17.00 Lettera 193 Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

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  • Al nome di Ges Cristo crocifisso e di Maria dolce
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  • Carissimo fratello e figliuolo in Cristo dolce Ges. Io Catarina, serva e schiava dei servi di Ges Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi amatore e seguitatore della verit, e spregiatore della bugia.
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  • Ma questa verit non si pu avere n amare s'ella non si conosce. Chi Verit? Dio somma ed eterna Verit. In chi la conosceremo? In Cristo dolce Ges; perch col sangue suo ci manifesta la verit del Padre eterno. La verit sua questa, verso di noi: che egli ci cre allimmagine e similitudine sua per darci vita eterna, e partecipassimo e godessimo del bene suo.
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  • Ma per la colpa dell'uomo questa verit non s'adempiva in lui; e per Dio ci don il Verbo del suo Figliuolo; e gli impose questa obbedienza, che dovesse restituire l'uomo a Grazia con molto sostenere, purgando la colpa dell'uomo sopra di s, e nel sangue suo manifestasse la sua verit. Onde per l'amore ineffabile che l'uomo trova mostrarsi a s da Dio, con questo mezzo del sangue di Cristo conosce, che non cerca n vuole altro che la nostra santificazione.
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  • E per questo fine fummo creati: e ci che Dio d e permette a noi in questa vita, d, perch siamo santificati in lui. Questa verit, chi la conosce, non se ne scorda, ma sempre la segue e ama, tenendo per le vestigia di Cristo crocifisso.
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  • E siccome questo dolce e amoroso Verbo, a nostro esempio, e dottrina, spregi il mondo e tutte le delizie, e volle sostenere fame e sete, obbrobri e rimproveri fino all'obbrobriosa morte della Croce, per onore del Padre e salute nostra; cos queste vie e vestigie segue colui ch' amatore della verit, la quale conobbe col lume della santissima fede.
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  • Perch senza questo lume non si potrebbe conoscere; ma, avendolo, la conosce; e conoscendola, l'ama, e diventa amatore di ci che Dio ama, e odia ci che Dio odia. Questa differenza tra colui che ama la verit, e colui che l'odia. Colui che odia la verit, quello che giace nella tenebra del peccato mortale.
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  • Questo odia quello che Dio ama, e ama quello che Dio odia. Dio odia il peccato e il disordinato diletto e piacere del mondo; e egli l'ama, nutrendosi nella miseria del mondo; e in ogni stato si corrompe. Onde, s'egli ha ufficio per il quale egli abbia a ministrare alcuna cosa al prossimo suo, egli non lo serve se non in quanto se ne vede trarre utilit, e pi no: ed fatto amatore di s medesimo.
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  • Cristo benedetto diede la vita per noi, ed egli non vuole dare una parola in servizio del prossimo che non si veda pagato e sovrappagato. E se egli poverello che non possa pagare, egli lo fa stentare prima che gli dica la verit; e spesse volte non gliela dice; ma si fa beffe di lui; e dove egli deve esser pietoso e padre dei poveri, ed egli fatto crudele all'anima sua, perch offende i poverelli.
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  • Ma il misero uomo non vede che il sommo Giudice non gli render altro che quello che riceve da lui; perch giustamente ogni peccato punito, e ogni bene remunerato. Cristo abbracci la povert volontaria, e fu amatore della continenza; e il misero uomo il quale fatto seguitatore e amatore della bugia, fa tutto il contrario; per che non tanto che egli stia contento a quello ch'egli ha, o ch'egli rifiuti per amore della virt; ma egli invola l'altrui.
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  • E non che egli stia contento allo stato del matrimonio nel quale, se l'osserva come diede, pu stare con buona coscienza; ma egli come disordinato e animale bruto si involle in ogni miseria, e come il porco s'involle nel loto, cos fa egli nel loto dell'immundizia.
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  • Ma noi potremmo dire: Che far io, che ho le ricchezze e sono nello stato del matrimonio, se queste cose sono dannazione dell'anima mia?. O carissimo fratello, in ogni stato che l'uomo, pu salvare l'anima sua e ricevere in s la vita della Grazia; ma non mentre che egli sta in colpa di peccato mortale. Per che ogni stato piacevole a Dio; e non accettatore degli stati, ma del santo desiderio.
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  • Onde noi le possiamo tenere quando si tengono con ordinata volont; perch ci che Dio ha fatto, buono e perfetto, eccetto il peccato, che non fatto da lui, e per non degno d'amore. Le ricchezze e lo stato del mondo, se l'uomo le vuol tenere, lo pu; e non offende Dio n l'anima sua: ma se egli le lasciasse, sarebbe maggior perfezione, per che maggiore perfezione a lasciare che a tenere.
