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1 In questo numero: Il punto su Angal 2 Primavera: tempo di bilanci 2 Nuovi obiettivi e realizzazioni 3 E lontano da Angal… 4 Testimonianze L’Omero del West Nile 4 (di Luciano Bolli) Un’esperienza complessa ma positiva 5 (di Barbara Galli, Antonella Altieri e Barbara Favini) I fili delle donne: Klaùdia racconta 6 Un allegro, variopinto microcosmo Amarcord africano (V) 7 Il mio saluto A conclusione del mio impegno sulle News, mi sia consentito “rubare” un po’ di spazio per un’ultima n.d.r. Non sono mai stata in Africa. Non ho mai conosciuto da vicino Angal. Le News, da quasi 10 anni, sono state quindi il mio osservatorio privilegiato, la mia personalissima finestra su un mondo altrimenti sconosciuto, che viceversa col passare del tempo mi si è prospettato con chiarezza nelle sue molteplici sfaccettature, ma soprattutto nella sua inesausta e inesauribile carica vitale. Ho conosciuto Angal attraverso gli occhi, le riflessioni, le emozioni di tante persone che vi hanno prestato la loro opera, ma soprattutto ho amato – e amo – Angal attra- verso la mente e il cuore senza confini di coloro che ne hanno fatto la scintilla di una vita, sempre accesa e incessantemente alimentata: Mario e Claudia Marsiaj. Grazie a loro, al loro impegno vibrante di umanità senza mai ammantarsi di retorico buonismo, ho compreso che il sapere – sia esso scientifico, tecnico, umanistico – solo quando si nutre dei più nobili valori umani può e sa produrre indelebilmente autentico progresso e riscatto. Giusi Numero 19 – APRILE 2017 News News dagli Amici di Angal a cura della sezione torinese dell’Associazione “Amici di AngalCari Amici, il mondo si evolve. E’ un’evoluzione inarrestabile. Compito di tutti è impegnarci perché questa evoluzione porti risultati posi- tivi. Anche noi due, inguaribili romantici (soprattutto Claudia) un po’ all’antica, sappiamo di trovarci di fronte a necessari cambiamenti. Le News dagli Amici di Angal, che da 10 anni legano voi a noi in un rapporto di stretta amicizia, si evolvono. Cambierà la veste grafica. Nuovi collaboratori, più giovani di noi, contribuiranno alla redazione. Nuove rubriche arricchiranno il nostro giornale, senza per questo rinunciare agli argomenti che abbiamo finora trattato e che rappresentano il “filo rosso” che unisce chi scrive e chi legge nell’amore per Angal. Siamo certi che i risultati saranno positivi. Allargheremo la platea dei lettori. Cercheremo di stimolare in loro l’interesse per una Comunità sperduta in mezzo alla savana dell’Uganda. Continuate a leggere le News. Fatele leggere ai vostri amici. Continuate a sostenere la nostra e vostra “missione”. Che il nostro legame diventi sempre più stretto. Un grazie a Giusi Ricciardi, la redattrice che fin dall’inizio ha messo la sua professionalità ed esperienza a servizio del giornale. Lettera ai nostri lettori di Claudia e Mario Marsiaj

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In questo numero: Il punto su Angal 2

Primavera: tempo di bilanci 2

Nuovi obiettivi e realizzazioni 3

E lontano da Angal… 4

Testimonianze

L’Omero del West Nile 4(di Luciano Bolli)

Un’esperienza complessa ma positiva 5(di Barbara Galli, Antonella Altieri e Barbara Favini)

I fili delle donne: Klaùdia racconta 6 Un allegro, variopinto microcosmo

Amarcord africano (V) 7

Il mio salutoA conclusione del mio impegno sulle News, mi sia consentito “rubare” un po’ di spazio per un’ultima n.d.r.Non sono mai stata in Africa. Non ho mai conosciuto da vicino Angal. Le News, da quasi 10 anni, sono state quindi il mio osservatorio privilegiato, la mia personalissima finestra su un mondo altrimenti sconosciuto, che viceversa col passare del tempo mi si è prospettato con chiarezza nelle sue molteplici sfaccettature, ma soprattutto nella sua inesausta e inesauribile carica vitale. Ho conosciuto Angal attraverso gli occhi, le riflessioni, le emozioni di tante persone che vi hanno prestato la loro opera, ma soprattutto ho amato – e amo – Angal attra-verso la mente e il cuore senza confini di coloro che ne hanno fatto la scintilla di una vita, sempre accesa e incessantemente alimentata: Mario e Claudia Marsiaj. Grazie a loro, al loro impegno vibrante di umanità senza mai ammantarsi di retorico buonismo, ho compreso che il sapere – sia esso scientifico, tecnico, umanistico – solo quando si nutre dei più nobili valori umani può e sa produrre indelebilmente autentico progresso e riscatto. Giusi

