nicola un mito

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INDICE DEGLI ARGOMENTI: PREMESSA 1. INTRODUZIONE ALLE MACCHINE OPERATRICI 1.2 DESCRIZIONE DELLE POMPE CENTRIFUGHE 1.3 PIANO DELLE CURVE CARATTERISTICHE,POTENZA E RENDIMENTO 1.3.1 POMPE IN SERIE E IN PARALLELO 2. STORIA 2.1 LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE 3. ELETTRONICA 3.1 ACQUISIZIONE E TRASMISSIONE DEI SEGNALI 4. INGLESE 4.1 PUMPS 5. TECNICA DELLA PRODUZIONE 5.1 COSTO DI PRODUZIONE DA BARRA 6. ITALIANO 6.1 GIOVANNI PASCOLI 6.1.2 MYRICAE 6.1.3 IL FANCIULLINO

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la tesina di diploma presentata da un piccolo, grande genio.

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INDICE DEGLI ARGOMENTI:

PREMESSA 1. INTRODUZIONE ALLE MACCHINE OPERATRICI 1.2 DESCRIZIONE DELLE POMPE CENTRIFUGHE

1.3 PIANO DELLE CURVE CARATTERISTICHE,POTENZA E

RENDIMENTO

1.3.1 POMPE IN SERIE E IN PARALLELO

2. STORIA 2.1 LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

3. ELETTRONICA 3.1 ACQUISIZIONE E TRASMISSIONE DEI SEGNALI

4. INGLESE 4.1 PUMPS

5. TECNICA DELLA PRODUZIONE 5.1 COSTO DI PRODUZIONE DA BARRA

6. ITALIANO

6.1 GIOVANNI PASCOLI

6.1.2 MYRICAE

6.1.3 IL FANCIULLINO

PREMESSA

Il presente elaborato contiene informazioni e delucidazioni inerenti al

funzionamento delle macchine operatrici in particolare delle pompe centrifughe.

Si parlerà del principio di funzionamento, con cenni sul piano delle curve

caratteristiche , potenza e rendimento .

Si eseguiranno vari collegamenti interdisciplinari, saranno trattati argomenti di

storia, elettronica, inglese, tecnica della produzione ed infine di italiano.

1. INTRODUZIONE ALLE MACCHINE OPERATRICI

Le macchine operatrici prelevano lavoro meccanico dall'esterno per trasferirlo al fluido sul

quale operano; tale lavoro si ritrova nel fluido essenzialmente sotto forma di energia di

pressione e di energia cinetica.

Si parla di compressori quando il fluido elaborato è un aeriforme come un gas oppure un

vapore; si parla invece di pompe quando il fluido trattato ha comportamento

incomprimibile, il che si verifica per i liquidi.

Per quanto riguarda le modalità di trasferimento di energia al fluido, le macchine

operatrici, sia compressori che pompe, sono tutte riconducibili alle due grandi famiglie

delle macchine operatrici volumetriche e delle macchine operatrici dinamiche.

Nelle macchine operatrici volumetriche il trasferimento di energia tra la macchina ed il

fluido avviene attraverso la pressione applicata alle pareti mobili della macchina le quali,

muovendosi, determinano il volume in cui viene a trovarsi il fluido.

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Nelle macchine operatrici dinamiche il trasferimento di energia tra la macchina ed il fluido

avviene attraverso la variazione della quantità di moto del fluido generata da una forza

applicata agli organi mobili della macchina.

Alle macchine dinamiche appartengono le turbomacchine, caratterizzate da una parte

rotante chiamata girante , sulla cui periferia sono ricavati dei condotti mobili generati dal

profilo delle pale; la girante è collegata a un mozzo vincolato a ruotare attorno all'asse

della macchina.

Lungo i condotti mobili scorre con flusso continuo il fluido. La direzione del flusso del

fluido, relativamente al piano di rotazione della girante, permette di distinguere tre diverse

classi di turbomacchine:

A. Turbomacchine a flusso assiale: il flusso è perpendicolare alla girante ed è quindi diretto

secondo il suo asse di rotazione.

B. Turbomacchine a flusso radiale: il flusso si avvicina alla girante assialmente, ma viene

poi deviato all'ingresso in modo tale che percorre la girante nel suo piano di rotazione.

C. Turbomacchine a flusso misto: il flusso attraverso la girante è in parte assiale e in parte

radiale.

1.2 DESCRIZIONE DELLE POMPE CENTRIFUGHE

Le pompe centrifughe sono macchine operatrici dinamiche (turbomacchine) che

aggiungono energia a un fluido considerato incomprimibile, aumentandone la quantità di

moto.

