Uomo di fede operosa Educatore Costruttore di...

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Uomo di fede operosa Educatore Costruttore di libertà In memoria di

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Uomo di fede operosa

Educatore

Costruttore di libertà

In memoria di

Biografia

1919, 6 novembre Franco Mapelli nasce a Barzanò (Lecco).

1943, 29 maggio Don Franco è ordinato Sacerdote.

1943, 24 giugno (Corpus Domini)Don Franco è il nuovo coadiutore della Parrocchia di Melzo e assistente dell’Oratorio maschile.

1963, 15 settembre Don Franco è nominato Prevosto della Parrocchia S. Antonio Zaccaria a Milano e lascia Melzo.

1990Don Franco lascia la parrocchia milanese per gravi problemi di salute e si trasferisce a Monticello.

1997, 29 ottobreDon Franco muore nell’abbraccio dei suoi cari.

9-10 luglio Truppe inglesi e statunitensisbarcano in Sicilia e a metà agostol’isola è sotto il controllo alleato.

25 luglioCaduta del Fascismo.Il Gran Consiglio, con il re VittorioEmanuele III, destituisce BenitoMussolini, incaricando ilMaresciallo Pietro Badoglio diformare un nuovo governo.

8 settembreIl governo Badoglio si arrende agli Alleati. I tedeschi assumono immediatamente il controllo di Roma e dell’Italia settentrionale.Inizia la Resistenza armata.

12 settembreUn commando libera Mussolini elo trasferisce in Germania.

18 settembrePer mandato di Hitler Mussolinifonda a Salò, sul lago di Garda, laRepubblica Sociale Italiana.

13 ottobreIl governo Badoglio dichiara guerraalla Germania.

29 maggio Don Franco è ordinato Sacerdote aMilano.

24 giugno (Corpus Domini)Don Franco è il nuovo coadiutore eAssistente dell’Oratorio Maschileche è venuto a sostituire don CarloRizzi, parroco eletto di Cavaione.Fu qui al Corpus Domini a celebraresolennemente e prendere contattocon il Clero e i giovani dell’Oratorio.Dai primi atti sembra vada bene perla gioventù. Che Iddio l’assista adessere buona guida a tanti giovani.

(dal Chronicon della Parrocchia di Melzo)

Prevosto di Melzo è MonsignorGiuseppe Orsenigo.

Fonte scritta principale è il Chronicondella Parrocchia di Melzo

Bombardamenti!!!Qualche bombardamento eraavvenuto su Milano nel 1940-41-42ma di poca entità. Era di quest’annoche doveva essere distrutta Milano.Il 14 febbraio fu il preannuncio diciò che era un vero bombardamentoaereo. Ma nella fine di luglio enell’agosto avvenne la strage diMilano, specialmente al centro.Anche l’Arcivescovado soffrì ilmassimo dei disastri.Tante chiese e istituti religiosifurono distrutti o danneggiatigravemente.

Ecco il frutto di una guerra nonvoluta dal popolo ma solo da unuomo detto “Duce” Benito Mussolini,che per 20 e più anni aveva governatol’Italia in modo assoluto, privandotutti della libertà, così che si dovevaparlare di nascosto di quantoaccadeva per non essereimprigionato, regime che cadde il

25 luglioad opera del Re e del marescialloBadoglio che assunse il governo.Non si può spiegare il giubilo delpopolo per la scomparsa di questoregime tirannico.E Melzo che faceva durante ibombardamenti? Grande spavento ditutti sugli ultimi bombardamenti diagosto era un fuggi fuggi per lacampagna.

(dal Chronicon)

Dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943

e la dissoluzione dell’esercito italiano,

anche nei principali Comuni della

Martesana cominciarono a formarsi i

primi nuclei della Resistenza armata:

militari sbandati che fortunosamente

erano riusciti a tornare a casa, ai quali

si aggiunsero via via gli antifascisti

locali (operai, studenti, professionisti).

Le riunioni clandestine si tenevano

presso cascinotti, cascine, cortili e

osterie.

