Nello stesso Carisma, con responsabilità
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Transcript of Nello stesso Carisma, con responsabilità
1
COMPAGNIA DI SANT’ORSOLA
ISTITUTO SECOLARE DI SANT’ANGELA MERICI
FEDERAZIONE
www.istitutosecolareangelamerici.org
www.angelamerici.it
e-mail: [email protected]
3
SOMMARIO
Ai lettori pag. 4
Il pensiero della Presidente pag. 6
Convegno della Federazione pag. 8
Il pensiero dell’Assistente Ecclesiastico pag. 9
Mons. Aldo Giordano pag. 14
Dalla Regola di Sant’Angela Merici pag. 15
Per chiedere misericordia pag. 23
Una Compagnia secondo il cuore di Dio pag. 24
Chiedere di appartenere alla Compagnia pag. 25
Le Compagnie oggi pag. 26
La fede: testimonianza pag. 28
Ancora sul riserbo pag. 29
DALLE COMPAGNIE E DAI GRUPPI
1923-2013 una novantenne pag. 30
Polonia e Slovacchia pag. 31
Giornate di ritiro in Eritrea pag. 31
Un nuovo germoglio in Kenia pag. 32
La convocazione delle orsoline
del Nord America pag. 33
Indonesia: incontro annuale pag. 34
Tanta gioia pag. 35
Ha esaltato gli umili pag. 36
La Compagnia presente in Nigeria pag. 39
Treviso pag. 39
Dal sud del Brasile pag. 40
Una bella testimonianza di fede pag. 41
Convegno regionale in Sicilia pag. 42
Siracusa pag. 43
POSTA IN ARRIVO pag. 44
SEGNALAZIONE pag. 47
4
AI LETTORI
Siate liete… rallegratevi… state contente… (Sant’Angela)
Anno nuovo… vita nuova e gioiosa…
Questo è l’invito che raccogliamo da Papa Francesco
nell’“Evangelii Gaudium”…
Il nostro Assistente, Vescovo Adriano, ci propone, al riguardo,
in queste pagine una bella riflessione spirituale.
Ci lasciamo anche noi guidare da questo invito alla gioia,
invito squisitamente mericiano.
Ripartiamo dall’incontro con Gesù…
Il Papa ci invita a cercare costantemente questo
incontro: “Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione
si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con
Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi
incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta”. (EG 3)
Riprendiamo qualche pensiero mericiano:
L’incontro con Gesù Cristo è il nostro bene: “Lui, che non
vuole se non il solo bene e gaudio vostro”. (R 10,18)
A Gesù Cristo bisogna tendere continuamente: “Il nostro
cammino spirituale si esprime in una continua tensione verso
Cristo”. (Cost.4.1)
Accogliamo Cristo e serviamolo: “Accoglieremo
gioiosamente Cristo e lo serviremo con amabilità e
mitezza”.(Cost. 22.3)
Uniamoci alla gioia di tutta la creazione: Il Papa ci dice che
la creazione intera partecipa di questa gioia della salvezza:
«Giubilate, o cieli, rallegrati, o terra, gridate di gioia, o monti,
perché il Signore consola il suo popolo e ha misericordia dei
suoi poveri» (Is 49,13).
E Sant’Angela così prega: “…Il tuo santo nome: sia esso
benedetto sopra la rena del mare, sopra le gocce delle acque,
sopra la moltitudine delle stelle”. (R 5,26)
5
È la gioia che si vive tra le piccole cose della vita
quotidiana… ci ricorda il Papa al n. 4 dell’Esortazione. E
ancora al n. 16: “Possiamo accogliere, in mezzo al nostro
lavoro quotidiano, l’esortazione della Parola di Dio: «Siate
sempre lieti nel Signore. Ve lo ripeto, siate lieti!» (Fil 4,4)”. Ma sia lieta (R 9,11)… ci suggerisce Sant’Angela.
Lo stile di Gesù Cristo Crocifisso e Risorto…
“Ci sono cristiani che sembrano avere uno stile di Quaresima
senza Pasqua”. (EG 6)
Lo stile suggerito da Sant’Angela è uno stile gioioso,
accompagnato dalla fede, dalla speranza e dalla carità: “Ogni
nostro dolore e tristezza si volgeranno in gaudio e in
allegrezza; e troveremo le strade per sé spinose e sassose, per
noi fiorite e lastricate di finissimo oro. (R pr,27)
Rallegratevi, state di buona voglia… state contente, non
dubitare”…. (cfr T 11)
Quanto hanno da rallegrarsi e far festa perché in cielo a tutte,
una per una, è preparata una nuova corona di gloria e
d’allegrezza (Rc 5,25)
La speranza vocazionale…
“Dove c’è vita, fervore, voglia di portare Cristo agli altri,
sorgono vocazioni genuine”. (EG 106) “Nella Compagnia
risponderemo liberamente e con animo lieto alla chiamata…”,
ricordano le nostre Costituzioni. (3.2)
Non ci resta che accogliere con gioia e gratitudine il
carisma mericiano e viverlo con allegrezza e fervore.
Fedelmente dunque e con allegrezza perseverate nell’opera
incominciata. E guardatevi, guardatevi dico, dal perdere il
fervore, perché ogni promessa che vi faccio
a colmo di misura vi sarà mantenuta. (T 11,22-24)
Caterina Dalmasso
6
IL PENSIERO DELLA PRESIDENTE
SECOLARITÀ CONSACRATA
In diversi “passi” dei suoi scritti, Sant’Angela esprime il suo
riverente amore e la sua amorevole attenzione a ciò che dice la
“Santa Madre Chiesa”: è autorevole il suo monito “… obbedire
a ciò che comanda la santa madre Chiesa, perché, dice la
Verità, << chi ascolta voi ascolta me>>” (R cap. VIII, 8)
In un intervento tenuto in Spagna, ad una assemblea
degli istituti secolari, il Prefetto della Congregazione per gli
istituti di vita consacrata, Cardinale João Braz de Aviz, ha
rivolto a loro, e a tutti noi, parole di grande forza che possono e
debbono essere assunte come indicazioni preziose per la nostra
vita e per la vita delle nostre Compagnie.
Ha lasciato tre parole chiave: incontro, salvezza,
speranza e ha declinato ciascuna di esse per i membri degli
istituti secolari.
Vi invito a leggere questo intervento e a farne oggetto
di riflessione in questo tempo in cui tutte le Compagnie e i
Gruppi sono chiamati ad approfondire il tema della secolarità
consacrata.
Già il convegno della scorso luglio 2013 ci ha offerto
contributi per continuare ad approfondire questa dimensione
fondante della nostra vocazione e così sarà anche nel prossimo
convegno del 2014.
L’intervento del cardinale prefetto ci regala ulteriori
stimoli che desideriamo non lasciare cadere.
“La specificità della vostra vocazione vi porta a non
avere visibilità; […] L’icona che richiama questa particolare
forma di consacrazione è quella del sale che si scioglie e dà
sapore, del lievito che si disperde e fa fermentare la massa;
[…] La vostra vocazione vi pone tra gli altri addirittura senza
segni esteriori; […] Lo specifico della secolarità consacrata
7
trova il suo fondamento nella via dell’incarnazione seguita da
Cristo, [ci rende] capaci di vivere nel mondo, senza perdere la
propria differenza e alterità; […] Fratelli, quindi, prima di
essere padri e maestri” (“Come il sale che dà sapore” Da “Testimoni”
n.° 11/13)
Sentiamo in queste parole l’eco delle nostre
Costituzioni: “La nostra vita sarà di impegno per essere
testimoni di carità, di fede e di speranza nel cuore del
mondo” (Cost. 4.2)
Molto interessante una “raccomandazione particolare”.
Il prefetto della vita Consacrata sa bene che molti istituti
secolari hanno avuto, e ancora possono avere e gestire opere
proprie.
A coloro che vivono queste particolari situazioni dice: “
… non dimenticate mai che la vostra vocazione e la possibilità
di donare l’amore di Dio al mondo, prima di passare da quella
attività, passa attraverso la normalità, la quotidianità delle
vostre vite. Quanto più saprete vivere le situazioni esistenziali
ordinarie delle altre donne e degli altri uomini, tanto più
sarete fedeli alla vostra chiamata”
Anche in queste espressioni sentiamo l’eco delle
costituzioni là dove ci dicono che “ … la loro presenza
diventerà testimonianza significativa […] se verrà mantenuto
lo stile di vita secolare” (Cost. 22.7)
“L’apporto degli istituti secolari lo vedo fondamentale
anche in riferimento all’annuncio. [della salvezza] […] Dio
salva, non uccide, non condanna, solo ama!” Occorre lasciare
“ … intravedere con le nostre vite la bellezza del nostro Dio
che è pronto ad accoglierci sempre senza riserve; […] Nella
misura in cui la vostra formazione alimenterà questo cammino,
sarete testimoni (non maestri) di misericordia e potrete
costruire comunione.”