Per la gamma vastissima di prestazioni che forniscono, per la loro semplicità di costruzione

e di funzionamento, per la possibilità ai accoppiamento diretto ai motori elettrici, hanno

praticamente invaso tutti i campi di applicazione, lasciando alle pompe volumetriche solo

alcuni impieghi specifici. Esse possono fornire portate che vanno da pochi l/s fino a

parecchi m³/s e prevalenze di pochi metri fino ad oltre mille metri.

Il principio di funzionamento di una pompa centrifuga è molto semplice: una « girante»

palettata calettata su un albero, ruotando con esso ad un regime di rotazione piuttosto

elevato, spinge il liquido in essa contenuto verso la periferia, a causa della forza centrifuga

che si sviluppa nella rotazione, conferendogli un energia meccanica, per effetto della quale

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il fluido subisce un aumento di pressione e di energia cinetica. Il liquido, affluendo verso la

periferia, produce una depressione nel centro della girante, e richiama altro liquido dalla

tubazione di aspirazione .

Una « carcassa» a forma di chiocciola (a sezione gradualmente crescente nel senso di

rotazione) circonda - nei tipi più semplici - la girante, e convoglia il liquido proveniente

dalla palettatura mobile verso la tubazione di mandata. Una carcassa di questo tipo, è

definita « a voluta» ed il suo profilo è progettato in modo che la velocità del liquido in ogni

punto di una sezione normale della chiocciola, abbia lo stesso valore; progredendo verso

sezioni prossime alla bocca di mandata, la velocità deve gradualmente diminuire,

convertendo in virtù di tale rallentamento, l’energia cinetica acquisita dal liquido in energia

di pressione.

Fig.1 - Schema di una pompa centrifuga Fig.2 - Schema di una

pompa con diffusore

Nelle pompe di una certa importanza, la carcassa a voluta è sostituita da una carcassa a

diffusione; la girante ruota entro un “diffusore ", fissato alla carcassa e costituito da una

corona di palette disposte in modo da creare dei condotti a sezione crescente dal centro

verso la periferia; in questi canali si incrementa la conversione dell'energia cinetica in

energia di pressione, con un lieve miglioramento del rendimento della macchina. Tuttavia

il maggior costo di costruzione delle carcasse a diffusione rispetto a quello a voluta ne

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limita l'impiego ai casi in cui sia necessario raggiungere alte prevalenze con piccole o

medie portate.

1.3 PIANO DELLE CURVE CARATTERISTICHE,POTENZA E

RENDIMENTO

Consideriamo un impianto nel quale la pompa P provvede a sollevare un liquido, ad es.

acqua, dal serbatoio al serbatoio nei quali il pelo libero dell'acqua si trova ad altezza

diversa rispetto ad un piano di riferimento ( ) e nei quali regnano pressioni diverse

( ).

La differenza di quota ( ) tra il pelo libero dell'acqua nei due serbatoi prende il

nome di altezza geodetica.

Fig.10 – Impianto di sollevamento acqua

Si definisce prevalenza H l’energia meccanica che un chilopond di fluido acquista

attraversando la pompa tra la flangia di aspirazione A e la flangia di mandata B. Tale

energia meccanica la si ritrova nel fluido parte sotto forma di incremento di energia

potenziale ( ), dovuto all’innalzamento del fluido tra la flangia di aspirazione A e

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quella di mandata B, parte sotto forma di incremento di energia cinetica ( )

quando la bocca di mandata ha un diametro più piccolo di quello della bocca di

aspirazione, parte sotto forma di incremento di energia di pressione che viene

misurata da manometri posti rispettivamente in corrispondenza delle flange di aspirazione

e di mandata della pompa.

H = ( ) + ( ) +

Se la flange di aspirazione e di mandata hanno lo stesso diametro (il che comporta )

e si trovino alla stessa quota ( ), la prevalenza H è costituita esclusivamente dal

termine e prende il nome di prevalenza manometrica , quindi si può scrivere:

H = ( ) + ( ) +

Nel caso ideale, cioè in assenza di perdite fluidodinamiche, di fughe di fluido e di attriti

meccanici tra gli organi mobili della pompa si ha che la potenza è data dal prodotto della

portata massica ρQ per il lavoro interno gH

= ρgQH

Nel caso reale il lavoro disponibile sulle pale della girante è maggiore del lavoro

effettivamente ricevuto dal fluido poiché parte di esso si dissipa per attrito a causa del

moto del fluido contro le pareti della girante, queste perdite sono quantificate attraverso il

rendimento idraulico

= =

Inoltre il lavoro assorbito dalla pompa per poter fornire, attraverso la girante, il lavoro

deve essere maggiore di a causa dell’energia dissipata per attrito sui supporti, queste

perdite sono quantificate attraverso il rendimento meccanico

= =

di essa sfugge attraverso i giochi, perdite che vengono quantizzate attraverso il

rendimento volumetrico .

