I semi Cristo è veramente risorto, e noi ne siamo i ...

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Anno 5 - N. 43 2 aprile 2017 Periodico delle parrocchie di Grugliasco: San Cassiano, San Giacomo, San Francesco, Santa Maria. Ugo Finardi (segue a pag. 2) Seminare il bene: piccoli semi portati in chiesa in una boccia, dovevano essere il segno di richiamo dell’impegno quaresimale. Guardo la boccia: non abbiamo lavorato molto. Pochi semi secchi sono la nostra offerta per questo tempo forte: mi sembra che sia proprio così, Grugliasco non è cambiata nono- stante la Quaresima cristiana, il proposito di prossi- mità, la volontà di costruire una pace vera tra noi. Avevo sognato una Quaresima piena di entusiasmo, di slancio, di dono… Perché restiamo sempre così meschini, così misurati? Sull’altare oggi c’è un’altra brocca, è vuota; ricorda l’anfora della samaritana, abbandonata dopo aver conosciuto Gesù. E allora ri- tornano le parole: se conoscessi il dono di Dio… Già, se lo conoscessimo! Il profilo della croce proietta la sua ombra: ecco il seme che muore e che porta frut- to, ecco l’amore sino alla fine, il dono di Dio. Intui- sco un’altra proporzione d’amore, o meglio un amo- re sproporzionato, così diverso dal mio seme e mi ac- corgo essere amore scandaloso e impegnativo. L’a- more che si fa dono morendo è durissimo da accet- tare. Perché io vorrei che la mia offerta e il mio sfor- zo fossero accolti, vorrei essere capito, stimato. Sotto la croce ci sono molti insulti e pochi applausi, e mol- ta rabbia perché l’amore nella sua trasparenza sma- schera e dice la verità. E sotto la croce ogni uomo ap- pare nella sua verità: nessuno è risparmiato, Giuda con la disperazione di chi se n’è andato, di chi ha tra- dito, di chi invece di vendere tutto per il Signore ha venduto il Signore; Pietro che voleva fare l’eroe per un Signore straordinario, e che confesserà tre volte di non aver capito, di non riconoscere il Dio che ama morendo; gli anonimi vigliacchi che hanno seguito Gesù, con simpatia nei tempi buoni, ma che di fron- te alla croce si tengono a distanza e sono pronti a giurare che “avevano capito fin dall’inizio che era tutto una bufala”; la dotta sapienza dei maestri del- la legge che rivelano con candore che non è credibi- le un Dio che non si salva: già è incredibile che qual- cuno si sacrifichi per salvare gli altri e non se stesso!; i ladroni pieni di rabbia per aver buttato la vita ru- bandola senza trovarsi nulla in mano. Potrei conti- nuare perché l’amore vero ti smaschera sempre, è successo alla samaritana di doversi lasciar dire la verità, è successo al cieco che a tentoni ha dovuto an- dare a lavarsi il fango dagli occhi per poter final- mente vedere, è successo a Lazzaro tirato fuori dalle sue ferite bendate. Accettare che il seme della vita di Cristo cada nel mio terreno e lo renda fertile, accettare l’amore fe- condo di Dio, chiede questo passaggio di verità: fi- no a quando non c’è seme il terreno è terreno, è di fronte alla semina generosa del Seminatore che ap- pare nella sua verità la durezza della strada, le pie- tre e le spine che appesantiscono la vita. Ma il Cri- sto ha seminato anche per me e per te e non è certo il più facile dei terreni: accetti il seme? Accetti l’a- more che muore?… Muori nella mia terra Signore e rendila feconda, rendimi capace di amore che muore perché non mi rimanga in mano solo qual- che seme rinsecchito. Don Paolo I semi della Quaresima Il vescovo Cesare Nosiglia ha indirizzato alle famiglie dell’Arcidiocesi una lettera in occasione della Pasqua 2017. Il titolo è quanto di più pasquale si possa im- maginare: “Cristo, è risor- to. Sì è veramente risorto e noi ne siamo i testimoni”. Anche l’andamento della lettera è prettamente pa- squale: la parola “speran- za” è una delle più ripetute nel testo, e il tono invita proprio alla condivisione della speranza cristiana. Nell’introduzione l’Arcive- scovo viene subito al dun- que: inizia infatti affer- mando che visita le case delle famiglie “per annun- ciarvi con gioia che Cristo ha vinto la morte ed è ri- sorto”. Proprio questa, che è la verità centrale del cri- stianesimo (e di cui forse non ci ricordiamo abba- stanza), fa sì che “niente deve farci paura”, perché il nostro destino non è solo nelle mani nostre e delle forze cieche della natura. Cristo è risorto dopo essere passato, nella piena obbe- dienza al Padre, attraverso il dolore della croce. E Cri- sto risorto “distrugge an- che tutti i nostri muri, che costruiamo a volte nelle nostre stesse case… Solo Cristo risorto può aiutarci ad abbattere tutti questi muri e a costruire invece ponti di incontro, di dialo- go e di pace”. La “scelta vincente” del crocifisso è “confermata dalla Pa- squa”, che ha dato a milio- ni di martiri e confessori la speranza che “nasce dalla Pasqua del Signore”: “una vita donata, anche se ap- pare a volte sconfitta e per- dente rispetto ai risultati immediati conseguiti, è co- me un chicco di grano ca- duto in terra: muore per portare frutto per tutti”. La cultura dell’edonismo e dell’individualismo con- trastano, invece, la legge dell’amore: se l’uomo si fa unico giudice di se stesso dimentica di rapportarsi a Dio nelle sue decisioni. Al contrario Dio ha immesso la sua legge – la legge del- l’amore e del dono – nella coscienza. E l’esempio del sacrificio per amore, che porta alla redenzione, è quello che ci mostra la via. La vita ci pone avanti diffi- coltà di ogni genere: è il Pa- dre, “che non ha abbando- nato il Figlio al potere del- la morte” che “ridà speran- za e forza a chiunque con- fida in Lui, perché non si rassegni mai, neanche di fronte alle tragedie più du- re da patire”. E, allora, “vivere da risorti significa non scoraggiarci mai, perché il male può es- sere vinto, ogni forma di ingiustizia e di violenza su- perata, la stessa sofferenza diventare via di salvezza, come è stata quella di Ge- sù”. Il giovane Apostolo che, assieme a Pietro, corre al sepolcro, è il simbolo delle “nostre comunità, dei Cristo è veramente risorto, e noi ne siamo i testimoni Settimana Santa 2017 Domenica 9: Domenica delle Palme Nelle Sante Messe Benedizione dell’ulivo Giovedì 13: Giovedì Santo Santa Messa della Cena del Signore San Cassiano ore 21, segue Adorazione fino al matti- no San Francesco ore 21, segue Adorazione fino al matti- no San Giacomo ore 21, segue Adorazione fino alle 23 Santa Maria ore 20,30, segue Adorazione fino al mat- tino Venerdì 14: Venerdì Santo Celebrazione della Passione San Cassiano ore 18,30 San Francesco ore 18 San Giacomo ore 18,30 Santa Maria ore 15 ore 21 Via Crucis cittadina partendo da San Rocco (conclusione a San Cassiano) Sabato 15: Veglia Pasquale San Cassiano e San Giacomo, ore 21 (a San Cassiano) San Francesco e Santa Maria, ore 22 (a San Francesco) Domenica 16: Pasqua di Risurrezione Orario Messe domenicali Un sunto commentato della lettera dell’Arcivescovo alle famiglie dell’Arcidiocesi per la Pasqua 2017

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Anno 5 - N. 432 aprile 2017

Periodico delle parrocchiedi Grugliasco:San Cassiano,San Giacomo,San Francesco,Santa Maria.

