Noi in FIDAS - 2010/03

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N OTIZIARIO DELLA F EDERAZIONE I TALIANA A SSOCIAZIONI D ONATORI DI S ANGUE Noi in Anno X - n. 3 - novembre/dicembre 2010 diffusione grAtuitA In CAMMINO... per “avere gli altri dentro di sé” NOI IN FIDAS - NOTIZIARIO TRIMESTRALE - SPED. ABB. POST. 70% ROMA Prima Giornata NAZIONALE FIDAS 28 NOVEMBRE 2010

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Notiziario della Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue - FIDAS

Transcript of Noi in FIDAS - 2010/03

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NO T I Z I A R I O D E L L A FE D E R A Z I O N E IT A L I A N A AS S O C I A Z I O N I DO N A T O R I D I SA N G U E

Noiin

Anno X - n. 3 - novembre/dicembre 2010 diffusione grAtuitA

In CAMMINO...per “avere gli altri dentro di sé”

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Prima Giornata NAZIONALE

FIDAS28 NOVEMBRE 2010

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S o m m a r i o3 EDITORIALE In cammino... per “avere gli altri dentro di sé”

di Aldo Ozino Caligaris

4 TESTIMONIANZE Sono un donatore Fidas perchè... A cura di Bernadette Golisano

13 ANTEPRIMA

1° Giornata Nazionale Fidas di Massimo Angeli 14 SCIENZE Prima donazione diretta o donazione differita? Prof.ssa Gabriella Girelli Dr. Massimiliano Bonifacio

18 ATTUALITÀ La sicurezza in medicina trasfusionale Dr. Giuseppe Aprili

20 INIZIATIVE La vita è musica, il sangue è vita 21 LA RIFLESSIONE Se il dono va… in onda di Valentina Massa

22 ZOOM Emilia-Romagna: una regione che si avvia a diventare non autosufficiente? di Giacomo Grulla

Noi in FIDASTrimestrale - Periodico di informazione e formazionedella FIDAS (Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue) P.zza Fatebenefratelli, 2 - 00186 Roma tel. 06 / 68891457 - fax 06 / 68217350

ANNO X - N. 3 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2010

DIRETTORE EDITORIALE Aldo Ozino Caligaris

DIRETTORE RESPONSABILE Bernadette Golisano

COMITATO DI REDAZIONE Antonio Bronzino, Federica Fusconi,

Giacomo Grulla, Laura Mariotti, Valentina Massa, Tiziano Zenere.

IN REDAZIONE Laura Mariotti

DIREZIONE E REDAZIONE FiLMAFir COMuniCAZiOne srl

di FrAnCO iLArdO Lungotevere Cenci n. 4 - 00186 roma tel. 06 / 68301018 - fax 06 / 68309492 e-mail: [email protected]

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

M. Angeli, G. Aprili, M. Bonifacio, G. Girelli, B. Golisano, G. Grulla, V. Massa, A. Ozino Caligaris.

ART DIRECTION Cristina Zarli

STAMPA Arti Grafiche Agostini - Morena (rM)

AUTORIZZAZIONE Tribunale di roma n. 442/2003 del 21/10/2003

Periodico iscritto al r.O.C. (registro Operatori Comunicazione)

Spedizione Abb. post. 70% - roma

TIRATURA del numero 8.000 copie

La Redazione di Noi in Fidas vi augura Buone Feste

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Aldo Ozino Caligaris

In cammino... per “avere gli altri dentro di sé”

e d i t o r i A l e

Quest’anno la Fidas festeggia la 1° Giornata nazionale Fidas, un’occasione per esprimere con entusiasmo e orgo-glio l’appartenenza delle Associazioni federate alla Federazione nazionale, ma anche per conseguire insiemeuna sempre maggiore visibilità attraverso i mezzi di comunicazione. Inoltre è anche il momento per ringra-ziare le centinaia di migliaia di donatori che ogni anno, nella gratuità e nella responsabilità, concorrono al

raggiungimento degli obiettivi del Sistema Trasfusionale italiano. Spesso far parte di un gruppo, appartenere a una realtà più ampia è un’esperienza comune, quasi un’abitudine più omeno piacevole che rientra nella routine di tante realtà della vita quotidiana; ma chi ha scelto di aderire alla Fidasin più di 50 anni di storia associativa, lo ha fatto perché ne ha condiviso (e continua a farlo) scopi e finalità. Si trattadi una scelta di appartenenza consapevole che prevede continui momenti di verifica e riflessione su valori comuni, non-ché un costante confronto con gli altri, siano essi interlocutori istituzionali, malati che necessitano di aiuto o altre per-sone disponibili a donare. La 1° Giornata nazionale Fidas vuole essere anche il momento per esprimere l’unità nella molteplicità di esperienzeche ogni giorno vengono raccontate in ogni parte del Belpaese, consapevoli che il volontariato del dono non ha confinie nelle diverse realtà locali si può contribuire con orgoglio e passione alla realizzazione di un progetto comune. Qualche anno fa Giorgio Gaber cantava “L’appartenenza non è un insieme di persone, non è il consenso a un’ap-parente aggregazione, l’appartenenza è avere gli altri dentro di sé”. Per la Fidas l’appartenenza vuol dire proprioquesto: farsi carico in prima persona delle necessità degli altri, certi che ogni problema ha la sua soluzione e spessoognuno di noi può contribuire ad alleviare la sofferenza di chi ci è accanto. Avere gli altri dentro di sé per condivideree comunicare.E proprio la comunicazione è un altro obiettivo importante da perseguire. Qualche mese fa abbiamo lanciato unappello ai mezzi di comunicazione per avere la possibilità di parlare di donazione. Molti professionisti del settorehanno ascoltato la nostra voce e hanno dato la possibilità di presentare il ruolo delle Associazioni e Federazioni didonatori di sangue nel panorama sanitario italiano. Ma c’è ancora tanta strada da percorrere per assicurare sempreuna terapia trasfusionale sicura e disponibile a tutti gli ammalati, per interagire con le istituzioni per una sempremaggiore tutela del donatore e del ricevente, per una puntuale applicazione della normativa vigente, ma anche perfar conoscere le attività della Fidas nazionale e delle associazioni che ne fanno parte, per informare sulle iniziativeintraprese e, soprattutto, per continuare a diffondere la cultura del dono. Il cammino è lungo, a volte difficoltoso. Avere la consapevolezza di compierlo insieme, con umiltà e determinazione,lo rende più lieve e prefigura il gusto di raggiungere la consapevolezza di operare a favore degli altri, perché gli altrisiano dentro di noi.

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Sono un donatore Fidas perchè...

Esperienze e suggerim

enti nella Fidas di ogg

i e domani.

4

t e s t i m o n i A n Z e

La Fidas, in quanto grande Federazione, rappresenta un originale esempio di unità e di aggregazione

su base valoriale. Una famiglia “allargat

a”, che si articola sul territorio gr

azie all’attività volontaria e al

senso di identità delle singole federate: un’esperienza su scala nazionale, ormai cinquantennale, che si

è via via radicata in Italia grazie

alla storia e tradizione di decine di associazi

oni diverse, nate nel corso

degli anni. Un’esperienza che accomuna oggi migliaia di uomini e donne di tutte le età. Ma cosa signi-

fica per loro diventare (e continuare) ad essere

un donatore Fidas? Abbiamo rivolto alcune domande

a 6 volontari della nostra Federazione, di diverse fasce di età e

provenienza regionale.

A cura di Bernadette Golisano

1

2

3

4

“Appartenere a Fidas per me significa…”

Come hai scelto e come vivi la tua appartenenza alla Fidas?

Far parte di una Federazione, nella tua esperienza, rappresenta per te un valore aggiunto o uno svantaggio?

Come è cambiata a tuo giudizio la Fidas in questi ultimi anni?(domanda per over 4o)

Cosa ti piace nell’essere un donatore Fidas e cosa miglioreresti?

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Sono un donatore Fidas perchè...

Esperienze e suggerim

enti nella Fidas di ogg

i e domani.

5Anno X - n. 3 - novembre/dicembre 2010

“Appartenere a Fidas per me significa…”

N O T I Z I A R I O D E L L A F E D E R A Z I O N E I T A L I A N A A S S O C I A Z I O N I D O N A T O R I D I S A N G U E

ETA’ 18-28

ANNI

ETA’ 28-35ANNI

di Luca Francisconi (Fidas ADVS Ravenna)

1. il mio primo approccio al mondo della donazione del sangue risale a molti anni fa. ricordo

che fin da piccolo ho sempre partecipato alle iniziative dell'associazione di donatori di cui

faceva parte mio padre. Sono cresciuto a contatto con questa realtà anche perchè spesso

lo accompagnavo il giorno della donazione. Perciò, una volta compiuti i 18 anni, l'iscrizione

all'associazione come donatore è stata per me naturale. diciamo che la consideravo una

tappa “obbligatoria” della vita.

2. Certamente far parte di una federazione è un valore aggiunto, non ho dubbi. Ai giorni

nostri è indispensabile essere “competitivi ed aggiornati” e questi risultati li si può otte-

nere solo facendo parte di una grande federazione, in cui si condividono e si confrontano

esperienze ed opinioni.

4. essere donatore FidAS significa essere innanzitutto un volontario, una persona che ha

deciso di dedicare parte del suo tempo alla comunità e ad aiutare coloro che si trovano

in un momento di difficoltà. il bello della Fidas è la capacità di esprimere una serie di valori

comuni, pur mantenendo un carattere territoriale indispensabile per trasmettere il senso di

appartenenza di cui sono fiero.

di Roberta Paesante (Presidente Fidas Polesana)

1. Mi sono avvicinata a questa realtà perché figlia di donatore, amica di donatori e sen-

sibile alla sofferenza di chi veniva toccato dal dramma della malattia. All’epoca, peral-

tro, non ero interessata alle sigle e comunque la P.A.do.S. (Polesana Associazione

donatori di Sangue) oggi FidAS Polesana, non era ancora una federata FidAS: rappre-

sentava per me un gruppo nel quale riconoscevo molti amici. C’è voluto tempo per

comprendere che quella comunanza di valori e quella sensibilità che mi avevano spinto

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s e g u e t e s t i m o n i A n Z e

Le risposte

ad entrare nella P.A.do.S. erano in realtà patrimonio proprio di FidAS, carattere distin-

tivo. Oggi l’appartenenza a FidAS è per me parte di ciò che sono; riconosco e sento

come miei i suoi principi ispiratori, volti ad una solidarietà responsabile nella costante

attenzione per gli ammalati. Ma anche lo stile sobrio e fattivo, il modo diretto ma sempre

leale di rapportarsi agli altri attori del cd. sistema sangue, l’apertura e la disponibilità nei

confronti dei nostri soci più giovani, lo spirito di collaborazione fra federate nella consa-

pevolezza che un buon lavoro di squadra è efficace nei risultati e costituisce sempre

motivo di confronto e di crescita.

