nn V. N.6 ISA - OPACopac.bibliotecauniversitaria.pi.it/opacpisa/opac/pisa/96/La Provincia... · ISA...

4
31AESTR9 DONENICO F I AB A. PARTE NON UFFICIALE . ,541 Anno VI. N.96 ISA GIORNALE POLITICO UFFICIALE PER GLI ATTI GIUDIZIARI ED AbitiliNSTRATIVi DELLA PROVINCIA Di PISA E PER GLI ATTI DEI CONSIGLI PROVINCIALE E COMUNALE Giovedì 1.0 Dicembre 1870 PREZZO ITARBIJONAMENTO A DOMICILIO E NELLEALTRE PART I DELREGNi Trimestre L. 2.50 — Semestre L. 5. — Anno L.10. Un Numero separato costa Centesimi 10. Le associazioni si riCeveno all'Ufficio del GI•rnale. L'amministrazione e reacensablle delle sole associazioni che ono falle direttamente al suo Ufficio. Condizioni per le inserzioni e abbuona menti Tutti i patamenti sta per le Inserzioni e irriti sia per gli alihounamenti devono essere anticipati. Qualunque pagamento Don é riconosciuto per valido se non è fatto direttamente •ll'Ufficio del Gioriale,11 ee•troric,ut3 firmata dal Direttore proprietario del Giornale stesso AVU. Glela iitait Ufficio di Direzione e Amministra one Luns'Arno Medici Num. t, nello Stabile dell• /Mei L'Ufficio é aperte t Utti i iuii. ililIt ore sette intituerititattr alle or. PUBBLICAZIONE. — Gioredi e Domenica di ciascuno settimana. ifit•mitztoniti Atti Gindiziari ed 4mmintstra1ivi ceni. 9.5 per linea o sparlo d linea. Inserzioni dnp o !a brina tici gereble (Taipei** i 00 er linci o spazio di ine... Avvisi p4riìe.1:,r; e ontosito i .15 peeThiles 3tplsio.li linea AVVERTENZE Si respingono le lettere non afirancate. Noli il restituiscono nianosrittt.— Sua il nelle conto di scritti anonint ,Itterbliaue. Piga : 30 Novembre "%M» Quanto prima vedrà la luce nell' Ap- pendice del nostro Giornale un elegante ed arguto lavoro, intitolato DI GIOVAN PAIA D'ALFIANO. È noto chi si nasconda sotto questo pseudonimo; ed i nostri lettori speriamo che ci vorranno esser grati delle cure che ci diamo par meritarci il loro fa- vore; tra le quali non ultima è stata quella di procurarci un nuovo lavoro di questo egregio scrittore, di cui tutti ammirano l' ingegno e deplorano (ci sia lecito il dirlo) la volontaria infecondità. Dalle urne di domenica decorsa sortì una candidatura diversa da quella da noi propugnata. Le arti adoperate per farla trionfare mo- strano chiaramente da qual parte stieno gli eccitatori di cittadine discordie, i fomen- tatori di odi perpetui: e noi lasciamo la cura al tempo di mostrare se l'elezione del 27 novembre sia stata un vantaggio per Pisa. A Riglione si sta firmando una protesta contro le calunniose asserzioni contenute in una corrispondenza da Pisa del giornale La Patria. AVVERTENZ A. Si è creduto di pubblicare nuovamente il capitolo III. di questo racconto perchè nel l'ultimo numero, nel quale era inserito, nacque un errore nella collocazione delle colonne. APPENDICE LA FIGLIA DEL TRASTEVERINO o GLI ULTIMI GIN DEL POTERE TEMPORALE A ROMA RACCONTO IM BONIFACIO ONESTI - CALZECCIII Proprietà letteraria (Continuazione: vedi nutn. 85, 84, 86 e 87). CAPITOLO III. Maddalena. Povero fiore! come eri bello un giorno ! il tuo colore appagava la vista, il tuo profumo inebriava i sensi; tu fosti l'ultimo suo ricordo: ogni giorno, perché non morissi, io ti bagna- va di pianto. Il sole tre volte appena erasi I fratelli Barroccio ci hanno rimessa la seguente. DICHIARAZIONE. Pisa, 28 novembre 1870 Dietro richiesta del sig. avvocato Gae- tano Frediani, Direttore del giornale la Provincia di Pisa, (amanti del vero) non possiamo ricusarci dal dichiarare che non abbiamo fatto nessuna pratica verso il medesimo onde fosse pubblicata la nostra protesta (relativa al manifesto elettorale Simonelli) nel giornale la Provincia di Pisa. ENRICO E ROBERTO FRATELLI BIRRO CCIO. Sig. Avv. Gaetano Frediani Direttore del giornale La Provincia di Pisa. NOTA DEL CARDINALE ANTONELLI Togliamo dall' Osservatore Cattolico la seguente nota, diretta ai nunzi pontificii: Illust. e Rev. Signore, Non sarà certamente sfuggita all'attenzione di V. S. Illustrissima una circolare del sig. Visconti Venosta del 18 ottobre, con la quale pretende di giustificare la usurpazione dei dominii della Santa Sede e l'accettazione fatta dal re Vittorio Etnmaaniele del così detto plebiscito romano. Le solite frasi prive di senso, e fatti in opposizione alla realtà delle cose, abbenchè cadute sotto gli occhi di tutti, formano la base e l'essenza di questo docu- mento diplomatico. Comincia il signor ministro dal magnificare la libertà e spontaneità del voto di adesione alla italiana monarchia pronunciato dal po- polo di Roma il giorno 2 ottobre, quasichè l'Europa, la quale vide rovesciato il trono di un potente monarca scorsi appena quattro mesi da una consimile e più sol enne manife- tuffato nel mare, e il tuo colore impallidiva, le belle foglie come gli smeraldi, avvizzite ca- devano, il tuo profumo a poco a poco cessava. La mia vita è simile a te, mio povero fiore; e se tu languisti perchè fosti svelto dal ter- reno che ti produceva, la mia vita pure de- clina perchè non è più benedetta dall'amore. Il mio povero Carlo è sottoterra, l'angiolo mio l'hanno ucciso i sacerdoti di Roma. Perché la fronte vergine Non poni nel mio seno? Tutti del core. i palpiti Tu conteresti almeno, La vita: la vita.... —Non me ne ricordo più.... Era la sua can- zone... La canzone del mio povero Carlo. Così quella fanciulla che dimandò l'elemo- sina alla figlia di Arturo Alessandri si lamen- tava, tenendo in mano lo stelo di un fiore già secco nel quale rimanevano attaccate alcune fogliuzze, che al semplice alito si sarebbero di leggieri ridotte in polvere. Un uomo del popolo vestito alla foggia dei transteverini, a qualche passo di distanza, colle mani incrocicchiate sul petto guardava con occhio di profonda pietà la povera fan- ciulla,. Era nei quarant'anni, e le maschie forme del suo corpo rivelavano in lui un vero tipo degli antichi romani. Finalmente crollan- stazione, oramai non sappia qualpeso conven- ga dare, a dimostrazioni di tal genere e qual forza si abbia un argomento cositratto. E reca tanto più sorpresa, dio il signor ministro vi abbia avuto ricorso, inquautochè, Ditino meglio di lui dovrebb' essere intimamente convinto che questa stessa Eurbpa, la quale è coma, - pevoie di quanto accadde in Italia pel lasso di un decennio, che non ignora di quali mezzi morali ed artfficii sog,ia far uso il Cio vera° italiano allorquando vuol raggiungere uno scopo, e che portò adegualo giudizio sulla passata sua condotta, più difficilmente s'indur- rà ad ammettere il valore di quest'argomento e men correntemente vorra persuadersi che le cose siansi passate nel modo da lui rappre- sentato. Ed ammesso ptiranco che non Si volesse aver ragione degli avvenimenti ante- riori al 1867, e di quelli che in detta epoca si verificarono, basterebbe far presente che i Romani diedero del vero loro spirito e delle reali loro intenzioni ben più luminosa esicura testimonianza quando, circondato or ora il territorio pontificio da oltre 60 mila italiani; eccitati con denaro, con etnissarii, con sommi- nistrazione d'armi a commuoversi; spinti da promesse, manifesti ed articoli giornalistici a ribellarsi contro il le ittimo governo; i Roma- ni non solo si tennero impassibili, ma riunen- dosi anzi in grandissimo miniere (Arto-trono spontanei la vita e presero le armi per difen- dere da ogni attacco il loro amato sovrano. Pel che si ha ben diritto di dimandare allo stesso signor ministro se creda egli che eguale abitudine sarebbesi riscontrata negli abitanti di ogni altra parte d' Italia dominata dal governo di Firenze, quante volte un' armata straniera si fosse posta al confine con un de- terminato intendimento, e di colà avesse eser- citata quella pressione che necessariamente esercitar dovea sui Romani e sugli altri delle provincie del Santo Padre la presenza delle truppe italiane lungo il confine pon- tificio ed in prossimità della stessa Capitale. do il capo come colui che Si rassegna alla sventura, si avvicinò alla giovinetta, e po- nendole una mano sulla spalla benignamente le disse: — Maddalena, prima che tramonti il sole io desidero che tu sia a casa. La giovanetta trasalì sulle prime, s' af- frettò a riporre il fiore entro all'astuccio, che poi nascose nel seno. Quindi —conio in realtà scorgesse - alcuna co- sa dentro il fiume — guarda, disse, guarda babbo, nelle acqua del Tevere qualche stri- scia di sangue; la vedi tu? Guarda. il cielo laggiù, è tinto di rosso ; triste segno, babbo ; i nostri carnefici non per anco sono sazii, si verserà nuovo sangue. E guardava fissa nel- l'estremo lembo dell'orizzonte colorito dagli ultimi raggi di sole. In questo frattempo il vecchio Alessandri, che erasi recato a passeggiare accompagnato da, Elvira, moveva a quella volta per tornar- sene a casa. Appena Elvira vide la giovinetta che pochi giorni innanzi le avea dimandato carità. — Nonno, esclamò, ecco quà quella giova- netta che mi fece tanta impressione e che mi destò tanto interesse; permetti ch'io le parli? Il vecchio di leggeri acconsentì che la sua nipote parlasse a quella figlia del popolo. Ed Elvira E mentre è pur vero che un movimento ebbe luogo, entrate lo regie truppe, ognuno però sa che fu dosso conseguenza immancabi- le del contegno assunto allora, non dal nostro popolo, ma unicamente da quello stuolo im- menso di così detti emigrati, o di gente d'ogni specie e paese, che accompagnava le milizie stesse. Del quale movimento è da desiderarsi che si cancelli perfino la memoria; affinchò la storia imparziale non abbia a registrare nelle sue pagine quale scopo esso si ebbe, gli insulti fatti ai più ragguardevoli signori della città ed agli onesti cittadini, le sangui- noso vendette onde furono vittime i soldati del Santo Padre sbandati por le vie, ed il saccheggio dato alle caserme e ad alcuni stabilimenti pubblici per ben due giorni sotto gli occhi di un'armata itnpassibilmente spetta- trice. Rapporto poi alle guarentigie di since- rità e di pubblicità, dalle quali pretende il signor Ministro venisse circondata tale vota- zione, io mi ;appellerò volentieri alla buona fede di quanti trovaronsi presenti in Roma nel giorno 2 ottobre, e soprattutto alla testi- monianza onorevolissima dei signori rappre- sentanti esteri presso la Santa Sede. Essi che furono - testimoni del modo--con cui fu.:Gno--- condotte le cose; che poterono assistere alla votazione; eh' ebbero campo di vedere coi loro propri occhi la classe e la condizione sociale della maggior parte dei votanti, e che nella loro specchiata lealtà non avranno omesso d'indagare alcuni fatti addivenuti di notorietà pubblica, essi si saranno certamente fatto scrupoloso carico di riferire ai rispettivi governi ciò che in quel giorno accadde, ponen- do così in rilievo quanto fallace sarebbe un giudizio, che si basasse sul risultato di una votazione di tal genere. Rendesi perciò su- perfino che io m'intrattenga su tal proposito, dovendo a ragione ritenere che cotesto Ga- binetto, alla pari di ogni altro, abbia già tali e tante notizie quante bastano a formarsi un adeguato e giusto criterio su questo fatto. lasciò per un momento il nonno, e Si recò d'appresso alla fanciulla. Come quella la vide si levò, e chinò la fronte innanzi a lei senza profferir parole. Elvira trasse di tasca una moneta per farle P elemosina, credendo con quel mezzo di poter cominciare un discorso. Maddalena si fo' rossa sulla faccia, e questa volta rifiutò Perdonate, disso Elvira, io non ho voluto offendervi. Sulle labbra di Maddalena apparve un l , g- gicro sorriso che rassicurò in parte la nipote; di Alessandri. Qual è il vostro nome? riprese Elvira. Maddalena guardava la sua interlocutrice senza risponderle, o dopo qualche momento così prese a dire: Ho pianto tanto, e non torna mai ; io l'a- spetto sempre qui ..... io bacio e piango snl fiore chtegli mi ha lasciato e che ora ap- passito.... sempre qui tengo quel ricordo e si toccava il coro . Povero Carlo, mi amava tanto! 'Pu soffri molto, le disse Elvira. Maddalena non ripose a quella interroga- zione; ma figgendo nuovamente lo sguardo nelle acque del fiume — guardate, o signora, quelle acque, sono tinte di sangue; non udito voi quelle grida disperate? quei lamenti? essi combattono e muoiono. I nostri sacerdoti,

