Newsletter Delta del Po - ottobre 2015

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DELTAdelpo NEWS Mensile di informazione del Consorzio di bonifica delta del po ESTRAZIONI DI GAS O METANO: IL NO DEI CONSORZI DELTA CON IL VENETO PER IL PAESAGGIO LE RISORSE DELLE AREE RURALI AL CENTRO DEL DIBATTITO NEL DELTA IL CONTRATTO DI FOCE DIVENTA UNA TESI UNIVERSITARIA Ottobre 2015

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DELTA del po NEWSMensile di informazione del Consorzio di bonifica delta del po

ESTRAZIONI DI GAS O METANO: IL NO DEI CONSORZI

DELTA CON IL VENETO PER IL PAESAGGIO

LE RISORSE DELLE AREE RURALI AL CENTRO DEL DIBATTITO NEL DELTA

IL CONTRATTO DI FOCE DIVENTA UNA TESI UNIVERSITARIA

Ottobre 2015

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INDICE

ESTRAZIONI DI GAS O METANO: IL NO DEI CONSORZII Consorzi di Bonifica Adige Po e Delta Po contrari alle estrazioni di idrocarburi sia in mare che in terra ferma

Delta con il Veneto Per il paesaggioSiglato il protocollo d’intesa per l’adesione dell’osservatorio locale del paesaggio Delta del Po alla rete regionale degli osservatori per il paesaggio

Le risorse delle aree rurali al centro del dibattito nel DeltaUn momento di riflessione e di confronto il seminario formativo sul tema “Gestione integrata e partecipata delle risorse nelle aree rurali”

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IL CONTRATTO DI FOCE DIVENTA UNA TESI UNIVERSITARIAL’evento è stato organizzato nell’ambito del progetto di ricerca “Il Contratto di Foce Delta del Po per la gestione integrata delle risorse idriche nei territori dell’interfaccia fiume-mare

ANBI VENETO – MAIS, COLTURA IDROESIGENTE O SIMBOLO DI IDENTITÀ E SICUREZZA ALIMENTAREQuesto il tema che ha trattato ANBI Veneto (Unione Regionale Consorzi Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue) nel corso di un incontro/dibattito presso la grande manifestazione universale EXPO MILANO 2015, lunedì 19 ottobre al Roof Garden di AgriEXPO, Palazzo Italia.

ANBI - GIU’ LE MANI DAL PIANO IRRIGUO NAZIONALE!La battaglia di sensibilizzazione per affermare la cultura dell’agricoltura irrigua, che deve anche permeare il nostro Paese, consci che la disponibilità d’acqua triplica il valore della produzione del settore primario

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ESTRAZIONE DI GAS O METANO: IL NO DEI

CONSORZIAdige Po e Delta del Po mettono nero su bianco i

problemi che causerebbero le trivellazioni

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Consorzio di bonifica Adige Po e Delta Po uniti sul tema delle trivellazioni, entrambi rappresentati dai rispettivi presidenti Mauro Visentin ed Adriano Tugnolo, “esprimono il proprio motivato parere negativo all’ipotesi di sfruttamento di giacimenti di metano sia in Adriatico che in terra ferma”.

Il loro parere arriva dopo il consiglio di amministrazione fra i due enti in cui sono state evidenziate le diverse conseguenze: dai danni alla rete idraulica, all’impossibilità di scolo naturale, inofficiosità delle arginature, elevate filtrazioni da fiume e mare, accentuazione dell’ingresso del cuneo salino nel fiume fino all’erosione delle coste.

Tra le premesse del documento c’è anche la contrarietà di fatto al decreto ministeriale chiamato “progetto di sviluppo alto Adriatico” per il quale il ministero all’Ambiente nel 1999 aveva vietato l’attività di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi entro le 12 miglia nautiche dalla linea di costa del tratto di mare compreso tra la foce del fiume Tagliamento e la foce del ramo di Goro del fiume Po, decreto con l’intento di evitare le conseguenze della subsidenza. Purtroppo la storia ha insegnato che nonostante nel 1963 le estrazioni di metano fossero definitivamente sospese le conseguenze del fenomeno con si fermano e fino al 1980 (17 anni dopo il fermo estrattivo) gli abbassamenti superano i 3 metri. Oltre a una “coda” della subsidenza del periodo 1983-2008, individuata dagli studi dell’università dei Padova, che ha raggiunto i 50 cm nella zona meridionale del delta del Po.