2. il carattere di Federazione proprio di FidAS è per me un valore aggiunto. Le origini della

mia federata risalgono a 35 anni fa, quando si sentì l’esigenza di partecipare in maniera

più consapevole alla vita associativa e soprattutto gestire in modo autonomo e condiviso

l’associazione. da sempre, dunque, per noi l’autonomia rispetto ad ogni altra associazione

rappresenta un obiettivo irrinunciabile, da attuare nel rispetto del nostro Statuto e del

nostro regolamento e sempre con l’attenzione rivolta agli ammalati, ma anche ai nostri

donatori, perché vengano loro assicurate pari dignità e pari trattamento. L’adesione a

FidAS ha costituito un passaggio quasi obbligato, naturale, proprio perché come Federa-

zione rispetta le nostre peculiarità e non ci chiede di sacrificare le nostre aspirazioni di

Federata, ma anzi ci consente di conseguire risultati che sarebbero insperati per una pic-

cola associazione indipendente.

4. essere un donatore FidAS è per me motivo di grande orgoglio e non cambierei nulla! Al

contrario, ritengo che nell’ambito dell’attività di propaganda del dono del sangue molto si

possa fare per rendere il messaggio più incisivo e più efficace, senza dimenticare che la

nostra attività deve inevitabilmente adattarsi ai tempi e alla società che sono in continuo

mutamento. il nostro obiettivo deve essere inoltre quello di promuovere una donazione di

sangue consapevole, informando ed educando, se necessario, i nostri donatori anche alle

esigenze della programmazione della raccolta, del rispetto dei tempi e delle esigenze delle

strutture sanitarie.

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Le risposte

7Anno X - n. 3 - novembre/dicembre 2010

ETà 36-45ANNI

ETà 46-60

ANNI

di Giuseppe Zintu (Presidente Fidas Ozieri)

1. di sicuro è un valore aggiunto, la forza di tutte le federate sotto la stessa “bandiera” fa

sì che insieme si cresca, sia singolarmente che come federazione, nonostante le realtà,

di regione in regione, siano diverse tra loro.

2. La Fidas a livello nazionale la conosco da circa quattro anni, da quando sono entrato a

far parte per la prima volta del C.d. della mia federata, visto che prima non frequentavo

l’associazione. Così partecipai al primo congresso nazionale dal quale rimasi colpito per

la numerosa presenza di donatori provenienti da tutta italia. in questi anni che ho fre-

quentato, ho notato la competenza, la serietà, e il tempo che mettono a disposizione tutti

i responsabili della Fidas, per portare avanti il compito a loro assegnato.

4. Prima di tutto mi piace essere un donatore. non so come ci si sente donatore di altre

associazioni, ma far parte di questa grande famiglia Fidas, è un grosso piacere. Mi sento

tutelato, protetto, e considerato come uno che non viene chiamato solo per donare il

sangue, ma viene invitato a partecipare alla vita associativa, alla formazione, e a tutte

quelle attività che ti aiutano a migliorare le tue competenze. Grazie.

Pinuccia Strangio

Vice Presidente Adspem Fidas Reggio Calabria

1. in realtà non ho “scelto” di appartenere alla FidAS ma mi sono iscritta a una Associazione,

l’AdSPeM FidAS di reggio Calabria poiché ho sempre creduto che è un dovere donare

sangue, che bisogna dimostrare la solidarietà verso gli altri con atti concreti come la dona-

zione e che bisogna sensibilizzare quante più persone a donare. Quando sono stata eletta

componente del Consiglio direttivo dell’Adspem Fidas ho avuto reale consapevolezza del-

l’essere “entrata” a far parte di una federazione, con tutte le conseguenze che ciò comporta.

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Le risposte

s e g u e t e s t i m o n i A n Z e

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ETà 60-70ANNI

2. rispettare l’autonomia delle singole federate pur agendo a tutti i livelli nell’interesse delle

stesse, intrattenere rapporti con le istituzioni, curare l’aggiornamento scientifico e informare

costantemente, coordinare le iniziative che riguardano i donatori e prestare attenzione al

volontariato del sangue (pur senza interferire nelle scelte delle singole associazioni) è certa-

mente un valore aggiunto. Personalmente apprezzo, tra l’altro, l’attenzione prestata ai

responsabili di associazione con l’organizzazione di corsi, convegni, per informare sulle

novità sanitarie, scientifiche e non solo, che riguardano il mondo della donazione del sangue

e lo ritengo un ulteriore elemento che qualifica la Fidas.

3. ritengo che abbia avuto una maggiore visibilità e abbia operato una costante sollecitazione

affinché anche con provvedimenti legislativi adeguati vengano sempre più tutelati i donatori

e attuate le norme relative. Anche i protocolli d’intesa stipulati con il Miur e con le forze

dell’ordine sono segnali di una evoluzione della FidAS che si riverbera positivamente sulle

singole federate

4. Mi fa piacere che la mia associazione di appartenenza mantenga la propria autonomia deci-

sionale, consiglierei di promuovere un maggior numero di campagne pubblicitarie e di far “sen-

tire” sempre alle federate la vicinanza del Consiglio direttivo.

Silvano Salvagno Presidente onorario Fidas Verona

non scelsi io la Fidas, ma fu la Fidas che scelse me e mi tenne legato. da allora, ed ancor oggi, dopo

una lunga esperienza di consigliere, vicepresidente e presidente provinciale, sono qui ad esprimere

queste brevi parole per confermare quanto questa indispensabile federazione sia radicata in me.

Ho scritto "indispensabile federazione" non per convenienza ma per convinzione.

Conobbi la Fidas nazionale a metà degli anni '70; ed ebbi modo di conoscerla bene in quanto

avevo frequenti contatti con il carissimo amico Sergio rosa, presidente di un altro Gruppo “il Fran-

cescano”, ma anche presidente nazionale Fidas.

Sergio rosa fu per me una fonte inesauribile di notizie, che svariavano nei vari campi ma con

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Le risposteN O T I Z I A R I O D E L L A F E D E R A Z I O N E I T A L I A N A A S S O C I A Z I O N I D O N A T O R I D I S A N G U E

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al centro sempre la donazione, soprattutto l'organizzazione e la promozione, per svilup-

parne il messaggio trasmettendolo il più ampiamente possibile, evidenziando nel con-

tempo i valori sociali e morali. rosa è stata la mia scuola di formazione, che mi guidò ad

accettare gli incarichi più impegnativi del Gruppo per oltre 20 anni, dei quali gli ultimi 10 da

presidente, fino all'anno 1997. in quegli anni, dal 1982, partecipai praticamente a tutti i Con-

gressi nazionali, assorbendo notizie, esperienze e situazioni delle altre federate; senza una

Federazione come la nostra noi saremmo ancora quel Gruppo locale, attivo sì sul territorio ma

senza alcuna rappresentanza nei posti che contano del volontariato e della sanità.

Ho avuto la fortuna di conoscere bene i presidenti che si sono succeduti: il comm. rosa, il

prof. dario Cravero, e l'attuale dr. Aldo Ozino Caligaris; li ho sempre considerati ottimi pre-

sidenti, con caratteristiche diverse ma idonee per agire al meglio nelle realtà che il passare

del tempo ha presentato. È evidente che persone diverse hanno dato contributi diversi alla

Fidas e al suo sviluppo. Per fare un esempio, spesso il prof. Cravero invitava a promuovere

il nome “Fidas” e in quel periodo la federata di Vicenza decise di chiamarsi “Fidas Vicenza”.

i tre Gruppi attivi a Verona si accordarono per costituire un’associazione unica, che all’una-

nimità venne denominata “Fidas Verona”; era il 30 settembre 1997 ed era la seconda fede-

rata a fregiarsi del nome Fidas. Altre federate poi seguirono questi esempi, ma con ramma-

rico constatiamo che sono ancora poche; fino a che tutte le affiliate non si chiameranno

“Fidas” la federazione avrà una visibilità ridotta. Ma anche le federate saranno penalizzate

perché non riceveranno vantaggi dalla promozione a livello nazionale.

Ho parlato spesso con presidenti incontrati ai Congressi o in altre occasioni; alcuni riten-

gono di perdere un'identità acquisita in tanti anni di attività benemerita con buoni risultati;

pensano che i donatori non si potranno riconoscere in un'associazione con un nome

diverso, “strano” per chi non è addentro al movimento. Certo non si può improvvisare un

tale cambiamento, ci vuole presentazione accurata, persuasione ed esempi concreti dei

benefici che ne potranno derivare. non si perderà nulla a chiamarsi “Fidas”, né donatori

né donazioni, né presenza né immagine; ci vorrà tempo, pazienza e buona volontà e i

risultati arriveranno. Chi non ne è convinto chieda a noi di Verona: la difficoltà di aggre-

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gare i tre Gruppi è stata compensata da risultati neppure pensabili nel 1997; da 14.700 dona-

zioni siamo arrivati a 20.511 con quasi 3.000 donatori in più. Ora la federazione ha una dimen-

sione notevole, più aperta e conscia del suo impegno, più sicura di voler essere il tramite tra

la sanità e l’ammalato, più desiderosa di conoscenza per trasmetterla ai donatori. e qui si

innesta il discorso sui donatori, sulla loro presenza e partecipazione associativa, sulla loro

volontà di appartenenza ad una associazione in primis e ad una federazione che nei fatti li

soddisfi.

Ovvio che dovrò parlare dei donatori di Fidas Verona, con i quali conviviamo nelle esperienze,

nelle attività tipiche della donazione e nelle manifestazioni promozionali. C'è partecipazione in

tutti i campi; come già accennato le donazioni sono aumentate con numeri notevoli, questi

aumenti fanno senz'altro seguito ad uno sviluppo delle presenze sul territorio soprattutto tra i

giovani, ai quali vengono offerte manifestazioni ed incontri informativi a loro graditi ed accet-

tati; ne è prova la partecipazione. un donatore che frequenta ed è informato è più consapevole

del gesto che compie, e l'informazione ricevuta la trasmette ad altri donatori con i quali con-

divide esperienze e vita associativa.

il donatore vede nella sua associazione chiarezza di comportamenti consoni ai dettati dello

statuto, iniziative ai massimi livelli provinciali nello sport, nella cultura, nel divertimento, proiet-

tati alla divulgazione della donazione; il tutto senza alcun vantaggio personale se non quello di

aver ottemperato ad una scelta che si concretizza in una ricchezza morale unica.