Sant’Angela era “esperta” di comunione; dovunque è
passata, nei luoghi e nelle famiglie in cui ha vissuto, ha cercato
8
di mettere pace e concordia e desidera che anche le sue Figlie
siano operatrici di unità e di comunione.
“L’ultima raccomandazione mia che vi faccio, e con
la quale fin col sangue vi prego, è che siate concordi, unite
insieme tutte d’un cuore e d’un volere. Siate legate l’una
all’altra col legame della carità … (Ultimo Ric. 1-2)
“La speranza è un dono di Dio che si comunica con i
nostri gesti, con le nostre parole, noi stessi; non è facile
ottimismo, ma un concreto atteggiamento di fiducia e di
abbandono, come di coloro che – piccoli e poveri – ripongono
in Dio ogni loro attesa”.
Accogliamo l’invito del Cardinale prefetto e delle
nostre Costituzioni: “Nella famiglia e nella professione, nella
comunità civile ed ecclesiale, e in ogni nostra attività e
iniziativa terremo desta la speranza del cielo, dove Gesù vive
alla destra del Padre.” (Cost. 22.3)
E con Sant’Angela ripetiamo: “Signore mio, unica vita
e speranza mia”. Maria Razza
Attenzione!
CONVEGNO DELLA FEDERAZOIONE
FORMAZIONE
UN ITINERARIO DI FEDE MAI CONCLUSO
Roma 27-31 luglio 2014
Informazioni e prenotazioni: Rosa Bernasconi
tel. 031 986480; 328 6632995
e-mail: [email protected]
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IL PENSIERO DELL’ASSISTENTE ECCLESIASISTICO
DEL CONSIGLIO DELLA FEDERAZIONE
UNA LEZIONE DI VITA SPIRITUALE
DALL’ESORTAZIONE APOSTOLICA
DI PAPA FRANCESCO,
“EVANGELII GAUDIUM”
E’ da poco uscita l’Esortazione Apostolica di
papa Francesco “Evangelii Gaudium”. “La
gioia del Vangelo”. Di questo documento molto
corposo vorrei qui attirare l’attenzione su due
aspetti tipici della spiritualità mericiana: la gioia che nasce
dall’incontro con Cristo (nn 1-10) e la necessità di coltivare
l’incontro personale con l’amore di Gesù (nn.264-267).
1. La gioia nasce dall’incontro con Cristo (nn. 1-13).
L‘inizio dell’Esortazione “Evangelii gaudium” (n° 1) è la chiave
di lettura alla quale papa Francesco vuole riportare l’annuncio
del vangelo: “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita
intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si
lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla
tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo
sempre nasce e rinasce la gioia. In questa Esortazione
desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani, per invitarli a una
nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e
indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni”.
Sorgente della gioia del cristiano è l’incontro con Gesù,
l’essere salvati e liberati da Lui, essere con Gesù Cristo. La
gioia che nasce dall’incontro con Gesù Cristo ‘marca’ la nuova
evangelizzazione nei prossimi anni. Al centro di tutto c’è
dunque l’incontro con Cristo. Come non pensare al prologo
10
della Regola di sant’Angela, dove si respira un’atmosfera di
gioia e allegrezza per essere state scelte ad essere spose di
Cristo e di averlo accolto come tale, cioè come compagno o
partner con il quale condividere e al quale donare tutta la
propria vita al presente e nell’attesa di appartenergli totalmente
in cielo.
Il papa invita (n° 3) “ogni cristiano, in qualsiasi luogo e si-
tuazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro
personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione
di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza
sosta”. E’ questa la fedeltà della consacrata a Cristo: rinnovare
quotidianamente l’incontro personale con Gesù Cristo, lasciarsi
incontrare da Lui, cercarlo ogni giorno senza sosta. Tra i testi
dell’Antico Testamento citati dal papa mi piace ricordare (n°4)
quello del profeta Sofonia: «Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è
un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo
amore, esulterà per te con grida di gioia» (Sof 3,17). Il Cristo
viene presentato come lo sposo che grida di gioia per la sua
sposa e che la rinnova col suo amore. E un richiamo della
spiritualità sponsale di cui parla sant’Angela. Da questo
rapporto con Lui si attinge la forza di affrontare anche le
sofferenze o scoraggiamenti del tempo presente nella certezza
che Lui saprà trasformare queste tribolazioni in gioia; così
infatti al n° 5 il papa continua: “La nostra gioia cristiana
scaturisce dalla fonte del suo cuore traboccante. Egli promette
ai discepoli: «Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza
si cambierà in gioia » (Gv 16,20). E insiste: « Vi vedrò di nuovo
e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la
vostra gioia» (Gv 16,22). Sembra quasi un riferimento al
Ricordo V dove sant’Angela scrive: “Anche se alle volte
avranno qualche tribolazione o affanno, tuttavia passeranno
presto e si volgeranno in allegrezza e gaudio. E poi il patire di
questo mondo è un niente di fronte a quei beni che ci sono in
11
paradiso”. Al n° 7, papa Francesco citando l’Enciclica ‘Deus
Caritas est’ di papa Benedetto XVI ci ricorda ancora che:
«All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o
una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una
Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e, con ciò, la
direzione decisiva ». Per sant’Angela si tratta dell’incontro con
“l’Amatore nostro” (Legato 11°) o “il nostro amore” e “unico
tesoro” (Ricordo 5°). Prendiamo queste parole del papa, così
vicine a quelle di sant’Angela, come occasione per verificare la
gioia della consacrazione a Cristo, anche in prospettiva
missionaria ed evangelizzatrice.
Trovo molto bello e stimolante infatti quanto leggiamo al n° 8:
«Solo grazie a quest’incontro – o reincontro – con l’amore di
Dio, che si tramuta in felice amicizia, siamo riscattati dalla
nostra coscienza isolata e dall’autoreferenzialità. Giungiamo
ad essere pienamente umani quando siamo più che umani,
quando permettiamo a Dio di condurci al di là di noi stessi
perché raggiungiamo il nostro essere più vero. Lì sta la
sorgente dell’azione evangelizzatrice. Perché, se qualcuno ha
accolto questo amore che gli ridona il senso della vita, come
può contenere il desiderio di comunicarlo agli altri?». A buona
ragione si addice a chi è chiamato a vivere la propria
consacrazione a Cristo nel mondo l’espressione della
“Evangelii nuntiandi” di Paolo VI, che papa Francesco riporta
al n° 10: «Possa il mondo del nostro tempo –che cerca ora
nell’angoscia, ora nella speranza – ricevere la Buona Novella
non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, impazienti e ansiosi,
ma da ministri del Vangelo la cui vita irradii fervore, che
abbiano per primi ricevuto in loro la gioia del Cristo».
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2. Necessità di coltivare l’incontro personale con l’amore di
Gesù: (nn.264-267).
In questi numeri dell’Esortazione il papa ritorna al pensiero
dell’incontro con Cristo e con il suo amore, come sorgente
dell’azione evangelizzatrice. La nuova evangelizzazione non è
data da un insieme di attività, ma dal fare conoscere ad altri la
persona amata. «La prima motivazione per evangelizzare è
l’amore di Gesù che abbiamo ricevuto, l’esperienza di essere
salvati da Lui che ci spinge ad amarlo sempre di più. Però, che
amore è quello che non sente la necessità di parlare della
persona amata, di presentarla, di farla conoscere?» (n°264). Se
mancasse il desiderio di farlo conoscere e amare dovremmo
porci l’interrogativo sul nostro amore verso di Lui. Scrive per
questo il papa: «Se non proviamo l’intenso desiderio di
comunicarlo, abbiamo bisogno di soffermarci in preghiera per
chiedere a Lui che torni ad affascinarci. Abbiamo bisogno
d’implorare ogni giorno, di chiedere la sua grazia perché apra
il nostro cuore freddo e scuota la nostra vita tiepida e
superficiale». Molto bella la ‘ricetta’ che il papa suggerisce per
riscaldare il nostro cuore freddo e scuotere la nostra vita tiepida
e superficiale: «Che dolce è stare davanti a un crocifisso, o in
ginocchio davanti al Santissimo, e semplicemente essere da-
vanti ai suoi occhi! Quanto bene ci fa lasciare che Egli torni a
toccare la nostra esistenza e ci lanci a comunicare la sua nuova
vita! «Quanto bene ci fa lasciare che Egli torni a toccare la
nostra esistenza e ci lanci a comunicare la sua nuova vita!. La
migliore motivazione per decidersi a comunicare il Vangelo è
contemplarlo con amore, è sostare sulle sue pagine e leggerlo
con il cuore…. Perciò è urgente ricuperare uno spirito
contemplativo, che ci permetta di riscoprire ogni giorno che
siamo depositari di un bene che umanizza, che aiuta a
condurre una vita nuova. Non c’è niente di meglio da
trasmettere agli altri». Come non sentire l’eco di sant’Angela
13
che scrive che “con l’orazione si impetra da Dio la grazia della
vita spirituale” (Regola cap. V) come pure: “il ricorrere ai piedi di
Gesù Cristo e lì con tutte la vostre figliole, fare caldissime
orazioni” (Ultimo Legato).
