Nikolaj V. Gogol’ - Tutti i racconti

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Titoli originali: Veery na chutore bliz Dikanki, Mirgorod, traduzione di Leone Pacini Savoj, Arabeski, traduzione di Nice Contieri (Il ritratto) e Leone Pacini Savoj (Il corso Neva, Il diario di un pazzo); Nos, inel, Koljaska, traduzione di Leone Pacini Savoj; Rim, traduzione di Nice Contieri Prima edizione ebook: febbraio 2012 2001 Newton & Compton editori s.r.l. 2008, 2012 Newton Compton editori s.r.l. Roma, Casella postale 6214 ISBN 978-88-541-3854-4 www.newtoncompton.com

Edizione elettronica realizzata da Gag srl

Nikolaj V. Gogol Tutti i racconti A cura di Leone Pacini Savoj Premessa di Filippo La Porta

Newton Compton editori

IntroduzioneI. Pochi giorni prima della fine del 1828, da una diligenza in arrivo a Pietroburgo, si affacciava un naso volpigno seguito da due piccoli occhi irrequieti come sorci che, sporto fuori dal buco il muso aguzzo, con muover di baffi annusassero laria 1. E laria era un immenso sfolgorio: rumori, fracasso, luci. Muraglie di quattro piani si slanciavano in aria dambo i lati; carrozze passavano come turbini: il fragore delle ruote e degli zoccoli dei cavalli scrosciava come un tuono, assalendo da tutte le direzioni... i ponti tremavano; i cocchieri, i postiglioni sciabolavano laria di grida; la neve strideva sotto mille slitte sfreccianti in ogni dove; i passanti si addensavano in una calca compatta sotto i palazzi, e le loro ombre gigantesche apparivano e sparivano lungo le muraglie, radendo col capo i comignoli e i tetti 2. Una descrizione cos suggestiva rivela una facolt di investire le cose di un vigoroso interesse immaginativo, ma tradisce allorigine anche il candore del provinciale che per la prima volta contempla una metropoli, e scopre perfino negli aspetti pi semplici sollecitazioni e pretesti per la meraviglia. Meraviglia, certo, giustificata in Nicola Gogol, poich se il suo naso aveva gi fiutato da tempo lesistenza di qualcosa di meglio duna provincia, gli occhi soltanto adesso ne traevano conferma, e soltanto adesso si aprivano incantati sui grandi pascoli del mondo. assai probabile che, se avesse avuto natura prudente e senso profetico, Gogol avrebbe guardato Pietroburgo con maggior diffidenza 3. Ma a diciannove anni la saggezza rischia dessere un vizio; eppoi egli aveva sempre pensato a Pietroburgo come a una citt favolosa: perci gli sarebbe stato molto difficile poterla intravedere subito al di l dei suoi aspetti, e soprattutto al di qua delle proprie aspettative. Era nato in un borgo ucraino, a Soroincy, nel 1809, il primo aprile, e fino allarrivo alla capitale la sua storia non aveva registrato alcunch di notevole. Il primo avvenimento importante fu appunto questo viaggio il che pu avere, forse, un certo peso in un uomo la cui vita sar segnata da pietre miliari e fuochi di bivacco 4. A questo viaggio risalgono anche i primi contatti col mondo; mentre per i primi contatti col prossimo non si pu davvero affermare con certezza come e quando avvenissero; seppur non v dubbio che con il prossimo Nicola Gogol fosse gi in relazione fino dai tempi in cui frequentava il ginnasio di

Nein, a giudicare da come aveva ormai ottimamente imparato a considerarlo distinto da se stesso. Niente pi pericoloso di certe false sinonimie: occorrer dunque spiegarci. Il mondo un concetto piuttosto astratto: i nostri simili, o prossimo, vi hanno perduto ogni singolare sembianza, e si sono confusi entro una amabile nebbia per le cui iridescenze noi proviamo una istintiva e quasi invincibile attrazione. Il mondo lo contempliamo pensosi e ammirati, anche se non sapremmo distinguerlo mai nettamente dalla nostra persona, la quale sta indisturbata al centro di esso con tutte le sue personali sembianze. Il prossimo , allopposto, cosa molto concreta. Non si pu dire esattamente che lo contempli: lo si ha sottocchio e cos vicino che non c difetto che sfugga. Lesperienza immediata di esso genera in noi conseguenze notevoli; e di tale natura che possiamo affermare senza esitazione che distruggono e annullano in noi il concetto di mondo. Il contrasto fra prossimo e mondo alla base del sistema gogoliano; e questo il primo punto importante da stabilire, perch tutto incomincia di qui. Il prossimo parla al temperamento artistico, il mondo alla coscienza morale; e poich Gogol non seppe veder mai conciliati e risolti in se medesimo i due impulsi, and assecondando or luno or laltro, sempre moralmente insoddisfatto dellarte, e sempre artisticamente insoddisfatto della morale. Il suo dramma non ha che questa radice; ma essa gi sufficiente a spiegare il perch egli scrivesse una commedia cos divertente come LIspettore e ideasse un libro cos inconsueto come i Passi scelti dal carteggio con gli amici. La tradizionale giustificazione della follia mistica appena una fola, ed stata imbastita su di una vicenda che, come vedremo, ebbe assai poco di mistico e ancor meno di folle. un paradosso che uno scrittore non nutra fede nellarte, ma Gogol aveva troppa fede nel suo destino per aver fede in qualcosa daltro. Si sentiva chiamato da Dio a una grande missione per il bene degli uomini, e allorch, spinto dallestro, gli accadeva di prendere in mano la penna e raffigurare quegli uomini sotto un aspetto alquanto bizzarro, finiva col rendersi conto che le due tendenze non potevano andare daccordo, e che soltanto la prima era seria. Ci a cui si sentiva chiamato lo espresse gi a diciottanni in una lettera; e per quanto in seguito ne andasse variando la forma in altri scritti, la sostanza rimase sempre la stessa:Fino dai tempi pi lontani, dallet in cui non avevo ancor quasi discernimento, io ardevo di un inestinguibile zelo di rendere la mia esistenza necessaria al bene della patria, e anelavo arrecare sia pur la pi piccola utilit. Il pensiero angoscioso che non potessi, che me lo impedissero, che non mi dessero modo di arrecare quella pi piccola utilit mi gettava in profondo abbattimento. Un sudor gelido mi imperlava la fronte al pensiero che forse avrei dovuto perire nella polvere senza segnare il mio nome di alcuna cosa bella. Essere al mondo e non lasciare traccia della propria esistenza terribile per me... Nella mente ho passato in rassegna tutte le mansioni, tutte le funzioni esistenti nello Stato, e mi sono fermato su di una: la giustizia. Ho veduto che qui vi da operare assai pi che non altrove, che solo io posso essere una provvidenza, che solo qui io sar veramente utile allumanit. La giustizia male amministrata la peggiore piaga del mondo ha sempre contristato pi di ogni altra cosa il mio cuore. Ho giurato di non perdere un solo istante della mia breve esistenza senza operare il bene. Per due anni mi sono dedicato assiduamente allo studio del Diritto delle altre nazioni e di quello naturale; adesso mi occupo del nostro. Si compiranno questi miei alti disegni? O loscurit li coprir con la sua nube caliginosa?5

Questo brano di patetica loquacit pu servire a fissare i rapporti di Gogol

col mondo, mentre i due ritratti che seguono (di due compagni di scuola), e che sono del medesimo periodo, serviranno a determinare la sua esperienza col prossimo:Baranov 6 si trova nel proprio, ben combinato e familiare dominio: cautissimamente, astutissimamente, interessantissimamente va acchiappando le mosche, le mette in un vaso che copre di un panno... lo suggella con lo stemma ereditario e familiare e ci contempla al lume lunare [...] Il nostro Kukolnik 7 se la passeggia ora con la zucca rapata (per tema certo degli insetti carnivori); ma per sfuggire alla vergogna si ordinato uno zucchetto rosso con cui si caratterizzato alla perfezione... e in alterna vicenda simbestia: or trovandosi in stato di amoroso calore, or di ebbrezza alcolica.

Allorch in un uomo si verificano due tendenze contrarie inevitabile che nel momento in cui egli presta orecchio alla prima dimentichi laltra. Amare lumanit e farla oggetto di riso sono atteggiamenti difficilmente conciliabili. Ci nonostante accade talvolta che fra due tendenze si determini un bilanciato equilibrio, ed una ceda un po verso destra mentre laltra, a sua volta, propenda a inclinare a sinistra: per Gogol il concetto di mondo potr perdere un poco di astrattezza, e la realt del prossimo guadagnare, in compenso, del calore. Nel concorde vibrare dei discordi, in un nuovo clima dolce e ordinato, si accender allora la luce della poesia a rischiarare la vita risibile, e umana, di Akakij8, la comica e soave fede di Pulcherija nella morte, o la innocente fantasia di Manilov. Ma per quanto strano possa apparire, Gogol non si rese razionalmente mai conto delle conseguenze di quellequilibrio, e seguit a considerare arte e moralit come cose distinte. Avvenne perci che allo stesso modo di come un giorno ebbe a rinnegare LIspettore per scrivere Le anime morte e Il cappotto, cos un altro lasci in tronco Le anime morte per scrivere i Passi. Ma questi sono problemi angolosi che han bisogno anzitutto, per essere compresi, che sia compresa la necessit di impostare la biografia gogoliana in maniera assolutamente diversa da come si fatto sino a oggi. Un secondo punto importante da rilevare interessa lo stile; al quale occorre, prima ancora di entrare in un esame delle sue qualit, dare unocchiata di orientamento, poich anche nello stile ebbe a verificarsi un contrasto per certi aspetti non molto dissimile da quello a cui abbiamo accennato. Gogol non fu davvero un uomo avvenente; forse non sarebbe arduo sostenere il contrario, e dir che era brutto; o che, ad ogni modo, difficilmente poteva piacere. In un tempo in cui la bellezza era un culto, questo non fu certo un vantaggio; in compenso il suo amore per leleganza divenne famoso, e la sua arte, al pari del suo vestire, risent una spiccata tendenza a render piacevoli anche le cose che possono meno piacere. Per quanto riguarda il fisico non pare che ne rimanesse eccessivamente attristato, n cercasse al pari di Lermontov di idealizzarsi almeno nei propri scritti, se teniamo presenti le fattezze con cui in questi ultimi am raffigurare se stesso e i suoi simili. Non aveva del resto inclinazioni troppo spiccate per il gusto romantico, e continuare a sostenere il contrario significa volerlo innalzare al di sopra dei suoi meriti, e farlo discendere al di sotto della sua gloria. In fatto di romanticismo egli si comport nella cerchia dei contemporanei come un ospite bene educato che si industria di compiacere ai padroni di casa, ma che presto

