NèuraMagazine#9

30
Nèura Magazine Nuovi mo[n]di d’arte Nèurastenie Appuntamen dal 29 novembre al 5 dicembre: #cioccolato “Fiato d’arsta” MILANO_Il ritorno di Fluxus| Un mare di ceramica allo Spazio Nibe Eunomia MILANO_Sta Generali dei Professionis del Patrimonio Culturale| SAVONA_La Galleria Conarte chiude Logo ©Cristiano Baricelli 29 novembre - 5 dicembre 2012 Non È Una Rivista d’Arte Numero 9 In copertina: Marc Quinn, Love Painting (2009)

description

Non è una rivista d'arte - Nuovi mo[n]di d'arte

Transcript of NèuraMagazine#9

Page 1: NèuraMagazine#9

Nèura Magazine

Nuovi mo[n]di d’arte

Nèurastenie

Appuntamenti dal 29 novembre al 5 dicembre: #cioccolato

“Fiato d’artista”

MILANO_Il ritorno di Fluxus| Un mare di ceramica allo Spazio Nibe

Eunomia

MILANO_Stati Generali dei Professionisti del Patrimonio Culturale| SAVONA_La Galleria Conarte chiude

Logo ©Cristiano Baricelli

29 novembre -5 dicembre 2012

Non È Una Rivista d’Arte

Numero 9

In copertina: Marc Quinn, Love Painting (2009)

Page 2: NèuraMagazine#9

©Nèura Magazine 2012. Nèura Magazine è uno spazio culturale di prospettiva. La redazione è composta da Anna Castellari, Silvia Colombo, Sonia Cosco e Roberto Rizzente.

Nessuna parte o contenuto di questa pubblicazione può essere du-plicata, riprodotta, trasmessa, alterata o archiviata in alcun modo senza preventiva autorizzazione degli autori. I contenuti di questa pubblicazione non hanno carattere periodico e non rappresentano prodotto editoriale ex L.62/2001.

Logo ©Cristiano Baricelli, Ictus, 2005.

Per contatti, scrivi: [email protected]

Page 3: NèuraMagazine#9

3

Nèura Magazine - 29 novembre 2012

EditorialeNuovi mo[n]di d’arte

Vi siete mai chiesti se lanciare proposte corrisponde, in automatico, all’ingresso in un contesto nuovo, segnato da un orizzonte diverso? Sembrerebbe di no, ma almeno è un tentativo di spingersi verso

qualcosa di inesplorato. Sì, avete capito bene, inauguriamo l’editoriale di questa settimana

con un quesito aperto, diamo il via all’intro di un numero dedicato ai Nuovi mo[n]di d’arte con un punto interrogativo. E (perché non siamo mai contenti) eccone, subito a seguire, un al-

tro: quali sono le modalità, creative e istituzionali, possibili in un momento delicato e difficile come quello presente: alcuni ceramisti riescono a far arrivare il mare a Milano, insieme a un’ondata di colo-re e luminosità che irrompe nel grigiore autunnale, mentre altri de-cidono di costituirsi in una cooperativa per fronteggiare la chiusu-ra di un’importante galleria – nel caso specifico, Conarte di Savona. Il milanese Spazio Oberdan decide di essere più nostalgico, rievo-

cando l’indiscutibile innovazione di Fluxus, in una serata che parla di Maciunas e Yoko Ono. Infine, insieme a tante parole, per fortu-na arriva anche qualche proposito dagli Stati Generali dei Profes-sionisti del Patrimonio Culturale, la prima convention del MAB (Musei, Archivi, Biblioteche). Sentiamo che cosa hanno da dirci tutti loro. E poi sguazziamo in

un mare di #cioccolato, il tema delle Nèurastenie di questa setti-mana – film, musei e opere d’arte a tema. Dopo la lettura, sapremo anche noi trovare una risposta(?).

Buona settimana

La Nèuraredazione

Page 4: NèuraMagazine#9
Page 5: NèuraMagazine#9

Indice Numero 9

Editoriale Nuovi mo[n]di d’arte

Eunomia

Stati Generali dei Professionisti del Patrimonio Culturale: parole, soltanto parole?

