Newsletter della Pontificia Facoltà Teologica “San ... · ra e tradizione francescana. Non solo...

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San Bonaventura Newsletter della Pontificia Facoltà Teologica “San Bonaventura” Seraphicum Editoriale Una ventata di novità sta soffiando sulla Chiesa. Una ventata peraltro familiare alla nostra cultu- ra e tradizione francescana. Non solo per il nome scelto dal nuovo pontefice che riconduce al san- to di Assisi, fondatore dell’Ordine che presiede la nostra Facoltà, ma anche per i valori da subito richiamati ed espressamente riconducibili a quelli del francescanesimo. L’elezione di papa Francesco è stata accolta, nella nostra Facoltà, con la consa- pevolezza di assistere e partecipare a un momento storico per la Chiesa e per il mondo: il primo papa latino-americano, il primo gesuita ma soprattutto il primo a scegliere, anche coraggiosamente, quel nome che è tutto un programma. Le reazioni susci- tate da questa elezione, ma anche l’entusiasmo per l’attenzione al francescanesimo come modello di vita e di convivenza, ci portano - come già accaduto nel precedente numero - a ospitare uno “Speciale Vaticano”. Il mese scorso lo dedicammo alla rinun- cia al pontificato di papa Benedetto XVI, attraverso diversi contributi per interpretare questo evento dirompente nella storia della Chiesa e nelle certez- ze di molti. Proprio da quella scelta così coraggio- sa è scaturita l’elezione di un successore di Pietro che, sulla scia di un pontificato difficile ma rilevante come quello di papa Ratzinger, sta sorprendendo e creando forti aspettative. A papa Francesco è dedi- cato lo speciale di questo numero, con le riflessioni sulla sua elezione da parte di alcuni nostri docenti, precedute dal contributo di fra Marco Tasca, Mi- nistro generale dell’Ordine dei Frati minori con- ventuali e Gran Cancelliere della Facoltà. In questo modo intendiamo, ancora una volta, portare all’at- tenzione dei nostri lettori le attività, lo spirito e il clima che si respira nella nostra Facoltà. Proprio in un momento in cui i fedeli e non solo sono chiamati a riflettere sui valori del francescanesimo, i nostri valori. Elisabetta Lo Iacono Responsabile Ufficio Stampa e Comunicazione della Facoltà APRILE 2013 Focus del Mese: Gli obiettivi della Facoltà per il prossimo triennio pag. 2 Speciale Vaticano: Habemus Papam Franciscum! pag. 3 L’intervista: Parla il direttore della più antica rivista francescana pag. 7 Master: A lezione per costruire ponti di dialogo pag. 9 Appuntamenti in Facoltà: Le iniziative per il mese di aprile pag. 10 Francescanamente parlando: Notizie e In parole francescane pag. 11 ANNO I - Nº 3 informa 1 In questo numero:

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San BonaventuraNewsletter della Pontificia Facoltà Teologica “San Bonaventura” Seraphicum

Editoriale

Una ventata di novità sta soffiando sulla Chiesa. Una ventata peraltro familiare alla nostra cultu-ra e tradizione francescana. Non solo per il nome scelto dal nuovo pontefice che riconduce al san-to di Assisi, fondatore dell’Ordine che presiede la nostra Facoltà, ma anche per i valori da subito richiamati ed espressamente riconducibili a quelli del francescanesimo. L’elezione di papa Francesco è stata accolta, nella nostra Facoltà, con la consa-pevolezza di assistere e partecipare a un momento storico per la Chiesa e per il mondo: il primo papa latino-americano, il primo gesuita ma soprattutto il primo a scegliere, anche coraggiosamente, quel nome che è tutto un programma. Le reazioni susci-tate da questa elezione, ma anche l’entusiasmo per l’attenzione al francescanesimo come modello di vita e di convivenza, ci portano - come già accaduto nel precedente numero - a ospitare uno “Speciale Vaticano”. Il mese scorso lo dedicammo alla rinun-cia al pontificato di papa Benedetto XVI, attraverso diversi contributi per interpretare questo evento dirompente nella storia della Chiesa e nelle certez-ze di molti. Proprio da quella scelta così coraggio-sa è scaturita l’elezione di un successore di Pietro che, sulla scia di un pontificato difficile ma rilevante come quello di papa Ratzinger, sta sorprendendo e creando forti aspettative. A papa Francesco è dedi-cato lo speciale di questo numero, con le riflessioni sulla sua elezione da parte di alcuni nostri docenti, precedute dal contributo di fra Marco Tasca, Mi-nistro generale dell’Ordine dei Frati minori con-ventuali e Gran Cancelliere della Facoltà. In questo modo intendiamo, ancora una volta, portare all’at-tenzione dei nostri lettori le attività, lo spirito e il clima che si respira nella nostra Facoltà. Proprio in un momento in cui i fedeli e non solo sono chiamati a riflettere sui valori del francescanesimo, i nostri valori.

