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Progetto Italia News

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NEWS LETTER N 11

POLITICA ESTERI CRONACA CULTURA NEWS WEB TV

“Ieri sono stati ascritti fra

i santi due Papi beati”

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Piero Pelù il rock è Rock

Piero Pelu’ attacca Matteo Renzi e definisce

elemosina gli 80 euro in busta paga definendolo il boy

scout di Licio Gelli, quasi che intravedesse un ombra

massonica nei suoi successi. Lancia poi strali su

problemi reali come disoccupazione, corruzione, voto

di scambio, ‘ndrangheta e camorra. E chiude con un

buon joint indirizzato a Giovanardi. Pelù è scatenato

durante la sua performance sul palco del Primo

Maggio a Roma. “Gli F35 rubano i soldi a scuole e

ospedali. Non vogliamo elemosine da 80 euro,

vogliamo lavoro. Il non eletto, ovverosia il boy scout

di Licio Gelli deve capire che in Italia c’è un grande

nemico, un nemico interno che si chiama

disoccupazione, corruzione, voto di scambio, mafia,

camorra, ‘ndrangheta. La nostra è una guerra interna,

il nemico è dentro di noi, forse siamo noi”. Quando la

politica va veloce succede che il rock diventa lento,

risponde Pina Picierno, che si è scoperta fan di

Celentano e richiama alla memoria la dicotomia di

rock e di lento. ”Probabilmente era impegnato in

una registrazione di The voice e non si è accorto di

quanto stava avvenendo nel nostro paese e forse non

sa che gli 80 euro che il governo Renzi ha deciso di

redistribuire a chi ha sempre pagato non sono

un’elemosina come l’ha definita lui, ma il primo passo

verso l’equità sociale che noi del pd vogliamo

assolutamente riportare in questo paese. Mi dispiace,

conclude la Picierno, che a dire no a questi 80 euro

sia una persona fortunata e benestante grazie al suo

talento. Ogni tanto però bisognerebbe uscire dai

panni del rocker milionario e indossare quelli di chi

vive con mille euro al mese.”. Carissima Pina

Picierno, una rock star è una rock star e comunica

con i suoi linguaggi. La sua musica, i suoi testi, il suo

modo di essere, e magari anche chi vive con mille

euro al mese paga il biglietto per andarlo ad

ascoltare, ed assistendo al concerto e può anche

pensare: “Grazie a voi, veri e grandi politici, che con i

vostri miseri ottanta euro mi avete consentito di

venire al concerto. E poi magari, e voglio pregarLa di

credermi, è un astensionista e non verrà di certo a

votarLa.”.

Limiti della politica estera Italiana

Di Andrea Viscardi

L’errore di fondo. Eccesso di una diplomazia senza forza.

La nostra politica estera spesso e volentieri è rimasta vittima delle beghe tutte interne al nostro sistema politico, incapace, soprattutto negli ultimi vent’anni, di un cambio di mentalità d’intendere la politica internazionale che è stata completamente rivoltata e stravolta nei suoi cardini fondamentali a partire dalla caduta del muro di Berlino e poi con l’avvento della globalizzazione economica e finanziaria a livello planetario. Ancora oggi con l’avvento del Governo Renzi contrassegnato, almeno nei propositi, da intenti riformatori di tutto il sistema Italia e quindi anche di un nuovo modo di intendere la politica Estera, ascoltando il Ministro Mogherini ci sembra invece di sentir di nuovo parlare tanto di diplomazia, sebbene con qualche aggiusto, ma senza forza. Non le si può , ad onor del vero, negare un sincero plauso in uno al Ministro della Difesa, Pinotti, per aver imboccato la strada giusta sulla vicenda dei due Marò,tenuti prigionieri in India ormai da tre anni, facendo ricorso alla Giustizia Internazionale e mettendo fine a tre anni di errori commessi più o meno in buona fede a partire dal Governo Monti . Non si sa invece come giudicare il governo a proposito dei tagli sull’acquisto degli F35 : una vicenda in cui si confondono l’esigenza di recuperare fondi, anche se minimi, per finanziare le tante promesse fatte da Renzi agli Italiani, e le tante voci di dissidenti del PD, Va bene ripensare in senso moderno al nostro sistema