dovr risalire in carrozza. Lamore per leleganza non fu, invece, una seconda natura: fu la sua stessa natura; un amore cos forte, che egli ebbe il bisogno di praticarlo con se medesimo, col proprio stile, e perfino di comunicarlo ai suoi personaggi. Uno stilista che vesta male d sempre da pensare; ci che d da pensare in Gogol invece il fatto che, ragionando di Pietroburgo appena qualche mese prima della partenza, mentre si preoccupa essenzialmente di chiedere quali stoffe siano di moda per i corpetti ed i pantaloni 9, sogni di sacrificarsi per il bene degli uomini; e con la stessa patetica enfasi parli della giustizia e di un frac azzurro coi bottoni metallici che vuole ordinarsi. Non vi alcun dubbio, per, che egli fosse egualmente sincero, e in segno di una esemplare, quadrata coerenza, sta la circostanza che dopo la morte, oltre a romanzi, racconti e commedie, lasci agli eredi un trattato morale e un frac azzurro coi bottoni metallici. Ma la coerenza gogoliana richiede un commento, poich essa si mostra talvolta anche sotto un aspetto geometricamente diverso dal quadrato. Gogol non fu soltanto uno stilista: fu essenzialmente uno stilista. Ora, quando a uno scrittore si tributa un simile elogio, non si intende affatto definirlo per qualcuno che ci intrattenga su cose di nessuna importanza con un decoro verbale di effetto narcotico. Egli ebbe un suo mondo da esprimere, e questo mondo fu il modo con cui colorava le cose, anche quelle apparentemente senza importanza: un mondo straordinariamente accogliente e sereno, in cui tutti gli uomini vestivano un frac azzurro dai bottoni metallici. Poteva accadere, vero, che a volte quegli uomini si facessero troppo prossimi al campo visivo, e il luccichio dei bottoni abbagliasse la vista. Essi diventavano, per cos dire, degli uomini brillanti, ma il loro aspetto assumeva un che di metallico, e perci, insieme, di sconcertante. Oppure potevano allontanarsi in gloriose migrazioni verso i metafisici regni dellideale, e in quella lontananza non restava di loro se non un azzurro barlume: per Gogol lo stile diventava in tal frangente una laboriosa esercitazione retorica, e nulla era pi santificabile e pi malinconico di quella sua preoccupazione di voler dire tutte le cose sul serio, e mutare perfino le meno serie in sublimi. Nellaltro frangente, invece, diventava la sua scatola di balocchi; e nulla cos ameno, ma odora anche tanto di zolfo, come il folletto che lo spingeva a rider di tutto, e a giuocare perfino con le cose sublimi. Queste due eccentricit hanno il loro centro nella poesia; ma rispetto a essa sono come lequivoco periodo che precede il sorger del sole e quello non meno equivoco che segue al tramonto: due crepuscoli. Fin qui il problema pu sembrare estremamente semplice; lo straordinario in altro: nel fatto che Gogol, in questi due atteggiamenti nei quali si trov egualmente distante dalla poesia, ma in direzioni affatto contrapposte, si comport nellidentico modo. Pu valere un esempio: in un suo giovanile poemetto, per palesarci il triste destino di una fanciulla che trascorre i suoi giorni in uno sperduto villaggio, abbandonata dalluomo che

ama, Gogol ricorre a una retorica immagine: Come appassisce questo fiore solitario in un oscuro deserto! 10. La banalit della metafora floreale pu lasciarci assolutamente indifferenti; non per la constatazione che, alcuni anni pi tardi, la medesima immagine serva egregiamente a condire una salsa di gusto molto diverso: Voi, o signora, declama galante Chlestakov alla procace e matura Anna Andreevna siete un fiore nato fra il deserto e la cattiva strada. Ora, nonostante nelluno e nellaltro caso ci si voglia riferire a una donna che vive in provincia, potremmo giurare che tra i versi accorati dello Hans Kchelgarten e la gioconda battuta dellIspettore non vi sia proprio nulla in comune. Ma a cominciare dalla tessitura concettuale scopriamo che esiste un rapporto assai stretto: il medesimo rapporto intimo e singolare che corre fra un individuo, o un oggetto, e il suo riflesso, reversa imago, nellacqua. Anche qui cerchiamo di precisare. Vi nellopera gogoliana una citt che ne in certo senso la capitale: Mirgorod. Nominata o taciuta, essa il costante luogo dazione di ogni avventura, e ogni personaggio trae i suoi natali di l. Allorch Gogol ce la descrive nella imbrogliata favola dei due Ivan, si preoccupa soprattutto di magnificarne ci che ne costituisce il maggior decoro: una bellissima pozzanghera che ne occupa quasi tutta la piazza: Straordinaria pozzanghera! Unica, quale mai ne vedeste di simili!. Questa reale e metafisica pozzanghera entro cui luniverso pu capovolgersi ad ogni momento ha una non trascurabile importanza nella vita e nellopera gogoliane, dove essa attende ancora che le sia assegnato il posto dovuto. Il fenomeno delle immagini rovesciate 11 su uno specchio lacustre cominci a richiamare lattenzione di Gogol fino dagli anni della sua adolescenza; ed egli lo not dapprima in versi nello Hans Kchelgarten e, immediatamente dopo, nella Fiera di Soroincy. In seguito continu a farne motivo prediletto delle descrizioni paesistiche; ma il suo maggior significato sta nel fatto che esso divenne al medesimo tempo un particolare costume di guardare le cose. Le quali, per ci appunto, potevano essere da lui considerate coi piedi per terra o, viceversa, coi piedi al luogo del capo; con locchio destro a sinistra, o esattamente al suo posto e con le sue normali funzioni. Il desiderio di ben vestire e ben scrivere era una passione molto seria per Gogol, ma bastava che essa si riflettesse nella pozzanghera mirgorodiana per diventare alcunch di estremamente divertente, e suscitare un omerico riso. Le piacevoli dissertazioni sulla eleganza diiikov, nelle Anime morte, le complicate evoluzioni sintattiche di Ivan Fdorovi ponka e degli altri stilisti gogoliani, non rappresentano affatto una lepida saggezza dellautore nei riguardi delle sue personali debolezze, ma un risultato di quel duplice modo di guardare le cose. E chi ne dubiti pu estendere lindagine ad altri capitoli, poich Gogol poteva burlarsi anche di soggetti pi gravi, dove la riflessione filosofica non sarebbe stata in grado di apportare alcun correttivo. Poteva burlarsi ad esempio della sua stessa ansia morale: e una volta parafrasare nello Hans Kchelgarten ( mai possibile che la mia anima sia destinata a perire qui 12, in un villaggio sperduto? Votarmi in olocausto alloscurit?) quanto aveva scritto nella lettera sulla giustizia; unaltra, darne il riflesso lacustre nei sogni diiikov, il quale froda lo Stato per arricchirsi al fine morale di diventare un cittadino, un uomo utile alla patria poich lo atterrisce il pensiero di non lasciar traccia di

s nel mondo, a testimonianza che anchegli ha vissuto. Ma il fatto maggiormente degno di rilievo che lespressione lo stile nellun caso e nellaltro poggia su di una identica struttura retorica; la quale, tuttavia, se nelluno, come ogni bennata retorica, tende a evocare immagini e sentimenti gravi e commossi, nellaltro, emersa dal riflesso della straordinaria pozzanghera, si presenta totalmente capovolta e scintillante di umori faceti. Il genere capovolto non contemplato nella retorica tradizionale, e a tutta prima esso pu sembrare eteroclito; tuttavia necessario che lo si ammetta, almeno per lintelligenza dellopera gogoliana, e converr rassegnarci a chiamarlo in tal modo e per gli effetti a cui tende e per rispetto alla topografia lacustre di Mirgorod. La retorica capovolta rappresenta una fra le pi singolari caratteristiche di Gogol, ma anche una delle maggiori conquiste che egli comp in un periodo in cui il gusto volgeva alla retorica di genere comune. Non si ride impunemente di qualche cosa, o peggio non la si cambia in strumento di riso, senza intaccarne la virt: con Gogol la retorica di genere comune abbandona la via maestra della prosa russa; anche se egli, in pi duna occasione, a cominciare dai paesaggi delle Veglie e a finire con gli ormai sin troppo famosi brani lirici delle Anime morte, non trascur dessere tradizionalmente retorico, pagando un tributo al gusto del tempo. Questo fatto giustificato da cause marginali che potranno parzialmente giovare anche a intendere gli aspetti romantici dellopera. Il russo Gogol lo aveva appreso alla scuola: non sempre lodevolmente, e non tanto da risparmiargli, anche in seguito, continue incertezze sintattiche, lessicali e perfino ortografiche. La sua lingua materna, lucraino, era appena un volgare, anche se un paio di buontemponi come il Kotljarevskij 13 e Vasilij Gogol, padre di Gogol, se nerano valsi per certe lor fantasie giocose di ambiente paesano. Essa serviva egregiamente alle semplici conversazioni dei cosacchi di Dikanka, e non meno egregiamente ai complicati litigi delle comari di Mirgorod; ma esaurita tale funzione di stile appropriato al personaggio, di colore, cessava di essere valida. La vera lingua letteraria era il russo; e il russo agli inizi dellOttocento aveva ancora tutta la natura di una lingua libresca che, appena uscita dagli artifizi dello slavo ecclesiastico, si andava esercitando nelle artificiosit pseudoclassiche e lesornato dei primi componimenti romantici. I modelli letterari eran quelli, e su quelli aveva fatto i suoi primi passi anche Gogol; il quale, per, riusc solo in parte a imitarli, ch le cose andavano passabilmente fintanto che si trattava di descrivere un paesaggio, o una scena damore, o narrare qualche leggenda, ma allorch cosacchi o comari accorrevano a frequentare la pagina, la lingua aveva la peggio e cedeva al volgare: in Gogol al letterato subentrava lartista, e questi passava istintivamente a servirsi dei propri mezzi. La testologia delle Veglie rivela tutta una fatica di traduzione 14: dalla stesura iniziale al testo canonico nei dialoghi e negli episodi salienti, mentre la composizione dei pezzi di bravura avvenuta in russo fin dallinizio. Ora, quel volgare, se oper una grossa rivoluzione nella prosa letteraria russa (dove al convenzionale e allaristocratico sostitu forme vive e aderenti al linguaggio parlato), fu anche causa di un certo scontento per Gogol che, nel consesso dei letterati contemporanei, fin col sentirsi spesso un

plebeo. A formargli tale coscienza oper in gran parte anche la critica, che gli rimprover presunte rozzezze e reali sconvenienze. E certo che nei racconti gogoliani vi sono parole ed espressioni che sarebbe meglio non ci fossero; ma se non ci fossero non ci sarebbero neppure quei personaggi che se ne servono con tanta innocente e lieta naturalezza. Fu appunto per rimediarvi che Gogol nei suoi racconti cerc continue occasioni di intercalare qualche patente di nobilt, offrendo saggi di stile, e cos rispondenti al gusto comune che furon gli unici a essere assunti agli onori antologici: egli considerava il suo modo istintivo di esprimersi come riconobbe apertamente pi volte non proprio degno di antologia, e perci tenne a mostrarsi capace anche daltro, di validit maggiore. Il terzo punto da rilevare il rapporto con la realt. La realt sta allopera di Gogol come il granello di senape 15 alla pianta: il seme la piccola origine; la senape la pianta rigogliosa che ne sviluppata, e che trasforma le oscure linfe terrene in aerea musica di fronde. La realt sempre qualcosa di straordinariamente labile, mentre al di sopra risplende non caduca la verit della fantasia che non affatto ci che reale, ma ci in cui crediamo con tutto il vigore dellanimo. La realt non vale mai il vino di una messa; ma la verit si identifica sovente con la poesia. Per intendere il rapporto fra la realt e la rappresentazione che ne dette Gogol dobbiamo ricorrere a un tropo di cui egli am servirsi frequentemente. Parlando del proprio modo di lavorare, affermava di correggere e rifare tante volte una sua opera finch non diventasse una perla di creazione. Ora, con perla, egli intendeva senzaltro alludere alla cosa perfetta, armonicamente compiuta; ma nei poeti listinto conduce spesso oltre i limiti della ragione, e istintivamente egli aveva riaccostato lorigine delle sue opere a quella creazione dal minimo per cui sorge la perla: alla storia del grano di sabbia che si tramuta in gemma. Non sarebbe detto tutto, per, non ricordando il segreto della metamorfosi: una causa che accresce e moltiplica iperbolicamente se stessa fino a rendersi assurda un corpuscolo che penetra dentro le valve e che irrita; che viene coperto con uno strato calcareo e, accresciuto di volume, irrita ancora di pi, e perci viene coperto ancora con un altro strato, e un terzo; e cos finch in grazia di quegli strati iperbolici il granello minuscolo diventa una grossa perla. Il frammento di sabbia virtualmente scomparso, non lo si vede pi: per rintracciarlo occorrerebbe infrangere, e cio distruggere, la perla. Ma c: il cuore del nuovo mondo che gli si andato creando attorno, e la ragione dellesistenza di esso. Chi non ha compreso questo inutile che legga Gogol, poich non capir come un naso possa crescere fino a diventare persona e poi personaggio 16, camminare per le vie di Pietroburgo, avere un titolo, un passaporto, e occupare tutte le pagine di un lungo racconto; e avr irrimediabilmente bisogno, per giustificare tante rinologiche stranezze, di rifarsi alle storie dello Hoffmann, o alle dissertazioni di Tristram Shandy sugli accidenti che occorrono ai nasi. E chi non lo ha compreso seguiter a dissertare con argomenti brillanti sul come Gogol fosse un grande scrittore realista e con argomenti altrettanto brillanti sul come egli non fosse affatto uno scrittore realista, e osasse ideare un poema 17 panoramico sulla Russia allorch della Russia non conosceva che alcune citt, e non laveva percorsa che per un numero assai irrilevante di verste.