Elisabetta Lo IaconoResponsabile Uffi cio Stampa e Comunicazione della Facoltà

A P R I L E 2 0 1 3

Focus del Mese: Gli obiettivi della Facoltà per il prossimo trienniopag. 2

Speciale Vaticano: Habemus Papam Franciscum!pag. 3

L’intervista: Parla il direttore della più antica rivista francescana pag. 7

Master: A lezione per costruire ponti di dialogopag. 9

Appuntamenti in Facoltà: Le iniziative per il mese di aprilepag. 10

Francescanamente parlando: Notizie e In parole francescanepag. 11

ANNO I - Nº 3 informa

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In questo numero:

LA FACOLTÁ, LA TEOLOGIA FRANCESCANA E IL PENSIERO UMILE: I NUOVI IMPEGNI E LE SFIDE CON UN PAPA DI NOME FRANCESCO

La teologia francescana come risposta in termini di formazione accademica ma anche nella ricerca di un punto di riferimento spirituale e culturale nella vita di tutti i giorni. Sono queste le sfide sulle quali è impegnata la Pontificia Facoltà teologica “San Bonaventura” alla cui guida è stato recentemente confermato, per il prossimo triennio, padre Domenico Paoletti.La nomina, spettante alla Congregazione per l’educazione cattolica, consen-tirà di fatto alla Facoltà di proseguire il cammino su direttrici finalizzate a una crescita qualitativa e quantitativa.“L’impegno per il prossimo triennio - spiega il preside Paoletti - è nella direzione di una rimodulazione dei corsi e quindi degli insegnamenti per una maggiore unità del sapere e della proposta formativa, in un orizzonte teologico condiviso che consenta anche di mettere a fuoco le specificità della nostra Facoltà. Un obiettivo che passa da un progetto un po’ utopisti-co, accarezzato da tempo, per la costituzione di un gruppo di docenti che ricerchino assieme un paradigma comune del fare teologia”. In altre parole si tratta di giungere all’acquisizione di un metodo, di una mens e di un lin-guaggio che si riconoscano nello stesso statuto epistemologico della teologia, valorizzando e armonizzando la ricchezza delle differenze geografiche, culturali e degli stessi insegnamenti.“Da questo punto di vista - spiega il preside - abbiamo la grazia di condividere la stessa vita fraterna in comu-nità, considerato che il nucleo trainante dei docenti è interno al Seraphicum, e questo rappresenta un arric-chimento del pensiero e una preziosa opportunità nel fare teologia insieme. Naturalmente con un’attenzione sempre rivolta al cammino delle persone, perché non si tratti di una teologia astratta ma sia indirizzata all’uo-mo di oggi e alle sue domande. In questo ci aiuta molto il nostro ambiente familiare che permette un dialogo costante e diretto anche tra docenti e studenti”.Il messaggio francescano della Facoltà, l’unica presente nella zona sud di Roma, si propaga sul territorio con proposte di formazione spirituale e culturale sulla fede; a livello più prettamente accademico mediante un fruttuoso confronto sul piano metodologico con le altre Università pontificie romane; e ancora a livello internazionale attraverso la collaborazione con importanti istituti teologici che dipendono dalla nostra Facoltà come quelli di Romania e Brasile, ma anche con altri centri accademici come quello di Cracovia. Il cammino in direzione di una testimonianza quotidiana dei valori del francescanesimo e il tentativo di rinno-vare una “scuola francescana”, finalizzata a coltivare e incrementare il patrimonio di conoscenze, trova senz’al-tro un impulso nella scelta del nome del nuovo pontefice.“L’elezione di papa Francesco - conclude p. Paoletti - ci conferma come Francesco d’Assisi sia una figura sem-pre attuale, spingendoci ad attingere a questa esperienza e tradizione una freschezza e un profumo del Vangelo umile di cui il mondo ha profondamente bisogno. Francesco è l’uomo che sa ascoltare, che invita a non essere ideologici, spingendoci verso quel pensiero umile attento alle novità dello Spirito, all’altro, all’accoglienza e alla disponibilità a relazionarci con tutti. La scelta di papa Bergoglio è, per noi francescani, un dono ma anche una grande responsabilità: siamo grati e provocati da questo evento e da un nome che è uno stile di vita e di pensiero, un modo di essere presenti nella Chiesa e nella società. Papa Francesco ci richiama al nostro carisma di saper coniugare, con tenerezza e misericordia, la fedeltà al Vangelo e la fedeltà all’uomo di oggi”.