L’associazione poi lascia molto spazio alle proposte presentate sia da singoli donatori che da

gruppi locali; tutte vengono considerate e se concorrono al bene comune accettate e divul-

gate. un’altra cosa che i donatori gradiscono è l'accoglienza e la serenità con cui vengono

accolti e la certezza che ogni loro considerazione verrà valutata, e riceveranno una risposta.

Per questo pensiamo che il donatore Fidas sia contento della sua associazione; certo si può

sempre migliorare, ma dobbiamo anche considerare che chi ha responsabilità ai vari livelli è

un volontario che crede in un valore di alto profilo umanitario e si impegna a conseguirlo dedi-

cando tempo, capacità ed energie. Cosa possiamo chiedere di più?

Le risposte

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Le risposteN O T I Z I A R I O D E L L A F E D E R A Z I O N E I T A L I A N A A S S O C I A Z I O N I D O N A T O R I D I S A N G U E

11Anno X - n. 3 - novembre/dicembre 2010

ovEr 70

ANNIdi Pietro Bottino Fidas Genova

1. nel 1950 ho letto un appello della Cri, che all’epoca gestiva l’unica struttura trasfusionale della

nostra provincia, per sensibilizzare i cittadini alla donazione di sangue. Mi sono detto: questa è

una cosa che si può fare. il 23 novembre 1950 ho effettuato la mia prima donazione. ne segui-

ranno altre (88 AdS Genova - 80 AdS Michelin + 2 in trasferta a Lione e Bruxelles) per un totale

di 170. Successivamente mi sono iscritto all’ Associazione Genovese donatori Volontari di San-

gue, che più tardi con la sigla AdSCri (oggi AdS FidAS Genova) parteciperà alla costituzione

della FidAS nazionale. Questo fa capire che, prima in qualità di semplice donatore, poi come

responsabile della propaganda, poi come Vicepresidente associativo, poi come Consigliere

nazionale, poi come Vicepresidente nazionale per 4 mandati, poi come comprimario nella isti-

tuzione del CiViS, poi nella formulazione delle regionali, sono sempre stato in FidAS.

2. da subito ho sostenuto l’importanza di una struttura che a livello nazionale potesse rappre-

sentare e valorizzare l’opera di tante Associazioni presenti sul territorio, con piena autonomia

gestionale, non soggette ad un’impostazione verticistica, con tutti i pro ed i contro che la

stessa comporta. Per quello che mi è stato consentito dalla mia formazione civile, culturale,

giuridica ho offerto sempre una compartecipazione aperta e soprattutto disinteressata. Oggi

il mio giudizio è che la FidAS non rappresenti solo un valore aggiunto, ma sia una necessità

per il mantenimento del miglior equilibrio tra le componenti del Sistema Trasfusionale basato

sull’apporto del nostro Volontariato.

3. Potrei scrivere un capitolo, avendo vissuto la vicenda FidAS dalle origini ad oggi. Mi limiterò

a dire che lo spirito e le ragioni alla base della sua costituzione non sono mutate, ma si sono

semplicemente conformate all’evolversi temporale del nostro impegno. nel tempo si è passati

dal braccio pronto al “cervello” pronto e la FidAS col suo apporto ne è stata protagonista.

4. essere donatore è importante, essere FidAS ci fa sentire migliore degli altri? non credo. È

l’esempio che può aiutare il sistema a migliorarsi. io comincerei col rispetto di tutte le altre

tipologie del nostro Volontariato, aprendo se possibile le porte a quanti rimangono isolati in

un limbo di super autonomia o di soggezione alla parte tecnico-professionale del sistema.

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12

A n t e p r i m A

Prima Giornata Nazionale

Esprimere con entusiasmo ed orgoglio la propriaappartenenza alla Federazione nazionale. Questo loscopo della 1° Giornata nazionale FIDAS, che saràcelebrata il prossimo 28 novembre, in occasione dellaGiornata del Melograno.Deliberata dall’Assemblea nazionale in occasione delCongresso di Fiera di Primiero – Feltre del maggioscorso, la Giornata FIDAS vuole essere una sorta diatto di amore delle Associazioni federate nei confrontidella propria Federazione, ma anche un mezzo perconseguire tutte assieme una maggior visibilità suimezzi di comunicazione.Come ben sanno tutti i donatori, non si parla mai asufficienza di donazione di sangue, e per comunicarecon maggior efficacia la comune appartenenza allaFIDAS, tutte le associazioni sparse sul territorionazionale useranno, in questa occasione, lo stessologo per promuovere le proprie iniziative di sensibi-

lizzazione al dono del sangue. Il clou dell’iniziativa è previsto a Verona, dove la federatalocale ha organizzato un “Flash Mob” sulla scalinata delPalazzo della Gran Guardia, proprio davanti all’Arena. Oramai di moda fra i più giovani, i Flash mob sonomobilitazioni improvvise di gruppi di persone, che, inuno spazio pubblico, mettono in pratica un’azionegeneralmente insolita per un breve periodo di tempo,per poi disperdersi rapidamente. Organizzati attraversointernet o telefono cellulare, le regole dell’azione vengono,di solito, illustrate ai partecipanti pochi minuti prima chel'azione stessa abbia luogo.Nel nostro caso, il senso dell’iniziativa è legato alladomanda “Cosa succederebbe se noi donatori ci fer-massimo nella nostra opera di solidarietà?”. Tutte leAssociazioni federate sono state invitate a prenderespunto da questa iniziativa per richiamare, il più possi-bile, l’attenzione dei cittadini su questo quesito, che in

“COSA SUCCEDEREBBE SE NOI DONATORI CI FERMASSIMO NELLA NOSTRA OPERA DI SOLIDARIETÀ?”.

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A n t e p r i m A

Anno X - n. 3 - novembre/dicembre 2010 13

tanti continuano, troppo allegramente, a glissare. AVerona, i circa 500 partecipanti al Flash Mob si fer-meranno per circa cinque minuti per richiamarel’interesse dei passanti. Simile iniziativa verràproposta anche ad Aosta. Altre iniziative sono in corso di organizza-zione in tutta Italia. A Bari, il Comuneha messo a disposizione della Federa-zione Pugliese Donatori Sangue il teatro“Piccinni” per una serata all’insegnadella musica lirica e del tango. Ilsoprano Luisella De Pietro ed il tenore

Leonardo Gramegna si esibiranno nei più celebriduetti del panorama operistico; mentre il “Tan-

gos Duo” ed i ballerini Tommaso e PaolaBattaglia proporranno i più bei tanghi di

Astor Piazzola e della tradizione argen-tina. Nella stessa serata sarà conse-gnato a Gustavo Delgado, di Tele-norba, il Premio della FIDASPuglia “Un amico della comunica-zione” 2010.

Massimo Angeli

FIDAS MILANO ONLUS VINCE IL PREMIO ISIMBARDILa sezione di Paullo della FidasMilano Onlus ha festeggiato il suocinquantesimo anniversario il 19settembre scorso. A rappresentarela Fidas nazionale il Presidente AldoOzino Caligaris che si è congratu-lato per la costante attività svolta.La Fidas Milano Onlus, con lesezioni di Paullo, Peschiera Borro-meo e rozzano, è stata recente-mente insignita dalla Pro-vincia di Milano con lamedaglia d’oro del Premioisimbardi in occasione dellaGiornata della ricono-scenza su proposta dalconsigliere ProvincialeMassimo Gatti. un impor-tante riconoscimento adun’associazione che svolgedal 1959 (a Paullo dal 1960)un’attività meritoria di assi-stenza verso chi soffre ed èin pericolo di vita. «Ledonatrici e i donatori – ha

dichiarato Massimo Gatti – rappre-sentano un esempio di gratuità e diabnegazione non solo per il mondodel volontariato, ma per tutta lasocietà e per le istituzioni, in un’e-poca in cui i valori dell’etica pub-blica anche nella sanità, sonospesso, purtroppo, schiacciati sottoil tacco del malaffare».«La Fidas Milano Onlus donatori

sangue - si legge nelle motivazionidel Premio riportate nell’albo d’o-nore - nasce nel 1959 come asso-ciazione lombarda autonoma dona-tori di sangue. da associazioneoperante solo nel Comune diMilano, con diversi gruppi aziendali,è gradualmente cresciuta fino adavere delle sezioni a Paullo,Peschiera Borromeo e rozzano.

La convinzione iniziale,che tuttora anima l’as-sociazione. è che il san-gue va donato diretta-mente dove è necessa-rio: negli ospedali. Perché la donazionedi sangue è un attod’amore verso ilnostro prossimo chesoffre e consiste neldare una piccola partedi se stessi per sal-vare una persona inpericolo di vita».

Riceve il premio Sergio Lombardi (a destra nella foto),

già Presidente della Fidas Milano recentemente scomparso.

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s c i e n Z e

Prima donazione diretta o donazione differita?

PREMESSALa sicurezza del donatore e del paziente è il primoobiettivo della medicina trasfusionale che si attuaattraverso processi coordinati e normati, che com-prendono, tra le altre cose, l’accurata selezione deldonatore, l'esecuzione dei test di validazione biolo-gica, l'emovigilanza (Legge 219/2005).

La procedura della prima donazione differita (o pre-donazione) consiste nel limitare il primo contattocon l'aspirante donatore ai controlli clinici, emato-chimici e strumentali, rinviando la donazione ad unmomento successivo alla dichiarazione di idoneità.

La scelta di applicare o meno la predonazione è pre-rogativa di ogni struttura trasfusionale, nell'ambitodelle responsabilità e modalità operative da seguireper la selezione del donatore. Gli standard attuali(Standard SIMTI, 2a edizione, 2010, sezione B.2.2)definiscono che sia auspicabile mantenere il dona-tore in attesa per un periodo definito prima dieffettuare la donazione. Per quanto riguarda ilperiodo di differimento si raccomanda che siaragionevolmente bilanciato fra l'esigenza di mante-nere elevata la motivazione al dono dell'aspirantedonatore e l'opportunità di ridurre il rischio biolo-gico associato ai periodi finestra delle infezionipotenzialmente trasmissibili.

In termini pratici, la situazione italiana si presentaassai eterogenea sia su base inter- che intra-regio-nale: circa il 50% dei Servizi Trasfusionali ricor-rono sistematicamente alla predonazione, altri laapplicano solo in riferimento a specifiche situazioniepidemiologiche, altri ancora avviano tutti i candi-dati alla prima donazione diretta.