(G. Perego,

La Resistenza armata in Martesana)

L’8 Settembre fu firmato l’Armistizio conle Nazioni Alleate. Se ci fu un momentodi gioia, fu subito frenata dallasituazione peggiorata per la presenzadel Secolare nemico in casa. Cheavverrà? Dobbiamo dire: Domine, salvanos perimus. […]Fine del 1943 sempre nella speranzadella liberazione che al contrario si fecesempre più incerta. Squadre di BrigateNere e della “Muti” facevano paura allapopolazione, perché avevano reclutato ipiù facinorosi del paese e d’altri luoghi.Il tedesco imperava e la paura era alcolmo.Con più intensità i buoni si riunivano inpreghiera finché il Signore cessasse ilsuo castigo.

(dal Chronicon)

Altra fonte scrittasulla resistenza nella zona melzese e liscatese

13 novembre“Proclama Alexander”: discorso via radio delcomandante delle truppe alleate, H.Alexander, agli aderenti della resistenzaarmata nel Nord Italia. Si richiede lacessazione di ogni operazione militare.

gennaioA Milano si costituisce il C.L.N.A.I(Comitato Liberazione Nazionale Alta Italia)con funzioni e poteri di governostraordinario del Nord. Il generale RaffaeleCadorna assume il Comando Supremo delCorpo Volontari Libertà.

18 aprile“Bando Mussolini Graziani”: chiamata allearmi dei giovani di leva, promessafranchigia per i disertori che si presentano,pena di morte per tutti i renitenti.

[…] Grande paura da parte di tanti giovani chevenivano chiamati alle armi nelle milizie che siandavano formando da parte del Duce, o meglio dialcuni suoi satelliti. A dire il vero pochi furono isoldati che si presentarono. […] Incomincia inquesto tempo o meglio peggiora, la vendetta privatada parte di cittadini Italiani contro altri Italiani.I partigiani e gli asserviti agli stranieri.A Melzo fatti proprio brutti e criminali o fatti disangue non sono avvenuti.

(dal Chronicon)

4 giugnoLe truppe alleate liberano Roma. Papa PioXII è acclamato dai romani “defensor Urbis”.

agostoLe forza tedesche si posizionano sulladorsale appenninica, fra Pesaro e MassaCarrara, sulla cosiddetta “Linea Gotica”.

7 dicembreIl Comando Supremo Alleato e il RegioGoverno di Roma danno al C.L.N.A.I. ipoteri nel Nord Italia.

Diventa cappellano della 105a

Brigata Garibaldi “Adda”, cheassiste dal punto di vistareligioso e umano fino al 1945.

La sua casa è il riferimento diricercati politici e razziali, comepure di renitenti alla levarepubblichina (è il caso diFranco Bergamaschi e GiulioSarruggerio) e aiuta numerosiebrei a fuggire in Svizzera.

Organizza, insieme al ProfessorGiuseppe Bergamaschi, unamini-scuola in assenza di quellavera, che resta chiusa dal 1943.

Viene arrestato due volte daifascisti della Brigata Muti, mamai imprigionato perché leaccuse contro di lui nonvengono provate.

Salva dalla fucilazione unaventina di partigiani che ifascisti della Brigata Mutiavevano già condotto davantial plotone di esecuzione: siarriva infatti alla sospensionegrazie alla sua abile opera dimediazione con il ComandoTedesco.

Intanto a Melzo nel 1944…novembreIl Prevosto Mons. Giuseppe Orsenigo siammala seriamente. Nonostante la ripresadelle attività, il Prevosto inizia un lungocalvario che lo porterà alla morte, avvenutail 24 ottobre 1948 (lo sostituirà don AngeloBanfi).

Salute di Mons. PrevostoNel Novembre di quest’anno Mons. Prevostosi ammala di broncopolmonite che mette inserio pericolo la sua salute. Curato conintelligenza dal Dott. Nascimbene .La forte fibra del Prevosto à superato anchequesta triste malattia che si era poi ridotta alpiede producendo tanto dolore. Dal letto deisuoi dolori egli dirigeva la parrocchia.Verso Marzo poteva riprendere lacelebrazione della S. Messa e dopo alcuntempo anche le rimanenti funzioni dellaParrocchia.

