Nero su Bianco - 3° Stormo - 4° Trimestre 2015
description
Transcript of Nero su Bianco - 3° Stormo - 4° Trimestre 2015
segue a pag. 4
L’OSPITE D’ONORE IL COMANDANTE DEL COMANDO AERONAUTI-CA MILITARE ROMA E GENERALE DEL RUOLO DELLE ARMI GENERALE DI SQUADRA GIUSEPPE LI CAUSI
S oddisfazione ed
emozione sono i
sentimenti che
pervadono il mio stato
d’animo nel momento
in cui mi rivolgo a tutti
Voi, uomini e donne del
3° Stormo, in qualità di
ospite d’onore di questo
numero. Due sentimenti
caratterizzati da una ra-
ra intensità, che toccano
le corde profonde della
mia esperienza profes-
sionale e privata. Innan-
zitutto perché la logisti-
ca è stata da sempre il
mio settore di impiego.
Infatti, completati gli
studi presso l’Accade-
mia Aeronautica, nel
1972 fui assegnato al 5°
Deposito Centrale di
Novara e da allora, con
incarichi diversi e re-
sponsabilità via via cre-
scenti, mi sono occupa-
to di logistica senza so-
luzione di continuità, sia
in periferia, sia a livello
centrale. In questo mo-
do ho appreso sul cam-
po quanto la logistica
fosse, al tempo stesso,
un’arte e una scienza,
oltre che un settore
strategico per la Forza
Armata; ho avuto la for-
tuna ed il privilegio di
essere testimone della
sua profonda evoluzio-
ne, della progressiva
presa di coscienza da
parte dei vertici della
nostra organizzazione
CRESCENDO ROSSINIANO LA PAGINA DEL DIRETTORE
P er dirla alla
maniera di
noi
“aeronautici”, salutia-
mo questo 2015 che è
letteralmente “volato”
e con il lancio del co-
siddetto n. 4, “Nero su
Bianco” arriva al suo
primo anno di vita.
Quale migliore occa-
sione allora per farmi
soffermare sulle tante,
tantissime immagini di
quest’anno che mi
scorrono veloci davan-segue a pag. 3
Pagina 2
Direttore editoriale: Col. Massimo CICERONE
Capo Redattore: T.Col. Fulvio FRANZINELLI
Redattori: T.Col. Carlo LEMMA Ten. Carmen ZAPPAVIGNA S.Ten. Daniele POLIMENO P.M. LGT Mauro TRULLI P.M. Lorenzo DI GIORGIO P.M. Stefano VITALE
In redazione: Gen. S.A. Alberto NOTARI Mons. Gian Paolo MANENTI Dottoressa Bianca BARBERA T.Col. Andrea ALTERIO Magg. Claudia MACCHI Cap. Michele CARNEVALE P.M. LGT Pietro BRUNI 1° ACS Alessandro MEROLA
Realizzazione Grafica e impaginazione: S.M.C. Giuseppe ROSSI
Nucleo Cinefototipografico: P.M. Nicolò W. BILEDDO P.M. Giuseppe ASCIERTO P.M. Antonio PERILLO M1 Vincenzo BIANCO M1 Gianfranco MANNATO M1 Gerardo PERNA M1 Stefano SAUTTO
Hanno collaborato: Cap. Riccardo ROTONDO P.M. LGT PierLuigi GIUSTINIANI
P.M. Vito ZANINI M1 Alessandro AIELLO
CRESCENDO ROSSINIANO DI MASSIMO CICERONE
Comandante il 3° Stormo
SOMMARIO
L’OSPITE D’ONORE IL COMANDANTE DEL COMANDO AERONAUTICA MILITARE ROMA E GENERALE DEL RUOLO DELLE ARMI - GENERALE DI SQUADRA GIUSEPPE LI CAUSI
“LA CONQUISTA DEL CASTELLO SCALIGERO” DELLA REDAZIONE
“QUESTIONE DI FEELING” DEL PRESIDENTE DEL CIRCOLO DEL TERZO - GENERALE DI SQUADRA AEREA ALBERTO NOTARI
“2016 - ANNO DELLA MISERICORDIA” DI GIAN PAOLO MANENTI
Cappellano Militare
ALT! - FARSI RICONOSCERE DI BIANCA BARBERA
Capo Sezione Personale Civile
UNA NUOVA AVVENTURA DI ANDREA ALTERIO
Presidente del CO.BA.R
NOTE ….. DI UN PECULIARE PENTAGRAMMA DI ….. CARATTERISTICHE DI CLAUDIA MACCHI
Consulente del Comandante per la condizione femminile
DEL MOTTO DELLA CALOTTA? ME NE FREGO! DI MICHELE CARNEVALE
Capo Calotta
NONNO CON LE STELLETTE DI PIETRO BRUNI
Presidente dei Sottufficiali
CYBER SECURITY: COS’E’ UN RANSOMWARE? DI ALESSANDRO MEROLA
Decano della Truppa
UMORISMO E SATIRA DI LORENZO RUBINO
L’ALMANACCO DELL’UFFICIO COMANDO
Pag. 1
Pag. 1
Pag. 6
Pag. 7
Pag. 9
Pag. 11
Pag. 13
Pag. 15
Pag. 17
Pag. 20
Pag. 22
Pag. 25
Pag. 26
Pagina 3
-
ti agli occhi e che sintetizzerei in
un “crescendo rossiniano”. La
famosa tecnica musicale, il
cui massimo utilizzatore è
stato il grande Gioacchino
Rossini, che consiste nel
ripetere alcune battute da
parte dell’orchestra, nella
quale tutte le sezioni di
strumenti entrano gradual-
mente, e nel contempo
eseguono un “crescendo” dina-
mico, accompagnato spesso da
accelerazioni sempre più alte.
Ecco che per analogia, il 3° Stor-
mo, con i suoi uomini e donne,
militari e civili, si è trasformato in
una bella orchestra sinfonica, in
cui lo spartito è stato rappresen-
tato dagli eventi, che si sono sus-
seguiti, in questo 2015 intenso e
particolare, per gli scenari e gli
accadimenti nazionali ed interna-
zionali. Proprio come nel campo
musicale, abbiamo affinato la
tecnica di operare, tanto che le
Autorità di Vertice che ci hanno
onorato della loro presenza, han-
no particolarmente apprezzato la
capacità di
“immediatezza d’inter-
vento” delle nostre
unità in operazioni (Deployable
JFAC, la gestione dei casi di ebo-
la, i nuovi teatri operativi in me-
dio oriente, l’Afghanistan, etc.),
nei grandi eventi (la sfilata del 2
giugno, il 55° Anniversario della
Pattuglia Acrobatica Nazionale,
etc.), come nelle esercitazioni -
la GRIFONE (SAR), la MART
(Aicraft Recovery), la Toxic Trip
(Air CRBN), la Trident Juncture
(Operazioni Aeree Combinate),
la Dama di Picche (gestione di
crisi), tutte le esercitazioni con le
forze speciali nazionali, etc.), so-
no solo le punte di un iceberg le
cui dimensioni sono davvero im-
ponenti, per noi parlano i numeri
e le cose realizzate. Abbiamo ar-
monizzato ulteriormente i rap-
porti con le Autorità locali,
rafforzando quei sentimenti di
stima e rispetto che tra Organi
Istituzionale permette poi lo svi-
luppo di sinergie che portano a
risultati bellissimi come il 4 no-
vembre, in cui lo Stormo ha
avuto l’onore di essere
ospitato, per una mostra
statica di tutte le sue po-
tenzialità, nella prestigiosa
sede del Castello Scaligero
di Villafranca. Per dare rit-
mo a questa sinfonia, ab-
biamo anche cercato il sup-
porto dei nostri “veterani”, in
primis del Signor Generale di
Squadra Aerea, già Capo di Stato
Maggiore dell’Aeronautica Mili-
tare, Basilio COTTONE, che ci ha
onorato della Sua presenza in
numerose occasioni e che ci do-
na sempre preziosi e sempre
puntali consigli che vi anticipo
sarà il nostro prossimo “Ospite
d’Onore” nel primo numero del
2016. Il 3° Stormo ha dunque
assunto una fisionomia di orche-
stra che ha saputo accordare gli
strumenti, ha saputo suonare
all’unisono, in ogni circostanza,
sempre pronta a operare senza
risparmio di energie, 7 giorni su
7, pronta a sacrificarsi
perché in Noi risiedo-
no i valori di cittadini,
di militari e, soprattutto, di aero-
nautici, di azzurri dentro, in cui
crediamo fermamente. Ecco che
ritorna la mia allusione al
“crescendo rossiniano”, perché
ogni volta, occasione dopo occa-
Pagina 4
della necessità di avere un sup-
porto efficace ed efficiente per
poter assolvere appieno la mis-
sione assegnata.
Come ho avuto modo di espri-
mere in occasione della mia visi-
ta allo Stormo, questo mio pecu-
liare bagaglio oggi mi consente
di apprezzare, forse meglio di
chiunque altro, le straordinarie
capacità espresse dal Reparto in
quella che dottrinalmente è defi-
nita la “logistica di proiezione”.
Quello che oggi l’Aeronautica
Militare, attraverso Voi, può van-
tare nei vari contesti operativi e
addestrativi, nazionali e interna-
zionali, non è frutto del caso, ma
rappresenta il traguardo di com-
petenze acquisite al termine di
un percorso che, come accenna-
vo, parte da lontano e che ha
visto alcune importanti pietre
miliari nelle esperienze maturate
nei teatri operativi in cui le forze
armate italiane sono state chia-
mate ad operare.
