Newsletter eurodeputati pd_giugno2016

12
EDITORIALE PATRIZIA TOIA capodelegazione degli eurodeputati Pd, vicepresidente commissione Industria [email protected] Africa può essere una minaccia, ma può anche diventare un’opportu- nità ed è, in ogni caso, il futuro. In Italia a forza di polemiche autore- ferenziali, anche all’interno del Partito De- mocratico, alcuni non si sono resi conto né della sfida che abbiamo di fronte né della novità storica di un Governo che ha messo l’Africa al centro della sua politica estera e che sta cambiando in questa direzione la stessa politica estera dell’Europa. La comu- nicazione della Commissione europea sui “patti” con i Paesi africani, esplicitamen- te ispirata alle proposte avanzate da Mat- teo Renzi con il Migration Compact, è il punto di partenza di una nuova relazione tra Ue e Africa. Ma questo atto è anche il frutto e il punto di arrivo di un processo di maturazione politica del Partito Demo- cratico, che è riuscito a mettere insieme il meglio della tradizione progressista italiana e che sta modernizzando e allargando al campo democratico tout-court la sinistra europea, cominciando a costruire a Bru- xelles una vera politica estera comune e restituendo al Mediterraneo la centralità che ha sempre avuto storicamente. Il caso ha voluto che la Commissione abbia pre- sentato la sua proposta due giorni dopo il voto alle elezioni amministrative in Italia. Il risultato paradossale è che, nel momento in cui il nostro Paese ha ottenuto uno dei suoi maggiori successi in Europa e nella politica estera, in Italia giornalisti e poli- tici non se ne sono accorti perché troppo accalorati e “avvitati” su polemiche e tat- tiche locali. Non è la prima volta. Quando due anni fa Matteo Renzi ha insistito sul- L’ la nomina di Federica Mogherini ad Alto rappresentante per la politica estera euro- pea sono stati in molti a dire che si trattava di una battaglia inutile per l’Italia. Martedì invece è stata proprio Federica Mogherini a venire nell’aula della plenaria a Strasbur- go per illustrare il piano della Commissio- ne per l’Africa, a cui ha lavorato insieme al vicepresidente della Commissione Frans Timmermans e in contatto costante con le autorità italiane. Sempre martedì a Stra- sburgo è stato Gianni Pittella, che guida i partiti progressisti europei nel Gruppo dei Socialisti e Democratici, a lanciare l’allar- me sui massacri in Congo, ed è stata l’eu- rodeputata Pd Cécile Kyenge a firmare, da co-relatrice, la relazione dell’Europarla- mento sull’immigrazione, così come siamo stati sempre noi eurodeputati Pd a tenere alta l’ambizione della proposta del Grup- po S&D e a costruire ampi consensi con i deputati di tanti Paesi. Insomma, se oggi l’Europa sta cominciando a prendere co- scienza della necessità di mettere l’Africa al centro delle sue politiche è anche e so- prattutto grazie alla ritrovata credibilità e al nuovo protagonismo dell’Italia a Bruxel- les. L’Africa è un continente giovane, con un miliardo e cento milioni di abitanti e in pieno boom demografico. Se sarà una grande opportunità o una grande minaccia dipende in gran parte del ruolo che sarà in grado di svolgere l’Ue. Nei prossimi anni dall’Africa potrebbero venire flussi migra- tori incontrollati e conflitti destabilizzanti oppure l’Ue potrebbe costruire con i Paesi africani dei partenariati economici e poli- tici proficui per tutti, così come proposto dal Governo Renzi e dalla Commissione. Secondo tutte le stime nei prossimi dieci anni il Pil dell’Africa crescerà a ritmi im- pensabili per le economie europee. Poli- tica ed economia non esauriscono, però, la sfera delle relazioni tra i due continenti: essenziale sarà in ogni caso il dialogo cul- turale e la capacità di elaborare regole e modalità di convivenza plurale, rispettosa dei diritti comuni fondamentali e aperta all’accettazione delle diversità. STRASBURGO PLENARIA 6-9 GIUGNO 2016 ELUSIONE FISCALE La proposta della Commissione per una diretti- va comunitaria anti-evasione fiscale nell’UE è stata accolta dal Parlamento in una risoluzio- ne approvata mercoledì. I deputati chiedono li- miti più rigorosi alle detrazioni per i pagamenti degli interessi e norme più severe sui redditi esteri, con un’aliquota minima d’imposta al 15%. IMMIGRAZIONE Le nuove proposte della Commissione euro- pea per una revisione del sistema della “blue card” per i lavoratori altamente qualificati pro- venienti da paesi terzi e per un piano d’azione per promuovere l’integrazione dei migranti all’interno dell’Unione europea sono state di- scusse martedì con il Commissario Dimitris Avramopoulos. ALIMENTARE I deputati hanno invitato la Commissione, in una risoluzione votata martedì, a presentare delle proposte contro le pratiche commercia- li sleali nella filiera alimentare, in modo da garantire un reddito equo per gli agricoltori e una vasta scelta per i consumatori. L’obiettivo dovrebbe essere quello di garantire relazioni trasparenti tra produttori, fornitori e distributo- ri di prodotti alimentari. TUNISIA Un prestito di 500 milioni di euro alla Tunisia, effettuato a condizioni favorevoli, per aiutare il paese a ridurre il suo debito estero e consoli- dare i propri meccanismi democratici, è stato approvato dal Parlamento mercoledì. Per ave- re accesso al credito, la Tunisia dovrà firmare un memorandum di intenti con la Commissione europea, impegnandosi a realizzare riforme strutturali e a perseguire una sana gestione delle finanze pubbliche. CERTIFICATI Nuove norme comunitarie che semplificheran- no le procedure per dimostrare l’autenticità di alcuni documenti pubblici ottenuti in altri Stati membri, come i certificati di nascita, matrimo- nio e paternità, e garantirne il riconoscimento nel paese di residenza, sono state approvate dal Parlamento giovedì. NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016 1

Transcript of Newsletter eurodeputati pd_giugno2016

Page 1: Newsletter eurodeputati pd_giugno2016

EDITORIALE

PATRIZIA TOIAcapodelegazione degli eurodeputati Pd,vicepresidente commissione [email protected]

