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1 SICUREZZA E SALUTE NELLE SCUOLE ( manuale di informazione ai sensi dell’art.36 del Dlgs.n.81 del 2008) A Cura del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione Il presente manuale può essere distribuito a tutti coloro che vivono e frequentano la scuola: insegnanti, personale ATA, ed alunni, al fine di acquisire le necessarie e semplici nozioni basilari di sicurezza e salute, da osservare durante la vita scolastica e per fare conoscere e diffondere la cultura della sicurezza.

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SICUREZZA E SALUTE NELLE

SCUOLE

( manuale di informazione ai sensi dell’art.36 del Dlgs.n.81 del 2008)

A Cura del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione

Il presente manuale può essere distribuito a tutti coloro che vivono e frequentano la

scuola: insegnanti, personale ATA, ed alunni, al fine di acquisire le necessarie e

semplici nozioni basilari di sicurezza e salute, da osservare durante la vita scolastica e

per fare conoscere e diffondere la cultura della sicurezza.

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INDICE PREMESSA. 4

1.LA NUOVA SICUREZZA SUL LAVORO…………..………………………………………… 5

2. OBBLIGHI DEI LAVORATORI …………………………………………………………….. 6

2.1 OBBLIGI DEGLI STUDENTI ………………………………………………………………… 6

3. PROCEDURE IN CASO DI INFORTUNI …………………………………………………… 7

4. RISCHIO E NORME DA RISPETTARE DURANTE L’USO DEI MACCHINARI E ATTREZZATURE

PIU’ DIFFUSE ………………………………………………………………… 8

5.RISCHIO RUMORE ………………………………………………………………………… 10

6. RISCHIO ELETTRICO ………………………………………………………………………… 10

7.RISCHIO CHIMICO …………………………………………………………………………….. 12

8. RISCHIO BIOLOGICO ………………………………………………………………………… 15

9. RISCHIO INCENDIO ………………………………………………………………………… 16

10.RISCHIO MOVIMENTAZIONE MANUALE DI CARICHI ………………………………8

11. RISCHI NEGLI UFFICI E NELLE AULE ……………………………………19

12.NORME E COMPORTAMENTI DA TENERE IN CASO DI EMERGENZA ……………… 22

12.1 INCENDIO………………………………………………………………………………….. 23

12.2 TERREMOTO/CROLLO DI STRUTTURE INTERNE………………………………… 25

12.3 FUGA DI GAS/SOSTANZE PERICOLOSE……………………………………………… 26

12.4 ALLUVIONE……………………………………………………………………………… 26

12.5 TROMBA D’ARIA……………………………………………………………………….. 27

12.6 CADUTA DI AEROMOBILE/ESPLOSIONI/CROLLI/ATTENTATI E SOMMOSSE CHE

INTERESSANO AREE ESTERNE.…………………………………………………………… 28

12.7 MINACCIA ARMATA E PRESENZA FOLLE…………………………………………… 28

13. DATI GENERALI………………………………………………………………………….. 29

13.1. DESCRIZIONE DELL’EDIFICIO………………………………………………………… 29

- Caratteristiche…………………………………………………………………………………. 29

- Destinazione d’uso dei locali………………………………………………………………….. 30

- Affollamento……………………………………………………………………………………30

- Presidi antincendio…………………………………………………………………………….. 30

- VIE D’ESODO………………………………………………………………………………… 31

- USCITE DI EMERGENZA…………………………………………………………………… 31

- PUNTO DI RACCOLTA……………………………………………………………………… 32

- LOCALI A RISCHIO SPECIFICO……………………………………………………………. 32

- SISTEMI DI ALLARME E DISPOSITIVI………………………………………………… 32

14 .FIGURE COMPETENTI…………………………………………………….. 33

15.PROCEDURE DI EMERGENZA……………………………………………… 36

15.1 LIVELLI DI ALLARME ……………………………………………………………………. 37

- COORDINATORE DELLE EMERGENZE………………………………………………….. 39

- SQUADRA DI EMERGENZA…………………………………………………………………40

- ADDETTO PRIMO SOCCORSO…………………………………………………………… 43

- ADDETTO COMUNICAZIONI ESTERNE………………………………………………… 44

- DOCENTE CAPOFILA………………………………………………………………………. 45 - PERSONALE ALL’INGRESSO………………………………………………………………47

- AUSILIARE ASSISTENZA DISABILE…………………………………………………… 48

- AUSILIARE DI PIANO…………………………………………………………………… 51 - PREPOSTO ALL’ATTIVITA’ DI CONTROLLO…………………………………………. 52

- 16.PROCEDURE SPECIFICHE………………………………………………………… 53

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- AULE DIDATTICHE ……………………………………………………………………….. 53

- LABORATORI ……………………………………………………………………………… 54

- BIBBLIOTECA ………………………………………………………………………………. 55

- AULA VIDEO …………………………………………………………………………………56

- CORPO DOCENTE ……………………………………………………………………………58

Premessa

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...Sono equiparati ai lavoratori, ai sensi dell’articolo 2, comma 1, lettera a), T.U. 81/2008, gli allievi delle istituzioni scolastiche ed educative nelle quali i programmi e le attività di insegnamento prevedano espressamente la frequenza e l’uso di laboratori appositamente attrezzati, con possibile esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici, l’uso di macchine, apparecchi e strumenti di lavoro in genere ivi comprese le apparecchiature fornite di videoterminali...

Con questo manuale, si intende sintetizzare una serie di informazioni e norme di comportamento

fondamentali in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e di studio, come previsto dalla normativa vigente in

particolare dal dlgs. n. 81/2008 comunemente detto testo unico, che deriva dal dlgs. 626/94 e dalla

legislazione precedente. L’obiettivo è il miglioramento delle condizioni di igiene e sicurezza, quindi la

riduzione sia degli infortuni sia delle possibilità di contrarre malattie professionali, anche dopo diversi anni:

un interesse collettivo, ma anche un interesse di ciascuno.

Tutto questo potrà però risultare inutile se non sorgerà in chi lavora un nuovo modo di affrontare il problema,

cioè un comportamento rivolto alla massima sicurezza: prima ancora delle misure di prevenzione, la

sicurezza dipende dalla nostra completa disponibilità a pensare ed agire in termini di sicurezza.

L’unica vera misura per attuare tutto questo è senz’altro la formazione e la consultazione dei lavoratori, quali

veri artefici e motori del processo prevenzionistico.

Questa è stata la vera rivoluzione operata dalle nuove direttive europee: l’agire non deve scaturire

dall’adempimento di una norma o dal timore delle conseguenti sanzioni, ma dalla consapevolezza dei reali

benefici che ne scaturiranno anche a lungo termine.

Abituiamoci, dunque, a fare sempre più prevenzione che protezione: la sicurezza, infatti, bisogna produrla

piuttosto che controllarla. Come si usa dire: è sempre meglio prevenire che curare.

Conoscere il rischio per autodifendersi.

1. La nuova sicurezza sul lavoro

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Il d.lgs. n. 626/94 aveva recepito ben otto Direttive europee riguardanti la sicurezza sui luoghi di lavoro, ora

confluite nel nuovo testo unico, che ne ha confermato le innovazioni più rilevanti:

• l’istituzione in ogni azienda del Servizio di Prevenzione e Protezione; • la consultazione dei lavoratori e degli studenti in materia di sicurezza sul lavoro attraverso i

Rappresentanti dei Lavoratori; • l’obbligo per il datore di lavoro di redigere il Documento di Valutazione dei Rischi e pianificare le

misure di prevenzione e protezione; • l’introduzione di due nuovi rischi relativi alla movimentazione manuale dei carichi e l’utilizzo dei

videoterminali; • il principio dell’Autotutela secondo cui ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute.

Le figure cui sono rivolte le normative di sicurezza previste dal Testo Unico sono, oltre naturalmente ai

Lavoratori:

> il Datore di Lavoro, al quale spetta il compito di decidere le misure di prevenzione e protezione, di nominare il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, il Medico competente e di redigere il Documento di Valutazione dei Rischi ed eventuali Piani d’emergenza;

> il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), il quale ha il compito di

analizzare e valutare i rischi lavorativi, di scegliere i dispositivi di protezione individuale, di fornire a tutti i lavoratori informazioni sui rischi, di elaborare le procedure di sicurezza per le varie attività;

> il Medico competente, che sottopone a sorveglianza sanitaria i lavoratori per i quali è prevista la

visita specialistica di medicina del lavoro ed esprime giudizi di idoneità specifica alla mansione;

> il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), persona eletta o designata all’interno delle rappresentanze sindacali (se esistenti), oppure tra i dipendenti. Collabora con il Datore di Lavoro e con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione alla predisposizione delle misure di prevenzione, accedendo ai luoghi di lavoro, partecipando alle riunioni in materia di sicurezza, ecc.;

> gli Addetti all’emergenza e primo soccorso, persone designate dal datore di lavoro per gestire le

emergenze e gli infortuni dopo adeguata formazione.

In base al T.U., i Rappresentanti dei Lavoratori accedono ai luoghi di lavoro, avvertendo preventivamente il Servizio di Prevenzione e Protezione; il Preposto sul territorio o caposquadra o capo reparto, una volta informato dall’azienda dell’imminente sopralluogo, dovrà assumere un comportamento collaborativo al fine di consentire al Rappresentante per la Sicurezza di analizzare le misure di prevenzione e protezione da prendere.

2. Obblighi dei lavoratori

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L’art.20 del T.U. recita : ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o omissioni. I lavoratori devono in particolare : a) contribuire, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti e preposti, all’adempimento degli obblighi previsti a

tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro; b) osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti, ai fini della

protezione collettiva ed individuale; c) utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze e i preparati pericolosi, i mezzi di trasporto e,

i dispositivi di sicurezza; d) utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione e) segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto le deficienze dei mezzi e dei

dispositivi di cui alle lettere c) e d), nonché qualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui vengano a conoscenza, adoperandosi direttamente, in caso di urgenza, nell’ambito delle proprie competenze e possibilità e fatto salvo l’obbligo di cui alla lett. F) per eliminare o ridurre le situazioni di pericolo grave e incombente, dandone notizia al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza;

f) non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo; g) non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro competenza ovvero che

possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori; h) partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal datore di lavoro; i) sottoporsi a controlli sanitari previsti dal presente decreto legislativo o comunque disposti dal medico

competente Si fa presente che tali obblighi se non rispettati da parte di lavoratori sono sanzionati con l’arresto fino ad un mese o l’ammenda da 200 a 600 euro.

2.1 Obblighi degli studenti

Il T.U. attribuisce anche agli studenti specifici obblighi e doveri che suddividiamo in positivi, ossia obblighi di fare e negativi, obblighi di non fare.

Obblighi positivi

1. Osservare le disposizioni del Datore di Lavoro, ossia del Dirigente scolastico, Capo d'Istituto, Dirigente e

Preposti;

2. Utilizzare correttamente le macchine, le attrezzature, ecc. durante le esercitazioni pratiche di

laboratorio e durante l'ora di educazione fisica o di esercitazioni sportive;

3. Usare in modo appropriato i Dispositivi di protezione individuale e le procedure relative;

4. Segnalare i difetti o le deficienze nel funzionamento di macchinari, attrezzature, dispositivi, ecc.;

5. Adoperarsi per ridurre o eliminare i pericoli nei limiti delle proprie possibilità o competenze;

6. Sottoporsi a visita di medicina del lavoro, se in continuo contatto con agenti chimici e biologici;

7. Contribuire al miglioramento delle condizioni di lavoro, per sé e per i colleghi;

8. Partecipare ai programmi di formazione; 9. Abbandonare l’area di pericolo;

10. Comunicare immediatamente l’infortunio anche di lieve entità o mancato per poco.

Obblighi negativi 11. Non rimuovere mai i dispositivi di sicurezza;

12. Non compiere mai, di propria iniziativa, manovre o interventi straordinari, non improvvisare;

13. Non fumare, non mangiare, non bere nelle zone di lavoro in cui espressamente vietato.

3. Procedure in caso di infortuni

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In base al T.U. approvato con d.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124, l’INAIL tutela i lavoratori per il recupero della capacità lavorativa ed economica perduta a seguito di eventi connessi al lavoro: infortuni e malattie professionali.

Infortunio: è la lesione dovuta a causa violenta, in occasione e attualità di lavoro o di servizio.

