NewTon[e] 2 - Dicembre/Gennaio 2013

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In questo numero: - Recensione del film “Diaz- Il prof. del mese, Fontana! - Presidio di Libera: tutti a Firenze! - La seconda puntata di “Socrate’s High School”, il nostro fumetto! - La donna, il capolavoro dell’universo dice Rousseau - Recensione del libro “Il giardino delle pesche e delle rose- Kollettivo, perké kon la kappa? - Rubrica fotografia: Francesca Woodman - Giornata della memoria - Rubrica Costituzione, articolo 9 - Rita Levi Montalcini - Rubrica sportiva, lo sci - La canzone del mese: Summertime Il prof del mese... P rofessore emerito del liceo Newton di Chivasso, Carlo Fontana si aggira per i corridoi suscitando ammirazione con il suo singolare gusto nel vestire. La sua classica mattinata... Continua a pag. 12 Rubrica Costituzione “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio ed il patrimonio storico ed artistico della Nazione.” Si tratta di un articolo originale perché non trova riscontro nella altre Costituzioni. La Costituzione ha espresso come principio giuridico quel che è scolpito nella coscienza di ogni italiano... Kollettivo, perke’ kon la kappa? I l collettivo è uno spazio che nasce per permettere a noi, studenti del Newton, di confrontarci e affrontare insieme temi importanti che influiscono sulla nostra vita scolastica e non solo. Abbiamo deciso di creare questo spazio perchè crediamo che insieme si possa crescere, che attraverso il confronto e il dibattito si possa giungere alla maturità. Crediamo inoltre, secondo il principio che l’unione fa la forza, che insieme si possa far valere le nostre opinioni e ottenere dei risultati... Continua a pag. 6 La Gazza - Monet NewTon[e] WeCare! N.2 - Dicembre/Gennaio 2013

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Seconda uscita del giornalino del Liceo Isaac Newton di Chivasso

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In questo numero:

- Recensione del film “Diaz”

- Il prof. del mese, Fontana!

- Presidio di Libera: tutti a Firenze!

- La seconda puntata di “Socrate’s High School”, il nostro

fumetto!

- La donna, il capolavoro dell’universo dice Rousseau

- Recensione del libro “Il giardino delle pesche e delle rose”

- Kollettivo, perké kon la kappa?

- Rubrica fotografia: Francesca

Woodman

- Giornata della memoria

- Rubrica Costituzione, articolo 9

- Rita Levi Montalcini

- Rubrica sportiva, lo sci

- La canzone del mese: Summertime

Il prof del mese...

Professore emerito del liceo Newton

di Chivasso, Carlo Fontana si aggira per i

corridoi suscitando ammirazione con il suo

singolare gusto nel vestire. La sua classica

mattinata... Continua a pag. 12

Rubrica Costituzione“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca

scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio ed il patrimonio storico ed

artistico della Nazione.”Si tratta di un articolo originale perché non trova riscontro nella altre

Costituzioni. La Costituzione ha espresso come principio giuridico

quel che è scolpito nella coscienza di ogni italiano...Continua a pag. 7

Kollettivo, perke’ kon la kappa?I l collettivo è uno spazio che nasce per permettere a noi, studenti del Newton,

di confrontarci e affrontare insieme temi importanti che influiscono sulla nostra vita scolastica e non solo. Abbiamo deciso di creare questo spazio

perchè crediamo che insieme si possa crescere,

che attraverso il confronto e il dibattito si possa giungere

alla maturità. Crediamo inoltre, secondo il principio che

l’unione fa la forza, che insieme si possa far valere le nostre opinioni e ottenere dei risultati...Continua a pag. 6

La Gazza - Monet

NewTon[e] WeCare!

N.2 - Dicembre/Gennaio 2013

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Il giardino delle pesche e delle rose

“Il giardino delle pesche e delle rose”, traduzione artistica di “Peaches for Monsieur le Curé”, è l’ultimo romanzo di Joanne Harris, autrice che ha acquisito fama grazie allo splendido libro “Chocolat”, da cui era stato tratto un film nel 2007 interpretato da Johnny Depp e Juliette Binoche.

Si presenta come un ulteriore seguito appunto di “Chocolat” e de “Le scarpe rosse”. Tutti e tre i romanzi narrano le vicende di

Vianne Rocher e delle sue figlie Anouk e Rosette:

grazie al cioccolato, elemento indispensabile nell’alchimia fra persone, ed a un pizzico di magia, Vianne riesce a indagare i sentimenti più profondi degli abitanti del piccolo villaggio di Lansquenet.

In “Il giardino delle pesche e delle rose”, Lansquenet si è arricchita di un nuovo elemento: una comunità maghrebina che sconvolge le abitudini dei cittadini bigotti e crea non pochi problemi al Curato del paese, Francis Reynaud. L’unica che può riuscire a conciliare due realtà così lontane e in contrasto è Vianne, che con il linguaggio universale del cibo riesce a creare un legame con i nuovi arrivati. Ma risolvere l’enigma che si cela dietro al niqab di Inès Bencharki si rivelerà assai più arduo: il velo non le copre solo il viso, ma getta un’ombra scura su tutta la comunità.

