Nicetino Montinaro. La vita e la fede di... un uomo semplice

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NICETINO MONTINARO

La vita e la fede di…un uomo semplice

GIOVANNI CISTERNINO

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Nello stilare questo lavoro hanno inoltre collaborato: Vincenzo CANDIDO, Arianna COR-PUS, Antonio CURLANTE, Maria Rosaria CURLANTE, Antonio DE GIORGI, NicetinoMARCHESE, Maria Assunta PETRACHI, Angelo SANTORO, Donato SANTORO, Sal-vatore SINDACO e un amico sincero (così si vuole firmare l’anonimo articolista).

Un ringraziamento particolare va all’amico Salvatore Sindaco per aver collaborato fattivamenteper la buona riuscita di questo lavoro.

Matrice di Melendugno: Statua del “Cuore di Gesù”.La grafica di copertina è opera di Simone de Rinaldis

Il Salentino Editore S.r.l.®

Via Larghi Case Sparse, 373026 MelendugnoTel. 0832 831481Fax 0832 [email protected] 978-88-96446-02-7

Collana: Fede e VitaImpaginazione di Douglas Rapanà – Edita Lecce

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Invito alla meditazione

“Io sono la risurrezione e la vita (dice il Signore);chi crede inMe, anche se morto, vivrà;

e chi vive e crede inMe, non morrà in eterno.Credi tu questo?”

[Vangelo S. Giovanni, vv. 11, 25-26]

Firma della veggente Ivanka Ivankovic

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INDICE

p. 9 Poesia “Per Te Nicetino” di Arianna Corpus

p. 11 Premessa di Gabriella Quarta

p. 13 Introduzione

p. 17 Introduzione del parroco di d. Leonardo Giannone

p. 19 Nicetino MONTINARO. La vita e la fede di… un uomo semplice

p. 19 1. NICETINO NEL PERIODO CHE VA DALLA FANCIULLEZZAFINO ALLA GIOVINEZZA

p. 23 2. LA VITA LAICA, LAVORATIVA E… LA “VIA CRUCIS” DI NICETINO

p. 39 3. IL PELLEGRINAGGIO AL SANTUARIO DELLA MADONNADI MEDJUGORJE

p. 50 4. FONDAZIONE E SVILUPPO DEL “CENACOLO DI PREGHIERA”A MELENDUGNO

p. 57 5. RIFLESSIONI O PICCOLO “TRATTATO SPIRITUALE” DI NICETINOINTORNO ALLA FEDE CATTOLICA OVVERO NICETINO CI INSEGNACOME PREGARE

p. 62 6. CONTRAPPUNTI DI VITA E DI FEDE OVVERO MOVIMENTOANTI OZIO SULLA FEDE

p. 75 7. CONDIZIONI SULLA PREGHIERA

p 79 8. L‘ULTIMO “CANTO D’AMORE” ALLA VITA, OVVEROSSIAUNA LETTERA CHE NICETINO INVIA A NATUZZA EVOLO A PARAVATI

p. 83 9. L’ULTIMO SALUTO ALL’AMICO NICETINO DI NICETINO MARCHESE

p. 84 10. UN PROGETTO DIVINO DI SALVATORE SINDACO

p. 95 11. NICETINO: “IL CANTORE DI DIO” DI VINCENZO CANDIDO

p. 96 12. NICETINO: ESEMPIO D’AMORE DI UN AMICO SINCERO

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p. 97 13. LA VITA È UN GRANDE MISTERO DI ANTONIO CURLANTEp. 100 14. NON TI CONOSCEVO… DI MARIA ROSARIA CURLANTE

p. 100 15. A NICETINO DI ANTONIO DE GIORGI

p. 101 16. PICCOLA RACCOLTA POETICA, SCRITTA DA MELENDUGNESI,IN ONORE DI NICETINO DI ARIANNA CORPUS, ANTONIO DE GIORGI,VINCENZO CANDIDO, NICETINO MARCHESE

p. 104 17. LETTERA AD UN AMICO DI MARIA ASSUNTA PETRACHI

p. 105 18. AVEVO UN FORTE DESIDERIO DI CONOSCERLO DI PIÙDI DONATO SANTORO

p. 106 19. TUTTO INIZIA USCENDO DA SCUOLA

p. 108 20. CONCLUSIONI

p. 113 BIBLIOGRAFIA

p. 115 GLOSSARIO

p. 127 BIOGRAFIA

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Ci piace inserire questa poesiain premessa poiché

spiega, in un certo senso,il titolo di copertina

Per Te Nicetino

Noi tuttivogliamo pensare che Nicetinoè sempre presente in mezzo a noi!

Vogliamo pensare a Nicetino che ha sceltodi vivere, pienamente, ogni respiro.

Che ha allontanato la paura e ha abbracciatol’Amore per la meraviglia,per le cose semplici,

per Gesù e la sua dolce Mamma.

Vogliamo pensare a Nicetinoraccolto in preghierae in un umile silenzio!

Arianna Corpus

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Premessa

Ho voluto intensamente questo libello non solo per onorare la memoria di

mio marito Nicetino ma, soprattutto, per mettere in evidenza la pazienza e

la fede che ha avuto, nonostante la sofferenza che ha dovuto sopportare per ben

24 anni. In realtà egli ha accettato non solo la sua sofferenza ma, a questa,

ha unito anche le sue preghiere per amore del prossimo e tutto ha offerto a

Dio-Padre.

Spero che questo umilissimo libretto raggiungendo, soprattutto, le case degli

ammalati dia loro un sollievo, sia di conforto per le loro vicissitudini e, ancora,

spero che possa servire come “…l’umile testimonianza di un servo…” per

tutti coloro che sono lontani dal Signore affinché dia loro uno sprone, un in-

coraggiamento a trovare la retta via.

Melendugno, lì febbraio 2011

Gabriella Quarta

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Introduzione

Ho sempre avuto un amore profondo per la persona di Niceta Mon-tinaro, da me familiarmente conosciuto come Nicetino. Egli ha caratte-rizzato gli ultimi 15 anni della mia vita spirituale (fino al 2004 epoca dellasua dipartita), in quanto profondo studioso, conoscitore, testimone conla propria vita di tutta la Sacra Scrittura e riverente a papa Giovanni PaoloII continuatore degli insegnamenti di Gesù Cristo.Con infinita semplicità spesso mi ammaestrava nelle cose del Signore

e diceva: “…ormai la Bibbia è stata tutta svelata, perché così ha voluto ilSignore. l’Apocalisse, per esempio, è tutta interpretabile…”.Ricordo che egli – durante le numerose fredde e lunghe serate invernali

davanti al suo caminetto – spiegava a me e all’amico Angelo Santoro (ilquale, peraltro, è un suo amico d’infanzia, col quale andavo spesso a tro-varlo) alcuni passi del Vangelo o altri passi del Vecchio e del Nuovo Te-stamento; con lui avevamo anche degli amichevoli scontri dialettici percercare di capire in profondità quello che il Signore ci voleva dire ma…l’ultima parola quasi sempre toccava a lui.Per la grande spiritualità che Nicetino ci trasmetteva, per il modo ori-

ginale ed esaustivo di chiarirci le diverse problematiche inerenti la vita diogni giorno e l’interpretazione della Sacra Bibbia lo chiamavamo scher-zosamente e bonariamente Gran Maestro. Ma l’identificazione scherzosacol passare del tempo è divenuta consuetudine, così ogni qual volta cimettevamo d’accordo di andare a trovare l’amico Nicetino dicevamo:“…Andiamo a trovare il Gran Maestro?”.La sua vita – anche se da laico – l’ha voluta consacrare al Signore. Ri-

cordo che egli mi sottolineava che doveva fare testimonianza, perché:“…se no il Signore mi dirà che sono io il colpevole per non averti messoin guardia o non averti annunciato la Buona Novella”, così come avevadetto, più di 2000 anni fa San Giovanni Battista.

