Nello stesso Carisma, con responsabilità

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1 COMPAGNIA DI SANT’ORSOLA ISTITUTO SECOLARE DI SANT’ANGELA MERICI FEDERAZIONE www.istitutosecolareangelamerici.org www.angelamerici.it e-mail: [email protected]

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Periodico n. 1 anno 2014 della Compagnia di S. Orsola, Federazione

Transcript of Nello stesso Carisma, con responsabilità

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COMPAGNIA DI SANT’ORSOLA

ISTITUTO SECOLARE DI SANT’ANGELA MERICI

FEDERAZIONE

www.istitutosecolareangelamerici.org

www.angelamerici.it

e-mail: [email protected]

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SOMMARIO

Ai lettori pag. 4

Il pensiero della Presidente pag. 6

Convegno della Federazione pag. 8

Il pensiero dell’Assistente Ecclesiastico pag. 9

Mons. Aldo Giordano pag. 14

Dalla Regola di Sant’Angela Merici pag. 15

Per chiedere misericordia pag. 23

Una Compagnia secondo il cuore di Dio pag. 24

Chiedere di appartenere alla Compagnia pag. 25

Le Compagnie oggi pag. 26

La fede: testimonianza pag. 28

Ancora sul riserbo pag. 29

DALLE COMPAGNIE E DAI GRUPPI

1923-2013 una novantenne pag. 30

Polonia e Slovacchia pag. 31

Giornate di ritiro in Eritrea pag. 31

Un nuovo germoglio in Kenia pag. 32

La convocazione delle orsoline

del Nord America pag. 33

Indonesia: incontro annuale pag. 34

Tanta gioia pag. 35

Ha esaltato gli umili pag. 36

La Compagnia presente in Nigeria pag. 39

Treviso pag. 39

Dal sud del Brasile pag. 40

Una bella testimonianza di fede pag. 41

Convegno regionale in Sicilia pag. 42

Siracusa pag. 43

POSTA IN ARRIVO pag. 44

SEGNALAZIONE pag. 47

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AI LETTORI

Siate liete… rallegratevi… state contente… (Sant’Angela)

Anno nuovo… vita nuova e gioiosa…

Questo è l’invito che raccogliamo da Papa Francesco

nell’“Evangelii Gaudium”…

Il nostro Assistente, Vescovo Adriano, ci propone, al riguardo,

in queste pagine una bella riflessione spirituale.

Ci lasciamo anche noi guidare da questo invito alla gioia,

invito squisitamente mericiano.

Ripartiamo dall’incontro con Gesù…

Il Papa ci invita a cercare costantemente questo

incontro: “Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione

si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con

Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi

incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta”. (EG 3)

Riprendiamo qualche pensiero mericiano:

L’incontro con Gesù Cristo è il nostro bene: “Lui, che non

vuole se non il solo bene e gaudio vostro”. (R 10,18)

A Gesù Cristo bisogna tendere continuamente: “Il nostro

cammino spirituale si esprime in una continua tensione verso

Cristo”. (Cost.4.1)

Accogliamo Cristo e serviamolo: “Accoglieremo

gioiosamente Cristo e lo serviremo con amabilità e

mitezza”.(Cost. 22.3)

Uniamoci alla gioia di tutta la creazione: Il Papa ci dice che

la creazione intera partecipa di questa gioia della salvezza:

«Giubilate, o cieli, rallegrati, o terra, gridate di gioia, o monti,

perché il Signore consola il suo popolo e ha misericordia dei

suoi poveri» (Is 49,13).

E Sant’Angela così prega: “…Il tuo santo nome: sia esso

benedetto sopra la rena del mare, sopra le gocce delle acque,

sopra la moltitudine delle stelle”. (R 5,26)

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È la gioia che si vive tra le piccole cose della vita

quotidiana… ci ricorda il Papa al n. 4 dell’Esortazione. E

ancora al n. 16: “Possiamo accogliere, in mezzo al nostro

lavoro quotidiano, l’esortazione della Parola di Dio: «Siate

sempre lieti nel Signore. Ve lo ripeto, siate lieti!» (Fil 4,4)”. Ma sia lieta (R 9,11)… ci suggerisce Sant’Angela.

Lo stile di Gesù Cristo Crocifisso e Risorto…

“Ci sono cristiani che sembrano avere uno stile di Quaresima

senza Pasqua”. (EG 6)

Lo stile suggerito da Sant’Angela è uno stile gioioso,

accompagnato dalla fede, dalla speranza e dalla carità: “Ogni

nostro dolore e tristezza si volgeranno in gaudio e in

allegrezza; e troveremo le strade per sé spinose e sassose, per

noi fiorite e lastricate di finissimo oro. (R pr,27)

Rallegratevi, state di buona voglia… state contente, non

dubitare”…. (cfr T 11)

Quanto hanno da rallegrarsi e far festa perché in cielo a tutte,

una per una, è preparata una nuova corona di gloria e

d’allegrezza (Rc 5,25)

La speranza vocazionale…

“Dove c’è vita, fervore, voglia di portare Cristo agli altri,

sorgono vocazioni genuine”. (EG 106) “Nella Compagnia

risponderemo liberamente e con animo lieto alla chiamata…”,

ricordano le nostre Costituzioni. (3.2)

Non ci resta che accogliere con gioia e gratitudine il

carisma mericiano e viverlo con allegrezza e fervore.

Fedelmente dunque e con allegrezza perseverate nell’opera

incominciata. E guardatevi, guardatevi dico, dal perdere il

fervore, perché ogni promessa che vi faccio

a colmo di misura vi sarà mantenuta. (T 11,22-24)

Caterina Dalmasso

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IL PENSIERO DELLA PRESIDENTE

SECOLARITÀ CONSACRATA

In diversi “passi” dei suoi scritti, Sant’Angela esprime il suo

riverente amore e la sua amorevole attenzione a ciò che dice la

“Santa Madre Chiesa”: è autorevole il suo monito “… obbedire

a ciò che comanda la santa madre Chiesa, perché, dice la

Verità, << chi ascolta voi ascolta me>>” (R cap. VIII, 8)

In un intervento tenuto in Spagna, ad una assemblea

degli istituti secolari, il Prefetto della Congregazione per gli

istituti di vita consacrata, Cardinale João Braz de Aviz, ha

rivolto a loro, e a tutti noi, parole di grande forza che possono e

debbono essere assunte come indicazioni preziose per la nostra

vita e per la vita delle nostre Compagnie.

Ha lasciato tre parole chiave: incontro, salvezza,

speranza e ha declinato ciascuna di esse per i membri degli

istituti secolari.

Vi invito a leggere questo intervento e a farne oggetto

di riflessione in questo tempo in cui tutte le Compagnie e i

Gruppi sono chiamati ad approfondire il tema della secolarità

consacrata.

Già il convegno della scorso luglio 2013 ci ha offerto

contributi per continuare ad approfondire questa dimensione

fondante della nostra vocazione e così sarà anche nel prossimo

convegno del 2014.

L’intervento del cardinale prefetto ci regala ulteriori

stimoli che desideriamo non lasciare cadere.

“La specificità della vostra vocazione vi porta a non

avere visibilità; […] L’icona che richiama questa particolare

forma di consacrazione è quella del sale che si scioglie e dà

sapore, del lievito che si disperde e fa fermentare la massa;

[…] La vostra vocazione vi pone tra gli altri addirittura senza

segni esteriori; […] Lo specifico della secolarità consacrata

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trova il suo fondamento nella via dell’incarnazione seguita da

Cristo, [ci rende] capaci di vivere nel mondo, senza perdere la

propria differenza e alterità; […] Fratelli, quindi, prima di

essere padri e maestri” (“Come il sale che dà sapore” Da “Testimoni”

n.° 11/13)

Sentiamo in queste parole l’eco delle nostre

Costituzioni: “La nostra vita sarà di impegno per essere

testimoni di carità, di fede e di speranza nel cuore del

mondo” (Cost. 4.2)

Molto interessante una “raccomandazione particolare”.

Il prefetto della vita Consacrata sa bene che molti istituti

secolari hanno avuto, e ancora possono avere e gestire opere

proprie.

A coloro che vivono queste particolari situazioni dice: “

… non dimenticate mai che la vostra vocazione e la possibilità

di donare l’amore di Dio al mondo, prima di passare da quella

attività, passa attraverso la normalità, la quotidianità delle

vostre vite. Quanto più saprete vivere le situazioni esistenziali

ordinarie delle altre donne e degli altri uomini, tanto più

sarete fedeli alla vostra chiamata”

Anche in queste espressioni sentiamo l’eco delle

costituzioni là dove ci dicono che “ … la loro presenza

diventerà testimonianza significativa […] se verrà mantenuto

lo stile di vita secolare” (Cost. 22.7)

“L’apporto degli istituti secolari lo vedo fondamentale

anche in riferimento all’annuncio. [della salvezza] […] Dio

salva, non uccide, non condanna, solo ama!” Occorre lasciare

“ … intravedere con le nostre vite la bellezza del nostro Dio

che è pronto ad accoglierci sempre senza riserve; […] Nella

misura in cui la vostra formazione alimenterà questo cammino,

sarete testimoni (non maestri) di misericordia e potrete

costruire comunione.”