Unultima parola: sugli amori. Da noi non possibile concludere il ritratto di un uomo, anche se in un abbozzo preliminare, senza una qualche allusione sia pur discreta alla vita sentimentale. Per alcune donne giovani e belle Gogol spese molti aggettivi, ma non fu proprio un atto di generosit poich quegli aggettivi li saccheggi a piene mani da fiabe e canzoni popolari, e con quegli aggettivi le tratt tutte a un modo. Furono donne della sua esperienza poetica; ed essendo che, come poeta, egli fu il loro creatore, le sue relazioni con esse ebbero carattere solamente paterno. In quanto alle donne mature (o magari vecchie, e perfino brutte), fu un altro paio di maniche: le consider con accesa simpatia, e per loro non ebbe bisogno di cercare aggettivi da nessuna parte: gli fiorivano crepitanti dallestro. Ma anche qui si tratt di relazioni puramente descrittive e fantastiche, ed ebbero il candore delle pagine su cui egli and narrando le loro storie. Nella vita comune il genere di donne che gli piaceva fu di un altro genere; e gli piaceva per conversare su certi problemi spirituali su cui gli uomini non sarebbero stati sempre disposti ad ascoltarlo. A queste donne dedic molte lettere; ma, bench queste donne facesser parte della sua esperienza virile, oltre le lettere non and mai. Confid un giorno di aver tentato un approccio, per curiosit; ma di esserne uscito molto deluso e senza pi desiderio di riprovare. Dal che si potrebbe dedurre che, se aveva una debolezza per laltro sesso, questa era di specie piuttosto diversa dalla consueta. Conseguentemente, poich nessuna avventura sentimentale gli era mai occorsa nella giovinezza, n gliene occorse altra in altri tempi, noi consideriamo largomento come affatto esaurito e concluso nel modo pi spiccio e pi sbrigativo. II. Costui pensi guardando un ritratto di Gogol ha un naso che gli fa da prolusione. Ma poi ti accorgi con Tobia Shandy che vi soltanto una causa per cui un naso pi lungo di un altro: ed che a Dio piace che sia cos. Infatti quella prolusione una mera cerimonia del fisico, e non introduce a nulla di riposto, giacch nella vita Gogol non ebbe naso. Incominci a sbagliare fin da quando, riconosciuta nella giustizia la propria missione, commise lingenuit di identificarla coi codici, e si mise in viaggio per la capitale fermamente deciso a conquistarsi denaro, fama e uniforme di ministro. Ma sorte di chi cade in errore, giudicando se stesso, di contraddirsi. A Pietroburgo, anzi che andare subito al ministero, con le

commendatizie di cui lo aveva fornito un parente materno il senatore Troinskij, ex ministro di giustizia e discendente lontano di Mazepa , si dette a frequentare i teatri e a girare per i negozi di mode acquistando scarpe, cappelli, guanti, ed altre porcissime e indispensabili piccolezze 18. E fu soltanto dopo aver dato fondo al gruzzolo di cui disponeva che si ricord delle buone intenzioni. Le considerava gi con minore entusiasmo, tuttavia; e quando, presentatosi nelle anticamere di quei potenti che avrebbero dovuto spalancargli le porte del ministero, e che tenevano invece chiuse anche le proprie, ebbe modo di farsi una idea un po meno astratta del servizio di Stato e dei burocrati, le abbandon per sempre, e senza alcun rimpianto. Tutto considerato, fu costretto ad ammettere che forse la sua vocazione non era proprio quella, e che sarebbe stato meglio cercare qualcosaltro. Accade a volte che ci gloriamo delle pi singolari sciocchezze, mentre sorvoliamo sui nostri meriti come su circostanze affatto personali e discrete. Gogol aveva sempre nutrito, nelladolescenza, una fiducia illimitata nelle proprie qualit di burocrate, e sempre considerato, allinverso, i suoi componimenti letterari come un amabile passatempo da non prendere troppo sul serio. Eccessivamente pronti a dar credito ai tropi e alle metafore con cui egli nobilitava le bugie, i biografi hanno fatto male a perdere la buona occasione di prestargli fede una delle poche volte in cui riuscito a dire una piena verit, e cio quando ha affermato di non aver mai avuto in animo di fare lo scrittore. Credergli avrebbe giovato, oltre tutto, anche a una migliore intelligenza dei prolegomeni allo Hans Kchelgarten, lidillio in versi che egli pubblic dopo la decisione di rinunciare alla carriera, e che non avrebbe mai veduto la luce se non lo avessero imposto circostanze importanti per il solo autore. In effetti, il ripiegare sulla letteratura non ebbe il valore n di un ravvedimento, n di una improvvisa illuminazione: fu un tentativo di guadagnar del denaro in attesa che il cielo gli rivelasse il cammino da percorrere, e cio il vero modo di interpretare la vocazione (o, come egli scriveva, il vero campo dazione). Seppur non , forse, da escludere che ve lo inducesse anche un sentimento non molto dissimile da quello che aveva sollecitato lo Swift (per difetto di un gran titolo e di un gran patrimonio, e per ambizione dessere grande a dispetto di tali circostanze) a conquistarsi la gloria dellingegno, affinch gli tenesse il posto di un nastro azzurro o di un tiro a sei. Per Gogol: di un seggio ministeriale. Purtroppo anche qui lo attese una delusione: lo Hans non ebbe fortuna. E questo secondo scacco fu un colpo duro. Se le esperienze avessero realmente quella importanza che ad esse attribuiscono coloro che non sono in grado di farne, dopo tale esordio Gogol avrebbe dovuto volger le spalle alle lettere. Le teneva nel conto che sappiamo. Tuttavia, pur reputandole di una utilit sociale affatto trascurabile, non reputava per nulla trascurabile il proprio genio poetico. Ne andava anzi abbastanza superbo. Doversi ricredere non gli era facile. Dovunque, nel modo pi assoluto 19, scriveva alla madre il 24 luglio, sono andato incontro unicamente a insuccessi e, ci che pi sorprendente, laddove non cera proprio da aspettarseli.

vero che langoscia da cui venne colto non fu linevitabile frutto di uno stato di cose completamente reale: i giudizi che espressero sullidillio i critici dellApe del Nord e del Telegrafo Moscovita potevano apparir distruttivi solo a un orgoglio sublime. Ma la qualit dellorgoglio la stessa del cuore: lirrazionalit. Perci, fatto un rogo di tutte le copie dello Hans, egli abbandon precipitosamente Pietroburgo e fugg a Lubecca. Vi nella storia di Gogol come qualcosa di premeditato. La conclusione richiama agli inizi: al primo incamminarsi sulle vie del destino su una diligenza postale, e a questo ingresso nel paese delle lettere fra i bagliori di un fuoco che si accende improvviso; non propizio, ma a rischiarare una nuova strada, per unaltra ventura. Non vi sar mai disinganno o scontento (a designarli impiegher sempre uno stesso sostantivo perelom che significa crisi, ma che etimologicamente vale frattura) dopo i quali egli non sia preso da una necessit subitanea e irresistibile di infrangere i ponti col passato, cancellarne il paesaggio, e disperdere delle ceneri al vento. Sarebbe quindi piuttosto superficiale vedere adesso in questa decisione improvvisa di lasciare la Russia, la realizzazione di un vecchio disegno, ch, se a un viaggio in terre lontane egli gi aveva alluso in qualche lettera, datata agli anni di scuola, ci non ha grande importanza. Allora si trattava tuttal pi di fantasie giovanili sollecitate dalle letture. Doveva allo Schiller, al Winkelmann, al Tieck e ai poeti tedeschi che gli erano cari, limmagine di una Germania suggestiva e felice, nonch un anelito vago di avventura; il quale aveva trovato incentivo in quello stesso Childe Harold che, assieme alla Luisa del Voss (ed tempo di dirlo: alla Fiaba di Giacinto e Fiorellin-di-rosa del Novalis), gli aveva ispirato lo Hans, poema di un viaggio. Lasciando Pietroburgo, quindi assai poco probabile che egli si riproponesse unesperienza fisica di quanto aveva scontato in fantasia nel poema. Gi, concludendo la storia del suo eroe, aveva saggiamente filosofato sul chimerico inganno di chi va in cerca di inesistenti eldoradi (anche se nella Confessione ebbe poi a riconoscere che lintenzione e il fine che lo avevano mosso erano oscuri). La sua fuga non ebbe altro scopo fuori di se stessa: della possibilit di annullare un errore col distaccarsi dai luoghi e dalle occasioni da cui era stato determinato, e della prospettiva di ricominciare unesistenza nuova su presupposti nuovi. Quali non lo sapeva ancora. E qui forse ha un suo peso il concetto ideale di una Germania, terra promessa, di pensieri eccelsi, di visioni eteree 20. Lansia di dimenticare, di correre incontro al nuovo destino fu cos forte che, pur di mettere in atto al pi presto il suo disegno, egli non esit ad appropriarsi di una somma ricevuta dalla madre per pagare gli interessi di una ipoteca. Sapeva bene di causare con ci un dissesto rovinoso alla gi precaria economia familiare, e agiva, inoltre, piuttosto in disaccordo coi princpi morali di un assertore della giustizia. Ma chi volesse perdonare a un granduomo una cattiva azione in cambio della sua grandezza peccherebbe col paragonare a questultima la propria meschinit, e con laccusare il granduomo di essere stato piccino. Ora, se Gogol