Africa può essere una minaccia, ma può anche diventare un’opportu-nità ed è, in ogni caso, il futuro. In Italia a forza di polemiche autore-

ferenziali, anche all’interno del Partito De-mocratico, alcuni non si sono resi conto né della sfida che abbiamo di fronte né della novità storica di un Governo che ha messo l’Africa al centro della sua politica estera e che sta cambiando in questa direzione la stessa politica estera dell’Europa. La comu-nicazione della Commissione europea sui “patti” con i Paesi africani, esplicitamen-te ispirata alle proposte avanzate da Mat-teo Renzi con il Migration Compact, è il punto di partenza di una nuova relazione tra Ue e Africa. Ma questo atto è anche il frutto e il punto di arrivo di un processo di maturazione politica del Partito Demo-cratico, che è riuscito a mettere insieme il meglio della tradizione progressista italiana e che sta modernizzando e allargando al campo democratico tout-court la sinistra europea, cominciando a costruire a Bru-xelles una vera politica estera comune e restituendo al Mediterraneo la centralità che ha sempre avuto storicamente. Il caso ha voluto che la Commissione abbia pre-sentato la sua proposta due giorni dopo il voto alle elezioni amministrative in Italia. Il risultato paradossale è che, nel momento in cui il nostro Paese ha ottenuto uno dei suoi maggiori successi in Europa e nella politica estera, in Italia giornalisti e poli-tici non se ne sono accorti perché troppo accalorati e “avvitati” su polemiche e tat-tiche locali. Non è la prima volta. Quando due anni fa Matteo Renzi ha insistito sul-

L’

la nomina di Federica Mogherini ad Alto rappresentante per la politica estera euro-pea sono stati in molti a dire che si trattava di una battaglia inutile per l’Italia. Martedì invece è stata proprio Federica Mogherini a venire nell’aula della plenaria a Strasbur-go per illustrare il piano della Commissio-ne per l’Africa, a cui ha lavorato insieme al vicepresidente della Commissione Frans Timmermans e in contatto costante con le autorità italiane. Sempre martedì a Stra-sburgo è stato Gianni Pittella, che guida i partiti progressisti europei nel Gruppo dei Socialisti e Democratici, a lanciare l’allar-me sui massacri in Congo, ed è stata l’eu-rodeputata Pd Cécile Kyenge a firmare, da co-relatrice, la relazione dell’Europarla-mento sull’immigrazione, così come siamo stati sempre noi eurodeputati Pd a tenere alta l’ambizione della proposta del Grup-po S&D e a costruire ampi consensi con i deputati di tanti Paesi. Insomma, se oggi l’Europa sta cominciando a prendere co-scienza della necessità di mettere l’Africa al centro delle sue politiche è anche e so-prattutto grazie alla ritrovata credibilità e al nuovo protagonismo dell’Italia a Bruxel-les. L’Africa è un continente giovane, con un miliardo e cento milioni di abitanti e in pieno boom demografico. Se sarà una grande opportunità o una grande minaccia dipende in gran parte del ruolo che sarà in grado di svolgere l’Ue. Nei prossimi anni dall’Africa potrebbero venire flussi migra-tori incontrollati e conflitti destabilizzanti oppure l’Ue potrebbe costruire con i Paesi africani dei partenariati economici e poli-tici proficui per tutti, così come proposto dal Governo Renzi e dalla Commissione. Secondo tutte le stime nei prossimi dieci anni il Pil dell’Africa crescerà a ritmi im-pensabili per le economie europee. Poli-tica ed economia non esauriscono, però, la sfera delle relazioni tra i due continenti: essenziale sarà in ogni caso il dialogo cul-turale e la capacità di elaborare regole e modalità di convivenza plurale, rispettosa dei diritti comuni fondamentali e aperta all’accettazione delle diversità.

STRASBURGOPLENARIA 6-9 GIUGNO 2016

ELUSIONE FISCALELa proposta della Commissione per una diretti-va comunitaria anti-evasione fiscale nell’UE è stata accolta dal Parlamento in una risoluzio-ne approvata mercoledì. I deputati chiedono li-miti più rigorosi alle detrazioni per i pagamenti degli interessi e norme più severe sui redditi esteri, con un’aliquota minima d’imposta al 15%.

IMMIGRAZIONELe nuove proposte della Commissione euro-pea per una revisione del sistema della “blue card” per i lavoratori altamente qualificati pro-venienti da paesi terzi e per un piano d’azione per promuovere l’integrazione dei migranti all’interno dell’Unione europea sono state di-scusse martedì con il Commissario Dimitris Avramopoulos.

ALIMENTAREI deputati hanno invitato la Commissione, in una risoluzione votata martedì, a presentare delle proposte contro le pratiche commercia-li sleali nella filiera alimentare, in modo da garantire un reddito equo per gli agricoltori e una vasta scelta per i consumatori. L’obiettivo dovrebbe essere quello di garantire relazioni trasparenti tra produttori, fornitori e distributo-ri di prodotti alimentari.

TUNISIAUn prestito di 500 milioni di euro alla Tunisia, effettuato a condizioni favorevoli, per aiutare il paese a ridurre il suo debito estero e consoli-dare i propri meccanismi democratici, è stato approvato dal Parlamento mercoledì. Per ave-re accesso al credito, la Tunisia dovrà firmare un memorandum di intenti con la Commissione europea, impegnandosi a realizzare riforme strutturali e a perseguire una sana gestione delle finanze pubbliche.

CERTIFICATINuove norme comunitarie che semplificheran-no le procedure per dimostrare l’autenticità̀ di alcuni documenti pubblici ottenuti in altri Stati membri, come i certificati di nascita, matrimo-nio e paternità, e garantirne il riconoscimento nel paese di residenza, sono state approvate dal Parlamento giovedì.

NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016 1

Page 2: Newsletter eurodeputati pd_giugno2016

IL GIRO DI VITE CONTRO L’ELUSIONE FISCALE

LA PLENARIA HA DATO IL VIA LIBERA ALLA CREAZIONE DI UNA COMMISSIONE DI INCHIESTA CHE FACCIA LUCE SULLE RIVELAZIONI DEI PANAMA PAPERS E HA INOLTRE APPROVATO A LARGHISSIMA MAGGIORANZA LA PROPRIA POSIZIONE SULLA DIRETTIVA ANTI ELUSIONE PROPOSTA DALLA COMMISSIONE EUROPEA, INVIANDO UN CHIARO SEGNALE AGLI STATI MEMBRI E CHIEDENDO MAGGIORE AMBIZIONE NELLA LOTTA ALL’ELUSIONE FISCALE DELLE MULTINAZIONALI.