Sant’Angela era “esperta” di comunione; dovunque è

passata, nei luoghi e nelle famiglie in cui ha vissuto, ha cercato

8

di mettere pace e concordia e desidera che anche le sue Figlie

siano operatrici di unità e di comunione.

“L’ultima raccomandazione mia che vi faccio, e con

la quale fin col sangue vi prego, è che siate concordi, unite

insieme tutte d’un cuore e d’un volere. Siate legate l’una

all’altra col legame della carità … (Ultimo Ric. 1-2)

“La speranza è un dono di Dio che si comunica con i

nostri gesti, con le nostre parole, noi stessi; non è facile

ottimismo, ma un concreto atteggiamento di fiducia e di

abbandono, come di coloro che – piccoli e poveri – ripongono

in Dio ogni loro attesa”.

Accogliamo l’invito del Cardinale prefetto e delle

nostre Costituzioni: “Nella famiglia e nella professione, nella

comunità civile ed ecclesiale, e in ogni nostra attività e

iniziativa terremo desta la speranza del cielo, dove Gesù vive

alla destra del Padre.” (Cost. 22.3)

E con Sant’Angela ripetiamo: “Signore mio, unica vita

e speranza mia”. Maria Razza

Attenzione!

CONVEGNO DELLA FEDERAZOIONE

FORMAZIONE

UN ITINERARIO DI FEDE MAI CONCLUSO

Roma 27-31 luglio 2014

Informazioni e prenotazioni: Rosa Bernasconi

tel. 031 986480; 328 6632995

e-mail: [email protected]

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IL PENSIERO DELL’ASSISTENTE ECCLESIASISTICO

DEL CONSIGLIO DELLA FEDERAZIONE

UNA LEZIONE DI VITA SPIRITUALE

DALL’ESORTAZIONE APOSTOLICA

DI PAPA FRANCESCO,

“EVANGELII GAUDIUM”

E’ da poco uscita l’Esortazione Apostolica di

papa Francesco “Evangelii Gaudium”. “La

gioia del Vangelo”. Di questo documento molto

corposo vorrei qui attirare l’attenzione su due

aspetti tipici della spiritualità mericiana: la gioia che nasce

dall’incontro con Cristo (nn 1-10) e la necessità di coltivare

l’incontro personale con l’amore di Gesù (nn.264-267).

1. La gioia nasce dall’incontro con Cristo (nn. 1-13).

L‘inizio dell’Esortazione “Evangelii gaudium” (n° 1) è la chiave

di lettura alla quale papa Francesco vuole riportare l’annuncio

del vangelo: “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita

intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si

lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla

tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo

sempre nasce e rinasce la gioia. In questa Esortazione

desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani, per invitarli a una

nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e

indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni”.

Sorgente della gioia del cristiano è l’incontro con Gesù,

l’essere salvati e liberati da Lui, essere con Gesù Cristo. La

gioia che nasce dall’incontro con Gesù Cristo ‘marca’ la nuova

evangelizzazione nei prossimi anni. Al centro di tutto c’è

dunque l’incontro con Cristo. Come non pensare al prologo

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della Regola di sant’Angela, dove si respira un’atmosfera di

gioia e allegrezza per essere state scelte ad essere spose di

Cristo e di averlo accolto come tale, cioè come compagno o

partner con il quale condividere e al quale donare tutta la

propria vita al presente e nell’attesa di appartenergli totalmente

in cielo.

Il papa invita (n° 3) “ogni cristiano, in qualsiasi luogo e si-

tuazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro

personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione

di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza

sosta”. E’ questa la fedeltà della consacrata a Cristo: rinnovare

quotidianamente l’incontro personale con Gesù Cristo, lasciarsi

incontrare da Lui, cercarlo ogni giorno senza sosta. Tra i testi

dell’Antico Testamento citati dal papa mi piace ricordare (n°4)

quello del profeta Sofonia: «Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è

un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo

amore, esulterà per te con grida di gioia» (Sof 3,17). Il Cristo

viene presentato come lo sposo che grida di gioia per la sua

sposa e che la rinnova col suo amore. E un richiamo della

spiritualità sponsale di cui parla sant’Angela. Da questo

rapporto con Lui si attinge la forza di affrontare anche le

sofferenze o scoraggiamenti del tempo presente nella certezza

che Lui saprà trasformare queste tribolazioni in gioia; così

infatti al n° 5 il papa continua: “La nostra gioia cristiana

scaturisce dalla fonte del suo cuore traboccante. Egli promette

ai discepoli: «Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza

si cambierà in gioia » (Gv 16,20). E insiste: « Vi vedrò di nuovo

e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la

vostra gioia» (Gv 16,22). Sembra quasi un riferimento al

Ricordo V dove sant’Angela scrive: “Anche se alle volte

avranno qualche tribolazione o affanno, tuttavia passeranno

presto e si volgeranno in allegrezza e gaudio. E poi il patire di

questo mondo è un niente di fronte a quei beni che ci sono in

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paradiso”. Al n° 7, papa Francesco citando l’Enciclica ‘Deus

Caritas est’ di papa Benedetto XVI ci ricorda ancora che:

«All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o

una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una

Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e, con ciò, la

direzione decisiva ». Per sant’Angela si tratta dell’incontro con

“l’Amatore nostro” (Legato 11°) o “il nostro amore” e “unico

tesoro” (Ricordo 5°). Prendiamo queste parole del papa, così

vicine a quelle di sant’Angela, come occasione per verificare la

gioia della consacrazione a Cristo, anche in prospettiva

missionaria ed evangelizzatrice.

Trovo molto bello e stimolante infatti quanto leggiamo al n° 8:

«Solo grazie a quest’incontro – o reincontro – con l’amore di

Dio, che si tramuta in felice amicizia, siamo riscattati dalla

nostra coscienza isolata e dall’autoreferenzialità. Giungiamo

ad essere pienamente umani quando siamo più che umani,

quando permettiamo a Dio di condurci al di là di noi stessi

perché raggiungiamo il nostro essere più vero. Lì sta la

sorgente dell’azione evangelizzatrice. Perché, se qualcuno ha

accolto questo amore che gli ridona il senso della vita, come

può contenere il desiderio di comunicarlo agli altri?». A buona

ragione si addice a chi è chiamato a vivere la propria

consacrazione a Cristo nel mondo l’espressione della

“Evangelii nuntiandi” di Paolo VI, che papa Francesco riporta

al n° 10: «Possa il mondo del nostro tempo –che cerca ora

nell’angoscia, ora nella speranza – ricevere la Buona Novella

non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, impazienti e ansiosi,

ma da ministri del Vangelo la cui vita irradii fervore, che

abbiano per primi ricevuto in loro la gioia del Cristo».

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2. Necessità di coltivare l’incontro personale con l’amore di

Gesù: (nn.264-267).

In questi numeri dell’Esortazione il papa ritorna al pensiero

dell’incontro con Cristo e con il suo amore, come sorgente

dell’azione evangelizzatrice. La nuova evangelizzazione non è

data da un insieme di attività, ma dal fare conoscere ad altri la

persona amata. «La prima motivazione per evangelizzare è

l’amore di Gesù che abbiamo ricevuto, l’esperienza di essere

salvati da Lui che ci spinge ad amarlo sempre di più. Però, che

amore è quello che non sente la necessità di parlare della

persona amata, di presentarla, di farla conoscere?» (n°264). Se

mancasse il desiderio di farlo conoscere e amare dovremmo

porci l’interrogativo sul nostro amore verso di Lui. Scrive per

questo il papa: «Se non proviamo l’intenso desiderio di

comunicarlo, abbiamo bisogno di soffermarci in preghiera per

chiedere a Lui che torni ad affascinarci. Abbiamo bisogno

d’implorare ogni giorno, di chiedere la sua grazia perché apra

il nostro cuore freddo e scuota la nostra vita tiepida e

superficiale». Molto bella la ‘ricetta’ che il papa suggerisce per

riscaldare il nostro cuore freddo e scuotere la nostra vita tiepida

e superficiale: «Che dolce è stare davanti a un crocifisso, o in

ginocchio davanti al Santissimo, e semplicemente essere da-

vanti ai suoi occhi! Quanto bene ci fa lasciare che Egli torni a

toccare la nostra esistenza e ci lanci a comunicare la sua nuova

vita! «Quanto bene ci fa lasciare che Egli torni a toccare la

nostra esistenza e ci lanci a comunicare la sua nuova vita!. La

migliore motivazione per decidersi a comunicare il Vangelo è

contemplarlo con amore, è sostare sulle sue pagine e leggerlo

con il cuore…. Perciò è urgente ricuperare uno spirito

contemplativo, che ci permetta di riscoprire ogni giorno che

siamo depositari di un bene che umanizza, che aiuta a

condurre una vita nuova. Non c’è niente di meglio da

trasmettere agli altri». Come non sentire l’eco di sant’Angela

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che scrive che “con l’orazione si impetra da Dio la grazia della

vita spirituale” (Regola cap. V) come pure: “il ricorrere ai piedi di

Gesù Cristo e lì con tutte la vostre figliole, fare caldissime

orazioni” (Ultimo Legato).