Numero 19 – APRILE 2017NewsNews dagli Amici di Angal

a cura della sezione torinese dell’Associazione “Amici di Angal”

Cari Amici,il mondo si evolve. E’ un’evoluzione inarrestabile. Compito di tutti è impegnarci perché questa evoluzione porti risultati posi-tivi. Anche noi due, inguaribili romantici (soprattutto Claudia) un po’ all’antica, sappiamo di trovarci di fronte a necessari cambiamenti.Le News dagli Amici di Angal, che da 10 anni legano voi a noi in un rapporto di stretta amicizia, si evolvono. Cambierà la veste grafica. Nuovi collaboratori, più giovani di noi, contribuiranno alla redazione. Nuove rubriche arricchiranno il nostro giornale, senza per questo rinunciare agli argomenti che abbiamo finora trattato e che rappresentano il “filo rosso” che unisce chi scrive e chi legge nell’amore per Angal.Siamo certi che i risultati saranno positivi. Allargheremo la platea dei lettori. Cercheremo di stimolare in loro l’interesse per una Comunità sperduta in mezzo alla savana dell’Uganda.Continuate a leggere le News. Fatele leggere ai vostri amici. Continuate a sostenere la nostra e vostra “missione”.Che il nostro legame diventi sempre più stretto.Un grazie a Giusi Ricciardi, la redattrice che fin dall’inizio ha messo la sua professionalità ed esperienza a servizio del giornale.

Lettera ai nostri lettori di Claudia e Mario Marsiaj

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Ecco. L’immagine qui di seguito riproduce perfettamente lo stato d’animo di un anno fa dinanzi alla situazione del nostro bene-amato St. Luke’s Hospital, colpito dalla burrasca. Ci si poteva immedesimare nel personaggio (The Connoisseur) magistralmente rappresentato da uno dei miei artisti preferiti, Norman Rockwell, che guarda quel guazzabuglio di colori e di segni cercando di capirlo, di trovarne un senso, una chiave di lettura. Ne possiamo parlare oggi con maggiore serenità perché, grazie a Dio e al lavo-ro di tanti, non è più così. L’Ospedale di Angal è tuttora una costruzione piuttosto spartana ed in certi punti un po’ pericolan-te, ma ben definita e in continuo miglioramento.Nell’intento di portare avanti un programma chiaro e sostenibile, si sta studiando con la partecipazione dei medici e dell’Ammi-nistratore ugandese il prossimo Piano Strategico triennale, che consenta di gestire al meglio le risorse e le grandi potenzialità dell’Ospedale e funga da motore di propulsione per tutto il per-sonale africano, garantendo così migliori risultati, a vantaggio dei pazienti.

Per questo Giovanni Cardellino con Soumia (e i rispettivi figli), affiancati da Camillo Smacchia (ad Angal dal 21 novembre al 5 dicembre), si sono impegnati incontrando i medici, i componenti dell’Amministrazione, gli infermieri, il personale tutto.Qualche settimana dopo è stata la volta di Italo Nessi, che dall’11 al 23 dicembre ha continuato il lavoro di Giovanni e nel Board of Governors del 21/12 ha incontrato i maggiorenti della zona e in primis il Vescovo, proprietario legale dell’Ospedale.