A cura di Francesca Alloatti

Ti piacerebbe dire la tua, o vorresti che pubblicassimo una tua lettera, un commento, un disegno, una foto, insomma qualunque cosa?

Questa è la sezione per te!

Scrivici all’indirizzo [email protected] e porta il tuo contributo in tutto il liceo!

@2

Il Libro del Mese...

Riceviamo e pubblichiamo...

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DIAZdon’t clean up this blood

Il sottotitolo è emblematico: “Non lavate questo sangue”, fu la frase scritta da un gruppo di manifestanti su un foglio di carta e appeso su una finestra della scuola Diaz il mattino dopo la strage compiuta ai danni di studenti, manifestanti e giornalisti da parte dei reparti speciali della polizia di stato e carabinieri la sera del 21 luglio 2001.

Il docu-film racconta i fatti avvenuti a Genova durante e subito dopo la fine del G8 del 2001 ed in particolare nella scuola Diaz divenuta in quel periodo sede del Genoa Social Forum (un’aggregazione di partiti, movimenti e società civile che contesta la globalizzazione capitalista); quella notte intorno alle ore 22:00 facevano irruzione, grazie ad un pretesto infondato, i reparti mobili della Polizia di Stato con il supporto (come se non bastassero loro) di alcuni battaglioni dei Carabinieri.

Ebbene le scene del film non sono frutto dell’immaginazione del regista bensì ancora oggi sono atti processuali, e gli autori di tali disastri sono ancora in attesa di giudizio siccome i tempi della giustizia italiana non sono proprio dei più rapidi. Vi consigliamo la visione di questo docu-film questo mese perché penso ci riguardi molto da vicino la considerazione dello Stato verso quelle persone che,

per motivi più che fondati protestano per vari motivi che possono essere un lavoro stabile, un sistema scolastico efficiente o semplicemente uno Stato onesto.

Quando noi del Newton Media Lab vedemmo questo docu-film non riuscimmo a confrontarci ed a commentare insieme le scene poiché la reazione era una sola e comune a tutti ovvero indignazione; indignazione verso quelle persone di cui dovremmo avere piena fiducia, ed a loro volta dovrebbero proteggerci ma che raramente lo fanno.

Quindi ci piacerebbe che voi prendeste visione del film, e nel caso aveste qualche commento o reazione in merito di farcela avere, anche in modo anonimo, all’indirizzo mail: [email protected].

A cura di Claudio Andriescu

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Film del mese: Diaz

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Socrate’s High School

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Puntata n. 2

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Il collettivo è uno spazio che nasce per permettere a noi, studenti del Newton, di confrontarci e affrontare insieme

temi importanti che influiscono sulla nostra vita scolastica e non solo. Abbiamo deciso di creare questo spazio perchè crediamo che insieme si possa crescere, che attraverso il confronto e il dibattito si possa giungere alla maturità. Crediamo inoltre, secondo il principio che l’unione fa la forza, che insieme si possa far valere le nostre opinioni e ottenere dei risultati per poter costruire una scuola migliore. Ci proponiamo di discutere non solo di scuola, sarebbe una visione miope e semplicistica lamentarsi dei tagli all’istruzione, dell’inisicurezza degli edifici, della mancanza di fondi per le attività extracurricolari ecc ecc, senza analizzare la situazione che stiamo vivendo; Tuttavia la scuola è al centro delle nostre riflessioni, sia per le gravi condizioni in cui verte, sia perchè è una parte fondamentale della nostra vita. Sull’onda della contestazione studentesca svoltasi in autunno, abbiamo deciso che anche il Newton avesse diritto al suo collettivo, che mancava ormai da troppo tempo, le contestazioni sono state mosse oltre che dai numerosi tagli, dannosi sia per noi studenti, sia per il corpo docenti, anche dal timore che potesse passare la fantomatica legge Aprea, la quale prende il nome dal suo promotore, l’on. Valentina Aprea. Questo disegno di legge, già presentato nel 2008, viene riproposto dall’ onorevole provocando ciò che abbiamo visto. ma in che cosa consiste la legge Aprea? perchè è tanto contestata? Il testo del disegno di legge è stato modificato rispetto a quello presentato nel 2008, si è cercato di mitigare un po’ i contenuti, affinchè venisse approvato e diventasse legge, ma i principi di base, quelli che fanno indignare e arrabbiare gli studenti sono sempre gli stessi, dunque andiamo ad analizzarli:

Quello che c’è da sapere sulla legge ApreaSi passerebbe dal C.d.i (consiglio di istituto) al nuovo C.d.a (consiglio di autonomia), che ricorda tanto il consiglio di amministrazione delle aziende, con questo cambio di nome dell’ordine collegiale, che risulta apparentemente una semplice operazione di facciata, avviene una prima e importante innovazione: l’introduzione dei cosiddetti “membri esterni”, ovvero i privati, nella gestione scolastica. Questi ultimi sono proposti o direttamente nominati all’interno del C.d.a dal Preside, una figura fortemente rivalutata con la legge Aprea e in cui si concentrerebbero poteri in maniera centralista. Un’ulteriore piccola annotazione da fare su questa prima parte: nel Consiglio di Autonomia secondo il disegno di legge sarebbero presenti in maniera paritetica i rappresentati dei genitori e dei docenti, non si capisce perchè gli studenti non possano avereanch’essi una rappresentaza paritetica.In seguito vi è la costituzione di reti e consorzi a sostegno dell’autonomia: “Le scuole possono costituirsi in reti, associazioni e consorzi per ricevere contributi da fondazioni finalizzate al sostegno economico delle attività[...]” così recita il testo della legge e prosegue “I partner possono essere soggetti pubblici o privati, fondazioni, associazioni, associazioni di genitori o cittadini e organizzazioni no-profit.”, con questo si avrebbe il tanto temuto ingresso dei privati nelle scuole! L’apertura delle scuole agli investimenti privati potrebbe essere molto pericoloso, poichè data la situazione di ristrettezze economiche che la scuola pubblica sta vivendo, ogni entrata sarebbe bene accetta, a qualsiasi condizione! Ciò che preoccupa è dunque che L’entrata di soggetti esterni portatori di capitali produrrebbe conflitti di interessi pericolosi nella gestione e nella programmazione formativa della scuola. La cosa grave da notare nella privatizzazione della scuola pubblica è che, in quanto pubblica, la scuola dovrebbe essere a carico dello stato, dunque uno stato che non riesce a (o non vuole) farsene carico deve ammettere di avere fallito, e anzi di essere fallito!un ultimo appunto è infine da fare sul paragrafo “Abrogazioni”: tra le abrogazioni previste da questa proposta di legge vi sono numerosi articoli del Testo Unico sulla scuola, all’interno del quale sono regolamentate grandissima parte dei diritti degli studenti. Nonostante la proposta di legge dia un vago rimando a garanzie di diritti d’assemblea e rappresentanza per gli studenti, è esplicito l’ intento di demandarne il funzionamento e la discrezionalità alle autonomie scolastiche attraverso i propri statuti e/o regolamenti. Ovvero con il pretesto di dare maggiore autonomia alle scuole (sarebbe infatti il consiglio di autonomia a deliberare il regolamento e lo statuto), si mette in atto un attentato ai diritti degli studenti e agli spazi democratici della scuola.

A questa proposta di legge, che, per ora, non è più una priorità ed è passata in secondo piano per cause maggiori (dimissioni di Monti e imminenti votazioni), si aggiunge una situazione che è, invece, di primaria importanza e non può passare in secondo piano o aspettare i tempi della politica per essere discussa e risolta: l’insicurezza degli edifici scolastici, la

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Kollettivo, perke’ kon la kappa?

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situazione è delle più disastrose. ricordiamo che solo a novembre Antonio Saitta, presidente della provincia di Torino, ha ipotizzato che presto non potrà nemmeno più pagare i riscaldamenti alle scuole, per la mancanza di fondi, dopo queste dichiarazioni, ha anche inviato una lettera aperta alle scuole torinesi: «Negli ultimi 15 anni - ha scritto - la Provincia di Torino ha impegnato più di300 milioni di euro in nuove scuole, interventi strutturali, manutenzioni. Importi negli ultimi anni in costante discesa e giudicati insufficienti. Per questo nel 2010 lo Stato si era impegnato a corrisponderefinanziamenti eccezionali: 85 milioni di euro. Risorse mai arrivate. Nel 2008 avevamo ancora impegnato per l’edilizia scolastica oltre 21 milioni di euro, nel 2012 purtroppo solo 3,5 milioni e non per nostra scelta ma per effetto dei tagli governativi. La denuncia che ho fatto -conclude Saitta- serve proprio a questo. A ricordare al Governo e a tutti che oggi, con i nuovi tagli, non è in discussione il bilancio o l’esistenza della Provincia, ma l’esistenza stessa della scuola pubblica».Quelle di Saitta sono parole forti e denunciano una situazione molto più grave di quanto chiunque avrebbe potuto immaginare.In questa situazione di totale precarietà per la scuola è nato il nostro collettivo (con la cappa), per dibattere di questi temi e insieme sensibilizzare gli altri studenti e l’opinione pubblica in generale. Sono infatti previsti incontri in cui sarà analizzata la situazione per poi fare qualcosa di concreto! Ci siamo rotti di stare con le mani in mano e lamentarci come fanno tutti! A riguardo abbiamo già fatto alcune iniziative tra cui manifestazioni, una lettera al ministro dell’istruzione Profumo, assemblee pubbliche et similia, ma molte cose sono ancora da fare.E per non rendere vano il nostro sforzo abbiamo bisogno della partecipazione di tutti! perciò vi ricordo che le riunioni del

Kollettivo, si terranno di sabato in aula magna a partire dall’una, venite numerosi e uniti cercheremo di cambiare le cose!