Concludo con alcune espressioni dei nn° 266-267 nel quale il

papa ci fa intendere dove sta la molla dello slancio missionario

del cristiano. «Non si può perseverare in un’evangelizzazione

piena di fervore se non si resta convinti, in virtù della propria

esperienza, che non è la stessa cosa aver conosciuto Gesù o

non conoscerlo, non è la stessa cosa camminare con Lui o

camminare a tentoni, non è la stessa cosa

poterlo ascoltare o ignorare la sua Parola,

non è la stessa cosa poterlo contemplare,

adorare, riposare in Lui, o non poterlo fare.

Non è la stessa cosa cercare di costruire il

mondo con il suo Vangelo piuttosto che farlo

unicamente con la propria ragione…. Il vero

missionario, che non smette mai di essere

discepolo, sa che Gesù cammina con lui, parla con lui, respira

con lui, lavora con lui. Sente Gesù vivo insieme con lui nel

mezzo dell’impegno missionario. Se uno non lo scopre presente

nel cuore stesso dell’impresa missionaria, presto perde

l’entusiasmo e smette di essere sicuro di ciò che trasmette, gli

manca la forza e la passione. Uniti a Gesù, cerchiamo quello

che Lui cerca, amiamo quello che Lui ama».

Anche queste parole di papa Francesco ci spingano ad una

‘consacrazione e missione’ sempre più vive e vere.

L’Assistente, + vescovo Adriano Tessarollo

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Mons. Aldo Giordano

Arcivescovo

Nunzio in Venezuela

Abbiamo conosciuto Mons. Aldo

Giordano e lo abbiamo avuto nostro

graditissimo ospite e relatore

all’Assemblea della Federazione del 2006

e ancora ad un nostro convegno

internazionale nel 2008, nel 50° della

Federazione.

Abbiamo goduto

della sua

preparazione,

della sua

amicizia, delle sue profonde e intense

relazioni, lo abbiamo accompagnato

nelle sue grandi responsabilità e

continuiamo ad accompagnarlo nella

sua nuova e delicatissima missione

come Nunzio in Venezuela.

Non vogliamo dimenticarlo e non

vogliamo che Lui ci dimentichi.

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DALLA REGOLA DI SANT’ANGELA MERICI

Qualche spunto di riflessione…

Cap. VII DELLA CONFESSIONE

“La coscienza della inadeguatezza

della risposta al dono di Dio

e dell’infedeltà alla sua grazia

ci spingerà a domandare

al benignissimo Signore

misericordia e tempo e modo di pentirci.

Ci accosteremo con frequenza e con regolarità

per quanto possibile

al sacramento della riconciliazione”. (Cost. 13.4)

“Il cristiano che ha peccato dopo il Battesimo,

viene riconciliato con Dio

attraverso la riconciliazione con la Chiesa.

Il pentimento, la confessione dei peccati,

l’impegno di penitenza e di riparazione del penitente,

si incontrano col gesto del Sacerdote,

l’assoluzione data in nome di Cristo e della Chiesa”. (Cat. ad.)

La frequenza e la necessità...

1“Si esorta inoltre a frequentare la confessione,

necessaria medicina delle piaghe delle nostre anime”

S. Angela continua i capitoli sulla vita spirituale e lo fa

nel modo che le è più congeniale...esortando.

La confessione, la Messa, la preghiera, il digiuno

costituiscono i capitoli centrali della Regola di S. Angela, quasi

una continuazione a quelli iniziali che propongono la

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singolarità di questa vocazione e quasi un’anticipazione di

quelli finali che ne sottolineano la specificità.

Per quanto riguarda la confessione, S. Angela non la

precisa come cadenza, lascia ad ognuna, a seconda del tempo e

delle circostanze, la libertà di definirne la frequenza, si

preoccupa invece di precisarne la necessità, quale medicina

delle piaghe delle nostre anime.

Ritroviamo la stessa S. Angela che, nella sua preghiera,

si era riconosciuta meritevole dell’inferno per gli errori, le

bruttezze, le tendenze riprovevoli... e che aveva chiesto al

benignissimo Signore di perdonarla di ogni cosa per la sua

sacratissima Passione e per il suo sangue prezioso sparso per

amor nostro.

Ogni capitolo della Regola va letto in continuità,

cercando di cogliere il pensiero della Madre e l’indirizzo per

noi sue figlie.

Necessaria medicina

Gesù, medico dei corpi e delle anime, ha voluto che la

sua Chiesa continui, in forza dello Spirito Santo, la sua opera di

guarigione e di salvezza.

Il Concilio Vaticano II insegna: “Quando ci

accostiamo al sacramento della penitenza, riceviamo dalla

misericordia di Dio il perdono delle offese fatte a lui e insieme

ci riconciliamo con la Chiesa, alla quale abbiamo inflitto una

ferita col peccato”. (L.G.11)

“La vita nuova ricevuta nell’iniziazione cristiana non

ha soppresso la fragilità e la debolezza della natura umana, nè

l’inclinazione al peccato”. (Cat. 1426)

“Il peccato è anzitutto offesa a Dio, rottura della

comunione con Lui. Nello stesso tempo attenta alla comunione

con la Chiesa”. (Cat. 1440)

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Il sacramento esige la nostra libertà. Giovanni Paolo II°,

ricordando che la Confessione è di grandissimo giovamento per

la vita spirituale, precisava che Dio non impone il suo perdono,

a chi si rifiuta di accettarlo, Dio attende.

Il Catechismo degli adulti precisa: “La vita è un

cammino di conversione e la Chiesa è un popolo di penitenti

chiamato a rinnovarsi incessantemente sotto il giudizio

esigente e misericordioso della Parola di Dio. Ai battezzati

ricaduti nella schiavitù del peccato, il Signore offre una nuova

possibilità di salvezza attraverso il sacramento della penitenza

o riconciliazione, quasi un secondo battesimo”. (702)

La Confessione preparata con un quotidiano esame di

coscienza, favorisce la conversione del cuore all’amore del

Padre della misericordia. Paolo VI ricordava che la confessione

frequente è una sorgente privilegiata di santità, di pace, di

gioia.

La confessione periodicamente rinnovata, ha

accompagnato sempre nella Chiesa l’ascesa alla santità.

La fede ci insegna che Gesù ha voluto che i sacramenti

siano i mezzi ordinari efficaci per i quali passa ed opera la sua

potenza redentrice.

Gli aspetti ecclesiali...

La confessione al Sacerdote...

2“perchè mai nessuno sarà giustificato dal peccato, se

prima non avrà di sua propria bocca confessato al sacerdote le

sue colpe, come dice la Scrittura: dì tu per primo i tuoi peccati

al fine di essere giustificato”.

S. Angela con parole semplici richiama alla Parola di

Dio e ci ricorda che per essere perdonati occorre confessare al

Sacerdote le proprie colpe.

Il sacramento si chiama della Confessione “poichè

l’accusa, la confessione dei peccati davanti al Sacerdote è un

elemento essenziale di questo sacramento”. (Cat. 1424)

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La confessione al sacerdote costituisce una parte

essenziale della Penitenza. Già il Concilio di Trento (vicino

all’epoca di S. Angela) precisava: “E’ necessario che i

penitenti enumerino nella confessione tutti i peccati mortali di

cui hanno consapevolezza, dopo un diligente esame di

coscienza”.

Dio solo perdona...

“Il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di

rimettere i peccati” (Mc 2,10); “Ti sono rimessi i tuoi peccati”. (Lc 7,48)

In virtù della sua autorità divina Gesù Cristo dona tale

potere agli uomini affinchè lo esercitino nel suo nome e affida

l’esercizio del potere di assolvere i peccati al ministero

apostolico: “Ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha

affidato a noi il ministero della riconciliazione” (2Cor.5,18).

“Sono i Vescovi e i presbiteri che hanno, in virtù del

sacramento dell’ordine, il potere di perdonare tutti i peccati -

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo-”. (Cat.

