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nfo i Rivista FTAF - Federazione Ticinese delle Associazioni di Fiduciari - Anno XXIII - N.ro 33 - Giugno 2016 Leggi, economia, mercati: nel labirinto del “new normal”

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Rivista FTAF - Federazione Ticinese delle Associazioni di Fiduciari

Anno XXIV - N.ro 33 - Giugno 2016

Responsabile di Redazione

Franco Pozzi

Coordinatore di Redazione

Gian Luigi Trucco

RedazioneFTAF-Federazione Ticinese delle Associazioni di Fiduciaric/o Istituto di formazione delle professioni fiduciarieVilla Negroni - 6943 Vezia Tel. 091 961 65 10Fax 091 967 42 63www.ftaf.ch

Comitato di redazioneGlenda BrändliFabiano BonardiEdda Bruni-FasaniGiampaolo CaprottiCarlo PeduzziFranco Pozzi

Coordinamento grafico Fabrizio Nicora

StampaSocietà d’arti grafiche Veladini SAvia Besso 42 CH - 6903 Luganotel+41 91 966 11 61 [email protected] - www.veladini.ch

ACF ASG EXPERTsuisse FIDUCIARI|SUISSE OCCT SVIT

Comitato F. Ruscitti A. Ciocca S. Prosperi F. Pozzi C. Maderni G. Arrigoni Membro Membro Membro Segretario-Cassiere Presidente Membro Commissioni Manifestazione PR F. Bonardi G. Caprotti G. Brändli F. Pozzi C. Peduzzi E. Bruni-FasaniFormazione K. Kaufmann F. Poma S. Prosperi M. Belloni P. Dermitzel A. MontorfaniLeggi F. Ruscitti N. Wullschleger S. Egeler-Bernasconi A. Crespi G. Codoni F. Stampanoni

Delegati FTAF

Associazione dei Contabili – Controller diplomati federali della Svizzera Italiana6963 Lugano-Cureggia - Tel.: +41 91 966 03 35 - Fax: +41 91 966 03 [email protected] - www.acf.ch

Associazione Svizzera di Gestori di Patrimoni - Ufficio regionale di LuganoVia Landriani 3 - 6900 Lugano - Tel.: +41 91 922 51 50 - Fax: +41 91 922 51 [email protected] - www.vsv-asg.ch

EXPERTsuisse - Sezione della Svizzera Italianac/o Sandro Prosperi, Presidente - Via C. Maderno 9 - Casella postale 6293 - 6901 LuganoTel. +41919237222 - Fax [email protected] - www.expertsuisse.ch

Fiduciari|Suisse - Sezione TicinoVia al Mulino 22 - 6814 Cadempino-Lugano - Tel.: +41 91 960 21 00 - Fax: +41 91 960 21 [email protected] - www.fiduciarisuisse-ti.ch

Ordine dei Commercialisti del Canton Ticinoc/o Primafid di Cristina Maderni - Piazza Dante 8 - 6900 LuganoTel.: +41 91 922 97 35 - Fax: +41 91 923 24 [email protected] - www.occt.ch

Svit TicinoCasella Postale 1221 - 6830 Chiasso - Tel. : +41 91 921 10 73 - Fax.: +41 91 695 03 [email protected] - www.svit.ch

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Giugno 2016Editoriale

Relazione del Presidente 4Cristina Maderni

EventiLSF e LIFin: un chiaro no dall’Assemblea ASG di LucernaLa protezione dell’investitore frenata da costi e formalismi 6Roberta Poretti Schlichting

IntervistaUn ticinese rappresenta le PMI a BernaUn Forum consultivo importante per dibattere temi attuali e di comune interesse 8Gian Luigi Trucco

Mercato immobiliareTassi negativi: oltre il mattone 10Gian Luigi Trucco

Fisco & aziendaLa Riforma III dell’imposizione delle imprese 12Massimo Bianchi

NormativeCome lo scambio automatico di informazioni rivoluzionerà la piazza finanziaria 14Lars Schlichting

NormativeLegge sulle imprese artigianali 16Cristina Bordoli Poggi

NormativeDurata del lavoro e registrazioneAnche fiduciarie e gestori soggetti alle nuove norme 18Gian Luigi Trucco

NormativeAuthorized fiduciari only! 19Nicola Donadio

IntervistaIntervista all’Avv. Marco BertoliPresidente dell’Autorità di Vigilanza ticinese 22

FormazioneCentro di Studi BancariIniziative per il periodo giugno-dicembre 2016 23

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FTAF - Federazione Ticinese delle Associazioni di Fiduciari - www.ftaf.ch - N. 33 - giugno 2016nfoi

testo diCristina Maderni

Presidente FTAF

È vivo il dibattitosulla rigida

applicazione in Ticino

della Circolare 28e sulla sua

incidenza sullacompravendita

di aziende e sullesuccessioni di impresa

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Ogni assemblea costituisce un mo-mento di sintesi in cui è naturale pre-sentare bilanci. Quali sentimenti pro-

vocano in noi le tematiche emerse nel 2015ed i loro sviluppi dell’anno in corso?Ancora una volta, ci troviamo a commentareun anno denso di contraddizioni, fatto di pre-occupazioni e di incertezze, ma anche co-struttivo, basato al nostro interno su collabo-razione e su fiducia. Iniziamo da preoccupazioni ed incertezze: co-me affrontare il mutato concetto di confiden-zialità, l’evoluzione del fronte fiscale e la bu-rocratizzazione del business?Il concetto tradizionale di confidenzialità, o diprotezione di informazioni riservate, è ormairidotto ai minimi termini a causa della pressio-ne esercitata non solo dalla politica a partiredal 2008, ma anche e soprattutto dalla tecno-logia e dalla globalizzazione dell’informazio-ne. Il fenomeno descritto sfocia, fra l’altro,nell’introduzione dello scambio automaticodi informazioni, le cui basi giuridiche (la Con-venzione sull’assistenza amministrativa, l’ac-cordo multilaterale fra autorità competentiMCAA e il disegno della legge federale sulloscambio automatico internazionale di infor-mazioni a fini fiscali) sono state approvate dalParlamento nel mese di dicembre 2015 edentreranno in vigore il 1° gennaio 2017. Loscambio automatico di informazioni è quindiun fatto e non una teoria a partire da domani,anzi, da oggi. Forse è anche un bene, che po-ne la Svizzera di fronte a quelle stesse regoleche si applicano alle altre piazze finanziarie in-ternazionali, che posiziona il nostro Paese al

di fuori dei ricatti internazionali e delle blacklist, e che forza la regolarizzazione fiscale del-la clientela. Alle sue conseguenze dobbiamovelocemente adeguarci.Altro fattore di incertezza proviene dal frontefiscale. Sul lato federale, seguiamo con inte-resse l’iter della Riforma III dell’imposizionedelle imprese. Su quello cantonale, le nostrepreoccupazioni verranno approfondite nelcorso dell’imminente sessione pubblica diquesta assemblea. Riteniamo in particolareurgente affrontare temi quali la fiscalità del-l’impresa e dell’imprenditore, l’imposta sullasostanza anche in vista della revisione dellestime immobiliari, la concorrenza fiscale inter-cantonale ed internazionale, l’assistenza allestart-up. È vivo il dibattito sulla rigida applica-zione in Ticino della Circolare 28 e sulla sua in-cidenza sulla compravendita di aziende e sullesuccessioni di impresa, argomento su cui la ri-vista Ticino Business pubblicherà a breve unmio contributo. In generale, urge una riflessio-ne su come mantenerci competitivi, scorag-giando la tendenza delle famiglie imprendito-riali più in vista a lasciare il Ticino per trasferirsiin altri cantoni o in città estere, quale ad esem-pio Londra.Ulteriore preoccupazione, la burocratizzazio-ne del business e la pressione al rialzo deglioneri amministrativi che gravano su noi fidu-ciari. Con la nostra azione, miriamo ad essere per-cepiti quali portatori di cultura compliant e ri-spettosa della normativa esistente, per poteresigere uno stop alla creazione di regole sem-pre nuove.

Relazione del Presidente

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La nostra attivitàcostituisce unserio contributoper farcomprendere larealtà ticinese

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Ancora una volta, la nostra determinazione èdi affrontare queste sfide con le nostre mi-gliori doti: impegno, dialogo, capacità di co-struire quella cultura e quell’etica che oggi so-no un fattore determinante per guardare al fu-turo con ottimismo. Ed è grazie a questa no-stra capacità, che anche nel 2015 la profes-sione di fiduciario non subisce rallentamenti,anzi cresce di 28 nuove persone iscritte all’al-bo, portando il totale a 1461.Volgendo l’attenzione a temi più operativi, efocalizzandoci su quanto il comitato e le com-missioni abbiano saputo produrre in questoanno 2015, vi riferisco quanto segue. La commissione manifestazioni ha rivisto,completato e migliorato la nostra rivista INFO.Il lavoro della commissione si è in particolareconcentrato sull’ ampliamento e sulla profes-sionalizzazione della redazione.È pronto il primo numero del 2016, che verràdistribuito nei prossimi giorni. Al fine di con-tribuire a quel dibattito fra forze del Cantoneche da sempre ricerchiamo, la rivista sarà di-stribuita oltre che fra i soci, anche alle asso-ciazioni economiche e ai rappresentanti delmondo politico.Nel 2015, la commissione leggi ha preso po-sizione sui seguenti temi:1) MCAA e avanprogetto di diritto sullo

scambio automatico di informazioni;2) Convenzione OCSE Consiglio d’Europa in

materia di assistenza amministrativa fi-scale;

3) Consultazione in merito all’approvazionedel protocollo di modifica dell’Accordo sullafiscalità del risparmio tra la Svizzera e l’UE;

4) Lettera ai consiglieri nazionali (settembre2015).

Nel 2016 non è stata ancora allestita alcunapresa di posizione, non essendo intervenutieventi che la giustificasse.I colleghi della commissione riferiscono co-me le ultime prese di posizione siano state as-sai apprezzate a Berna. Non è facile allineareil resto della Svizzera alle nostre tesi e al no-

stro pensiero. La nostra attività costituiscecomunque un serio contributo per far com-prendere la realtà ticinese.La commissione formazione ha offerto, incollaborazione con l’Istituto di formazionedelle professioni di fiduciario, una selezionedi corsi importante per numero e per qualità,e ciò malgrado i tempi economicamente dif-ficili. Il numero dei partecipanti è risultato ele-vato.