Nell’ambito di un nuovo programma di collaborazione e scambio professionale organizzato da quel vulcano che è Italo Nessi, dal 20 ottobre al 10 novembre sono stati ad Angal un infermiere dell’I-PASVI di Como (Sandro Tangredi) e tre infermiere dell’IPASVI di Varese (Barbara Galli, Antonella Altieri, Barbara Favini).Laura Cunico, che si era adoperata durante tutto lo scorso anno con la sua competenza a rimettere in carreggiata il team ammi-nistrativo, è ripartita il 4 marzo c.a. per trattenersi ancora una ventina di giorni a consolidare e concludere il suo intervento, preparando la strada per un nuovo importantissimo arrivo. Infatti, mentre questo Numero va in stampa, è in partenza (29 marzo) il Dr. Stefano Santini, medico di lunga esperienza amministrativa in Africa (Uganda, Angola, Etiopia), che ricopri-rà la carica di CEO (Chief-Executive-Officer, simile al Direttore Generale delle nostre Aziende Ospedaliere) per i prossimi tre anni. Lo accompagnerà Italo Nessi ed insieme parteciperanno il 6 aprile al Board of Governors, che sancirà una collaborazione più chiara e produttiva fra la nostra Associazione e la Diocesi. Qui in Italia procede l’organizzazione di un nuovo sistema di fundraising, che necessita ormai di essere seguito in maniera continuativa e funzionale, dato l’aumento costante dei costi di gestione dell’Ospedale (ora anche in Uganda esiste un sistema di previdenza sociale). A tale scopo è entrata a far parte del nostro team una persona di grande valore, Federica Sgaggio, esperta giornalista che sarà affiancata nel suo lavoro da Piero Marsiaj e trascorrerà appena possibile un breve periodo ad Angal per cono-scere da vicino la realtà per la quale dovrà impegnarsi.Chissà cosa penserà Federica quando attraverserà i viottoli dell’O-spedale che collegano i vari reparti, tra alberi di acacia e bougan-villee, quando vedrà tanti occhi curiosi studiare le sue mosse, tanti sorrisi aperti aspettare il suo, tante manine sporche tendersi con fiducia verso di lei? Quando verrà a conoscere tante storie sem-plici di povertà e di tragedie, di cadute e di resurrezioni, quando respirerà quell’aria di rassegnazione e di speranza, quel profumo di vita e di coraggio?Di certo, come tutti noi, resterà conquistata. E la loro passione, la nostra passione, sarà per sempre anche la sua.

Primavera: tempo di bilanci(a cura di Renata Tapparo)

Il bilancio consuntivo del 2016 di “Amici di Angal” riflet-te le difficoltà del delicato periodo di transizione dell’Ospe-dale, di cui parlammo nei due numeri precedenti. Le uscite aumentano infatti del 13%, passando da € 391.295,81 del 2015 a € 442.086,33 a fronte del cre-scente impegno finanziario verso il St. Luke Hospital, in parte dovuto al riassetto logistico-amministrativo e al rior-dino dei contratti del personale, in parte alla necessità di ripianare il debito accumulato verso l’NSSF, la previden-za ugandese, dall’Amministrazione precedente. Quindi,

Il punto su Angal(a cura di Rita Polo)

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1. Progetto Horizont 3000: i lavori della prima fase sono praticamente conclusi: le lagune sono ultimate, l’inceneritore pure, la discarica è finita. Si presenteranno alcune richieste per la seconda fase, come concordato col Coordinatore Mr. Christian Guggenberger, in modo da poter recuperare dei fondi spesi per l’adeguamento e le certificazioni per il collegamento con la linea elettrica dell’Ospedale. Per l’antincendio, oltre al previsto sistema ad acqua si chiederanno anche degli estintori. Urgente è pure la sistemazione delle toilettes vicino alle cucine e dell’area tra la Pediatria e la Nutrition Unit.

2. Progetto BTC: il progetto finanziato dalla Coop. Belga è stato molto complicato da seguire, visto il continuo cam-biamento delle regole in corso d’opera. Comunque, dopo la valutazione compiuta ed una serie di calcoli, sono stati depo-sitati 50.000 € sul c/c di Angal Hospital, somma vincolata dal distretto, che si potrà spendere soltanto per precise necessità (ad es. per l’acquisto di farmaci e non per il pagamento di sala-ri). Inoltre la BTC ha provveduto a consegnare l’attrezzatura: computers, software ecc., per poter procedere nel progetto di raccolta dati statistici.

3. Ristrutturazione: una parte della ex casa delle Suore Comboniane, grazie a una donazione di Bruna Rossini, è stata ristrutturata in modo da ricavare due comodi alloggi per le due nuove collaboratrici del Management Team: Mrs Grace Kinyera e Mrs Vicky Opika Opoka.

4. Scuola materna: significativi gli interventi a sostegno della scuola: è stata dotata di materiale scolastico e di nuovi giochi; sono state abbassate le rette; è stato aumentato il perso-nale e aumentato anche il relativo stipendio del 30%.