difensivo, evitare gli sprechi, ma la domanda a cui il

governo deve rispondere è se nei prossimi anni l’Italia

dovrà o meno disporre di un sistema difensivo , ed in

questo non si può certamente fare a meno di un’adeguata

copertura aerea, che contribuisca a tutelare noi ed il

fianco Sud dell’Europa oltre a permetterci di giocare un

ruolo preminente nel sistema delle alleanze

internazionali? Non bisogna dimenticare che siamo vicini

ad un Medio Oriente in grande sommovimento e ad un

Nord Africa che è attraversata da continui sussulti interni

dovuti all’incapacità di trovare governi stabili e duraturi

dopo il rovesciamento dei regimi dittatoriali (Egitto,

Tunisia, Libia).

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1 Maggio e Concertone

Sono i lavoratori i protagonisti del 1 maggio e non

solo in Italia. La tradizione viene dall’Ottocento si

ricordano nella giornata del primo maggio le lotte

operaie per i diritti dei lavoratori, primo fra tutti quello

all’orario limitato e prestabilito di 8 ore al giorno. La

seconda internazionale socialista accolse la data del

1 maggio come festa dei lavoratori nel 1889 a

Parigi. In Italia arrivò due anni dopo. Durante gli anni

del Fascismo la festa venne soppressa. Il

concertone del primo maggio in Piazza san

Giovanni in Laterano a Roma esiste dal 1990. Lo

organizzano i sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil.

“Le nostre storie. Accordi e disaccordi delle nostre

radici, della nostra memoria e del nostro domani”, è

il titolo della maratona musicale trasmessa in

diretta tv da Raitre e in diretta radiofonica da

Radio2. Tra gli artisti annunciati ci saranno Piero

Pelù, Tiromancino, Modena City Rambles,

Bandabardò, Clementino, Rocco Hunt ed altri.

Tra gli ospiti chiamati a raccontare le storie Aldo

Cazzullo, Carlo Petrini e Nino Frassica.

Per le Tue Indagini e la Tua Sicurezza

[email protected]

Via gli agenti violenti

Dopo gli applausi vergognosi agli agenti condannati per la

morte di Federico Aldrovandi qualcosa si muove ed il

governo d’intesa con il Viminale pare disponibile a rivedere

le regole sul rientro in servizio degli agenti condannati.

Patrizia Moretti ha visto il capo della polizia Pansa ed il

ministro Alfano richiedendo riforme e l’espulsione degli

agenti. Il capo della polizia risponde che non è possibile

farlo perché le norme per il reato colposo non prevede la

destituzione. Inoltre la commissione ha fatto la sua strada

ed il giudizio non può essere cambiato. Angelino Alfano ha

disdetto l’appuntamento con il Sap ed afferma che insieme

al premier studierà nuove norme affinché questi

dolorosissimi casi non accadano più.

Papa Francesco Incontra il calcio

Napoli e Fiorentina ricevute in Vaticano

“Vi ringrazio per questa visita, mi sembra che da parte vostra esprima responsabilità sociale”. Lo ha detto Papa Francesco incontrando le squadre del Napoli e della Fiorentina, finaliste di coppa Italia, con dirigenti di Federcalcio e Lega. ” Il calcio in Italia come in Argentina ed in altri Paesi è un fatto sociale e richiede un senso di responsabilità sociale da parte dei calciatori nel campo e fuori dal campo, e da parte dei dirigenti

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E’ morto l’attore Bob Hoskins