F OCUS DEL MESE

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p. Domenico Paoletti

HABEMUS PAPAM FRANCISCUM!

“VENNE UN UOMO MANDATO DA DIO E IL SUO NOME ERA FRANCESCO”

Il 13 marzo eravamo riuniti in Definitorio generale, ma con un occhio al comignolo della Cappella Sistina, in attesa della fumata che, effettivamente, è arrivata poco dopo le 19, riempiendo il nostro cuore di gioia: l’attesa del popolo cristiano si era colmata, la Chiesa aveva un nuovo pastore! Ci siamo spontaneamente ri-versati sulle strade che dai SS. Apostoli conducono a piazza San Pietro, che abbiamo trovato gremita, specie di giovani. Uno spettacolo commovente e consolante, che viene a ricordarci che la Chiesa è viva, che la Chiesa è giovane! All’annuncio del cardinale Tauran ho avuto un duplice sussulto di gioia: il primo, per aver avuto la grazia di conoscere il Santo Padre (allora cardinal Bergoglio) in occasione della visita che ci rese a Pilar - Buenos Aires nel gennaio 2010, durante l’Assemblea generale dell’Ordine sulla formazione; il secondo, per il nome scelto dal nuovo pontefice: Francesco! E la gioia si è trasformata in commozione quando ho potuto vederlo affacciarsi al balcone e dirigersi con francescana semplicità al suo gregge, mostrandosi fin dal primo istante come un buon pastore. La cosa che più mi ha colpito, mentre rientravo verso casa, è il sorriso che ho visto dipingersi sul volto di tutti, dico tutti coloro che, come me, erano accorsi a salutare il nuovo papa: un’esperienza che mi piace definire pasquale, ricordando il cammino dei discepoli di Emmaus che si dicevano l’un l’altro “non ci ardeva forse il cuore nel petto?”. Grazie, Signore, per il dono di papa Francesco: salu-tiamo la sua venuta tra noi, come vescovo di Roma, come un segno della tenerezza del Cielo, che richiama tutti - ma direi in modo particolare noi, francescani - all’essenziale, alla verità dell’amore di Dio per tutti e per ciascuno. A prendere sul serio la nostra vocazione battesimale e religiosa, così ben sintetizzata dalle prime parole della Regola del Poverello: “La regola e la vita dei frati minori è questa: vivere il Santo Vangelo”. Con questi sentimenti auguro a tutti una Santa Pasqua!

Fr. Marco TascaMinistro Generale OFMConv

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S PECIALE VATICANO

LA LOGICA PASQUALE NELLA SUCCESSIONE TRA PAPA BENEDETTO E FRANCESCO

In poco più di un mese la Chiesa universale ha attraversato una serie di eventi inimmaginabili e straordinari che, ancora una volta, come ha recentemente ricordato papa Francesco ai giornalisti, sono rive-latori di quella realtà spirituale che è la Chiesa. Ciò che mi colpisce soprattutto, in ogni caso, è come questi eventi siano stati concatena-ti tra loro secondo una logica che ricorda quella pasquale di morte e risurrezione, di abbassamento ed esaltazione.Solo un mese fa eravamo tutti scioccati, certo ammirati, ma anche

profondamente inquieti circa le dimissioni di papa Benedetto XVI, che aveva deciso di lasciare l’ufficio di pastore della Chiesa universale a causa della sua debolezza. Molti hanno notato come ciò sia stato un gesto di profonda umiltà – una morte, potremmo dire – e di amore sincero alla Chiesa, dal momento che quest’uo-mo – proprio per il bene della comunità ecclesiale – ha scelto di scomparire dalla scena del mondo, affinché lo Spirito potesse indicare un nuovo pastore che continuasse – con rinnovato slancio – ciò che Benedetto stesso stava portando avanti da anni… E il Signore, rovesciando ogni pronostico, ha premiato questa logica di abbassamento, offrendo papa Francesco che, sin dai suoi primi passi come vescovo di Roma, sta offrendo tante speranze per essere un pastore secondo il cuore di Cristo. Siano rese grazie a Dio. Preghiamo infine per il Santo Padre, ma anche per noi, affinché possiamo essere docili ai suoi insegnamenti, anche se ci scomoderà per spronarci a una fede più autentica e matura.