1461)

La Chiesa è investita del potere di rimettere i peccati...

3“E la verità dice a S. Pietro: io ti darò le chiavi del

Regno dei cieli, e qualunque cosa avrai legato sulla terra sarà

legata anche in cielo, e qualunque cosa avrai slegato sopra la

terra sarà slegata anche in cielo. 4Dove chiaramente si

dimostra che il peccato non può essere cancellato se non dal

sacerdote e con la confessione”.

Confessare al Sacerdote, dice la Chiesa e ci ricorda S.

Angela, ancora richiamando la Parola di Dio: “A te darò le

chiavi del Regno dei Cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra

sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà

sciolto nei cieli” (Mt 16,19) e ancora: “Ricevete lo Spirito Santo;

a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li

rimetterete, resteranno non rimessi”. (Gv 20,22-23)

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“Le parole legare e sciogliere significano: colui che voi

escludete dalla vostra comunione, sarà escluso dalla

comunione con Dio; colui che voi accoglierete di nuovo nella

vostra comunione, Dio lo accoglierà anche nella sua. La

riconciliazione con la Chiesa è inseparabile dalla

riconciliazione con Dio”. (Cat. 1445)

Il Sacramento...

5“Infatti, in che modo il sacerdote potrebbe cancellare

un peccato se non lo conosce? 6E in che modo lo potrebbe

conoscere, se chi l’ha commesso non lo manifesta con la

propria bocca, dal momento che il peccato sta nascosto nella

coscienza?”

Il peccato che sta nascosto nella coscienza e va

manifestato al Confessore, fa pensare a quell’altra espressione

di S. Angela, meditata nei capitoli precedenti: “misera me che,

entrando nel segreto del mio cuore, dalla vergogno non oso

alzare gli occhi al Cielo”... e ancora: “Degnati di ricevere

questo mio cuore vilissimo ed impuro”...

Riconoscerci peccatori, manifestarlo, attendere in dono

la riconciliazione... questo è quanto S. Angela e la Chiesa ci

raccomandano.

“Il pentimento interiore si esprime esteriormente nella

confessione e in un impegno concreto di penitenza”. (Cat. Ad.

707)

Noi manifesteremo con umiltà, fiducia e sincerità,

davanti al Sacerdote, tutti i peccati, riconosceremo la

misericordia del Signore, il suo amore che vince il timore e lo

sconforto.

Tutti i peccati...

“La confessione individuale e completa dei peccati

gravi, seguita dall’assoluzione, rimane l’unico mezzo ordinario

per la riconciliazione con Dio e con la Chiesa”. (Cat.1497)

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“Sebbene non sia strettamente necessaria, la

confessione delle colpe quotidiane (peccati veniali) è tuttavia

vivamente raccomandata dalla Chiesa.

La confessione regolare dei peccati veniali ci aiuta a

formare la nostra coscienza, a lottare contro le cattive

inclinazioni, a lasciarci seguire da Cristo, a progredire nella

vita dello Spirito”. (Cat. 1458)

Le cose necessarie...

“Il sacramento della Penitenza è costituito dall’insieme

di tre atti compiuti dal penitente e dall’assoluzione da parte del

Sacerdote. Gli atti del penitente sono: il pentimento, la

confessione o manifestazione dei peccati al Sacerdote e il

proposito di compiere la soddisfazione e le opere di

soddisfazione”. (Cat. 1491)

Davanti al Sacerdote come davanti a Dio...

7“Ognuna dunque voglia presentarsi al sacerdote come

davanti a Dio eterno giudice, 8e qui, dolente,

9schiettamente e

in verità di coscienza, confessi il proprio peccato 10

e ne

domandi perdono, 11

e sempre con timore e reverenza stia

davanti al confessore, fino a che non abbia ricevuto

l’assoluzione”.

Ci vuole fede, sincerità, verità, timore e riverenza... si

tratta dell’incontro con Dio giudice e Padre misericordioso.

Il sacerdote...

“Celebrando il sacramento della Penitenza, il

Sacerdote compie il ministero del Buon Pastore che cerca la

pecora perduta, quello del buon Samaritano che medica le

ferite, del Padre che attende il Figliol Prodigo e lo accoglie al

suo ritorno, del giusto Giudice che non fa distinzione di

21

persone e il cui giudizio è ad un tempo giusto e

misericordioso”. (Cat. 1465)

Il dolore...

Tra gli atti del penitente la contrizione occupa il primo

posto, deve essere ispirato da motivi dettati dalla fede e nasce

dall’amore di carità verso Dio.

“Il cammino di ritorno a Dio, chiamato conversione e

pentimento, implica un dolore e una repulsione per i peccati

commessi, e il fermo proposito di non peccare più in avvenire.

La confessione riguarda il passato e il futuro; essa si nutre

della speranza nella misericordia divina”. (Cat. 1490)

“Il peccatore mosso, dallo Spirito Santo, riscopre il

volto santo e misericordioso del Padre, esamina se stesso,

prende coscienza dei propri peccati; ne prova dolore; li

detesta; propone di non commetterli più; si impegna a

cambiare radicalmente la propria vita, a riordinarla secondo il

Vangelo”. (Cat. Ad. 705)

L’assoluzione...

“Dio Padre di misericordia, che ha riconciliato a sé il

mondo nella morte e nella risurrezione di suo Figlio e ha

effuso lo Spirito Santo per la remissione dei peccati, ti

conceda, mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la

pace.

E io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre e del

Figlio e dello Spirito Santo”. (Formula di assoluzione)

In questa formula ritroviamo espressi gli elementi

essenziali, trinitari ed ecclesiali, del Sacramento della

penitenza:

“Il Padre della misericordia è la sorgente di ogni

perdono. Egli realizza la riconciliazione dei peccatori

mediante la Pasqua del suo Figlio e il dono del suo Spirito,

attraverso la preghiera e il ministero della Chiesa”. (Cat. 1449)

22

“Il Padre accoglie il figlio che torna a casa, Cristo

prende sulle spalle la pecora perduta, lo Spirito santifica

ancora il tempio della sua presenza”. (Cat. Ad. 708)

Il padre spirituale...

12

“A questo proposito si fa sapere che si deve scegliere

un luogo o una chiesa determinata, dove sarà eletto un comune

padre spirituale prudente e di età matura, al quale ognuna

vorrà confessarsi almeno una volta al mese; 13

poi, ogni primo

venerdì del mese, vorranno radunarsi in quella Chiesa e là,

tutte insieme, comunicarsi dallo stesso padre”.

Nel capitolo della Confessione S. Angela inserisce

anche altri aspetti che riportano ad un’esigenza comunitaria, di

Compagnia; aspetti certamente ora superati e modificati, ma

che, tuttavia, hanno nello spirito qualcosa da insegnarci:

il comune padre spirituale che conosce le figlie e la

Compagnia;

una chiesa determinata dove le sorelle si incontreranno e si riuniranno;

il primo Venerdì del mese per ricevere l’Eucarestia tutte unite insieme, con lo stesso Padre Spirituale.

La propria comunità parrocchiale...

14

“Esortiamo inoltre ognuna a confessarsi e a

comunicarsi nella propria parrocchia in occasione delle feste

solenni”.

E’ bello questo rimando della Fondatrice alla propria

comunità parrocchiale, almeno in occasione delle feste

comunitarie. Lì occorre dare testimonianza di fedeltà alla vita

sacramentale e liturgica.

S. Angela non tralascia nulla nei suoi scritti e ricorda

alle sue figlie la necessità della fede e, insieme, della

testimonianza: “Dite loro che, in qualunque luogo si trovino,

diano buon esempio”. (5° Ric.)

23

Per chiedere misericordia…

Signore mio

illumina le tenebre del mio cuore,

dammi la grazia di morire

piuttosto che offenderti oggi stesso.

Fa che entrando nel segreto del mio cuore,

possa riconoscere i miei errori, i miei peccati.

Degnati, o benignissimo Signore,

di perdonarmi tante offese, e ogni mio colpa

del tempo presente e del tempo passato.

Ti chiedo perdono anche per i miei parenti,

amici e per il mondo intero.

Signore mio, unica vita e speranza mia

chiedo perdono giorno e notte,

andando, stando, operando, pensando…

concedimi la tua misericordia

e il tempo per fare penitenza.

Al tuo volto luminosissimo presento

questo mio cuore vilissimo e impuro, brucia ogni

mio affetto e passione nell’ardente fornace del

tuo divino amore. Offro tutto ai piedi della tua

divina Maestà. E ti prego, degnati di riceverlo,

benché io ne sia indegna.

Amen!