Il prodotto dei tre rendimenti è il rendimento totale della pompa: =

La potenza assorbita dalla pompa risulta allora: =

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Il rendimento totale si può avvicinare a valori di 0,9; esso risulta prevalentemente

condizionato dal rendimento idraulico che varia tra 0,80 ÷ 0,96, mentre il rendimento

volumetrico varia tra 0,92 ÷ 0,98 e quello meccanico tra 0,95 ÷ 0,98.

I diagrammi che riportano la prevalenza H, il rendimento della pompa e la potenza

assorbita in funzione della portata Q, a velocità di rotazione costante prendono il nome

di curve caratteristiche (Q≈n, H≈n², P≈n³).

Fig.11 - Curve di prevalenza (H), potenza ( ), rendimento ( )

In figura sono indicate la prevalenza di progetto e la portata di progetto in corrispondenza

dei quali si ha il massimo rendimento, se la pompa funziona in modo da fornire valori

diversi da quelli suddetti il rendimento diminuisce.

1.3.1 POMPE IN SERIE E IN PARALLELO

Pompe in serie

La sistemazione in serie si adotta quando il valore della prevalenza richiesta è così elevata

da non poter essere fornita da una singola pompa tra quelle disponibili.

Due pompe operano in serie quando l'ingresso nella seconda è collegata all'uscita della

prima pompa in modo tale che attraverso le due pompe passa la stessa portata; con tale

disposizione le prevalenze generate dalle due pompe vengono sommate l'una all'altra.

La caratteristica interna del sistema di pompe in serie, note che siano le caratteristiche

delle singole pompe, si ottiene sommando le ordinate in corrispondenza della medesima

ascissa.

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Nel punto di funzionamento il valore della prevalenza sarà dato dalla somma delle

prevalenze delle singole pompe; se le pompe sono uguali forniscono lo stesso livello di

prevalenza.

Fig.18 - Pompe uguali in serie

Pompe in parallelo

La disposizione in parallelo viene adottata quando occorre raggiungere un valore della

portata più elevato di quello fornito da una sola pompa tra quelle disponibili.

Due pompe operano in parallelo quando i condotti di uscita e di ingresso sono collegati

tra loro, in tal caso la portata del complesso è la somma delle portate elaborate da

ciascuna pompa, mentre le prevalenza è uguale a quella fornita da ciascuna delle due

pompe.

La caratteristica interna del sistema di due pompe in parallelo, note che siano le

caratteristiche delle singole pompe, si ottiene sommando le ascisse in corrispondenza della

medesima ordinata.

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Fig. 19 - Pompe uguali in parallele

Nel funzionamento di due pompe uguali sistemate in parallelo, la portata

complessivamente erogata dalle due pompe è inferiore al doppio della portata elaborata

da una singola pompa funzionante da sola, mentre la prevalenza fornita da ciascuna

pompa è maggiore di quella che la singola pompa avrebbe fornito, operando da sola,

alla portata .

Ciò dipende dal fatto che la sistemazione in parallelo comporta un aumento della portata

nel circuito esterno e quindi un incremento delle perdite per attrito; in conseguenza di ciò

il circuito richiede una prevalenza maggiore , che la pompa fornirà elaborando una

portata minore .

2. STORIA

2.1 LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Negli anni compresi tra la fine dell'ottocento e i primi anni del novecento il mondo

sviluppato attraversa una nuova fase della Rivoluzione Industriale, quella che è stata

definita la Seconda Rivoluzione Industriale, una vera e propria svolta strutturale

dell'economia capitalistica caratterizzata non solo da innovazioni sul piano del

sfruttamento energetico (elettricità e petrolio) e dall'impulso dato da determinati settori

produttivi (siderurgia, meccanica, chimica), ma soprattutto da una riorganizzazione

dell'intero sistema produttivo.

Tale riorganizzazione interessa l'articolazione del mercato, la natura delle comunicazioni, il

modo di produzione e la ricerca tecnico-scientifica, grazie ai contributi offerti dagli

statunitensi Taylor e Gilbreth che realizzarono il principio della catena di montaggio

applicato per la prima volta da Ford presso la propria fabbrica di Island Park, per riversarsi

poi sul terreno politico-istituzionale, attraverso l'attuazione nei singoli stati di misure

protezionistiche, e su quello sociale e culturale con atteggiamenti imperialistici da parte

degli stati e dei gruppi economici.

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La Seconda Rivoluzione Industriale quindi aveva maggiori caratteri scientifici ed era meno

dipendente da quelle invenzioni che non avevano o avevano poca base scientifica. La

rivoluzione industriale è un processo di trasformazione economica che da un sistema

agricolo-artigianale-commerciale porta ad un sistema industriale moderno caratterizzato

dall'uso generalizzato di macchine azionate da energia meccanica, dall'utilizzo di nuove e

dalla diffusione della fabbrica come principale luogo di produzione nel quale si concentrano

i mezzi di produzione (forza lavoro e capitale). Ne consegue un notevole incremento,

quantitativo e qualitativo, delle capacità produttive di un Paese.

