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L’insegnamento del cinese nel contesto globale: dalla
manualistica, alle risorse multimediali e all’utilizzo dei corpora,
nella prospettiva di una didattica learner-centered
Sabrina Ardizzoni, Università di Bologna
Citation: Ardizzoni, Sabrina (2012), “L’insegnamento del cinese nel contesto globale: dalla manualistica, alle risorse multimediali e all’utilizzo dei corpora, nella prospettiva di una didattica learner-centered”, mediAzioni 12, http://mediazioni.sitlec.unibo.it, ISSN 1974-4382.
1. Studio del cinese: istituzioni, manualistica
Gli studenti della lingua cinese nel mondo sono considerevolmente aumentati
negli ultimi anni e anche in Italia lo studio di questa lingua ha visto un trend di
ascesa, soprattutto a partire dalla metà degli anni 2000 1 . L’interesse degli
studenti italiani verso la Cina è dovuto certamente anche all’aumento del
volume degli scambi commerciali tra i due paesi, che ha portato con sé un
fiorire di istituzioni italiane e cinesi che hanno fornito un nutrito sostegno, anche
economico, alla diffusione degli insegnamenti di lingua2. L’Italia non è sola in
quest’ascesa, se si considera che in tutte le università del mondo sono stati
avviati dei corsi di lingua cinese; gli studi sulla didattica della lingua, in Cina e
1 Secondo i dati del Ministero dell’Educazione cinese, a febbraio 2012 erano ben 292.611 gli
studenti stranieri in Cina per studio. Nel 2011, dichiarano le statistiche de La tecnica della
scuola – Il quotidiano della scuola online del 25/04/2012, sono stati circa 3000 gli studenti
italiani a recarsi in Cina per motivi di studio. (www.latecnicadellascuola.it).
Secondo le stime fornite dall’Hanban, l’ufficio governativo preposto alla diffusione della lingua
cinese nel mondo, dal 2005 a oggi il numero degli studenti di cinese è aumentato nel mondo del
40% ogni anno. Attualmente gli studenti italiani di lingua cinese sono oltre diecimila.
2 Quest’affermazione vale, infatti, nelle due direzioni: l’insegnamento del cinese in Italia, e
dell’italiano in Cina.
2
all’estero, stanno vivendo cambiamenti importanti che si riflettono anche nella
disponibilità di risorse didattiche.
I materiali prodotti dalla Repubblica Popolare Cinese si stanno diversificando in
termini di approcci e metodologie, e gli ambiti della ricerca si allargano verso
una didattica learner-centered3. Tuttavia, è solo con l’espansione dell’utilizzo di
internet e la nascita dei numerosi siti di Chinese Language Learning che si è
cominciato a pensare a una didattica della lingua cinese “fuori dall’aula”, mentre
i percorsi in aula prevedono sempre una stretta adesione a un curriculum
sviluppato da esperti, a cui sia l’insegnante sia gli apprendenti aderiscono con
fiducia.
Ma lo sviluppo delle tecnologie e la famigliarità degli apprendenti con l’utilizzo di
Internet e dei diversi materiali elettronici fornisce nuove e inattese possibilità di
co-costruire percorsi di volta in volta negoziati dagli apprendenti insieme
all’insegnante. L’utilizzo della rete permette agli insegnanti e agli studenti di
ridefinire i programmi in termini di:
- contenuti;
- attività didattiche e materiali;
- strumenti;
-modalità di valutazione4.
In questo contributo cercheremo di delineare i cambiamenti principali negli
strumenti per la didattica della lingua cinese a stranieri in termini di manuali e di
percorsi multimediali, e di mettere in luce come, attraverso l’analisi dei materiali
didattici, sia possibile individuare un cambio di direzione nella cornice teorica
della glottodidattica in Cina. Infine, proporremo delle attività didattiche che
tengano in considerazione le mutate esigenze degli apprendenti di lingua
3 Il concetto di centralità dell’apprendente nella glottodidattica di cinese L2 è stato introdotto in
Cina da Liu Xun (1997: 69-78). Lo stesso, autore di numerosi manuali di grande diffusione,
come Shiyong Hanyu keben 实用汉语课本 [Practical Chinese Reader], sosteneva anche
l’importanza di un sillabo integrato: strutturale, funzionale e culturale. Tuttavia, la didattica
learner-centered, così come viene intesa in questo articolo, non è che un apporto molto recente
al dibattito cinese.
3
cinese nel contesto globale, e valorizzino le risorse e le competenze che essi, in
quanto giovani utenti del mondo dell’elettronica, possono portare come
contributo positivo all’ambiente di apprendimento.
1.1. Imparare che cosa? L’autenticità della lingua target
Per materiali autentici intendiamo l’insieme dei testi, scritti e orali, prodotti nella
lingua target, in questo caso il cinese, non a scopo prettamente didattico.
Consideriamo materiale autentico le insegne dei negozi e dei ristoranti, i cartelli
di divieto, i biglietti e le tabelle degli orari dei mezzi pubblici, i menù, fino ad
arrivare a testi più complessi, come le istruzioni per la manutenzione di un
apparecchio elettronico o le norme di sicurezza, le norme igieniche da seguire
per evitare il contagio di malattie, le indicazioni per raggiungere una località
turistica, la spiegazione di una ricetta, i post di un blog, ma anche una canzone,
un film, una puntata di una serie televisiva. A un livello superiore, parliamo di
articoli di giornale, di testi letterari, eccetera. Anche se la lingua dei materiali
autentici non è controllata, la difficoltà testuale non è la stessa nelle diverse
tipologie testuali, e nell’ottica di offrire una didattica stimolante, l’insegnante
potrà proporre testi autentici a vario livello, oppure lavorare ricevendo l’input
dagli studenti stessi, che possono indicare le loro priorità.
Se i manuali d’insegnamento della lingua cinese, almeno fino alla metà del
Duemila, proponevano un approccio funzionale-normativo e presentavano una
lingua standardizzata molto controllata, con scarsa – se non assente – proposta
di materiali autentici, negli ultimi anni sono comparsi alcuni manuali che
includono numerose immagini e fotografie di testi di uso quotidiano in contesto
autentico (ad esempio, Jiang Liping 2006). Il tema dell’utilizzo di materiali
autentici tra gli esperti di glottodidattica cinese è diventato oggetto di riflessione
e di studio, e le riviste delle maggiori associazioni di studi di didattica del cinese
4 Sulla pedagogia linguistica learner-centered, si veda, tra i primi, Nunan 1988.
4
LS (Lingua Straniera) hanno pubblicato numerosi interventi a favore o contro
l’utilizzo di materiali autentici5.
Ciò che si evidenzia attualmente nelle classi di lingua, in Cina come all’estero, è
una maggior attenzione alle varietà linguistiche – diatopiche, diacroniche e
diamesiche -, una maggior consapevolezza sociolinguistica, e una
valorizzazione dei nuovi linguaggi introdotti dalle reti informatiche6 e dai social
network, in cui i giovani cinesi e stranieri interagiscono fin dalle prime fasi di
apprendimento7.
Nel mutato contesto di apprendimento del cinese, ciò che è cambiato è tuttavia
anche il tipo di apprendente.