Transcript of nn V. N.6 ISA - OPACopac.bibliotecauniversitaria.pi.it/opacpisa/opac/pisa/96/La Provincia... · ISA...

Page 1: nn V. N.6 ISA - OPACopac.bibliotecauniversitaria.pi.it/opacpisa/opac/pisa/96/La Provincia... · ISA RNL PLT UICIAE E GI AI GIUIIAI E btlNTRTV EA OICIA ISA PR L TT D NL PRVNL NL vdì

31AESTR9 DONENICOF I AB A.

PARTE NON UFFICIALE

. ,541

Anno VI. N.96

ISAGIORNALE POLITICO

UFFICIALE PER GLI ATTI GIUDIZIARI ED AbitiliNSTRATIVi DELLA PROVINCIA Di PISAE PER GLI ATTI DEI CONSIGLI PROVINCIALE E COMUNALE

Giovedì 1.0 Dicembre 1870

PREZZO ITARBIJONAMENTO A DOMICILIO E NELLEALTRE PART I DELREGNi

Trimestre L. 2.50 — Semestre L. 5. — Anno L.10.Un Numero separato costa Centesimi 10.

Le associazioni si riCeveno all'Ufficio del GI•rnale.L'amministrazione e reacensablle delle sole associazioni che

ono falle direttamente al suo Ufficio.

Condizioni per le inserzioni e abbuona mentiTutti i patamenti sta per le Inserzioni e irriti sia per gli alihounamenti devono essere anticipati.Qualunque pagamento Don é riconosciuto per valido se non è fatto direttamente •ll'Ufficio del Gioriale,11

ee•troric,ut3 firmata dal Direttore proprietario del Giornale stesso AVU. Glela iitait

Ufficio di Direzione e Amministra oneLuns'Arno Medici Num. t, nello Stabile dell• /MeiL'Ufficio é aperte t Utti i iuii. ililIt ore sette intituerititattr alle or.PUBBLICAZIONE. — Gioredi e Domenica di ciascuno settimana.

ifit•mitztoniti

Atti Gindiziari ed 4mmintstra1ivi ceni. 9.5 per linea o sparlo dlinea. Inserzioni dnp o !a brina tici gereble (Taipei** i 00 er linci ospazio di ine... Avvisi p4riìe.1:,r; e ontosito i .15 peeThiles 3tplsio.li linea

AVVERTENZESi respingono le lettere non afirancate.Noli il restituiscono nianosrittt.— Sua il nelle conto di scritti anonint

,Itterbliaue.

Piga : 30 Novembre"%M»

Quanto prima vedrà la luce nell' Ap-pendice del nostro Giornale un elegante edarguto lavoro, intitolato

DI GIOVAN PAIA D'ALFIANO.È noto chi si nasconda sotto questo

pseudonimo; ed i nostri lettori speriamoche ci vorranno esser grati delle cureche ci diamo par meritarci il loro fa-vore; tra le quali non ultima è stata quelladi procurarci un nuovo lavoro di questoegregio scrittore, di cui tutti ammiranol' ingegno e deplorano (ci sia lecito il dirlo)la volontaria infecondità.

Dalle urne di domenica decorsa sortìuna candidatura diversa da quella da noipropugnata.

Le arti adoperate per farla trionfare mo-strano chiaramente da qual parte stieno glieccitatori di cittadine discordie, i fomen-tatori di odi perpetui: e noi lasciamo lacura al tempo di mostrare se l'elezione del27 novembre sia stata un vantaggio perPisa.

A Riglione si sta firmando una protestacontro le calunniose asserzioni contenutein una corrispondenza da Pisa del giornaleLa Patria.

AVVERTENZ A.

Si è creduto di pubblicare nuovamenteil capitolo III. di questo racconto perchè nell'ultimo numero, nel quale era inserito, nacqueun errore nella collocazione delle colonne.

APPENDICELA FIGLIA DEL TRASTEVERINO

o

GLI ULTIMI GIN DEL POTERE TEMPORALEA ROMA

RACCONTO

IM BONIFACIO ONESTI - CALZECCIII

Proprietà letteraria

(Continuazione: vedi nutn. 85, 84, 86 e 87).

CAPITOLO III.Maddalena.

Povero fiore! come eri bello un giorno ! iltuo colore appagava la vista, il tuo profumoinebriava i sensi; tu fosti l'ultimo suo ricordo:ogni giorno, perché non morissi, io ti bagna-va di pianto. Il sole tre volte appena erasi

I fratelli Barroccio ci hanno rimessa laseguente.

DICHIARAZIONE.Pisa, 28 novembre 1870

Dietro richiesta del sig. avvocato Gae-tano Frediani, Direttore del giornale laProvincia di Pisa, (amanti del vero) nonpossiamo ricusarci dal dichiarare che nonabbiamo fatto nessuna pratica verso ilmedesimo onde fosse pubblicata la nostraprotesta (relativa al manifesto elettoraleSimonelli) nel giornale la Provincia diPisa.