Concludo con alcune espressioni dei nn° 266-267 nel quale il
papa ci fa intendere dove sta la molla dello slancio missionario
del cristiano. «Non si può perseverare in un’evangelizzazione
piena di fervore se non si resta convinti, in virtù della propria
esperienza, che non è la stessa cosa aver conosciuto Gesù o
non conoscerlo, non è la stessa cosa camminare con Lui o
camminare a tentoni, non è la stessa cosa
poterlo ascoltare o ignorare la sua Parola,
non è la stessa cosa poterlo contemplare,
adorare, riposare in Lui, o non poterlo fare.
Non è la stessa cosa cercare di costruire il
mondo con il suo Vangelo piuttosto che farlo
unicamente con la propria ragione…. Il vero
missionario, che non smette mai di essere
discepolo, sa che Gesù cammina con lui, parla con lui, respira
con lui, lavora con lui. Sente Gesù vivo insieme con lui nel
mezzo dell’impegno missionario. Se uno non lo scopre presente
nel cuore stesso dell’impresa missionaria, presto perde
l’entusiasmo e smette di essere sicuro di ciò che trasmette, gli
manca la forza e la passione. Uniti a Gesù, cerchiamo quello
che Lui cerca, amiamo quello che Lui ama».
Anche queste parole di papa Francesco ci spingano ad una
‘consacrazione e missione’ sempre più vive e vere.
L’Assistente, + vescovo Adriano Tessarollo
14
Mons. Aldo Giordano
Arcivescovo
Nunzio in Venezuela
Abbiamo conosciuto Mons. Aldo
Giordano e lo abbiamo avuto nostro
graditissimo ospite e relatore
all’Assemblea della Federazione del 2006
e ancora ad un nostro convegno
internazionale nel 2008, nel 50° della
Federazione.
Abbiamo goduto
della sua
preparazione,
della sua
amicizia, delle sue profonde e intense
relazioni, lo abbiamo accompagnato
nelle sue grandi responsabilità e
continuiamo ad accompagnarlo nella
sua nuova e delicatissima missione
come Nunzio in Venezuela.
Non vogliamo dimenticarlo e non
vogliamo che Lui ci dimentichi.
15
DALLA REGOLA DI SANT’ANGELA MERICI
Qualche spunto di riflessione…
Cap. VII DELLA CONFESSIONE
“La coscienza della inadeguatezza
della risposta al dono di Dio
e dell’infedeltà alla sua grazia
ci spingerà a domandare
al benignissimo Signore
misericordia e tempo e modo di pentirci.
Ci accosteremo con frequenza e con regolarità
per quanto possibile
al sacramento della riconciliazione”. (Cost. 13.4)
“Il cristiano che ha peccato dopo il Battesimo,
viene riconciliato con Dio
attraverso la riconciliazione con la Chiesa.
Il pentimento, la confessione dei peccati,
l’impegno di penitenza e di riparazione del penitente,
si incontrano col gesto del Sacerdote,
l’assoluzione data in nome di Cristo e della Chiesa”. (Cat. ad.)
La frequenza e la necessità...
1“Si esorta inoltre a frequentare la confessione,
necessaria medicina delle piaghe delle nostre anime”
S. Angela continua i capitoli sulla vita spirituale e lo fa
nel modo che le è più congeniale...esortando.
La confessione, la Messa, la preghiera, il digiuno
costituiscono i capitoli centrali della Regola di S. Angela, quasi
una continuazione a quelli iniziali che propongono la
16
singolarità di questa vocazione e quasi un’anticipazione di
quelli finali che ne sottolineano la specificità.
Per quanto riguarda la confessione, S. Angela non la
precisa come cadenza, lascia ad ognuna, a seconda del tempo e
delle circostanze, la libertà di definirne la frequenza, si
preoccupa invece di precisarne la necessità, quale medicina
delle piaghe delle nostre anime.
Ritroviamo la stessa S. Angela che, nella sua preghiera,
si era riconosciuta meritevole dell’inferno per gli errori, le
bruttezze, le tendenze riprovevoli... e che aveva chiesto al
benignissimo Signore di perdonarla di ogni cosa per la sua
sacratissima Passione e per il suo sangue prezioso sparso per
amor nostro.
Ogni capitolo della Regola va letto in continuità,
cercando di cogliere il pensiero della Madre e l’indirizzo per
noi sue figlie.
Necessaria medicina
Gesù, medico dei corpi e delle anime, ha voluto che la
sua Chiesa continui, in forza dello Spirito Santo, la sua opera di
guarigione e di salvezza.
Il Concilio Vaticano II insegna: “Quando ci
accostiamo al sacramento della penitenza, riceviamo dalla
misericordia di Dio il perdono delle offese fatte a lui e insieme
ci riconciliamo con la Chiesa, alla quale abbiamo inflitto una
ferita col peccato”. (L.G.11)
“La vita nuova ricevuta nell’iniziazione cristiana non
ha soppresso la fragilità e la debolezza della natura umana, nè
l’inclinazione al peccato”. (Cat. 1426)
“Il peccato è anzitutto offesa a Dio, rottura della
comunione con Lui. Nello stesso tempo attenta alla comunione
con la Chiesa”. (Cat. 1440)
17
Il sacramento esige la nostra libertà. Giovanni Paolo II°,
ricordando che la Confessione è di grandissimo giovamento per
la vita spirituale, precisava che Dio non impone il suo perdono,
a chi si rifiuta di accettarlo, Dio attende.
Il Catechismo degli adulti precisa: “La vita è un
cammino di conversione e la Chiesa è un popolo di penitenti
chiamato a rinnovarsi incessantemente sotto il giudizio
esigente e misericordioso della Parola di Dio. Ai battezzati
ricaduti nella schiavitù del peccato, il Signore offre una nuova
possibilità di salvezza attraverso il sacramento della penitenza
o riconciliazione, quasi un secondo battesimo”. (702)
La Confessione preparata con un quotidiano esame di
coscienza, favorisce la conversione del cuore all’amore del
Padre della misericordia. Paolo VI ricordava che la confessione
frequente è una sorgente privilegiata di santità, di pace, di
gioia.
La confessione periodicamente rinnovata, ha
accompagnato sempre nella Chiesa l’ascesa alla santità.
La fede ci insegna che Gesù ha voluto che i sacramenti
siano i mezzi ordinari efficaci per i quali passa ed opera la sua
potenza redentrice.
Gli aspetti ecclesiali...
La confessione al Sacerdote...
2“perchè mai nessuno sarà giustificato dal peccato, se
prima non avrà di sua propria bocca confessato al sacerdote le
sue colpe, come dice la Scrittura: dì tu per primo i tuoi peccati
al fine di essere giustificato”.
S. Angela con parole semplici richiama alla Parola di
Dio e ci ricorda che per essere perdonati occorre confessare al
Sacerdote le proprie colpe.
Il sacramento si chiama della Confessione “poichè
l’accusa, la confessione dei peccati davanti al Sacerdote è un
elemento essenziale di questo sacramento”. (Cat. 1424)
18
La confessione al sacerdote costituisce una parte
essenziale della Penitenza. Già il Concilio di Trento (vicino
all’epoca di S. Angela) precisava: “E’ necessario che i
penitenti enumerino nella confessione tutti i peccati mortali di
cui hanno consapevolezza, dopo un diligente esame di
coscienza”.
Dio solo perdona...
“Il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di
rimettere i peccati” (Mc 2,10); “Ti sono rimessi i tuoi peccati”. (Lc 7,48)
In virtù della sua autorità divina Gesù Cristo dona tale
potere agli uomini affinchè lo esercitino nel suo nome e affida
l’esercizio del potere di assolvere i peccati al ministero
apostolico: “Ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha
affidato a noi il ministero della riconciliazione” (2Cor.5,18).
“Sono i Vescovi e i presbiteri che hanno, in virtù del
sacramento dell’ordine, il potere di perdonare tutti i peccati -
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo-”. (Cat.
1461)
La Chiesa è investita del potere di rimettere i peccati...