All'interno della più generica definizione di rivoluzione industriale va fatta una distinzione

fra prima e seconda rivoluzione industriale. La prima, iniziata alla fine del settecento,

riguarda prevalentemente il settore tessile-metallurgico e comporta l'introduzione della

macchina a vapore.

La seconda rivoluzione industriale, che sia pure in tempi diversi a seconda dei paesi,

prende avvio attorno alla metà del secolo XIX, si sviluppa con l'introduzione dell'elettricità,

dei prodotti chimici e del petrolio,con un impiego maggiore di macchine capaci di

trasformare un lavoro meccanico dall’esterno(motore elettrico)per trasferirlo al fluido sul

quale operano sotto forma di energia di pressione e di energia cinetica. Per questi motivi

non poteva più essere chiamata la rivoluzione del carbone e del ferro ma dal 1870 iniziava

l'età dell'acciaio, dell'elettricità, del petrolio e della chimica. Grazie ai contributi dei già

citati Taylor e Gilberth, che realizzarono il principio della catena di montaggio, la fabbrica

al proprio interno andò rinnovandosi passando da luogo di produzione a quello di

macchina di produzione di massa. Il risultato di tutte queste innovazioni è l'aumento di

produttività delle aziende. L'attività industriale viene finanziata nelle diverse nazioni dalle

banche e le nuove aziende capitalistiche cercano di schiacciare la concorrenza e a

tramutarsi in monopolio. Così molti piccoli imprenditori cedono il passo al trust dei grossi

imprenditori e finanzieri.

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La concentrazione dei capitali e della produzione.

Anche il sistema finanziario, che era alla base dello sviluppo industriale, andò

modificandosi: fabbriche e capitali si concentravano nelle mani di poche grandi società a

danno delle aziende più piccole e più deboli dando così origine ai primi monopoli.

Quel tipo di bourgeois (borghese), che durante la prima ondata della rivoluzione

industriale aveva avuto un ruolo predominante, cioè l'imprenditore indipendente e

fortemente individualista, fu pian piano soppiantato dai grandi enti anonimi, che sotto la

moderna forma giuridica della società per azioni ebbero uno sviluppo fulmineo

nell'industria, nel commercio e nell'organizzazione bancaria.

Questa nuova forma di gestione della fabbrica comporta anche un mutamento nei rapporti

tra il padrone e gli operai che ora si trovano a dover interloquire per le loro rivendicazioni

con entità anonime spersonalizzate portatrici di responsabilità collettive, non più individuali

e facilmente identificabili come prima, rappresentate dai consigli di amministrazione a loro

volta espressioni della massa informe degli azionisti.

I principi della libera concorrenza si alterano con la formazione di nuove forme di

coalizione e concentrazione industriale e commerciale come quelle dei cartelli, associazioni

di imprese che producono beni simili, che assegnano zone di smercio ai singoli

imprenditori per contrastare la concorrenza sgradita. Organi di controllo assicurano il

rispetto dei patti tra gli associati al cartello che si trasforma in pool.

Quando le coalizioni assumono la forma di fusioni tra industrie nascono i trusts con lo

scopo di ridurre i costi di produzione, eliminare la concorrenza e realizzare migliori profitti

agendo in regime di monopolio.

Forma più aggressiva per contrastare la concorrenza straniera fu quella del dumping,

vendita a prezzi maggiorati di beni sul mercato interno per compensare i prezzi inferiori a

quelli di costo praticati su i mercati esteri.

Nasce un nazionalismo economico che degenera nel protezionismo, in una guerra di tariffe

nella quale si segnalano dopo il 1879 i produttori tedeschi che daranno l'avvio a guerre

doganali incubatrici della grande guerra del 1914-1918.

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COS’ E’ IL TRUST?

In inglese Trust significa fiducia. Nel mondo della finanza il Trust è uno strumento

giuridico efficacissimo per amministrare in modo autonomo un patrimonio privato. Grazie

al Trust, una persona definita Disponente (settlor) trasferisce la proprietà di alcuni suoi

beni a un’altra, chiamata Trustee, che ne diventa proprietario e che li amministra, gestisce

e ne dispone per uno scopo determinato e nell’interesse dei Beneficiari (beneficiaries). Al

termine il Trustee dovrà poi a sua volta trasferire la proprietà di tali beni ai Beneficiari. Il

Trustee, nell’esercitare le sue funzioni, agisce esclusivamente nell’interesse di questi ultimi.

Che cos’è il dumping?