P. Giulio Cesareo

“UN PASTORE CHE PARLA AL CUORE DELL’UOMO”

Con questa espressione il cardinale Bagnasco ha descritto il nuovo papa in una intervista rilasciata al quoti-diano Avvenire nel corso della quale ha realizzato un interessante profilo del successore di Pietro. Ci sentiamo di condividere queste affermazioni, a giudica-re da quanto si sta notando nelle prime uscite del pontefice. Con gesti schietti ed immediati, con parole profonde e semplici riesce a raggiungere la profondità del cuore dell’uomo, che trova così nuove motivazioni e grande entusiasmo. Mi ha molto colpito lo stemma di Francesco. In esso sono presenti i simboli dell’eucarestia e della croce. Il cuore dell’episcopato del nuovo papa è rappre-sentato dalla contemplazione del mistero eucaristico e della passione. Inoltre, nell’emblema sono presenti due elementi che richiamano la devozione alla Madonna (una stella) e a S. Giuseppe (fiore di nardo). Ciò evidenzia la volontà del vicario di Cristo di affidarsi alla stessa custodia che ha protetto il Redentore: l’amore della Madonna e del padre putativo. Inoltre, il motto Miserando atque eligendo è un rimando alla chiamata di Matteo che, sen-tendosi attratto dalla carità di Cristo, ha lasciato tutto per seguirlo. Questo riferimento indica la cura che il pastore della Chiesa avrà nel proporre l’amore misericordioso del Signore a quanti sono lontani dalla vita di grazia. Inoltre, il nome del Poverello esprime tutto un programma di cura verso gli ultimi ed il creato.

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La verve mostrata da papa Francesco e l’entusiasmo dei credenti, in queste prime fasi del pontificato, getta-no una luce sulla decisione di Benedetto XVI di lasciare il timone della Chiesa. Emerge la portata profetica del papa emerito che, con il suo gesto carico di umiltà e senso di responsabilità, ha mostrato una splendida capacità di discernimento. La famiglia ecclesiale e tutti gli uomini hanno bisogno di un pastore che parli diret-tamente al cuore trasmettendo l’amore che Cristo nutre per tutti e la via di salvezza che propone. Preghiamo per il pontefice perché Dio gli doni forza e perseveranza per svolgere al meglio la sua missione edificando i credenti e gli uomini di buona volontà.

P. Raffaele Di Muro

BENEDETTO FRANCESCO: UN NOME-PROGRAMMA NEL SEGNO DELL’AUTENTICITÀ EVANGELICA

Viviamo momenti particolari in cui la novità dello Spirito, che anima la Chiesa-il mondo-la storia, si è fatta e si fa talmente avvertibile come Grazia che solo il vecchio non comprende e non si lascia coinvolgere, e così si condanna a una ripetizione stanca di gesti, di parole e di passi. In que-sto periodo la mia esperienza, come quella della stragrande maggioranza delle persone, è stata segnata dalla rinuncia al ministero petrino di Benedetto XVI, dall’attesa orante e aperta allo Spirito, e dalla novità sorprendente della elezione del nuovo pontefice nella persona di un religioso gesuita che, con umile coraggio (come il gesto di Benedetto XVI che l’ha permesso e promosso) decide di chiamarsi Francesco. E Francesco è … Francesco, senza che si commenti perché basta pronunciare questo nome e in tutti si risveglia la nostalgia della bellezza e della gioia del Vangelo umi-le, semplice e fraterno. Un nome che evoca la libertà dei figli di Dio grazie al farsi discepoli di Gesù Cristo, in umiltà e letizia nell’amore totalmente sincero e incondizionato alla Chiesa, all’uomo e alla donna di ogni estrazione e tradizione religiosa-culturale, ad ogni creatura dell’universo. Come frate minore conventuale ho avvertito ed avverto una profonda e grata commozione, insieme al deside-rio di una rinnovata responsabilità a fare sempre più seriamente, serenamente ed umilmente quanto ho profes-sato con la mia scelta di vita francescana nella Chiesa e nel mondo di oggi. Come Pontificia Facoltà Teologica di “San Bonaventura” l’evento di papa Francesco, che si presenta nel segno della tenerezza e dell’autenticità evangelica, ci provoca tutti (docenti, educatori e studenti) a ricentrare il no-stro paradigma teologico sul pensiero umile. È l’umiltà che apre all’ascolto e alla fede ed è l’umiltà che ci rende capaci di farci fare un dono attraverso relazioni interpersonali fondate sulla riconoscenza e sulla gratitudine. Il nuovo vescovo di Roma, successore di Pietro, ci dice e ci dona la bellezza del vivere in letizia la comunio-ne teologale, e solo così essere idonei a fare una vera teologia insieme, secondo quanto in questi anni ci stiamo ripromettendo come Facoltà teologica.