ENRICO E ROBERTO FRATELLI BIRRO CCIO.

Sig. Avv. Gaetano FredianiDirettore del giornale

La Provincia di Pisa.

NOTA DEL CARDINALE ANTONELLITogliamo dall' Osservatore Cattolico la

seguente nota, diretta ai nunzi pontificii:

Illust. e Rev. Signore,Non sarà certamente sfuggita all'attenzione

di V. S. Illustrissima una circolare del sig.Visconti Venosta del 18 ottobre, con la qualepretende di giustificare la usurpazione deidominii della Santa Sede e l'accettazione fattadal re Vittorio Etnmaaniele del così dettoplebiscito romano. Le solite frasi prive disenso, e fatti in opposizione alla realtà dellecose, abbenchè cadute sotto gli occhi di tutti,formano la base e l'essenza di questo docu-mento diplomatico.

Comincia il signor ministro dal magnificarela libertà e spontaneità del voto di adesionealla italiana monarchia pronunciato dal po-polo di Roma il giorno 2 ottobre, quasichèl'Europa, la quale vide rovesciato il trono diun potente monarca scorsi appena quattromesi da una consimile e più sol enne manife-

tuffato nel mare, e il tuo colore impallidiva,le belle foglie come gli smeraldi, avvizzite ca-devano, il tuo profumo a poco a poco cessava.

La mia vita è simile a te, mio povero fiore;e se tu languisti perchè fosti svelto dal ter-reno che ti produceva, la mia vita pure de-clina perchè non è più benedetta dall'amore.Il mio povero Carlo è sottoterra, l'angiolo miol'hanno ucciso i sacerdoti di Roma.

Perché la fronte vergineNon poni nel mio seno?Tutti del core. i palpitiTu conteresti almeno,La vita: la vita....

—Non me ne ricordo più.... Era la sua can-zone... La canzone del mio povero Carlo.

Così quella fanciulla che dimandò l'elemo-sina alla figlia di Arturo Alessandri si lamen-tava, tenendo in mano lo stelo di un fiore giàsecco nel quale rimanevano attaccate alcunefogliuzze, che al semplice alito si sarebberodi leggieri ridotte in polvere.

Un uomo del popolo vestito alla foggiadei transteverini, a qualche passo di distanza,colle mani incrocicchiate sul petto guardavacon occhio di profonda pietà la povera fan-ciulla,. Era nei quarant'anni, e le maschieforme del suo corpo rivelavano in lui un verotipo degli antichi romani. Finalmente crollan-

stazione, oramai non sappia qualpeso conven-ga dare, a dimostrazioni di tal genere e qualforza si abbia un argomento cositratto. E recatanto più sorpresa, dio il signor ministro viabbia avuto ricorso, inquautochè, Ditino megliodi lui dovrebb' essere intimamente convintoche questa stessa Eurbpa, la quale è coma,-pevoie di quanto accadde in Italia pel lassodi un decennio, che non ignora di quali mezzimorali ed artfficii sog,ia far uso il Cio vera°italiano allorquando vuol raggiungere unoscopo, e che portò adegualo giudizio sullapassata sua condotta, più difficilmente s'indur-rà ad ammettere il valore di quest'argomentoe men correntemente vorra persuadersi che lecose siansi passate nel modo da lui rappre-

sentato. Ed ammesso ptiranco che non Sivolesse aver ragione degli avvenimenti ante-riori al 1867, e di quelli che in detta epocasi verificarono, basterebbe far presente che iRomani diedero del vero loro spirito e dellereali loro intenzioni ben più luminosa esicuratestimonianza quando, circondato or ora ilterritorio pontificio da oltre 60 mila italiani;eccitati con denaro, con etnissarii, con sommi-nistrazione d'armi a commuoversi; spinti dapromesse, manifesti ed articoli giornalistici aribellarsi contro il le ittimo governo; i Roma-ni non solo si tennero impassibili, ma riunen-dosi anzi in grandissimo miniere (Arto-tronospontanei la vita e presero le armi per difen-dere da ogni attacco il loro amato sovrano.Pel che si ha ben diritto di dimandare allostesso signor ministro se creda egli che egualeabitudine sarebbesi riscontrata negli abitantidi ogni altra parte d' Italia dominata dalgoverno di Firenze, quante volte un' armatastraniera si fosse posta al confine con un de-terminato intendimento, e di colà avesse eser-citata quella pressione che necessariamenteesercitar dovea sui Romani e sugli altridelle provincie del Santo Padre la presenzadelle truppe italiane lungo il confine pon-tificio ed in prossimità della stessa Capitale.

do il capo come colui che Si rassegna allasventura, si avvicinò alla giovinetta, e po-nendole una mano sulla spalla benignamentele disse:

— Maddalena, prima che tramonti il soleio desidero che tu sia a casa.

La giovanetta trasalì sulle prime, s' af-frettò a riporre il fiore entro all'astuccio, chepoi nascose nel seno.

Quindi —conio in realtà scorgesse -alcuna co-sa dentro il fiume — guarda, disse, guardababbo, nelle acqua del Tevere qualche stri-scia di sangue; la vedi tu? Guarda. il cielolaggiù, è tinto di rosso ; triste segno, babbo ; inostri carnefici non per anco sono sazii, siverserà nuovo sangue. E guardava fissa nel-l'estremo lembo dell'orizzonte colorito dagliultimi raggi di sole.

In questo frattempo il vecchio Alessandri,che erasi recato a passeggiare accompagnatoda, Elvira, moveva a quella volta per tornar-sene a casa. Appena Elvira vide la giovinettache pochi giorni innanzi le avea dimandatocarità.

— Nonno, esclamò, ecco quà quella giova-netta che mi fece tanta impressione e che midestò tanto interesse; permetti ch'io le parli? Ilvecchio di leggeri acconsentì che la sua nipoteparlasse a quella figlia del popolo. Ed Elvira

E mentre è pur vero che un movimentoebbe luogo, entrate lo regie truppe, ognunoperò sa che fu dosso conseguenza immancabi-le del contegno assunto allora, non dal nostropopolo, ma unicamente da quello stuolo im-menso di così detti emigrati, o di gente d'ognispecie e paese, che accompagnava le miliziestesse. Del quale movimento è da desiderarsiche si cancelli perfino la memoria; affinchòla storia imparziale non abbia a registrarenelle sue pagine quale scopo esso si ebbe, gliinsulti fatti ai più ragguardevoli signoridella città ed agli onesti cittadini, le sangui-noso vendette onde furono vittime i soldatidel Santo Padre sbandati por le vie, ed ilsaccheggio dato alle caserme e ad alcunistabilimenti pubblici per ben due giorni sottogli occhi di un'armata itnpassibilmente spetta-trice. Rapporto poi alle guarentigie di since-rità e di pubblicità, dalle quali pretende ilsignor Ministro venisse circondata tale vota-zione, io mi ;appellerò volentieri alla buonafede di quanti trovaronsi presenti in Romanel giorno 2 ottobre, e soprattutto alla testi-monianza onorevolissima dei signori rappre-sentanti esteri presso la Santa Sede. Essi chefurono - testimoni del modo--con cui fu.:Gno---condotte le cose; che poterono assistere allavotazione; eh' ebbero campo di vedere coiloro propri occhi la classe e la condizionesociale della maggior parte dei votanti, e chenella loro specchiata lealtà non avrannoomesso d'indagare alcuni fatti addivenuti dinotorietà pubblica, essi si saranno certamentefatto scrupoloso carico di riferire ai rispettivigoverni ciò che in quel giorno accadde, ponen-do così in rilievo quanto fallace sarebbe ungiudizio, che si basasse sul risultato di unavotazione di tal genere. Rendesi perciò su-perfino che io m'intrattenga su tal proposito,dovendo a ragione ritenere che cotesto Ga-binetto, alla pari di ogni altro, abbia già talie tante notizie quante bastano a formarsi unadeguato e giusto criterio su questo fatto.

lasciò per un momento il nonno, e Si recòd'appresso alla fanciulla. Come quella la videsi levò, e chinò la fronte innanzi a lei senzaprofferir parole. Elvira trasse di tasca unamoneta per farle P elemosina, credendo conquel mezzo di poter cominciare un discorso.Maddalena si fo' rossa sulla faccia, e questavolta rifiutò — Perdonate, dissoElvira, io non ho voluto offendervi.

Sulle labbra di Maddalena apparve un l ,g-gicro sorriso che rassicurò in parte la nipote;di Alessandri.

Qual è il vostro nome? riprese Elvira.Maddalena guardava la sua interlocutrice

senza risponderle, o dopo qualche momentocosì prese a dire:

— Ho pianto tanto, e non torna mai ; io l'a-spetto sempre qui ..... io bacio e piango snlfiore chtegli mi ha lasciato e che ora ap-

passito.... sempre qui tengo quel ricordo

— e si toccava il coro — . Povero Carlo, miamava tanto!