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Non credo di sbagliare se affermo in modo estemporaneo che Nicetinorappresenta, veramente, la metafora di Cristo qui a Melendugno. Unapersona che ha voluto, veramente, imitare Cristo per quanto, nei suoi li-miti, gli è stato possibile.Affascinato dal suo carisma e dall’amicizia che mi donava, in occasione

della nascita della mia ultima figlia Miriam non ho avuto alcuna esita-zione, insieme a mia moglie Marinella, a scegliere per il suo Battesimo,come padrino e madrina Nicetino e la consorte Gabriella.Dopo la sua morte mi sono sentito un pò orfano, perché avevo perso

non solo un amico ma…il compare, il confidente, una persona, insomma,per me molto cara. È stato il faro che ha illuminato la mia costanza o lamia incostanza (delle umane cose) lungo il percorso di una parte dellamia vita; egli mi ha dato tanta sicurezza nella fede.La moglie Gabriella, qualche tempo dopo la morte del compianto Ni-

cetino, mi ha dapprima invitato, poi spronato a più riprese, a scrivere unlibello sulla figura di suo marito. Devo confessare, però, che preso da milleimpegni ho avuto per diverso tempo una sorta di torpore a intraprendere…questo lavoro.In occasione delle feste natalizie dell’anno 2007, una sera, insieme a mia

moglieMarinella e la piccolaMiriam, sono andato a farle gli auguri di BuonNatale e Buon Anno (per quello che per Gabriella potevano rappresentare).Quella sera Gabriella ha colto l’occasione per rinnovare con decisione il suodesiderio di scrivere questo libello sulla figura del compare Nicetino.È stata l’occasione che, finalmente, ha scosso il mio torpore; così con

lena io e la commare Gabriella ci siamo messi a compiere il lavoro, spe-rando in un buon risultato, con l’aiuto del Signore. Ora che, finalmente,il lavoro è dato alle stampe, tengo a precisare che non ha assolutamentenessuno scopo di lucro e sarà distribuito alle persone, con la speranza chel’eventuale ricavato possa servire – com’è volontà mia e di Gabriella – permezzo del parroco, ad aiutare, per quanto è possibile, le persone che sonoin difficoltà economica.

Attraverso questo libello Nicetino (come più volte teneva a sottoline-armi) si rivolge, soprattutto, a quelli che non hanno più fiducia in lorostessi, quando affermano: “Ho fatto tanti misfatti che Dio non può più

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perdonarmi…”. Nicetino a questi dice: “Sbagliato… non siete voi chedite quelle cose ma è il diavolo che è in voi che cerca in tutti i modi di ap-piattire la vostra personalità e spiritualità. Gesù perdona sempre quandoci rivolgiamo col cuore umile e pentito”.L’uomo che vuole salvare la propria anima ricerca sempre nuovi stimoli

per ritrovare la propria identità spirituale e anche quella dell’essere Uomo[vedasi a questo proposito, soprattutto, la seconda parte del paragrafo 6].All’interno di questo lavoro intercalerò di tanto in tanto (con discre-

zione) alcuni passaggi della vita di Gloria Polo, tratti dalla sua pubblica-zione, che ho avuto la fortuna di avere [ma vi è anche un CD] dal titoloTestimonianza di Gloria Polo, fatta il 05/05/2005 nella chiesa di Caracas.Ella è una persona che ho avuto modo di conoscere, appunto, attraverso isuoi scritti e che allo stesso modo del nostro Nicetino – ha avuto l’espe-rienza di premorienza e del tunnel (del quale molte persone ne danno te-stimonianza). Sebbene abbiano vissuto a latitudini diverse del mondo –entrambi cercano di condurci verso il Signore. Tutto quello che la signoraPolo testimonia lo fa solo attraverso quello che il Signore gli ha fatto vederenel Libro della Vita. Ella afferma: “..che quando ci presenteremo davanti aDio per essere giudicati…Tutti vedremo quello che abbiamo fatto e quelloche non abbiamo fatto e le relative conseguenze per noi e per gli altri! Ve-dremo le conseguenze nel Libro della Vita (A: vedi glossario)”.Concludo sottolineando come Nicetino, nella sua totale e spasmodica

ricerca di Dio, ci insegna, anche oggi, non solo a pregare, ma come amareDio, come cercarlo, come applicare il Vangelo nella vita di ogni giornoe… a quelli che, per vari motivi, sono lontani da Dio, dà gli stimoli el’incoraggiamento per ripartire “spalancando, senza esitazione, le porte aCristo, l’Unico …che non tradisce mai, nessuno…”, come ha tenuto asottolineare S. S. Benedetto XVI durante la “Giornata Mondiale dei Gio-vani” tenuta a Sidney (Australia) nel luglio del 2008.

Laus Deo

Melendugno, lì Gennaio 2011

Giovanni Cisternino

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Introduzione del parroco

Sono onorato di introdurre la seguente raccolta di testimonianze su Ni-cetino Montinaro. Ringrazio la moglie di Nicetino e i curatori del librettoper la pazienza che hanno avuto con me, prova concreta della loro stima eamicizia.

Ho conosciuto Nicetino nel 1996, quando venni a Melendugno comevicario parrocchiale. Fui subito informato della presenza di un gruppo dipreghiera che si radunava settimanalmente nelle case dei vari componenti.Una sera presi parte a uno di quegli incontri e considerai che l’attenzionee la preghiera di tutti erano rivolte verso un’immagine di Gesù posta sultavolo al centro del cerchio. Al termine della preghiera mi venne sponta-neo proporre ai presenti di svolgere gli incontri successivi non più a casadavanti ad una semplice immagine ma in Chiesa, alla presenza del S. S.dell’Eucarestia. La proposta fu accolta da tutti con grande entusiasmo eda allora quello che prese il nome di Cenacolo di Preghiera si sarebbesvolto nella Cappella del S. S. Sacramento e del Crocifisso della Chiesa par-rocchiale di Melendugno.

Ricordo con piacere la mia presenza e il breve commento alla Paroladi Dio erano attesi con trepidazione da parte di tutti. Nicetino guidaval’incontro settimanale con fervore, testimone di una speciale amicizia conCristo, provata col fuoco della sofferenza. Si pregava soprattutto per i ma-lati della comunità parrocchiale, esprimendo nella preghiera di interces-sione lo slancio della propria carità verso di essi. Per Nicetino era ilmomento per condividere con i fratelli il legame che lo congiungeva aCristo e renderli partecipi dei doni che il Signore gli elargiva durante lasettimana.

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Quando nel novembre del 2004 son tornato a Melendugno come par-roco, ho ritrovato con grande stupore il vecchio Cenacolo ma non piùNicetino, venuto a mancare all’affetto dei suoi cari e degli amici cinquemesi prima. È comprensibile che il gruppo lo rimpianga ma nella comu-nione che si è consolidata nella fede e nella preghiera è ancora vivo il ri-cordo e si rinnova ogni anno nell’anniversario della sua morte. Il 21giugno del 2004 Nicetino ha chiuso gli occhi alla luce di questo mondoma, secondo la nostra fede, è venuto alla luce della gloria di Dio. Quelsanto volto che egli mirava nelle rappresentazioni degli artisti terreni econtemplava nelle specie del Pane consacrato durante la Messa, ora rifulgein tutto il suo spirito, premio accordato dalla Pietà celeste alla sua fedeltàe pegno sicuro della risurrezione finale cui aneliamo anche noi, pellegrinisulla terra.

Melendugno, 16 febbraio 2011

d. Leonardo Giannone

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Nicetino MONTINARO

La vita e la fede di… un uomo semplice

1. NICETINO NEL PERIODO CHE VA DALLA FANCIULLEZZA FINO ALLA GIOVI-NEZZA

Montinaro Niceta (detto Nicetino) nasce a Melendugno (provincia diLecce) il 18 marzo 1948 (muore a Melendugno il 21 giugno 2004), daAntonio e Maria Carrozzo.È figlio unico e fin dalla più tenera età è molto seguito dai suoi genitori

– cattolici praticanti –, i quali gli impartiscono le prime nozioni della vitacristiana e i principi dell’essere cristiani, dai quali principi non si staccheràpiù sino alla morte avvenuta prematuramente.Un amico comune, Angelo Santoro (da noi intervistato) lo ricorda an-

cora oggi con molto affetto e stima. Da ragazzi abitavano in case vicine:Nicetino abitava nella casa che fa angolo di piazza Monsignor Durante(quella che attualmente è adibita a merceria Petrachi), Angelo abitavanella casa di via Dante all’attuale civico 3.Rammentando il periodo dell’infanzia in cui frequentavano insieme la

scuola elementare a Melendugno, Angelo Santoro dice: “Ricordo chequando andavamo a scuola, e parlo della seconda metà degli anni Cin-quanta, inizio anni Sessanta, del XX secolo, epoca in cui l’Italia era uscitada appena 10-15 anni dal secondo conflitto mondiale, la maggior partedelle famiglie melendugnesi versavano in non buone condizioni econo-miche, ma nonostante questa precaria situazione… ogni giorno Nicetino,era uno dei pochi ragazzi che si presentava a scuola col grembiule nerosempre pulito e stirato, con il fiocco azzurro perfettamente annodato sottoil colletto bianco; per questo sembrava un figlio di papà noi, invece, an-