1.2. L’apprendente di cinese nel contesto della globalizzazione (Global
Chinese)
Negli anni Ottanta, in Cina, con l’apertura del paese ai mercati mondiali,
l’intensificazione delle relazioni internazionali e le mutate esigenze che il nuovo
contesto politico-economico ha determinato, sono nate, oltre ad associazioni di
studio per la didattica del cinese agli stranieri, anche nuove visioni degli studi di
traduzione, interpretariato e di formazione di interpreti e traduttori8.
5 Si vedano tra questi, i contributi di Lu Wei, Zhu Minqi e altri. Uno degli elementi intorno ai quali
si creano le posizioni degli studiosi è la singolarità della scrittura cinese e l’impatto
dell’apprendimento dei caratteri nel curriculum. Come sostiene Zhu Minqi, “l’insegnante di
cinese deve tenere in considerazione la singolarità della lingua cinese, soprattutto la dinamica
dell’apprendimento dei caratteri” Zhu Minqi 2011.
6 Sull’importanza di internet in Cina e sull’impatto che sta avendo sulla lingua e scrittura cinese,
si vedano i lavori di Yang Guobin, ad esempio, Yang 2009.
7 Oltre a Facebook, che in Cina non è sempre possibile utilizzare, i maggiori social network
sono Weibo, Renren e QQ.
8 In realtà la Cina ha avuto esperienze molto positive nella formazione d’interpreti: nel periodo
1941-1945 vennero organizzati corsi di sei settimane in cui vennero formati ben 2000 interpreti,
che furono poi inviati in missioni in Stati Uniti, all’interno di corpi militari e corpi diplomatici. Cfr.
Guo Ting 2010.
5
Nel 1979 è stato avviato il primo programma di formazione d’interpreti di
conferenza, una cooperazione tra il governo cinese e le Nazioni Unite.
Istituzioni specifiche per la formazione d’interpreti sono sorte in Cina negli anni
Ottanta - come la Translators [sic] Association of China (TAC), nata nel 1982 -
perlopiù legate a centri di alta formazione come la Beiwai (Beijing Foreign
Language University), la Beijing Language and Culture University, e la
Tsinghua University. Ma, a parte episodi molto limitati, la formazione non
distingueva percorsi specifici nella formazione degli interpreti e in quella dei
traduttori. È solo nel 2003 che la Translators Association of China ha introdotto
il CATTI (China Accreditation Test for Translators and Interpreters),
riconoscendo due profili distinti: quello del traduttore e quello dell’interprete9.
Parallelamente, la didattica è cambiata e si è rivolta sempre maggiore
attenzione alle esigenze e alle caratteristiche individuali dell’apprendente, come
l’età, la nazionalità, le motivazioni, il luogo e la modalità di apprendimento, ma
anche alle varietà linguistiche dell’orale e alle differenti tipologie testuali.
Fino ai primi anni Novanta, l’apprendente cui ci si rivolgeva era un adulto, di alta
scolarità, anglofono – non necessariamente madrelingua –, che intendeva
acquisire l’uso del cinese elementare finalizzato a interazioni comunicative
quotidiane. I manuali di lingua presentavano situazioni frequenti, così definite
dal team di produzione, all’interno delle quali venivano individuati dei pattern
comunicativi che l’apprendente imparava a ripetere a memoria, con scarsissima
possibilità di cimentarsi in situazioni impreviste. Ai livelli superiori, invece, ossia,
dopo un percorso di studio in cui si considerava che l’apprendente avesse
acquisito le competenze comunicative di base (BICS – Basic Interpersonal
Communicative Skills; cfr. Cummins 1979; 1984), questi veniva inserito in un
percorso specifico a seconda del settore di specializzazione. Chi, dunque, si
recava in Cina per approfondire studi umanistico-letterari veniva esposto a un
insegnamento linguistico molto mirato alla letteratura e alla sociologia, mentre
chi aveva interessi scientifici, nell’ambito dello studio della medicina o della
chimica, biologia o ingegneria, veniva istruito nei linguaggi specialistici propri di
9 L’Associazione dei Traduttori Cinesi (Translators Association of China) fornisce le specifiche
della certificazione nel sito http://www.tac-online.org.cn, dove è possibile anche consultare la
rivista dell’Associazione: Chinese Translators Journal.
6
quegli ambiti. L’insegnamento previsto era, comunque, sempre pensato in
contesto sinofono, nei centri di studio cinesi, laddove i centri di insegnamento
all’estero avevano un approccio principalmente testuale e traduttivo.
Nel 2004, il Ministero dell’Educazione cinese ha aperto a Seul il primo Istituto
Confucio, che opera sotto la supervisione dell’Hanban, Ente alle dipendenze
dirette del Ministero, con l’obiettivo di diffondere la conoscenza della lingua
cinese e di diminuire la distanza culturale tra la Cina e il mondo, e che gode di
ampia autonomia di azione. Nel 2010 sono ormai più di 300 le sedi di Istituto
Confucio nel mondo, e oltre 400 le classi Confucio, ossia i corsi di cinese per
under-18, a partire dalla scuola dell’infanzia, organizzati direttamente nelle
scuole dell’obbligo10.
I libri di testo non vengono più prodotti esclusivamente attraverso la mediazione
di inglese, francese, tedesco, spagnolo, che sono le lingue nelle quali era stato
tradotto il manuale più utilizzato negli anni Ottanta e Novanta, il già citato
Practical Chinese Reader, in due volumi11 ; oggi, anche altre lingue e altre
localizzazioni vengono proposte dall’editoria specializzata.
1.3. La manualistica negli ultimi anni
Il Guoji Hanyu jiaoxue tongyong kecheng dagang 国际汉语教学通用课程大纲
Programma generale di insegnamento della lingua cinese per stranieri,
pubblicato da Hanban/Confucius Institute Headquarters nel 2010, ha elaborato
un sillabo basato su 5 Livelli che riflettono quelli del Quadro Comune di
Riferimento Europeo, adattandoli alla lingua cinese. Nel sillabo vengono
espressi in dettaglio gli obiettivi e i contenuti per ogni livello, divisi per
conoscenze e competenze linguistiche, strategie e competenze culturali. Si
10
In Italia sono state istituite 10 sedi di Istituto Confucio, molte delle quali hanno aperto classi
Confucio di ogni ordine e grado.
11 La prima edizione è del 1981, ad opera di un gruppo di insegnanti della BLCU 北京语言学院,
tra cui Liu Xun, cfr. nota 3 supra. Il manuale, che ha avuto diverse riedizioni, è ancora molto
utilizzato nella versione New Practical Chinese Reader, Xin shiyong hanyu keben 新实用汉语课
本.
7
tratta di un’importante sollecitazione a produrre manuali di lingua che rispettino
uno standard internazionale.
