Noi e gli altri- Percorso di Cittadinanza e Costituzione.

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Noi e gli altri- Percorso di Cittadinanza e Costituzione

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La tragedia è avvenuta in questa data, al largo della costa dell'isola dei Conigli e ha causato la morte di centinaia di persone: la barca carica di migranti ha preso fuoco, si è rovesciata e sono finite in acqua tantissime persone.

Due pescherecci hanno dato l’allarme e i superstiti si trovano ora in un centro di accoglienza.

a cura di Chiara Damasco e Francesca Sitzia

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Su un'imbarcazione di migranti provenienti dal Ghana, dall'Eritrea e dalla Somalia, in avvicinamento all'isola di Lampedusa, è stato acceso un fuoco incendiando una coperta per segnalare la propria presenza e ricevere soccorso. La benzina sul ponte dell'imbarcazione ha fatto divampare l'incendio e causato il disastro dove giacevano circa 500 persone.

Sul fondo del mare hanno lavorato i sommozzatori per cercare di recuperare le vittime: decine i corpi rimasti imprigionati nello scafo affondato a cinquanta metri di profondità e gli investigatori hanno già fermato il presunto responsabile di questa tragedia, un tunisino di 35 anni indicato come lo scafista del “barcone della morte”. Quando le fiamme si sono propagate sul barcone, i migranti, presi dal panico, si sono gettati in acqua: alcuni sono annegati subito, altri sono riusciti a rimanere a galla fino all’arrivo dei soccorsi.

Molti operatori, militari, uomini delle forze dell’ordine non hanno trattenuto le lacrime guardando dei corpi, anche di neonati, senza vita.

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Questa disgrazia mi ha lasciato dentro tanta tristezza e spero che non accada mai più; ascoltando il telegiornale ho saputo che alcune navi avevano già avvistato l’imbarcazione dei profughi ma, con indifferenza, hanno evitato di aiutarli. Questo significa che se fossero intervenuti al momento giusto non ci sarebbe stato neanche un morto. Da questo ho capito che dobbiamo imparare ad essere più umani, più solidali con il nostro prossimo e aiutare chi è in difficoltà.

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Il presidente della Repubblica in italia, giorgio napolitano

Il presidente del parlamento europeo

“L'abnegazione, la professionalità e la generosissima partecipazione umana dimostrate da tutto il personale impegnato in una tra le più drammatiche e sconvolgenti vicissitudini degli ultimi anni, fanno onore alle istituzioni e all'Italia”.

Martin Schulz ha incontrato Papa Francesco, ha parlato con il pontefice della tragedia di Lampedusa e ha invocato "un’urgente e nuova strategia Ue sull'immigrazione".

a cura di Gaia Chessa

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Il 4 ottobre 2013 è stato proclamato il lutto nazionale e si è osservato un minuto di silenzio in tutte le scuole dell’Italia. Anche nella nostra classe, a partire dalle ore 12.00, è stato osservato un minuto di silenzio per rispetto nei confronti dei migranti morti e dispersi: abbiamo riflettuto sull’accaduto con la nostra insegnante e abbiamo svolto delle ricerche nei giorni successivi. La mia riflessione è stata che è avvenuta una cosa gravissima che non dovrebbe accadere mai più!

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Nella ricerca che ci ha assegnato per casa la professoressa di ItaIiano, ho letto che i soccorritori hanno riferito in lacrime di non avere mai visto una strage così.

Hanno avvicinato alcune barche per cercare di soccorrere le persone in mare con due scalette ma non si avvicinava nessuno: i migranti non sapevano nuotare.

Ho letto che man mano che ne tiravano su uno, quello accanto colava a picco, si lasciava andare. I soccorritori hanno detto che gridavano di fare in fretta, di resistere, e quelli morivano davanti a loro, scivolavano nell’acqua con le mani alzate, come delle statue …

Tutto questo mi ha colpito molto: questi immigrati sono partiti e partiranno ancora dall’Africa, un luogo dove c’è la fame e la guerra, in cerca di un lavoro con cui potersi procurare da mangiare, essi sono alla ricerca di una vita migliore.

Penso a quella coperta: una coperta dovrebbe servire per proteggere le persone dal freddo, non per fare stragi. Una coperta, dovrebbe servire a questo, non a rovinare la vita delle persone!

