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Nell’era di Internet, della comunicazione veloce e globalizzata, la mobilità delle persone all’interno della vasta Europa dei 27 diventa un imperativo per tutti.

Noi studenti, attraverso l’apprendimento delle lingue straniere, abbiamo nelle mani l’opportunità di stabilire contatti e creare legami con studenti di altre nazionalità.

Gli scambi diventano quindi un modo efficace per conoscere culture, condividere esperienze,confrontarsi e crescere dal punto di vista umano e professionale.

Abbiamo voglia di cogliere queste chances e rispondere a queste sfide!

Gli alunni delle classi:

3^A/igea - 3^B/mercurio -

3^D/iter

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MENUMENU Il territorioIl territorio

Le cittàLe città

La popolazione La popolazione

Le tradizioni localiLe tradizioni locali

Gli itinerari Gli itinerari enogastronomicienogastronomici

Le abitudini e stili di vitaLe abitudini e stili di vita

I periodi di scambio interculturaleI periodi di scambio interculturale

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TraniIl nome di Trani da Tirenum oTurenum. Secondo un’antica leggenda Trani fu fondata da Tirreno figlio di Diomede. Trani nel corso dei secoli X-XII si affermò come emporio tra il Levante e gli altri stati d’Italia. Il suo porto divenne uno tra i più importanti dell’Adriatico. Il centro storico è ricco di stupende chiese e di palazzi nobiliari, testimonianze di un illustre passato. Il Castello Svevo di Trani fu fatto costruire da Federico II nel 1233 e compiuto nel 1249, per opera del barese Stefano Romualdo. Il castello fu trasformato nel ‘400 e nel ‘500 e poi deturpato da aggiunte posteriori; fino a pochi anni or sono era un carcere.

Il Castello Svevo

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Trani: la Cattedrale

La cattedrale romanica è senza dubbio una delle più belle chiese del romanico pugliese. Dedicata a San Nicola Pellegrino fu edificata subito dopo la canonizzazione del santo avvenuta nel 1099.

La splendida posizione sul mare e l’utilizzo della pietra locale donano alla costruzione una particolare luminosità. La chiesa superiore, in stile romanico, ad impianto basilicale poggi su due cripte; quella di San Nicola il pellegrino e quella di Santa Maria. Il portale della cattedrale è impreziosito dalla porta bronzea scolpita da Barisano da Trani. Di particolare pregio è l’elegante campanile tra i più belli di Puglia.

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Bari: una città crocevia di genti e cultureDurante l’età Romana Bari diventò un centro importante di smistamento dei traffici grazie alla costruzione di una strada chiamata Traiana che la collegava a Benevento e Taranto.Nel medioevo fu occupata dai goti e poi se la contesero Bizantini, Longobardi e Saraceni. Sotto questi ultimi Bari divenne un centro fiorente di commercio con i porti d’Africa.Influssi arabi pervasero anche il campo culturale e scientifico nonché quello dell’architetture e della scultura.

Lo splendido Corso Vittorio Emanuele separa la città in due parti distinte: la nuova e la vecchia. L’antica città medievale che si affaccia sul mare a mantenuto la sua pianta medievale per secoli e costituisce la veduta artistica più importante della città.La città nuova iniziata nel 1813 con decreto di Gioacchino Murat ha un fascino vivace e moderno con i suoi viali e i suoi edifici eretti grazie alla trasformazione urbana degli ultimi due secoli.

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Bari: la Basilica di S. Nicola

Percorrendo il Lungomare Imperatore Augusto si raggiunge la Basilica di San Nicola che domina la città vecchia. E’ uno degli esempi più rilevanti dello stile Romanico Pugliese.

Iniziata dall’abate benedettino Elia nel 1107 per ospitare i resti mortali di San Nicola fu completata nel 1197.

La basilica ha una magnifica

imponente facciata con tre portali

circondati da due torri tronche.

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Bari: il castello Svevo

Il castello Svevo costruito da Federico II su preesistenti fondamenta Normanne di cui conserva la pianta interna e le due torri. Il castello fu la sontuosa residenza delle duchesse Isabella d’Aragona e Bona Sforza.

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La Cattedrale

Fondata secoli prima dell’arrivo dei Romani, Ruvo custodisce una meravigliosa testimonianza del suo passato: la Cattedrale dell’Assunta, la cui costruzione ebbe inizio nel tardo XII secolo, segue uno stile Romanico pugliese e Gotico svevo. La facciata presenta tre portali: quello centrale ricco di decorazioni vegetomorfe, zoomorfe e antropomorfe.