A cura di Emiliano Macrì

ARTICOLO 9 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA

“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio ed il patrimonio storico ed artistico della Nazione.”

Si tratta di un articolo originale perché non trova riscontro nella altre Costituzioni. La Costituzione ha espresso come principio giuridico quel che è scolpito nella coscienza di ogni italiano ovvero sviluppo, ricerca, cultura e tutela del patrimonio, che insieme formano un tutto inscindibile. Anche la tutela dunque deve essere concepita non in senso di passiva protezione, ma in funzione della cultura dei cittadini. L’ art. 9 è la bandiera delle battaglie di questi anni contro gli assalti al patrimonio culturale e al paesaggio. I valori difesi dal primo comma sono quelli della nostra stessa identità culturale. La Repubblica riconosce l’importanza della cultura e la libertà della ricerca per elevare ogni individuo e la società. Con questo articolo viene garantito il patrimonio storico e artistico del nostro territorio, simbolo di libertà ed istruzione, di insegnamento, di ricerca e soprattutto di importanza di una cittadinanza istruita.

A cura di Claudio Andriescu e Costanza Fusaro

EMBLEMA DELLA REPUBBLICA ITALIANAIl simbolo è costituito da una stella bianca detta Stella d’Italia sovrapposta ad una ruota dentata di acciaio simbolo del lavoro su cui si basa la Repubblica. L’insieme è racchiuso da un ramo di quercia che simboleggia la forza e la dignità del popolo e da un ramo di olivo rappresentante della volontà di pace della nazione.L’emblema fu adottato il 5 Maggio 1948 a seguito di un concorso pubblico vinto dall’artista Paolo Paschetto.

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Rubrica Costituzione

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Francesca Woodman

“Some Disordered Interior Geometries” era il titolo della prima ed unica collezione fotografica di Francesca Woodman, ideata e presentata prima del suicidio (19 gennaio 1981).

Immagini che evocano tristezza ed eleganza e non fondano il reale, ma cercano di rivelare l’invisibile attraverso il visibile. Giochi continui di corpi che si mimetizzano tre le pareti che lo inglobano, corpi riflessi negli specchi e sospesi nello spazio. Il corpo come soggetto e oggetto dell’impalpabilità e della mutabilità. Il corpo come strumento che dialoga con l’ambiente circostante, naturale o architettonico, che lo confonde e lo assorbe. Apparizioni e occultamenti, entrare ed uscire da sé, essere presente un istante e poi sparire.“Ho dei parametri e la mia vita a questo punto è paragonabile ai sedimenti di una vecchia tazza da caffè e vorrei piuttosto morire giovane, preservando ciò che è stato fatto, anziché cancellare confusamente tutte queste cose delicate.”“La cosa che mi interessava di più era la sensazione che la figura, più che nascondersi da se stessa, fosse assorbita dall’atmosfera, fitta e umida”

Francesca Woodman nasce a Denver il 3 aprile 1958. Figlia d’arte, il padre George un pittore, la madre Betty una ceramista, scopre presto la passione per la fotografia. Frequenta la Rhode Island School of Design, dove coltiva l’amore per le opere di Man Ray, Duane Michals e Arthur Fellig Weegee.Nel gennaio del 1981 pubblica la sua prima ed unica raccolta di fotografia dal titolo Some Disordered Interior Geometries. Nello stesso mese compie il gesto disperato che pose fine alla

sua breve e fragile esistenza. All’età di 22 anni si suicida gettandosi dalla finestra dello studio newyorkese nel quale lavorava.Spero che questo tipo di scelta, abbastanza insolita e particolare possa in qualche modo incuriosirvi e appassionarvi.

A cura di VirginiaBoscolo

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Rubrica Fotografia

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Lasciati coinvolgere dalla magica atmosfera di Wengen

e Kitzbühel...