I propositi, enunciati nel corso della passataassemblea 2015, di focalizzare l’attenzionedel nuovo Direttore del Dipartimento delle fi-nanze e dell’economia sui temi che i fiduciariritengono rilevanti in campo sia economicoche fiscale, sono stati realizzati. I contatti sta-biliti con l’on. Christian Vitta denotano forteinteresse verso le problematiche del settorefiduciario, e verso le opinioni che da esso ven-gono indirizzate alla politica. È nostro fermoproposito capitalizzare sull’importante occa-sione di colloquio venutasi ad instaurare, fo-calizzando l’attenzione del DFE su temi spe-cifici di natura fiscale. Analizzati i temi di preoccupazione ed incer-tezza con cui si apre il 2016, ma anche conscidei nostri punti di forza e dei nostri valori, nonposso che concludere la relazione con una ve-natura di ottimismo sul futuro della nostraprofessione, professione che ancora una vol-ta stiamo riuscendo a valorizzare, pur in tempidifficili. !

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I vertici dell’ASGnon hanno esitato

a definire questaregolamentazione

“un mostroburocratico” che

genera oneri senzaproteggere gli

investitori

Iprogetti della legge sui servizi finanziari(LSF) e sugli istituti finanziari (LIFin), attual-mente in discussione al Parlamento, sono

stati al centro della 30.a Assemblea dell’Asso-ciazione Svizzera di Gestori di Patrimoni(ASG), svoltasi il 20 maggio a Lucerna. Questenormative, che si vorrebbero applicare indi-stintamente a tutti gli intermediari finanziari,oltre a risultare ridondanti rispetto alla regola-mentazione già in essere e di dubbia utilità nel-l’accrescere la trasparenza e proteggere real-mente gli interessi degli investitori, generanoadempimenti e costi. Tali oneri aggiuntivi, va-lutabili inizialmente in almeno 300 milioni difranchi, risultano difficilmente sopportabiliper gli attori di dimensioni minori e in gran par-te finiranno con l’essere a carico dei clientistessi, già alle prese con basse performan-ces, rendimenti negativi in campo monetarioed obbligazionario, ed incertezze di vario tipo.L’ASG, come ha indicato nel suo intervento il

presidente Jean-Pierre Zuber, propugna unaregolamentazione specifica della categoria,stralciata rispetto a quella degli operatoribancari, che tenga conto delle condizioni,delle esigenze e delle dimensioni specifichedei suoi membri, e che risulti sopportabile intermini burocratici e finanziari. E quanto allaprotezione fornita, essa non può che essererelativa in rapporto ai singoli strumenti ed allesituazioni di mercato.Ricordiamo come il progetto di legge preve-da strutture organizzative elaborate, la pre-senza di compliance officer e risk manager,un comitato di supervisione interna su talimaterie, strutture di controllo, elevati livelli dicapitalizzazione. Si prevede inoltre l’iscrizio-ne obbligatoria, per consulenti ed advisor, adun albo, con cicli di formazione continua sugliambiti legali e fiscali dei Paesi di residenzadei clienti. Tutto ciò naturalmente oltre agliobblighi di verifica sulla conformità fiscale

dei fondi gestiti o amministrati, edalle eventuali comunicazioni in ca-so di dubbio. Inoltre si prevede unorgano di mediazione privato, masorvegliato dal Governo e finan-ziato dagli intermediariI vertici dell’ASG non hanno esita-to a definire questa regolamenta-zione “un mostro burocratico”che genera oneri senza protegge-re gli investitori. L’attuale autore-golamentazione, che ha dato otti-ma prova di sé negli anni, apparesufficiente rispetto alla nascita distrutture di vigilanza parastatali

testo diRoberta Poretti

SchlichtingDirettrice ASG-Ufficio

di Lugano

Un momento della tavola rotonda

LSF e LIFin: un chiaro no dall’Assemblea ASG di LucernaLa protezione dell’investitore frenata da costi e formalismi

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Pedergnana haanche sollevato iltema, quanto mai

attuale, dellascarsa cultura

finanziaria

Il panel dei relatori

tutte da creare, anche perché appare utopicoche, viste gli attuali scenari europei e le chiu-sure in particolare di Paesi quali Italia e Fran-cia, i gestori indipendenti svizzeri possanoaccedere ai mercati esteri.Durante la tavola rotonda Marco Franchetti,Ombudsman delle banche svizzere, ha indica-to come le cause di contenzioso seguano gliandamenti di mercato. I picchi hanno riguarda-to poi la questione delle retrocessioni e, da par-te dei clienti ipotecari, la mossa della Banca na-zionale che ha tolto la soglia di cambio franco-euro. Apprezzata, anche dall’estero, l’indipen-denza del suo ufficio. Per Franchetti vannocambiate le procedure giudiziarie, visto chenelle cause che coinvolgono le banche, i giudi-ci non decidono tanto sulla sostanza quantoconsiderano prevalenti gli aspetti formali, percui il cliente, visti anche i costi legali elevati, fi-nisce col soccombere. Un tema ripreso da

Maurice Pedergnana, docente alla Scuola uni-versitaria superiore di Lucerna, e da Sara Stal-der, direttrice della Fondazione per la protezio-ne dei consumatori (SKS), secondo i quali lastessa normativa MiFid applicata in ambito eu-ropeo, con la montagna di carta e di disclaimerche viene fatta firmare al cliente, finisce col ga-rantire più le grandi istituzioni finanziarie chenon gli investitori. Pedergnana ha anche solle-vato il tema, quanto mai attuale, della scarsacultura finanziaria, anche tra la stessa clientelaapparentemente “evoluta” e, talvolta, perfinotra le istituzioni che si occupano di questioni fi-nanziarie. Un tema rilevante oggi più che maivista la complessità del mercato, come dimo-strano gli eventi avvenuti, ad esempio, nella vi-cina Italia e negli stessi USA, ove la Federal Re-serve ha da tempo suggerito di inserire le basidella finanza fra le materie obbligatorie in tuttigli ordini di scuole. !

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Lo scopo è quellodi valutare ediscutere le

ordinanze ed iprogetti legislativi

che vengonoemessi

Fabio Poma, direttore della società di ge-stione Wullschleger Martinenghi Manzi-ni di Lugano, membro del Consiglio di-

rettivo dell’ASG-Associazione Svizzera Ge-stori Patrimoniali, è dal gennaio 2016 anchemembro del Forum PMI, la commissione ex-traparlamentare di esperti, con sede a Berna,istituita dal Consiglio Federale nel 1998 confunzioni consultive in favore delle piccole emedie imprese. Il Forum opera in seno allaSegreteria di Stato per l’economia (SECO) ePoma occupa la carica già tenuta in preceden-za dalla Signora Alessandra Alberti Zucconi,della fabbrica di cioccolata Stella.

“È un gruppo di lavoro importante” dice Po-ma “composto da quindici membri prove-nienti da diversi settori economici e da diver-se regioni del Paese, in modo equilibrato.Sono rappresentati l’industria, la biotecnolo-gia, la finanza, l’alimentare, ed altro ancora.Lo scopo è quello di valutare e discutere leordinanze ed i progetti legislativi che vengo-no emessi, per capire l’impatto specificoche questi possono avere sulle piccole emedie imprese. Si discute e quindi viene ela-borata una presa di posizione da inviare poial Consiglio Federale. E si può notare, conuna nota di ottimismo, che nel passato trien-nio sono stati esaminati 33 progetti di rego-lamentazione e delle 220 raccomandazioniformulate dal forum PMI, nel 69% dei casi

esse hanno riscontrato successo in fase par-lamentare”.

Cosa la presenza di Fabio Poma può rappre-sentare per i temi in questo momento più“caldi” per la categoria dei fiduciari? “Un te-ma che istituzionalmente è presente nelle di-scussioni del Forum è quello della fiscalità esoprattutto dell’impatto che la crescente bu-rocratizzazione e regolamentazione determi-na in termini di costi per le aziende. Da parte mia ho poi proposto, nel corso del-l’ultima seduta, di discutere il tema centrale,almeno per il comparto finanziario e per il Tici-no in particolare, dello scambio automatico diinformazioni, e dell’impatto che il referen-dum su Brexit, cioè sull’eventuale uscita delRegno Unito dall’Unione Europea, può averesulle nostre attività. Abbiamo anche toccato,seppur indirettamente, la questione dell’ac-cesso ai mercati stranieri, discutendo dellanuova legge sugli intermediari e sui servizi fi-nanziari (FidLeg), ed ho trovato il gruppo sen-sibile a questi temi, anche perché uno dei co-presidenti del Forum è Jean Francois Rime,noto politico e presidente dell’Unione svizze-ra delle arti e mestieri (USAM), che è statomolto coinvolto nell’elaborazione della nuovanormativa. Da ultimo ho indicato quale tema attuale edimportante la tendenza crescente da partedel Consiglio Federale di adattarsi al diritto

Un ticinese rappresenta le PMI a BernaUn Forum consultivo importante per dibattere temi attuali e di comune interesse

testo diGian Luigi Trucco

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europeo, quando poi, come verifichiamo quo-tidianamente nel settore finanziario, non ot-teniamo alcuna contropartita. Ho trovato daparte del gruppo un interesse che va al di làdel mio comparto specifico. Sono infatti tuttiimprenditori con una sensibilità particolareper i costi e gli adempimenti burocratici sem-pre più pressanti ed invasivi che li penalizza,e questo crea una grande sintonia, quale chesia il loro settore di provenienza. Uno degli ultimi temi trattati è stato poi la re-visione del diritto successorio, importantenel momento in cui migliaia di aziende fami-liari stanno affrontando la fase cruciale del tra-sferimento generazionale, con la scelta, al-l’interno della famiglia od al di fuori di essa, dichi debba portare avanti l’attività. Il Forum haauspicato una maggiore flessibilità nel poterdisporre del bene azienda da parte del titolarecosì da poter ottimizzare questo trapasso dipoteri ed assicurare la continuità operativa,anche in favore eventualmente di un collabo-

ratore cresciuto all’interno dell’impresa. Unmix di elementi di diritto successorio e di esi-genze finanziarie che dovrà trovare nuove viedi regolamentazione”. “Ma i temi caldi ed attuali affrontati dal Forumnon si esauriscono qui” dice Poma “basti pen-sare alla riforma delle prestazioni comple-mentari, che per proteggere il risparmio dellaprevidenza professionale, si vorrebbe limitarein termini di ritiro dei capitali del secondo pila-stro. Un ostacolo per l’avvio di nuove attivitàimprenditoriali. Una restrizione che colpireb-be, ogni anno, migliaia di persone, che nelpeggiore dei casi, non avvierebbero un’attivi-tà indipendente. La Svizzera deve poter conti-nuare a proporsi come una Nazione favorevo-le per espandere la propria attività imprendito-riale. La competitività passa anche e soprat-tutto attraverso una minor burocratizzazione etutti noi ne siamo fortemente convinti". !