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davamo per lo più senza grembiule e con i pantaloncini rripizzati (ram-mendati) o macchiati d’olio.Mentre quasi tutta la scolaresca, durante la ricreazione, mangiava fichi

secchi o cornule (carrubbe) che generalmente noi tenevamo nella cartella,Nicetino, invece, cacciava il suo bel panino profumato con la mortadella,la frittata o altro. Egli era uno dei ragazzi più bravi della classe, ma già d’al-lora si capiva che aveva un fisico delicato anche se non presentava alcunamalattia… Noi ragazzi all’uscita della scuola spesso giocavamo con le fi-gurine di giocatori (gira e bbota, a ppà, a scoppulu, an facce lu parite), a bi-glie (o palline), a risciu (N.d.A.: era un cerchio disegnato a terra dove i“birboncelli” lanciavano il loro soldino fortunato) giocandoci quei pochisoldini che avevamo, oppure, facevamo ’a mazzate (botte) mentre Nice-tino se ne tornava subito a casa.Quando facevamo a botte tra noi ragazzi le borse scolastiche che erano

fatte, generalmente, di cartone o di plastica le distruggevamo in pochissimimesi perché c’è le tiravamo in testa o dove colpivano casualmente; mia

Anno Scolastico 1957-58, 5a Elementare, Nicetino vicino al prof. Vito Colaci

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madre Libera Maria per evitare di comprare continuamente cartelle decisedi farmene fare una di legno da un falegname:mesciu Giuanninu Francub-bollu – che era tra l’altro zio di Nicetino – ma questa poteva diventaremolto pericolosa durante le zuffe tra noi ragazzi all’uscita della scuola… Perfortuna non è mai successo niente anche se la mia cartella di legno era undeterrente per molti ragazzi, i quali desistevano dall’aggredirmi e ancheperché ero considerato, insieme a Carlo Friseddhra, compagno di classe,il… giamburrasca di turno abbastanza pericoloso… e attaccabrighe; ero,insieme a Carlo Durante detto Friseddhra, la disperazione del maestroVito Colaci, il quale, invece, teneva in grande considerazione Nicetino siaper la sua educazione e compostezza, sia per il suo profitto a scuola e ce loadditava come esempio da seguire e imitare. Col passare degli anni e dellamaturità, poi, sono cambiato completamente…”.Quella lontana Melendugno della fine degli anni ’50, inizio anni ’60,

poteva contare al massimo 5.000 abitanti, divisa in rioni e i ragazzi checorrevano nelle sue polverose strade (senza asfalto) erano divisi in gruppi

1967, Nicetino con la Chenga degli amici

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di amici, detti gruppi erano composti non solo dai compagni di scuola maanche da ragazzi del vicinato; ogni gruppo era denominato in vernacolo:Chenga.L’amico Angelo Santoro, continuando nel suo commento dice: “Ri-

cordo che vi erano i gruppi o meglio le chenghe te li Santi Medici, te laSanta Croce, te le Serre, te le Chisureddhre, te la Pezza ecc. Io e Nicetino– essendo vicini di casa – facevamo parte te la chenga te le Serrema io eroil capo Chenga indiscusso. Altri componenti erano Egidio Montinaro(figliu te mesci’Augustu, noleggiatore), Antonio Petrachi (figliu te mesciuNinu, il calzolaio) ecc. Spesso facevamo dei dispetti alle persone grandi– le quali con decisione ci apostrofavano ‘rghià… perditibu sciuscietti!’che significava: andate via (o alla larga) ragazzini!, ma capitava spesso digiocare o bisticciare non solo con le altre Chenghe del paese ma anche al-l’interno del nostro stesso gruppo…Generalmente i componenti, all’in-terno di ogni gruppo, avevano molto rispetto per il Capo ma, a me, unavolta accadde che mentre ci radunavamo nel nostro Covo abituale sitoproprio sulle Serre dove vi era la presenza di un bel Furnieddhru (ossiaun trullo), di molte e grosse rocce affioranti e… del mio trono “da re”,proprio questo lo trovai completamente insozzato da qualche ragazzo.Molti anni dopo fu proprio Nicetino a ricordarmi che quel trono loaveva insozzato lui… quasi a volermi rammentare che sin da allora pro-vava intolleranza per i “Capi” e le persone autoritarie in genere e questasua avversione verso gli autoritarismi l’ha sempre avuta, prediligendo ildialogo tra le persone e l’amore fraterno. Rammento che era solito dire,anzi era proprio il suo motto di quel determinato periodo: vivi e lasciavivere”.Dopo la scuola elementare, Nicetino frequenta la scuola Media statale

a Vernole dove consegue nell’anno scolastico 1961/62 la licenza media.Successivamente, frequenta l’istituto tecnico industriale statale “E. Fermi”di Lecce, conseguendo il Diploma di Perito Industriale, Capo Tecnico -ramo Elettrotecnica, nell’anno scolastico 1966/67.Passato il periodo della giovinezza, viene assunto presso la Regione Pu-

glia – Assessorato alla Formazione Professionale nucleo provinciale diLecce – in qualità di insegnante dove resta fino alla pensione.

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Nicetino con la moglie Gabriella

Pellegrinaggio sul monte del Podbrdo

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Il gruppo insieme alla veggente Yelena Vasili (al centro della foto in piedi) vicino alla sua Casa.

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Matrice di Melendugno – Statua del Cuore di Gesu

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BIBLIOGRAFIA

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stali e altre sette, scuola tipo-litografica Istituto Anselmi, Napoli, 1982, volumi 15.9) San Paolino da Nola, Epistola 10 a Severo.10) AA. VV., Biblioteca Sanctorum, IX, Roma, 1967, p. 894 e segg.11) Tautu L., La Badia di S. Niceta presso Melendugno (Lecce), sta nel volume La Chiesa

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glorificazione dello Spirito Santo, p. 111.21) Libro del profeta Isaia, vv. 29-14; 44, 6;22) Atti degli Apostoli, vv. 10, 4.23) Libro di Tobia, vv. 12,8-9.24) 2a Lettera ai Tessalonicesi, vv. 2, 3-4.

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25) Libro dell’Esodo, vv. 15,26.26) Vangelo secondo San Luca, apostolo, vv. 6, 19; 11, 9-13; 18; 21, 20-24.27) San Paolo, Lettera ai Colossesi, vv. 1,24.28) Libro della Genesi, vv. 1,5-8; 5,13-18.29) Vangelo secondo Giovanni, apostolo, vv. 11,25-26; 14,11-14.30) Libro 1 Cronache, 12,9.31) Libro del Siracide, vv. 2,1.32) Libro dei Proverbi vv. 3,1-12.33) Hierzenberger G. - Nedomansky O., Tutte le apparizioni della MADONNA in 2000

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parizioni mariane fino ai nostri giorni, Antares, Palermo-Andria, 2001.

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GLOSSARIO

A) Libro della Vita: Gloria Polo ci dice: “Tento di spiegare cosa si vede nel Libro della Vita.Io ero molto ipocrita, falsa, di quelle persone che davanti ti elogiano e dietro parlano male dite. Davanti tutto bello e dentro… non sente quello che sta dicendo. Io, per esempio, elogiavoqualcuno dicendo: ‘come sei bella, che bel vestito, ti sta molto bene, ma dentro mi dicevo: mifa schifo, sei brutta e, per di più, pensi di essere una regina!’. Questa era la mia maniera di pen-sare. Nel Libro della Vita vediamo tutto questo, ma con una differenza, che vediamo anche ipensieri. Tutte le mie bugie era scoperte ‘al rosso vivo’ e tutti le potevano vedere… Ho vistocon molto dolore quando una signora mi ha dato 4.500 pesos più del dovuto come resto, inun supermercato di Bogotà. Mi sono accorta di questo e mi dicevo: ‘Guarda quella bruttavecchia, mi ha dato 4.500 pesos in più e adesso mi tocca tornare indietro. Io non torno in-dietro. Nella domenica mi sono confessata, dicendo: ‘Padre, io mi accuso di avere rubato4.500 pesos, non li ho restituiti, me li sono tenuti!’. Non ho nemmeno fatto attenzione aquello che il sacerdote mi ha detto, ma, sapete, il maligno non poteva accusarmi di essere unaladra! Il Signore, allora, mi ha detto: ‘La tua è stata una mancanza di carità per non aver re-stituito i soldi, e per te 4.500 pesos non erano niente, ma per quella donna erano l’alimenta-zione di tre giorni. La cosa più triste è che il Signore mi ha fatto vedere quella donna chesoffriva e, per colpa mia, ha passato tre giorni senza mangiare, lei e i suoi bambini…”. Questoper farci capire che significa fare peccato ma, la signora Polo, ha fatto moltissimi altri esempi[Tratto da: Testimonianza di Gloria Polo, Chiesa di Caracas (Venezuela) del 05/05/2005, tra-duzione dallo spagnolo in italiano di padre Leone Orlando, pp. 58-59].