Le gallerie chiudono? Avviamo una cooperativa di artisti

“Fiato d’artista”

Fluxus 1962-1970, o della realtà tout court

A Milano c’è il mare. Sogni, bisogni e desideri in ceramica nella città del cemento

Nèurastenie - #cioccolato

3

7

11

15

19

25

Page 6: NèuraMagazine#9
Page 7: NèuraMagazine#9

7

Nèura Magazine - 29 novembre 2012

Eunomia Stati Generali dei Professionisti del Patrimonio Culturale: parole, soltanto parole?

Silvia Colombo

Il 22 e il 23 novembre, a Milano, si sono aperte le danze dei primi Sta-ti Generali dei Professionisti del Patrimonio Culturale promossi dal MAB, l’associazione di Musei, Archivi e Biblioteche. Parole o fatti? La risposta ai lettori.

L’impressione, quando si partecipa a incontri istituzionali di grande risonanza, che pretendono di tirare le fila di problematiche spinose e complesse, è all’incirca la stessa: una grande quantità di parole. L’esordio degli Stati Generali dei Professionisti del Patrimonio Culturale, promossi dal MAB (Musei Archivi Biblioteche), tenu-tosi gli scorsi 22 e 23 novembre tra Palazzo Lombardia e sedi della cultura diffuse sul territorio di Milano, sembra in parte attestarsi – ahimè – sulla stessa linea.

Marc Quinn, Love Painting (2009)

Page 8: NèuraMagazine#9

8

Nuovi mo[n]di d’arte

Si è parlato di ottimismo, di come sia necessario coinvolgere i gio-vani nelle attività professionali di settore, senza tenere conto che, forse, una generazione di ‘junior’ preparati e pronti a intervenire già c’è ma, nella maggior parte dei casi, rimane fuori dai giochi.Si è detto che siamo in un periodo difficile: “c’è crisi, grossa crisi” –

un’affermazione che sembra entrata a far parte dello slang corrente, un po’ come “non esistono più le mezze stagioni”. Bene, c’è crisi, ma i propositi fattivi per fronteggiarla quali sono?Si è denunciata la necessità di introdurre la gratuità nei musei,

seguendo il virtuoso modello inglese, quando (solo per citare un esempio) nel 2004 Alessandra Mottola Molfino, all’interno del li-bro L’etica dei musei, si era già soffermata sull’argomento in maniera piuttosto esaustiva. A quasi dieci anni di distanza, niente è cambia-to, anzi, se ne riparla. Stesse frasi, medesime espressioni.Ancora, la digitalizzazione archivistica è stata definita “un processo

ormai inarrestabile”, quando sappiamo – se ci guardiamo onesta-mente negli occhi – che la realtà dei fatti è ben diversa: gli archivi, talvolta, hanno a disposizione scarse postazioni per la consultazio-ne, presentano indici incompleti, faldoni contenenti documenti malconci, fogli “affetti” da fenomeni di pitting e di degrado con-servativo. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, questo avviene a causa di un organico ridotto, con scarse risorse economiche, che non può farsi carico nemmeno delle mission primarie. La digitaliz-zazione, in un tale contesto, dove sta?Fortunatamente si distanzia da questo clima l’intervento di Danie-

le Lupo Jallà, rappresentante dell’Executive Council dell’ICOM, il quale si è soffermato sull’esigenza di riscrivere la Carta delle profes-sioni museali, approvata e firmata nel 2005. Un periodo che, sep-pur vicino a noi, per condizioni economico-sociali, tecnologiche, imminenza di un ricambio generazionale (con annessa trasmissione delle competenze), è profondamente diverso. Siamo in una lenta fase di transizione, l’istituto museale sta cambiando e noi, nono-stante tutte le difficoltà, dobbiamo essere capaci di recepire e rilan-ciare un accenno di mutamento. Di nuovo, si è rivelata piuttosto interessante una delle sessioni paral-

lele organizzata al Museo della Scienza e della Tecnologia, in tema di Risorse per la cultura: fiscalità, fund raising, parternariato pubbli-