(Dal Chronicon)

Mons. Angelo Banfi e Don Franco Mapelli

Per tutta la vita Don Franco tienenel suo studio la fotografia diMons. Orsenigo, per il quale hasempre una profonda stima.Don Franco è un uomo che anticipai tempi, soprattutto dal punto divista pastorale, mentre Mons.Orsenigo è un santo sacerdote,molto prudente.I due non la pensano allo stessomodo sul campeggio estivo per igiovani, ma don Franco ha unaproposta educativa forte econvincente: alla fine la novitàprevale sulla forma collaudata e laprudenza.

27 gennaioI soldati dell’Armata Rossa entrano nelcampo di sterminio di Auschwitz. 7marzoLe truppe americane attraversano il Reno. 6 aprileOffensiva di primavera per sfondare la lineagotica. 13 aprileLe truppe sovietiche liberano Vienna. 16 aprileL’Armata Rossa circonda Berlino. 21 aprileGli Alleati superano definitivamente la LineaGotica. 23-25 aprileInsurrezioni partigiane in Italiasettentrionale e liberazione di Genova,Milano e Torino. 23 aprileGli Alleati attraversano il Po.

28 aprileFucilazione di Mussolini.30 aprileAdolf Hitler si suicida nel bunker sotto laCancelleria a Berlino. 2 maggioLa resa tedesca in Italia è operativa. 7 maggioFine della guerra in Europa. 1° luglioIl territorio tedesco è diviso in quattro zoned’occupazione, assegnate a USA, GranBretagna, URSS e Francia. 6 e 9 agostoBombe atomiche americane su Hiroshima eNagasaki. 15 agostoResa del Giappone. 2 settembreIl governo giapponese firma la propriacapitolazione sulla corazzata Missouri.Finisce la Seconda Guerra Mondiale.

Bombardamento GalbaniIl 20 gennaio alle ore 14 una squadriglia diaeroplani nemici si portava sulla stazione diMelzo e bombardava la linea ferroviaria econ essa colpiva anche gli uffici della S. A.Galbani, atterrando completamente ilpalazzo e seppellendo 16 persone addette aiservizi.Fortuna volle che essendo sabato gli ufficifossero deserti.I poveri sepolti, eccetto uno, furono tuttiestratti morti. Una vera desolazione!... Silavorò alla estrazione dei cadaveri fino alleore 10 di notte, e poi si riprese alle ore 6 delmattino.L’ultimo estratto fu verso le ore 16.S.E. il Cardinale fece una sua visita. Dopod’aver visitato Mons. Prevosto, ancorasofferente, si portò sul luogo della sciagura econfortò alcuni dirigenti presenti. Quindi siportò all’ospedale e in mezzo ai poveri mortirecitò le preci dei defunti.

I funerali furono celebrati il martedì, 23gennaio, alla chiesa dell’ospedale tra ilcommosso rimpianto di tutti. Fu presenteanche Mons. Prevosto, che pure ancorasofferente, volle essere presente tra i suoifigli provati dalla disgrazia.

Altra disgrazia di guerraA marzo un camion con rimorchio carico digrano che da Mantova andava a Milanoribaltò nel fosso tra le 4 vie e la CascinaColombina sulla strada per Pioltello. Sulcamion sotto un copertone v’erano dellepersone, uomini e donne, che si portavano aMilano, tanti per compiere borsa nera. Ben 13furono i morti tra donne e uomini.La maggior parte erano di Mantova eprovincia. C’erano tra essi anche deipartigiani.

(dal Chronicon)

Melzo

Bombardamentodella Galbani(per gentile concessione di Fiorenza Mauri)

Attività clandestinaOrmai si vedeva chiarissimo che il nemico si avviava verso i suoipaesi. Sempre più tristi notizie si potevano avere riguardo altedesco.Intanto si preparava il momento della liberazione della nostra terra.Già una riunione del Partito della Democrazia Cristiana si eratenuta in casa di Mons. Prevosto nel mese di Settembre 1943. Sicontinuò specie tra i soci di Azione Cattolica.Nel Gennaio si iniziò la collaborazione con i Comunisti in casa diDon Angelo Banfi. Si presero accordi perché tutto si svolgesse nelmiglior dei modi. Come condizione Don Angelo mise che nessunodoveva essere ucciso ma deferito alle autorità competenti.