DEFINIZIONE DEL PROBLEMALa discussione tra i sostenitori e i detrattori della predona-zione è ampia e verte su alcune considerazioni preliminari:

A favore della predonazione:la prevalenza di infezione da HBV, HCV e HIV èsuperiore nei donatori al primo accesso rispetto aquelli periodici

un periodo di differimento di due mesi copre la fasefinestra di tutti i 3 virus per i quali è obbligatoria laricerca diretta e indiretta ad ogni donazione

l’esecuzione di tutti gli esami (non solo sierologici)prima della donazione consente di formulare un giudi-zio di idoneità basato anche su di essi, evitando che sidebba giudicare a posteriori inidoneo un individuoche si è già fatto donare

Contro la predonazione:il rischio che il donatore si trovi nel periodo finestranon è mai annullato così che ogni donazione puòessere a rischio

l’utilità di fare uno screening preventivo dei donatoriè più utile in realtà epidemiologiche con alti tassi diprevalenza infettiva; in Italia si costringono molte per-sone al doppio prelievo per evidenziare un numerostatisticamente piccolo di infetti

il rinvio della prima donazione può demotivare idonatori, soprattutto in aree metropolitane dove sonomaggiori i disagi per raggiungere il centro trasfusionale

RISULTATI E DISCUSSIONEPur essendo un problema ampiamente dibattuto, mancauna solida letteratura che stabilisca delle forti evidenze asostegno dell'una o dell'altra posizione.

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Dati Centro Regionale Sangue LombardiaUno dei più recenti e interessanti contributi èstato presentato al 39° Convegno della Società Ita-liana di Medicina Trasfusionale (SIMTI, Milano,9-12 giugno 2010) dal gruppo del Dr. ClaudioVelati (Baruffi L, Fomiatti L, Macchi L, Rossi D,Miceli A, Velati C. Donazione differita e sicurezzatrasfusionale, Blood Transfus 2010; 8 (suppl.2):ABS076).Nella Regione Lombardia la predonazione vieneapplicata in circa l'80% delle strutture trasfusio-nali. Il sistema regionale di sorveglianza per lemalattie trasmissibili rileva l'andamento deimarcatori sierologici e molecolari di infezionedistinguendo 4 tipologie di donatore: aspirantedonatore (A), nuovo donatore da donazionedifferita (NDD), nuovo donatore da donazionenon differita, o diretta (NDND), periodico (P).L’analisi dei dati raccolti tra il 2001 e il 2008 siriferisce a 4.328.454 determinazioni: comeatteso la gran parte degli accessi ai servizi trasfu-sionali è rappresentato dai donatori periodici(3.936.680, pari al 91% del totale delle deter-minazioni). I “nuovi accessi”, ossia A, NDD eNDND sono complessivamente 391.774(figura 1).La prevalenza di positività sierologica per i mar-catori virali testati risulta diversa nei 4 gruppi:

211.628casi

154.874casi

55.272casi

15Anno X - n. 3 - novembre/dicembre 2010

N O T I Z I A R I O D E L L A F E D E R A Z I O N E I T A L I A N A A S S O C I A Z I O N I D O N A T O R I D I S A N G U E

Donatori nuovi da donazione differita

Donatori nuovi SENZA donazione differita

Aspiranti donatori

Distribuzione dei “primi accessi” nei servizi trasfusionali dellaRegione Lombardia nel periodo 2001-2008.

n. determinazioni casi positivi* %

Aspiranti donatori 211.628 938 0.44

Donatori nuovi da donazione differita 154.874 15 0.01

Donatori nuovi da donazione non differita 55.272 189 0.34Donazioni periodiche 3.936.880 384 0.01

* n° di individui positivi per HBV, HCV. HIV e/o sifilide (un soggetto può essere portatore contemporaneo di più di un'infezione)

Nel periodo 2003-2008 è stata anche calcolata la percentualedi donatori che si sono ripresentati al Centro Trasfusionale,sia per gli A che per i NDND (figura 2).

Questi dati sembrano incoraggiare la pratica della predo-nazione per due motivi:

la frequenza di riscontro di marcatori positivi neinuovi donatori senza differita (0.34%) è oltre 30 volte

maggiore rispetto a quella nei donatori che hannoeffettuato la predonazione (0.01%)

per quanto controintuitivo, la percentuale di ritornodegli aspiranti è del 72.8%, a fronte del 29.9% dirientro per i donatori che hanno praticato la primadonazione diretta, il che significa che la predonazionenon inficia la possibilità di fidelizzare il candidatodonatore

D’altra parte chi non è favorevole alla predonazione rilevache la scelta di praticare la donazione differita ha consen-tito di evitare a meno di 1.000 potenziali donatori suoltre 200.000 di effettuare una donazione che poi sarebbestata comunque scartata: in altre parole, è effettivamentevantaggioso (in termini economici, logistici, di sicu-rezza...) obbligare al duplice accesso 199.000 persone perevitare che 1.000 effettuino un'inutile donazione di san-gue? Inoltre 15 donatori che erano risultati negativi ai test

f i g u r A 1

Page 16: Noi in FIDAS - 2010/03

sierologici al momento della predonazione risultano posi-tivi alla loro prima donazione, il che conferma che, se purcon percentuali significativamente più basse, la “screma-tura” della predonazione non è completa.

Dati SIT Ospedale San Martino (Genova)Una diversa esperienza è riportata dai colleghi dell'Ospe-dale “San Martino” di Genova, su una casistica relativa alloro centro e riferita all'anno 2009 (Dr. Paolo Strada,comunicazione personale).Nella realtà genovese tutti i donatori vengono avviati allaprima donazione diretta. Anche in questo caso la preva-lenza dei pazienti positivi per la ricerca dei marcatorivirali è diversa tra le prime donazioni e le successive:

n. determinazioni casi positivi* %

Donatore nuovo da donazione non differita 5.161 35 0.67Donatore periodico 8.245 14 0.17

* n° di individui positivi per HBV, HCV. HIV e/o sifilide (un soggetto può essere portatore contemporaneo di più di un’infezione)

La frequenza di riscontro di pazienti con sierologiapositiva alla prima donazione è significativamentediversa a seconda che si considerano donatori italiani oprovenienti da paesi esteri (figura 3).I dati di Genova confermano che l'incidenza di positi-vità sierologica è più alta nei soggetti che effettuano ladonazione diretta rispetto ai donatori periodici, ma laforbice appare meno ampia rispetto ai dati della Lom-bardia. Risulta inoltre che nella popolazione dei dona-tori non italiani l'incidenza di infezioni virali è oltre 10volte superiore rispetto alla popolazione italiana. Par-tendo da questa osservazione, potrebbe essere ragione-vole applicare dei criteri di selezione differenziali, chetengano conto ad es. della situazione epidemiologica delPaese di provenienza del candidato donatore, oltre allasua storia clinica (da quanti anni in Italia, quanti rientriha fatto nel suo Paese, per quanto tempo...). L'applica-zione di criteri differenziali per la selezione del dona-tore in base a dati geografici si applica d'altra parteanche per altre condizioni (vedi recenti epidemie daWest Nile Virus).

s e g u e s c i e n Z e

16

100

90

80

70

60

50

40

30

20

10

0

AspirantiDonazioni

diretteTornano a donare

Tornano a donare

141.000

102.743

38.674

11.562

f i g u r A 2

Percentuale dei donatori (A o NDND) che si ripresentano per donare nei servizi trasfusionali della Regione Lombardia nel periodo2003-2008.

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CONCLUSIONI E PROBLEMI APERTILa trasfusione del sangue è un atto medico che oggi sipuò considerare sostanzialmente sicuro. I sistemiregionali di emovigilanza hanno fornito in questi annidati epidemiologicamente interessanti, ma molti dipiù sono attesi nel prossimo futuro, stante la recenteattivazione del sistema nazionale di emovigilanza attra-verso il programma SISTRA.

L'analisi dei dati, sia raccolti su larga scala che su espe-rienze monocentriche, dimostra che il rischio di trasmis-sione di infezioni virali è a livelli trascurabili, ed è larga-mente inferiore a quello percepito dalla popolazionegenerale (vedi intervento del Dr. Aprili, in questo stessonumero); tuttavia, una quota assai consistente di risorseviene destinata a prevenire questo specifico rischio.

Non ci sono evidenze a favore o contro la pratica dellapredonazione, ovvero manca la dimostrazione cheattraverso la predonazione si riduca ulteriormente unrischio che probabilmente non può essere ulterior-mente limato. Ciò che i numeri testimoniano è che lapratica della predonazione impedisce che un certonumero di unità di sangue vengano inappropriata-mente donate, non già che vengano trasfuse. Il rischiodi far donare una persona portatrice di malattie tra-smissibili col sangue è piuttosto uniforme in tutte lerealtà italiane (da 0.4-0.5% per donatori alla primadonazione a 0.1-0.001% per donatori periodici).

Va ribadita la necessità di svolgere adeguate indaginianamnestiche e di approfondire con esami preventivi

in alcune situazioni epidemiologiche particolari (ad es.donatori non vaccinati per HBV, donatori stranieri).Inoltre un'informazione corretta ed esaustiva di ognidonatore prima di accedere alla donazione aumente-rebbe la consapevolezza del gesto e offrirebbe la possi-bilità dell'autoesclusione.

D'altra parte, se è discutibile l'utilità della predona-zione in termini di riduzione del rischio infettivo, nel-l'epoca della NAT PCR, va considerato che tale pra-tica serve a dare un giudizio di idoneità basato nonsolo su elementi clinico-anamnestici ma anche labora-toristico-strumentali, riducendo molto il rischio di fardonare direttamente un individuo che poi si scopranon idoneo a protezione della sua stessa salute.

L'impatto della predonazione sulla fidelizzazione deldonatore sembra essere quanto mai eterogeneo: inLombardia la pratica della donazione differitaaumenta la probabilità che il donatore torni unaseconda volta, mentre il contrario accade in altreregioni, come il Friuli e il Lazio (comunicazioni per-sonali).

Queste differenze riflettono reali diversità regionali sottoil profilo organizzativo, logistico, di mentalità? Il nostrocompito di Federazione è quello di rispettare le autono-mie locali (peraltro previste dagli standard professionali) orichiedere un'applicazione il più possibile uniforme delleprocedure sul territorio nazionale? Il dibattito è aperto...