Ugo Finardi(segue a pag. 2)

Seminare il bene: piccoli semi portati in chiesa inuna boccia, dovevano essere il segno di richiamodell’impegno quaresimale. Guardo la boccia: nonabbiamo lavorato molto. Pochi semi secchi sono lanostra offerta per questo tempo forte: mi sembra chesia proprio così, Grugliasco non è cambiata nono-stante la Quaresima cristiana, il proposito di prossi-mità, la volontà di costruire una pace vera tra noi.Avevo sognato una Quaresima piena di entusiasmo,di slancio, di dono… Perché restiamo sempre cosìmeschini, così misurati? Sull’altare oggi c’è un’altrabrocca, è vuota; ricorda l’anfora della samaritana,abbandonata dopo aver conosciuto Gesù. E allora ri-tornano le parole: se conoscessi il dono di Dio… Già,se lo conoscessimo! Il profilo della croce proietta lasua ombra: ecco il seme che muore e che porta frut-to, ecco l’amore sino alla fine, il dono di Dio. Intui-sco un’altra proporzione d’amore, o meglio un amo-re sproporzionato, così diverso dal mio seme e mi ac-corgo essere amore scandaloso e impegnativo. L’a-more che si fa dono morendo è durissimo da accet-tare. Perché io vorrei che la mia offerta e il mio sfor-zo fossero accolti, vorrei essere capito, stimato. Sottola croce ci sono molti insulti e pochi applausi, e mol-ta rabbia perché l’amore nella sua trasparenza sma-schera e dice la verità. E sotto la croce ogni uomo ap-pare nella sua verità: nessuno è risparmiato, Giudacon la disperazione di chi se n’è andato, di chi ha tra-dito, di chi invece di vendere tutto per il Signore havenduto il Signore; Pietro che voleva fare l’eroe perun Signore straordinario, e che confesserà tre volte dinon aver capito, di non riconoscere il Dio che amamorendo; gli anonimi vigliacchi che hanno seguitoGesù, con simpatia nei tempi buoni, ma che di fron-te alla croce si tengono a distanza e sono pronti agiurare che “avevano capito fin dall’inizio che eratutto una bufala”; la dotta sapienza dei maestri del-la legge che rivelano con candore che non è credibi-le un Dio che non si salva: già è incredibile che qual-cuno si sacrifichi per salvare gli altri e non se stesso!;i ladroni pieni di rabbia per aver buttato la vita ru-bandola senza trovarsi nulla in mano. Potrei conti-nuare perché l’amore vero ti smaschera sempre, èsuccesso alla samaritana di doversi lasciar dire laverità, è successo al cieco che a tentoni ha dovuto an-dare a lavarsi il fango dagli occhi per poter final-mente vedere, è successo a Lazzaro tirato fuori dallesue ferite bendate. Accettare che il seme della vita di Cristo cada nelmio terreno e lo renda fertile, accettare l’amore fe-condo di Dio, chiede questo passaggio di verità: fi-no a quando non c’è seme il terreno è terreno, è difronte alla semina generosa del Seminatore che ap-pare nella sua verità la durezza della strada, le pie-tre e le spine che appesantiscono la vita. Ma il Cri-sto ha seminato anche per me e per te e non è certoil più facile dei terreni: accetti il seme? Accetti l’a-more che muore?… Muori nella mia terra Signoree rendila feconda, rendimi capace di amore chemuore perché non mi rimanga in mano solo qual-che seme rinsecchito.

Don Paolo

I semidella Quaresima Il vescovo Cesare Nosiglia

ha indirizzato alle famigliedell’Arcidiocesi una letterain occasione della Pasqua2017. Il titolo è quanto dipiù pasquale si possa im-maginare: “Cristo, è risor-to. Sì è veramente risorto enoi ne siamo i testimoni”.Anche l’andamento dellalettera è prettamente pa-squale: la parola “speran-za” è una delle più ripetutenel testo, e il tono invitaproprio alla condivisionedella speranza cristiana.Nell’introduzione l’Arcive-scovo viene subito al dun-que: inizia infatti affer-mando che visita le casedelle famiglie “per annun-ciarvi con gioia che Cristoha vinto la morte ed è ri-sorto”. Proprio questa, cheè la verità centrale del cri-stianesimo (e di cui forsenon ci ricordiamo abba-stanza), fa sì che “nientedeve farci paura”, perché ilnostro destino non è solonelle mani nostre e delleforze cieche della natura.Cristo è risorto dopo esserepassato, nella piena obbe-dienza al Padre, attraversoil dolore della croce. E Cri-sto risorto “distrugge an-che tutti i nostri muri, checostruiamo a volte nellenostre stesse case… SoloCristo risorto può aiutarciad abbattere tutti questimuri e a costruire inveceponti di incontro, di dialo-go e di pace”. La “sceltavincente” del crocifisso è“confermata dalla Pa-squa”, che ha dato a milio-ni di martiri e confessori lasperanza che “nasce dallaPasqua del Signore”: “unavita donata, anche se ap-pare a volte sconfitta e per-dente rispetto ai risultatiimmediati conseguiti, è co-me un chicco di grano ca-duto in terra: muore perportare frutto per tutti”.La cultura dell’edonismo edell’individualismo con-trastano, invece, la leggedell’amore: se l’uomo si faunico giudice di se stessodimentica di rapportarsi aDio nelle sue decisioni. Alcontrario Dio ha immessola sua legge – la legge del-l’amore e del dono – nellacoscienza. E l’esempio del

sacrificio per amore, cheporta alla redenzione, èquello che ci mostra la via.La vita ci pone avanti diffi-coltà di ogni genere: è il Pa-dre, “che non ha abbando-nato il Figlio al potere del-la morte” che “ridà speran-za e forza a chiunque con-fida in Lui, perché non sirassegni mai, neanche difronte alle tragedie più du-re da patire”.E, allora, “vivere da risorti

significa non scoraggiarcimai, perché il male può es-sere vinto, ogni forma diingiustizia e di violenza su-perata, la stessa sofferenzadiventare via di salvezza,come è stata quella di Ge-sù”. Il giovane Apostoloche, assieme a Pietro, correal sepolcro, è il simbolodelle “nostre comunità, dei

Cristo è veramente risorto, e noi ne siamo i testimoni

Settimana Santa 2017 Domenica 9: Domenica delle PalmeNelle Sante Messe Benedizione dell’ulivo

Giovedì 13: Giovedì SantoSanta Messa della Cena del SignoreSan Cassiano ore 21, segue Adorazione fino al matti-noSan Francesco ore 21, segue Adorazione fino al matti-noSan Giacomo ore 21, segue Adorazione fino alle 23Santa Maria ore 20,30, segue Adorazione fino al mat-tino

Venerdì 14: Venerdì SantoCelebrazione della PassioneSan Cassiano ore 18,30San Francesco ore 18San Giacomo ore 18,30Santa Maria ore 15

ore 21 Via Crucis cittadina partendo da San Rocco(conclusione a San Cassiano)

Sabato 15: Veglia PasqualeSan Cassiano e San Giacomo, ore 21 (a San Cassiano)San Francesco e Santa Maria, ore 22 (a San Francesco)

Domenica 16: Pasqua di RisurrezioneOrario Messe domenicali

Un sunto commentato della lettera dell’Arcivescovoalle famiglie dell’Arcidiocesi per la Pasqua 2017

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Cristo è veramente risorto(segue dalla prima pagina)

nostri giovani, che corronoveloci per incontrare il Si-gnore risorto e precedonogli adulti e anziani”. Chiha creduto per primo – icristiani adulti, a partireproprio dal Vescovo – han-no il compito di conferma-re i ragazzi e i giovani, conla testimonianza della vi-ta, “nella fede che Gesù èveramente risorto”. Ognicristiano – adulto o bambi-no – ha il compito, comegli apostoli, di “vedere ecredere sulla base della te-stimonianza della Chiesa,per diventare testimonecredibile della Pasqua delSignore”.L’ultimo paragrafo dellalettera si apre con una do-manda fondamentale: «Lafede in Gesù risorto ci aiu-ta a vivere con gioia e adaffrontare i nostri proble-mi con speranza?». È la do-manda che tanti fanno aicristiani, e che i cristianidovrebbero fare a se stessi.Infatti la fede “non è maiuna realtà acquisita escontata, ma sempre unaconquista incessante, cheapre vie misteriose da per-correre, a volte con grandeluce, a volte nel buio fittodel dubbio e dell’incertez-za”. E chi cerca con since-rità il Signore lo trova, no-nostante la presenza oggidi tanti sepolcri – “la po-tenza del denaro, la frene-sia del sesso, la via dell’in-ganno e della falsità, il fa-scino della scienza, la forzadelle armi” – che tentanodi seppellire Gesù. Ma, co-

me credenti, non dobbia-mo avere timore di affron-tare le situazioni in cui nonc’è vita ma morte, perché ipoteri nulla possono con-tro il Dio della vita.Al contrario “Gesù vive al-trove ed incontra l’uomo làdove ci sono la vita e l’a-more puro, bello, vero, af-fascinante e faticoso insie-me; dove ci sono personeche lottano per la giustizia,rinunciano ai beni mate-riali per il bene sommo,che è Dio, sanno essere pu-ri di cuore e misericordiosi,sanno perdonare e vincereil male con il bene, opera-no per la pace e cambianocosì la loro vita e quella de-gli altri”.La lettera si chiude con unultimo, bel messaggio disperanza: il racconto diuna visita in missione, cheha dato prova della cresci-ta della Chiesa missiona-ria. Questa visione può ser-vire da modello ed esempioper una Chiesa, la nostra,che invece ha forse perso lasua carica di novità e spe-ranza, o che forse vede unafede che vacilla impeden-doci di parlare ovunquedel Cristo senza timore.E allora “a Pasqua, acco-gliamo l’augurio che i fe-deli delle Chiese cristianeortodosse si trasmettonol’un l’altro; esso è un veroprogramma di fede profes-sata e annunciata a tutti:«Cristo è risorto. Sì, è vera-mente risorto e noi ne sia-mo testimoni»”.