— 'Pu soffri molto, le disse Elvira.Maddalena non ripose a quella interroga-

zione; ma figgendo nuovamente lo sguardonelle acque del fiume — guardate, o signora,quelle acque, sono tinte di sangue; non uditovoi quelle grida disperate? quei lamenti? essicombattono e muoiono. I nostri sacerdoti,

Page 2: nn V. N.6 ISA - OPACopac.bibliotecauniversitaria.pi.it/opacpisa/opac/pisa/96/La Provincia... · ISA RNL PLT UICIAE E GI AI GIUIIAI E btlNTRTV EA OICIA ISA PR L TT D NL PRVNL NL vdì

ll-

uf • Mi farò piuttosto ad esaminare se le conse-

guenze di questo gran fallo, come lo chiama ilsignor Visconti-Venosta, anzichè esser favore-voli al cattolicismo siccome egli pur pretende,non ne debbano o possano essere la rovina inquesta povera Italia. E per non oltrepassare iconfini della Penisola, io farò qui appello aquanti per passione politica non abbiano per-duto ogni sentimento cattolico, nel dimandarese le leggi ostili alla Chiesa già pubblicate nelregno; se il sovvertimento di ogni principiodi moralità pubblica sanzionato da appositeleggi; se la soppressione di tutti gli ordi-ni religiosi; se l'incameramento de' beni ec-clesiastici; se inceppamento in cui tieusil' episcopato; SO la leva de' giovani chiericise la prigionia che si fa soffrire a quei mini-stri del Santuario i quali non piegano il capoa leggi ripugnanti con la coscieuza; se il vin-colo imposto all'esercizio del culto religioso;se l'empie dottrine professate dalla cattedradelle Università fino al punto da insegnarsiche l'uomo ebbe origine dalla scimmia e l'ani-ma dal fosforo, possano essere i mezzi acconciper mantenere vivo il sentimento religioso eper ottenere il progresso della società catto-lica. E vorrei inoltre dimandare se quanto vaaccadendo in questa capitale dopo l' ingressodelle truppe italiane; se la immoralità cheancor qui si vuole spargere nel popolo; se ildispregio in cui si cerca di porre, con inci-sioni e con riproduzioni litografiche l'autoritàveneranda del Capo angusto della Chiesa; sela diffusione di libri empi ed osceni agevolatacon una vendita a prezzo vilissiruo; se laguerra quotidiana ed accanita che si muovedal giornalismo a quanto vi ha di più sacroed autorevole su questa, terra; se gli insultionde si Ululo oggetti) i sacerdoti, i dignitariidella Chiesa e perfino il Santo Padre; se i de-creti già emanati in forza dei quali si vincolala libertà dei beni e delle rendite spettantialle comunità religiose, ai luoghi pii ed aiCapitoli; se la estensione ai dominii dellaSanta Sede delle leggi anti-canoniche in vi-gore nel resto d' Italia, sieno quei fatti, che,secondo il signor Ministro, valgano a persua-dere i cattolici che il loro sentimento religiosoviene pienamente rispettato, e che l'idea deldiritto nella sua ampia ed elevata esplicazio-ne, nei suoi rapporti fra la Chiesa e lo Stato,può avere su queste basi un'applicazione nelvero senso cattolico.

La necessità che il Capo angusto della reli-gione abbia un dominio temporale per eserci-tare con piena indipendenza lo spirituale pote-re, si fa dal fin gni detto aneor più manifesta,ed è d'altronde così sentita dall' universale, edè così palese, da non abbisognare di molti ar-gomenti per comprovarla. E mi niace di ve-derne anzi talmente persuaso lo stesso signorministro Visconti, che, volendo rassicurare il

mondo cattolico, si fa a parlare di sovranità,di extra-territorialità, di preminenze princi-pesche da concedersi al Pontefice perehè, ri-conosciute da lui stesso indispensabili. E nonsi sa dopo ciò comprendere come, nel tesserela storia del Papato, abbia egli avuto ricoraoa certe sottigliezze perdonabili in bocca di unacattolico, ma che ripetute da ua ministro diun Governo cattolico non possono a meno di

produrre tanto dolore quanto ribrezzo. Nonconvenendo alla brevita di un dispaccio unadiscussione storica, ed omettendo di rilevareche la istituzione del dominio temporale è an-teriore al medio Evo; e che se vi fu tempo incui la forza tuoraie del l'avuto tu più che maigrande, la si fu in queli' epoca, discorreròdelle guarentigte che, spogliato il routeticeogni dominio, vogliono a lui concedersi, affili-elle le coscienze sieno tranquille ed il mondocattolico uou si creda punto minacciato nellesue credenze religiose per l'effetto del compi-mento dell' unita italiana.

Qual fede possa meritare una promessa delGoverno italiano, sia pur :cotenne, sia pur san-zionata, da patti internazionali, da leggi, da de-creti, da voti del Carlamento, ben lo dicono iltrattato di Zaino e Villafranca, le usurpazio-ai a danno di tutti i principi d' Italia, laConvenzione del 1864 relativa, al richiamodelle truppe franesi' dal territorio pentitici°ed agli obblighi conseguentemente assuuti dalGoverno di Firenze; le assicurazioni date dal-l'alto della tribuna, in ogni tempo, ed ancherecentemente, di volerne osservare lo spirito ela lettera; la corrispondenza scambiatasi fra idue Gabinetti di Parigi e di Firenze su talproposito, ed il riscontro che gl impegni presie io assicurazioni date luminosamente si eb-bero nella invasione del territorio Pontificio,depressa appena la potenza militare dellaFrancia, e nella preziosa confessione fattasidalla Circolare stessa là dove si dichiara chela grande opera della unificazione, cominciatada Re Carlo Alberto, venne proseguita ed allapedine compiuta dal Re Vittorio Emmanuelecon la sua perseveranza.

Ho quindi luogo a ritenere che il Mondocattolico e tutti gli onesti mal s'indurranno adaccordare la loro fiducia a tal Governo, e chemolto meno vorranno prestargli fede dopoaver conosciuto quei motivi, coi quali si vollecoonestare la sanguinosa e vergognosa impresa.Allorquando si conculca con una indifferenzasenza pari la fede giurata, e con un cinismosenza esempio si pone in non cale ogni prin-cipio di onestà e di giustizia, si perde il di-ritto ad esser creduti. Potrei quindi dispen-sarmi dal ragionare del doppio ordine dicosiffatte guarentigie, le quali si riassu-mono nella libera e continuata comunicazio-ne del Pontefice con i fedeli; nel manteni-mento di una rappresentanza estera presso

la Santa Sede e di una pontificia pressole Corti estere; nella separazione della Chiesadallo Stato; nella libertà completa da accor-darsi alla Chiesa onde eliminare il sospettoche vogliasi esercitare una pressione nelle de-cisioni della Santa Sede cercando di fare del-la Religione uno strumento di governo. Purnonostante, e senza internarmi in una discus-sioue inutile, mi basterà soltanto dimandarese cosiffatte guarentigie varranno a tutelareefficacemente la indipendenza del Pontefice;ad eliminare ogni ragionevole sospetto di suaservitù, a precludere la via agli arbitrii delpotere laicale; a togliere i conflitti che fra ledue autorità dovranno necessariamente equando che sia insorgere; ad impedire che ilCapo della Chiesa addivenga da un giorno al-l'altro, e per divergenza di vedute, il prigio-niero politico dello Stato in cui risiede; a fartranquillo il inondo cattolico del libero eserci-zio dello spirituale potere. Una autorità, chevive e si esercita in forza di una concessione eche conseguentemente dipende dal buon volereo dal capriccio del concedente, quest'autoritàvive di una vita non propria e non può svi-luppare la sua influenza al di là dei limiti im-postile, e consentiti dalle sue intrinseche edestrinseche condizioni. Or ognun sa che il Ca-po della Chiesa abbisogna di un'autorità pro-pria ed immancabile, affinché l' esercizio delsuo potere spirituale non venga da qualunquecausa vincolato ed in qualunque tempo inter-rotto. Dal che discende che ogni guarentigiavoglia a lui darei, sarà sempre una vera illu-sione quando debba Esso rimanere soggetto adun sovrano e ad un potere laicale.

Qualunque del resto voglia essere il partitodefinitivo del Governo italiano a questo ri-guardo, qualunque violenza si usi per farloaccettare, qualunque mezzo s'impieghi perchèi gabinetti d'Europa s'inducano a sanzionarlo(il che si ritiene impossibile), il Santo Padre,memore de' suoi doveri, delsuoi giuramenti,delle sue promesse, e non ascoltando che lavoce della coscienza, vi si opporrà costante-mente e con tutti i mezzi di cui può disporre,dichiarandosi fin d'ora disposto a subire unapiù dura prigionia ed anche la morte anzichèmancarvi in alcun modo, sia pur indiretto edapparente.

Ed io autorizzo la S.V. Illustrissima avalersi, come di questa ferma dichiarazione,così dei rilievi sopra dedotti, per convinceresempre più cotesto signor Ministro degli affariesteri che l'opera d'Italia,, venendo a Roma, èun'opera di demolizione del cattolicismo, è lanegazione del principio della suprema auto-rità del Pontefice e della libertà della Chiesa;opera, che da sè stessa rende impossile ogniconciliazione nel senso inteso e voluto dalGoverno di Pirenze.

Può Ella del presente dispaccio rilasciare

eziaudo copia se Le ne venga espresso il de-siderio.