Prof.ssa Gabriella Girelli Dr. Massimiliano BonifacioPresidente Comitato Consigliere Nazionale FIDASMedico Scientifico FIDAS e Comitato M. Scientifico FIDAS

N O T I Z I A R I O D E L L A F E D E R A Z I O N E I T A L I A N A A S S O C I A Z I O N I D O N A T O R I D I S A N G U E

17Anno X - n. 3 - novembre/dicembre 2010

13.200 determinazioni

33 casi positivi (0.25%)

donatori italiani donatori stranieri

16 casi positivi (8%)

201 determinazioni

f i g u r A 3

Percentuale di donatori positivi per i marcatori sierologici virali tra donatori italiani e stranieri (sono considerati insieme i nuovidonatori e i donatori periodici in ciascun gruppo), presso l'Ospedale San Martino di Genova, anno 2009.

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18

A t t u A l i t à

La SICUREZZA inmedicina trasfusionale

La trasfusione del sangue è un tra-pianto allogenico e come tale è pra-tica medica gravata da una intrin-seca, ineliminabile componente dirischio.In un processo di valutazione delrischio trasfusionale possono essereindividuati diversi momenti dirischio potenziale e diversi attori sucui focalizzare l’attenzione in rap-porto alle diverse fasi del processotrasfusionale:

rischi di patologie trasmissibililegati al donatore;

rischi collegati alla raccolta delsangue;

rischi collegati alla lavorazione/con-servazione del sangue;

rischi collegati al processo di quali-ficazione biologica;

rischi collegati alla richiesta/asse-gnazione del sangue;

rischi collegati alle interazioni ditipo immunologico tra ricevente eunità trasfusa;

rischi collegati alla situazione cli-nica del paziente.

La misurazione di questi rischi è dif-ficile.La risposta ad oggi più concreta in

questo ambito è stata data dalla crea-zione di sistemi di emovigilanzabasati sulla metodologia della segna-lazione degli eventi/reazioni avverseche, pur con evidenti limiti metodo-logici, si sono rivelati strumenti pre-ziosi sia per la misurazione del rischiotrasfusionale nel suo complesso, siaper l’analisi delle singole fattispecie dirischio, consentendone una sufficien-temente chiara gerarchizzazione, utileper una strategia complessiva dellagestione del rischio trasfusionale.Sulla base delle evidenze raccolte contali metodologie, integrate, perquanto riguarda la misurazione delrischio di trasmissione di malattievirali, da quantificazioni indirette sti-mate sulla base delle caratteristicheepidemiologiche delle diverse popola-zioni di donatori, è possibile oggiaffermare che la trasfusione è praticamedica sostanzialmente sicura, e che,nell’ambito dei rischi ad essa corre-lati, un peso preponderante lo gio-cano gli errori. Al di là dell’errore, èdi sicura rilevanza il rischio immuno-logico; meno rilevanti, anche se degnidi nota, appaiono i problemi correlatialla contaminazione batterica dell’u-nità. Pressoché trascurabili risultano irischi correlati alla possibile trasmis-

DALLA CRONACA:TORINO, UNA TRASFUSIONE ERRATA

Una donna di 76 anni viene rico-verata lo scorso 4 settembre all’O-spedale Molinette per difficoltàrespiratorie e un’anemia cronicaacuta. Nella stessa giornata vienesottoposta a trattamento farmaco-logico e a trasfusione di emazie.Ma in serata, causa l’aggravarsidelle condizioni, si rende necessa-rio il trasferimento nel reparto dianestesia e rianimazione. Qui,nonostante tutti i tenativi deimedici per salvarla, la donnamuore nella notte del 6 settembre.Tra l’incredulità generale, comin-ciano subito a circolare voci di unpossibile scambio di sacche di san-gue, al punto che già il giornodopo, Ignazio Marino, presidentedella Commissione d'inchiesta sulServizio Sanitario Nazionale,annuncia l'invio dei NAS per veri-ficare quanto accaduto alle Moli-nette, l’ospedale più grande delPiemonte.I sanitari del nosocomio condu-cono una rapida inchiesta interna,e da questa emerge un errore nelleprocedure di identificazione delpaziente. Sarà, comunque, l’autop-sia a stabilire se c’è stato un rap-porto causa-effetto tra la trasfu-sione sbagliata e la morte delladonna, le cui condizioni clinichesembra fossero già fortemente com-promesse. Sul caso sta indagando la Procuradi Torino.

(M. A.)

Negli ultimi mesi la cronaca ha purtroppo registrato casi di errore umano riscontrati nelle procedure di trasfusione. Come è potuto accadere? Riteniamo utile riproporre in chiave scientifica, nell’articolo che segue, il tema fondamentale (e purtroppo quanto mai attuale) della sicurezza trasfusionale.

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sione di agenti virali. La strategia di gestione del rischio perseguita in questiultimi anni a livello nazionale ed internazionale non è statacoerente con tali osservazioni e si è indirizzata su percorsiin cui il rischio percepito ha giocato un ruolo talvolta pre-ponderante rispetto a quello del rischio reale.Il cosiddetto scandalo del sangue infetto e la trasmissionetrasfusionale di HIV e HCV a migliaia di pazienti in tuttoil mondo, negli anni ’80, hanno segnato tragicamente lecoscienze della società civile internazionale. Gli studi piùrecenti al riguardo del rischio percepito in ambito trasfusio-nale concordano nel sottolineare che il timore di contrarrel’HIV o comunque una grave infezione rimane oggi lamaggior preoccupazione di chi deve ricorrere alla terapiatrasfusionale e che il rischio di contrarre infezioni per il tra-mite di una trasfusione è largamente sovrastimato.Questa percezione ha pesantemente influito sulle politichedel risk management trasfusionale, sia per quel che riguardal’allocazione di risorse, sia per quel che riguarda la gerar-chizzazione degli interventi, in questo modo sollevando lecritiche di chi da un lato ha paventato l’utilizzo impropriodi risorse per prevenire rischi trasfusionali del tutto ipote-tici trascurando di affrontare rischi reali connessi ad altrisettori della sanità, e dall’altro di chi ha manifestato per-plessità per l’utilizzo di risorse finalizzato alla riduzione dirischi già minimali (quelli legati alla trasmissione di malat-tie) sottovalutando invece altri rischi trasfusionali altret-tanto gravi e più frequenti (quelli legati all’errore).All’interno di questo scenario va collocato oggi il comples-sivo problema della sicurezza in Medicina Trasfusionale:

diventano chiare le motivazioni che stanno alla base dellescelte operate in questi anni per la gestione del rischio tra-sfusionale e diventano altresì evidenti le linee portanti perl’implementazione di un progetto di gestione e minimizza-zione del rischio nella nostra Disciplina.Sicuramente la trasfusione è pratica medica caratterizzatada elevati livelli di sicurezza, altrettanto sicuramente larichiesta di sicurezza in ambito trasfusionale è fra le esi-genze prioritarie che emergono dalla Società civile.Di conseguenza miglioramenti della sicurezza trasfusionaledovranno essere perseguiti, e lo dovranno essere in tutte lefasi del processo trasfusionale : sia in quelle fasi che le evi-denze scientifiche indicano come oggettivamente più arischio, sia in quelle che la Società civile vive come piùrischiose.Innanzitutto sarà dunque doveroso focalizzare attenzione erisorse sulla prevenzione dell’errore medico e amministra-tivo che rappresenta oggi la maggior causa di eventi avversipotenzialmente rilevanti da un punto di vista clinico. In secondo luogo attenzione e risorse dovranno esserededicate ai problemi connessi al rischio immunologico.Da ultimo, non minore attenzione dovrà essere dedicataalla prevenzione del rischio infettivo: sicuramente per con-tinuare a tenere a livelli minimali i rischi correlati ai virusdi più grande impatto trasfusionale; ancor più per proteg-gere l’approvvigionamento di sangue dalla comparsa dipatogeni nuovi, riemergenti, migranti, che potrebberoradicalmente mutare gli attuali quadri epidemiologici.

Dott. Giuseppe ApriliPresidente Nazionale S.I.M.T.I.

19Anno X - n. 3 - novembre/dicembre 2010

N O T I Z I A R I O D E L L A F E D E R A Z I O N E I T A L I A N A A S S O C I A Z I O N I D O N A T O R I D I S A N G U E

La SICUREZZA inmedicina trasfusionale

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20

i n i Z i A t i v e

La vita è musica, il sangue è vitaMusicanelsangue.it: AL VIA LA TERZA EDIZIONE DEL PROGETTO PROMOSSO DA AVIS, FIDAS E ABVS VENETO

Dopo il successo delle scorse edizioni di Musica nel Sangue ètutto pronto per la partenza del nuovo progetto, rivolto a tuttigli appassionati di musica. Promosso dal Fondo Interassocia-tivo del Veneto con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani sultema della donazione, il progetto è curato da HEADS COL-LECTIVE, realizzato con il patrocinio della Regione Venetoe coordinato da FIDAS Veneto. Musica nel Sangue si svi-luppa in 2 progetti: School Contest e Showcase.

Musica nel Sangue School Contest è un progetto forma-tivo proposto a tutte le classi degli Istituti Superiori delVeneto. Obiettivo del progetto è sensibilizzare i giovani sultema della donazione del sangue, e, in un’ottica di piùlungo termine, promuovere la cultura della solidarietà edel coinvolgimento diretto.School Contest utilizza la musica come veicolo per portarevalori positivi e per creare forti momenti di condivisionee di scambio tra i ragazzi provenienti da diversi istitutidella Regione. È una gara tra musicisti e gruppi scolastici,che potranno concorrere in 3 diverse categorie: musica ori-ginale, musica cover, musica originale a tema solidarietà.