B) False religioni: Su questo argomento vi è anche la testimonianza della dottoressa, den-tista, venezuelana (ma noi supponiamo che sia di origine italiana, date le sue generalità) GloriaPolo, la quale così attesta in una sua testimonianza: “Una signora mi aveva raccontato che(…) era andata a trovare un pastore, che qualcuno gli aveva raccomandato, e tutto era miglio-rato! Io, subito chiesi che mi dicesse dov’era per andarlo a trovare anch’io. Immaginate la miainfedeltà! E sono andata a trovarlo. Egli mi ha fatto una preghiera e mi ha imposto le mani emi ha fatto ricevere la comunione, ma alla loro maniera. Io ricevevo la comunione nella miareligione, il Corpo e il Sangue del Signore, e ora vado da un’altra parte a ricevere la comunione,come se fosse la prima volta! Erano celebrazioni molto animate, saltavano, applaudivano… iodicevo: ‘Quei preti cattolici sono così lenti e antipatici e le loro Messe fanno dormire. Non sipossono comparare con queste che ti fanno sentire così bene, felici! Questi non credono alleimmagini, dicono che sono idolatria. Per questo non mi sono più inchinata davanti al Cro-cifisso. Quando frequentavo questa chiesa evangelica, di fronte a casa mia abitava una vec-chietta povera, molto povera. Io l’aiutavo, dandogli dei soldi per pagare la luce, l’acqua e, ogni

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tanto, gli compravo qualcosa da mangiare. Lei mi amava molto! Ma quando non abbiamo Dionel cuore, anche le opere buone, finiscono per sporcarsi con i nostri peccati. Io frequentavole chiese evangeliche perché le celebrazioni erano allegre. E poi, come dicevano, bloccavanogli spiriti maligni e cose del genere. Il fatto è che, quella vecchietta era cattolica, ma io housato la mia amicizia, e sono riuscita a convincerla… ho distrutto la sua fede e, per causa deimiei consigli e delle mie idee, è morta senza ricevere i Sacramenti. Non li ha voluti perché nonerano importanti per lei. Vedete come influenziamo quelli che vivono vicino a noi. Se il maleè dentro di noi, finiamo per trasmetterlo agli altri, come ho fatto con quella vecchietta! Mapiù tardi, quando quel pastore mi ha chiesto la decima, mi sono infuriata, perché ero già inrovina e ora, per di più, gli dovevo dare il 10 per cento del mio stipendio. Mi è passata, com-pletamente, l’emozione del protestantesimo…” [v.: Testimonianza di Gloria Polo, Chiesa di Ca-racas (Venezuela) del 05/05/2005, traduzione dallo spagnolo in italiano di padre LeoneOrlando, pp. 40-41].

C) Catechismo: A proposito del catechismo, teniamo a sottolineare che colui il qualeper primo (o uno dei primi) ha stilato e fatto adottare nel mondo cristiano-latino-romanoil Catechismo è San Niceta da Remesiana, un santo molto conosciuto nel IV secolo d. C.nelle contrade di Melendugno. Con l’avvento del cristianesimo per ben due volte, nel 397e nel 401, passa attraverso la strada Traiana-sallentina, Otranto-Roca-Melendugno-Lecce ediretto a Roma, per venerare le tombe degli apostoli e per incontrarsi col Papa. Il santo ve-scovo di Remesiana, Niceta (a quanto afferma San Paolino da Nola nella sua “Epistola 10a Severo”), egli “con la predicazione del Vangelo rese miti e mansuete popolazioni feroci ebarbare”. Niceta è uomo di grandissima dottrina, insigne oratore e di profonda virtù (Bi-blioteca Sanctorum, IX, Roma, 1967, pp. 894 e segg.), giunto presso il fatiscente tempiettodedicato al Dio Mercurio (Melendugno), lo trasforma da tempio pagano in tempio cri-stiano, finché nel 1167, come si sa, Tancredi d’Altavilla, conte di Lecce non edifica ungrande monastero retto dai monaci basiliani. Quando San Paolino da Nola indicherà a Ni-ceta la strada da percorrere per ritornare nella sua sede vescovile di Remesiana (ora Bela Pa-lanka in Serbia) per quanto riguarda il Salento gli dirà: “Traversata tutta la Puglia, giungeràin Calabria (Messapia-salentina), e, superata Roca altrimenti detta …statio di Luppie – laquale alcuni eruditi ora ritengono di chiamare Torre San Cataldo, e altri dicono che non viè alcun vestigio dell’antica cittadina – giungerà a Otranto che dai Greci è detta Hydro, evolgarmente ora, Otranto”. È lecito pensare che durante il tragitto di ritorno, del vescovodi Remesiana, da Roma a Otranto, egli passi anche dalla sede vescovile di Roca (Lupiae),dove lo attendono molti giovanetti entusiasti di accoglierlo con canti di gioia, e di ascoltarele parole della fede profferite da quel santo uomo. Il carme che San Paolino da Nola dedicaall’amico Niceta è un canto di commiato ma in esso è contenuta l’esaltazione e la confermache la grande opera di evangelizzazione che Niceta compie nel mondo slavo ma anche quinel Salento, a Roca e a Melendugno, è tenuta in grande considerazione anche dal Papatoromano, tanto che ancora ai nostri giorni noi leggiamo i testi e la catechesi dettata da Niceta[v.: Niceta da Remesiana, Catechesi preparatoria al Battesimo, traduzione, introduzione enote a cura di C. Riggi, Roma, 1985 (Testi patristici 53)]. San Niceta da Remesiana hatanto amato il popolo della sede vescovile di Roca e Melendugno che, a quanto afferma ilTautu [v.: La Badia di S. Niceta presso Melendugno, pp. 1196-97], dopo la morte del vescovo

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Niceta, questo è traslato e sepolto nel monastero di Melendugno, da lui stesso rifondato,dal momento che qui ha, ancora, molti amici (come ci ha fatto sapere la precedente letteradi San Paolino da Nola) [v.: G. Cisternino - M. Cisternino, Terra di Acaya e Roca ovveroL’Abbazia greco-latina di San Niceta in Melendugno e le sue grancie, Zane, Melendugno,2007, pp. 35-39].

D) Demonio o Satana: Gloria Polo nella sua Testimonianza ci descrive, possiamo dire,con diversi particolari, la figura di Satana. Ecco quello che dice: “Pensate un po’ quanto egliè astuto! Fa credere che non esiste e, così, può agire liberamente, senza ostacoli (…). Ungiorno ho sentito un sacerdote che diceva che l’Inferno e i diavoli non esistono (…). Si,istruisce gli uomini, facendogli credere che non esiste per poter condurli più facilmente alladistruzione. Arriva a confondere, perfino, coloro che credono in Dio. Alle volte ci sonodelle apparizioni ed egli fa credere che sono false. Confonde il popolo in molti modi, ap-profittando delle debolezze di ciascuno (…). Non avevo più paura del peccato e la mia re-lazione col Signore si deteriorava sempre di più. Ho cominciato a dire a tutti che il demonionon esiste, che era un’invenzione dei preti, idee inventate per manipolare la gente (…).Molte persone vanno a Messa e, allo stesso tempo, dai maghi. Il maligno gli fa credere chenon c’è niente di male in questo e che tutti andremo lo stesso in Cielo, perché andando lànon facciamo male a nessuno. Il demonio conduce tutto questo con strategia ben preparata.Dovete sapere che quando le persone vanno dai maghi, non importa per quale motivo, ildemonio mette la sua marca su di loro. Quando andiamo in questi luoghi – cartomante,spiritismo, astrologia – il demonio mette la sua marca su di noi. Quando, per la primavolta, sono andata in uno di questi luoghi con una mia amica anch’io sono stata marcatadalla bestia. A partir da quel giorno, ho cominciato a sentirmi male, ero perturbata, avevoincubi notturni, paura, timori, angustia e, perfino, un profondo desiderio di suicidarmi!Piangevo, mi sentivo infelice e non sono più riuscita ad avere pace. Pregavo, ma sentivo ilSignore lontano da me, mai più ho sentito quella prossimità con Dio, come quando erobambina. Mi costava molto pregare, era sempre più difficile! Chiaro! Avevo aperto le portealla bestia, il Maligno era entrato nella mia vita. Il Signore mi ha mostrato come nella miavita si era realizzata una terribile degradazione della mia Anima, come un processo di mortespirituale. È stato qualcosa di tanto grave, che sono arrivata al punto di non credere più aniente. Mi ha mostrato che quando ero bambina camminavo mano nella mano con Dio;avevo una relazione profonda con Lui, ma il peccato, poco a poco, mi ha allontanato da Lui.E mi ha detto anche che tutti coloro che mangiano il Suo Corpo e bevono il Suo Sangueindegnamente, mangiano e bevono la loro condanna. E io avevo mangiato e bevuto la miacondanna! Vedevo nel Libro della Vita, come il demonio era disperato perché quando avevo12 anni ancora credevo in Dio, ancora adoravo il Santissimo Sacramento con mia madre;il demonio era proprio disperato per questo. Quando ci confessiamo, dobbiamo chiedereallo Spirito Santo che ci illumini, che ci doni la Sua Santa Luce per schiarire le tenebre dellanostra mente. Il maligno, infatti, ottenebra la nostra mente, così pensiamo di non averepeccati, che tutto va bene, che non abbiamo bisogno del sacerdote, che loro sono più pec-catori di noi… Che la confessione è ‘fuori moda’…” [Tratto da: Testimonianza di GloriaPolo, chiesa di Caracas (Venezuela) del 05/05/2005, traduzione dallo spagnolo in italianodi padre Leone Orlando, pp. 6, 24-25, 27-28].