Malattia professionale: è originata da causa lenta o virulenta, contratta nell’esercizio e a causa delle

lavorazioni specificate nelle tabelle INAIL approvate con la nuova tabella INAIL di cui al d.m. 9 aprile 2008. Non si esclude il riconosci- mento di altre malattie professionali, purché si accerti e si dimostri che sono state provocate dalle lavorazioni svolte.

• Per infortuni di lieve entità L’infortunato, se le condizioni fisiche lo consentono, può medicarsi o farsi medicare, servendosi dei

prodotti contenuti nella cassetta di Pronto Soccorso o nei pacchetti di medicazione e/o ricorrere al Pronto soccorso dell’ospedale più vicino, accompagnato dall’insegnante presente al momento dell’infortunio o da un componente della Segreteria; l’insegnante, nello stesso giorno, assieme agli eventuali testimoni, redigerà un rapportino sulle cause e circostanze dell’incidente o infortunio e lo trasmetterà alla Segreteria o all’ufficio del Dirigente scolastico.

Se l’infortunio è avvenuto durante le esercitazioni con l’uso di macchine e attrezzature di laboratorio oppure durante l’ora di educazione fisica o durante le visite in aziende a fini didattici e culturali e comporta un solo giorno di assenza (eccetto quello dell’evento), si dovrà comunicare anche all’INAIL, ai fini statistici (art. 18, lettera r) del T.U. n. 81/2008); tale obbligo decorrerà dalla scadenza del termine di sei mesi dall’adozione del decreto interministeriale di cui all’art. 8, comma 4 del T.U. n. 81/2008.

• Per infortuni di grave entità (superiore a 3 giorni di prognosi) L’insegnante presente durante l’infortunio ed altri eventuali testimoni devono avvertire i soccorsi

telefonando al 118, anche tramite la Segreteria o l’ufficio del Dirigente scolastico; in seguito lo stesso insegnante dovrà compilare un rapportino sulle cause e circostanze dell’infortunio e consegnarlo all’ufficio del Dirigente scolastico, il quale, se l’infortunio è avvenuto durante le attività sopra descritte per cui è riconosciuto indennizzabile dall’Inail, deve anche inoltrare la denuncia di infortunio entro 48 ore dall’accaduto, per raccomandata a/r oppure online dal sito INAIL, preceduta eventualmente da telegramma (come gestione per conto, nelle scuole statali, come enti privati o pubblici che pagano il premio INAIL negli altri casi).

Si segnala che l’infortunio superiore a 3 giorni, escluso sempre quello dell’evento, va denunciato anche al commissariato di Polizia di zona, o in mancanza alla stazione dei Carabinieri più vicina, su appositi moduli, per gli accertamenti di eventuali responsabilità.

Comunicare al Servizio di Protezione e Prevenzione anche gli infortuni mancati per poco!

Quali sono i rischi di chi frequenta una scuola?

Sono rischi di natura:

infortunistica

Derivano per circa l’80% dall’uomo ed il restante dalle macchine; l’uomo influisce con l’imprudenza, la

negligenza, l’imperizia, l’improvvisazione, la stanchezza e la mancanza o diminuzione di riflessi.

L’ESPERIENZA insegna a prestare la massima attenzione soprattutto:

• ai lavori in altezza (impalcature o ponteggi);

• all’uso di scale portatili;

• a spigoli taglienti o attrezzi e materiali con punte acuminate;

• all’uso dell’attrezzatura a disposizione;

• ai fili di corrente scoperti o non protetti o di elettrodotti troppo vicini;

• a fiamme libere o scintille vicino a materiale infiammabile ed esplosivo;

• al calore ed alle temperature elevate;

• all’uso di macchine di cui non si conosce il corretto funzionamento;

• agli arresti d’emergenza che bisogna conoscere perfettamente;

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• agli organi o ingranaggi in movimento;

• ai casi di sospensione di energia elettrica e ripartenza improvvisa delle macchine;

• al materiale in quota non ben sistemato.

chimica

• da agenti chimici; • da vapori, fumi e polvere che possono essere respirati; • da sostanze aggressive o combinazione di varie sostanze acide o basiche.

fisica

• esposizione a rumore anche a quello dell'i-pod, che non deve superare gli 80 Db(A);

• esposizione a polveri; • esposizione a vibrazioni; • esposizione a microclima non adeguato;

• esposizione a campi elettromagnetici; • esposizione a radiazioni ionizzanti e non ionizzanti (RX, elettrodotti, anten- ne TV); • esposizione a movimentazione manuale dei carichi (anche per eccessivi pesi delle cartelle e degli

zainetti).

biologica o infettiva

• da microrganismi, virus o batteri. ergonomica o da stress

• posture viziate durante il lavoro o lo studio (ad esempio, specialmente per chi lavora al videoterminale, tenere una posizione non corretta alla scrivania);

• carico di lavoro eccessivo e non appropriato, stress da lavoro o da impegni

eccessivi.

4.Rischio e norme da rispettare durante l’uso dei macchinari e

attrezzature più diffuse

Tutte le attrezzature elettriche, meccaniche a pressione, ecc. e i macchinari devono avere il marchio CE e per la massima sicurezza anche il marchio IMQ

Gli operatori devono avere cura dei mezzi affidati, controllare che vengano sottoposti a regolare

manutenzione ordinaria e straordinaria.

Prima di effettuare qualsiasi lavorazione, l’operatore deve controllare il perfetto funzionamento delle

attrezzature, segnalare qualsiasi anomalia o mal funzionamento al caposquadra ed indossare tutti i dispositivi di

protezione individuale.

Elenchiamo una serie di raccomandazioni, suddivise per tipologia di macchinario e/o attività.

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Non toccare mai cavi danneggiati o che presentino rotture nella guaina d’isolamento.

Macchinari alimentati con energia elettrica

• Il voltaggio di rete deve essere lo stesso di quello indicato nell’etichetta del costruttore; nell’ipotesi di

esistenza di switch, occorre manovrarlo per adeguarlo alla tensione delle prese.

• Tali apparecchi vanno collegati ad una presa avente cavo di terra; evitare il contatto con parti in

tensione, in quanto potrebbe sorgere un rischio di elettrocuzione! Porre attenzione nell’inserimento e

distacco delle prese.

• Occorre assolutamente evitare di aspirare liquidi e polveri infiammabili e/o tossici.

• Occorre assolutamente evitare di toccare con le mani la parte inferiore della macchina quando qualche organo

è in movimento.

• Non effettuare modifiche, riparazioni, trasformazioni o applicazioni sulla macchina che potrebbe

pregiudicarne la sicurezza.

• Per evitare rischi elettrici, spegnere la macchina e disconnettere sempre la spina prima di

intraprendere qualsiasi sostituzione di strumenti di lavoro.

Tali apparecchi vanno collegati ad una presa avente cavo di terra.

• Occorre impedire il contatto con parti in tensione per non causare il rischio di elettrocuzione o la famosa

scossa, quindi porre attenzione nell’inserimento ed al distacco delle prese che deve avvenire

sempre a due mani: una per tenere la presa al muro e l’altra per sfilare la spina.

• Nell’ipotesi di rotture avvisare il preposto locale, che provvederà alle riparazioni tramite tecnici o officine

autorizzate.

• Non rimuovere le protezioni per nessun motivo quando la macchina è collegata alla linea

elettrica e/o i circuiti sono in tensione.

• Non utilizzare sostanze implicanti pericolo di incendio, esplosione o intossica- zione ed evitare che tali

sostanze vengano disperse nell’ambiente e vengano respirate.

• Usare solo prese e spine interbloccate.

• In caso di pulizie dei locali, non dirigere il getto di acqua sulle connessioni elettriche, su persone o

cose in equilibrio precario (vasi, recipienti, ecc.).

• Non effettuare operazioni o controlli di manutenzione con la macchina sotto tensione o in funzione.

• Sospendere l’attività in caso di malfunzionamento, difetto di protezioni o rotture.

Collegare a terra il quadro di distribuzione con le prese interbloccate dotate ciascuna di interruttore

differenziale con intervento a 30 mA, collegate con cavo giallo-verde al picchetto dispersore di terra.

• Collegare i cavi dal quadro alle macchine utilizzatrici, avendo cura di srotolare sempre i cavi secondo

il loro verso.

• Controllare, verificare la tensione e l’amperaggio sul pannello di controllo, mettere quindi in funzione

le macchine utilizzatrici.

• Per cessare l’attività, spegnere le macchine elettriche, togliere quindi i cavi e il quadro di controllo.

• Non operare con indumenti svolazzanti in vicinanza delle macchine o parti di esse in

movimento.

• Utilizzare sempre prese con collegamento a terra.

Per le operazioni di rabbocco dei liquidi e dei lubrificanti è necessario pro- cedere con cautela,

ricordando che all’interno del sistema di raffreddamento, è presente il liquido surriscaldato e che,

all’interno degli accumulatori, è presente il liquido corrosivo e tossico: è obbligatorio indossare guanti

di protezione in neoprene e occhiali di protezione.

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5. Rischio rumore

È un rischio subdolo, i cui effetti si notano anche a distanza di molto tempo. L’intensità di rumore viene

espressa in decibel (dB): in base alle conoscenze attuali non si considera a rischio l’esposizione ad un livello di

80 dB(A) anche per l’intera giornata lavorativa. Per livelli superiori dobbiamo tener presente che l’intensità di

rumore e quindi il relativo pericolo raddoppia per ogni aumento di 3 dB(A)

In base alla norma (d.lgs. 195/2006), la prima misura per evitare il rischio rumore è quella di ridurlo

direttamente alla fonte. Se malgrado tutto ciò il livello sonoro continua a superare il livello di guardia di 85 dB

(A), i rischi residui devono essere combattuti attraverso particolari dispositivi di protezione.

Questi dispositivi di protezione sono di tre tipi:

• Tappi auricolari, che attenuano da 8 a 30 dB(A);

• Cuffie isolanti, che attenuano da 25 a 40 dB(A);

• Caschi isolanti, che attenuano da 40 a 50 dB(A).

Questi mezzi di protezione devono essere consegnati ai lavoratori che sono abitualmente esposti a

livelli maggiori di 85 dB(A) e il loro utilizzo è obbligatorio negli ambienti in cui il rumore supera gli 87

dB(A).

In base al d.lgs. 195/2006, l’esposizione quotidiana personale di un lavoratore al rumore (LEp,d) viene espressa in dB(A) ed è misurata, calcolata e riferita ad 8 ore giornaliere. Per esposizione settimanale professionale di un lavoratore al rumore (LEp,w) si intende invece la media settimanale dei valori quotidiani LEP,d valutata sui giorni lavorativi della settimana.

6. Rischio elettrico

I contatti umani con il circuito elettrico sono di due tipi:

> diretti: sono quelli in cui si entra in contatto con un elemento (porta lampade, morsetto, fusibile) che è

normalmente sotto tensione e che è divenuto, casualmente o volontariamente, accessibile; > indiretti: quelli che si hanno con una parte di un impianto normalmente non in tensione, ma che ha

assunto una tensione pericolosa a causa di una perdita di isolamento.

Interruttori Un impianto elettrico, per essere a norma, deve avere due tipi di protezione: un

interruttore magnetotermico (nell’uso comune definito valvola) – che interrompe il

circuito quando la corrente supera un determinato valore di sicurezza per il quale

l’impianto è stato progettato – ed un interruttore differenziale, detto familiarmente

salvavita, che interrompe il circuito quando si verifica una dispersione anomala di corrente

(come nel caso in cui una persona ha preso la scossa).

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Messa a terra

Le parti metalliche degli impianti (ad alta e bassa tensione) soggette a contatto con le persone e che – per difetto di isolamento o per altre cause – potrebbero trovarsi sotto tensione, devono essere collegate a terra. Gli utensili manuali, in assenza di messa a terra, devono avere il simbolo del “doppio quadratino”.

Extra corrente di apertura

Quando un utilizzatore ha una potenza maggiore di 1000 Watt si impone di installare, a monte, un interruttore che consenta di inserire e disinserire la spina a circuito aperto (cioè interrotto, in modo che non vi sia un rischio per l’operatore).

Se si deve collegare ad un’unica presa più utilizzatori di una certa potenza, bi- sogna anzitutto assicurarsi

che la somma delle potenze nominali non superi quella ammessa per la presa; poi ricorrere ad una “ciabatta” a norma.