L’attore britannico Bob Hoskins è morto a 71 anni a causa di una polmonite, spegnendosi serenamente in ospedale circondato dalla sua famiglia. Hoskins aveva abbandonato da due anni il mondo del cinema, dopo la scoperta di essere affetto dal morbo di Parkinson. Una delle sue più celebri interpretazioni è quella dell’ispettore Eddie Valiant nel film del 1988 ‘Chi ha incastrato Roger Rabbit’, che gli diede la notorietà internazionale. Fu poi nel cast di ‘Sirene’ accanto a Cher nel 1990 e l’anno successivo in ‘Hook – Capitan Uncino’ di Steven Spielberg, in cui vestiva i panni di Spugna al fianco di Robin Williams, Dustin Hoffman e Julia Roberts. Nel 2005 Hoskins ottiene la candidatura ai Golden Globe come miglior attore non protagonista per ‘Lady Henderson Presenta’. La sua ultima apparizione sugli schermi risale al 2012, nel film ‘Biancaneve e il cacciatore’, in cui interpreta Muir, uno dei sette nani. Ha ricevuto una nomination agli Oscar come migliore attore per il film ‘Mona Lisa’ di Neil Jordan, per il quale fu anche premiato al festival di Cannes.

L’omicidio di Yara. Ci sarebbe una nuova pista

Ci sarebbe una nuova pista sul caso Yara. Lo riporta l’Ansa riprendendo L’Eco di Bergamo secondo cui una segnalazione giunta agli inquirenti riferisce di una ragazza madre dell’Altopiano di Clusone che avrebbe avuto un figlio da una relazione clandestina con un conducente di pullman, il lavoro di Giuseppe Guerinoni, l’autista di Gorno che secondo il test del dna sarebbe il padre naturale dell’assassino della giovanissima Yara. A fornire la nuova pista, secondo L’Eco e l’Ansa, sarebbe stato un uomo che si è presentato dai carabinieri raccontando di aver sentito la storia da una conoscente che avrebbe frequentato lo stesso istituto superiore della donna in questione. La donna, oggi 46enne, sarebbe rimasta incinta a diciassette anni mentre frequentava un istituto superiore di Clusone. Per questo i carabinieri del Ros di Brescia si stanno presentando nei vari istituti superiori di Clusone per acquisire i registri degli studenti che frequentavano le scuole in quegli anni e confrontare i nomi con le giovani madri che hanno partorito negli ospedali della zona tra il 1985 e il 1986.

In arrivo nella sola Palermo 358 profughi.

Sono 1258 i profughi salvati nel canale di Sicilia dalle navi militari e portati al molo Pontone del porto di Palermo e di Augusta. A Palermo sono giunte 358 persone, tra loro 43 donne e 24 bambini di varie nazionalità: mali, Ghana, Niger, Sudan, Belize ed anche Siria e Palestina. Ad Augusta invece sono arrivati 1170 migranti.

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Delusione Juve……non passa in semifinale Benfica….