Kate

24

Una compagnia secondo

il cuore di Dio…

Sogno una Compagnia di

donne alla ricerca di Dio,

che sanno camminare, lavorare insieme

e farsi compagne di viaggio di chi cerca Dio,

che sanno essere amiche leali, fedeli, discrete,

che sanno godere dei piccoli e dei grandi doni

che la vita offre: il sole, i fiori, il cielo, i bambini, i

fratelli, l’amicizia, la condivisione, la solidarietà, la

fratellanza… che sanno piangere, discutere,

gioire, vivere e manifestare i sentimenti,

che sanno tirar fuori dallo scrigno del cuore

il bello e il brutto e sanno orientare tutto al Signore!

Donne capaci di dire “ti voglio bene”

senza paure e con grande rispetto,

senza “volere” a tutti i costi l’affetto dell’altro.

Donne innamorate della Bellezza, di Dio!

Capaci di stupirsi e di lasciare

che la novità di Dio irrompa nella vita

senza pregiudizi, senza preconcetti,

ma con la curiosità di chi si affaccia alla vita

e vuole viverla come un’avventura unica,

come un dono di Dio da accogliere.

Donne con un Tesoro nel cuore

che aspetta di essere riscoperto ogni giorno,

capaci di accogliere, custodire, amare,

curare la Vita… donne secondo il cuore di Dio!

Gianna

25

Chiedere di appartenere alla Compagnia…

perché…

Perché voglio essere sale, luce, fermento

nel mondo.

Perché la mia anima ha sete del Dio vivente.

Perché voglio che Gesù renda il mio cuore simile al suo.

Perché ogni giorno sento che Dio mi chiama di nuovo.

Perché ho deciso di amare un po’ di più il Signore e voglio seguirlo nella mia vita.

Perché lo Spirito Santo mi ha fatto capire che Gesù attende la mia risposta di amore.

Perché in questi anni sono stata contenta del mio cammino

nella compagnia di Sant’Orsola Istituto secolare di

Sant’Angela Merici.

Perché sento che dentro di me c’è il roveto ardente che deve consumarsi per il Signore, nel posto dove sono.

Perché voglio capire di più la mia vera identità che è quella di figlia, di sposa, di sorella, di madre.

Perché voglio affidarmi totalmente da Dio come il bambino nella braccia della madre.

Perché voglio fissare i miei occhi al mio Dio che mi sta

guardando, e amare Dio che mi sta amando.

Perché preferisco seguire Gesù che non mi delude mai.

Perché ora ho capito un po’ di più la vita di Sant’Angela Merici.

Perché voglio vivere in obbedienza, castità e povertà

insieme a tante sorelle della Compagnia mondiale.

Perché voglio servire Dio nella Compagnia liberamente e con animo lieto.

Perché voglio fare tutto per il regno di Dio stando nel mondo con fede, speranza, carità.

(tratto da alcune domande di consacrazione)

26

LE COMPAGNIE OGGI:

PROBLEMI E OPPORTUNITA’

Alcuni spunti dalla

relazione di Mary-Cabrini

Durkin

della Compagnia di S.

Orsola del Canada, Gruppo

degli Stati Uniti

in occasione del Convegno

sulle sorelle Girelli

Brescia 23 novembre 2013

• Apertura… Le Compagnie che o collaborano o hanno

contatti con altre Compagnie vicine o lontane, testimoniano

che la loro vita di compagnia è migliorata. Questa apertura

può essere coltivata attraverso la comunicazione personale o

di gruppo, o anche attraverso il convegno annuale della

Federazione. Alcune Compagnie consolidate promuovono

nuovi Gruppi in altre parti del mondo.

• Provare a connettersi… E se ciascuna Compagnia

pensasse e adottasse un modo proprio di connettersi alle altre

a partire dalla sua peculiare situazione? Ne verrebbe un gran

bene.

• Compagnie sorelle… I nostri valori e interessi condivisi

possono varcare i confini territoriali, ma anche quelli

continentali. E se una Compagnia cercasse una Compagnia

diversa come partner per comunicare valori, progetti o attività

condivise?

• Superare le barriere linguistiche… Occorre cogliere

anche questa sfida. Il sito della Federazione, quello del Centro

Internazionale di Studi e il collegamento NELLO STESSO

CARISMA… utilizzano tre lingue: inglese, francese, italiano.

27

E se le Compagnie dovessero considerare le risorse di

bilinguismo o multilinguismo tra di loro o tra i loro associati e

creare una possibilità per una comunicazione più vasta?

• Il dialogo intergenerazionale… L'apertura si può

manifestare in un dialogo intergenerazionale che rispetti

veramente i doni che ogni generazione offre. Possono le più

anziane offrire saggezza senza essere dogmatiche? Possono le

più giovani offrire nuove idee pur rispettando il retaggio delle

loro sorelle più anziane? Questo tipo di dialogo richiede una

continua conversione e lo svestirsi dell’orgoglio e della

propria posizione sociale.

Propongo queste idee e

domande semplicemente come

un invito a un pensiero creativo.

Noi siamo le figlie di una delle

più originali fondatrici della

storia. Facciamo tutte in modo

di lanciare, nelle nostre

situazioni concrete, iniziative di pensiero creativo.

A proposito della proposta vocazionale…

Chiediamo a noi stesse:

Perché speriamo di ricevere nuove vocazioni?

Per la nostra credibilità?

Per ricevere un aiuto nel gestire le nostre responsabilità?

O per aiutare altre donne a realizzare la loro chiamata per

amore del Regno di Dio?

La nostra missione è fare in modo che l'amore di Dio si

presenti come un'energia dinamica nella Chiesa e nel mondo.

Ovunque siamo chiamate a far presente l'amore universale e

trascendente che divenne umano in Gesù Cristo, l’amatore

comune di tute noi.

28

LA FEDE: TESTIMONIANZA

Fin dalla mia infanzia la parola "Fede" ha attirato la mia

attenzione.

Studentessa dalle Orsoline, molte volte sono arrivate alle mie

orecchie le parole: “Abbiate fede” di Sant’Angela Merici.

Gli apostoli dicono a Gesù: "Accresci in noi la fede ". (Lc 17.6)

E Gesù rispose: “Se avete fede quanto un granello di senape,

potreste dire a questo gelso: "Sradicati e vai a piantarti nel

mare", ed esso vi obbedirebbe”.

Questo è meraviglioso! ... tuttavia mi lascia ancora

lontana dal capire bene cosa significa la fede...

Noi spendiamo un sacco di energia per delle cose per le

quali non ne vale la pena: professione, soldi, sport,

divertimenti, ecc... Tutto questo ha un prezzo!

Naturalmente, la fede è una grazia che Dio ci ha dato .

Ce l’ha data come un giardiniere può consegnarci la sua più

bella pianta… Dobbiamo fare molta attenzione!

La pianta della fede può essere rovinata dalla cattiva

terra dei miei dubbi, dalla mancanza di sole della Parola di Dio,

dalla mancanza di acqua della preghiera...

Sì, la fede comporta un lavoro. È come una donna che

deve dare alla luce il suo bambino…

Credere è la stessa cosa: si tratta di far crescere quel

germe di vita che Dio ha riversato in me il giorno del mio

battesimo.

S. Paolo nella lettera a Timoteo, così si esprime: “Vi

esorto a risvegliare in voi il dono di Dio che avete ricevuto".

Seguire Cristo, vuol dire uscire gradualmente dalle

nostre notti buie per la mancanza della nostra fede, per poterci

risvegliare la mattina di Pasqua nella consapevolezza di essere,

ogni giorno e sempre di più, figli di Dio Altissimo. M. Nicole Jandot

29

ANCORA SUL RISERBO

Quando ci si lamenta perché non siamo abbastanza conosciute

e non viene compreso correttamente il nostro carisma secolare,

sento che viene colpevolizzato il riserbo, come ne fosse la causa. Mi sembra che non ci sia da stupirsi più di tanto delle

incomprensioni, perché generalmente ciò che non è evidente è normale che non sia compreso immediatamente. Quindi con

pazienza e perseveranza, forse occorre solo spiegare chiaramente la specificità della nostra meravigliosa vocazione.

Ma ho sentito un po' di confusione anche nelle stesse Compagnie, sul concetto di religiosa e consacrata secolare, e

allora forse, prima di tutto, ci dobbiamo preoccupare che noi, principalmente, comprendiamo e viviamo pienamente il

carisma secolare; noi, che siamo chiamate a servire il Signore proprio in questo stato di vita.

Perciò penso che per prima cosa occorra pregare lo Spirito Santo che illumini noi, perché possiamo testimoniare e

portare luce con la vita, ed anche con le parole se occorre. Poi ancora pregare perché la Chiesa e i suoi ministri siano

illuminati, affinché comprendano sempre più, e possano meglio guidare e indirizzare le persone che il Signore chiama.