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E) Aborto: Mi piace spiegare il dramma dell’aborto attraverso gli scritti testimoniati dallasignora Gloria Polo: “Fratelli, che tristezza! Che grande dolore! Vedete come il demonio ci favedere le cose come se fossero niente, senza importanza! Come se l’aborto provocato fosse lacosa più naturale del mondo! Perfino che è da stupidi preoccuparsi. Che si deve godere delsesso senza rimorsi e sensi di colpa! Ma volete sapere perché il maligno fa così? Perché spingele persone a fare così? Perché egli ha altre ragioni, ha bisogno di sacrifici umani, perché conl’aborto egli diventa più potente. Nessuno può immaginare lo spavento, il timore e il sensodi colpa che avevo quando sono arrivata in quella clinica, ben lontana da casa mia, per farel’aborto! Il medico mi ha fatto l’anestesia. Ma quando mi sono ripresa non ero più la stessa!Avevano ucciso quel bambino che c’era dentro di me e io sono morta con lui (piange). Sapete,il Signore mi ha mostrato nel Libro della Vita, quello che non vediamo con gli occhi dellacarne, quello che è successo quando il medico mi ha fatto l’aborto. Ho visto il medico con unaspecie di tenaglia, afferrare il bambino e ridurlo a pezzetti! Ed egli che gridava, gridava contanta forza! Basta che sia solo a un minuto dalla fecondazione è già un’anima adulta. Anchese si prende la pillola del giorno dopo, o qualche altra cosa, si stà uccidendo un bambino.Con un’anima adulta, completamente formata, perché l’anima non cresce come cresce ilcorpo, è creata da Dio, direttamente, nello stesso momento che lo spermatozoo incontral’ovulo, nello stesso istante. Nel Libro della Vita ho visto come l’anima, nello stesso momentoche le due cellule si toccano, forma una scintilla luminosa, bellissima, come un sole, che sprizzadal Sole di Dio Padre. In un secondo l’anima viene creata da Dio, adulta, matura, piena, a im-magine e somiglianza di Dio! Quel bambino è immerso nello Spirito Santo, che esce dal Cuoredi Dio! Il ventre di una mamma, nello stesso momento che comincia una fecondazione, rifulgecon luce brillante: la luce dell’Anima e della comunione di Dio con l’Anima stessa (…). Nelmomento della fecondazione, c’è una scintilla di luce divina, una esplosione bellissima, e si èformata l’anima, bianca, ma non come il bianco che noi conosciamo! Dico bianco perché èil colore che più gli assomiglia. È di una bellezza meravigliosa che non è possibile descrive conle parole. Quella bellezza, quella luce brillante è l’anima, luminosa, radiante e piena di Amordi Dio. Un Amore di Dio impressionante. Non so se avete prestato attenzione ai bebè, chemolte volte ridono, ridono da soli, emettendo suoni e balbuzie. Sapete, stanno parlando conDio. Sì, perché sono immersi nello Spirito Santo. Anche noi siamo immersi, ma con la diffe-renza che loro sono ancora innocenti e percepiscono la presenza di Dio (pp. 49-50). Quando,invece, hanno tirato fuori quel bambino… quella vita… Ho visto come il Signore tremava,quando gli toglievano quell’anima dalle mani. Quando lo uccidono, il bambino grida, e tuttoil Cielo comincia a tremare. Ho visto, nel mio caso, quando ho ucciso il mio bambino, l’hosentito gridare forte, tanto forte! Ho visto, nello stesso tempo, Gesù crocifisso soffrire, perogni anima abortita! Il Signore grida dalla croce, con tanto dolore… tanto dolore! Se lo aves-sero visto, nessuno avrebbe il coraggio di provocare un aborto… (piange). Adesso vi do-mando… quanti aborti si fanno nel mondo? In un solo giorno? In un mese? Immaginatecome è grande il nostro peccato! Il dolore, la sofferenza che provochiamo al nostro Dio, equanto Egli è misericordioso, quanto ci ama, nonostante la mostruosità dei nostri peccati! Ildolore che provochiamo a noi stessi e come il male si impossessa di noi! Ogni volta che sisparge il sangue di un bambino è un olocausto a satana, e questi acquista più potere. L’Animagrida, ripeto, è un’anima adulta, matura, anche se il bambino non ha occhi, ne carne, necorpo, l’Anima ha tutto, è un’Anima adulta. Il suo grido, mentre lo stanno uccidendo, fa tre-

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mare il Cielo, mentre, un grido di giubilo e di trionfo invade l’Inferno. L’unica comparazioneche mi viene in mente è come la finale del mondiale di calcio, quella euforia invade tutto lostadio, uno stadio immenso, pieno di demoni che gridano come pazzi. Quei demoni hannogettato sopra di me il sangue di tutti i bambini che ho ucciso o in qualche forma ho contri-buito a uccidere, con l’aborto; l’anima mia da bianca che era, è diventata completamente nera.Dopo gli aborti, ho pensato che non avevo altri peccati, ma Gesù continuava a mostrarmicome avevo ucciso attraverso il mio piano familiare, sapete perché? Perché usavo quel contrac-cettivo a forma di “T” di ottone, per evitare la gravidanza. Ho cominciato a usarlo a 16 anni,come contraccettivo, fino al giorno che sono rimasta fulminata. Solo quando volevo ingravi-dare lo toglievo, ma appena potevo me lo mettevo un’altra volta. Voglio dire a tutte le donneche usano questo metodo, questo genere di dispositivi intrauterini, che stanno provocandoaborti. So che a molte donne è successo quello che è successo a me durante il periodo me-struale; molte volte vediamo uscire coaguli di sangue più grandi del solito e sentiamo doloripiù forti del normale. Andiamo dal medico, ed egli non dà molta importanza, ci ordina deglianalgesici, quando i dolori sono molto forti, o delle iniezioni, e ci dice di non preoccuparci,sono cose normali, perché c’è un corpo estraneo, ma non c’è nessun problema. Sapete cosa èquesto? Sono piccoli aborti! Sì, piccoli aborti! Aborti provocati da questi dispositivi intraute-rini. Sì perché, come ho già detto, appena lo spermatozoo si unisce all’ovulo, a partire da que-sto momento, si forma l’Anima, che non ha bisogno di crescere perché è già adulta. Questidispositivi intrauterini non permettono che l’ovulo fecondato si impianti nell’utero, emuore. È espulsa quell’anima! Un microaborto è un’anima adulta, completamente formata,che non gli è permesso vivere. È stato molto doloroso per me vedere quanti bambini fecon-dati sono stati espulsi. Quante anime, quelle scintille divine, non riuscivano a unirsi alcorpo a causa del “T” di ottone. E come gridavano quei bambini strappati violentementedalle mani di Dio! Ma la cosa più grave è che non potevo dire che non lo sapevo! Quantibambini sono morti per questo? Per questo mi sentivo tanto depressa, il mio ventre che do-veva essere generatore di vita si era trasformato in un cimitero, in un luogo per ucciderebambini! Pensate, la mamma, proprio lei a cui Dio ha dato il dono così grande di dare lavita, di accudire ai figli, proteggerli, contro tutto e tutti, quella stessa mamma, con tutti que-sti doni, uccide il suo figlioletto…! Il demonio ha trascinato l’umanità, con la sua strategiamalefica, a uccidere i nostri figli. Adesso comprendo perché ero sempre amareggiata, de-pressa, di cattivo umore, maleducata, brusca, frustrata… Chiaro, mi ero trasformata, senzasapere, in una macchina di morte, e questo mi faceva sempre più affondare nell’abisso.L’aborto è il peccato più grave (quello provocato, non quello spontaneo) perché è ucciderei figli nel ventre della madre. Uccidere un bambinetto innocente e indifeso e dare forza asatana. Il demonio ci comanda perché stiamo spargendo sangue innocente! Un bambino ècome un agnellino innocente, senza macchia! E, chi è l’Agnello senza macchia? È Gesù. Inquel momento quel bambino è a immagine e somiglianza di Gesù! Per questo, sopprimen-dolo, c’è un legame con il mondo delle tenebre. Questo atto permette che molti demoniescano dall’Inferno e distruggano l’umanità. Si toglie una specie di ‘sigillo’, un sigillo che Dioaveva posto e che impediva agli spiriti maligni di uscire fuori. Ma ora quei sigilli si apronoe i demoni escono fuori, come larve orribili, per perseguitare l’umanità e farla schiava dellacarne, del peccato, del male. È come se gli avessimo fornito la chiave dell’Inferno per poteruscire. E i demoni escono fuori, demoni di prostituzione, di perversione sessuale, di sata-

