News - Sfogliami · 2016. 10. 6. · Lucio Battisti, ma stiamo par-lando delle emozioni che han-no...

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News Giornale scolastico dell’Istituto Superiore “Leonardo da Vinci” di Poggiomarino (NA) Giornale scolastico dell’Istituto Superiore Leonardo da Vinci” di Poggiomarino (NA) In collaborazione con il settimanale TorreSette Periodico di Torre Annunziata (NA) corso Umberto I, 31 Tel. 081.353.97.68 Fax 081.536.21.05 e-mail: [email protected] www.torresette.it Tipografia: Sprintitalia Torre Annunziata (NA) Impaginazione a cura di Domenico Gagliardi Festa della Coccarda 2014 E’ il giorno tanto atteso dai ragazzi delle quarte e quinte classi del nostro Istituto. Gli studenti hanno festeggiato la consegna delle Coccarde prima a scuola e poi pranzando tutti insieme al ristorante, anche con i docenti. Ecco due immagini della festa Viaggio di istruzione a Praga La redazione di Leonardo News vince due premi partecipando a concorsi nazionali di giornalismo scolastico Chiamale se vuoi... emozio- ni. Non stiamo citando i versi di una famosa canzone di Lucio Battisti, ma stiamo par- lando delle emozioni che han- no vissuto le ragazze ed i ra- gazzi della redazione. E, per- ché no, anche di quelle che hanno provato la dirigente sco- lastica Tiziana Savarese e la pro- fessoressa Elena Autorino, re- sponsabile del giornalino. Il motivo? I due premi rice- vuti da “Leonardo News”... ed è stata la prima volta che abbia- mo partecipato a dei concorsi nazionali di giornalismo scola- stico! Essere premiati sul palco del Cinema San Marco di Beneven- to, nell’ambito della manifesta- zione organizzata dall’Ordine nazionale dei Giornalisti, è sta- ta un’emozione che non riu- sciamo ad esprimere. Così come ascoltare la lezione di giornalismo del noto condut- tore televisivo di “Porta a Por- ta”, Bruno Vespa, è stata un’esperienza unica che non dimenticheremo mai. E che dire dei premi ricevuti, un diploma ed una medaglia, che ci hanno riempito di orgoglio. Tutto ciò si è svolto il 7 maggio in occa- sione dell’iniziativa relativa al concorso “Fare il giornale nelle scuole”. Esattamente dieci giorni dopo, il 17 maggio, in- vece, è cambiato lo scenario. Questa volta il palco è stato quello della scuola media “Duardo” di Manocalzati, un paese della provincia di Avelli- no, nell’ambito della manifesta- zione “Il miglior giornalino sco- lastico”. Qui si è trattato di as- segnare il primo premio, tra tan- te scuole partecipanti a livello nazionale, e quindi provenienti da ogni parte d’Italia. E indovi- nate un po’ chi lo ha vinto? Il miglior giornalino scolastico è... “Leonardo News”!. E siamo stati anche i primi ad esibirci su quel palco con un duo musica- le della nostra scuola. Giusep- pe Palmieri ha accompagnato con la sua chitarra le note del pianoforte suonato da Pasqua- le Raia che ha anche cantato tre splendide canzoni, tra gli ap- plausi del caloroso pubblico presente. In un’atmosfera gio- iosa si sono esibiti sul palco bambini e ragazzi che ballava- no e cantavano, e persino una professoressa di Francese, che ha cantato “La vie en rose” con una voce melodiosa. E alla fine, udite udite, tutti a fare... il trenino, finanche la preside ed i professori. Insomma, è stata una giornata all’insegna della “joie de vivre”, e la redazione di “Leonardo News” è ritorna- ta a casa soddisfatta ed orgo- gliosa per la coppa del primo premio e per il diploma di meri- to ricevuti. E così abbiamo vo- luto raccontarvi in prima pagi- na le emozioni vissute, accom- pagnando alle nostre parole le immagini delle due manifesta- zioni, sicuri che tutto il nostro Istituto vorrà condividere con noi l’entusiasmante avventura di “Leonardo News”. Perché il nostro giornale scolastico è un patrimonio comune di tutta la scuola, della dirigente scolasti- ca, dei docenti, del personale ATA, degli studenti. Che insie- me hanno contribuito a trasfor- mare un sogno in realtà e a rag- giungere questi due prestigio- si traguardi.

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  • NewsGiornale scolastico dell’Istituto Superiore “Leonardo da Vinci” di Poggiomarino (NA)

    Giornale scolasticodell’Istituto Superiore

    “Leonardo da Vinci” diPoggiomarino (NA)

    In collaborazione con ilsettimanale TorreSette

    Periodico diTorre Annunziata (NA)

    corso Umberto I, 31Tel. 081.353.97.68Fax 081.536.21.05

    e-mail: [email protected]

    Tipografia: SprintitaliaTorre Annunziata (NA)

    Impaginazione a cura diDomenico Gagliardi

    Festa della Coccarda 2014

    E’ il giornotanto atteso dairagazzi dellequarte e quinteclassi delnostro Istituto.Gli studentihannofesteggiatola consegnadelle Coccardeprima a scuolae poi pranzandotutti insieme alristorante,anche con idocenti.Ecco dueimmagini dellafesta

    Viaggio di istruzione a Praga

    La redazione di Leonardo News vince due premi partecipando a concorsi nazionali di giornalismo scolastico

    Chiamale se vuoi... emozio-ni. Non stiamo citando i versidi una famosa canzone diLucio Battisti, ma stiamo par-lando delle emozioni che han-no vissuto le ragazze ed i ra-gazzi della redazione. E, per-ché no, anche di quelle chehanno provato la dirigente sco-lastica Tiziana Savarese e la pro-fessoressa Elena Autorino, re-sponsabile del giornalino.

    Il motivo? I due premi rice-vuti da “Leonardo News”... edè stata la prima volta che abbia-mo partecipato a dei concorsinazionali di giornalismo scola-stico!

    Essere premiati sul palco delCinema San Marco di Beneven-to, nell’ambito della manifesta-zione organizzata dall’Ordinenazionale dei Giornalisti, è sta-ta un’emozione che non riu-sciamo ad esprimere. Cosìcome ascoltare la lezione digiornalismo del noto condut-tore televisivo di “Porta a Por-ta”, Bruno Vespa, è stataun’esperienza unica che nondimenticheremo mai. E che diredei premi ricevuti, un diplomaed una medaglia, che ci hanno

    riempito di orgoglio. Tutto ciòsi è svolto il 7 maggio in occa-sione dell’iniziativa relativa alconcorso “Fare il giornale nelle

    scuole”. Esattamente diecigiorni dopo, il 17 maggio, in-vece, è cambiato lo scenario.Questa volta il palco è stato

    quello della scuola media“Duardo” di Manocalzati, unpaese della provincia di Avelli-no, nell’ambito della manifesta-zione “Il miglior giornalino sco-lastico”. Qui si è trattato di as-segnare il primo premio, tra tan-te scuole partecipanti a livellonazionale, e quindi provenientida ogni parte d’Italia. E indovi-nate un po’ chi lo ha vinto? Ilmiglior giornalino scolastico è...“Leonardo News”!. E siamostati anche i primi ad esibirci suquel palco con un duo musica-le della nostra scuola. Giusep-pe Palmieri ha accompagnatocon la sua chitarra le note delpianoforte suonato da Pasqua-le Raia che ha anche cantatotre splendide canzoni, tra gli ap-plausi del caloroso pubblicopresente. In un’atmosfera gio-iosa si sono esibiti sul palcobambini e ragazzi che ballava-

    no e cantavano, e persino unaprofessoressa di Francese, cheha cantato “La vie en rose” conuna voce melodiosa. E alla fine,udite udite, tutti a fare... iltrenino, finanche la preside ed iprofessori. Insomma, è statauna giornata all’insegna della“joie de vivre”, e la redazionedi “Leonardo News” è ritorna-ta a casa soddisfatta ed orgo-gliosa per la coppa del primopremio e per il diploma di meri-to ricevuti. E così abbiamo vo-luto raccontarvi in prima pagi-na le emozioni vissute, accom-pagnando alle nostre parole leimmagini delle due manifesta-zioni, sicuri che tutto il nostroIstituto vorrà condividere connoi l’entusiasmante avventuradi “Leonardo News”. Perché ilnostro giornale scolastico è unpatrimonio comune di tutta lascuola, della dirigente scolasti-ca, dei docenti, del personaleATA, degli studenti. Che insie-me hanno contribuito a trasfor-mare un sogno in realtà e a rag-giungere questi due prestigio-si traguardi.

  • 2 numero 17MAGGIO 2014

    Siamo quasi alla fine del secondoanno della dirigenza della presideTiziana Savarese, ed è tempo di bi-lanci. Ecco le domande che le abbia-mo rivolto.

    E’ contenta del percorso fatto, harimpianti?

    «Rimpianti nessuno, almeno nes-suno che non possa ancora esserecambiato. Certamente l’organizzazio-ne della scuola e la relazione tra do-centi e studenti sono gli obbiettiviprincipali che dobbiamo cercare dimigliorare».

    Quali obbiettivi si era posta? Cre-de di averli raggiunti?

    «Gli obbiettivi che mi ero posta era-no vari. L’anno scolastico preceden-te mi è servito per osservare e ren-dermi conto di quali potessero esse-re le carenze più evidenti. Il primopunto debole riguarda un po’ di or-dine all’entrata al mattino. L’annoscorso avevo trovato una soluzioneper i ritardi, ma l’ho dovuta cambiareperché era una soluzione un po’ trop-po lunga. Per quanto riguarda gli ac-cessi, quindi, il problema è rimastoancora irrisolto, perché spesso sicontinua a fare confusione per l’ac-cesso nel viale. Per quanto riguardal’organizzazione dei docenti abbiamomodificato alcuni atteggiamenti, sonoriuscita sicuramente nell’obbiettivodi avere un loro maggiore coinvolgi-mento. Gli insegnanti si stanno ren-dendo più responsabili e partecipinell’organizzazione della scuola; al-cuni, in particolare, collaborano mol-to con me per produrre attività inno-vative. Rispetto all’anno scorso,quest’anno, da parte degli studenti,noto una maggiore apertura. Vengo-no spessissimo da me direttamente,invece di mediare con i docenti, per-ché a volte ciò che viene riportato dal

    SALVATORE MANZORAFFAELE VITIELLO

    docente può non coincidere con quan-to viene riferito da loro».

    Quali obbiettivi ha per il futuro ?«Il primo è questo: il prossimo

    anno scolastico molti progetti, in ora-rio curricolare, non saranno attivati,si farà esclusivamente lezione nelleaule. Il motivo è la poca predisposi-zione dei docenti verso questo tipodi organizzazione, che richiede ela-sticità. Spesso non c’è abbastanzaflessibilità per adattarsi. Pertanto chivorrà fare dei progetti li terrà in ora-rio pomeridiano. L’anno prossimo ciconcentreremo prioritariamente sul-l’attività didattica delle quinte, perchésono le prime classi che raggiungonola conclusione del percorso dei nuoviordinamenti. Sempre per il prossimoanno mi auguro che, dal punto di vi-sta tecnologico, ci siano dei progressiper quanto riguarda l’uso delle nuo-ve tecnologie; ci saranno, molto pro-babilmente, le lavagne interattive inmolte classi e un nuovo laboratorioper i geometri. Diciamo che tra i libri ditesto e i mezzi tecnologici multimedialia disposizione, potrebbe essere l’an-no per poter raccogliere qualche ele-mento in più di soddisfazione. Anco-ra, l’obbiettivo che mi pongo il prossi-mo anno è sicuramente l’anticipazio-ne dei viaggi d’istruzione nel perio-do autunnale».