Ma dietro ogni traguardo c’è so-
prattutto una nuova partenza. Ed
ecco che entrate in gioco Voi,
uomini e donne del 3° Stormo.
Voi che rappresentate il futuro,
Voi che siete i “personaggi” pro-
tagonisti delle attuali sfide, Voi
che sarete gli “interpreti” degli
insegnamenti e delle preziose
esperienze maturate.
E permettetemi di sottolineare la
soddisfazione di vedere tra Voi
tanti Ufficiali del Ruolo delle Ar-
mi. La logistica dell’AM, ma più
sione, abbiamo raggiunto i risul-
tati che le Superiori Autorità ci
hanno chiesto, abbiamo svolto
con competenza e passione il
nostro operato ed al culmine di
questa lunga cavalcata, in cui i
giorni ed i mesi sono volati via
come se fossero “minuti” e
“secondi”, è giunto l’Encomio
Solenne di Reparto, che il Co-
mandante Logistico dell’A.M. -
Generale di Squadra Aerea Ga-
briele SALVESTRONI ha voluto
concedere al 3° Stormo come
segno di riconoscimento, della
Forza Armata, all’operato del
personale di Villafranca, in tutte
le attività in cui è stato coinvolto.
Dulcis in fundo, proprio come
all’apice di un’opera suonata
nell’Arena a Verona, la sorpresa
di dicembre, inaspettata, e quin-
di ancor più gradita, dello spazio
concesso alla “Logistica di Proie-
zione”, dunque al 3° Stormo, nel
libro strenna del Signor Capo di
Stato Maggiore. A questo punto,
come farebbe il “direttore d’or-
chestra”, non mi resta che rin-
graziare TUTTI coloro, Autorità
civili, militari e religiosi, veterani
e, soprattutto, i cittadini comuni
che non ci hanno mai fatto man-
care il loro affetto e supporto nel
2015, ma in particolare
“l’applauso in piedi” per i miei
meravigliosi orchestrali, cioè
TUTTO il personale, militare e
civile dello Stormo, dai “primi
violini” fino al percussore di
triangolo, anche quelli che a vol-
te hanno un po’ stonato, a loro
va il mio sincero e convinto RIN-
GRAZIAMENTO per aver dimo-
strato ETICA, CUORE, PASSIONE
e COMPETENZA e, soprattutto,
per aver scritto uno spartito che,
come nella musica, a reso ancor
più solido e leggendario il mito
immortale dei “QUATTRO GAT-
TI”!!
segue da pag. 1
Pagina 5
-
in generale del comparto Difesa,
si accinge a vivere cambiamenti
che un giorno forse definiremo
epocali, sia dal punto di vista
concettuale sia organizzativo
e funzionale. In tale scenario il
Ruolo delle Armi sarà chiama-
to ad interpretare una parte
importante, grazie alle diverse
professionalità e competenze
che esso ha dimostrato di sa-
per esprimere. Negli ultimi anni
il Ruolo ha vissuto tappe signifi-
cative, che vanno dalle rivisita-
zioni del sistema formativo di
base, al percorso formativo spe-
cialistico, fino all’impianto stesso
del Ruolo in termini di razionaliz-
zazione in senso riduttivo del si-
stema di classi-
ficazione. Tutto
questo nell’otti-
ca di valorizzare
la risorsa uma-
na, che si pone
sempre più qua-
le unico veicolo
per raggiungere quel vantaggio
competitivo che ogni organizza-
zione complessa può vantare in
uno scenario così incerto e com-
plesso.
Quando questo numero andrà in
distribuzione e Vi soffermerete
su queste brevi considerazioni,
ahimè, avrò già lasciato il servi-
zio attivo. (NdR: “La Cerimonia di
Cambio al Vertice” del COMAER
e del Ruolo delle Armi - sotto da-
ta 29 dicembre 2015 - si è svolta
il 23 dicembre 2015 sullo storico
Aeroporto di Roma Centocelle).
Ecco perché questo mio inter-
vento assume anche un altro si-
gnificato che, evidentemente, mi
tocca più nell’intimo. Si conclude
anzi, sarebbe più corretto dire “si
sarà conclusa” un’esperienza
esaltante, in cui per oltre 46 anni
ho servito lo Stato indossando
con orgoglio e fierezza l’unifor-
me dell’Aeronautica Militare.
Sono tanti i pensieri e le sensa-
zioni che in questo momento
vorrei poter condividere ma lo
spazio non me lo consente. Allo-
ra mi limito a ritornare, solo per
un attimo, all’incarico di
“Generale del Ruolo”: durante il
mio mandato ho instancabilmen-
te cercato di alimentare quel tes-
suto connettivo tra il “centro” e
la “periferia”, perché la figura del
“Generale del Ruolo” non fos-
se eterea e astratta, ovvero
un perfetto sconosciuto. Ho
cercato di incontrare quanti
più Ufficiali possibile per ave-
re con loro un confronto e, al
contempo, un contributo di
idee, o semplicemente per
condividere delle opinioni. Il ri-
sultato di questa intensa attività,
che peraltro mi ha consentito di
visitare molti reparti dell’AM, è
stato raccolto, rielaborato e tra-
dotto in studi e proposte, alcune
già in itinere, che lascio in eredi-
tà a chi verrà dopo di me.
Ora è arrivato il
momento di
“congedarmi”
anche da Voi ed
intendo farlo
ringraziandoVi
per l’impegno,
l’abnegazione e
lo spirito di servizio con cui avete
operato e, sono certo, continue-
rete ad operare. Vi rinnovo il mio
vivo apprezzamento per le soddi-
sfazioni che mi avete regalato e
Vi auguro di cuore di essere sem-
pre “protagonisti” ed
“interpreti” del Vostro tempo.
Ad Maiora.
Pagina 6
“LA CONQUISTA DEL CASTELLO SCALIGERO” DELLA REDAZIONE
N essuno, nell’arco dei
suoi 800 anni di sto-
ria, era riuscito a
impadronirsi (intatto e senza
colpo ferire) del Castello Scali-
gero di Villafranca: cosa a noi
riuscita in occasione del
“Giorno dell’Unità Nazionale e
Giornata delle Forze Armate”.
Infatti, proprio gli uomini e le
donne del 3° Stormo da mercole-
dì 4 a domenica 8 novembre
2015 hanno pacificamente occu-
pato gli spazi di questa magnifica
realtà monumentale, emble-
ma della Città di Villafranca,
allestendo un’area display per
presentare alcune delle pecu-
liari “capacità proiettabili” del
Reparto, regalare ai giovani
(ma non solo) la possibilità di
volare su un simulatore di F-
16, nonché predisponendo
una mostra fotografica e un
“auditorium campale”, in cui si è
tenuta una conferenza sul tema
“L’Aviazione nella 1^ Guerra
Mondiale” e un’altra sul pro-
getto “Fronte nel Cielo”.
In particolare, la mostra stati-
ca ha permesso di esporre le
“duali nicchie d’eccellenza”,
apprezzabili e misurabili in
tutte le attività operative ed
esercitative che coinvolgono il
Reparto per le quali, giorno per
giorno, senza soluzione di conti-
nuità e in ogni angolo della terra,
il personale dello Stormo si im-
pegna per operare sempre con
un DNA improntato sull’etica,
cuore, passione e competenza.
Nello specifico, i numerosi visita-
tori (grandi e piccini) hanno po-
tuto apprezzare la capacità For-
ward Area and Refuelling Point
(F.A.R.P.), Communication Infor-
mation Systems/Air Traffic Ma-
nagement e Meteo (C.I.S./
A.T.M./Meteo), Chimico Batte-
riologico Radiologico e Nucleare
(C.B.R.N.), Medica, Explosive Or-
dinary Disposal (E.O.D.), Antin-
cendi e Autotrasporti, nonché i
mezzi da cantiere di ultima gene-
razione del coubicato 1° Re-
parto Genio A.M./27° Gruppo
Genio Campale.
La cerimonia d’inaugurazione,
presieduta dal Sindaco di Villa-
franca Mario Faccioli e dal Co-
mandante del 3° Stormo e Pre-
sidio Aeronautico di Verona,
Colonnello AAran Massimo Cice-
rone, è stata preceduta dalla
Santa Messa celebrata nel Duo-
mo di Villafranca e dall’Alza Ban-
diera in Piazza Duomo, tra la
gente che come ogni mercole-
dì affollava il famoso mercato
di Villafranca e che, natural-
mente, è divenuta parte inte-
grante di “quell’unica corale”
che ha cantato il nostro inno
nazionale.
La manifestazione e relativa
formula (oggettivamente risulta-
ta vincente), semmai ce ne fosse
stato bisogno, ancora una volta
ha evidenziato quel forte legame
con tutta la comunità villafran-
chese, idealmente rinnovato
all’interno del castello che, per
un altro evento speciale, si è
tinto con il tricolore.