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nismo, di ateismo, di suicidio, di perdita dei valori morali… e il mondo diventa sempre dipiù cattivo. Pensate quanti bambini si uccidono tutti i giorni? Questo è un trionfo del ma-ligno! I demoni esistono, anzi, non solo esistono, ma mi vengono a prendere… vedevo in-fatti alcuni demoni che chiedevano la ricompensa che gli era dovuta per aver accettato laloro offerta col peccato. Il pagamento ero io stessa: Chi Io! I peccati hanno le loro conse-guenze. In quel momento ho cominciato a vedere che dalle pareti della sala operatoria (doveio ero) uscivano moltissime persone. Apparentemente sembravano persone comuni, maavevano uno sguardo pieno di odio, pauroso, diabolico, che mi faceva tremare. Prendevocoscienza che erano demoni. Era come se avessi ricevuto una sapienza speciale; comprendevoche a ciascuno di loro dovevo qualcosa, il peccato non era stato gratuito e la mia più grandeinfamia e menzogna è stata quella di aver detto che il demonio non esiste. Far credere chenon esiste, ecco il più grande stratagemma che permette al demonio di lavorare senza esseredisturbato! Adesso scopro con terrore che egli non solo esiste, ma, mi circonda, viene aprendermi. Immaginate che spavento! Che terrore! La mia mente scientifica e intellettualenon mi serviva per niente, adesso… (p. 8). Per questo prezzo di sangue innocente, molti,moltissimi demoni lasciano l’Inferno, e sono liberi in mezzo a noi! E noi pecchiamo, anchesenza saperlo! La nostra vita, poco a poco, si trasforma in un Inferno, con ogni tipo di pro-blema, di malattia, di mali che ci affliggono, che non è altro se non pura e semplice azionedel demonio. Ma siano stati noi che gli abbiamo aperto le porte; con i nostri peccati gli ab-biamo permesso di circolare liberamente nella nostra vita. Non è solo con l’aborto che pec-chiamo! Ma l’aborto è uno dei peccati più gravi! Ero i preda a un grande terrore, ma quandostavo per entrare in quel buco, San Michele Arcangelo mi ha trattenuta, afferrandomi ipiedi. Il mio corpo era già entrato dentro, ma i piedi erano rimasti fuori, trattenuti da sopra.È stato un momento tremendo, molto doloroso. Avevo ancora un piccolo barlume di luce,e questo incomodava i demoni, che si lanciarono contro di me, come sanguisughe. Eranodegli esseri orribili. Potete immaginare, che orrore, nel vedermi coperta da quelle orribilicreature. Io continuavo a gridare come una pazza! Quelle creature bruciavano. Erano tenebrevive, odio bruciante, che divora! Non ho parole per poterle descrivere… però anche queidemoni terribili si prostravano là, semplicemente per aver sentito la Voce del Signore. Anchesatana, con tutto il suo orgoglio, al suono di quella Voce, è caduto in ginocchio!Era impres-sionante vedere che, quando il Signore passava, tutte le creature, e perfino quei spaventosidemoni, si prostravano fino a terra, in adorazione. E la Santissima Vergine Maria, anche Leiho visto profondamente prostrata ai piedi del Signore, a pregare per me (…). E dopo, ab-biamo anche la faccia tosta di dare la colpa a Dio, per tante miserie, tante disgrazie, tantemalattie, tante sofferenze! Dio, invece, nella Sua bontà infinita, ancora ci offre il Sacramentodella Confessione; ci offre la possibilità di pentirci e di purificarci dai nostri peccati. NellaConfessione si rompono i lacci che ci tengono legati a satana e alla sua influenza malefica.Così possiamo lavare la nostra anima….Voglio sottolineare il fatto che la scienza, sulla base di questa testimonianza, non riuscirà mai

a scoprire come avviene tutto questo meccanismo, nè potrà mai capirlo. Dio non ci permetteràmai di compiere attraverso la scienza ulteriori scempi, già ne facciamo tanti. Vedi bomba atomica,inquinamento, buco dell’ozono e, conseguente, scioglimento dei ghiacciai ecc. ecc. [Tratto da:Testimonianza di Gloria Polo, chiesa di Caracas (Venezuela) del 05/05/2005, traduzione dallo spa-gnolo in italiano di padre Leone Orlando, pp. 8-9, 11, 32-37]

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F) Paradiso, Purgatorio, Inferno: Un giudizio centrato, sulla nostra destinazione finalecui andremo incontro dopo la nostra morte corporale, è stato da noi estrapolato [rilevandoloda alcune dichiarazioni fatte da alcuni defunti che hanno parlato con Natuzza, queste testi-monianze sono state raccolte dal Dr. Nicola Valente (1906-1974) ed estratte da un suo libro(v.:Natuzza, la radio dell’altro mondo a Paravati, F.lli Palombi, Roma, 1950; vedasi inoltre, V.Marinelli, Natuzza di Paravati, Serva del Signore, Vol. I°, pp. 44, 65-68, 235)]: “O voi cheascoltate – dicono le Anime del Paradiso – sappiate che questa è una cosa che permette Iddio,la ragazza (si riferisce a Natuzza) non è che uno strumento cieco, voi vi trovate di fronte allaradio dell’altro mondo, ascoltateci: sappiate che vi è l’Inferno, il Purgatorio, il Paradiso, chebasta un solo peccato mortale commesso in mala fede e non confessato in mala fede, o con-fessato senza sincero pentimento, per precipitare nel fuoco dell’Inferno, e che per commettereun peccato non è necessaria l’azione ma è sufficiente l’intenzione. Chiedete perdono a Dio consincero pentimento dei vostri peccati mortali commessi in mala fede, altrimenti la Giustizianon vi potrà mai perdonare; ma chi chiede a Dio perdono viene preservato soltanto dal fuocoeterno, come chi li ha commessi in buona fede, poiché la colpa deve essere espiata, quandonon è sufficiente l’espiazione in codesto mondo, in Purgatorio con pene diverse. Gesù, nel giu-dicare uno spirito, eccezion fatta per quelli gravi, non infligge una pena per ogni peccato, mali considera insieme e dà un giudizio complessivo, infliggendo una o varie pene. La durata diogni pena varia a seconda dell’entità del peccato, a seconda della penitenza fatta, del benefatto e delle indulgenze guadagnate, che sono da Dio concesse in relazione ai propri meriti, epertanto l’indulgenza plenaria viene concessa per intero soltanto a chi ha raggiunto la perfe-zione. Chi nega l’esistenza di Dio e non si ravvede chiedendoGli perdono con sincero penti-mento, va all’Inferno, in quanto nessun ateo può essere tale in buona fede, essendo Dio in noi.Chi professa false religioni, purché chieda perdono con sincero pentimento dei peccati mortalicommessi dopo l’espiazione delle pene relative ai suoi peccati, va in un luogo che non è ilLimbo, (perché al Limbo vanno solamente i bambini non battezzati) dove soffre soltanto perla mancanza della Visione Beatifica di Dio, e vi rimane fino al giorno del Giudizio Universale,giorno in cui, ricevendo nel grado meritato la Grazia Santificante, che Gesù ha restituito allaumanità col suo Olocausto, sarà assunto dalla pienezza della grazia in Paradiso. Chi ha dubbisulla Fede dubita della sua salvezza durante le pene, non sapendo cioè se si trova in Purgatorioo nell’Inferno e non riceve alcun sollievo. Chi non fa elemosine, potendole fare, non ricevenè suffragi nè indulgenze, i quali vengono da Dio dati alle Anime più bisognose, nè il confortodi Gesù; e chi, pur facendole, non le adegua alla propria ricchezza, riceve suffragi, indulgenzee il conforto di Gesù in proporzione al bene fatto. Aiutate i vostri trapassati con Comunioni,con digiuni, con astinenze e col tralasciare pasti, con elemosine, con preghiere, con Messe ce-lebrate e ascoltate. La carità che avrete per i trapassati, oltre a procurare loro i suddetti suffragi,procurerà a voi del bene nei bisogni materiali e nei bisogni spirituali presenti e soprattutto inquelli dell’altra vita, bene che è relativo ai vostri meriti, all’entità della carità usata e alle pre-ghiere che i trapassati, ricambiando la vostra carità, faranno per voi, non potendo pregare perloro stessi. Potete applicare a loro le indulgenze, che diminuiscono il tempo della pena, facendoanticipare l’assunzione in Paradiso, e la diminuzione è relativa ai meriti vostri e dello spiritoche le riceve. Offrite anche a noi ciò che offrite alle anime del Purgatorio, perché, pur nonavendone bisogno, l’offriamo a Gesù, il Quale lo dà alle anime più bisognose. La carità cheha maggior valore è la Comunione, e sebbene consenta alle anime del Purgatorio mezz’ora di