Il “dumping” è un termine usato nella letteratura economica per indicare una situazione

dove, come risultato di aiuti pubblici (sussidi), un prodotto è venduto, su un dato mercato

e in un tempo preciso, ad un prezzo così basso per cui i produttori locali difficilmente

possono competere con esso.

Forma più aggressiva per contrastare la concorrenza straniera fu quella del dumping,

vendita a prezzi maggiorati di beni sul mercato interno per compensare i prezzi inferiori a

quelli di costo praticati su i mercati esteri.

Nasce un nazionalismo economico che degenera nel protezionismo, in una guerra di tariffe

nella quale si segnalano dopo il 1879 i produttori tedeschi che daranno l'avvio a guerre

doganali incubatrici della grande guerra del 1914-1918.

PRODUZIONE DI MASSA

Legato al rinnovato sviluppo della seconda rivoluzione industriale è il fenomeno che passa

sotto il nome di produzione di massa, per con cui si immette sul mercato una grande

quantità di manufatti con buone possibilità di vendita grazie alle accresciute capacità di

acquisto dei consumatori. Cosicché diventa fondamentale per ogni azienda conquistare

una fetta consistente di mercato e quindi investire grandi risorse nei settori della

pubblicità, delle ricerche di mercato, della commercializzazione e distribuzione dei prodotti.

Si crea così il rapporto tra industria e consumatori e nascono le tecniche di persusione e di

controllo caratteristiche della vita di questi ultimi anni. Questo fenomeno consiste nella

trasformazione del modo e della scala di produzione.

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Con il termine produzione di massa gli storici dell'economia e gli studiosi di sociologia

industriale si riferiscono a due distinti processi. Un primo significato concerne la

razionalizzazione dei metodi produttivi secondo una linea implicita fin dall'inizio della

tecnologia di fabbrica nell'ambito delle condizioni capitalistiche di produzione, tendenza già

pienamente evidenziata da Marx nell'analisi del primo sviluppo industriale. Tale tendenza

ha un salto di qualità negli Stati Uniti già anteriormente alla prima guerra mondiale. Alla

vigilia del conflitto mondiale le auto uscivano dalla linea al fantastico ritmo di una ogni due

minuti, un tempo che fu più tardi dimezzato.

Queste considerazioni ci introducono al secondo significato di produzione di massa, cioè il

largo mercato di beni di consumo connesso alla crescita dei redditi nei paesi

economicamente progrediti a cominciare dagli Stati Uniti. Ma anche in Europa tra il 1870 e

il 1913 si ha un notevole incremento dei redditi pro capite e dei salari reali. Concorsero a

questo risultato la caduta dei prezzi a1imentari per l'importazione di grano dal Nord

America e dalla Russia e delle carni dall'Argentina, la modernizzazione dell'agricoltura in

alcune aree europee, la diminuzione del costo dei manufatti per i miglioramenti tecnologici

e per il progresso dei trasporti. Tutto ciò avvenne in un quadro di rapporti sociali nel quale

la presenza ormai consolidata di forti organizzazioni di lavoratori impediva di trasformare

automaticamente l'abbassamento dei costi in decurtazione dei salari.

LA SOCIETA’ DI MASSA

Per società di massa si intende un aggregato omogeneo in cui i singoli tendono a

scomparire rispetto al gruppo. Numerose ed articolate sono le cause che determinano lo

sviluppo della società di massa nell’800; i fattori principali sono:

• La rivoluzione industriale. Le industrie rivoluzionano le produzioni artigianali,

sviluppando metodi di produzione basati sul Taylorismo e sul Fordismo, con lo

scopo di aumentare le quantità e ridurre tempi e costi di produzione.

• La migrazione nei grandi e medi agglomerati urbani crea un più stretto contatto tra

le persone, ma è un rapporto privo di radici, anonimo e impersonale. Il sistema

delle relazioni sociali non passa più attraverso le piccole comunità tradizionali, ma fa

capo alle nuove grandi istituzioni nazionali, i sindacati, i partiti, i servizi sociali.

• La maggioranza dei cittadini esce dalla dimensione dell’auto-consumo ed entra, da

produttore o da consumatore, nel circolo dell’economia di mercato.

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I MASS MEDIA

Per mass media, o mezzi di comunicazione di massa, si intendono gli strumenti la cui

tecnologia permette una diffusione delle notizie e della cultura estremamente più dilatata

che in qualsiasi altra epoca della storia. Da un lato quindi tutti gli strumenti tecnologici

come la radio, il cinema, la televisione; dall’altro anche linguaggi o canali di comunicazione

che si appoggiano a tecnologie antiche come la stampa ma che, per mezzo di innovazioni

tecniche e soprattutto per la grande rivoluzione nei meccanismi della distribuzione

culturale avvenuta agli inizi del Ventesimo secolo, si sono imposti nel panorama delle

moderne comunicazioni: è il caso della stampa a grande diffusione come i giornali, i libri

pocket o i fumetti. Tuttavia i mezzi di comunicazione di massa in sé sarebbero inconcepibili

se non si comprendesse nel loro studio ciò che li produce, l’industria culturale, e ciò che

essi producono, la cultura di massa.