Pagina 7
-
“QUESTIONE DI FEELING” DEL PRESIDENTE DEL CIRCOLO DEL TERZO - GENERALE DI SQUADRA AEREA ALBERTO NOTARI
S ono stato recentemente
attratto dal Rapporto EU-
RISPES (il 28o Rapporto
Italia 2016) che, tra le tante in-
formazioni ed analisi, riporta un
curioso risultato relativamente
alla fiducia degli Italiani verso le
istituzioni. I molti numeri, alcuni
dei quali poco incoraggianti, indi-
cano freddamente quanto piac-
ciano (o non piacciano) ai nostri
connazionali le istituzioni. Fin qui
nulla di strano, più il numero,
espresso sotto forma di percen-
tuale, è basso meno piace quello
a cui si riferisce. Scorrendo il rap-
porto sorprende leggere risultati
inattesi che non collimano con
quanto ci presentano, con osses-
siva insistenza, gli organi di infor-
mazione che, molto spesso, ten-
tano di difendere ciò che merite-
rebbe aspre censure. Ma non è
di questo che vorrei parlare, an-
che per evitare di addentrarmi
nel terreno della filosofia che
non è mai stata la mia materia
preferita; lascio quindi ad altri,
ben più preparati e qualificati di
me, commentare tutti i risultati
ed individuare le cause che gene-
rano simpatia o disaffezione. Ma
su un particolare risultato mi
sento titolato ad esprimere un
pensiero. Questo perché, essen-
do stato parte dell’istituzione
militare, posso dire che l’argo-
mento mi appartiene. Permette-
temi quindi di riflettere sulla per-
centuale di consenso che hanno
ottenuto le Forze Armate: uno
strabiliante 75,4 % per la Marina
seguito da un 74,9 % per l’Aero-
nautica e da un 74 % per l’Arma
dei Carabinieri. Ciò vuol quindi
dire che i nostri concittadini ve-
dono le Forze Armate come un’i-
Il Castello Scaligero fu costruito alla fine del XII secolo con l’in-
tento di proteggere popolazione, bestiame e beni in caso di
guerra; venne distrutto in diverse occasioni e ricostruito fin
quando, nel XIV secolo, gli Scaligeri lo restaurarono per farlo
diventare parte integrante della cinta muraria. Abbandonato
nel 1450, alla fine del XIX secolo le autorità locali vi allocarono
procura e carceri, ne completarono la torre e realizzarono l’o-
rologio. Più recente, il prosciugamento dei canali che ha lascia-
to spazio agli alberi che circondano quelle mura che, ancora
oggi, rievocano i fasti del Medioevo.
Pagina 8
stituzione su cui fare affidamen-
to poiché positiva, sana, utile al
Paese. Non è sempre stato così;
se vado indietro con la memoria
agli anni ’80, allora la mia sede
di servizio era Roma, ricordo
che muoversi in uniforme per la
città non era considerato sicuro.
Eravamo autorizzati a raggiun-
gere il posto di lavoro in borghe-
se per evitare provocazioni e …..
chiamiamoli “sberleffi”. In altre
parole eravamo visti come pa-
rassiti e guerrafondai, ben lon-
tani dalla “simpatia” dei nostri
connazionali. Allora, se mai l’I-
stituto di statistica avesse rite-
nuto di analizzare il livello di
consenso, sicuramente quelle
percentuali non sarebbero state
incoraggianti. Ma guardiamo al
presente e proviamo a riflettere
cercando di capire cosa abbia
generato questo significativo
mutamento e portato a risultati
così incoraggianti. La prima cosa
che mi viene in mente è l’effetto
della quasi costante presenza di
notizie relative alla Difesa sugli
organi di informazione. Questi
stanno gradualmente passando
un’immagine sempre più ac-
cattivante del mondo militare.
Le numerose operazioni fuori
area, dove le nostre unità godo-
no di stima e credibilità, oltre
agli ormai quotidiani interventi
di soccorso in mare, stanno sicu-
ramente dimostrando la qualità
del servizio reso alla comunità.
In altre parole, l’istituzione mili-
tare viene finalmente vista, co-
me in realtà è, cioè uno stru-
mento importante della politica
estera del Paese. Ma cosa altro
è cambiato dagli anni ’80 ad og-
gi per supportare questo “salto
di qualità”? A mio avviso solo
pochi si pongono il quesito ac-
contentandosi, ad esempio, del-
le immagini riprese a bordo del
velivolo, che mostrano come
siamo in grado di individuare e
seguire i barconi di disperati che
affrontano il Mediterraneo. An-
cora una volta sembra sufficien-
te limitarsi alle apparenze che
danno un grande valore alle me-
raviglie che la tecnologia ci ren-
de disponibili, non pensare all’e-
lemento umano, senza il quale
non c’è apparato o mezzo che
tenga. Sembra quasi che stiamo
gradualmente mutando il nostro
approccio mentale, non siamo
più noi che chiediamo alla tec-
nologia di risolverci un proble-
ma ma ci limitiamo ad usare
quello che ci viene quotidiana-
mente proposto abdicando alla
facoltà di pensare. Fortunata-
mente, la nostra istituzione non
funziona così, il suo valore ag-
giunto è ancora rappresentato
dall’elemento umano che viene
curato con grande attenzione.
Sono convinto che l’iter formati-
vo cui sottoponiamo i nostri uo-
mini e donne sia di ottima quali-
tà: non si limita infatti agli
aspetti puramente tecnico mili-
tari, ma cura soprattutto l’a-
spetto morale differenziandosi
così, in maniera sostanziale, dal-
la formazione aziendale dove
l’aspetto etico morale ha un va-
lore relativo. Nel nostro caso
possiamo rilevare che i pro-
grammi dei nostri istituti di for-
mazione continuano a non tra-
scurare l’aspetto etico potendo
beneficiare di esempi, ben do-
Pagina 9
“2016 - ANNO DELLA
MISERICORDIA” DI GIAN PAOLO MANENTI
E ccoci alle soglie di un
nuovo anno, che dire
….. sappiamo che cosa
abbiamo lasciato, gioie e dolori,
entusiasmi e sconforti, sorrisi e
lacrime ….. è la nostra vita che è
fatta così, ma una cosa è certa,
dopo ogni temporale torna il
sereno ed è proprio quello che
ci auguriamo, un anno sereno e
ricco di “Misericordia”.
Ci apprestiamo ad inoltrarci nel
2016 e che cosa ci riserverà non
è dato sapere, nonostante tutte
le previsioni astrologiche e gli
oroscopi più accattivanti o per-
suasivi, siamo sempre da capo, o
ci mettiamo in gioco in
prima persona o restia-
mo “giocati” dalla vita
che ci sfugge di mano.
L’augurio formulato
dall’Ordinario Militare, in
occasione delle Festività
Natalizie, diventi uno stimolo
per fare tesoro della nostra
umanità. Una umanità che no-
nostante la globalizzazione e
l’indifferenza non deve venire
meno correndo il rischio di svili-
re e mortificare il senso della
vita.
Manteniamo il nostro sguardo
alto per vedere oltre l’orizzonte,
solo così i valori che condividia-
mo, Etica, Passione e Competen-
za non resteranno solo scritti ma
-
cumentati dalla nostra storia,
dove competenza e capacità tec-
niche ben si integrano con senso
del dovere, dell’onore e lealtà
all’istituzione cui si è prestato
giuramento. In definitiva, sembra
che questa società contempora-
nea che misura tutto sulla base
di parametri economici e mate-
riali, apprezzi chi mette al primo
posto valori non mone-
tizzabili. Questa conside-
razione dovrebbe stimo-
lare a non cedere alla
tentazione di abbassare
lo standard accontentan-
dosi del fatto che “oggi si
fa così” e quindi un impegno
qualitativamente più intenso sia
sostanzialmente inutile. In con-
clusione si può dire che, a lungo
andare, l’impegno paga e la
qualità del servizio reso trovano
finalmente un giusto riconosci-
mento che soddisfa anche chi
ha tenuto fede al giuramento
prestato in tempi più o meno
lontani, e questo non mi sembra
poco!
Il 3° Stormo, dal 1984, è intitolato al Maggiore Carlo
Emanuele Buscaglia (in primo piano sulle due foto
storiche), decorato di Medaglia d'Oro al Valor Mili-
tare, alla memoria, per un'azione compiuta il 12
novembre 1942 alla testa di una formazione di sei
SM79 sulla munitissima rada algerina di Bougie.
Pagina 10
vissuti e condivisi.
Nasce Dio, Bambino in ogni
bambino (Messaggio dell’Arci-
vescovo Ordinario Militare per il
Natale 2015).
Nasce Bambino, Gesù, a Betlem-
me. E ogni bambino, ha detto a
Betlemme Papa Francesco (25
maggio 2014), è «segno diagno-
stico» di come funziona la fami-
glia, la comunità, la Nazione.
Ci chiediamo, dunque: che
«segno» sono i nostri bambini?
Bambini che continuano a veni-
re inghiottiti
dalle onde del
Mediterraneo:
una vera e pro-
pria strage in
questo 2015
che si sta con-
cludendo, dove
il mare e i con-
fini sbarrati dal
filo spinato diventano i nuovi
campi di sterminio. Segno di una
colpevole discriminazione raz-
ziale e di un’ancora più colpevo-
le indifferenza e deresponsabi-
lizzazione. Bambini vittime della
violenza: resi orfani dalle guerre
o addestrati alla guerra, al terro-
rismo, alla criminalità organizza-
ta, talora proprio da coloro che
dovrebbero insegnar loro l’amo-
re. Segno di un mondo che, sce-
gliendo l’odio e la vendetta nel
presente, rinuncia anche al pro-
prio futuro. Bambini violati
nell’innocenza, mercificati nel
corpo, plagiati nell’animo. Se-
gno di una logica del piacere o
del denaro che avvelena il cuore
e guida le scelte, sovvertendo i
normali criteri di umanità. Bam-
bini sofferenti per la trascura-
tezza, l’abbandono, le separa-
zioni familiari, forse riempiti di
cose ma svuotati d’amore; bam-
bini ammalati, anche a causa
della nostra irresponsabilità ver-
so l’ambiente. Segno di adulti
prigionieri dell’egoismo e
dell’individualismo. Bambini
vittime di fame, sete, analfabeti-
smo: figli di Paesi poveri o di
famiglie rese povere da crisi
economiche, ingiustizie fiscali,
crimini finanziari. Segno di una
comunità nazionale e interna-
zionale che persevera nell’ingiu-
sta distribuzione delle risorse e
non serve il bene comune.