3“E la verità dice a S. Pietro: io ti darò le chiavi del
Regno dei cieli, e qualunque cosa avrai legato sulla terra sarà
legata anche in cielo, e qualunque cosa avrai slegato sopra la
terra sarà slegata anche in cielo. 4Dove chiaramente si
dimostra che il peccato non può essere cancellato se non dal
sacerdote e con la confessione”.
Confessare al Sacerdote, dice la Chiesa e ci ricorda S.
Angela, ancora richiamando la Parola di Dio: “A te darò le
chiavi del Regno dei Cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra
sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà
sciolto nei cieli” (Mt 16,19) e ancora: “Ricevete lo Spirito Santo;
a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li
rimetterete, resteranno non rimessi”. (Gv 20,22-23)
19
“Le parole legare e sciogliere significano: colui che voi
escludete dalla vostra comunione, sarà escluso dalla
comunione con Dio; colui che voi accoglierete di nuovo nella
vostra comunione, Dio lo accoglierà anche nella sua. La
riconciliazione con la Chiesa è inseparabile dalla
riconciliazione con Dio”. (Cat. 1445)
Il Sacramento...
5“Infatti, in che modo il sacerdote potrebbe cancellare
un peccato se non lo conosce? 6E in che modo lo potrebbe
conoscere, se chi l’ha commesso non lo manifesta con la
propria bocca, dal momento che il peccato sta nascosto nella
coscienza?”
Il peccato che sta nascosto nella coscienza e va
manifestato al Confessore, fa pensare a quell’altra espressione
di S. Angela, meditata nei capitoli precedenti: “misera me che,
entrando nel segreto del mio cuore, dalla vergogno non oso
alzare gli occhi al Cielo”... e ancora: “Degnati di ricevere
questo mio cuore vilissimo ed impuro”...
Riconoscerci peccatori, manifestarlo, attendere in dono
la riconciliazione... questo è quanto S. Angela e la Chiesa ci
raccomandano.
“Il pentimento interiore si esprime esteriormente nella
confessione e in un impegno concreto di penitenza”. (Cat. Ad.
707)
Noi manifesteremo con umiltà, fiducia e sincerità,
davanti al Sacerdote, tutti i peccati, riconosceremo la
misericordia del Signore, il suo amore che vince il timore e lo
sconforto.
Tutti i peccati...
“La confessione individuale e completa dei peccati
gravi, seguita dall’assoluzione, rimane l’unico mezzo ordinario
per la riconciliazione con Dio e con la Chiesa”. (Cat.1497)
20
“Sebbene non sia strettamente necessaria, la
confessione delle colpe quotidiane (peccati veniali) è tuttavia
vivamente raccomandata dalla Chiesa.
La confessione regolare dei peccati veniali ci aiuta a
formare la nostra coscienza, a lottare contro le cattive
inclinazioni, a lasciarci seguire da Cristo, a progredire nella
vita dello Spirito”. (Cat. 1458)
Le cose necessarie...
“Il sacramento della Penitenza è costituito dall’insieme
di tre atti compiuti dal penitente e dall’assoluzione da parte del
Sacerdote. Gli atti del penitente sono: il pentimento, la
confessione o manifestazione dei peccati al Sacerdote e il
proposito di compiere la soddisfazione e le opere di
soddisfazione”. (Cat. 1491)
Davanti al Sacerdote come davanti a Dio...
7“Ognuna dunque voglia presentarsi al sacerdote come
davanti a Dio eterno giudice, 8e qui, dolente,
9schiettamente e
in verità di coscienza, confessi il proprio peccato 10
e ne
domandi perdono, 11
e sempre con timore e reverenza stia
davanti al confessore, fino a che non abbia ricevuto
l’assoluzione”.
Ci vuole fede, sincerità, verità, timore e riverenza... si
tratta dell’incontro con Dio giudice e Padre misericordioso.
Il sacerdote...
“Celebrando il sacramento della Penitenza, il
Sacerdote compie il ministero del Buon Pastore che cerca la
pecora perduta, quello del buon Samaritano che medica le
ferite, del Padre che attende il Figliol Prodigo e lo accoglie al
suo ritorno, del giusto Giudice che non fa distinzione di
21
persone e il cui giudizio è ad un tempo giusto e
misericordioso”. (Cat. 1465)
Il dolore...
Tra gli atti del penitente la contrizione occupa il primo
posto, deve essere ispirato da motivi dettati dalla fede e nasce
dall’amore di carità verso Dio.
“Il cammino di ritorno a Dio, chiamato conversione e
pentimento, implica un dolore e una repulsione per i peccati
commessi, e il fermo proposito di non peccare più in avvenire.
La confessione riguarda il passato e il futuro; essa si nutre
della speranza nella misericordia divina”. (Cat. 1490)
“Il peccatore mosso, dallo Spirito Santo, riscopre il
volto santo e misericordioso del Padre, esamina se stesso,
prende coscienza dei propri peccati; ne prova dolore; li
detesta; propone di non commetterli più; si impegna a
cambiare radicalmente la propria vita, a riordinarla secondo il
Vangelo”. (Cat. Ad. 705)
L’assoluzione...
“Dio Padre di misericordia, che ha riconciliato a sé il
mondo nella morte e nella risurrezione di suo Figlio e ha
effuso lo Spirito Santo per la remissione dei peccati, ti
conceda, mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la
pace.
E io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre e del
Figlio e dello Spirito Santo”. (Formula di assoluzione)
In questa formula ritroviamo espressi gli elementi
essenziali, trinitari ed ecclesiali, del Sacramento della
penitenza:
“Il Padre della misericordia è la sorgente di ogni
perdono. Egli realizza la riconciliazione dei peccatori
mediante la Pasqua del suo Figlio e il dono del suo Spirito,
attraverso la preghiera e il ministero della Chiesa”. (Cat. 1449)
22
“Il Padre accoglie il figlio che torna a casa, Cristo
prende sulle spalle la pecora perduta, lo Spirito santifica
ancora il tempio della sua presenza”. (Cat. Ad. 708)
Il padre spirituale...
12
“A questo proposito si fa sapere che si deve scegliere
un luogo o una chiesa determinata, dove sarà eletto un comune
padre spirituale prudente e di età matura, al quale ognuna
vorrà confessarsi almeno una volta al mese; 13
poi, ogni primo
venerdì del mese, vorranno radunarsi in quella Chiesa e là,
tutte insieme, comunicarsi dallo stesso padre”.
Nel capitolo della Confessione S. Angela inserisce
anche altri aspetti che riportano ad un’esigenza comunitaria, di
Compagnia; aspetti certamente ora superati e modificati, ma
che, tuttavia, hanno nello spirito qualcosa da insegnarci:
il comune padre spirituale che conosce le figlie e la
Compagnia;
una chiesa determinata dove le sorelle si incontreranno e si riuniranno;
il primo Venerdì del mese per ricevere l’Eucarestia tutte unite insieme, con lo stesso Padre Spirituale.
La propria comunità parrocchiale...
14
“Esortiamo inoltre ognuna a confessarsi e a
comunicarsi nella propria parrocchia in occasione delle feste
solenni”.
E’ bello questo rimando della Fondatrice alla propria
comunità parrocchiale, almeno in occasione delle feste
comunitarie. Lì occorre dare testimonianza di fedeltà alla vita
sacramentale e liturgica.
S. Angela non tralascia nulla nei suoi scritti e ricorda
alle sue figlie la necessità della fede e, insieme, della
testimonianza: “Dite loro che, in qualunque luogo si trovino,
diano buon esempio”. (5° Ric.)
23
Per chiedere misericordia…
Signore mio
illumina le tenebre del mio cuore,
dammi la grazia di morire
piuttosto che offenderti oggi stesso.
Fa che entrando nel segreto del mio cuore,
possa riconoscere i miei errori, i miei peccati.
Degnati, o benignissimo Signore,
di perdonarmi tante offese, e ogni mio colpa
del tempo presente e del tempo passato.
Ti chiedo perdono anche per i miei parenti,
amici e per il mondo intero.
Signore mio, unica vita e speranza mia
chiedo perdono giorno e notte,
andando, stando, operando, pensando…
concedimi la tua misericordia
e il tempo per fare penitenza.
Al tuo volto luminosissimo presento
questo mio cuore vilissimo e impuro, brucia ogni
mio affetto e passione nell’ardente fornace del
tuo divino amore. Offro tutto ai piedi della tua
divina Maestà. E ti prego, degnati di riceverlo,
benché io ne sia indegna.
Amen!
Kate
24
Una compagnia secondo
il cuore di Dio…
Sogno una Compagnia di
donne alla ricerca di Dio,
che sanno camminare, lavorare insieme
e farsi compagne di viaggio di chi cerca Dio,
che sanno essere amiche leali, fedeli, discrete,
che sanno godere dei piccoli e dei grandi doni
che la vita offre: il sole, i fiori, il cielo, i bambini, i
fratelli, l’amicizia, la condivisione, la solidarietà, la
fratellanza… che sanno piangere, discutere,
gioire, vivere e manifestare i sentimenti,
che sanno tirar fuori dallo scrigno del cuore
il bello e il brutto e sanno orientare tutto al Signore!