Nella parte più alta della facciata si aprono una bifora e un grande rosone. Alla sua sommità, in una piccola nicchia, una statua di difficile interpretazione.

L’interno si presenta diviso in tre navate e sul fondo si aprono tre alte absidi, visibili all’esterno.

In alto il finto matroneo, mai completato. Anche all’interno uno splendido repertorio scultoreo caratterizza le mensole del cornicione e divide la parte inferiore dal matroneo; si tratta, ancora una volta, di una grande singolarità; infatti la Cattedrale di Ruvo si presenta al visitatore come una delle più belle perle di Puglia.

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Il museo Jatta

Il museo Jatta, situato a Ruvo di Puglia, fu costruito fuori città: un vero e proprio palazzo, progettato dall'architetto di Bitonto Luigi Castellucci, con lo scopo di accogliere le due parti della collezione fino ad allora divise tra l'antica casa della famiglia qui a Ruvo, e la residenza napoletana di Giovanni Jatta.

Il palazzo è stato ideato come una vera e propria casa-museo:quì i vasi sono sistemati secondo un criterio di "bellezza" seguendo il gusto dell'epoca.

Il museo si divide in quattro stanze.

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La storia di Terlizzi ha radici remote, risalenti al periodo dell’espansione longobarda in Puglia, all’inizio del secolo VIII. La testimonianza documentaria è data da un atto notarile, stipulato tra il 778 e 797 con cui un gastaldo di nome Wacco dona alla abbazia di Montecassino alcuni possedimenti fondiari tra cui un casale in TRELICIO. La successiva conquista normanna costituisce un momento di svolta importante, poiché Terlizzi diventa terra feudale. Nel 1073 il conte Amico ne fa una fortezza così che tale feudo da locus passa a castellum o castrum e infine a civitas ( 1133 ). Le vicende successive sono poi legate all’avvicendarsi delle varie dinastie ( Sveva, Angioina, Aragonese, Spagnola, Borbone) sino al 1779 che segna l’anno del definitivo riscatto da ogni dipendenza feudale.

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Le origini di Ruvo sono antichissime. Ruvo fu capitale della Peucezia avendo i re peuceti stabilita in essa la loro sede.Con la colonizzazione dei Greci, iniziata verso la metà dell’VIII sec. aC. iniziò per Ruvo un periodo florido che la porterà ad essere una delle più importanti città della Magna Grecia.La città raggiunse il suo massimo splendore tra il IV e il III sec. aC. come è documentato dagli oltre 1.700 vasi raccolti nel locale museo Jatta.L’impero romano trasformò Ruvo in Municipium, come attesta una lapide che sicuramente appartenne ad un monumento a Gordiano III.Il nome di “ Rubi ”, “ Ruborum ” è presente in menzioni di carattere letterario ( Orazio, Frontino, Plinio).La bellissima cattedrale Romanico-Pugliese testimonia il rifiorire di una vita spirituale artistica in epoca medioevale.Alla stessa epoca risale il Castello da cui il 13 febbraio 1503 partirono 13 francesi che si scontrarono con altrettanti cavalieri italiani nella celebre “ disfida di Barletta ”.Dal 1509 al 1906 il feudo fu tenuto dai Carafa per seguire successivamente la sorte di tutti i comuni dell’Italia meridionale.

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I bambini terlizzesi non aspettano la notte di Natale o la sera della Befana per avere i regalini come premio per il buon comportamento e qualche volta anche i carboni per ricordare le marachelle. La sera della vigilia di San Nicola, il 5 dicembre di ogni anno, i bambini terlizzesi mettono ai piedi del caminetto o del fracassè una loro scarpetta ben lustrata con all'interno la letterina di richiesta nella quale hanno elencato i regalini che desiderano ricevere.

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Quella sera i bambini vanno a letto presto, perché sperano di cogliere il minimo rumore nella speranza di veder scendere dalla "ciumener" (camino) San Nicola affannato con il suo sacco pieno di doni.Il giorno di San Nicola, c'è grande festa nelle case di Terlizzi dove i bambini ricevono ogni sorta di dono.Tempo addietro, San Nicola riservava ai bambini regali molto più semplici: tamburini, bambole di pezza, i "tittazzinni", passeggini di legno per le femminucce, fichi secchi imbottiti con le mandorle, ed anche allora era festa per quei bambini. Così di generazione in generazione, sin dalla notte dei tempi, Terlizzi coltiva la tradizione dei regali di San Nicola.