    E’ contenta del lavoro dei docenti?«Complessivamente sì. Ci sono tut-

    tavia molti elementi da migliorare nelramo tecnico-geometri, ma si dovreb-be, con l’arrivo dei nuovi docentitecnico-pratici, rendere la didatticapiù coinvolgente per i ragazzi che,notoriamente, non sono molto moti-vati. Io confido molto in questo indi-rizzo; noi siamo una realtà autenticasul territorio, ci sono ragazzi che ven-gono anche dai paesi vicini ed è unpeccato limitare le finalità di questodiploma. Nella figura del geometra cisono delle potenzialità notevoli, si po-

    trebbero trovare con-nessioni dirette con ilmondo del lavoro.

    Lei è sempre moltopresente, anche “neicorridoi”, cosa pensadei ragazzi?

    «Quando siete neicorridoi non mi piaceaffatto vedervi continuamente aspasso. La scuola è anche un luogod’incontro, ci mancherebbe altro,però siete abituati un po’ male. Nelmomento del cambio d’ora si escedall’aula, si prende un po’ d’aria epoi si rientra. Invece, nonostante ilregolamento preveda che ci sia unapausa, spesso sostate nei corridoianche prima e dopo l’intervallo, quan-do dovreste stare tutti in classe. Inquesto modo la quarta ora non vienesfruttata interamente ma solo per metà.Per quanto riguarda il temperamento,l’indole, vi voglio bene. Siete tutti bra-vi ragazzi. Tranne qualcuno più spiri-toso, e insolente, penso che la mag-gior parte di voi sia di buoni sentimen-ti. Confido molto sugli studenti per-ché penso che i ragazzi, più degli adul-ti, devono essere responsabili del loroprocesso di crescita. Noi possiamoguidarvi, ma se voi non avete vogliadi migliorarvi noi non abbiamo moltecarte da giocare, quindi spero nel vo-stro senso di responsabilità».

    Il lavoro in una scuola così grandee varia sicuramente le porterà viamolto tempo ed energie. Come con-cilia ciò con la famiglia?

    «Con molta difficoltà. E molti rim-proveri, non tanto da parte del mari-to, ma da parte delle figlie, che un po’si sono adattate ormai a questa si-tuazione. Cerco comunque, quandotorno a casa di rendermi completa-mente disponibile per loro, rimando ilavori di casa alla sera, sul tardi, o almattino presto».

    Una critica e un elogio alla sua

    scuola.«La critica, mancanza di puntuali-

    tà, in tutto anche nella consegna deilavori. È una cosa proprio sedimen-tata, non si riesce ad eliminare. E’ pro-prio una cosa fisiologica la lentezza.

    Un elogio, la sincerità e la benevo-lenza da parte degli studenti e, dicia-mo, il desiderio di innovazione e dicambiamento».

    Spesso parecchi ragazzi, conclu-dono con debiti il loro percorso sco-lastico. Si potrebbe pensare ad unasorta di doposcuola in cui gli allievi,magari anche con un minimo con-tributo, e col sostegno dei loro do-centi, possano usufruire di un aiutonelle discipline in cui sono carenti?

    «L’idea mi piace. Nello sportello di-dattico, l’abbiamo praticata all’iniziodell’anno scorso perché avevamoanche un fondo economico che ce lopermetteva. Mano mano si sono as-sottigliate le risorse e abbiamo do-vuto ridurre ulteriormente queste ini-ziative. Allo stato attuale, posso direche se saranno stanziate nuove ri-sorse lo faremo senz’altro, ancheperché il personale docente deveessere retribuito».

    E’ in programma un progetto per mi-gliorare l’efficienza dei laboratori?

    «Sicuramente quello è un punto de-bole della nostra scuola. Arriveran-no strumentazioni nuove; per quan-to riguarda il servizio internet, peravere un collegamento più efficien-te, abbiamo una seconda linea tele-fonica, dedicata solo ai laboratorisenza creare la sovrapposizione del-

    le linee. Adesso abbiamo stipulatoun nuovo contratto, ma il problema èproprio la città di Poggiomarino cheha una connessione dati non perfet-ta. Cercheremo di risolvere anchequesto problema. Ciò che è ancoraun po’ da migliorare è la rotazionedelle classi nei laboratori per evitarela sovrapposizione. Per quanto ri-guarda il laboratorio linguistico, ab-biamo anche organizzato un orario chepermette a tutte le classi di usufruirnesenza coincidenze. I geometri hanno illoro laboratorio, gestito molto bene, ela ripartizione delle ore è più semplice.Riguardo la funzionalità dei laboratorici sono gli assistenti tecnici che pos-sono migliorarne l’efficienza, segna-lando anche eventuali problemi esuggerendo soluzioni».

    Cosa pensa del nostro giornalino“Leonardo News”, le piace?

    «Sono straordinariamente felice.Perché in due anni siamo riusciti afarvi raggiungere un obbiettivo im-portantissimo. Siete stati premiati il 7maggio a Benevento dall’Ordine na-zionale dei Giornalisti. E poi, addirit-tura avete vinto, il 17 maggio, il pri-mo premio ad un concorso nazio-nale indetto dall’I. C. “Don Loren-zo Milani” di Manocalzati, in pro-vincia di Avellino. Un fiore all’oc-chiello, una perla della nostra scuo-la il “Leonardo News”, perché è unprogetto coordinato perfettamen-te e sono molto, molto contenta.Vedo ragazzi motivati che fanno lecose con piacere. Questa è una grandesoddisfazione».

    La dirigente scolastica TizianaSavarese con alcuni studentidella Redazione di Leonardo News

    Sono quattro i neoeletti rap-presentanti d’Istituto del “Le-onardo da Vinci”, tre ragazzi euna ragazza, pieni di voglia difare e di spirito d’iniziativa.

    Giuseppe Ragosta, elettocon molte preferenze, studen-te del Liceo Scientifico; LuigiNappo ed Alessandra Auric-chio dell’ Igea. Ed infine Mi-chele Izzo, dell’indirizzo Co-struzione Ambiente e Territo-rio. Per conoscere meglio que-sti nostri “intrepidi avventu-rieri”, abbiamo posto loro al-cune domande.

    Quali obiettivi vi proponeteper la migliore riuscita del vo-stro operato?

    Tutti hanno risposto: «In-nanzitutto abbiamo in pro-gramma un interessante nume-ro di assemblee. In esse ci saràla proiezione di film, dibattitisu argomenti di interesse co-mune ed altro. Il tutto con lavostra partecipazione. Speria-mo inoltre di riuscire ad orga-nizzare, sempre con l’aiuto ditutti, concerti, feste ed attivitàparascolastiche come, adesempio, corsi di lingua e mu-sica. Le assemblee si svolge-ranno, come di consueto,nell’auditorium della scuola».

    Cosa pensate abbia spintogli elettori a votarvi?

    Giuseppe Ragosta: «Il dia-logo che ho avuto con gli elet-tori, perché ho sempre fattocapire di essere dalla loro par-te, perché il nostro compito èquello di starvi accanto».

    Luigi Nappo: «Perché hoproposto dei temi fondamen-tali ed importanti e ho assicu-rato il più totale impegno nelrealizzarli».

    Alessandra Auricchio: «Glielettori forse mi hanno votatoperché, per la prima volta, han-no visto la candidatura di ungruppo di ragazze che si sonoimpegnate per rappresentarel’Istituto e, finalmente, dopotanto tempo, è stata eletta unadonna. E’ giusto che questoruolo sia anche al femminile.

    Michele Izzo: «La mia noto-rietà nell’istituto, la mia simpa-tia e la promessa di impegnar-mi per tutti hanno sicura-mente spinto i miei elettoriad appoggiarmi».

    Pensavate, sinceramente, diessere eletti?

    Giuseppe Ragosta: «Ci spe-ravo con tutto me stesso, per-ché ho dato anima e cuore perla scuola in questi cinque annie ci tenevo a rappresentaretutti i miei amici in questo ulti-mo anno».

    Luigi Nappo: «No, mai lo

    avrei sperato. Però mi sentivodi farlo, per la voglia che ho difare e di mettermi in gioco».

    Alessandra Auricchio:«No, anche perché la mia can-didatura è stata voluta non dame. Tuttavia essere eletta miha resa orgogliosa del mioIstituto; sono immensamen-te felice, perché vuol dire chec’è chi crede in me. Farò tut-to per non deludere le loroaspettative».

    Michele Izzo: «Sì, ci crede-

    vo e ci speravo anche!».Avete qualche messaggio o

    consiglio per noi studenti?Giuseppe Ragosta: «Di co-

    minciare a studiare dal primoanno e di acquisire un buonmetodo di studio. Continuarea perseverare nel vostro lavo-ro, altrimenti si vanifica tutto».

    Luigi Nappo: «Non lasciateirrisolti i problemi. Affronta-teli. Non abbiate paura didire la vostra opinione sepuò servire!».

    Alessandra Auricchio: «Houn messaggio soprattutto perle ragazze. Il ruolo di rappre-sentante non è solo maschi-le, quindi fatevi valere per iprossimi anni. Non state die-tro le quinte. Proponetevi emettetevi in gioco. E’ una bel-la soddisfazione, credetemi!».

    Michele Izzo: « Studiateperché la scuola è importante,e nello stesso tempo diverti-tevi. Questi cinque anni discuola non ritorneranno mai

    più».Che cosa, sicuramente, non

    ripeterete rispetto allo scor-so anno?

    Giuseppe Ragosta: «Sicu-ramente non ripeteremo l’er-rore di non festeggiare il PreMac TT. Credo sia una tra-dizione importante per noistudenti. Pensiamo di tra-sformarlo in un evento belloe significativo, senza esage-rare ovviamente».

    Luigi Nappo: «Cercheremodi eliminare le varie proble-matiche che si sono eviden-ziate, dando un maggiorcontributo per rendere piùefficiente la funzionalità dellanostra scuola».

    Alessandra Auricchio: «IlConsiglio di Istituto dell’annoscorso ha fatto tante cose giu-ste e utili. Noi cercheremo diseguirne le orme, migliorandosempre di più l’operato di que-sto organo».

    Michele Izzo: «Il primo no-stro proposito: ascoltare lerichieste, le esigenze di tut-ti, cercare di collaborare, pri-ma noi quattro, poi tutti in-sieme (studenti e professo-ri) per migliorare, laddovepossibile, la vita dell’istituto».

    EMILIO AURICCHIOMARIANTONIA LANGELLA

    Elezioni scolastiche Rappresentanti d’Istituto, finalmente una donna!

    Intervista alla preside Tiziana Savarese. I suoi propositi

    La dirigente scolastica:«Puntualità e innovazione»

  • Visita guidata

    3numero 17MAGGIO 2014

    La visita guidata è un insieme diemozioni, di scoperte, di conoscen-ze e di divertimento.

    Un’esperienza che aiuta a vederlontano, a focalizzare lo sguardo sumonumenti, paesaggi, affreschi, adallargare i confini culturali.

    E’ un modo di apprendere diverso,entusiasmante, all’aria aperta; produ-ce sensazioni stupende, in un’aulasenza né muri né banchi, senza libriné quaderni, dove puoi vedere, an-nusare, gustare, sentire il mondo dalvivo, da vicino.