Page 9: NèuraMagazine#9

9

Nèura Magazine - 29 novembre 2012

co-privato – relatori Vittorio Ponzani dell’AIB, Luigi Contegiacomo, Direttore dell’Archivio di Stato di Rovigo, e l’avvocato Marco Parini (Presidente di Italia Nostra e qui rappresentante di ICOM Italia).In sintesi, il dibattito dall’orizzonte più limitato, la chiarezza dei re-

latori e l’ambiente “ristretto” hanno favorito la messa in luce di alcune tematiche sensibili. Si è discusso del cambiamento connesso alla spon-sorship, che da un mero scambio di denaro e di visibilità del logo si sta trasformando in una collaborazione più serrata tra realtà di natura differente, interessate a produrre servizi e a lavorare unitariamente a un unico progetto. Si è affrontato il discorso delle difficoltà legali e fiscali incontrate da chi dovrebbe emettere erogazioni liberali, del-la situazione precaria in cui versano le amministrazioni pubbliche, strette tra il patto di stabilità e la spending review e della conseguente necessità di creare partenariati tra società pubbliche e private.Che qualcosa cambi, perlomeno nell’immediato, sembra poco

probabile, ma che qualcosa invece inizi a muoversi pare evidente. Che siano solo Parole parole… non lo sappiamo ancora dire con certezza. Ma ci auguriamo di no.

Milano, Piazza del Duomo

Page 10: NèuraMagazine#9

Informazioni Stati Generali dei Professionisti del Patrimonio Culturale. Archivi, biblioteche e musei: agenda per un futuro sostenibile.Milano, Palazzo Lombardia, 22-23 novembre 2012

sito web. www.mab-italia.org

Page 11: NèuraMagazine#9

11

Nèura Magazine - 29 novembre 2012

Le gallerie chiudono?Avviamo una cooperativa di artisti

Sonia Cosco

Conarte, la storica galleria d’arte contemporanea di Savona, si deve arrendere alla crisi, come purtroppo tante altre realtà in Italia. Forse, è giunto il momento di ripensare al rapporto tra arte, gallerista, fruitore e da Savona arriva una proposta.

Questa è la storia di una fine e di un inizio.Conarte, galleria d’arte contemporanea tra le più importanti di

Savona e provincia, chiude il 31 dicembre e ha messo all’incanto il magazzino.Triste passare da via Brignoni e notare l’aria dismessa dei locali che

per anni sono stati occupati dalle raffinatezze bronzee di Arnaldo Pomodoro o le inquietudini su tela di Emilio Scanavino. Sono sta-ti tanti gli artisti, noti o meno noti, ma sempre di altissimo livello, che hanno fatto sosta presso Conarte, che non era solo una galleria,

Savona, Galleria Conarte - Claudio Carrieri, Odalische e Osmunde (2010)

Page 12: NèuraMagazine#9

12

Nuovi mo[n]di d’arte

ma un luogo di relazioni, uno spazio di incontri, un propulsore di iniziative rivolte alla città. Conarte portava, anche grazie all’assidua collaborazione con l’amministrazione comunale, l’arte fuori dalle sue mura, in piazza, nelle strade. Curiosità, interesse, scetticismo. Qualsiasi fosse la nostra reazione di fronte alle gigantesse bronzee di Carin Grudda in piazza Sisto o la fauna pneumatica di Serge Van De Put che aveva colonizzato le strade del centro, l’importante era vivere l’esperienza dell’arte, quel contatto diretto, non mediato che educa al senso estetico, alla meraviglia, alla critica.Carmen Cona che ha gestito la galleria (tra cambi di sedi, nome

e proprietà fino all’acquisto da parte dell’imprenditore Giancarlo Bruzzone nel 2007) per trent’anni, è pronta a rimboccarsi le mani-che, perché la passione e la professionalità non devono chiudere e soprattutto possono trovare formule alternative per proporsi.«Fare il gallerista è la cosa più difficile al mondo» commenta con

un groppo alla gola, «abbiamo cercato di resistere fino alla fine, ma la crisi ha colpito anche noi».Cona ricorda il suo percorso, da adolescente ‘garzonetta’ affascina-