Bambini eliminati dal grembo
materno, perché indesiderati,
malformati, non programmati;
bambini talora pretesi e pro-
dotti con la tecnologia, sottratti
al percorso naturale dell’amore
umano. Segno di una cultura
eugenetica e tecnocratica, che
spesso fa del desiderio l’unico
criterio del progresso.
Questi, anche questi sono nostri
bambini! Voi lo sapete, cari mili-
tari, ed è pure per loro che ci
siete.
Siete lì, a tuffarvi in quelle onde
con prontezza,
esultando se
uno solo di quei
piccoli sarà pre-
so in braccio da
voi e piangendo
le lacrime che
altri non pian-
gono se uno
solo rimane in
mare.
Siete lì, a difendere i bambini in
tanti Paesi di guerra e terrori-
smo, in tante zone della nostra
Italia ancora afflitte dalla cultura
dell’odio, della vendetta, della
mafia.
Siete lì, a portare cibo, istruzio-
ne, promozione umana; a farli
sentire figli amati, forse - in que-
sti giorni di festa - trascurando
anche i vostri figli, i quali, però,
impareranno un amore più
Pagina 11
grande. Siete lì, a portare avanti
un serio lavoro di ricerca e inve-
stigazione, per individuare chi
adeschi i minori, talora smantel-
lando vere e proprie organizza-
zioni criminali.
Siete lì, a proteggere l’ambiente,
insegnando a tutti quanto im-
portante sia custodire la nostra
«casa comune», per il presente
e il futuro dei nostri figli.
Siete lì, nelle vostre Caserme,
Scuole, Accademie, cercando,
anche con l’aiuto dei carissimi
cappellani militari, di educare i
giovani al rispetto incondiziona-
to della vita umana in tutte le
sue fasi e dimensioni. Non lo
dimenticate: è al servizio della
vita che la vostra missione si
svolge, al servizio di ogni vita e
di tutta la vita, a cominciare dai
bambini del nostro tempo.
Sì, perché questi sono i nostri
bambini: «segno diagnostico» di
un tempo che ancora ha bisogno
del Natale del Signore, ha biso-
gno della Misericordia di un Dio
che si fa Uomo e si fa Bambino.
Il Signore vi benedica e vi ricom-
pensi per quello che fate a Lui,
Bambino in ogni bambino: il Giu-
bileo, il vero Giubileo della Mi-
sericordia, inizia da qui!
Con tutto il cuore, Buon Natale e
Buon Anno Santo della Miseri-
cordia.
Roma, 21 dicembre 2015
Santo Marcianò Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia
-
ALT! - FARSI RICONOSCERE DI BIANCA BARBERA
P er il personale civile il
1° novembre 2015 sarà
certamente una data
da ricordare e se ne sono resi
conto tutti coloro che, a vario
titolo, transitando da Via S. Gio-
vanni delle Paglia a Villafranca di
Verona hanno notato “inusuali”
divise bianco-azzurre dentro il
locale corpo di guardia.
Ebbene, non si tratta di nuove
uniformi in dotazione ai ragazzi
della Difesa, ma sono i nostri
colleghi civili, in divisa, che han-
no aderito al nuovo servizio di
vigilanza a cura del personale
civile di Stormo. Infatti, da detta
data, il controllo degli accessi
alla Zona Residenziale di Stormo
è svolto da sei dipendenti che in
turnazione col restante persona-
le militare, espletano il servizio
di vigilanza con copertura H24
per 365 giorni all’anno.
A dire il vero, nessuno immagi-
nava che questa “novità”, già
attiva in altre basi dell’Aeronau-
tica Militare da una decina d’an-
ni, potesse affermarsi anche al
3° Stormo e di fatto alcuni, in
fase di studio, la osservavano
con incredulità e sfiducia, ma
nel corso del mandato
dell’attuale Comandante di Re-
parto, due fattori favorevoli si
sono incrociati tra loro e ne han-
no favorito l’attivazione.
Da un lato la perseveranza della
locale Rappresentanza Sindacale
Unitaria di Sede e in particolare
del nostro compianto collega
Franco Giugno “padre ideale”
del servizio (….. e se fosse anco-
ra tra noi sarebbe certamente il
Pagina 12
primo partecipante), che con co-
stanza e determinazione, al tavo-
lo di contrattazione ha più volte
“invitato” la Dirigenza all’impie-
go della componente civile.
Dall’altra, ovviamente la più de-
cisiva e determinante per il cam-
biamento, la lungimiranza del
Comandante di Stormo, Colon-
nello Massimo Cicerone, che ha
considerato, ancora una volta, la
componente civile una risorsa da
valorizzare per migliorare l’effi-
cienza dei servizi, e in questo ca-
so del servizio di vigilanza.
Di certo, la messa in opera della
“guardiania civile” ha richiesto
da parte di tutte le articolazioni
dello Stormo coinvolte, quali
l’Ufficio Comando, la Sezione
Personale Civile, il Gruppo Prote-
zione delle Forze e l’Infermeria
di Corpo, una propedeutica atti-
vità di studio di fattibilità e suc-
cessiva organizzazione pratica di
tutte le fasi necessarie per l’av-
vio del servizio, dalla verifica
dell’idoneità psico-fisica all’ac-
certamento delle capacità tecni-
co-professionali dei candidati.
Fondamentale è stato il ruolo
svolto dal Gruppo Protezione
delle Forze che ha organizzato
un corso di formazione specifico
della durata di cinque settimane
con esame finale, coordinando
gli interventi di docenti interni
altamente qualificati, per l’accer-
tamento dell’idoneità ai compiti
di vigilanza, secondo quanto pre-
visto da specifica direttiva in ma-
teria.
Infatti, i sei dipendenti candidati
per l’adesione al servizio han fre-
quentato con entusiasmo detto
corso superandolo brillantemen-
te, nonostante molte materie in
programma di studio fossero del
tutto nuove e inusuali per il per-
sonale civile… si pensi ad esem-
pio al concetto di “consegna”,
specificatamente militare o ai
fondamenti di Difesa NBCR …..
,ma l’impegno e soprattutto il
coraggio di rimettersi in gioco,
con l’opportunità di incrementa-
re anche da un punto di vista
economico la propria posizione
professionale, ha premiato i
“volontari”. Di certo sono tutti
consapevoli che il radicale cam-
biamento di attività di impiego,
per quanti fino a ieri han svolto
mansioni completamente diffe-
renti come il cameriere, il ma-
gazziniere o il centralinista, rap-
presenti una sfida impegnativa,
per le responsabilità connesse
all’espletamento dei nuovi com-
piti e, non da meno, in conside-
razione del nuovo orario di lavo-
ro adottato. L’impiego è, infatti,
strutturato con un’articolazione
oraria H12, in turnazione e con-
nessa reperibilità ove è richiesta
una buona capacità di adatta-
mento e spirito di sacrificio ..…
soprattutto per quanti che già
contano alcuni anni di servizio
sulle spalle ..… Ma l’entusiasmo
tra gli addetti ai lavori è alto e la
partenza è stata ottima!!!
Ad oggi, la vigilanza è articolata
in forma congiunta col restante
personale militare, ma confidia-
mo che nel breve periodo qual-
che altro dipendente possa ade-
rirvi, anche a seguito di mobilità
in ingresso da parte di altre risor-
se provenienti da Reparti nelle
vicinanze, così da raggiungere il
numero necessario di dieci unità
suddivise in cinque squadre, a
copertura totale del servizio da
parte del solo personale civile.
E favorire l’impiego della nostra
categoria nel controllo degli in-
gressi, in un quadro di razionaliz-
zazione di tutto il settore della
vigilanza attualmente allo studio
dello Stato Maggiore, consente
di ottimizzare le risorse militari
Pagina 13
disponibili per l’espletamento di
altri compiti istituzionali, sottoli-
neando che tutto ciò è fonda-
mentale in un periodo particola-
re, come l’attuale, di riduzione di
personale militare per gli effetti
normativi discendenti sia dalla
“Spending Review” sia dalla Revi-
sione dello Strumento Militare
stesso. Pertanto, voi che transi-
tate dalla zona residenziale dello
Stormo: Alt ..… fatevi riconosce-
re! Ci sarà il collega civile che,
magari senza il canonico saluto
“al fregio”, ma di certo con un
bel sorriso, avrà il piacere di
“riconoscervi” e consentirvi l’ac-
cesso!
-
UNA NUOVA
AVVENTURA DI ANDREA ALTERIO
O rmai è passato alme-
no un mese dalla mia
partenza dallo Stormo
per questa inedita, affascinante
avventura (NdR: assegnato dal
23 novembre 2015 all’Agenzia
NSPA - Nato Support and Procu-
rement Agency - a Kapellen, Ma-
mer - Lussemburgo), accompa-
gnato dalla mia famiglia; una
novità sia professionale che per-
sonale.
Essere catapultati in pochi giorni
in una realtà europea per certi
versi molto diversa da quella a
cui si è abituati genera tante
sensazioni e il paragone tra il
“modello italiano” e le altre cul-
ture è inevitabile.
Questo mio intervento non vuo-
le essere una sterile elencazione
del meglio e del peggio del no-
stro Paese ma spingere ognuno
di noi, a partire dal sottoscritto,
a fare tesoro di quello che il
quotidiano ci riserva e dare il
proprio contributo al proprio
Paese nel migliorare le cose sen-
za piangersi addosso o accende-
re facili polemiche e recrimina-
zioni.
