo di Vincolise si metteva sulla via del ritorno, io e la nonna stavamo a guardare dalla finestra. Era buio e loro portavano delle torce per farsi luce. Quando scorgevamo il chiarore delle torce allultima curva, in prossimit di Vincolise, andavamo finalmente a dormire tranquille perch erano ormai giunti a casa.Il gruppo di San Pietro era composto prevalentemente dalla famiglia dei nonni materni. Quando tutti sono andati via, a San Pietro rimasta solo la mia famiglia e a quel punto sembrato pi opportuno celebrare il culto a Vincolise, nel locale che il pastore Trobia in quegli anni aveva provveduto a ristrutturare e che ancora oggi ospita la comunit.Alla fine degli anni 60 anche noi ci siamo trasferiti a Catanzaro; l che sono stata battezzata insieme a mio fratello Davide.Non ricordo grossi conflitti religiosi negli anni in cui risiedevamo a San Pietro. Era piuttosto mia madre a ricordare con rammarico, le difficolt sofferte in periodo di guerra, quando erano stati costretti a chiudere la chiesa e a frequentare, contro la loro volont, la chiesa cattolica.Mio nonno allepoca era dipendente di una ditta di trasporti di Catanzaro ed era obbligato a dichiararsi cattolico.Per sfuggire al controllo del podest, gli evangelici si riunivano nelle campagne intorno a Vincolise.Mia mamma, nel 1947, stata costretta a sposarsi in chiesa cattolica, al contrario dei miei nonni che erano stati sposati dal pastore La Scala.La nonna paterna, cattolica, viveva con noi e sperava che noi bambini venissimo educati alla maniera cattolica. Quando si rese conto che cos non sarebbe stato, se ne rammaric. Ad ogni modo la nonna, ancorch cattolica, era sempre in prima fila nelle nostra chiesa nelle occasioni speciali. Di fatto la convivenza non fu mai conflittuale.MARIA FOTINO (68 anni)Sono nata a Magisano nel 1944. Mia nonna, Maria Lia, era evangelica. Da piccola vivevo con lei, perch i miei genitori si trovavano a lavorare a Tiriolo. La nonna mi portava ai culti e mi parlava dellEvangelo. Mi ricordo di Stefano Parrotta, Saverio Veraldi, Domenico Fotino. Ho fatto la scuola domenicale a San Pietro insieme ad Alba e Mimmo Parrotta. Del gruppo di San Pietro ricordo Olga, Pina e tanti degli Scorza.Sono andata poi ad abitare con una mia zia, che mi obblig a fare prima comunione e cresima, ma io questa cosa non la sentivo giusta.Mi sono sposata in chiesa cattolica, perch non ho avuto la forza di dire che volevo farlo in chiesa evangelica. Ho avuto una vita dura. Siamo emigrati in Canada e, quando siamo tornati al paese, la nonna era morta. Ricordo che un giorno in paese venuto il pastore Ranieri a fare evangelizzazione. Portava con se tante bibbie. Io non avevo mai avuto una bibbia e desideravo tanto averla, ma non avevo mai potuto comprarla. Mentre il gruppo di Ranieri predicava in piazza, uscii di casa per andare a buttare la spazzatura e, proprio accanto al secchio che stava ai piedi della scala, trovai mille lire. Corsi subito a comprare la bibbia; quella che leggo ancora adesso. In quel periodo, giorno dopo giorno, mi prese una forte nostalgia del tempo in cui stavo con la nonna. Pensavo spesso a lei che prima di mettermi a letto mi leggeva il vangelo, mi faceva recitare un cantico e fare la preghiera. Il ricordo si faceva sempre pi struggente. Un giorno mia madre mi disse: devi prendere una decisione: o diventi cattolica, oppure scegli lEvangelo. Io pregavo il Signore perch mi illuminasse; sentivo sempre pi forte dentro di me qualcosa che mi diceva: Torna!. Cos sono tornata alla fede evangelica.TERESA e STEFANIA DANIZIO (32 e 27 anni)Fin da bambine abbiamo frequentato la chiesa, infatti ogni gioved pomeriggio assieme ai nonni andavamo a Vincolise. Ma, oltre alla frequenza alla chiesa, fondamentali per noi sono stati i numerosi campi a Bethel, dove ogni anno ci incontravamo con i giovani di altre comunit.La nostra era lunica famiglia evangelica del paese e spesso ci venivano rivolte numerose domande sul modo di vivere la nostra fede, ma non ci siamo mai sentite escluse, anzi spesso abbiamo partecipato al catechismo cattolico assieme ai nostri compagni di scuola e amici, perch era la sola occasione di aggregazione che il paese offriva. A quel tempo cera un gruppo di suore che si occupava di intrattenere i ragazzi organizzando giochi. Noi venivamo sempre bene accolte, bench tutti sapessero che eravamo le uniche due bambine protestanti, perci non ci sentivamo diverse.Le vere difficolt nascevano a scuola dove, nonostante avessimo avuto lesonero, non venivano predisposte attivit alternative allora di religione, quindi rimanevamo in classe. Alcuni insegnanti ci rendevano partecipi ponendo spunti di riflessioni e di dibattito, altri invece raggruppavano tutti i bambini da una parte della classe per fare lezione solo con loro e noi eravamo tenuti in disparte.La figura forte