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Nel momento in cui finisce lasimbiosi comincia il conflitto,il distacco traumatico dagliesseri che ci hanno dato la vitae da cui sentiamo di doverciliberare.Ma la nostra identità è fattaanche di queste presenzeinevitabili e imperiture.I nostri genitori sono parte dinoi e la relazione che abbiamocon loro ha bisogno di unenorme lavoro dirielaborazione prima di dirsi(ma lo saràmai?) equilibrata.

Essi sono stati giusti e sbagliatiallo stesso tempo; hannotentato di fare il meglio ma, inmolti casi non è statoabbastanza.La loro assenza, quanto unapresenza soffocante, crea ilcontesto perfetto per nevrosiche ci accompagneranno persempre.

Indaghiamo questo incessantelavorìo interiore, fatto ditentativi e fallimenti, attraversole opere di alcuni scrittoricontemporanei, cheripercorrono questi conflitti sulfilo dell'autobiografia.

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Iperborea, 2003Ismail, esule politico iraniano rifugiato inOlanda, riceve un giorno un misterioso taccuino,scritto in strani caratteri incomprensibili. È ilquaderno che suo padre Aga Akbar, riparatore ditappeti sordomuto e analfabeta, portava semprecon sé. Peregrinando tra le montagne innevate alconfine tra Iran e urss, nei villaggi dove sitessevano tappeti volanti e i santi aspettavano il

Messia leggendo libri in fondo ai pozzi. Aga Akbar registrava i suoipensieri nell'unica scrittura che conosceva, i caratteri cuneiformicopiati da un'iscrizione rupestre. Ismail, che di suo padre era stato“la bocca e le orecchie”, si pone il compito di tradurlo, perperdonarsi di averlo abbandonato e riconciliarsi con il propriodestino.

Feltrinellii, 1995Paula, nata nel 1963, è una ragazza felice,innamorata di suo marito, vive a Madrid, lavora.Una vita semplice, che non ha niente in comunecon quella della madre Isabel. ImprovvisamentePaula si ammala di una malattia rarissima, laporfiria: ha imboccato una strada di non-ritorno. Isabel lascia San Francisco, dove vive,per correre da lei. Mentre i medici studiano ognicura per salvarla, Isabel prova con l'unico mezzo

che ha a disposizione: usa la scrittura per distrarre la morte, lamagia della parola per evocare e chiamare a raduno, attorno aPaula, tutti i componenti della numerosa e bizzarra famiglia perché,insieme ai ricordi, formino una catena umana che trattenga Paulaalla vita.

Rizzoli, 2012Il protagonista de Il male oscuro è unintellettuale di provincia che, in seguito allamorte del padre avvenuta per tumore, entra inuna fase di depressione acuta. Il pensiero delpadre morto diviene il suo assillo principale, maanche l’innesco di un’ossessione più ampia cheriguarda i due diversi ambienti in cui il male puòattecchire: il corpo, sottoposto alla minaccia-

fantasma del cancro; e la psiche, insidiata da nevrosi di ognigenere. I due mali di cui soffre (o di cui crede di soffrire) arrivano afondersi in uno solo, e trovano sfogo in un violento disturbopsicosomatico che lo conduce in sala operatoria, da cui poi usciràsenza che nulla gli venga riscontrato. La scrittura del libro diventaallora un procedimento di indagine su se stesso.

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Frassinelli, 1997La cattiva figlia del titolo è l'io narrante diquesto romanzo sul difficile rapporto tra unadonna alle soglie della maturità e la madreottantenne. L'obiettivo dell'autrice mette afuoco conflitti, rancori, nodi irrisolti che sistemperano quando la figlia spinge la madre araccontarle la propria vita, nel tentativo diavvicinarsi finalmente a lei, di comprenderla e,

forse, di rivalutarla. La narrazione si svolge su diversi piani che siintersecano e si sovrappongono, permettendo al lettore di vedere ledue protagoniste da angolazioni differenti e punti di vistacontrastanti.