La prima fondamentale consta-
tazione che appare sinceramen-
te anche un po’ banale è che il
posto dove si vive e di cui si fa
parte è lo specchio e il risultato
di ognuno di noi, dei nostri com-
portamenti e soprattutto delle
nostre omissioni ed inerzie.
Apprezzare la pulizia e l’ordine
in un luogo pubblico è frutto del
nostro senso civico e del decoro:
non si può certo negare che do-
ve funzionano i servizi pubblici
viene più semplice, quasi scon-
tato direi, adeguarsi in positivo e
contribuire a mantenerli tali.
Come dice un vecchio adagio “il
segreto per tenere pulito è non
sporcare”. Quando visito una
città, un luogo ben tenuto, ne
apprezzo la bellezza, il senso di
benessere e di fruibilità che tra-
smette ma provo quasi sogge-
zione, il timore di rompere que-
Pagina 14
sto equilibrio, di fare qualcosa di
sbagliato inavvertitamente, sen-
za volerlo. Confermo che in que-
sto paese mitteleuropeo questa
sensazione è tangibile in molte
situazioni e contesti vissuti quo-
tidianamente come usando i
mezzi di trasporto, camminando
per strada o attraversando luo-
ghi pubblici molto frequentati:
questa è certamente un’innega-
bile cartina al tornasole di spic-
cato senso civico, educazione e
non di meno di un sistema san-
zionatorio efficace e persuasivo.
Non voglio cadere nella facile
comparazione che l’erba del vici-
no è più verde e pulita. Sono
convinto che per apprezzare il
bello e l’ordine non abbiamo
bisogno di superare i confini na-
zionali o riferirci solo a qualche
zona felice della penisola. Ognu-
no di noi potrebbe testimoniare
che in Italia esistono moltissime
realtà virtuose dove bellezze na-
turali, artistiche e turistiche con-
vivono con il decoro e la pulizia.
E allora domandiamoci perché ci
viene difficile essere sempre ri-
spettosi del bene comune, degli
spazi aperti a tutti? È forse il ti-
more della riprovazione e delle
critiche degli altri? Oppure la
consapevolezza che comporta-
menti sbagliati saranno probabil-
mente multati?
Pertanto, viene difficile sostene-
re che il nostro senso civico sia
sempre altissimo e connaturato
nel nostro modo di essere se lo
modifichiamo al cambiare dei
luoghi e delle circostanze: al Sud
ci viene quasi spontaneo com-
portarci “fuori regola”, mentre
quando siamo al Nord ci muovia-
mo nella direzione opposta; sarà
forse l’esigenza di conformarsi
all’ambiente rivelando una capa-
cità di immedesimazione am-
bientale senza pari.
Ritornando alla mia attuale
esperienza in un ambiente mul-
tinazionale, resto sempre più
convinto che le generalizzazioni
di abitudini e comportamenti
lasciano il tempo che trovano e
che ogni popolo, ogni persona
conferma o sconfessa con le
azioni, gli atteggiamenti e le
omissioni quelle dicerie ed im-
pressioni – positive o meno –
che sono legate ad ogni gruppo
sociale, di genere, religioso o
altro. Talvolta un italiano, smen-
tendo tanti luoghi comuni, può
essere più “tedesco” di un nord
europeo. L’apprezzamento e il
rispetto da parte dei nostri simili
e dell’ambiente sociale nel quale
siamo inseriti, come il suo oppo-
sto, si guadagnano sul campo,
come ogni militare sa bene.
Essendo note le difficoltà che
ogni italiano deve affrontare nel
suo quotidiano, quando lo stes-
so individuo viene collocato in
un ambiente che lo mette in
condizione di esprimere le pro-
prie abilità, egli dimostra qualità
molto distanti dal cliché genera-
lista. Questo aspetto è per certi
versi assimilabile a quanto letto
recentemente su un forum d’ol-
treoceano dove nei college e
nelle università gli studenti di
nazionalità coreana o indiana
hanno un rendimento più eleva-
to rispetto ai loro coetanei ame-
ricani sia per la qualità delle ri-
sorse e servizi messi a disposizio-
ne dal sistema scolastico rispetto
a quello di origine e sia per il de-
siderio e l’esigenza di voler recu-
perare un iniziale gap sociale e
così poter ambire ad impieghi e
Pagina 15
sviluppi di carriera di alto livello.
Concludendo, a mio vedere, i
vantaggi competitivi di questa
esperienza sono numerosi ed
immediatamente riconoscibili:
la possibilità del confronto inte-
so come scambio di esperienze e
collaborazione con individui di
culture diverse e diversificate.
Con questo anche la percezione
di avere a portata di mano servi-
zi ed esperienze di indubbio van-
taggio per se stessi e per la pro-
pria famiglia. Inoltre, la sensazio-
ne di poter far valere (e quindi di
far crescere) le proprie attitudini
e potenzialità per poter cogliere
il senso di benessere e di pro-
spettiva che si respira, che si toc-
ca con mano. Un ulteriore valore
aggiunto è rappresentato dal
poter condividere e coinvolgere
gli affetti più cari in questa espe-
rienza che può soltanto accre-
scere, se si vuole, il desiderio di
migliorare se stessi e di riflesso
la nostra società, il nostro Paese.
-
NOTE ….. DI UN PECULIARE PENTAGRAMMA DI ….. CARATTERISTICHE DI CLAUDIA MACCHI
T empo fa, quand’ero an-
cora giovane (ma solo di
grado!) Ufficiale, chiac-
chierando con un altro Ufficiale
(lui sì ben più anziano e navigato
di me!), lo sentii pronunziare con
tono compassato e solo velata-
mente sarcastico:
“…..se mi giudico mi considero
‘nella media’, ma se mi confron-
to l’eccellente’ mi sta stretto!”.
Sorrisi. Non commentai. Rimasi,
invero, perplessa perché a me,
ancora inesperta del mondo mili-
tare e, ancor di più, delle regole,
delle tradizioni e delle consuetu-
dini, quell’affermazione suonava
totalmente fuori contesto. Sen-
tirla, poi, da un personaggio che
mi aveva abituato, con la sua ac-
cattivante maturità ed esperien-
za, a sentirmi sapientemente gui-
data nel mio iniziale processo di
inserimento professionale, cultu-
rale e comportamentale nell’am-
biente aeronautico, mi aveva in
qualche modo delusa. Mi era
sembrato, infatti, di recepire nel
mio interlocutore una forma di
assertività polemica verso l’am-
biente di cui era parte, tesa a
denunciare un personale ram-
marico per chissà quale iniquo
trattamento subito. Insomma,
alle mie orecchie e anche ai miei
occhi, una inaspettata manifesta-
zione di rancoroso reclamo che
….. proprio non gli si addiceva.
Ebbene, ci misi un po’ a render-
mene conto ma non era nulla di
tutto questo! Mi sentii conforta-
Pagina 16
ta quando realizzai che, con
quella affermazione, colui che
consideravo il mio mentore non
aveva inteso scalfire l’immagine
di saggezza che fino ad allora ne
avevo, ma molto più semplice-
mente introdurmi, in modo colo-
rito e alquanto provocatorio (ma
per questo ancora più efficace!)
al tema delle Note Caratteristi-
che nel sistema militare. Un po’
meno confortata lo fui allor-
quando dovetti prendere a ci-
mentarmi io stessa nel difficile
compito di “compilatore”: una
responsabilità senza pari!
Non avevo, così come ancor oggi
continuo a non avere, alcun dub-
bio sulla assoluta rilevanza della
“meritocrazia” e della connessa
metodologia di “valutazione” in
un sistema organizzato. Certa-
mente perché strumentali alla
efficienza/efficacia funzionale
del sistema, ma ancor di più per-
ché attinenti alla sfera umana, la
prima, anzi, uni-
ca variabile indi-
pendente dell’e-
quazione!
Non a caso il
compendio di
leggi, norme,
criteri informati-
vi che disciplina
la compilazione delle note ca-
ratteristiche del personale milita-
re è tra i più vasti, complessi e
puntuali che la Difesa si sia dato.
Un articolato insieme di catego-
rie, attributi e scale di valori teso
a rendere “oggettivi” i margini
ponderali entro i quali il compila-
tore potrà esprimere, in piena
autonomia di giudizio e
(auspicabilmente!) con serenità
ed equilibrio, la propria valuta-
zione “soggettiva”. Il tutto nel
presupposto teorico, ma statisti-
camente realistico, di addivenire
ad una classificazione del perso-
nale secondo una distribuzione
“gaussiana” dei giudizi (vale a
dire, secondo la teoria delle pro-
babilità: pochi cattivi, pochi otti-
mi e la massa tra i più o meno
buoni!).
Questa è la teoria, ma tutti sap-
piamo bene che, all’atto pratico,
ciò che si verifica è ben diverso.
L’Aeronautica Militare ha il 90%
di “eccellenti”, percentuale che
tende ad arrivare a 100 per il
personale in aliquota di avanza-
mento: ….. e allora, con buona
pace dell’esimio matematico Carl
Friedrich Gauss, ogni
“eccellente” dovrebbe conside-
rarsi “nella media”?
Penso che non lo faccia nessuno!
….. lo ha fatto forse soltanto
quell’anziano e navigato Ufficia-
le, di cui ho detto prima, pronun-
ciando quella sarcastica senten-
za!