    Il 26 febbraio noi studenti delleclassi IB Liceo Scienze Applicate eIB Liceo Scientifico dell’ISIS “daVinci”siamo stati impegnati in unavisita guidata a Roma dove abbiamovisitato: Il Quirinale, la Fontana DiTrevi e Piazza Di Spagna. La primafermata è stata proprio al Quirinale,dove siamo rimasti per circa 90 minu-ti. Abbiamo scoperto che è uno deipiù importanti palazzi della capitalesia dal punto di vista politico,che dalpunto di vista artistico. All’esternodi questo edificio, prima di essereammessi all’interno, abbiamo potutoassistere al sempre affascinante ritodel cambio di guardia, eseguito conperfetta sincronia di movimenti. Unavolta entrati all’interno siamo statiaccolti da una guida, che ci ha ac-compagnati nel tour del palazzo, do-cumentandoci sulla sua storia. Ab-biamo, così, appreso che è stato co-struito a partire dal 1583, sull’omoni-mo colle. Parteciparono alla sua rea-lizzazione e decorazione insigni mae-stri dell’arte italiana come DomenicoFontana cui si deve il disegno della

    LUCIA CANGIANIELLOEMILIANA SOLA

    facciata. E poi Carlo Maderno, auto-re dell’ala sulla via del Quirinale, doverealizzò la cappella Paolina, gli appar-tamenti papali e la Sala Regia, ora det-ta dei Corazzieri, lavorò anche al por-tone d’ingresso. L’edificio ha primaospitato, come residenza estiva, il ro-mano pontefice, fino al 1870, poi èdivenuto palazzo reale dei Savoia, e,solo con la proclamazione della Re-pubblica, avvenuta dopo il referen-dum istituzionale del 2 giugno1946, è diventato definitivamentela sede del capo dello Stato repub-blicano. Il primo presidente dellaRepubblica Italiana, Enrico De Ni-cola, non visse al Quirinale. FuGiovanni Gronchi il primo che fecedel Palazzo la sua casa.

    Oggi,l’attuale “inquilino” delQuirinale è Giorgio Napolitano,presidente della Repubblica Italia-na dal 15 maggio 2006, rieletto il 20aprile2013. Siamo rimasti senza fia-to nell’apprendere dalla guida cheil palazzo del Quirinale si estendesu una superficie di 110.500 m² edè il sesto palazzo più grande delmondo in termini di superficie, ma

    è anche la più estesa residenza diun capo di Stato. L’edificio, in to-tale, ha 1200 stanze;di esse abbia-mo potuto visitare:Lo Scaloned’Onore; La Sala di Rappresentan-za; La Sala degli Scrigni;La Sala de-gli Arazzi; La Cappella Paolina; LaSala delle Stagioni;Il Salone deiCorazzieri; La Sala dei Bussolanti;La Sala di Augusto. L’eleganza diqueste sale, l’ampiezza dei locali,la cura con cui sono tenute hannosuscitato in noi ragazzi stupore etanta ammirazione.

    Dopo la visita al Quirinale,con gliocchi ancora “luccicanti” ci siamodiretti verso mitica Fontana diTrevi. Qui non abbiamo potuto resi-stere allo scatto della rituale foto ri-cordo con i professori e allo scara-mantico lancio della monetina. Ci sia-mo poi spostati per ammirare l’incan-tevole scenario di Piazza Di Spagna, egrazie ad un un po’ di tempo liberoabbiamo, tutti insieme, visitato gli in-cantevoli, quanto costosissimi, nego-zi che la circondano e comprato qual-che souvenir come simbolo e ricordodi un magico giorno trascorso a Roma.

    Le gite scolastiche sono dasempre lo strumento educati-vo più apprezzato da noi stu-denti, aspettiamo per tuttol’anno quest’evento.

    A dir la verità insegnanti ealunni considerano questeuscite in maniera differente. Iprimi amano chiamarle viaggidi istruzione e le consideranoparte integrante del program-ma scolastico, i secondi pre-feriscono chiamarle gite e le ri-tengono un momento di sva-go e divertimento. In realtà,

    gita scolastica o viaggio diistruzione, essa è un momen-to di socializzazione e di ap-prendimento, un modo per rac-cogliere informazioni ed arric-chirsi “reso più gradevole dal-la lontananza dall’edificio sco-lastico”. Sono molti gli scopidi una visita guidata, ad esem-pio conoscere nuovi luoghi,usi differenti e culture diver-se, ma allo stesso tempo raf-forzare le vecchie amicizie ecrearne delle nuove. Durantequesti momenti è possibileanche approfondire argomen-ti che non sono mai affrontati

    in classe per mancanza di tem-po o perché l’ambiente non e’favorevole. Quest’anno graziealla disponibilità della nostrapreside anche noi, alunni del-le terze e quarte, abbiamo par-tecipato alla tanto attesa gitascolastica di “tre giorni” a Fi-renze. Con tanto entusiasmo,il 12 aprile, abbiamo imposta-to la sveglia alle 5:00 del matti-

    no, per dirigerci a Napoli, pren-dere il treno “Italo” per arriva-re a Firenze alle 10:30.

    Qui,abbiamo avuto la gran-de fortuna di alloggiare in unalbergo le cui camere affaccia-vano su una Piazza del centrostorico di Firenze, Piazza dellaRepubblica: una vista davve-ro stupenda. In questa piazza,precisamente dove si trova lacolonna dell’Abbondanza, siaprono grandi fori dai quali èpossibile raggiungere i postipiù conosciuti e celebri dellacittà. Abbiamo visitato, il Pa-lazzo del Duomo che sorge nel

    cuore del centro storico di Fi-renze, dominato dalla splendi-da mole della cattedrale e de-gli edifici vicini come il famo-so Campanile di Giotto e il Bat-tistero di San Giovanni. Siamorimasti affascinati dall’altezzadel Campanile di Giotto, ben84 metri, e dai suoi prodigiosidecori con marmi policromibianchi, verdi e rosati e dalledecorazioni di sculture eformelle. Ci ha lasciati altret-tanto stupiti la bellezza del Bat-tistero, coperto da una cupolaad otto spicchi e da un tetto apiramide schiacciata. Accantoa questi grandi monumenti ab-biamo ammirato la Cattedrale:arcidiocesi di Firenze, immensae maestosa , che può contene-re fino a 30000 persone.

    Da qui ci siamo spostatipresso Piazza della Signoria,dove è situato il Palazzo Vec-chio, sede del Comune dellacittà. Dal 1865 al 1871 esso fusede del Parlamento italiano,mentre oggi ospita il sindacodi Firenze. Dopo tanta fatica,non potevamo non stendercie riposarci un po’sull’erba deifavolosi giardini di PalazzoPitti, reggia del granducato diToscana, che al suo internoospita diversi musei . E nonpotevamo non lasciarci affa-scinare dalla famosa Piazza diSanta Maria Novella, una del-le più importanti di Firenze,dove è possibile ammirare laChiesa di Santa Maria Novel-la. Ma forse il momento più

    magico è stato visitare unodei simboli della città di Fi-renze, o meglio passeggiaresu uno dei ponti più famosidel mondo: Ponte Vecchio.E’ stato stupefacente, magi-co, passeggiare tra quellenumerose vetrine luccican-ti, piene di gioielli favolosi.Lasciamo a voi immaginarel’incantevole panorama checi ha emozionato nelle no-stre sere fiorentine. Chedire?! Di questo bellissimoviaggio non ricorderemo so-lamente giardini e monumen-ti, palazzi e splendidi ponti,ma porteremo con noi unavaligia piena di indumentistropicciati,ma anche colmadi allegria, spensieratezza, li-bertà, gioia e, allo stessotempo, tristezza. E’ statoduro rinunciare alla gioia,agli immensi scherzi e risateche hanno accompagnatoquei tre giorni:a partire dalprimo pranzo, con un contosalato, ai travestimenti du-rante la notte, ai giochi e aglischerzi coi compagni, allacomplicità che ci ha reso piu’simpatici i nostri prof. Un gra-zie di cuore lo rivolgiamo pro-prio a loro, ai nostri professoriaccompagnatori, visto chesenza di loro questa esperien-za non sarebbe stata né pos-sibile, nè così indimenticabile.Porteremo per sempre nel cuo-re un pezzo di questa città ec-cezionale, pur avendola “vis-suta” solo per tre giorni moltobrevi ma anche molto intensi.

    GIUSY DESIDERIOLIDIA CARBONE

    Conquistati da Firenze, magicacittà ricca di storia e bellezze

    Lunedì 10 marzo abbiamoavuto l’onore di ospitare, pres-so l’Auditorium della nostrascuola, ISIS “Leonardo DaVinci “di Poggiomarino ,lagiornalista e scrittrice italiana,Pina Varriale, autrice del libro“Ragazzi di Camorra”. La let-tura di questo romanzo hacoinvolto diverse classi primedel nostro Istituto e le classiterminali delle scuole secon-darie di I grado, “G. Falcone” e“E. De Filippo” ,di Poggioma-rino, che hanno partecipato

    con noi al Progetto-lettura.Tale progetto intende favorirela cultura del libro ed accre-scere l’amore per la lettura,fondamentale tra i giovani che,catturati dai moderni mezzi dicomunicazione di massa, leg-gono sempre meno e sono aforte rischio di impoverimen-to della parola e, conseguen-temente, del pensiero. La no-stra scrittrice è nata il 15 mar-zo 1957 a Napoli, dove vivetuttora. Coltiva la passione perla scrittura dall’età di sei anni,componendo delle piccole sto-rie fantastiche. Nella vita hafatto moltissimi lavori: inse-gnante, giornalista, presenta-

    trice per la radio e per la televi-sione, pittrice, traduttrice. Mala sua vera passione è scrive-re. Il romanzo “Ragazzi di ca-morra” porta l’autrice nellescuole d’Italia a raccontare isogni e le speranze degli ado-lescenti. Per l’opera vince nel2008 il Premio Cento e altri pre-stigiosi premi. Il romanzo rac-conta la storia di Antonio.

    Ha dodici anni e a Scampia,il quartiere dove vive, sono giàabbastanza, per cui è il momen-to di entrare nella criminalitàorganizzata per cominciare lacarriera di “moschillo”, giova-ne camorrista. Una carriera fat-ta di spaccio, furti, estorsionie rapine...

    Ma se a Scampia tutto que-sto è normale, Antonio, inve-ce, spera ancora in un’altravita. E, proprio quando si staguadagnando la fiducia delboss, conosce Arturo, un in-

    segnante che tenta di diffon-dere la cultura della legalità nelquartiere. Iniziando a frequen-tare il suo “rifugio”, Antonioscopre quell’infanzia che gliera stata rubata. Per la camor-ra, però, questo non va bene eil clan decide di dare fuoco alrifugio…Il resto però lo sco-prirete leggendolo.. Abbiamotrascorso un’allegra e interes-sante mattinata in compagniadella scrittrice, mostrandole inostri dubbi, le nostre per-plessità e paure nei confronti

    di un fenomeno così impres-sionante e dilagante quale èquello della criminalità. Le ab-biamo posto delle domandealle quali ha sempre rispostoin modo esaustivo e con unsorriso sereno, le abbiamomostrato i vari filmati realizza-ti. La partecipazione è statamassiccia ed è stato bello ve-dere l’Auditorium tappezzatodi cartelloni che dicevano “no”alla camorra. E’ stata ancheun’occasione per dialogarecon l’autrice che ha fornitomolti spunti di riflessione le-gati alla sua produzione lette-raria e alla sua vita. A coordi-nare la mattinata che si è con-

    clusa con foto, autogra-fi e complimenti sonostate le professoresseAngela Rainone e LuciaPrisco. I ringraziamentivanno a tutti gli inse-gnanti che si sono pro-digati nel leggere e nelfar leggere il libro e aglistudenti che, con tantointeresse, si sono avvi-cinati alla lettura di esso.Ringraziamo, in partico-lar modo, la nostra pre-side, professoressa Ti-

    ziana Savarese che, con la suadisponibilità e apertura ver-so tali iniziative, ci ha per-messo di organizzare questoevento. Una cosa importan-te che abbiamo capito daquesta esperienza è, sicura-mente, che solo chi è “edu-cato a leggere” continuerà asentire il bisogno di farlo peril resto della vita e, quindi,di continuare ad autoeducar-si. Ciò è fondamentale nel-l’odierna “società della cono-scenza”, una società in cui lavera ricchezza è data dalla cul-tura, dalla capacità di affron-tare una realtà in continuocambiamento, dove le cono-scenze oggi valide e certe,domani, probabilmente, non losaranno più.