Nel corso della sessione plenaria di giugno il Parlamento europeo ha preso due decisioni importanti per la strate-gia di lotta all’elusione fiscale all’interno dell’Unione europea. In primo luogo, la Plenaria ha dato il via libera alla creazione di una commissione di inchiesta che fac-cia luce sulle rivelazioni dei Panama Pa-pers, proseguendo quanto già avviato con le commissioni speciali TAXE e TAXE 2 sulle decisioni anticipate in materia fisca-le (i cosiddetti “tax rulings”). La nuova commissione di inchiesta, composta da 65 europarlamentari, avrà un mandato di 12 mesi per valutare le possibili violazioni delle norme europee in materia di rici-claggio di denaro, evasione ed elusione fi-scale da parte della Commissione europea o degli Stati membri e presentare una re-lazione conclusiva delle indagini svolte. Il Parlamento europeo ha inoltre approvato a larghissima maggioranza la propria posi-

zione sulla direttiva anti elusione proposta dalla Commissione europea, inviando un chiaro segnale agli Stati membri e chie-dendo maggiore ambizione nella lotta all’elusione fiscale delle multinazionali. La relazione a firma del socialista belga Bayet raccoglie e rafforza le raccomandazioni proposte dall’OCSE in materia fiscale, insistendo su alcuni punti. Innanzitutto una definizione precisa delle condizioni di stabile organizzazione, in modo tale che le imprese multinazionali paghino le tasse dove vengono effettivamente re-alizzati i profitti. Poi la creazione di una lista nera a livello europeo sia dei para-disi fiscali che dei paesi che distorcono la concorrenza, cosi come una definizione univoca della nozione di paradiso fiscale. Inoltre un limite preciso alla deducibilità degli interessi pagati dalle imprese. Infi-ne, norme chiare e limiti sulle compagnie estere controllate, per prevenire il ricorso

a sistemi di doppia non-imposizione fi-scale e alle altre pratiche attraverso cui le multinazionali possono spostare i propri profitti verso paesi con un regime fiscale più favorevole. La lotta all’elusione fiscale e alle pratiche fiscali aggressive delle mul-tinazionali è uno dei punti di forza della Commissione europea, e il Parlamento è un attore attivo nello sforzo di riformare il sistema fiscale per le multinazionali ba-sato su un principio essenziale, ossia che le tasse devono essere pagate dove i profitti vengono effettivamente realizzati. Spetta ora al Consiglio seguire questo esempio e adottare prontamente la direttiva anti-evasione per garantire a livello europeo regole vincolanti e un sistema equo di tassazione delle imprese.

2NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016

ROBERTO GUALTIERIpresidente commissione affari economici e [email protected]

Page 3: Newsletter eurodeputati pd_giugno2016

LA POLITICA SPAZIALE EUROPEA

ABBIAMO CHIESTO ALLA COMMISSIONE EUROPEA DI ESSERE AMBIZIOSA NELLA DEFINIZIONE DI UNA STRATEGIA CHE DEVE ESSERE LUNGIMIRANTE E IN GRADO DI MASSIMIZZARE I BENEFICI SOCIALI, OCCUPAZIONALI, ECONOMICI E SCIENTIFICI DEGLI INVESTIMENTI SPAZIALI DELL’UE. PER ESSERE EFFICACE, LA NUOVA STRATEGIA DOVRÀ ESSERE IN GRADO DI GARANTIRE ALL’EUROPA NEL BREVE E NEL LUNGO TERMINE UN ACCESSO INDIPENDENTE ALLO SPAZIO E UNA POSIZIONE DOMINANTE NEI MERCATI GLOBALI NEL CAMPO DELLE TECNOLOGIE E DEI SERVIZI SPAZIALI.

La Commissione Europea lancerà in autunno la prima strategia spaziale euro-pea. Ci troviamo quindi in un momento cruciale per la sua definizione. Per questo, con il dibattito sul futuro della politica europea dello spazio tenutosi in Plena-ria nella serata di martedì, il Parlamento europeo si è espresso in modo deciso e chiaro. Abbiamo chiesto alla Commissio-ne europea di essere ambiziosa nella de-finizione di una strategia che deve essere lungimirante e in grado di massimizzare i benefici sociali, occupazionali, economi-ci e scientifici degli investimenti spaziali dell’UE. Ritengo che, per essere efficace, la nuova strategia dovrà essere in grado di garantire all’Europa nel breve e nel lungo termine un accesso indipendente allo spa-zio e una posizione dominante nei merca-ti globali nel campo delle tecnologie e dei servizi spaziali. Questo sarà possibile solo con un supporto coerente e massiccio ai

programmi spaziali Galileo e Copernicus e facendo in modo che i loro servizi siano disponibili al più presto sul mercato. Inol-tre, nonostante sia aumentato negli ultimi anni, il budget dell’Unione Europea per lo spazio rimane estremamente ridotto rispetto ai nostri concorrenti sulla scena mondiale. É quindi imperativo aumen-tare le risorse destinate ai programmi di ricerca spaziale ed è altresì necessario dare un sostegno adeguato all’industria spaziale europea, sostenere l’imprendito-rialità e favorire l’internazionalizzazione e l’accesso ai finanziamenti delle PMI. Si deve tener conto del fatto che le tecno-logie sviluppate nel quadro della ricer-ca spaziale hanno un valore aggiunto in moltissimi altri settori di grande portata politica quali i trasporti, l’agricoltura, gli aiuti umanitari, il clima e l’energia e che quindi una maggiore attenzione da parte di tutti gli ambiti politici dovrebbe essere

riservata alle questioni spaziali. L’industria spaziale sta attraversando un periodo di profonda evoluzione dovuta soprattutto alle innovazioni tecnologiche che crea-no opportunità per i cittadini. Per que-sto è fondamentale individuare i possibili ostacoli tecnici e legislativi e concentrarsi sull’istituzione di un quadro normativo coerente e stabile per favorire una mi-gliore fruizione e commercializzazione dei servizi basati sui dati spaziali.Se l ’Europa vuole essere un attore globa-le non può permettersi di restare indietro sulla partita spaziale.

3NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016

FLAVIO ZANONATOmembro commissioneindustria, ricerca ed [email protected]

Page 4: Newsletter eurodeputati pd_giugno2016

IL GIAPPONE RIPRENDE LA CACCIA ALLE BALENE

RIPRENDENDO LA CACCIA ALLE BALENE IL GIAPPONE STA CHIARAMENTE IGNORANDO LA SENTENZA DELLA CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA E GLI IMPEGNI INTERNAZIONALI. L’INTENZIONE DEL GIAPPONE È PALESEMENTE IN CONTRASTO CON LA MORATORIA INTERNAZIONALE SULLA CACCIA COMMERCIALE AI GIGANTI DEL MARE IMPOSTA NEL 1986 DALLA COMMISSIONE BALENIERA INTERNAZIONALE. STIAMO ASSISTENDO AD UNA CONTINUA VIOLAZIONE DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E DEGLI OBBLIGHI DI TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ E DEGLI ECOSISTEMI MARINI.

Lo scorso novembre il Giappone ha notificato alla Commissione Balenie-ra Internazionale un nuovo piano di 12 anni che permetterà l’uccisione di circa 4.000 balene a fini scientifici. Nella sta-gione estiva appena conclusa di caccia ‘scientifica’ alle balene nei mari antartici, le baleniere giapponesi hanno riportato in patria 333 balenottere minori uccise, di cui circa 200 incinte. La Corte inter-nazionale di giustizia dell’Aia aveva giu-dicato necessaria la sospensione di questa pratica in quanto priva di fini scientifici, anche perché le cosiddette prove scien-tifiche finivano spesso negli scaffali dei supermercati nipponici. Riprendendo la caccia alle balene il Giappone sta chiara-mente ignorando la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia e gli impegni internazionali sottoscritti per l’arresto del massacro annuale nell’Oceano del Sud. L’intenzione del Giappone, infatti, è pa-lesemente in contrasto con la moratoria internazionale sulla caccia commerciale ai

giganti del mare imposta nel 1986 dalla Commissione Baleniera Internazionale, organismo istituito per tutelare i cetacei a rischio di estinzione. Stiamo assistendo ad una continua violazione del diritto internazionale e degli obblighi di tutela della biodiversità e degli ecosistemi ma-rini. Inoltre, la ricerca scientifica non ri-chiede più la macellazione delle balene perché esistono ormai nuove tecnologie per raccogliere i dati. Inoltre provengo da una zona geografica nota per il Santuario dei Cetacei, un’area marina internaziona-le caratterizzata da una significativa pre-senza di questi mammiferi, fondamentale dal punto di vista ecologico, la cui tutela è garantita dall’Unione europea, che ne proibisce la cattura. Non possiamo più permettere che questa mattanza abbia an-cora luogo con il complice silenzio delle istituzioni. L’Europa deve opporsi affin-ché gli interessi commerciali non abbiano una priorità sugli interessi di tutela am-bientale e faunistica. Purtroppo però, in

occasione del G7, i vertici europei sono stati abbastanza ambiziosi nel richiedere che il Giappone onori i suoi obblighi in-ternazionali; al contrario hanno istruito i rispettivi negoziatori ad accelerare il pro-cesso di libero scambio Giappone-UE e ribadire il forte impegno a concludere un accordo il più presto possibile nel 2016. Ecco, ritengo che anche in quella sede l’Europa avrebbe dovuto essere più ferma ed imporre come condizione la cessazio-ne di pratiche annoverabili come pesca illegale. In occasione della giornata inter-nazionale degli oceani, abbiamo chiesto alla Commissione europea ed al Consiglio cosa intendano fare per condannare in un senso più stretto la decisione del Giappo-ne di riprendere la caccia alle balene, con la scusa della ricerca e indebolendo quin-di anche la credibilità della scienza di cui invece abbiamo tanto bisogno per tutelare i nostri oceani.

4NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016

RENATA BRIANOvicepresidente commissione [email protected]

Page 5: Newsletter eurodeputati pd_giugno2016

LA TRASPARENZA DEGLI STRUMENTI FINANZIARI

LO SVILUPPO ACCELERATO E CONTINUO DEI MERCATI E DEGLI STRUMENTI FINANZIARI E LA LORO COMPLESSITÀ HANNO MESSO IN LUCE L’IMPORTANZA DI AVERE UN INVESTITORE-RISPARMIATORE ADEGUATAMENTE INFORMATO. QUESTA NECESSITÀ IMPONE DI GARANTIRE UNA REGOLAMENTAZIONE CHE PREVEDA PRECISE INDICAZIONI CIRCA LA TUTELA DEL CLIENTE-INVESTITORE, CHE DEVE ESSERE, ANZITUTTO, MESSO NELLA CONDIZIONE DI CONOSCERE I PRODOTTI.

La politica monetaria della Banca Cen-trale Europea, con tassi di interesse molto bassi, la richiesta di risparmio con rendi-mento e le possibilità offerte dal Mercato Unico Europeo e dalle tecnologie digita-li hanno accresciuto il ricorso all’utiliz-zo degli strumenti finanziari da parte di investitori retail. Lo sviluppo accelerato e continuo dei mercati e degli strumenti finanziari e la loro complessità hanno, tut-tavia, messo in luce l’importanza di avere un investitore-risparmiatore adeguata-mente informato. Questa necessità impo-ne di garantire una regolamentazione che preveda precise indicazioni circa la tutela del cliente-investitore, che deve essere, anzitutto, messo nella condizione di co-noscere i prodotti. D’altro canto, impone anche di garantire che gli intermediari comunichino le caratteristiche degli stru-menti finanziari offerti, selezionando e

fornendo i prodotti più adeguati. Favorire la protezione del consumatore significa trasparenza ed educazione finanziaria del consumatore. Trasparenza delle condizio-ni contrattuali, per assicurare l’accesso a tutte le informazioni, per compiere scelte consapevoli. Maggiore cultura finanzia-ria, per investitori informati su prodotti e servizi finanziari, capaci di cogliere le opportunità del mercato, ben consapevoli dei rischi. Questo approccio avrebbe ri-cadute positive sull’intera industria finan-ziaria europea, in termini di maggiore ef-ficienza, competitività e innovazione. Che informazione ed educazione finanziaria siano essenziali, lo hanno dimostrato le vicende legate alle nuove regole europee sul bail-in e sulla gestione delle crisi ban-carie. Chi investe in strumenti finanziari più rischiosi, infatti, sostiene prima degli altri le perdite e deve esserne assoluta-

mente consapevole, per evitare nuove e spiacevoli sorprese. La normativa europea va in questa direzione. Ad esempio, la pro-posta della Commissione sui mercati de-gli strumenti finanziari (MIFID II, Mar-ket in Financial Instruments Directive), che entrerà in vigore dal 2018, specifica che ai potenziali clienti debbano essere fornite tempestivamente le informazio-ni appropriate su strumenti, strategie di investimento ed eventuali rischi o costi. La protezione degli investitori costituisce un’attività fondamentale, perché essi sono i più esposti alla difficoltà di comprendere i rischi di un sistema, che - se si dimostra incapace di tutelare i segmenti più deboli ed esposti - perde in credibilità e in capa-cità di attrarre investitori.

5NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016

ANDREA COZZOLINO vicepresidente commissionesviluppo [email protected]

Page 6: Newsletter eurodeputati pd_giugno2016

LE PRATICHE SLEALI NELLA FILIERA ALIMENTARE

COL VOTO A LARGA MAGGIORANZA DELLA RELAZIONE CZESAK, MARTEDÌ SCORSO IL PARLAMENTO SI È ESPRESSO CHIARAMENTE CHIEDENDO ALLA COMMISSIONE EUROPEA DI PRESENTARE UNA PROPOSTA LEGISLATIVA PER ARGINARE I NUMEROSI COMPORTAMENTI SCORRETTI CHE DANNEGGIANO SEMPRE PIÙ CONSUMATORI E IMPRESE EUROPEE. L’OBIETTIVO È SALVAGUARDARE LE AZIENDE AGRICOLE E LE PMI DEL SETTORE AGROALIMENTARE, SPESSO COSTRETTE A SUBIRE TALI PRATICHE NEL LORO RAPPORTO CON LA GRANDE DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA.

Quando, girando tra gli scaffali del su-permercato, ci ritroviamo a scegliere tra questo e quel prodotto agroalimentare, non siamo portati a riflettere sulle even-tuali scorrettezze avvenute nei passaggi precedenti, tra il produttore e l’arrivo ai canali della grande distribuzione. Eppure, quello delle pratiche commerciali sleali è un fenomeno sempre più diffuso nella fi-liera agroalimentare europea. Col voto a larga maggioranza della relazione Czesak, martedì scorso il Parlamento si è espres-so chiaramente chiedendo alla Commis-sione europea di presentare una proposta legislativa per arginare i numerosi com-portamenti scorretti che danneggiano sempre più consumatori e imprese eu-ropee. Ma di cosa parliamo, esattamente, quando parliamo di pratiche sleali nella filiera agroalimentare? Esse consistono, ad esempio, nel ritardo dei pagamenti, nella limitazione dell’accesso al mercato,

nelle modifiche unilaterali dei contrat-ti coi fornitori, nel trasferimento del ri-schio commerciale e dei costi di trasporto e stoccaggio a monte della filiera. Uno degli obiettivi della relazione è proprio quello di salvaguardare le aziende agri-cole e le PMI del settore agroalimentare, spesso costrette a subire tali pratiche nel loro rapporto con la grande distribuzione organizzata. L’UE dispone già di una le-gislazione generale sulle pratiche sleali nel commercio, ma non di norme specifiche per combattere efficacemente comporta-menti scorretti tra i diversi operatori della filiera agroalimentare. Per questo è neces-sario definire il più velocemente possibile un quadro normativo a livello europeo che definisca regole trasparenti e mec-canismi di controllo efficaci, e che con-senta di garantire condizioni contrattuali eque a tutti i soggetti coinvolti, in par-ticolare a quelli più deboli. La relazione

chiede inoltre di monitorare il fenomeno crescente nella grande distribuzione dei prodotti a marchio privato – le cosiddet-te private labels – la cui vendita avviene spesso al di sotto del costo di produzione e rappresenta pertanto una minaccia alla sostenibilità della produzione UE di tali prodotti. Se le richieste del Parlamento saranno ascoltate, i consumatori potran-no in definitiva beneficiare di maggiore libertà nella scelta dei prodotti, e di più qualità sulla base di prezzi competitivi. Ora come sempre toccherà alla Commis-sione tradurre questa chiara indicazione politica in un quadro legislativo comune che stabilisca finalmente un rapporto più equilibrato tra tutti i livelli della filiera.

6NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016

NICOLA DANTIvicepresidente commissione mercatointerno e tutela dei [email protected]

Page 7: Newsletter eurodeputati pd_giugno2016

GLI AIUTI ALLA TUNISIA

LA TUNISIA È STATA PIÙ VOLTE COLPITA CUORE DA ATTACCHI TERRORISTICI CHE NE HANNO MINATO L’ASSETTO SECURITARIO E MESSO IN GINOCCHIO ECONOMICAMENTE IL PAESE: LA DISOCCUPAZIONE RESTA ALTISSIMA E SERVONO ULTERIORI FONDI PER IL FUNZIONAMENTO DELLA MACCHINA DEMOCRATICA E LA REALIZZAZIONE DELLE RIFORME DEMOCRATICHE. PER QUESTI MOTIVI, NEL 2014, LA COMMISSIONE EUROPEA HA ELARGITO IL PRIMO PROGRAMMA DI ASSISTENZA DI 300 MILIONI DI EURO IN DUE TRANCHE, A CUI OGGI SI AGGIUNGONO I 500 MILIONI DI EURO MESSI A DISPOSIZIONE SOTTO FORMA DI PRESTITI. SAREBBE NECESSARIO PERÒ FARE DI PIÙ

Questa settimana il Parlamento euro-peo ha approvato un importante Rappor-to, della collega Desarnez, che ha sottoli-neato la necessita di intervenire con aiuti a livello macro economico, per supportare l’economia tunisina. La Tunisia, è stata più volte colpita cuore da attacchi terroristici che ne hanno minato l’assetto securitario e messo in ginocchio economicamente il Paese: la disoccupazione resta altissima e servono ulteriori fondi per il funziona-mento della macchina democratica e la realizzazione delle riforme democratiche. Per questi motivi, nel 2014, la Commissio-ne Europea ha elargito il primo program-ma di assistenza di 300 milioni di euro in due tranche, a cui oggi si aggiungono i 500 milioni di Euro messi a disposizione sotto forma di prestiti a medio termine sui mercati finanziari a condizioni van-taggiose. Sarebbe necessario però fare di più, come stiamo facendo per l’Ucraina,