Per questa edizione abbiamo deciso di parlare del re degli sport invernali, lo sci alpino.Per chi non lo sapesse la coppa del mondo si tiene ogni anno e le gare hanno luogo in diverse località montane. Ogni inverno infatti gli atleti del circo bianco si giocano la coppa di cristallo e le varie coppette di specialità: discesa, superG, gigante, slalom e supercombinata.Esponiamo brevemente le differenze, dovute prevalentemente alla distanza tra le porte. Discesa e superG sono considerate due discipline veloci in cui si possono sfiorare i 130 km/h e vengono disputate in una sola manche. Slalom e gigante sono invece due discipline tecniche che si compongono di due frazioni, con l’inversione dei 30 migliori atleti nella seconda. Lo slalom si svolge tra pali snodati mentre nel gigante le porte sono più distanti, così com’è maggiore l’arco di curva. Infine la supercombinata si articola in una manche di discesa e una di slalom. Dal 2011 è stata inserita una nuova specialità: lo slalom parallelo, molto spettacolare ed emozionante poiché i due atleti partono allo stesso momento e scendono affiancati sino al traguardo. Le piste sono dislocate prevalentemente in Austria, Svizzera, Italia, Canada, Stati Uniti, Germania e sporadicamente in Spagna. Tra le “classiche” vanno menzionate senza dubbio l’austriaca Kitzbühel, la svizzera Wengen, la mitica Birds of Pray a Baever Creek in Colorado, mentre l’Italia si difende con la Gran Risa in Val Badia, Bormio e Cortina.Ormai siamo a circa metà stagione e nel versante femminile i giochi sembrano ormai praticamente fatti: la slovena Tina Maze si è dimostrata imbattibile nelle discipline tecniche e sembra involata verso la vittoria finale, a meno di un clamoroso

recupero di Lindsey Vonn, campionessa uscente. Proprio la statunitense è incappata in misteriosi problemi di salute che l’hanno tenuta lontana dalle gare per circa un mese e le hanno, di fatto, impedito il confronto con la Maze. Da parte sua però l’americana ha consacrato il dominio della rivale, queste le sue parole: ”Sta vincendo con merito. É una grande atleta e sta dimostrando tutto il suo valore”. Un bel gesto di sportività, dopo le tante polemiche occorse tra le due. In campo maschile la gara è invece aperta: il campione in carica Marcel Hirscher e il re norvegese della velocità Aksel-lund Svindal sembrano un gradino sopra tutti, primo degli inseguitori il dominatore dei giganti Ted Ligety. L’impressione è che si deciderà tutto nel

finale come nel 2009 quando proprio il “vichingo” la spuntò sull’austriaco Benny Raich per soli 2 punti.Capitolo azzurri. Le donne stanno faticando e, complice l’infortunio di Federica Brignone, i risultati stentano ad arrivare: solo un podio al momento grazie alla splendida prestazione di Daniela Merighetti nella discesa di San Anton. In campo maschile la situazione è invece più rosea: già tre vittorie e parecchi podi, in particolare grazie alla squadra di velocità (Innerhofer, Paris, Heel, Marsaglia, Fill) e a un ritrovato Manfred Moelgg, addirittura quinto nella classifica generale.La stagione avrà il suo apice nei primi di febbraio con i Mondiali di Schladming (in Austria), speriamo di poter sentire le note dell’Inno di Mameli risuonare dal ghiacciaio.

A cura di Gabriele Rosso e Andrea Pogliano

Le Sicurezze

PortiereHandanovic. L’Inter occupa i primi posti della classifica soprattutto per merito della sua difesa e dello sloveno, che ha un’ottima fama di pararigori.

DifensoreG. Rodriguez. Il gigliato è una delle rivelazioni del campionato e segna parecchio per essere un difensore.

CentrocampistaPirlo. Il playmaker della nazionale ha le chiavi della mediana juventina e si rende spesso pericoloso con le sue velenose punizioni.

Attaccante

Osvaldo. Il romanista è uno dei migliori giocatori per media punti ed è avvantaggiato dal gioco offensivo di Zeman.

Gli Affari

PortiereAndujar. Si può puntare su di lui come secondo portiere sebbene alterni parate notevoli a papere mostruose.

Difensore

Glik. Il giocatore granata non sfigura al centro della difesa ed è spesso pericoloso nelle incursioni in area avversaria.

Centrocampista

Obiang. Il mediano della Samp ha dimostrato di avere grande senso tattico e di essere dotato di un buon tiro.

AttaccanteMuriel. La punta dell’Udinese è ritornata dopo un lungo infortunio, mettendosi in mostra con giocate spettacolari.

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Rubrica sportiva

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Ciao ragazzi!Per questo numero abbiamo scelto il brano ‘’Summertime’’, la

versione di Janis Joplin.Questo brano, nato, incredibile ma vero, come aria di opera lirica, venne composto da George Gershwin nel 1935 e ripreso da moltissimi artisti; si parla addirittura di più di 30 000 versioni differenti.

Il testo ricorda quello di una ninna nanna e trasmette un messaggio di speranza verso il futuro.

L’autore si rivolge a un bambino e lo incoraggia (“Summertime, time, time, Child, the living’s easy […]Your daddy’s rich….And your ma is so good-looking, baby. […]No, no, no, don’t you cry…”).

La voce calda e roca dell’artista, caratteristica per cui è detta anche “Regina bianca del blues”, s’intona perfettamente con le note leggere e limpide dell’ emozionante brano.

Janis Joplin fa parte del tristemente famoso “Club 27”.