    NUNZIA GALLOLUCIA IMPARATOANITA SAGGESE

    Il libroRagazzi di camorra. Incontrocon la scrittrice Pina Varriale

  • L’incontro Michele Del Gaudio, magistrato, già deputato e attualmente scrittore di libri di successo, ci concede un’intervista

    4 numero 17MAGGIO 2014

    Michele Del Gaudio, 61 anni,nato a Torre annunziata, doveattualmente risiede, è stato unmagistrato protagonista dinumerose e clamorose inchie-ste, tra cui l’arresto e la con-danna di tanti politici corrotti.

    Esattamente venti anni favenne eletto deputato al Par-lamento. In questo lungo pe-riodo della sua vita, però, la

    cosa che lo ha gratificato dipiù è stato l’incontro nelle scuo-le di tutt’Italia con migliaia di stu-denti per parlare loro dell’alto va-lore della legalità. E’ anche unoscrittore, autore di diversi libri disuccesso tra cui “Vi racconto laCostituzione”. Anche noi studentidelle classi quinte della nostrascuola, lo abbiamo incontrato edintervistato.

    Quando si è reso conto chequesto era veramente il lavo-ro che voleva fare?

    «Man mano che crescevo,sviluppavo un forte senso digiustizia. Ero chiuso, aggres-sivo, manesco, ma istintiva-mente parteggiavo per i debo-li contro i forti. Poi ho incon-trato insegnanti meravigliosiche hanno tirato fuori la partemigliore di me: altruismo, di-sponibilità, nonviolenza. Devomolto alla Scuola, perciò girol’Italia per incontrare gli stu-denti, per restituire il bene chemi ha donato. Cerco di asse-condare i ragazzi a scovare lastrada dentro se stessi. Hoconsolidato sempre più i mieivalori, anche attraverso la Co-stituzione, e sono sfociatoquasi naturalmente nella ma-gistratura, che tutela i diritti deideboli contro le prevaricazio-ni dei forti».

    Ha mai avuto ripensamenti?«No, nel senso che il solco

    era tracciato e ho sempre avu-to timore di oppormi. Mio pa-dre, in perfetta buona fede,avendo vissuto la fame, vole-va che avessi un lavoro sod-disfacente e remunerativo,come il notaio. Io mi sentivoportato verso l’arte, ma la ri-dussi ad hobby. Il liceo classi-co fu cupo, ansiogeno: se nonavessi avuto gli amici e il pal-lone, non avrei assaggiato lafelicità. Anche l’università fuopprimente: a Pisa, lontano,sotto una pioggia continua,con le zanzare dell’Arno. Maanche per giurisprudenza ave-vo l’antidoto: agli amici si ag-giunsero le ragazze e l’amore.La felicità era piena. Poi ven-ne il lavoro: il rapporto con lagente, pilastro della democra-zia. L’io si trasformò in noi el’agire “in nome del popoloitaliano” mi iniettò una gran-de carica.

    Nella vita che era stata pro-

    grammata per me, finalmenteero a mio agio: quello che ave-vo studiato, per senso del do-vere, diventava piacere nelmomento in cui lo applicavoin concreto. Nei miei 27 annicon jeans e camicia, avevol’autorità di dare ragione aideboli e torto ai potenti. Nonce l’avevo con loro, volevosolo giustizia: non ho mai datoragione a un debole che ave-va torto o viceversa».

    C’è un episodio, nella suacarriera di giudice, che ricor-da col sorriso?

    «Mi occupavo di contro-versie fra persone e mi imbat-tei in due fratelli sui settant’an-ni: non si parlavano da moltoper contrasti ereditari. Dopoun primo colloquio individua-le, senza avvocati, capii che alfondo di ognuno c’era delbuono. Annullai gli altri impe-gni e dedicai loro tutta la mat-tina. Discutemmo a lungo e allafine raggiunsero un accordoconveniente per entrambi.Notai che discorrevano dinuovo come fratelli. Nel salu-tarci uno dei due mi sussurrò:“Giudice, lei potrebbe esserenostro figlio, ma oggi ci ha fat-to da padre!”».

    E c’è un episodio che ricor-da con rammarico?

    «Nessuno in particolare,piuttosto una sensazione ge-nerale di turbamento tutte levolte che arrestavo qualcuno.La mia sensibilità non ha maisopportato che facessi delmale. E invece è accaduto mol-to spesso nell’esercizio delle

    mie funzioni. Però ho sempreavuto grande rispetto per ogniimputato. Ne consideravo l’in-terrogatorio un atto d’amore: inquella circostanza dovevo of-frirgli la possibilità di difender-si, di esporre tutti gli elementiche potessero scagionarlo.Certo gli contestavo le contrad-dizioni, gli alibi fasulli, ma le pro-ve le dovevo cercare altrove».

    Quanto e come hanno inci-so la sua professione e la suacarriera sulla sua vita e sullasua persona?

    Parecchio. Hanno tonifica-to i miei ideali, l’equilibrio an-che nel privato, la capacità dichiarirmi le idee, di sistemare ifatti, di riuscire a separare latitolarità di un diritto dal suoesercizio. Nel senso che a vol-te, pur avendo ragione, vi horinunciato: per amore, amicizia,solidarietà. Non ho mai indie-treggiato, però, davanti al po-tere, pubblico o privato. Tut-t’oggi continuo a lottare, de-nunciare, mai per vantaggiopersonale, sempre per interes-se generale. Fare il giudice miha abituato a non prendere maiuna decisione a caldo, adaspettare sempre che la situa-zione si raffreddi, anche se avolte è necessario il sì o il noin un secondo. In negativoinvece ho acquisito troppecertezze, ma voi studenti me leavete smontate tutte. In que-sti ultimi vent’anni mi avetetrasmesso che, salvo sui gran-di principi quali l’onestà, la li-bertà, la giustizia, la verità è ildubbio, il dialogo, trovare so-

    luzioni comuni, edificare insie-me il presente prima ancorache il futuro».

    Oggi, a distanza di anni, c’èqualcosa della quale si pente?

    «È difficile dirlo. Forse nonfrequenterei il Liceo Classico,e non farei il magistrato... Op-terei per il Liceo artistico, l’Ac-cademia delle Belle Arti o Let-tere, farei il pittore o lo scritto-re, magari l’insegnante, soloper insegnare ai ragazzi a nonessere soldatini ubbidienti macittadini pensanti. Valorizzereil’ideare, il creare, il costruire ri-spetto all’imparare per il saperee per applicarlo in modo acriti-co, senza quel granello di di-versità e fantasia che consentealla storia, individuale e collet-tiva, di evolversi invece di re-stare ferma. Ma, nonostantetutto, complessivamente la miavita è stata ed è felice. Perchého cercato di fare bene anchequello che non avevo scelto,sorretto dai sentimenti e dagliideali, indispensabili compagnidi viaggio».

    Sicuramente ogni personache ha ‘giudicato’ ha lasciatoqualcosa in lei. C’è qualcunoche ricorda in particolare?

    «Mi viene in mente unsessantenne accusato di pe-dofilia nei confronti di untredicenne. Viveva in una mac-china dopo aver fallito tutti itentativi per affermarsi comepittore. La sua vita, la sua casaera in quell’automobile. Accer-tai che era il tredicenne ad averabusato del sessantenne: lotiranneggiava, lo sfruttava, gli

    prendeva i soldi. Da tutta unaserie di dettagli, in particolaredal diario che fu sequestratoall’anziano, sgorgava il suoamore puro, spropositato, inna-turale... il suo sacrificare tuttoper il teenager. Ma per legge laviolenza sessuale è presuntaquando è commessa su chi hameno di 14 anni, in quanto si dàper scontato che non abbia lamaturità per un consenso vali-do. La condanna fu esempla-re, ma mi persuase che, anchedove c’è il male, ci può essereun brandello di sentimento, untozzo d’ideale».

    Si faccia una domanda cheavrebbe voluto le ponessimo…

    «Se sono felice. Se siete fe-lici. La felicità è l’obiettivo dellavita, della Costituzione, delleleggi, anche se la società fa ditutto per impedirla. Ho avutoperiodi lunghi di sconforto, disofferenza, anche attimi di di-sperazione, ma mi ha sempresostenuto la convinzione chealla fase negativa sarebbe se-guita quella positiva. Mi chiu-devo nel guscio, in difesa,recuperavo le energie, sicuroche ce l’avrei fatta, e poi arri-vava l’occasione appropriataper ripartire. Non so se sonostati più i giorni di serenità oquelli di smarrimento, ma i tem-pi felici sono stati, e sono, tal-mente intensi e profondi dasuperare ogni dolore. Addirit-tura oggi non ho bisogno difelicità diretta, anche se conti-nuo a provarla, perché mi ba-sta vedere mio figlio felice, peressere indirettamente felice

    della sua felicità».C’è un augurio che vuole

    fare ai ragazzi che a brevesosterranno l’esame per laMaturità?

    «Mi verrebbe da dirvi: “È’primavera, buttate i libri, an-date a divertirvi!”. Ma lo stu-dio è essenziale, anche se loarticolerei in un prato ove ognimateria sia un fiore da coltiva-re, non da strappare. È un di-ritto e un dovere. Sì, avete an-che il diritto al dovere! Io peròvi proporrei prima l’efficaciadei diritti e solo dopo vi pre-senterei i doveri. Li accoglie-reste come parte di voi, giàconsapevoli che sono i dove-ri a preservare i diritti. Vi au-guro di non diventare falsi perpaura di essere veri! Altrimen-ti rischiate di essere quotidia-namente infelici, insoddisfat-ti, privi di motivazioni, di gioiadi vivere. Vi auguro di impe-gnarvi per migliorare la scuo-la, la società, la politica, l’eco-nomia, che ostacolano la vo-stra felicità, il vostro essere,le propensioni, le aspirazio-ni. Vi auguro di vivere “in-sieme”! Insieme si gioisce, sisoffre, si decide, si realizzameglio. Si può essere felicisolamente se si è noi. Se siresta “io”, è più facile esse-re infelici. Ecco perché visupplico di rimanere autenti-ci, di non cambiare per cam-biare il mondo. Ce la farete, avre-te la forza del “noi”, dell’one-stà, della verità, dell’amore, del-l’amicizia, che nessuna avver-sità potrà mai scalfire».

    BRIGIDA LANGELLAANTONIETTA MARRA

    Non tutti sanno che “sei” stata concepita il 2 giugno 1946,che “sei” venuta alla luce il 22 dicembre 1947, che “sei” statabattezzata il 27 dicembre 1947 e che “sei” stata presentata insocietà il primo gennaio 1948.

    Gli anni sembrano tanti, ma “li” porti magnificamente, salvequalche “intervento”, “sei” sempre in piena salute e anche setanti dicono che “devi” sottoporti a lifting (corposo) non la-sciarti condizionare, “sei” sempre giovane. Se non ci fossi sta-ta “tu”non osiamo immaginare dove saremmo oggi. “Hai” sem-pre assolto il “tuo” compito fondamentale, quello di dettare leregole del vivere comune, quello di rappresentare il pilastrodella democrazia uscita dai lutti, dalle macerie e dalle lacerazionidella seconda guerra mondiale. Tale era l’obiettivo dei costi-tuenti, che riuscirono a trasferirlo nei “tuoi” 139 articoli e nelle“tue” 18 disposizioni transitorie e finali. Purtroppo l’anniversa-rio arriva in un tempo di ansia e trepidazione.