5. Nuova Maternità: con una serie di iniziative organizzate da Italo Nessi il Gruppo di Appoggio di Como ha raccolto una notevole somma da destinare alla nuova Maternità.

oltre all’aumento di quasi € 40.000 dei trasferimenti per il Workplan quinquennale, passati da € 305.625,00 a €

345.000,00, le uscite hanno riguardato:- l’esecuzione di lavori straordinari come la costruzione del nuovo Pronto Soccorso (€ 12.700,00);- la fornitura di apparecchiature per quasi € 10.000;- l’acquisto di un’automobile (vista la situazione disastrosa del parco macchine attuale) per € 3.000;- l’aumento della spesa per i viaggi aerei, resisi necessari per seguire da vicino l’evoluzione della difficile situazione amministrativa e finanziaria (da € 6.483,56 a €10.123,38).

Tuttavia la generosità dei nostri donatori e sostenitori ha portato anche un incremento del 21% delle entrate, pas-sate da € 261.668,79 a € 317.238,54. In particolare: - le erogazioni liberali ricevute da imprese passano da € 66.580 a € 88.960;- le donazioni ricevute da associazioni passano da €36.062,00 a € 53.605,00; - le donazioni da privati passano da € 106.295,50 a €122.689,94.

Anche l’importante finanziamento del 5xmille cresce da € 40.714,47 a € 47.427,28, a conferma che sempre più numerosi sono coloro che nella dichiarazione dei redditi scelgono di sostenerci. L’effetto combinato di aumento delle uscite e delle entrate porta a un disavanzo (perdita) di € 124.847,79, in lieve calo rispetto all’anno scorso, cui faremo fronte con il patrimonio associativo. Una riflessione a parte merita il fundraising. Pur essendo un momento in cui è difficile affrontare nuove spese, il Consiglio Direttivo nel 2016 ha preso la decisione di fare un passo importante e di dotarsi di un ufficio per la rac-colta fondi. Questo comporterà un impegno economico non indifferente in spese di personale, comunicazione, materiale informativo, strumenti, viaggi. E’ un passaggio difficile ma necessario, che affrontiamo con coraggio e determinazione per garantire in futuro la sostenibilità economica necessaria alle attività dell’Associazione e dell’Ospedale.

Nuovi obiettivi e realizzazioni

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Nel mese di febbraio è uscito Solo l’amore può, di Giovanni Cardellino. Il racconto, ispirato al suo amore per l’Africa, si dipana da una località ugandese, a lui ben nota, fino ad intrecciarsi con le nostre cronache di immigrazioni. Per ordinazioni: EDB Edizioni, Via C. Brivio 33 – 20159 Milano; tel. 02- 39523821 opp. www.viveremilano.info. Ed è in ristampa il libretto di Claudia Marsiaj Ritratti della mia Africa, che si può richiedere all’Associazione “Amici di Angal”, Via Vivaldi 3 – 37024 Arbizzano (VR); tel. 045-6020726.

TestimonianzeL’Omero del West Nile

di Luciano Bolli

Serenella e Luciano Bolli hanno condiviso con noi un anno della loro vita ad Angal. Erano già lì al nostro arrivo, il 3 gennaio del 1967. Erano rimasti soli per diversi mesi dopo la partenza dei Busato. Tornati in Italia, anche se ci siamo visti pochissime volte, siamo sem-pre rimasti in contatto. Ora vivono a Iesi. Leggono sempre le nostre News. Ultimamente hanno ricevuto anche il mio libretto (Ritratti della mia Africa, n.d.r.) e Luciano mi ha scritto una lettera che mi sembra valga la pena di farvi conoscere. Eccone una parte.

Grazie, Claudia, per i racconti ricchi di fotografie di persone che incontrai ad Angal molti anni or sono.Una in particolare mi ha colpito ed emozionato e spiego il per-ché. Devo tornare indietro alla lunga estate ugandese del 1966; al sempre più vicino “rumore” della battaglia sostenuta dai mer-cenari chiamati da Mobutu nel vicinissimo Congo, per soffocare la rivolta dei “Simba”, P. Calvi ci riunì, una sera, per informarci sui fatti che accadevano a così breve distanza da Angal. Seduti in cerchio nello spazio erboso tra la casa dei Padri e la Chiesa, mi ero sistemato in modo da avere all’altezza dei miei occhi l’Orsa Maggiore, mentre la Croce del Sud sembrava emergere dalla linea dell’orizzonte. All’improvviso mi colpì la voce concitata di una persona che chiedeva particolari sulla battaglia in corso. Mi disse-ro che a parlare era stato Lazaro, il cieco cantastorie. Cercai invano di vederne il volto, perché l’oscurità era totale.L’ho visto oggi, per la prima volta, grazie alla foto che hai pubbli-cato accanto al tuo racconto. Grazie, grazie mille volte per avermi fatto conoscere l’”Omero” del West Nile.