La ricognizione compiuta in Cina da chi scrive nel 2010, durante il primo
seminario di formazione per insegnanti internazionali sulla produzione di
materiali didattici della lingua cinese, organizzata dallo Hanban, ha evidenziato
come la produzione dei materiali didattici si sia diversificata. Lo stesso Hanban
ha certificato – o co-prodotto – numerosi manuali progettati all’estero, in
cooperazione tra docenti stranieri e cinesi, sia appartenenti allo stesso Ente, sia
indipendenti. I percorsi, sempre più multimediali, presentano un’impostazione
più adeguata all’età degli apprendenti 12 e attenta agli aspetti interculturali,
anche se persiste ancora una forte tendenza alla stereotipizzazione
dell’apprendente, uniformato alla cultura anglofona americana, o comunque
costruito intorno a un’idea astratta di apprendente fortemente globalizzato13.
Si apprezza tuttavia una certa tendenza alla localizzazione: le
traduzioni/localizzazioni di Contemporary Chinese, Dangdai Zhongwen 当代中
文, edito da Sinolingua e redatto da Wu Zhongwei nel 2003, sono ambientate
nel paese in cui si parla la lingua di localizzazione, inclusa l’Italia, dove il
manuale è in uso in molte università e anche in alcune scuole superiori14.
L’Hanban, inoltre, come accennato poc’anzi, ha certificato anche materiali
prodotti all’estero, frutto della collaborazione tra insegnanti cinesi qualificati e
insegnanti locali, per garantire un maggior rispetto della cultura locale.
12
Molta parte dell’editoria specializzata, oggi, si è concentrata nella produzione di manuali
rivolti a discenti under-18, una realtà nuova, conseguenza dell’espansione delle classi Confucio.
13 Va segnalata l’attenzione particolare dedicata all’editoria di testi originali rivolti
specificamente agli apprendenti del Sud-Est asiatico, per i quali vengono proposti manuali nelle
lingue locali e con una grafica e contenuti che richiamano molto gli ambiti culturali diffusi nel
paese di insegnamento.
14 La London Book Fair 2012 ha organizzato un evento dedicato alla Cina, il China Market
Focus (16-18 Aprile 2012), che ha contribuito ad alimentare il dibattito interno alla Cina
sull’importanza della localizzazione dei libri di testo. Questo indica come, in realtà, l’aspetto
culturale e di localizzazione non sia ancora del tutto acquisito nella pratica e nella costruzione
dei materiali didattici.
8
Dei manuali prodotti in Italia, l’unico che ad oggi vanta la certificazione di
Hanban è Il cinese per italiani, di Masini e Di Toro, pubblicato dalla Hoepli nel
2006.
La peculiarità di questo testo sta nel fatto che le 40 lezioni e i personaggi-ponte
del percorso didattico vivono e studiano a Roma, sono italiani, francesi e cinesi
di seconda generazione; l’aspetto interculturale è molto curato, incluse le
routine di spiegazione dell’Italia, abitudini, costumi, ma anche aspetti della
cultura, arte e storia italiana a interlocutori cinesi.
I percorsi proposti mantengono comunque un forte impianto
strutturalista-funzionale, e procedono secondo un percorso di lingua molto
controllata e molto standardizzata, che viene mantenuto fino alle fasi più
avanzate del percorso.
In conclusione, anche se le risorse didattiche prodotte nella Repubblica
Popolare Cinese aumentano e si diversificano in un panorama di grande
proliferazione editoriale e di ricerca glottodidattica e linguistica sempre più
inserita in un contesto internazionale, è vero che gli aspetti di autenticità della
lingua di apprendimento, di centralità del discente, e di didattica
learner-oriented, pur celebrati in ambito teorico, vengono sovente sacrificati in
sede di costruzione del sillabo, a favore di una progressione facile-difficile
decisa aprioristicamente e con poca aderenza a criteri di frequenza e anche di
autenticità.
C’è da aggiungere che la diversificazione degli apprendenti di lingua cinese ha
portato a una moltiplicazione degli obiettivi dell’apprendimento linguistico
(Perché si studia cinese oggi? Per tanti motivi!), quindi si rende sempre più
necessario proporre un sillabo finalizzato agli obiettivi specifici di
apprendimento. In quest’ottica è sempre più necessario introdurre una
metodologia che permetta di conciliare la necessità di standardizzare, ma
anche di personalizzare il percorso di apprendimento.
Nei paragrafi successivi verranno illustrate alcune proposte didattiche che
mirano a sviluppare la competenza di autoapprendimento creando dei percorsi
in autonomia, e consentono al discente di espandere e monitorare le proprie
conoscenze linguistiche secondo i propri obiettivi specifici e i propri interessi.
9
Nel prossimo paragrafo verrano presentate attività e percorsi in aula con diversi
gradi di complessità, per poter far fronte alle differenziazioni degli alunni
solitamente presenti nelle classi15.
Il nostro percorso vuole individuare delle pratiche didattiche realizzabili ed
efficaci attraverso l’utilizzo di siti online non necessariamente dedicati
all’insegnamento linguistico. L’individuazione di alcune attività didattiche ci
permetterà d’impostare un percorso che pone al centro l’apprendente e lo
investe della responsabilità del proprio apprendimento. È in questa direzione
che cercheremo di identificare alcune delle risorse didattiche che possono
essere utili allo studio della lingua in autogestione. In particolare, vedremo
come si possano inserire tali risorse tra le attività quotidiane della classe,
isolando in chiave critica alcuni dei siti di riferimento per lo studio della lingua
cinese, sia ai livelli iniziali sia ai livelli di espansione delle competenze. Infine
avanzeremo alcune proposte didattiche per l’utilizzo di language corpora
nell’insegnamento/apprendimento del cinese.
2. Le risorse elettroniche a portata di mano dell’apprendente
2.1. Ricerca lessicale in classe
Il primo sito che intendiamo proporre come compagno di studi
dell’apprendente fin dai primi livelli del percorso di studio della lingua cinese è il
dizionario online Mdbg: www.mdbg.net
Questo dizionario, che si basa sul dizionario CC-CEDICT iniziato nel 1997 da
Paul Andrew Denisowski, viene aggiornato regolarmente, e contiene numerose
risorse. Mdbg, oltre a contenere un numero molto alto di lemmi, in continua
espansione, offre anche la possibilità di affrontare lo studio della parola da molti
punti di vista: grafico, etimologico e pragmatico. La versatilità del sito facilita
quindi la ricerca lessicografica e permette allo studente di rinforzare la
15
È da rilevare come, negli anni, siano cambiati anche i numeri di studenti presenti nelle classi.
Se fino a pochi anni fa, infatti, in Italia le classi di lingua cinese erano composte di circa 20-25
studenti, oggi sono molto più numerose (fino a 50-70 studenti).
10
conoscenza e l’uso della parola nelle sue diverse accezioni, rinforzandone
inoltre la memorizzazione.
Vediamo alcune delle caratteristiche, e cerchiamo di identificare alcune possibili
applicazioni didattiche:
a. La possibilità di cercare i lemmi sia come “ci” che come “zi”16.
b. La possibilità di eseguire la query sia attraverso l’input del lemma in pinyin,
anche senza toni, sia attraverso la ricerca del radicale, con la tavola cliccabile
dei radicali che tiene conto anche delle variazioni del radicale a seconda della
posizione che occupa all’interno del carattere17. Questo è molto utile per gli
studenti principianti, che possono esercitare la ricerca del dizionario online
anche attraverso i radicali, esercitando così un aspetto fondamentale del
metodo di lavoro.
c. La possibilità, tramite un’applicazione di Java aggiunta di recente, d’inserire il
carattere disegnandolo su una tavoletta grafica virtuale. L’applicazione sollecita
l’utente a rispettare l’ordine e la direzione dei tratti.
