nazioni sacerdotali N. 5- anno XXVI - chiesadicormano.it · della nostra vita. L’8 e il 9 giugno...

8
16 Tutta la Redazione de ‘In Cammino’, unita alla Comunità Pastorale, si unisce alla Pre- Preghiera di lode e di ringraziamento a Gesù, Eterno Sacerdote, nel giorno delle ordi- nazioni sacerdotali di don Tommaso e don Marco. E facciamo nostre le parole che papa Francesco ha rivolto ai sacerdoti nella Messa Crismale celebra- ta il Giovedì Santo. “Così bisogna uscire a sperimentare la nostra unione, il suo potere e la sua efficacia redentrice nelle “periferie” dove c’è sofferenza, c’è sangue versato, c’è cecità che desidera vedere, ci sono prigionieri di tanti cattivi padroni. Il sacerdote che esce poco da sé , che unge poco-non dico niente perché grazie a Dio, la gente ci ruba l’unzione, - si perde il meglio del nostro popolo, quello che è capace di attivare la parte più profonda del suo cuore presbiteriale. Chi non esce da se, invece di essere mediatore, diventa a poco a poco un intermediario, un gestore. Cari fedeli, siate vicini ai vostri sacerdoti con affetto e con la preghiera perché siano sempre Pastori secondo il cuore di Dio. Cari sacerdoti, Dio rinnovi in noi lo Spirito di Santità con cui siamo stati unti, lo rinnovi nel nostro cuore in modo tale che l’unzione giunga a tutti, anche alla “periferie”, là dove il nostro popolo fedele più lo attende ed apprezza. La nostra gente ci senta discepoli del Signore, senta che siamo rivestiti dei loro nomi, che non cerchiamo altra identità: e possa ricevere attraverso le nostre parola e opere quest’olio di gioia che ci è venuto a portare Gesù l’Unto. Amen” Voi oggi siete per noi Parola e Servizio. Per noi, Sacramento della sua Presenza tra noi. E noi, baciando le vostre mani, Unte da e di Cristo, riviviamo e rinnoviamo la nostra Unzione, di quella che Lui ci ha donato nel nostro e per il nostro essere Chiesa: con voi, per voi e per tutti: poveri servi inutili. A Gloria di Dio: di quel Padre che sempre ci ha pensato, voluto e amato. Oggi, qui. E per l’Eternità, dove la Gioia sarà piena. fm A don Tommy e don Marchino N. 5- anno XXVI Giugno 2013 Comunità pastorale VISITAZIONE DI MARIA VERGINE In Cammino... Avviso sacro, ciclostilato in proprio, distribuzione gratuita Informatore Parrocchiale

Transcript of nazioni sacerdotali N. 5- anno XXVI - chiesadicormano.it · della nostra vita. L’8 e il 9 giugno...

16

Tutta la Redazione de ‘In Cammino’, unita alla Comunità Pastorale, si unisce alla Pre-

Preghiera di lode e di ringraziamento a Gesù, Eterno Sacerdote, nel giorno delle ordi-

nazioni sacerdotali

di don Tommaso e don Marco.

E facciamo nostre le parole che papa Francesco ha rivolto ai sacerdoti nella Messa Crismale celebra-

ta il Giovedì Santo.

“Così bisogna uscire a sperimentare la nostra unione, il suo potere

e la sua efficacia redentrice nelle “periferie” dove c’è sofferenza, c’è sangue versato,

c’è cecità che desidera vedere, ci sono prigionieri di tanti cattivi padroni.

Il sacerdote che esce poco da sé , che unge poco-non dico niente perché grazie a Dio,

la gente ci ruba l’unzione, - si perde il meglio del nostro popolo,

quello che è capace di attivare la parte più profonda del suo cuore presbiteriale.

Chi non esce da se, invece di essere mediatore, diventa a poco a poco

un intermediario, un gestore.