6. Donazioni di attrezzature: la Salvagnini ha messo a dispo-sizione presso la sede di Sarego (VI) un container destinato ad Angal. Sono già arrivati un’autoclave procurata dalla nostra socia Christa Schettenbrunner; un lettino operatorio donato dalla Direzione Generale e dall’Ingegneria Clinica dell’Ospe-dale di Borgo Trento di Verona; diverse carrozzine per bambini e adulti disabili, offerte dalla Ditta Ortopedica Scaligera di Verona; un secondo lettino operatorio procurato da Lorenzo De Martin; una lampada scialitica e vario materiale chirurgico raccolto da Rita Polo.

7. Ufficio per il fundraising: ha iniziato la sua attività a febbraio sotto la direzione della giornalista Federica Sgaggio. Si occuperà di comunicazione, dei rapporti con i media, di organizzazione di eventi, partnership e relazioni pubbliche, e di tutte quelle attività funzionali ad aumentare la rete di donatori e sostenitori degli Amici di Angal. L’indirizzo di posta elettronica è [email protected].

E lontano da Angal...Il 3 e 4 dicembre 2016 presso la sala dell’Ospedale don

Calabria di Negrar e dall’11 al 13 presso Santa Maria della Scala a Verona, Claudia con “Amici di Aber” organizza il con-sueto mercatino di Natale, da moltissimi anni evento-incontro con le clienti-sostenitrici veronesi.

8/12/2016 Il ricordo di Cinzia è sempre vivo nel cuore dei suoi amici. Anche quest’anno Giuse, Claudio, Patrizia e Luisella organizzano a Stresa un mercatino con lo scopo di continuare a sostenere con borse di studio a lei intitolate alcuni studenti di Angal particolarmente meritevoli.

12/12 A Padova Piero e Mario incontrano uno dei responsabili del fundraising del Cuamm, il Dr. Oscar Merante Boschini, per avere informazioni e consigli su come iniziare in modo organiz-zato questa attività, finora affidata esclusivamente all’iniziativa di volontari.

19/12 Si svolge a Sarego un incontro preliminare con i responsa-bili di “Confini-on-line” presentati da Piero, che durante l’anno aveva frequentato dei corsi da loro organizzati.

7/01/2017 Ad Arbizzano (VR) si tiene la prima riunione dell’anno del Comitato Direttivo di “Amici di Angal”. I problemi sul tappeto sono vari e tutti di grande importanza. Si va dalla presentazione del bilancio consuntivo e preventivo dell’Ospedale al problema alquanto spinoso del pagamento da parte dello stesso al fondo previdenziale (NSSF), ignorato per molti anni dall’amministratore Simon, dalle modifiche da apportare al Nuovo Statuto dell’Ospe-dale alla valutazione della necessità di provvedere a un’assicu-razione sia per l’Ospedale che per gli staff.

27/01 A Verona, presso la sede del Banco Popolare, Mario e Camillo incontrano, assieme al Dr. Andrea Donisi, i dirigenti del Fondo Assistenza per il Personale del Banco Popolare, per illustrare i miglioramenti attuati presso il Pronto Soccorso dell’O-spedale di Angal, grazie alla strumentazione acquistata con la loro donazione del luglio scorso.

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Un’esperienza complessama positivadi Barbara Galli, Antonella Altieri

e Barbara FaviniCome ha riportato Rita a p. 2, un gruppetto di infermiere sostenute dal Collegio IPASVI di Varese e Sandro Tangredi dell’IPASVI di Como, alla fine di un percorso guidato da Italo Nessi, si sono recati ad Angal per uno scambio di nozioni professionali e relazioni umane con il corpo infermieristico dell’Ospedale St. Luke.