Quando le potenze sono particolarmente forti si deve installare una presa inter- bloccata, in cui la spina non può essere inserita o tolta se prima non sia stato aperto l’interruttore di sicurezza: in questo modo l’operazione avviene sempre con le parti fuori tensione.

ALCUNE RACCOMANDAZIONI “GENERALI”

– Sfilare la spina senza tirare il filo conduttore e sempre a mani asciutte.

– Interrompere sempre l’afflusso di corrente prima di intervenire su un circuito elettrico.

– Evitare di innescare spine doppie in successione.

– Non eseguire mai interventi improvvisati su impianti elettrici, conduttore, prese, spine, ecc.

7. Rischio chimico

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I prodotti chimici si dividono in due grandi categorie: • prodotti a base acquosa

• prodotti a base idrocarburi.

Nei primi, essendoci dissoluzione con acqua, si calcola il ph; essi possono essere divisi nelle

seguenti tre categorie:

> Prodotti basici hanno un ph compreso tra 7 e 14 (es. ammoniaca)

> Prodotti acidi hanno un ph compreso tra 0 e 7 (es. acido cloridrico)

> Prodotti neutri hanno un ph pari a 6 (es. sapone neutro).

Gli effetti dannosi delle sostanze chimiche possono essere di due tipi:

ACUTI – cioè immediati ed in genere evidenti – tipici delle sostanze corrosive, infiammabili, esplosive e tossiche, nei quali il rischio è legato alla presenza in un dato momento della sostanza in questione.

CRONICI – cioè di accumulo nell’organismo, legati all’assorbimento prolungato di una sostanza tossica o nociva.

Contro i primi serve una normale attenzione al lavoro per evitare incidenti, per i secondi è necessario, invece, un monitoraggio periodico sia dell’ambiente di lavoro che delle persone esposte.

I rischi di esposizione possono essere diversi a seconda degli organi in cui un agente chimico può depositarsi: essi coinvolgono in genere polmoni, fegato, rene, sangue, vista.

Il fabbricante è obbligato a fornire una scheda tecnica di sicurezza compilata secondo un modello standard, nella quale sono indicate le caratteristiche del pro- dotto, i pericoli ed i rischi che comporta, le modalità di stoccaggio e di impiego, le precauzioni nella manipolazione, la necessità di controlli medici, le norme per lo smaltimento, ecc.

Leggere attentamente la scheda di sicurezza del prodotto. Per le sostanze pericolose è prevista una speciale etichettatura (quadrato arancione con un disegno nero che illustra graficamente il tipo di pericolo) quando il contenitore contiene più di 125 ml di prodotto.

SIMBOLI E INDICAZIONI DI PERICOLO

ES: Explosivo

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DE: Explasionsgefahrlich

EN: Explosive FR: Explosif IT: Esplosivo

ES: Facilmente infiamable

DE: Leichtentzundlich

EN: Highly flammable

FR: Facilement inflammable

IT: Facilmente infiammabile

ES: Toxico DE: Giftig EN: Toxic FR:

Toxique IT: Tossico

ES: Corrosivo DE: Atzend EN: Corrosive FR: Corrosif IT:

ES: Irritante DE: Reizend EN: Irritant

FR: Irritant IT: Irritante

ES: Comburente DE: Brandfordernd EN:

Oxidizing

FR: Comburant

ES: Extremadamente infiamable

DE: Hochentzundlich

EN: Extremely flammable

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FR: Extremement infiammable

IT: Estremamente infiammabile

ES: Muy toxico DE: Sehr giftig EN: Very toxic

FR: Tres toxique IT: Molto tossico

ES: Nocivo

DE: Mindergiftig

EN: Harmful

ES: Peligroso para el medio ambiente

DE: Umweltgefahrlich EN: Dangerous for the environment FR: Dangereux pour l’environnement IT: Pericoloso per

l’ambiente

Anche per le piccole confezioni, bisogna leggere e conservare le istruzioni nel blister, seppure scritte in

carattere piccoli (ad esempio la loctite, comunemente in commercio come Attack, colla potentissima

aderisce ai tessuti senza staccarsi facilmente, soprattutto alle dita e le palpebre dei bambini).

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PER I PRODOTTI CHIMICI

1. Non aggiungere mai acqua o altri liquidi alla sostanza chimica: non

si sa mai come reagisce!

2. Non fare mai miscugli di sostanze chimiche diverse: possono

diventare bombe chimiche!

3. Non travasare mai in contenitori non originali e leggere sempre

l’etichetta per sapere come usare

il prodotto e quali sono le FRASI R DI RISCHIO e le FRASI S DI PRUDENZA E PROTEZIONE, ad

esempio:

– R22 Nocivo per ingestione

– R37 Irritante per le vie respiratorie

– R40 Possibilità di effetti irreversibili (sospetto di azione cancero- gena)

– R45 Può provocare il cancro

– R49 Può provocare il cancro per inalazione

– S24/25 Evitare il contatto con gli occhi e la pelle

4. Avere sempre a disposizione le SCHEDE DI SICUREZZA del prodotto (possibilmente

aggiornate) raccolte in un contenitore e sistemate vicino alla cassetta di Primo Soccorso,

per portarle insieme all’infortunato al Pronto Soccorso dell’Ospedale più vicino o chiamare

il 118.

5. Usare sempre i guanti in gomma per prevenire un rischio di dermatite da contatto.

6. In presenza di acidi o alcali, usare sempre i DPI previsti e arieggiare i locali durante l’attività

lavorativa.

7. Non mangiare, non bere e fumare durante la manipolazione di so- stanze chimiche.

8. Conservare i prodotti nei loro contenitori originali in locali o in armadi chiusi.

9. Non miscelare mai i prodotti fra loro (per esempio ipoclorito di sodio e acido tamponato).

8. Rischio biologico

Per agente biologico si intende qualunque microrganismo (microbo, batterio, virus) anche

geneticamente modificato, o coltura cellulare o parassita umano, che possa provocare infezioni, allergie o

intossicazioni, in grado di riprodursi o di trasferire materiale genetico.

Gli agenti biologici sono classificati, ai fini empirici della sicurezza, in quattro gruppi:

Gruppo 1: quelli che hanno poche probabilità di causare malattie nell’uomo.

Gruppo 2: quelli che possono causare malattie nell’uomo e costituiscono quindi un pericolo potenziale per il lavoratore esposto, ma hanno poche probabilità di costituire un pericolo per la comunità, anche perchè in genere sono disponibili efficaci misure profilattiche e terapeutiche.

Gruppo 3: quelli che possono causare nell’uomo malattie gravi e rappresentano un serio rischio per il lavoratore; possono propagarsi nella comunità, ma in genere sono disponibili efficaci misure profilattiche e terapeutiche.

Gruppo 4: quelli che possono causare nell’uomo gravi malattie e rappresentano un serio rischio per il lavoratore; possono propagarsi nella comunità e non sono disponibili efficaci misure profilattiche e terapeutiche.

Negli ambienti in cui vi è notevole frequenza di pubblico (mense, ospedali, scuole, ecc.), i lavoratori addetti

alle pulizie possono essere esposti ad agenti biologici potenzialmente nocivi. Il committente deve informare le ditte appaltatrici, in modo da concordare le più efficaci misure di prevenzione e protezione.

Nei servizi igienici di tali ambienti, l’utilizzo di un prodotto specificatamente formulato resta l’unica difesa valida contro il rischio di infezioni, sia per gli addetti alle pulizie che per gli utenti: è importante, quindi, utilizzare sempre disinfettanti idonei.

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Per prevenire rischi di natura biologica è importante: • Utilizzare prodotti igienizzanti. • Utilizzare sempre guanti di protezione. • Ricorrere alle vaccinazioni previste dalla legge.

Vaccinazioni e formazione sulle norme igieniche fondamentali

Le vaccinazioni variano a seconda dell’attività lavorativa che viene svolta:

Antiepatite B Antitetanica

Attività in ambito

sanitario X X

Attività

in ambito civile Consigliabile

a seconda dei casi

X

Attività di gestione

del verde X

Per le attività che comportano una manipolazione di alimenti (Reg. CE 852/2004) è necessario

FREQUENTARE CORSI DI FORMAZIONE IN SOSTITUZIONE DEL LIBRETTO SANITARIO ORMAI

ABOLITO DA TUTTE LE REGIONI; sono necessarie le vaccinazioni obbligatorie antitetanica, antiepatite; una

volta effettuata l’analisi, il dipendente deve trasmettere all’azienda tutti i documenti, per consentire l’aggior-

namento del data-base aziendale.

9. Rischio incendio

Affinché si realizzi una combustione è necessario che siano presenti tre elementi: • il combustibile (es. carta, plastica, mobilio) • il comburente (l’ossigeno) • il principio d’innesco (fiamma, scintilla)

si tratta del cosiddetto triangolo d’incendio.

I prodotti residui della combustione sono: – anidride carbonica (CO

2) per combustione completa (abbondanza di ossigeno alla combustione);

– ossido di carbonio (CO) per effetto di una combustione incompleta (carenza di ossigeno); – vapore acqueo (H

2O);

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– anidride solforosa e solforica (SO2

ed SO3) in presenza di combustibili contenenti zolfo, ecc.

La classificazione dei fuochi è la seguente:

CLASSE NATURA DEL FUOCO

A Fuochi di materiale solido (legno, carta, mobilio, ecc.) B Fuochi di liquidi o di solidi (benzina, cera, paraffina, ecc.) C Fuochi di gas

CLASSE NATURA DEL FUOCO

D Fuochi di metallo (magnesio, alluminio) E Fuochi di natura elettrica

Quando si verifica un incendio, il rischio maggiore per l’uomo è il

rischio di asfissia e di svenimento

Le protezioni antincendio si distinguono in:

protezioni attive (idranti, estintori, addetti all’emergenza, corsi di formazione);

• protezioni passive (progettazione, compartimentazione, ecc.).

La resistenza al fuoco delle strutture (REI) si misura in base a tre parametri R = capacità di una struttura, durante il periodo di resistenza al fuoco, di preservare i requisiti di stabilità E = tenuta al fumo o impermeabilità durante il periodo di resistenza al fuoco

I = isolamento termico

Esempio: una porta REI 120 è capace di resistere al fuoco, trattenere il fumo e isolare termicamente

l’ambiente per 120 minuti. Gli estintori servono per estinguere un principio di incendio, sono polivalenti ossia servono a spegnere sia incendi di solidi che di liquidi e di gas.

Estintore a polvere polivalente

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Non fumare in zone con pericolo di esplosione o incendio. Non conservare liquidi o prodotti chimici infiammabili in locali chiusi ed in assenza di opportuna ventilazione.

10. Rischio movimentazione manuale dei carichi

La movimentazione manuale dei carichi costituisce un rischio specifico quando il carico: • è pesante; • è difficile da afferrare; • è in equilibrio instabile; • è tenuto ad una certa distanza dal tronco o comporta una torsione dello stesso nell’atto del sollevamento. I rischi da errata movimentazione di carichi possono provocare lesioni all’apparato muscolo-scheletrico,

lesioni agli arti superiori e inferiori e all’apparato cardio- vascolare.

Il T.U. definisce, secondo le norme UNI, carico pesante quello che supera i 25 Kg per gli uomini e per le

donne ma nella valutazione dei rischi occorre tenere presente che anche i carichi inferiori possono creare problemi quando devono essere spostati in condizioni particolari (al di sopra delle spalle, a distanza dal tronco, in maniera ripetitiva ed in continua torsione del busto, ecc.).

Il datore di lavoro ed il responsabile del servizio di prevenzione e protezione all’atto della valutazione dei

rischi devono: • se possibile, abbattere il rischio attraverso la predisposizione di attrezzature meccaniche (muletti, ecc.); • ridurre il rischio attraverso una migliore organizzazione del lavoro; • organizzare un’adeguata informazione e formazione.

> Tecniche di corretta movimentazione Per movimentazione manuale dei carichi si intende l’insieme delle operazioni di trasporto o di sostegno di un

carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre e spingere, tirare, portare o spostare un carico, che per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano tra l’altro rischi di lesioni dorso lombari

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ALCUNE IMPORTANTI REGOLE DA SEGUIRE:

• Se si deve sollevare un carico da terra, evitare di inarcare o piegare la

schiena ma fare leva sulle ginocchia: sollevare un peso di 20 Kg da terra comporta un sovraccarico sulla schiena di 300 Kg ed oltre, se non facciamo forza con le gambe.