School Contest si svolge in 4 fasi. Fase di presentazione live(entro il 28 febbraio 2011): tutte le scuole dovranno organizzareun concerto scolastico interno di presentazione dei ragazzi ingara. Fase di caricamento video online (dal 30 ottobre 2010 al31 marzo 2011): i video delle esibizioni andranno caricate sulportale musicanelsangue.it nell’apposita sezione dedicata allascuola iscritta di appartenenza.Fase di votazione online: con 2 giu-rie. La giuria popolare che potràvotare dal 30 ottobre al 31 marzo2011 ed eleggerà 6 brani finalisti. Lagiuria di qualità che potrà votare dal1° aprile 2011 al 15 aprile 2011 edeleggerà altri 18 brani finalisti. Fasefinale live: i finalisti si esibiranno conil brano scelto dalla giuria. Il con-certo designerà il vincitore per ogni

categoria sulla base del voto espresso dalla giuria di qualità.I partecipanti vinceranno la possibilità di vivere un’esperienzacoinvolgente; di esprimere la propria passione per la musica;di farsi notare dai propri coetanei e da una giuria di qualitàcomposta da giornalisti, critici musicali e professionisti dellamusica. Si vince soprattutto l’occasione di riflettere sull’impor-tanza del dono e della solidarietà. Tutti i finalisti faranno parte del CD compilation Musica nelSangue 2011. Le scuole vincitrici di ogni categoria vincerannoun buono d’acquisto del valore di 1.000 € da spendere inattrezzature didattiche. Il migliore di ogni categoria vincerà lapossibilità di un’esibizione in uno dei locali più trendy dell’e-state o durante un festival musicale estivo in via di definizione.I primi 3 classificati di ogni categoria saranno il volto dellanuova campagna della quarta edizione di Musica Nel San-gue. Tutti i classificati della categoria solidarietà vincerannoanche dei biglietti per assistere ai migliori concerti dell’e-state 2011.Musicanelsangue.it consta anche dell’iniziativa Showcase, con-test musicale aperto a tutte le band italiane che vogliono farsiconoscere. I singoli artisti o gruppi hanno tempo fino al 31marzo 2011 per caricare la propria musica sul portalewww.musicanelsangue.it. La votazione popolare e la giuria diqualità decreteranno il miglior gruppo, che avrà la possibilità diesibirsi come headliner alla finale di School Contest.

per info:Segreteria FIDAS Veneto (lun-ven 9 -12.30)Alessandra Grigoletto Tel.049 99 15 554 int. 235 or Cell. 345 325 88 80email: [email protected]

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21Anno X - n. 3 - novembre/dicembre 2010

N O T I Z I A R I O D E L L A F E D E R A Z I O N E I T A L I A N A A S S O C I A Z I O N I D O N A T O R I D I S A N G U E

lA riflessione: FIDAS OSPITE A UNO MATTINA

Passare il proprio compleanno in diretta sulla RAI? Chi l’a-vrebbe mai detto? Eppure lo scorso 17 agosto la sottoscritta,in veste di Coordinatrice Nazionale Giovani Fidas (nata perl’appunto il 17 agosto di 25 anni fa) insieme ad Aldo OzinoCaligaris (Presidente Nazionale Fidas) siamo stati o-spitinegli studi Rai dove si registrava il programma “Uno Mat-tina…Estate” per una diretta TV durante la quale avremmoavuto modo di parlare della donazione del sangue e dellarelativa emergenza estiva.Un passaggio “breve”, potrebbe pensare qualcuno, tuttaviaimportante e difficile da ottenere. Quando si realizzano talipossibilità solo chi “sta dietro alle quinte” conosce bene ledifficoltà incontrate per ottenere spazi simili. Grazie alnostro ufficio stampa e ad iniziative come la Traversatadello Stretto e al rapporto realizzato con il Censis abbiamoavuto, e abbiamo tutt’ora, nuovi strumenti che “ci rendonointeressanti” ai media. Siamo infatti consci della poca visibi-lità mediatica che caratterizza il mondo del volontariato e inparticolar modo il settore in cui operiamo: “non fate noti-zia” si sente spesso dire. Oggi infatti l’attenzione si focalizzainnanzitutto su stragi/sesso/scoop.E invece, con breve preavviso, ci siamo catapultati in tra-smissione per far sentire la nostra voce, la voce della FIDASe di tutti i donatori che rappresentiamo.Le critiche e le obiezioni non sono mancate: il 17 agosto èin pieno periodo estivo, caratterizzato da ferie e gente fuoricasa, siamo andati in onda alle 7.45 del mattino, un orariomattiniero, etc etc.Osservazioni del tutto lecite ma dietro le quali si celano datie feed-back utili da conoscere: innanzitutto la fascia oraria7.00-8.00 risulta, secondo gli indici di ascolto ufficiali,essere la più seguita anche d’estate. E in secondo luogo, manon per importanza, è la risonanza mediatica che ha seguitola diretta TV che ci ha inoltre permesso di raggiungere altriimportanti risultati. Come? Attraverso internet e i nuovisocial-network quali ad esempio facebook!Qualche ora dopo la trasmissione infatti, la video-replica èstata pubblicata su facebook e la risonanza e la diffusioneraggiunta tramite tale mezzo è stata…INDESCRIVIBILE.Come giovane non dovrei stupirmi del fenomeno, sono abi-

tuata alle nuove tecnologie ed i nuovi mezzi di comunica-zione, eppure ho appreso delle nuove convinzioni. Pur-troppo il mondo dei giornali, dei volantini, dei comunicatistampa, etc sta scivolando nell’ombra dei pc, di internet edei nuovi social-network, un mezzo di comunicazionetroppo importante e diffuso per essere ignorato o sottovalu-tato. Se è vero che l’esperienza insegna, quanto sopradescritto è la prova visibile per tutti: è bastato un “clik”e lavideo-intervista è giunta nelle case di migliaia di italiani,giovani e non, in Italia o all’estero (internet è visibile in ogniparte del mondo). E per giorni e giorni è rimbalzata la noti-zia della FIDAS su “Uno Mattina”e il messaggio cheabbiamo voluto trasmettere. Personalmente ho visto amici,lontani dal mondo della donazione, vedere il video, convin-cersi dell’importanza del messaggio trasmesso e contribuirnealla diffusione ( ...è, davvero importante, è anche andato in Tv!clik). Quale miglior risultato potevamo attenderci?

valentina Massa

Se il dono va… in onda

Page 22: Noi in FIDAS - 2010/03

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) giudicache la raccolta di 40 sacche di sangue per mille abitantisia idonea a garantire l’autosufficienza di un territorio. InEmilia-Romagna si raccolgono oltre 60 sacche per milleabitanti. La regione ha sempre mostrato una differenzapositiva tra raccolta e utilizzo di sangue e ha contribuito,e tuttora contribuisce, all’autosufficienza nazionale. Nel-l’anno 1999 abbiamo “esportato” nelle altre regioni ben19.826 sacche di globuli rossi. Negli anni successivi ilquantitativo di sangue trasferito ad altre regioni è progres-sivamente diminuito sino a 3.382 sacche nel 2009. Per il2010, considerando che al 30 giugno le sacche “ecce-denti” sono state 688, la proiezione alla fine dell’anno ciindica un surplus tra raccolta e impieghi ancora inferiore.Nell’intervallo di tempo 1999-2009 la raccolta ha avuto

un andamento positivo (con l’eccezione del 2007 a causadella diffusione del virus dalla Chikungunya), passandoda 224.038 sacche nel 1999 a 248.621 nel 2009, con unaumento del 9,88%. Nello stesso periodo, però, i con-sumi all’interno della regione hanno avuto un aumentopiù consistente (+19,66%), passando da 198.057 sacchedel 1999 a 246.530 del 2009. Quali sono le cause che hanno portato una regione “ecce-dente” ad essere (quasi) non più autosufficiente? La mag-gior “causa” (ma si tratta di un elemento positivo) è unasanità regionale di eccellenza, di cui siamo fieri, ma checomporta una notevole migrazione dalle altre regioni. Un altro fattore rilevante è l’invecchiamento della popo-lazione. Basti pensare che il 70% del sangue è utilizzatoper la popolazione con oltre 70 anni. L’indagine Censis,

su commissione della Fidas, ha evidenziato che l’Italia èun paese che invecchia. Pertanto, nei prossimi annidiminuiranno i donatori, mentre avremo un aumentodegli ultra settantenni. Contrariamente a quanto gene-ralmente si pensa, il maggiore utilizzo del sangueavviene oggi nei reparti medici rispetto a quelli chirur-gici. Precisamente, in Emilia-Romagna viene utilizzatonei reparti medici il 60% del sangue. Quali azioni ed iniziative è possibile intraprendere perfavorire l’autosufficienza regionale e contribuire a quellanazionale?Vi è la necessità, qualora ci fossero degli sforamenti, diricondurre il consumo di sangue all’interno dei proto-colli previsti per la tipologia di malattia e/o di inter-vento. Il punto non è solo la giusta l’applicazione deiprotocolli, ma anche l’adozione di comportamenti cheriflettano la consapevolezza che la disponibilità di san-gue non è infinita. Bisogna prendere atto della realtàdiversa che stiamo vivendo: siamo in un periodo di unforte aumento dell’utilizzo di sangue a fronte di unaumento inferiore delle donazioni. Un’altra possibile iniziativa potrebbe essere il renderemaggiormente confortevoli i punti di raccolta, attraverso,

2

1,8

1,6

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1,2

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0Piacenza Parma Reggio E. Modena Bologna Ferrara Ravenna Didi

f i g u r A 1 Indice di donazione di sangue intero

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Z o o m

Emilia-Romagna: una regioneche si avvia a diventare nonautosufficiente?

indice di donazione

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ad esempio, l’installazione di impianti di condizionamento, larealizzazione di sale d’attesa e di ristoro maggiormente acco-glienti e la predisposizione di posti auto riservati ai donatori.Inoltre, programmare diversamente l’organizzazione dei cen-tri di raccolta con l’apertura anche in alcuni pomeriggi dellasettimana potrebbe risultare efficace. Occorre che siano messia disposizione maggiori fondi da parte della sanità regionaleper effettuare i miglioramenti sopra descritti e per intensifi-care le campagne pubblicitarie. In Emilia-Romagna la mag-gior parte dei fondi messi a disposizione dallo Stato per l’at-tuazione del d.lgs. 208/2007 sono stati accantonati in vista diinterventi atti a migliorare la logistica dei punti di raccolta. Come evidenziato in precedenza, i dati su raccolta e utilizzo disangue al 30 giugno di quest’anno suggeriscono che a fineanno la regione rischia di non avere più l’autosufficienza.Infatti, al 30 giugno, mentre la raccolta è in crescita dell’1,5%,l’aumento delle trasfuse è del 2,9%. Analizzando, però, i datiprovincia per provincia, riscontriamo differenze che ci indu-cono a considerare la nostra regione non come un insiemeomogeneo, bensì come un’area caratterizzata da notevoli dif-ferenze tra province. L’indice di donazione è pari a 1,28 nelleprovince di Parma e Ravenna, 1,2 a Modena, mentre a Bolo-gna l’indice è 1,85 e a Ferrara circa 1,83. La media regionaleè di 1,5 donazioni annuali per donatore (Fig. 1).Anche considerando la percentuale dei donatori sulla popola-zione, sia quella totale sia quella “pesata” (popolazione tra i 18 edi 65 anni), si rilevano notevoli differenze tra le provincie (Fig. 2).Un ulteriore fattore da considerare è la programmazione alivello nazionale e regionale: agli inizi del 2009 quasi tutte leregioni si sono dichiarate autosufficienti e c’era difficoltà atrasferire le nostre eccedenze. A distanza di un anno siamo inuna situazione completamente opposta: non siamo più auto-sufficienti non solo in regione ma nel paese. Perché questo?È un problema di mancanza di programmazione? O, più pre-cisamente, è un problema derivante da una programmazione,che non si basa sulla consapevolezza delle diverse realtà regio-nali, differenti da quelle sino ad ora ipotizzate? Il sangue non è un prodotto che esce da una fabbrica, a cui,a fronte di una maggiore necessità, basta chiedere di aumen-tare la produzione. Il sangue si dona con un atto di altruismo,anonimo, volontario e non retribuito. Quante volte abbiamoletto sui quotidiani di eccezionali trapianti fatti da equipe chi-rurgiche in tempi ristretti e con la presenza di tanti medici,tanti infermieri, utilizzando diverse sale operatorie, ma nonabbiamo mai letto che questi trapianti sono stati possibili per-ché vi erano a disposizione 100, 200 sacche di sangue.Compito delle Associazioni di donatori di sangue sarà quellodi analizzare i dati che ci sono stati messi a disposizione del