E/o, 2012Un'indimenticabile cattivissima nonna, al suofianco la fragile figlia Sulfia e la nipote Aminat,energica e indomabile come la nonna, mapositiva e capace infine di punirla. Qual è ilfascino di questo romanzo che accompagna letre donne dalla Russia sovieticaall'ordinatissima Germania del benessere? Laforza e l'energia del male? La fragile bellezza del

bene? "Chiunque sia rimasto un po' bambino non può che amarli: icattivi, come i bambini, si sentono al centro del mondo e non lotemono. La protagonista di questo romanzo della Bronsky è così:crede sempre di agire per il meglio degli altri, e delle altre, figlia enipote. E invece le strumentalizza, le manipola, non si ferma davantia nessuna nefandezza. Mette la propria smisurata energia al serviziosolo di se stessa e del suo interesse.

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Elliot, 2011Il racconto di un amore tra madre e figlia andatostorto da subito. Un romanzo potente e vitale, incui le vicende personali si uniscono alla storiacorale di un'Italia contadina, ritratta dagli annidi guerra fino ai nostri giorni. Quando Esperiamostra i segni di una malattia che le toglie lamemoria, è tempo per la figlia di prendersi curadi lei e aiutarla a ricostruire un'identità smarrita.Inizia così, giorno dopo giorno, il racconto di un

passato dal quale riaffiorano ricordi dolcissimi e crudeli,riprendono vita le figure dei familiari e degli abitanti della piccolacomunità montana che le ha viste nascere e crescere entrambe. E' ilracconto di una lenta metamorfosi dei sentimenti in unindissolubile legame madre-figlia che oscilla tra amore e odio,nostalgia e rifiuto.

Guanda, 2007A New York un ragazzino riceve dal padre unmessaggio rassicurante sul cellulare: "C'èqualche problema qui nelle Torri Gemelle, ma ètutto sotto controllo". È l'11 settembre 2001. Trale cose del padre scomparso il ragazzo trovauna busta col nome Black e una chiave: a questidue elementi si aggrappa per riallacciare ilrapporto troncato e per compensare un vuoto

affettivo che neppure la madre riesce a colmare. Inizia un viaggionella città alla ricerca del misterioso signor Black: un itinerario riccodi incontri che lo porterà a dare finalmente risposta all'enigmaticoritrovamento e ai propri dubbi. E sarà soprattutto l'incontro colnonno a fargli ritrovare un mondo di affetti e a riaprirlo alla vita.

L'orma, 2014La storia di un uomo - prima contadino, poioperaio, infine gestore di un bar-drogheria inuna città della provincia normanna - raccontatacon precisione chirurgica, senza compatimentiné miserabilismi, dalla figlia scrittrice. La storiadi una donna che si affranca con dolorosatenerezza dalle proprie origini e scrive dei suoigenitori alla ricerca di un ormai impossibile

linguaggio comune. Una scrittura tesissima, priva di cedimenti, diuna raffinata semplicità capace di rendere ogni singola parolaaffilata come un coltello. Il posto è un romanzo autobiografico cheriesce, quasi miracolosamente, nell'intento più ambizioso e nobiledella letteratura: quello di far assurgere l'esperienza individuale auna dimensione universale, che parla a tutti noi di tutti noi.

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Bompiani, 2019In questo bruciante pamphlet che coniuga iltono letterario della sua scrittura con la vampadell’intervento, l’autore torna a casa, cerca diriavvicinarsi al padre, comprende quanto la suarabbia sia annidata in un’ignoranza indottadalla realtà in cui è cresciuto, dalle politichesociali francesi, e condanna con parole roventichi ha negato a quest’uomo la possibilità di

diventare altro. Chi ha ucciso mio padre è un atto d’amore e didenuncia che travalica i confini geografici e sociali. Un pamphlet sullegame difficile, forse impossibile, con un padre che ti resping e nonti capisce e le ragioni profonde di quell’essere respinto e non capito.