    Negli ultimi due-tre lustri, si è dimenticato e si continua adignorare delle lotte, delle sofferenze, degli ideali e di quantacultura civile e capacità di dialogo sono stati impiegati, perconcepirti, per una pacifica convivenza e un cammino civile.

    Molti italiani non partecipano al patto civile che “tu” esprimi,ne sono fuori per ignoranza indotta ad arte, soprattutto perl’imbarbarimento politico e culturale che ha prodotto basseambizioni tutte per sé, con gli altri come rivali e non soci, nellapessima e malvagia filosofia “o si domina o si è dominati”, “osorpassi o si è sorpassati”. C’è sicuramente molto da impararedalle modalità con le quali “sei” venuta alla luce, pensando alclima di quegli anni, che spinse le tre principali anime dell’As-semblea (costituente) - quella cattolica, quella social-comuni-sta e quella liberale - allora estremamente lontane fra loro, aconcordare sulle regole fondamentali del vivere comune, innome di un obiettivo più alto e nobile. “Ti” sei fatta in quattroper meglio far intendere le “tue” volontà.

    Nei primi dodici articoli “enunci” i principi fondamentali cuipoggi le basi del vivere comune, e cioè Democrazia, ugua-glianza, rispetto della persona umana, pluralismo, tutela dellavoro, tutela delle autonomie territoriali, pacifica collabo-razione internazionale. La prossima volta ci “chiarirai” meglioi principi fondamentali per poi passare oltre. Speriamo di nonaverti infastidito troppo. Scusaci, non era nostra intenzione.

    GIOVANNI NUNZIATA REGAdocente di Diritto

    L’angolo dei prof.

    Costituzione, chi sei?“Abbiamo parlato di Costi-

    tuzione senza parlarne”.La nostra scuola ha ospita-

    to, il 28 febbraio, il giudiceMichele Del Gaudio. All’in-contro hanno partecipato leclassi quinte dell’indirizzoAFM.

    Al suono della terza cam-panella gli studenti delle se-zioni A, B e C si sono recatinell’auditorium per un incon-tro con il magistrato. Si parle-rà di legalità, di leggi ed altro.

    Ci aspettavamo tutti unacerta formalità, invece un si-gnore dall’aria pacata e rassi-

    curante, ha salutato ogni stu-dente con una stretta di mano.Subito, con un contatto diret-to, ha fatto capire che non sa-rebbe stato il classico incon-tro, o la classica lezione tenu-ta dalla cattedra, arida e noio-sa, ma un incontro interes-sante, vivo, interattivo. Conun messaggio chiaro e forte,ha esordito: «La Costituzio-ne non è solo la legge fonda-mentale dello Stato. La Costi-tuzione siamo Noi. In ogni

    piccola cosa che facciamo, inogni cosa che pensiamo la ri-troviamo. La Costituzionemette insieme un popolo, aiu-ta ad essere se stessi, a recu-perare la propria integrità. Separliamo dei nostri diritti, ca-piamo anche i nostri doveri.La Costituzione è al nostroservizio e il suo rispetto as-sicura il pieno sviluppo dellepersone».

    Ha continuato poi raccon-tandoci la sua storia, come lascuola, la società l’hanno aiu-tato ad essere la persona cheè diventato, matura e respon-

    sabile. Ci ha “confidato” cheè diventato magistrato per unascelta di vita, e che da quelmomento il valore della giusti-zia è stato, per lui, sempre al disopra di ogni cosa, la ragionedella sua vita. L’amore per laCostituzione lo ha sempre gui-dato al rispetto e alla legalità.

    «Più è alto il tasso di legali-tà più è alto il tasso di felici-tà»: così ha detto, rivolgendo-si a noi studenti, con moltaconvinzione.

    Del Gaudio, attraverso unaserie di esempi tratti dalla no-stra vita pratica, ponendocisemplici domande, ci ha con-dotto ad affermare l’importan-za delle regole. Siamo stati noia dire che la vita è fatta di re-gole, semplici e non, serie efacete, ma pur sempre regole.

    Ci ha condotti a scoprirecome noi stessi creiamo le re-gole, spesso anche senza ac-corgercene.

    Bene, poi ci ha detto: «LaCostituzione è un insieme diregole, come la vita e se vo-gliamo vivere bene le dob-biamo rispettare, almenoquelle serie e vitali, perchénella vita le regole possonoessere banali, giuste o in-giuste, come la legge; lastessa legalità non è sempregiusta,ma ci insegna, ci se-gna».

    Del Gaudio, in appenadue ore, ci ha fatto appas-sionare con esempi trattidalla vita di tutti i giorni,accennando anche ad unalegge della Costituzionemolto importante comel’uguaglianza, la parità disessi, la parità di valori.

    Ci ha trasmesso tanto, inpoco tempo. Ha fatto capirecome i giovani siano il futu-ro. Ha reso la Costituzione fa-cile, bella. Ha reso la parola“scherzare” un sinonimo di“imparare”.

    VALENTINA GAROFALO

    «Più legalità, più felicità!»

  • 5numero 17MAGGIO 2014

    “IX Campionato del Sud Italia diBraccio di Ferro”. L’istituto “Leonar-do Da Vinci” sede ufficiale dei cam-pionati di questa disciplina sportiva.

    Il giorno 3 maggio si è tenuto, nelnostro Istituto si è tenuta la compe-tizione. Per un giorno, la nostra cittàè stata la capitale del Mezzogiornograzie all’evento sportivo curato daireferenti regionali e locali della fede-razione: Renato Corsalini (Respon-sabile Sud Italia), Claudio Rizza (Pre-sidente Federazione S.B.F.I.) e LuigiPaciello (Referente Regionale). E gra-zie alla mentalità giovane ed innova-tiva della nostra preside Tiziana Sa-varese, che ha dato la disponibilitàad utilizzare i locali dell’istituto.

    Sette sono state le categorie par-tecipanti: JUNIORES (Kg 80 - 90 -oltre), ESORDIENTI (60, 70, 80, 90,100, + 100 Kg), SINISTRO (Kg 80, 90,oltre), FEMMINILE (categoria unica),SENIOR DESTRO (Kg 70, 80, 90, 100,+100), MASTER (categoria unica),

    Il 18 marzo 2014 si è tenuta la tantoattesa sfilata “Miss Leonardo da Vin-ci”, proposta dai nostri rappresen-tanti d’istituto ed accolta con piace-re da tutti gli studenti del nostro isti-tuto.

    Anche se l’idea non è proprio ori-ginale poichè un precedente c’è giàstato nel 2009, quest’anno ha riscos-so un enorme successo e una riccapartecipazione perché, dopo la sfila-ta e la premiazione, si è svolta la tra-dizionale festa degli studenti, il PREMAK TT, che non si svolgeva nellanostra scuola da ben tre anni.

    La serata è stata semplice e, allostesso tempo, magica. Si è aperta conl’arrivo di tutti gli invitati, studenti enon, al Bloomà club. Una sfavillantesfilata di ragazzi e ragazze vestiti ditutto punto, eleganti, stravaganti,luccicanti, sorridenti, impazienti diconoscere la nuova miss e di festeg-giare insieme. E’ stato piacevole ri-trovare, quasi per intero, l’ISIS daVinci in un contesto diverso. E’ statobello rivedersi , dopo una mattinatainsieme, e quasi non riconoscersisenza la solita divisa di jeans e ma-glietta. La festa è stata animata da undj e una vocalist che, una volta ac-colta la platea, hanno presentato lecandidate, le 9 aspiranti miss: TeresaBalbi, Rossella Duraccio, MarikaBuglione, Gaia De Lia, Marika Ranie-ri, Virginia Miranda, AntonellaPisacane e Ines Nappo. Le ragazzehanno sfilato per Klichè Jeans, SarahChole e Atmosfera Danza, in tenutasportiva e casual. La giuria compo-sta da Raffaele Casillo, Luigi Ambro-sio e Carmine Polisi, dopo aver assi-stito al défilé delle ragazze, è statamolto combattuta nel decidere a chitoccasse la palma della vincitrice. Alla

    fine il verdetto è stato unanime e hatrovato concorde il pubblico. La ter-za classificata è risultata RossellaDuraccio; la seconda Virginia Miran-da; prima classificata, e quindi “missLeonardo da Vinci”, è stata decreta-ta Antonella Pisacane. A questo pun-to tra applausi e grida sono state con-segnate la fasce e i rispettivi premialle partecipanti che hanno sfilato an-cora una volta tra gli applausi gene-rali. E’ poi iniziata la seconda partedella serata, si è aperta la vera e pro-pria festa, animata dalla musica, dalballo e da tanta tanta allegria. E’ sta-ta una notte lunghissima e movimen-

    tata, ma siamo stati molto bene e cisiamo divertiti in modo semplice esano. E’ stato un vero successo perla partecipazione in massa da partedi ragazzi e la tranquillità con cui iltutto si è svolto. Tutti si sono diver-titi e qualcuno ha vissuto anche il“suo momento di gloria”. Certo è statosolo un piccolo evento, forse un po’frivolo, ma concedetecelo, in fondosiamo ragazzi, e anche di questo ab-biamo bisogno, in particolare noi stu-denti del quinto anno, per stempera-re la fatica dello studio matto e di-sperato che ci tocca sostenere nelprossimo mese.

    MARIA ASCOLESE ‘96

    Il concorso di bellezza Ecco a voi Miss LeonardoAntonella Pisacane eletta reginetta. Sul podio Virginia Miranda e Rossella Duraccio

    OPEN (categoria unica). Molte le re-gioni partecipanti: Campania, Mar-che, Umbria, Calabria, Toscana, Lazio,Sardegna, Puglia, Emilia Romagna eAbruzzo. Gli iscritti erano circa 60 trai quali, oltre ad Italiani, anche Russied Ucraini che gareggiavano in teamitaliani. Le gare sono state entu-siasmanti e divertenti; i giovani“braccio di ferro” hanno dato vali-de prove di forza e concentrazionee si sono esibiti tra applausi e in-coraggiamenti dei loro sostenitori.

    Il tutto si è concluso con la pre-miazione effettuata dalla preside Sa-varese dell’istituto ospitante, “Leo-nardo Da Vinci”, che si è fatto onoregrazie al suo rappresentante, Ferdi-nando Erba, alunno di V B Geometra,che si è guadagnato un meritatissi-mo secondo posto della categoriaEsordienti (Kg 90, 100).

    Teresa AscoleseMaria Rosaria Nappo

    IX Campionato del Sud Italia di Braccio di Ferro

    Ferdinando Erba secondo tra gli Esordienti

    Ogni anno l’I.S.I.S. “Leonar-do Da Vinci” organizza proget-ti e PON per gli studenti, fina-lizzati alla loro formazione.

    Quest’anno è nato un pro-getto innovativo dedicato airagazzi diversamente abili delnostro istituto: “Danza para-limpica a scuola”. E’ stato pro-posto dal tecnico federaleparaolimpico Gabriele Cretoso,insegnante di danza sportiva,a cui abbiamo rivolto qualchedomanda:

    Com’è nata l’idea di questoprogetto?

    «La mia attività non è prati-cata in nessun istituto supe-riore. Anche per me questa èla prima esperienza in unascuola. Si tratta di danza e ilbeneficio maggiore è dato dal-la musica».

    Com’è stato accolto il suo

    progetto?«Con molto entusiasmo da

    parte della preside Tiziana Sa-varese e dei professori, ma nonsono mancati gli scettici. Gliostacoli da superare sono an-cora tanti».

    Che scopo ha il progetto?«È’ finalizzato all’integrazio-

    ne dei ragazzi speciali di que-sto istituto, in un gruppo. Im-parano così a socializzare e adavere più fiducia in se stessied accrescere la propria auto-stima».