Sarà Benfica – Siviglia la finale di Europa League. Tristezza e delusione in casa Juventus che avrebbe avuto la grande occasione di giocarsi in casa la finale. Ma così non sarà, l’ostacolo Benfica si è rivelato più arduo del previsto. Sarebbe bastato un gol, ma non è arrivato. E allora è risultato decisivo il 2 a 1 dell’andata. Peccato perché la Juve avrebbe meritato gol e qualificazione per quanto fatto vedere oggi e perché l’occasione era grossa vista l’inferiorità numerica dei portoghesi per l’espulsione di Enzo Perez, diventata doppia dopo l’infortunio di Garay nel finale. Onore e merito comunque anche al Benfica che, dopo aver perso Europa League e campionato nei minuti di recupero l’anno scorso, quest’anno ha già vinto il campionato, è in finale della coppa nazionale e per il secondo anno consecutivo centra la finale della seconda competizione europea. Non è un caso, quindi, che gli uomini di Jorge Jesus siano qui e abbiano fatto fuori la Juve di un Conte che schiuma rabbia. Il tecnico bianconero recupera Vidal e lo getta subito nella mischia mentre in difesa preferisce Caceres a Barzagli. La partenza è di marca portoghese e dopo 50’’ il Benfica sfiora il gol: rimessa lunga di Maxi Pereira, sponda di Luisao per Nolito che calcia di prima intenzione colpendo il braccio di Lichsteiner fortunatamente attaccato al braccio. Dopo pochi secondi arriva un altro cross pericoloso sventato dai difensori bianconeri. Ma il Benfica è aggressivo e la Juve, almeno all’inizio, sembra pagare questo atteggiamento. Ma minuto dopo minuto la Juventus cresce e guadagna metri e Pirlo all’ottavo chiama alla deviazione in angolo il giovane portiere sloveno Oblak che, dopo la superlativa prestazione in coppa, viene preferito ad Artur. Vidal, nonostante i suoi recenti problemi fisici, sembra stare benissimo ed è un’autentica spina nel fianco della difesa lusitana. Al 20’ il suo primo squillo con una deviazione volante che assume una parabola insidiosa e finisce sulla parte superiore della rete. La Juve prova a emulare lo schema su rimessa del Benfica e Llorente libera Tevez ma la sua girata è alta. Dalla mezz’ora in poi è solo Juve che meriterebbe ma non trova il vantaggio per centimetri. Al 36’ è Vidal a sfiorare il gol con una sponda di testa che diventa un tiro e sfiora il palo con Oblak che sembrava non poter arrivare. Al 43’, su una sorta di corner corto di Pirlo, Bonucci incorna ma la palla attraversa lo specchio con Tevez che arriva con una frazione di secondo di ritardo, quindi al primo di recupero Pogba regala una palla magica a Asamoah che crossa teso per Vidal che colpisce in qualche modo di testa, la palla prende in contropiede Oblak ma sulla linea salva Luisao. È la più grande occasione gol del primo tempo per la Juve che avrebbe meritato il vantaggio ma non lo ha trovato. Cosa che non avverrà neanche nella ripresa. Come già successo nel primo tempo, è il Benfica a partire meglio e al 50’ Nolito grazia Buffon e la Juve calciando alto dal dischetto sugli sviluppi di una mischia. Ci mette un po’ a carburare la Juve ma la sveglia arriva da Pirlo che al 61’ manda una punizione sotto la traversa ma Oblak ci arriva e respinge. Da qui in poi è solo Juve. Al 65’ Garay è prodigioso in anticipo su Tevez ma sulla sponda di Llorente c’è un intervento di braccio di Markovic che nessuno vede se non Conte che protesta. Quindi al 66’ la possibile svolta del match con la seconda ammonizione in pochi minuti di Enzo Perez che lascia in 10 il Benfica con Jesus che corre ai ripari togliendo Nolito e inserendo Almeida mentre la Juve aumenta il potenziale offensivo con Giovinco al posto di Bonucci per un 4 – 3 – 3 molto offensivo. Cambia il modulo e cambiano anche gli uomini con Osvaldo al posto di Llorente la staffetta Vidal – Marchisio. Il “principino” può essere subito decisivo con una palla geniale che pesca Lichsteiner davanta ad Oblak ma lo svizzero manca clamorosamente lo stop. Sempre Marchisio ripete lo stesso copione, pesca Pogba che rimette in mezzo per Osvaldo che va in gol ma l’urlo dello Juventus Stadium viene strozzato dalla bandierina alzata del guardalinee. Sale la tensione e ne fanno le spese Markovic e Vucinic espulsi dalla panchina per un principio di rissa. Il Benfica rimane addirittura in nove quando Pogba in rovesciata colpisce al volto Garay che lascia il campo a sostituzioni finite. Clattenburg da otto minuti di recupero ma il risultato non cambia anche perché Oblak è miracoloso al 96’ sul colpo di testa di Caceres. Finisce qui, fa festa il Benfica mentre la Juve piange lacrime amare, così come l’Italia che, a quindici anni di distanza dal trionfo del Parma, non riesce né ad alzare la coppa né a portare una sua rappresentante in finale con il ranking che piange e il Portogallo a scavalcarci. A contendere il titolo al Benfica sarà il Siviglia che passa il turno grazie a M’Bia con un gol all’ultimo respiro che manda gli andalusi in finale ai danni di un Valencia che era riuscito miracolosamente a ribaltare il 2 a 0 dell’andata segnando ben tre gol con Feghouli, Jonas e Mathieu. Ma all’ultimo secondo è arrivato il gol di M’bia a cambiare la storia della partita e di questa Europa League che ancora una volta non parlerà italiano.