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sollievo, il suo maggior valore lo guadagna lo spirito che si comunica. A questa carità seguonoper importanza il digiuno e l’elemosina. Pensate di essere fedeli, buoni, umili e caritatevoli.Dio vi dà la ricchezza perché sappiate amministrarla, l’intelligenza per servirLo. Com’è belloil Paradiso! Com’è bello Gesù, le sue Bellezze, oh che delizia, oh che delizia! Ma è bello da Sal-vatore, non da Giudice, da Giudice è terribile!… Beato chi sa soffrire in codesto mondo, per-ché godrà per l’eternità. O mamme e padri di famiglia, pensate all’educazione dei vostri figli,educateli alla religione, altrimenti sarete responsabili delle loro colpe. Non vi private di figliperché è un peccato grave, potendo venire alla luce delle anime sante. Battezzateli anche inacqua, se non fate in tempo, perché i bambini non battezzati vanno al Limbo – luogo dove sisoffre solamente per la mancanza della Visione Beatifica di Dio – non avendo avuto la GraziaSantificante, che viene donata col Battesimo, e vi rimarranno fino al giorno del Giudizio Uni-versale, giorno in cui, ricevendoLa, saranno assunti in Paradiso. Non essendo però la colpa di-pesa dalla loro volontà, dopo il Giudizio Universale, la Giustizia compenserà la sofferenza cheha fatto loro acquistare dei meriti relativamente alla sua durata. Sappiate che in codesto mondosiete in Licenza e che qui è l’eternità; chiedete perdono a Dio con sincero pentimento deivostri peccati mortali, commessi in mala fede, altrimenti andrete all’Inferno, ma chiedete per-dono pure di quelli commessi in buona fede e di quelli veniali. Perché non fate il precetto? Per-ché non volete forse dare soddisfazione ai Sacerdoti? In quel momento essi rappresentanoGesù Cristo e non vi deve interessare se siano difettosi. Andate a Messa, santificate le feste,osservate tutta la legge di Dio, mettetevi sulla retta via. Gesù è triste, molto triste, perché nelmondo vi sono molti peccati. Pregate, pregate, altrimenti i mali del mondo, che sono causatidai peccati non saranno mai attenuati. Le anime dell’Inferno dicono: “O se potessimo…, vor-remmo sopportare qualunque sofferenza, pur di salvarci. Siamo precipitate in questo fuocoeterno perché abbiamo negato l’esistenza di Dio, altre perché non Gli abbiamo chiesto per-dono delle nostre colpe. Sono nel fuoco eterno per testimonianza falsa e per calunnia; se mifossi confessata, Gesù mi avrebbe perdonato”.Per quanto riguarda l’Inferno vi è, anche, la testimonianza di Santa Faustina Kowalska la

quale viene guidata da un Angelo attraverso l’Inferno il 20/10/1936. Ecco quello che ella scrivenel suo diario [v.: Preghiere, op. cit. pp. 5-8]: “Oggi, guidata da un Angelo, sono stata negliabissi infernali. È un luogo di grandi torture e lo spazio che occupa è vastissimo! Di tutti i tor-menti, il maggiore sta nella perdita di Dio. Sarei morta contemplando queste torture, se nonmi avesse sostenuta l’onnipotenza di Dio. Sappia il peccatore che il senso con il quale peccalo torturerà per tutta l’eternità. Ne scrivo per ordine di Dio, affinché nessuna anima si scusidicendo non vi è Inferno, che nessuno vi è stato e che non può sapere come vi si stia. Io, suorFaustina, per ordine di Dio, sono stata negli abissi infernali per testimoniare che l’Inferno esi-ste. Adesso non posso parlare; ma ho l’ordine di lasciare tali cose per iscritto…Ho notato chenell’Inferno si trovano in maggior numero le anime di coloro che non credevano alla sua esi-stenza… Ora prego con ardore ancora maggiore per la conversione dei peccatori”. Gesù par-lando dei tempi che precederanno la fine del mondo dice: “Sorgeranno molti falsi profeti esedurranno molti. E per il moltiplicarsi dell’iniquità, in molti si raffredderà la carità [v.: Mt.24,11-12]. Quei giorni saranno di una tribolazione tale, quale non è mai stata dal principiodi tutte le creature che Dio ha creato, fino a ora, nè più ci sarà; e se il Signore non abbreviassequei giorni, nessuno si salverebbe; ma egli ha abbreviato quei giorni in grazia degli eletti cheha scelto [v.: Mc. 13,19-20]”. Inoltre intorno al Paradiso, Purgatorio e Inferno, su di alcuni

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testi che parlano delle numerosissime esperienze di Natuzza, ella ci fa sapere che: “Il Purgatorionon è un posto particolare, ma uno stato interiore dell’Anima, la quale fa penitenza negli stessiluoghi terreni dove ha vissuto e ha peccato, dunque anche nella stessa casa abitata durante lavita. Talvolta, le Anime fanno Purgatorio anche dentro la Chiesa, quando è stata superata lafase di maggior espiazione. Le sofferenze del Purgatorio possono essere molto acute (benchéesse siano alleviate dal conforto dell’Angelo custode, che rimane presso l’Anima fino al suo in-gresso in Paradiso. Natuzza, tra le molte Anime, incontra anche Dante Alighieri il quale le ri-vela di aver scontato 300 anni di Purgatorio prima di aver avuto il premio del Paradiso, perchéha sì composto, sotto ispirazione Divina, la sua Commedia, ma ha dato ascolto alle proprie sim-patie e antipatie personali nell’assegnare i posti e le pene. I 300 anni di Purgatorio sono statitrascorsi da Dante, però, nel Prato Verde”.Quando un’Anima pia muore in grazia di Dio, sono poche, però, le Anime che passano

direttamente in Paradiso. L’Anima prima di accedere al Paradiso sosta nel cosiddetto PratoVerde e poi nel Prato Bianco, luoghi di preghiera, che sono vere e proprie anticamere del Pa-radiso, secondo quanto dicono le Anime aNatuzza. È un luogo di preghiera dove non vi è sof-ferenza alcuna. I defunti vi sostano dopo aver scontato le pene del Purgatorio, e prima dientrare in Paradiso. Nel Prato Verde si sconta, però, il desiderio di Dio, il quale non è ancoraappagato. Questa esperienza del Prato Verde non esiste nelle Sacre Scritture, ma è noto che nontutto è rivelato nelle predette S. S. e alcuni dettagli ci sono noti solo per mezzo delle visionidei Santi. San Tommaso afferma che nei problemi di fede, per ciò che non è definito nellaSacra Scrittura o da Santa Romana Chiesa o dai suoi Concili, occorre attenersi a quello che Diomanifesta attraverso i Santi nel corso dei secoli cristiani.

G) Gesù Misericordioso: Ricordo che Nicetino spesse volte mi sussurrava che Gesù Cristoè cosìMisericordioso che ha stabilito che chiunque lo vuole può compiere una specie di Indul-genza plenaria, ossia cancellare totalmente i propri peccati tornando così in piena grazia di Dio.Queste sono le testuali parole che Gesù riferì a suor Faustina Kowalska il 22 febbraio 1931,apparendogli nel monastero di Plock in Polonia affidandogli, appunto, il culto della DivinaMisericordia come Ella ci riferisce: “La sera mi trovavo nella mia cella e vidi il Signore vestitodi candida veste. Aveva una mano alzata in atto di benedire; con l’altra toccava la tunica biancasul petto. Dal costato, per l’apertura della tunica, uscivano due grandi raggi l’uno rosso el’altro bianco. Dopo un istante Gesù mi disse ‘dipingi un quadro secondo il modello che vedie scrivi sotto Gesù io confido in Te. Desidero che questa immagine sia venerata nella vostracappella e poi in tutto il mondo. I raggi sull’immagine rappresentano il sangue e l’acqua chesgorgano dall’intimo della Mia Misericordia sulla Croce quando il mio Cuore fu aperto dallalancia. Il raggio bianco rappresenta l’acqua che giustifica le anime; quello rosso il sangue cheè la vita delle anime’”. In una successiva apparizione Gesù chiede a Santa Faustina di istituirela festa della Divina Misericordia: “Desidero che la prima domenica dopo Pasqua sia la festadella Mia Misericordia. Figlia mia, parla a tutto il mondo della Mia incommensurabile Mi-sericordia. L’anima che in quel giorno si sarà confessata e comunicata otterrà la piena remis-sione di colpe e castighi. Desidero che questa festa venga celebrata solennemente in tutta laChiesa”. Ogni anno, infatti, ciò è possibile: la 1a domenica dopo Pasqua e la prima domenicadi Luglio, facendo opera di contrizione pregando, facendosi la confessione presso una Parroc-chia o a un convento di francescani e comunicandosi nei giorni su descritti. Il 13 maggio