(Dal Chronicon)

Don Franco partecipa attivamente a queste riunioni in Casa Parrocchiale

Finalmente venne il giorno 25 Aprile.A sera, saputo che Milano era insorta, i componenti del costituitoComitato Nazionale Liberazione si recarono prima dal PodestàCremonesi Nino (a onor del vero si deve riconoscere che il dettoPodestà si comportò bene durante questo triste periodo. Nullaavvenne di male e tutto lo si deve a lui), che diede le dimissioni, equindi alla sede della Muti ed anche qui il Capitano Inghileri sirassegnò a scomparire, mentre durante la giornata erano già sparititutti i componenti la “Muti”. Così pure sono fuggiti coloro chefungevano da Carabinieri chiamati della “Rèsega”.Nei giorni seguenti furono fermate parecchie colonne di tedeschi efascisti che cercavano di andare verso il confine.

(Dal Chronicon)

Un luttuoso fatto avvenne il giorno 26. Dopo ½ giorno mentre nelDopolavoro della S. A. Galbani vi erano riuniti parecchi partigiani acolazione, una colonna di tedeschi e di fascisti, non si sa per qualemotivo, spararono dentro al locale, uccidendo due donne e ferendo 5partigiani.Per mezzo dell’intervento dei Sacerdoti Don Angelo Banfi e MapelliFrancesco, coadiutore del paese, furono condotti fino alle 4 vie.Avvennero altre rese di tedeschi sempre per mezzo dei sacerdotilocali e del Cappellano militare, che risiedette a Melzo per più di 1anno, Don Vinai.Giorni di entusiasmo, ma anche di grande confusione; la libertàacquistata non si seppe adoperare bene, però malgrado tutto le coseandarono bene. Il buon senso prevalse al furore di alcuni scalmanatiche avrebbero voluto compiere vendette private.Si costituì poi una giunta Comunale con a capo il nuovo SindacoGiuseppe Costa che non apparteneva a nessun partito.

(Dal Chronicon)

Secondo Giovanni Pesce, in Quandocessarono gli spari, p. 103:“Il 26 aprile una colonna tedescaproveniente da Paullo arriva alle ore 11-12all’inizio del paese di Melzo, vieneaffrontata dai partigiani della 105.maBrigata, distaccamento di Melzo,comandato da Mauro Zanutel assieme aUgo Bignato, Carlo Panigada, AngeloBertolli, Romeo Codazzi. Malgrado glisforzi dei partigiani la colonna entra nelcentro del paese e si attesta sullacirconvallazione. Durante lo scontrocadono due partigiani, Maria Cornali edEmilia Moretti, operaie della Galbani.Altri partigiani rimangono feriti tra cuidue gravi, Davide Conti e Paolo Busca.A un certo momento interviene donFranco Mapelli assieme ai membri delCLN per stabilire una tregua. I tedeschisi ritirano verso Gorgonzola”.

Secondo il Chronicon:“Un luttuoso fatto avvenne il giorno 26.Dopo ½ giorno mentre nel Dopolavorodella S. A. Galbani vi erano riunitiparecchi partigiani a colazione, unacolonna di tedeschi e di fascisti, non sisa per quale motivo, spararono dentroal locale, uccidendo due donne eferendo 5 partigiani.Per mezzo dell’intervento dei SacerdotiDon Angelo Banfi e Mapelli Francesco,coadiutore del paese, furono condottifino alle 4 vie”.

Dal Chronicon liscatese si viene aconoscenza che il 30 aprile entra inLiscate una colonna composta daseicentocinquanta tedeschi delle SS conmitragliatrici, cannoncini, mortai.I tedeschi intendono fermarsi in paeseper organizzare la loro difesa e per poiproseguire la fuga e sono decisi adistruggere il paese alla minimaprovocazione partigiana e per questopiazzano i loro cannoni.Da Melzo arriva una commissione dicomandanti partigiani, tra loro anche ilcoadiutore Don Franco Mapelli. Letrattative, condotte insieme al parroco diLiscate Don Enrico Cazzaniga, sonolunghe, laboriose ed estenuanti.I tedeschi nel pomeriggio decidono diarrendersi: il paese è salvo.

Si raccolsero indumenti e generi alimentariche si portavano fin lassù per dare i primiconforti fino a quando la CommissionePontificia d’Assistenza vi organizzò unacucina per tutti. Si fecero parecchi viaggiconducendo a casa tanti poveri fratellidistrutti dalle fatiche.Furono parecchi anche quelli di Melzo e paesicirconvicini.