Donne capaci di dire “ti voglio bene”
senza paure e con grande rispetto,
senza “volere” a tutti i costi l’affetto dell’altro.
Donne innamorate della Bellezza, di Dio!
Capaci di stupirsi e di lasciare
che la novità di Dio irrompa nella vita
senza pregiudizi, senza preconcetti,
ma con la curiosità di chi si affaccia alla vita
e vuole viverla come un’avventura unica,
come un dono di Dio da accogliere.
Donne con un Tesoro nel cuore
che aspetta di essere riscoperto ogni giorno,
capaci di accogliere, custodire, amare,
curare la Vita… donne secondo il cuore di Dio!
Gianna
25
Chiedere di appartenere alla Compagnia…
perché…
Perché voglio essere sale, luce, fermento
nel mondo.
Perché la mia anima ha sete del Dio vivente.
Perché voglio che Gesù renda il mio cuore simile al suo.
Perché ogni giorno sento che Dio mi chiama di nuovo.
Perché ho deciso di amare un po’ di più il Signore e voglio seguirlo nella mia vita.
Perché lo Spirito Santo mi ha fatto capire che Gesù attende la mia risposta di amore.
Perché in questi anni sono stata contenta del mio cammino
nella compagnia di Sant’Orsola Istituto secolare di
Sant’Angela Merici.
Perché sento che dentro di me c’è il roveto ardente che deve consumarsi per il Signore, nel posto dove sono.
Perché voglio capire di più la mia vera identità che è quella di figlia, di sposa, di sorella, di madre.
Perché voglio affidarmi totalmente da Dio come il bambino nella braccia della madre.
Perché voglio fissare i miei occhi al mio Dio che mi sta
guardando, e amare Dio che mi sta amando.
Perché preferisco seguire Gesù che non mi delude mai.
Perché ora ho capito un po’ di più la vita di Sant’Angela Merici.
Perché voglio vivere in obbedienza, castità e povertà
insieme a tante sorelle della Compagnia mondiale.
Perché voglio servire Dio nella Compagnia liberamente e con animo lieto.
Perché voglio fare tutto per il regno di Dio stando nel mondo con fede, speranza, carità.
(tratto da alcune domande di consacrazione)
26
LE COMPAGNIE OGGI:
PROBLEMI E OPPORTUNITA’
Alcuni spunti dalla
relazione di Mary-Cabrini
Durkin
della Compagnia di S.
Orsola del Canada, Gruppo
degli Stati Uniti
in occasione del Convegno
sulle sorelle Girelli
Brescia 23 novembre 2013
• Apertura… Le Compagnie che o collaborano o hanno
contatti con altre Compagnie vicine o lontane, testimoniano
che la loro vita di compagnia è migliorata. Questa apertura
può essere coltivata attraverso la comunicazione personale o
di gruppo, o anche attraverso il convegno annuale della
Federazione. Alcune Compagnie consolidate promuovono
nuovi Gruppi in altre parti del mondo.
• Provare a connettersi… E se ciascuna Compagnia
pensasse e adottasse un modo proprio di connettersi alle altre
a partire dalla sua peculiare situazione? Ne verrebbe un gran
bene.
• Compagnie sorelle… I nostri valori e interessi condivisi
possono varcare i confini territoriali, ma anche quelli
continentali. E se una Compagnia cercasse una Compagnia
diversa come partner per comunicare valori, progetti o attività
condivise?
• Superare le barriere linguistiche… Occorre cogliere
anche questa sfida. Il sito della Federazione, quello del Centro
Internazionale di Studi e il collegamento NELLO STESSO
CARISMA… utilizzano tre lingue: inglese, francese, italiano.
27
E se le Compagnie dovessero considerare le risorse di
bilinguismo o multilinguismo tra di loro o tra i loro associati e
creare una possibilità per una comunicazione più vasta?
• Il dialogo intergenerazionale… L'apertura si può
manifestare in un dialogo intergenerazionale che rispetti
veramente i doni che ogni generazione offre. Possono le più
anziane offrire saggezza senza essere dogmatiche? Possono le
più giovani offrire nuove idee pur rispettando il retaggio delle
loro sorelle più anziane? Questo tipo di dialogo richiede una
continua conversione e lo svestirsi dell’orgoglio e della
propria posizione sociale.
Propongo queste idee e
domande semplicemente come
un invito a un pensiero creativo.
Noi siamo le figlie di una delle
più originali fondatrici della
storia. Facciamo tutte in modo
di lanciare, nelle nostre
situazioni concrete, iniziative di pensiero creativo.
A proposito della proposta vocazionale…
Chiediamo a noi stesse:
Perché speriamo di ricevere nuove vocazioni?
Per la nostra credibilità?
Per ricevere un aiuto nel gestire le nostre responsabilità?
O per aiutare altre donne a realizzare la loro chiamata per
amore del Regno di Dio?
La nostra missione è fare in modo che l'amore di Dio si
presenti come un'energia dinamica nella Chiesa e nel mondo.
Ovunque siamo chiamate a far presente l'amore universale e
trascendente che divenne umano in Gesù Cristo, l’amatore
comune di tute noi.
28
LA FEDE: TESTIMONIANZA
Fin dalla mia infanzia la parola "Fede" ha attirato la mia
attenzione.
Studentessa dalle Orsoline, molte volte sono arrivate alle mie
orecchie le parole: “Abbiate fede” di Sant’Angela Merici.
Gli apostoli dicono a Gesù: "Accresci in noi la fede ". (Lc 17.6)
E Gesù rispose: “Se avete fede quanto un granello di senape,
potreste dire a questo gelso: "Sradicati e vai a piantarti nel
mare", ed esso vi obbedirebbe”.
Questo è meraviglioso! ... tuttavia mi lascia ancora
lontana dal capire bene cosa significa la fede...
Noi spendiamo un sacco di energia per delle cose per le
quali non ne vale la pena: professione, soldi, sport,
divertimenti, ecc... Tutto questo ha un prezzo!
Naturalmente, la fede è una grazia che Dio ci ha dato .
Ce l’ha data come un giardiniere può consegnarci la sua più
bella pianta… Dobbiamo fare molta attenzione!
La pianta della fede può essere rovinata dalla cattiva
terra dei miei dubbi, dalla mancanza di sole della Parola di Dio,
dalla mancanza di acqua della preghiera...
Sì, la fede comporta un lavoro. È come una donna che
deve dare alla luce il suo bambino…
Credere è la stessa cosa: si tratta di far crescere quel
germe di vita che Dio ha riversato in me il giorno del mio
battesimo.
S. Paolo nella lettera a Timoteo, così si esprime: “Vi
esorto a risvegliare in voi il dono di Dio che avete ricevuto".
Seguire Cristo, vuol dire uscire gradualmente dalle
nostre notti buie per la mancanza della nostra fede, per poterci
risvegliare la mattina di Pasqua nella consapevolezza di essere,
ogni giorno e sempre di più, figli di Dio Altissimo. M. Nicole Jandot
29
ANCORA SUL RISERBO
Quando ci si lamenta perché non siamo abbastanza conosciute
e non viene compreso correttamente il nostro carisma secolare,
sento che viene colpevolizzato il riserbo, come ne fosse la causa. Mi sembra che non ci sia da stupirsi più di tanto delle
incomprensioni, perché generalmente ciò che non è evidente è normale che non sia compreso immediatamente. Quindi con
pazienza e perseveranza, forse occorre solo spiegare chiaramente la specificità della nostra meravigliosa vocazione.
Ma ho sentito un po' di confusione anche nelle stesse Compagnie, sul concetto di religiosa e consacrata secolare, e
allora forse, prima di tutto, ci dobbiamo preoccupare che noi, principalmente, comprendiamo e viviamo pienamente il
carisma secolare; noi, che siamo chiamate a servire il Signore proprio in questo stato di vita.
Perciò penso che per prima cosa occorra pregare lo Spirito Santo che illumini noi, perché possiamo testimoniare e
portare luce con la vita, ed anche con le parole se occorre. Poi ancora pregare perché la Chiesa e i suoi ministri siano
illuminati, affinché comprendano sempre più, e possano meglio guidare e indirizzare le persone che il Signore chiama.