Cari fedeli, siate vicini ai vostri sacerdoti con affetto e con la preghiera

perché siano sempre Pastori secondo il cuore di Dio.

Cari sacerdoti, Dio rinnovi in noi lo Spirito di Santità

con cui siamo stati unti, lo rinnovi nel nostro cuore in modo tale

che l’unzione giunga a tutti, anche alla “periferie”,

là dove il nostro popolo fedele più lo attende ed apprezza.

La nostra gente ci senta discepoli del Signore,

senta che siamo rivestiti dei loro nomi, che non cerchiamo altra identità:

e possa ricevere attraverso le nostre parola e opere

quest’olio di gioia che ci è venuto a portare Gesù l’Unto.

Amen”

Voi oggi siete per noi

Parola e Servizio.

Per noi, Sacramento della sua

Presenza tra noi.

E noi, baciando le vostre mani,

Unte da e di Cristo,

riviviamo e rinnoviamo

la nostra Unzione,

di quella che Lui ci ha donato

nel nostro e per il nostro

essere Chiesa:

con voi, per voi e per tutti:

poveri servi inutili.

A Gloria di Dio:

di quel Padre

che sempre ci ha pensato,

voluto e amato.

Oggi, qui.

E per l’Eternità,

dove la Gioia sarà piena.

fm

A don Tommy e don Marchino

1

N. 5- anno XXVI

Giugno 2013

Comunità pastorale VISITAZIONE DI MARIA VERGINE

In Cammino...

Avviso sacro, ciclostilato in proprio, distribuzione gratuita

Informatore

Parrocchiale

2

IN CAMMINO . . .

MA

RZ

O 2

013

IN CAMMINO . . .

don

Marc

o

2

Siamo i genitori di Marco e nella nostra semplicità cercheremo di tra-smettervi le emozioni che ci hanno accompagnato in questi ultimi anni della nostra vita. L’8 e il 9 giugno 2013, date dell’Ordinazione e della Prima S. Messa di no-stro figlio, riportano il nostro pensiero al momento in cui Marco ci ha co-municato il desiderio di andare in Seminario: il tumulto di pensieri per la

difficile scelta fatta da nostro figlio si è trasformato in noi, con il passare del tempo, in una carica di gioia, di forza e di speranza per la vita di Marco. Le nostre preoccupazioni sono diventate convinzioni profonde, e l’aiuto della preghiera ci ha portato la tranquillità nel cuore. Gli anni del Seminario sono trascorsi tra ansie e timori, ma, con l’aiuto di Dio, ogni volta che Marco raggiungeva con serenità le tappe verso il suo diventare Sacerdote – vestizio-ne, accolitato, lettorato, diaconato – sentivamo riconfermata la sua Vocazione, e anche noi ci sentivamo pronti, come genitori cristiani, a qualsiasi sacrificio e rinuncia per lui: in questi anni la nostra Fede si è arricchita nella speranza e nella gratitudine. Per il grande dono della Vocazione sacerdotale ricevuta da Marco, rinnoviamo quotidia-namente le nostre preghiere al Padre Celeste e alla Vergine Maria affinché orientino il nuovo cammino sacerdotale di Marco, lo aiutino a percorrerlo con umiltà e lo sostengano nelle fatiche apostoliche. Ci siamo sentiti circondati da tanto affetto: parenti, amici, vicini di casa e tutta la Comu-nità di Oreno ci hanno voluto bene e contraccambiamo con un infinito grazie!!! Vogliamo anche esprimere un grande sentimento di gratitudine alla Superiora Suor Ma-ria, a Suor Maria Grazia, Suor Donata e Suor Andreina, per l’affetto e per le loro preghie-re. Un grande grazie lo dedichiamo a Don Mirko, Don Marco e Don Luigi, che ci hanno soste-nuto e aiutato nella Fede. Preghiamo lo Spirito Santo affinché illumini Marco e tutti i nuovi Sacerdoti, doni loro la forza di essere accoglienti, pronti al servizio, ricchi di misericordia e di umiltà. Ciao Marco, le nostre preghiere ti guidino sempre sulle strade del Sacerdozio.