Feltrinelli, 2014Per molti anni avevo cercato di scrivere di miopadre, ma senza riuscirci, sicuramente perchétutto questo era troppo vicino alla mia vita equindi non era facile costringerlo in un'altraforma, che invece costituisce il presuppostobase della letteratura. È la sua unica legge: tuttodeve piegarsi alla forma. Ecco perché gli scrittoriche posseggono uno stile marcato scrivono

spesso libri deboli. Ecco perché quegli autori che si occupano diargomenti e temi forti scrivono libri deboli. La potenza insita neltema e nello stile deve essere spezzata affinché possa nascere laletteratura. È questa demolizione che viene definita 'scrivere'. Loscrivere riguarda più il distruggere che il creare.

Adelphi, 2010"Mia madre dava l'impressione di essere unmeccanismo rotto. Non era malata, ma unaparte di lei aveva ceduto... Le parti integre equelle compromesse si mischiavano dicontinuo ed era arduo distinguerle.". Cosìleggiamo in questi Ricordi di mia madre, in cuiInoue cela, con pudore, il suo lato più intimo edolente. Inoue ci offre, con quest'opera in tre

tempi, pagine fra le più intense che abbia mai scritto, dove riesce atrovare la misura perfetta, con una delicatezza di tratto che nullaconcede all'effusione sentimentale, per raccontare un lentocongedo, raffigurare angosce primordiali ed evocare immagini chesi incidono nella memoria. Come quella dell'anziana donna che -con una lampadina tascabile in mano - vaga di notte nella casa delfiglio, senza che sia possibile sapere se ora, nella sua mente, lei è lamadre alla disperata ricerca del bambino perduto o la bambinasmarrita in cerca della mamma.

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Rizzoli, 2001Per la prima volta la scrittrice Dacia Maraini sisofferma a raccontarci del suo legame con lamadre svelando aspetti della storia di famigliaancora inediti e soprattutto interrogando glianni di permanenza in Giappone prima eall'inizio della seconda guerra mondiale. Aiutatanel ricordo da alcuni diari tenuti in quegli annidalla madre, la scrittrice ricostruisce in forma di

racconto il suo rapporto con la madre, un rapporto soloapparentemente distratto dalla seduttiva bellezza del padre, ma neltempo solidificatosi nel riconoscimento della sua forza coraggiosa egenerosa.

Einaudi, 2013Diviso in 83 capitoli (numero che corrispondeagli anni vissuti dal protagonista), il libro scavafra ricordi e storia patria, mentre la biografiasfuma nella paleontologia, se non nellageologia. L'enigmaticità di questo iroso anti-eroe, e insieme la sua lontananza, suggerisconoinfatti una possibile identificazione con i restiumani di origine preistorica trovati in Ciociaria,

a Pofi, suo paese d'origine. Cosi narrando, Magrelli, orfano adhonorem e padre a sua volta, procrastina il congedo definitivograzie al racconto, e non desiste, ma si maschera, fugge, scegliendola digressione per scendere ancora più in profondità nella vita delcapostipite, e mostrarne, oltre alle virtù, anche quei difetti che lorendevano un vecchio esacerbato e vulnerabile.

Einaudi, 1993Tonio, rampollo alto borghese di una famiglia dicommercianti di Lubecca a causa delleinclinazioni artistiche, alla morte del padrechiude l’attività di famiglia per diventarescrittore. Ma non è una scelta, è uno statoesistenziale che Tonio non può ignorare, puramando la bellezza e la “naturalezza” della vitacui, in nome dell’arte, deve rinunciare. Il

contrasto fra arte-malattia da un lato e borghesia-normalitàdall'altro - matrice della poetica di Thomas Mann - si manifesta nelsilenzioso idillio con Ingeborg Holm e nell'incompresa amicizia perHans Hansen: le due figure che costituiranno per sempre i limitidella solitudine e della gelosia di Tonio. Questo difficile equilibrioviene vissuto con drammatica inquietudine tra Lubecca, dove ilgiovane scrittore è nato e si è formato, e Monaco, dove diventeràcelebre, senza sedare del tutto le proprie angosce.