Ma soprattutto fidiamoci di DIO, perché comunque è Lui che chiama, guida e indirizza dove ritiene meglio e nel
modo che crede. Dico questo perché per quanto mi riguarda, è stato solo
il "caso" che mi ha portata a S. Angela. Non avevo nessuna guida, non sapevo nulla sugli Istituti Secolari: però grazie alle
preghiere delle sorelle della mia Compagnia, e tramite il loro esempio, pian piano nel cuore ho sentito che ero chiamata
proprio lì e successivamente ho compreso il carisma e il significato del riserbo personale.
Preghiamo con fiducia lo Spirito Santo che ci aiuti a fare la nostra parte, perché Lui di sicuro fa la Sua.
Luisa di Modena
30
DALLE COMPAGNIE E DAI GRUPPI
1923-2013 una novantenne
ricorda il suo compleanno.. II Signore è stato ricco di grazie per
me: ho raggiunto i novant'anni in piena lucidità di mente e di entusiasmo per la vita che mi ha donato. Ma una domanda mi assilla: come ho usato questi anni? A servizio della chiesa? Per la Compagnia?
Ci sono tanti punti positivi, ma alcuni negativi, avrei potuto fare di più,
ora devo riparare con tanta preghiera e qualche sacrificio, perché il Signore dia vocazioni al nostro Istituto.
Purtroppo la chiesa sta attraversando un periodo molto
difficile; mancano vocazioni, il "SI" per tutta la vita diventa pesante e si va avanti a tentoni senza un preciso orientamento. Noi consacrate dobbiamo testimoniare la gioia per questa scelta, anche quando ci sono richieste delle rinunce. Gesù è con noi e ci aiuta a portare il peso, per arrivare al traguardo "Felici di aver superato la prova". Cristo è persona viva, ed è morto crocifisso per redimerci. Amiamolo e siamo testimoni della sua morte e risurrezione.
Ormai sono verso il termine della mia vita, ma ho tante
persone da ricordare per avermi aiutata a crescere nella fede: i miei genitori, il mio confessore, le signorine dell'oratorio, che ora sono già nella pace eterna e godono di una gioia che non ha fine.
Ti prego Signore, fa che ti possa incontrare e insieme
lodare il Tuo nome per tutta l'eternità. Lode e gloria a Gesù.
Rina Porro Milano
31
Polonia e Slovacchia
Le Compagnie della Polonia e della
Slovacchia sono vicine non soltanto
geograficamente, ma anche per lingua e
cultura. Gli incontri fra le due Compagnie
sono per noi sempre una grande festa.
La Compagnia della Polonia prepara
sempre la riunione con grande attenzione
e gioia. Si
approfondisce il carisma di
Sant'Angela (Ursula prepara le
relazioni). Maria Dravecka,
consigliera della Federazione,
informa sulla mondialità
dell'Istituto.
Insieme preghiamo per nuove
vocazioni. Maria Dravecka, maggio 2013
Agosto 2013
giornate di ritiro in Eritrea
Mentre la Presidente e la
Vice Presidente erano in
Burundi e in Etiopia, anche
noi in Eritrea abbiamo
potuto riunirci per il nostro ritiro annuale.
Così, seguendo l’invito della nostra Madre Fondatrice, a
trovarci insieme come care sorelle, ci siamo incontrate per
quattro giorni con tutti i membri del gruppo della Compagnia
in Eritrea, appartenenti a tre Diocesi diverse, in un posto
confortevole in Asmara presso una pensione delle Suore
Comboniane.
32
Abbiamo ascoltato le meditazioni del Sacerdote, ci siamo
confrontate circa le nostre esperienze e la nostra vita di
consacrate nel mondo.
Ci siamo lasciate guidare dal Testamento di Sant’Angela,
legato 8, contente della nostra vocazione e di appartenere alla
Compagnia. Minnia
Novembre 2013
Un nuovo germoglio in Kenia
Un nuovo seme della
Compagnia è stato piantato in
Kenya. Perpetua Nyakundi sta
facendo il suo cammino
iniziale, sotto la guida del
Consiglio della Federazione. Nel settembre 2012 è stata
accettata al periodo di "prova iniziale." La sua formazione è
portata avanti tramite conferenze regolari attraverso la
strumento di Skype.
Ho visitato Perpetua a Nairobi nel novembre 2013 e ho
collaborato con lei nel condurre una giornata di informazione e
di riflessione sulla Compagnia per le donne interessate a questa
forma di vita a Nairobi. Sette donne hanno partecipato a tale
incontro, e alcune di loro hanno espresso la volontà di
procedere a un serio discernimento
vocazionale.
Tutte ringraziano la Federazione per
l'apertura di questa nuova porta alla vita
consacrata nel mondo.
Preghiamo per questo nuovo seme, perché
possa crescere e fiorire nel carisma di S.
Angela, per la gloria di Dio, nella società del
Kenia. Mary-Cabrini Durkin
33
Cincinnati, Ohio, USA 4-7 luglio 2013
La convocazione delle Orsoline
del nord America
A questo
incontro ha
partecipato
attivamente la Compagnia di
Sant'Orsola del Canada, Gruppo
degli Stati Uniti, che hanno reso
più nota la Compagnia come
orsoline secolari.
Liliane è stato membro del
comitato che ha lavorato per ben due anni per pianificare
l'evento
Mary-Cabrini ha tenuto una
relazione sulla Compagnia, storica
ed attuale, nel corso di una sotto-
sessione. In un altra sotto-sessione,
Liliane ha introdotto Jean Frisk, un
membro dell’istituto secolare
Schoenstatt, che ha parlato degli
istituti secolari in generale.
Entrambe le sessioni sono state ben frequentate.
La maggior parte dei 200 partecipanti erano Orsoline religiose
degli Stati Uniti, Canada e Messico. Circa il 25% erano
associati, amici e colleghi delle suore.
Suor Sue Scharfenberger, OSU, e suor Catherine Bertrand,
SSND, hanno parlato sul tema della Convocazione: "Visione
radicale di Angela: ampliare il cerchio."
Mary-Cabrini Durkin
34
Indonesia incontro annuale a Malang, 4-8 luglio 2013
Unirvi insieme a servire sua divina Maesta… (R pr,4)
Il nostro incontro 2013, come già
alcuni anni fa, è diventato
un’esperienza internazionale con la
presenza di Josephine Liow e Ebba
Fernandez da Singapore, Helene de
Beauregard dalla Thailandia, e
Monica Vaughan dall'Australia.
Sono stati predisposti due tipi di
sussidi: uno in inglese e l’altro in indonesiano con lo stesso
contenuto. Anche la presentazione è stata fatta in due lingue.
L’incontro si è tenuto nella Casa di Ritiro gestita dalla Suore
della misericordia, a Jalan Jayagiri, un semplice ma adeguato
centro di spiritualità, con costi accessibili.
Sono stati utilizzati parecchi sussidi: gli scritti di Sant’Angela e
della Compagnia, le Costituzioni, i documenti della Chiesa
(VC), i messaggi di Papa Francesco, le preghiere di padre
Adonis Llamas Narcelles, le danze bibliche… le relazioni, le
diapositive, in power point.
Il 7 luglio, durante la celebrazione eucaristica Lydia Kidarsa ha
rinnovato i suoi impegni di consacrazione.
L'ultimo giorno per tutte una giornata ricreativa insieme a
Sengkaling Garden, un bellissimo posto.
Durante tutto il nostro incontro ha sovrabbondato la gioia e
abbiamo cercato di tradurre in esperienza di vita il messaggio
di Sant’Angela: "Siate legate l’una all’altra col legame della
carità, apprezzandovi, aiutandovi, sopportandovi in Gesù
Cristo". (Rc 9,2) Sr. Emmanuel Gunanto OSU.
35
Tanta gioia…
L'intero programma, con il giusto
tempo per tutti gli eventi è stata
cosa molto buona. C'era un
equilibrio anche nei documenti
proposti: Chiesa, Costituzioni,
discorsi di Papa Francesco. C‘è
stato tempo sufficiente per i lavori
di gruppi di condivisione per consentire la risonanza e la
condivisione personale. Buon equilibrio tra il tempo di
preghiera, e il tempo libero.
Il calore delle sorelle della compagnia indonesiana è stato
sentito, e sono state tutte molto generose con noi, vivendo così
insieme sembrava non vi fosse alcuna differenza di origine e di
provenienza.
La formazione continua delle nostre sorelle indonesiane le ha
fatte maturare nell'atteggiamento di rispetto l’una per l'altra.
Sono obbedienti, hanno lo spirito di preghiera e sono gentili e
accogliente verso gli ospiti.
Chiediamo di essere invitate ogni anno e, se possibile,
cercheremo certamente di partecipare,
perché impariamo molto e le sessioni
sono molto utili. ".
Non c'è da stupirsi di così tanta gioia,
perché Amatore, il comune Amatore di
tutte noi, è la fonte di questa gioia, Lui
è in mezzo a noi insieme con la
Madonna e la fondatrice Angela
Merici.