Ti vogliamo bene Mamma e Papà

di Vimercate, nato il 7 gennaio 1977

In data 5 ottobre 2012 viene nominato

Collaboratore Pastorale della Comunità

Pastorale “Visitazione di Maria Vergine”

in Cormano.

15

15 . . . .IN CAMMINO

9 g

iugn

o 2

013

Il 10° anniversario di sacerdozio di Don Andrea e l’ordinazione sacerdotale di Don Marco Fumagalli e di Don

Tommaso Giannuzzi hanno invitato il gruppo giovani della nostra comunità ad una riflessione sul tema della

Vocazione.

Spesso con questo termine indichiamo più cose: dalle doti naturali e dalla predisposizione che ognuno di noi può

avere verso una particolare attività, dalle passioni che nel corso della vita sviluppiamo e dalle cose che troviamo

più appaganti.

Nell’approfondire la nostra riflessione e il nostro confronto abbiamo capito che tutti noi siamo “chiamati” a ri-

spondere ad una vocazione e che tale termine indica qualche cosa in più di una passione o della messa in pratica

dei nostri “talenti”.

La “vocazione” ci sembra essere qualcosa alla quale non possiamo dire di no! Possiamo forse accorgerci più

avanti nel corso della nostra vita di questa chiamata ( non esiste per definizione un’età della vocazione ), ma

nel momento in cui decidiamo di rispondere, la nostra vita non sarà più la stessa e avrà trovato la sua vera di-

mensione.

Inoltre, spesso, si ritiene che la parola “vocazione” si rivolga esclusivamente alle persone che scelgono di consa-

crare la propria vita a Dio e quindi preti e suore.

In realtà, proprio perché ognuno di noi “è chiamato”, abbiamo osservato che ci sono altre scelte di vita ( ad e-

sempio sposarsi e crearsi una famiglia ) o altre professioni ( ad esempio fare il dottore o l’insegnante ) in cui

giocare tutta la propria vita, proprio come fanno i sacerdoti, a favore del prossimo e di un ideale più alto.

Insieme allora abbiamo deciso di intervistare alcune persone della nostra comunità alle quali chiedere della loro

vocazione Nelle coppie che abbiamo incontrato abbiamo notato come la creazione di una famiglia non sia qual-

cosa che nasce nel momento in cui si diventa marito e moglie, ma

si sviluppi dentro ciascuno molto tempo prima, fin da ragazzi.

Nel matrimonio poi, tale “sentimento” trova la sua piena realizza-

zione e la persona con cui si decide di vivere è quella con cui que-

sto desiderio di famiglia trova la sua strada.

Così il matrimonio rappresenta il punto di alto del rapporto di cop-

pia: uno scambio di promesse con il quale si inizia un nuovo per-

corso di vita insieme. La “vocazione” trova così la sua realizzazio-

ne.

Allo stesso modo avere dei figli è il naturale compimento di tale

unione. Abbiamo chiesto a delle insegnanti e dei dottori di parlarci

della loro vocazione: in questo caso ci è sembrato che la scelta

condizioni molto di più la vita perché, a differenza della vita co-

niugale che inizia nell’incontro con la persona “giusta”, nel caso

del lavoro ciò comporta una scelta di studi e di percorsi che biso-

gna intraprendere e che bisogna fare in momenti specifici della propria vita.

In tutti i casi che abbiamo trattato la risposta alla chiamata vocazionale non è priva di difficoltà e in molti casi,

confrontandoci con il mondo che ci circonda, molti non fanno delle scelte responsabili; molti matrimoni entrano

in crisi alle prime difficoltà, molti si adagiano nel mondo del lavoro anche a cose che non condividono perché:

“è così che vanno le cose”

La propria vocazione allora deve essere verificata più volte perché la risposta sia forte e duratura e, soprattutto

nel caso del matrimonio, l’accompagnamento di figure importanti aiuta ad affrontare anche i momenti più diffi-

cili.