Il fenomeno si può inquadrare nel periodo compreso tra la fine degli anni Venti e la

seconda guerra mondiale, nei paesi più industrializzati, dove fecero quasi simultaneamente

la loro comparsa molti nuovi strumenti destinati all’informazione e al divertimento: dalla

radiodiffusione al cinema sonoro, dalla stampa al libro tascabile. Nasceva un’espressione

destinata a larga e duratura fortuna: mass media, in italiano mezzi di comunicazione di

massa. La più importante e inquietante caratteristica dei nuovi strumenti stava

proprio nel loro essere “di massa”, nel fatto cioè che essi si rivolgevano ad un pubblico

quantitativamente enorme e qualitativamente indifferenziato e anonimo. La “massa” era

una nuova misteriosa entità che prescindeva da differenze di ceto, di distruzione o

d’opinione.

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4)Il giornale fu inventato da Sir Arthur Flanagan nel 1894

3.ElETTRONICA.

3.1 Acquisizione e trasmissione dei segnali.

Lo schema a blocchi qui riportato rappresenta la struttura tipica di un sistema di

acquisizione,per l’elaborazione di una grandezza fisica: la grandezza fisica da

rilevare(temperatura,pressione,posizione,ecc.)viene convertita in elettrica (tensione,

corrente, resistenza, ecc.) mediante un trasduttore.

Un circuito analogico di condizionamento elabora la grandezza elettrica e adatta i suoi

parametri caratteristici ai blocchi successivi. Il convertitore analogico-digitale(ADC)

converte il segnale in forma digitale in modo che possa essere trattato da un sistema a

micro processore. Quando il sistema deve anche poter agire sul mondo esterno il segnale

in uscita dal microprocessore viene riconvertito in forma analogica per piloltare, mediante

un circuito di potenza ,l’attuatore(motore,riscaldatore,ecc.)in grado di modificare una

grandezza fisica .

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L’elaborazione del segnale eseguita dal circuito di condizionamento può ad esempio essere

realizzata utilizzando un amplificatore operazionale.

Amplificatore operazionale è un componente integrato che consente di amplificare il

segnale d’ingresso e di svolgere delle operazioni matematiche su il segnale.

SIMBOLO CIRCUITALE DELL’OPAMP.

Amplificatore operazionale può funzionare ad anello Aperto o ad Anello chiuso

1)Funzionamento ad Anello Aperto dell’OPAMP :ogni volta che l’amplificatore è utilizzato

senza l’aggiunta di elementi circuitali esterni collegati tra l’uscità e l’ingresso. Viene usato

raramente.

Circuito non invertente Anello Aperto.

2) Funzionamento ad Anello Chiuso dell’OPAMP:ogni volta che l’amplificatore è utilizzato

con l’aggiunta di elementi circuitali esterni (es. resistenze, condensatore) collegati tra

l’uscita e l’ingresso. A seconda del posizionamento di tali elementi circuitali esterni e del

segnale d’ingresso, si possono realizzare differenti schemi circuitali.

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Circuito invertente

Circuito non invertente

Ad esempio,dovendo confrontare un segnale variabile(uscita del segnale) con un valore di

soglia è possibile utilizzare l’OPAMP in configurazione comparatore.

Configurazione comparatore.

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Utilizzato ad anello aperto,OPAMP consente di confrontare il segnale V+ applicato sul

terminale non invertente , con il segnale V-applicato sul terminale invertente;l’uscita Vº

dell’amplificatore commuta tra i due valori di saturazione Vsat+ e Vsat- secondo la regola

di funzionamento :

V+>V- ≠ Vº = Vsat+

V+<V- ≠ Vº = Vsat-

Osservando il valore assunto dal segnale d’uscita Vº dell’amplificatore dunque possibile

sapere se V+>V- oppure V+<V-

Vsat+ e Vsat- sono detti tensioni di saturazione i cui valori numerici si discostano di solito

di 1 V rispetto alla tensione di alimentazione.

INGLESE

PUMPS

 

There are  two basic categories of pumps: positive displacement and centrifugal. Positive 

displacement pumps force  liquid to flow  in proportion to decreasing pump volume, and 

they  can  be  divided  into  reciprocating  and  rotary.  Reciprocating pumps use pistons,

plungers or diaphragms to increase and decrease volume while rotary pumps use a

rotating device /gear, screw, or vane ) to force liquid from the pump. Centrifugal pumps,

differ from positive displacement pumps in that they provide uniform flow and adjustable

flow velocity. Movement is imparted to the liquid through a centrifugal force created by a

rotating impeller. There are two basic types of centrifugal pumps: radial flow and the axial

flow. 