P. Domenico Paoletti

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PAPA FRANCESCO E UNA PROPOSTA DI VITA

Habemus papam Franciscum. Il nuovo pontefice ha scelto di chiamarsi Fran-cesco, in onore del Poverello di Assisi. Ponendo il ministero petrino sotto il patrocinio di Francesco, il papa ha già idealmente consegnato alla Chiesa la sua prima “enciclica”: non un testo programmatico, ma un testimone del Vangelo da assumere come modello, paradigma e fonte di ispirazione. In un mondo segnato da profonde contraddizioni, il successore di Pietro propone la via percorsa dal santo di Assisi: il Vangelo come l’unica bussola capace di orientare l’umanità sulla via della riconciliazione e del vero pro-gresso. In altre parole, alla sfida della complessità, Francesco non oppone la sapienza dei «sottili ragionatori di questo mondo» (1 Cor 1,20), ma

risponde indicando la semplicità del Poverello, colui che della conformazione a Cristo aveva fatto la propria ragione di vita. Il nome di Francesco evoca la vita evangelica nella sua espressionepiù nobile: l’amore per il Padre delle misericordie, la centralità di Cristo, in tutto la ricerca dello Spiritum Domini, insieme a un profondo rispetto per ogni creatura, accolta senza pregiudizio e amata come dono della sapiente bontà del Creatore. In particolare, al nome del Santo di Assisi si associano istintivamente la povertà, l’amore per il creato e l’am-biente, valori che nella sua esperienza si coniugarono con la spiritualità del dono e la riscoperta della fraternità, come luogo privilegiato per vivere il Vangelo. Un ultimo aspetto, centrale nella vita di san Francesco, e che sembra già delinearsi come un tratto distintivo del nuovo pontificato: la fedeltà alla tradizione della Chiesa e insieme il desiderio di rinnovamento, da realizzare – sull’esempio del Poverello – attraverso il servizio umile e disinteressato, l’impegno personale e la disponibilità ad accogliere «ciò che lo Spirito dice alla Chiesa» (Ap 3,7), nella piena fiducia in Colui che «fa nuove tutte le cose» (Ap 21,5).

P. Germano Scaglioni

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Alcuni nostri studenti alla S. Messa di inaugurazione del pontifi cato

STORIA DI MISCELLANEA FRANCESCANA, LA PIÚ ANTICA RIVISTA DI STUDI FRANCESCANI

Si chiama “Miscellanea Francescana” ed è la più antica rivista di studi francescani, a carattere scientifico, a livello naziona-le e internazionale. Nata nel 1886, da oltre settantacinque anni è lo strumento ufficiale della Facoltà nel quale vengono raccolti studi, ricer-che, contributi sul francescanesimo ma non solo. Dall’ottobre 2011 è direttore, ottavo nella storia della rivista, p. Roberto Tamanti succeduto a p. Giovanni Iammarrone cui è dedicata proprio l’edizione speciale “Gesù Cristo centro e senso del cosmo e della storia”, presentata lo scorso 16 marzo nel corso della Festa della Facoltà.

P. Tamanti, siamo dinanzi a una rivista storica. Come nasce Miscellanea Francescana e qual è, oggi, la sua funzione nell’ambito della Facoltà?

Miscellanea Francescana venne fondata nel 1886 a Foligno da monsignor Michele Faloci Pulignani, figura poliedrica di grande studioso, brillante giornalista, politico e cultore di storia francescana. Con questa rivista mons. Faloci intese creare uno strumento capace di raccogliere in maniera organica studi e informazioni sul francescanesimo, costituendo al contempo uno spazio per discussioni storiche, letterarie e artistiche su san Francesco. In un primo tempo la Miscellanea fu gestita direttamente dal suo fondatore che ne fu direttore sino al 1930, dopo di che la direzione passò ai Frati minori conventuali del Sacro Convento di Assisi che avevano iniziato a collaborare sin dal 1914. Alla direzione del fondatore successe p. Giuseppe Abate che, essendo in quegli anni rettore del nostro Collegio internazio-nale, trasferì a Roma anche l’amministrazione della rivista. La svolta definitiva avvenne poi nel 1936 quando Miscellanea diventa lo strumento scientifico della nostra Facoltà alla quale, nel frattempo, era stato conferito il titolo di Pontificia.