Le testimonianze di Barbara F., Antonella e Barbara G., qui rias-sunte per ragioni di spazio, rendono in modo tangibile la difficoltà di calarsi in una realtà tanto diversa da quella sperimentata quoti-dianamente nelle corsie di un ospedale italiano, ben organizzato, dotato di presidi sanitari moderni, dove il rapporto numerico medico-pazienti è enormemente superiore (basti pensare che la Pediatria di Angal, che dispone di 60 posti letto a fronte di un numero di ricoverati quasi sempre superiore a 100, è affidata ad un solo medico!). Ma seguiamole nella ricostruzione della loro esperienza, dove a far da comune denominatore è proprio il confronto tra le due realtà, italiana (di oggi ma anche di ieri) e africana. Organizzata la giornata, indossata la divisa, eccole pronte a pren-dere servizio. «Nel breve tragitto da casa all’Ospedale - annotano - non manca occasione di stringere mani, ricevere sorrisi e saluti... Il “buongiorno” delle persone che incontriamo (“iai mabèr?”, lett. “ti sei alzato bene?”) ci fa sentire subito accettate e ben accolte dalla comunità locale».E’ questo il grande dono di Angal! L’accoglienza, la cordialità! Poi ognuna di loro si dirige verso il reparto che le è stato assegnato.Barbara F. è destinata all’OPD, l’ambulatorio esterni dove, allo scoglio della lingua, si aggiunge la difficoltà di accettare il rappor-to degli Alùr con la malattia e la morte, anche quando si tratta di bambini. E’ ben diverso da quello di noi europei. E’ fatto di una rassegnazione che noi stentiamo a comprendere («inaccettabile ai miei occhi», sottolinea con forza Barbara).

Arrivata in Pediatria, Antonella è subito colpita dall’enorme quantità di bambini che stazionano all’esterno del reparto. (Si renderà presto conto che soltanto i più gravi o quelli attaccati a una flebo sono a letto.) Il lavoro nel Children Word pone anche lei in drammatico contatto con la rassegnazione dei genitori nei confronti della malattia e della morte: ne ricava un’impressione di pressoché «totale immobilità, come se il tempo rallentasse, fino quasi a fermarsi».

Da un tempo immobile a un tempo che inverte la sua rotta, fino a «tornare indietro di almeno 20 anni»: questa l’impressione di Barbara G., impegnata nel reparto femminile, alle prese soprat-tutto con i molti casi di medicazioni infette, che la riportano al tempo del suo tirocinio, quando le allora chiamate “piaghe da decubito” erano all’ordine del giorno, con complicazioni oggi inimmaginabili.

Queste le riflessioni comuni, condivise da Sandro, a conclusione della loro esperienza:

stato proficuo. Fin dall’inizio siamo stati ben accettati nelle diver-se équipes e il confronto tra realtà diverse non è mancato a favore di una reciproca conoscenza.

Abbiamo conosciuto infermieri che abbiamo imparato ad apprez- zare, non solo come colleghi ma anche come persone.

alias Italo) ci ha accompagnato fin dal primo giorno sostenendoci, con-sigliandoci, facendoci conoscere la realtà anche attraverso aneddo-ti raccontati con grande ironia, utile a stemperare almeno in parte la drammaticità di alcune esperienze. A Italo va un sentito grazie da parte di tutti noi, come pure al Collegio IPASVI di Varese e di Como e a Claudia, per aver sostenuto questo progetto dandoci la possibilità di vivere questa esperienza.

Nonostante il nostro sforzo di rendere una testimonianza efficace, le parole possono riprodurre solo in parte ciò che gli occhi hanno visto ed il cuore sentito.»Il gruppetto degli infermieri al completo.

Davanti alla Pediatria.

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I fili delle donne Klaùdia racconta

Un allegro, variopinto microcosmoa

Il mercato, ogni mercato, è un punto di attrazione “fatale” per la maggior parte delle donne, per me in particolare.Quando sono ad Angal, trascorrendo una mattinata a Terobèr o a Nyaravur o, meglio, a Pajani, oltre all’emozione di trovare qualcosa di nuovo, di particolare, di unico (una volta ho visto una serie di strani amuleti usati per le divinazioni, che il ven-ditore si è affrettato a nascondere), mi affascina la possibilità di cogliere una quantità di informazioni sulla cultura, la lingua, le tradizioni, il legame fra i vari clan, i diversi ruoli della donna, lo stato sociale, il rapporto con l’estraneo, il mzungu, il “bianco”. Quello che colpisce subito è l’atmosfera allegra e distesa, il brusio, non il frastuono di certi mercati delle nostre periferie, dove le grida degli imbonitori sono quasi assordanti. Stupisce la correttezza delle venditrici che non cercano di accaparrarsi il potenziale cliente. Colpisce la cura con cui sono esposti i prodot-ti, quasi fossero reliquie da maneggiare con rispetto (in qualche modo lo sono, dal momento che quasi sempre costituiscono la sola fonte di sostentamento della famiglia). Il passare da una fila all’altra, scavalcando la piramide di pomodori o qualsiasi altra merce esposta, costituirebbe un atto gravissimo, un segno imper-donabile di disprezzo. Incanta la dignità, la compostezza con cui le donne stanno accoccolate tra le radici di un albero o sedute su uno sgabello di fronte alla loro mercanzia.Fra tutti mi piace andare, se devo fare grosse spese, al mercato di Pajani. E’ un po’ lontano, verso il lago Alberto, ma lì trovo l’ambiente più autentico, dove raramente viene visto un mzun-gu. Inoltre posso acquistarvi al miglior prezzo e in abbondanza i pesciolini seccati (i musìri), così importanti per l’alto conte-nuto di proteine nella dieta dei bambini ricoverati nell’Unità Nutrizionale di Angal.