ta dalle cornici del negozio in cui lavorava, dal sogno di un’attività in proprio e l’avvio della sua attività come gallerista, fino al primo grande successo nel 2007 con la mostra di Arnaldo Pomodoro a cui hanno fatto seguito le personali di Mario Rossello, Emilio Palladini, Omar Galliani, Gaspare Gisone, Serge Van De Put, Sandro Loren-zini, Matthias Brandes, Claudio Carrieri, Davide Puma, Willy Ver-giner, Angelo Accardi, Crash Toys, Paolo Fresu, Claudio Malacarne, Carin Grudda. Ma il mercato dell’arte è terreno impervio. La crisi insabbia il pote-

re d’acquisto della classe media che, pur entro certi limiti, investiva in questo settore. Le vendite calano. I costi si gonfiano sempre più e si arriva alla decisione che si respirava già nell’aria, ma è stata con-fermata solo in questi giorni.Carmen Cona però non ha fatto passare troppo tempo dalla fine

di una storia all’inizio di un’altra, accogliendo con entusiasmo la proposta dell’artista Carlo Carrieri che vuole rappresentare un’al-ternativa alle gallerie private: creare una cooperativa di artisti.«Uno degli obiettivi della cooperativa è abbassare i prezzi, mante-

nendo alta la qualità» dichiara Carrieri, promotore del progetto,

Page 13: NèuraMagazine#9

13

Nèura Magazine - 29 novembre 2012

«che vuole essere una risposta per contrastare un mercato impoveri-to, che ha seguito troppo a lungo i criteri del liberismo». Gli stessi criteri che in altri tempi hanno permesso all’arte di svilupparsi, oggi tolgono ossigeno a tutti quegli artisti che non appartengono all’O-limpo degli eletti e sono sempre più isolati. Siamo nella fase di start up, ma esiste già un manifesto e gli in-

tenti che animano il progetto sono chiari: scegliere spazi espositivi pubblici, creare contatto diretto tra artista e collezionista, facilitare l’accesso ai materiali per la costruzione e promozione delle opere, abbassare i prezzi delle opere, per poter arrivare a maggiori fruitori. Insomma, unire le forze, collaborare per un progetto che vuole

essere più un segnale politico che estetico, verso un nuovo modo di fare e concepire l’arte.Conarte è solo una delle tante gallerie che scompaiono nel silen-

zio e lasciano sempre più vuote le nostre città. Da parte degli ope-ratori del settore, degli artisti e degli stessi galleristi è importante che si attivino delle riflessioni su possibili strategie per sviluppare anticorpi contro la recessione. Chissà che la cooperativa di artisti, non possa essere una di queste.

Savona, Galleria Conarte - Interni

Page 14: NèuraMagazine#9

InformazioniConarte - Galleria d’Arte

sito web. www.galleriaconarte.it

Page 15: NèuraMagazine#9

15

Nèura Magazine - 29 novembre 2012

Nella presente epoca, Fluxus rappresenta un paradosso e una provocazione insieme. Perché, nella sua relativamente breve parabola (il nome compare per la prima volta nel 1961, in occasione delle tre conferenze “Musica anti-qua et Nova” organizzate da George Maciunas), senza bisogno di tesauriz-zare le idee e quindi storicizzarsi, di volta in volta ignorando le tentazioni del mercato, ha saputo sopravvivere alle tristi profezie di “morte dell’arte”. Attraversando la storia senza farsene assorbire.

È il 23 novembre. A Milano, in una sala Oberdan piena all’inverosi-mile, Achille Bonito Oliva omaggia così un movimento essenziale alla nostra epoca, che ha ridisegnato le coordinate del fare arte. Per-ché questo, Fluxus, ha rappresentato: ha raccolto con “serena clep-tomania” il portato delle avanguardie storiche (dadaismo e futuri-smo in primis), ha rivendicato l’intrinseca artisticità dei gesti comu-ni, ha ridisegnato i confini tra l’estetico e l’etico, attraendo artisti di ogni ordine e grado, in nome del confronto e della coralità.Ci sono film per tutti i gusti, nella Fluxus Film Anthology 1962-