Ugo Finardi

Il tema forte della Quaresi-ma 2017, scelto dai consi-gli pastorali e proposto atutta la città, non solo aicredenti, è la prossimità,la vicinanza... “Diamociuna mano” è lo slogan sucui tutti siamo stati invita-ti a riflettere e ad agireconcretamente.Per aiutarci meglio ad en-trare nel tema, venerdì 3marzo, presso il salonedella Nave, si è svolta laseconda Cena del Digiunocittadina, a cui erano invi-tate tutte le comunità etutta la cittadinanza.A condurre la serata un re-latore d’eccezione, CarloPetrini... sì, proprio Carlin,l’ideatore di Slow Food, ilpromotore di Terra Madre,gastronomo, giornalista,scrittore... per accennaresolo qualcosa su di lui.Inizia la serata con unabattuta “Questi preti devo-no essere pazzi... chiamareun gastronomo a presenzia-re a una cena del digiuno...”,ma il discorso si fa subitoserissimo. Quello che simangerà a fine serata -una ciotola di riso pococondito e un bicchiered’acqua - per due miliardidi persone rappresental’abbondanza, perché c’èchi oggi non ha neanchequello.

Cena del digiuno 2017Con Carlin Petrini a parlare di economia

Il discorso quindi si è con-centrato sulle forme dieconomia, sulla crisi cheha investito il mondo inte-ro incapace di creare mo-delli economici che nonsiano il profitto a tutti i co-sti e a qualsiasi prezzo. Lacrisi del socialismo che halasciato carta bianca alneoliberismo, la mancan-za di paradigmi condivisiche possano governare l’e-conomia e la politca, icambiamenti climaticiche stanno desertificandomilioni di ettari di territo-rio impoverendo intere po-polazioni, hanno portatoalla situazione attuale cheil papa non ha esitato adefinire “catastrofe umani-taria”.Il fenomeno della migra-zione dal continente afri-cano – quello che attual-mente è più sotto gli occhidi tutti e che più preoccu-pa l’Europa – non sarà unfenomeno passeggero, madurerà parecchi decenni. Inumeri parlano chiaro: seai primi del ’900 l’Africacontava una popolazionedi 100 milioni di abitanti,nel 2050 toccherà il mi-liardo e mezzo, i più senzaalcuna prospettiva di la-voro.L’Africa nel corso dei seco-li è stata sfruttata in modo

indescrivibile: dalla schia-vitù al colonialismo, dal-l’apartheid e ora a un neo-colonialismo che continuaa depredare le risorse sen-za che nulla ritorni allepopolazioni locali. Di fronte a questa situazio-ne drammatica la nostrasocietà non è in grado ditrovare soluzioni valide senon il liberismo più esape-rato. Diceva un grande ve-scovo che “il libero mercatoè la libertà delle volpi di scor-razzare nei pollai... ma nonc’è libertà per le galline nellibero mercato!”.Questa economia uccide,non è possibile che il ri-basso di due punti in bor-sa faccia più notizia di unanziano morto assiderato,si considera l’essere uma-no solo come un bene diconsumo che si può usaree gettare se non serve più.E purtroppo i feticci dellanew economy sono perico-losamente entrati nel no-stro modo di pensare, neicomportamenti della vitaquotidiana. “Quasi senzaaccorgercene, diventiamo in-capaci di provare compassio-ne dinanzi al grido di doloredegli altri, non piangiamopiù davanti al dramma deglialtri né ci interessa curarci diloro, come se tutto fosse unaresponsabilità a noi estraneache non ci compete (daEvangelii Gaudium).Occorre reagire con uncambiamento di rotta: l’e-conomia di mercato va so-stituita con l’economia ci-vile, la competitività conla cooperazione, la leader-ship con la capacità discelte condivise per rag-giungere il bene comune.Bisogna ritornare a un les-sico antico: la compassio-ne, che è l’esatto contrariodell’invidia, la fraternità,senza la quale non esistenè libertà nè giustizia, l’e-conomia della prossimità,che non ha brama di soldi,ma di valori...Se è vero che sono i big chefanno la finanza, è anchevero che le nostre piccolescelte quotidiane e la no-stra mentalità possono in-fluenzare il modo di pen-sare e cambiare le logichedel mercato.Carlo Petrini ha poi prose-guito raccontando simpa-ticamente l’inizio dellasua amicizia con papaFrancesco e la successivacollaborazione, i ricordidella sua famiglia e dellasua terra, i valori che ritie-ne fondamentali.Dopo il ringraziamentodei parroci e il saluto delsindaco, la serata è prose-guita con la “cena” – ilpiatto di riso – e la raccol-ta di offerte che sarannodestinate alle zone terre-motate, secondo il proget-to di cui si parla sempre inquesto numero.

Franca Cravero

Come da recente consuetu-dine, anche quest’anno so-no stati riproposti gli in-contri quaresimali Vangelonella città del venerdì sera.Aperti a chiunque vogliapartecipare, offrono un’oc-casione preziosa di pre-ghiera, riflessione, con-fronto e crescita personale.La struttura degli incontri,semplice ed allo stesso tem-po ricca in termini di con-tenuti e modalità, si svilup-pa per tre ore scarse, alter-nando la recita dei vespri,la lettura ed il commentodel brano evangelico delladomenica seguente, untempo di riflessione perso-nale, un ... Beh, a questo punto ci stabene un momento di “in-tervallo” arricchito da unbuon bicchiere di tè caldo,che si trasforma in unapiacevole occasione perscambiare due chiacchieree conoscere meglio gli ap-partenenti alle altre comu-nità parrocchiali. Un modo

semplice e naturale perrinforzare quei legami in-terpersonali che sono ma-teria e fondamento delleattività interparrocchiali eche, tra qualche difficoltà ecrescenti soddisfazioni, cistanno portando ad uncammino comune semprepiù coeso.Si riprende quindi divisi ingruppi per un momento dicondivisione e confronto,concludendo quindi con larecita della compieta.Quando si parla di incontridi preghiera, si può facil-mente cadere nell’errore diimmaginare un qualcosadi un po’ noioso, oppureuna sorta di “omelia ap-profondita”, ma incontri diquesto tipo possono esseremolto di più. Sono occasio-ni in cui poter pregare riu-niti in comunità e condivi-dere le proprie certezze, ipropri dubbi, le proprieperplessità. Occasioni in cui riallaccia-re i rapporti più importan-

ti nella vita di ciascuno dinoi: il rapporto con se stes-si ed il rapporto con Dio.Già, perché oberati daimille impegni di ogni gior-no troppo spesso dimenti-chiamo di dedicare deltempo “vero” a questi rap-porti; del tempo di qualitàe non i cinque minuti fu-gaci mentre ci prepariamoper andare al lavoro o lasera prima di coricarsi.Occasioni in cui guardarecon sincerità e coraggio al-la nostra vita, materiale espirituale, riconoscendo inostri errori, limiti, pregi edifetti; in cui ridefinire

priorità e valori, riscopren-do la forza di conversioneche viene dalla preghiera.Occasioni in cui donareuna parte di noi stessi aglialtri, riscoprendo la fatica,ma anche la ricchezza cheda questa scaturisce, di re-lazionarsi senza interme-diari, mettendosi in giocoin prima persona.Sicuramente un’opportu-nità da cogliere, condivide-re e diffondere, nella spe-ranza che da consuetudinediventi tradizione e che ve-da una partecipazionesempre più numerosa.

Francesco Bianco

Vangelo nella cittàUn’occasione importante

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“... abbiamo perso le nostre ca-se, il nostro lavoro, i nostri cen-tri di incontro, ma non abbia-mo perso la nostra vita. La spe-ranza e l’aiuto di tante personeci faranno ripartire...”.

