Noi la pensiamo così

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LE NOSTRE RIFLESSIONI SULLA REALTA’ DEL BOVARO del BERNESE A parità di cani, i bovari del bernese “sembrano” tutti uguali (un po’ come accade per i cinesi) o a parità di attività svolte, cosa cambia? Siamo in un libero mercato: ci si può procurare un cane, un bovaro del bernese, in internet, al negozio sotto casa, dall’allevatore improvvisato ed inesperto o da quello furbo e scaltro o da colui che ha dedicato tutta la vita a tutelarne le caratteristiche fisiche e comportamentali nonché la qualità della sua vita. Alla sola vista un bovaro del bernese vale un altro. Oggi non è più come ieri in cui si faticava per riuscire a documentarsi: oggi si possono leggere miliardi di articoli sui cani, sui rischi che si possono incontrare facendo determinate scelte. Ma molto spesso si commettono ugualmente degli errori perché siamo quelli del tutto e subito, quelli delle cose facili, degli inesperti nelle relazioni sociali e ci lasciamo ingannare dalle apparenze, dall’esteriorità, dalle parole. Ieri le trappole per l’aspirante proprietario erano quelle legate alla difficoltà di informazione. Oggi ci sono altri rischi, sicuramente maggiori, legati alla pubblicità non basata sulla verità. Poi ne paghiamo le conseguenze, ci svegliamo dal torpore, portandoci a casa dei cani malati, dei mostri della selezione umana che si basa sull’estetica e non sulle attitudini. Il lucro è alla base di tutto. Siti magnifici, che sinceramente molto spesso sembrano un copia/incolla l’uno dell’altro, dove si descrivono i cani, le attività, si pubblicano foto, curriculum veri e falsi. Ci si può inventare di tutto, modificare tutto, parlare bene e male. Ma tutto questo fa parte del rischioso mondo virtuale, in cui tutto viene appiattito e ridotto. La realtà è un’altra, è quella più faticosa da rendere bella perché non serve solo il mouse, servono le azioni concrete. Sono i risultati delle nostre azioni a fare la differenza. In internet i cani non hanno voce e sembrano sempre felici. Non possono parlare e gridare la loro sofferenza. Spesso si sente criticare l’uomo del passato: rozzo, che teneva i cani a catena, che li alimentava con cibo di scarso valore, che usava dei modi poco eleganti. L’uomo del passato secondo noi ha meno colpe di quello odierno, lui aveva minori possibilità economiche e culturali.

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LE NOSTRE RIFLESSIONI SULLA REALTA’ DEL

BOVARO del BERNESE

A parità di cani, i bovari del bernese “sembrano” tutti uguali (un po’ come accade per i cinesi) o a parità di attività svolte, cosa cambia?Siamo in un libero mercato: ci si può procurare un cane, un bovaro del bernese, in internet, al negozio sotto casa, dall’allevatore improvvisato ed inesperto o da quello furbo e scaltro o da colui che ha dedicato tutta la vita a tutelarne le caratteristiche fisiche e comportamentali nonché la qualità della sua vita. Alla sola vista un bovaro del bernese vale un altro. Oggi non è più come ieri in cui si faticava per riuscire a documentarsi: oggi si possono leggere miliardi di articoli sui cani, sui rischi che si possono incontrare facendo determinate scelte. Ma molto spesso si commettono ugualmente degli errori perché siamo quelli del tutto e subito, quelli delle cose facili, degli inesperti nelle relazioni sociali e ci lasciamo ingannare dalle apparenze, dall’esteriorità, dalle parole. Ieri le trappole per l’aspirante proprietario erano quelle legate alla difficoltà di informazione. Oggi ci sono altri rischi, sicuramente maggiori, legati alla pubblicità non basata sulla verità. Poi ne paghiamo le conseguenze, ci svegliamo dal torpore, portandoci a casa dei cani malati, dei mostri della selezione umana che si basa sull’estetica e non sulle attitudini. Il lucro è alla base di tutto. Siti magnifici, che sinceramente molto spesso sembrano un copia/incolla l’uno dell’altro, dove si descrivono i cani, le attività, si pubblicano foto, curriculum veri e falsi. Ci si può inventare di tutto, modificare tutto, parlare bene e male. Ma tutto questo fa parte del rischioso mondo virtuale, in cui tutto viene appiattito e ridotto. La realtà è un’altra, è quella più faticosa da rendere bella perché non serve solo il mouse, servono le azioni concrete. Sono i risultati delle nostre azioni a fare la differenza. In internet i cani non hanno voce e sembrano sempre felici. Non possono parlare e gridare la loro sofferenza. Spesso si sente criticare l’uomo del passato: rozzo, che teneva i cani a catena, che li alimentava con cibo di scarso valore, che usava dei modi poco eleganti. L’uomo del passato secondo noi ha meno colpe di quello odierno, lui aveva minori possibilità economiche e culturali.E noi? Ma ci siamo visti? Siamo peggiori dei nostri avi, crediamo di voler bene ai cani solo perché li alimentiamo con i migliori mangimi o li vestiamo con accessori griffati. Ma la realtà è diversa: i cani di oggi sono in carcere, obbligati nei canili, negli allevamenti in batteria, usati per pubblicità, umanizzati, usati come surrogati di affetti assenti, come oggetti per le nostre esigenze egoistiche.Quello non è amore per l’animale, per il cane. Non è cambiato nulla: il cane era maltrattato un tempo ed è maltrattato oggi, veniva usato per scopi di lucro ieri e per scopi di lucro oggi.Per questo motivo è importante fare prevenzione, formazione tra la popolazione, piano, piano.Perché le cose più belle si costruiscono con fatica, non hanno scopi, richiedono molto tempo e impegno. Concludiamo con due frasi di Gandhi:

Grandezza e progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali

Bisogna combattere la violenza. Il bene che pare derivarne e' solo apparente; il male che ne deriva rimane per sempre

Queste frasi sembrano scontate ma hanno un grande peso: nella prima l’uomo occidentale non dovrebbe sentirsi tranquillo in quanto con gli animali ci fa solo i propri interessi, quindi li tratta male; nella seconda per violenza si potrebbe considerare anche quella delle selezioni sbagliate, che ingabbiano il cane in fisici mostruosi o in comportamenti problematici. Il bene che ne deriva, il denaro, è solo apparente, come le vendite di cuccioli sfortunati, malati e con comportamenti patologici o che andranno a finire in famiglie sbagliate. Il male che ne deriva

rimane per sempre: si rovinano le caratteristiche della razza, si perdono i pezzetti di DNA per strada e poi sarà molto difficile tornare indietro. Stesse considerazioni vanni fatte per le attività che si svolgono con i bovari del bernese: se non sono basate sulla relazione sono effimere.

Ci auguriamo di essere apprezzati per l’attività che stiamo svolgendo, di tutela del bovaro bernese da lucro e speculazioni.

Il nostro compito è molto difficile, non c’è guadagno e in questo mondo virtuale si rischia di essere confusi, ma il risultato finale delle azioni e delle motivazioni di base faranno la differenza.

Sarà un lungo lavoro, ma va perseguito con costanza e tenacia e sicuramente darà i suoi frutti.

C.A.B.B.I.