Il Forum haauspicato unamaggioreflessibilità nelpoter disporre delbene azienda daparte del titolare

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Le banche paganointeressi negativi

sui fondi chedetengono presso

la BNS e ciòpenalizza gli

istituti più liquidi

La politica monetaria non convenzionaleadottata da varie banche centrali, checomprende fra l’altro l’adozione di tassi

a zero oppure negativi, produce effetti di di-storsione in vari ambiti. C’è chi la definisce“innaturale” o addirittura “frutto della dispe-razione”. Nella versione adottata dalla BancaCentrale Europea (BCE) di Francoforte, e for-temente contestata dalla Bundesbank tede-sca, la politica dei tassi negativi tende ad ac-crescere la circolazione della moneta da partedel sistema bancario, disincentivando i depo-siti, così da stimolare consumi e credito.Obiettivi che sono stati raggiunti solo in mini-ma parte, e comunque in un contesto ove idanni sembrano superare i benefici. Altriobiettivi di tale manovra sono il favorire la sva-lutazione dell’euro, sostenere l’export e so-prattutto generare inflazione, per far sì che idebitori, tanto più quelli pubblici, possanorimborsare i loro prestiti ad un valore reale in-feriore, in quanto annacquato dalla svaluta-zione monetaria, quindi a danno dei creditori.Nella versione della Banca Nazionale Svizzera(BNS) l’obiettivo principale dei tassi negativi,introdotti all’inizio del 2015, è quello di evitareun apprezzamento del franco, soprattutto difronte all’emergere di crisi finanziarie e geopo-litiche tali da enfatizzare il suo ruolo di monetarifugio. Imbrigliare il valore del franco, secondola BNS, dovrebbe anche favorire l’export, di-sincentivare gli investimenti nella nostra mo-neta e stimolare quelli rivolti verso l’estero. Prescindendo dagli effetti che questa mano-vra ha sul bilancio della BNS, in cui la quota del-le “riserve” in euro ha raggiunto livelli criticisenza una “exit strategy” adeguata, vale la pe-na di soffermarsi sugli effetti negativi di portatapiù generale, che ci riguardano tutti da vicino.

Le lunghe ombre sul risparmioLe banche pagano interessi negativi sui fondiche detengono presso la BNS e ciò penalizzagli istituti più liquidi. A questo punto le banchedecidono se trasferire il costo alla loro clien-tela, ed in che forma. Al momento sono iclienti istituzionali e quelli al di sopra di certesoglie d’importo a pagare interessi negativi,ma non è escluso che in futuro l’applicazionesia estesa ad una fascia più ampia, come qual-che banca sta peraltro già considerando.Più in generale, si può affermare che i tassi azero o negativi affossano la cultura del rispar-mio, stimolano l’indebitamento e l’assunzio-ne di rischi altrettanto eccessivi. Oggi un’ele-vata percentuale dei titoli pubblici in euro ed infranchi ha rendimenti negativi, per cui si inve-ste già sapendo che alla scadenza si incasseràuna cifra inferiore, a parte costi e commissioniche incidono ulteriormente. Lo stesso valeper gli impieghi monetari che tradizionalmen-te hanno rappresentato forme di parcheggiodella liquidità, per non dire dei conti di rispar-mio diffusi presso ogni categoria di clientela.È ovvio che la banca tenderà anche a rifarsidei maggiori costi dovuti agli interessi negati-vi, applicando alla clientela, se non interessinegativi, altre spese compensative, ed in ef-fetti ciò si è già visto, ad esempio nel compar-to ipotecario.

Gestori alla ricerca della performanceAl momento la tipologia di clientela più pena-lizzata è quella istituzionale, quali compagniedi assicurazione, fondi pensionistici, e simili.Penalizzata doppiamente, sia dagli interessinegativi applicati alla loro liquidità, sia dalla dif-ficoltà di conseguire i rendimenti attesi a cau-sa dei tassi bassi monetari ed obbligazionari.

Tassi negativi: oltre il mattone

testo diGian Luigi Trucco

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Ciò ha due conseguenze: da un lato i minorirendimenti dei piani assicurativi e previdenzialidetermineranno a scadenza capitali inferiori ri-spetto a quelli che i partecipanti si attendono,creando quindi un effetto di impoverimento fu-turo (oltre all’effetto impoverimento già pre-sente negli attuali risparmiatori). Una situazio-ne perversa e dalle conseguenze sociali, oltreche economiche, rilevanti, vista anche la ten-denza demografica che vedrà nei prossimi an-ni una quota sempre maggiore di anziani. D’altro lato la situazione spinge i gestori versoinvestimenti con profilo di rischio più elevato.E non per nulla si accusano le politiche mone-tarie di non essere risultate efficaci nel soste-nere l’economia reale quanto piuttosto nel-l’aver alimentato soprattutto i valori immobilia-ri ed azionari, contribuendo a gonfiare possibilibolle speculative destinate, un giorno o l’altro,a scoppiare. Una massa enorme di liquidità, diprovenienza svizzera e straniera, ha alimenta-to il mercato immobiliare, ed il livello dei tassid’interesse, sia in termini di alternative d’inve-stimento che di costo dell’indebitamento, ol-tre agli elementi di incertezza e di volatilità deimercati finanziari in generale, ha rappresenta-to un fattore determinante, unitamente a quel-lo che in finanza si suole chiamare “effettocomplacency”, cioè l’idea che un trend cre-scente sia destinato a durare nel tempo, inar-restabile e senza scosse traumatiche.

Fuga verso i fondi immobiliariMa più che considerare in questa sede gli in-vestimenti immobiliari diretti, che non sonouna vera e propria “asset class” e sottostan-no a tantissime variabili, vale la pena gettareuno sguardo agli investimenti indiretti, cioè aifondi immobiliari, che hanno anch’essi avutonei tassi bassi un importante stimolo e chesono diventati prede ambite per i gestori isti-tuzionali forsennatamente alla ricerca di per-formance per i loro portafogli. Nel dicembre 2015 il titolo decennale dellaConfederazione toccava il minimo storico direndimento con -0,4%, per cui non stupisceil rally registrato dai fondi immobiliari, i loro ag-gi ed il “premio” medio messo a segno dai ti-toli immobiliari quotati, che sfiorava il 13%,per poi scendere, al giro di boa del 2016, sottoil 10%, livello comunque più che ragguarde-vole, con rendimenti di 3-4 punti percentualisuperiori ai titoli decennali in franchi, anchese con forti divari fra fondi di tipo commercia-le e residenziale. Per le società immobiliariquotate i rendimenti sono spesso ancoramaggiori, superate solo dalle corrispondentibritanniche, trainate dal mercato londinese disegmento elevato che non conosce soste.I fondi immobiliari svizzeri sono confrontaticon sfide non da poco, visto che proprio i tassi

sempre più bassi, l’assenza di alternatived’investimento, la domanda robusta (quasi 6miliardi di franchi di nuovi afflussi nel 2015),oltre ai vantaggi fiscali di cui godono, spingo-no in alto i premi.

È il momento di guardare all’estero?Ma i rendimenti immobiliari svizzeri, pur se in-teressanti ma forse destinati a ridimensionarsinel corso dei prossimi anni, non sempre sod-disfano l’investitore, che guarda in misura cre-scente anche ai mercati esteri. Naturalmente,investendo in valute straniere, sarebbe buonanorma effettuare un’adeguata azione di hed-ging, cioè di copertura rispetto al valore delfranco, attraverso contratti a termine di volta involta rinnovati, per evitare che un guadagnosull’investimento in valuta locale sia vanificatodall’effetto cambio, soprattutto per quei Paesiin cui il rischio di inflazione, e di conseguentesvalutazione monetaria, è elevato.E se molti guardano all’immobiliare, in formadiretta od indiretta, per sfuggire alla trappoladei tassi negativi, vi è chi agisce in maniera deltutto opposta. Mancati rendimenti a fronte dispese crescenti, intrusioni del fisco, timoricirca la solidità di alcune banche, come esem-pi anche vicini a noi indicano, inducono nonpochi risparmiatori a prelevare i loro fondi, tra-sformarli in contanti od in oro, la cui domandacresce anche a livello di metallo fisico, per te-nerli in luogo sicuro. L’obiezione del mancatorendimento non regge più, visto il numerocrescente di strumenti finanziari nella stessacondizione.

Hoarding: fenomeno in crescitaÈ il fenomeno in crescita del cosiddetto “ho-arding”, del nascondere e tesaurizzare, met-tere il capitale in luogo sicuro ed a portata dimano. Una tendenza che preoccupa autoritàed istituzioni finanziarie, tanto da aver indottola BCE a togliere progressivamente dal mer-cato le banconote da 500 euro, con il pretestoche esse sarebbero le preferite per le attivitàcriminali. In realtà si desidera monitoraresempre più flussi finanziari e spese dei citta-dini, soprattutto a scopi fiscali ed in barba adogni principio di privacy. È probabile che la de-cisione della BCE farà crescere la domandaper le nostre banconote da 1'000 franchi, frale poche a livello mondiale a mantenere unelevato valore unitario. Ma c’è chi va oltre, come dimostra la doman-da in crescita di diamanti da investimento, nelvoler concentrare un elevato valore in pocospazio. E così i diamanti, da migliori amici diuna ragazza, come cantava Marilyn Monroe,diventano anche buoni amici dell’investitoreche ama avere il proprio capitale molto mobi-le ed al riparo da occhi indiscreti. !