di riferimento nel nostro percorso di fede stata nonna Elena con le sue parole, i suoi insegnamenti, i suoi racconti. La sua vita era totalmente basata sulla fede; in ogni stanza della sua casa cera almeno un quadretto con su scritto un versetto biblico. Tutto ci che conosciamo sulle origini della comunit dovuto principalmente ai suoi racconti.Non stato semplicissimo per noi vivere in una comunit di anziani. La pi grande di noi (Teresa), ha avuto la possibilit di frequentare la scuola domenicale a Vincolise insieme a bambini cattolici. Le altre esperienze le abbiamo vissute insieme ai giovani della comunit di Catanzaro. Abbiamo un bellissimo ricordo del catechismo circuitale, un esperimento voluto dal pastore Bruno Gabrielli per aggregare i gruppi giovanili, non troppo numerosi, delle comunit di Dipignano, Reggio Calabria e Messina. Cos, ogni due mesi, noi ragazzi ci incontravamo durante un fine settimana per mettere a confronto le nostre esperienze e per fare formazione biblica.VIOLETTA SCORZA (81 anni)LEvangelo posso dire di averlo respirato fin da quando sono nata, perch i miei genitori, Pietro Scorza e Carmela Levato, appartenevano alla prima generazione degli evangelici in San Pietro. Il loro matrimonio era stato celebrato dal pastore La Scala. Ho pochi ricordi degli anni della mia infanzia; rammento vagamente che di tanto in tanto venivano dei pastori a celebrare il culto.Negli anni della seconda guerra mondiale ci hanno vietato di celebrare il culto. Hanno distrutto i nostri quadretti con su scritti i versetti biblici e ci obbligavano ad andare in chiesa cattolica.Dopo la guerra, mio zio Antonio Scorza, ha cominciato a celebrare i primi culti allaperto. Predicava dalle scale di casa nostra e gi in strada cerano numerosissime persone ad ascoltarlo. Anche zio Giuseppe ritornato due o tre volte dallAmerica per dedicarsi alla cura della comunit; ma il periodo che ricordo con pi piacere legato alla presenza di zio Frank, tornato dagli Stati Uniti alla fine degli anni 40 per rimettere in piedi la comunit. In quegli stessi anni stata inaugurata la chiesa di San Pietro.Zio Frank e sua moglie, Rosa, sono stati i miei maestri; mi hanno guidata ed istruita e, successivamente, mi hanno affidato la scuola domenicale. Zia Rosa, mi ha anche insegnato a suonare per poter accompagnare gli inni. Sono stata monitrice per circa 11 anni. La scuola era frequentata da un bel gruppo di bambini. Da Vincolise arrivavano cantando inni. Facevamo molte attivit: si studiava lAntico e il Nuovo Testamento,si imparavano dei versetti a memoria, si allestivano delle recite.Nel 62 sono andata via da San Pietro, ma a quel tempo cera ancora un bel gruppetto. Andando avanti negli anni la comunit andata via via disperdendosi. Ora, quando in estate ritorno al paese, trovo solo il piccolo gruppo di Vincolise a testimoniare lEvangelo.NINETTA SCORZA (73 anni)Come mia sorella Violetta, ho conosciuto lEvangelo fin da piccola. Ho frequentato la scuola domenicale con delle monitrici mandate dalla chiesa battista americana per affiancare mio zio, il pastore Frank Scorza, nel suo lavoro missionario. Allora la scuola domenicale si chiamava Lora felice e aveva luogo nel pomeriggio di domenica. Facevamo tante attivit piacevoli e istruttive. Quasi tutto il paese, compreso il prete, allepoca veniva nella nostra chiesa, per via degli aiuti che arrivavano dallAmerica.Da piccola sono stata battezzata in chiesa cattolica, perch i miei genitori sono stati obbligati a farlo, ma poi ho avuto il battesimo per immersione, secondo il rito battista, presso il fiume Alli; stato zio Franco a battezzarmi. Un'esperienza che ricordo con piacere la partecipazione ai campi lavoro, che si organizzavano in Sila verso la met degli anni 50, per la costruzione del centro di Bethel.A partire dal 1962, ho sostituto mia sorella Violetta nel lavoro di monitrice della scuola domenicale, un impegno che ho svolto con piacere fino a che non sono andata via (1970).Nei primi anni la scuola era abbastanza frequentata; ma sul finire degli anni 60 erano rimaste pochissime persone.

San Pietro Magisano - agosto 1959

Scuola domenicale con Violetta Scorza

San Pietro Magisano - Scuola domenicale

Scuola domenicale e giovani - San Pietro Magisano 1958

lkjIndiceCenni storici4Dagli inizi al 18484Liberi, finalmente liberi 18488Origine delle comunit valdesi in Calabria11I coloni valdesi11L'arrivo dei valdesi dopo l'unit d'Italia13La comunit di Catanzaro.15La comunit di Vincolise San Pietro Magisano.16Accordo con la Tavola valdese24Testimonianze26PALMINA GENTILE (anni 64)26MARIA AMELIO (67 anni)27MARIANNA PARROTTA (82 anni)28FILOMENA COSCO (77 anni)29ANTONIO AMELIO (64 anni )29GIULIA ALBERTO (60 anni)30MARIA FOTINO (68 anni)32TERESA e STEFANIA DANIZIO (32 e 27 anni)33VIOLETTA SCORZA (81 anni)34NINETTA SCORZA (73 anni)35- -