Infatti è morta come altri artisti (tra i quali il leggendario Jim Morrison, l’ affascinante Curt Cobain e altre leggende della musica internazionale) alla giovane età di 27 anni, probabilmente per un abuso di eroina dalla quale non si era mai separata; ancora non è chiaro se si è trattato o meno di suicidio.

Si è chiusa così la breve esistenza di una donna dotata di un talento straordinario, ma che per tutta la vita si è portata dentro l’insicurezza dell’adolescente introversa e presa in giro che era stata.

Janis Joplin ha voluto che le sue ceneri fossero sparse nell’Oceano Pacifico, forse per trovare la serenità che non aveva raggiunto da viva.

Sarà sempre ricordata per i suoi capolavori, originali ed emozionanti, e per il timbro della voce: duro, dolce e coinvolgente allo stesso tempo.

Riteniamo che solo i grandi artisti, possano davvero portarci in un vortice di emozioni tanto intenso.

Lei era tra quelli, lei è stata la migliore.

Al prossimo numero!!!

A cura di Lorenzo Zitarosa e Francesca CalliInoltre vi suggeriamo…Giorgio Gaber – “La libertà”The Script – “For the first time”Little Richard – “Good golly miss molly”

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La Canzone del mese

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Ciao a tutti! Questa rubrica è nata quando abbiamo pensato ai problemi che

quotidianamente ci capita di affrontare.

Tra scuola, famiglia, e i molto noti problemi di cuore a volte abbiamo voglia solo di sfogarci e ricevere consigli da persone che guardino i fatti in modo oggettivo e soprattutto senza giudicare. scriverci potrebbe sembrare infantile o stupido ma noi vogliamo solo ascoltarvi in veste di vostre coetanee che capiscono quello che tutti i giorni affrontate, anche le piccole cose che agli occhi di un adulto possono sembrare insignificanti, e magari consigliarvi (se ci riusciamo).

Potete rivolgervi a noi anche in modo anonimo. Speriamo che ci scriverete in molti…e ci leggerete!

Psiki <3

P.S. : contattateci all’indirizzo e-mail [email protected] (giuriamo di non pubblicare i vostri indirizzi)

A cura di Giulia Osella e Francesca Calli

Evidentemente non tutti sono d’accordo con

questo filosofo, come recentemente ci ha dimostrato Pietro Corsi, prete della chiesa di San Terenzio paesino vicino Lerici, in provincia di La Spezia.Egli infatti il 25 dicembre ha fatto in modo che all’entrata della chiesa i credenti che venivano ad ascoltare la messa di Natale trovassero affisso un volantino alquanto offensivo verso le donne in generale e quelle vittime di violenza in particolare.Esso aveva come titolo “Donne e il femminicidio: facciamo sana autocritica. Quante volte provocano?”Invitava le vittime di violenza a riflettere sul ruolo da loro rappresentato nei momenti probabilmente più brutti della loro vita. Purtroppo il prelato (se così ancora lo si può chiamare…) non intendeva fornire un aiuto psicologico ma un possibile esame di coscienza per insinuare il dubbio di essere state troppo provocanti o sensuali nelle donne che si sono viste violentare.Rimane a difendere don Corsi il sito al quale si era ispirato: quel Pontifex che ospita, spesso, interventi omofobi e antisemiti. In un post, a firma di Bruno Volpe, si sostiene che “la Chiesa cattolica ha bisogno di preti come lui. Ma purtroppo, alcune visioni degenerate e personalistiche del Concilio Vaticano II ci propongono vescovi molli, talora imbroglioni e persino bugiardi”. Nessuno di Pontifex ha inneggiato alla violenza sulle donne che ritiene esecrabile e da condannare, come la violenza sugli uomini. Ma occorre dire le cose come stanno. Spesso le donne non sono quegli angeli del focolare che pretendono fare credere, cadono in adulterio, trascurano i doveri della famiglia, vestono in modo indecoroso ed esasperano (lo stesso dicasi per gli uomini).Questo è ciò che ha espresso il blog d’informazione cattolica (così è definito…), il sito internet da cui Pietro Corsi ha stampato l’articolo.Ad un mese esatto dalla giornata contro la violenza sulle donne, dopo essere venuti a conoscenza di un orribile incremento del numero di vittime di femminicidio (nel solo 2012 in Italia ve ne sono state più di cento), i due terzi delle quali subiscono violenze dai propri mariti o conoscenti, ci troviamo a dover affrontare l’idea di persone che attribuiscono le colpe di delitti non ai carnefici bensì alle vittime.Ora noi ci chiediamo, sperando di non essere gli unici, come reagirebbero quegli stessi carnefici al pensiero di essere protetti? E le donne violate al ritrovarsi una porta chiusa dalle persone che più di tutte dovrebbero essere

coloro che consolano e aiutano a superare i dolori che la vita infligge?

A cura di Fabio Cassisa e Giulia Osella

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La donna, il capolavoro dell’universo dice Rousseau.