I rendimentiimmobiliarisvizzeri nonsempre soddisfanol’investitore, cheguarda in misuracrescente anche aimercati esteri

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La Riforma III dell’imposizione delle imprese

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La volontà dellamaggioranza dientrambe leCamere di avere laRI3 3 è moltoforte, vi sonobuone possibilitàche le divergenzevenganoappianate

Il Consiglio federale ha licenziato, in data 5giugno 2015, il messaggio 15.049 relativoalla legge sulla Riforma III dell'imposizio-

ne delle imprese (in seguito RI3). Obiettivo principale della RI3 è la sostituzio-ne dei regimi fiscali cantonali privilegiati (so-cietà holding e ausiliarie), ormai da anni og-getto di critiche internazionali, con dei nuoviregimi in linea con gli attuali standard inter-nazionali. Si stima che gli attuali regimi privilegiativengano utilizzati da 24 mila società, chesiano in gioco circa 150 mila posti di lavoroe un gettito di 5 miliardi solo per le impostesull’utile.È quindi importante introdurre delle nuovemisure fiscali per ridurre il rischio di una mi-grazione di massa delle suddette società. La RI3 è già stata discussa dalle Camere fe-derali. Il Consiglio nazionale vuole introdur-re anche una speciale imposta sulla stazza(settore marittimo) e una deduzione degliinteressi calcolatori sul capitale proprio. Incontropartita, per riequilibrare i costi della ri-forma, il Consiglio degli Stati ha voluto to-gliere dalla RI3 la prevista abolizione dellatassa di emissione sul capitale proprio (ri-sparmio stimato: 228 milioni). Prima del voto finale delle Camere vi sonoancora diverse divergenze, in particolareper quanto riguarda l’imposta sulla stazza,gli interessi calcolatori, l’ammontare dellededuzioni per ricerca e sviluppo e il limitemassimo di sgravio dei dividendi da parteci-pazioni detenute da persone fisiche. Nellalegge attuale i Cantoni sono liberi di deter-minare la percentuale di sgravio dei dividen-di da partecipazioni determinanti mentre,secondo quanto attualmente previsto dalla

RI3, i Cantoni dovranno limitare lo sgravio al40% sia per le partecipazioni detenute nellasostanza privata che nella sostanza com-merciale. La volontà della maggioranza di entrambe leCamere di avere la RI3 3 è molto forte, vi so-no buone possibilità che le divergenze ven-gano appianate in tempi brevi, idealmentegià nella prossima sessione parlamentare.Purtroppo il voto finale delle Camere nonsarà sufficiente a rendere la RI3 una realtà,in quanto il Partito Socialista ha già annun-ciato un referendum. Punto centrale dellacontestazione è il costo della riforma, rite-nuto troppo elevato. In realtà il costo dellaRI3 è puramente teorico, in quanto la previ-sta riduzione degli incassi per la Confedera-zione, dovuti principalmente alla maggiorquota di imposta federale lasciata ai Canto-ni (circa un miliardo) è calcolata su degli in-cassi teorici che potrebbero venire a man-care in maniera importante nel caso di par-tenza di diverse aziende, insediatesi in Sviz-zera grazie agli attuali privilegi fiscali.Sarà quindi con tutta probabilità il popolo aesprimersi, nel corso del 2017, sull’entratain vigore o meno della RI3. Il fatto che il Con-siglio federale, il Parlamento, l’economia ediversi Cantoni siano chiaramente a favoredella RI3, dovrebbe facilitare la decisionedel popolo a favore della RI3. Le modifiche principali previste dalla RI3 ri-guardano:

Il Patent Box (solo per le imposte cantonali)Il Patent Box contempla una tassazione pri-vilegiata degli utili da brevetti e diritti analo-ghi, riconducibili ad attività di ricerca e svi-

testo diMassimo Bianchi

Esperto fiscale diplomato

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luppo svolte in Svizzera. L’impostazioneconcreta di un Patent box lascia un ampiomargine di manovra. Tuttavia a livello inter-nazionale (OCSE) viene ampiamente “con-sigliato”, per il calcolo dello sgravio, di tene-re conto solo delle spese di ricerca e svilup-po sostenute nel Paese di residenza delsoggetto fiscale. Nel caso tutte le spesefossero sostenute in Svizzera, di principiol’imposizione dell’utile derivante dai brevet-ti verrebbe ridotta dell’80%. I Cantoni po-tranno prevedere una riduzione inferiore.

Deduzione maggiorata per ricerca e svi-luppo (solo per le imposte cantonali)I Cantoni avranno la possibilità di accordarededuzioni più elevate per le spese di ricercae sviluppo. La maggior deduzione non potràsuperare il 50% del costo sostenuto. In al-tre parole un’azienda che spende 100 per ri-cerca e sviluppo potrà dedurre, quali costiammessi fiscalmente, un ulteriore 50. La ri-cerca e sviluppo potrà essere svolta dal-l’azienda o demandata a terzi.

Dichiarazione delle riserve occulte (solo per le imposte cantonali)Le società beneficiarie di un regime fiscaleprivilegiato attualmente in vigore (holding,ausiliarie) potranno chiedere all’autorità fi-scale di determinare le riserve occulte esi-stenti (differenza tra il valore dell’azienda edil valore fiscale del patrimonio netto) al mo-mento della soppressione del regime fisca-le speciale. Le predette riserve occulte po-tranno essere oggetto di tassazione separa-ta nei 5 anni seguenti l’abolizione del regi-me speciale. Idealmente, se la somma degli utili dei 5 anniseguenti all’abolizione dello statuto privilegia-to derivanti dall’attività beneficiaria del vec-chio regime è pari al totale delle riserve occul-te determinate, si ottiene per 5 anni una tas-sazione simile a quella del vecchio statuto.

Deducibilità degli interessi calcolatori(imposte federali e imposte cantonali)Il Consiglio nazionale vuole introdurre nellaRI3 anche la deduzione degli interessi cal-

colatori. Il concetto della deduzione degli in-teressi calcolatori è conosciuto da diversiPaesi (per esempio Belgio, Italia e Lettonia). La deduzione degli interessi calcolatori,prevista nell’avamprogetto della RI3, erastata scartata dal Consiglio federale dopo laconsultazione, in quanto diversi Cantoniavevano comunicato che la norma avrebbepotuto causare notevoli costi amministrati-vi e un ingente perdita di gettito fiscale, dif-ficilmente valutabile. L’introduzione nella RI3 è prevista per l’im-posta federale diretta, per i Cantoni l’appli-cazione sarà facoltativa. La norma permettea società con un capitale proprio superiorealla media di dedurre dall’utile imponibile uninteresse figurativo, calcolato sul capitaleproprio eccedente. Il capitale proprio eccedente viene determi-nato in base ai singoli attivi. La sistematicadel calcolo è simile a quella per determinareil capitale dei terzi massimo (circolare AFCnumero 6/1997). A titolo di esempio, la pre-detta circolare dispone che i crediti com-merciali possono essere finanziati al massi-mo per l’85% con capitale di terzi, ritenendoquindi equo un finanziamento con capitaleproprio del 15%. Un capitale proprio supe-riore al 15% qualificherebbe di principio perla deduzione dell’interesse calcolatorio.Quest’ultimo verrebbe determinato in baseal rendimento delle obbligazioni federalicon durata decennale più un aumento del50%.

ConclusioniLe norme della RI3 e la prevista riduzionedelle aliquote cantonali, possibili anche gra-zie all’aumento della quota a favore dei Can-toni dell’imposta federale diretta, sono si-curamente un grosso e importante passoper il mantenimento della competitività fi-scale svizzera. !

La RI3 é un passoimportante versoil mantenimentodella competitivitàfiscale svizzera

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L’OCSE effettueràdei controlli sul-

l’implementazionedello Standard,con il rischio di

venire iscritti nelleliste nere qualora

lo scambio diinformazioni risulti

solo sulla carta

IPanama Papers, l’ultimo scandalo finanzia-rio-fiscale a seguito dei dati trafugati dallo stu-dio legale panamense Mossack Fonseca, ha

fatto gridare da più parti allo scandalo per l’inef-ficienza delle recenti politiche contro l’evasio-ne fiscale messe in atto dall’OCSE. Questa cri-tica è tuttavia solo parzialmente giustificata. Loscambio automatico di informazioni, benchégià in vigore in alcuni Paesi, non è ancora in fun-zione. Solo il 30 settembre 2017 i cosiddettiearly adopters si scambieranno le informazionisui conti bancari detenuti dai rispettivi soggettifiscali. Per la Svizzera e altri Paesi, tra cui Pana-ma, la data del primo scambio è quella del 30settembre 2018. Tuttavia non tutti i Paesi ade-riranno allo scambio automatico di informazio-ni a questa data. In pratica, anche se uno Statoha dichiarato di voler introdurre lo scambio au-tomatico, questo avverrà solo dopo che lo stes-so Stato avrà scambiato con un Paese terzouna dichiarazione di adesione. Dopo lo scanda-lo Mossack Fonseca possiamo ritenere chePanama accelererà lo scambio di queste di-chiarazioni per togliere la pressione internazio-nale dal proprio Paese. Una volta in vigore loscambio automatico di informazioni le possibi-lità per una persona di evadere il pagamentodelle imposte sarà ridotta ad un’unica alterna-tiva: trovare un’istituzione finanziaria, non ne-cessariamente una banca, che non trasmette-rà intenzionalmente il suo nome, in violazionedelle norme locali di implementazione delloscambio automatico. Certo, molte istituzioni fi-nanziarie con sede in Paesi meno efficienti del-la Svizzera necessiteranno di più tempo peridentificare correttamente non soltanto i titola-ri dei conti, ma anche i detentori di controllo ogli aventi diritto economici che si nascondonodietro a quei paraventi che sono i trust, le fon-dazioni e le società di sede, ma alla fine tutti gliintermediari dovranno adeguarsi. Questo an-che perché l’OCSE effettuerà dei controlli sul-l’implementazione dello Standard, con il ri-schio di venire iscritti nelle liste nere qualora loscambio di informazioni risulti solo sulla carta.Ma che impatto avrà questo nuovo Standardper le fiduciarie? In primo luogo bisogna rammentare che loscambio automatico di informazioni è uno

standard globale che si applica alle cosiddetteistituzioni finanziarie (FI, da Financial Institu-tion). Contrariamente a quello che si potrebberitenere, non sono soltanto le banche e le assi-curazioni ad essere ritenute FI, bensì anche al-tre entità che concernono da vicino le fiducia-rie. Vediamo di chiarire meglio il concetto. Aisensi dello standard sullo scambio automaticoè considerata come una FI un’istituzione di cu-stodia, un’istituzione di deposito, un’entità diinvestimento o un’impresa di assicurazionispecifica. Tralasciando le imprese di assicura-zioni cerchiamo di capire come le altre attivitàsiano in parte legate all’attività fiduciaria.•Sono considerati istituzioni di deposito an-

che le società senza autorizzazione bancariache accettano depositi del pubblico (opera-zione passiva) e che nel contempo offronoservizi trust o fiduciari. Una fiduciaria che ac-cetta averi del proprio cliente su un conto in-testato a suo nome (operazione passive) pereseguire operazioni fiduciarie (operazioneattiva) è dunque considerata come un’istitu-zione di deposito e dovrà effettuare una co-municazione sugli averi presenti alla finedell’anno. Questa regola, molto ampia, vie-ne tuttavia ridotta dal fatto che solo le attivitàfinanziarie sono coinvolte. Se ad esempio gliaveri ricevuti dalla fiduciaria sono utilizzatiper il pagamento di fatture o altre spese delcliente, così che il cliente non vanta alcun di-ritto al rimborso del suo deposito, la fiducia-ria non sarà considerata come un’istituzionedi deposito.