Con sensi di distinta stima mi confermoDi V. S. Illustrissima

Roma, 8 novembre 1870.

Affezionatissimo per servirlaC. Card. ANTONELLI.

L' INGHILTERRA ED IL TRATTATODEL 1856

Lord Russel ha diretto la seguenteseconda lettera sulla quistione orientale,al Times del 24:

Signore,L' importanza della crisi attuale e le ob-

biezioni mosse da uomini della capacità edella riputazione come il sig. Mili ed il sig.Froude contro ogni tentativo da parte no-stra di arrestare la Russia nel suo avvia-mento- alla conquista di Costantinopoli,m' induce ad entrare in qualche particolaresulla quistione dei nostri interessi in Orientee sul modo con cui devono venir appoggiatinel caso in cui le rimostranze di Ioni Gran-ville non potessero indurre il governo russoa ritirare la pretensione di violare a piacereil trattato del 1856. Lo storico Von Sybel,nel riferire gli avvenimenti che precedetteroimmediatamente insurrezione polacca di•koseiusko, fa cenno del progetto dell' impe-ratrice Caterina con queste parole:

« Il progetto che venne sanzionato dal-!' imperatrice e dichiarato infallibile daMarkoff, era di assumere un'attitudine di-fensiva alla frontiera del paese, con grandiforze, e contemporaneamente di dare il colpodecisivo contro Costantinopoli col mezzodella flotta. Essendo così colpito il cuoredell'impero ()Romano, i russi speravano dipoter impadronirsi senza difficoltà dei mem-bri disuniti ».

•Questo era il progetto differito nel 4791,ravvivato di tempo in tempo dalla corterussa, che l' arsenale e la flotta di Seba-stopoli facevano temere e che la guerra diCrimea ed il trattato del 4856 dovevanoimpedire. La neutralizzazione del Mar Nero,progetto di difesa dovuto all' ingenuità delsig. Drouyn di Lhuys, è una barriera effet-tiva contro l'ambizione russa. Senza dubbioè possibile immaginare altri mezzi di difesada sostituirsi agli articoli del trattato diParigi attaccati dal principe Gortschakoff;e lord Granville ha ammesso tnolto giusta-mente e moderatamente che la Gran Bret-Lagna non avrebbe risposto negativamentealla domanda di revisione di quelle S'AMI -

che rendevano la costa dell'impero•usSO SUI Mar Nero, se non indifesa, almenoprov veduta di scarsi mezzi di di fesa.

quelli che sull'altare ci benedicono, hannoordinato quella carneficina: o signora, lebianche stole dei ministri di Dio sono lordedi sangue...! Povero Carlo! eppure speravi dirivedermi.... è tanto tempo che ti aspetto, ètanto tempo che piango! Ma voi siete moltobella; chi siete? e guardava Elvira come stupe-fatta, ed ora le toccava la veste, ora un vezzoche tenea per ornamento nel collo, dal qualependeva un ritratto di suo padre.

Il vecchio Alessandri e sua nipote prova-rono un senso di pietà profonda per quellafanciulla tanto infelice.

Alle parole della trasteverina sentì risve-ylia•si nel core tutto l'odio per i suoi perse-. ntori; era un'altra vittima del Pontefice-re,un'altra vittima della tirannide sacerdotale.E fino a quanto, egli pensò, questo popolo cheha tante tradizioni gloriose, tanti esempi diardimento, soffrirà che nomini perversi sottoil intuite della religione abbiano a gravarlo dicatene? fino a quanto sopporterà rassegnata-mente tante scene di sangue, tanti delitti?

Elvira lacrimò sulle sciagure di quella gio-vanetta, la qnale sebbene più giovane di leisembrava di età maggiore, perchè le sofferenzedell'anima ed ima vita disagiata sfioravanole rose di quel volto bellissimo.

11 trastuverino presso a Maddalena avea ri-

presa la sua primiera posizione, e non faceaparola.

— Dite, buon uomo, è vostra figlia questafanciulla? Queste furon) le prime parole cheil dottore Alessandri rivolse a quell'uomo.

— Sì, signore, è mia. figlia.— Ella soffre molto?...— È pazza.— Pazza!?.... esclamarono ad un tempo il

vecchio Alessandri ed Elvira profondamenteaddolorati.

— Sì, pazza, o signori, seguì il trasteveri-no; e l'amo tanto io, e non posso soccorrerla....e qualche volta mi manca perfino un pezzo dipane per isfamarla.

— Non lavorate voi? disse l'Alessandri.— Una volta, o signore, lavorava, e con le

braccia mi bastava l'animo di procacciarmiuna vita comoda e per me, e per lei.

— Non ha più madre?— No.A questa interrogazione nell' occhio del

trasteveriuo, che fino ad ora avea espresso'odio e disperazione, si vide tremolare una la-crima.

L'Alessandri che vide qnella lacrima, e chepensò qual trista rimembranza in quel mo-mento gli avea destato in core, tosto sog-giunse:

— Perdonate se vi sono troppo importunose io vi ho fatte queste interrogazioni, gli èperché la sventura di vostra figlia mi ha de-stato un vivo interesse, e quella simpatia chesempre si prova per i disgraziati; credete-melo, in questo moMento io provo nell'animoil più vivo dispiacere : dalle p-che ed inter-rotte parole sfuggite a quella giovanetta, io hopotuto comprendere, che quelli che tengononelle loro mani i destini di questa città sonola causa della sua, e forse della vostra sven-tura.

Guardatemi : anche i miei occhi,sono stan-chi dal pianto, e meglio che gli anni mi pesasul core la sciagura che mi ha ridotto qualevoi mi vedete. Ho sofferto io per tanti anniin una prigione di stato. Il delitto per il qualeio fui punito potete immaginarlo; ma ciònon bastava ai preti; nulla ora possono farmiperchè son vecchio, e mi martoriano l'animacol perseguitare la mia famiglia. Questa po-vera giovanetta che vedete con me, non ha ilpadre; il governo del Papa lo cacciava in esi-lio: ogni qual volta io veggo una lacrimascendere dalle sue ciglia è un pugnale per meche mi penetra il core. È il mio conforto que-sta fanciulla; e se ella non fosse, a questi oraio avrei smarrita la ragione, che qualche voltasento che mi vacilla. S'aprirà la tomba .per me,

e benedirò alla morte, perchè la morte solapuò darmi una mano che possa sollevarmidella sventura.

— Giustizia di Dio come sei tarda! dissecon voce stentata il trasteverino, levando gliocchi al cielo come colui che profferisce unabestemmia. — Signori, si direbbe che Dio nonesiste.

A queste parole, che la disperazione mettea,sulle labbra di quell'uomo, Elvira fece unatto supplichevole a lui perchè non oltrag-giasse la maestà di Dio.

— Oh ! non esiste, continuò egli ; se esistes-se non potrebbe tormentar tanto le sue crea-ture, non potrebbe permettere che i suoi mi-nistri fossero i carnefici nostri.... Guardatelaquella povera fanciulla! era vispa come unarondine, era bella come una rosa; non haquindici anni, di già maledirebbe il momentodella sua nascita se il Cielo non le avesse tol-ta la ragione. Era l'angiolo mio consolatorequando, stanco e rifinito dal lavoro, tornava acasa alla sera; si poneva sulle mie ginocchia, econ un tesoro di affetti mi facea dimenticaretutte le fatiche e i sudori della giornata; equando mi sanguinava il core, ed ogni battitom' invitava alla vendetta, e già stringeva conconvulsa mano un pugnale per colpire proprioin mezzo al core qualche assassino mascherato

't1411~.11«,--•""" •41~■■••••■•••-•.

Page 3: nn V. N.6 ISA - OPACopac.bibliotecauniversitaria.pi.it/opacpisa/opac/pisa/96/La Provincia... · ISA RNL PLT UICIAE E GI AI GIUIIAI E btlNTRTV EA OICIA ISA PR L TT D NL PRVNL NL vdì

■■•■edi

■••

1.

ee

oe

li

a

ooe

e

o

o

e

o

Mi sembra che la nazione inglese debbapersistere nella posizione assunta da lordGranville e dai suoi colleghi.

Lo do poca- importanza ai sarcasmi sulgoverlio interno della Turchia. Il governointerno dello ezar è corrotto al pari di quellodel sultano; il nostro scopo non è già dimantenere il governo turco attuale, maquello di tener la Russia lontana da Co-stantitinpoli. Nen veggo neppure difficoltàdi avere una milizia incorporata. Con unaspesa sufficiente potremmo arruolare facil-mente 100,000 uomini per un servizio dicinque anni. il defunto barone Rothschild,di Parigi, mi dichiarò che ogni qualvolta ilgoverno inglese, di cui tillora io era allatesta, avesse bis )gno di 100 milioni di ster-line egli sarebbe lietissimo di fornire quellasomma, per cui nè uomini, nè dollaro man-cherebbero.