Infine abbiamo fatto due chiacchiere con Don Andrea per sapere qualcosa di più della sua esperienza. Come in

molti altri casi anche per il Don aver avuto un parroco che sapesse essere un trascinatore ha acceso in lui la

“lampadina” per una scelta così importante, ma come Don Andrea ci ha detto: “Il motivo per cui sono entrato in

seminario è stato il parroco, ma il motivo per cui sono rimasto è Gesù, perché mi vuole bene davvero, per quello

che sono e anche se riconosco ogni volta i miei limiti, difetti e fragilità nel fare il prete, sono contento”.

Questo è quello che caratterizza la vocazione a fare il sacerdote: sapere che si sta rispondendo direttamente a

Dio e come ci ha detto il Don: “ questo è un vantaggio per noi preti, perché Dio non ti tradisce mai e ha sempre

fiducia in te”.

Il gruppo giovani

14

IN CAMMINO . . .

don

Tom

maso

14

“Eccomi, manda me”!

(Is 6,8) - “Risuona ancore forte dentro di me,

quell’Eccomi che ho pronunciato

insieme ai miei compagni il 29 set-

tembre, quando per l’imposizione

delle mani del nostro Card. Arcive-

scovo, siamo stati ordinati diaconi.

Un Eccomi che racchiude in se i tanti

piccoli “Si” di un cammino vocazio-

nale e di una storia di amore e di

grazia che Dio ha voluto percorrere

insieme con me.

Sono nato in un paese del sud Salen-

to, Martano, a circa 10 Km da O-

tranto, paese ricco di tradizione e di

devozione dove sono stato educato

alla fede. Ma Dio mi ha chiesto di

compiere un percorso simile a quello

di Abramo, lasciando la mia terra

verso una meta dove Lui mi indicava.

Così all’età di 22 anni iniziai il mio

personale cammino di risposta e ade-

sione a quella che era la chiamata di

Dio, nell’ordine dei Frati minori.

L’esperienza della vita conventuale e

la bellezza di una semplicità e umiltà

che contraddistingue l’annuncio e-

vangelico dei frati, mi ha subito fatto

innamorare della figura del serafico

Padre San Francesco.

Purtroppo non sempre ciò che noi

riteniamo il meglio per la nostra vita

in realtà corrisponde a quel disegno

che Dio ha pensato per noi da sem-

pre. Così, con tutta la fatica di un

fallimento sulle spalle, sono rientrato

dopo otto anni nella mia famiglia. La

difficoltà sembrava, non tanto supe-

rare quel momento di buio e di deser-

to che la fede mi chiedeva di vivere,

ma l’umiliazione, il giudizio e il sen-

tirsi additato come chi nella sua vita

non ha fatto che sbagliare tutto, re-

cando ancor più sofferenza ai miei

genitori che a causa dei problemi di

salute e non solo, non ha avuto certo

una vita facile.

Nelle mie notti di preghiera mi ritor-

nava spesso alla mente la scrittura:

“bene per me se sono stato umiliato

così impari ad obbedirti” (Sal

118,71), mancava forse quell’umiltà

che avrebbe permesso di abbando-

narmi totalmente nelle mani di Dio,

cosi come feci quando da un giorno

all’altro mi si è aperta dinanzi la

possibilità di poter insegnare religio-

ne nella diocesi di Milano.

Giunto a Milano ho trovato da subi-

to in don Michele Di Tolve, respon-

sabile per l’IRC un padre che ha sa-

puto farmi riprendere in mano la mia

vita, e per il quale rendo grazie a Dio

di averlo messo sul mio cammino.

Sentivo che in questa scelta si na-

scondeva qualcosa di più grande e

nella preghiera la Scrittura mi ri-

spondeva: “Non temere” (Lc

1,13.30).