•L’istituzione di custodia è qualsiasi entità chedetiene, quale parte sostanziale della propriaattività, attività finanziarie per conto di terzi.Quest’ampia descrizione comprende tuttequelle società che detengono a titolo fiducia-rio valori per conto di terzi. Si tratta non sol-tanto dei commercianti di valori mobiliari, madi nuovo anche delle società fiduciarie. In par-ticolare le attività di nominee ricadono sottoquesta definizione. La detenzione diretta enon debitoria per conto terzi di un immobilenon è invece considerata un’attività finanzia-ria, ed è pertanto esclusa dal campo di appli-cazione dello scambio automatico di informa-zioni. La definizione di istituzione di custodia

Come lo scambio automatico di informazioni rivoluzionerà la piazza finanziaria

testo diLars Schlichting

KPMG Lugano

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Diverse societàfiduciarie saranno

dunqueconsiderate degli

FI e sarannoobbligate a

raccogliere dati suiloro clienti esteri e

a trasmetterliall’Amministrazion

e Federale delleContribuzioni

viene però limitata con una soglia del 20% deiredditi lordi attribuibili alla detenzione di atti-vità finanziarie e servizi finanziari per conto diterzi in un dato periodo. Solo se questa sogliaviene superata la fiduciaria è considerataun’istituzione di custodia e dunque un FI.

•Una fiduciaria può essere considerataun’entità d’investimento se svolge quale at-tività economica principale, ovvero per al-meno il 50% dei sui redditi, per conto di uncliente la gestione individuale o altre formedi investimento, amministrazione o gestio-ne di attività finanziarie o denaro per contodi terzi. I gestori patrimoniali sono pertantodei FI. Tuttavia con ogni probabilità i gestori,contrariamente agli altri casi qui esposti, sa-ranno ritenuti dei non reporting FI e non sa-ranno pertanto chiamati a comunicare datidei loro clienti alle autorità fiscali.

•Infine anche i veicoli utilizzati per operazionifiduciarie, in particolare trust, fondazioni esocietà di sede, sono considerati entità d’in-vestimento e come tali degli FI, quando il pa-trimonio detenuto da questi veicoli vienegestito professionalmente da un altro FI. Inquesto caso sarà il veicolo stesso (o il tru-stee) a dover effettuare la comunicazione al-l’autorità fiscale.

Diverse società fiduciarie saranno dunqueconsiderate degli FI e saranno obbligate, in ap-plicazione della normativa svizzera, a racco-gliere dati sui loro clienti esteri e a trasmetterliall’Amministrazione Federale delle Contribu-

zioni, la prima volta nel 2018, che a sua volta litrasmetterà ai suoi omologhi esteri. Nel casoin cui la fiduciaria o il gestore stesso non sonoconsiderati degli FI, i veicoli da loro utilizzatiper conto della clientela potrebbero esserlo.Pertanto vi sarebbe in questo caso un impattoindiretto dello scambio automatico di informa-zioni nella loro attività. Rammentiamo infineche quanto sopra descritto si applicherà an-che ai soggetti fiscali svizzeri, per cui l’Ammi-nistrazione Federale delle Contribuzioni rice-verà le informazioni dei conti detenuti all’este-ro dai soggetti fiscali svizzeri, come pure nelcaso di utilizzo di un veicolo quale trust, fonda-zione o società di sede estera. Pertanto, se unsoggetto fiscale svizzero, ad esempio un glo-balista, detiene una fondazione estera con unconto in Svizzera, anche se gli averi sono inSvizzera la fondazione estera sarà chiamata afornire informazioni finanziarie all’Ammini-strazione Federale delle Contribuzioni, per iltramite dell’autorità fiscale estera.In conclusione possiamo dire che lo scambioautomatico di informazioni incrementerà glioneri amministrativi di alcune fiduciarie e ge-stori patrimoniali, oltre a mettere in dubbiol’uso di determinati veicoli da parte di un certotipo di clientela. Ma la necessità di una perso-na di fiducia attiva nella gestione degli affaridel cliente rimarrà invariata. Le fiduciarie de-vono pertanto vedere lo scambio automaticodi informazioni come un’opportunità (la mag-giore facilità nei controlli delle attività deiclienti) piuttosto che come un onere. !

EU

Australia

Iceland

Norway

Jersey

Guernsey

Isle of Man

Japan

Canada

South Korea

Lista Paesi con cui la Svizzera ha sino ad oggi concordato l’introduzione dello scambio automatico:

Cartina con Paesi che aderiscono allo scambio automatico

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Nel Regolamentodi applicazionedella LIA sonodisciplinati gli

aspettiorganizzativi e di

funzionamentodell’Albo, il cuiufficio è tenuto

all’autofinanzia-mento

Legge sulle imprese artigianali

La Legge sulle imprese artigianali (LIA) hal’obiettivo di favorire la qualità e la profes-sionalità dei lavori eseguiti dalle imprese

artigianali che operano sul territorio cantonale,di migliorare la sicurezza dei lavoratori e di pre-venire gli abusi nell’esercizio della concorren-za, tutelando in ultima analisi anche gli interes-si dei committenti.La LIA rappresenta un ulteriore importantestrumento di verifica del rispetto delle condi-zioni di lavoro da parte di tutti gli attori attivi neisettori professionali interessati dal provvedi-mento, settori definiti dal Consiglio di Stato delCantone Ticino. Infatti, tramite la verifica diqualifiche minime degli operatori (titolari omembri dirigenti effettivi delle imprese artigia-nali), la comprova della loro solvibilità, la con-ferma del versamento di oneri e contributi so-ciali, la comprova del rispetto dei Contratti col-lettivi di lavoro in vigore, la conclusione diun’assicurazione RC professionale, il commit-tente può beneficiare - di fatto - di un maggiorecontrollo e trasparenza in un settore particolar-mente toccato da fenomeni di abusi che vannoa discapito dei lavoratori, dei committenti stes-si e della collettività in generale.Questi in breve gli aspetti che hanno portato al-la genesi della LIA, approvata lo scorso anno al-l’unanimità dal Gran Consiglio ticinese, leggeche prevede l’istituzione di un Albo a cui le im-prese artigianali sono chiamate a iscriversi apartire dal 1 febbraio 2016 ottemperando, co-me citato in precedenza, a determinati requisi-ti professionali e personali.Sono tenute a iscriversi all’Albo LIA le impreseartigianali che eseguono sul territorio cantona-le lavori artigianali nei tredici settori professio-nali indicati dal Consiglio di Stato mediante Re-golamento, ossia:

• Costruzioni in legno / carpentiere-copritetto• Opere da falegname• Opere da pittore• Opere da piastrellista• Opere da gessatore, intonacatore, plafona-

tore• Opere da posatore di pavimenti• Opere da vetraio• Costruzioni metalliche / carpenteria metallica• Opere da giardiniere• Opere da impresario forestale• Opere da spazzacamino• Posa di ponteggi• Tecnica della costruzione (quest’ultima cate-

goria comprende: le opere da lattoniere, leimpermeabilizzazioni di tetti, sintetiche e bi-tuminose, gli impianti sanitari, gli impianti diriscaldamento, gli impianti di ventilazione,condizionamento e raffreddamento)

Questi sono i settori attualmente rappresen-tati dalle associazioni professionali associatealla Unione Associazioni dell’Edilizia (UAE),associazione mantello che ha fortemente vo-luto e contribuito a sviluppare il nuovo dispo-sitivo legale.Nel Regolamento di applicazione della LIA so-no disciplinati gli aspetti organizzativi e di fun-zionamento dell’Albo, il cui ufficio è tenuto al-l’autofinanziamento. Il Regolamento LIA è sta-to elaborato in collaborazione con l’UAE, e do-po essere stato posto in consultazione pressotutti gli enti e le associazioni interessate, è sta-to approvato dal Consiglio di Stato il 20 gennaio2016, rendendo possibile la messa in vigoredel nuovo dispositivo legale dal 1 febbraio2016.La Commissione di vigilanza LIA, nominata dalConsiglio di Stato per un mandato di quattroanni, è l’organo cui competono le decisioni di

testo diCristina Bordoli Poggi

Commissione di vigilanza LIA,

Direttrice

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Le prime impreseiscritte all’Albosono già visibilisul sito www.albo-lia.ch,dovel’informazione è aggiornata in tempo reale

Recapiti:Commissione di vigilanza LIAVia Zorzi 366500 [email protected]. 091 820 01 50

Orari 09:00-12:0013:30-16:00

ammissione all’Albo. Essa è presieduta daRenzo Ambrosetti, già presidente UNIA, ed ècomposta pariteticamente da quattro rappre-sentanti dell’UAE e quattro della parte sinda-cale (UNIA e OCST).Per l’ammissione all’Albo, le domande di iscri-zione sono valutate dalla Commissione di vigi-lanza LIA. Le collaboratrici e i collaboratori am-ministrativi curano l’istituzione delle pratichericevute dai richiedenti l’ammissione, affinchéla Commissione di vigilanza possa chinarsi sudossier formalmente corretti e completi di tuttigli allegati richiesti.L’ufficio della Commissione di vigilanza LIA hapredisposto il sito Internet www.albo-lia.chdove l’utente può trovare e scaricare le basi le-gali e tutte le informazioni utili per eseguire laprocedura per la domanda di iscrizione e piùavanti per quella di rinnovo annuale della stes-sa. Sempre sul sito sono disponibili le linee gui-da, un documento con informazioni esaustivesulla modalità di svolgimento della procedura,un modulo d’esempio che può guidare l’uten-te per la compilazione della richiesta online eun’esaustiva pagina relativa alle domande piùfrequenti relative all’assoggettamento dellevarie attività alla LIA. In generale vale la regolache le attività coperte dal rispettivo contrattocollettivo di lavoro (12 CCL tra le 13 categorieLIA) sono assoggettate alla LIA.Le imprese artigianali già attive all’entrata in vi-gore della LIA hanno sei mesi di tempo - ossiafino al 31 luglio 2016 - per inoltrare la domandadi iscrizione all’Albo tramite il modulo online re-peribile sul sito www.albo-lia.ch. Trascorso ta-le termine saranno possibili verifiche, ma an-che l’emissione delle sanzioni contemplatenella base legale, che possono arrivare a multefino a CHF 50'000, ma anche al blocco dei la-vori sul cantiere. Per espletare questa parte delmandato, l’ufficio si doterà a breve di alcuniispettori, il cui compito principale saranno i so-pralluoghi per le verifiche nei cantieri, la gestio-ne delle notifiche dei committenti e delle se-gnalazioni dei Municipi, adottando criteri dimassima collaborazione con gli altri ispettori eorgani preposti alla vigilanza nel ramo edile,quali ad esempio la SUVA, le Commissioni pa-ritetiche, l’Ufficio dell’ispettorato del lavoro,l’Associazione interprofessionale di controllo,gli ispettori dell’Albo degli impresari costruttori(LEPICOSC), ma anche gli organi di Polizia peri casi più gravi.Non da ultimo la LIA coinvolge, come anticipa-to, anche i committenti. Infatti, dopo il mese diluglio sono previsti degli obblighi anche da par-te dei committenti, chiamati a notificare allaCommissione di vigilanza le imprese artigianaliattive sui cantieri soggetti a licenza edilizia, eciò entro l’inizio dei lavori.