Dopo la riunione del Consi-glio pastorale cittadino nelquale è stato deciso che laQuaresima di Fraternitàavrebbe aiutato la ricostru-zione di un centro aggregati-vo nelle zone terremotate, èstato chiesto ad ogni parroc-chia di individuare una per-sona che potesse andare aconoscere la Comunità chesi è deciso di aiutare.Sono le 6 di sabato 25 feb-braio quando Marco, Ugo,Gigi e Azzurra partono dire-zione Norcia. Il lungo viag-gio, sette ore e mezza, tra-scorre tra chiacchiere, qual-che pisolino e una serie diaspettative su che cosa po-tranno vedere i nostri occhi.Arriviamo all’ora di pranzoe iniziamo con una passeg-giata a Norcia, nel centrostorico che piano piano stacercando di ripartire e la Ba-silica di San Benedetto, di-strutta...Il nostro viaggio prosegueverso la mèta: la tendopolidi Ancarano. Veniamo ac-colti da don Luciano, da al-cuni uomini che si stannooccupando di sistemare leroulotte che ci ospiterannonella notte e dalla Comu-nità che sta ultimando i pre-parativi per la festa di Car-nevale che si terrà nel pome-riggio nella tensostrutturaadibita ai momenti di ag-gregazione. Il parroco ci racconta comehanno vissuto dal 26 otto-bre, giorno del terremoto, ladesolazione, le roulotte, lasolitudine, la disperazione,ma poi sottolinea “abbiamoperso tutte le case e le chiese,ma abbiamo trovato una fami-glia”. Insiste per portarci avedere le chiese che sono sta-te rase al suolo, compresal’Abbazia di Sant’Eutizio cheospitava il suo appartamen-to, ci porta dal contadino percomprare i formaggi tipicidella zona e torniamo allatendopoli. Qui la maggiorparte delle famiglie si sta tra-sferendo nei nuclei abitativi,ma fa difficoltà a lasciare la“famiglia” della tendopoli:per questo motivo la cenaviene consumata tutti insie-

Da Grugliasco alla Valnerina“... Non preoccupatevi, non preoccupatevi...”

Cari amici, anche quest’an-no i nostri sacerdoti nonhanno tradito le aspettati-ve.Come un fiume in piena econ l’aiuto dei consigli pa-storali delle quattro parroc-chie, hanno introdotto inquesto periodo di Quaresi-ma innumerevoli iniziativeper darci la possibilità difarci “PROSSIMO” verso glialtri fratelli.A metà strada, ma non ulti-ma, la GIORNATA DELLARACCOLTA ALIMENTARE,un evento imperdibile.Ore e ore di preparazione,riunioni, incontri, équipe,consigli pastorali, dubbi,perplessità, concomitanzaeventi, logistica, coordina-mento, telefonate, messag-gi, e-mail, condizioni me-teo, pubblicità, social, sud-divisone del territorio e tan-to altro.Una domenica program-mata per la raccolta di ge-neri alimentari porta a por-ta, da distribuire poi tra ipiù poveri, in base alle vereesigenze, in collaborazionecon varie associazioni citta-dine.L’iniziativa nasce dalla vo-lontà di “ESSERE CRISTIA-NO” su tutto il territorio enon solo nella propria par-rocchia, di scendere per lestrade e suonare il campa-nello delle case, per far sa-pere a tutti che noi ci siamo.Siamo una realtà, siamopronti a metterci in gioco, ametterci la faccia.Così parte questo evento,con la grande voglia di ab-battere qualsiasi MURO.Ed eccoci, siamo nelle stra-de della nostra città senzadistinzione di generazioni,ragazzi, adulti, anziani, tut-ti INSIEME, tutti per far sen-tire la nostra voce di cristia-ni, che invita il prossimo adaprire la porta, non soloquella di casa, ma soprat-tutto quella del cuore.Viviamo in un momentostorico in cui sembra nor-male essere diffidenti, ma

nonostante questo c’è statochi è uscito dal proprio GU-SCIO, ci ha aperto con il sor-riso e la gioia di averci in-contrato ed è stato felice, or-goglioso di poter DAREqualcosa, di condividere ilproprio DONO, di tendereuna mano verso chi ne hapiù bisogno.È stato bello per noi girareper strada con una pettori-na e le borse della spesa ementre camminavamo al-cuni di quelli che non han-no avuto il coraggio di apri-re subito la porta, incuriosi-ti, si sono affacciati alla fi-nestra, altri sono usciti sulbalcone e dopo averci vistohanno voluto anche lorocontribuire con il propriogesto. Grazie all’aiuto di tuttiquelli che hanno volonta-riamente collaborato, per lestrade, in piazza, sui furgo-ni, allo smistamento, allafine della giornata il risulta-to è stato molto soddisfa-cente, con enorme compia-cimento tutti abbiamo ap-prezzato quanto ottenuto.Sin dall’inizio non abbiamopensato a quanto si sarebberaccolto (certo è pur sempreimportante), ma al RUMO-RE che saremo stati in gra-do di fare e che siamo riu-sciti ad ottenere. Spesso sia-mo portati a pensare che es-sere un buon cristiano vo-glia semplicemente dire an-dare in chiesa, pregare, ri-spettare i comandamenti,ma se in realtà facciamotutto questo solo per sentircia posto con la nostra co-scienza, dimenticandoci delfratello che abbiamo al no-stro fianco, forse non abbia-mo capito il vero messag-gio, la grande rivoluzioneche Gesù ci ha lasciato ineredità: AMA IL PROSSIMOTUO COME TE STESSO. Inquesto cammino di Quare-sima le nostre parrocchiehanno fatto di tutto per nonfarci perdere l’occasione diessere dei veri cristiani.

Nicola

me sotto il tendone, primadella celebrazione dell’Euca-restia.Il Vangelo del giorno dice“per la vostra vita non affan-natevi di quello che mangereteo berrete, e neanche per il vo-stro corpo, di quello che indos-serete” e per noi grugliasche-si queste parole suonano co-me un macigno: sappiamoche tra poche ore ripartire-mo verso la nostra “norma-lità” eppure il Signore ci in-vita a non affannarci e donLuciano lo ricorda anche aisuoi parrocchiani che, sep-pur colpiti dal terremoto,non devono fare di questatragedia il motivo di conti-nui lamenti.Al termine dell’Eucarestiasalutiamo coloro che ci han-no accolti come fossimoamici da sempre, ci siamodati appuntamento a Gru-gliasco dove li abbiamo in-vitati per conoscere le nostreComunità e alle 6 di dome-nica mattina ripartiamo pertornare alla nostra norma-lità. Nonostante le ferite aperte,abbiamo incontrato persone

che hanno voglia di rico-minciare, fanno tardi la seraper assemblare casette di le-gno, organizzano un Carne-vale per far trascorrere deltempo “normale” ai bambi-ni delle tendopoli della zo-na. Sono queste persone chehanno espresso il desideriodi realizzare al più presto unluogo comune di ritrovo. Ilprogetto del centro aggrega-tivo, in un luogo dove i com-puter sono sotto le macerie, èstato disegnato e coloratocon le matite: il tendone cheancora oggi ospita le ceneinsieme, le riunioni, la socia-lizzazione vorrebbe esseresostituito da una struttura inlegno in un appezzamentodi terra che è già stato indi-viduato, equidistante daCampi e da Ancarano. Oggi più che mai c’è bisognodi prossimità, di stare insie-me, di aiuto concreto e fra-terno, di condividere i sorrisicome le lacrime e a noi pia-cerebbe poter dire alle perso-ne che abbiamo conosciuto:non preoccupatevi, noi cisiamo!

Azzurra Copersito

Nel lungo cammino di Quaresima...La grande occasione

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“Compagnia” ed“anello”: un’ac-coppiata di terminiche tocca le corde se-grete dell’a-nima.Compagnia:un insieme dipersone che, comedice l’etimologia dellaparola, dividono lo stessopane (pane di frumento,ma anche idee,progetti, obietti-vi, e cristiana-mente, anche l’Eucare-stia, pane della vita). Mi tornano in mente lecompagnie di ventura na-te per fini politici o milita-ri, le compagnie commer-ciali e quelle religiose delpassato, aventi ognunauno stendardo, una divisa,dei simboli e dei riti propri.E poi le “compagnie” deiragazzi e dei giovani, chesi danno appuntamentoper partecipare assieme adun evento, ad una festa oanche semplicemente perla gioia di scambiare duechiacchiere…A tanti poi sarà nota la“compagnia dell’anello”,che ha dato il titolo al pri-mo libro della trilogia diTolkien “Il signore deglianelli”, uno dei romanzipiù appassionanti del‘900. Già il termine “compa-gnia” evoca una condivi-sione, una partecipazionecorale, un lavoro di insie-me, una solidarietà tra imembri che scalda il cuoree fa sentire meno anonimie meno soli.Se da bambini è di fonda-mentale importanza per-cepire l’appartenenza aduna famiglia, con gli annie l’acquisto dell’indipen-denza, è altrettanto impor-tante sentire di essere par-te viva di un gruppo, diuna piccola porzione diumanità in cui essere ac-colti, a cui dare e da cui ri-cevere stima, amicizia e so-stegno.Mi piace pensare alla Co-munità come a una bella“compagnia” di personeche vanno avanti insieme,condividendo momentilieti e tristi, problemi, diffi-coltà e progetti.Ma la compagnia, di cuisiamo stati invitati a farparte in questa Quaresi-ma, è la compagnia dell’a-nello.L’anello: ecco un altro ter-mine che nell’immagina-rio collettivo, col suo sim-bolismo, suscita delle riso-nanze profonde. Ci parlala sua forma circolare, ar-moniosa, senza spigoli e cirichiama al valore dell’a-more, della fedeltà, del

LA COMPAGNIA DELL’ANELLO

L’ESTATE RAGAZZI inizierà lunedì 12 giugno!Potranno partecipare tutti i bambini dalla 1ª alla 5ª elementare

e tutti i ragazzi di I e II media.