A Pajani si trovano le coloratissime stoffe provenienti dal Congo e, se si va presto al mattino, qualche grosso pesce quasi fresco.

Naturalmente il mercato è all’aperto, così l’odore sgradevole dei musiri si stempera nell’aria confondendosi con quello acre dei frutti di gawafa e col profumo del tè speziato che, in un piccolo spiazzo, le donne preparano per chi, dopo una lunga camminata per raggiungere questo villaggio o dopo una pro-lungata permanenza al sole con la propria merce, ha bisogno di ristorarsi. Mi diverto quando, sentendomi dire qualche parola in alùr, le donne che non mi conoscono parlottano fra loro stupite. Ancor più stupite sono quando, dimostrando di conoscere le loro regole, alla fine della spesa chiedo il “lesso”, cioè la pic-cola quantità in più che mi spetta. «Sai proprio comportarti come una vecchia Alùr!», mi dicono. A parte il “vecchia”, questo apprezzamento mi fa molto piacere, mi fa sentire parte di loro.Tutte le trattative prima dell’acquisto di una grossa quantità di qualsiasi prodotto esigono calma e tempo. Un giorno, vedendo dei fagioli di ottima qualità venduti da una donna, chiesi di acquistare l’intero sacco lasciandola libera di stabilire il prezzo. «Non posso, - disse - prima devo contarli», il che non voleva dire contarli ad uno ad uno ma... quasi! L’unità di misura, infatti, era rappresentata da un vecchio baratto-lino. L’operazione durò a lungo, ma fu precisa. Ogni dieci barattolini, con rapida mossa, la donna si lanciava un fagiolo in bocca, Quando la sua bocca arrivò a non contenerne più, li sputò con grazia nella mano di un’aiutante. Alla fine contò il numero dei fagioli che la mano conteneva, li moltiplicò per 10, lo stesso fece con il prezzo di ogni barattolino e infine... l’affare fu concluso e lei se ne tornò a casa felice.

Vendiitori di frutta.

Donne al mercato.

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Nel 2004, per ricordare i fatti salienti che hanno segnato l’evoluzione dell’Ospedale di Angal, a 50 anni dalla sua fondazione ad opera dei Missionari Comboniani, abbiamo scritto un libro: L’Ospedale di Angal. Cinquant’anni di vita. Dal n.14 delle News abbiamo riportato alcuni brani del testo, ripercorrendo così una serie di tappe significative di questo lungo cammino. Quest’anno, come tutti ormai sanno, anche noi Marsiaj abbiamo raggiunto l’ambita meta del mezzo secolo al servizio di Angal. Abbiamo pensato, per questo motivo, di concludere questa rubrica con le ultime righe di quel libro.

Si conclude qui la cronaca dei primi cinquant’anni di vita di una struttura sanitaria ad Angal, piccolo villaggio in

mezzo alla savana del Nord Uganda, dove tante storie indi-viduali si sono intrecciate alla storia di un Paese tanto bello e tormentato, tante amicizie sono nate e si sono cementate nel tempo, dove abbiamo trascorso, io e Claudia, gli anni più importanti del nostro matrimonio e i momenti più belli con i nostri figli, dove abbiamo forse vissuto le emo-zioni più intense, dove ci siamo sentiti allo stesso tempo tanto impotenti e tanto importanti. Dove, nel periodo più asciutto dell’anno, quando la savana è bruciata e il suolo è più arido, esplode la magia dei fiori del flamboyant che, quando il sole tramonta, fa risplendere anche la più povera capanna come una reggia.

Amarcord africano (V)a cura di Claudia Marsiaj

CUAMM, Un’istantanea di 50 anni fa: Luciano, Serenella e il piccolo Paolo Bolli sul sagrato

della Chiesa di Angal, con Claudia e Pierino.

7Il flamboyant.