ebbe molti difetti che potevano anche non essere sublimi, n essere propri soltanto a un genio, possed in compenso una virt le cui radici riescono a mantener salda anche la pianta pi torta: fu onesto. Potremmo semmai fargli carico desserlo stato verso una cosa sola, di fronte alla quale tutte le altre cessavano di avere importanza: la sua missione; poich egli cred sempre nel modo pi fermo di essere stato chiamato da Dio a compiere un bene per gli uomini, e consider il proprio mandato non come una gloria ma come un inderogabile dovere. Nellattuale frangente non aveva scelta. Non gli restava che una speranza, e pur di realizzarla non ebbe scrupoli: vi giuoc sopra tutto perfino quello che non era suo. A chi ha senno e misura Gogol potr apparire un fanciullo un po fatuo, intento a fabbricare e gettar vascelli di carta su correnti malcerte; anche se appunto su fragili vascelli che la dolce irragionevolezza dei fanciulli si affida, mentre la brezza della fantasia dolcemente discende a gonfiarne le vele. In effetti, solo chi possiede unanima tersa ha una cos serena incoscienza del male, e un cos caldo potere di santificarlo. Come non c dubbio che solo i grandi egoisti e le persone meravigliosamente sicure di s sian capaci di tanto. Ma potremmo anche aggiungere che alla certezza di arrivare in porto (Gogol da un viaggio si attender sempre miracoli: il cessar di unangoscia, lispirazione a un romanzo o a un racconto, la cancellazione e loblio di un peccato commesso, la guarigione dei mali del fisico) andava unita una eguale certezza di acquistare insieme gloria e ricchezze, e perci dessere in grado di rendere al doppio, e magari decuplicata, una somma che adesso veniva presa soltanto in forma di prestito 21. Certo che questo modo onesto e perfino magnanimo di comportarsi, capovolto nella pozza di Mirgorod, pu riservare qualche sorpresa: tradursi, ad esempio, nella morale di Chlestakov il quale, ai mercanti che tentano di corromperlo, risponde: Io non accetto le buone mani! Ecco, se voi mi offriste, magari, in prestito... E assicura: Io questi denari ve li restituir domani stesso probabilmente. Per sua disgrazia anche la fuga in Germania si concluse con esito infelice. Pareva che tutto gli avesse congiurato contro fin dallinizio. Al momento di salpare aveva certamente ripetuto con commozione nuova e pi intensa le enfatiche parole di Hans:Risuona, o mio vasto Oceano, Porta la mia nave solitaria!22

Ma non appena, docili allinvito, le onde del Baltico presero davvero a rumoreggiare e, sospinte dalla tempesta, a scuotere maledettamente per sei giorni il piroscafo, allagitazione poetica ne subentr unaltra crudele e inconfessabile: tale da ingenerargli una avversione ormai definitiva per le avventure romantiche e

il byronismo. Allo sbarco lo attese ancora una delusione: la Germania non aveva nulla del paese dei sogni. Gli apparve anzi come un villaggio da tempo noto chio fossi uso a veder di frequente. Non ho provato alcuna commozione speciale 23. Anche i poeti tedeschi lo avevano ingannato. Non gli restava che far buon viso a cattiva sorte. Da Lubecca pass a Travemnde, inviando di tempo in tempo lettere alla madre per spiegarle il perch avesse intrapreso quel viaggio, e quali necessit improrogabili ve lo avessero spinto. Ora, poich di quelle necessit non era pi molto persuaso, ed oltre a ci ne andava adducendo un po troppe e di troppo varia natura, converr rassegnarsi ad ammettere che qualche volta la sua fantasia assumeva un aspetto ereticale, e poteva esser scambiata per menzogna. Quando un uomo sincero pu magari accadere che nel suo discorso si riscontri incidentalmente alcunch di inesatto; ci che non avviene davvero, in nessun caso, per una donna, ch se una donna sincera nel suo discorso vi sempre un tantino di verit. Per quella parziale verit essa esige una fiducia assoluta; mentre quand insincera non domanda nulla: le basta la sua propria convinzione. Ora, poich Gogol am esser sincero in ambedue le maniere, credo che sarebbe assai poco consigliabile trarre conclusioni affrettate sul sesso della sua personale sincerit; ma un fatto che, a differenza delle donne, mentendo, egli mirasse allo stesso tempo a persuadere e a restar persuaso, e che la forza della sua convinzione fosse immensa. Per giustificare il proprio viaggio di fronte alla famiglia, scrisse che Dio gli aveva additato il cammino in terra straniera 24 (affinch io educhi le passioni nel silenzio, nella solitudine... mi elevi di qualche gradino verso una sfera superiore da cui sia in grado di profondere il bene e di giovare al mondo). Poi, che era dovuto fuggire da Pietroburgo in seguito a un amore infelice (la chiamerei un angelo... una divinit lievemente vestita di umane passioni... Ma, per amor del cielo, non chiedetemi il nome di lei. Essa troppo in alto, troppo in alto). Infine, tre settimane dopo, con un candore assolutamente immemore: Io, mi pare, scriveva: ho perfino dimenticato di dirvi la ragione essenziale che mi ha spinto a partire per Lubecca: durante la primavera e lestate, quasi lintero tempo fui malato; ora, bench guarito, mi venuto un grande sfogo alla faccia e alle mani. Marija Ivanovna Gogol pose in stretta connessione lavventura sentimentale e lo sfogo, e ne fu estremamente allarmata. Il figlio reag sdegnatissimo 25; e poich aveva dato fondo agli ultimi soldi, risanato dei mali e degli amori, torn in Russia. Torn pi saggio: la lezione gli era servita a qualcosa. Gli aveva insegnato, se non altro, che la terra dei sogni soltanto il cuore delluomo, e che i miracoli attesi dal di fuori non sono che le tristi aspettazioni dei diseredati dalla fantasia. Cos, scoperta in nuovi paesi la vecchiezza del mondo, gli accadde di scoprir nuovo il suo vecchio paese e, in luogo di tentare ancora romantici viaggi in cerca di fantastiche avventure e celesti miracoli, tornato a

Pietroburgo si accinse a narrare le terrene vicende delle grasse e sanguigne comari di Dikanka, dei tinconi di Mirgorod, dei diavoli, dei diaconi e delle streghe di Kiev. E crediamo senzaltro che quei racconti li scrivesse soltanto per guadagnare (questo il mio pane) 26 anche se la madre sosteneva il contrario (che egli scrivesse, cio, per soddisfare il suo amore per le lettere, bench cerchi di dimostrarmi che la necessit a costringervelo). Per guadagnare si assoggett perfino a impiegarsi 27 seppure risaputo che in ufficio non fosse molto zelante, e ve lo si potesse incontrare non pi di un giorno al mese: quello in cui riscuoteva lo stipendio. Come ringrazio la mano divina per le avversit e gli insuccessi... Per me sono stati leducazione migliore, scriveva il 10 febbraio 1831 alla madre. E queste parole, se ci danno la certezza che egli fosse diventato pi saggio, ci testimoniano al medesimo tempo che egli aveva conservato la mirabile insania di credere nei vascelli di carta: perfino in quelli gi naufragati, ch la fede di essere servo di Dio, chiamato a compiere unopera, gli mutava i mali sofferti in dolci insegnamenti. III. I racconti delle Veglie a una fattoria presso Dikanka , quando apparvero tra il 1830 e il 1832, ebbero oltre tutto il pregio della novit. LInghilterra vantava i Tales of my Landlord dello Scott (e Gogol dimostr di conoscerli), ma in Russia nessuno aveva ancora narrato storie di villaggio in una lingua cos vivace e tutta sorprese. La fantasia vi scorreva attraverso come un vino nuovo che al sapido gusto dellarguzia sposava il profumo di un lirismo discreto. vero che quella lingua presentava sporgenze contro cui poteva urtare un severo purista dello stile, e che quelle storie peccavano abbastanza di arbitrio per essere folclore genuino; tuttavia, per questultimo non vi fu chi badasse troppo per il sottile e, in quanto alla lingua, gli svantaggi apparvero vantaggi agli occhi di coloro che nel purismo degli ikov e nella pudibonderia dei Bulgarin e dei Senkovskij sentivano odor di libresco e di stantio. Il successo fu pieno e incondizionato, e il verdetto dei critici pass senza confutazione alla storia. A rigore, scontata la loro novit, i racconti delle Veglie non conservano meriti tali da aggiungere molto alla gloria di Gogol, e non vi dubbio che la diminuirebbero in parte se egli non avesse scritto nientaltro. Ad eccezione di un paio, essi sono infatti abbastanza diseguali. Qualcuno addirittura mediocre. Ma sarebbe un errore trattarli con bonaria condiscendenza, pensando alle opere che li seguirono, poich quella loro mediocrit continuamente agitata da gioiosi mutamenti di stagione, e sempre insidiata al momento opportuno da un Brunello, pronto a sottrarre il cavallo dellestro di sotto al basto del convenzionale. Inoltre il mondo gogoliano vi gi quasi tutto impostato, e la natura dello stile vi appare forse pi evidente che altrove per i suoi mezzi tuttora ingenui e scoperti, per il procedere ancora a tentoni, inciampando in ostacoli scambiati per dannate difficolt e, solo dopo, riconosciuti per barriere innalzate su vie precluse. Giacch a lui pure, come a ogni artista, era concesso di fare soltanto

alcune cose; e il suo stile, come ogni stile, era limitazione delle forme a una forma. Nelle Veglie a una fattoria presso Dikanka egli sta ancora, invece. saggiandosi, e assaggiando, ghiotto, gli innumeri frutti della terra, cos che ci dato sorprenderlo nellatto di provare, oltre ci che gli era giovevole, anche quel che gli era dannoso e non gli si confaceva per nulla; e, oltre ci che poteva ottimamente riuscirgli, anche ci in cui non sarebbe mai riuscito. Per orientarci cominciamo anzitutto dal suo dubbio potere di immaginazione, intendendo volgarmente per questo potere la facolt di dar corso a un giuoco avveduto di circostanze che si svolgano sul filo di una interiore necessit, e siano indirizzate a creare un carattere o pi caratteri, e a determinarne i conflitti. Ora Gogol poteva soltanto narrare una storia con personaggi accidentali o, inversamente, incastonare un personaggio entro labili storie. E se nellultimo caso gli avvenimenti prendevano di necessit unandatura capricciosa e arbitraria, nel primo essi rivestivano un valore decorativo e periferico. In quei racconti delle Veglie dove, a imitazione dei contemporanei, si ciment a imbastire intrecci amorosi o fantastici, egli indulse infatti continuamente a pretesti per lasciarli in sospeso ogni momento e correre dietro a cose pi attraenti. Del resto le sue trame non valgono mai quattro soldi, e si pu esser certi di un fatto: che egli non si dato neppure la pena di inventarle, e le ha immancabilmente rubate da qualche parte. Quando costruisce da solo, o resta in tronco a met degli eventi o i prodotti della sua immaginazione sono capricci scherzosi di una pantomima che egli non ha mai fretta di condurre innanzi e le cui conclusioni sono sempre affrettate. Forse non del tutto senza significato che il primo racconto della maturit, e il suo ultimo romanzo (Ivan Fdorovi ponka e Le anime morte), siano due opere rimaste incompiute, e che nelluna la narrazione si arresti per naturale esaurimento della fantasia (la quale virt assai diversa dallimmaginazione), mentre nellaltra gli divenga impossibile continuarla non appena egli tenta di cangiarne il carattere di cronaca in quello di storia interiore di un personaggio. Ma non nemmeno senza significato che, a dispetto di ogni apparenza, esse siano ambedue compiute e perfette e non manchi loro assolutamente nulla, poich, come avviene sempre nel Gogol migliore, la compiutezza non risiede nel grado di maturazione dei fatti, ma in una saturazione del personaggio. Inoltre, anche dove si ha una parvenza di movimento, domina sempre un senso di stasi. Le invenzioni sembrano venirci incontro da pareti istoriate dove ogni fatto ha un proprio riquadro, ma nelle quali, come in ogni pittura, il moto soltanto illusione. Si direbbe che nessuna meridiana scandisca le ore, n il corso del fato, in quel singolare villaggio, ai pochi abitanti che Gogol cre ed elesse a proprio universo: un universo in cui il tempo e gli avvenimenti fanno parte del decoro e dello scenario, e si agitano come fronde di un arboreo paesaggio a rinfrescare gli ozi di un eroe. che Gogol, pi che un creatore di uomini, fu un grande maestro di ritratti. La percezione che abbiamo del suo mondo visiva; e per vie mediate dallocchio cogliamo