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Mondadori, 2001Una giornata di pioggia e di uccelli chesporcano le strade, una ragazza di quindici anniche scivola e cade dal motorino. Una corsa inambulanza verso l'ospedale. Lo stesso dove ilpadre lavora come chirurgo. È lui che raccontal'accerchiamento terribile e minuzioso deldestino. Il padre in attesa parla a sua figliaAngela, parla a se stesso. Rivela un segreto

doloroso, che sembrava sbiadito dal tempo, e che invece tornavivido, lancinante di luoghi, di odori, di oscuri richiami. Conprecisione chirurgica Timoteo rivela ora alla figlia gli scompensidella sua vita, del suo cuore, in un viaggio all'indietro nelle stazioniinteriori di una passione amorosa che lo ha trascinato lontano dallapropria identità borghese, verso un altro se stesso.

Einaudi, 1989«Mia madre era andalusa. Per caso, i suoigenitori portavano, di nascita, l'uno e l'altra, ilmedesimo cognome Munoz: cosí che lei,secondo l'uso spagnolo, portava il doppiocognome Munoz Munoz. Di suo nome dibattesimo, si chiamava Aracoeli». Cosí ha inizioquesto romanzo, in cui Manuele, quarantennefallito e omosessuale infelice, rimpiange

l'infanzia paradisiaca vissuta in simbiosi con la madre Aracoeli, unaselvaggia ragazza andalusa sposata a un ufficiale della marinaitaliana. Per Manuele la fine dell'infanzia si configura come unacacciata senza colpa dall'Eden e il suo ricordo è prigione e sventura,poiché la madre, colpita da un morbo misterioso, è mortaoltraggiando gli affetti famigliari con una furia demenziale elussuriosa.

E/o, 2019La giornalista Jean Nathan si mette sulle traccedell'autrice di "The lonely doll", ricostruendonela storia attraverso lettere, diari, vecchie foto e iracconti delle persone che l'hanno conosciuta.Ricompone così il mosaico di una vita al tempostesso affascinante e terribile. La vicenda diDare - donna di straordinaria bellezza e fragilitàestrema - attraversa l'intero Novecento,

incrociando o sfiorando i destini di grandi personaggi. Ma la sua èsoprattutto la storia di una tormentata solitudine e del coraggioso,e tragico, tentativo di sconfiggerla attraverso risorse sconfinate epotentissime: l'immaginazione e la ricerca incessante di un'infanziaperduta.

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Colpo di fulmine delbibliotecario

Iperborea, 2019Solo il cognome, Kirnuvaara, sembra accomunarePekka, vittima di un cronico mal di denti, e il suonuovo dentista Esko. Pekka è uno spigliato,sensibile e moderno copywriter di mezz'età che nonha mai superato l'abbandono da parte del padre eche ora, con il fallimento del suo matrimonio e unadisputa in corso sull'affidamento dei figli, vedeinfrangersi il suo ideale di famiglia perfetta. Esko,

che ha quasi sessant'anni, ha invece preso spunto dai freddigenitori adottivi per elevare l'odontoiatria a filosofia di vita epraticare l'anestesia anche su emozioni e sentimenti. Ma con loscavo nelle radici dentali di Pekka emergono ben altre, e condivise,radici: dietro lo stesso cognome, si scopre, c'è lo stesso padre. Dopoqualche trapanatura e le prime inevitabili, buffe incomprensioni, lacorazza di Esko s'incrina e l'improbabile coppia di fratelli si mettesulle poche tracce che ha di lui, sperando di trovare una buonaragione per una doppia negazione d'amore paterno.

Voland, 2018Marie è una bellissima diciannovenne che godea suscitare l’invidia delle sue coetanee. Quandova in sposa a un giovane benestante, non sirassegna alla nascita di Diane, l’incantevolefiglia che attira su di sé l’attenzione di tutti,come non si rassegna a una vita che sembradeludere le sue aspettative. Amélie Nothombtorna a regalarci un romanzo crudele, mettendo

a nudo con precisione millimetrica i meccanismi più distruttividell’animo umano. Colpisci il tuo cuore è la storia di un amoreassoluto. L’amore di una figlia per la madre, la sua ricerca ditenerezza, di conferme. Non è però il racconto di una crisi familiare.Invidia, gelosia, rabbia, rancore si muovono all’interno del testocome personaggi silenziosi in grado di farci sussultare a ognicambio di pagina.