Non l’ho mai scordata e negli
anni fin qui trascorsi, maturando
conoscenza ed esperienza del
mondo militare, ne ho consolida-
to l’interpretazione, convincen-
domi di averne ricevuto benefici
ammaestramenti. Il risultato del-
le mie riflessioni è che se la prati-
ca realtà si dimostra atipica
(come del resto lo è sempre sta-
ta!) e si stabiliz-
za in modo così
peculiare, essa è
il risultato di un
naturale e, ag-
giungerei, inevi-
tabile processo
di “inflazione”
cui qualunque
sistema valutativo è destinato ad
essere sottoposto. Ne è artefice
il fattore umano, che coinvolge
La valutazione del personale è la prima attività di un Comandante, in quanto è un’attività di significativa responsabilità e di particolare rilevanza nell’insieme della gestione delle risorse umane. Essa assolve a molteplici finalità quali il mi-glioramento delle prestazioni del personale – orientandole verso il consegui-mento degli obiettivi dell’organizzazione – ed il censimento delle competenze e del potenziale disponibile in funzione dell’impiego corrente e futuro. In partico-lare, la documentazione caratteristica è lo strumento previsto per rilevare pe-riodicamente prestazioni e attitudini in relazione all’incarico espletato ed è ba-se per le commissioni di avanzamento che, proprio sulla scorta degli elementi desunti dai documenti caratteristici accertano se il militare sia idoneo a svolge-re le funzioni previste per il grado superiore ed è ancora il riferimento per pro-cedere ad un razionale impiego del personale stesso.
Pagina 17
-
valutatori e valutandi in corri-
spondenza biunivoca, cui sareb-
be sterile porre eccesso di vincoli
e limiti ….. sempreché ci siano
alla base i giusti presupposti di
responsabilità, equilibrio e sere-
nità!
Dunque, potremmo anche esse-
re tutti “eccellenti” ….. ma que-
sta sarebbe una atipicità estetica
più che sostanziale! Non c’è dub-
bio che anche tra gli “eccellenti”
esiste una gerarchia, comunque
capace di generare, potenzial-
mente, oggettiva meritocrazia
senza, per questo, dover crudel-
mente impattare sulla sfera
emotiva e motivazionale dei sin-
goli, essa stessa generatrice di
rendimento e, quindi, di merito.
C’è chi sostiene che la soluzione
del problema sarebbe quella di
“contingentare” i giudizi impo-
nendo ai Comandanti e ai compi-
latori sottoposti aliquote pre-
determinate, inducendo forzosa-
mente quella famosa, più reali-
stica e oggettiva distribuzione
gaussiana.
Non sono sicura, però, che sia la
panacea delle soluzioni! Non
pretendo di essere nella ragione
ma, ancora una volta, mi sento di
darla a quel saggio Ufficiale che
con il suo sentenziare chiamò in
causa il “confronto”. Penso in-
fatti che per un compilatore, che
si ritenga capace, responsabile
ed equilibrato, quello del con-
fronto tra i suoi dipendenti sia
l’esercizio più naturale, sponta-
neo e immancabile a corredo
della quotidiana attività funzio-
nale e di governo. Ma perché sia
reso giusto, coerente ed efficace
il confronto non può farsi a me-
no di una completa, approfondi-
ta “conoscenza” dei singoli di-
pendenti, possibile solo se
“sappiamo” stare al loro fianco,
facendo sentir loro la nostra pre-
senza ….. stimolando prima in
noi stessi e poi in loro quel sano
spirito di appartenenza e di co-
munione di intenti!
DEL MOTTO DELLA CALOTTA? ME NE FREGO! DI MICHELE CARNEVALE
“N unc est bibendum
…..” Era il 15
ottobre 2013 e
sul volgere a termine del pranzo
di corpo organizzato in occasione
della visita a Villafranca del Ge-
nerale Fabrizio Draghi, allora Vi-
ce Comandante Logistico dal
quale – ricordiamo – dipendeva
direttamente il 3° Stormo, tro-
vandomi a sostituire il Capo
Calotta, Tenente Andrea Pa-
naro, introdussi il rituale brin-
disi usando queste parole. In
quel momento, senza un pre-
ciso intento, era nato il motto
della Nobile Calotta del 3° Stor-
mo.
In quel periodo, infatti, il Consi-
glio di Calotta stava rielaborando
lo Statuto e, nel valutare l’oppor-
tunità di inserire un motto, fu
deciso di utilizzare a tale scopo
proprio quell’esortazione di Ora-
zio. Le parole “Nunc est biben-
dum” seguite da “nunc pede libe-
Pagina 18
ro pulsanda tellus” (Odi, I, 37, 1),
letteralmente “ora bisogna bere,
ora bisogna far risuonare la terra
con libero piede”, che il poeta
aveva rivolto ai Romani perché
festeggiassero dopo la morte di
Cleopatra e la fine del pericolo
che essa rappresentava per Ro-
ma, sembravano sintetizzare
perfettamente lo spirito goliardi-
co che caratterizza il sodalizio dei
giovani Ufficiali.
Se si parla di motti non si può
non evocare un personaggio
straordinario che ha dominato la
vita culturale e politica italiana
per quasi cinquant’anni e i cui
celeberrimi motti non furono
espressione del modo di pensare
solo di un uomo ma di un’intera
società nel corso del primo ven-
tennio del ventesimo secolo.
Parliamo naturalmente di Ga-
briele D’Annunzio il quale riuscì
a trasformare arcaiche frasi lati-
ne e polverose incisioni in auten-
tiche formule magiche capaci di
infiammare gli animi, compito
facilitato dalla popolarità che si
era guadagnato con numerose
gesta eroiche compiute, forse,
per il puro piacere di ostentare
coraggio e sprezzo del pericolo.
Emblematica la perseveranza
dimostrata quando nonostante
avesse perso un occhio in segui-
to ad un ammaraggio brusco nel-
le acque di Grado il 16 gennaio
1916, malgrado il parere contra-
rio dei medici, non fu possibile
dissuaderlo dal continuare a pi-
lotare aerei. Dimostrò il suo va-
lore nel corso d’imprese memo-
rabili compiute come Tenente
dei Lancieri di Novara, come ma-
rinaio, come ufficiale di collega-
mento della 45ma Divisione di
Fanteria e come aviatore guada-
gnandosi ben cinque medaglie
d’argento e una d’oro. In ogni
occasione riuscì ad infondere
coraggio a uomini esausti e a
spronarli a compiere azioni ardi-
tissime. Famosissimo il lancio di
manifesti su Vienna che, per il
carattere dello sberleffo e della
provocazione, ebbe nei confronti
dei nemici effetti più devastanti
delle stesse bombe.
I suoi motti, brevi frasi pronun-
ciate con enfasi che infondevano
energia vitale e forza smisurata
agli uomini, ebbero funzioni ben
precise: stimolare l’amore per
l’arte e la dura fatica creativa;
spronare all’ardimento e alle im-
prese eroiche; incitare alla sfida
aperta al governo e alle istituzio-
ni (quando prese a cuore la que-
stione di Fiume). Egli ne coniò
così tanti che farne un elenco
esaustivo è impresa improba, ma
può essere interessante ram-
mentarne alcuni legati al mondo
dell’aviazione. Tra questi: Più
alto e più oltre. Destinato al Pri-
mo Gruppo di Squadriglia Aerea
e contenuto nell’esortazione in-
dirizzata il 24 maggio 1917 agli
aviatori per incitarli a compiere
Pagina 19
imprese sempre più ardite.
Eja, eja, eja, alalà. Grido di guer-
ra, in sostituzione del barbarico
“hip, hip, urrà!”, suggerito du-
rante una cena nella mensa del
Campo della Comina, nella notte
del 7 agosto 1918, e che il giorno
seguente comparve sulle bandie-
rine di seta tricolore che ciascun
aviatore portava con sé in batta-
glia. Cominus et neminus ferit
(ovvero ferisce da vicino e da
lontano). Motto della Squadra
della Comina, destinata ad im-
prese aeree particolarmente
difficili. Ti con nu, nu con ti.
Motto, in dialetto veneto, della
Squadriglia detta la Serenissima
o di San Marco, comandata da
D’Annunzio stesso. Iterum rudit
leo (ovvero di nuovo ruggisce il
leone). Il leone era quello di San
Marco dipinto sulle fusoliere de-
gli aerei che si lanciarono contro
la base navale di Cattaro e suc-
cessivamente ripreso dalla Squa-
dra aerea del Carnaro, le cosid-
dette “Fiamme blu”. Ti liscio il
pelo. Motto dell’Ottava Squadri-
glia della Comina con la quale
D’Annunzio bombardò in più sor-
tite le navi nemiche.
O spezzare o giungere. Il motto,
riferito ad un arciere che tende
l’arco con forza, fino quasi a
spezzarlo, sembrerebbe risalire
ai tempi della Capponcina e du-
rante la guerra fu dedicato al du-
ca d’Aosta. È il motto dei Corsi
Marte dell’Accademia Aeronauti-
ca.
Accanto a questi legati al mondo
dell’aviazione, probabilmente
non tra i più noti, ce ne sono altri
molto più famosi come memen-
to audere semper (ovvero ricor-
dati di osare sempre) inciso sulla
tavoletta dietro la ruota del ti-
mone del motoscafo antisom-
mergibile, legato alla memorabi-
le “Beffa di Buccari”, custodito
tuttora nel Vittoriale; cave ca-
nem ac dominum (ovvero attenti
al cane e al padrone), ironica va-
riante dell’avviso che si trova
all’ingresso delle tenute private;
rosam cape spinam cave (ovvero
cogli la rosa, evita la spina) incisa
su un architrave e ancora visibile
all’ingresso di un giardino del
Vittoriale ricco di rose i cui petali,
una volta caduti, formano un
tappeto spesso, colorato e profu-
mato.
Egli fu anche l’ideatore del grido
“A Noi!”, fatto successivamente
proprio dai fascisti, ma che nac-
que in seno ai reparti di arditi
durante la prima guerra mondia-
le e ripreso poi dai legionari fiu-
mani.