Al centro della Miscellanea troviamo esclusivamente tematiche francescane?

Ovviamente la rivista ha l’obiettivo di diffondere il pensiero e la cultura francescana, per questo sviluppa in particolare riflessioni a livello storico, teologico, filosofico e di spiritualità francescana. Ma non solo: trattan-dosi dello strumento ufficiale della Facoltà, destinato quindi a raccogliere la produzione scientifica dei nostri docenti, dà spazio anche a contenuti diversi, penso ad ambiti come la pastorale, la morale, il diritto canonico, la liturgia e così via in modo da raccogliere e fare tesoro delle diverse figure accademiche impegnate in Facol-tà.

Il settore dell’editoria sta attraversando una forte crisi. Qual è la realtà delle riviste scientifi-che?

Una rivista come la nostra si sottrae a certe logiche di mercato: è in un certo senso un prodotto di nicchia, specialistico, e questo le assicura garanzie in termini di stabilità. Inoltre siamo fortemente impegnati a man-tenere il buon apprezzamento di cui Miscellanea gode a livello scientifico, seguendo attentamente i parametri richiesti dal Processo di Bologna e dall’Agenzia di valutazione del sistema universitario e della ricerca. La rivista viene diffusa, nei due numeri annui in uscita a giugno e dicembre, principalmente su abbonamento e i principali destinatari sono studiosi, istituti religiosi, biblioteche universitarie ma anche appassionati di temati-che religiose e in particolare del francescanesimo.

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F

p. Roberto Tamanti

L’INTERVISTA

La Facoltà ha a disposizione anche un altro importante strumento a carattere editoriale…

Sì, nel 1935 è stata costituita la casa editrice Miscel-lanea Francescana attraverso la quale pubblichiamo collane e volumi. Tra queste la collana sui Maestri francescani che propone personaggi e temi storici di spiritualità francescana, la collana di Cristologia e l’opera omnia di p. Leone Veuthey che conta una ventina di volumi di filosofia, pedagogia, teologia e spiritualità francescana.

Direttori della Miscellanea FrancescanaMons. Michele Faloci Pulignani (1886-1930)P. Giuseppe Abate, OFMConv (1931-1938)P. Gaetano Stano, OFMConv (1938-1943)P. Lorenzo di Fonzo, OFMConv (1944-1973)P. Alfonso Pompei, OFMConv (1973-1976)P. Orlando Todisco, OFMConv (1977-2006)P. Giovanni Iammarrone, OFMConv (2006-2011)P. Roberto Tamanti, OFMConv (dal 2011)

Ipse dixit... “Sia benvenuta questa Miscellanea Francescana. Essa ci darà modo di avere cognizione di un movimento morale e intellettuale, certo inaspettato e molto notevole. Chi avrebbe detto che i Frati minori di San Francesco si sarebbero scoperti, in questo ultimo quarto del decimo-nono secolo, il più vivace, forse il più colto, e certo il più invitto degli Ordini religiosi?”. Ruggero Bonghi (1826-1895), scrittore e politico fu Ministro dell’istruzione pubblica.

RedazioneDirettore: p. Roberto TamantiVice direttore: p. Domenico PaolettiRedattori: p. Stanislaw Bazylinski, p. Giulio Cesareo, p. Emil Kumka, p. Dinh Anh Nhue Nguyen, p. Germano ScaglioniEnglish summaries: p. Thomas ReistDirettore responsabile: p. Raffaele Di Muro

Numeri arretrati: http://www.seraphicum.org/elenco.php?id=6Info per abbonarsi: http://www.seraphicum.org/news.php?id_art=611Contatti rivista: tel e fax 06 51503603; e-mail: [email protected]

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“PEACE BUILDING MANAGEMENT”: IL MASTER PER IMPARARE A COSTRUIRE PONTI DI DIALOGO TRA CULTURE DIVERSE