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A cura di Alessio sarritzu A cura di michela cagnola

Secondo me i soccorsi hanno fatto quello che potevano ma certamente non avrebbero mai potuto salvare tutti gli uomini in mare. I soccorsi sarebbero dovuti intervenire almeno due ore prima, da ciò che emerge dalle notizie dei giornali. Per questo motivo (l’indifferenza), questa tragedia mi ha lasciato a bocca aperta anche perché non è la prima volta che avvengono dei naufragi di profughi …

Sono molte le persone provenienti dall' Africa che sbarcano a Lampedusa per sfuggire alla guerra e alle povertà che ogni giorno uccidono decine di donne, uomini, bambini: vengono in Italia per cercare un lavoro e una casa.

Pagano tantissimo per poter salire su dei barconi che li portano alle porte dell’Italia, in Sicilia.

Molti di questi, però, muoiono durante il viaggio per fame, sete o, in casi peggiori , annegati se il barcone affonda.

Si sono verificati casi i cui gli scafisti, persone crudeli, non hanno esitato a gettare qualcuno in mare per permettere al barcone di navigare con più velocità o di non imbarcare acqua per via del peso.

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Riflettendo su questa strage mi viene da pensare che … è una tragedia troppo grande e brutta addirittura da descrivere! Sono morti centinaia di africani che pensavano che in Italia sarebbero stati meglio: persone disposte a dare tutti i risparmi di una vita a gente che promette un viaggio fino all’ Italia, a persone senza scrupoli che si arricchiscono con attività illegali. 500 persone sopra un barcone senza cibo e acqua in condizioni disumane. Per fortuna sono già riusciti a catturare lo scafista artefice della traversata. Si spera che queste catastrofi incomincino a diminuire fino a scomparire del tutto.

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E' una tragedia dell'immigrazione senza precedenti quella che ha sconvolto l'isola siciliana. Dopo una ricerca su Internet e avendo ascoltato i telegiornali alla TV, ho riferito in classe ai miei compagni che oltre ai morti riaffiorati sulla superficie del mare, è stata fatta un'altra sconcertante scoperta: un centinaio di cadaveri, soprattutto donne e bambini, sono stati individuati dai sommozzatori della Guardia Costiera sotto e all'interno del barcone rovesciato e affondato, trovato a quaranta metri di profondità!

Secondo il racconto dei superstiti, sull'imbarcazione c'erano circa 500 persone, tutte provenienti dai paesi dell'Africa subshariana, soprattutto Eritrea e Somalia. Sono ipotizzati i reati di omicidio plurimo colposo, naufragio colposo e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Questo ennesimo naufragio allunga l'elenco di vittime senza nome ingoiate dal Mediterraneo ed e’ stata una tragedia che mi ha molto toccata. L'unico piccolo lato positivo che ho notato è che gli abitanti di Lampedusa non si sono dimostrati razzisti, anzi hanno dato una mano alle operazioni di soccorso!

Ciò che mi dispiace è che queste povere persone hanno speso la maggior parte dei loro risparmi per andare in uno Stato più ricco del loro ma la fortuna non li ha aiutati, e così ora tutti i loro sogni e le loro speranze vagano in mare... Morire annegati: questa è una brutta fine e sono stati in tanti a farla…

Mi auguro che per gli immigrati che arrivano in Italia possa esserci un futuro perché ogni persona ha bisogno di una speranza, non certo di essere gettata in mare!  

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Queste sono le mie considerazioni sulla tragedia: secondo me ognuno di noi dovrebbe interrogarsi sul perché un uomo dovrebbe rischiare la propria vita andando in una barca con altre centinaia di persone, restare per giorni e giorni senza mangiare e bere.A me sono venute in mente varie ipotesi tra cui: - perché una madre e un padre vogliono assicurare una vita migliore ai propri figli;-perché c'é bisogno di andare in un paese che offra maggiori opportunità di lavoro;-- perché forse nel proprio paese c'è addirittura una guerra civile.