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Spesometro e Redditometro

Spesometro è lo strumento dato per monitorare le spese da 3.600 euro. Gli importi destinati a goielli, auto moto e viaggi devono essere comunicati ogni anno all’Agenzia delle Entrate. Aziende, commercianti ed artigiani sono tenuti a comunicare al Fisco anche tutte le somme fatturate tra operatori commerciali. Il 10 ed il 22 aprile erano le due date entro cui adempiere alle comunicazioni richieste dall’Agenzia delle entrate. I dati acquisiti dallo speso metro vanno a comporre l’anagrafe tributaria. Il Redditometro è complementare allo speso metro perché utilizza i dati delle spese sostenute dai contribuenti e li incrocia con altri in possesso del Fisco. L’obiettivo è quello di accertare la congruità tra ciò che si dichiara ed il tenore di vita sostenuto. Per questo il redditometro acquisisce i dati dallo spesometro e li incrocia con altri di cui è già in possesso come le proprietà immobiliari, i conti correnti, gli investimenti finanziari per tracciare un identikit fiscale dei contribuenti e valutarne la fedeltà tributaria.

Truffe in campo sanitario

Indignazione e disgusto è ciò che si prova leggendo il rapporto della Guardia di Finanza sulle truffe al servizio sanitario nazionale che, stando ai controlli del 2013, provocherebbero un danno erariale pari a un miliardo di euro. Si tratta di risorse sottratte agli ospedali, agli ammalati, alle famiglie bisognose, alla ricerca e che fanno emergere un quadro avvilente fatto di appalti truccati, finte emergenze, false esenzioni, irregolarità, frodi e raggiri di ogni genere. E’ necessario che lo Stato attui al più presto quelle riforme strutturali che, oltre a essere un atto di giustizia, favorirebbero anche maggior trasparenza e controllo della spesa sanitaria con introduzione a tutti i livelli dei costi standard, che consentono di individuare e combattere gli sprechi, favorendo quell’equilibrio e quella legalità che è uno dei bisogni primari di questo Paese.

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Studio Legale Antonella Quarta

Piazza Grandi 6 Milano

www.studiolegalequarta.it

La marcia dell’Alternos

Le celebrazioni di “Sa die de sa Sardigna”, con il convegno “In sos logos de Angioy”, sono state motivo di interessanti spunti di riflessione sui motti insurrezionali di fine Settecento, grazie alle relazioni di ricercatori e studiosi e a un’emozionante rappresentazione teatrale. Bono e Torralba, i comuni che hanno ospitato la manifestazione, potrebbero costituire il punto di partenza per creare un percorso storico-identitario della memoria, coinvolgendo altri centri che furono testimoni attivi della marcia rivoluzionaria di Giovanni Maria Angioy, come Sassari, Thiesi e Semestene. La proposta è arrivata dal direttore scientifico dell’Istituto Camillo Bellieni, Michele Pinna, ed è stata accolta con grande entusiasmo sia dal primo cittadino di Bono, Michela Sau, sia da quello di Torralba, Giovanni Maria Uras, che hanno manifestato l’intenzione di portare a compimento l’iniziativa.Durante i lavori, per la prima volta è stato seriamente affrontato il tema del rapporto tra Angioy e la massoneria. «È un discorso che è stato sempre adombrato, ma che è centrale sia da un punto di vista biografico che politico, ha spiegato Antonio Delitala, studioso di associazionismo massonico, perché Angioy faceva parte della massoneria francese. Ciò lo mise in relazione con la grande tradizione libertaria e illuministica europea che in Sardegna si configurò nel patriottismo». Infine, i bravi attori della compagnia teatrale di Bono hanno realizzato una rappresentazione sulla tragica devastazione del loro paese da parte dell’esercito regio nell’anno 1796, creando un’atmosfera commovente molto apprezzata e applaudita.

Causa: il maltempo che ha colpito il Nord Est del Paese.

La frana che ha colpito il Nord Est dell’Afghanistan, a seguito del maltempo, ha provocato la morte di almeno 350 persone. Lo rende noto la Missione dell’ONU nel Paese (UNAMA), che sta lavorando insieme alle autorità locali per aiutare ad estrarre le vittime dalle macerie.

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DIALOGO ASSOCIAZIONE NO

PROFIT IN COLLABORAZIONE

CON ROTARY

INTERNATIONAL PER I

BAMBINI RIFUGIATI SIRIANI

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