Formare specialisti capaci di costruire ponti di dialogo, così da sanare le differenze culturali e prevenire i conflitti. L’obiettivo del master “Peace Building Management” è tanto ambizioso quanto importante: fornire ai partecipanti le conoscenze necessarie per di-venire veri e propri operatori di pace, intervenendo in quelle aree del pianeta dove ci sono conflitti latenti o in atto. Le pagine di questi anni non sono un libro dei sogni: il master ha creato decine e decine di soggetti impegnati in diversi scenari internazionali, attivi nelle pubbliche amministrazioni, nella coope-razione, nelle forze armate e di polizia, nei mezzi di informazione,

organizzazioni pastorali ed economiche, ambiti medico e paramedico. Segno che questo progetto, avviato nove anni fa dalla Pontificia Facoltà Teologica “San Bonaventura” con il Centro Studi e Formazione Europa 2010, è riuscito a cogliere uno dei principali fattori di crisi: la mancanza di conoscenza e di dialogo come preclusione a qualsiasi forma di mediazione e di negoziazione dei conflitti.“L’idea di questo master è nata dopo l’attentato alle Torri Gemelle di New York - spiega la professoressa Rachele Schettini, fondatrice e presidente di Europa 2010 - con il mondo sconvolto per quanto accaduto e per uno scontro di civiltà che sembrava incombere sull’umanità. Proprio in quel periodo abbiamo assistito al diffondersi della paura per l’immigrato, con il concreto rischio di giungere a scontri tra culture e religioni, propedeutici a gravi conflitti”. Prende così corpo la volontà di operare per una società multietnica che nasce, innanzitutto, dalla conoscenza e dal rispetto per le diversità. Non a caso il master ha promosso focus tematici su aree geografiche particolar-mente delicate come Africa, Asia, Balcani e Medio Oriente, mediante la partecipazione di esperti provenienti da quei Paesi, capaci di offrire conoscenze non mediate e, proprio per questo, estremamente efficaci. Sono poi seguiti approfondimenti su aspetti nevralgici come la cooperazione internazionale e l’umanesimo del terzo millennio.L’efficacia di questo percorso formativo, oltre ad essere comprovata direttamente sul campo, è certificata dal riconoscimento delle Nazioni Unite, attraverso l’inserimento nelle attività mondiali del prestigioso United Nations Academic Impact. Senza contare la rilevanza della convenzione con la Croce Rossa Italiana per il con-seguimento dello specifico titolo di “Consigliere qualificato per il personale civile e militare per l’applicazione del diritto internazionale umanitario nei conflitti armati e nelle crisi”, rilasciato dalla stessa Croce Rossa. Il master si avvale inoltre della collaborazione dello Stato maggiore della difesa, del Centro formativo interfor-ze, della Guardia costiera e dell’Università degli Studi di Perugia. “La rilevanza del dialogo per costruire ponti tra le culture - conclude Schettini - è stata rimarcata anche da papa Francesco nel recente incontro con il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, auspicando che si possano costruire ponti tra gli uomini, rifuggendo da atteggiamenti conflittuali a favore di un rapporto di fratellanza. Proprio su questo fronte lavoriamo da anni, per dare il nostro contributo a un processo di rispetto, integrazione e quindi di pacifica convivenza tra i popoli”.

Per informazioni e iscrizioni: tel.06 97274021email: [email protected]://www.europa2010.org/

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ASTERM

PROGRAMMAZIONE “CINEFORUM SERAPHICUM” Aprile 2013

Venerdi 5 e Sabato 6: “Amour” di Michael Haneke

Venerdì 12 e Sabato 13: “Reality” di Matteo Garrone

Venerdì 19 e Sabato 20: “Bella addormentata” di Marco Bellocchio

Le proiezioni sono in programma il venerdì alle ore 21 e il sabato alle ore 16. A conclusione della proiezione pomeridiana, ogni settimana, segue il dibattito con ospiti.

Per i dettagli sulla programmazione: http://www.seraphicum.org/

ALLA RICERCA DI UNA METODOLOGIA TEOLOGICA

Prosegue il percorso avviato dalla Facoltà per la formazione di un nuovo corpo docenti e per la condivisione di un paradigma teologico francescano. In questa prospettiva, martedì 16 aprile si terrà un seminario di studio per

docenti interni e laureandi sul tema “Il nostro fare teologia oggi come comunità di frati docenti”. Una giornata che riprende e approfondisce quanto emerso dall’in-contro dello scorso gennaio sull’interrogativo “Esiste una scuola francescana? C’è una teologia francescana?”, tema affrontato dai professori Pietro Maranesi OFMCap e Orlando Todisco OFMConv.È inoltre in preparazione una pubblicazione che raccoglierà gli interventi dei relato-ri che hanno partecipato a recenti incontri promossi dalla Facoltà: prof. Piero Coda su “Il cristocentrismo trinitario francescano, per un recupero dell’oggetto e del metodo in teologia”; prof. Giuseppe Ruggieri su “La taxis originaria del teologare:

alcuni appunti sul metodo teologico”; p. Timothy Radcliffe su “Come la nostra fede può toccare l’immaginazio-ne dei nostri contemporanei” e prof. Roberto Repole su “Pensiero umile in prospettiva metodologica”.