La tendina delle opzioni è molto ricca e utilizza al meglio le potenzialità di resa
di un dizionario online:
a. Si può attivare un’animazione che riproduce la scrittura a mano del carattere,
evidenziando non solo il numero di tratti e l’ordine in cui vanno tracciati, ma
anche il radicale del carattere, che viene tratteggiato con un colore diverso.
Quest’applicazione si rileva particolarmente utile allo studio individuale, dove gli
studenti possono verificare la correttezza dei caratteri non ancora memorizzati
e interrogare il dizionario su quale sia il radicale sotto il quale il carattere viene
classificato, opzione non sempre possibile nei dizionari cartacei.
16
Con zi “字”, si indica la parola come unità minima di significato: il morfema, se consideriamo
la lingua parlata, il “carattere” se consideriamo la lingua scritta. Per ci “词”, invece, si considera
la parola come unità significativa isolata a livello sintattico. Dal punto di vista della scrittura,
essa si compone di due o più caratteri. Vd. Packard 2000: 14-20.
17 Ad esempio, il radicale xin-cuore, che varia in forma grafica e numero di tratti a seconda che
si trovi in posizione verticale “忄”, come in “忙” o orizzontale, “心”, come in “念”,è cliccabile
sia tra i radicali composti da 3 tratti, sia tra quelli composti da 4 tratti.
11
b. Dei lemmi ricercati si può ascoltare una lettura attraverso un file audio che
viene attivato in streaming, senza necessità di scaricarlo in locale, con
l’innegabile vantaggio, per i principianti, di ascoltarne la pronuncia corretta.
c. Il dizionario prevede la possibilità di attivare l’opzione che evidenza i toni
diversi, colorando i caratteri di colori diversi: rosso per il primo tono, giallo per il
secondo, e così via.
d. Un’icona permette di cercare la parola in un contesto d’uso, ad esempio,
entrando subito nei principali motori di ricerca, come Google o il cinese Baidu,
ma anche nel sito di Jukuu (www.jukuu.com)18, che offre all’utente un insieme di
frasi in cui compare la parola cercata. Si tratta dunque di un avviamento
all’utilizzo dei corpora di cui si tratterà più avanti.
e. Tra le opzioni, l’utente trova anche la possibilità di visualizzare le parole in cui
una sillaba compare in prima o in ultima posizione. Ad esempio, se la query è
relativa alla parola monosillabica “路” [lù - strada, via], l’utente che cerchi le
parole composte da più sillabe che contengono “路” in posizione diversa dalla
prima ne troverà quasi 190, che comprenderanno anche toponomi, tecnicismi
(Ethernet, ISDN) abbreviazioni, nomi propri (ad esempio Ji Lu, discepolo di
Confucio citato nei Dialoghi, una delle opere più rappresentative del filosofo) ed
espressioni idiomatiche.
f. Nella maggior parte dei casi, viene evidenziato il livello del glossario della
certificazione HSK19 (Hanyu shuiping kaoshi - Chinese Proficiency Test) in cui il
lemma è classificato.
g. Un’altra opzione che rende il sito particolarmente ricco, è la possibilità di
inputtare i caratteri cinesi, utile a utenti che si trovino nell’impossibilità di
utilizzare un computer in cui è stato installato l’IME (Input Method Editor) per la
18
Jukuu è un dizionario bilingue prodotto dalla Beijing University of Posts and
Telecommunications. L’obiettivo è quello di facilitare l’apprendimento dell’inglese da parte di
madrelingua cinesi, e raccoglie frasi, video e clip audio provenienti da numerose fonti internet
(giornali, riviste), ma anche televisive, e da registrazioni del parlato di studenti cinesi.
19 La nuova elaborazione dell’esame di certificazione HSK è stata prodotta dall’Hanban nel
2010. Prevede la certificazione delle competenze degli studenti non madrelingua cinese, su 6
12
lingua cinese, trovandosi, ad esempio, in una postazione pubblica non
attrezzata. Analogamente, il sito offre anche una semplice applicazione per
l’inserimento dei diacritici per la trascrizione pinyin, che permette all’utente di
creare glossari e trascrizioni propri.
Non sono queste le sole caratteristiche utilizzabili per l’autoapprendimento, ma
sono certamente quelle essenziali, che entrano a far parte del bagaglio di
competenze strumentali dello studente della lingua cinese già dalla fase iniziale
dell’apprendimento.
In conclusione, Mdbg non è una semplice riproduzione online di un dizionario
cartaceo, bensì un dizionario che sfrutta al meglio le potenzialità tecniche della
multimedialità, integrando la considerevole mole di informazioni presenti nel
database con una serie di funzioni che le rendono facilmente accessibili.
Altri dizionari, come
http://www.infocina.net/dizionario; http://dizionario-italiano.net/dizionario-cinese-italiano.html; http://www.lexicool.com http://translate.google.com
non solo non presentano le stesse potenzialità didattiche, ma, nella sezione
cinese-italiano, non includono molti termini che invece in mdbg,
cinese-inglese-cinese, sono continuamente arricchite.
2.2. Risorse per l’ascolto
Gli studenti che iniziano lo studio di una lingua in ambiente diverso da quello in
cui la lingua target viene parlata, non essendo esposti ai suoni di quella lingua
al di fuori delle ore di lezione, devono essere stimolati all’ascolto attraverso altri
mezzi: canzoni, film, televisione, clip audio, eccetera. Ma questo non è
certamente sufficiente per esercitare l’abilità di ascolto, che deve essere invece
supportata da istruzioni precise fornite dall’insegnante in aula. In particolare,
nello studio della lingua cinese, in cui la pronuncia delle sillabe nei diversi toni
ha un ruolo centrale nella costruzione dei significati, è necessario che gli
livelli, che corrispondono grossomodo ai sei livelli del Quadro comune europeo di riferimento
per la conoscenza delle lingue (QCER).
13
studenti esercitino molto l’ascolto e la ripetizione delle sillabe in modo accurato.
Il sistema di trascrizione ufficiale in uso nella Repubblica Popolare, pinyin, è
l’unico che prevede l’indicazione sovrasegmentale dei toni, ed è anche parte di
tutti di programmi di studio della lingua cinese, sia come L2 (o LS), sia come L1.
In rete lo studente può accedere a numerose risorse a sostegno
dell’apprendimento del pinyin e della pronuncia cinese; il sito
http://pinyinpractice.com/wangzhi/ presenta una nutrita batteria di esercizi di
ascolto e di quiz nelle sezioni Tones, Initials, Finals, Self Quiz, tutti molto utili ai
principianti.
Superata la fase iniziale del riconoscimento dei toni, l’ascolto resta una
questione aperta per gli studenti di cinese in ambiente non sinofono. Quello che
si perde è la varietà delle pronunce della lingua autentica.