70 (37 i titoli), presentata dalla Fondazione Mudima. Zen for film di Nam June Paik (1962-1964), il padre della video-art, è uno

Fluxus 1962-1970, o della realtà tout court

Roberto Rizzente

Pieter Vanderbeck, Five o’clock in the morning (1966)

Page 16: NèuraMagazine#9

16

Nuovi mo[n]di d’arte

schermo bianco alla Guy Debord (cfr. Hurlements en faveur de Sade del 1952), punteggiato di rumori d’ambiente. Sullo stessa li-nea Blink di John Cavanaugh (1966), imprimendo un movimento accelerato allo schermo. Più complessa la struttura imbastita da Ge-orge Brecht in Entrance to Exit (1965), con la segnaletica annun-ciata dal titolo ad aprire e chiudere la visione, spalancata sul nulla.Indulge all’astratto 9 minutes di James Riddle (1966), con la sua

numerazione progressiva, scandita ossessivamente in sala dal ma-gistrale accompagnamento di Benjamin Patterson e Hans W.Koch. E prossimo alla opti-cal art sembra Artype di Geor-ge Maciunas (1966), con quella fantasia, blasonatissima, di cerchi concentrici, alla Gottlieb. Come pure, ascrivibile al genere, è Five o’clock in the morning di Pieter Vanderbeck (1966), costruito a partire dalla disposizione geo-metrizzante di oggetti naturali su fondo neutro.Dedicati al problema del lin-

guaggio, Sears Catalogue 1-3, Dots 1&2, Wirst Trick, Unrolling Event e Word Movie di Paul Sharits, composti tra il ’65 e il ’66, documen-tano l’anima più concettuale di Fluxus, avendo chiari e inoppugna-bili punti di contatto col cinema strutturalista. Condividendo in parte l’avversione di Peter Gidal per la finzione, dalla quale neppure il cinema cosiddetto impegnato riesce a liberarsi, queste opere per-seguono, nell’azzeramento di ogni volontà narrativa e l’ostentazione della “macchina filmica”, una chiara finalità politica, contro la spet-tacolarizzazione in atto. Radicate nella realtà sono invece le bocche di Dick Higgins (In-

vocation of Canyons and Boulders (for Stan Brakage), 1966) e Mieko Shiomi (Disappearing Music for Face, 1966), o l’occhio, con memo-ria buñueliana, di Yoko Ono (Eye Blink, 1966). Il richiamo a quan-to, negli stessi anni, stava facendo la Factory di Andy Warhol è evi-dente. Si pensi solo all’irresistibile parata di sederi in Four (1967), di

Fluxus Anthology 1962-1970

Page 17: NèuraMagazine#9

17

Nèura Magazine - 29 novembre 2012

Yoko Ono, o le gambe nude e la vagina a tutto campo in Trace#22 #23 (1965) di Ro-bert Watts, con tanto di si-mulazione fallica. Orientate all’happening

vero e proprio – di cui Flu-xus è stato inventore, oltre che mentore - sono invece

le azioni di Ben Vautier, che, con un’estetica da cinema Lu-

mière, mantenendo la telecamera fissa, di volta in volta attraver-sa il porto di Nizza a nuoto (La Traversée du port de Nice à la nage, 1963), solleva un mobile, calcolando il tempo dello sforzo fisico (Faire un effort, 1969), o siede in piazza, attirando le reazioni stupi-te della gente (Regardez-moi, cela suffit, 1962), in una fusione com-pleta, ormai irreprensibile, tra arte e vita.Ma le opere che meglio sinte-

tizzano lo spirito di Fluxus sono Smoking (1966) di Joe Jones, con il rallenty mirabile del fumo di una sigaretta, attirando i colpi di tos-se divertiti del pubblico in sala, e Shout 2 (1966) di Jeff Perkins, che doppia in diretta l’assurdo vo-ciferare di due uomini con richia-mi di uccelli. L’atto creativo, di per sé banale, irrompe in sala, nel flus-so della vita quotidiana. La comu-nicazione si fa bidirezionale, acefa-la e libertaria. E, a ben pensare, an-che questo è un atto di rifondazio-ne politica. Come sognava Maciunas.