Dopo circa due anni di insegnamento

e di pastorale svolta presso la par-

rocchia Maria Ausiliatrice di San

Giuliano Milanese, decisi di entrare

in seminario.

Quei piccoli che ho incontrato in

oratorio, a scuola, e gli ultimi con

cui ho vissuto insieme un anno di

condivisione, avevano aperto i miei

occhi e acceso nel mio cuore la gioia

di una certezza, quella della mia vo-

cazione.

Accolto nella comunità pastorale

delle Visitazione in Cormano, da su-

bito mi sono sentito a casa e non ci

sono parole per esprimere la mia

gratitudine per questa grande fami-

glia che mi ha accompagnato

all’ordinazione diaconale e in parti-

colar modo per la cura che il Parro-

co don Marco Borghi, insieme ai

sacerdoti e le suore della

comunità hanno avuto nei

miei riguardi. Oggi il

Signore mi chiede di

camminare con tanti suoi

figli che vivono nella

chiesa di Merate e Osna-

go, inviandomi tra loro

come servo e compagno

di viaggio per condivide-

re insieme un’avventura che ha come

metà la santità.

Nel dare inizio al mio ministero fac-

cio mie le parole che il Cardinale ha

rivolto a noi diaconi il giorno

dell’Ordinazione, citando Benedetto

XVI: Al cuore del vostro servizio dia-

conale sta il richiamo del Salmo 21

“Annuncerò il tuo nome ai miei fra-

telli”.

Così descrive Benedetto XIV il conte-

nuto di questo annuncio in termine di

testimonianza. Dice il Papa: “La

prima e fondamentale missione che ci

viene dai santi Misteri che celebria-

mo è rendere testimonianza con la

nostra vita. Lo stupore per il dono

che Dio ci ha fatto in Cristo imprime

alla nostra esistenza un dinamismo

nuovo impegnandoci ad essere testi-

moni del suo amore. Diventiamo te-

stimoni quando, attraverso le nostre

azioni, parole e modo di essere, un

Altro appare e si comunica. Si può

dire che la testimonianza è il mezzo

con cui la verità dell’amore raggiun-

ge l’uomo nella storia, invitandolo ad

accogliere liberamente questa novità

radicale. Nella testimonianza Dio si

espone, per così dire, al rischio della

libertà dell’uomo” (Sacramentum

caritatis n.85)

Consapevole di questo rischio, spero

di essere tra gli uomini, autentico

testimone del Vangelo, certo che Co-

lui che ha iniziato in me questo stu-

pendo disegno di amore, lo porterà a

compimento”.

don Tommaso Giannuzzi

LETTERA

(tratto dall’informatore del 21/10/2012

3

3 . . . .IN CAMMINO

don

Marc

o

Carissimo don Marco,

sono il sacerdote più anziano della nostra comunità Orenese ed è grande la mia gioia nel vedere in

te un sacerdote diocesano nella freschezza delle energie giovanili e dello zelo per la Chiesa del Si-

gnore!

A te dedico la mia preghiera e l’ augurio che credo più bello : un sacerdozio fedele, costante ed e-

semplare per il bene delle comunità alle quali sarai destinato. Sii uomo sempre di Dio per il bene dei

fratelli, edificante per pietà e bontà.

Voglio lasciarti anche una riflessione di don Primo Mazzolari, che penso utilissima per il tuo sacerdo-

zio e per la riflessione dei fedeli che la leggeranno:

“Si cerca per la chiesa un uomo

capace di rinascere nello Spirito

ogni giorno.

Si cerca per la chiesa un uomo

senza paura del domani

senza paura dell’ oggi,

senza complessi del passato.

Si cerca per la chiesa un uomo

Che non abbia paura di cambiare,

che non cambi per cambiare,

che non parli per parlare.

Si cerca per al chiesa un uomo

Capace di vivere insieme agli altri

di lavorare insieme,

di ridere insieme,

di amare insieme,

di sognare insieme.