12 - 18 giugno: 1ª settimana estate ragazzi19 – 25 giugno: 2ªsettimana estate ragazzi

26 giugno – 2 luglio: 3ª settimana estate ragazzi3 – 12 luglio: 4ª ed ultima settimana di estate ragazzi

CAMPI ESTIVIPer 3ª-4ª-5ª elementare a Verrayes

Campo elementari 1: 10 - 16 luglio Campo elementari 2: 17 - 23 luglio

Per i ragazzi di 1ª e 2ª media a VerrayesCampo medie 1: 19 – 25 giugno Campo medie 2: 26 giugno – 2 luglio

Link camp per i ragazzi di 3ª media e 1ª superiore a Verrayes3 – 12 luglio

Campo per 16-17 anni in bici nei Paesi Bassi - 24 luglio – 5 agosto

Campo diciottenni: trekking in Valle d’Aosta - 12 – 23 luglio

CARNEVALE 2017

Tempo di progettazione e di nuove idee in casa GO! I nostri animatori sono, infatti, alle prese con il lavoro di programmazione dell’e-state che, come ogni anno, prevede numerose proposte ed esperienze per tutte le fa-sce d’età.Punti di partenza: la condivisione dei valori che stanno alla base delle attività chevengono proposte, la consapevolezza che i centri estivi e i campi siano un’ulterio-re occasione di crescita, di cura, di comunità nello stile del Vangelo. La scelta di vi-vere l’animazione come restituzione e come dono gratuito. Il lavoro è ancora in divenire, sono in fase di elaborazione alcune idee, altre, inve-ce, iniziano a concretizzarsi.Il centro estivo sarà rivolto, come sempre, sia alla fascia delle elementari che ai ra-gazzi delle medie, ma la proposta sarà di due percorsi differenti, che terranno con-to proprio delle diverse età. Un percorso sarà per i bambini dalla prima alla quinta elementare, per i quali si èpensato al tema degli indiani. Quattro villaggi, quattro totem che li rendano rico-noscibili, tante tribù che dovranno talvolta competere e spesso collaborare e con-dividere.Ci sarà ampio spazio per i giochi e per le attività insieme, che saranno però veico-lo e occasione per raccontare valori. Anche per le medie giochi, attività sportive e gite, accompagnate da una parte for-mativa che si svilupperà a partire dai testi delle canzoni.Non ci resta che augurare buon lavoro ai nostri animatori GO e invitarvi a seguir-ci per conoscere le prossime novità.

GO ESTATE... WORK IN PROGRESS

prendersi cura…Nel matrimonio gli spo-si si scambiano la “fede”,ma anche nel fidanzamen-to l’anello è simbolo di unlegame forte e, si spera, du-raturo.Gli anelli di una catena,l’uno inserito nell’altro, larendono resistente, capacedi sorreggere carichi moltopesanti.Insomma, l’accoppiatavincente dei due termini“compagnia” ed “anello”mi è parsa molto stimolan-te per invitare ciascuno dinoi a scegliere una perso-na e ad essere per lei untramite verso Dio. Ecco al-lora l’invito a tenerla acuore, portandola quoti-dianamente nella preghie-ra e intessendo con leiun’amicizia profonda e unlegame spirituale, capacedi farle percepire la bellez-za e la ricchezza della Co-munità.Il Mercoledì delle Ceneri ciè stato proposto di mettereal dito un anello, segnodell’appartenenza a que-sta compagnia di personefragili, ma forti della forzadello Spirito, per vivereun’esperienza di apertura,di condivisione e di miseri-cordia.Ognuno di noi è chiamatoa custodire nel segreto ilnome della persona scelta,ma il sapere di farlo in co-munione con gli altri è diuna potenza enorme. In-fatti, se il lavoro di squa-dra umanamente è semprearricchente, lo è ancor dipiù in senso evangelico.Infatti, dove due o più so-no riuniti nel suo nome c’èla presenza viva del Risor-to: Lui stesso lo ha promes-so! E quando se ne fa l’e-sperienza si sente che la vi-ta acquista un colore e uncalore nuovi. Insomma,con Gesù alla guida, si puòdavvero correre, anzi vola-re, perché si può contare suuna marcia in più…

Anna Tomatis

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GO VOLLEY INCONTRA VERO VOLLEY

GO MUSICAL: LA SCUOLADI FORMAZIONE PER ADOLESCENTI

ON LINE IL NUOVO SITOWEB DI GO

Finalmente ci siamo! Daoggi è online il nostro sitoweb. Certo non è stato unlavoro semplice: GO crescecontinuamente e si arric-chisce di nuove realtà enuovi eventi, ma da oggi,chiunque digiterà l’indiriz-zo www.grugliascoora-torio.it potrà accedere alportale di GO e collegarsirapidamente alle paginedelle sue varie attività: GOOratorio, GO Sport, GO Musi-cal, GO La Boita e GO DellaTorre Sbandieratori e Musici. Il portale richiama il logodi GO nei colori e nellastruttura ed è stato arric-chito con personaggi appo-sitamente disegnati cheraccontano le varie attivitàsvolte e che danno conti-nuità alle diverse pagine. Ilportale è inoltre caratteriz-zato da una sezione dedi-cata agli eventi in cui po-trete visualizzare e scarica-re le locandine delle nume-rosissime attività a cui par-tecipare: avrete l’imbaraz-zo della scelta!Le pagine dedicate vi ter-ranno costantementeinformati sui singoli ambi-ti di GO. Potrete seguire glisbandieratori nelle lorouscite e vedere le foto ed ivideo delle loro miglioriesibizioni, dare un’occhia-

ta al menù della Boita efarvi venire voglia di man-giare una pizza in compa-gnia, seguire i successi del-le nostre squadre di calcio edi pallavolo oppure curio-sare nel dietro le quinte de-gli spettacoli del gruppomusical.Un’ampia pagina è infinededicata alle attività svolteall’interno dell’oratorioBorgis, l’oratorio cittadino;qui potrete trovare tutte leinformazioni sull’estate ra-gazzi e sui campi estivi,scoprire il programma del-la Festa delle parrocchie,sfogliare l’archivio che rac-coglie tutte le foto deglieventi organizzati da GOoppure semplicemente cu-riosare nella quotidianitàdell’oratorio: dalla salagiochi all’aula studio, dalbook-crossing alle serategioco.Speriamo che l’aggiorna-mento costante da partedella segreteria di GO e deirappresentanti delle varieattività possano rendere ilsito uno strumento di co-municazione rapida e di-namica per chiunque vo-glia tenere una finestrasempre aperta sulla realtàin continua crescita di Gru-gliasco Oratorio.