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La coltivazione dell’olivo e l’olio che si estrae dai suoi frutti possono considerarsi tra i motivi unificanti della cultura del territorio. La vita è scandita dalla presenza dell’olio, sia quotidianamente nel cibo, sia per il suo valore rituale ed emblematico.La pianta di origine dell’ulivo è l’Oleastro; al Neolitico risalgono le scoperte in terra di Puglia che attestano come le olive costituivano, già da allora, alimento di importanza fondamentale per gli uomini della Puglia.L’olio extravergine di olive pugliesi presenta diverse caratteristiche.La qualità più delicata di olio extravergine, di colore giallo oro, è l’ideale per le preparazioni servite crude.Il tipo medio, di colore giallo intenso,. Si adatta perle preparazioni cotte a vapore al sale.Il tipo più intenso, di colore giallo verdognolo, si adatta per grigliate ed arrosti.L’olio extravergine di oliva, inoltre, è l’ideale per le fritture poiché non modifica la sua struttura chimica fisica a temperature alte, quindi non è dannoso per la salute.

La cultura dell’olioLa cultura dell’olio

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La cucina puglieseLa cucina puglieseL’olio, l’olive e le verdure, cioè i prodotti più tipici dell’agricoltura, caratterizzano la cucina pugliese che risulta particolarmente gustosa.L’alimento preferito dai Pugliesi è la pasta.Al di là della produzione industrializzata resiste ancora la tradizione della pasta fatta in casa.Soprattutto nei paesi le donne ancora oggi preparano orecchiette, lasagne, “strascenate”, “mignucchie”, “chiancarelle”, “troncoli” e “pociacche”.La tradizione popolare è legata al pane e alle sue varietà come la “frisedda”

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Le “specialità”Le “specialità”I PanzerottiI PanzerottiIngredienti

150 gr. Farina50 gr. Sugna o burro150 gr. Ricotta 150 gr. Mozzarella 100 gr. Salame30 gr. Formaggio Parmigiano2 uovaPepe, sale, olio di semi

Preparazione

Con farina, burro o sugna e con un po' di acqua tiepida si ottiene una pasta morbida ed elastica, lavorandola per circa 10-15 minuti. Mentre la pasta riposerà in frigorifero o comunque in un luogo fresco, stemperate la ricotta e mescolatela con le uova, con il salame ed il fiordilatte tagliati a dadini, con il formaggio grattugiato e un po' di pepe. Stendete quindi la pasta in una sfoglia piuttosto sottile e, mettendovi il ripieno con un cucchiaino a circa tre cm. dal bordo, formate dei mucchietti distanti l'uno dall'altro circa tre-quattro cm. Ripiegate il bordo che avevate lasciato libero in modo che copra i mucchietti e tagliate i panzerotti con un bicchiere in forma di una mezzaluna. Passate quindi a preparare una seconda fila di panzerotti fino all'esaurimento della pasta e del composto. Friggeteli nell'olio bollente a fuoco brillante e rigirateli dolcemente. Poiché i panzerotti faranno parte del fritto sarà bene tenerli in caldo in un forno appena intiepidito.

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Le “specialità”Le “specialità”I BocconottiI BocconottiINGREDIENTI1 kg di mandorle800 gr di zucchero7 uova1 bicchierino di liquore (limoncello)1 cucchiaio di polvere di cannella600 gr di crosta di pasta Cesti di alluminio

PREPARAZIONEBollire le mandorle in un pentola per 20 minuti. Sbucciarle e pulirle con uno strofinaccio. Tritarle fino ad ottenere una pasta omogenea.Aggiungere lo zucchero e un bicchiere di acqua in pentola e lasciarlo cucinare a fuoco lento. Portare via l’impasto dal fuoco e farlo raffreddare. Aggiungere le mandorle il tuorlo e gli altri ingredienti. Frustare le uova fino ad irrigidire l’impasto. Mescolare bene. Adesso la pasta di mandorle è pronta. Stendere la pasta e fare dei dischi di 10 cm di diametro. Inumidire con l’olio il cesto e mettere i dichi dentro. Mettere le mandorle sopra e mettere i cesti nel tegame.Cucinare nel forno (200° C) per un’ora e mezza.Farli raffreddare e togliere i bocconotti dai cesti. Dopo poche ore bagnare la pasta con il liquore e dopo con lo zucchero

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Le “specialità”Le “specialità”Le Cartellate INGREDIENTI:

farina, zucchero,margarina vegetale,uova,olio d’oliva vin-cotto.