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Secondo me è veramente un dispiacere enorme per tutta quella gente: piccoli, grandi, uomini, donne.Queste povere persone ora hanno tutta la loro vita alle spalle …

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Quello che è accaduto, secondo me, è molto brutto ma ancora più brutto è ciò che ho letto in una rivista che ha portato la mia professoressa in classe per aiutarci a riflettere: quanto devono sopportare i migranti nel viaggio a sud dell’Europa per cercare la salvezza! Possono essere arrestati solo perché non hanno documenti e, nel loro paese, devono pagare per non essere messi in carcere. Si imbarcano con donne, anziani, bambini molto piccoli ma prima devono aspettare la partenza chiusi dentro dei capannoni e mangiare pane e acqua, anche per diverse settimane.Prima erano gli scafisti ad accompagnarli lungo le coste di destinazione, ora invece chi organizza i viaggi ha cambiato sistema: vende i barconi, dando a uno dei poveri passeggeri una bussola …

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Non ci sono parole per descrivere la tragedia di Lampedusa …La telefonata alle autorità italiane: “Aiuto, affondiamo!”. E dopo due ore la risposta: “Dovete chiamare Malta”. Così sono annegati in 268.Ma ce ne rendiamo conto? Quasi 300 persone sono annegate nello stesso istante, non certo 2 o 3 persone, bensì 268!!! Non sarebbe neppure il caso di scrivere commenti, dobbiamo solo vergognarci e renderci conto di quanto alla gente, agli scafisti, niente importa di tutte le vite perse, dei bambini morti in cerca di una vita e di un futuro migliore …ORA E’ NECESSARIO SOLO PREGARE PER QUESTE ANIME DEFUNTE!<3

a cura di Riccardo Iorio

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Per me gli scafisti dovevano pensare con la testa, non con i “piedi”.Ho sentito al telegiornale che in molti casi picchiano i migranti imbarcati per farli cadere in mare e i loro corpi, sia piccoli che grandi, indifesi, cadono in mare.Gli scafisti sanno che i migranti non sanno nuotare, dal momento che provengono dal centro dell’ Africa, quindi sono condannati a morire annegati: il mare, molti di loro, mai l’hanno visto! Dedico a queste povere persone che non ci sono più alcuni versi che ho composto e letto in classe ai miei compagni:

“Siete venuti via dall’Africa

respirando a fatica,sperando di respirare meglio,invece avete finito la vostra

esistenza,senza respiro …”.

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Purtroppo le barche utilizzate per questi “viaggi della speranza” sono piuttosto malandate e non reggono il peso delle troppe persone che gli scafisti imbarcano per la loro avidità di denaro.

Oggi giorno i migranti, donne e bambini, scappano dalle loro terre per via della guerra e della disperazione che li affligge, così, affidano la loro speranza agli uomini che organizzano questi viaggi, persone senza scrupoli disposte a tutto per avere dei soldi.

Al giorno d’oggi tragedie simili non dovrebbero accadere: basterebbe solo che le nazioni si unissero, per mettere una volta per tutte la parola “fine” ai naufragi.

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Le immagini della tragedia di Lampedusa hanno fatto il giro del mondo. Penso che gli italiani, e in particolare gli abitanti dell’isola, abbiano vissuto questa tragedia come un grande disastro nazionale. L’Italia si trova in una posizione geografica dove è più facile arrivare inoltre gli italiani sono persone molto generose e ospitali. Le mie considerazioni, soprattutto, sono rivolte ai migranti, al modo di vita che conducono, condannati a una vita di dolore, per la guerra, per la fame, per la povertà, per il fatto di non essere liberi, costretti a lasciare la loro terra e fuggire lontano. Anche se conoscevano i rischi che correvano, affrontando quel viaggio a bordo di quei mezzi, che non davano loro nessuna sicurezza. Sarà difficile fermarle gli sbarchi, perché il sogno è quello di cambiare vita, di avere un futuro sereno.

Non importa, in questo momento di lutto, capire e dire di chi è la colpa, governanti o scafisti. Ora è solo triste ricordare questo giorno perché sono stati tantissimi, tra fuoco e acqua, a lottare disperatamente tra la vita e la morte nel mare di Lampedusa. E’ triste ricordare che in quel mare trecento persone non ce l’hanno fatta, nonostante l’impegno dei soccorritori.

Io non conoscevo quegli uomini, donne, giovani e bambini, non conoscevo i loro nomi: loro venivano da altri paesi per stare in una terra che gli offrisse libertà, benessere e soprattutto dignità. Quello che fa più male è che, per tanti, questo sogno è finito nelle acque di Lampedusa. In quella terra che tanto avevano sperato di vedere.