centro regionale sangue, allo scopo di impostare attività disensibilizzazione maggiormente mirate. Se a Parma, Modenae Ravenna c’è la necessità di aumentare l’indice di dona-zione, a Bologna, Reggio Emilia e Diti (Rimini e Forli-Cesena) c’è la necessità di aumentare il numero dei donatori.La campagna regionale del dono del sangue che verrà fattanel corso del 2011 terrà conto dei dati sopra esposti,andando a definire una serie di attività, che oltre ad avere unindirizzo generale regionale, saranno personalizzate provinciaper provincia.Le nostre speranze per il futuro poggiano sui giovani: dob-biamo coinvolgerli nelle attività ed investire risorse in pro-getti che abbiano i giovani come protagonisti. Negli anniscorsi la Fidas nazionale ha rilanciato il Gruppo Giovanicon la creazione di rappresentanti regionali e di un coordi-natore nazionale, che partecipa al Consiglio Direttivo nazio-nale e, soprattutto, organizza attività e progetti basati sullapartecipazione dei giovani. La stessa cosa è avvenuta nellanostra regione per merito di alcune Associazioni. In altrerealtà della regione ciò non è avvenuto, vuoi per i vincoliderivanti dalla limitata dimensione delle Associazioni, vuoiper l’errata convinzione che i giovani non siano interessatialla vita associativa.

Giacomo Grulla

N O T I Z I A R I O D E L L A F E D E R A Z I O N E I T A L I A N A A S S O C I A Z I O N I D O N A T O R I D I S A N G U E

8

7

6

5

4

3

2

1

0Piacenza Parma Reggio E. Modena Bologna Ferrara Ravenna Didi

f i g u r A 2 Rapporto tra donatori e popolazione

% Donatori su popolazione totale

% Donatori su popolazione “pesata”

23Anno X - n. 3 - novembre/dicembre 2010

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le AssociAZioni federAte

F I D A S S E D E N A Z I O N A L EFEDERAZIONE ITALIANAASSOCIAZIONI DONATORI SANGUEPiazza Fatebenefratelli 200186 - ROMA Sito internet: www.fidas.it Tel. 06 / 68891457 - Fax 06 / 68217350e-mail: [email protected]

V A L L E D ’ A O S T AASSOCIAZIONE DONATORIVOLONTARI SANGUE ORGANIDELLA POLIZIA DI STATO EPERSONALE CIVILE MINISTEROINTERNI “SAN MICHELEARCANGELO”C.So BATTAGLIoNE AoSTA, 16911100 - AOSTAPresidente: MELE roSArIoTel. 0165/279495 - Fax 0165/279453

P I E M O N T EASSOCIAZIONE NOVESE DONATORIVOLONTARI SANGUEV. MAZZINI 29/5 CASELLA PoSTALE 2015067 - NOVILIGURE (ALESSANDrIA)Presidente: M. roSA BALLESTrEroTel. 0143 / 746.112 - Fax 0143 / 32.09.87ASSOCIAZIONE DONATORI OVADESIDEL SANGUE -V. LUNGorBA MAZZINI 5615076 - OVADA (ALESSANDrIA)Presidente: GIANLUIGI LANZATel. 0143 / 80.520 - Fax 0143 / 81.192 e-mail: [email protected] VOLONTARIAUTONOMA SANGUE - CASELLAPoSTALE 56 - P.ZZA BorGATo 112084 - MONDOVI’ BREO (CUNEo)Presidente: ALDo FrAIrEe-mail: [email protected] ASSOCIAZIONE DONATORIAUTONOMA SANGUE SALUZZOC.So roMA 4 12037 - SALUZZO (CUNEo)Presidente: LUCIANo BIADENETel. 348 / 77.72.315e-mail: [email protected] ASSOCIAZIONE DONATORI SANGUEDEL PIEMONTE FIDASVIA PoNZA 2 - 10121 - TORINOPresidente: AGoSTINo rErEBAUDENGo Tel. 011 / 531.166 - Fax 011 / 562.73.53e-mail: [email protected] ASSOCIAZIONE DONATORI SANGUE“MICHELIN”VIA TorINo, 302 - 12100 CUNEOPresidente: ALESSANDro BIADENE Tel. 0171 / 315374 - 412702Fax 0171 / 315517e-mail: [email protected]

L I G U R I AASSOCIAZIONE DONATORI SANGUEV. MoNTICELLI 13/1 - 16142 - GENOVAPresidente: EMANUELE rUSSo Tel. 010 / 83.14.855 - Fax 010 / 83.14.856e-mail: [email protected] CHIAVARESEDONATORI VOLONTARI SANGUEP.ZZA DEL PoPoLo 4/116043 - CHIAVARI (GENoVA)Presidente: rENZo CAPrINI Tel. 0185 / 300.008e-mail: [email protected] PROVINCIALEDONATORI DI SANGUEV. S. AGATA 57 - 18100 - IMPERIAPresidente: GIoVANNI MUSSo Tel. 0183 / 296.395ASSOCIAZIONE DONATORI DISANGUE VAL BORMIDAC/o oSPEDALE - V. MArTIrI LIBErTà30 - 17014 - CAIRO MONTENOTTE(SAVoNA)Presidente: GrAZIANo BoNIFACINo

L O M B A R D I AFIDAS BERGAMOV.LE PIroVANo 4 - 24125 - BERGAMOPresidente: IMErIo BrENA Tel. 035 / 244.555 - Fax 035 / 241.927e-mail: [email protected]. FATEBENEFRATELLI MILANOCorso di Portanuova, 2320121 MILANOPresidente: CLAUDIo TErZITel. 02/63632563e-mail: [email protected] MILANO - ONLUSV. SILVIo PELLICo 6 - 20121 - MILANOPresidente: ANTINo CArNEVALI

Tel. 02 / 864.60.424 - Fax 02 / 8029.8505e-mail: [email protected] ASSOCIAZIONE SARDA DONATORISANGUEVIA TUrATI 6 - Casella Postale 409920090 - CESANO BOSCONE (MILANo)Presidente: LorENZo DESIDErIo

V E N E T OASSOCIAZIONE FELTRINADONATORI SANGUEC/o oSPEDALE - V. BAGNoLS 332032 - FELTRE (BELLUNo)Presidente: SAVErIo MArCHETTel. 0439 / 883.359e-mail: [email protected] - PADOVA (G.P.D.S.)V. DEGLI SCroVEGNI 3 35131 - PADOVAPresidente: STEFANo FAGGINTel. 049 / 876.02.66 - Fax 049 / 876.27.88e-mail: [email protected] - POLESANA ASSOCIAZIONEDONATORI SANGUEC/o oSPEDALE CIVILE - V. BADINI 4445011 - ADRIA (roVIGo)Presidente: PAESANTE roBErTA Tel. 0426 / 23.267e-mail: [email protected] AUTONOMO DONATORISANGUEVIA PIAVE 1 - 31016 - CORDIGNANO(TV) Presidente: LUIGI DELLA GIUSTINATel. - Fax 0438 / 998.360 e-mail: [email protected]: www.gads.itFIDAS TREVISOP.ZZA oBErDAN, 1/A 31010 ORSAGO (TV)Presidente: SIMoNE SCUDELEr Tel. 331 / 331.34.28e-mail: [email protected]: www.fidastreviso.itFIDAS-VENEZIAV. BENNATI 15 INT. 1130038 - SPINEA (VENEZIA)Presidente: rENATo DE GASPArITel. 333 / 13.90.880Fax 041 / 54.41.787e-mail: [email protected] VERONAVIA DELLA PoLVErIErA VECCHIA, 2 37134 - VERONAPresidente: ANDrEA CAMPArATel. Ass. 045 / 82.02.990Fax 045 / 82.78.521e-mail: [email protected] VICENZAVIA F. BArACCA 204 36100 - VICENZAPresidente: GIUSEPPE MUNArETToTel. 0444 / 965.636 - Fax 0444 / 965.638e-mail: [email protected]

F R I U L I V E N E Z I AG I U L I AASSOCIAZIONE DONATORIVOLONTARI SANGUE GORIZIAC/o EGIDIo BrAGAGNoLoVIA I° MAGGIo 1134071 - CORMONS (GorIZIA)Presidente: EGIDIo BrAGAGNoLoTel. - Fax 0481 / 630.848e-mail: [email protected] DONATORIVOLONTARI SANGUEC/o oSPEDALE CIVILE34074 - MONFALCONE (GorIZIA)Presidente: MArZIA NADALUTTI Tel. 0481 / 48.76.57Fax 0481 / 41.35.90e-mail: [email protected] FRIULANADONATORI SANGUE PORDENONEV. MArCoNI 1633097 - SPILIMBERGO (PorDENoNE)Presidente: PAoLo ANSELMI Tel. - Fax 0427 / 51.472e-mail: [email protected] DONATORI SANGUE V. J. CAVALLI 2/a - 34129 - TRIESTEPresidente: ENNIo FUrLANI Tel. - Fax 040 / 76.49.20e-mail: [email protected] ASSOCIAZIONE FRIULANADONATORI SANGUEC/o oSPEDALE rEGIoNALE33100 - UDINEPresidente: rENZo PErESSoNI Tel. 0432 / 48.18.18Fax 0432 / 48.12.00e-mail: [email protected]