Ma soprattutto fidiamoci di DIO, perché comunque è Lui che chiama, guida e indirizza dove ritiene meglio e nel

modo che crede. Dico questo perché per quanto mi riguarda, è stato solo

il "caso" che mi ha portata a S. Angela. Non avevo nessuna guida, non sapevo nulla sugli Istituti Secolari: però grazie alle

preghiere delle sorelle della mia Compagnia, e tramite il loro esempio, pian piano nel cuore ho sentito che ero chiamata

proprio lì e successivamente ho compreso il carisma e il significato del riserbo personale.

Preghiamo con fiducia lo Spirito Santo che ci aiuti a fare la nostra parte, perché Lui di sicuro fa la Sua.

Luisa di Modena

30

DALLE COMPAGNIE E DAI GRUPPI

1923-2013 una novantenne

ricorda il suo compleanno.. II Signore è stato ricco di grazie per

me: ho raggiunto i novant'anni in piena lucidità di mente e di entusiasmo per la vita che mi ha donato. Ma una domanda mi assilla: come ho usato questi anni? A servizio della chiesa? Per la Compagnia?

Ci sono tanti punti positivi, ma alcuni negativi, avrei potuto fare di più,

ora devo riparare con tanta preghiera e qualche sacrificio, perché il Signore dia vocazioni al nostro Istituto.

Purtroppo la chiesa sta attraversando un periodo molto

difficile; mancano vocazioni, il "SI" per tutta la vita diventa pesante e si va avanti a tentoni senza un preciso orientamento. Noi consacrate dobbiamo testimoniare la gioia per questa scelta, anche quando ci sono richieste delle rinunce. Gesù è con noi e ci aiuta a portare il peso, per arrivare al traguardo "Felici di aver superato la prova". Cristo è persona viva, ed è morto crocifisso per redimerci. Amiamolo e siamo testimoni della sua morte e risurrezione.

Ormai sono verso il termine della mia vita, ma ho tante

persone da ricordare per avermi aiutata a crescere nella fede: i miei genitori, il mio confessore, le signorine dell'oratorio, che ora sono già nella pace eterna e godono di una gioia che non ha fine.

Ti prego Signore, fa che ti possa incontrare e insieme

lodare il Tuo nome per tutta l'eternità. Lode e gloria a Gesù.

Rina Porro Milano

31

Polonia e Slovacchia

Le Compagnie della Polonia e della

Slovacchia sono vicine non soltanto

geograficamente, ma anche per lingua e

cultura. Gli incontri fra le due Compagnie

sono per noi sempre una grande festa.

La Compagnia della Polonia prepara

sempre la riunione con grande attenzione

e gioia. Si

approfondisce il carisma di

Sant'Angela (Ursula prepara le

relazioni). Maria Dravecka,

consigliera della Federazione,

informa sulla mondialità

dell'Istituto.

Insieme preghiamo per nuove

vocazioni. Maria Dravecka, maggio 2013

Agosto 2013

giornate di ritiro in Eritrea

Mentre la Presidente e la

Vice Presidente erano in

Burundi e in Etiopia, anche

noi in Eritrea abbiamo

potuto riunirci per il nostro ritiro annuale.

Così, seguendo l’invito della nostra Madre Fondatrice, a

trovarci insieme come care sorelle, ci siamo incontrate per

quattro giorni con tutti i membri del gruppo della Compagnia

in Eritrea, appartenenti a tre Diocesi diverse, in un posto

confortevole in Asmara presso una pensione delle Suore

Comboniane.

32

Abbiamo ascoltato le meditazioni del Sacerdote, ci siamo

confrontate circa le nostre esperienze e la nostra vita di

consacrate nel mondo.

Ci siamo lasciate guidare dal Testamento di Sant’Angela,

legato 8, contente della nostra vocazione e di appartenere alla

Compagnia. Minnia

Novembre 2013

Un nuovo germoglio in Kenia

Un nuovo seme della

Compagnia è stato piantato in

Kenya. Perpetua Nyakundi sta

facendo il suo cammino

iniziale, sotto la guida del

Consiglio della Federazione. Nel settembre 2012 è stata

accettata al periodo di "prova iniziale." La sua formazione è

portata avanti tramite conferenze regolari attraverso la

strumento di Skype.

Ho visitato Perpetua a Nairobi nel novembre 2013 e ho

collaborato con lei nel condurre una giornata di informazione e

di riflessione sulla Compagnia per le donne interessate a questa

forma di vita a Nairobi. Sette donne hanno partecipato a tale

incontro, e alcune di loro hanno espresso la volontà di

procedere a un serio discernimento

vocazionale.

Tutte ringraziano la Federazione per

l'apertura di questa nuova porta alla vita

consacrata nel mondo.

Preghiamo per questo nuovo seme, perché

possa crescere e fiorire nel carisma di S.

Angela, per la gloria di Dio, nella società del

Kenia. Mary-Cabrini Durkin

33

Cincinnati, Ohio, USA 4-7 luglio 2013

La convocazione delle Orsoline

del nord America

A questo

incontro ha

partecipato

attivamente la Compagnia di

Sant'Orsola del Canada, Gruppo

degli Stati Uniti, che hanno reso

più nota la Compagnia come

orsoline secolari.

Liliane è stato membro del

comitato che ha lavorato per ben due anni per pianificare

l'evento

Mary-Cabrini ha tenuto una

relazione sulla Compagnia, storica

ed attuale, nel corso di una sotto-

sessione. In un altra sotto-sessione,

Liliane ha introdotto Jean Frisk, un

membro dell’istituto secolare

Schoenstatt, che ha parlato degli

istituti secolari in generale.

Entrambe le sessioni sono state ben frequentate.

La maggior parte dei 200 partecipanti erano Orsoline religiose

degli Stati Uniti, Canada e Messico. Circa il 25% erano

associati, amici e colleghi delle suore.

Suor Sue Scharfenberger, OSU, e suor Catherine Bertrand,

SSND, hanno parlato sul tema della Convocazione: "Visione

radicale di Angela: ampliare il cerchio."

Mary-Cabrini Durkin

34

Indonesia incontro annuale a Malang, 4-8 luglio 2013

Unirvi insieme a servire sua divina Maesta… (R pr,4)

Il nostro incontro 2013, come già

alcuni anni fa, è diventato

un’esperienza internazionale con la

presenza di Josephine Liow e Ebba

Fernandez da Singapore, Helene de

Beauregard dalla Thailandia, e

Monica Vaughan dall'Australia.

Sono stati predisposti due tipi di

sussidi: uno in inglese e l’altro in indonesiano con lo stesso

contenuto. Anche la presentazione è stata fatta in due lingue.

L’incontro si è tenuto nella Casa di Ritiro gestita dalla Suore

della misericordia, a Jalan Jayagiri, un semplice ma adeguato

centro di spiritualità, con costi accessibili.

Sono stati utilizzati parecchi sussidi: gli scritti di Sant’Angela e

della Compagnia, le Costituzioni, i documenti della Chiesa

(VC), i messaggi di Papa Francesco, le preghiere di padre

Adonis Llamas Narcelles, le danze bibliche… le relazioni, le

diapositive, in power point.

Il 7 luglio, durante la celebrazione eucaristica Lydia Kidarsa ha

rinnovato i suoi impegni di consacrazione.

L'ultimo giorno per tutte una giornata ricreativa insieme a

Sengkaling Garden, un bellissimo posto.

Durante tutto il nostro incontro ha sovrabbondato la gioia e

abbiamo cercato di tradurre in esperienza di vita il messaggio

di Sant’Angela: "Siate legate l’una all’altra col legame della

carità, apprezzandovi, aiutandovi, sopportandovi in Gesù

Cristo". (Rc 9,2) Sr. Emmanuel Gunanto OSU.

35

Tanta gioia…

L'intero programma, con il giusto

tempo per tutti gli eventi è stata

cosa molto buona. C'era un

equilibrio anche nei documenti

proposti: Chiesa, Costituzioni,

discorsi di Papa Francesco. C‘è

stato tempo sufficiente per i lavori

di gruppi di condivisione per consentire la risonanza e la

condivisione personale. Buon equilibrio tra il tempo di

preghiera, e il tempo libero.

Il calore delle sorelle della compagnia indonesiana è stato

sentito, e sono state tutte molto generose con noi, vivendo così

insieme sembrava non vi fosse alcuna differenza di origine e di

provenienza.

La formazione continua delle nostre sorelle indonesiane le ha

fatte maturare nell'atteggiamento di rispetto l’una per l'altra.

Sono obbedienti, hanno lo spirito di preghiera e sono gentili e

accogliente verso gli ospiti.

Chiediamo di essere invitate ogni anno e, se possibile,

cercheremo certamente di partecipare,

perché impariamo molto e le sessioni

sono molto utili. ".

Non c'è da stupirsi di così tanta gioia,

perché Amatore, il comune Amatore di

tutte noi, è la fonte di questa gioia, Lui

è in mezzo a noi insieme con la

Madonna e la fondatrice Angela

Merici.