Nel sito Ting - Chinese English Study Center
(http://hua.umf.maine.edu/Chinese/welcome.html) si possono consultare frasari
di ambiti suddivisi in temi. Ogni frase viene pronunciata da lettori cinesi di
diversa provenienza, per ognuno dei quali vengono fornite le caratteristiche, e
da lettori stranieri in lingua inglese o cinese.
Un esempio tratto da http://hua.umf.maine.edu/Chinese/topics/topics.html
Selezionando uno degli argomenti, si apre una finestra di frasi cliccabili, ognuna
pronunciata da lettori diversi.
Se il lavoro degli studenti in classe, in questa fase, ancora non può essere
considerato come un ascolto autentico, la suddivisione per grandi temi e
14
l’avvicinamento a diverse pronunce in ambiente di apprendimento non nativo
contribuiscono a potenziare l’abilità di ascolto in modo integrato e in
autonomia20.
Il sito presenta anche tematiche del tutto originali, come la sezione dedicata alle
onomatopee e alla terminologia scientifica, le sezioni “astronomia”,
“informatica”, “grammatica”, ma anche esclamazioni e interiezioni, che si
possono utilizzare nelle costruzioni di role-play e nell’interazione strategica nella
classe.
Il sito offre infine alcune semplici letture, lette da madrelingua, utili per
l’apprendimento autonomo degli studenti principianti:
http://hua.umf.maine.edu/Chinese/stories/Chinese/maodun_ds.html
一幅神奇的画
Contradiction - Maodun
read in Chinese by Shao Danni
20
Sulla questione dell’autenticità dell’input nell’istruzione degli apprendenti già dalle prime fasi,
le posizioni degli studiosi cinesi sono diverse. Vedere il manuale di ascolto Duan Wenhan
2010.
15
Il sito di Hanban, www.chinese.cn, offre infine numerose attività di ascolto, che
vanno dalla presentazione elementare del sistema di trascrizione pinyin, per
principianti, alla sezione man du xinwen “慢读新闻”[lettura rallentata], che
prevede la lettura a velocità normale e a velocità rallentata di testi di diversa
difficoltà e di argomento vario per studenti di livello intermedio, e alla sezione
Hanyu ting du “汉语听读” [Letture in cinese] per gli studenti di livello avanzato.
3. Utilizzo dei corpora per l’apprendimento
Uno degli usi dei corpora per la didattica della lingua è quello di verificare la
corrispondenza tra la lingua presentata nei materiali didattici, e la lingua reale
(Kennedy 1987a, 1987b; Holmes 1988; Mindt 1992)21.
È interessante notare come tra i glossari ad uso degli insegnanti e degli studenti
di cinese e le liste di frequenza che si ottengono dall’analisi di corpora vi siano
discrepanze evidenti.
La posizione più o meno alta nelle liste di frequenza di una parola dovrebbe
metterla in rilievo rispetto ad altre, e indurre l’insegnante – o il compilatore del
manuale – a inserirla in una fase adeguata nel percorso di insegnamento.
Ad esempio, il verbo “spegnere”, essendo più frequente di “analizzare”, in un
percorso d’insegnamento dell’italiano dovrebbe comparire prima, nonostante si
tratti di un verbo “difficile” da un punto di vista morfologico e grafico.
Ci si pone qui il problema se sia il criterio di frequenza l’unico da seguire per la
progressione della presentazione del lessico. In realtà, il criterio di efficacia e di
salienza dovrebbe essere preponderante, almeno nelle prime fasi di
apprendimento (Cfr. Cook 1998). L’aspetto esperienziale è determinante
nell’apprendimento, come ci insegnano studiosi come Vygotskij e Wittgenstein
(Cfr. McEnery e Wilson 2004 (1996): 120).
21
Cfr. McEnery e Wilson 2004 (1996): 120.
16
Prendiamo come esempio il caso di “hand” e “foot”, termini presentati nei
manuali di lingua inglese nelle prime fasi di apprendimento, e studiati da Aston
2001. L’analisi della frequenza attraverso i corpora ha messo in luce come:
a. “foot” non sia certamente tra le parole di maggior frequenza dell’inglese
britannico;
b. la frequenza del termine “hand”, che lo pone, in effetti, in una delle prime
posizioni nella tabella della frequenza del lessico, è dovuta all’uso metaforico e
fraseologico del termine, e non certo nell’accezione di parte del corpo con cui
viene presentata nei manuali22.
Si presenta anche il caso in cui, al contrario, la dimensione
esperienziale/culturale supera il criterio di frequenza: il panda “熊猫 ” è un
animale noto in tutto il mondo come simbolo delle specie a rischio di estinzione
e del WWF. Essendo originario della Cina, è diventato, dal momento della sua
scoperta in occidente, il simbolo della Cina. Nella storia, il governo cinese l’ha
utilizzato come strumento diplomatico, facendo dono dei rari esemplari ai paesi
amici23. Oggi i simpatici animali si possono ammirare, oltre che nei parchi della
Cina, anche in altri paesi nel mondo (Francia, Giappone, Tailandia, Taiwan,
Australia, Germania, Spagna, Nord America, e, ultima acquisizione, Scozia). La
parola cinese, di non altissima frequenza in UCLA2 24 (0,06 per 10k) viene
collocata nel livello 3 dell’HSK, ma, nonostante la difficoltà grafica del carattere,
può essere presentata anche nella fase iniziale del percorso di apprendimento,
proprio per l’interesse che suscita tra gli studenti e per la possibilità di
espansione culturale che offre.
Come afferma Smith (2011), mentre in altre lingue l’utilizzo dei corpora come
risorsa didattica è stato ampiamente studiato (a partire da Johns 1991, e Aston
22
Aston 2001: 9.
23 Il primo caso noto di “diplomazia dei panda”, è il panda inviato in dono dall’Imperatrice Wu
Zetian nel VII sec. d.C all’imperatore del Giappone.
24 Consultabile in http://corpus.nie.edu.sg/cgi-bin/ucla/UCLAconc.pl
17
1995), la costruzione di corpora del cinese è stata finalizzata soprattutto alla
costruzione di glossari, dizionari, flashcard, ma poche sono state finora le
proposte didattiche e gli studi che sono entrati nel merito. D’altra parte, come
accennato in questa sede, è solo negli ultimi anni che la didattica della lingua
cinese si è orientata verso la costruzione condivisa del sillabo, da una parte, e
la presentazione di lingua autentica, dall’altra.
Se è vero che la proposta di task di ricerca attraverso l’analisi dei corpora
stimola l’apprendente allo studio autonomo (Bernardini e Zanettin 2000; Cheng,
Warren e Xu 2003), instaurando precocemente una famigliarità
all’apprendimento attraverso materiali autentici, è importante verificare,
attraverso delle ricerche in aula, i seguenti interrogativi:
I. A quali livelli di apprendimento è possibile proporre task di analisi dei
corpora?
II. Vista la specificità della scrittura cinese, è possibile assegnare task
individuali agli apprendenti in completa autonomia, o questi necessitano sempre
di assistenza25?
III. L’analisi dei corpora migliora davvero l’apprendimento negli studenti
principianti-intermedi o necessita di un livello di base superiore (a partire dal
B2)?