Psiki

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Professore emerito del liceo Newton di Chivasso, Carlo Fontana si aggira per i corridoi suscitando ammirazione con il suo singolare gusto nel vestire.

La sua classica mattinata (dopo aver risolto i casi di svenimento in corridoio dovuti all’abbinamento di papillon, camicia azzurra o rosa e pantaloni gialli) si svolge nel laboratorio di comunicazione del classico tra lezioni di flash, con i clip filmato che protestano all’anagrafe perché sono tutti omonimi di protagonisti dei cartoni della disney, e di photoshop, accompagnate dall’immancabile cane del fuoco prospettico o, per gli studenti più anziani, dalla bambina sulla spiaggia (ndr immagini di esempio).

Tuttavia le chicche migliori arrivano trattando dreamweaver, infatti durante queste lezioni il professor Fontana tira fuori tutto il suo estro artistico nella scelta dei colori, è ormai celebre il giallino universalmente noto come “giallo Fontana” (e codificato in esadecimale come #FFFFCC).

Durante le verifiche poi è temutissima dagli studenti perditempo la famosa frase “è ora, diamo il done”, proferita con sguardo al di sopra delle lenti degli occhiali ormai scivolati sul naso, che precede la consegna virtuale dei compiti. A fine giornata, dopo un ultimo sguardo amorevole alle file di computer silenziosi, è lo stesso professore a chiudere a chiave il laboratorio prima di rientrare a casa...

Testo a cura di Carlo DebernardiDisegno a cura di Mattia Tomaino

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Il Prof del mese: Fontana!

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Rita Levi Montalcini nasce a Torino il 22

aprile 1909 da Adamo Levi, ingegnere elettronico, ed Adele Montalcini, pittrice. Nonostante il padre nutrisse un grande rispetto per le donne, pensava che una carriera scolastica avrebbe potuto interferire con la loro vita familiare.

Tuttavia, all’età di venti anni Rita Levi Montalcini iniziò gli studi arrivando, in otto mesi, a frequentare l’Università degli studi di Medicina di Torino con Salvador Luria e Renato Dulbecco, entrambi futuri Premi Nobel come la stessa Rita, e allievi di Giuseppe Levi. A causa delle leggi razziali emanate da Mussolini la Montalcini, figlia di una famiglia ebrea, fu costretta a fuggire a Bruxelles, successivamente tornò in Italia ma non ebbe altra possibilità se non quella di rifugiarsi. Si nascose a Firenze dove, in seguito alla cacciata dei Tedeschi del ’44, divenne medico del Quartier Generale anglo-americano.

Terminata la guerra, tornò a Torino con la famiglia. Decise, sotto l’invito di un medico a cui ispirava le sue ricerche, di trasferirsi negli Stati Uniti. Qui, dopo 30 anni di ricerche e studi scientifici, scoprì il fattore di

accrescimento della fibra nervosa (NGF). Questa scoperta le valse, nel 1986, il Premio Nobel per la Medicina. La sua carriera non si interruppe; il suo impegno si può vedere non solo in campo medico ma anche in campo politico. Nel 2001 fu nominata Senatrice a vita, ma non fu l’unica onorificenza che ricevette; poteva vantare diverse lauree ad honorem e riconoscimenti in campo medico da molteplici Università in tutto il mondo. E’ da poco mancata questa “piccola signora dalla volontà indomita e dal piglio di principessa”, come la definì Primo Levi. Una piccola Signora, grande d’Italia nel mondo.

A cura di Costanza Fusaro

Ciao a tutti!Dopo la scorsa uscita, in cui abbiamo ricapitolato rapidamente gli eventi dell’estate e delle inchieste Minotauro e Colpo di Coda, siamo nuovamente costretti a riflettere sulla situazione del nostro territorio. E questa volta a costringerci è una fucilata in faccia sparata a Torino contro un pregiudicato di nome Cosimo Damiano Vasile. Sinceramente credo che sorga spontanea in tutti noi la necessità di reagire, di fare qualcosa par disgregare un’organizzazione la cui violenza non è che la rappresentazione più manifesta. E proprio per reagire abbiamo due proposte da farvi:

- Aderire alla campagna “Riparte il futuro”, la più grande mobilitazione on-line contro la corruzione, che si propone di chiedere impegni concreti ai candidati delle prossime elezioni riguardo prima di tutto alla trasparenza personale, ed in seguito alla modifica di una normativa che ad oggi è lacunosa. Basta una firma sul sito www.riparteilfuturo.it per fare la propria parte in questa battaglia.

- Partecipare alla XVIII Giornata della Memoria e dell’Impegno in Ricordo delle Vittime delle Mafie il 16 marzo a Firenze. Il programma prevede partenza la notte del 15, manifestazione nazionale organizzata da Libera al mattino, laboratori ed attività o visita autonoma della città il pomeriggio, rientro la notte del 16. Costo complessivo 30 €. È importante partecipare a questo momento di contrasto culturale alle mafie ma anche di grande divertimento e socialità. Per gli interessati rivolgersi a Carlo Debernardi (III B classico).