Jeff Perkins, Shout2 (1966)

Yoko Ono, Four (1967)

Page 18: NèuraMagazine#9

Informazioni

Fluxussito web. www.fluxus.org

Page 19: NèuraMagazine#9

19

Nèura Magazine - 29 novembre 2012

A Milano c’è il mare. Sogni, bisogni e desideri in ceramica nella città del cemento

Anna Castellari

Stanchi della vita metropolitana? Voglia di mare in mezzo al grigiore della città lombarda? Allora andate allo Spazio Nibe, dove la cerami-ca artistica è di casa. Vi si aprirà un mondo. E scoprirete, tra una barca a vela e un pesce palla, che anche a Milano può esserci il mare!

Page 20: NèuraMagazine#9

20

Nuovi mo[n]di d’arte

Si apre come una piccola oasi in mezzo alle auto e al rumore del-la città, lo Spazio Nibe. La gallerista, Gabriella Sacchi, lo tiene aperto ormai da dieci anni. E organizza corsi di ceramica artistica da prima, ormai dal 1981. Non solo: nello spazio si tengono an-che mostre dedicate agli artisti storici della ceramica, dagli anni cinquanta in poi. Il tocco della sua titolare è davvero inconfondibile: nel minusco-

lo spazio, infatti, c’è un retrobottega ricolmo delle sue opere. Sono “fogli” in ceramica cosparsi di parole, lettere, fraseggi. L’autrice ha lavorato da sempre con questi materiali. In passato è stata docente di educazione artistica e ha contribuito insieme a Bruno Munari alla stesura di un libro di didattica per gli allievi.

Cinzia Ronchi, Creti

Page 21: NèuraMagazine#9

21

Nèura Magazine - 29 novembre 2012

Oggi, entrando in que-sto luogo, si ha la sensazio-ne di essere altrove, come un’isola di pace e di bellez-za nel caos cittadino. Pur essendo molto piccolo, lo spazio raccoglie spesso mostre collettive, e la sua curatrice riesce a valorizza-re ognuno degli artisti. Di-vertenti e ironiche sono le opere presentate. Questa volta, oltre alle

barche a vela scolpite dal-le mani di Gabriella, a rap-presentare un “mare dei migranti, il mare che da un po’ di anni, anche quando siamo in vacanza, ci parla di una realtà in continuo cambiamento”1, e intitolate Dove stiamo andando, ci sono le opere di altri sei artisti. Inaugurata il 22 novembre, l’esposizione A Mila-no c’è il mare è davvero variegata. Ognuno di questi lavori, a modo proprio, è contraddistinto da una cifra molto precisa: la leggerezza, una certa naïveté e una volontà di esprimere in maniera mai banale “l’amore di molti di noi per il mare, la nostalgia che, a vacanze ter-minate, si accende e ci fa pensare alla prossima occasione di trasfe-rimento marino, la ricerca artistica intorno al tema dell’acqua, de-gli organismi minerali, vegetali, animali che in essa dimorano...”2.Colpisce Cinzia Ronchi, artista che ripensa alle vacanze con la sua

Rimini e un campo di bocce costruito in miniatura, pieno di una sabbia bianca e palle di ceramica. È un mare pieno di ricordi, di amicizie, quello delle nostre infanzie, dei primi amori e dei nonni che passano le ore a giocare a bocce.

1 Gabriella Sacchi nella presentazione della mostra.2 Ibidem.

Enrica Campi e Massimo Voghera, Pinocchio e Bagnante

Page 22: NèuraMagazine#9

22

Nuovi mo[n]di d’arte

Vicino a un mondo infantile è anche il lavoro di Tonino Negri, che riporta con le sue creature marine a un mondo fatto di favole, a Pinocchio e alla balena che lo inghiottì, a un Pesce palla. Duran-te la vernice, i partecipanti sono stati invitati a giocare con le ope-re facendosi fotografare, interagendo giocosamente con l’arte e con i messaggi dati dagli artisti.Anche i lavori di Karin Putsch-Grassi sono molto particolari, rea-

lizzati con la tecnica raku – che crea effetti sempre diversi. Karin de-clina i suoi lavori in modi vari, come pesci della stessa forma lavorati