prospettive di anime adombrate in statici gesti, o incantate nel cerchio di unespressione. I suoi eroi hanno virt e difetti terreni, ma il terreno sul quale poggiano non la terra, poich ci che accade nel tempo non li trasforma. Per loro ogni avventura soltanto uno specchio in cui si riconoscono eguali a se stessi; ogni peripezia unestensione della loro gamma, un ripetersi, un prolungare piacevole delle loro vibrazioni in non turbati spazi. Una volta compiuto il ritratto, lumanit del personaggio conclusa. La storia pu interrompersi a un punto qualsiasi: essa non formativa di caratteri, e non ha perci valore essenziale. una didascalia, unesegesi, o un pretesto per fantasiose e garbate variazioni. Di conseguenza, in Gogol non vi mai una favola che risulti davvero favolosa. Delle Anime morte, ad esempio, si pu dir tutto: perfino che sono un poema; ma non v nulla in esse che ci autorizzi a chiamarle un romanzo, e a trovare legittimo il loro sottotitolo di Avventure diiikov. iikov solo un turista che cuce col filo delle verste le pagine illustrate di un suo taccuino di viaggio, e un ospite che di volta in volta siede al festino di un ben miniato signore e, compiacente, si inebria dei vini e si nutre delle saporose vivande di lui (anche nel senso piano e letterale, ch quasi ogni capitolo contiene un ritratto di anfitrione e un simposio). E che egli abbia nel taccuino una pagina e unillustrazione ov completamente effigiato non tanto che basti a fare di lui un protagonista, ch fuor da quelle appena una nebula: un aereo pulviscolo su cui la luce di altri soli si frange e colora i suoi arcobaleni. Dove in Gogol manca il ritratto, e soltanto amabili androidi frequentano la scena, dove cio il racconto pretende di avanzare sulle vie di un intreccio, incominciano i guai del regista, continuamente affannato a tappare i buchi delle sue incerte e sbilenche invenzioni. Accade allora, come talvolta nelle Veglie a una fattoria presso Dikanka , che egli riesca impersuasivo e noioso, o abbandoni il filo per narrarci un aneddoto o, concluso in fretta il componimento, se la spassi un mondo a far capriole ai margini scompigliando ogni cosa, e perfino sovvertendo le parti col mutare i protagonisti in comparse o le comparse in protagonisti. Questo contegno arbitrario verso i suoi personaggi ha una ragione riposta per comprender la quale occorre gettare locchio su zone pi centrali e segrete. Se vero che con lispirazione una divinit discende nel poeta, quella che si impossessava dellanimo di Gogol doveva avere laspetto di uno strano daimon di tra il fumigante e il celeste. Essa operava miracoli e sortilegi. Accadeva per suo potere che la Natura sovvertisse i comuni valori, eleggendo a lustro il grottesco, e la bruttezza a decoro; e che lavvenenza, i dolci sentimenti, gli ideali non potessero percorrerne il regno se non in groppa ai cavalli della retorica. In quella rigenerata Natura luniverso andava deserto di eroismo se eroe (nel senso che alla parola d la nostra esperienza) chi si aderge per virt fisiche e danimo sul volgo, e che, reprobo o angelico, a dirla col Chesterton, mostra a noi piccoli uomini quanto grandi siano le grandi emozioni che in misura minore esperimentiamo. Non v dubbio, perci, che Gogol mancasse a se stesso e al suo demone allorch concep Hans come eroe suggestivo, e comunic ad alcuni protagonisti delle Veglie lambizione a un

patetico mito. che in questi primi saggi, pi che lasciarsi guidare dallispirazione, si industriava a emulare dei modelli. Bench non ne restasse sopraffatto, fu tuttavia portato a battere una strada non sua, e riusc soltanto ad articolare piacevoli bambole cui si compiacque di far recitare parti diligentemente apprese a memoria, eseguire gesti aggraziati, e indossar costumi diversi perch apparisser diverse, ma senza riuscire a dotarle di identit. Per, gi nelle Veglie, accanto alle agghindate Paraske e ai loro amorosi, aveva preso a far muovere sconcertanti figure dai nervi acerbi e terrestri: tarchiati sindaci, e allampanati scrivani; paupulanti e flebili diaconi, e verbose e aspre megere; crapuloni con le mani nel piatto, e poltroni con le dita nel naso. A differenza delle piacevoli bambole, che al loro cospetto sbiadivano in azzurrognoli fumi, fra costoro non ve nera uno che fosse giovane o leggiadro, n agitato da generose passioni (se per caso si alludeva a una loro virt, o a un merito, era per screditarli allistante); ma come apparivano in scena essi operavano un incantesimo: il mondo si vestiva di colori e si animava di voci. In quanto a Gogol pareva che fosse disceso anche lui nella pagina, e vi sguazzasse dentro dalla contentezza. Ci che nel racconto era accaduto fin l non aveva importanza: veri eroi diventavano questi cavalieri tutti macchia e senza eroismo, nei quali, come si espresse lacrimoniosa lingua di un critico, lumanit mostrava soltanto la propria facciata posteriore 28. Una facciata festevole per; cui non mancava nulla. Fuor che lumanit. Poich a guardar bene quel mondo ti accorgevi che essa era in vacanza e che, sotto tanta dovizia di umore, non si celavano certo le lacrime 29 come volle un secondo, e questa volta benevolo, critico ma un che di asciutto, allopposto, che inaridiva i sensi, e allo stesso demiurgo burlone strappava di quando in quando un sospiro: Noia a questo mondo, signori! 30. Noia a viver cos! Senti alfine il bisogno di un cibo per lanima. Se Gogol non avesse subito il potere di quella noia (inedia di unanima priva del nutrimento della misericordia), non avrebbe mai scoperto la piet delle cose, n acquistato con essa la facolt di riconoscere anche negli aspetti pi stravaganti e impensati della vita motivi di allegrezza e benignit, di ironia e, insieme, di conciliazione, di riso e sorriso. Noi non potremmo considerarlo, perci, niente pi che un uomo il quale si beffava piacevolmente degli altri uomini, e spesso, e meno piacevolmente, anche della parte immortale di essi (certa comicit dei suoi personaggi ebbe qualche bagliore sinistro). Ma gli accadde, giuocando coi suoi esseri grotteschi, ed eleggendoli a eroi al posto degli eponimi, di vederli improvvisamente animare da una luce; e anche i pi meschini e difformi appalesare al di sotto delle loro spoglie una insospettata bellezza, e rivelare un loro segreto, ignorato eroismo. Qui il demone manifest la sua natura divina, poich comp il miracolo proprio di ogni divinit: il riscatto. Assunse gli umili in un mondo in cui il nuovo eroe aveva un compito opposto allantico: mostrare agli uomini grandi quanto siano grandi i piccoli uomini. Questo lapporto con cui Gogol ha arricchito la nostra esperienza, e questa la sua gloria

maggiore. Accanto al mito altero e pagano del semidio prende a muoversi nella sua opera, in una sensibilit del tutto agli antipodi, e profondamente cristiana, leroe antieroico o, se vogliamo conservare una coerenza terminologica, capovolto. Molti gi avevano mostrato il lato patetico degli umili, ora proponendoli a nostra edificazione come modelli di vita esemplare, scevra di vane ambizioni e di cupidigia, ora additandoli alla nostra generosit come fratelli minori, ora infine alla nostra commiserazione quali diseredati e vittime della spietata iniquit sociale. Ma nessuno ce li aveva rivelati nel loro valore assoluto come Gogol. Non basta affermare con Dostoevskij che da sotto Il cappotto sono usciti 31 gli scrittori russi della seconda met dellOttocento: ne uscito anche qualcosa a cui potremmo dare perfino il nome di rivoluzione, se a usar questa parola non si rischiasse di incorrere in equivoci e travisare i concetti. Conviene tuttavia aggiungere subito che ci non imped affatto a Gogol di continuare a sollazzarsi egualmente con quelle altre sgraziate, ma cos divertenti, figure che egli andava tracciando sulla sabbia dei propri umori terreni; n gli viet, daltro verso, lambizione di dar vita a un qualche agonista, nella misura tradizionale, che gli valesse un seggio tra i pi grandi poeti; bench in questa sua ultima ambizione egli riuscisse assai meno fortunato, visto che lesperimento maggiore condotto a termine, il Taras Bulba, assurse soltanto ai fasti di un grandioso e retorico affresco che, a parte deliziosi dettagli, non va oltre i meriti di una encomiabile testimonianza di patriottismo. Se i giovani amanti delle Veglie non sono che ombre, i gagliardi cosacchi stereotipi manichini di un museo etnografico; e gran folla daltri bambocci non meno amabili capricciosi equilibristi che danzano sulla corda di seta dello stile, certuni rivelano al di l delle loro periferiche stravaganze una stabilit centrale a cui lo stesso stile si piega, e da cui scaturisce una forza di persuasione. Essi non sono pi soltanto dei piuoli sopra i quali, come sulle staccionate di Mirgorod, Gogol va appendendo gli oggetti pi estrosi della sua fantasia e i suoi scherzi verbali: hanno la suggestione degli uomini vivi, anche se dalle fenditure del loro essere emanano a volte i vapori acri di una poco umana e grandiosa assurdit. Se altri personaggi sono sbirciati appena con la coda dellocchio, e vanno considerati piuttosto ingredienti e parte della costruzione del racconto anzich studi di figura e caratteri, costoro rappresentano i primi cartoni dei ritratti che renderanno gloriosa la galleria delle Anime morte. Qui incontriamo un altro aspetto dellopera gogoliana e la giustificazione dellimmagine di essa come villaggio di pochi abitanti. Contemplata in prospettiva, quellopera appare straordinariamente popolata e varia di personaggi. Ma a chi cercasse di accostare lo sguardo, e osservarne la folla pi da vicino, capiterebbe di accorgersi che sotto tanti abiti diversi si nascondono figure stranamente congeneri, e che tutta la variet dei tipi si riduce a poco pi di una mezza decina. Allo scarso potere inventivo trovava riscontro in Gogol, su un altro piano e per altre