A cura di Carlo Debernardi

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Libera, Presidio “Angelo Vassallo”

Rita Levi Montalcini

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Andrea PoglianoCarlo DebernardiClaudio AndriescuCorinne FenoglioCostanza FusaroEdoardo FusaroEmiliano MacrìFabio CassisaFabio Nicola

Ecco a voi gli intrepidi membri dello staff che ha lavorato alla realizzazione di questa uscita del giornalino:

Francesca AlloattiFrancesca CalliGabriele RossoGiulia OsellaLorenzo ZitarosaMariangela FranciniMattia TomainoVirginia Boscolo

Al lavoro sulla scorsa uscita

Di fronte a certe tragedie, le parole sono superflue.Talvolta sono le immagini a parlare da sole. La strage

perpetrata per anni dal regime nazista nei campi di sterminio è una di queste. Milioni di uomini sono stati privati della loro umanità, del loro essere, perché “diversi”. Il dramma della shoah esula da qualsiasi metro di definizione. Lo sterminio sistematico non solo di ebrei ma anche di zingari, omosessuali, disabili e di tutti coloro ritenuti “scomodi” per la società non è accettabile da nessun punto di vista, eppure ancora oggi fatti di simile inumanità avvengono: la cosiddetta “Questione palestinese” e i “laogai” cinesi non sono che alcuni esempi di quanto l’uomo possa perdere di vista la sua dignità in nome di ideali distorti.Lo Stato riconosce, con la legge 20 del luglio 2000, il 27 gennaio come “ Giorno Della Memoria”. In tale giorno, citando l’articolo 2 della legge già citata,” sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione[…] affinché simili eventi non possano mai più accadere.” Questa non può che essere opinione condivisa universalmente, anche se spesso i discorsi tenuti dai maggiorenti sembrano rifarsi a frasi fatte come “mai più”. Per evitare questa banalizzazione, in occasione del “Giorno Della Memoria” nella nostra scuola abbiamo l’opportunità di partecipare ad eventi come la proiezione di un filmato rivolto agli alunni,“ La strada di Levi”, che ripercorre le tappe del viaggio di ritorno del grande scrittore dal campo di sterminio di Auschwitz.Ora, parafrasando S. Quasimodo, sperando che tali episodi non si ripetano mai più, “possiamo riprendere le cetre appese, in voto, ai rami dei salici.”

A cura di Francesca Calli, Edoardo Fusaro e Mariangela Francini

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Giornata della memoria

Lo Staff

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Ci siamo resi conto della necessità di creare questo strumento

osservando la diffusa inerzia riguardo a temi di impegno civile, sociale e politico che si può incontrare camminando in cortile e nei corridoi durante l’intervallo o chiacchierando prima o dopo il suono della campanella.

Per questo motivo lo scopo della creazione di questo giornalino è deliberatamente quello dell’alfabetizzazione politica tramite l’espressione degli interessi più svariati e l’osservazione critica.

Perché crediamo nella Politica (con la “P” maiuscola) come spazio di affermazione dell’individuo in una comunità, nella polis.

Perché crediamo nel bisogno di informazione.

Perché crediamo nella partecipazione dei cittadini, che sta alla base dell’attività democratica.

Perché crediamo che Politica significhi uscire dai problemi tutti insieme.

Perché crediamo che la Politica nasca da una cultura impegnata ed attenta.

Perché crediamo che nella scuola sia fondamentale formarsi per diventare cittadini attivi e responsabili capaci di una visione critica.

Perché crediamo che il qualunquismo, l’ignoranza e l’ignavia siano i tre mali del nostro Paese e della democrazia in generale.

Perché crediamo che la bellezza nata dall’espressione delle proprie personalità possa cambiare le cose.

Perché crediamo, parafrasando De André, che “anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”.

Per tutta questa serie di motivi abbiamo deciso di riunire un gruppo e far nascere questa esperienza di civiltà. Lo spirito del progetto è quello di permettere l’espressione di tutti per generare dibattiti ed interrogativi, per diffondere un clima di confronto culturale e di crescita.

Tutto ciò è possibile solo con l’humus delle esperienze di singoli che scelgono di condividerle e di aprirsi alla comunità tramite le forme più disparate, dall’articolo alla fotografia, dalla storia a puntate al fumetto.

Per questo invitiamo a farsi avanti chiunque voglia mettere in comune un pezzetto dei suoi interessi per “contaminare” in positivo l’esperienza di tutti.

“La Storia siamo noi” - Francesco De Gregori

p.s: se ancora la parola “Politica” vi suona strana date di nuovo un’occhiata alle pagine precedenti, probabilmente vi aiuterà a capire cosa intendiamo.

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Perchè un giornalino al Newton?