Mensa pro ReduciPer i poveri reduci rientrati dalla prigionia,denutriti, ammalati l’Ufficio Charitas istituìuna mensa presso l’Oratorio femminile chefunzionò per parecchi mesi (4). Mattina esera più di 20 ex reduci erano nutriti conl’aiuto delle Società che davano il necessario.In questa opera di carità si distinse tanto ilSignor Rag. Bellinzona che sempre fupresente a fare il cameriere.

(Dal Chronicon)

Don Franco si attiva per riportare a casa ideportati nei campi tedeschi, che venivanolasciati dagli Alleati al confine del Brennerosenza mezzi di trasporto.Organizza, insieme al dottor AngeloInvernizzi ed altri giovani, molti viaggi con icamion, messi a disposizione dagliimprenditori della zona e, poi, fa in modoche, al rientro a casa, i reduci abbianoadeguato cibo, vestiario e calore .

Assistenza ai ReduciUn grave problema si delineava e cioè i poverigiovani che trasportati in Germania ai lavoriforzati ed in campi di concentramento, eranolasciati liberi dopo la liberazione da parte deglieserciti alleati (americani e inglesi).Alcuni di questi giovani erano ritornati a piedie con mezzi di fortuna. Su esempio di S. E. ilCardinale Arcivescovo, anche la nostraParrocchia con l’aiuto degli industriali di Melzoe con automezzi requisiti ai Tedeschi si feceroparecchi viaggi al Brennero per prelevare isoldati e internati civili che vi affluivano.

Una delle opere fondamentalirealizzate a Melzo da Don Franco èla costruzione del nuovo Oratorio.Gli ammodernamenti da luiapportati alla vecchia struttura neiprimi anni non sono sufficienti;occorrono aule e sale nuove. Pianpiano Don Franco realizza ilprogetto su un vasto terreno diproprietà della Parrocchia.Terminato il nuovo Oratorio con labenedizione del Cardinal Schuster,si appresta a costruire il salonecinematografico, poi il campo dicalcio e da tennis.Da qui prenderà avvio laPolisportiva di Melzo.

L’Oratorio è piccolo… si andava dicendoda un po’ di tempo.E finalmente Mons. Prevosto, sfidandola sua età, diede il via.È il terzo Oratorio Maschile che sicostruisce in Melzo.Nel Settembre si inizia la costruzionedella cinta ad un appezzamento diterreno del Beneficio Parrocchiale.Sono circa 18 pertiche. Il progetto ègrandioso. Ingegnere è il dott. MarioLocatelli di Milano.L’Assistente dell’Oratorio DonFrancesco Mapelli ne è l’animatore.Vengono le prime offerte e speriamonella provvidenza Divina.L’opera richiederà tanti anni, maessendo necessaria si riuscirà.

(Dal Chronicon)

Don Franco rifiuta il

«Brevetto Alexander» («Patriot Certificate»)

“per non diventare una

sciarpa del littorio” (sic!)(Fascicolo personale -

Archivio storico della Diocesi di Milano)

Il Brevetto Alexander, è un riconoscimento ufficiale conferito dalle forzealleate durante il corso della seconda guerra mondiale ai patrioti italianiche si erano distinti per la diretta collaborazione con le stesse forze alleate.

La stima del Cardinal Montini…

Per tre volte il Card. Giovanni BattistaMontini (futuro Papa e ora Beato PaoloVI) è in visita pastorale e Melzo. Negliincontri con don Franco si consolidanoi legami di stima e fiducia reciproca,maturati già in tempo di guerra edell’immediato dopoguerra.

Quando poi dovrà decidere a chiaffidare una parrocchia tutta nuova, inuna zona di Milano di periferia, dovesono necessarie qualità di pastorecapace di vivere intensamente con ilproprio gregge, Montini chiameràdon Franco, a Melzo da ormai 20anni….

“Il prete non sempre può essere parroco epastore: sovente è bene che si apparti e rinunci.Ma il prete non può rinunciare ad essere prete, èprete sempre, è sacerdote in eterno: prega,celebra e si offre per salire con Cristo il suocalvario e abbracciare la Croce”.

(Don Franco Mapelli)