I Municipi, tramite i rispettivi Uffici tecnici, so-no chiamati ad assumere un doppio ruolo. Daun lato quali committenti, con gli obblighi di cuisopra, dall’altro quali organi tenuti a collabora-re all’applicazione della legge, in particolare ve-rificando che i lavori soggetti alla LIA sianosvolti da imprese iscritte all’albo e segnalandoalla Commissione di vigilanza eventuali viola-zioni (in caso di inadempienza grave il Munici-pio può essere sanzionato).Nei primi quattro mesi dall’entrata in vigoredella LIA le domande di iscrizione all’Albohanno raggiunto velocemente diverse centi-naia di unità, con domande di iscrizione anchein più settori da parte della medesima impre-sa, testimonianza dell’ampia e variegata basetoccata dal provvedimento. Le prime impre-se iscritte all’Albo sono già visibili sul sitowww.albo-lia.ch, dove l’informazione è ag-giornata in tempo reale e immediatamentedisponibile per tutti gli attori coinvolti, inclusii committenti che desiderino scegliere impre-se che hanno ottemperato agli obblighi versol’Albo. Già nei primi mesi di operatività si sonoconstatati i primi effetti benefici della LIA, eanche la collaborazione istituita con gli altrienti preposti sta iniziando a dare i primi con-creti riscontri positivi.L’informazione a tutti gli attori interessati èstata diffusa gradualmente a partire dal mesedi febbraio scorso, passando da presentazio-ni mirate per gli associati alle associazioni pro-fessionali di riferimento facenti capo allaUAE, ai non associati grazie al supporto e alladistribuzione dell’informazione da parte delleCommissioni paritetiche. Sono state inoltretenute serate informative a realtà vicine aquelle degli imprenditori edili, ad esempioall’Associazione dei contabili e controller fe-derali (che annoverano tra i loro clienti appun-to molte imprese artigianali), mentre prossi-mamente sono previste ancora una serie dipresentazioni, sia a beneficio di enti e asso-ciazioni locali, sia in collaborazione con entid’oltre confine, particolarmente interessatiall’implementazione di questa misura da par-te del Cantone Ticino dato l’alto numero di im-prese interessate a muoversi sul territoriocantonale. Si pensi ad esempio al momentoinformativo organizzato per metà giugno, incollaborazione con i rappresentanti della LE-PICOSC, a beneficio dei Municipi e loro ufficitecnici, che come visto avranno anch’essi unimportante ruolo nell’attuazione della LIA.Restano infine da modulare alcuni ultimi det-tagli relativi all’applicazione pratica della Leg-ge, ma gli obiettivi generali della LIA sono sta-ti e sono ampiamente condivisi da tutti gli at-tori coinvolti e stanno già esplicando gli effettipositivi desiderati. !

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Durata del lavoro e registrazioneAnche fiduciarie e gestori soggetti alle nuove norme

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L’impresa puòinfine rinunciare

alla registrazione,se però soggiace arequisiti stringenti

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Anche le società fiduciarie sono sogget-te alla nuova normativa sulla registra-zione della durata del lavoro dei propri

collaboratori, entrata in vigore lo scorso 1gennaio. Tale controllo deve essere effettua-to in maniera strutturata, così da poter fornirealle autorità di vigilanza la necessaria eviden-za. È prevista una regolamentazione internadi carattere generale ed un supporto in gradodi documentare tempi di lavoro effettivi, so-ste, giorni e tempi di riposo, di ogni collabora-tore. Più delicato può essere il caso di colla-boratori con funzioni “dinamiche”, lavoro dacasa, spostamenti e trasferte frequenti,…La nuova legge prevede tre possibili regimi:

• la registrazione sistematica• la registrazione semplificata• la rinuncia alla registrazione

La registrazione sistematica concerne in li-nea generale tutti i lavoratori, con l’eccezionedi chi svolga una funzione direttiva “elevata”,oppure un’attività scientificamente o artisti-camente indipendente.Per funzione direttiva “elevata” si intendonole posizioni con poteri decisionali strategici,dotate di ampia autonomia. La giurispruden-za ha considerato al riguardo fattori quali il li-vello gerarchico, in termini di pochi scalini su-periori e di persone subordinate invece alsoggetto, livelli salariali elevati, poteri di fir-ma, autonomia in materia di budget azienda-le, oltre avviamente all’appartenenze ad orga-ni quali consigli di amministrazione e comitatidi direzione.

Per chi non è esente, la documentazione de-ve illustrare l’inizio e la fine di ogni fase di la-voro, la durata settimanale e giornaliera, il pe-riodo e la durata delle pausa di durata egualeo superiore alla mezz’ora, i giorni di riposo or-dinario e di riposo compensativo concessisettimanalmente, ad esempio in caso di lavo-ro straordinario (che dovrebbe essere pre-ventivamente autorizzato).

Il secondo regime previsto è quello della regi-strazione semplificata, applicabile in presen-za di almeno il 25% di lavoratori liberi di stabi-lire i propri orari di lavoro. In questo caso vapredisposta una convenzione fra datore di la-voro e rappresentanza dei lavoratori, o la loromaggioranza. Se l’azienda ha meno di 50 di-pendenti è possibile stipulare per iscritto con-venzioni individuali.La registrazione semplificata prevede l’indi-cazione della durata complessiva del lavorogiornaliero (con gli orari solo in caso di lavoronotturno o festivo), una convenzione fra leparti ed un verbale di fine anno a conclusionedi un colloquio individuale sulla procedura ap-plicata.

L’impresa può infine rinunciare alla registra-zione, se però soggiace a requisiti stringenti,fra cui l’esistenza di un contratto collettivo dilavoro e di una convenzione scritta ed indivi-duale di rinuncia fra datore di lavoro e lavora-tore. Vale per un contesto aziendale in cui i la-voratori godano di un’ampia autonomia pro-fessionale, risultino prevalentemente (alme-no nella misura del 50%) liberi di stabilire essi

testo diGian Luigi Trucco

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stessi i propri orari di lavoro e percepiscanoun salario annuo lordo superiore a 120'000franchi svizzeri (compresi bonus ed altri be-nefici, come da normativa fiscale). L’aziendaterrà a disposizione degli organi di verifical’elenco dei lavoratori che rinunciano alla regi-strazione, con l’indicazione del loro redditoannuo lordo.

Come può l’azienda attuare praticamentequesta nuova normativa, che porta nuoviadempimenti ed intrusioni burocratiche in uncontesto già fin troppo regolamentato e for-malizzato ? Non è necessario arrivare alla tim-bratura. Può venir designata una persona pre-posta alla registrazione, così come la funzio-ne può essere svolta per via computerizzata,

attraverso il log-in ed il log-out di ogni collabo-ratore, oppure attraverso pagine Excel appo-sitamente predisposte (Time-sheets) o sem-plici “diari” tenuti dai collaboratori e vistati dalmanagement.

È facile prevedere come la normativa, chepresumibilmente mira a far emergere discre-panze fra le condizioni contrattuali formali equelle di lavoro effettivo, porterà ad una in-tensificazione e ad un inasprimento dei con-trolli presso le imprese. Le sanzioni prevedo-no richiami e quindi ammende, ma possonoanche portare ad oneri probatori per l’aziendain caso di contenzioso civile ed a sanzioni pe-nali qualora emergano gravi violazioni delleleggi sul lavoro. !

Authorized fiduciari only!

Per intraprendere la professione è indispensabile l’autorizzazione dell’Autorità di vigilanza sul-l'esercizio delle professioni di fiduciario. Alcuni dati sul settore, i requisiti di legge e la propostaformativa del Centro di Studi Bancari.

Alcuni dati In base all’ultimo allegato statistico del Rendi-conto del Consiglio di Stato, le persone iscrit-te, al 31 dicembre 2014, all'albo dell’Autoritàdi vigilanza sull'esercizio delle professioni di fi-duciario sono in totale 1'433, come indicato

nella tabella sottostante (tab. 1). Dalla stessatabella, dall’anno 2006, emerge chiaramenteil trend di crescita degli operatori del settore fi-duciario rilevabile analizzando i dati delle trecategorie di professionisti: fiduciario com-mercialista, finanziario e immobiliare.