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L’Associazione “Amici di Angal” sostiene l’attività dell’Ospe-

dale St. Luke di Angal, in Uganda, e vari Progetti di assistenza e cura di

bambini e adulti indigenti.

I Progetti del 2016-2017Da sempre “Amici di Angal” sostiene alcuni Progetti “strutturali”

come la Nutrition Unit (8.000/anno) ed il Ricovero gratuito dei bambini

(80.000 /anno). A questi si sono aggiunti numerosi Progetti “sociali”:

1. Assistenza degli orfani da AIDS, spesa: € 41.000Il progetto offre un aiuto diretto alle famiglie locali che accolgo-

no e si prendono cura di questi orfani. Nel 2016 vengono assistiti

in questo modo 257 bambini.

2. Supporto alla scuola per i ciechi, spesa: € 1.500Si finanziano interventi per il miglioramento delle condizioni di

vita dei ciechi di Angal nella scuola a loro dedicata.

3. Supporto alla scuola materna, spesa: € 7.700Il Progetto si propone di garantire il diritto all’accesso alla scuola

materna di Angal a tutti i bambini e di mantenere elevato lo stan-

dard qualitativo degli insegnanti.

4. Samaritan Fund, spesa: € 5.500Questo fondo permette di ricoverare le persone che non possono

pagare la sia pur modesta retta chiesta dall’Ospedale e di fornire

gratuitamente i cosiddetti “farmaci salvavita”.

5. Cibo per i malati di AIDS, spesa: € 12.000Ai malati di AIDS viene distribuita una scorta di cibo durante le

visite in Ospedale per accedere alla terapia. Il numero di assistiti

supera i 1.000.

6. Cibo per le famiglie povere, spesa: € 4.500Ogni due settimane viene distribuita una scorta di cibo a singoli

e famiglie povere della missione. Attualmente se ne assistono 50.

7. Associazione ATLA, spesa: € 1.000Dà un seguito al programma “Orfani da AIDS”, organizzando attività

manifatturiere ed agricole per i ragazzi sopra i 16 anni.

8. Associazione AYPA, spesa: € 700Sostiene lo sviluppo culturale e formativo dei ragazzi in età post-

scolare che non hanno trovato un impiego.

Che cosa puoi fare tu Svolgere un’opera di sensibilizzazione.Partecipare agli eventi di raccolta fondi.Impegnarti in una donazione regolare a sostegno dei singoli Progetti. Ad esempio: con 200 euro all’anno sostieni a distanza le elementari necessità di un bambino orfa-no (cibo, vestiti, cure mediche, istruzione).

Come contribuireI contributi si possono inviare con bonifico bancario a:ASSOCIAZIONE AMICI DI ANGAL - ONLUSUnicredit Banca Agenzia di Arbizzano - Negrar (Vr)c/c n. 000005412019 ABI: 02008 CAB: 59601 CIN: LIBAN: IT 31 L 02008 59601 000005412019

Banco Popolare SOOC. COOP. – Via Mazzini 13 - Negrar (Vr)c/c n. 000756ABI: 05034 CAB: 59600 CIN: FIBAN: IT 84 F 05034 59600 000000000756

(Ai sensi dell’art.14 del D.L. n.35 del 14 marzo 2005, convertito in Legge con L. n.80 del 14 maggio 2005, le offerte fatte alle ONLUS con assegno o bonifico bancario sono deducibili dal reddito complessivo dichiarato fino alla misura del 10%).

L’Associazione è iscritta nelle liste dell’Agenzia delle Entrate fra i possibili beneficiari del 5x1000 dell’IRPEF. Al momento della dichiarazione dei redditi, per devolvere il 5x1000 basta apporre la propria firma e il codice fiscale dell’Associazione - 93143850233 - nell’apposito spazio del modello IRPEF.

Il 5x1000 del 2014 ha fruttato la somma di 47.427 euro, in aumento rispetto al risultato precedente (40.714). Un sentito GRAZIE a tutti coloro che hanno scelto e sceglie-ranno di beneficiare la nostra Associazione. I contributi raccolti attraverso questa forma di finanziamento saran-no interamente impiegati a favore dell’Ospedale e dei Progetti Sociali sostenuti da “Amici di Angal”.

Ulteriori informazioni si possono richiedere a:Amici di Angal ONLUSVia Vivaldi 3 - 37024 Arbizzano- Negrar (Vr) tel. (+39) 045 6020726sito web: www.amicidiangal.orge-mail: [email protected]

[email protected]: Giuseppina Ricciardi [email protected] tel. (+39) 338 7728989

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