Le cartellate cono un dolce natalizio tipico di Ruvo e Terlizzi.

Sesemidde INGREDIENTI:

Farina

Vin cotto

Nocciuoli

Uova

Zucchero

Olio, limone, arancio

Cannella, garofano

Cacao e cioccolata sminuzzata

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Le “specialità”: la pasta Le “specialità”: la pasta fatta in casafatta in casa

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Orecchiette, Strascinati, Cavatelli e Orecchiette, Strascinati, Cavatelli e CapuntiCapuntiTipi di pasta fatta in casa con farina, semola di grano duro e acqua. Le

massaie sono abilissime nel modellare i dischetti di pasta cava dette orecchiette. Quando la pasta viene “strascinata” sulla spianatoia si ottengono dei dischetti allungati e piatti chiamati appunto strascinati. Le orecchiette e gli strascinati si cuociono con erbe di campagna o verdure d’orto, oppure si condiscono con ragù di carne di cavallo e ricotta dura salata.

I cavatelli sono una sorta di corti gnocchi incavati di semola di grano duro da abbinare a legumi cotti in pignatta. I capunti, più lunghi e sottili dei cavatelli, sono ideali con il ragù o con sughi ai frutti di mare.

Cavatelli

Capunti

Strascinati

Orecchiette

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Strascinati con le cime di rapeStrascinati con le cime di rapeINGREDIENTI:400 gr. di semola rimacinata di grano duro1 dl di acqua tiepida600 gr. di cime di rapa4 acciughe100 gr. di olio extra vergine di olivapeperoncino rosso, aglio, sale.

PREPARAZIONE: Versate su un tagliere di legno la semola con un pizzico di sale, fate una conca e unite l'acqua tiepida; lavorate il tutto per una decina di minuti finché non si otterrà un impasto sodo e liscio, dopo di che copritelo con un panno umido. Staccate un pezzetto di pasta e arrotolatelo sul tagliere infarinato fino a ottenere un cilindretto dello spessore di una matita; tagliatelo a pezzetti lunghi un centimetro e con la punta arrotondata di un coltello trascinate ogni pezzetto sul tagliere in modo che la pasta, curvandosi, diventi simile a una conchiglietta. Sistemate le orecchiette su di un telo e lasciatele riposare per una notte. Mondate accuratamente le cime di rape e lavatele in acqua fredda. Mettete a bollire abbondante acqua in una casseruola e tuffateci le orecchiette e le cime. Nel frattempo mettete a scaldare in una padella l’olio con due grossi spicchi d’aglio, il peperoncino e le acciughe lavate, diliscate e tagliate a pezzettini. Quando gli spicchi d'aglio risulteranno ben dorati toglieteli dalla padella e allontanate questa dal fuoco. Scolate le orecchiette e le cime di rape cotte al dente e versatele in una coppa da portata dove aggiungerete l'intingolo bollente. Rimestate il tutto e servite subito.

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La cucina La cucina

marocchimarocchi

nana

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IL FEKKAS

IL FEKKAS CON CIOCCOLATO

CHABKIA

GHRUIBA CON CIOCCOLATO

BASTAILA

I DOLCI

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TAJINE CON LA CARNE E PATATE

TAJINE CON IL POLLO E PATATE

IL CUS CUS NEL TAJINE

I PIATTI

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La cucina albanese è molto semplice ed è costituita da elementi naturali e genuini che la terra produce come olio, farina e vino.Come in tutti i paesi, anche in Albania, ogni festività ha variegati menù.Nel periodo natalizio, già dal giorno di Santa Lucia, si respira aria di festa e hanno inizio i grandi preparativi gastronomici. In segno di buon augurio si fanno assaggiare a gli amici più cari i krustulit, xhurxhullet, qinullilet. Sempre nel periodo natalizio, ai parenti si mandano “le fritture natalizie” insieme ad una bottiglia di vino novello. La cena della vigilia di natale presenta un banchetto imbandito con tredici pietanze a base di pesce, visto che è vietato mangiare carne. Il tipico piatto è il “baccalà” che può essere accompagnato da acciughe con la mollica.  La Pasqua è caratterizzata invece da delle vere e proprie leccornie. Il dolce più buono è il “çiçiçiçi”, “tarallettarallet” (gustosi taralli) il “kulaçikulaçi” (un largo pane con un largo buco al centro) e la “riganata”.