Fatto ciò, io sarei disposto a dichiararenello spirito del dispaccio di lord Granville,se l'imperatore di Russia chiede una confe-renza sul trattato del 1856, allerchè essapotrà riunirsi, facciamolo [lire, ed esaminia-mo, insieme alla Francia , alla Prussia,all'Italia, all'Austria ed alla Turchia, in qualmodo petremmo lostituire la clausola della

, neutralezzazione del Mar Nero.Ma se Io ezar vuoi. violare colla forza il

trattato del 4856, opponiamoci colla forza;e quanto prima lo faremo, tanto megliosarà.

lo non mi sentirei imbarazzato dalle pa-role dell'iato del Parlamento che citate,cioè « essere legale 1 incorporazione dellamilizia soltanto in caso d' imminente peri-colo nazionale, ovvero in caso di reale bi-sogno ,).

Come vedete, i due casi sono distinti. Inquanto alla diversità fra bisogno e reale bi-sogno non ho mai udito che vi sia statoun bisegno non reale, nel qual caso la mi-lizia, senza dubbio, deve rimanere in casa.

Sono, signore, ecc.

RUSSELL.

1c III 23 novembre.

NOIWZIE DI RUSSIA.

Indépendance Belga riceve da Pie-troburgo la seguente lettera che contiene,informazioni oggi assai interessanti aconoscere:

L'ecco:2J ienza fatta dalla diplomazia e dallasta in pa occidentale alla circolare del PrincipeGorieschakoff non ha fatto qui che maggior-ment:! accentuare I' a ppm v azi O ne genera ledi cui è oggetto la risoluzione del nostro Go-verno.

Il Consiglio municipale di Pietroburgo hadommelato e ottenuto l' autorizzazione dipresentare all' Imperatore o ti indirizz )quale questa assemblea felicita il sovranodella risoluzione presa, e dichiara di ‘'olerprestare il suo più completo appoggio a tuttii passi dei Governo tendenti a farla rispettare.

L'indirizzo fu votato unanimità, e ta-luni dei votanti si sono perfino pronunciatiper un dono patriottico di un milione di ru-bli, come principio di una sottoscrizione na-zionale destinata alla costruzione di una flottamilitare nel Mar Nero. Quest' ultima propo-sta non potè aver seguito, tua unicamenteperchè il bilancio dei 31unicipio di Pietro-burgo è estremamente oberato e DOLI si sa-prebbe dove trovare immediatamente I I mi-lione voluto.

Quasi per infiammare ancora più Pentii-siasino destato dalla circolare Gortschakoll; ilgoverno l'ha fatta seguire dall'annunzio diun provvedimento popolarissimo nelle circo-stanze attuali. La circolare Gortschakoffcomparve nel Messaggiere Ufficiale del 15novembre, e il 17 il medesitno giornale pub-blicava un decreto che ordinava la riformaimmediata del nostro sistema di recluta-mento sulla base del servizio obbligatorioper tutti, senza eccezioni, e della formazionedi truppe di riserva la cui organizzazionedev'essere evidentemente modellata su quel-la della landwher prussiana.

Sarebbe difficile dipingervi la gioia pro-dotta da questo provvedimento. Tutti se nerallegrano altamente come del più fortunatoavvenimento, e le classi privilegiate che essosottometterà ad un obbligo, dal quale eranofinora esenti, non sono le ultime ad applau-dire.

Non conviene tuttavia dedurne che questoci conduca a desiderare la guerra colle po-tenze che firmarono il Trattato di Parigi. Si èinvece più che mai disposti a conservare lapace e a Lisciare al tempo la cura di risolverela questione d' Oriente.

Solamente, in mezzo a queste tendenzepacifiche, ognuno si dice che è urgente so-stenere con tutte le forze il governo in unavertenza che tende a collocarlo, relativa-mente alle popolazioni cristiane della Tur-chia, in una situazione che, quando il casovenisse, farebbe inclinare in nostro favore lasoluzione del conflitto orientale.

D'altronde io posso certificare una cosa, edè che fra le potenze seguatarie del trattato diParigi ve n'è tlild almeno che si mostrerà pie-namente disposta a sostenere le pretese delGoverno russo, ed io baso la mia affermazionesopra un fatto pubblicamente conosciuto daparecchi giorni. L' indomani della pubblice-zione della circolare del principe Gortscha-koff. il ministro dell' interno chiamava a sè idirettori dei principali nostri giornali politicie dichiarava loro apertamente che l'impera-tore desiderava veder cessare tutti gli assaltidella stampa contro la Prussia « essendochèquesta petenza ci presta un appoggio risolutonelle circostanze attuali » (testuale). La vo-lontà del sovrano fu obbedita, e sono già pa-recchi giorni che non un solo dei nostri gior-nali prussafodi si permette la menoma sortitacontro il potente i.illeato del nostro Governo.P-

LA POLITICA DELL'AUSTRIA.

Diamo il testo della risposta data dalcancelliere austriaco , sig. di Beust,all'interpellanza che gli venne fatta sullaPolitica estera nella seduta della delega-zione di Pest del -25 corrente:

Chieggo di poter rispondere immediata-mente alcune parole alle due interpellanze che

vennero presentate ieri ed oggi, poichè misembra che esse si completino e perché sonoin grado di comunicare tutto ciò che so sino aquesto momento.

Se gli onorevoli signori della delegazionehanno sottoposto ad un attento esame i duedispacci diretti a Pietroburgo, che venneropubblicati nel Libro rosso, sono convintoch' essi avranno guadagnato la persuasioneche da uua parte non ò stato tralasciato nullaper mautenere intatti il riguardo e la dignitàdel governo, uonchè la libertà e l'Indipendenza,delle risoluzioni che devono essere adottate;che però non stata chiusa in alcun modo lavia ad una possibile soluzione ed accordopacifico.

Spero che, mediante i documenti succitati,sia già stata manifestata l' attitudine delgoverno e ch'essa corrisponda alle idee espres-se nelle interpellauze. Sinora non è giuntauna risposta ai dispacci inviati da qui a Pie-troburgo, ed io spero che gli onorevoli signorivorranno riservare per una discussione cheavrà luogo più tardi, ulteriori schiarimentisalì' andamento della quistione. Ora mai siapermesso in questa occasione raccomandareurgentemente un'osservazione pratica. In unasituazione come l'attuale non è certamentebene parlare di guerra, poich è allora la guerraaceadetroppo facilmente, anche se non si desi-dera; sono però del parere, che è altresì pocoutile di parlar molto di pace, poichè allorasuccede troppo facilmente che la pace ritornaindietro quando è a metà strada.

IL UNIVERSITÀ.Annunziammo nel numero precedente

l' avvenuta trasloca,zione del prof. Oresteda questa cattedra di Zooiatria alla dire-zione provvisoria dell' Istituto Zooiatricodi Milano, ed annunziammo pure che laFacoltà di Scienze si era adunata per ur-genza per prendere i provvedimenti neces-sarii.

Ci viene ora riferito che la Facoltàstessa dopo aver provveduto in via prov-visoria all'insegnamento rimasto vacante,deliberò di far istanza presso il Ministerodella Istruzione pubblica perchè la catte-dra già occupata dal prof. Oneste fossedichiarata libera e messa. tosto a concorso,invitando nel tempo stesso il Corpo acca-demico ed il Rettore della Università adappoggiare questa deliberazione.

Al seguito della medesima il rettore prof.Mazzuoli convocò ieri martedì il Corpo ac-cademico, annunziandogli la presa determi-nazione di offrire al Governo le sue di-missioni. E a quanto sappiamo il Corpoaccademico, pur deplorando che il signorRettore si fosse trovato nella necessità discendere a tale risoluzione, lo confortò per

il decoro suo e della Università a volervipersistere; facendo poi sua la deliberazione,

autecedentemeute presa dalla Facoltà dìScienze.

Perchè poi appaia quanto giustificatosieno tali decisioni che le Autorità sopra.rammentate, ognuna per la parte che lorospetta, hanno prese, diremo come il traslo-camento non fu partecipato al Rettore dellanostra Università; tanto è vero che eglidopo il tre novembre, cioè dopo l'aperturadella sessione autunnale degli esami, fecepiù volte invitare in via amichevole ilprof. Oreste a recarsi il suo posto, senzache questi si recasse all' invito; cosicchègli esami di terzo anno della Sezione Zooia-trica non vennero anche dati.

E fu solo dopo la solenne inaugurazionedegli studii che, essendosi sparsa nel pub-blico la voce che il prof. Oreste avessericevuta altra destinazione, il prof. Mazzuolirecatosi in persona a Firenze seppe del-l'avvenuto traslocamento.

Cio mostra ben chiaro come fosserostati trascurati tutti i ,riguardi che purela nostra autorità Universitaria era in di-ritto di esigere; mentre a mostrare il dan-no che dovea risentirne l'insegnamentobasta considerare come essendo così scar-so il personale insegnante di Zooiatria nelnostro Istituto era impossibile di rimediarecon quello all'avvenuta vacanza.

Noi quindi lodiamo altamente il Ret-tore ed il Corpo accademico delle deter-minazioni prese; e li ringraziamo di averecosì provveduto ai bisogni dell'insegna-mento, ed al decoro dell' Università e dellacittà insieme.

•■••■•••••■■••••••••••••••■••■••■■••••■■•Msn,"■=1

Ft C> INT A. C

30 novembre.

— Emilio Consani dell' Orfanotrofio, in unadelle sere decorse ritrovava nella piazzadel Ponte un orologio d'oro, e lo depositavasubito all'uffizio di pubblica sicurezza, dovepoco dopo si presentava a ritirarlo il proprie-tario, lasciando venti lire di regalo all' onestogiovanetto.