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1) In the Radial flow type, liquid enters the pump at the impeller’s axis of rotation

and is forced outward by vanes.

2) In the Axial flow type, a propeller or screw moves the liquid in the axial direction

of the shaft.

Centrifugal pumps are used in many industries.

1: A pump body

2: An impeller

3: A closing shield of hydraulic part.

4: A packing which a voids the flowing of the fluid o ut ward.

5: A pillow block of the shaft which contains the bearings and the lubricant

6: A shaft which, once connected to an electrical engine, transfers motion to the impeller.

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5.TECNICA DELLA PRODUZIONE

Consideriamo di realizzare delle flange per collegare le nostre pompe .

Dal cartellino di lavorazione ottengo la sequenza delle lavorazioni effettuate sul pezzo con i

relativi tempi di lavorazione e le macchine utilizzate.

5.1 FLANGIA

Le flangie rendono possibile il collegamento tra tratti di tubolatura e le pompe stesse.

Determiniamo i costi di produzione di una piccola serie:

Materiale di partenza Barra 4m 80x80.

Dimensioni Flangia 80x80x15.

Nel caso di produzione da barra si assume un lotto di 500 pezzi.

1) Cmk costo materia prima 4.65€/daN da tabella.

2) λ massa lineica da tabella varia al variare del materiale: 18,17

3) lp lunghezza pezzo:

l°(lunghezza Barra)=4000mm

25mm=lunghezza da togliere per parte dovute alle malformazioni di produzione totale

50mm

lu (lunghezza utile)= l°-50mm=4000-50=3950mm

lp(lunghezza pezzo)= l+10mm=15+10=25mm

l(lunghezza finita)

5mm da ogni latto lasciati per attestatura o troncatura totale 10mm

n(numeri pezzi)= lu/ lp=3950/25=158 pezzi a barra.

Lt(lunghezza teorica)=l°/n=4000/158=25mm=0.025 mt

Ora si può determinare il peso del materiale occorente:

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P=lt x λ=0.025 x 18,17=0.45425daN

Cmp(costo materia prima)= λ x Cmk x lp.=18.17 x 4.65 x 0.025=2.11€

Suppongo la flangia ho utilizzato i seguenti macchinari con i relativi costi:

Sgn spese generali mensili :30000€

Q=20 numero di operai;g=20 giorni lavorativi in un mese;h=8 ore lavorative al giorno.

TORNIO A CNC : 60000€ 20 anni ammortamento Ttor=20

TRAPANO A COLONNA VERTICALE :20000€ 15 anni ammortamento

Ttrap=10

Aa costo ammortamento attrezzatura

Per eseguire il pezzo ho creato precedentemente n 2 attrezzature di un costo complessivo

di 175€.

Le quote di ammortamento risulteranno:

Amort=Ctor x Ttor/60 x a.m.g.h=60000 x 20/20 x 96000=0,625€

Atrap=Ctrap x Ttrap/15 x a.m.g.h=20000 x 10/15 x 96000=0.138€

Am=∑ Ami=0.763€

n=parte del lotto

Aa=∑Ca/n=175/100=1.75€

MOh=costo manodopera

Mo=MOh x ∑Ti/60=10.8 x 30/60=5.4€

Sgh=SGm/q.g.h=3000/20.20.8=9.375€

SG=Sgh x ∑Ti/60=9.375 x 30/60=4.69€

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SV=spese varie=0

C=Cmp + Am+Aa+Mo+SG+SV =2.11+0.763+1.75+5.4+4.69+0=14€

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6. ITALIANO

6.1 GIOVANNI PASCOLI

Giovanni Pascoli nacque il 31 dicembre 1855 a San Mauro di Romagna in provincia di

forlì. L’omicidio del padre Ruggero, amministratore di una tenuta di principi Torlonia,

avvenuto il 10 agosto del 1867, fu l’evento che sconvolse profondamente la sua

infanzia e incise nella sua vita in modo determinante.

La morte del padre creò difficoltà economiche alla famiglia, la quale dovette trasferirsi

a Rimini, dove il figlio maggiore, Giacomo, aveva trovato lavoro. Il poeta dovette così

abbandonare il liceo.

In pochi anni altri lutti distrussero completamente il nucleo famigliare: morirono due

fratelli, la madre e la sorella maggiore.

Nel 1873, grazie ad una borsa di studio, Pascoli si iscrisse alla facoltà di Lettere

dell’università di Bologna dove ebbe come maestro Giosuè Carducci; si laureò nel 1882

in letteratura greca.