Adelphi, 2005La quattordicenne Antoinette decide di gettarenella Senna tutti gli inviti che la madre, volgaree arcigna parvenue, ha stilato per il ballodestinato a segnare il suo ingresso nellabrillante società parigina. È una vendetta, che laragazza consuma nei confronti della madre. Inpoche pagine, con una scrittura scarna edessenziale, l'autrice riesce a raccontare un

dramma dell'amore, del risentimento e dell'ambizione. IrèneNémirovsky, nata a Kiev nel 1903, èmorta ad Auschwitz nel 1942.

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Adelphi, 2004"Dopo ventisette anni oggi ti rivedo, madre, emi domando se nel frattempo tu abbia capitoquanto male hai fatto ai tuoi figli". In una stanzad'albergo di Vienna, alle sei di un piovosomattino, Helga Schneider ricorda quella madreche nel 1943 ha abbandonato due bambini perseguire la sua vocazione e adempiere quellache considerava la sua missione: essere a

tempo pieno una SS e lavorare nei campi di concentramento delFührer. Che cosa spinge Helga, oggi, a incontrare questa vecchiaestranea che è sua madre? La curiosità? La speranza che si siapentita? O qualcosa di più oscuro e inquietante? «Verso di lei provoun rancore tenace, ma temo di non avere ancora rinunciato atrovare in lei qualcosa che si salva.

Adelphi, 2013Un grandioso affresco familiare, attraverso tregenerazioni e tre paesi - Polonia, Germania eAmerica. La saga dei Karnowski comincia conDavid, il capostipite, il quale all'alba delNovecento lascia lo shtetl polacco in cui è nato,ai suoi occhi emblema dell'oscurantismo, perdirigersi alla volta di Berlino, forte del suotedesco impeccabile e ispirato dal principio

secondo il quale bisogna essere ebrei in casa e uomini in strada. Ilfiglio Georg, divenuto un apprezzato medico e sposato a unagentile, incarnerà il vertice del percorso di integrazione e ascesasociale dei Karnowski - percorso che imboccherà però la fataleparabola discendente con il nipote: lacerato dal disprezzo di sé,Jegor, capovolgendo il razzismo nazista in cui è cresciuto, porteràalle estreme conseguenze, in una New York straniante e nemica, lacontraddizione che innerva l'intera storia familiare.

Feltrinelli, 2013Loro sono riconoscibilissimi - ma chi li ha visticrescere teme sempre che possano essere statisostituiti. Inquietanti o inquieti? Loro passanogran parte del tempo in una posizioneorizzontale che non è necessariamente quelladel sonno. Ma certamente dormono quandogran parte del mondo è sveglia. Loro sono gliadolescenti, anzi i figli adolescenti. Così se liimmagina Michele Serra: sdraiati. Gli sdraiati

fanno paura, fanno tenerezza, fanno incazzare. Eppure seinterrogati a volte sorprendono per intelligenza, buon senso,pertinenza. E allora? Bisogna raccontarli, guardarli, spiarli. Cosa cheMichele Serra fa con l'ansia del padre, con lo spirito del moralista,con l'acutezza del comico. Gli sdraiati è un romanzo, un saggio,un'avventura.

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Keller, 2017Sulle montagne dei Carpazi, nella comunità diItkova, vive da sempre una stirpe di donnedotate di poteri eccezionali. Guaritrici,preveggenti, tramandano la loro arte di madrein figlia e vengono chiamate "dee". Dora Idesovaè l'ultima di questa discendenza, ma non haereditato nessuna arte. Rimasta orfana èpassata alle cure di zia Surmena fino a quando

anche quest'ultima scompare dietro le mura di una clinicapsichiatrica. Dora finisce così in collegio, cresce, studia Etnografia etrova lavoro presso l'Accademia delle Scienze di Brno. Quando neglianni Novanta vengono resi pubblici gli archivi della polizia segreta,Dora - che nel frattempo sta scrivendo un saggio riguardante le"dee" - inizia le sue ricerche e si imbatte nel dossier sulla zia.