TERZO E ULTIMO INCONTRO SULLA FEDE

“L’uomo nuovo sacerdote del creato” è il tema del terzo e ultimo appuntamento del ciclo “Tre incontri sulla fede”, promossi dalla Facoltà in collaborazione con l’Associazione Culturale “Cineforum-Seraphicum”, come contributo di riflessione nell’Anno della fede. L’incontro del 21 aprile vedrà, alle ore 10, la conferenza di p. Roberto Tamanti, docente di Teologia morale, sul tema “L’uomo nuovo sacerdote del creato”. A seguire la meditazione personale su testi e spunti forniti dal relatore; alle 12 la celebrazione euca-ristica nella cappella “San Bonaventura” presieduta da p. Stanislaw Bazyliski, docente di Sacra scrittura. Dopo il pranzo comune è in programma, alle 15, la proiezione del film “Gran Torino” di Clint Eastwood.

Per maggiori informazioni: http://www.seraphicum.org/news.php?id_art=567

APPUNTAMENTI IN FACOLTÀ

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Prof. Roberto Repole

IN PAROLE FRANCESCANE

«Francesco ammaestrava con santi discorsi a celebrare continuamente la Pasqua del Signore, cioè il passaggio da questo mondo al Padre (Gv 13,1), passando per il deserto del mondo in povertà di spirito, e come pellegrini e forestieri e come veri Ebrei».

(San Bonaventura, Leggenda maggiore VII, 9: FF 1129)

PONTIFICIA FACOLTÁ TEOLOGICA “SAN BONAVENTURA” SERAPHICUMVia del Serafico, 1 - 00142 Romatel 06.515031 - [email protected] Comunicazione: Elisabetta Lo Iacono - [email protected]

http://www.seraphicum.org/facolta.php

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https://twitter.com/Seraphicum https://twitter.com/Seraphicum https://twitter.com/Seraphicum https://twitter.com/fraterdominicus (Preside P. Domenico Paoletti)

FESTA DELLA FACOLTÁ

È stata una festa della Facoltà ricca di significati quella del 16 marzo. Dedicata a San Bonaventura, nella ricorrenza di due date importanti come la traslazione della reliquia a Bagnoregio - sua città natale - e la proclamazione a Dottore della Chiesa, la giornata è stata anche l’occasione per pregare e riflettere sul particolare momento attraversato dalla Chiesa con la rinuncia al pontificato di Benedetto XVI e l’elezione di papa Francesco. Alla festa della Facoltà ha partecipato fra Marco Tasca, Ministro generale e Gran Cancelliere, che ha presieduto la celebrazione eucaristica. Il tema della consueta conferenza, introdotta dal preside p. Domenico Paoletti, verteva quest’anno su “Il pensie-

ro umile in prospettiva metodologica” a cura del professor Roberto Repole, docente di teologia sistematica alla Facoltà teologica di Torino. Un particolare omaggio è stato reso alla memoria del teologo p. Giovanni Iammar-rone cui è dedicato lo speciale della Miscellanea Francescana, presentato dal direttore p. Roberto Tamanti. La festa della Facoltà: http://www.seraphicum.org/news.php?id_art=602

ECONOMIA E SCUOLA FRANCESCANA

Si intitola “Economia e Scuola francescana. Attualità del pensiero socio-economico e po-litico francescano” (Libreriauniversitaria.it Edizioni) il nuovo libro di Oreste Bazzichi, docente di Filosofia sociale ed etico-economica alla nostra Facoltà. L’autore, muovendo dalla grave crisi economica in atto, rimanda al paradigma etico-economico e socio-politico dei pensatori della Scuola francescana, attraverso la proposta di una sintesi tra concorrenza e condivisione, tra competizione e solidarietà, aggregando ai due elementi classici del sistema economico - valore d’uso e valore di scambio - un terzo elemento che racchiude entrambi: il valore legame. Il francescanesimo, quindi, non solo come prassi ascetico-mistica, ma anche come metodologia etico-sociale alla quale Bazzichi in-troduce a partire dalle idee e dai testi di teologi e canonisti del XIII, XIV e XV secolo, come Pietro di Giovanni Olivi, Giovanni Duns Scoto, Alessandro Bonini di Alessandria, Guglelmo d’Ockham, Bernardino da Siena.

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F RANCESCANAMENTE PARLANDO

Il Preside e la comunità accademica della Pontificia Facoltà Teologica “San Bonaventura” porgono a tutti voi l’augurio di Buona Pasqua