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E’ una grande tragedia. Ho letto in una rivista che se gli italiani si fossero mobilitati subito o avessero immediatamente passato l’allarme ai colleghi di Malta, la strage non ci sarebbe stata. Penso ai tanti bambini annegati …

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Secondo me, la strage di Lampedusa è, purtroppo, solo una delle tante, di questo genere, accadute negli ultimi anni … Ogni uomo, donna, bambino o anziano hanno pari diritti, non cambia il colore della propria pelle. Queste sono parole della Costituzione italiana che non sono state scritte invano . Bisogna riflettere sui veri problemi della vita perché mentre io sto vivendo decentemente, delle persone nel mondo non possono studiare, mangiare, avere cure mediche , avere una casa , avere un ‘infanzia: tutte cose che noi diamo per scontate. Se una persona si riduce a dare tutto ciò che possiede per la libertà e invece va a morire (così come i migranti di Lampedusa), vuol dire che la nostra società deve seriamente riflettere.

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Sono triste se penso che ci sono persone che vivono in miseria, non hanno un lavoro e neppure i soldi per comprare il cibo e trovare nuove condizioni di vita. Per questo i migranti di Lampedusa sono stati disposti a perderla: evidentemente nel loro paese la situazione è davvero drammatica. Ciò che mi rende ancora più triste è sapere che a perdere la vita sono stati tanti bambini …

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La professoressa ha portato il quotidiano in classe e, sfogliandolo, abbiamo letto che il 13 Novembre il Ministro per l’Integrazione Kyenge ha fatto visita alla Sardegna: è stata accolta in una piazza affollata con le bande musicali e tanta gente che applaudiva. Abbiamo letto che ha sorriso, ha ringraziato poi ha alzato le mani come fanno tutti i “leader”.

Ha detto delle cose molto importanti, cioè che tra gli uomini non doveva esistere la parola ” razza” perché tutti apparteniamo a quella umana (il Ministro è una donna con la pelle nera ed è sensibile al problema della “diversità”).

Poi ha detto che nel mondo del lavoro non ci devono essere distinzioni tra italiani e stranieri, perché tutti devono essere trattati allo stesso modo.

Il Ministro dice di ispirarsi a Martin Luther King , un uomo che si è battuto per il riconoscimento dei diritti civili in America e che ha ricevuto il Premio Nobel nel 1964 (è stato anche ucciso, purtroppo, per il suo impegno contro l’emarginazione degli uomini con la pelle nera, come era lui!).

Nel quotidiano c’era scritto che “integrazione“ vuol dire accoglienza, cioè vivere insieme, per questo il Ministro ha detto che è necessario investire sui centri di aggregazione e puntare sull’educazione dei bambini: la scuola è la palestra della democrazia.

a cura di Francesco Atzori e Luca Orrù

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Io penso che tutti noi dovremmo essere più accoglienti con le persone provenienti da culture diverse, perché un giorno a ognuno di noi potrebbe accadere di essere rifiutato e allora capiremmo che cosa si prova!Nella nostra classe quest’anno c’è un ragazzino che proviene dalla Cina e si chiama Yangfan: parla poco perché non si esprime bene, ma capisce quasi tutto. Si trova qui con noi per imparare la lingua italiana. Conosciamolo:

Mi presentoIo mi chiamo Yangfan, sono arrivato in Sardegna da sette mesi. Ho 13 anni, sono alto e magro, ho gli occhi castani. I miei capelli sono neri e lisci. Quest’anno frequento la classe 2°F nella città dove abito, Quartu Sant’Elena. La classe mi piace molto e i miei compagni si chiamano:Manuel, Alessio, Riccardo, Giovanni, Mattia, Bruno, Davide, Michela, Chiara S., Luca, Francesco, Alessia P., Gaia, Sara, Gloria, Chiara D., Francesca, Alessia S., Carlotta, Federica, Chiara B., Sabrina e Paolo. Nel tempo libero mi piace disegnare e le mie materie preferite sono:Tecnologia, insegnata dal professor Sestu;Arte, insegnata dalla professoressa Puddu.

La mia famigliaMio papà si chiama Du chao, mia mamma si chiama Xiao Zheng. La sorella di papà, mia zia, si chiama Xiao Ling e suo marito si chiama Chuen fan: sono i genitori dei miei due cugini e vivono a Sestu.Vivevo in Cina, poi mi sono trasferito in Italia. Prima sono andato a vivere in Lombardia: Milano, poi Varese, poi Malnate (nella provincia di Varese). Da sette mesi vivo in Sardegna, a Quartu Sant’Elena.In Cina avevo tanti amici. Mangiavo il riso, mi piaceva pescare e andare in montagna.A scuola avevo quattro professori e in classe eravamo 56.

(lavoro realizzato in classe da He Yangfan con l’aiuto delle compagne)