nella consapevolezza che la Tunisia gioca un ruolo importante anche per la sicu-rezza Europea. A seguito dei cambiamenti che si sono susseguiti dal 2011 ad oggi nel nostro vicinato meridionale, sembra esse-re l’unico esempio di successo in termini di consolidamento democratico. La rifor-ma costituzionale, da poco approvata, ne è una prova concreta. Inoltre, fatto di non secondaria importanza, il partito tunisino Ennahda, la scorsa settimana si è riunito per il suo Congresso ad Hammamet, ed ha approvato una tesi per la separazione fra le attività politiche e religiose. Molte le ragioni di questa svolta. Nella nuova Co-stituzione si afferma che la Tunisia è uno stato civile fondato sulla cittadinanza, che garantisce la libertà di coscienza e proi-bisce l’accusa di apostasia, anche se viene sancito chiaramente che l’Islam è la reli-gione ufficiale. E stato trovato quindi un equilibrio che potrebbe essere in grado di

porre fine al conflitto identitario, consen-tendo così una separazione fra gli obiet-tivi politici e quelli religiosi anche all’in-terno del partito. Ennahda, in occasione dei due assassini politici avvenuti sotto il suo governo, era stata accusata di lassismo nei confronti dei gruppi salafiti radicali. La risposta a queste accuse è stata la svolta decisa impressa alla struttura del partito, con la separazione della lotta politica dalla parte di assistenza e predicazione. Ennah-da ha cercato di cancellare molte ombre del suo recente passato, dimostrando, di saper leggere il mutato contesto sociale e politico, mettendosi cosi in condizione di tornare a lottare per il potere.

7NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016

PIER ANTONIO PANZERImembro commissioneaffari [email protected]

Page 8: Newsletter eurodeputati pd_giugno2016

LE NUOVE COMPETENZE PER L’EUROPA

LA COMMISSIONE EUROPEA HA VOLUTO RIDARE PRIORITÀ AI TEMI DEL LAVORO. FRA LE ALTRE INIZIATIVE, MARTEDÌ 7 GIUGNO, DI FRONTE AL PARLAMENTO RIUNITO IN SESSIONE PLENARIA, HA PRESENTATO LA NUOVA AGENDA DELLE NUOVE COMPETENZE PER L’EUROPA, CHE LANCERÀ UFFICIALMENTE IL 20 GIUGNO. SI TRATTA DI UN DOCUMENTO IMPORTANTE. IN UN’ECONOMIA GLOBALE E DIGITALE IN RAPIDA EVOLUZIONE, L’ADEGUATEZZA DELLE COMPETENZE INDIVIDUALI SARÀ DETERMINANTE PER SOSTENERE L’INNOVAZIONE, LA COMPETITIVITÀ E LA CREAZIONE DI POSTI DI LAVORO DI QUALITÀ.

L’Europa ha bisogno di ridare stabili-tà alla crescita per rilanciare l’economia e per risaldare i legami valoriali che unisco-no i paesi membri dell’Unione, così fragili in questo periodo di esacerbati populismi e nazionalismi. Dopo anni di ricette sba-gliate, torniamo a parlare di investimenti, anche grazie al ruolo giocato dall’Italia, che ha saputo guidare una positiva spinta rigeneratrice. Nel solco di questo cambia-mento, la Commissione Europea ha volu-to ridare priorità ai temi del lavoro. Fra le altre iniziative, martedì 7 giugno, di fronte al Parlamento riunito in sessione plenaria, ha presentato la nuova Agenda delle nuo-ve competenze per l’Europa, che lancerà ufficialmente il 20 giugno. Si tratta di un documento importante. In un’economia globale e digitale in rapida evoluzione, l’adeguatezza delle competenze indivi-duali sarà determinante per sostenere l’in-novazione, la competitività e la creazione

di posti di lavoro di qualità. Ad oggi, le discordanze e le lacune nel mercato del lavoro sono impressionanti, ed è un vuo-to che va colmato. Mercati del lavoro in-clusivi dovrebbero attingere alle compe-tenze e talenti di tutti, compresi i gruppi vulnerabili e a rischio; abbiamo bisogno di riqualificare la forza lavoro, impiegare meglio quella qualificata, ridurre la fuga di cervelli, attirare talenti dall’estero e fare un uso migliore delle competenze dei migranti. Affrontare le sfide in materia di competenze richiede sforzi politici signi-ficativi a tutti i livelli, riforme sistemiche in materia di istruzione e formazione, oltre a investimenti intelligenti in capi-tale umano. La Commissione Europea e il Parlamento sono pronti a fare la loro parte, anche a livello di investimento eco-nomico: dal combinato disposto di fondi diretti per la mobilità e fondi strutturali, il budget europeo fino al 2020 intende

impiegare risorse per 45 miliardi di Euro. Lavoreremo nei prossimi mesi alle pro-poste concrete scaturite dalla Agenda per le nuove competenze, che si concentra in particolare su tre aspetti: migliorare la qualità e la pertinenza della formazione competenze; migliorarne l’armonizzazio-ne e i quadri di comparabilità; aumentare la appropriatezza delle informazioni per una migliore scelta di carriera individuale.Al via nei prossimi giorni la discussione sulle prime due iniziative: la creazione di una Skills Guarantee Europea e la rifor-ma del Quadro Europeo per le Qualifiche professionali e l’apprendimento perma-nente.

8NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016

BRANDO BENIFEImembro commissioneoccupazione e affari [email protected]

Page 9: Newsletter eurodeputati pd_giugno2016

L’INNOVAZIONE IN AGRICOLTURA

SECONDO IL TESTO ADOTTATO DALL’EUROPARLAMENTO SI DOVRANNO PORRE IN ESSERE MISURE CHE FACILITINO L’ADOZIONE DI NUOVE TECNOLOGIE, ASSICURANDO L’ACCESSO ANCHE ALLE PICCOLE AZIENDE. GRAZIE ALL’INNOVAZIONE, L’AGRICOLTURA PUÒ NON SOLO CONTRIBUIRE IN MODO PIÙ DECISO A CRESCITA E OCCUPAZIONE, MA ANCHE DIVENTARE PARTE ATTIVA NELLE SOLUZIONI AL SUO IMPATTO SUGLI ECOSISTEMI. LE SFIDE ATTUALI DEVONO ESSERE AFFRONTATE APPLICANDO INNOVAZIONI TECNOLOGICHE COME L’AGRICOLTURA DI PRECISIONE, CHE PUNTINO A UNA MAGGIORE EFFICIENZA NELL’UTILIZZO DEGLI INPUT, AGGIORNANDO ANCHE I METODI DI COLTIVAZIONE

La Risoluzione approvata lo scorso martedì a Strasburgo dimostra, ancora una volta, la nostra volontà di sostenere le aziende agricole con misure a lungo ter-mine, incoraggiando l’innovazione e l’av-vicinamento di un sempre maggior nu-mero di giovani all’agricoltura. Abbiamo invitato la Commissione europea ad adot-tare le iniziative necessarie a garantire un maggiore e migliore accesso alle tecnolo-gie e alle pratiche agricole più innovati-ve, in un orizzonte di crescita economica e di riduzione dell’impatto ambientale. Secondo il testo adottato dall’Europarla-mento, si dovranno porre in essere misure che facilitino l’adozione di nuove tec-nologie, assicurando l’accesso anche alle piccole aziende. Grazie all’innovazione, l’agricoltura può non solo contribuire in modo più deciso a crescita e occupazio-ne, ma anche diventare parte attiva nelle soluzioni al suo impatto sugli ecosistemi.