    Che pensa dei ragazzi?«Hanno tante capacità che

    non sono state ancora svilup-pate del tutto, forse perché pertroppo tempo si sono lasciaticondizionare dal giudizio altruio forse proprio perché nonavevano ancora avuto la giu-sta opportunità per esprimer-

    si. Tuttavia, dopo il primo ap-proccio, si sono dimostratisempre più entusiasti e dispo-sti a mettersi in gioco, perfe-zionando via via le loromovenze e il loro relazionarsicon gli altri, ma soprattuttocon i loro limiti, che vengono,di volta in volta, superati ren-dendoli più forti e desiderosidi arrivare allo step successi-vo. Bisogna che imparino acredere in se stessi e noi inloro».

    Il progetto si avvale dellacollaborazione di tutti. L’inse-gnante di ballo è affiancatodalle professoresse di soste-gno che hanno accolto subitoe con grande impegno questanuova iniziativa e da alunnivolenterosi che collaboranoed aiutano con alacrità.

    I nostri ragazzi speciali(Giusy, Nunzia, Giuseppe, Al-berto, Pasquale) sono final-mente coinvolti, come prota-gonisti, in progetti formativi edentro fine maggio si esibiran-no nella loro performance, chestanno preparando con faticaed allegria.

    Non c’è gioia più grande chevedere sui loro volti dei sorri-si veri e sinceri.

    In bocca al lupo ai ragazzi,agli insegnati e a GabrieleCretoso per il loro operato, conla speranza di ripetere il pro-getto che, speriamo, abbiaavuto il merito di infrangere lebarriere dell’indifferenza.

    ALESSANDRA AURICCHIO

    Danza paralimpica a scuolaInnovazione al “da Vinci”

    Quella del Lip Dub è un’ini-ziativa rivoluzionaria portataavanti nelle scuole dall’azien-da “NapoliWithMe” che miraa coinvolgere i giovani stu-denti ed a far loro conoscerele figure professionali dellarete e le potenzialità del web.Questo progetto entra a farparte di un’organizzazione piùcomplessa quale quella dellaDelivery Unit Campania costi-tuita per coordinare la speri-mentazione a livello territoria-le che mira ad arricchire pro-gressivamente la qualità e laquantità di documentazioneonline attivando, in tal modo,un processo che vede coin-volte un sempre maggior nu-mero di scuole e di territori.Rientrano in questo progettoanche altri organi quali il CTSche ha come obbiettivo il raf-forzamento dei rapporti dellascuola con il mondo del lavo-ro e delle professioni e lo svi-luppo di progetti formativi di-rettamente nelle scuole stes-se. Molti si chiederanno allo-ra cos’è un Lip Dub? E’ un’ini-ziativa a cui partecipano mol-te scuole. Gli studenti parteci-panti, suddivisi in gruppi dilavoro, ciascuno con il propriocompito, devono girare unpromo, all’interno della scuo-la stessa, nel quale bisognafare il maggior numero possi-bile di scene. La difficoltà diquesto progetto sta nel fattoche il video deve essere gira-to interamente di seguito, cioèsenza la possibilità di montar-lo e tagliare scene o corregge-

    re errori. A disposizione dellescuole più svantaggiate, dalpunto di vista strutturale, èstata prevista la possibilità diinserire un tappo cioè un mo-mento brevissimo in cui sioscura la telecamera e si cam-bia inquadratura o scena. Altermine delle riprese i video ditutte le scuole saranno esami-nati da una giuria che decrete-rà la scuola vincitrice del pre-mio ”Lip Dub School Con-test”. Nella nostra scuola par-tecipano più di 70 ragazzi,ognuno dei quali ha un pro-prio ruolo all’interno delcontest. La maggior parte dinoi, inizialmente, ha forse sot-tovalutato quest’iniziativa,pertanto siamo partiti un po’in ritardo con la preparazionedelle scene, ma. nonostanteciò,grazie all’impegno di mol-te persone, tra cui la profes-soressa Cirillo, ed alla dispo-nibilità della dirigente TizianaSavarese che ci ha permessodi incontrarci più spesso perandare avanti coi lavori, il pro-getto è proseguito. Ora siamoin carreggiata e vogliamo faredi tutto per vincere. A testi-monianza di ciò ci sono i tan-tissimi incontri che abbiamoorganizzato in due settimanenelle quali siamo riusciti a cre-are, quasi totalmente da zero,l’intero Lip Dub. Tutti noi ra-gazzi, più motivati che mai, cistiamo impegnando a fondoper riuscire a dare a questascuola una possibilità nono-stante le grandi difficoltàstrutturali. Siamo convinti che

    li dove c’è la volontà di fare,niente ti può fermare. E’ daquesto che il “Leonardo daVinci” è ripartito. Ogni grup-po ha scelto un responsabile,così da facilitare la comunica-zione tra le varie parti e, unavolta scelta la canzone, abbia-mo definito i ruoli:colui chesegue il cameraman, colui checanta, colui che balla, ecc.Sono state previste alcune riu-nioni a cui hanno preso parte iresponsabili dei gruppi, più unmembro come rappresentantedi ogni classe. Durante gli in-contri si è comunicato l’itine-rario definitivo e le scene darealizzare. Poi è stata provataogni scena con l’aggiunta dellamusica per controllare i tempied infine si è stabilito quali do-vessero essere i movimenti inogni scena. Terminata la parteteorica si è quindi passati allaparte pratica con diverse pro-ve per la realizzazione delpromo. E’ stata anche creatauna pagina facebook, nellaquale è possibile visualizzarele varie attività, e che ha biso-gno del maggior numero pos-sibile di “like” e visualizzazio-ni. Nonostante il progetto nonsia ancora concluso, noi del“a Vinci” possiamo dire di avergià ottenuto alcune vittorie, inambito sociale e organizzativo,dimostrando tanta “espressio-ne positiva!”.

    Teresa AscoleseMariarosaria Nappo

    Giuseppe PalmieriEmanuela Tagliafierro

    Lip Dub, innovativa iniziativa per i giovani.L’azienda NapoliWithMe incontra gli studenti

  • 6 numero 17MAGGIO 2014

    Quali attività il Comune offre ai giovani in ambito sportivo eistruttivo?

    «In ambito sportivo, abbiamo messo a disposizione le pale-stre scolastiche per le varie associazioni e, l’anno scorso, ab-biamo organizzato i giochi della gioventù con il primo circolodidattico. In ambito istruttivo abbiamo promosso corsi di infor-matica e inglese gratuiti, a cui hanno partecipato molti giovani.Abbiamo intenzione di ripetere queste iniziative, anche se ciònon dipende esclusivamente da noi ma, soprattutto, dalla di-sponibilità dei fondi regionali».

    I ragazzi hanno aderito a queste iniziative sportive?«Il responsabile dell’ambito sportivo è l’assessore Boccia,

    quindi non ho molte informazioni al riguardo. Ma so che c’èstata una massiccia partecipazione, e che abbiamo una squadradi volley e varie squadre di calcio che partecipano attivamentea tali iniziative».

    Politiche giovanili sono sinonimo di connessione di più te-matiche, come si inserisce in questo quadro un assessoratodedicato ai giovani?

    «Abbiamo il forum dei giovani che presenta proposte sulledelibere inerenti alle tematiche giovanili, favorendo il raccordotra i gruppi giovanili e le istituzioni locali, attraverso dibattiti,ricerche e incontri. Oltre a ciò abbiamo anche promosso uncorso di fotografia e, quest’estate, allestito un cineforum al-l’aperto».

    Con il nostro istituto quali progetti sono stati realizzati?«Proprio con il “da Vinci” abbiamo collaborato alla realizza-

    zione di numerosi progetti: sono stati presentati vari libri, adesempio quello di De Silva e, qualche anno fa, gli studenti han-no incontrato il giudice Raffaele Cantone, che oggi occupa unruolo di responsabilità: presidente dell’autorità nazionale anti-corruzione. Lo abbiamo invitato proprio per un confronto congli studenti al momento della presentazione del suo libro “Igattopardi”. In seguito, abbiamo attivato una lezione presen-tando il bilancio comunale per gli studenti della ragioneria, eper il liceo c’è stato un incontro con il filosofo Aldo Masullo. Viè, attualmente, un progetto in corso con il vostro istituto allabiblioteca comunale dove si tengono incontri sul ‘900, cui par-tecipano il sindaco Leo Annunziata, la vostra preside TizianaSavarese, l’ex preside Filippo Filosa, ed il preside D’Avino.Come si puo vedere, sono molte le iniziative a cui avete parteci-pato e ne sono molto orgoglioso».

    Poggiomarino possiede un importante sito archeologico,Longola. In merito a ciò ci sono progetti culturali utili a valo-rizzare il sito?

    «Il nostro progetto culturale è proprio dedito allo valorizza-zione del sito. Finalmente, dopo quindici anni, abbiamo ottenu-to il finanziamento, passando dalla fase convegnistica, dove èavvenuto il ritrovamento dello scavo che è andato avanti peranni, alla realizzazione vera e propria di un progetto. E ora,come amministrazione, siamo riusciti a presentarlo alla regionee ad intercettare i fondi della Comunità Europea, ottenendo unfinanziamento di ben 2 milioni e mezzo di euro, che può esserconsiderato il finanziamento più ricco della storia del comunedi Poggiomarino!».

    Cosa prevede tale progetto?«Laboratori di didattica sperimentale per le scuole e la rico-

    struzione sia fisica che virtuale del villaggio. Abbiamo intenzio-ne di attrezzare un’area verde, dando vita ad un parco archeo-logico naturalistico, con aree ristoro, servizi, e un’area espositivain cui esporre la nostra storia e le nostre origini. Questo puòrappresentare un’eccezionale occasione di sviluppo economi-co per il nostro paese, in quanto il sito è più antico degli scavidi Pompei, non a caso conta circa tremila anni! Per la sua impor-tanza archeologica sicuramente riscriverà la storia del meridionee, come tale, ci aspettiamo e siamo sicuri che Longola possa di-ventare il volano dello sviluppo economico e sociale di Poggio-marino e dell’intera valle del Sarno».

    In tale ambito i giovani sono stati coinvolti nel progetto divalorizzazione culturale del sito?

    «Sì, sono stati invitati a progettare un logo per Longola, e il

    vincitore è stato un giovane poggiomarinese, Michele Greco, chericeverà in premio una somma di mille euro ed un importante rico-noscimento da aggiungere al proprio curriculum vitae».

    Se ci sono state richieste da parte dei giovani, come le aveteaccolte e come hanno partecipato alla progettazione?

    «Aspettiamo sempre tantissime richieste. Ogni qualvolta igiovani presentano un nuovo progetto cerchiamo di porre sem-pre la massima attenzione. Il forum dei giovani è stato poi il primopasso per rispondere alle vostre richieste, infatti è la sede istitu-zionale dove voi potete discutere di tematiche giovanili».

    C’è qualcosa che avrebbe voluto realizzare ma a cui ha dovu-to rinunciare?

    «È’ chiaro che alle cose che avrei voluto realizzare non hoancora rinunciato, d’altronde il mio incarico non è ancora fini-to. Il nostro sogno è di far crescere Poggiomarino dal punto divista culturale, perché la crescita economica, sociale e civile diun paese dipende necessariamente da ciò. Il mio sogno è, quin-di, quello di realizzare Longola e vedere il progetto compiuto alpiù presto. Sarebbe una grandissima soddisfazione per me eper l’intera città».

    C’è qualcosa che vorrebbe consigliare a noi giovani?«All’età di 23 anni sono stato a Londra. Ho vissuto lì, ho

    imparato le lingue, ho studiato e poi mi sono iscritto all’univer-sità. Il mio appello è quello di cercare di non rimanere nell’ambi-to dei nostri confini e uscire dai nostri territori. Vi invito a realiz-zare esperienze formative all’estero perché sono momenti dicrescita importanti sia dal punto di vista culturale che dell’indi-viduo come persona. Avere un curriculum sempre più adeguato aquelle che sono le esigenze del mercato e imparare le lingue, algiorno d’oggi, è fondamentale! Ma, soprattutto, è importanteuscire fuori dal contesto familiare e territoriale, confrontarsi connuove realtà, aprire la mente, e cercare di esser pronti per le sfideche il mondo del lavoro ci pone davanti ogni giorno».