cause, una limitata capacit generativa. Egli non popol il suo mondo lo and maturando: i suoi personaggi sembrano evolversi di saga in saga, e a ogni nuova reincarnazione, da una primordiale infanzia dello spirito, accostarsi per gradi a una et adulta e compiuta: alla perla. Ciascuno di essi origina una sua discendenza innestata sul medesimo tronco e avvivata dalle medesime linfe; come un albero genealogico, generoso di rami e di fronde, che si spinga sempre pi in alto. I sanguigni ghiottoni, i mentitori, gli arzigogolati stilisti, gli abulici, le sagge e industriose massaie e i servi ubriaconi e filosofi, li vediamo prolificare in dinastie i cui capistipiti figurano gi quasi tutti nei primi racconti: da Storenko 32 delle Veglie, archetipo di Sobakevi e Petuch, ad Anna Ivanovna de Il terribile cinghiale da cui defluirono le docili esistenze di Pulcherija 33 e Nastasja Petrovna Koroboka; da Ivan Fdorovi ponka, questa scaturigine del contemplativo e mite Manilov, a Ivan Ivanovi (di Ivan Fdorovi ponka e sua zia), larva ancestrale della pi gloriosa e favolosa schiatta di eroi gogoliani: i Chlestakov. E ognuno di costoro sar, insieme, e ritratto e cartone di un susseguente ritratto pi corposo e completo, variato in tutte le possibili combinazioni o complicazioni. La menzogna di Ivan Ivanovi, alunna di una fantasia intenta a riintridere il mondo in bellezza (ma ancor fanciulla, paga di cangiarne gli aspetti troppo comuni in sovrannaturali finzioni) diverr vanagloria e astuto calcolo in Zakatiev-Sobakin, art pour lartisme in Kokarev, e in Chlestakov straordinaria leggerezza di idee librate in una atmosfera dove le luci dei cieli combattono con le ombre dellabisso, e il sogno e la poesia col disumano e lassurdo finch in Nozdrv il solo umano rampollo della stirpe assurger a sentimento e visione epici dellesistenza. Ma anche fra schiatte diverse circola a volte sangue comune: Foma Grigorevi ama il bel periodare come il distillatore (La notte di maggio) e il nonno (Il messaggio scomparso), e Akakij affannato dagli stessi problemi sintattici di ponka; Manilov coltiva la fantasia con non minore gusto di Ivan Ivanovi o di Podkolsin, e Zakatiev-Sobakin un inventore solo un po pi primitivo di Icharv e diiikov; infine Icharv ha tratti cos prossimi alla natura di questultimo, e di Chlestakov, da potersi considerare addirittura un meticcio. Spesso anche i loro mezzi linguistici arrivano a confondersi, e udiamo Anton Antonovi usare gli stessi strumenti vocali di Chlestakov, o lAnnegata quelli del sindaco. Avviene inoltre che pi duno fra loro si contraddica o mostri a un tratto qualche attitudine non sospettata. Tali apparenti contraddizioni e incongruenze non sono che laspetto pi sostanziale e congruente del mondo di Gogol, poich questo mondo, come il racconto biblico, trae inizio dal Verbo e nel Verbo trova la radice di ogni creazione. Perci se una qualche eccentricit o una improvvisa fantasia verbale sorprendono Gogol a met di un ritratto, egli senza avvedersene guida la penna sulle vie del nuovo arabesco; e al posto di un orecchio ammireremo una girandola o limmancabile naso dello scrittore spuntato fuori a odorare un fiorellino nato di tra il deserto e la cattiva strada. Cos, se il capriccio, o un accordo cromatico,

lo esigono, egli non esiter a colorare la giacca di un sindaco, anzich col verde di prammatica, col giallo altrove usato per i pantaloni di un dandy. Tutti questi personaggi risentono del vizio e dei pregi dellorigine. Sono sorti, almeno nei loro ascendenti (nel capostipite), prima ancora che come figure, come particolari modulazioni dello stile: dal cristallizzarsi di un aspetto di esso in mondo a s stante. (Come esempio non saprei offrire nulla di pi convincente del distillatore de La notte di maggio, andato lentamente emergendo dalle schiume cipriote di un periodare dalle movenze morbide, carnose, che si apre e conclude entro il giro di una parabola ritmica breve, dopo essersi lievemente inturgidito al centro lingrossatura rappresentata a volte da unespressione rara e dove ogni parola par che si intenerisca e arrotondi: grasso diventa grassoccio; corto: cortuccio; piccolo: piccolotto, e cos via). Ancor prima che unit psicologiche e spiriti, quei personaggi sono stati allorigine grumi verbali convogliati su un nucleo fecondatore: Gogol vi ha insufflato lanima soltanto dopo, ma su quellanima il Verbo ha lasciato il suo crisma, e su di essa grava il peccato originale. Non si pu chiedere loro, in conseguenza, di assomigliare a personaggi comuni; neppure agli uomini comuni; rispetto ai quali, per molti versi, essi sono anzi inferiori. Anche quando il loro carattere riposa su una media costante, essi non sono mai veri caratteri, percb non si controllano mai. Ciononostante riescono sempre magnifici, poich le loro occasioni di peccare sono magnifiche. per lo meno inevitabile che uno scrittore, il cui temperamento trova il suo centro di eccitazione nello stile, mostri una certa incapacit, e forse anche un disinteresse, nellarticolare una trama o nel dar corso a un conflitto, e in genere in ci che rende estremamente mutevole la forma: il movimento. egualmente inevitabile che, per la stessa ragione, egli si senta portato a indulgere alla propria natura, facendole concessioni che possono tornare a discapito di qualcosaltro; ma sconcertante che per questa indulgenza egli arrivi a violare le buone norme, e prenda a disporre liberamente del creato come di una palestra da esercitazioni. Il giuoco diventa soprattutto pericoloso quando il temperamento intonato a un umorismo che talvolta effettivamente disposto a contemplare il creato nella sua facciata posteriore anche se non lo fa di sfacciato proposito (come voleva il Bulgarin), ma approfittando del caso: come larguto signore di Thomas Rowlandson 34 che, trovandosi sopra la scala della Esposizione, ruzzol, e sollev locchialino per meglio osservare certi aspetti del prossimo in posizione inversa al centro di gravit. Allora ogni destro che si offra al riso, se lo si accetta con leggerezza, pu condurre anche ad esser crudeli, poich la realt capovolta irreale; ma assomiglia a se stessa, e pu gabellarci una parodia per sua immagine. Jonathan Swift perdeva difficilmente unoccasione di ghignare: la sua malizia giunse perfino a contraffar la statura degli uomini, e a raffigurarli ora grandi come giganti, ora nani come pigmei, pur trovandoli sempre, sia che li considerasse dallalto o dal basso, immancabilmente piccini; ma ce li mostr sempre in piedi, e

a guidare e giustificare il suo umore vi era una ben definita filosofia, anche se stramba e un po acida; Voltaire indirizzava il suo sarcasmo contro i potenti, e lo usava come unarma diretta a scalzar pregiudizi e falsi princpi, o almeno ci che principalmente trovava in essi di pregiudizievole e falso; in quanto a Gogol sarebbe ben difficile dimostrare quale filosofia o intento sociale lo avessero spinto a beffarsi degli uomini in quel delizioso e strampalato balletto che Il naso, o negli inimitabili e altrettanto strampalati caprichos dellIspettore, fino al punto di svuotarli dellanima e attribuir loro in cambio un emblema contraffatto. Ben diversamente si era comportato il Griboedov ne La disgrazia dellintelligenza, allorch, come Gogol, si era mosso a castigare il suo tempo: aveva riso del vecchio Famusov come di un funzionario retrivo, devoto ai propri interessi, ma aveva pagato il debito alluomo; e, dellantagonista, aveva creato un modello di cui la sua accorta saggezza non si era dimenticata alloccasione opportuna di sorridere. Sarebbe per ingiusto sospettare unindole talmente scevra di misericordia in chi aveva tanto buon sangue da spendere; anche se a quel buon sangue, un po troppo irruento, non avrebbe nuociuto il freno di un senso pi esteso della carit. Il fatto che Gogol giungeva a quei riprovevoli eccessi non per mancanza di amore o di comprensione per gli uomini ma, come si detto allinizio, per eccessivo amore delle parole. Cos le amava, da dimenticare a volte perfino che non erano sue ma di un suo personaggio; e che non doveva perci parlare in prima persona con la bocca altrui, bens riflettere che, se era riuscito a combinarle assieme nel miglior modo, esse non combinavano in alcun modo col personaggio. O dimenticava di averle aggiogate a un carro colmo di raffinate mercanzie, e di non poterle lasciar sbizzarrire come puledri su un pascolo, senza rischiare che carro e carico andassero da qualche parte a sfasciarsi; o dimenticava, infine, che in amore pericoloso accoppiare soggetti di opposta natura, e che perci mandare assieme a passeggio, sul Corso Neva, delle graziose dame e dei baffi pu riservar la sorpresa di vedere impensatamente o il pelo assurgere a umana natura, o lumana e graziosa natura ridursi a pelo. Ma, in coerenza, o a dispetto, dei personaggi, delle opposte nature e del pelo, ci che a Gogol premeva era di comunicarci loriginalit stimolante del suo stile: il resto non aveva importanza; o non ne ebbe almeno fino alla salutare lezione dellIspettore. Di questo stile giunto il momento di dire alcunch sulla tecnica. Ci atterremo alle cose essenziali, e ad una altrettanto essenziale esemplificazione. Incominceremo con otto sostantivi. Essi appaiono nella descrizione della fiera di Soroincy, e servono ottimamente a ricominciare per altro verso il discorso or ora concluso. Dopo un laborioso paragone tra il rumoreggiar della folla e il lontano scrosciare di una cascata, nonch un secondo, parimente virtuoso e cospicuo, tra la medesima folla ed un mostro, lapparsa di quegli otto sostantivi produce una incrinatura improvvisa nella pagina e, dalle crepe aperte nella retorica, erompe luminosa e gioiosa la prospettiva di una piazza in pieno fervore di mercato: Buoi, sacchi, fieno, zingari, pentole, contadine, biscotti,

cappelli.... chiaro che se questo elenco non ha in s nulla di paragonabile alla illustre teoria delle navi in Omero, non nemmeno una semplice rassegna di cose che balzino del tutto naturalmente agli occhi di uno spettatore comune; il quale si guarderebbe bene dal fare uno zibaldone cos disinvolto di soggetti talmente diversi. Lindifferenza con cui questi ultimi sono sistemati a un medesimo livello tiene un po dellacquiescente principio per cui il Montaigne sosteneva che per quante specie di erbe vi siano, esse sono confuse assieme col nome di insalata; e forse anche della filosofia progressista di Ivan Ivanovi Pererepenko 35, volta a considerare luniverso sotto una luce indistinta, e a concepire di conseguenza, come creature di Dio, pure le scrofe. Ma ci che a noi interessa non di risollevare il problema se unaltrettanto sinistra mitezza informasse del pari la filosofia gogoliana, bens di fissare un postulato: che in Gogol il contrasto si trova alla base anche della tecnica verbale, ed il congegno che aziona i suoi migliori trabocchetti. Lo incontriamo sotto gli aspetti pi vari e nelle pi svariate occasioni: ora frutto di ingegnosit intellettuale, ora arguzia istintiva, ora scherzo sornione giocato con aria di esemplare innocenza, come quando un tratto di penna, sullabbozzo, ha soppresso una frase intermedia, e da un inizio quale: il prefetto scemo come un castrone 36, si salta a una conclusione un po affrettata: il mastro di Posta pure un bravuomo. Gli otto sostantivi sopra citati offrono un esempio di contrasto semantico. Il comico sgorga dalla brusca collisione fra simboli appartenenti a serie affatto diverse, arbitrariamente saldati assieme: buoi-sacchi, fieno-zingari, pentole-contadine. Laffermazione del Bergson: noi ridiamo ogni qualvolta una persona ci d limpressione di un oggetto, viene qui estesa al caso in cui oggetti e persone vengono indifferentemente accomunati su di un medesimo piano. Il contrasto semantico si pu verificare fra sintagmi di ordine eguale che rivestano eguale funzione nel periodo; che siano, ad esempio, tutti sostantivi e tutti soggetti: (a pranzo) cerano delle frittelline di latte cagliato, zia, con la crema, una salsa coi piccioni infarciti... cera anche il tacchino, delle signorine molto belle specie la bionda; o tutti predicati verbali: ungeva le scarpe con la sugna, portava tre penne dietro lorecchio... mangiava, dun colpo solo, nove pasticcetti, e il decimo lo mette-va in tasca; spettegolava e mangiava barberosse lessate al mattino, e sapeva litigare a perfezione; oppure fra un nome e i suoi complementi:g r i d a di oche e di venditrici; o, infine, tra i complementi ed il verbo: Agafija Fedoseevna p o r t a v a sul capo una berretta, tre verruche sul naso ed un cappotto color caff; voi i n c o n t r a t e delle basette... dei baffi... tali vitini... un sorriso... gente che parla del concerto; a v e v ad e c i s o di alzarsi alle sette, pranzare alle due, esser preciso in tutto e ubriaco ogni domenica. Per lo pi, nel Gogol del primo periodo (il periodo che giunge fino al 1836, anno della rappresentazione dellIspettore), il giuoco delle metamorfosi e degli scarti semantici riveste un aspetto di disinvolta e brillante spregiudicatezza, in quanto si esercita di preferenza fra soggetti animati ed inanimati, mentre nelle Anime morte lumorismo si ispirer a espedienti di pi

