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La Lombardia finisce sotto accusaNel mirino dei pm il caso delle RsaIndagini anche sulla mancata attuazione del piano pandemico 2010. Medici contro la RegioneCHIARA BALDIMONICA SERRA
MILANO
La gestione dell'emergenza inLombardia è finita sotto la lente della procura di Milano.Si sono moltiplicati i fascico
li aperti dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, a capo del pool Ambiente, Salute eLavoro, che è partita dalla "urgenza delle urgenze": le casedi riposo, con centinaia di anziani contagiati e morti. Per liberare posti letto negli ospedali in difficoltà, nelle Rsa sonostati creati, con la delibera regionale XI/2906 dell'8 marzo,reparti Covid per accoglierepazienti positivi "a bassa intensità". Quella delibera e le altreche sono seguite sono state giàacquisite dal magistrato che, apartire dalle denunce di parenti, operatori sanitari, sindacatie gruppi politici (l'ultima è deiVerdi), ha aperto numerosi fascicoli d'inchiesta affidati a tutti i pm del suo dipartimento. Siindaga per epidemia e omicidio, entrambi a titolo colposo,sul Pio Albergo Trivulzio, dove a marzo sono morti 70 anziani. Ma anche, tra le altre,sulla Fondazione don Gnocchi, la Casa famiglia di Affori,la Sacra famiglia di Cesano Boscone, la Virgilio Ferrari e laCasa per coniugi del Corvetto.Gli accertamenti sono stati
affidati ai carabinieri del Nasche, oltre a raccogliere in ognicasa di riposo cartelle cliniche,informazioni relative a tamponi, mascherine e testimonianze, hanno già acquisito molti
documenti della Regione. Gliesiti degli accertamenti sonopoi condivisi dall'aggiunto Tiziana Siciliano, con i colleghiEugenio Fusco, a capo del dipartimento Frodi e tutela deiconsumatori, e Maurizio Romanelli, del pool Anticorruzione. Nel corso delle quotidianevideoconferenze, sotto la regia del procuratore FrancescoGreco, vengono valutate connessioni tra i casi ed eventualialtre ipotesi investigative sucui concentrarsi.Tra i documenti acquisiti c'è
anche il "piano pandemico"del 2006, rivisto nel 2009 e nel2010, e da allora mai più aggiornato. Un documento di 13pagine realizzato per affrontare l'influenza suina, da cuiemergono criticità che si sonoripresentate oggi. A partire dalle Rsa, per le quali c'era la necessità di "definire un accordoquadro per l'aumento di assistenza medica e infermieristica" che non è mai stato realizzato. Oltre al fatto che l'interopiano si basa sulle Asl che ogginon esistono più: sono state sostituite dalle Ats (agenzie territoriali della salute), che svolgono mansioni burocratiche,mentre la parte operativa delle vecchie Asl è stata trasferitaagli ospedali.Al di là delle indagini avviate
dalla procura ci sono altri puntida chiarire. Come la mancataistituzione della "zona rossa"in Val Seriana su cui RegioneLombardia e governo si rimpal
lano le responsabilità. Il 3 marzo la provincia di Bergamo passa da 244 a 373 casi positivi in24 ore: è un secondo focolaio.Gallera annuncia di aver chiesto al governo di creare unanuova zona rossa, anche l'Istituto Superiore di Sanità dà parere positivo, ma l'ok del governonon arriva. Fontana spiegheràche la decisione non spettava alui. Ma l'articolo 32 della legge833/79, che regola e attribuisce le competenze legislative aStato e Regioni in materia sanitaria, al comma 1 spiega che "ilministro della Sanità può emettere ordinanze di carattere contenibile e urgente in materia diigiene e sanità pubblica". Manelle stesse materie "sonoemesse dal presidente dellagiunta regionale o dal sindacoordinanze di carattere contenibile e urgente, con efficaciaestesa rispettivamente alla regione o a parte del suo territorio comprendente più comuni". Dunque, anche la Regionepoteva istituire la "zona rossa"e non lo ha fatto.C'è anche la questione degli
ospedali "focolaio". Il 23 febbraio, al Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo, uno dei comuni bergamaschi più colpiti, ci sono due pazienti Covid19, ricoverati da una settimana. Nel pomeriggio, i vertici dell'ospedale chiudono il pronto soccorso.Che viene riaperto in poche oresenza una sanificazione. Chidoveva chiudere l'ospedale? Ol'Ats di Bergamo Est o la Regione. Ma resta aperto e, come
spiega Marco Rizzi, direttoredell'unità di Malattie Infettivedel Papa Giovanni XXIII di Bergamo, "quanto avvenuto lì dentro è una delle principali causedella Bergamasca". Per nonparlare degli 87 i medici mortidi coronavirus in Italia e 12.252 operatori sanitari contagiati. Numeri che evidenziano"l'assenza di strategie nella gestione del territorio". Per questo la Federazione degli Ordinidei medici e odontoiatri dellaLombardia ha messo nero subianco i sette errori che sonostati commessi dalla Regione.Tra questi "la mancata fornitura di protezioni individuali alpersonale sanitario che ha causato la morte di numerosi colleghi, la malattia di numerosissimi altri e la diffusione del contagio". Ma anche il fatto che"dall'inizio di questa storia nonsiamo mai stati coinvolti dallaRegione nella cabina di regia. Ese chiedevamo quando sarebbero arrivati i dispositivi di protezione individuale rispondevano sempre "a breve". Ma ancora oggi non li abbiamo", spiega il presidente Gianluigi Spata. A complicare la situazioneanche "la totale assenza delleattività di igiene pubblica, come l'isolamento dei contatti e itamponi sul territorio", oltre alla "mancata esecuzione deitamponi ai sanitari e in alcuniospedali". Di fatto, conclude:"La sanità pubblica e la medicina territoriale sono state damolti anni trascurate e depotenziate nella nostra regione".
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FONDAZIONE SACRA FAMIGLIA 1
SERGIO AGAZZI/FOTOGRAMMA
Lo staff di Emergency si fa fotografare davanti all'ospedale da campo di Bergamo
PIERO CRUCIATTI / AFPUna donna passeggia nel centro di Milano. Sullo sfondo uno striscione di incoraggiamento ai cittadini
AP PHOTO/LUCA BRUNOIl presidente della Lombardia Attilio Fontana durante una visita all'ospedale allestito in Fiera a Milano
129I nuovi casi a Bergamoregistrati il 3 marzo,è un nuovo focolaioma niente zona rossa
87Il numero di medici
morti dopo essersiammalati di
coronavirus in Italia
12.252Gli operatori sanitaricontagiati in tuttoil Paese dall'iniziodell'epidemia
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FONDAZIONE SACRA FAMIGLIA 2