Gabriella Sacchi, Dove stiamo andando

Page 23: NèuraMagazine#9

23

Nèura Magazine - 29 novembre 2012

differentemente. Nella sua vita, scrive Gabriella Sacchi nella pre-sentazione, l’arti-sta ha creato “in-teri branchi di pesci”, ispirata dal fascino degli ani-mali quali gran-chi, polipi, delfi-ni. Margrieta Jelte-

ma, da parte sua, sembra rappresen-tare invece le sue opere – come taz-ze e piatti – quasi fossero “immobi-lizzate” nel tem-po, in una specie di schiuma mari-

na. Come L’écume des jours (la schiuma dei giorni), che ha lo stesso titolo di un visionario romanzo di Boris Vian. Infine, i lavori di Enrica Campi e Massimo Voghera ricordano

mini scenografie per spettacoli teatrali, con personaggi colorati re-alizzati anche con materiali di recupero e scatole di latta, o pezzi di legno. Scenari marittimi, questi, allegri e scanzonati, di cui è faci-le immaginare le storie, ma che potrebbero fare da sfondo a storie d’autore.La mostra, che ha inaugurato il 22 novembre, rimarrà aperta fino

al 21 dicembre 2012.Accompagna l’esposizione un calendario con le fotografie degli ar-

tisti e delle loro opere, in vendita nello spazio.

Margrieta Jeltema, Il mare sotto il divano

Page 24: NèuraMagazine#9

Informazioni

A Milano c’è il mareSpazio Nibe, fino al 21 dicembre 2012

Orari. Lunedì-sabato dalle 15 alle 19 e al mattino su appuntamento.Chiuso il 7 e l’8 dicembre.

sito web. www.spazionibe.ite-mail. [email protected]. 02710621 - 02740676

Page 25: NèuraMagazine#9

25

Nèura Magazine - 29 novembre 2012

Nèurastenie - #cioccolato

Silvia Colombo

Il tema di questa settimana è un classico. È vero, calza a pennello con il Natale alle porte, ma è anche una dedica a tutti i peccatori di gola. Perciò, ecco cinque flash sul #cioccolato, per i golosi d’Italia, ma anche per gli amanti del viaggio.

#ItaliaSiamo pronti a iniziare il nostro itinerario da una città situata nel cuore dell’Italia, madrepatria dell’Eurochocolate, nonché sede di una delle storiche aziende di cioccolato: stiamo parlando di Perugia, dove si trova la Casa del cioccolato Perugina. Inau-

gurata nel 2007, in occasione del centenario della casa di produ-zione, essa racchiude una storia in bilico tra il passato della tradi-zione dolciaria e il presente imprenditoriale del marchio. A scelta, si può effettuare il percorso completo – il Museo storico, la fab-brica, la Scuola del Cioccolato e il gift shop – oppure una selezio-ne personalizzata.

Dove e quando

San Sisto (Perugia), Casa del cioccolato Perugina

Info e contatti

Orari. da lunedì a venerdì 9-13/ 14-17.30

sito web. www.perugina.itinfo. Per tutte le info che vi occorrono, contattate il numero telefonico: 075 5276796

Page 26: NèuraMagazine#9

26

Nuovi mo[n]di d’arte

#SvizzeraParlare di cioccolato e non menziona-re la Svizzera sarebbe un paradosso im-perdonabile. Perciò ecco il Museo del cioccolato del marchio Alprose, non lontano da Lugano. All’interno dell’e-dificio viene presentato un percorso espositivo-didattico che delinea la sto-

ria del dolciume, dalle origini a oggi, racconta le diverse fasi produtti-ve e conduce infine nello spaccio aziendale, cui attingere a piene mani e dare sfogo alla propria golosità. Nei giorni feriali si può inoltre effettua-re la visita negli spazi della fabbrica e la degustazione, of course, è inclusa.Infine, se i più piccoli vorranno cimentarsi nell’impresa, potrete iscriverli a un corso organizzato nel Choco Studio.