Ci vediamo l'anno prossimo a Jakarta!

Josephine Liow di Singapore

36

HA ESALTATO GLI UMILI... (Le. 1,52)

Burundi 21 agosto 2013

Giheta Foyer de Charité (= focolare di amore)

E' in questa oasi di raccoglimento e di pace, di

preghiera e di donazione, di consacrazione e gioia, che

due gruppi delle Figlie di S. Angela hanno preparato la

loro festa con la sobrietà e la discrezione che le

caratterizza. Due gruppi : il primo quello delle 25 che dopo due anni di

prova, ora fanno la loro consacrazione in seno alla Compagnia internazionale, presenti le responsabili Maria e Kate venute

apposta dall'Italia. Il secondo altre 22 che hanno preparato le lettere di richiesta

per far parte della Compagnia internazionale.

Elementi che parlano di

semplicità e di povertà :

Sono venute in gran parte a piedi da Gitega che dista

13 km da questo centro di spiritualità. A piedi, in

gran parte, torneranno sulle loro colline.

Non hanno un'uniforme, ma vestono con umiltà e

semplicità. Niente invitati della famiglia nemmeno i loro genitori e

fratelli - sorelle. Solo 5 invitati in tutto… di cui due preti due suore e un benefattore invitato dalla loro responsabile.

37

Non sono diplomate. Le più avanti in età hanno fatto la

sesta elemantare altre solo i corsi di alfabettizzazione chiamati "Yaga

Mukama" = “parla Signore”, per imparare

l'essenziale, se riescono, per leggere e scrivere.

Quando firmano all'altare dopo la

professione dei vincoli sacri, la loro mano trema esitante ed incerta. Ma hanno pur letto la formula di due minuti per

la professione senza difficoltà... La corale è formata dal gruppo delle nuove che chiedono

appunto di far parte della compagnia universale....

Motivi di gioia e di onore :

L'Arcivescovo Mons. Simone

Ntamwana che ci tiene a presiedere la festa e la

celebrazione. Sembrava che non potesse e poi invece che alle ore

11 arrivò alle 9,30 con sorpresa e pieno di gioia.

Chierichetti: i due giovani sacerdoti invitati.

I membri della casa di accoglienza erano presenti e commossi per la semplicità del tutto.

II coro delle nuove è stato perfetto e con voci sicure e piene di affetto. S Alle fine della celebrazione tutte le

braccia nel canto finale erano alzate nella danza.. Alla fine di ognuna delle 25 professioni, l'Arcivescovo

applaudiva con la gente presente e diceva : "Urakoze !" = Grazie di cuore.

La professione da sola ha durato 50 minuti, ma la responsabile del Burundi, Nataliya, è sempre rimasta in

38

ginocchio a fianco delle figlie di S. Angela per tenere il

microfono, anche se ha i suoi 70 anni. Professione che l'Arcivescovo ha voluto che fosse individuale e non a

gruppi di sette come si prevedeva... anche se prendeva non poco tempo.

L'abbraccio alla fine della consacrazione a ciascuna di loro da parte della Presidente Maria Rosa è stato pieno di

sincera amicizia., commovente davvero. La lettura del vangelo del giorno era la parabola degli

operai dell'ultima ora... pagati come quelli della prima ora, si prestava bene all'occasione.

Anche le consacrate hanno voluto fare la loro piccola offerta per la casa di accoglienza al momento

dell'offertorio. Dopo la Comunione, Jeannine una delle

professe con un sorriso smagliante e con una bravura esemplare, con la lancia in

mano, con il mantello di un capo collina, esaltò il Signore per le sue meraviglie

attraverso di loro nella storia della Compagnia meritando un applauso

convinto. Infine dopo la Messa e le cerimonie il personale della casa

di accoglienza costituito in grandissima parte da persone pure consacrate, nella grande sala sotto la chiesa aveva

preparato per il pranzo solenne come se si trattasse della congregazione più importante del Paese.

I diversi discorsi con semplicità e verità hanno concluso la

festa prima di salutarci con effusione.

S. Angela Merici, San Guido Maria Conforti, fondatore dei

Saveriani, il defunto fondatore delle figlie di S. Angela in Burundi, Don Pietro Nkudwa, non mancavano alla festa e alla

gioia. Padre Modesto Todeschi, Saveriano

39

La Compagnia è presente anche in Nigeria…

Grazie alla Compagnia di Padova…

Angela già da

qualche anno è

consacrata a vita e

nell’ottobre 2013

altre due sorelle

(Agnes e

Bernadette) sono

state ammesse nella

Compagnia di

Padova che le cura

e le accompagna.

Nella foto è presente pure don Igino, cugino di Angela, che le

segue nel loro cammino in Nigeria.

Treviso 19 ottobre 2013

Le sorelle della

Compagnia con la

loro direttrice Carla,

l'assistente don

Ado, insieme alla

Presidente della

Federazione nel

giorno

dell'inaugurazione

della nuova casa

"Carolina Polacco"

prima sede della

compagnia di Treviso.

40

Dal sud del Brasile… un ricordo

di Julia Maria da Solidade,

già direttrice della Compagnia

Julia Maria da Solidade è stata un

esempio di fede.

Ha messo la sua vita a servizio di

Dio; ha cominciato a 16 anni come

catechista nella sua Parrocchia, era pure ministro straordinario

dell’Eucarestia e ha dedicato poi la sua vita a servizio degli

ammalati e degli anziani, si è pure presa cura della mamma

fino alla morte.

Quando ha conosciuto l’Istituto Secolare di Sant’Angela non

ha avuto nessun dubbio sulla sua vocazione, ha vissuto tutto il

periodo della formazione con un grande desiderio di

consacrarsi interamente a Dio, e così ha fatto. Da allora ha

sempre dedicato la sua vita all’Istituto: partecipava ogni anno

agli Esercizi Spirituali, andava a visitare le consorelle del Nord

e a Novo Hamburgo, al Sud.

Aveva come motto della sua vita le parole del Vangelo: dove

c’è il tuo tesoro là c’è il tuo cuore. Aveva sempre il sorriso e non lasciò mai trasparire i suoi

dolori.

Ha lasciato a noi, come ultimo suo lavoro vocazionale, un

piccolo gruppo di donne che continueranno ora a divulgare il

carisma di sant’Angela Merici.

Ha fatto il suo ultimo viaggio a Brescia e ha visitato il

Santuario di Sant’Angela con grande gioia. Ora abbiamo

questa Figlia di Sant’Angela in cielo e a lei chiediamo che ci

aiuti nei momenti difficili.

Ha avuto una morte serena, come lo è stata la sua vita, è andata

all’incontro di Gesù che ha tanto amato. Julia se ne è andata in

cielo prima di festeggiare i suoi 18 anni di Consacrazione.

Nivalda Neta

41

Una bella testimonianza di fede

Julia ha lasciato una bella

testimonianza di fede, ha consegnato la

sua vita a Gesù e si è molto impegnata

nella comunità parrocchiale.

Fedele seguace di Sant’Angela Merici, ha testimoniato Cristo

con gesti di speranza in questo mondo che cambia e che cerca

di dare un senso alla vita.

Fedele agli insegnamenti di sant’Angela ha vissuto lesi stessa

questo invito: “Mettano lassù le loro speranze, e non sulla

terra. Abbiano Gesù Cristo come unico loro tesoro...”. (Rc 5,42-

43)

Uno dei versetti biblici preferito dalla nostra cara Julia era:

“Dov’ è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore”. (Mt 6,21).

La morte fisica non è la morte della voce, la sua voce continua

a risuonare nel nostro cuore. P. Otacilio al funerale

Ho conosciuto Julia parecchi anni fa, in uno degli incontri con

la Compagnia del Brasile a San Paulo, insieme alla

infaticabile Nicole, ma siamo diventate amiche dopo che Julia

ha cominciato a partecipare ai Convegni Internazionali e alle

Assemblee in Italia: quanto era felice! Conservo ancora

qualche sua lettera che lascia trasparire la sua gioia di

appartenere alla Compagnia e di poter venire in Italia a

pregare sulla tomba di Sant’Angela e ad incontrare le sorelle.

Mi ha colpito molto la sua serenità, nell’affrontare l’ultima

malattia e nell’accettarne le conseguenze: più volte ha

comunicato ad Ursula (l’attuale direttrice della Compagnia)

che offriva i suoi intensi dolori per il nostro Istituto Secolare, e

anche di questo noi la ringraziamo di cuore.