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2001 è una data che resterà incisa in modo indelebile nella nostra storia. Il popolo salentinoha vissuto uno dei momenti più belli della sua storia, storia ricca di fede, di cultura e di arte.Le reliquie di Santa Faustina Kowalska, apostola della Divina Misericordia, giungevano in vi-sita a Lecce nella Chiesa di Cristo Re. La stampa locale definiva l’evento come l’appuntamentoreligioso più importante dopo la visita del Santo Padre nel capoluogo salentino [v.: “Quoti-diano di Lecce” del 13/05/2001]. Questo a conferma, ancora una volta per i più duri di cuore,soprattutto per i laicisti, che la Chiesa, il Vangelo che ha più di 2.000 anni non ha mai snobbatole donne e Santa Faustina ne è una ulteriore conferma di attivismo ed emancipazione femminilevera verso l’amore per l’uomo (e non finto). Le Sacre Reliquie, sbarcate all’aeroporto di Brindisi,sabato 12/05/2001, alle ore 18:00 giungevano alla Chiesa di “Cristo Re” alle ore 19:30 accoltesul sagrato della Chiesa dalle autorità civili e religiose e da una fiumana di popolo festante. Lecelebrazioni liturgiche si svolgevano nel campo sportivo adiacente alla Rettoria su di un grandepalco sormontato da una tenda. Il giorno successivo S. E. Mons Cosmo Francesco Ruppi,Arcivescovo Metropolita e Presidente del C.E.P., durante la celebrazione liturgica trasmessa indiretta alle ore 8:00 da Radio Maria, ha marcato con parole forti l’importanza dell’evento: “Ilculto della Divina Misericordia, affermava il presule, costituisce la svolta epocale del Terzo Mil-lennio”. Ma un fatto eclatante ci ha fatto quasi sobbalzare dalla sedia quando continuando lericerche storico-religiose abbiamo scoperto che nel XVII secolo in area melendugnese e, so-prattutto, a Roccavecchia vi era un culto antichissimo risalente molto probabilmente al VI-VIII sec. d. C. e portato qui dai monaci greco-bizantini. Essi hanno portato il culto di Maria,sotto il nome della Theotokos (cioè: Madre di Dio), pur tuttavia dieci secoli dopo e, precisa-mente, nel XVII sec. a Roca risulta il culto a Maria, della Vergine della Misericordia. DalleSante Visite Pastorali fatte dai vescovi leccesi riusciamo, forse, a dare forma (anche se in mododel tutto parziale) a quella che è stata l’evoluzione storica di questo antico culto Mariano. Ildocumento più antico che siamo riusciti a rintracciare è quello risalente al XVII secolo, quandoSua Eccellenza Mons. Luigi Pappacoda, vescovo di Lecce, va a visitare la Chiesa di Roca Nuovae quella rupestre di Roca Vecchia la prima volta il 16/05/1641, all’indomani della festa che ipaesi dell’area roccana compiono a Roca vecchia. Ma quale santo o santa vanno a festeggiare?C’è lo dice la SS.VV.PP. Il 30/05/1656, per la seconda volta, il vescovo Pappagoda si reca per-sonalmente a Roca Nuova e presso la chiesa-cripta di Rocavecchia, per la prima volta, l’altoprelato nella relazione fa cenno alla tradizione di venerare Maria Santissima. Questo è il do-cumento: “Adest etiam quaedam criptris, in Roca veteri… in ea adest Altare in quo solet celebrariMissa, et deferuntur ornamenta sacra et lapis sacer a sacerdote celebrante. Adest ReverendissimaVirgo Misericordiae in muro depicta, quae frequentatur a populo, quae …erga eam gerunt, etpreaecipue adest concursus illius feria tertia festo Paschatis Resurrectionis, et singulis ferijs quintisseguentibus usque ad festum Pentecostes et adsunt indulgentiae plenariae in eodem tertia festo Pa-schatis ad septemnium vigore Brevis Apostolici a biennio expediti…”. Se il vescovo annota, dun-que, il particolare della tradizione di festeggiare la Vergine sotto il titolo della Misericordia diRocavecchia nell’antica cripta bizantina significa che già da diverso tempo il popolo di origineroccana che vive nei paesi circonvicini adottano questo rito religioso. Una quarantina di annidopo e precisamente nella SS.VV.PP. fatta dal vescovo Mons Michele Pignatelli il 10/11/1697nella relazione [v.: ACAL, S.V.P. del 30/05/1656, Fasc. 106/1, c. 1r-6v] si legge che, final-mente, sopra la cripta bizantina è stata costruita una Chiesa o Cappella. Questo è lo stralciodel documento: “Cappella Beatissimae Virginis de Misericordia in Roca veteri. Constructa de re-

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centi ex elemosynis fidelium, sita atque descripta in sua membra in praeteritis Visitationibus. Nul-lam habet dotem, nullumque onus. Celebratur tamen ibi multoties in anno ex devotione fideliumconcurrrentium; et festum Beatae Virginis celebratur in prima feria quinta post festum PaschatisResurrectionis. Mensa lapidea in suo Altariolo est competenter ornata… – Il Santuario della BeataVergine della Misericordia di Roca vecchia. Esso (Santuario) è stato costruito da pochi annicon le offerte dei fedeli, (il Santuario) è sito e descritto in tutta la sua struttura all’interno deiverbali della Santa Visita. (Esso) non ha alcuna dote e nessun peso. Tuttavia qui si celebra laS. Messa in pianta stabile per tutto l’anno attraverso il concorso di popolo che qui si reca; lafestività della Beata Vergine si celebra nelle cinque domeniche successive dopo la Pasqua di Re-surrezione. L’altare e la mensa edificato con la pietra è acconciamente dotato con tutte le sup-pellettili sacre che occorrono…”. Il culto, poi, nei secoli successivi viene trasformato dallaBeata Vergine della Misericordia in quello della Beata Vergine delle Grazie di Roccavecchia.Come si vede da queste due ultime SS.VV.PP., però, il culto, l’amore e la religiosità della po-polazione melendugnese per la Beata Vergine Maria e il Bambino Gesù di Rocavecchia sianima e s’infittisce sempre più, acquistando nel tempo uno sviluppo che riempie, fino ai nostrigiorni (e riempirà in futuro, ne siamo certi), tutte le pagine della storia della popolazione lo-cale. Ma come insegna il Vangelo e, soprattutto, il passo delle Nozze di Canaan la Madonnasi pone, da subito, in una posizione di subalternità rispetto al Figlio, Gesù Cristo, infatti la Ver-gine a Canaan dirà: “Fate quello che Egli vi dirà…”. Questo invito vale ancora oggi. Per cuiil culto di Gesù Misericordia in area melendugnese e leccese, attualmente, è rivolto a Lui e,solo a Gesù Cristo, per la salvezza delle nostre anime. Concludendo possiamo dire che la co-munione fatta nel giorno della Festa della Misericordia trasforma la persona umana in unostato di grazia speciale, identica alla grazia del Battesimo, ovvero, questa è una grazia più grandedell’Indulgenza Plenaria.

H) Il Cuore (Definizione di preghiera): La preghiera è colloquiare con Dio, amandolo. Ilnostro maestro Nicetino ci diceva che la preghiera è un incontro d’amore e di desiderio reci-proco tra noi e Lui. Bisogna pregare, quindi, con il cuore (a tu per Tu) e non solo con lelabbra. Anche stare in silenzio davanti al tabernacolo e contemplare (io ti guardo e Tu miguardi) il Signore vivo e reale nel Santissimo Sacramento è pregare. “Voglio unicamente ilcanto del tuo cuore, non ho bisogno nè della tua scienza, nè del tuo talento”. Tutto quello chedomandate nella preghiera, abbiate fede di averlo già ottenuto… (Mc. 11, 22-25; Mt. 6, 8).Il fatto, poi, che sia ascoltata la preghiera dipende non dalla quantità ma dal fervore della no-stra anima. Nulla vale quanto la preghiera: essa rende possibile ciò che è impossibile (vedi: M.Valtorta, Il poema dell’uomo-Dio, vol. 8, p. 360). Lo Spirito Santo, maestro e guida, susciti innoi l’ispirazione, insegnandoci a pregare, a colloquiare con Dio. È lo Spirito Santo, sempre Lui,ad arricchire di parole la nostra voce. È lo Spirito Santo a suscitare nell’anima (come e quandovuole) la lode, l’invocazione, il ringraziamento.

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BIOGRAFIA

Giovanni Cisternino, nato a Melendugno nel 1956, ha pubblicato a oggi una ventina dilibri, circa, e diversi articoli, di varia natura, apparsi su diverse testate giornalistiche. I suoi la-vori librari spaziano dalla ricerca storica, alla poesia, alla letteratura e al teatro. Ha vissuto traLecce, Como eTaranto. Attualmente vive e opera a Melendugno. Ha lavorato come impiegatopresso il Comune di Melendugno; sergente furiere su Nave Duilio di stanza a Taranto; inse-gnante elementare presso la scuola statale, attualmente è operatore presso la Corte di Appellodi Lecce.

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