Sono certo che tra quelli che
hanno avuto la pazienza di legge-
re sin qui qualcuno, ritenendo
l’argomento trattato di scarso
interesse, abbia involontaria-
mente evocato un ulteriore
motto ideato dal Vate, che ap-
parve per la prima volta sui ma-
nifesti lanciati dagli aviatori della
Squadra del Carnaro su Trieste,
ovvero “me ne frego”!!!
-
Pagina 20
NONNO CON LE STELLETTE DI PIETRO BRUNI
O ggi viv iamo in un
mondo dove sem-
bra che non esiste
altro che il denaro, la vio-
lenza o stereotipi di v ita a
volte al di sopra del le pos-
sibi l ità. Ma non è sempre
così! C ’è solo una grande
confusione. Ci s i preoccupa
più di apparire che di esse-
re. Ormai s i va avanti cos ì,
quasi per inerzia , s iamo
presi ta lmente dalla frene-
sia della vita che a volte
finiamo per t rascurare
quelle cose che davvero
contano, quei valori fonda-
mental i qual i gl i affetti,
rapporti con g li amici con i
col leghi di lavoro.
Un giorno poi qualcosa
cambia, i l
quotidia-
no pare
subire
una scos-
sa. Un
fatto nuo-
vo, un
mutamento di ruolo ti r i-
porta a distinguere i l senso
del la vita. La nov ità di di-
ventare “nonno”! Già è
successo a me, mia fig lia
Giovanna m ’ha fatto questo
dono, riv ivere il miracolo
del la vita , non solo facen-
domi incontrare col tempo
ma ha di fatto r innovato il
processo naturale dell ’uo-
mo in famigl ia, sul lavoro,
nel la società. Quando mi
ha presenta-
to Marco
Giovanni,
mio nipote,
ho preso co-
scienza del
riordina-
mento lega-
to a l la mia
nuova collo-
cazione nel s istema fami-
glia. Essere un nonno! Per
alcuni un patrimonio inesti-
mabile e a detta dei più
del l ’umanità.
Alcuni cenni storic i e stati-
stici nel corso degl i anni ne
hanno
fatto, di
questo
ruolo, un
protagoni-
sta di vita ,
tanto da
dedicargl i
il 2 ottobre di ogni anno la
“Festa dei Nonni”. Una r i-
correnza c ivi le in vigore dal
1997, voluta fortemente
dal l ’al lora Pres idente
del l ’Unione Naz ionale dei
Florov ivaisti (UNAFLOR), ed
introdotta in Ital ia con la
Legge 159 del 31/07/2005.
Negli USA, ad esempio, era
già in vigore dal 1978, va-
lutata l ’ importanza del
“ruolo” dei nonni nelle fa-
migl ie e nel la società in ge-
nerale. Vero è che in Ita lia
i nonni sono pari a l 33,3%
dei c ittadini, sebbene la
natal ità nel nostro paese
sia tra le più basse del
mondo. Oggi i nonni sono
più numerosi di quanto non
fossero 30 anni fa. Le ulti-
me generaz ioni hanno qua-
Pagina 21
-
si tutte i quattro nonni,
mentre un tempo era consi-
derata una fortuna averne
due. Un fattore nuovo ri-
spetto a l passato è che og-
gi, non che a l lora non avve-
nisse, a parità di età, non-
ne e nonni guidano, pren-
dono aerei e t reni, usano i l
telefonino, i l PC, comunica-
no con le e -mail, ma so-
prattutto non si sentono
“vecchi”, semmai adulti
maturi ricchi di saggezza ed
esperienza.
Mi viene da pensare ai mie i
nonni, una loro foto in
bianco e nero con i bordi
ingial liti che ne segna i l
tempo, i l loro ricordo è
sempre vivo e prezioso.
Questo è per me motivo di
spinta ad essere ugualmen-
te lo stesso per mio nipote,
Marco Giò, a l quale vorre i
poter t rasmettere valori e
saggezza acquis iti, dei qual i
sono stato protagonista ed
erede.
Consentitemi un r ichiamo
al mio ruolo di “nonno con
le stel lette” a coloro che
avranno la gentilezza di
leggere queste ultime ri-
ghe, chiedo di fermars i solo
per qualche minuto e pen-
sare agl i esempi positiv i
che la vita, nel sul splendo-
re, c i offre. Al l ’opportunità
di ascoltare le parole sagge
degli anz iani, de i nonni,
precisamente. Molto spes-
so ogni g iorno ascoltiamo e
leggiamo solo storie tre-
mende di liti t ra famil iar i , e
se non è la cronaca nera
nazionale o mondia le , sono
molto più semplicemente
quelle persone a noi v ic ine,
figl i che umiliano o non ri -
spettano i genitori , persone
capaci solo di ascoltare i l
proprio egoismo. Vorre i so-
lo partecipare, cari lettori ,
che esistono ancora perso-
ne che antepongono i l bene
del la propria famig lia a l
proprio, che danno senza
chiedere un corr ispettivo,
anche con i propri d ifetti e
le proprie debolezze. Se
guardiamo intorno a noi, l i
troviamo negl i amic i, ne i
col leghi, nei genitori ma,
soprattutto, nel la saggezza
dei nonni, ultimi nell’elen-
co ma non per questo ta li!
Rendiamoci conto che no-
nostante le profonde cris i
che c i s i pongono davanti e
le dure prove di ogni gior-
no, nei momenti di cui non
ci sentiamo fel ic i e provia-
mo insoddisfazione per
quanto facciamo, es istono
ancora queste donne e uo-
mini capaci di trasmettere
valori che sembrano pers i
da tempo, persone come i
nonni appunto! Certo qual-
cuno repl icherà, non senza
ragione, che i va lori non
aiutano a pagare le bol lette
o le tasse che aumentano,
non bastano a r isolvere i
problemi real i che la v ita
quotidiana c i mette di fron-
te ….. ci s i vuole concede-
re, ogni tanto, piccol i mo-
menti in cui credere che un
modo per migl iorare le co-
se si può trovare anche
dentro di noi. Ma è là dove
troviamo la vera r icchezza,
quella che acquis iamo an-
che osservando agl i inse-
gnamenti di chi ha vissuto
prima di noi con onestà,
umiltà ed e leganza morale.
Si è vero, ognuno di noi,
donna o uomo, è specia le
ed unico, va vissuta la pro-
pria v ita e mai quella di un
altro, non dimentichiamo
Pagina 22
però che siamo eredi di
quella saggezza, e leganza e
di quel l ’amore che non
muore mai, scritto nel le pa-
gine del la v ita del le nostre
“nonne e nonni”, che per la
loro esperienza e sapienza,
accumulata nel corso degl i
anni, sono ottimi consig lier i
in a lcuni momenti, a lleati
ed amici in a lt ri. Nonni che
a volte riescono, non solo
con le parole, a assolvere e
sol levarci da quel le difficol-
tà che qualche volta c i tor-
mentano, ma lo fanno in
modo attivo, con parsimo-
nia , lealtà ed amore. Lo
stesso Papa Francesco
all ’apertura del S inodo
specia le sulla pastorale
della famig lia ha voluto de-
dicare questo pens iero: “Ai
nonni che sono madre e
padre due volte , la benedi-
zione d i vedere i fig li de i
figli (cfr Sa l 128,6) , a loro è
affidato il compito più
grande: t rasmettere l ’espe-
rienza della vita , la storia
di una famigl ia, di una co-
munità, di un popolo; con-
dividere con semplicità una
saggezza, la fede nella fa-
migl ia, l ’eredità più prez io-
sa!” Vorrei , infine, aggiun-
gere da ultimo una mia
espressione: “ i nonni, sono
la memoria viva necessaria
per costruire il presente e
guardare con fiducia i l fu-
turo, a l le generaz ioni del
presente è affidata la re-
sponsabi lità di v ital izzare
quelle radic i della famig lia
così da rimanere alberi vi-
vi, che anche nel la vec-
chia ia non smettano di por-
tare frutto”.
CYBER SECURITY:
COS’E’ UN
RANSOMWARE? DI ALESSANDRO MEROLA
A beneficio di tutti lo
abbiamo chiesto al no-
stro esperto Capitano
A.A.r.a.n. Riccardo ROTONDO,
Capo Sezione TLC.
All’interno del nostro ambiente
si sente sempre più parlare di
cyber security, ma
pochi sanno che il
termine non è al-
tro che una rein-
terpretazione in
chiave ultramo-
derna del con-
cetto di Sicurezza
delle Informazioni.
Altrettanto pochi
sono coloro che sanno che all’in-
terno della nostra organizzazio-
ne esiste un manipolo di perso-
naggi che si occupa di garantire
la sicurezza delle comunicazioni
e ovviamente anche delle infor-
mazioni che condividiamo ogni
Pagina 23
-
giorno. Sono persone non molto
in vista, anzi di solito ci si ricorda
di loro solo quando non funziona
qualcosa o quando non si riesce
a recuperare qualcosa “perso” a
livello informatico, le cui racco-
mandazioni in materia di sicurez-
za sono percepite come catene,
atte a ritardare e controllare l’u-
tente. In poche parole come i
“tornelli per il con-
trollo delle presen-
ze”.
All’esterno,
nell’ambito priva-
to, questi “angeli
custodi” non esi-
stono e semplici
software di difesa
(come ad esempio
gli antivirus o i fi-
rewall), sebbene
dei validi strumen-
ti di supporto, non possono fare
miracoli, ed è questo il motivo
per cui vorrei esaminare uno dei
fenomeni informatici che forse
più di ogni altro si sta sviluppan-
do e diffondendo in modo preoc-
cupante, i ransomware.