Ora Julia è in pace, col suo/nostro Sposo e Sant’Angela. Da

lassù ci aiuti ad essere fedeli, come lo è stata lei. Maria Rocca

42

Convegno regionale in Sicilia - Laicità consacrata

Le Figlie di S.Angela

Merici delle 9 diocesi della

Sicilia si sono ritrovate

insieme al Seminario

Vescovile di Caltanissetta,

il 27 Ottobre 2013 per il

convegno regionale.

Incontrarsi ci ha riempito

il cuore di gioia e speranza.

Con noi, per questa

occasione, era presente

Kate Dalmasso, vice

presidente della Federazione.

Il tema della sua relazione è

stato: “Laicità consacrata nel

carisma mericiano” .

Ascoltandola sembrava di

sentire la voce della “

Madre”, che continuava a dire alle

sue dilettissime figlie :“ Ricorrete ai

piedi di Gesù Cristo e lì fate

caldissime orazioni ”.

Un altro aspetto sviluppato nella

elazione è stato quello di vivere nel mondo come S. Angela,

testimoniando di essere scintille tra le tenebre nel mondo … di

essere celesti e umane, portando conforto e consiglio tra le

strade del mondo.

La giornata di grazia si è conclusa con la S. Messa celebrata da

Mons. Mario Russotto.

Il pranzo è stato il momento di fraternità tra i membri della

compagnia. Valeria e Liliana

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SIRACUSA 1939-2014

75° anniversario di fondazione della Compagnia

Ci apprestiamo alla data del 75° anno

dall’istituzione della Compagnia nella nostra

Diocesi. Questo comporta di rinnovare con

più fervore gli impegni assunti per

camminare con più slancio, dedizione ed

entusiasmo.

Nel lontano 1939, alla sig. Francesca Greco,

che poi fu eletta Superiora, venne affidato il primo gruppo

nascente formato dalle sorelle: Di Natale Carmela, Di Silvestro

Celestina, Costa Ida e Talio Francesca.

Nella Cappella privata dell’Arcivescovo Ettore Baranzini il 29

ottobre 1939, festa di Cristo Re, le sorelle del piccolo gruppo

vennero ammesse al noviziato.

Nel 1940, Mons. Arcivescovo Baranzini, nominò Assistente

Spirituale della Compagnia il Sacerdote Salvatore Gozzo che

durò nel suo incarico fino al 1997. Nel gennaio 1998 il nuovo

Assistente è il Padre Alfio Scapellato, Parroco di Lentini.

Il 31 ottobre 2013 Mons. Salvatore Pappalardo, nostro amato

Arcivescovo, è venuto nella nostra casa in visita pastorale,

accompagnato dal Diacono Marco Ramondetta e dal Parroco

della nostra Parrocchia S. Lucia al Sepolcro, Fra Mario Marino.

L’Arcivescovo ci ha incoraggiate a proseguire con fedeltà

generosa nella nostra vita di laiche consacrate nel mondo. Ha

aggiunto di chiedere un miracolo a Lucia Mangano, per

crescere come Compagnia.

Restiamo unite nel ricordo e nella preghiera per ottenere dal

Signore di crescere nel suo amore e di proseguire il cammino

nella fedeltà. Elena, direttrice Compagnia di Siracusa

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POSTA IN ARRIVO

29 giugno 2014

25° della nascita della Compagnia

in Indonesia

Le Orsoline Secolari indonesiane

chiedono a tutte le sorelle sparse nel

mondo di unirsi a loro, nel

ringraziamento al Signore e a

Sant’Angela Merici, nella celebrazione

del loro 25° anniversario della fondazione della Compagnia.

Celebreranno questo importante giubileo offrendo durante tutto

l’anno ringraziamenti, preghiere e digiuni, nelle loro rispettive

regioni, chiedendo perseveranza e aumento di vocazioni.

Il 29 giugno 2014 si riuniranno per la festa di tutte le sorelle in

un incontro nazionale a Jakarta.

Dal cielo Elisa Tarolli e le sorelle che già fanno corona nuova

di gloria e di allegrezza, ottengano per tutte nuovo fervore. (dal sito della Compagnia Indonesia)

BURUNDI - Parrocchia di NDAVA Malattia e guarigione inaspettata ?

Quattro anni fa sono venuta a sapere, in ritardo, di avere

un tunore. Avevo cominciato a farmi curare nei dispensari

normali. Speravo di cavarmela, ma in realtà non feci che

aggravare la cosa. Invece di guarire, peggioravo. A questo

punto la responsabile della nostra Compagnia mi mandò

nell’ospedale maggiore di MUTOYI (un 30 km. da Gitega). Lì,

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dopo esami vari, trovarono che c’era un tumore grave che

aveva raggiunto lo stomaco e mi aveva fatto gonfiare tutto

l’addome. Soffrivo molto in tutto il corpo, sentivo bruciori

dappertutto e non riuscivo più a dormire.

Mi operarono, sempre a Mutoyi, ospedale che io chiamo:

“Madre della mia salute”. La malattia aveva rovinato diverse

parti del mio corpo. A destra avevano trovato che la placenta

era marcita, infatti la tolsero. Ho fatto in ospedale ben tre mesi,

dopo di che si pensava che ritrovassi un buon stato di salute,

ma in realtà peggioravo ancora.

Mi sono nuovamente ritornati dolori molto più forti di

prima. Ho avuto una grande paura, ma non mi sono

scoraggiata. Una cosa sola vedevo e sentivo: che ero vicina ad

essere chiamata dal Signore. Ho detto agli amici come mi

sentivo e chiedevo il soccorso della loro preghiera per saper

offrire la mia sofferenza.

Tornata dal medico a Mutoyi, dopo altri esami, il medico mi

disse che avevo un cancro all’intestino. Non c’era che tornare a

casa, nell’attesa della morte, perché non potevano operarmi.

Quel medico era davvero stupendo. Mi disse che stimava molto

le figlie di S. Angela e che per questo non mi aveva nascosto la

cruda verità. Amici miei, quanto ho meditato! Sentivo che non

è davvero facile aspettare la morte. Ma ho provato a farmi

forza. Arrivata a casa la sofferenza aumentò ancora di più,

restai a letto per quasi due anni.

I miei familiari mi sono stati molto vicini, sono stata

ben assistita e accompagnata nell’attesa della morte. Si erano

messi d’accordo per assistermi a turno senza mai

abbandonarmi. Che Iddio li benedica e li custodisca! Hanno

pregato tanto per me, e anch’io, con riconoscenza, ho pregato

tanto per loro.

Una delle responsabili del comitato-guida della

Compagnia, mi aveva portato dell’acqua che veniva da

Lourdes in Francia. Dopo che l’ho usata ho cominciato a

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sentire che il dolore diminuiva, fino al punto che ho potuto

muovermi. Prima non potevo né girarmi, né sedermi e ancora

meno alzarmi. Poi ho potuto fare i primi passi… e via via

progressivamente fino ad ora. Le parti gonfiate si sgonfiarono.

L’ingranaggio che prima consumava le mie ossa… si è

eliminato Il cane che divorava il mio corpo mi abbandonò. Il

caldo e il freddo tornarono

nel mio corpo come una

volta. Vado a spasso e

posso lavorare.

"Chi potevo invocare fra i

santi se non Angela Merici?" e lei mi è

rimasta vicina, grazie! Iddio Padre dell’amore,

Padre delle cose visibili ed invisibili sia lodato.

Lettera di Giuseppina Tuyisabe ( nome che significa: «PreghiamoLo»)

Visita a Reggio Emilia

Sempre bello e “… di

non poco giovamento

vedersi come care

sorelle”, soprattutto con

quelle che non hanno più

la vicinanza di altre della

loro Compagnia.

Gioia grande per Anna di

Reggio Emilia

nell’accogliere Ileana e

Maria Rosa della

Compagnia di Piacenza

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È uscito un nuovo libro sulla serva di Dio Bianca Piccolomini:

LA GIOIA DI SENTIRSI UN SEGRETO DI DIO

Un itinerario di vita spirituale

con Bianca Piccolomini

a cura di Adriana Romaldo

2013 Edizioni Cantagalli Siena

“…Raccolta di Congregazioni

che Madre Bianca Piccolomini

teneva ai membri della sua

Compagnia.

Vere e proprie meditazioni

offerte alle figlie, che

scaturivano dalla sua profonda

conoscenza ed esperienza della

vita spirituale e interiore…

Pagine pervase da una

concreta sapienza ed

esperienza che riconosce che

la vita spirituale e la vita

umana, le virtù teologali e

quelle morali non sono

separate, ma strettamente

congiunte…

Credo che chi utilizza queste pagine di Madre Bianca troverà

occasione di verifica dell’autenticità della sua vita spirituale e

di stimolo per un continuo e reale progresso in essa.

Sono pagine molto belle e concrete di una maestra di vita

spirituale”. Dalla presentazione di Mons. Adriano Tessarollo

Vescovo Assistente del Consiglio della Federazione

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Ad uso interno