Il “çiçiçiçi”, formato da un bastone di pasta piegato in due ed intrecciato alle due estremità per dare l'espressione di un grappolo di uva.

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XHURXHULLET: torrone di sesamo

INGREDIENTI: 500 gr di sesamo, 500 gr di zucchero, ¼ di mele, 300 gr di mandorle pelate.

PREPARAZIONE: Lavate i semi di sesamo, sgocciolateli e lasciateli asciugare su una spianatoia. Quando saranno asciutti, versateli in una padella e fateli rosolare leggermente aggiungendo lo zucchero, il miele e le mandorle; girate continuamente con un mestolo di legno, fino a quando il tutto avrà acquisito un colore caramellato. Versate, quindi, il composto sulla spianatoia bagnata con acqua o succo d'arancia; inumidite le mani con acqua e comprimete il composto ottenendo uno spessore di un centimetro e mezzo circa. Lasciate intiepidire, tagliate a strisce larghe circa tre centimetri e da ogni striscia ricavate dei rombi. Disponete la "xhurxulleaxhurxullea" su un vassoio e decorate con foglie di arancio.

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La PopolazioneLa PopolazioneDa una ricerca presso gli uffici anagrafe dei Comuni di Ruvo e Terlizzi emergono i seguenti dati sulla popolazione calcolati al 31 dicembre 2006

M+F

Numero totale residenti

25922

Immigrati 317 (182 M, 135 F)

Provenienza Albania 145

Marocco 104

Altre provenienze 68

M+F

Numero totale residenti

27436

Immigrati 430 (246 M, 184 F)

Provenienza Albania 285

Marocco 72

Altre provenienze 73

Comune di Ruvo Comune di Terlizzi

Gli immigrati sono diventati una componente importante nella nostra società. La scuola ospita figli di immigrati e, a tutti i livelli, avvia percorsi di integrazione e di promozione della pluralità delle culture. La società civile si attiva per integrare i nuclei familiari extracomunitari e per facilitarne l’inserimento attraverso leggi appropriate. Società e scuola quindi rivalutano la diversità come elemento di arricchimento per la società intera.

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CAUSE DI IMMIGRAZIONE FASI IMMIGRAZIONE

Italia:da paese di emigrazione a paese di immigrazioneimmigrazione

1. CARESTIE2. DISCRIMINAZIONE RAZZIALE3. SCONVOLGIMENTI POLITICO-ECONOMICI4. INTOLLERANZE RELIGIOSE5. PER MOTIVI DI LAVORO

1a FASE ( 1950-1967 )

2a FASE ( 1967-1980 )

3a FASE ( 1980-2007 )

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FASI IMMIGRAZIONE •1 FASE(1950-1967) Domanda di lavoro dei paesi industrializzati dell’Europa centro-settentrionale

•2 FASE(1967-1980)Trasformazione da paese di emigrazione(Europa Meridionale) a paese di immigrazione(paesi extracomunitari)

•3 FASE(1980-2007)Crisi globale dei paesi sottosviluppati e ripresa delle economie capitaliste

Aumento di migrazioni influenzato da 3 fattori:

•Fattori di espulsione dai paesi di provenienza (demografico)

•Fattori di attrazione del paese di accoglienza(economico)

•Fattori di scelta politiche(politico)

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Per motivi di lavoro

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I nuovi viaggiatori del Mediterraneo: un problema o una risorsa?

OGGI

Il rapporto con gli extracomunitari è certo difficile. La maggior parte dei cittadini risulta essere indifferente, altri sono addirittura contrari; più di un terzo degli intervistati però li considera senz’altro una risorsa.

I giovani dimostrano una I giovani dimostrano una mentalità aperta ed mentalità aperta ed accogliente.accogliente.

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“Nessun uomo deve sentirsi straniero in

qualunque luogo e in qualunque nazione”

(Papa Benedetto XVI )

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LA CITTA’ LUOGO DI NUOVA CITTADINANZA

Proposte emerse nell’ambito della conferenza tenuta a Ruvo di Puglia in data 16-12-06:

• Gestione del problema da parte delle associazioni locali

•Azioni progettuali che adottino strategie culturali ed economiche efficaci

•Sostegno alla produttività locale da parte degli immigrati

Costruiamo la premessa per una nuova cittadinanza: gli immigrati nel consiglio comunale

Una importante iniziativa a Ruvo per dar voce agli immigrati.