Fabio Baraldo

Domenica 12 marzo è sta-ta una data importante emolto significativa per ilGO Volley, una giornatache ha suggellato il nostroingresso nel network VEROVolley Monza.Perchè abbiamo fortemen-te voluto entrare in questocircuito? La scelta di adere-rire a questo consorzio ènata perché abbiamo vistoqui applicati i principi chenoi, come GO, poniamo al-la base del nostro operare,del nostro modo di fare del-lo sport.Un modo in cui i ragazzisono al centro delle inizia-tive, dove sono fondamen-tali la solidarietà e la con-divisione con altri menofortunati di noi.Il VERO Volley da anniopera in questa direzione,aggiungendo allo sport deivalori forti e condivisi: adesempio si occupa, tramitel’organizzazione NAMA-STE, di promuovere lo sporte la cultura sportiva nel Ke-rala (India), inviando an-che aiuti concreti ai giova-ni di quel paese. In Italiacollabora con la comunitàdi San Patrignano, con aiu-ti in denaro e con lo sport,coinvolgendo i ragazzi del-la comunità in attivitàsportive, musicali e cultu-rali.Collabora inoltre con lemaggiori università italia-ne, coinvolgendo medici,terapeuti e psicologi in pro-getti atti a fornire supporti

e indicazioni ai ragazzi ealle famiglie.L’ultimo contributo è unopuscolo veramente for-mativo dal titolo “L’impor-tanza dell’attività motoriae sportiva per lo sviluppopositivo dei bambini e deigiovani” diretto ai genitorie agli operatori del settoresportivo.Il nostro presidente ha ap-posto la firma sul protocol-lo di adesione al VERO Vol-ley e da quel momento GOVolley è entrato a tutti glieffetti in questa realtà.Nel viaggio verso Monzasiamo stati accompagnatidalle nostre squadre giova-nili della Under 12 e Under15 e crediamo che nei cuo-ri e nelle menti delle atletequesta giornata sarà ricor-data a lungo.Le giovani ragazze nelle lo-ro divise biacoazzurre han-no preso posto sul pullmanche le avrebbe portate alpalazzetto dello sport perassistere al match di serieA1 di Volley femminile; sulparquet si sarebbe giocatala partita tra le atlete delSaugella Monza ed il Bol-zano.La giornata delle nostreatlete è stata molto articola-ta ed entusiasmante, per-ché hanno potuto vedere davicino le loro beniamine,scambiare con loro mo-menti intensi, palleggiarecon le campionesse, riceve-re consigli e incoraggia-menti ed infine foto di rito

con tanto di autografi.In attesa di poter assisteredalle tibune all’incontro diVolley, le nostre ragazzehanno intonato cori contanto di ola, hanno tifato,sofferto e gioito per le “so-rellone” impegnate nel dif-ficile match.Alla fine hanno nuova-mento invaso il campo percomplimentarsi e chiedereautografi; le atlete dellaSaugella hanno distributosorrisi e carezze alle nostreragazze.L’impresa più ardua è stataquella di riuscire a riportar-le sul bus per rientrare aGrugliasco! Nel viaggio diritorno ognuna di loro ave-va un aneddoto da raccon-tare, un momento dellagiornata trascorsa; stanche,ma estremamente cariche.Anche i genitori che hannoaccompagnato le ragazzehanno apprezzato la gior-nata vissuta e, per suggella-re al meglio, hanno im-provvisato una “merendasinoira” sul pullman contanto di salumi e formaggi,innaffiati abbondatementeda buon vino, fortunata-mente non era previsto il ri-lievo alcolemico per i pas-seggeri.Giornata intensa, vissutacon serenità, una giornatadedicata allo sport e allostare insieme.Per chi volesse saperne dipiù visitare il sito www.vero-volley.com.

Il direttivo GO Volley

In coda alla scuola di for-mazione Musical per bam-bini e per adulti, abbiamodato il via anche alla scuo-la di formazione Musicalper adolescenti, trovandol’entusiasmo da parte del

gruppo GO Musical e daparte degli insegnanticoinvolti. La scuola di for-mazione Musical è oradavvero al completo!Le lezioni si tengono al ve-nerdì dalle 17 alle 18.30

presso i locali dell’oratorioBorgis alla compresenzadelle tre discipline: canto,danza e recitazione. Lo scopo della scuola èquello di insegnare ai ra-gazzi a gestire le tre compe-

tenze contemporaneamen-te mentre sono in scena sulpalco, con tutto ciò chequesto comporta, soprat-tutto a livello emotivo. Èquindi un lavoro che miraa trasmettere la capacità diconoscere la propria voce,il proprio corpo, le proprieemozioni e di saperle gesti-re adeguatamente. L’inten-to è proporre un lavoro siatecnico che personale edemozionale, entrambi utilial fine di sapere usare lanostra personalità all’in-terno del musical comestrumento educativo. Certamente non abbiamol’ambizione di creare dellestelle del musical, ci piacedi più l’idea di poter dare airagazzi le competenze e glistrumenti per gestire in au-tonomia le loro emozioninell’interpretazione di unpersonaggio. Questo, per noi insegnanti,

vuole dire anche averel’opportunità di far vivereai ragazzi un’esperienzaforse nuova (e speriamo ar-ricchente) che possa porta-re anche dei benefici per laloro crescita e maturazionepersonale. Il musical ha insé la grande ricchezza ditrasmettere la bellezza del-la condivisione: non ci so-no prime donne, ma tutticoncorrono alla realizza-zione del progetto definiti-vo. Il lavoro con i ragazzi ri-specchia ciò che è il loro at-teggiamento durante le le-zioni: divertente e stimo-lante, ma anche serio e va-lorizzante. C’è posto per chi volesseancora iscriversi! Il lavoroin gruppo è più bello se sisperimenta la costantecondivisione!

Lo staff della scuolaGO Musical

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VOCI DALLE PARROCCHIESan Cassiano San Giacomo San Francesco Santa Maria

San Giacomo

Cos’è il peccato? Cos’è ilperdono? Non sembrinodomande senza senso per-ché dalla risposta a questedomande capiamo quantosia inadeguata o sbagliatala nostra conoscenza dellarealtà della riconciliazionecristiana.Su questi temi si è incentra-ta la giornata di ritiro inpreparazione della Quare-sima che un gruppo di par-rocchiani ha vissuto dome-nica 5 marzo presso la ‘Ca-

sa incontri Cristiani’ di Ca-piago (CO).La riflessione, guidata dapadre Fernando Armellini(biblista, teologo e missio-nario dehoniano), ci haaiutati a comprenderequale sia la radice del pec-cato e quale sia la reazionedi Dio al peccato dell’uo-mo.Provo a condividere alcunedi queste riflessioni.Il peccato, come esperienzaumana e dolorosa, comin-

cia sempre da una falsaimmagine che l’uomo hadi Dio: quella di giudice egiustiziere. Il desiderio di autosuffi-cienza e la libertà propriadell’uomo di rifiutare laproposta di bene che vieneda Dio, ci inducono a ricer-care la gioia per vie ingan-nevoli, e quindi ci portanoinevitabilmente a “fallire ilbersaglio”, cioè al peccato. L’esito del peccato è sempreil male, cioè l’infelicità chepossiamo generare neglialtri, ma soprattutto in noistessi. Così il peccato fa piùmale a chi lo commette chea chi lo riceve.Il male prodotto dal pecca-to ci sfugge di mano e cau-sa una spirale di disordinee di sofferenze, che si allar-ga molto al di là di quantopensavamo e volevamo. Sefossimo più abituati a ri-flettere sulle conseguenzedi bene e di male che le no-stre libere scelte possonoprodurre in noi e negli al-tri, saremmo dei cristianipiù responsabili.

Smettiamola quindi di at-tribuire a Dio castighi e pu-nizioni che invece non so-no altro che le conseguenzevisibili del nostro peccato.Dio invece vuole il bene ela conversione del peccato-re, cioè la sua salvezza.Come il “Padre misericordio-so”, Dio è il primo a correr-ci incontro accogliendocicome figli e peccatori giàperdonati, desideroso uni-camente di porre fine con ilnostro pentimento al maleche facciamo, per farci tor-nare ad essere uomini giu-sti.Questo modo di ristabilirela giustizia tra gli uomini,detto in ebraico “rib” (silegge riv), ha come unicoscopo la conversione delpeccatore attraverso l’offer-ta del per-dono, inteso noncome atto di generosa madistaccata bontà, quantopiuttosto come atto di di-sinteressato amore per l’al-tro che supera il torto subi-to e non genera pace finchéil colpevole continua ad es-sere nel peccato.

È così che Gesù ha operatonel corso di tutta la sua vi-ta terrena per liberare l’uo-mo dalle false immagini diDio e di se stesso. Questo cambiamento nonnasce da una riconquistapersonale dell’uomo, matrova il suo avvio unica-mente nell’iniziativa pro-veniente dall’amore mise-ricordioso del Padre. La conversione non è quin-di la condizione per essereperdonati, ma la dimostra-zione che il perdono di Dioci ha raggiunto e ci hacambiato il cuore.L’incontro è stato l’occasio-ne per riflettere sulla re-sponsabilità di ciascunonel ristabilire la giustiziacon il prossimo per salvar-lo, realizzando già oggi sul-la terra la salvezza promes-sa.Bello sarebbe, nei tempi for-ti dell’anno liturgico, potercondividere analoghe espe-rienze spirituali con tutte lequattro comunità della no-stra Unità Pastorale.

Carlo O.