Einaudi, 2018Ida è appena sbarcata a Messina, la sua cittànatale: la madre l'ha richiamata in vista dellaristrutturazione dell'appartamento di famiglia,che vuole mettere in vendita. Circondata dinuovo dagli oggetti di sempre, di fronte ai qualideve scegliere cosa tenere e cosa buttare, ècostretta a fare i conti con il trauma che l'hasegnata quando era solo una ragazzina. Ventitre

anni prima suo padre è scomparso. Sulla mancanza di quel padre sisono imperniati i silenzi feroci con la madre, il senso di un'identitàfondata sull'anomalia, persino il rapporto con il marito, salvezza enaufragio insieme. Specchiandosi nell'assenza del corpo paterno,Ida è diventata donna nel dominio della paura e nel sospetto versoogni forma di desiderio. Ma ora che la casa d'infanzia la assedia coni suoi fantasmi, lei deve trovare un modo per spezzare il sortilegio efar uscire il padre di scena.

Feltrinelli, 2002LuLing e Ruth sono madre e figlia. Ruth è cinesesolo nelle fattezze, la sua professione, la lingua,il modo di interpretare la realtà sono quelli diun'americana di oggi. LuLing ha più disettant'anni. Pur avendo vissuto per mezzosecolo negli Stati Uniti, è profondamente legataalla terra d'origine. LuLing vive sola, si mantienecon un povero sussidio e comincia a mostrare i

segni del morbo di Alzheimer. Colpita da questa circostanza, Ruthdecide di far tradurre dal cinese un manoscritto che, anni prima, lamadre le aveva affidato pregandola di leggerlo, per avvicinarsi alsuo passato. Ruth scopre che il suo bisnonno era un aggiustaossa eapprende segreti familiari inimmaginabili.

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Nottetempo, 2013Un contadino della remota provincia cinese delHenan lavora testardamente una terra avara,con la forza, la determinazione e la faticadettate da una promessa fatta a se stesso:costruire una grande casa col tetto di tegole peri suoi figli. Yan Lianke ci racconta con parolescabre come le pietre di un campo da dissodarela storia di suo padre, della sua famiglia, della

sua infanzia povera e delle aspirazioni alla fuga verso un futuro piúaperto. Ma, soprattutto, ci racconta la nostalgia per un padrecompreso troppo tardi, le cose non dette, le azioni mancate,insieme alla ricerca delle parole giuste che possano restituire,seppure in ritardo, il calore e la durezza della vita di una personaamata. Pervaso di grazia e di forza, questo libro è un tributo alleradici, alla terra, alla lotta per la sopravvivenza, alla memoria.

Feltrinelli, 2013Yumiko e Shoichi sono due cugini, figli di sorellegemelle. Pur essendo stati molto legati dabambini, per anni non si sono più frequentati.Si ritrovano quando Shoichi, eseguendo leultime volontà della madre, va a trovareYumiko, rimasta orfana di entrambi i genitori,per prendersi cura di lei. La donna soffre digravi amnesie che le impediscono di ricordare il

passato. La sua vita trascorre in solitudine, sospesa in una specie dilimbo separato dalla realtà. Shoichi, con affetto e pazienza, riescegradualmente a risvegliare i suoi ricordi, compresi quelli legati adalcuni drammatici eventi. Yumiko rivive infatti un terribile traumasubìto da bambina, fino a quel momento rimosso. Ecco allora chela nebbia si dirada e il passato le appare per la prima volta chiaro.Ma la discesa agli inferi della memoria non è ancora finita: un'altrarivelazione, ancora più sconvolgente, attende Yumiko.