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LA PUGLIA, TERRA DI PASSAGGIO

Terra tra due mari, balcone sul Mediterranneo. La Puglia è

attraversata da mille rotte che ricordano memorabili

peregrinazioni mitiche: quelle dei Pelasgi, i mitici approdi

dei greci, le navigazioni letterarie dell’Eneide e

dell’Odissea, ma anche le migrazioni storiche dei Japigi,

Dauni, Peucezi e Messapi.

La Puglia è anche terra di accoglienza, proprio in memoria

di tante migrazioni passate.

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Tra la Murgia e il mareLa terra di Bari con la sua provincia: Andria, Corato, Trani, Ruvo, Terlizzi, è una terra affascinante che offre al turista impagabili bellezze naturali. Il fascino di questa terra deriva anche dalla sua storia, dalle sue musiche e dalla leggenda. E’ la terra dell’Adriatico, delle sue coste, della maestosità del Castel del Monte, del paesaggio selvaggio, delle colline e dei rilievi murgiani. E’ la terra dei muretti a secco e delle masserie, delle cattedrali, dei dolmen, delle grotte, dei castelli, dei santi patroni, degli antichi vigneti, degli ulivi.

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La MurgiaLa Murgia dal latino murex, sasso sporgente è una vasta area carsica di 90000 ettari il territorio ha una grande importanza naturalistica è rappresenta l’ultimo esempio di pseudo-steppa mediterranea presente nell’italia peninsulare è uno dei più importanti paesaggi di tutto il mediterraneo.

Lo spazio è caratterizzato da colline, pascoli, grave, doline, grotte, e un grande silenzio che domina tutto il paesaggio. L’area appare un solitario deserto di pietra. Tuttavia tra le pietre si scorge un oasi vitale per le numerosissime specie animali e vegetali.

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Le città sulla costa

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PolignanoMolfetta

Otranto

Barletta

Trani

BisceglieBari

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Un capitolo affascinante della storia pugliese è rappresentato dalle tradizioni popolari, così varie e complesse pur sempre pregnanti di contenuti simbolici e culturali. Tra queste un posto preminente spetta alle feste patronali dei nostri paesi in quanto esse sono le manifestazioni più emblematiche del folklore, le cui connotazioni religiose sono dettate dal culto devozionale verso i santi patroni e, soprattutto, dalla pietas mariana verso le proprie antiche icone, spesso di origine bizantina, venerate sotto tanti titoli e circondate, talvolta, da un alone di prodigio e di mistero. La principale dimensione del folklore è la spettacolarità.Tutto si svolge e si realizza secondo uno schema tradizionale con l'accentuazione degli elementi meravigliosi, peraltro sempre presenti nell'agiografia dei racconti popolari.

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Nel culto mariano verso la Madonna di Sovereto a Terlizzi si avvertono anche aspetti legati alla materialità, che ne hanno assicurato il profondo radicamento, tra cui soprattutto la sinergia della spettacolarità del maestoso carro trionfale alto 22 metri e dell'esaltante coinvolgimento della massa dei fedeli nel solenne rito processionale della festa patronale nella prima domenica d'agosto.

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La processione dell'immagine della Madonna di Sovereto per le vie principali della nostra cittá, trasportata sul Carro Trionfale, orgoglio dei terlizzesi, deriva dalla legenda che si narra relativa al ritrovamento della stessa immagine della Vergine.Si racconta che intorno all' XI - XII sec. un pastorello bitontino pascolava il suo gregge nel "bosco del suvro", presso la contrada del Sovero. Il pastorello si accorse che una sua pecorella aveva una zampa impigliata in una buca.

Dopo aver liberato la zampa della pecorella, si rese conto che in fondo alla buca s'intravedeva una lucina che illuminava una piccola grotta. In fondo ad essa, si trovava una tavola di legno con una immagine dipinta della Madonna con Bambino. Sul luogo del ritrovamento accorse una moltitudine di gente, sia bitontina che terlizzese che intendeva appropriarsi dell'icona per venerarla. Per risolvere la contesa, si decise di posizionare l'immagine su di un carro trainato da due buoi. L'icona sarebbe stata della città verso cui si fossero diretti i buoi.

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Il caso volle che predominò il bue proveniente da Terlizzi e, così, i terlizzesi

festosi attribuirono tale evento al volere divino.

Da allora i terlizzesi portano in processione su di un carro, per le vie della cittá, l’immagine della Vergine di Sovereto. Con il passar degli anni, essi lo hanno voluto rendere il carro sempre più grandioso fino a raggiungere le dimensioni che attualmente ammiriamo.