Ci vediamo l'anno prossimo a Jakarta!
Josephine Liow di Singapore
36
HA ESALTATO GLI UMILI... (Le. 1,52)
Burundi 21 agosto 2013
Giheta Foyer de Charité (= focolare di amore)
E' in questa oasi di raccoglimento e di pace, di
preghiera e di donazione, di consacrazione e gioia, che
due gruppi delle Figlie di S. Angela hanno preparato la
loro festa con la sobrietà e la discrezione che le
caratterizza. Due gruppi : il primo quello delle 25 che dopo due anni di
prova, ora fanno la loro consacrazione in seno alla Compagnia internazionale, presenti le responsabili Maria e Kate venute
apposta dall'Italia. Il secondo altre 22 che hanno preparato le lettere di richiesta
per far parte della Compagnia internazionale.
Elementi che parlano di
semplicità e di povertà :
Sono venute in gran parte a piedi da Gitega che dista
13 km da questo centro di spiritualità. A piedi, in
gran parte, torneranno sulle loro colline.
Non hanno un'uniforme, ma vestono con umiltà e
semplicità. Niente invitati della famiglia nemmeno i loro genitori e
fratelli - sorelle. Solo 5 invitati in tutto… di cui due preti due suore e un benefattore invitato dalla loro responsabile.
37
Non sono diplomate. Le più avanti in età hanno fatto la
sesta elemantare altre solo i corsi di alfabettizzazione chiamati "Yaga
Mukama" = “parla Signore”, per imparare
l'essenziale, se riescono, per leggere e scrivere.
Quando firmano all'altare dopo la
professione dei vincoli sacri, la loro mano trema esitante ed incerta. Ma hanno pur letto la formula di due minuti per
la professione senza difficoltà... La corale è formata dal gruppo delle nuove che chiedono
appunto di far parte della compagnia universale....
Motivi di gioia e di onore :
L'Arcivescovo Mons. Simone
Ntamwana che ci tiene a presiedere la festa e la
celebrazione. Sembrava che non potesse e poi invece che alle ore
11 arrivò alle 9,30 con sorpresa e pieno di gioia.
Chierichetti: i due giovani sacerdoti invitati.
I membri della casa di accoglienza erano presenti e commossi per la semplicità del tutto.
II coro delle nuove è stato perfetto e con voci sicure e piene di affetto. S Alle fine della celebrazione tutte le
braccia nel canto finale erano alzate nella danza.. Alla fine di ognuna delle 25 professioni, l'Arcivescovo
applaudiva con la gente presente e diceva : "Urakoze !" = Grazie di cuore.
La professione da sola ha durato 50 minuti, ma la responsabile del Burundi, Nataliya, è sempre rimasta in
38
ginocchio a fianco delle figlie di S. Angela per tenere il
microfono, anche se ha i suoi 70 anni. Professione che l'Arcivescovo ha voluto che fosse individuale e non a
gruppi di sette come si prevedeva... anche se prendeva non poco tempo.
L'abbraccio alla fine della consacrazione a ciascuna di loro da parte della Presidente Maria Rosa è stato pieno di
sincera amicizia., commovente davvero. La lettura del vangelo del giorno era la parabola degli
operai dell'ultima ora... pagati come quelli della prima ora, si prestava bene all'occasione.
Anche le consacrate hanno voluto fare la loro piccola offerta per la casa di accoglienza al momento
dell'offertorio. Dopo la Comunione, Jeannine una delle
professe con un sorriso smagliante e con una bravura esemplare, con la lancia in
mano, con il mantello di un capo collina, esaltò il Signore per le sue meraviglie
attraverso di loro nella storia della Compagnia meritando un applauso
convinto. Infine dopo la Messa e le cerimonie il personale della casa
di accoglienza costituito in grandissima parte da persone pure consacrate, nella grande sala sotto la chiesa aveva
preparato per il pranzo solenne come se si trattasse della congregazione più importante del Paese.
I diversi discorsi con semplicità e verità hanno concluso la
festa prima di salutarci con effusione.
S. Angela Merici, San Guido Maria Conforti, fondatore dei
Saveriani, il defunto fondatore delle figlie di S. Angela in Burundi, Don Pietro Nkudwa, non mancavano alla festa e alla
gioia. Padre Modesto Todeschi, Saveriano
39
La Compagnia è presente anche in Nigeria…
Grazie alla Compagnia di Padova…
Angela già da
qualche anno è
consacrata a vita e
nell’ottobre 2013
altre due sorelle
(Agnes e
Bernadette) sono
state ammesse nella
Compagnia di
Padova che le cura
e le accompagna.
Nella foto è presente pure don Igino, cugino di Angela, che le
segue nel loro cammino in Nigeria.
Treviso 19 ottobre 2013
Le sorelle della
Compagnia con la
loro direttrice Carla,
l'assistente don
Ado, insieme alla
Presidente della
Federazione nel
giorno
dell'inaugurazione
della nuova casa
"Carolina Polacco"
prima sede della
compagnia di Treviso.
40
Dal sud del Brasile… un ricordo
di Julia Maria da Solidade,
già direttrice della Compagnia
Julia Maria da Solidade è stata un
esempio di fede.
Ha messo la sua vita a servizio di
Dio; ha cominciato a 16 anni come
catechista nella sua Parrocchia, era pure ministro straordinario
dell’Eucarestia e ha dedicato poi la sua vita a servizio degli
ammalati e degli anziani, si è pure presa cura della mamma
fino alla morte.
Quando ha conosciuto l’Istituto Secolare di Sant’Angela non
ha avuto nessun dubbio sulla sua vocazione, ha vissuto tutto il
periodo della formazione con un grande desiderio di
consacrarsi interamente a Dio, e così ha fatto. Da allora ha
sempre dedicato la sua vita all’Istituto: partecipava ogni anno
agli Esercizi Spirituali, andava a visitare le consorelle del Nord
e a Novo Hamburgo, al Sud.
Aveva come motto della sua vita le parole del Vangelo: dove
c’è il tuo tesoro là c’è il tuo cuore. Aveva sempre il sorriso e non lasciò mai trasparire i suoi
dolori.
Ha lasciato a noi, come ultimo suo lavoro vocazionale, un
piccolo gruppo di donne che continueranno ora a divulgare il
carisma di sant’Angela Merici.
Ha fatto il suo ultimo viaggio a Brescia e ha visitato il
Santuario di Sant’Angela con grande gioia. Ora abbiamo
questa Figlia di Sant’Angela in cielo e a lei chiediamo che ci
aiuti nei momenti difficili.
Ha avuto una morte serena, come lo è stata la sua vita, è andata
all’incontro di Gesù che ha tanto amato. Julia se ne è andata in
cielo prima di festeggiare i suoi 18 anni di Consacrazione.
Nivalda Neta
41
Una bella testimonianza di fede
Julia ha lasciato una bella
testimonianza di fede, ha consegnato la
sua vita a Gesù e si è molto impegnata
nella comunità parrocchiale.
Fedele seguace di Sant’Angela Merici, ha testimoniato Cristo
con gesti di speranza in questo mondo che cambia e che cerca
di dare un senso alla vita.
Fedele agli insegnamenti di sant’Angela ha vissuto lesi stessa
questo invito: “Mettano lassù le loro speranze, e non sulla
terra. Abbiano Gesù Cristo come unico loro tesoro...”. (Rc 5,42-
43)
Uno dei versetti biblici preferito dalla nostra cara Julia era:
“Dov’ è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore”. (Mt 6,21).
La morte fisica non è la morte della voce, la sua voce continua
a risuonare nel nostro cuore. P. Otacilio al funerale
Ho conosciuto Julia parecchi anni fa, in uno degli incontri con
la Compagnia del Brasile a San Paulo, insieme alla
infaticabile Nicole, ma siamo diventate amiche dopo che Julia
ha cominciato a partecipare ai Convegni Internazionali e alle
Assemblee in Italia: quanto era felice! Conservo ancora
qualche sua lettera che lascia trasparire la sua gioia di
appartenere alla Compagnia e di poter venire in Italia a
pregare sulla tomba di Sant’Angela e ad incontrare le sorelle.
Mi ha colpito molto la sua serenità, nell’affrontare l’ultima
malattia e nell’accettarne le conseguenze: più volte ha
comunicato ad Ursula (l’attuale direttrice della Compagnia)
che offriva i suoi intensi dolori per il nostro Istituto Secolare, e
anche di questo noi la ringraziamo di cuore.
Ora Julia è in pace, col suo/nostro Sposo e Sant’Angela. Da
lassù ci aiuti ad essere fedeli, come lo è stata lei. Maria Rocca
42
Convegno regionale in Sicilia - Laicità consacrata
Le Figlie di S.Angela
Merici delle 9 diocesi della
Sicilia si sono ritrovate
insieme al Seminario
Vescovile di Caltanissetta,
il 27 Ottobre 2013 per il
convegno regionale.