Tab. 1 - Legge sull'esercizio delle professioni di fiduciario: albo dei fiduciari, dal 2006 (estratto)

Anno 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014

Persone iscritte all'albo al 31 dicembre 1'187 1'217 1'271 1'296 1’313 1’343 1’367 1'399 1'433

Commercialista 455 466 491 499 502 519 542 554 562

Immobiliare 129 135 143 149 158 169 170 173 185

Finanziario 312 316 332 335 340 342 344 351 358

Commercialista e immobiliare 183 185 185 186 188 190 190 198 200

Commercialista e finanziario 74 80 86 91 89 88 87 88 91

Immobiliare e finanziario 3 3 2 3 3 3 2 2 4

Commercialista, immobiliare e finanziario 31 32 32 33 33 32 32 33 33

Fonte: Autorità di vigilanza sull'esercizio delle professioni di fiduciario, Divisione della giustizia

testo diNicola DonadioCentro di Studi Bancari

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Le tre categorie sono descritte in dettaglio nelcapitolo II della Legge sull’esercizio delle pro-fessioni di fiduciario (LFid) del 2009, entrata invigore nel 2012, che modifica la precedentelegge cantonale datata 1984. Obiettivo prima-rio della legge è rafforzare la vigilanza nel setto-re, migliorando la protezione da rischi di variogenere che, oltre al danno economico, in pas-sato hanno talvolta minato l’immagine dellapiazza finanziaria ticinese. Tale legge sancisceinfatti che le attività fiduciarie svolte per contodi terzi a titolo professionale siano soggette adautorizzazione rilasciata a persone fisiche eavente titolo personale. L'Autorità di vigilanza èl’organismo cui sono attribuite tutte le compe-tenze in materia fiduciaria, precedentementeframmentate tra il Consiglio di Stato (rilasciodell'autorizzazione e revoca della stessa), il Di-partimento delle istituzioni (decisioni di multa),la Divisione della giustizia (istruzione degli incar-ti) e il Consiglio di vigilanza (preavviso delle do-mande di autorizzazione in alcuni casi). L’Auto-rità si compone di 5 membri e 3 supplenti desi-gnati dal Consiglio di Stato ed è presieduta daun magistrato, oppure da un ex magistrato. Ilsegretariato permanente fornisce supportoamministrativo, giuridico e ispettivo al Consi-glio, ne istruisce le procedure e dà esecuzionealle sue decisioni; esso si compone di due se-zioni: la sezione giuridica e amministrativa, lasezione ispettiva. Data la rilevanza del settore fiduciario per l’eco-nomia cantonale, è interessante citare i requi-siti per l’ottenimento dell’autorizzazione. Affin-ché la domanda sia accolta, il candidato devesoddisfare i seguenti requisiti (art. 8 LFid.):• disporre di un titolo di studio riconosciuto dal-

la legge;• aver acquisito un’esperienza lavorativa nel

ramo di almeno 2 anni in Svizzera;• godere di ottima reputazione e garantire

un’attività irreprensibile; • non essere insolvente, non avere attestati di

carenza di beni;• disporre di una copertura assicurativa.

La prova attitudinaleIn particolare, l’art. 11 della LFid stabilisce i titolidi studio riconosciuti per l’autorizzazione di cia-scun profilo fiduciario e precisa le linee guida inmerito al riconoscimento dei titoli conseguiti al-l’estero, perché adempiano gli stessi requisitidi quelli svizzeri. L’autorità di vigilanza può ri-chiedere infatti il superamento di una prova at-titudinale, se ritiene insufficiente in materia di

diritto svizzero il percorso formativo del richie-dente. La prova attitudinale, organizzata ognianno in autunno, è sostenuta dinanzi a unacommissione indipendente d’esame designa-ta dall’autorità di vigilanza. Le modalità dellaprova attitudinale, in lingua italiana, sono fissa-te nell’omonimo regolamento consultabile on-line che stabilisce un test con domande a sceltamultipla uguale per tutti i candidati, seguito daun colloquio con i membri della commissionein funzione delle conoscenze richieste perl’esercizio delle singole professioni di fiducia-rio. La prova attitudinale, per verificare le cono-scenze dei candidati sul diritto svizzero, in basea quanto riportato nell’art. 5 del regolamento aisensi della Legge sull’esercizio delle professio-ni di fiduciario del Cantone Ticino, si focalizzasulle seguenti tematiche:• Il contesto legale e regolamentare del siste-

ma bancario e finanziario elvetico e le Autori-tà di vigilanza (federali e cantonali)

• Il diritto penale e il diritto penale amministra-tivo

• Il diritto fiscale e gli Accordi relativi all’assi-stenza internazionale

• Il diritto civile (diritto successorio, i diritti reali,il diritto ipotecario, il Registro fondiario, lacontrattualistica scelta, la contrattualisticabancaria, il diritto societario e il Registro dicommercio)

Non vi è possibilità di ricorrere contro il giudizioespresso dalla Commissione d'esame. Inoltre,coloro che non superano la prova hanno la pos-sibilità di ripeterla due volte, in occasione dellesuccessive sessioni annuali d’esame. La leggeha quindi sancito che le competenze del fidu-ciario non possano prescindere da un’appro-fondita conoscenza del diritto svizzero, sia perla determinazione del perimetro entro il qualepuò svolgere le sue attività sia per essere in gra-do di proporre una consulenza professionale ecompetente al proprio cliente.

La proposta formativa del Centro di StudiBancari In risposta ai suddetti obblighi normativi, ilCentro di Studi Bancari, tramite l’Istituto diFormazione delle Professioni Fiduciarie, pro-pone per il quarto anno consecutivo il Diplomadi approfondimento “Il diritto nell'eserciziodell'attività fiduciaria in Svizzera” che permet-te al partecipante di prepararsi su quell’ampiaparte del diritto svizzero indispensabile persvolgere correttamente l’attività di fiduciariofinanziario, commercialista o immobiliare.

L’autorità divigilanza può

richiedere infatti ilsuperamento di

una provaattitudinale, se

ritieneinsufficiente in

materia di dirittosvizzero il

percorsoformativo del

richiedente

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Questo diploma è una risposta competente emirata, non solo alle esigenze di approfondi-mento avvertite dai professionisti già attivi nelsettore, ma anche a coloro che desiderano in-traprendere una carriera in ambito fiduciario,soprattutto se in possesso di un titolo di studioconseguito all’estero. Un ulteriore obiettivodella formazione è infatti quello di fornire unapanoramica su quei campi del diritto nazionaleche, trovando diretta applicazione nell’eserci-zio dell’attività fiduciaria in Svizzera, potrebbe-ro essere oggetto della prova attitudinale pre-vista dalla legge. Mediante questo corso, ilpartecipante ha la possibilità di prepararsi perla prova attitudinale che l’autorità di vigilanzadei fiduciari del Canton Ticino può richiedere atutti i soggetti che hanno fatto istanza per l’au-torizzazione, o intendono farla, ma possiedo-no un background formativo carente.Andrea Di Segni, Avvocato e Dottore com-mercialista in Italia, Fiduciario finanziario ecommercialista in Cantone Ticino, dove è Pre-sidente di Sarima SA, ha partecipato al diplo-ma nel 2014 e sottolinea che “alla luce dellenuove normative (e di quelle di prossima in-troduzione) tese all'adeguamento della legi-slazione alle nuove realtà europee e mondiali,il contesto operativo finanziario svizzero ap-pare rigoroso e severo. Definitivamente tra-montati i tempi della finanza facile, oggi si puòsolo puntare sull'eccellenza dei servizi e sullaserietà professionale. In questa ottica è es-senziale acquisire un adeguato “abito menta-

le” che, in aggiunta alla preparazione tecnicanella materia, comprenda e faccia suoi i prin-cipi di correttezza e di rischio reputazionale,assai più cogenti di una semplice condanna.Il diploma del Centro di Studi Bancari si muo-ve in una duplice direttiva, coniugando unachiara e completa esposizione dei principi edelle regole indispensabili per la professione,che ognuno potrà poi approfondire secondole proprie necessità, con l'evidenziazione del-la rilevanza di principi operativi e di comporta-mento irreprensibile la cui inosservanza im-pedisce lo sviluppo di un'attività fiduciaria se-ria e produttiva.”Il periodo di svolgimento della formazione è dipoco superiore a un mese (dal 5 settembre al10 ottobre 2016, in tempo utile per sostenerela prova attitudinale) e il percorso formativo,della durata di 44 ore accademiche, si componedi 4 capitoli tematici, suddivisi in altrettanti corsidi cui 3 frequentabili anche singolarmente. Dalla tabella 2 sotto riportata si può constatarequanto i contenuti del diploma ricalchino fedel-mente i principali temi oggetto della prova atti-tudinale. La formazione è strutturata secondola medesima tabella. Il corpo docente chiamatoa intervenire in questo diploma è formato da av-vocati e fiscalisti scelti in base alla loro esperien-za professionale e alla capacità didattica in rela-zione alla materia di insegnamento. Maggioriinformazioni sul corso sono disponibili sul sitodel Centro di Studi Bancari al seguente link:www.csbancari.ch/DEAFS !

Tab. 2 - Diploma di approfondimento “Il diritto nell'esercizio dell'attività fiduciaria in Svizzera”

IV EdizionePeriodo: dal 05/09/2016 al 10/10/2016Durata: 44 ore

Contenuti Date Docenti

C1. Il contesto bancario e finanziario elvetico; la vigilanza; la Legge cantonale sui fiduciari (4 ore) 5/09/2016 T. Erez

C2. Diritto penale e penale-amministrativo (8 ore) 12/09/2016 N. Ferrara Micocci

C3. Diritto fiscale svizzero e accordi internazionali (16 ore) 19/09/2016 e 26/09/2016 A. Bracher P. A. Jäggi

C. Moscetti

C4. Diritto privato svizzero (temi scelti) (16 ore) 3/10/2016 e 10/10/2016 M. C. Bonfio A. Domeniconi

D. JerminiM. Roveri

Questo diploma èuna rispostacompetente emirata, non soloalle esigenze diapprofondimentoavvertite daiprofessionisti giàattivi nel settore,ma anche a coloroche desideranointraprendere unacarriera in ambitofiduciario

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Quale lo stato e le prospettive delle cate-gorie di fiduciari in Ticino? La questione meriterebbe un trattato di ma-crofinanza: la situazione generale del terziarioin Ticino, ed in tutta la Svizzera, è sotto gli oc-chi di tutti. Un riassestamento di competenzee servizi s’impone – o meglio ci è imposto –dalle epocali modifiche del sistema bancarioe parabancario. Dal mio osservatorio consta-to che chi si è adeguato per tempo agli svilup-pi degli ultimi anni, ha le carte in regola per ri-disegnare la propria attività. Chi per contro hacontato sulla coda lunga del segreto banca-rio, e non sempre in maniera virtuosa, devereagire al più presto. Ciò vale in particolare perla gestione patrimoniale, mentre per i fiducia-ri commercialisti e per gli immobiliaristi, le sfi-de rimangono le stesse: trasparenza, compe-tenza e affidabilità. In generale si assiste adun trend al rialzo dei fiduciari abilitati che sonooggi oltre 1'800 di cui solo nel 2016 già 43nuovi iscritti. Spiccano le nuove richieste perfiduciari commercialisti e finanziari. Stabili in-vece quelle per immobiliaristi che vanno mo-nitorati con attenzione in quanto, secondo ilsentore comune, quell’attività pare in sensi-bile aumento. In generale grazie anche allecompetenze linguistiche e alla professionali-tà acquisita negli anni, non dimenticando laqualità dei servizi statali e parastatali, la no-stra piazza rimane attrattiva, anzi, per dirlacon i cinesi, dei due ideogrammi che com-pongono la parola “crisi”, prevale la compo-nente della “opportunità” in confronto a quel-la del “rischio”. Certo è che in questi periodidi zizzania, è compito della società, e in primisdell’autorità che presiedo, di contribuire a "se-parare il grano dal loglio", ossia separare i pro-tagonisti di qualità da quelli dannosi.