ASSOCIAZIONE DONATORIVOLONTARI SANGUEC/o CArLo CASSANo - VIA GIACoMoMATTEoTTI 4 - 87027 PAOLA (CS)Presidente: CArLo CASSANo Tel. - Fax 0982 / 58.20.77e-mail: [email protected] DONATORI SANGUEPER IL PAZIENTE EMOPATICOA.D.S.P.E.M.CASELLA PoSTALE 32589127 - REGGIO CALABRIAPresidente: CATErINA MUSCATELLoTel. - Fax 0965 / 393822 - 0965 / 54446e-mail: [email protected] PIANA - CASELLA PoSTALE25 - 89021 CINQUEFRONDI (rC)Presidente: EUGENIo LoSCHIAVoTel. 0966/939627e-mail: [email protected]. – ASSOCIAZIONEDONATORI VOLONTARI SANGUEPER TALASSEMICIVia Mercurio, 10 - LoCrI (rC)Presidente: roSArIo [email protected]

S I C I L I AAdeS ASS. DONATORI EMPEDOCLINIDI SANGUEVIA MArCoNI 1192014 - PORTO EMPEDOCLE (AG)Presidente: ANDrEA BUrGIo e-mail: [email protected] DONATORIAUTONOMA SANGUE A.D.A.S.VIA PLAToNE 5/c92100 - AGRIGENTOPresidente: FILIPPo DI FrANCESCo Tel. - Fax 0922 / 596.588 e-mail: [email protected] DONATORI SANGUE FAVARA A.D.S.F.VIA KENNEDy (PAL. SPINELLI)92026 - FAVARA (AGrIGENTo)Presidente: CALoGEro BELLUZZo Tel. 0922 / 437.277 - Fax 0922 / 42.90.32FIDAS CALTANISSETTAV.LE DELLA rEGIoNE 68 93100 - CALTANISSETTAPresidente: FErDINANDo DI GESU'Tel. 0934 / 592.830 - Fax 0934 / 551.392e-mail: [email protected] DONATORIAUTONOMA SANGUE GELAV. ITALIA 1193012 - GELA (CALTANISSETTA)Presidente: FELICE DAMAGGIo Tel. 0933 / 934.460 e-mail: [email protected] DONATORIVOLONTARI SANGUE Via Galermo, 173 - 95123 - CATANIAPresidente: SALVATorE CArUSo Tel. - Fax 095 / 74.11.223cell. 338 / 95.36.097e-mail: [email protected] DONATORI VOLONTARISANGUEP.ZZA CArLo ALBErTo 495047 - PATERNO’ (CATANIA)Presidente: PIETro SANToroTel. 095 / 842.966 - Fax 095 / 854153e-mail: [email protected] DONATORIVOLONTARI SANGUEP.ZZA CASTELNUoVo 3590141 - PALERMOPresidente: CArMELo DI MArCoTel. 091 / 587.574 - Fax 091 / 611.33.50e-mail: [email protected] DONATORIVOLONTARI SANGUE A.D.V.S.V. FALCoNE E BorSELLINo 55/B90018 - TERMINI IMERESE(PALErMo)Presidente: PASQUALE BoVA Tel. 091 / 811.55.33 e-mail: [email protected] ALCAMO - ONLUSVIA F. MISTrETTA 2 91011 - ALCAMO (TrAPANI)Presidente: GIroLAMo SCAGLIoNETel. 0924 / 26.996e-mail: [email protected]

S A R D E G N AFIDAS OZIERIV. VITTorIo VENETo 10807014 - OZIERI (SASSArI)Presidente: GIUSEPPE ZINTUTel. 079 / 787.498 - Fax 079 / 78.53.90e-mail: [email protected]

M O L I S EASSOCIAZIONE DONATORIVOLONTARI SANGUE FIDAS MOLISE CARMELA CINIGLIOLArGo G. VErDI, 9 - 86044CoLLETorTo (CB)Presidente: IANIrI FrANCESCoTel. 0874/73121

A B R U Z Z OFIDAS PESCARA C/o CENTro TrASFUSIoNALEoSPEDALE CIVILE - VIA FoNTEroMANA - C.P. 32 - 65124 PESCARAPresidente: SIMoNETTA FErrITel. 085 / 28.221 - 27.790Fax 085 / 42.22.460e-mail: [email protected] ASSOCIAZIONE DONATORI DI SANGUEC/o oSPEDALE CIVILE NUoVoP.ZZA ITALIA - 64100 - TERAMOPresidente: PASQUALE DI PATrETel. - Fax Ass. 0861 / 415.460e-mail: [email protected] DONATORIVOLONTARI SANGUE CUOREC/o oSPEDALE CIVILE64021 - GIULIANOVA (TErAMo) Presidente: EMIDIo D’ANToNIo Tel. - Fax 085 / 802.04.78e-mail: [email protected] ABRUZZESI SANGUEPresidente: FLAVIANo ZAINIe-mail: [email protected]

C A M P A N I AGRUPPO DONATORI VOLONTARISANGUE CRAL ATAN V. BErNArDo TANUCCI 33 80137 - NAPOLIPresidente: CIro CASErTA Tel. 081 / 595.55.81 - 081/763.27.43Fax 081 / 599.10.75 e-mail: [email protected] ASSOCIAZIONE DONATORIVOLONTARI SANGUE D’ISCHIA VIA IASoLINo,180077 - ISCHIA (NAPoLI)Presidente: LUCIANo TrANI Tel. 081 / 991.246 e-mail: [email protected] FIDAS PARTENOPEAVIA PUGLIE P.co PartenopeEdificio 5 Settore 280038 POMIGLIANO D'ARCO (NAPoLI)Presidente: SALVATorE D'orTATel. - Fax: 081 / 803.34.90e-mail: [email protected]

P U G L I AFEDERAZIONE PUGLIESEDONATORI DI SANGUEP.ZZA UMBErTo Ex GoCCIA DI LATTE70121 - BARIPresidente: roSITA orLANDI Tel. - Fax 080 / 521.91.18e-mail: [email protected] ASSOCIAZIONE DONATORIVOLONTARI SANGUE MESSAPICAVIA roMA 3273042 - CASARANO (LECCE) Presidente: MASSIMo CrUSI Tel. 0833 / 513.095FIDAS ASSOCIAZIONE LECCESEDONATORI VOLONTARI SANGUEVIA PArAPorTI 18-20 73044 - GALATONE (LECCE)Presidente: ITALo GATTo Tel. - Fax 0833 / 862.500e-mail: [email protected] TARANTOC. P. 139 - Largo San Nicola, 6 74100 - TARANTO LungomarePresidente: GIoVANNI MATTIUZZo Tel. 099 / 471.33.34e-mail: [email protected]

B A S I L I C A T AFIDAS BASILICATA PIAZZA DEL SEDILE 10 - 75100 - MATERAPresidente: PAoLo ETTorrE Tel. 0835 / 33.15.02 e-mail: [email protected]

C A L A B R I AL.A.Do.S. ASSOCIAZIONE DONATORISANGUE LOCRIDESTr. CAVALLErIA, 27 - 89046 MARINADI GIOIOSA IONICA (rC)Presidente: FILIPPo TEDESCoTel. 0964 / 41.68.95Fax 0964 / 41.58.67e-mail: [email protected]

GRUPPO AUTONOMO DONATORI AZIENDALI SANGUEV. DEI PLATANI 1 - 33050 -TORVISCOSA (UDINE)Presidente: ALDo TESSArIN Tel. 0431 / 92.86.35e-mail: [email protected]

E M I L I A R O M A G N AASSOCIAZIONE DONATORIVOLONTARI DEL SANGUEV. DELLA SELVA PESCAroLA 2640131 - BOLOGNAPresidente: LUCIANo ZANoLITel. - Fax 051 / 635.0330e-mail: [email protected] DONATORIVOLONTARI SANGUE FERRARAVIA TADDIA, 144045 - RENAZZO (FErrArA)Presidente: PAoLo TASSINArI Tel. 051 / 68.52.337 - 051 / 900.767e-mail: [email protected] DONATORIAZIENDALI SANGUE A.D.A.S.V. TESTI 4 - 43122 - PARMAPresidente: MICHELE FEDITel. 0521 / 77.50.44 e-mail: [email protected] DONATORIVOLONTARI SANGUE C/o oSPEDALE GEN. ProV. S. MArIADELLE CroCI - 48100 - RAVENNAPresidente: BArBArA SAVIoTTITel.0544 / 404.817 - Fax 0544 / 404.410e-mail: [email protected]

L A Z I OA.D.V.S. - O.B.G. ASSOC.DONATORI VOL. SANGUEoSPEDALE BAMBINo GESùP.ZZA S. oNoFrIo 4 - 00165 - ROMAPresidente: GIUSEPPE ProFITI Tel. 06 / 68.33.793 - Fax 06 / 685.921.67e-mail: [email protected] DONATORISANT’ANDREA ONLUS AZIENDA oSPEDALIErASANT’ANDrEAVIA DI GroTTAroSSA, 1035-103900189 - ROMATel. 06 / 80.34.53.36 - 80.34.58.89 Fax 06 / 80.35.327Presidente: PIErANITA CASTELLANIe-mail:[email protected] VOLONTARIPOLICLINICO TORVERGATA ONLUSVIALE oxForD, 81 - 00133 - ROMAFax 06 / 20900.597Presidente: ALBErTo DE STEFANoemail: [email protected] EMATOS FIDASISoLA TIBErINA P.ZZA FATEBENEFrATELLI 200186 - ROMAPresidente: ALDo oZINo CALIGArIS Tel. 06 / 68.37.817- Fax 06 / 68.135.300 e-mail: [email protected]: www.ematos.itEMA-ROMA ONLUSC/o AZIENDA CoMPLESSooSPEDALIEro SAN FILIPPo NErI VIA MArTINoTTI 20 - 00135 - ROMAPresidente: VINCENZo MAGALoTTI Tel. 06 / 33062906 - Fax 06 / 33062583e-mail: [email protected] Sito: www.emaroma.itGRUPPO DONATORI SANGUE“CARLA SANDRI” PEr I PAZIENTIDELL’AZIENDA oSPEDALIErA S. GIoVANNI ADDoLorATAVIA DELL’AMBA ArADAM 900184 - ROMAPresidente: AGoSTINo FrEMIoTTI Tel. 06 / 77.05.34.61e-mail: [email protected] GRUPPO DONATORI SANGUEVOLONTARI DO.SA.VO. Viale dei Cedri, 119 - 00030 San Cesareo (rM)00161 - ROMAPresidente: MorIEro ErNESTo Tel. 06/9570427 - Fax 333/4088283 e-mail: [email protected] EMA GLI AMICI DI NINO MANFREDI C/o CENTro TrASFUSIoNALEoSPEDALE UMBErTo I03100 - FroSINoNETel. 0775 / 40.72.33cell. 339 / 21.22.340Presidente: PIErINA FrEZZA