    Quando è stata aperta la nuova Biblioteca?«Il 21 gennaio 2013 è stata inaugurata ed aperta al pubblico.

    In realtà, la Biblioteca ha già una sua storia: precedentementefu aperta il 23 giugno 1978 grazie a dei finanziamenti ottenutidall’assessorato regionale nel piano quinquennale (1979-1984).La prima sede era situata in viale dei Martiri, e fu poi trasferita invia Virgilio Publio Marone, in via Saporito e infine nel seminter-rato della scuola elementare in via Roma fino a quando, nelcorso del 2000, è stata chiusa al pubblico per mancanza di per-sonale. L’attuale amministrazione ha voluto recuperare il fondolibraio, grazie ai finanziamenti offerti dal comune, e così nel2012 la Biblioteca è stata trasferita nell’odierna sede in via XXVAprile nel Centro civico polivalente».

    Quali servizi offre?«E’ dotata di un’ampia sala lettura, studio e consultazione, di

    un’emeroteca, due postazioni per connessione internet, wi-figratuito, prestito diretto di quasi 5.500 volumi classificati con ilsistema CDD (Classificazione Decimale Deway), consulenzabibliografica, consultazione del catalogo online, prestito etesseramento domiciliare per le persone malate, disabili, o chehanno gravi difficoltà a raggiungere la struttura».

    Quali iniziative culturali si sono svolte?«È’ stato organizzato l’evento “Il libro e l’autore” con attività

    relative alla promozione della poesia, un seminario filosofico“Genesi e genealogia del potere” con lettura e commento delprimo libro della “Repubblica” di Platone. È’, poi, stata organiz-zata e seguita la retrospettiva di pittura “Dalla spatola alla seta,dall’acquarello al vetro” di Italia Sambati. È stata fatta la pre-sentazione del libro per bambini “I racconti di Punteville ovve-ro le mirabolanti cronache degli uomini che viaggiarono nellecittà della punteggiatura” di Gianluca Caporaso. Infine, attual-mente, è in corso il seminario “Il Novecento: ideologia e lettera-tura”».

    I giovani frequentano la Biblioteca?«Sì, è stata elaborata una statistica relativa alle frequenze,

    alla quantità dei prestiti effettuati, e al numero di tessere pro-dotte corrispondenti. Nel 2013 sono state registrati 3.317 pre-senze, 2.526 prestiti e 734 tessere».

    In merito a ciò il commento dell’assessore Aliberti è stato:«La nostra biblioteca è diventata un vero e proprio centro di

    diffusione culturale e so che molti giovani come voi la frequen-tano, anche universitari. Il gran numero di presenze mostra chesi sentiva l’esigenza di un luogo in cui confrontarsi, ritrovarsi edisporre di un ambiente in cui poter studiare, incontrare perso-ne, leggere un libro, un giornale, e collegarsi ad internet gratui-tamente. Questo è uno dei progetti realizzati di cui siamo dav-vero molto orgogliosi!».

    Qui Comune

    Parlano l’assessore alla Culturae la responsabile della Biblioteca

    Istruzione, Sport, Politichegiovanili e Archeologia.Ma anche lettura e wi-fi gratuito

    ROSA PEDONE - VERONICA e SPERANZA VITIELLO

    IN BIBLIOTECA...

    L’assessore Gerardo Aliberti e la responsabile dellaBiblioteca, Monica D’Ambrosio

    Il giorno 20 gennaio, graziealla collaborazione tra l’Isti-tuto “Leonardo da Vinci” e ilprofessore Giuseppe Palmi-sciano, docente presso la fa-coltà di Scienze politiche del-l’Università degli Studi diSalerno, è partita la sesta edi-zione del corso di Storia. Do-dici incontri di due ore cia-scuno, sviluppatisi presso labiblioteca della scuola. L’ul-timo appuntamento, invece,si è tenuto all’Ateneo saler-nitano. Gli incontri hannoprevisto lezioni riguardantiquella parte della storia ita-liana, spesso non approfon-dita per motivi di tempo, cheva dalla caduta del Fascismoalla Seconda Repubblica.

    Le lezioni, tenute dal prof.Palmisciano, coadiuvato dal-la professoressa Urraro, do-cente-tutor, si sono articola-te attraverso spiegazioni deldocente, visione dei filmatiinerenti agli argomenti tratta-ti, riflessioni e scambi di opi-nione tra gli studenti.

    I filmati sono stati metodiinterattivi di lezioni che han-no suscitato, molto spesso,emozioni forti, grazie ad imma-gini toccanti, avvicinandoci aduna realtà che apparentemen-te sembrava lontana.

    Il corso ha riscontrato gran-de successo con una parte-cipazione sempre più nume-rosa da parte degli studenti:

    registrando cinquantadue al-lievi partecipanti. Molti sonostati gli argomenti trattati. Traquesti alcuni hanno suscitatomaggior interesse, come ladura condanna di coloro chesfiduciarono Mussolini e glianni di piombo con le BrigateRosse. Le immagini riprodot-te, rappresentanti la violenzae la crudezza di quegli anni,hanno colpito l’animo dei ra-gazzi stimolando profonde ri-flessioni e considerazioni.L’intento del corso è statoquello di contribuire non soloalla formazione culturale di noistudenti, ma di aiutarci a co-struire la nostra immagine dicittadini. Siamo, infatti, del pa-rere che la conoscenza dellanostra storia, dal punto di vi-sta politico, sociale ed econo-mico, ci permetta di sottrarci acondizionamenti esterni e ciconduca a formare la nostraopinione politica.

    Come usava spesso ribadi-re il nostro ex preside, prof.Filippo Filosa, «Noi ragazzisiamo chiamati a conoscere ilnostro recente passato, per-ché, dopotutto, non è cosi lon-tano da noi, visto che noi gio-vani abbiamo un piede nelNovecento».

    Ilaria TufanoFrancesco Di Sarno

    Ivana Miranda

    Corso di Storia: dal Fascismoalla Seconda Repubblica

    Per gli studenti liceali del“Leonardo da Vinci” que-st’anno si amplia l’orizzonteverso il futuro: è stata varatal’esperienza di adesione al“Progetto Lauree Scientifi-che”, organizzato, ormai da undecennio, da vari Atenei ita-liani e, in particolare, dalla fa-coltà di Scienze Matematiche,Fisiche e Naturali dell’Univer-sità di Napoli “Federico II”.Questo progetto è stato isti-tuito nel 2004, in seguito alcalo di iscrizioni da parte deglistudenti delle Scuole Superioriai corsi di laurea universitariscientifici come Fisica, Mate-matica e Chimica. In tutta Ita-lia dal 2005 il progetto ha coin-volto circa trentotto universi-tà, tremila scuole e quattromi-la insegnanti. Alcuni studen-ti, selezionati tra i migliori del-la nostra scuola, hanno aderi-to alla programmazione di Fi-sica del progetto, che si poneprimariamente l’obiettivo didiffondere la cultura scientifi-ca nelle Scuole Superiori e dirichiamare l’attenzione deglistudenti più dotati verso le fa-coltà scientifiche. I docentiuniversitari referenti del pro-getto Lauree Scientifiche diFisica per quest’anno sono ilprof. Giovanni Chiefari e ilprof. Italo Testa. Le lezioni sisono svolte nei laboratori del-la facoltà di Scienze Fisiche,Istituto Nazionale di FisicaNucleare, nel pomeriggio didiversi giorni dell’arco di tem-po compreso tra dicembre emarzo, dopo le ore di lezione.La prima attività svolta èun’esperienza di misura diret-ta: un laboratorio di meccani-ca in tempo reale, finalizzato alrilievo, mediante sensori, digrandezze cinematiche, comeposizione, velocità, accelera-zione di un corpo. I sensori deisonar, sono collegati ad una

    guida metallica su cui scorro-no piccoli carrelli e sonointerfacciati con il computer. Inquesto modo è possibile rac-cogliere e memorizzare ad untempo le grandezze in gioco evisualizzarle, istante per istan-te, su un grafico. Inoltre sitraggono dai dati informazio-ni indirette, mettendo tra loroin relazione grandezze misura-te da sensori diversi e serven-dosi del supporto computazio-nale del software che corredai sensori. La seconda esperien-za è un laboratorio sul suono,basato sull’analisi nel tempoe in frequenza di onde sonore.Tramite software specializza-ti, con l’ausilio di semplici PCe l’ ottima esperienza e capaci-tà comunicativa e di coinvol-gimento del prof. Testa, abbia-mo trascorso un intero pome-riggio a scomporre onde so-nore per scoprire il vero signi-ficato di termini musicali come“frequenza”, “timbro”, “armo-niche” ed altri. Come fanno iricercatori, abbiamo eseguitodelle elaborazioni statistichesui dati ricavati dall’analisi edabbiamo individuato le diffe-renze tra un suono ideale euno reale e l’importanza dellesorgenti di vibrazioni sonore.

    In questo modo le leggi fisi-che diventano immediatamen-te tangibili ed evidenti, intuiti-ve e naturali. Attraverso que-sto progetto, realizzato per ini-ziativa della prof.ssa Del Sorboe con il sostegno e l’approva-zione della dirigente TizianaSavarese, gli studenti del “DaVinci” hanno stabilito un pri-mo, reale, contatto con il mon-do universitario, scoprendonele caratteristiche e lasciando-si sedurre dal fascino dell’ap-profondimento sperimentale.

    Progetto Lauree scientificheEsperienza a tutto tondo

    SARA AMBROSIOARIANNA CALDIERI

    Il logo del sito di Longola e il suo ideatore Michele Greco

  • 7numero 17MAGGIO 2014

    Cos’è un Defibrillatore Au-tomatico? Sempre di più sen-tiamo parlare di questo tecno-logico oggetto salva-vita.

    Un Defibrillatore è una mac-china di piccole dimensioni,che, al suo interno, contienedue piastre adesive in grado

    di rilevare le alterazioni dell’at-tività elettrica del cuore ederogare una scarica elettricaquando necessario.

    La presenza di un defibrilla-tore in un ambiente come quel-lo scolastico è fondamentale!Infatti l’unica terapia possibi-le, in caso di fibrillazioneventricolare, causa principa-le degli arresti cardiaci, è l’in-tervento col defibrillatore in

    un breve lassodi tempo.

    Lo strumen-to è piuttostosemplice dausare e chiun-que può esse-re “addestra-to” al suo uti-lizzo. In Italia,secondo alcu-ni dati, sonogià 30 mila lepersone abili-tate ad operarecon un defi-brillatore, unnumero desti-

    nato a crescere in nome diuna politica di prevenzioneche diffonde la cultura dellasicurezza in tutti gli ambien-

    ti, scolastici, di lavoro e del-lo sport. Consapevoli del-l’importanza della presenzadel defibrillatore all’internodella scuola, gli alunni del “Le-onardo Da Vinci” hanno pen-sato di effettuare una raccoltadi soldi tra professori, alunnie personale A.T.A. per acqui-stare il prezioso oggetto. Laraccolta, fatta durante i mesidi dicembre e gennaio, ha vi-sto molto attivi gli alunni chesono riusciti a raccogliere ol-tre 500 euro. La dirigente sco-lastica, Tiziana Savarese, diconcerto con la Misericordiadi Poggiomarino, ha intenzio-ne di organizzare, possibilmen-te presso il nostro istituto, uncorso BLS-D per permettere atutti di conoscere ed appren-dere il corretto uso del defibril-latore. Basta poco per salvareuna vita, e la scuola, come am-biente che educa e prepara allavita, deve farsi carico di taleimportante compito!