E’ per questo che i due consorzi “invitano le istituzioni, le associazioni e tutti i cittadini a sostenere la propria contrarietà ad un progetto di sfruttamento che comporterebbe benefici economici a pochi imprenditori, ma andrebbe a minare la sicurezza idraulica dei territori in questione, aumentandone enormemente i costi di gestione e, in alcuni casi, col pericolo di dover abbandonare tali aree con le evidenti conseguenze sociali ed ambientali connesse”.

Il presidente del Consorzio di

bonifica Delta del PO Adriano

Tugnolo

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Siglato l’accordo con l’Assessore Regionale

Corazzari

È stato siglato dal sindaco di Porto Viro Thomas Giacon, capofila, e dall’assessore regionale Cristiano Corazzari il protocollo d’intesa per l’adesione dell’osservatorio locale del paesaggio Delta del Po alla rete regionale degli osservatori per il paesaggio. Come annunciato da Giacon, presidente dell’organismo, la giornata ha consentito di eleggere il direttore Laura Mosca e il comitato di gestione composto dallo stesso sindaco, dal direttore del Consorzio di bonifica Giancarlo Mantovani, dal commissario dell’Ente Parco Mauro Giovanni Viti e da Laura Mosca, rappresentante della cabina di regia del contratto di foce delta del Po e dell’area interna. «Il secondo passaggio - ha anticipato Giacon - consisterà

Delta con il Veneto per il

paesaggio

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nell’eleggere un comitato scientifico». «Si tratta di una sfida importante che non possiamo permetterci di sbagliare -ha considerato Corazzari-. Uno strumento di semplificazione e non un sedimento per atti amministrativi. Uno strumento snello, efficace, per una squadra efficiente che permetterà la promozione di un bene che un domani lasceremo alle future generazioni, e dove la collaborazione della squadra sarà fondamentale e determinate per il raggiungimento degli scopi». Necessario è quindi un movimento che parta dal basso e che coinvolga, come auspicato dal direttore dell’osservatorio regionale Ignazio Operti, gli stakeholder del territorio. «Vi era l’assoluta necessità di non creare un’altra struttura che aggravasse le procedure amministrative relative al paesaggio - ha considerato -. Lo sforzo è di valorizzare e riqualificare.

Con l’osservatorio c’è stata la volontà di fare un passo indietro, di passare il ruolo di Primo attore agli enti locali affinché passino gli input alla Regione per le esigenze paesaggistiche».L’osservatorio promuove, oltre a tutelare e valorizzare, la sensibilizzazione della società civile, la formazione scolastica e professionale sui temi del paesaggio, la partecipazione dei cittadini, delle autorità locali e di tutti i soggetti coinvolti nelle attività che trasformano il paesaggio. «Sarà un tavolo di lavoro- ha espresso la direttrice nominata all’unanimità Laura Mosca -, un’occasione per far partecipare tutti i soggetti dal pescatore allo studente in rete attraverso la tematica paesaggistica. Cominceremo a lavorare già da domani. Da subito bisogna pianificare per dar vita agli obiettivi dell’osservatorio».

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Le risorse delle aree rurali al centro del dibattito nel Delta

Tugnolo: “Noi stiamo lavorando con il Contratto di Foce, siamo in una fase importante per il nostro Delta, che è un territorio che va conosciuto e difeso, ma che deve essere tenuto asciutto e pertanto bisognoso di aiuti economici”

Gestione integrata discussa a Cà Vendramin

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Un momento di riflessione e di confronto il seminario formativo sul tema “Gestione integrata e partecipata delle risorse nelle aree rurali”, organizzato dall’Associazione italiana per il recupero unitario delle realtà agricole e dall’Associazione italiana di ingegneria agraria con la collaborazione del Consorzio di Bonifica Delta del Po, e svoltosi nel Museo Regionale della Bonifica di Ca’ Vendramin. A fare gli onori di casa, il presidente del Consorzio Adriano Tugnolo. “Noi stiamo lavorando con il Contratto di Foce, siamo in una fase importante per il nostro Delta, che è un territorio che va conosciuto e difeso, ma che deve essere tenuto asciutto e pertanto bisognoso di aiuti economici” le parole di Tugnolo. A seguire, Pierluigi Bonfanti ha presentato l’associazione Ruralia e gli obiettivi che persegue, Gianluca Carraro, presidente dell’Ordine degli agronomi ha portato i saluti e Marietto Laurenti, vicepresidente dell’Ordine degli architetti di Rovigo nel suo intervento ha sottolineato: “Il territorio deltizio soffre di scarsa attenzione da parte delle istituzioni, che hanno parlato tanto nei convegni di strategie territoriali ma hanno prodotto solo progetti localizzati e confinati. A tutt’oggi non è mai stato prodotto un progetto strategico dell’intera area del Delta e non si riesce a pensare in termini di città territorio”. Stefano Quercini del dipartimento Tesaf Università di Padova nelle vesti di chairman ha introdotto i lavori e le relazioni programmate di Laura Secco (Network governance e partecipazione), Linda Birolo (Il Psr 2014-2020 della Regione Veneto), Tessa Mattini (L’esperienza del Piano di Gestione Ambientale e paesaggistica del comune di Spello), Laura Mosca (Il Contratto di Foce Delta del Po