Ad oggi, pochi studi pilota sull’apprendimento del cinese sono stati effettuati in
ambiente anglofono, mentre la didattica dei corpora in ambiente italofono non è
stata ampiamente studiata, e necessita di uno specifico apparato di
applicazione, sperimentazione e ricerca.
25
In questa riflessione non si può non tenere in considerazione l’affermazione di Lu Bisong,
secondo cui:
“长期以来我们的对外汉语教学所采用的教学路子,基本上是欧语系语言教学的路子,把‘词’和‘句
子’作为教学内容的基本单位;把汉字排除在语言要素之外,使其成为词汇的附属品 . […] 这样的
教学路子是否反应了汉字和汉语的特点,值得反思。”
“Da lungo tempo, ormai, la strada intrapresa nella didattica del cinese a stranieri è molto vicina
a quella dell’insegnamento delle lingue europee: le unità di apprendimento della lingua sono la
“parola” e la “frase”; l’apprendimento dei caratteri diventa un’integrazione delle competenze di
base, un accessorio dell’apparato lessicale. […] Quanto questa didattica rifletta le caratteristiche
della lingua e scrittura cinesi, deve essere oggetto di profonda riflessione” (Lu, Bisong 2006).
18
I principali corpora del cinese consultabili gratuitamente online ad oggi sono:
- Peking University Modern Chinese Corpus
http://ccl.pku.edu.cn/ccl_corpus/xiandaihanyu/
- Beijing Language and Culture University corpus
http://202.112.195.8
- Centro di ricerca linguistica del Ministero dell’istruzione della Repubblica
Popolare Cinese
www.cncorpus.org
- Lancaster Corpus of Mandarin Chinese
http://corpus.nie.edu.sg/cgi-bin/lcmc/conc.pl
- Leeds Chinese corpus
http://corpus.leeds.ac.uk/query-zh.html
- Academia Sinica Balanced Corpus of Mandarin Chinese 5
http://db1x.sinica.edu.tw/kiwi/mkiwi/
I siti più completi, che presentano un’interfaccia utente utilizzabile da studenti o
da insegnanti non esperti e che vengono qui proposti per attività didattiche in
aula sono:
http://corpus.nie.edu.sg/cgi-bin/lcmc/conc.pl
http://corpus.leeds.ac.uk/query-zh.html
4. Proposte di attività didattiche
In questo paragrafo si presenteranno alcune attività didattiche integrate e
percorsi proposti a gruppi di apprendenti universitari, principianti, a diverso
livello di apprendimento.
19
Le classi sono formate da un numero di studenti che varia da 20 a 50, e i livelli
non sono sempre omogenei, soprattutto a partire dal secondo anno di corso,
quando alcuni hanno già avuto esperienza di studio estivo in Cina, mentre la
maggior parte non ha ancora avuto esposizione in ambiente sinofono.
L’utilizzo dei corpora per l’individuazione di aspetti particolari della lingua cinese
da parte di linguisti è stato già utilizzato da studiosi in Cina e all’estero26, ma qui
proponiamo l’attività di ricerca indirizzata a un gruppo di apprendenti a scopo di
apprendimento della lingua, e non solo sulla lingua.
Si tratta di attività che rientrano nell’ottica di una didattica learner-centered,
attraverso le quali si valorizza la competenza dell’apprendente come ricercatore
(Gavioli in Aston 2001: 108).
Secondo Bernardini (2001), gli studenti possono essere invitati a viaggiare nella
lingua di apprendimento seguendo le proprie curiosità, elaborando
ipotesi/programmi di viaggio, riformulando e deviando dai propri assunti,
attraverso l’interrogazione dei corpora su, ad esempio, significati, che potranno
inferire dal contesto delle stringhe significative che loro stessi estraggono (In
Aston 2001: 226-228). Le attività qui proposte sono veri e propri viaggi nella
lingua che gli studenti sono invitati a compiere con l’accompagmento
dell’insegnante, ma la cui finalità principale è acquisire la capacità di viaggiare
da soli nella nuova lingua, un viaggio che non si esaurisce mai.
4.1. Attività 1: analisi di una parola “difficile”
Obiettivo: verificare la collocazione nella lista di frequenza di una parola chiave
della modernità cinese: “发展” [fāzhǎn - sviluppo, sviluppare, svilupparsi].
Domande di indagine: In quale tipologia di testi viene maggiormente utilizzata?
Tipo di task: Si propone un task di analisi lessicale che può fungere da modello
operativo per l’analisi di parole-chiave della cultura cinese, che però non
26
Xiao e McEnery 2004.
20
vengono inserite nel sillabo dei percorsi di apprendimento finalizzati alla
certificazione linguistica.
Strumenti:
- Glossario HSK27
- Le 1500 parole più frequenti della lingua cinese28
- Il sito: LCMC (Lancaster Corpus of Mandarin Chinese) 29 , in
http://corpus.nie.edu.sg/cgi-bin/lcmc/conc.pl
LCMC, sebbene limitato per dimensioni rispetto ad altri corpora cinesi(contiene
1 milione di parole), ad esempio quello dell’Academia Sinica – che però è
basato sulla variante taiwanese – presenta il vantaggio di poter interrogare
diversi tipi testuali, e di poter fare un’analisi dell’ambito d’uso di determinati
vocaboli.
L’oggetto della nostra analisi, “发展” fāzhǎn, compare al livello 4 del glossario
HSK, insieme, ad esempio, a “加班” [jiābān - fare gli straordinari], “浪漫”
[làngmàn - romantico], “任务” [rènwu - task].
Agli studenti vengono proposte diverse query, a seconda di diversi tipi testuali.
Se la query comprendi i tipi testuali:
A. News reportage, B. News editorials, C. News Reviews
Il risultato è:
27
La lista completa delle parole suddivise per livello è disponibile in:
http://www.tuttocina.it/tuttocina/lingua/hsk.htm
28 Changyong hanyu 1500 gaopin ciyu biao 常用汉语1500高频词语表, in AA.VV. 2010.
29 Il corpus è stato recentemente aggiornato (2012) nel UCLA2 Written Chinese Corpus
consultabile in http://corpus.nie.edu.sg/cgi-bin/ucla/UCLAconc.pl
21
Nome file Frequenza grezza Frequenza su
10K parole
LCMC_A.xml 94 10.7
LCMC_B.xml 188 34.8
LCMC_C.xml 170 50.0
Totale 452 25.7
Ma se si ricerca lo stesso termine dei tipi testuali
F. Popular Lore, K. General Fiction
allora si ottiene:
Nome file Frequenza grezza Frequenza su
10K parole
LCMC_F.xml 53 6.0
LCMC_K.xml 4 0.7
Totale 57 3.9
Mentre in J. Science (Academic Prose):
Nome file Frequenza grezza Frequenza su
10K parole
LCMC_J.xml 531 33.2
Totale 531 33.2
Il risultato è oltremodo significativo, e ci dimostra che il termine, molto utilizzato
nei media e nella propaganda, è mutuato dalla terminologia scientifica
accademica, ma entra poco nella trattazione della letteratura popolare e
generalista.