Incontrarsi ci ha riempito
il cuore di gioia e speranza.
Con noi, per questa
occasione, era presente
Kate Dalmasso, vice
presidente della Federazione.
Il tema della sua relazione è
stato: “Laicità consacrata nel
carisma mericiano” .
Ascoltandola sembrava di
sentire la voce della “
Madre”, che continuava a dire alle
sue dilettissime figlie :“ Ricorrete ai
piedi di Gesù Cristo e lì fate
caldissime orazioni ”.
Un altro aspetto sviluppato nella
elazione è stato quello di vivere nel mondo come S. Angela,
testimoniando di essere scintille tra le tenebre nel mondo … di
essere celesti e umane, portando conforto e consiglio tra le
strade del mondo.
La giornata di grazia si è conclusa con la S. Messa celebrata da
Mons. Mario Russotto.
Il pranzo è stato il momento di fraternità tra i membri della
compagnia. Valeria e Liliana
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SIRACUSA 1939-2014
75° anniversario di fondazione della Compagnia
Ci apprestiamo alla data del 75° anno
dall’istituzione della Compagnia nella nostra
Diocesi. Questo comporta di rinnovare con
più fervore gli impegni assunti per
camminare con più slancio, dedizione ed
entusiasmo.
Nel lontano 1939, alla sig. Francesca Greco,
che poi fu eletta Superiora, venne affidato il primo gruppo
nascente formato dalle sorelle: Di Natale Carmela, Di Silvestro
Celestina, Costa Ida e Talio Francesca.
Nella Cappella privata dell’Arcivescovo Ettore Baranzini il 29
ottobre 1939, festa di Cristo Re, le sorelle del piccolo gruppo
vennero ammesse al noviziato.
Nel 1940, Mons. Arcivescovo Baranzini, nominò Assistente
Spirituale della Compagnia il Sacerdote Salvatore Gozzo che
durò nel suo incarico fino al 1997. Nel gennaio 1998 il nuovo
Assistente è il Padre Alfio Scapellato, Parroco di Lentini.
Il 31 ottobre 2013 Mons. Salvatore Pappalardo, nostro amato
Arcivescovo, è venuto nella nostra casa in visita pastorale,
accompagnato dal Diacono Marco Ramondetta e dal Parroco
della nostra Parrocchia S. Lucia al Sepolcro, Fra Mario Marino.
L’Arcivescovo ci ha incoraggiate a proseguire con fedeltà
generosa nella nostra vita di laiche consacrate nel mondo. Ha
aggiunto di chiedere un miracolo a Lucia Mangano, per
crescere come Compagnia.
Restiamo unite nel ricordo e nella preghiera per ottenere dal
Signore di crescere nel suo amore e di proseguire il cammino
nella fedeltà. Elena, direttrice Compagnia di Siracusa
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POSTA IN ARRIVO
29 giugno 2014
25° della nascita della Compagnia
in Indonesia
Le Orsoline Secolari indonesiane
chiedono a tutte le sorelle sparse nel
mondo di unirsi a loro, nel
ringraziamento al Signore e a
Sant’Angela Merici, nella celebrazione
del loro 25° anniversario della fondazione della Compagnia.
Celebreranno questo importante giubileo offrendo durante tutto
l’anno ringraziamenti, preghiere e digiuni, nelle loro rispettive
regioni, chiedendo perseveranza e aumento di vocazioni.
Il 29 giugno 2014 si riuniranno per la festa di tutte le sorelle in
un incontro nazionale a Jakarta.
Dal cielo Elisa Tarolli e le sorelle che già fanno corona nuova
di gloria e di allegrezza, ottengano per tutte nuovo fervore. (dal sito della Compagnia Indonesia)
BURUNDI - Parrocchia di NDAVA Malattia e guarigione inaspettata ?
Quattro anni fa sono venuta a sapere, in ritardo, di avere
un tunore. Avevo cominciato a farmi curare nei dispensari
normali. Speravo di cavarmela, ma in realtà non feci che
aggravare la cosa. Invece di guarire, peggioravo. A questo
punto la responsabile della nostra Compagnia mi mandò
nell’ospedale maggiore di MUTOYI (un 30 km. da Gitega). Lì,
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dopo esami vari, trovarono che c’era un tumore grave che
aveva raggiunto lo stomaco e mi aveva fatto gonfiare tutto
l’addome. Soffrivo molto in tutto il corpo, sentivo bruciori
dappertutto e non riuscivo più a dormire.
Mi operarono, sempre a Mutoyi, ospedale che io chiamo:
“Madre della mia salute”. La malattia aveva rovinato diverse
parti del mio corpo. A destra avevano trovato che la placenta
era marcita, infatti la tolsero. Ho fatto in ospedale ben tre mesi,
dopo di che si pensava che ritrovassi un buon stato di salute,
ma in realtà peggioravo ancora.
Mi sono nuovamente ritornati dolori molto più forti di
prima. Ho avuto una grande paura, ma non mi sono
scoraggiata. Una cosa sola vedevo e sentivo: che ero vicina ad
essere chiamata dal Signore. Ho detto agli amici come mi
sentivo e chiedevo il soccorso della loro preghiera per saper
offrire la mia sofferenza.
Tornata dal medico a Mutoyi, dopo altri esami, il medico mi
disse che avevo un cancro all’intestino. Non c’era che tornare a
casa, nell’attesa della morte, perché non potevano operarmi.
Quel medico era davvero stupendo. Mi disse che stimava molto
le figlie di S. Angela e che per questo non mi aveva nascosto la
cruda verità. Amici miei, quanto ho meditato! Sentivo che non
è davvero facile aspettare la morte. Ma ho provato a farmi
forza. Arrivata a casa la sofferenza aumentò ancora di più,
restai a letto per quasi due anni.
I miei familiari mi sono stati molto vicini, sono stata
ben assistita e accompagnata nell’attesa della morte. Si erano
messi d’accordo per assistermi a turno senza mai
abbandonarmi. Che Iddio li benedica e li custodisca! Hanno
pregato tanto per me, e anch’io, con riconoscenza, ho pregato
tanto per loro.
Una delle responsabili del comitato-guida della
Compagnia, mi aveva portato dell’acqua che veniva da
Lourdes in Francia. Dopo che l’ho usata ho cominciato a
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sentire che il dolore diminuiva, fino al punto che ho potuto
muovermi. Prima non potevo né girarmi, né sedermi e ancora
meno alzarmi. Poi ho potuto fare i primi passi… e via via
progressivamente fino ad ora. Le parti gonfiate si sgonfiarono.
L’ingranaggio che prima consumava le mie ossa… si è
eliminato Il cane che divorava il mio corpo mi abbandonò. Il
caldo e il freddo tornarono
nel mio corpo come una
volta. Vado a spasso e
posso lavorare.
"Chi potevo invocare fra i
santi se non Angela Merici?" e lei mi è
rimasta vicina, grazie! Iddio Padre dell’amore,
Padre delle cose visibili ed invisibili sia lodato.
Lettera di Giuseppina Tuyisabe ( nome che significa: «PreghiamoLo»)
Visita a Reggio Emilia
Sempre bello e “… di
non poco giovamento
vedersi come care
sorelle”, soprattutto con
quelle che non hanno più
la vicinanza di altre della
loro Compagnia.
Gioia grande per Anna di
Reggio Emilia
nell’accogliere Ileana e
Maria Rosa della
Compagnia di Piacenza
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È uscito un nuovo libro sulla serva di Dio Bianca Piccolomini:
LA GIOIA DI SENTIRSI UN SEGRETO DI DIO
Un itinerario di vita spirituale
con Bianca Piccolomini
a cura di Adriana Romaldo
2013 Edizioni Cantagalli Siena
“…Raccolta di Congregazioni
che Madre Bianca Piccolomini
teneva ai membri della sua
Compagnia.
Vere e proprie meditazioni
offerte alle figlie, che
scaturivano dalla sua profonda
conoscenza ed esperienza della
vita spirituale e interiore…
Pagine pervase da una
concreta sapienza ed
esperienza che riconosce che
la vita spirituale e la vita
umana, le virtù teologali e
quelle morali non sono
separate, ma strettamente
congiunte…
Credo che chi utilizza queste pagine di Madre Bianca troverà
occasione di verifica dell’autenticità della sua vita spirituale e
di stimolo per un continuo e reale progresso in essa.
Sono pagine molto belle e concrete di una maestra di vita
spirituale”. Dalla presentazione di Mons. Adriano Tessarollo
Vescovo Assistente del Consiglio della Federazione