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  • Ma s'egli non vuole lasciare attualmente, deve lasciare e rifiutare col santo desiderio, e non porre in loro il suo principale affetto, ma solo in Dio; e tenerle per uso ai suoi bisogni e della sua famiglia, e come cosa prestata, e non come cosa sua. Facendo cos, non riceve pena mai d'alcuna cosa creata; perch la cosa che non si possiede per amore, non si perde mai con dolore.
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  • Onde vediamo che i servi del mondo, amatori della bugia, portano nella vita loro grandissime pene, e infine all'ultimo crociati tormenti. Chi n' cagione? Il disordinato amore che ha a s e alle cose create, amandole fuori di Dio. Perch la divina Bont ha permesso che ogni disordinato affetto sia incomportabile a s medesimo.
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  • Questo cotale sempre crede la bugia, perch in lui non conoscimento di verit. E credesi di tenere il mondo e starsi in delizie, farsi Dio del corpo suo, e delle altre cose ch'egli ama disordinatamente, un Dio; e gli conviene lasciare. Onde noi vediamo, che o egli le lascia morendo, o Dio permette che elle ci siano levate dinanzi.
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  • E tutto d lo vediamo: per che test l'uomo ricco, e test povero; oggi salito nello stato del mondo, e domani disceso; ora sano, e ora infermo. E cos ogni cosa mutabile. E ci sono levate dinanzi quando ce le crediamo bene stringere; o noi siamo tolti a loro col mezzo della morte.
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  • Sicch vedete che ogni cosa passa. Onde, vedendo che elle passano, si debbono possedere con modo e lume di ragione, amandole con quel modo che si debbono amare. E cos tenendole, non le terr con lenimento di colpa, ma con grazia; e con larghezza di cuore, e non con avarizia: con piet dei poveri, e non con crudelt; con umilt, e non con superbia; con gratitudine, e non con ingratitudine; e li riconoscer dal suo Creatore, e non da s.
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  • E con questo medesimo amore ordinato amer i figliuoli, e gli amici e i parenti, e ogni altra creatura che ha in s ragione. E terr lo stato del matrimonio ordinato, ma ordinato s come Sacramento; avr in riverenza i d che sono comandati dalla santa Chiesa. Sar, e vivr come uomo, e non come animale: e non essendo continente, sar continente e ordiner la volont sua.
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  • Questi sar un albero fruttifero, che produrr i frutti delle virt; e sar odorifero, perch stando nella puzza, getter odore; e il seme che uscir di lui, sar buono e virtuoso. Sicch vedete che in ogni stato potete avere Dio; perch lo stato non quello che ce lo toglie, ma solo la mala volont.
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  • La quale volont essendo posta in amore della bugia, disordinata; e con essa volont corrompe ogni sua operazione. Ma s'egli ama la verit, segue le vestigia della verit; onde odia quello che odia la verit, e ama quello che ama la verit; e allora buona e perfetta ogni sua operazione. In altro modo non gli sarebbe possibile di partecipare la vita della Grazia; n alcuna sua operazione farebbe frutto di vita.
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  • Onde, non conoscendo io altra via, dissi che desideravo di vedervi amatore e seguitatore della verit e spregiatore della bugia; cio che odiate il dimonio padre delle bugie, e la propria sensualit, che segue cosiffatto padre; e amiate Cristo crocifisso, ch' via, verit e vita. Perch, chi va per lui, giunge alla luce, e si veste del lucido vestimento della carit, dove sono fondate tutte le virt.
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  • La quale carit ed amore ineffabile, quando nell'anima, non si chiama contenta allo stato comune, ma desidera d'andare pi innanzi. Onde dalla povert mentale desidera d'andare all'attuale, e dalla mentale continenza vuole andare all'attuale, per osservare i comandamenti e consigli di Cristo; cominciandogli a venire a tedio il fracidume del mondo.
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  • E perch molto gli pare malagevole stare nel loto e non imbrattarsi; desidera con ansietato desiderio, e affocata carit di sciogliersi a un tratto dal mondo, in quanto gli fosse possibile. E non essendogli possibile di levarsi attualmente, si studia d'essere perfetto nello stato suo: almeno il desiderio non gli manca.
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  • Adunque, carissimo fratello, non dormiamo pi, ma destiamoci dal sonno. Aprite l'occhio dell'intelletto col lume della fede a conoscere e amare e seguire questa verit la quale conoscerete nel sangue dell'umile e amoroso Verbo.
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  • E il sangue conoscerete nel conoscimento di voi, per che la faccia dell'anima si lava col sangue: e il sangue nostro; e nessuno ce lo pu togliere, se noi non vogliamo. Non siate, adunque, negligente; ma, come vasello, empitevi nel sangue di Cristo crocifisso. Altro non dico.
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