Le sfide attuali devono essere affrontate applicando alle colture innovazioni tec-nologiche come l’agricoltura di precisio-ne, che puntino a una maggiore efficienza nell’utilizzo degli input come fertilizzanti e fitofarmaci, aggiornando anche i meto-di di coltivazione. Nondimeno, l’applica-zione del paradigma digitale permetterà la creazione di nuovi posti di lavoro, con un nuovo mercato per i servizi agli agri-coltori, avvicinando - grazie a una trac-ciabilità sempre più precisa - consumatori e produttori. Ricollegandoci al dibattito in corso nell’UE sulle nuove norme per i fertilizzanti, ispirate alla cosiddetta eco-nomia circolare, abbiamo chiesto un ag-giornamento delle attuali norme per dar spazio a soluzioni nuove, come il pieno riconoscimento sul mercato dei concimi organici animali che affianchino e, lad-dove possibile, sostituiscano quelli mi-nerali. Un ambito che in questa fase sta

conoscendo un intenso sviluppo è anche quello delle tecniche innovative di incro-cio genetico, che danno la possibilità di migliorare e accelerare la pratica dell’in-crocio tradizionale, con costi di investi-mento contenuti e quindi potenzialmen-te accessibili anche alle aziende di piccola e media scala. Ma va accelerato anche il rinnovamento generazionale nel settore. Per questo motivo nella risoluzione chie-diamo un incremento delle agevolazio-ni per l’accesso ai finanziamenti per gli agricoltori più giovani, per i quali sarebbe opportuna la creazione di corsi di forma-zione per una nuova coscienza sui temi dell’efficienza nell’impiego delle risorse nella prospettiva di una riduzione degli sprechi alimentari.

9NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016

PAOLO DE CASTROcoordinatore commissioneagricoltura e sviluppo [email protected]

Page 10: Newsletter eurodeputati pd_giugno2016

LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE SULL’IMMIGRAZIONE

LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE METTE IN CAMPO LE BASI DI UN PIANO D’INVESTIMENTI CON L’AFRICA, PER INCIDERE SULLE CAUSE, SUI FATTORI CHE GENERANO I FLUSSI MIGRATORI, UN PIANO FONDATO SU ACCORDI CON I SINGOLI PAESI AFRICANI DA CUI PROVENGONO I MAGGIORI FLUSSI DI MIGRANTI E RIFUGIATI. COSA NE PENSO? LA DIREZIONE È QUELLA GIUSTA, RACCOGLIE LO SPIRITO DEL MIO RAPPORTO E QUELLO DEL MIGRATION COMPACT DEL NOSTRO GOVERNO, MA LA LOGICA CON CUI LA SI ATTUERÀ CONCRETAMENTE SIA QUELLA DI CONTRASTARE NON L’IMMIGRAZIONE, MA LE CAUSE CHE FORZANO L’IMMIGRAZIONE, NON ACCETTEREI LA PRIMA DERIVA.

Crisi migratoria e dei rifugiati. Non è vero che nulla si muove in Europa, no-nostante tutto, ho la speranza che le cose possano cambiare, risolvendo insieme i problemi, come Europa. Ciò per cui mi sto battendo perché questa è innanzitutto una crisi di solidarietà fra gli Stati mem-bri. Martedì a Strasburgo è stato uno di quei giorni in cui la mia speranza si è rafforzata. Avevo messo al centro del mio Rapporto parlamentare sull’immigrazio-ne, approvato durante la sessione plena-ria di aprile, due punti chiave: il rapporto con l’Africa e l’apertura di canali legali di immigrazione. E la Commissione Euro-pea ha presentato in Aula due pacchetti di proposte che puntano esattamente a que-sti obiettivi, onorando l’impegno preso con il Parlamento. La prima proposta del-la Commissione mette in campo le basi di un piano d’investimenti con l’Africa, per incidere sulle cause, sui fattori che gene-

rano i flussi migratori, un piano fondato su accordi con i singoli Paesi africani da cui provengono i maggiori flussi di mi-granti e rifugiati. Cosa ne penso? La dire-zione è quella giusta, raccoglie lo spirito del mio Rapporto e quello del Migration Compact del nostro Governo, ma la lo-gica con cui la si attuerà concretamente sia quella di contrastare non l’immigra-zione, ma le cause che forzano l’immi-grazione, non accetterei la prima deriva. Dall’Africa provengono e proverranno i maggiori flussi migratori. La logica sia quindi, finalmente, non più quella dell’a-zione in via d’emergenza ‘per’ l’Africa ma quella dell’azione di sviluppo ‘con’ l’Afri-ca. Questo passo è importante, ma è solo l’inizio. La Commissione Europea ha pro-posto anche una riforma del sistema della Blue card, varata nel 2009 per l’impiego in Europa dei lavoratori altamente quali-ficati di Paesi terzi. La proposta prevede

con l’abolizione degli schemi nazionali e l’apertura ai rifugiati di unificare tutto in un solo strumento, la Blue card Ue, che secondo le previsioni di Bruxelles porterà a un impatto economico che potrà equi-valere tra 1,4 e 6,2 miliardi di euro l’anno. La direttiva della Blu Card è stata adottata dagli Stati membri Ue nel 2009, e non vi partecipano Danimarca, Irlanda e Gran Bretagna. Accogliamo positivamente la proposta legislativa sulla modifica della Blue card, tuttavia le sfide demografiche e le molteplici carenze di manodopera impongono all’Europa di andare oltre il concetto di lavoratore altamente qualifi-cato. Dobbiamo rispondere ai bisogni e alle nuove esigenze nel mercato del lavoro dei diversi Stati membri e non seleziona-re i curricula dei migranti. Rafforziamo i diritti di tutti i lavoratori migranti, indi-pendentemente dal loro titolo di studio.

10NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016

CECILE KASHETU KYENGEmembro commissione libertà civiligiustizia e affari [email protected]

Page 11: Newsletter eurodeputati pd_giugno2016

L’ACCORDO UE-FILIPPINE

LE FILIPPINE SONO PARTICOLARMENTE STRATEGICHE. IN UNA POSIZIONE POLITICA NEVRALGICA, HANNO RAPPRESENTATO STORICAMENTE UN AMICO ED ALLEATO DELL’OCCIDENTE. LA LORO CULTURA È INTRECCIATA ALLA NOSTRA. BASTI PENSARE AL LORO SPLENDIDO CINEMA. C’È UNA DIFFUSIONE ALTISSIMA DI UN CATTOLICESIMO FERVENTE E SINCERO. ANCHE LA LORO COSTITUZIONE È ISPIRATA A PRINCIPI DI RISPETTO DELLA PERSONA E DI PROMOZIONE UMANA. LE FILIPPINE SONO, DUNQUE, UNA GRANDE DEMOCRAZIA; GOVERNATA FINO AD ORA DA UN PRESIDENTE PERSONALMENTE ONESTO E RIFORMATORE.

Mercoledì abbiamo votato in Parla-mento l’accordo di partenariato e coo-perazione tra l’UE e la Repubblica delle Filippine. Esso conferma la linea maestra dell’Europa che considera la promozio-ne e la libertà degli scambi commerciali tra i vari Paesi, decisivi per il progresso sociale e economico e lo sviluppo della democrazia. In questo quadro il Sud est asiatico ha un significato tutto particolare. È un’area del mondo, infatti, investita da una crescita impetuosa da almeno venti anni; con una storia secolare ed una cul-tura antica; assai popolata, in particolare di giovani attivi, voraci di vita e protesi verso il futuro. I diritti umani e il regime democratico non hanno la solidità dell’e-conomia. In alcuni Paesi stanno tornan-do indietro. Tuttavia l’indirizzo generale si muove verso l’apertura e l’integrazio-ne con il resto dei popoli. Le Filippine sono particolarmente strategiche. In una posizione politica nevralgica, hanno rap-presentato storicamente un amico ed alleato dell’Occidente. La loro cultura è intrecciata alla nostra. Basti pensare al

loro splendido cinema. C’è una diffusio-ne altissima di un cattolicesimo fervente e sincero. Anche la loro Costituzione è ispi-rata a principi di rispetto della persona e di promozione umana. Le Filippine sono, dunque, una grande democrazia; gover-nata fino ad ora da un presidente perso-nalmente onesto e riformatore. Le elezio-ni di qualche settimana fa hanno eletto Rodrigo Duterte che va verificato sul campo, in quanto ha destato non poche preoccupazioni per le sue dichiarazioni circa la necessità di una tolleranza zero rispetto alla criminalità; che pure rappre-senta un grande problema. Detto questo, nella risoluzione approvata al Parlamento Europeo è stata sottolineata la situazione, ancora assai pesante degli squilibri sociali, della corruzione e degli arbitri compiuti dal sistema giudiziario e dagli organismi di sicurezza. Essa non solo procura sof-ferenze individuali ma ha un effetto ne-gativo sulla competitività complessiva del Paese. Come relatore, ombra del Gruppo S&D sull’accordo commerciale stipula-to, ho proposto emendamenti, in seguito

condivisi dal relatore Elmar Brok e dalla stragrande maggioranza dei parlamenta-ri, tesi a legare le osservazioni critiche e le richieste di impegni sui diritti umani, l’ambiente e il miglioramento delle con-dizioni dei lavoratori, con la riconferma di una fiducia nel Paese e un sentimento di amicizia per il suo popolo. Paese, pe-raltro, segnato dal terrorismo del gruppo islamico Abu Sayyaf e dalla crisi nel mar cinese meridionale dove permangono iniziative aggressive della Cina. Questo accordo di cooperazione, dunque, oltre ad aprire ulteriori possibilità di iniziative per le nostre imprese in quelle terre molto amate, aiuta la pace e l’affermazione dei diritti umani e della libertà.

11NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016

GOFFREDO BETTINImembro commissione affari [email protected]

Page 12: Newsletter eurodeputati pd_giugno2016

12NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016

BRANDO BENIFEImembro commissione

occupazione e affari sociali

ROBERTO GUALTIERIpresidente commissione

affari economici e monetari

NICOLA CAPUTOmembro commissione

agricoltura e sviluppo rurale

MASSIMO PAOLUCCImembro commissione ambiente,

sanità e sicurezza alimentare

PAOLO DE CASTROcoordinatore commissione

agricoltura e sviluppo rurale

PATRIZIA TOIAvicepresidente commissione industria, ricerca ed energia

GOFFREDO MARIA BETTINImembro commissione

affari esteri

CECILE KASHETU KYENGEmembro commissione libertà civili,

giustizia e affari interni

CATERINA CHINNICImembro commissione libertà civili,

giustizia e affari interni

PINA PICIERNOmembro

commissione bilanci

ISABELLA DE MONTEmembro commissione

trasporti e turismo

DANIELE VIOTTImembro

commissione bilanci

SIMONA BONAFE’membro commissione ambiente,

sanità e sicurezza alimentare

LUIGI MORGANOmembro commissione

cultura e istruzione

SILVIA COSTApresidente commissione

cultura e istruzione

GIANNI PITTELLApresidente

Gruppo S&D

ENRICO GASBARRAmembro

commissione giuridica

FLAVIO ZANONATOmembro commissione

industria, ricerca ed energia

MERCEDES BRESSOcoordinatrice commissione sviluppo

regionale e affari costituzionali

ALESSIA MOSCAmembro commissione

commercio internazionale

ANDREA COZZOLINOvicepresidente commissione

sviluppo regionale

DAVID SASSOLIvicepresidente

Parlamento europeo

ELENA GENTILEmembro commissione

occupazione e affari sociali

DAMIANO ZOFFOLImembro commissione ambiente,

sanità e sicurezza alimentare

eurodeputatipd.eu

RENATA BRIANOvicepresidente

commissione pesca

PIER ANTONIO PANZERImembro commissione

affari esteri

NICOLA DANTIvicepresidente commissione

mercato interno

RENATO SORUmembro commissione

affari economici e monetari

MICHELA GIUFFRIDAmembro commissione

sviluppo regionale