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IL “CANNOCCHIALE” DELLO STORICO: MITI E IDEOLOGIE SEZIONE “DINAMICHE DEL CONTEMPORANEO” 1 Collana diretta da Achille Olivieri A11 488

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il “cannocchiale” dello storico: miti e ideologiesezione “dinamiche del contemporaneo”

1

Collana diretta da achille olivieri

A11488

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Direttore

achille olivieriUniversità degli studi di padova

Comitato scientifico

corinne lucas–FioratoUniversité de la sorbonne nouvelle paris 3

Jean–claude margolinUniversité “François rabelais” de tours

François roudautÉditions garnier – paris

Comitato di redazione

sandra secchi olivieriUniversità degli studi di padova

mario rosascuola normale superiore di pisa

Jacques revelÉcole pratique des hautes Études de paris

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il “cannocchiale” dello storico: miti e ideologie

la collana trae la sua genesi da una lettura di galileo: la scoperta di una forma nuova di sapienza. i temi sviluppati riguardano: l’influen-za di erasmo nella cultura europea dal cinquecento al settecento; il ruolo di montaigne e del sarpi; lo studio delle strutture e delle con-giunture economiche e sociali; l’influenza di galileo nella cultura del no ve cento. le metamorfosi della mentalità pertanto accompa-gnano le ricerche dello “storico sperimentale”.

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Cent’anni di volo a Padova

Ideazione e cura dielisa ruggiero

atti del centenario del volopadova, 18–19 settembre 2010

aero club di padova

In collaborazione con l’Università degli studi di padova

dipartimento di storia

Contributi diFabrizio Bucci, andrea crismani, giuseppe d’aura

leonino da zara, adriano Favaro, enrico galesso, mirco melancoachille olivieri, elisa ruggiero, Franco stoppini, alessandro Varisco

e soci dell’aero club di padova

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copyright © mmXiaracne editrice s.r.l.

[email protected]

via raffaele garofalo, 133/a–B00173 roma

(06) 93781065

isbn 978–88–548–4380–6

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

i edizione: novembre 2011

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indice

9 Presentazione di Elisa Ruggiero

19 nota della curatrice

21 parte prima L’epoca dell’aeroplano: protagonisti e immagini del volo

23 macchine e immagini nella cultura del novecento. alcune note

di Achille Olivieri

31 Fotografare volando. storia, arte, impresa. presentazione del libro

di Elisa Ruggiero

43 Fotografare la grande guerra. alcune osservazioni in meri-to ad aspetti dell’utilizzo della fotografia nel contesto della grande guerra

di Adriano Favaro

59 in volo alla ricerca della Via annia di Franco Stoppini

73 Usque ad metam: Vienna. il “folle volo” dannunziano e le sue premesse letterarie

di Andrea Crismani

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83 Res Aëronautica. l’avventura del volo raccontata dal cinema (da-gli albori alla seconda guerra mondiale)

di Mirco Melanco

101 parte seconda Aero Club di Padova

103 la città in volo. la storia e le storie a cura dell’Aero Club di Padova

107 interviste di Elisa Ruggiero

125 parte terza la strada dell’imperatore di Leonino Da Zara

la città del silenzio – ricordare, rivivere, rimpiangere: è pregare – il Vitto-riale – la flotta sopra le montagne – «el zentilomo de san Vio» – signorie d’azzurro – la strada dell’imperatore – concincin, reginotta di persia – i tromboni di dresda – matamoro perduto nella neve – il sequestro dell’aria – Un cuore sacro sopra la collina – il Bosco milleottocentotrenta – il re – le legioni di druso e di tiberio – il ritorno dell’aiglon – i signori della notte – la montagna ha chiuso le sue porte – date ali all’italia! – Bavaria – sul carro del sole – le fole della voce e dell’oscuro

231 appendice

Ali d’epoca, di Franco stoppini – Dalle Alpi alle Piramidi, di giuseppe d’aura – Ritorno a Salerno, di Franco stoppini – Un pomeriggio particolare, di Fabrizio Bucci – Volo a Milano Linate, di enrico galesso e giuseppe d’aura – Weekend a Lussino, di alessandro Varisco

257 Bibliografia

262 Filmografia

263 Gli Autori

8 cent’anni di volo a padova

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presentazione

Cent’anni di volo a PadovaISBN 978–88–548–4380–6DOI 10.4399/978885483438061pp. 9–17 (novembre 2011)

l’idea di quest’opera sorge a seguito dei festeggiamenti dal tito-lo Cent’anni di volo a Padova, organizzati dall’aero club patavino il 18–19 settembre 2010 e delle manifestazioni che si stanno tenendo in italia e in europa per il centenario delle attività aeree. l’intento è di proporre un’opera costituita sia degli atti delle presentazioni svoltesi durante l’evento che celebrava il trasporto aereo e terre-stre, sia delle testimonianze dei soci dell’aero club di padova che hanno organizzato l’evento. le conferenze presentavano il libro Fotografare volando. Storia, arte, impresa di elisa ruggiero, che pro-pone un itinerario storico della fotografia eseguita da aeromobili introdotto dalle prime esperienze di ricognizione ottocentesche, sino ai suoi impieghi artistici, cartografici e militari avvenuti nel corso del novecento. Un’altra conferenza presentava il progetto “Via annia”, che ha usufruito logisticamente dell’aero club di pa-dova e delle plurime competenze dei piloti, divenendo una delle ricerche più importanti del XXi secolo cui il club ha partecipato. il progetto è tutt’oggi coordinato dalla dott.ssa Francesca Veronese che lo presenta, sommariamente con questo comunicato:

il Progetto Via Annia, avviato nel 2006 sulla scia di un disegno di legge (n. 5148 – luglio 2004), è stato finalizzato al recupero e alla valorizzazione dell’antico tracciato romano che collegava aquileia ad un capolinea me-ridionale, ipoteticamente e non univocamente individuato dagli studiosi in adria. per molto tempo la Via annia è stata considerata un “non luo-go”: le poche tracce che di essa sopravvivono erano note quasi esclusi-vamente agli studiosi. spina dorsale del nord–est, ponte tra il mondo

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romano e il cuore dell’europa, cui la univa un sistema viario raccordato, la Via annia è oggi tornata ad essere protagonista grazie ad un progetto finanziato da arcUs s.p.a. – società che vede agire di concerto il Mini-stero dei Beni Culturali e quello delle Infrastrutture –, dalla regione del Veneto e dal comune di padova e che ha coinvolto, dal punto di vista scientifico, le Soprintendenze per i Beni Archeologici del Veneto e del Friuli Venezia–Giulia e due dipartimenti dell’Università di padova (geografia e archeologia). dal punto di vista operativo, fondamentale è stato il ruolo degli enti attuatori – regione del Veneto, comuni di padova, concordia sagittaria, dolo, aquileia, provincia di rovigo, Università di padova – che, con il loro impegno sul fronte amministrativo, hanno reso possibile la realizzazione di tutte le attività.Un progetto di ampio respiro, dunque, che ha inteso coniugare la ricerca scientifica alla valorizzazione. scavi archeologici, campagne di telerile-vamento (il progetto vanta oggi un archivio di oltre 30.000 foto oblique scattate da aereo), indagini geofisiche e geomorfologiche sono state re-alizzate lungo l’intero tracciato, con particolare attenzione a quei punti critici per i quali ancora oggi non esistono interpretazioni sicure. Un aumento delle conoscenze è, infatti, il primo passo per far progredire la ricerca, ma non meno fondamentale è valorizzare ciò che è noto1.

alle conferenze sono intervenuti: adriano Favaro, giornalista e pubblicista già direttore del F.a.s.t. di treviso, elisa ruggiero, scrittrice, achille olivieri, storico, docente presso la facoltà di let-tere e Filosofia di padova e andrea ninfo, geografo e docente pres-so la stessa facoltà, Franco stoppini, pilota. grazie alla collabora-zione della Compagnia Danza Gestuale, presso l’aeroporto “gino allegri” si è tenuta la performance “Frattali in volo” e come spiega la coreografa marina soligon: «l’universo è un corpo vivente, un “campo unificato”. Un frattale è compressione infinita, quando di-ventiamo frattali risucchiamo dentro di noi il nostro ambiente, e se il nostro ambiente è il cielo (il sacro), questo processo di risucchio può continuare, accrescendo all’infinito. Un frattale in volo è un anelito all’immortalità». la performance è stata realizzata sulle

1. Questo comunicato stampa è stato redatto in occasione della conferenza tenutasi a treviso il 4 marzo 2011. lo si riporta per informare il lettore dando voce alla coordinatrice del progetto menzionato, ringraziandola.

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Presentazione 11

musiche di armand amar e la coreografia curata da marina so-ligon e elena Baggio, mentre le interpreti erano: elena Baggio, giulia ricciardini, margherita taboga, giulia toson.

alle conferenze si sono combinati, poi, altri interventi di intel-lettuali patavini, oltre alle esposizioni di fotografie storiche, bici d’epoca, aeromodelli e manifestazioni di auto storiche per il tour “Ville del Brenta”. inoltre si sono tenute la gara di regolarità di auto storiche consegnando il “trofeo gattamelata” e un’altra gara sempre di auto storiche e di aeromobili alla quale è seguita la premiazione con il “trofeo Volanti e cloche”. sono stati esibiti aeromobili storici dell’Historical Aircraft Group. inoltre si è data la disponibilità a tutta la cittadinanza di poter vedere dall’alto la città attraverso l’organizzazione di voli con aeromobili da turismo di ul-tima generazione, oppure di poter conoscere tecnologie moderne come il volo virtuale. la festa è stata organizzata dall’aero club di padova del quale era presidente moreno Busato affiancato in particolare dai consiglieri eugenio poggini e Franco stoppini. gli eventi sono stati realizzati in collaborazione con: F.t.o. padova, gruppo Volovelistico patavino, associazione Volo in mongolfiera, Bici d’epoca, circolo patavino auto storiche, compagnia danza gestuale, paolo severin, avio club Virtuale padova e sponsoriz-zato da Calzature Pittarello. gli enti che hanno patrocinato l’evento sono rispettivamente: il comune di padova, il comune di Bovolen-ta, l’aero club d’italia, s.a.V.e. aeroporto “marco polo” s.p.a., aeroporto civile “gino allegri” di padova, il Volo.it.

***la celebrazione del centenario del volo, oggi, si aggiunge alle

commemorazioni italiane come il 150° anniversario dell’Uni-tà d’italia e l’88° anniversario dell’aeronautica militare italiana, costituitasi come regia aeronautica il 28 marzo 1923, con regio decreto n. 645, comprendendo tutte le forze aeree dell’esercito, della marina del regno d’italia e delle sue colonie. emerge nei tempi della memoria e delle ricorrenze, la città di padova, come crocevia del volo, città aerea con il suo cielo e la sua storia, che riuscì a sviluppare concretamente, sin dall’avvento dell’aerostato

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e dell’aeroplano, le esperienze aviatorie, dando un fondamentale contributo all’affermarsi del volo. Quest’aspetto, tra i più rilevanti è avvenuto in particolare attraverso la figura di leonino da zara, “benemerito dell’aviazione”2, del quale «possiamo dire senza tema di smentita, che i campi di aviazione in italia sono stati lanciati da lui; che l’aeronautica militare, intesa nel senso moderno è una istituzione scaturita da una sua iniziativa»3. indispensabile ai fini di un più approfondito studio intorno a padova e il volo, dalle origini sino alla prima guerra mondiale, è il libro di luigi luppi Padova nella storia del volo4. dalle prime esperienze aerostatiche avvenute nel prato della Valle il 22 agosto 1808 grazie a pasquale andreoli e Francesco zambeccari, padova dette i natali a leonino da zara, e accolse aldo corazza anch’egli pioniere del volo. a seguito della prima guerra mondiale, padova sparse nel suo territorio piccoli aeroporti come quello di isola di carturo, grossa di gazzo, gazzo, arquà petrarca, s. piero in gù e il campo di padova nelle Basse di Brusegana5. infine l’aeroporto di s. pelagio dal quale partì gabrie-le d’annunzio e morì gino allegri, colui che diede il nome all’at-tuale aeroporto della città. sempre la città di padova è la prima ad ospitare il Museo dell’Aria e dello Spazio presso il trecentesco ca-stello di san pelagio appartenente dal 1680 ai conti zaborra, che divenne poi villa veneta.

nel 1976 fu restaurata e trasformata in museo di storia aero-nautica e dedicata in particolare al ricordo del Volo su Vienna di cui fu protagonista gabriele d’annunzio. io stessa rammento6 con gioia la visita al museo con le collezioni di aerei e cimeli, tra il pro-fumo delle rose come la centifolia muscosa, le ninfee dei giardini,

2. l. luppi, Padova nella storia del volo, signum editrice, padova 1984, p. 71. 3. ivi, p. 70. 4. l. luppi, Padova nella storia del volo, signum editrice, padova 1984. 5. Ibidem. 6. le seguenti informazioni sono il risultato dei miei appunti a seguito di una visita

al museo del Volo presso il castello di san pelagio a due carrare padova. il museo è anche sede di una Biblioteca e di un archivio. si rinvia ad esso per una più approfondita e fedele descrizione dei beni conservati e dell’importante struttura architettonica. si ringrazia la dott.ssa avesani per la disponibilità.

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Presentazione 13

gli affreschi quattrocenteschi nelle numerose sale. entrando nel castello e iniziando il percorso museale mi sono imbattuta negli studi sulle macchine volanti di leonardo da Vinci come l’ornitottero ad ala battente, oppure in una sala dedicata alla musica e al volo. nella cucina del castello è ancora preparata la tavola come mensa dell’87a squadriglia di gabriele d’annuzio che visse nel castello tra il 1917 e il 1918. nell’appartamento di d’annunzio si alloca anche la sala dove si svolse l’ultima riunione prima del Volo su Vienna e sono presenti, rappresentati con statue a grandezza naturale, tutti i piloti della Serenissima: gabriele d’annunzio, girolamo allegri, ludovico censi, Vincenzo contratti, Francesco Ferrarin, aldo Fin-zi, giordano Bruno granzarolo, antonio locatelli, alberto ma-sprone, pietro massoni, natale palli e giuseppe sarti. su gabrie-le d’annunzio – pioniere d’italia per ciò che concerne la storia dell’aviazione – e le premesse letterarie del “folle volo” rinvio al contributo dato dal dott. andrea crismani, italianista, ricercatore della Facoltà di lettere e Filosofia dell’Università degli studi di pa-dova. poi, tornando alle reminiscenze della visita al museo, ho per-corso un lungo itinerario che conduce il visitatore sino ai pionieri veneti, testimonianza di come le attività aviatorie ed i suoi prota-gonisti siano stati fondamentali per il territorio veneto sin dagli inizi del novecento: giannino ancillotto (1896–1924)7, originario di san donà di piave; romeo sartori (1897–1933)8 e almerico da

7. giannino ancillotto decise di diventare pilota di aeroplano arruolandosi nel Battaglione Aviatori il 4 novembre del 1915, in seguito fu assegnato alla 80a Squadriglia equipaggiata di Nieuport “Bebè”, col quale ottenne 11 vittorie anche se il suo nome divenne noto in particolare per l’abbattimento del drachen soprannominato “il drago di rustignè”. grazie a questa impresa ricevette la medaglia d’oro al valor militare. la seconda, d’argento, la ottenne abbattendo nel 1918 due bombardieri tedeschi. altre esperienze aviatorie internazionali lo resero famoso in america latina, somalia ma il 18 ottobre del 1924 a Bergamo morì in un incidente automobilistico, tuttavia nel suo paese d’origine, a san dona di piave gli è stato eretto un monumento e gli è stato titolato l’aero club di Venezia.

8. romeo sartori entra nel 1916 nel Battaglione degli Aviatori, a seguito del suo eccellente operato, viene insignito della medaglia d’argento. dopo la guerra diventò collaudatore sui campi di volo di mirafiori e ghedi e istruttore di volo, passando poi

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14 cent’anni di volo a padova

schio (1836–1930)9.Uno tra i pionieri veneti più importanti, segna-lato anche al Museo dell’Aria e dello Spazio, è come detto prima, leonino da zara (1888–1958). nacque a padova e in poco tempo, grazie al sostegno economico della famiglia divenne uno sportman, pilotando prima automobili sportive e, in seguito, aeroplani. par-tecipò al primo circuito aereo di Brescia nel 1909 come pilota dell’ “aerocurvo” Ponzelli Miller. nello stesso anno da zara, entusiasta del nuovo mezzo, edificò nei terreni di Bovolenta, paese in provin-cia di padova, uno dei primi aerodromi italiani, inaugurandolo il 15 novembre del 1909 come riferisce l’indispensabile studio offerto da giorgio evangelisti sul quaderno del 1996: Leonino Da Zara e il campo di volo di Bovolenta.10 dopo aver conseguito il primo brevetto civile italiano con un aereo Farman, effettuò il suo primo volo su padova, sorvolando i paesi di caselserugo, salboro e la località del Bassanello. Frequentarono da subito il campo con i loro aeroplani: Bonnet, labranche, il barone Villanfagne, il conte savorgnan di Brazzà, emilio lodesani e anche gabriele d’annunzio che giunse a Bovolenta il 28 febbraio 1910.

leonino da zara, grazie alle competenze acquisite nelle sue esperienze di volo, istituì, essendone poi presidente, il primo aero club d’italia ovvero quello di padova, città che si inserisce a pieno titolo tra le prime nell’era dell’aeroplano. difatti il rapido sviluppo dell’aeronautica sorprese i governi europei e l’italia tentò di dare al programma aeronautico la spinta che sarebbe stata necessaria come fecero le altre nazioni europee. da padova, s’impostò il rea-le aero club d’italia a roma e, leonino da zara, fu vicepresidente

alla casa costruttrice Macchi. per il suo contributo alle imprese aviatorie gli venne titolato il campo di aviazione di asiago presso Vicenza.

9. almerico da schio (1836–1930) che divenne famoso in particolare per il suo impegno nella costruzione di dirigibili e in particolare degli aeropiani, due assi di legno montate ai lati della navicella del dirigibile che valgono sia come superfici ausiliare di so-stentamento, sia come timone di profondità. in l. da zara, La strada dell’Imperatore… si veda a p. 178 i riferimenti verso le relazioni intercorse tra almerigo da schio e sua maestà la regina margherita di savoia.

10. g. evangelisti, Leonino Da Zara e il campo di volo di Bovolenta, Quaderni del museo dell’aria e dello spazio san pelagio (pd), provincia di padova, marzo 1996.

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Presentazione 15

acquisendo, poi, grazie al suo impegno, l’incarico come consiglie-re del Comitato di Legislazione Aerea presso il Ministero dei Lavori Pubblici e come delegato presso il Tribunale Internazionale dell’Ar-bitrato Aereo di parigi. difatti fu precursore nel diritto della navi-gazione presentando nel 1911 un progetto di legislazione aerea. oltre ad essere fedele nella cronistoria delle esperienze aviatorie francesi e italiane11, fu iniziatore della sottoscrizione per “dare 100 aerei all’italia” del 191212 procacciando una flotta di centoventi ae-rei come annunziò il generale dall’olio in una seduta alla camera il 14 aprile del 191613.

il “volo scivolante degli aeroplani” come indicato nel manife-sto del Futurismo importò i caratteri di dinamismo, modernità dell’aeroplano anche in letteratura e nelle arti che si stavano af-fermando come la cinematografia, divenendo così l’emblema del passaggio al nuovo secolo, e dando origine a nuovi generi come il cinema d’aviazione. per ciò che attiene la letteratura, si afferma ancora una volta leonino da zara che oltre ad essere riconosciuto per le sue vittorie automobilistiche e per il suo impegno in campo aviatorio è noto appunto come scrittore.

nella sua produzione letteraria emerge di volta in volta il pro-blema sociale o economico, la gloria del volo, la politica, il film, la cronaca, la novella, il saggio, la commedia, il poema facendo vibra-re così tutte le corde della narrazione attraverso una mano piacevo-le, operosa. non è casuale quindi la scelta di presentare ai lettori in occasione delle celebrazioni del centenario del volo l’opera La stra-da dell’Imperatore14, una “raccolta d’impressioni” edita per la prima volta nel 1929. impressioni o frammenti–ricordi che si presentano

11. si veda come da zara ricostruisce la memoria delle esperienze aviatorie occorse durante i primi del novecento in: l. da zara, La strada dell’Imperatore, con prefazione di a. Varaldo, presidente società autori, edizioni Bemporad & Figlio, Firenze 1929.

12. l. luppi, Padova nella storia del volo, signum editrice, padova 1984, p. 69. 13. in l. da zara, La strada dell’Imperatore, pp. 177–187 si può trovare un felice

approfondimento dell’argomento in questione. 14. l. da zara, La strada dell’Imperatore, con prefazione di a. Varaldo, presidente

società autori, edizioni Bemporad & Figlio, Firenze 1929.

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16 cent’anni di volo a padova

come «un lungo cammino in mezzo alle ombre»15 donando vedute soggettive sulle tracce d’una Venezia degli anni Venti, ove compa-re il “zentilomo de san Vio”16, il “canalazzo”17 nella quieta notte veneziana, i viaggiatori–pellegrini fra una “teoria di vestiti neri”18, ritrovando poi nella “ridotta della dogaressa”19 una Venezia antica “tra baute”, “amori misteriosi” e “stradette chiuse”20. Un itinerario che attraversa poi la laguna dalle acque “immote”21. da zara ram-menta e testimonia la corrispondenza con gabriele d’annunzio che lo invitò “alla cena francescana”22 al Vittoriale e non manca di riportare il ricordo di Bovolenta e del campo di volo quando d’annunzio salì con lui a bordo del Voisin. impressioni dannunzia-ne che lo conducono a Il libro ascetico della giovane Italia23 del 1926, incastrando in un tempo di memorie il quattrocentesco «tempo dei grandi capitani che combattevano al servizio di una parte o di un’altra per dividersi allegramente le nostre più belle terre»24, op-pure l’ottocento francese di giuseppina tascher de la pagerie25.

nel capitolo Le legioni di Druso e di Tiberio26scopriamo che venne premiato ad un concorso cinematografico come uno tra i fautori della rinascita della cinamotografia italiana. da zara descrive così il richiamo e l’invito dello spettatore per “sognare ad occhi aperti nel buio riposante”27 e condividere la “solitudine nella moltitudine”28: «cartelloni variopinti, visioni di oceani, di praterie, di mondi, di leggende. nelle sale buie passano così tutte le storie, tutte le epo-

15. ivi, p. 62. 16. ivi, p. 51. 17. ivi, p. 22. 18. ivi, p. 22. 19. ivi, p. 24. 20. ivi, p. 24. 21. ivi, p. 26. 22. ivi, p. 31. 23. g. d’annunzio, Il libro ascetico della giovane Italia, l’olivetana, milano 1926. 24. l. da zara, La strada dell’Imperatore, cit., p. 41. 25. ivi, p. 77. 26. ivi, p. 145. 27. ivi, p. 148. 28. Ibidem.

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Presentazione 17

che, tutte le fiabe, traverso le figure giganti nere e bianche del riso, del sorriso, dell’emozione»29. continua poi inserendosi nel dibat-tito sulla cinematografia italiana opinando che il cinema «deve es-sere o cronaca o fantasia o ricostruzione, altrimenti diventa latte-miele da soffitta»30 mentre i cineoperatori, attori, registi, macchine «moltiplicano sempre i progetti della “luce”». lascio poi al lettore il piacere di percorrere La strada dell’Imperatore, evidenziando l’oc-casione data dall’opera di combinare alle testimonianze sulla cine-matografia italiana di leonino da zara il contributo dato dall’in-tervento intorno al cinema d’aviazione del prof. mirco melanco, docente di cinematografia documentaria presso la facoltà di lette-re e Filosofia dell’Università degli studi di padova.

l’obiettivo principale di quest’opera quindi, offerto ad un pub-blico vasto ed eterogeneo, è quello di rendere omaggio a leonino da zara e a gabriele d’annunzio cogliendo l’occasione, attraver-so lo scalo in un “aeroporto letterario”, di proporre un’altra lettura di questa storia dell’aviazione italiana se non patavina, che naviga come un aereo nei cieli della memoria, della scrittura e delle produ-zione artistica. ecco quindi ad introdurre una tra le più fortunate opere di leonino da zara, gli interventi svoltisi durante la manife-stazione dei “cent’anni di Volo a padova”, pretesto per diffondere la cultura aeronautica, valorizzando il patrimonio documentale e celebrando cento anni di evoluzione nel settore dei trasporti. il progetto è coordinato dal prof. achille olivieri e patrocinato dal dipartimento di storia dell’Università di padova e dall’aero club di padova.

elisa ruggiero

29. Ibidem. 30. l. da zara, La strada dell’Imperatore, p. 150.

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nota della curatrice

per ciò che attiene alcuni aspetti stilistici ritengo opportuno se-gnalare alcune scelte adottate all’interno dell’opera. per ciò che at-tiene il saggio del dott. andrea crismani per la scrittura del nome Gabriele D’Annunzio si tenga conto della seguente indicazione:

la scelta se scrivere “d’annunzio” o “d’annunzio” è una ve-xata quaestio. di norma ciascun critico (o aspirante tale) si prende una certa libertà, cercando tuttavia di mantenere un criterio uniforme. in questi ultimi anni, almeno dall’inizio delle pubblicazioni delle opere di d’annunzio nei meridia-ni, è invalso l’uso di scrivere, come d’altronde si firmava lo stesso poeta, “d’annunzio” (su tale forma concordano i mas-simi critici del poeta, dall’andreoli, a oliva, da roncoroni a santoli, da gibellini a de michelis). io mi attengo pertanto a tale linea, utilizzando “d’annunzio” con la maiuscola solo quando si trovi all’inizio di frase (in ottemperanza a quanto previsto dalla grammatica) o quando con la maiuscola sia in-serito all’inizio di un titolo di monografia e rivista.

segnalo inoltre la scelta di Franco stoppini di indicare le sigle senza punti di separazione, anche se un tempo questo uso era in-valso per le sigle composte da lettere lette distintamente.

Cent’anni di volo a PadovaISBN 978–88–548–4380–6DOI 10.4399/978885483438062pp. 19 (novembre 2011)

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parte primal’epoca dell’aeroplano:

protagonisti e immagini del volo

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macchine e immagini nella cultura del novecento

alcune note

achille olivieri

Un libro si muove seguendo la linea di molteplici “idee–madri”1 che lo ravvivano e permettono al lettore di sottolinearne le princi-pali linee di orientamento. anche il volume della elisa ruggiero, Fotografare volando. Storia, arte, impresa (roma 2010) non sfugge a questa presenza inquietante. i temi che vengono trattati si muovo-no all’interno di una mappa che se da un lato afferma l’importanza della fotografia considerata attraverso “i mezzi volanti” non man-ca di avvicinarsi alla figura di nadar e dell’aerostato per congiun-gersi con la fotografia dal pallone che avviene con gaston tissan-dier. i temi che ulteriormente vengono avvicinati non mancano di iscriversi nell’albo delle attenzioni verso le guerre del novecento, ed in particolare la prima guerra mondiale, la guerra in libia ed il conflitto con la turchia e di arricchirsi pertanto di un materiale fotografico che documenta una “cultura di guerra”. le culture di guerra possono essere uno degli elementi trainanti del volume, in particolare attraverso la fotografia aerea delle trincee e dei bom-bardamenti, e la prima guerra mondiale costituisce il campo di esperienze che il volume della ruggiero prende particolarmente in considerazione. tuttavia il mondo sotterraneo delle idee madri della storia della cultura rende questo rapporto che si instaura nel volume fra fotografia e guerra, fotografia e movimenti di guerra

1. si riprende il testo della presentazione del volume della dott.ssa elisa ruggiero avvenuta a treviso il 4 marzo 2011.

Cent’anni di volo a PadovaISBN 978–88–548–4380–6DOI 10.4399/978885483438063pp. 23–30 (novembre 2011)

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24 parte prima – l’epoca dell’aeroplano

aerea, introducendo una atmosfera ed una sensibilità ora pittorica ora culturale. la sensibilità pittorica costituisce uno dei primi po-teri che si insinua attraverso l’immagine fotografica ed il ruolo di trasmettere al lettore o a colui che la osserva un potere di persua-sione nei riguardi delle vicende entro le quali si colloca. se si se-guono le osservazioni di Édouard schuré2 che studia le profezie rinascimentali e le pone in comunicazione con le svolte delle cul-ture che avvengono dopo la prima guerra mondiale e non manca di analizzarle durante gli anni 1918–1919, e tenta di interpretare questi movimenti ove cultura, fotografia, scontro militare, si inter-secano come una ricerca di un’anima nuova nella storia del nove-cento: quest’anima si arricchisce con il problema che viene affron-tato della libertà dei popoli e della solidarietà umana. le sue osservazioni non mancano di importanza qualora si studiano le foto aeree presentate nel volume in quanto per schuré due forme di anima si trovano fra di loro in contatto: l’anima prometeica e l’anima luciferina. prometeo e lucifero si trovano al centro di que-sta folla di macchine e di uomini che si scontrano per illuminare la storia del novecento come una storia delle metamorfosi di un ri-nascimento perenne: metamorfosi e reincarnazioni3 creano la pos-sibilità non solo di proporre delle figure in movimento ma anche la sorgente di fenomeni imprevisti. Fra questi fenomeni imprevisti egli colloca la rinascita di un fiume impetuoso che adombra l’ani-ma di uno spiritualismo rigeneratore dei popoli e dell’europa. Queste pagine possono essere considerate alla luce di questo spec-chio che non manca non solo di importanza ma pure di fascino. non è casuale che il volume che lei propone si apra con i grandi temi della cultura umanistica e rinascimentale e con le figure di leon Battista alberti e di leonardo da Vinci. particolarmente im-portante appare la presenza di leonardo da Vinci in questo viag-gio che viene proposto ed in particolare le sue analisi sull’uomo e la natura e la “machina”: le “machine volanti” vale a dire gli aerei

2. Édouard schuré, Les prophètes de la Renaissance, paris 1936, pp. i–X. 3. Ibidem, p. 5.