22
Gli studenti scopriranno anche che il termine, nella lista delle 1500 parole più
frequenti della lingua cinese, si trova in 373esima posizione, poco dopo “动物”
[dòngwù - animale], quattro posizioni prima di “米” [mǐ - riso] e quasi cento
posizioni prima di “你好” [nǐhǎo - ciao].
L’ordine di acquisizione del lessico proposto dall’HSK presenta un’evidente
discrepanza dalla frequenza rilevata dai linguisti cinesi e confermata dalla
nostra analisi dei corpora. Se l’obiettivo del corso è quello di portare gli studenti
alla lettura di giornali, e all’analisi di temi legati alla contemporaneità cinese,
l’introduzione di “发展” [fāzhǎn] sarà auspicabile già dalle prime fasi, visto che,
in determinati tipi di testo, è, oltre che rilevante, anche considerevolmente
frequente.
Attraverso quest’attività, gli studenti avranno individuato una categoria della
modernità cinese, avranno indagato e memorizzato un termine-chiave della
contemporaneità, entrando così in una dimensione autentica
dell’apprendimento linguistico.
Avranno inoltre imparato in aula una procedura che potranno applicare in
autonomia ogni volta in cui vorranno esplorare un termine nella nuova lingua.
4.2 Attività 2: analisi di un classificatore
“I classificatori sono unità di conteggio usati nella quantificazione. Sono
preceduti sempre da un numero, e per estensione possono essere preceduti da
un dimostrativo o dagli interrogativi: “几” [jǐ - quanti?], “哪” [nǎ - quale/i?]” (Banfi,
Mao e Biasco 2003: 61-62).
Tuttavia, ogni sostantivo può avere diversi classificatori.
I classificatori non hanno un valore semantico sempre evidente30, e non sono
sempre traducibili, ma mettono in evidenza un aspetto specifico del significato
30
Ad eccezione di quelli che indicano quantità, ad esempio:
yì píng shuǐ; yì bēi shuǐ
一 瓶 水; 一 杯 水
23
del termine a cui si riferiscono. Il classificatore generico di “人” [rén - persona]
è “个” [ge -cl. generico], ma se si tratta di persone di famiglia si usa “口” [kǒu -
bocca], e se si tratta di persone di un certo rispetto si preferisce usare “位” [wèi
- posizione, collocazione].
Obiettivo: Indagine sui classificatori di “报纸” [bàozhǐ - giornale].
Le grammatiche indicano come classificatore di “报纸”, “张” classificatore di
oggetti piatti e larghi (la pianura, un appezzamento di terreno, il viso).
Domande di indagine: Esistono più classificatori per lo stesso oggetto? Di quali
valori semantici sono portatori i diversi classificatori?
Tipo di task: Si propone un task differenziato di analisi morfologica, che può
fungere da modello operativo per l’apprendimento dell’uso dei classificatori, e
per la traduzione dei sintagmi che li comprendono.
Strumenti:
- Il Large Corpus di Leeds31 in http://corpus.leeds.ac.uk/query-zh.html;
- Qualsiasi manuale in uso nella classe.
Inserendo nella maschera il POS “q” (classificatore), il risultato è:
un cl-[bottiglia] d’acqua un cl-[bicchiere] d’acqua
31 Il Large Corpus di Leeds comprende diversi corpora del cinese, sia nella versione
continentale, sia nella variante taiwanese, tra cui:
- Chinese Internet Corpus (90 milioni di parole) (Internet-ZH);
- Un frammento del Corpus Gigaword di LDC (35 milioni);
- Guojin Chinese PH (2,5 milioni);
- LCMC (1 milione).
24
Il risultato conferma l’istruzione del manuale di lingua: “ 张 ” zhāng è il
classificatore più usato. Tuttavia, gli studenti saranno portati a notare come oggi
sia ampiamente diffuso l’uso di “份” [fèn - parte, divisione], e anche di “家” [jiā -
casa, famiglia], che attribuiscono alla parola “报纸” bàozhǐ diverse accezioni:
mentre nel caso di “一张报纸” yì zhāng bàozhǐ, il riferimento sarà relativo
all’oggetto cartaceo, nel caso di “份” fèn ci si riferisce più alla natura periodica
della pubblicazione, mentre “家” jiā fa riferimento alla casa di pubblicazione.
Nel contesto attuale della proliferazione di riviste in formato elettronico e non
cartaceo, l’utilizzo del classificatore “份” fèn ha superato quello del classificatore
“张” zhāng.
25
Per gli studenti che vorranno proseguire al task di maggiore complessità, si
potrà accedere agli esempi e fare esercizio di traduzione, per cercare di
rendere in italiano le diverse accezioni dell’utilizzo dei differenti classificatori.
4.3 Attività 3: i significati di “家” jiā
Obiettivo: significati di “ 家 ” [ jiā - casa, famiglia] quando si trova in
composizione.
Domande di indagine: Quali sono le parole in cui compare il morfema “家” jiā, in
qualsiasi posizione? Si possono individuare dei gruppi di parole? Si possono
prevedere formazioni di parole costruire secondo gli schemi individuati?
Tipo di task: Si tratta di un task differenziato di analisi lessicale, con attenzione
alla morfolgia dei costrutti, con la possibilità di attivare anche la capacità
predittiva dello studente, e di consolidare lo strumento operativo di raggruppare
le parole a seconda di criteri individuati.
Strumenti: qualsiasi sito d’indagine di corpora online di quelli qui individuati; il
vocabolario online www.mdbg.net.
Gli studenti arriveranno a isolare i casi in cui “家” jiā significa [casa, famiglia] e
ha quindi funzione di determinato in una costruzione determinante-determinato,
come in:
wǒ jiā lǎoye jiā línjū jiā lǎolǎo jiā
我家 姥爷家 邻居 家 姥姥家
[Casa mia/la mia famiglia] [la casa del nonno] [la casa dei vicini], [la casa della
nonna];
quelli in cui si riferisce a una collettività generica
rénjiā
人 家
[le persone];
26
e quelli in cui contribuisce a formare il sostantivo relativo a una persona con
una specializzazione:
huàjiā hànxuéjiā jīngjìjiā yìshùjiā
画家 汉学家 经济家 艺术家
[pittore] [sinologo] [economista] [artista].
Nel sintagma nominale, “家” jiā viene usato come classificatore di edifici, quindi
può essere utile per l’espansione del vocabolario della classe e per la
costruzione di un glossario relativo ai luoghi della città.
一家公司 yì jiā gōngsī, 企业 qǐyè, …店 diàn,饭店 fàndiàn, 银行 yínháng,
单位 dānwèi= un’azienda, una ditta, un negozio, un ristorante, una banca, una
danwei - unità di lavoro.
4.4. Attività 4: esplorazione di un colore
Obiettivo: Due sono gli obiettivi del task. Il primo è grammaticale, e intende
analizzare il comportamento delle parole che indicano i colori in funzione
aggettivale o di sostantivo, in relazione alla co-occorrenza con –“色” sè, -“的”
de, e –“色的” sède. Il secondo obiettivo è di ordine culturale, e intende isolare le
occorrenze in cui il colore “红” [rosso] viene utilizzato per indicare una festività,
una celebrazione.