PECCATO e PERDONO

Una nuova esperienza puòalimentare la nostra Quare-sima, vissuta nella fede enella determinazione, perportare avanti il nostro im-pegno che ci accompagnaverso la Pasqua. Per questo,noi ragazzi del triennio delle4 parrocchie abbiamo tra-scorso il fine settimana del16 e 17 marzo a Cuneo,presso “La città dei ragazzi”. Al nostro arrivo siamo statiaccolti dalle Sorelle Laura eSara e dal sacerdote Cri-stopher che ci hanno ac-compagnato durante tuttala nostra esperienza. Ci han-no raccontato la storia dellaComunità costruita nel1952 da don Andrea Gaspa-rino, che fu il primo a dare ilvia a questa iniziativa co-struendo pezzo per pezzoquella che oggi è “La cittàdei ragazzi”. Ha progettatole prime strutture e vi ha ac-colto i ragazzi che avevanobisogno di un aiuto. Ancoraoggi, ogni mese i giovaniche ne hanno necessità sonoaccolti nella comunità. Pro-prio con questi ragazzi si èsvolto il nostro servizio che ciha accompagnato verso ipiù deboli, mantenendo vi-vo il nostro impegno dellaQuaresima. Abbiamo con-diviso un pasto con giovaniimmigrati che ci hanno rac-contato le loro storie. Quan-do si parla di queste persone

si è sempre molto schivi econ tono di grande superio-rità li accusiamo di ‘rubarci’il lavoro o di prendere il “no-stro” posto nel “nostro” pae-se; ma se cercassimo di nonguardare solo nelle nostretasche, riusciremmo a capi-re che dietro ogni volto c’èuna storia, c’è la volontà dicontinuare a vivere. In fon-do, le differenze sono solobarriere che innalziamo noicon il nostro egoismo, mache la fede ci porta ad ab-battere. La nostra esperien-za aveva il volto diMuahammed, immigratosenegalese di 25 anni, che ciha raccontato il suo ‘sog-giorno’ a Torino e le terribilicondizioni dell’ex-moi. Ave-va il volto di Diallo, prove-niente dalla Guinea, abilemeccanico che qui è statoassunto per un paio di mesicome contadino. Aveva an-che il volto di Christian, chedall’Albania è venuto fino aCuneo in cerca di una spe-ranza. Aveva il volto di Ab-doul, dalla Costa d’Avorio,che nonostante condannas-se la sua vita come brutta edinvivibile la alimentava conun sorriso a 36 denti. Nono-stante un primo imbarazzoe i vari problemi linguistici,abbiamo comunicato conloro e ci hanno mostrato illoro altruismo e il loro spiri-to di collaborazione.

La parola chiave della co-munità è provvidenza. Infattila loro fiducia in essa è unacaratteristica che li ha ac-compagnati durante tutto illoro percorso, e che li conti-nua ad accompagnare an-che nei momenti più diffici-li. Dopo dieci anni dalla na-scita della Città dei ragazzi,sono partite le prime missio-ni nei paesi più poveri delterzo mondo, ad esempio inBrasile. Infatti, abbiamoavuto l’occasione di vederealcune foto di queste espe-

rienze e di porre alcune do-mande alle Sorelle Laura eSara che hanno vissuto ilservizio missionario di aiutoverso i più bisognosi in pri-ma persona in Etiopia perquattro anni e in Albania.Nel corso della giornata so-no stati molti i momenti dipreghiera, nella quale la co-munità si è riunita nellacappella per vivere la lorovocazione in maniera inten-sa e sentita.Il secondo giorno lo abbia-mo dedicato alla collettivitàe alla condivisione. Abbia-mo riflettuto su quello cheper noi è la preghiera e inpiccoli gruppi abbiamo avu-

to l’occasione di esprimere lenostre sensazioni e i nostripensieri a riguardo. Nel po-meriggio, dopo aver pranza-to con alcuni fedeli di quellacomunità, ci siamo dedicatial gioco didattico. Infatti,mediante diverse attività di-vertenti, abbiamo approfon-dito i temi della fiducia, del-l’altruismo e dell’ascolto efare tutto ciò con persone anoi estranee ci ha insegnatoanche il significato di acco-glienza e amicizia. Tornati aGrugliasco carichi di questiinsegnamenti siamo prontia continuare al meglio lanostra Quaresima!

I ragazzi del triennio

RITIRO TRIENNIO ALLA “CITTÀ DEI RAGAZZI”

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Santa Maria

San Cassiano

San Francesco

APPELLO URGENTEPurtroppo i versamenti per la “FABBRICA DEL RE-STAURO”, in questi primi mesi del 2017, stanno di-minuendo e non sono più sufficienti per pagare larata del finanziamento bancario.Pur consapevoli del difficile momento economicoche tutti stiamo vivendo, chiediamo caldamente atutti i parrocchiani che possono farlo di continua-re in questo sforzo, contribuendo con i 10 euro almese o trovando nuove persone che aderiscano al-la FABBRICA DEL RESTAURO.

Il Consiglio Affari economici

Attraversano la chiesaspediti e si pongono difronte all’altare portandociascuno uno zainetto sul-le spalle. Il passo ha il sa-pore della fatica, della ri-cerca; dietro a loro eccospuntare altri tre ragazziavvolti da un cappucciosul capo, uno è di colorebianco. Giunti anch’essiall’altare, si volgono versola comunità, molto atten-ta a ciò che sta accadendo:si scoprono il viso toglien-do il cappuccio, il lorovolto è luminoso, (rap-presentano la trasfigura-zione). Ancora presi daquesta scena dal forte ri-chiamo, ecco sopraggiun-gere altri tre ragazzini; treragazzini di oggi, moder-ni: cuffie all’orecchio, cel-lulare in mano, immersinella loro musica procedo-no senza accorgersi di chili circonda. Ma... cambiodi scena; giunti di fronteall’altare, si tolgono le cuf-fie ed il loro corpo cambiaatteggiamento come seascoltassero… che cosa?Chi?... (Mt. 17, 1-9).Ma retrocediamo di unadomenica, sempre allaMessa comunitaria delleore 10. Terminata la pro-clamazione del Vangelo,ecco un ragazzino di quar-ta elementare che nel mes-saggio rappresenta Gesùnella preghiera e digiunonel deserto per quarantagiorni e quaranta notti(Mt. 4, 1-11) nonché il mo-mento delle tentazioni;questi viene tentato me-diante lo sventolio di car-telli invitanti caratterizza-ti da scritte sul godere qui edora, pensare solo all’attimofuggente, godere ora che èpossibile… si avvicinano a

Gesù i diavoli tentatori,mettono sotto il naso a Ge-sù ogni singolo cartello.Questi, con fare compito emaestoso, lo legge e di-strugge uno ad uno i car-telli presentati, poi con lamano si rivolge verso ilcrocifisso e lo indica confermezza quasi a significa-re che la forza è nella de-bolezza, nella fragilità,nell’amore e non nelle si-curezze umane. Quello èl’esempio da imitare!Un venerdì pomeriggio. Mitrovo coinvolta nella cate-chesi di prima media ed ilbrano in oggetto è quellonoto come la Samaritana(Gv. 4,5-42). Dopo la lettu-ra drammatizzata ed alcu-ni riferimenti che aiutanoa comprendere il testo, vie-ne offerta ai ragazzi unatraccia di riflessione nelleseguenti domande: “Se tupotessi incontrare Gesù alpozzo come la donna sama-ritana e parlare con lui, qua-le argomento vorresti tratta-re? Anche tu cerchi l’acquache Gesù offre alla samarita-na? Dove andresti a cercarel’acqua per colmare la tuasete?”. Dopo una brevecondivisione e riflessionepersonale ciascuno scrivele proprie risposte sul fo-glietto. Gesù risulta essereil centro del loro cuorecon il quale poter trattare ipropri problemi anchequelli insignificanti e laChiesa, nel Tabernaco-lo il luogo ove cercare etrovare l’acqua.Domenica quarta del tem-po quaresimale, la centra-lità del Vangelo, “il cieconato” (Gv. 9,1-41), fa pen-sare alla funzione dell’ac-qua che oltre a dissetare,come nel brano ricordato

la domenica precedente,esplica la funzione di la-vaggio, di purificazione;riferimento esplicito al Sa-cramento della Confes-sione a cui i ragazzi di ter-za si accostano nella me-desima domenica. Giorna-ta speciale per loro, allaquale da tempo si stannopreparando: come sarà?Già durante la Celebrazio-ne Eucaristica, dopo laproclamazione del Vange-lo, i ragazzi simboleggia-no quanto nel primo po-meriggio vivranno: silen-ziosamente, uno dopo l’al-tro, escono dal banco e sirecano al Battistero e dopoaver immerso le mani nel-l’acqua si sfregano gli oc-chi come gesto di riacqui-stare la vista. Tutta laComunità è invitata ad ac-compagnare i ragazzi conla preghiera ed il silenzioripensando alla propriaConfessione per la Pa-squa.Quelli descritti sono alcunimomenti del percorso qua-resimale che quest’anno iragazzi offrono con sem-plicità alla Comunità par-rocchiale. La loro freschez-za d’animo, la loro deter-minazione, talora sottouna scorza di marcata vi-vacità e apparente disat-tenzione, la loro interpre-tazione dei brani del Van-gelo, diventano per ciascu-no di noi un forte stimoloche, sintetizzato, può risul-tare così: imparare l’im-portanza dell’ascolto, ave-re come unico riferimentoil Crocifisso, cercare l’ac-qua viva, Gesù nel Taber-nacolo, riacquistare la vi-sta della propria animacon la Confessione.