#BelgioAltra tappa imprescindibile del nostro dolcissimo viaggio è il Belgio, con il suo Museo del Cacao e del Cioccolato. Aperto nel 2005 all’interno di un grazio-so stabile di fine Seicento situato nel centro storico di Bruxelles, il museo offre un percorso a ritroso nella

storia del cioccolato, ma anche un’iniziativa molto particolare. Pre-sentatevi alle 9.30, puntuali, e potrete fare colazione a base di tè, caffè, cioccolata e croissant; al termine, prenderete parte a una visita guida-ta condita da una dimostrazione a opera di un maître chocolatier. An-che in questo caso la degustazione è, ovviamente, inclusa nella visita.

Dove e quando

Caslano-Lugano, Chocolat Alprose spa

Info e contatti

Orari. da lunedì a venerdì 9-17.30 | sabato e domenica 9-16.30Ingresso. 2.50 euro intero | 1 euro ridottosito web. www.alprose.ch email. [email protected]

Page 27: NèuraMagazine#9

27

Nèura Magazine - 29 novembre 2012

#GermaniaSì, per chi non lo sapesse, l’artista Dieter Roth (1930-1998), già negli anni sessanta – in barba a tutti gli scultori odierni – si dedicò alla realizzazione di opere d’arte in cioccolato. Alcune di esse, oggi, si trovano ad Amburgo, dove ha sede la Diether Roth Foundation, luogo in cui si conservano suoi documenti d’archivio e opere. Il tour che possiamo ef-fettuare è anche e soprattutto virtuale, diret-

tamente dal sito web, poiché una parte del museo è stata chiusa al pubblico nel 2004. Così, all’interno della Chocolate kitchen è possibile vedere alcune realizzazioni (busti in cioccolato), risulta-to della fusione a bagnomaria di tavolette al latte, fondenti o bian-che, in seguito lavorate con stampi in silicone.

Info e contatti

Orari. da martedì a domenica 10-16.30 | chiuso il lunedìIngresso. 5.50 euro intero | 4.50 ridotto | 3.50 bambini | (con colazione e degustazio-ne incluse) 15 euro adulti | 10 euro bam-binisito web. www.mucc.beemail. [email protected]

Dove e quando

Bruxelles, Museo del Cacao e del Cioccolato

Dove e quando

Amburgo, Dieter Roth Foundation

Info e contatti

Orari. solo su appuntamentoIngresso. visite guidate di 2 ore e mezzo circa per gruppi di 1-3 persone: 100 euro | 4-10 persone 150 euro | 11-20 persone 250 euro | giovani, studenti e pensionati: 10 euro a persona (minimo 10 persone)sito web. www.dieter-roth-foundation.comemail. [email protected]

Page 28: NèuraMagazine#9

28

Nuovi mo[n]di d’arte

#fuoritemaFuori tema solo perché è qualcosa che non si può visitare ma – tranquilli – c’è sem-pre. È sufficiente prendere un dvd, inserir-lo nel lettore, e far partire la storia. Con-siglio scontato, certamente, ma quanto di più classico ci possa essere legato all’argo-mento. Sto parlando del film La fabbrica

di cioccolato, in versione rigorosamente Tim Burton, però. Il lun-gometraggio del 2005 attinge a un immaginario sublime e al con-tempo decadente, secondo la poetica del regista che ha dato vita a mondi cinematografici indelebili, da Batman alla Sposa cadavere, da Alice a Edward mani di forbice. Si consiglia la visione con una dose di cioccolato a portata di mano, mentre si canticchiano i versi pun-genti degli Umpa Lumpa.

Info e contatti

Durata. 105 minutiCasa di produzione. WarnerCosto. in formato dvd 10/12 euro circainfo. www.imbd.com

Dove e quando

La fabbrica di cioccolato, regia di Tim Burton anno: 2005

Page 29: NèuraMagazine#9
Page 30: NèuraMagazine#9

©Nèura Magazine 2012Logo ©Cristiano Baricelli, Ictus, 2005.