• Quando si deve sollevare un carico al di sopra delle proprie spalle, evitare di inarcare la schiena o, se possibile, utilizzare una scala a norma, fissa e con pochi gradini.

• Se si deve trasportare un carico, suddividerlo in due e sforzare entrambi i muscoli degli arti. • Se si deve spostare un carico che comporta una torsione del busto, evitare di girare il

tronco per più di 90°. • Posizionare bene i piedi sul pavimento, in modo che il carico sia ben bilanciato fra le due

gambe. • Non tentare di sollevare un oggetto pesante se c’è la possibilità che un piede scivoli. • Se l’oggetto, al primo sforzo di sollevamento, risulta troppo pesante, riporlo dolcemente a

terra e rialzarsi adagio, rinunciare a sollevarlo o farsi aiutare da un collega.

Il datore di lavoro è tenuto ad adottare le misure organizzative necessarie e a ricorrere ai mezzi appropriati (in

particolare attrezzature meccaniche) o a fornire ai lavoratori stessi i mezzi adeguati, allo scopo di ridurre il rischio che comporta la movimentazione manuale di detti carichi

11. Rischi negli uffici e nelle aule

Spesso si ritiene che gli uffici siano ambienti sicuri. Recenti studi hanno dimostrato l’esistenza di una

serie di rischi specifici definiti “sick building sindrome” (sindrome dell’edificio malato), che possiamo riassumere in:

– rischi da microclima; – rischi da esposizione al lavoro a videoterminale; – rischi da stress.

Il microclima è l’insieme di tre variabili (temperatura, velocità dell’aria, umidità)che determinano le condizioni ambientali di un locale. La norma stabilisce che la temperatura dei locali debba essere adeguata all’organismo umano. Per gli uffici

si considera ottimale una temperatura di 18-22 gradi in inverno e 19-24 d’estate. La velocità dell’aria non deve superare 0,2-0,4 m/sec e l’umidità relativa nell’igrometro dovrebbe essere circa del 50%.

In ogni ufficio si deve evitare che i lavoratori siano esposti a correnti d’aria fastidiose e che le bocche dei condizionatori siano troppo vicine alle postazioni di lavoro; occorre che i filtri siano puliti costantemente onde evitare la proliferazione di batteri e muffe che possono contaminare l’ambiente.

Chi lavora a lungo a videoterminale può avere tre diversi tipi di disturbi:

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1) disagio visivo (astenopia) • sintomi oculari (arrossamento, bruciore, senso di peso e di tensione riferiti ai bulbi oculari, prurito);

• sintomi visivi (visione annebbiata, velata, colorata, difficoltà di focalizzazione);

• sintomi generali (cefalea frontale e occipitale, qualche volta vertigini).

Cause • illuminazione inadatta;

• riflessi da superfici lucide;

• luce troppo diretta (artificiale o naturale) su monitor o occhi;

• presenza di superfici di colore estremo (bianco o nero);

• difettosità del monitor;

• impegno visivo statico, ravvicinato, protratto nel tempo.

Come prevenirlo • ai primi sintomi di affaticamento fare piccole pause;

• socchiudere le palpebre per 30 secondi;

• distogliere lo sguardo dagli oggetti vicini e rivolgerlo verso quelli lontani;

• verificare l’illuminazione e la giusta inclinazione delle tende;

• eliminare riflessi e/o abbagliamenti;

seguire con lo sguardo il perimetro del soffitto.

2) disturbi muscolo-scheletrici

ristagno venoso a livello degli arti inferiori;

sovraccarico funzionale della colonna vertebrale;

• senso di peso, di fastidio;

• intorpidimento;

• dolore;

• rigidità di collo, schiena, spalle, braccia, mani.

Cause • posizione di lavoro non ergonomica;

• errata scelta degli arredi;

• posizione di lavoro fissa e mantenuta per lungo tempo;

• movimenti rapidi e ripetitivi delle mani (uso di tastiera e mouse).

Come prevenirli • verificare che la parte alta del monitor sia a livello degli occhi;

• verificare la distanza del monitor e della tastiera;

• stare seduti ben eretti con i piedi ben poggiati;

• regolare bene l’altezza e l’inclinazione della sedia;

• ai primi sintomi di dolore al collo o alle estremità, concedersi una pausa alzandosi e muovendosi.

3) reazioni psicologiche da stress • mal di testa;

• stanchezza;

• irritabilità;

• tensione nervosa;

• ansia;

• depressione;

• insonnia;

• problemi digestivi.

Cause • carico di lavoro superiore o inferiore alle capacità della persona;

• mancanza di riconoscimenti;

• lavoro monotono e/o ripetitivo;

• isolamento da colleghi;

• software o hardware inadeguati;

• fattori ambientali (spazio,microclima ecc.).

Come prevenirle • svolgendo attività fisica;

• sfruttando al meglio le pause;

adottando comportamenti corretti conformemente alla formazione e all’informazione ricevuta.

La postazione di lavoro deve essere adeguata all’operatore e va posizionata, se possibile, a 90° rispetto all’ubicazione delle finestre.

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Veneziane Finestre Tende

Striscia di luce 1

Posto di lavoro ai videoterminali

Striscia di luce 2

Ergonomia posto di lavoro al videoterminale

Ecco una serie di importanti accorgimenti da seguire

• Evitare posture scorrette, anche se costretti a lavorare con il portatile o per telelavoro nella propria

abitazione: spalle rilassate, polsi e mani in linea retta, cosce in posizione orizzontale.

Il monitor deve stare in posizione frontale rispetto all’operatore.

• La parte superiore del monitor deve essere all’altezza degli occhi, o leggermente al di sotto.

• Lo schermo non deve avere riflessi o riverberi che possano causare molestia all’utilizzatore.

• Lo spazio davanti alla tastiera deve essere sufficiente, onde consentire l’appoggio delle mani e delle braccia

dell’operatore.

• Il sedile deve avere altezza regolabile, lo schienale deve essere regolabile in altezza e in inclinazione.

• Un poggiapiedi deve essere messo a disposizione di coloro che lo desiderano.

• L’illuminazione generale e quella specifica (lampade da tavolo) devono garantire un’illuminazione

sufficiente ed un contrasto appropriato tra lo schermo e l’ambiente, tenuto conto delle caratteristiche del lavoro

e delle esigenze visive dell’utilizzatore.

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Il lavoratore, qualora svolga la sua attività per più di 20 ore settimanali, comunque distribuite, ha diritto ad una interruzione della sua attività mediante pause ovvero cambiamento di attività. Le modalità di tali interruzioni sono stabilite in sede di contrattazione collettiva. In assenza, il lavoratore ha comunque diritto ad una pausa di quindici minuti ogni 2 ore di applicazione continuativa a videoterminale.

12. NORME COMPORTAMENTALI DA TENERE IN CASO DI

EMERGENZA

Questa sezione deve essere illustrata ai dipendenti, compresi gli studenti, nell’ambito della attività di

informazione e formazione prevista dagli art.36, art.37 del D.lgs. n.81 del 2008 e successive modifiche,

almeno due volte l’anno e preferibilmente in occasione delle esercitazioni periodiche previste dalla norma.

Si precisa che l’evacuazione dell’edificio normalmente deve essere fatta per i seguenti accadimenti:

Incendio – terremoto/crollo di strutture interne – Fuga gas/sostanze pericolose - Telefonate anonime ( minacce

di bomba)

In altre circostanze, invece, può risultare più opportuno che i lavoratori restino all’interno dei locali di lavoro,

come per esempio nei seguenti casi:

Alluvione – Tromba d’aria – Scoppio/crollo all’esterno (gas edifici vicini, caduta di aeromobili, ecc.) – Minaccia

diretta con armi ed azioni criminose – Presenza di un folle.

Il Coordinatore delle emergenze e gli incaricati della gestione della emergenza valuteranno di volta in volta le

circostanze, l’evoluzione degli eventi e le azioni da porre in essere per la tutela della integrità fisica dei presenti.

Indipendentemente dalle norme da eseguire caso per caso e riportate in seguito, tutto il personale è tenuto ad

osservare le seguenti regole di sicurezza, di validità generale, che a loro volta rappresentano la premessa al

buon comportamento nel caso si verifichi un evento dannoso, qualunque esso sia.

REGOLE DELLA SICUREZZA

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Impara cosa fare in caso di sinistro

Non tenere carte vicino a prese di corrente

Fuma solo dove non è vietato

Spegni accuratamente i mozziconi nel posacenere

Tieni il tuo posto di lavoro in ordine e i punti di passaggio sgombri da cavi elettrici, fili od altro

Lascia sempre sgombro l’accesso agli estintori, ai sistemi antincendio e alle uscite di emergenza

Non coprire la cartellonistica di emergenza: antincendio, vie di esodo, pericoli

Abbi sempre chiara la posizione della scala

Urla solo in caso di pericolo imminente

Sforzati di mantenere la calma in ogni situazione

Non interferire con le attrezzature elettriche e non pulirle con acqua o oggetti umidi.

Non ostruire le prese di aria di raffreddamento degli apparecchi elettrici

Non cercare di eseguire interventi di riparazione e non manomettere impianti di alcun genere: chiedi

l’intervento di specialisti

Non compiere di tua iniziativa operazioni o manovre che non siano di tua competenza e per le quali non sei

stato addestrato

Utilizza gli strumenti idonei al lavoro che devi compiere, assicurandoti che siano in buono stato e solo dopo

averne appreso il corretto modo d’uso

Prima di compiere qualsiasi tipo di operazione, analizza i rischi che tale operazione comporta e trova

soluzioni per minimizzarli

Correggi sempre chi si comporta in maniera poco sicura

Aiuta i nuovi colleghi di lavoro a prendere confidenza con gli ambienti dell’edificio

12.1 INCENDIO

In caso di incendio di un locale i presenti devono allontanarsi celermente da questo, avendo cura di chiudere

( se la cosa non comporta rischi per le persone) le finestre eventualmente aperte e, alla fine

dell’evacuazione, la porta del locale; avvisare con la massima tempestività possibile gli addetti alla gestione

della emergenza, portarsi lontano dal locale e rimanere in prossimità della più vicina via di esodo, in attesa

che venga diramato l’ordine di evacuazione generale dell’edificio.

In caso di allarme, con focolaio d’incendio in ambienti distinti e relativamente lontani da quello in cui si

trova, attendere che i preposti diramino le direttive di evacuazione ( parziale o totale) evitando di intralciare

i percorsi d’esodo. Ciascuno è tenuto ad osservare le procedure stabilite dal piano di emergenza.

Evitare di utilizzare il telefono al fine di consentire una più agevole comunicazione al personale addetto alla

gestione dell’emergenza.

Nelle vie di esodo (corridoi, atri, ecc) in presenza di fumo in quantità tale da rendere difficoltosa la

respirazione, camminare chini, proteggere naso e bocca con un fazzoletto bagnato (se è possibile) ed

orientarsi tramite il contatto con le pareti per raggiungere luoghi sicuri.

Nel caso in cui il percorso che conduce l’uscita di sicurezza fosse impedito da fiamme e fumo, dirigersi

all’esterno utilizzando le vie alternative di deflusso, seguendo comunque le indicazione fornite dal personale

addetto alla gestione dell’emergenza.

Nel caso che dal luogo in cui ci si trova non fosse possibile evacuare verso l’esterno (es. per impedimenti

dovute a fiamme, fumosità, forte calore, pericolo di crolli e comunque indicazioni del personale addetto alla

gestione dell’emergenza), è indispensabile allontanarsi il più possibile dall’incendio (recandosi eventualmente

sul piano terrazzo) o in alternativa, nell’impossibilità di abbandonare il piano in cui ci si trova, nei locali

bagno (presenza di acqua e poco materiale combustibile) oppure restare nell’ambiente in cui ci si trova

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avendo cura di chiudere la porta di accesso. Le fessure a filo pavimento potranno agevolmente essere

occluse con indumenti (possibilmente bagnati) disponibili all’interno. Ove possibile ebbene mantenere umido

il lato interno della porta applicando un indumento (grembiule, impermeabile, tendaggi) precedentemente

bagnati. Le finestre, se l’ambiente non è interessato da fumo, dovranno essere mantenute chiuse (dopo aver

dovranno essere allontanati dalla porta ed accostati in prossimità della finestra (se la cosa non impedisce un

eventuale accesso dall’esterno), oppure in luogo distante dalla finestra e contrapposto l’area di attesa dei

presenti.

In linea generale, se le vie di esodo lo consentono, l’evacuazione deve svolgersi nel senso discendente; in

caso di impedimenti, nel senso ascendente, specie se l’edificio è dotato di terrazzo o ampi balconi.

Nel caso di incendio è proibito categoricamente utilizzare ascensori o montacarichi per l’evacuazione. E’ fatto

divieto percorrere le vie di esodo in direzione opposta ai normali flussi di evacuazione (scendono tutti o

salgono tutti).

Durante l’evacuazione tutte le porte antincendio, dopo l’utilizzo devono rimanere chiuse. segnalato

all’esterno la propria presenza). Gli arredi combustibili (mobili, tavoli, sedie, ecc.)

E’ fatto divieto, a chiunque non abbia avuto un preparazione specifica, tentare di estinguere un incendio con

le dotazioni mobili esistenti specialmente quando le fiamme hanno forte intensità espansiva. Il corretto

comportamento da tenere è quello di avvisare gli addetti, segnalare l’evento pacatamente ai presenti e

lasciare ai preposti l’incarico di chiamare i soccorsi pubblici.

Incendi di natura elettrica possono essere spenti solo con l’impiego degli estintori a CO2 o polvere

(utilizzabili su apparecchi in tensione).

Se nell’incendio è coinvolto una persona è necessario impedire che questa possa correre; sia pure con la

forza, bisogna obbligarla a distendersi e poi soffocare le fiamme con gli indumenti, coperte o altre.

L’uso di un estintore a CO2 può provocare il soffocamento dell’infortunato ed ustioni da freddo; se necessario

è preferibile utilizzare un estintore a polvere.

Al di là di suggerimenti tecnici, è opportuno che durante le operazioni di evacuazione ciascuno mantenga un

comportamento ispirato a sentimenti di solidarietà e collaborazione verso gli altri.

Raggiunte le aree esterne, coloro che non hanno specifiche mansioni previste dal piano di emergenza devono

sostare nelle previste aree di raccolta per non ostacolare le operazioni di salvataggio e di estinzione delle

strutture pubbliche di soccorso (vigili del fuoco croce rossa e polizia ecc.).

E’ necessario che i lavoratori presenti nell’edificio si riuniscano ordinatamente presso l’area di raccolta

affinchè si possa procedere ad un controllo dei presenti da parte degli incaricati.

Tenere sempre a mente i numeri di Soccorso Pubblico Nazionale.

“ 115” Vigili del Fuoco

“113” Polizia

“112” Carabinieri

“ 118” Pronto soccorso

12.2 TERREMOTO / CROLLO DI STRUTTURE INTERNE

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ALLO STATO ATTUALE NON SONO NOTI SISTEMI AFFIDABILI PER LA PREVISIONE DI TERREMOTI: NON È

PERTANTO POSSIBILE PRENDERE PRECAUZIONI PRELIMINARI AL D1 FUORI DELLA FORMAZIONE PREVENTIVA DEL PERSONALE SULLE MISURE PIÙ OPPORTUNE DA ATTUARE PER FRONTEGGIARE L'EMERGENZA QUANDO QUESTA SI VERIFICA. UN TERREMOTO NORMALMENTE SI MANIFESTA CON VIOLENTE SCOSSE INIZIALI, SEGUITE DA ALCUNI MOMENTI DI PAUSA, CON SUCCESSIVE SCOSSE DI INTENSITÀ ASSAI INFERIORE A QUELLE INIZIALI (SCOSSE

DI ASSESTAMENTO). ANCHE QUESTE ULTIME, COMUNQUE, POSSONO ESSERE ESTREMAMENTE PERICOLOSE IN QUANTO POSSONO CAUSARE IL CROLLO DI STRUTTURE LESIONATE DALLE SCOSSE INIZIALI.

IN CASO DI TERREMOTO:

Alle prime scosse telluriche, anche di lieve intensità, è necessario portarsi al di. Fuori dall’edificio in modo

ordinato, utilizzando le regolari vie di esodo, escludendo l'uso degli ascensori ed attuando la evacuazione

secondo le procedure già verificate in occasione di simulazioni.

Una volta al di fuori dello stabile, allontanarsi da questo e da altri vicini e portarsi in ampi piazzali lontano

da alberi di alto fusto e da linee elettriche aeree e restare in attesa che l'evento venga a cessare.

Nel caso che le scosse telluriche dovessero compromettere subito la stabilità delle strutture al punto da non

permettere l'esodo delle persone, è preferibile non sostare al centro degli ambienti e rifugiarsi possibilmente

vicino alle pareti perimetrali,. in aree d'angolo o in un sottoscala in quanto strutture più resistenti. Anche un

robusto tavolo può costituire un valido rifugio.

Allontanarsi da finestre, specchi, vetrine, lampadari, scaffalature, apparecchi elettrici.

Attenzione alla caduta di oggetti.

Prima di abbandonare lo stabile, una volta terminata la scossa tellurica, accertarsi con cautela se le

regolari vie di esodo sono sicuramente fruibili (saggiando il pavimento, scale e pianerottoli

appoggiandovi prima il piede che non sopporta il peso del corpo e, successivamente, avanzando). In caso

contrario attendere l'arrivo dei soccorsi esterni evitando di provocare sollecitazioni alle strutture che

potrebbero creare ulteriori crolli.

Spostarsi muovendosi lungo i muri, anche discendendo le scale.

Se le condizioni ambientali lo consentono, può essere utile scendere le scale all'indietro: ciò consente di

saggiare la resistenza del gradino prima di trasferirvi tutto il peso del corpo.

Controllare attentamente la presenza di crepe sui muri, tenendo presente che le crepe orizzontali sono, in

genere, più pericolose di quelle verticali, poiché il muro è maggiormente soggetto al ribaltamento;

Non usare gli ascensori.

Non usare fiammiferi o accendini: le scosse potrebbero aver danneggiato le tubazioni del gas.

Si ritiene che, in linea generale, le medesime norme comportamentali siano applicabili in caso di

crolli di strutture interne all'edificio.

12.3 FUGA DI GAS/SOSTANZE PERICOLOSE

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In caso di fuga di gas o presenza di odori che lasciano prevedere la significativa presenza in un locale di gas

o vapori di sostanze pericolose, non deve essere consentito ad alcuno l'accesso nel locale e deve essere

immediatamente contattato il Coordinatore delle emergenze o, nel caso di momentanea irreperibilità, un

addetto alla gestione dell' emergenza;

far evacuare il personale potenzialmente coinvolto da un'eventuale esplosione o potenzialmente esposto alla

sostanza pericolosa;

richiedere l'intervento dei Vigili del Fuoco e, se del caso, delle altre strutture pubbliche di soccorso e pronto

intervento;

se possibile, interrompere l'erogazione del gas/sostanza pericolosa agendo sugli organi di intercettazione

installati all' esterno dei locali interessati dalla fuga;

se ci si trova nei locali interessati dalla fuga, nell'abbandonare i locali è necessario evitare di accendere o

spegnere utilizzatori elettrici, evitando comunque l'uso di fiamme libere e la produzione di scintille;

se ci si trova nel medesimo ambiente in cui si è verificata la fuga di gas/sostanza pericolosa,

nell'abbandonare il locale interrompere l'erogazione del gas/sostanza pericolosa e, se possibile, aprire le

finestre, avendo cura comunque di chiudere la porta dopo l'allontanamento dal luogo;

disattivare l'energia elettrica dal quadro di piano e/o generale; respirare con calma e se fosse necessario frapporre tra la bocca, il naso e l'ambiente un

fazzoletto preferibilmente umido.

12.4 ALLUVIONE

Nella maggior parte dei casi questo evento SI manifesta con un certo anticipo, ed evolve temporalmente in modo

lento e graduale.

Si riportano, comunque, le seguenti indicazioni: in caso di alluvione che interessi il territorio su cui insiste l' edificio, portarsi subito, ma con calma, dai piani

bassi a quelli più alti, con divieto di uso degli ascensori.

L'energia elettrica dovrà essere interrotta dal quadro generale dal preposto. Non cercare di attraversare ambienti interessati dall' acqua, se non si conosce perfettamente il luogo, la

profondità dell'acqua stessa e la esistenza nell'ambiente di pozzetti, fosse e depressioni.

Non allontanarsi mai dallo stabile quando la zona circostante è completamente invasa dalle acque alluvionali,

per non incorrere nel trascinamento per la violenza delle stesse.

Attendere pazientemente l'intervento dei soccorritori segnalando la posizione ed i luoghi in cui si sosta.

Nell'attesa dei soccorsi munirsi, se possibile, di oggetti la cui galleggiabilità è certa ed efficace (tavolette di

legno, contenitori di plastica rigida chiusi ermeticamente, pannelli di polistirolo, ecc.).

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Evitare di permanere in ambienti con presenza di apparecchiature elettriche, specialmente se interessati

dalle acque alluvionali.

12.5 TROMBA D'ARIA

Alle prime manifestazioni della formazione di una tromba d'aria, cercare di evitare di restare all'aperto.

Se ci si trova nelle vicinanze di piante ad alto fusto o linee elettriche aeree, allontanarsi da queste.

Qualora nella zona aperta interessata dalla tromba d'aria dovessero essere presenti dei fossati o buche è

opportuno ripararsi in questi; anche il riparo offerto da un solido muro può fornire una valida protezione. Si

raccomanda, comunque, di porre attenzione alla caduta di oggetti dall'alto (tegole, vasi, ecc.) ed alla

proiezione di materiali solidi (cartelloni pubblicitari, pannellature leggere, ecc.).

Se nelle vicinanze dovessero essere presenti fabbricati dì solida costruzione, ricoverarsi negli stessi e restarvi

in attesa che l'evento sia terminato.

Trovandosi all'interno di un ambiente chiuso, porsi lontano da finestre, scaffalature o da qualunque altra

area dove siano possibili proiezioni di vetri, arredi, ecc.

Prima di uscire da uno stabile interessato dall'evento, accertarsi che l'ambiente esterno e le vie di esodo

siano prive di elementi sospesi o in procinto di cadere.

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12.6 CADUTA DI AEROMOBILE/ESPLOSIONI/CROLLI/ATTENTATI

E SOMMOSSE CHE INTERESSANO AREE ESTERNE

In questi casi, ed in altri casi simili in cui l'evento interessi direttamente aree esterne all'edificio, si

prevede la "non evacuazione" dai luoghi di lavoro.

In ogni caso i comportamenti da tenere sono i seguenti: non abbandonare il proprio posto di lavoro e non affacciarsi alle finestre per curiosare; spostarsi dalle porzioni del locale prospicienti le porte e le finestre esterne, raggruppandosi in zone più sicure

quali, ad esempio, in prossimità della parete delimitata da due finestre o della parete del locale opposta a

quella esterna;

mantenere la calma e non condizionare i comportamenti altrui con isterismi e urla;

rincuorare ed assistere i colleghi in evidente stato di maggior agitazione; attendere le ulteriori istruzioni che verranno fornite dagli addetti alla gestione della emergenza.

12.7 MINACCIA ARMATA E PRESENZA FOLLE

Anche in questo caso, almeno per il personale direttamente esposto alla minaccia, si prevede la

"non evacuazione". Le persone dovranno attenersi ai seguenti principi comportamentali: se la minaccia è all' esterno dei locali di lavoro, non abbandonare i posti di lavoro e non affacciarsi alle porte

ed alle finestre per curiosare all' esterno;

se la minaccia è all'interno dei luoghi di lavoro, il Coordinatore delle emergenze o gli addetti alla gestione

dell'emergenza valuteranno l'opportunità di attivare l'evacuazione del personale non direttamente esposto

alla minaccia;

se la minaccia è all'interno dei luoghi di lavoro e direttamente rivolta al personale, restare ciascuno al proprio

posto e con la testa china;

non concentrarsi per non offrire maggiore superficie ad azioni di offesa fisica;

non contrastare con i propri comportamenti le azioni compiute dall' attentatore/folle; mantenere la calma ed il controllo delle proprie azioni per offese ricevute e non deridere i comportamenti

squilibrati del folle; qualsiasi azione e/o movimento compiuto deve essere eseguito con naturalezza e con calma (nessuna azione

che possa apparire furtiva - nessun movimento che possa apparire una fuga o una reazione di difesa);

se la minaccia non è diretta e si è certi delle azioni attive di contrasto delle forze di Polizia, porsi seduti o distesi a terra ed attendere ulteriori istruzioni dal personale addetto.

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13. DATI GENERALI

Caratteristiche L'Istituto è costituito da una sede centrale, sita in via Manin, 72

DATI DI IDENTIFICAZIONE DELLA SEDE DI VIA MANIN, N. 72

Struttura EDIFICIO REALIZZATO CON

STRUTTURA

PORTANTE IN MURATURA TRADIZIONALE.

Corpo di fabbrica a corte, con vano scale interno e, scala di emergenza interna.

Numero dei piani: 4(quattro)

- Piano seminterrato; - Piano terra - Primo piano; - Piano secondo; - Piano terzo;

Aule: 31 ( trentuno)

- N° 4 al Piano terra - Primo piano uffici; - N° 14 al Piano secondo; - N° 13 Piano terzo;

Biblioteca: 1 ( uno) N° 1 al Piano primo

Laboratori: 7 ( sette)

- N°2 al Piano primo; - N° 3 al Piano secondo - N° 2 al Piano terzo.

Palestre: 1 ( una) - Altra sede

Aula polifunzionale 1 (una) - N° l al Piano primo

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13.1 DESCRIZIONE DELL'EDIFICIO SCOLASTICO

Destinazione d'uso dei locali I locali sono destinati la maggior parte per uso di aule didattiche e per uso di laboratori

Affollamento SEDE CENTRALE

PRESENZE N. TOT. PIANO

SEMINT.

PIANO

TERRA

PIANO

PRIMO

PIANO

SECONDO

PIANO

TERZO ALUNNI 789 100 350 308

DOCENTI 52 4 21 14 13

ASS.AMM. 7 7

ASS.TECN 3 1 2

COLL.SC. 11 1 2 4 4

Presidi antincendio

I mezzi mobili di estinzione da utilizzare in caso dì necessità sono:

Piano Idranti

Terra, Primo N.16 (sei)

Secondo N.8 (cinque)

Terzo N.4(cinque)

Gli estintori sono posizionati lungo le vie di emergenza, appesi e segnalati tramite cartellonistica conforme alla

normativa antincendio. Si dispone inoltre della rete di idranti del tipo U1\TI 45 presenti ad ogni piano, collegati alle colonne montanti in corrispondenza del corpo scala interno.I mezzi fissi di estinzione da utilizzare in caso di necessità sono:

Piano Idranti

Terra, Primo N.6 (sei)

Secondo N.5 (cinque)

Terzo N.5(cinque)

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13.2 VIE D'ESODO

All'emanazione dell'ordine di evacuazione dell'edificio tutto il personale presente, a meno di diversa indicazione

fornita dal personale addetto alla gestione delle emergenze, dovrà raggiungere il previsto punto di raccolta

esterno ( posto nel piazzale Esquilino) seguendo i percorsi indicati.

ATTENZIONE!

Le persone che si trovano ad un piano diverso dal proprio al momento del segnale di evacuazione

utilizzano l'uscita più vicina e si portano al punto di raccolta unendosi al gruppo del proprio piano

di appartenenza.

Nelle tabelle seguenti vengono identificate le scale e le singole uscite di piano da utilizzarsi in caso

di esodo dai locali dell'istituto scolastico da parte di tutto il personale.

Per quanto concerne i percorsi (corridoi, passaggi, ecc.) si rimanda alle planimetrie predisposte.

USCITE DI EMERGENZA

Piano terra Uscite n° l

Piano primo Uscite n° 2

Piano secondo Uscite n° 2

Piano terzo Uscite n° 3

Si consiglia di apporre un cartello sopra ogni uscita con il rispettivo numero identificativo per una

maggiore semplicità ed omogeneità di identificazione.

Ad esempio:

USCITA

1

SCALA A

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13.3 PUNTO DI RACCOLTA

Ai fini del presente piano viene individuato il seguente punto di raccolta, dove tutto il personale dovrà confluire in

caso di evacuazione del plesso scolastico.

Il punto di raccolta è collocato all’esterno del plesso e denominato.

Zona: piazza Esquilino Come si evidenzia dalle planimetrie posizionate in tutte le aule e in corrispondenza delle uscite di emergenza.

13.4 LOCALI A RISCHIO SPECIFICO

Al fine di ottenere una corretta gestione dell'emergenza vengono individuate delle zone dell'istituto scolastico

che, per caratteristiche morfologiche, lavorazioni o materiali presenti determinano un rischio aggiuntivo rispetto

alla generalità dell'istituto.

Risulta quindi necessario individuare caratteristiche e procedure specifiche da adottare nelle zone in

questione, sia in condizioni di normale attività che in situazioni di emergenza.

13.5 SISTEMI DI ALLARME E DISPOSITIVI

All'interno dell'istituto vengono di seguito indicati i dispositivi attualmente presenti, necessari alla

segnalazione e/o rivelazione di uno stato di emergenza.

Si precisa che alcuni dei dispositivi sotto elencati sono utilizzati ai fini dell' applicabilità del presente piano di

emergenza, e delle procedure in esso contenute, pur' non possedendo i requisiti necessari per essere considerati

dei veri e propri impianti di sicurezza (alimentazione autonoma, batterie tampone, ecc.)

SIRENA DI EMERGENZA

Ai fini del presente piano la sirena di emergenza è il dispositivo usato per segnalare gli stati di allarme. II suono

è udibile in ogni piano dell' istituto ed in ogni sua parte, l' azionamento avviene dal pulsante posto in posizione

presidiata nel box al primo piano.

SEGNALE LUMINOSO DI ALLARME INCENDIO

E' collocato in tutti quei locali in cui l'attività didattica in svolgimento potrebbe pregiudicare la normale ricezione

del suono della sirena.

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14. FIGURE COMPETENTI

Ai fini dell' applicazione del presente piano di emergenza nella tabella seguente vengono specificate

le figure/strutture chiamate ad operare nell'ambito delle procedure di intervento e della gestione ordinaria della

sicurezza nell' istituto scolastico. Si riporta qui di seguito solo uno schema generale rimandando ai paragrafi

specifici compiti e ruoli propri di ciascuna figura.

COORDINATORE DELLE EMERGENZE

Sovrintende e coordina tutte le azioni da intraprendere durante una emergenza.

ADDETTO SQUADRA DI EMERGENZA - ANTINCENDIO

Operativamente si attiva per le azioni da compiere nei confronti di un' emergenza.

Personale appositamente formato come indicato dal D.M. 10.03.1998.

ADDETTO PRIMO SOCCORSO

Operativamente si attiva per le azioni da compiere nei confronti di un'emergenza sanitaria. Personale

appositamente formato come indicato dal D.Lgs 388/03

ADDETTO COMNICAZIONI ESTERNE

Operativamente si attiva per tutte le comunicazioni da effettuare verso gli organi esterni di soccorso.

DOCENTE CAPOFILA

Operativamente si attiva per le azioni da compiere al fine di evacuare l'edificio in maniera organizzata.

PERSONALE ALL'INGRESSO

Operativamente si attiva per le azioni da compiere al fine dì assicurare la completa fruibilità delle uscite in

emergenza.

AUSILIARE ASSISTENZA DISABILI

Operativamente sì attiva per le azioni da compiere a salvaguardia di persone che possiedono un inabilità al verificarsi di un' emergenza.

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AUSILIARE DI PIANO

Operativamente si attiva per supportare e collaborare con le squadre di emergenza nelle azioni da compiere.

PREPOSTO ATTIVITA' DI CONTROLLO

Garantisce in condizioni di normale attività la sicurezza dei mezzi di prevenzione e protezione disponibili.

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NORMALE ATTIVITA’

EMERGENZA

ADDETTO

COMUNICAZIONI ESTERNE

AUSILIARE

ASSISTENZA DISABILI

DOCENTE CAPOFILA

PERSONALE ALL’INGRESSO

AUSILIARE DI PIANO

SQUADRA EMERGENZA

PREPOSTO ATTIVITA’ DI

CONTROLLO

COORDINATORE EMERGENZA

CORPO DOCENTE

STUDENTI

PIANO DI EMERGENZA

(ORGANIGRAMMA FUNZIONALE)

R.S.P.P.

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15. PROCEDURE DI EMERGENZA

LO STATO DI EMERGENZA (O ALLARME) DERIVA DAL VERIFICARSI DI QUALUNQUE ACCADIMENTO O

SITUAZIONE CHE COMPORTI UN DANNO O UN RISCHIO PER L'INCOLUMITA’DEI LAVORATORI E DEI PRESENTI

ALL'INTERNO DELLA SEDE.

Nel seguito vengono individuate procedure operative da seguire in caso di emergenza al fine di evidenziare le

azioni da svolgersi per gli scenari incidentali principali.

Le indicazioni seguono alcuni principi generali:

raggiungere un buon grado di dettaglio nella definizione degli interventi, ma non va trascurato che il

comportamento umano è uno strumento flessibile rispetto alla possibilità che gli eventi non seguano

esattamente l'evoluzione prevista

nell' ottica illustrata nel punto precedente, quindi, si può affermare che la capacità di affrontare le

emergenze del personale aziendale, essendo una miscela di nozioni apprese a corsi specifici, eventuali

esperienze personali e conoscenza degli impianti, può ragionevolmente abbassare il livello di pericolosità

delle emergenze, riducendone i tempi di risoluzione o variando, per il meglio, lo schema di intervento.

Infine, nell'intento di raggiungere un buon grado di efficienza e considerato che l'emergenza in

quanto tale induce situazioni di affanno e minore lucidità, è comunque opportuno impartire un

numero non troppo elevato di istruzioni chiare e semplici, evitando dettagli trascurabili e difficili da

ricordare.

Nelle procedure di seguito riportate sono indicate anche quelle per le gestione ordinaria della Sicurezza da parte

delle figure competenti.

:

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15.1.LIVELLI DI ALLARME Il piano di Emergenza prevede tre diversi livelli di allarme:

ALLARME DI PRIMO LIVELLO

PREALLARME

Rappresenta uno stato di allerta nei confronti di un possibile evento pericoloso. Lo scopo del preallarme è di

attivare tempestivamente le figure competenti individuate nel piano di emergenza; in questo modo la struttura

risulterà pronta ed organizzata ad affrontare una eventuale evacuazione.

Viene diramato da un qualsiasi componente della squadra di emergenza qualora ravvisi una situazione di

potenziale pericolo anche senza aver contattato ancora il Coordinatore delle emergenze.

Qualora la situazione lo richieda il preallarme dovrà essere comunicato (a voce, a mezzo telefono) solo alle

persone interessate, e successivamente a tutto il personale presente attraverso l'apposito dispositivo (sirena).

ALLARME DI SECONDO LIVELLO

EVACUAZIONE

Rappresenta la necessità di abbandonare lo stabile nel minor tempo possibile. Le modalità di evacuazione dello

stabile sono decise dal Coordinatore delle emergenze (es. evacuazione di un solo piano o parte di edificio,

evacuazione a fasi successive piano 4, piano 3, ecc). Viene diramato dal coordinatore delle emergenze attraverso

l'apposito dispositivo (sirena).

ALLARME DI TERZO LIVELLO

CESSATOALLARME

Rappresenta la fine dello stato di emergenza reale o presunta. Viene diramato dal Coordinatore delle emergenze

quando le condizioni di sicurezza all'interno dell'istituto sono state ripristinate.

ATTENZIONE !

Entro il tempo massimo di tre minuti dal segnale di preallarme, a seguito delle necessarie verifiche effettuate dal

Coordinatore delle emergenze e dagli addetti alle squadre per la gestione delle emergenze, deve essere diramato

o il segnale di cessato allarme o di evacuazione. Qualora non fosse diramato nessun segnale, ai fini della

sicurezza, si procede all' evacuazione.

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ALLARME DI PRIMO LIVELLO

PREALLARME

Suono intermittente per un periodo di almeno 30 sec. Chi lo dirama: Coordinatore delle emergenze Squadra di emergenza

ALLARME DI SECONDO LIVELLO

EVACUAZIONE

Tre suoni lunghi della campanella

Chi lo dirama:

Coordinatore delle emergenze Squadra di emergenza

FINE EMERGENZA

CESSATO ALLARME

Un suono lungo per un periodo di almeno 30 sec. Chi lo dirama: Coordinatore delle emergenze

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COORDINATORE DELLE EMERGENZE Cosa deve fare ? Il Coordinatore delle emergenze, in relazione all'evento od alla situazione che ha determinato

I'emergenza, è preposto alle seguenti funzioni:

assume decisioni commisurate alla natura, entità ed evoluzione dell'evento;

impartisce ordini al personale incaricato della gestione dell' emergenza;

attiva e coordina le misure di pronto intervento per contrastare l' evento con le difese e le

dotazioni disponibili, anche in relazione al grado di formazione ed addestramento del personale

presente;

dispone la richiesta d'intervento delle strutture esterne di soccorso;

impartisce l'ordine di evacuazione, parziale o totale, dell' edificio;

coordina il controllo delle presenze nel punto esterno di raccolta;

revoca, se del caso, lo stato di allarme.

GESTIONE ORDINARIA DELLA SICUREZZA

Coordinatore delle emergenze si assicura, coordinandosi con il Preposto alle attività di controllo,

che tutto il personale, compresi gli studenti ed i prestatori d' opera abituali siano a conoscenza del

presente Piano d'emergenza.

SITUAZIONE DI EMERGENZA

Appena viene a conoscenza, mediante segnalazione a voce, di una situazione di emergenza:

fa comunicare, tramite ausiliari di soccorso di piano, lo stato di preallarme a tutti i componenti la squadra di

emergenza ed eventualmente a tutti azionando l'apposito dispositivo;

si porta sul luogo in cui è stata segnalata l'emergenza (o in prossimità dello stesso) al fine di valutarne la

natura, entità e stato di evoluzione dell'evento, decidendo pertanto il passaggio allo stato di "ALLARME DI 2°

LIVELLO" o la comunicazione di "CESSATO ALLARME";

definisce e coordina le eventuali azioni di pronto intervento e di difesa che devono essere attuate, in

relazione alle proprie competenze;

se del caso, comunica all'addetto alle comunicazioni esterne (telefonicamente o a voce, personalmente o

tramite incaricato) l'ordine di richiedere l'intervento delle strutture pubbliche di soccorso, fornendo le

necessarie informazioni sull'evento;

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coordina l'attività di controllo delle presenze nel punto esterno di raccolta, avendo cura di avere

tempestivamente prelevato l'elenco del personale presente dal collaboratore amministrativo allo scopo

incaricato;

incarica un ausiliario al soccorso di informare dello stato di emergenza l'istituto adiacente;

si mette a disposizione delle squadre esterne di soccorso; dichiara la fine dell 'emergenza.

Cosa deve fare? Costoro in accordo con il Coordinatore delle emergenze:

Comunicano al personale lo stato di emergenza, indicandone la natura, trasmettendo. (se del

caso) l'ordine di evacuazione (totale o parziale) emanato dal Coordinatore delle emergenze.

Coordinano l'esodo del personale, compresi gli studenti, al fine di agevolare l'evacuazione in

sicurezza dell' edificio e, più in generale si attivano affinché vengano rispettate le norme di

comportamento stabilite nel piano in relazione alle differenti situazioni di emergenza ipotizzate.

Intraprendono misure di contenimento e contrasto, commisurate all'evento che ha determinato lo

stato di emergenza, in relazione alle indicazioni ricevute dal Coordinatore delle emergenze e sulla

base della propria capacità e competenza; dette azioni devono essere intraprese solamente quando

gli operatori hanno la certezza di non pregiudicare la propria ed altrui incolumità con le operazioni

eseguite, ed alla condizione di conoscere l'uso appropriato degli impianti ed attrezzature utilizzati .

Effettuano i controlli e le manovre dì sicurezza di seguito definiti relativamente alla sezione di

edificio di competenza .

Coadiuvano il Coordinatore delle emergenze nell' effettuare il controllo delle presenze nel luogo dì

raccolta ad esodo ultimato .

Coadiuvano il Coordinatore delle emergenze onde agevolare l'intervento delle strutture esterne dì

soccorso pubblico.

SQUADRA DI EMERGENZA

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Si portano immediatamente presso l'area di edificio di propria competenza (o comunque in una postazione

preventivamente convenuta onde essere immediatamente reperibili);

Preallertano gli ausiliari di soccorso al piano per: informare dello stato di preallarme il personale docente e non docente, con esclusione degli studenti; raggiungere. p. es., locali tecnici defilati, servizi igienici, ecc. oppure eventuali prestatori d'opera occasionali

.

Informano il personale di supporto, anche mediante gli ausiliari di soccorso, di raggiungere eventuali disabili

permanenti presenti .

In caso di presenza occasionate di disabili, di infortunati o comunque di persone che necessitino un' azione di

supporto, gli addetti alla gestione dell'emergenza individuano tra i presenti le persone a cui assegnare tale

funzione di supporto .

Accertano l'efficienza dei mezzi e delle attrezzature di difesa e, se necessario, rimuovono gli ostacoli che ne

impediscono l'immediata e sicura utilizzazione, o che condizionano il deflusso del personale verso luoghi

sicuri .

Quelli più vicini all'uscita, appositamente incaricati, aprono i varchi al contorno dell' edificio per consentire

l'accesso ai mezzi di soccorso esterni.

Incaricano alcuni ausiliari, tra il personale più vicino alle uscite sulla pubblica via, dì bloccare il traffico

veicolare esterno per consentire di raggiungere in sicurezza il punto dì raccolta .

Trasmettono al personale l'ordine di evacuazione; eventualmente, se ritenuto necessario in relazione

all’evoluzione dell'emergenza, tale comunicazione potrà essere effettuata "a voce" da un componente

della squadra anche in anticipo rispetto al previsto segnale sonoro .

AL SEGNALE DI PREALLARME

AL SEGNALE DI EVACUAZIONE

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Controllano che il personale attui l'evacuazione nel rispetto di quanto stabilito dal presente Piano e,

comunque nel rispetto delle indicazioni fornite dal Coordinatore delle emergenze e dagli addetti alla gestione

dell' emergenza.

Chiudono le porte di compartimentazione eventualmente aperte. Segnalano i percorsi di esodo al personale che evacua il piano al fine di conseguire un deflusso ordinato e

composto.

Interdicono l'uso degli ascensori. Individuano ed aiutano le persone in evidente stato di agitazione, oppure con difficoltà motorie (preesistenti

o sopravvenute), o comunque in difficoltà (p. es. perché visitatori occasionali), avvalendosi eventualmente

della collaborazione degli Ausiliari addetti ai disabili o di altro personale.

Se le condizioni ambientali lo consentono, ispezionano i locali di piano prima di abbandonare la sezione di

edificio di propria competenza, controllando che l'area sia stata interamente evacuata, chiudendo le porte

lasciate aperte.

Predispongono i mezzi di contrasto dell'evento per l'uso da parte delle squadre esterne dì soccorso.

Disattivano gli impianti di ventilazione e, al momento di abbandonare il piano, i quadri elettrici di piano (se

necessario il quadro elettrico generale) .

Coadiuvano il Coordinatore delle emergenze nella verifica delle presenze nel punto esterno di raccolta.

Collaborano con le squadre esterne di soccorso con azioni di supporto e forniscono a queste gni utile

informazione per localizzare le difese ed i mezzi di contrasto esistenti nell' edificio.

Si allontanano e/o abbandonano la zona interessata dall' emergenza su disposizioni del Coordinatore delle

emergenze e/o . esterni di soccorso.

Solo su invito del Coordinatore delle emergenze diramano al personale la comunicazione del cessato

allarme controllando che le condizioni di sicurezza siano state integralmente ripristinate.

CESSATO ALLARME

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Cosa deve fare ?

L'addetto al primo soccorso attua le misure di primo soccorso sanitario alle persone che,

durante lo svolgimento delle attività, ne manifestano la necessità. L'addetto al primo

soccorso svolge, altresì, un ruolo essenzialmente operativo durante le emergenze finalizzato

alla somministrazione del primo soccorso sanitario ad eventuali infortunati.

SITUAZIONE DI EMERGENZA SANITARIA Appena viene a conoscenza. di una situazione di emergenza sanitaria:

si porta immediatamente sul luogo in cui è stata segnalata l'emergenza e provvede affinché siano

eseguiti i primi interventi sulla persona infortunata;

fa comunicare la segnalazioneal Coordinatore delle emergenze; se necessario contatta i soccorsi sanitari esterni direttamente o attraverso 1'addetto alle

comunicazioni esterne;

Si ricorda che in tutti i casi è fatto divieto di utilizzare mezzi privati per trasportare l'infortunato.

ADDETTO PRIMO SOCCORSO

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Cosa deve fare ?

AL SEGNALE DI PREALLARME

Interrompe la propria attività e si mette a disposizione dei componenti la Squadra di

emergenza - antincendio,

AL SEGNALE DI EVACUAZIONE

Se il suo servizio non viene espressamente richiesto da un qualsiasi addetto alla gestione delle emergenza esce dai locali.

Raggiunge il punto di raccolta . Si mette a disposizione del personale per fornire I'assistenza sanitaria eventualmente

necessaria.

CESSATO ALLARME

Contatta il Coordinatore delle emergenze per assicurarsi che non vi siano infortunati o

persone che necessitano di assistenza sanitaria .

Riprende la propria attività.

ADDETTO COMUNICAZIONI ESTERNE

Su indicazione del Coordinatore delle emergenze, oppure (nell'impossibilità di contattare prontamente

quest'ultimo ) di un componente la squadra per la gestione dell'emergenza, l'addetto alle comunicazioni

esterne segnala telefonicamente alle strutture esterne di soccorso pubblico (Allegato) lo stato di

emergenza, fornendo le indicazioni più appropriate fra le seguenti:

natura e stato di evoluzione dell'evento che ha determinato l'emergenza; (*) ubicazione dell'Istituto; localizzazione dell'evento/incidente all'interno dell'edificio (piano interrato, terra, fuori terra); (*) altezza e dimensioni approssimative dell' edificio; numero approssimativo dì presenze nell'edificio;

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.

AL SEGNALE DI PREALLARME

Si mette immediatamente in comunicazione con il Coordinatore delle emergenze o,nell' impossibilità di contattarlo immediatamente, con un componente della squadra diemergenza;

Su segnalazione del Coordinatore delle-emergenze o, nell'impossibilità di contattare

immediatamente quest'ultimo, di un membro della squadra per la gestione dell'emergenza,rilancia 1 'emergenza in atto alle strutture pubbliche di soccorso (Allegato)

fornendo le indicazioni di cui sopra.

AL SEGNALE DI EVACUAZIONE

Alla diffusione dell’arme di secondo livello il personale addetto alle comunicazioni esterne

abbandona i locali di lavoro e si porta nel punto esterno di raccolta.

CESSATO ALLARME

Riprende la propria attività Qualora avesse inoltrato la chiamata agli organi esterni di soccorso per

un'emergenza infondata o controllata comunica agli stessi la non necessità

dell'intervento

DOCENTE CAPOFILA

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Cosa deve fare?

Si considerano docenti capofila e chiudifila, gli insegnanti (non necessariamente appartenenti al

Servizio di Prevenzìone.e Protezione né alle squadre per la gestione delle emergenze) che, per

ciascun piano/settore, al verifìcarsi di un'emergenza, occupino rispettivamente l’aula più vicina e più

lontana dall'uscita di emergenza di pertinenza del piano/settore stesso •

I capofila e chiudifila si dispongono, durante l' evacuazione ordinata del piano/settore, alla testa ed

alla coda della "colonna", trasmettendo fiducia e tranquillità ai colleghi e, soprattutto, agli studenti.

AL SEGNALE DI PREALLARME

Il docente interrompe le attività. Prepara la classe ad un' eventuale evacuazione. Conta gli alunni presenti e prende il registro di classe . Apre l'uscita di emergenza di pertinenza (se aprifila)

AL SEGNALE DI EVACUAZIONE

DOCENTE APRIFILA

Procede all'evacuazione della colonna di studenti del piano/settore di competenza mantenendo

per quanto possibile il gruppo ordinato e compatto fino al punto di raccolta .

Giunto al punto dì raccolta inizia a radunare le persone del piano di appartenenza.

DOCENTE CHIUDIFILA

Controlla che non vi siano studenti ancora presenti nelle aule già evacuate .

Giunge al punto di raccolta e comunica al docente aprifila di aver terminato l'esodo .

Si attengono comunque alle indicazioni fornite dal personale addetto alla gestione

dell'emergenza.

CESSATO ALLARME

Riprende la propria attività.

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Risultano docenti capofila e chiudifila tutti i docenti presenti poiché a seconda dell' orario di lezione

possono essere presenti nelle aule più vicine o lontane dall'uscita di emergenza.

Cosa deve fare ?

.

Controlla la fruibilità dei percorsi e delle uscite, segnalando le eventuali difformità al

Coordinatore delle emergenze

PERSONALE ALL’INGRESSO

AL SEGNALE DI PREALLARME

Il personale all'ingresso apre tutte le uscite verso l'esterno . Ferma all'ingresso le persone che si accingono ad. entrare nella scuola, spiegando

brevemente la situazione in alto.

AL SEGNALE DI EVACUAZIONE

Indica al personale fermato all'ingresso il punto di raccolta. Controlla, per quanto possibile, che l'esodo delle persone avvenga in maniera ordinata

e corretta .

CESSATO ALLARME Riprende le attività, ripristinando la posizione originaria delle porte

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Cosa deve fare ?

AUSILIARE ASSISTENZA DISABILI

Devono essere previste almeno due unità per ogni disabile permanente presente nella sede .

La scelta dei nominativi deve ricadere su dipendenti con temperamento non

emotivo,corporatura robusta, non necessariamente appartenenti alla squadra di emergenza.

Costoro aiutano materialmente ed assistono i disabili nell' esodo dal settore interessato

dall'emergenza, in modo tale che questi siano i primi ad abbandonare l'edificio .

Collaborano eventualmente con i componenti della squadra per la gestione dell’emergenza per

l’assistenza di soggetti particolarmente emotivi e/o in stato di evidente disagio.

Collaborano eventualmente con i componenti della squadra per la gestione dell' emergenza per l’

assistenza dì soggetti. particolarmente emotivi e/o in stato dì evidente disagio.

AL SEGNALE DI PREALLARME

Alla segnalazione ricevuta dagli addetti alla gestione delle emergenze o dagli ausiliari di

soccorso/ai piani, raggiungono immediatamente il disabile al supporto del quale sono stati

preventivamente assegnati, oppure le persone indicategli dal Coordinatore delle emergenze o da

un membro delle squadre per la gestione dell' emergenza;

si portano,con l'assistito, in prossimità della più vicina uscita di piano. I unto esterno di raccolta.

AL SEGNALE DI ALLARME

Agevolano l’esodo del disabile

Assistono il disabile anche dopo aver raggiunto il punto esterno di raccolta.

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DI SEGUITO SI RIPORTANO DELLE METODOLOGIE PER IL TRASPORTO DI PERSONA DISABILE O

INCAPACE DI MOBILITÀ PROPRIA DI EVACUAZIONE.

CESSATO ALLARME

Riaccompagna il disabile alla propria postazione.

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Cosa deve fare ?

.

AUSILIARE DI PIANO

Sono persone, non facenti parte della squadra di emergenza, che collaborano con gli

addetti alla gestione delle emergenze per il trasferimento di messaggi e disposizioni .

Qualunque loro impegno deve svolgersi in sicurezza e non deve in alcun modo

arrecare pregiudizio alla propria incolumità fisica

AL SEGNALE DI PREALLARME

Raggiunge l'addetto all'emergenza o la postazione preventivamente convenuta e

attende istruzioni in merito;

AL SEGNALE DI EVACUAZIONE

Se non hanno ricevuto disposizioni particolari dagli addetti all' emergenza,

abbandonano i locali contribuendo a controllare l'esodo delle altre persone.

CESSATO ALLARME

Riprende la propria attività

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Cosa deve fare ?

In condizione di ordinario svolgimento delle attività di lavoro viene incaricato del controllo del mantenimento

delle condizioni dì sicurezza il Preposto all' attività di controllo.

A costui spetta, in particolare, il compito di verificare (avvalendosi eventualmente di preposti appositamente

designati) eventuali anomalie; guasti e manomissioni delle seguenti difese e sistemi di sicurezza:

fruibilità delle vie di esodo (corridoi, porte, scale, ecc.);

efficienza di manufatti, impianti ed attrezzature di difesa/contrasto (estintori, idranti, cassetta sanitaria, porte antincendio, ecc.);

efficienza degli ìmpianti/dispositivi di sicurezza ed allarme (illuminazione di emergenza, sistemi di allarme,

cartellonistica di sicurezza).

Eventuali inefficienze di uno o più elementi di sicurezza devono essere immediatamente comunicate al

Coordinatore delle emergenze, al Datare di lavoro, il quale dovrà definire, in relazione alla gravità delle

inefficienze riscontrate, le misure di sicurezza da adottare in attesa del ripristino delle condizioni di sicurezza

preesistenti.

Nell'impossibilità di contattare tempestivamente il Datore di lavoro ed il Coordinatore delle emergenze, devono

essere informati almeno i componenti delle squadre per la gestione dell'emergenza e, se del caso, tutto il

personale potenzialmente interessato dalle suddette inefficienze.

Il tipo e la periodicità dei controlli, nonché l'esito degli stessi, dovrà essere riportato in un apposito

"Registro dei Controlli", nel quale dovranno essere annotati:

il tipo di controllo effettuato; la data di effettuazione; 1'esito del controllo, con eventuali osservazioni in merito;

firma dell'addetto che ha effettuato il controllo.

A cura del Preposto all’attività di controllo o di un preposto da questi appositamente designato, verrà consegnato

un estratto del presente Piano (contenente le principali indicazioni di sicurezza e comportamentali) anche agli

appaltatori o prestatori d'opera che, per lo svolgimento della propria prestazione, dovessero permanere nella

sede per più di quattro giorni lavorativi consecutivi.

Ai prestatori d'opera occasionali che non permangono nella sede per più di quattro giorni consecutivi, ed i quali

possono prestare la propria opera anche non sotto la supervisione di personale interno, dovrà essere consegnata

una sintetica nota informativa contenente informazioni circa i segnali di allarme utilizzati, nonché le principali

norme comportamentali da seguire.

In caso di emergenza il preposto all' attività di controllo è assimilato ad un dipendente senza compiti specifici all'

interno del presente piano

PREPOSTO ALL'ATTIVITA’ DI CONTROLLO

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16. PROCEDURE SPECIFICHE

In questa parte vengono illustrate delle procedure da seguire nel caso in cui si verifichi una emergenza, al fine di

evidenziare in maniera semplice e diretta le azioni da compiere. Dette procedure riguardano:

Locali a rischio specifico. Figure specifiche: persone che, per la mansione che svolgono, necessitano di indicazioni ulteriori al fine di gestire

un' emergenza.

Ata : indicazioni ulteriori in caso di emergenza Docenti: indicazioni ulteriori in caso di emergenza. Studenti: indicazioni ulteriori in caso di emergenza.

AULE DIDATTICHE

( COMPORTAMENTO DA TENERE) )

NORMALITA’

Prima dell'inizio della lezione i docenti interessati si accertano della fruibilità

delle uscite e dei mezzi antincendio a disposizione.

Sarebbe opportuno che, durante la lezione fossero presenti non meno dì 2

unità di personale, di cui almeno una addetta alla gestione delle emergenze

PREALLARME

Il docente interrompe le attività e, assolutamente senza generare panico,

spiega agli alunni il motivo dell'interruzione e che a breve si potrebbe dare

inizio all'evacuazione della sala, indicandone modalità e procedure.

Il docente, o un suo incaricato, si accerta del tipo di emergenza occorsa.

Un docente, o un suo incaricato, apre tutte le uscite di emergenza disponibili.

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.

ALLARME

I docenti procedono all'evacuazione delle persone presenti mantenendo per quanto possibile un flusso ordinato attraverso le vie di esodo.

Si attengono comunque alle indicazioni fornite dal personale addetto alla gestione dell'emergenza.

CESSATO ALLARME

Si attengono alle indicazioni fornite dal personale addetto alla gestione delle emergenze.

LABORATORI

( COMPORTAMENTO DA TENERE )

NORMALITA’

Prima dell’inizio dell'attività di laboratorio, il docente, si accerta che siano

presenti tutte le misure di prevenzione e protezione previste.

Il docente sì accerta della perfetta funzionalità di impianti ed attrezzature.

PREALLARMEORMALITA’

Il docente interrompe le attività di laboratorio e mette in sicurezza tutti gli

impianti e le attrezzature presenti (anche se non utilizzate); SPIEGA AI

PRESENTI il motivo dell'interruzione e che a breve, si potrebbe dare inizio

all'evacuazione del locale, indicando modalità e procedure.

Il docente conta gli alunni presenti e li predispone ad una eventuale evacuazione dal locale.

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ALLARME

I docenti procedono all’evacuazione delle persone presenti mantenendo per

quanto possibile un flusso ordinato attraverso le vie di esodo.

Si attengono comunque alle indicazioni fornite dal personale addetto alla

gestione dell’emergenza.

BIBLIOTECA

( COMPORTAMENTO DA TENERE )

NORMALITA’

Prima dell’inizio dell’apertura, l’addetto alla biblioteca si accerta della fruibilità

delle uscite e dei mezzi antincendio a disposizione.

PREALLARMEORMALITA’

L’addetto alla biblioteca interrompe le attività e, assolutamente senza

generare panico, spiega ai presenti il motivo dell’interruzione e che a breve si

potrebbe dare inizio all’evacuazione del locale, indicandone modalità e

procedure.

L’addetto, o un suo incaricato, si accerta del tipo di emergenza accorsa.

L’addetto, o un suo incaricato, apre tutte le uscite di emergenza disponibili.

CESSATO ALLARME

Si attengono alle indicazioni fornite dal personale addetto alla

gestione delle emergenze.

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Riprendono le attivita’ interrotte.

ALLARME

L’addetto procede all’evacuazione delle persone presenti mantenendo

per quanto possibile un flusso ordinato attraverso le vie di esodo

predisposte.

Si attengono comunque alle indicazioni fornite dal personale addetto

alla gestione delle emergenze.

CESSATO ALLARME

SALA VIDEO

( COMPORTAMENTO DA TENERE )

NORMALITA’

Prima dell'inizio dell’attività dì PROIEZIONE, il responsabile dell'attività si

accerta che siano presenti tutte le misure di prevenzione e protezione

previste; la fruibilità delle uscite ed i mezzi antincendio.

Il docente si accerta della perfetta funzionalità dì impianti ed attrezzature

da usare.

Si suggerisce la presenza di due unità di personale.

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PREALLARMEMALITA’

Il docente interrompe le attività di leboratorìo e mette in sicurezza tutti

gli impianti e le attrezzature presenti (anche se non utilizzate); spiega ai

presenti il motivo dell’interruzione ed indica modalità e procedure di

evacuazione.

Il docente conta gli alunni presenti e li predispone ad un'eventuale

evacuazione dall'edificio.

ALLARME

I docenti procedono all'evacuazione delle persone presenti mantenendo

per quanto possibile un flusso ordinato attraverso le vie di esodo

Si attengono comunque alle indicazioni fornite dal personale addetto alla

gestione dell'emergenza.

CESSATO ALLARME

Riprendono le attività.

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CORPO DOCENTE

( COMPORTAMENTO DA TENERE )

NORMALITA’

PREALLARMELITA’

Controlla la fruibilità dei percorsi e delle uscite, segnalando le

eventuali difformità al Coordinatore delle emergenze

Accertarsi che nel registro di classe ci sia sempre almeno un

modulo di evacuazione, altrimenti richiederlo al coordinatore

dell’evacuazione.

Il docente interrompe le attività.

Prepara la classe ad un' eventuale evacuazione

Conta gli alunni presenti e prende il registro di classe

Si posiziona sull’uscio dell'aula in attesa di ulteriori

comunicazioni.

EVACUAZIONE

Il docente procede all’evacuazione dei propri studenti mantenendo

per quanto possibile il gruppo ordinato e compatto fino al punto di

raccolta.

Porta con se il registro di classe al punto di raccolta.

Al punto di raccolta immediatamente fa l’appello, verifica che tutti

gli alunni presenti quel giorno siano arrivati al punto di raccolta,

compila il modulo d'evacuazione presente nel registro di classe e

lo consegna al coordinatore dell'evacuazione.

Nel caso che manchi il modulo nel registro o che l’insegnante sia stato impossibilitato a portare il registro di classe, l’insegnante senza indugio deve comunicare anche verbalmente al coordinatore dell’evacuazione i risultati dell’appello (tutti presenti, eventuali dispersi o feriti, ecc).

La classe deve essere tenuta raccolta ordinatamente fino al

rientro.

CESSATO ALLARME

Riprende le attivita’