blanda sorpresa (si pensi allo straordinario elenco di oggetti che Nozdrv acquista alle fiere: Collari, candele aromatiche, fazzoletti da balia, zibibbo, un puledro, una catinella dargento, tela dOlanda, fior di farina, tabacco, pistole, salacche, quadri, ecc.). Gogol non sembra ancora affatto disposto a rassegnarsi a compiere una distinzione fra le cose create, e ci spiega labuso che riscontriamo in lui del pronome neutro vs (tutto): un sol colpo darchetto... e tutto si mise in movimento, tutto (cio: tutti) prese a danzare; tutto ci che incontrate al Corso Neva... 37 (Basette, baffi, vitini, sorrisi, gente). La sua poetica congiura a creare una confusione universale. Le sue metafore sono passerelle lanciate sul vuoto a collegare il mondo umano con lextraumano: col regno animale (un contadino assume laspetto di un tacchino coi polsini; un ebreo assomiglia a un pulcino, e un hajduk, per i suoi baffi compositi, a un gatto, e nitrisce; un possidente, improvvisamente riscosso dal sonno, si volge verso la moglie e mugghia come un vitello in cerca del materno capezzolo), o col vegetale (teste a cocomero o a rapa o a zucca) e con tutti i domini del possibile (e Ivan Fdorovi vide Ivan Ivanovi... con un soprabito... dal bavero enorme, eretto, che gli copriva lintera collottola, s che la testa posava sul bavero come su una carrozza). La loro forza di persuasione talmente intensa che a volte cessano dallesser metafora e divengono soggetto (anzi che di un senatore simile a una starna, si parler di starna senatoriale 38; o vedremo un giovanotto inchinarsi dinanzi a un caffettano). In tanta confusione non vi da stupire se un qualsiasi indumento viene a sostituirsi al suo proprietario e a farne le veci (la serva di Ivan Nikiforovi sciorina sullaia le vesti del padrone: Vedi la stupidona pens Ivan Ivanovi sta a vedere che ora ti porta fuori anche Ivan Nikiforovi a stendere allaria. Ed effettivamente... di l a cinque minuti si mossero i braconi di Ivan Nikiforovi e occuparono quasi met del piazzale. Dopo di che la donna port ancora un berretto e un fucile), o addirittura, non tenendo alcun conto del proprietario, animarsi di vita propria e agire in modo del lutto indipendente (Non and molto che una vecchia uniforme militare, dalle manopole lise, allung le braccia in avanti e cinse una camicetta di broccato). Finch in certe occasioni dubiteremo che il mondo si sia ridissolto nel caos, e in quella rigenerata indistinzione si siano ormai cancellate le identit: Ombre e luce si confondevano, e sembrava che pure gli oggetti si confondessero. La barriera daziaria aveva assunto un colore indefinito, i baffi del soldato di sentinella pareva che fossero sulla fronte, molto pi su degli occhi, e il naso pareva non ci fosse. Oltre che allinterno di un periodo, gli slittamenti semantici possono prodursi nellambito di due periodi distinti: In attesa del piacere originale di vederti, resto la tua affezionatissima zia Vasilisa Kaparovna. Nel nostro orto cresciuta una rapa stupenda: pi simile a una patata che a una rapa. Sullesempio dello Sterne, Gogol se ne servir a volte per interrompere bruscamente una tensione: E minacciosa mi attornia la possente immensit degli spazi, riverberandosi con terribile possa nei pi profondi recessi del mio essere; dun potere sovrumano sono accesi i miei occhi: oh! quale splendente, meravigliosa lontananza, ignota

alla terra! Russia!.... Rattieni, rattieni i cavalli, imbecille!. Meno appariscente, ma assai pi raffinato, il contrasto sintattico. Esso si manifesta attraverso una irrispondenza logica nellimpiego delle legature: Incontr... il procuratore dalle sopracciglia foltissime, nere, e dallocchio sinistro lievemente ammiccante, uomo del resto serio e taciturno; anche gli altri erano persone istruite: chi aveva letto Karamzin, chi La Gazzetta moscovita, chi addirittura non aveva letto nulla; parlano col dottore della stagione e di un piccolo brufolo spuntato sul naso... della salute dei cavalli e dei figlioli, i quali, del resto, dimostrano grandi attitudini; essi amano particolarmente i bei versi, nelle commedie, e amano pure chiamare a gran voce gli attori alla ribalta; Ivan Ivanovi di natura un tantino paurosa. Ivan Nikiforovi, allopposto, ha un paio di brache di tal capienza.... Nel campo sintattico, particolarmente equivoco luso delle preposizioni: si avvicin un gentiluomo di camera con argute e piacevoli considerazioni e con un bellissimo ciuffo arricciato sulla testa; entr nel cortile dellosteria col calesse e col giudeo. Non di rado il contrasto lo vediamo impiegato nella caratterizzazione dei personaggi (i caratteri si possono conoscere meglio che in altro modo attraverso un raffronto): La testa di Ivan Ivanovi assomiglia a una rapa col ceppo allingi; la testa di Ivan Nikiforovi a una rapa col ceppo allins; Afanasij Ivanovi... sorrideva quasi sempre... Pulcherija Ivanovna era piuttosto seria, non sorrideva quasi mai; gli uomini erano qui, come dovunque, di due specie: gli uni sottili... laltra specie era costituita dai grassi. Quando si tratta di figure di sfondo, di personaggi puramente incidentali, il contrasto anzich esercitarsi su tutto un parallelo si limita a pochi elementi. Spesso soltanto al nome: due individui si distinguono unicamente fra loro perch luno Anton Golopuz (Pancianuda), laltro Anton Pupopuz (Panciabellico), o zio Minjaj e zio Mitjaj, o padre Karp e padre Polikarp. Aggiungiamo per incidenza che i nomi rivestono grande importanza in Gogol; e ora sono etichette di un contenuto erevik, stivaletto, e cio marito-pantofola; Jarykin, impiegato di tribunale e, per antonomasia, ubriacone, imbroglione; ponka, bottone, gemello (a questa categoria appartengono tutti i nomi dellIspettore: Chlestakov, Mentitore, Ciarlone; Skvoznik-Dmuchanovskij, Sgattaiola-Soffiatutto; Zemljanika, Fragola; Uchavrtov, Forfecchia; Derimorda, Reggigrugno; Abdulin, Imbroglione; ecc., e delle Anime morte: da iikov, elegantone, bellimbusto, a Sobakevi, figliodun-cane, canaglia, da Koroboka, scatoletta, e noi diremmo salvadanaio, a Nozdrv, nariciuto, sempre fremente), ora pretesti per comici contrasti: Tiberio Gorobec (dove Gorobec voce ucraina per passerottino), ora puri giuochi fonico-emotivi come Makar Nazarevi, Elevferij Elevferevi, Evpl Akinfovi, Akakij Akakievi, Pererepenko, Golopupenko (il significato dei due ultimi, Arcilappa e Belliconudo, non ha alcuna attinenza coi personaggi), ora infine luna e laltra cosa assieme: Zuzulja, cuculo; Ljapkin-

Tjapkin, ciaccola-ciarla; Doro Tarasovi Puchivoka, sofficione; Bamakin, nato-dauno-stivale; Dovgockun, lungostarnuto, ecc. Gogol faceva un uso non sempre impeccabile dei valori umani; il suo senso del ridicolo non era mai disoccupato, e il demone che presiedeva alla sua allegria ficcava troppo spesso le dita nel sacco delle occasioni, anche quando avrebbe fatto meglio a tenerle in tasca. Gli accadde perci, talvolta, di oltrepassare i limiti e invadere un campo dal quale i suoi scherzi esalavano odore di zolfo; e questo non avvenne sempre incidentalmente, per mera disgrazia, come quando, per averlo costretto a scrivere una lettera sul conto delloste, lasci un suo personaggio in mezzo alle pericolose sorprese di un palinsesto: ...confidando nella misericordia divina, per due cetrioli in salamoia. Sia detto con tutto il riguardo per Herbert Paul 39, io non credo molto che Lorenzo Sterne volesse proprio mostrarci la grande e austera semplicit di Tobia Shandy nel passo che abbiamo citato allinizio del capitolo precedente, poich sostenere che i nasi sono creati da Dio in tali forme e in tali proporzioni e per quei fini che sono pi graditi alla Sua infinita sapienza un voler, per lo meno, sorridere di quella grande semplicit; cos come voleva sorridere della semplicit del benedettino col fargli dire che santa Massima si era conquistata il martirio per essere venuta a toccar le ossa di san Germano. Tuttavia lo Sterne, da cui Gogol aveva tratto insegnamento per i suoi scherzi sacrileghi, mirava unicamente a beffarsi di una mentalit diffusa nel tempo, e non intendeva intaccare per nulla le cose sante, laddove Gogol le sue birichinate le andava a scovare di sotto terra, e senza troppi riguardi. Cos che certune di esse possono farci sorridere (io amo mangiare. ben per cogliere i fiori del piacere che vivi), altre farci sorridere e insieme scuoter la testa (il presentarci, ad esempio, un cofanetto, che contiene un calamaio, un manifesto teatrale e svariate cosucce, come repleto di ogni benedizione divina, o definirci un gagliardo appetito invidiabile dono dei cieli, o una camera sporca dalbergo stanza inviata dallalto dei cieli dal Signore), altre, infine, soltanto scuoter la testa: il giudice era un uomo un po pauroso, come sogliono essere tutte le persone buone; Anton Prokofevi era uomo del tutto virtuoso, in tutta lestensione della parola: se qualcuno... gli dava una pezzuola o un par di mutande, diceva grazie. Ma allorch odi un fatuo esclamare: noia a viver cos, amico mio! senti alfine il bisogno di un cibo per lanima, o un farabutto, elogiando un farabutto peggiore di lui, sostenere che dinanzi alla virt tutto polvere e vanit, o vedi un terzo farabutto, che supera i due precedenti messi assieme, architettare una truffa colossale per procurare ai figli futuri... una sostanza e un nome onesto, ti senti, dopo aver riso, correre un brivido freddo per la schiena. Allora abbiamo un bel dirci che questa pura gaiezza; che un tale spirito non pretende per nulla al metafisico, ma si limita a giocare con aneddoti verbali e trovate; che simili originalit sono effimere perch, subito dopo, il racconto riprende la sua strada verso cose migliori e che, soprattutto, non intaccano affatto il personaggio, producendosi ai margini e allinsaputa di esso (che in tali accidenti serve soltanto da prestanome): malgrado tutto, sorge istintivo il dubbio

che Gogol, per la sua fretta di divertirci, non avverta troppo di aver sbagliato cappello, e di andar cavandone fuori nottole e pece greca, anzi che festoni floreali e colombe. certo, ad ogni modo, che solo un candore ineffabile poteva suggerire lidea di un brindisi per la prosperit dei morti (di cui rimasto soltanto un suono impercettibile ai sensi e che non sono che un sogno); e solo un appetito di ridere, insaziabile, indurre ad attribuire a un onestuomo, timorato di Dio, le comicamente prodigiose, ma peregrinamente sadiche battute che qui seguono: Povera testolina! E perch sei venuta in questi paraggi? Cos... a domandar lelemosina... Hm! Che forse vorresti del pane? Come, non volerlo! Ho una fame da lupi. Hm! Allora, forse, avresti voglia anche di un poco di carne? Ma di tutto quello che la signoria vostra vorr regalarmi sar contenta. Ma! Forse che la carne meglio del pane? Ma cosa volete che scelga chi ha fame!... Qui la vecchia, di solito, tendeva la mano. Be! Va pure con Dio.