    LUIGI IERVOLINO

    Un defibrillatore per salvare la vita

    Dopo il primo incontro sul-la donazione degli organi dicirca un anno fa, il tema delnuovo incontro è stato“l’Amore”. Sono presenti ilpresidente dell’associazioneMario Ascolese , il consiglie-re Nino Schiavone, il dott. Gio-vanni Iervolino e la dott.ssaGraziella Lievi. L’incontro si èaperto con la visione di un fil-mato, proposto dalla dottores-sa Lievi, dal titolo ‘’Innamo-rarsi a 13 anni’’ che appuntomostrava i sentimenti, del tut-to nuovi, derivanti dai primiincontri amorosi, evidenziavale sensazioni e i batticuori cheaccompagnano l’esperienzadell’ innamorarsi per la primavolta. Il filmato, forse un po’infantile per la maggior partedi noi 18enni che abbiamo giàvissuto le prime esperienzeamorose, rendeva tuttavial’immagine di un’età non datroppo tempo passata e ci ri-cordava anche sensazioni etremori che ancora sembranovicini e, forse, per alcuni dinoi, sono ancora vivi. L’in-contro è proseguito con l’in-tervento del dott. Iervolinoche ha posto l’attenzione sul-l’Enciclica di Papa BenedettoXVI , “Deus caritas est” spie-gando quali siano le originidella parola ‘’amore’’ e comesia cambiato il suo significatonel corso degli anni. Pare in-fatti che il forte amore tra uomoe donna, nella antica Grecia,prendesse il nome di Eros,identificato come una ‘’eb-brezza divina’’ alla quale tutti

    aspiravano. In questo sensol’Eros diventava causa di pro-stituzione. Così, per aggiraretale pericolo, la culturagiudaico-cristiana ha dato unanuova interpretazione del-l’amore identificandolo col ter-mine ‘’Agape’’ che sta ad in-dicare un amore disinteressa-to, fraterno, smisurato.

    «Agape», si legge nell’en-ciclica, “diventò l’espressionecaratteristica per la concezio-ne biblica dell’amore. In oppo-sizione all’amore indetermina-to e ancora in ricerca, questovocabolo esprime l’esperien-za dell’amore che diventa oraveramente scoperta dell’altro,superando il carattere egoisti-co prima chiaramente domi-nante. Adesso l’amore diven-ta cura dell’altro e per l’altro.Non cerca più se stesso, l’im-mersione nell’ebbrezza dellafelicità; cerca invece il benedell’amato: diventa rinuncia, èpronto al sacrificio, anzi lo cer-ca”. Benedetto XVI, facendo-si portavoce della religione cri-stiano- cattolica, denuncia, losfruttamento del corpo femmi-nile come semplice oggetto,senza rifiutare il concetto diEros, ma ridimensionandoloaffinchè questo possa diven-tare esclusivamente comunio-ne con il divino. L’incontro èdiventato interessante quan-do si è parlato dell’ ‘’efficaciadel preservativo’’. Gli espertihanno voluto evidenziare chenon tutto si risolve col suouso. Dati medico-scientificimostrano infatti che contro ilpericolo di contrarre infezioniil preservativo risulta ineffica-ce circa nel 20-57% dei casi.

    Ciò infatti può ridurre il rischiodi malattie veneree ma non eli-minarle. Inoltre, per evitare ilrischio di gravidanze indeside-rate, possono essere utilizzaticontraccettivi ormonali comela pillola estroprogestinica,ovvero quella da assumere en-tro i primi cinque giorni dalrapporto sessuale, detta “dei5 giorni’’. La pillola RU486 det-ta “del mese dopo’’: esse han-no un’efficacia contraccettivaelevatissima, causano in real-tà l’aborto immediato. Gliesperti hanno naturalmenteaffrontato il tema da un puntodi vista prettamente scientifi-co, rimangono poi personalile considerazioni etiche emorali ,secondo le qualiognuno attua le scelte cheritiene più giuste. L’incontrosi è concluso con l’interven-to di alcuni alunni che han-no voluto commentare echiedere chiarimenti, e dellaprof. Carmela Filosa che,molto esperta delle dinami-che giovanili, riesce ad atti-rare più di tutti la nostra at-tenzione su tematiche delica-te. Noi tutti abbiamo moltoapprezzato questo incontroperché non sempre si puòparlare liberamente con gliadulti di certi temi, soprat-tutto se gli adulti in questio-ne sono i tuoi genitori. E’giusto che la scuola comecomunità educante affrontiquesti argomenti, ne parlicon i ragazzi e consentaloro di informarsi e di po-ter avvalersi anche del-l’aiuto di esperti con cui di-scuterne in piena libertà esenza vergogne.

    MARTINA CEPPARULO

    Incontro sull’Amore con l’Associazione Medici Cattolici Italiani

    Innnamorarsi per la prima volta

    “ Il verso è tutto. Nella imi-tazione della Natura nessunostrumento d’arte è più vivo,agile, acuto, vario, multiforme,plastico, obbediente, sensibi-le, fedele. Più compatto delmarmo, più malleabile dellacera, più sottile d’un fluido, piùvibrante di una corda, più lu-minoso d’ una gemma, più fra-grante d’un fiore, più taglien-te d’una spada, più flessibiled’un virgulto, più carezzevoled’un fruscio, più terribile d’untuono, il verso è tutto e puòtutto. Può rendere i minimi motidel sentimento e i minimi motidella sensazione; può definirel’indefinibile e dire l’ineffabi-le; può abbracciare l’illimitatoe penetrare l’abisso; può ave-re dimensioni d’eternità; puòrappresentare il sopraumano,il soprannaturale, l’ oltramira-bile; può inebriare come unvino, rapire come un’estasi;può nel tempo medesimo pos-sedere il nostro intelletto, ilnostro spirito, il nostro corpo:può, infine, raggiungere l’As-soluto.” G. D’Annunzio.

    Come ci insegnano i grandidella letteratura, la Parola puòraggiungere l’Assoluto. E’ lachiave di tutto. Messa su fo-glio è la trasfigurazione di tut-to ciò che siamo, viviamo, re-spiriamo, mangiamo, tocchia-mo, vediamo,sentiamo e odo-riamo. Cosa ne rimarrà di noi,dopo questa vita, se non laparola che, scritta su un pezzodi carta, diviene la trasfigura-zione del respiro, l’assaggio,il tocco, l’udito, il vedere e ilsentire la Vita?! Ogni sentimen-to visto cogli occhi di un so-netto, ogni sussulto celatodietro un brano, ogni pauranascosta dietro le righe di unarticolo, ogni sapere espostoin un saggio, viene tramanda-to, fissato, reso eterno. E’ que-sto il desiderio che si cela die-tro il verso dei grandi uomini ilcui cipiglio piu’ grande era

    FRANCESCA DONNARUMMA

    quello di rimanere, in qualchemodo, nel cuore, nella mentedei posteri, creando “corri-spondenze di amorosi sensi”intese come sintonia, ammi-razione che spinge ad emu-lare le loro gesta. Con la pa-rola essi rigenerano in noi illoro stile, il loro pensiero, illoro obbiettivo. Ben pochepersone sanno apprendereciò, ancor meno persone losanno trasmettere attraver-so l’insegnamento.

    Di recente, grazie alla no-stra dirigente scolastica Ti-ziana Savarese, che ha volu-to nella nostra scuola uncorso di scrittura creativa,siamo stati a contatto conpersone che hanno fatto del-la Parola la loro ragione divita, con loro abbiamo sco-perto che si puo’ fare tantocon le parole, si puo’ crearee si puo’ volare.

    Il corso, tenuto da espertidel settore: la giornalistaAbbagnara, la scrittrice IdaGiangrande, lo sceneggiato-re Mauro Palumbo, il poetaRaffaele Urraro, si è svoltoin otto lezioni, di due ore cia-scuna, durante le qualiognuna di queste personeha portato non solo le suecompetenze, ma un pezzo del-la propria vita. Abbiamo per-cepito che non è solo carrieraquella che loro hanno intrapre-

    so, è vita, perché vivono delgiornalismo, della scrittura,della poesia e della dramma-turgia. Mostrandoci le lorovite, ci hanno mostrato le va-rie strade che anche noi po-tremmo intraprendere per lavita. Soprattutto ci hanno in-segnato che non tutti dobbia-mo per forza fare gli scrittori,quello che conta è sapere cheabbiamo uno strumento po-tentissimo “la parola” e dob-biamo sapercene servireovunque decidiamo di spen-dere la nostra vita.

    Il corso si è concluso conuna serata finale di premia-zione. Per le quattro catego-ria, sono stati premiati i la-vori che si sono distinti, peraver meglio rispecchiato lelezioni impartite dai maestri.Alla serata hanno partecipa-to, oltre agli alunni del cor-so e le loro famiglie, gliesperti Abbagnara, Gian-grande, Urraro e Palumbo laPreside, Tiziana Savarese, eil prof. Salvatore Campitiel-lo, consigliere nazionale del-l’Ordine dei Giornalisti. Iquattro vincitori sono statipremiati con una targa, oltreche con i nostri calorosi ap-plausi; a tutti i partecipantiè stato consegnato un certi-ficato di frequenza.

    Per la categoria del giorna-lismo è stato premiato Salva-

    tore Manzo, per l’articolo ri-guardante appunto il corsodi scrittura creativa. Per lacategoria della poesia è sta-ta premiata Federica Auric-chio, che in una breve poe-sia ha condensato tutto ciòche per lei è la vita; Federicasi è aggiudicata il primo po-sto anche per la drammatur-gia, dimostrando talento eversatilità. Per la categoriadella narrativa è stato pre-miato Francesco Di Sarno,con un racconto delicato eprofondo per il tema affron-tato.

    E’ stata per tutti una bellaesperienza. Ci siamo misura-

    ti con i nostri limiti ed abbia-mo anche superato un po’ lapaura di “scrivere il nostroio”.

    Come ha scritto Salvatorenel suo articolo: “Abbiamocapito che la scrittura è unostrumento fondamentalenella formazione del ragazzo.In un mondo sempre più go-vernato dalle immagini e daigesti, risulta determinante lacapacità narrativa dell’indi-

    «Cara Eleonora, ogni sera non faccio che pensare a te, allatua morte ingiusta. Guardare la tua foto e parlarle mi fa sen-tire meglio, mi fa credere che tu sia ancora qui con me, connoi. Marvin e Molly mi chiedevano di continuo come mai nonfossi presente nelle loro vite, non vivessi con noi. Ho raccon-tato loro una storia, una storia che li ha appassionati e li haresi fieri di te. Ho mentito, è vero, ma come si può spiegare adei bimbi così piccoli che la mamma è morta di una malattiaincurabile? Tuttavia, non ho mentito su tutto: per me sei dav-vero un’eroina. Un’eroina che ha lottato con grande corag-gio contro un nemico così forte. Buonanotte, tesoro mio...».

    dal racconto di Francesco Di Sarno

    “Bivio”Uomo perso, in gomitoli di strade, imprigionato in silenziosemura, viaggia solo tra mute maschere.Anima libera, come un soffio di vento, vola lì dove il cieloscompare, si perde nell’ infinito abisso di sogni.Un bivio, la vita, tra illusione e realtà.

    Federica Auricchio

    viduo, che accostando paro-le deve farsi comprendere dachi lo ascolta. Le nuove ge-nerazioni sono spessosuccubi delle nuove tecno-logie, per questo la scrittu-ra, ma allo stesso tempo ildialogo, risulta una cosa dif-ficile per noi ”.

    Concedete anche a me unariflessione: E’ bello scrivereanche se non sai scrivere...

    Basta farlo col cuore.

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