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per la gestione integrata delle risorse idriche nei territori all’interfaccia fiume-mare), Enrico Vidale (Servizi ecosistemici e pagamenti per servizi ecosistemici: teoria, strumenti ed esperienza). Stefano Fracasso, direttore del Gal Polesine Delta del Po, ha illustrato invece piani e progetti di vent’anni di sviluppo locale e delle nuove progettualità, mentre Giancarlo Mantovani, direttore del Consorzio di Bonifica, ha posto l’accento sulla necessità, per lo sviluppo sostenibile del territorio, di progetti integrati, partecipati e multisettoriali. E ha concluso: “Basta essere bassopolesani! Abbiamo capacità, forze e possibilità per uscire dal nostro isolamento”.

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“Il Contratto di Foce migliora la qualità dell’ambiente e l’utilizzo delle acque con particolare riferimento ai sempre più numerosi periodi di siccità e alla sicurezza idraulica”.

A dirlo è stato l’architetto Laura Mosca nel corso di un seminario organizzato dall’associazione Ruralia, dall’Università di Padova e dal Consorzio di bonifica Delta del Po al museo Cà Vendramin davanti a una platea di colleghi architetti, di agronomi e di forestali. L’evento è stato organizzato nell’ambito del progetto di ricerca “Il Contratto di Foce Delta del Po per la gestione integrata delle risorse idriche nei territori dell’interfaccia fiume-mare”.

Hanno portato il loro contributo scientifico studiosi e docenti universitari di Padova, Udine e Firenze. Un confronto aperto anche alla luce degli eventuali sviluppi che potrebbero avere iniziative come la ripresa delle estrazioni di idrocarburi in Adriatico. I lavori sono stati coordinati da Stefano Guercini dell’Università di Padova. Tra i saluti anche quelli del presidente del Consorzio di bonifica Delta del Po Adriano Tugnolo con il direttore Giancarlo Mantovani che ha ricordato le cifre dell’attività consortile: 10 milioni di chilowatt di energia elettrica per far funzionare le 39 idrovore e una spesa di circa due milioni di euro all’anno, per mantenere asciutto il territorio deltizio dopo che le estrazioni di metano degli anni ’60 hanno fatto sprofondare il suolo anche di oltre 4 metri.

“Nonostante ciò ancora oggi qualcuno vorrebbe ritornare ad estrarre idrocarburi dal sottosuolo deltizio” ha ammonito il direttore della Bonifica.

Il presidente dell’ordine dei dottori agronomi e forestali, Gianluca Carraro, ha portato il saluto della categoria così come ha fatto il vice presidente dell’ordine degli architetti Marietto Laurenti il quale ha denunciato la scarsa attenzione delle istituzioni per il territorio.

La riqualificazione di una risorgiva

storica

IL CONTRATTO DI FOCE DIVENTA TESI UNIVERSITARIA

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ANBI VENETO – MAIS, COLTURA IDROESIGENTE

O SIMBOLO DI IDENTITÀ E SICUREZZA ALIMENTARE

Questo il tema che ha trattato ANBI Veneto (Unione Regionale Consorzi Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue) nel corso di un incontro/dibattito presso la grande manifestazione universale EXPO MILANO 2015, lunedì 19 ottobre al Roof Garden di AgriEXPO, Palazzo Italia.