Dopo la morte del fratello maggiore Giacomo divenne il capofamiglia e si trasferì a

Massa, dove chiamò a vivere con sé le due sorelle Ida e Maria.

Dopo il matrimonio di Ida, avvenuto nel 1895 contro la sua volontà, si trasferì con la

sorella Maria a Lucca; questa si prenderà cura del poeta fino alla sua morte.

Nel 1905 diventerà titolare della cattedra di letteratura italiana a Bologna subentrando

al suo maestro Carducci.

Giovanni Pascoli morì a Bologna il 6 Aprile del 1912.

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Giovanni Pascoli

6.1.2 MYRICAE

L'opera di Pascoli si incentra su tre linee espressive: quella della poesia in italiano,

quella della poesia in latino (nel complesso scrisse circa una ventina di poemetti) e

quella dell'attività di critico e commentatore di Dante, confluita in vari volumi fra i quali

Minerva oscura (1898) e Sotto il velame (1900). Nel 1905 succedette a Carducci alla

cattedra di letteratura italiana all'Università di Bologna. In conformità alla sua idea di

letteratura universale, Pascoli lavorò a testi latini, greci, neogreci e sanscriti, e

nell'ambito della sua attività editoriale diresse una collana intitolata "Biblioteca dei

popoli".

Nel 1891 fu pubblicata la raccolta Myricae, il cui titolo è una citazione dalla quarta

egloga delle Bucoliche di Virgilio, testo classico che canta la pace della vita agreste.

Con ciò Pascoli volle alludere a una lirica delle cose semplici, fatta di oggetti comuni

presi soprattutto dalla campagna ("sono frulli d'uccelli, stormire di cipressi, lontano

cantare di campane") e cantati con un lessico e un metro molto originali per la

tradizione poetica italiana. Questo risultato fu ottenuto con grande perizia tecnica:

Pascoli si rifece alla lezione dei classici (oltre appunto a Virgilio, anche Catullo e

Orazio), ma guardò anche all'esperienza simbolista non solo francese. La sua poesia

non è infatti descrittiva ma allusiva, e parte dalla convinzione che si possa cogliere

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l'ineffabile solo con mezzi formali rigorosi e grazie a una nuova lingua poetica, che

attinge al latino, alla lingua parlata, al lessico tecnico. L'effetto complessivo dà voce a

una sensibilità che intende cogliere soprattutto gli echi di morte e di lutto che la realtà

racchiude in sé, in modo non sempre manifesto.

6.1.3 IL FANCIULLINO

Apparso in una stesura parziale sulla rivista “Marzocco” nel 1897, poi pubblicato nel

1903, Il fanciullino è il manifesto poetico di Giovanni Pascoli.

In ognuno di noi, secondo Pascoli, c’è un fanciullino che rimane tale anche dopo la fine

dell’infanzia, e che continua a guardare il mondo con lo stesso stupore, “con

meraviglia, come per la prima volta”. È il fanciullino che dà il nome alle cose e quindi

carica di valore simbolico la parola, con un linguaggio che trova tanto nella precisione

quanto nella capacità evocativa la misura del proprio sentimento poetico.

Di qui, già da queste poche considerazioni, discendono tre temi centrali della poetica

pascoliana: il carattere intuitivo della lirica, che si nutre di meraviglia e incanto prima

che di ragione; la concezione del poetare come percorso conoscitivo che scopre nella

realtà, non nella fantasticheria, ciò che gli altri non vedono, aspetti sconosciuti delle

cose inaccessibili ad altre forme di ricerca; infine, la visione universalistica dell’arte, che

se viene praticata da pochi può tuttavia essere intesa da tutti, cioè con quella parte

infantile che sopravvive in fondo ad ogni uomo e che tende ad essere soffocata, e che

solo il poeta riesce a mantenere intatta durante tutta la vita.

Il poeta è colui che sa dare voce al “fanciullino” che ne usa le qualità per il bene di tutti

gli uomini: la vera poesia quindi è forza originaria, capace di metterci in rapporto con le

più semplici emozioni dell’infanzia, di risvegliare i sentimenti di bontà e di solidarietà

che dovrebbero accomunare gli uomini.

Ma in tutti è:

Siano gli operai, i contadini, i banchieri, i professori in una chiesa a una funzione di

festa; si trovino poveri e ricchi, gli esasperati e gli annoiati, in un teatro a una bella

musica: ecco tutti i loro fanciullini alla finestra dell'anima, illuminati da un sorriso o

aspersi d'una lagrima che brillano negli occhi de' loro ospiti inconsapevoli; eccoli i

fanciullini che si riconoscono, dall'impannata al balcone dei loro tuguri e palazzi,

contemplando un ricordo e un sogno comune.

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