CORTE D'ASSISECIRCOLO DI PISA

Nota dei giurati ordinari e supplenti .chedevono prestar servizio nella seconda Quin-dicina, 4.a Sessione 1870 della Corte d'Assise,che apre le sue sedute il dì 1.0 dicembre.

Giurati Ordivarj

1. Buonamici prof. Francesco fu Bonfigliolo,Pisa.

da sacerdote, quell'angiolo mi veniva d'ap-presso, e con quella voce che m' incanta sem-pre: Babbo, mi diceva, sii buono, credi allatua Maddalena; l'ingiustizia non dura; Diopunirà i colpevoli, ma all'uomo non è lecitavendetta! Che volete? mi facevano venire lelacrime agli occhi quelle parole, e il cuore cheun momento prima mi ditnandava, sangue, di-veniva tenero come quello di un fanciullo, e ilpugnalo mi cadeva come per incanto. Alloracon il volto raggiante di gioja, bravo babbo,mi diceva: così ti voleva, altrimenti con queituoi occhioni mi facevi paura,. Ed ora sonocostretto a vedermela in quello stato, oh! senon fosso un po' di fede che a,ucora mi rimane,

quest' ora il Tevere mi avrebbe raccolto ca-davere le mille volte....

Il tra,steverino avea pronunciate quest'ul-time parole con tale un accento di disperazio-ne, che il vecchio e la fanciulla impallidironoe temerono in sulle prime che egli in quel mo-mento non volesse mettere in esecuzione ciò

. che fino allora non aveva fatto.Il dottore Alessandri per calmarlo così gli

Paese a dire:

— Raffrenatevi, buon uomo: io stesso che viho detto di aver disperato sempre, io che piùvecchio assai di voi, ho passato una vita sen-za una gioia, sono costretto in questo mo-mento a richiamare l'energia del vostro cuoreed invitarvi alla speranza. Forse i tempi sonocangiati forse l'ora che tanto io che voi viva-mente desideriamo sta per suonare, oh la mi-sura è colma credetelo, il vecchio edificio deldispotismo clericale che fino ad ora si è soste-nuto con i puntelli di una sciocca superstizione,in parte di già crollato, sta per crollare deltutto; allora le nostre sorti si miglioreranuo.Qliesta giovanetta poi può darsi beuissimoche ricuperi il senno; il tempo rimargina, ognipiaga ; dalle sue tronche parole potei inten-dere che una passione violenta ed infelice l'ha

sridotta in questo stato. Ella sospira e chiamail suo Carlo, e questo nome sarà mi figuro delgiovane a cui ella avea posto tutto il cuorsuo—. Se a voi piacesse quando che sia nar-rarmi gli eventi tristissimi della vostra vitae quelli che hanno fatto smarrire il senuoquesta giovanetta l'avrri a caro, nè ciò io ci

dimando per curiosità, credetemelo, ma perchèvi ripeto, io sento un vivo interesse e compati-mento per le vostre sciagure. Ricordare fattiche hanno recato dispiacere non è semprecosa gradita per chi sia costretto a narrarli, nèdelicata per parte di chi ne pretenda la narra-zione. Ma però qualche volta si trova confortonel narrare la propria sventura ad un altroche veramente sappia compiangerla.

Il trasteverino guardava di buon occhio ilvecchio Alessandri, o sebbene diffidasse intutti, l'aspetto venerabile del Dettole) cheispirava, tanta confidenza, l'aver udito in suc-cinto la storia delle sue sciagure avea fatto sìche egli simpatizzasse con quell'uomo, cheper la tirannide clericale avea sofferto al paridi lui. A quella richiesta il trasteverino così.rispose:

— Di buan grado io appagherei il vostrodesiderio anche in sul momento, o signore,perchè voi pure siete sventurato come lo so-no io, e le vostre sofferenze vi danno un dirit-to di conoscere le mie. Ma però l'ora è tarda;ecco appunto che suona l' Avemmaria; io ho

piacere che Maddalena tori a casa perchè al-trimenti i monelli della contrada darebberonoja alla povera pazza.

Infatti il cielo si andava oscurando e lechiese di Roma l'una dopo l'altra e molto nelmedesimo punto davano il segno dell'Ave-maria.

Il dottore Alessandri augurò all'uomo delpopolo la buona sera: Elvira poi non sapeadiscostarsi da Maddalena con la quale di già,a,vea tanto simpatizzato: volle baciarla infronte, ma a quel bacio la povera pazza pro-ruppe in risa, O andandosene poi con il padrecominciò a gridar forte:

— Ecco il sangue, l'uccidono, Babbo, sal-valo per carità, salva il mio Carlo; e poi inun punto anche acchetandosi, mise fuori unlamento dicendo:

— E Carlo non torna mai.

Page 4: nn V. N.6 ISA - OPACopac.bibliotecauniversitaria.pi.it/opacpisa/opac/pisa/96/La Provincia... · ISA RNL PLT UICIAE E GI AI GIUIIAI E btlNTRTV EA OICIA ISA PR L TT D NL PRVNL NL vdì

BIGLIETTI'DA ,sollecita consegua L 44 IRE

Si stampano alla Tipografia NISTRE in Pisa,

con una o due righe. in Cartoncino sopraffine,Caratteri nuovissimi di svariate forme e moltaeleganza, impressi con Macchina Inglese.

_-

15 4 811011111112

2. Puntoni dott. Giuseppe fu Lorenzo, legale,Pisa.

3. Porri Angiolo fu Antonio, Casale.4. Cherici Torcilo fu Giuseppe, Volterra.5. Poggeschi Niccolò fn Gaetano, possidente,

Ri parbella.6. Magagnini Antonio fu Luigi, Calci.7. Bastíanelli Gustavo fu Tommaso, Bib-

Lona.8. Sta,cchini Evaristo di Lorenzo, Castellina.9. Lorini Luigi fu Pietro, Palaja.

10. Arcangeli dott. Pietro di Simone, pos-sidente, Lari.

11. Cammilli Domenico di Antonio, possi-dente, Lari.

12. Norchi dott. Olinto del dott. Alessandro,Volterra.

13. Mori avv. Lorenzo fu Pietro, Monteca-tini.

14. Bortinelli Francesco fu Giuseppe, Sas-setta.

15. Calcinaj Paolo fu Bartolommeo, possi-dente, Cascina.

16. Redi dott. Autonio fu Giov. Batta, diCollesalvetti.

17. Spadini Torello fu Gaetano, Pisa.18. Salvetti avv. conte Salvetto fu Giovanni,

Rosignano.19. Pazzini Terenzio fu Giovanni, possidente,

Pisa.20. Destri Egisto fu Vincenzo, possidente,

21. Doveri cav. Alessandro fu Giuseppe, prof.Pisa.

22. Fabbrini Cammillo fu Tommaso, Vol-terra.

23. Martini dott. Adolfo fu Giuseppe, me-dico, Pisa.

24. Sbarra avv. Giuseppe fu Luigi, legale,Pisa.

25. Stefanini dott. Valeriano di Giuseppe,Lajatico.

26. Leonori cav. Alessandro del cav. Bene-detto, Volterra. •

27. Zini Alainanno di Pietro, Pisa.

28. Balestri Angusto fu Bacciomeo, Pisa.29. Mazzetti Pasquale di Leopoldo, Peccioli.30. Santoni Tommaso fu Eratenegildo, inci-

sore, Pisa.Giurati supplenti.

1. Foscarini dott. Andrea fu Marco,2. Bartalini Claudio fu Claudio,3. Deackin Tommaso fu Samuele,4. Pezzi Remedio fu Jacopo,5. Jandelli cav. Giuseppe, di Giovanni,6. Coli dott. Giuseppe fu Angiolo, medico,7. Franceschi dott. Francesco fu Gaetano,8. Benincasa Leopold() di Antonio,9. Barsuglia avv. Massimiliano fu Giov.

Battista,10. Filippi Ildovaldo fu Ferdinando, tutti di

Pisa.Dalla Cancelleria della Corte d' Assise,

Circolo di Pisa, li 29 novembre 1870.Il Cancelliere - CESARE MAILTINI.

Nota delle Cause criminali portale al giu-dizio avanti la Corte d'Assise, Circolo diquesta città, per la seconda Q .indicina, 4•°Sessione 1870.

Seduta del dì I.' dicembre 1870.Causa contro Papini Vincauzo. Furto do-

mestico. - Pubblico Ministero cav. LuigiSelis Carbone proc. del Re - Difensore avv.Carrara Francesco.

Seduta del ,2 detto.Causa contro Brogi Giuseppe. Omicidio

improvviso. - Pubblico Ministero avv. TronciAnacleto, sostituto procuratore del Re. -Difensore avv. Palainidessi Augusto.

Seduta del 3 detto.Causa contro Palla Cosimo. Fallimento

doloso. - Pubblico Ministero avv. GiulioJermini, sostituto procuratore del Re. - Di-fensore avv. Carrara Francesco.

Seduta del 6 detto.Causa contro Battaglia Marsilio. Omicidio

improvviso. - Pubblico Ministero avv. Ana-cleto Tronci sostituto procuratore del Re -Difensore avv. Palatnidessi Augusto.