E, come non bastasse, lultimo tocco magistrale: E che te ne resti l come un palo? Non voglio mica picchiarti!

Fra gli esempi che siamo andati portando, alcuni presentavano il carattere di una alogicit strutturale. Nel periodo: Ivan Ivanovi di natura un tantino paurosa, Ivan Nikiforovi, allopposto, ha un par di brache, limpiego della locuzione avverbiale mancava di ogni logicit; cos, in modo illogico, vediamo impiegata la congiunzione e nel periodo: Tutta Pietroburgo odora di pani caldi, or ora sfornati ed piena di vecchiette. Ma lalogicit non in Gogol ingrediente sempre riducibile entro i limiti di una tecnica verbale: Una troia pur creatura di Dio, afferma Ivan Ivanovi, e il sindaco commenta: Tutti sanno che siete uomo colto, conoscete le scienze e varie altre materie. Anton Antonovi osserva: Il nostro assessore esala un tal frago che par sempre uscito da una distilleria, e Ammos Fdorovi commenta: Sua madre lha contuso da piccolo, e da quella volta puzza di vodka. Tu adesso devi saltare, ingiungono a ponka: perch sei sposato. Queste meravigliose assurdit investono tutto il mondo del personaggio, e spesso anche il suo modo di ragionare. Per Bobcinskij e Dobcinskij, Chlestakov lispettore perch sta alla locanda e non paga e non parte: chi altri dovrebbessere?. Per Ivan Ivanovi, Ivan Nikiforovi reo di intenti incendiari a suo danno poich mantiene accesa una candela quotidianamente, ed in insolita permanenza. Altrettanto spesso esse si estendono allintera composizione del racconto: non logico che un naso si stacchi arbitrariamente dal suo possessore e vada in giro per Pietroburgo in uniforme di consigliere di Stato; non logico che Chlestakov e il prefetto non si capiscano, e che sorga fra loro una nebbia che ottenebra la verit lampante e inequivocabile delle loro parole, e che non appena si dissipa lascia tutti perplessi: Come sia andata proprio non saprei dirlo

neanche se mi impiccassero... il diavolo ci ha confusi. E perch Cicikov ha da essere scambiato per Napoleone o il capitano Kopejkin, e poi sospettato di ratto? O una scrofa ha da entrare in un tribunale al momento giusto, e sottrarre giusto lincartamento che occorre? Una particolare forma di alogicit si riscontra nelleloquio dei personaggi-stilisti. Essa contrasta con la loro ambizione di esprimersi in modo forbito, e si manifesta in una irreale associazione di frasi acefale o anure che simulano un costrutto sintattico. Dalle forme ingenue dei primi racconti, ove ancora intesa a suscitare una comicit incidentale, la vediamo passare gradatamente ad altre pi complesse, e divenire elemento della personalit delleroe. In quanto a questo, io vi dir, per quanto si tratta di me, nella mia esistenza, per cos dire, ancora al Seminario, ecco, come adesso ricordo... ( Veglie); Allora, signoria, fatemi il garbo: come ci sarebbe da fare per, a dirla ad esempio, quella tal cosa, a dirla ad esempio, per non trascurare me stesso e non mancare a voi di rispetto... (Veglie). Questo discorso ingarbugliato e alogico raggiunge lacme della comicit nel testo delle querele dei due Ivan (A seguito della mia istanza che da parte mia, nobile Ivan, figlio di Nikifor Dovgocckun, alla qualcosa aveva da essere unitamente al nobile Ivan, figlio di Ivan Pererepenko, al cui anche lo stesso tribunale distrettuale di Mirgorod ha dimostrato la sua connivenza ecc.); lacme della raffinatezza nelle Anime morte (Il mastro di Posta... amava, come egli stesso diceva, ornare il discorso. E lo ornava con una quantit svariata di particelle quali: signor mio, uno cos qualsiasi, sapete, comprendete, potete figurarvi, relativamente, per cos dire, in certo modo); mentre acquista un tono sommamente patetico nel linguaggio di Akakij: linguaggio di chi con lanimo perennemente assente dal mondo, e mal si adatta ad esprimersi con le parole degli uomini, anche quando ha da esternare un suo dolore: Cos, ecco, gi! Vedi com, ormai, proprio, del tutto inaspettata quella cosa l... quello, in nessun modo... che razza di circostanza che !. Resta da dire ancora delliperbole. Vi chi ha esternato il proprio stupore 40dinanzi al peso straordinario di Taras Bulba (venti pud: circa trecentotrenta chili) e non ha potuto trattenere un sorriso nel leggere in quel brutto racconto che La terribile vendetta (la pi terribile vendetta che si sia presa il romanticismo su Gogol) come pochi uccelli siano in grado di raggiungere a volo il mezzo dei Dnepr. molto probabile che Gogol non fosse grandemente versato in ornitologia, e non possedesse nozioni sufficienti in fatto di disfunzioni endocrine, ma non vi dubbio che avesse unottima cultura folcloristica; e si pu esser sicuri che ogni volta in cui ci appare tanto munifico egli non spende mai un soldo del suo, e attinge alla poesia popolare, dove quei tropi non difettano. La quistione da porre tuttaltra, e concerne la diversit degli intenti e del tono che quella iperbole assume. Quando Gogol ci intrattiene su cose che non capisce come le folli (nepostizimye) passioni o vuol raffigurarci un paesaggio, non come effettivamente lo vede, ma come ha da

essere per far bella mostra di s in una antologia, o intende esporci avvenimenti da prendere sul serio, allora si abbandona ad una crisopea con cui tenta invano di mascherare i buchi dellispirazione, e supplire col sortilegio al miracolo. tempo di relegare nelle aure del mito il luogo tradizionale di un Gogol altrettanto eccellente nei brani lirici come nellumorismo, e riconoscere che molte delle famose pagine che trovano posto nei florilegi, a danno di altre pi sostanziose e notevoli, non sono che esemplificazioni di una preziosa e spesso stravagante retorica, e di un raffinato cattivo gusto. innegabile che, nelle Veglie, la descrizione del meriggio ucraino ci lasci ammirati per la straordinaria industria con cui le tessere son fabbricate e incollate luna allaltra; che i pezzi orchestrali del Taras Bulba ci trascinano col vigore degli ottoni e la suasivit dei flauti della loro eroica o sentimentale oratoria; che le digressioni delle Anime morte (eccetto quello schietto ma unico miracolo della trojka) han tutti i pregi della grande declamazione; ma chiuso il libro noi restiamo nelle condizioni di chi, dopo un laborioso finale operistico, senta i propri orecchi piacevolmente intronati, ma non sia affatto dimentico di trovarsi a teatro. Anzi che in quegli arazzi di sfondo, e in quegli intermezzi dove ci che si muove turbina e fugge (nestsja), e si fa tuono ogni voce, e il bello si cangia in meraviglioso e divino, e il raro in mai visto e inaudito, e tutto incommensurabile, e possente, e splendente, e sovrumano, la vera liricit gogoliana sorge laddove non intenzionalmente predisposta; e non va mai disgiunta dallumore, e da esso si genera e con esso si intreccia in una mirabile mescolanza di faceto e sentimentale, di tenero e satirico, di gravit e di gaiezza. Ben altro aspetto ha perci liperbole allorch essa usata come strumento del comico. Sui vetri delle finestre ronzava una tremenda quantit (altrove dir uno squadrone) di mosche... ma, non appena venivano portate le candele, tutta quellorda se ne andava a dormire, e ricopriva di una nuvola nera il soffitto. Il servo agitava intrepido nellaria un vassoio sul quale vera una nube di tazze da t tante quanti sono gli uccelli in riva al mare; Ha un paio di brache con gli sboffi di tale capienza che, se li gonfi, ti centra dentro la fattoria tutta quanta: coi granai e con la casa. Nellufficio il rumore delle penne era fortissimo: come se alcuni carri colmi di frasche attraversassero una foresta dove fosse ammassato uno strato di venti centimetri di foglie secche. Citt stupenda Mirgorod!... dovunque palizzate bellissime... attraverso ad esse ammiccano zucche ventrute: uno sfarzo!... Se voi farete ingresso dal lato della piazza... v una pozzanghera, una superba pozzanghera! unica, quale mai non ne vedeste di simili!... Stupenda pozzanghera! Case e casette stupiscono della sua venust. Dagli ingredienti passiamo ora alla costruzione del periodo, dove il materiale verbale si concerta in ritmi abilmente modulati. Il ritmo in Gogol mezzo esclusivamente espressivo. Esso sollecita in noi relazioni pi intime con la parola, e ne rafforza il potere di persuasione. Non mai vuota eleganza, torrente che scorra dolce e monotono ai bordi di un giardino

incantato; e non risente dellintrusione di una tecnica, ma miracolo schietto di una nativa virt, anche se solo attraverso una vigilanza costante e illuminata dei procedimenti Gogol giungeva alle sue virtuose ghiottonerie. Un accurato studio dei costrutti condurrebbe lontano, e per la variet degli aspetti, e per essere un campo ancor vergine, che nessuno ha saggiato; ma il ritmo parte essenziale dello stile e non potremmo ignorarlo. Dovremo perci intrattenerci almeno sul costrutto pi tipico, e pi frequentemente usato nella presentazione dei personaggi. Il suo disegno estremamente semplice: consta per lo pi di tre membri, tre colon che dividono il periodo in tre misure sintattico-melodiche, la prima e la terza delle quali possono terminare con una ossitona o una parossitona, mentre la media termina costantemente in ossitona. La presenza invariata di questa ossitona ha una sua precisa funzione. Al termine di ogni colon si verifica di necessit una pausa che segna il concludersi di una frase logica e musicale, e predispone, ove ne segua unaltra, alla susseguente. Ma la pausa al termine del colon mediano preparatoria della catarsi di tutto il ritmo, dellintero costrutto melodico; e, anzich una breve sospensione nel movimento, essa ha il compito di arrestarlo con una brusca frattura, di ingenerare come un improvviso silenzio nella cui quiete si adagi e disciolga suadente e morbida la soluzione:Golova ljubit inogda prikinutsja gluchim, (Il sindaco ama a volte fingersi sordo, osoblivo esli uslyit to, in specie se ode ego ne chotelos by emu slyats quel che udir non vorrebbe).

Il rafforzamento della pausa mediana ottenuto mediante una seconda ossitona (pur sempre fissa) collocata allinizio del terzo colon; il quale si chiude qui nella riposata cadenza di una parossitona con un giuoco di gusto ed effetto mirabili fra slysat e ulysit: ripresa di un tema insieme musicale e semantico che richiama la fuga. Ogni colon ha allinizio e alla fine un accento retorico, e sotto questo accen