Fiorenza

QUARESIMA 2017Un cammino offerto dai ragazzi del catechismo

Durante il mese di febbraio,Santa Maria ha aperto leporte ad una nuova inizia-tiva rivolta alle famiglie deibambini e ragazzi del cate-chismo: “sabato sera concena condivisa e visione diun film”. È stata una sera-ta divertente perché i ra-gazzi hanno trascorso unmomento diverso dai solitiincontri con le catechiste eper i genitori è stato un mo-do per assaggiare specialitàculinarie differenti e cono-scersi e conoscere le personea cui vengono affidati i pro-pri figli. Il film commedia“Come Dio vuole”, invece,è stato spunto di riflessioneper capire come Gesù vieneaccolto nelle case anchequando non è “conforme”alle nostre aspettative, maè proprio questo il nostroruolo di affidarci a Lui contutte le difficoltà che com-porta.A marzo invece si è tenutoil ritiro di Quaresima all’I-stituto Sacro Cuore, dove le

catechiste hanno organiz-zato divertenti giochi perspiegare ai bambini e ra-gazzi l’importanza dellapreghiera, del digiuno edella carità durante l’avvi-cinarsi della Pasqua. I ragazzi, come al solito,seppure con qualche diffi-coltà nell’accettare le scon-fitte e nonostante la loro vi-vacità, hanno compreso ilsignificato dello stare insie-me agli altri e soprattutto distare nel nome di Cristo.Sanno sempre regalare allecatechiste il volto di Gesù estupirle perché apprezzanogiochi impensabili comequello della “preghiera in-terrotta” o delle “quattrobasi”, dove di fondo c’è l’u-nione e l’affiatamento del-la squadra, anche se ci siconosce poco o dobbiamoaccollarci bambini piccoli,ma proprio lì troviamo Ge-sù!Grazie per le emozionantigiornate!

Sandra & catechiste

Oltre il catechismo

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Oasimedica® è orgogliosa di an-nunciare l’apertura del primocentro riabilitativo con sistemirobotici privato in Piemonte,presso la nuova Oasi di Gru-gliasco (TO), in via Michelan-gelo 13/A, a disposizione di tutticoloro che si trovano n condizio-ni di disabilità, anche cronica. Si tratta di una importante no-vità nel campo dell’innovazio-ne sanitaria che associa laRobotica al trattamento deipazienti con patologie neurolo-giche e osteo-articolari disa-bilitanti. L’apertura del centro inizia conun testimonial d’eccezione lagiovanissima atleta CarolaSemperboni, che per la primavolta ha rappresentato il Pie-monte alla Coppa delle Regio-ni di Paradressage del 2016.Ma l’interesse per la tecnologiadel nuovo centro non finisci qui,infatti anche il CUS di Torino per

la sezione Adaptive sceglie ilnuovo centro di Oasimedica®.A chi si rivolge il nuovo ser-vizio di Oasimedica®?La rieducazione con dispositivirobotici trova indicazione incondizioni di disabilità conse-guenti a:- Patologie neurologiche, siadell’adulto che del bambino, trale quali: esiti da ictus, cerebrole-sioni e lesioni midollari di variaeziologia, patologie extrapira-

midali, sclerosi multipla, parali-si cerebrali infantili, neuropato-logie periferiche;- Patologie osteo-articolari,sia degenerative che traumati-che.In Oasimedica® il Paziente èsempre al centro dell’attenzionee la salute della persona è al pri-mo posto in ogni scelta terapeu-tica. Questo è il primo e fonda-mentale principio che regolal’impegno quotidiano di tutti icomponenti della nostra nume-rosa squadra.

Il primo centro riabilitativo con sistemi robotici privato in Piemonte apre a GrugliascoLA TUA SALUTE IN BUONE MANI

Via Michelangelo, 13/A - GrugliascoTel. 011.9534500

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Registrazione del Tribunale di Torino n. 2751 del 30.11.1977 - Sede: Via Cravero, 18 - 10095 Grugliasco - Tel. 011.78.10.68 - Direttore Responsabile: Annalisa Rossi - Stampa: Arti Grafiche S. Rocco - Grugliasco - Tel. 011.78.33.00 - Fax 011.780.12.53

Agenzia Generale GrugliascoViale Echirolles, 8 - Grugliasco (TO)Tel. 011 784747 - Fax 011 [email protected]

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Dott.ssa Daniela MeschieriPsicologa e Psicoterapeuta

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Le nostre parrocchie in Grugliasco

San CassianoPiazza San Cassiano

- Casa parrocchiale: Via Cravero, 18 - Tel. 011.781068- Oratorio Borgis: V.le Giustetti, 12 - Tel. 011.4081648

Orari Messe festive: ore 8, 10 e 11.30 - Prefestiva: ore 18

San Giacomo ApostoloVia Galimberti, 67 - Tel. 011.788828

Orari Messe festive: ore 8.30 e 10 - Prefestiva: ore 18

San Francesco d’AssisiVia Giotto, 32 - Tel. 011.4115237

Casa parrocchiale: Via M. Polo, 17 - Tel. 011.7800286Orari Messe festive: 8.30 e 10 - Prefestiva: ore 18

Santa Maria - Via Latina, 101 - Tel. 011.784661Orari Messe festive: ore 9, 11.30 e 18.30

Confessioni:

sabato 10-12 a S. Cassiano

venerdì 8-9 a S. Maria

mercoledì 16-17 a S. Francesco

Via Lupo, 19Grugliasco (TO)Tel. 011 4143432

PASTICCERIAMIGNON

Apertola domenicatutto il giorno

Sei allo sportello, ma que-sta volta dalla parte oppo-sta e cominci a non sop-portare più la lunga fila diquestuanti in attesa, con illoro carico personale di vi-cissitudini che ti rovescianoaddosso.Telefoni ai tuoi genitori equando riconosci le parolechiave “mi fa male – dotto-ri – medicine...” il tuo cer-vello scatta e compie unvolo pindarico. Arrivi a ca-sa con la prole e i bambinicominciano subito a litiga-re ma il vostro tentativo dimediazione salta e li par-cheggiate davanti al lorocartone animato preferito.Per finire in bellezza… lacomunicazione con il vo-stro o la vostra coniuge, giàdi per sé di natura pretta-mente utilitaria, è arrivataai minimi termini, anzi èdiventato telegrafico, cau-sa turni di lavoro e stan-chezza. A questo puntoscatta qualcosa in voi e vigettate a capofitto sul diva-no riuscendo a centrare

l’ultima doga in buono sta-to!Avete un flash inaspettatoe il tempo sembra arroto-larsi all’indietro come untappeto e vi rivedete gioio-sa/o bimba/o giocare sulprato, in compagnia dellanonna. Rammentate tuttele volte in cui lei ci dedica-va la sua più completa at-tenzione, dai problemi del-la bambola persa all’asiloalle tragedie degli amoriadolescenziali. Cara non-na, come sapevi ascoltaretu ora non è più capacenessuno!Ma al banco degli imputa-ti mi ci metto anch’io per-ché mi lascio trascinaredalla fretta, regalando cosìai miei interlocutori unasgradevole sensazione diindifferenza. Quando e seascoltiamo e se lo faccia-mo, cerchiamo almeno difarlo come si deve. Il nonessere ascoltati ci catapultain un universo di amara in-visibilità. Ma essere ascol-tati male, a volte, è anche

peggio.Mi capita purtroppo sem-pre troppo spesso e di più diassistere a conversazionigeneticamente mutate inmonologhi contempora-nei, dove esercitiamo unasorta di prepotenza verbalenel rifiuto di ascoltare. L’a-scolto significa per me rico-noscere e dare importanzaalla persona che ho di fron-te, scoprendo così in ognu-no di noi la bellezza inte-riore e l’individualità uni-ca.Esso costituisce uno deimolteplici e variegatiaspetti che se raggruppati euniti costituiscono una so-la e grande anzi possentefonte di energia positiva:l’amore nella sua accezio-ne più estesa.Ascoltare è un po’ comeamare con la differenzache il primo ha di solitouna durata limitata, ma ilsecondo deve avere assolu-tamente una scadenza infi-nita.

Paola Massaro

Se ascoltassimo…

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