Giuseppe Romano, Presidente ANBI Veneto: “Quindi, se vogliamo mantenere il legame fra le grandi produzioni agricole di base come il mais e i prodotti pregiati dell’alimentare italiano dobbiamo rovesciare questo paradigma a favore di un agricoltura che non consuma l’acqua ma la utilizza, la restituisce all’ambiente ricaricando le falde, la migliora qualitativamente e contribuisce a mantenere il paesaggio agrario e rurale che caratterizza il nostro territorio. Inoltre i nostri Consorzi stanno lavorando per rendere sempre più sostenibile l’utilizzo della risorsa idrica, attraverso investimenti nel migliorare la distribuzione e i tecnologie avanzate come la piattaforma di IRRIFRAME, che attraverso un consiglio irriguo informatizzato all’agricoltore permette di risparmiare circa il 25/30 % della acqua irrigua”

“Se l’agricoltura italiana – conclude Romano – fosse chiamata ad abbandonare o comunque a ridurre la presenza delle colture più idroesigenti, quindi anche il mais, al fine di preservare la risorsa idrica come indicato anche dalla Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60, la filiera agroalimentare zootecnica subirebbe gravissimi danni economici spingendo gli operatori del mercato ad avviare un pericoloso processo di delocalizzazione che riguarderebbe in un primo tempo l’approvvigionamento delle materie prime per alimentare gli allevamenti zootecnici da paesi esteri e in secondo tempo, analogamente a quanto avvenuto in altri ambiti produttivi, il trasferimento delle fasi di lavorazione e trasformazione nei Paesi di produzione delle stesse materie prime.”

La coltura del mais in Veneto è un simbolo che da sempre ne caratterizza l’identità culturale legata alle sue tradizioni. Nel tempo il mais ha contribuito ad alimentare le filiere più importanti della nostra Regione come quella zootecnica da carne e da latte, oltre a concorrere alla produzione di farina necessaria alla produzione dell’alimento simbolo della cucina veneta: la polenta. Se consideriamo il Veneto, la superficie coltivata a mais da granella risulta essere pari a circa 234.000 ettari, ovvero circa il 30% della SAU (Superficie Agricola Utilizzata) con Padova che si conferma la prima provincia per investimenti, seguita da Rovigo e Venezia. Il mais, pur rappresentando ancor oggi una grande risorsa economica per il nostro paese, viene considerata una coltura a forte consumo di acqua, cosiddetta idroesigente, e si trova al centro del dibattito internazionale sullo spreco di acqua da parte dell’agricoltura, dimenticandosi completamente che il mais, in Italia, alimenta filiere agroalimentari di pregio che vanno dai formaggi ai salumi, alle carni delle razze italiane. Inoltre, nell’ultimo decennio, il mais è stato sotto i riflettori per le battaglie sugli organismi geneticamente modificati.

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“Accogliendo l’invito di Paolo De Castro, già ministro dell’agricoltura ed oggi europarlamentare, organizzeremo nelle prossime settimane un’iniziativa al Parlamento Europeo per illustrare il ruolo fondamentale, che ha l’irrigazione per l’agricoltura mediterranea. In questo contiamo di avere alleata la Spagna, ma anche la Francia, il Portogallo e Malta.”

L’annuncio arriva da Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue (ANBI), intervenuto al convegno “Mais, coltura idroesigente o simbolo di identità e sicurezza alimentare”, organizzato da ANBI Veneto ad Expo Milano.

“L’iniziativa in sede comunitaria – prosegue il presidente ANBI – proseguirà la nostra battaglia di sensibilizzazione per affermare la cultura dell’agricoltura irrigua, che deve anche permeare il nostro Paese, consci che la disponibilità d’acqua triplica il valore della produzione del settore primario senza contare che l’84% del made in Italy agroalimentare, che vale 35 miliardi euro, è frutto della disponibilità idrica. Contestualmente stiamo dimostrando come, in Italia, l’irrigazione, grazie all’uso plurimo della risorsa, usi e non consumi la risorsa, ottimizzandone l’uso grazie a tecniche innovative come il sistema esperto Irriframe, esempio della ricerca applicata dei Consorzi di bonifica. Ciò nonostante, notiamo che negli ultimi tempi stanno crescendo rinnovati interessi attorno alla gestione dei 300 milioni residui del Piano Irriguo Nazionale; diciamo chiaramente no al riemergere di enti che, a differenza dei Consorzi di bonifica, sono stati esempi di amministrazioni non efficienti e poco trasparenti. Dall’Expo di Milano – conclude Vincenzi – usciamo con la consapevolezza del nostro ruolo, giocato anche a livello internazionale grazie al contributo in favore dell’agricoltura irrigua, quindi italiana, dato ai tavoli di discussione per la stesura della Carta di Milano.”

VINCENZI: “GIU’ LE MANI DAL PIANO IRRIGUO NAZIONALE! “

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QUADERNI CÀ VENDRAMIN

60 ANNI DI BONIFICA NEL DELTA DEL PO

ATLANTE LAGUNARE

COSTIERO DEL DELTA DEL PO

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