Seduta del 7 e 9 detto.Causa contro Antoni Giuseppe. Furto qua-

lificato. - Pubblico Ministero avv. GiulioJermini sostituto cc. - Difensore avv. Palami-dessi Augusto.

Seduta del 10 detto.Causa contro Bernardi .Eliseo. Omicidio

improvviso. - Pubblico Ministero avv. Giu-lio Jermini sostituto ec. - Difensore avv.Gemignani Arnaldo.

Seduta del 13 dello.Causa contro Spagnuoli Alessandro. Vio-

lenza carnale. - Pubblico Ministero avv.Anacleto Tronci sostituto ec. - Difensoreavv. Nuti Giuseppe.

Seduta del 14 detto.Causa contro Bertani Satnuele. Omicidio

improvviso. - Pubblico Ministero avv. Giu-lio Jermini sostituto ec. - Difensore avv.Mungai.

Seduta del 15 detto.Causa contro Parlanti Michele. Furto qua-

lificato. - Pubblico Ministero avv. AnacletoTronci sostituto cc. - Difensore avv. Car-rara Francesco.

1E A_ rir 111,- Domani sera, primo dicembre, avrà

luogo al R. Teatro dei Ravvivati la bene-ficiata della prima donna soprano assolutasignora Imelda Gerli la quale dopo il se-condo atto della Norma canterà, insieme alsig. Colucci, la Romanza e Miserere nell'o-pera Il Trovatore.

Per quanto sappiamo non potrà mancarleun numeroso concorso.

- L'opera Norma incontra sempre piùfavore al teatro stesse, e le signore Geni eRozzi, ed i signori Colucci e Carmassi sonoripetutamente applauditi tutte le sere.

Stato Civiledal di 11 al 15 novembre 1870 inclusive.

Nascite denunziate

Maschi 16 - Femmine 11.Matrimoni.

Gneri Torcilo d'Al berigo, celibe, d'Oratojo, conTaccini Elvira di Vincenzo, nubile, di Putignano --Carnascialli Pilade di Salvadore, celibe, falegname,di Pisa, con Ghezzani Assunta di Carlo, nubile,tessitrice, di san Michele degli Scalzi - SaviozziCostantino d' Angiolo , celibe , bracciante , conSbrana Artemisia di Ranieri , nubile, colonaambedue di san Piero a Grado -- Di Ciolo Salva-dore fu Ranieri, celibe, lavorante di terraglie, conNassi Agata di Salvadore, nubile, attendente allecure domestiche, ambedue di san Michele degliScalzi - Gherardoni Giovanni di Giuseppe, vedo-vo, guardia campestre, con Galiberti Ersilia diGustavo, nubile, tessitrice, ambedue di san Giustoin Cannicci.

Morti.

Lombardi Antonio d' Angiolo, di anni 11, diPisa - Fantozzi nei Maffei Antonia fu Andrea, dianni 57, di Putignano - Mariotti Egidio di Gio-vanni, coniugato, di anni 25, macellaro, di sanGiovanni al Gatano - Andrei Michele fu Lazzaro,celibe, di anni 47, esattore, di Livorno - MelaRanieri fu Giuseppe, di anni 70, vedovo, oprante,di Cascina - Parentini Francesco fu Gaspero, dianni 75, di Bibbona - Lupi Maria fu Francesco,nubile, di anni 26, di Pisa Carmassi nei BurroniAlessandra fu Francesco, di anni 37, di Livorno -Gnesi Ranieri fu Antonio, coniugato, di anni 35,lavorante in terraglie, di san Michele degli Scalzi -Di Nasso nei Magnozzi Fortunata fu Eugenio, dianni 71, di sant'Ermete - Malasoma Francesca diRanieri, di mesi 18, di san Marco alle Cappelle -Scapuzzi Fortunata fu Pasquale, nubile, di anni 22,di Livorno.

E più 7 al .disotto di un anno.

Cambiamenti di Domicilio.Ardinglii vedova Risoni Maria, da Prato a

Pisa - Giannini Emilio. orefice, da Firenze a Pisa-Bartelloni Marianna da Pisa a Firenze.

«111■2■••••■•••••■•■11.

AVVISO.Alle RR. Stanze Civiche si vende un

Biliardo usato col suo corredo.

SI AFFITTA il secondo piauo sopraallo RR. Stanze Civiche.

ANGIOLO PACINI Gerente Respons.

AVVISO.

Si fa noto che il Tribunale diPisa, funzionante come tribunale dicommercio, all'udienzadel 28 caden-te mese ha revocata ed annullata lasentenza proferita il 16 detto mesein quella parte, in cui dichiarava ilfallimento della Ragione mercantile«Leone Volterra e Compagni». Dissefar parte della stessa Ragione socia-le il nome del socio accomandantesignor Abramo Aghion, e puranchenell'altra parte, in cui ordinò l'ar-resto personale e traduzione allecarceri dei debitori civili del preno-minato signore Aghiou.

Li 30 novembre 1870.

BERTI.

AVVISO.

Si fa noto al pubblico che avantiquesto Tribunale civile di Pisa, al-l'udienza del dì 29 novembre cor-rente, per mancanza di offerentil' incanto del beni infraseritti, giàMazzoni, promosso dal nobile signordott. Tito Bombicci rappresentatodal sottoscritto procuratore, di cuinel Bando del dì 8 luglio perduto,fa rinviato all'udienza del 43 de-ambre prossimo; alla quale udienzasaranno nuovamente esposti in ven-dita i beni stessi sul prezzo ridottoda un ulteriore ribasso del dieci

per cento, è eOsi il lotto 1.0 Consi-

Adente in un pezzo di terra posto iutomiinità di Castellina Marittimaluogo detto « L'aia diruta del Chini»rappresentato al catasto sezione L,particella di n.° 270, per il prezzo(già L. 265, 44) di L. 141,08, e il

lotto 2.0 consistente nelle Cave dialabastro situate in detta comunitàe rappresentato in sezione F, parti-celle 349 e 451, per il prezzo (giàL. 49034, 20) di L.26058, 79, e allecondizioni tutte nel nominato bandoesistenti.

Pisa 30, novembre 1870.

D. CLEMENTE PANDOLFINI.

PROVINCIA DI PISA

Comunità di Caleinaja.Dovendosi conferire un posto di

Organista e di Maestro di Musica inCalcinaja, restano avvertiti quelliche credessero aver titoli per optareal medesimo;

Che dovranno entro tutto dicem-bre prossimo aver presentata al-t' Ufficio comunale, franca di po-sta, la relativa documentata istanzain carta da bollo;

Che l'assegno annuo resta fissato

in lire seicento , pagabile a ratemensili posticipate; oltre i proventistraordinari che potessero derivaredalla chiesa o dai privati;

Che gli oneri sonoDi suonare l'organo nella chiesa

parrocchiale di Calcinaja per tuttele funzioni ecclesiastiche;

D' istruire nella musica i giovanidel comune che amassero eserci-tarsi nella medesima;

Di tenere il costante domicilio inCalcinaja.

La nomina spetta al Consigliocomunale, il quale avrà riguardonella scelta del titolare a chi avràmeglio provata la sua attitudine alposto in concorso.

Dal Palazzo comunale di Calcmajali 29 novembre 1870.

Il SindacoNERI FONTANI MANZI.

OVATTA ANTIREUMATICAdel D.r Pattillson

È il rimedio più sicuro contro ogni genere di Artritidi e Reuma-tismi, come: contro i dolori di denti, di petto e di collo, l'artritide delcapo, delle braccia e delle ginocchia; contro i dolori alle cosce, allespalle ecc. ecc.

Al rotolo L. 2. - al mezzo rotolo L. 1.Deposito in Pisa presso il sig. Carraj alla sua Farmacia Inglese

lung'Arno.

Firenze, a di 8 ottobre 1870.I sottoscritti dichiarano che avendo consigliato l'uso delle così

dette ovatte antireumatiche del sig. dott. Pattinson ad individui soffrentiper reumi muscolari afobbriti, e specialmente in quella forma di reumaconosciuto sotto il nome di Lombaggine, hanno dovuto bene spesso consta-tarne l'utilità sia per la mitigazione del dolore, sia talora pur anco per lacompleta sua cessazione.

In fede ecc.Dott. LUIGI FOGGESCHI.Dott. DEMETRIO BARGELLINI.

ISTITUTO DI EDUCAZIONE

iln-E4 SIGNOT-tINIEDI MARIA CIUTI NE' FERRARI

Piazza del Pozzetto, stabile Ricci, terzo piano.

In quésto (Istituto che è stato riaperto il 1.° ottobre pr. pass.) si

insegna, sotto la direzione della signora Ciuti coadiuvata da speciali

maestre, Calligrafia; Lingua Italiana; Lingua Francese; Aritmetica; Disegno

lineare; Cucito; Ricamo in bianco, in lana, in seta e in oro; Ballo.

L' Istituto starà aperto dalle ore 9 antimeridiane alle 3 pomeridiano

nell' inverno; dalle ore 9 antimeridiane alle 4 pomeridiane nell' estate.

- Pisa, Tipografia Nistri. -

PREZ

L

PCed