In ricordo di quegli eventi i terlizzesi festeggiano in due momenti distinti la Madonna di Sovereto:- Il 23 Aprile di ogni anno essi riportano in pellegrinaggio l’effige sul luogo del ritrovamento, a Sovereto, dove fu eretta una chiesa;- Nella prima domenica di Agosto durante la quale la protettrice della cittá viene posta sul Carro Trionfale, ricostruito per l'occorrenza e portata in processione tra un tripudio di gente in festa, per le vie principali della città.

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Alcune tradizioni locali a Ruvo di Puglia

Il mercoledì delle Ceneri viene appesa sulle strade una pupattola vestita in nero con un’arancia su cui sono infisse sette penne. Porta tra le mani un fuso e una conocchia.Le penne rappresentano le sette settimane della Quaresima e il fuso e la conocchia il lavoro casalingo delle donne che non devono dare scandalo nel periodo di penitenza.

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La mattina di Pasqua, al passaggio

del Risorto, le Quarantane vengono

bruciate. È finita l’astinenza e la

penitenza. Cristo ha vinto la morte, la

natura si sveglia, la vita risorge.

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Le processioni di PasquaMolto curate sono le processioni della Settimana Santa che il popolo segue religiosamente. Sfilano per le strade del paese, anche di notte, i simulacri quaresimali a partire dalla Vergine Desolata.Tra le statue più venerate vi è quella di Cristo al Calvario.Viene seguita da fedeli e dai bimbi che mettono abiti rossi e portano la croce sulla spalla.

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La notte del giovedì santo passa per il centro storico il gruppo statuario della deposizione di Gesù, portato nel sepolcro.

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L’Ottavario La festività dell’ “Ottavario”è tipicamente ruvese. Si tratta della

ripetizione solenne della processione del Corpus Domini. L’origine della festa sembra risalire al 17esimo secolo. L’istituzione della festa sarebbe stata voluta dal Conte Carafa per porre rimedio all’interruzione della processione del Corpus Domini per l’impennata della sua cavalcatura.

La raffigurazione dell’istituzione di tale festività è nei due dipinti di Mario Praier della prima metà del 900’, che si ritrovano nelle lunette della cappella del SS Sacramento della chiesa di San Giacomo.

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Processione del

Corpus Domini

La festa popolare

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Il presepe

I francescani del convento di San Michele Arcangelo, dai tempi di San Francesco, che la tradizione vuole sia passato da Ruvo, costruiscono in tutto l’ambito della chiesa, un immenso presepe con statuine e scene di vita caratteristica. Quella tradizione è divenuta popolare e ogni famiglia a natale costruisce il suo piccolo presepe.

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La famiglia italianaLa famiglia italianaI giovani in Italia, quando terminano la scuola superiore hanno grosse difficoltà nel trovare lavoro e quindi vanno all’Università oppure si trasferiscono al Nord dove, talvolta ci sono più opportunità di lavoro.

Di conseguenza l’età per sposarsi si sposta sui 35/40 anni e nell’ambito del matrimonio si tende a mettere a mondo pochi figli.

La presenza di molti stranieri in Italia ha determinato un numero elevato di matrimoni civili e non cattolici.

Attualmente è in discussione un progetto di legge che mira a regolamentare e tutelare i diritti e i doveri delle coppie conviventi non legate da forme di matrimonio tradizionale. Tale progetto prende il nome di DICO.

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Giovani e tempo liberoGiovani e tempo liberoNelle nostre città i giovani trascorrono la serata insieme ai loro amici. Tutte le sere dopo lo studio passeggiano lungo il corso, si incontrano “in villa” oppure in piccoli locali che essi stessi affittano in gruppo. Il tempo è dedicato alle chiacchiere, ai commenti sulla giornata trascorsa, all’ascolto di musica, alla playstation. La serata termina tardi. Il rientro a casa avviene intorno alle undici.

Il sabato sera si va talvolta in discoteca. I giovani delle nostra città frequentano poco il teatro, il cinema: i biglietti sono costosi e l’interesse è scarso.

Molti giovani si dedicano ad attività sportive pomeridiane. Molto frequentati sono i campi di calcio, lo sport nazionale per eccellenza. Tra gli altri sport praticati il basket, il nuoto e il tennis.