Domande di indagine: [rosso] si dice “红” hóng oppure “红色” hóngsè?Quando
e come si usa in funziona pronominale o aggettivale, insieme a “的” de?
Tipo di task: Questa attività prevede un task complesso che, in un ambiente di
apprendimento comunicativo, è sia focalizzato sul significato (aspetto
semantico) e le sue implicazioni culturali, sia sulla grammatica (morfologia e
sintassi).
Strumenti: qualsiasi sito d’indagine di corpora online di quelli individuati; il
vocabolario online www.mdbg.net.
27
Il rosso in Cina è un colore dotato di un’elevata connotazione culturale: è il
colore delle feste, del matrimonio, ma ha anche, come si sa, una connotazione
politica. Se nel gruppo della classe, come spesso accade disomogeneo, ci sono
alcuni studenti più avanzati nel percorso di apprendimento, essi potranno
lavorare sugli usi metaforici e fraseologici del termine.
Il colore “rosso” viene citato nel Programma generale di insegnamento della
lingua cinese per stranieri, in Appendice 3: Aree tematiche di cultura cinese e
obiettivi dell’insegnamento, come uno dei primi obiettivi:
“初步了解中国人赋予颜色的文化含义: 如红色表示喜庆” (64).
[Introdurre gli studenti ai significati culturali che il cinese attribuisce ai colori: ad
esempio, l’impiego del colore rosso nelle festività].
Nell’elenco delle 1500 parole più frequenti della lingua cinese, occupa la
350esima posizione. Viene quindi introdotto in una fase iniziale
dell’avvicinamento alla lingua e cultura cinese.
Hong “红” hóng è un zi che si lega alla marca dei colori, -“色” -sè, ad indicare il
colore, ma in composizione può avere diversi comportamenti:
红 + [字 zi]= 词 ci esempio: 红+旗 hóng + qí bandiera rossa
oppure: 红+太阳 hóng + tàiyáng sole rosso32.
Gli studenti possono essere coinvolti nell’esplorazione delle occorrenze di 红 in
diversi tipi di frase:
1. Per indicare una frase in cui [rosso] è sostantivo.
Esempio: mi piace il rosso [我喜欢红色 wǒ xǐhuan hóngsè]
Qui si trova in combinazione con -sè –“色”;
32
Sulla formazione di un 词 a partire da 红, vd. Packard 2000.
28
L’apprendente può accertarsi se l’espressione “我喜欢红” wǒ xǐhuan hóng
(omesso 色), sia accettata o no.
La ricerca può proseguire con la query della stringa, e l’analisi delle frequenze.
Nel “viaggio” nella lingua dello studente, possiamo sostituire “红” hóng con altri
colori, sempre monosillabici, per aumentare le occorrenze.
2. Frasi in cui compare in posizione di determinante (verbo attributivo
aggettivale). In questo caso, gli studenti dovranno verificare la necessità
dell’uso della marca della determinazione “的” de. Secondo le grammatiche in
uso33, “Ai fini pratici si può riconoscere una spiccata tendenza a non inserire la
particella “的” de in presenza di verbi attributivi monosillabici, ad inserirla (ma
non obbligatoriamente) in presenza di verbi attributivi bisillabi e ad inserirla
pressoché obbligatoriamente in presenza di verbi attributivi raddoppiati e di
verbi attributivi a loro volta determinati” (Abbiati 1998: 102). Ma anche “Se il
nome è modificato da un aggettivo monosillabico generalmente la particella
strutturale “的” de viene omessa; […] nel caso in cui il nome sia modificato da
più aggettivi monosillabici, generalmente la p. str. è richiesta e andrà posta
prima dell’ultimo aggettivo che precede il nome. [...] Anche nel raddoppiamento
dell’aggettivo la p. str. è presente. [...] Per gli aggettivi bisillabici, che siano o no
raddoppiati, si preferisce sempre la p. str.” (Banfi, Mao e Biasco 2003: 106-108).
Le numerose forme di mitigazione dell’espressione regolativa utilizzata nelle
formulazioni dai tre studiosi italiani di grammatica cinese, certamente tra i più
autorevoli oggi in Italia, ci induce a prevedere che da parte dell’apprendente ci
possa essere una particolare necessità di riflessione sulla forma (Focus on
Form), per la quale l’analisi delle occorrenze attraverso i corpora potrà essere
molto utile.
Si cercheranno quindi tre stringhe:
33
L’uso di 的 come marca di determinazione in un composto Aggettivo-nome è obbligatorio
quando sia l’aggettivo, sia il nome sono bisillabici (漂亮的孩子 [un bel bambino]), o quando
l’aggettivo è bisillabico e il nome monosillabico (可爱的猫 [un gatto carino], mentre è facoltativo
quando sono entrambi monosillabici (小驴 [piccolo asino=asinello], oppure 小的驴 [piccolo
asino]) oppure l’aggettivo monosillabico e il nome polisillabico (大的城市 o 大城市).
29
红色 + N
红色的 + N
红+ N
红的 + N
In questo modo gli studenti verranno posti di fronte a un task complesso che
comprende diverse fasi:
- formulazione di ipotesi: che cosa mi aspetto?
- formulazione di frasi utili al task: in questa fase ogni studente sarà libero di
formulare delle frasi a seconda delle proprie conoscenze, e delle espressioni
immediatamente disponibili;
- verifica e analisi;
- estrazione di una regola dall’osservazione delle ripetizioni di pattern.
In una fase successiva, negli studenti potrebbe emergere la curiosità di
verificare se la sostituzione di “红”, monosillabico, con un aggettivo composto
da due caratteri possa far giungere alle stesse conclusioni. Ad esempio “粉红”
[fěnhóng - rosa], o altri aggettivi, di volta in volta monosillabici o polisillabici:
辣 [là - piccante]
漂亮 [piàoliang - bello]
有意思 [yǒuyìsi - interessante]
5. Conclusioni
L’analisi dei corpora può essere, come per le altre lingue, risorsa importante
per:
(a) la costruzione del sillabo dell’insegnante a inizio corso;
30
b) la costruzione del sillabo personale dell’apprendente e del sillabo condiviso
della classe post-hoc;
(c) la focalizzazione su parole-concetto ad alta rilevanza culturale e centrate
negli obiettivi generali del corso;
(d) la proposta in classe di attività autentiche, learner-centered e altamente
motivanti;
(e) l’acquisizione di uno strumento efficace per l’autoapprendimento, soprattutto
per i livelli più avanzati.
Se per i punti (d) ed (e) rimane oggi necessario formulare e validare dei
percorsi efficaci per ogni fase di apprendimento, per quanto riguarda il punto (a)
è importante tenere in considerazione criteri sia di frequenza sia di efficacia e
salienza, coerentemente con gli obiettivi specifici di lingua previsti dal
curriculum.
Le attività qui proposte sono ulteriormente da testare nei diversi livelli e in
diversi gruppi, per verificarne il feedback in vari tipi di studenti, e l’efficacia in
generale nell’apprendimento del cinese.
In ogni modo, lo scambio e la collaborazione con il mondo della ricerca
glottodidattica in Cina, attualmente in rapida evoluzione, rimangono un punto
fermo nella direzione da prendere nel futuro prossimo.
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