Ed i rapporti fra normativa federale e quel-la cantonale? Gli sviluppi normativi in Svizzera ci dirannoquali attività di fiduciario meritino rimaneresorvegliate a livello cantonale. Allo stadio at-tuale, le norme federali assoggettano coloroche sottostanno ad una di queste condizioni:detengono presso di loro o presso terzi contidi clienti utilizzati per effettuare transazioni di

valori mobiliari, oppure conservano presso lo-ro stessi o presso terzi, a nome proprio, valorimobiliari appartenenti a clienti. In tale casisti-ca sono esclusi i gestori di patrimoni che ope-rano su conti bancari di clienti attraverso unmandato di amministrazione. Ciò significache ne sono esclusi quasi tutti i fiduciari tici-nesi. Già solo per questo la normativa canto-nale ha ragione di esistere. Nemmeno le nor-me antiriciclaggio coprono tutte le attività fi-duciarie in quanto non toccano le attività clas-siche dei commercialisti e degli immobiliaristie limitano la propria influenza ai doveri di dili-genza degli intermediari finanziari.Nemmeno l’introduzione della legge federalesul mercato – che persegue l’obiettivo di mi-gliorare il funzionamento del mercato e di raf-forzare la libertà individuale di esercitare unaprofessione mediante la soppressione dellelimitazioni cantonali e comunali – modifica diper sé l’esigenza di una normativa specificacantonale: infatti la LMI disciplina soltantol’accesso intercantonale al mercato e nonl’accesso al mercato in quanto tale (da inten-dersi quale primo accesso al mercato), per cuila nostra LFid deve continuare ad essere ap-plicata ai richiedenti (svizzeri e stranieri) chedesiderano svolgere l’attività di fiduciario inTicino, senza aver mai esercitato in preceden-za tale professione in un altro Cantone.Rimangono attuali anche considerazioni dinatura economica e politica di ordine genera-le, soprattutto in Ticino, visti questi periodi dicompressione del terziario in genere. L'attivi-tà del fiduciario rimane una componente im-portante dell'intero quadro economico canto-nale e pertanto va puntualmente disciplinata.

Quali categorie sono più "sensibili", nelsenso che vanno soggette a fattori di criti-cità, richiedendo sanzioni ? Le cronache fanno pensare subito all’ambitofinanziario: in tempi di sanatorie di vario gene-re (scudi, voluntary disclosure, amnistie fi-scali di paesi limitrofi e non) è naturale che siassista ad un aumento dei casi di malversa-zioni in ambito bancario e parabancario. Con-sideriamo anche i recenti mutamenti del rap-porto in materia fiscale Stato-cittadino, in

Intervista all’Avv. Marco BertoliPresidente dell’Autorità di Vigilanza ticinese

Dal mioosservatorio

constato che chi si è adeguato

per tempo agli sviluppi

degli ultimi anni,ha le carte

in regola per ridisegnare

la propria attività

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L’Avv. Marco Bertoli

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Paesi vicini e lontani, che hanno subito un dra-stico cambiamento. Non tutti gli operatori sisono tempestivamente adeguati a questicambiamenti. Non ritengo però che ciò sia se-gno di maggiore attività criminogena, bensìsolo di aumento del riconoscimento di tali attimalandrini. Ovvio che quando la clientelaestera, per decidere se adempiere o meno aipropri oneri fiscali, si manifesta in massa peravere dati e informazioni, i casi di malagestio-ne – o peggio – vengono più facilmente alla lu-ce. Non per forza vi sono più attori criminali,solo che vengono scoperti con maggiore fre-quenza. La piazza finanziaria è a mio avvisosostanzialmente sana, come lo è sempre ma,come in ogni ambito, qualche furfante esiste.Non si deve abbassare l’asticella dei controllie della sorveglianza di questo delicato aspet-to dell’attività fiduciaria, ma – mi sia permes-so – non bisogna nemmeno allarmare oltre-modo. Compito dell’autorità di sorveglianza èvigilare affinchè chi si affaccia sulla scena ab-bia i requisiti professionali adeguati, la forma-zione necessaria e la dovuta reputazione. Re-primere chi sbaglia compete alla Magistratu-ra, con la quale, sia ben chiaro, quotidiana-mente ci adoperiamo per la migliore collabo-razione.

Cosa pensa delle accuse di abusivismonell'attività di intermediazione immobi-liare? Se gli ambiti finanziari permangono d’attualitàe assurgono agli onori delle cronache, vi sonoaltre attività che pure meritano accurata vigi-lanza. Si sa che dalla finanza al mattone il pas-so è breve, tanto più quando la prima forma diinvestimenti non è più appetibile come si vor-rebbe. Il mondo immobiliare è in crescita e vapertanto monitorato con le medesime accor-tezze dedicate alla finanza. Qualche recentecaso eclatante conferma che anche la media-zione immobiliare, che pure tratta di beni diterzi, deve essere assoggettata alle norme divigilanza. Ci stiamo adoperando per rendereanche questa attività debitamente sorveglia-ta, affinché sia fatta da operatori con le dovutecompetenze e reputazione. Con i limiti delle ri-sorse a disposizione, abbiamo messo tra lepriorità quella di evitare che avventurieri delmattone creino danno ai clienti e alla sana ge-stione di un mercato in evoluzione.

E la questione degli operatori di prove-nienza estera?Entro un mercato del lavoro divenuto globale,quello degli operatori dall’estero effettiva-

mente è un tema. Diviene un problema quan-do non viene riconosciuto o viene affrontatomale. Dalla casistica delle autorizzazioniemerge che tra i richiedenti, soprattutto per ilsegmento finanziario, è aumentata in questianni la componente straniera. Una parte im-portante è di nazionalità italiana, con titoli distudio di livello superiore (accademico e post-accademico) conseguiti all'estero, spesso inmaster specialistici in Italia, Stati Uniti, GranBretagna. Da un lato questo significa che la piazza finan-ziaria ticinese si sta rivelando molto attraenteper la manodopera qualificata estera, in parti-colare dell'area lombarda, ma ciò significa an-che che occorre adeguata vigilanza in quantosi stanno integrando componenti culturali fi-nora poco conosciute; questo interscambioculturale è di pregio se viene incanalato nellenostre regole e peculiarità e presuppone laconoscenza della nostra società. Con la nor-mativa in essere si può sorvegliare la questio-

ne per cui il tema non è necessariamente unproblema. Per quanto concerne gli operatoriprovenienti dall’estero, l’equipollenza del ti-tolo di studio è regolata all’art. 11 LFid. È pre-tesa inoltre un’ottima conoscenza in materiadi diritto svizzero, elemento essenziale e co-stante dell’attività, e se del caso i pretendentiesteri devono sottostare alla prova attitudina-le. Dalla mia entrata in carica, non si sono ve-rificati problemi in merito alle decisioni di au-torizzazioni ad operatori esteri, con o senzaprova attitudinale la quale, è bene ricordare,viene eseguita da un organo indipendenteesterno all’autorità che presiedo. !

Dalla casisticadelleautorizzazioniemerge che tra irichiedenti,soprattutto per ilsegmentofinanziario, èaumentata inquesti anni lacomponentestraniera

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FTAF - Federazione Ticinese delle Associazioni di Fiduciari - www.ftaf.ch - N. 33 - giugno 2016nfoi

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1. Certificato di base: Basics in AuditDal 6.9.2016 al 22.11.2016Durata: 48 oreMaggiori info: http://www.csbancari.ch/ba/index.asp; Stefania Orlandino: +41 91 9616553

2. Diploma di approfondimento: Il diritto nell'esercizio dell'attività fiduciaria in SvizzeraDal 5.9.2016 al 10.10.2016Durata: 44 oreMaggiori info: http://www.csbancari.ch/DEAFS/index.asp; Maddalena Biondi: +41 91 9616510

3. Certificato di base: Introduzione al trustDa ottobre a novembre 2016Durata: 16 oreMaggiori info: http://www.csbancari.ch/itrust/index.asp; Maddalena Biondi: +41 91 9616510

4. Certificato di base: L'assistente del fiduciario finanziario. Un percorso formativo completoDal 18/10/2016 al 29/11/2016Durata: 40 oreMaggiori info: http://www.csbancari.ch/aff/index.asp; Valentina Lucheschi: +41 91 9616551

5. Certificate of Advanced Studies: Risk Management in Banking and Asset ManagementIn collaborazione con l’Università della Svizzera ItalianaDal 7 settembre al 14 dicembre 2016Durata: 96 oreMaggiori info: http://www.csbancari.ch/RM/index.asp; Andrea Inghirami, Tel. +4191 9616522indirizzo e-mail: [email protected]

6. Convegno: Diritto del lavoro e sfera personale29.9.2016, 13.30 – 17.00

7. Convegno: Scioglimento del rapporto di lavoro e licenziamenti collettivi26.10.2016, 13.30 – 17.00

8. Diploma di approfondimento: Le società svizzere: aspetti normativi, contabili e fiscaliDal 15/09/2016 al 10/11/2016Durata: 52 oreMaggiori info: http://www.csbancari.ch/ss/index.asp; Maddalena Biondi: +41 91 9616510

9. Diploma di approfondimento: Pianificazione fiscale svizzeraDal 14/09/2016 al 01/12/2016Durata: 84 oreMaggiori info: http://www.csbancari.ch/fs/index.asp, Maddalena Biondi: +41 91 9616510

10. Executive Master: Fiscalità internazionale e il progetto OCSE Base Erosion and Profit Shifting (BEPS)con la partecipazione di Rappresentanti della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali (SFI)Da ottobre a2016 a febbraio 2017Durata: 68 ore

11. Formazione executive: Swiss Cross-Border Wealth Management Certification for Independent Asset Managers

20 e 21/10/2016Durata: 16 oreMaggiori info: http://www.csbancari.ch/SCBWM/indexiam.asp; Alfonsina Barbay+41 91 9616528

L’Istituto di Formazione delle Professioni Fiduciarie, nato dalla collaborazione fra ilCentro di Studi Bancari di Vezia e la Federazione Ticinese delle Associazioni diFiduciari, ha in programma le seguenti iniziative per il periodo giugno-dicembre 2016: