New Edition | Perchè la fotografia deve comunicare ... filedi rifugi per pastori. Rimango stupito,...

12
New Edition | Perchè la fotografia deve comunicare emozioni e cultura. 1 Realizzato in associazione con i componenti di Fotopanic.com DUCHESSA E PILATO ESCURSIONI I LAGHI GLACIALI DELL’APPENNINO CENTRALE Novembre 2009 Montagne della Duchessa - Rieti - Lazio - Settembre 2009 Fotografia di Daniele Maura - Canon EOS 40D - EF 17-40 f/4 L USM

Transcript of New Edition | Perchè la fotografia deve comunicare ... filedi rifugi per pastori. Rimango stupito,...

Page 1: New Edition | Perchè la fotografia deve comunicare ... filedi rifugi per pastori. Rimango stupito, siamo a 1788 m sul livello del mare. Non è certamente il lago più grande del mondo

New Edition | Perchè la fotografia deve comunicare emozioni e cultura.

1

Realizzato in associazione con i componenti di Fotopanic.com

DUCHESSA E PILATO

ESCURSIONI

I LAGHI GLACIALI DELL’APPENNINO CENTRALE

Novembre 2009

Montagne della Duchessa - Rieti - Lazio - Settembre 2009Fotografia di Daniele Maura - Canon EOS 40D - EF 17-40 f/4 L USM

Page 2: New Edition | Perchè la fotografia deve comunicare ... filedi rifugi per pastori. Rimango stupito, siamo a 1788 m sul livello del mare. Non è certamente il lago più grande del mondo

Ore 05:30, suona la sveglia, l’attrezzatura era

già pronta dalla sera precedente e l’aria del

mattino era frizzante come non mai qui a

Roma. Faccio una colazione veloce, latte,

orzo, caffè e cacao, svuoto il mestolo di ce-

reali nella tazza fumante ed ingurgito il tutto

come un facocero. Alle 06:35 sono già sotto

casa di Carlo. Lui sale in macchina disinvolto,

come se dovessimo andare a prendere una

birra. Imbocchiamo l’autostrada A24 e subito

dopo qualche chilometro ci fermiamo in auto-

grill per una colazione più sostanziosa, cor-

netto, cappuccino e spremuta d’arancia. Il

viaggio riprende con entusiasmo verso Rieti,

destinazione l’antico borgo romano di Car-

tore. Imbocchiamo la rampa d’uscita “Valle

del Salto” e procediamo verso destra, ci al-

lontaniamo un po’ dalla meta per via della se-

gnaletica carente, chiediamo a due anziani in-

contrati lungo la strada e subito ci mettono

nella direzione giusta. La strada è poco più

grande di un sentiero di montagna e le condi-

zioni non sono certamente migliori. Proce-

diamo tranquillamente con molta calma, come

tutto il viaggio, il borgo di Cartore è piccolo e

quasi disabitato. Il sito, alle pendici del Muro

Lungo, è un vecchio agglomerato di abitazioni

di epoca romana ed è completamente in ri-

strutturazione, vi arriviamo verso le 08:40 e

dopo esserci sgranchiti un po’ le gambe ci in-

filiamo gli scarponi e distribuiamo il materiale

negli zaini. Io porto il treppiede, la fotocamera

e lo zaino con tutta l’attrezzatura, Carlo porta

lo zaino con il pranzo, l’acqua e le giacche an-

tivento. Tutto è pronto ed il Lago della Du-

chessa ci sta aspettando.

2

LAGO DELLA DUCHESSA

di Daniele Maura

Lago della Duchessa - 1788 m. s.l.m. - Cartore (RI) - Lazio - Settembre 2009Fotografia di Daniele Maura - Canon EOS 40D - EF 17-40 f/4 L USM

Alle 06:35 sono già sotto casa di Carlo. Lui sale in

macchina disinvolto, come se dovessimo andare a

prendere una birra.

Page 3: New Edition | Perchè la fotografia deve comunicare ... filedi rifugi per pastori. Rimango stupito, siamo a 1788 m sul livello del mare. Non è certamente il lago più grande del mondo

3

LAGO DELLA DUCHESSA

di Daniele Maura

Montagne della Duchessa - Rieti - Lazio - Settembre 2009Fotografia di Daniele Maura - Canon EOS 40D - EF 17-40 f/4 L USM

Page 4: New Edition | Perchè la fotografia deve comunicare ... filedi rifugi per pastori. Rimango stupito, siamo a 1788 m sul livello del mare. Non è certamente il lago più grande del mondo

Saliamo per la via più breve il sentiero 2B e

l’approccio della montagna è subito minac-

cioso, la pendenza è molto ripida e peggiora

sempre più salendo, partendo da Cartore (944

m s.l.m.) il dislivello è di ben 960 m. La fag-

geta è bellissima ma quasi disabitata dalla

fauna, ci fermiamo ogni tanto per qualche

scatto nel bosco, in questo modo riprendiamo

fiato e recuperiamo un po’ le forze. Uscendo

dal bosco l’aspetto del paesaggio è quello di

alta montagna per via anche del periodo, Set-

tembre (tarda estate), l’erba è infatti secca e

molto corta, il periodo più consono è forse

quello primaverile dai primi di Giugno alla

metà di Luglio. Il vento gelido ed inaspettato

ci sferza la faccia. Cerchiamo di sopportare un

po’ il vento con l’aspettativa di giungere pre-

sto alla meta, ma il vento è fastidioso ed in-

sopportabile. Ci infiliamo le giacche

antivento. Il lago compare subito dietro una

collinetta appena sorpassato un agglomerato

di rifugi per pastori. Rimango stupito, siamo a

1788 m sul livello del mare. Non è certamente

il lago più grande del mondo ma evoca nella

mia memoria l’immagine dei tanto sognati la-

ghetti alpini di origine glaciale. Il lago è una

piccola pozza d’acqua delimitata in questo pe-

riodo da una riva fangosa e priva di vegeta-

zione segno che le acque si sono ritirate, è

facile infatti individuare il punto di massimo

livello del lago, delimitato da un forte contra-

sto del terreno. Questo punto di massimo li-

vello viene probabilmente raggiunto in

primavera allo sciogliersi delle nevi. Salgo su

una collinetta per fare qualche foto panora-

mica del lago. Mentre la quiete del posto mi

aiuta nella concentrazione per lo studio del-

l’inquadratura, il silenzio viene travolto dal

rombo assordante di un elicottero. Sbuca mi-

naccioso da dietro una montagna che proba-

bilmente segna il confine con l’Abruzzo, si

avvicina, ruota sulla mia testa a pochissimi

metri dal suolo. Gli occhi attenti dei guardia-

parco mi scrutano dal finestrino. Il veicolo si

allontana, si posa sul lago a mezz’aria e sol-

leva una nuvola d’acqua, poi scompare d’im-

4

LAGO DELLA DUCHESSA

di Daniele Maura

Lago della Duchessa - 1788 m. s.l.m. - Cartore (RI) - Lazio - Settembre 2009Fotografia di Daniele Maura - Canon EOS 40D - EF 17-40 f/4 L USM

Page 5: New Edition | Perchè la fotografia deve comunicare ... filedi rifugi per pastori. Rimango stupito, siamo a 1788 m sul livello del mare. Non è certamente il lago più grande del mondo

5

LAGO DELLA DUCHESSA

di Daniele Maura

Page 6: New Edition | Perchè la fotografia deve comunicare ... filedi rifugi per pastori. Rimango stupito, siamo a 1788 m sul livello del mare. Non è certamente il lago più grande del mondo

provviso, così come era venuto. Io e Carlo

siamo sbalorditi. Dopo aver fatto qualche

scatto troviamo una sistemazione per il

pranzo, ci sistemiamo dietro una collinetta per

ripararci dal vento e consumiamo il rancio in

santa pace. Un piccolo gruppo di cavalli si

bagna nel lago, l’acqua non deve essere troppo

profonda. Mi avvicino per immortalare i loro

giochi d’acqua ma preso dall’euforia li faccio

scappare inquadrandoli di spalle. Il ritorno av-

viene per la stessa strada dell’andata attra-

verso il sentiero 2B e la discesa, quando la

pendenza è così ripida, è peggio della salita.

Le nostre gambe sono a pezzi e a risentirne

maggiormente sono le ginocchia. Sarebbe

stato sicuramente bellissimo proseguire e

completare l’Anello della Duchessa che, una

volta saliti fino al lago, prevede una discesa

con pendenza molto inferiore riscendendo

lungo il sentiero 2A dalla parte del Vallone di

Teve oppure attraverso il sentiero 2H. L’espe-

rienza è stata splendida ed è stata anche quella

che ha fatto scattare dentro di me una molla, la

molla è la voglia di esplorare ambienti sem-

pre nuovi e suggestivi. Questa irrefrenabile

voglia di scoperta è alla base della decisione di

raggiungere in solitaria il Lago di Pilato, nei

monti Sibillini, un ambiente magico e pieno

di mistero.

La partenza è avvenuta da Roma alle ore

04:30 di lunedì 26 Ottobre 2009. Arrivato in

località Foce, nei pressi di Montemonaco, alle

ore 08:45 è iniziata la salita verso il lago se-

guendo quello, che procedendo da nord verso

sud, è forse il camminamento più difficile per

raggiungere il lago. Raggiungo il piccolo

specchio d'acqua alle 12:15 con il sole che

procedendo da sinistra a destra, cioè da est ad

ovest, mi ha guidato lungo il cammino all'in-

6

Salita in solitaria al Lago di Pilato - Parco Naturale Nazionale dei Monti Sibillini - Marche - Ottobre 2009Fotografia di Daniele Maura - Canon EOS 20D - EF 17-40 f/4 L USM

LAGO DELLA DUCHESSA

di Daniele Maura

E' andata a buon fine la sa-

lita in solitaria al Lago di

Pilato suoi monti Sibillini

al confine tra Marche ed

Umbria.

Page 7: New Edition | Perchè la fotografia deve comunicare ... filedi rifugi per pastori. Rimango stupito, siamo a 1788 m sul livello del mare. Non è certamente il lago più grande del mondo

terno della suggestiva gola, mi fermo per ri-

posarmi e sorseggiare una piacevolissima

tazza di tè caldo in contemplazione della

quiete. La sveglia suona violenta alle ore

03:00, la mattina del 26 ottobre 2009. La sera

prima avevo preparato tutto, caricato le batte-

rie, pulito la fotocamera, fatto la spunta della

lista di tutto il necessario: carta topografica,

bussola, curvimetro, impermeabile, cibi ener-

getici e bevande calde, tutto il necessario ed

oltre, avevo perfino preparato le catene per

l’automobile anche se le previsioni meteo,

monitorate giornalmente da una settimana, da-

vano sereno su tutta l’area dei Sibillini. Sem-

bravo deciso, sicuro, impavido. Eppure

quando è suonata la sveglia una forte indeci-

sione si insinuò in me: E se mi succedesse

qualcosa? Da solo… Avevo valutato il per-

corso più volte, potevo farcela, la pendenza

non era elevata e l’altitudine limitata, appena

1941 m sul livello del mare, la temperatura a

zero gradi era prevista a quote oltre i tremila,

sarebbe stata una giornata splendida. Ma se

qualcosa fosse andato storto? Perché avevo

deciso di andare da solo? Perché non potevo

aspettare? Per dimostrare qualcosa agli altri?

Per dimostrare qualcosa a me stesso? No,

semplicemente per fare qualcosa… Era arri-

vato il momento di autospronarmi. Ero io

stesso che dovevo trovare delle motivazioni,

dovevo motivarmi. Intanto erano già le 03:30.

Ero ancora nel letto, al caldo, sotto le coperte

ed avevo perso 30 minuti della mia escur-

sione. Ero in ritardo rispetto alla tabella di

marcia. La motivazione era questa: O vai ora

o non si sa quando potrai andare? Una sorta

del detto chi ha tempo non aspetti tempo. Mi

alzai di colpo e mi vestii in fretta, non feci ne-

anche colazione. Si dice che Il Lago di Pilato

sia la porta dell’inferno, l’uscio che conduce

alla corte del principe delle tenebre, il diavolo.

Ma io dovevo combattere il demone dell’in-

decisione subito. L’attrito delle ruote sul-

l’asfalto produceva un suono che, circondato

dal più profondo silenzio della notte, risultava

ipnotico. L’auto viaggiava in autostrada anche

se per un breve tratto. Da Roma una volta im-

boccata la A1 si esce subito in direzione Fiano

7

Salita in solitaria al Lago di Pilato - Parco Naturale Nazionale dei Monti Sibillini - Marche - Ottobre 2009Fotografia di Daniele Maura - Canon EOS 20D - EF 17-40 f/4 L USM

LAGO DI PILATO

di Daniele Maura

Page 8: New Edition | Perchè la fotografia deve comunicare ... filedi rifugi per pastori. Rimango stupito, siamo a 1788 m sul livello del mare. Non è certamente il lago più grande del mondo

Romano e si prosegue sulla Salaria. Partito da

Roma alle 04:30 del mattino dal finestrino

della mia Fiesta salutai l’alba che da dietro i

monti levava il suo bagliore dipingendone le

sagome di un celeste chiaro conferendo al-

l’aria una temperatura ancora più fredda di

quella reale. Tutto il viaggio prosegui a zig-

zag tra paesi di montagna e gole suggestive ar-

rivando a Foce, una piccola frazione del

comune di Montemonaco in provincia di

Ascoli Piceno, alle ore 08:45 del mattino.

Zaino in spalla e si parte per la salita. Imme-

diatamente sento i polpacci infuocati per via

del terreno molto instabile, i grossi sassi sci-

volano via sotto gli scarponi rendendo la per-

correnza molto faticosa anche se all’inizio la

pendenza è minima. Subito dopo però sale ra-

pidamente all’interno di un bosco nel quale il

tasso di umidità è altissimo ed anche se siamo

a fine ottobre e a mille metri di quota sul li-

vello del mare devo procedere in t-shirt per

non sudare troppo. La pendenza è molto ripida

8

Lago di Pilato - Bacino Nord (uno dei due che compongono il lago) - Parco Naturale Nazionale dei Monti Sibillini - Marche - Ottobre 2009Fotografia di Daniele Maura - Canon EOS 20D - EF 17-40 f/4 L USM

LAGO DI PILATO

di Daniele Maura

« Essendo volgata la fama di detto lago (...), che quivi

soggiornano i diavoli e danno risposta a chi li interroga,

si mossero già alquanto tempo (...) alcuni uomini di

lontano paese et vennero a questi luoghi per consacrare

libri scellerati e malvagi al diavolo, per poter ottenere

alcuni suoi biasimevoli desideri, cioè di ricchezze, di

onori, di amenosi piaceri et simili cose »

Page 9: New Edition | Perchè la fotografia deve comunicare ... filedi rifugi per pastori. Rimango stupito, siamo a 1788 m sul livello del mare. Non è certamente il lago più grande del mondo

in questo tratto ed il terreno è reso scivoloso

sia dal terreno friabile che porta via i sassi più

grandi, sia dal tappeto di foglie autunnali che

rendo il fondo viscido. Salire a quota 1500 è

stato davvero faticosissimo considerando

anche il fatto che non sono un trekker abituale.

Procedo in ogni caso verso sud, alla mia sini-

stra si trova la Cresta Nord che culmina sulla

vetta del monte Vettore a 2476 m s.l.m., sa-

rebbe sicuramente stato più facile procedere

da sud verso nord partendo da Forca di Presta

fino al rifugio Tito Zilioli e poi scendere verso

il lago, restando sempre nel versante marchi-

giano, oppure sarebbe stato ancora più age-

vole salire dal versante umbro partendo da

ovest, da Forca Viola per procedere in dire-

zione sud-est e poi sud. Lo scorcio più sugge-

stivo per fotografare il Lago si dovrebbe avere

salendo da Sud, da Forca di Presta. Io ho

scelto il sentiero più difficile e probabilmente

anche quello che si presta meno alla panora-

mica del lago, eppure studiai il percorso più

volte, tanto che non usai per nulla la carta per

arrivare al lago, tuttavia devo aver calcolato

male le pendenze. Tutte le fatiche però ven-

nero ripagate dall’immensa quiete, nemmeno

il vento osava far suonare le foglie degli alberi

che ormai secche si lasciavano cadere a terra,

eppure uno scroscio costante accompagnava

in lontananza la mia salita, me ne resi conto

solo quando, giunto ormai appena fuori dal

boschetto, mi appoggia ad un grosso sasso per

riposarmi, allora udii chiaramente il suono

provenire da lontano e se pure debole, in quel

silenzio sembrava un frastuono generato da

un’enorme cascata d’acqua. Rimasi stupito

nello scoprire che li ci fosse un fiume, ma

quando arrivai a quel masso, dal quale sgor-

gava acqua, rimasi ancora pi stupito nello sco-

prire che si trattava di un piccolo ruscello,

eppure il suo rumore era così forte da sem-

brare un torrente tumultuoso, tanto era il si-

lenzio che avvolgeva quella gola. Salire in

solitaria al Lago di Pilato non è certo un’im-

presa pionieristica, si tratta di una passeggiata

un po’ impegnativa e nulla di più. Tuttavia le

precauzioni da prendere sono le stesse delle

grandi spedizioni, preparazione fisica, buon

9

Salita in solitaria al Lago di Pilato - Parco Naturale Nazionale dei Monti Sibillini - Marche - Ottobre 2009Fotografia di Daniele Maura - Canon EOS 20D - EF 17-40 f/4 L USM

LAGO DI PILATO

di Daniele Maura

Page 10: New Edition | Perchè la fotografia deve comunicare ... filedi rifugi per pastori. Rimango stupito, siamo a 1788 m sul livello del mare. Non è certamente il lago più grande del mondo

senso di orientamento, indumenti giusti, e so-

prattutto consultare le previsioni meteo e saper

interpretare i segni naturali senza spingersi

mai oltre i propri limiti. La “passeggiata” al

Lago di Pilato è resa particolarmente sugge-

stiva, ancor più se fatta in solitaria, dalle nu-

merosissime leggende che avvolgono queste

montagne. Si narra infatti che il corpo di Pon-

zio Pilato sia precipitato nel lago con i due

buoi che lo trasportavano. Da questa leggenda

popolare di epoca romana prende il nome il

piccolo bacino. In epoca medioevale però, con

l’avvento spregiudicato delle superstizioni e

le paure legate alla religione Cristiana in Ita-

lia, questo luogo venne associato al maligno,

al diavolo, il principe delle tenebre. Il lago co-

stituirebbe infatti la porta d’accesso agli inferi

e qui si sarebbero riuniti nei secoli passati stre-

ghe, negromanti e satanisti che, consacrando

al demonio libri “innominabili” avrebbero

avuto un contatto diretto con esso. Alcuni sa-

tanisti sarebbero stati anche dei frati che una

volta scoperti mentre adoravano il demonio in

questo luogo, sarebbero stati uccisi, ed una

volta tagliato a pezzi il loro corpo, ne furono

gettate le parti nel lago. A darci notizia di que-

ste storie sono alcuni esploratori e descrittori

dell’epoca come Leonardo degli Alberti in-

torno al 1557 d.C. o come, prima di lui un

certo Antoine de la Sale in uno dei suoi testi

del 1421 d.C. circa “Il paradiso della Regina

Sibilla” dove da quello che scrive sembra che

questo paradiso sia in realtà un luogo infestato

dai demoni.

« essendo volgata la fama di detto lago (...),

che quivi soggiornano i diavoli e danno rispo-

sta a chi li interroga, si mossero già alquanto

tempo (...) alcuni uomini di lontano paese et

vennero a questi luoghi per consacrare libri

scellerati e malvagi al diavolo, per poter otte-

nere alcuni suoi biasimevoli desideri, cioè di

ricchezze, di onori, di amenosi piaceri et si-

mili cose »

(Leandro Degli Alberti, Descrittione di tutta

Italia, 1557)

« ...se vi scopre qualcuno è male accolto (...)

10

Salita in solitaria al Lago di Pilato - Parco Naturale Nazionale dei Monti Sibillini - Marche - Ottobre 2009Fotografia di Daniele Maura - Canon EOS 20D - EF 17-40 f/4 L USM

LAGO DI PILATO

di Daniele Maura

Page 11: New Edition | Perchè la fotografia deve comunicare ... filedi rifugi per pastori. Rimango stupito, siamo a 1788 m sul livello del mare. Non è certamente il lago più grande del mondo

11

LAGO DI PILATO

di Daniele Maura

Page 12: New Edition | Perchè la fotografia deve comunicare ... filedi rifugi per pastori. Rimango stupito, siamo a 1788 m sul livello del mare. Non è certamente il lago più grande del mondo

Non è molto che ci sorpresero due uomini,

uno dei quali era un prete. Questo prete fu

condotto a Norza e là martirizzato e bruciato;

l'altro fu tagliato a pezzi e gettato nel lago da

quelli che l'avevano preso »

(Antoine De la Sale, Il Paradiso della Regina

Sibilla, 1421)

« Dicebat enim inter montes isti civitati pro-

ximos esse lacum ab antiquis daemonibus

consecratum et ab ipsi sensibiliter inhabitatum

»

(P. Bersuire, secolo XIV)

Le antiche leggende che avvolsero questi luo-

ghi a partire dal XIII secolo, furono così forti

e radicate nella società dell’epoca, tanto da

spingere le autorità religiose a proibirne l’ac-

cesso. Sui camminamenti che conducono al

lago venne piazzata una forca come monito ed

intorno al lago eretto un muro per impedirne

l’accesso. In realtà il Lago di Pilato non è

l’unico luogo ad essere avvolto da queste an-

tiche superstizioni ma è tutta l’area dei Sibil-

lini ad essere leggendaria, tanto da prendere il

nome dalla famigerata Grotta delle Fate o

Grotta della Sibilla, una figura mitologica che

avrebbe abitato in epoche remote l’omonima

montagna. Nel comune di Montemonaco è

presente anche un piccolo museo denominato

appunto “Museo della Grotta” riferendosi ap-

punto alla grotta leggendaria sul monte Si-

billa. Nel museo è conservata una pietra

enigmatica detta “La Gran Pietra”, per via dei

strani simboli che vi sarebbero incisi sopra. A

rendere la pietra ancor più misteriosa è il

luogo del suo ritrovamento in prossimità del

Lago di Pilato. Dietro al monte Sibilla, che

crea una dorsale da Nord-Est a Sud-Ovest,

dalla parte del versante Nord, si trovano le bel-

lissime Gole dell’Infernaccio, un canyon na-

turale formato dal fiume Tenna. Al di là di

tutte le leggende però vi è un problema im-

menso che rende necessario lo studio di que-

sti laghi glaciali. La fotografia è un ottimo

mezzo per documentarne il livello negli anni.

In modo particolare per il Lago di Pilato dove

vive un piccolissimo crostaceo, il Chirocefalo

del Marchesoni della grandezza di appena 12

mm. Questa particolare specie è stata indivi-

duata solo ed esclusivamente in questo gla-

ciale lago appenninico. Il lago non ha

immissari visibili ma delle cavità nel suo ba-

cino suggeriscono la possibilità che attinga

alle stesse sorgenti del fiume Aso che segna il

confine tra le due provincie di Ascoli Piceno

e Fermo. In ogni caso gran parte delle acque

provengono dalle nevi invernali sempre meno

abbondanti. Il problema dei ghiacciai e quindi

dell’acqua è un problema serio. Nell’Italia

Centrale si trova il più meridionale ghiacciaio

d’Europa, il ghiacciaio del Calderone, nel

massiccio montuoso del Gran Sasso, che ot-

tenne questo primato solo nel XX secolo dopo

l’estinzione del ghiacciaio Corral del Veleta in

Spagna sulla Sierra Nevada. Il ghiacciaio del

Calderone si sta sciogliendo, dai 7,5 ettari di

superficie nel 1916 è passato ai 4,5 alla fine

del ‘900. Anche se a seconda del clima il

ghiacciaio in alcuni anni sembrò recuperare

vigore il problema è mondiale e nel caso spe-

cifico dell’Italia stanno subendo la stessa sorte

anche ghiacciai più noti e visibili come quelli

Alpini. Anche il Lago di Pilato, essendo come

quello della Duchessa un lago prevalente-

mente glaciale, rischia di scomparire e con la

scomparsa dei laghi glaciali alpini e dei ghiac-

ciai si prospetta all’orizzonte una nuova

guerra globale, la guerra per l’acqua.

12

LAGO DI PILATO

di Daniele Maura