I trojan ransomware sono un ti-
po di software progettato per
infettare un dispositivo di elabo-
razione dati (computer, tablet,
smartphone, sia Apple che An-
droid, etc.) limitando l’accesso
alle risorse dello stesso al fine di
estorcere denaro alla vittima, da
cui appunto il nome “ransom”,
letteramente “riscatto”.
Le modalità più comuni per la
diffusione di questa tipologia di
virus sono e-mail di phishing
(email tramite cui un malinten-
zionato cerca di ingannare la
vittima fingendosi un legittimo
fornitore di servizi, per esempio
un istituto di credito, ma anche
social network quali Facebook e
Twitter, convincendola a scarica-
re ed aprire un allegato o a clic-
care su un link tramite cui viene
scaricato il software malevolo) o
tramite l’accesso a siti Web in-
fetti che effettuano il download
del virus o che sfruttano una falla
nel sistema di protezione del ter-
minale per l’esecuzione del virus.
Nell’ultimo periodo il “contagio”
si sta diffondendo anche tramite
l’installazione di APP scaricate su
smartphone e tablet (queste ulti-
me non solo provenienti da
“negozi online” paralleli, ma
sempre più spesso provenienti
dai market ufficiali quali ad
esempio App Store e Play Store).
La prima azione eseguita dal vi-
rus è quella di sequestrare tutti i
contenuti del dispositivo infetta-
to. Nella maggior parte dei casi, i
dati sono “solo” criptati, in modo
che solo il criminale informatico
che ha realizzato
il virus sia in gra-
do di decriptarli,
ma non è da
escludere il furto
con conseguente
divulgazione di
dati personali e/
o informazioni
sensibili. Al ter-
mine di questa
prima fase, avve-
nuta in modo
silente, scordatevi gli attacchi
hacker alla CSI in cui le finestre
del sistema di aprono e si chiu-
dono in un susseguirsi caotico.
Più semplicemente, il virus mo-
stra sullo schermo della vittima o
invia un messaggio per annuncia-
re l’avvenuto sequestro e per
richiedere un pagamento di de-
naro, normalmente in moneta
elettronica non tracciabile, in
cambio dell’annullamento
dell’effetto malevolo che ha ap-
portato al terminale della vitti-
ma.
Pagina 24
La somma richiesta non è mai
elevatissima, anche se può cam-
biare a seconda delle vittime. La
richiesta di pagamento segue le
logiche più dure del riscatto: pa-
ga o muori! A determinare la de-
cisione del ricattato è l’urgenza
impressa dal ricattatore all’inte-
ro processo ed alla paura del ri-
cattato di perdere tutto il suo
patrimonio personale in termini
di file, fotografie personali, posta
elettronica, ecc. A queste, spes-
so, deve aggiungersi la
paura del ricattato di
rivolgersi agli organi
competenti per timori
di ripercussioni penali
e/o disciplinari, a se-
guito di comportamen-
ti non sempre appro-
priati (possesso di file
privi delle opportune
licenze, mancato utilizzo delle
opportune licenze software,
comportamento non in linea con
le policy di sicurezza), o per ti-
more della vittima di rivelare le
modalità di infezione, per esem-
pio a seguito della navigazione
su siti cosiddetti per adulti!
È inoltre doveroso sottolineare
che, anche a seguito del paga-
mento del riscatto, non è garan-
tito che vengano rilasciati i mezzi
per sbloccare il computer, per
cui il rischio è molteplice.
Ma come ci si può proteggere da
questi virus?
La miglior difesa è la prevenzio-
ne. Prima ancora di dotare il
computer di supporti tecnologici
adeguati a tenere lontano anche
i malware ransomware, conviene
cambiare il modo di interagire
con la tecnologia, oggi basato da
una eccessiva fiducia e da click
ed interazioni fatte in velocità e
con scarsa attenzione. Diffon-
dendo la cultura del ran-
somware, se si è consci del ri-
schio, di solito si presta più
attenzione ad eseguire azioni
routinarie, come ad esempio leg-
gere un’e-mail. Poi, tenendo
sempre aggiornati i browser di
internet e i software che si utiliz-
zano, soprattutto quelli connessi
con la sicurezza. Infine, si deve
evitare di utilizzare software
“pirata” o di frequentare siti po-
co attendibili.
Questo tipo di minaccia all’inter-
no di strutture informatiche “di
Stato” è mitigata dagli elevati
standard di sicurezza adottati,
ma i pirati informatici, erronea-
mente confusi con gli hacker,
continuano a sviluppare nuove
metodologie e tecniche per pas-
sare attraverso alle maglie della
sicurezza che molti di noi garan-
tiscono con il loro impegno quo-
tidiano, ed il comportamento
poco avveduto di un utente può
spazzar via in un sol colpo tutti i
muri eretti a difesa della nostra
infrastruttura IT (Information
Technology).
Ma fino a dove si pos-
sono spingere? Allo
stato attuale i balzi tec-
nologici sono sempre
più ampi e l’informatiz-
zazione sta raggiungen-
do anche oggetti di uso
quotidiano, come il
frigorifero che fa la
spesa online, l’automo-
bile controllata dallo smartpho-
ne o addirittura pacemaker con-
trollati wireless. E se un giorno
un ransomware, invece di cripta-
re i vostri dati, decidesse di non
farvi recapitare la spesa? Poca
cosa direte. E se vi impedisse di
andare a lavoro? Esistono diversi
casi documentati su internet …..
già più fastidioso. E se poi minac-
ciassero di bloccare il pacemaker
di vostro figlio?
Capitano Riccardo ROTONDO
Pagina 25
-
UMORISMO E SATIRA DI LORENZO RUBINO
Artista polivalente e trasformista, ama intrattenere grandi
e piccoli con animazioni e spettacoli di magia divertenti, calcando
qualsiasi tipo di scena, dal villaggio turistico, alla piazza, nonché
il teatro.
1° M.LLO LGT PierLuigi GIUSTINIANI
Si definisce S.A.C. “una squadra avanzata Expeditionary” composta, in modo modulare, da personale conno-tato da maggiore esperienza e con “skill” più “Combat Oriented”, in grado di assicurare, in maniera autono-ma o attraverso l’integrazione con appositi “team”, le capacità aeroportuali minimali funzionali per la gestio-ne iniziale di una qualsiasi infrastruttura aeroportuale (pista di volo, aviosuperficie, ecc.).
Pagina 26
L’ALMANACCO DELL’UFFICIO COMANDO
Promozioni Primo Aviere Capo AVELLA Vito
Primo Aviere Capo CIMO’ IMPALLI Alessandro
Primo Aviere Capo CLEMENTE Giuseppe
Primo Aviere Capo COLELLA Giuseppe
Primo Aviere Capo FORTINO Franco
Primo Aviere Capo FRUNCILLO Raffaele
Primo Aviere Capo LEZZI Carlo
Primo Aviere Capo MANCARELLA Cristian
Primo Aviere Capo MANCINI Enzo
Primo Aviere Capo MATURO Marco
Primo Aviere Capo PETRANCA Daniele
Primo Aviere Capo ROSSI Luca
Primo Aviere Capo SORECA Antonio
Primo Aviere Capo SPINELLI Luigi
Primo Aviere Capo ZILLI Marco
Primo Aviere Scelto GIORDANO Antonio
Primo Aviere Scelto IUDICE Yuri
Primo Aviere Scelto PETRUZZIELLO Marco
Primo Aviere Scelto TIRONE Marco
Pagina 27
-
12/10/2015 sergente Pasquariello Anna Maria
01/10/2015 Tenente colonnello ANTONACI Vittorio congedato
02/10/2015 1° maresciallo lgt D’AMORE Raffaele congedato
19/10/2015 Aviere Capo DE NITTO Daniele trasferimento
23/10/2015 1° maresciallo lgt CHIARIELLO Gerardo congedato
31/10/2015 1° maresciallo lgt D’APRILE Alessandro congedato
02/11/2015 Maggiore CENTINI Giusto congedato
09/11/2015 m.llo 1^ classe SFORZA Francesco trasferimento
16/11/2015 m.llo 1^ classe LIGUORI Fabio trasferimento
16/11/2015 Sergente maggiore SQUILLACE Salvatore trasferimento
16/11/2015 m.llo 1^ clASSE VIGLIOTTA Domenico trasferimento
23/11/2015 Tenente colonnello ALTERIO Andrea trasferimento
30/11/2015 m.llo 1^ classe MACINA Francesco trasferimento
30/12/2015 1° maresciallo lgt GOLIA Nicola congedato
30/12/2015 1° maresciallo lgt VIOLA Michele congedato
31/12/2015 1° maresciallo lgt BETTI Marco congedato
31/12/2015 Dipendente civile LEORATO Marino congedato
31/12/2015 Dipendente Civile PIACENTINI Giancarlo congedato
Pagina 28
Pagina 29
-
SARANNO GRADITISSIMI TUTTI I CONSIGLI CHE CI VERRAN-
NO DATI E, SIN D’ORA, CI SCUSIAMO PER EVENTUALI INESATTEZZE
PERIODICO TRIMESTRALE STAMPATO NEL NUMERO MASSIMO
DI 99 COPIE A USCITA
RISPETTA L’AMBIENTE: SE NON TI E’ NECESSARIO, NON STAMPARE QUESTO OPUSCOLO PLEASE CONSIDER THE ENVIRONMENT BEFORE PRINTING THIS BROCHURE
-
Centralino 045/6332111
AERONAUTICA MILITARE
Comando Logistico - Servizio dei Supporti 3° Stormo
Località Caluri, 1 37069 - Villafranca di Verona