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Durante le festività....Durante le festività....Le feste importanti di Natale e Pasqua sono un rito da celebrare in famiglia. La famiglia si riunisce in forma allargata e si raccoglie attorno al presepe, all’albero di natale e soprattutto attorno ad una tavola imbandita e piena di prelibatezze.

I giochi da tavolo sono il passatempo preferito del periodo natalizio: tombola e giochi di carte. Familiari e amici trascorrono momenti indimenticabili attorno al tavolo da gioco.

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Altre occasioni di festaAltre occasioni di festaLa famiglia si ritrova anche per festeggiare altre ricorrenze.

Si organizzano ricche feste con pranzi abbondanti offerti ad un gran numero di invitati in occasione di battesimi, Prime Comunioni, cresime, 18° compleanno e soprattutto matrimoni e anniversari di matrimoni.

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Una terra sempre tormentata, che ha saputo difendere con fierezza, con

ostinazione, con un’intransigenza talvolta

sorprendente la propria identità e la propria diversità.

Un paese rimasto tagliato fuori dal mondo per quasi cinquant’anni, che cerca oggi di trovare una soluzione ai mille problemi che lo travagliano, ricorrendo anche all’aiuto di noi italiani.

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I costumi albanesi sono particolarmente sontuosi. Quelli femminili sono ricchi di ornamenti. Le gonne sono lunghe e larghe.

Sava, una nostra compagna albanese, ci ha stimolati a scoprire i costumi popolari dell’Albania,

a non barricarci nel “nostro” mondo evitando ogni contatto con lo “straniero”,

ad avere un’apertura mentale di accoglienza.

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Canti e strumenti tipici caratterizzano la musica albanese; i canti più antichi parlano di eroi e d’amore; i canti storici invece esaltano eroi mitologici.In occasione delle feste di nozze si balla il “LoguLogu” che riprende il corteggiamento e comprende la “Kërcimi me SpataKërcimi me Spata” (danza delle spade).

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Come tutte le donne del Mediterraneo, anche le donne albanesi portano sulle spalle il peso della vita; infatti hanno lavorato la terra, cresciuto i figli,  rafforzato il processo di civilizzazione.

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Abdessamad Taouil

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I suk sono i tipici mercati arabi. Un personaggio tipico del mercato è el halkael halka, il racconta storie, intorno a lui si raduna molta gente che poi gli lascia del denaro.

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La festa di Aid El Kebir è la festa dell’ agnello e ricorda il sacrificio di Abramo che è raccontato anche dalla Bibbia. Il giorno di Aid El Kebir ogni famiglia uccide un agnello secondo un rito particolare e poi lo cucina e lo mangia.

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Il Corano è il libro sacro dei Musulmani. Comprende 114 capitoli in poesia rimata chiamati “sura”; ciascuna sura è divisa in versetti (ayat).La religione Islamica si fonda sulla relazione universale tra Dio e l’uomo può integrarsi nella società con la stretta osservanza della legge religiosa e sociale.

Il Corano

Pilastri fondamentali dell’Islam:

la testimonianza che non c’è divinità, tranne Allàh e che Muhammad è l’Apostolo di Allàh (SHAHADA)

il pagamento delle imposte (CORANICA) ( ZAHAK) l’esecuzione dell’adorazione (SALAH)il digiuno del mese di Ramadàn (SAWN) il pellegrinaggio alla Kaaba-Mecca (casa di Allàh)

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Soggiorno a Ruvo dal 4 al 15 marzo 2007

L’arrivoL’accoglienzaNei laboratori Sulla MurgiaVisita a BariVisita a Castel del MonteAndria: azienda Mucci

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L’arrivo: 4 marzo 2007

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L’accoglienza

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L’accoglienza

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Nei laboratori

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Grotte “Lama del Vagno”

Degustazione di prodotti tipici

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Visita a Bari

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Visita a Castel del Monte

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Visita al Museo del confetto

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Soggiorno in Slovacchia dal 16 al 29 aprile 2007

ŽilinaVisita della scuolaCastello di BojniceVisita a BratislavaCastello di StrečnoCastello di KežmarokMonti High TatrasVisita a Rajecká Lesná

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Castello di Budatin

Žilina, città del nordovest della Slovacchia sul fiume Vah

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Visita della scuola

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Il Castello di Bojnice

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Visita a Bratislava

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Visita a Bratislava

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Visita a Bratislava

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Il Castello di Strečno

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Il Castello di Kežmarok

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Monti High Tatras

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Visita a Rajecká Lesná

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Visita a Rajecká Lesná