Si cerca per al chiesa un uomo

capace di perdere

senza sentirsi distrutto,

di mettersi in dubbio

senza perdere la fede,

di portare pace dove c’è

l’ inquietudine

e inquietudine dove c’è pace.

Si cerca per la chiesa un uomo

Che sappia usare le mani

Per benedire

E indicare la strada da seguire.

Si cerca per la chiesa un uomo

Senza molti mezzi

Ma con molto da fare,

un uomo che nella crisi

non cerchi altro lavoro,

ma come meglio lavorare.

Si cerca per la chiesa un uomo

Che trovi la sua libertà

Nel vivere, nel servire,

e non nel fare quello che vuole.

Si cerca per la chiesa un uomo

Capace di morire per lei,

ma ancora di più

capace di vivere per la chiesa,

un uomo capace di diventare

ministro di Cristo, profeta di Dio,

un uomo che parli con la sua vita.

Si cerca per la chiesa un uomo.”

Di cuore ti rinnovo auguri cordialissimi e tante preghiere

Don Luigi Meda

4

IN CAMMINO . . .

don

Marc

o

4

Carissimo don Marco

con te ho condiviso quasi intera-

mente il cammino per arrivare al giorno della tua ordinazio-

ne sacerdotale.

E’ stata una delle grandi gioie che hanno caratterizzato il

mio diventare parroco. Tu avevi appena concluso il primo

anno in seminario, iniziavi il ciclo di studi teologici e con te

ho vissuto le tappe del lettorato, dell’accolitato, del diacona-

to, ma anche i momenti di pausa, di ricerca che caratterizza-

no il tempo del discernimento vocazionale.

Con te ringrazio Dio per questo suo dono che sei stato tu per

me, chiamato ad un accompagnamento discreto, dove altri

erano protagonisti della tua formazione pastorale e soprat-

tutto spirituale. Davvero un esercizio di Chiesa molto edifi-

cante.

Ora, diventando presbitero, sarai in comunione ancora più

stretta, perché non solo ci accomunerà la vocazione e la

diaconia, ma anche il servizio della presidenza di una comu-

nità. Il Vescovo ci chiede di essere suoi collaboratori perché

la comunità cristiana cresca nel suo essere Chiesa attraverso

la meditazione della Parola di Dio, la partecipazione ai sa-

cramenti e l’esercizio della carità.

In questo anno della fede ci è stato regalato papa Francesco,

che stiamo imparando a conoscere in fretta perché fin dal primo istante ci ha offerto una testimonianza

semplice, immediata, forte, inequivocabile di ciò che significa essere cristiano.

Nell’omelia ai cardinali il giorno dopo essere stato eletto ha detto:

Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un

Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamo Vescovi, Preti, Cardina-

li, Papi, ma non discepoli del Signore.

Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di cammi-

nare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore,

che è versato sulla Croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo Crocifisso. E così la Chiesa andrà

avanti.

Ti auguro di guardare a lui, come a un vero maestro perché tu possa essere discepolo di Gesù, stru-

mento di comunione nella Chiesa e buon esempio per tutti coloro che il Signore metterà sul tuo cam-

mino o tu stesso avvicinerai.

Un abbraccio fraterno, intenso e bello come quello che ci scambieremo in Duomo la mattina dell’8

giugno.

don Marco Caraffini

Giovedì Santo 2013

13

13 . . . .IN CAMMINO

don

Tom

maso

La nostra comunità cristiana di O-

snago si prepara all’ordinazione sa-

cerdotale di don Tommaso, che ha

condiviso con noi questo suo anno di

diaconato e che resterà a svolgere

tra noi le primizie del suo ministero

sacerdotale.

Sento anzitutto di ringraziare il Si-

gnore per il dono insperato e non ri-

chiesto, ma certo graditissimo, della

presenza di don Tommaso che ha ri-

chiamato me e tutta la comunità che

la “dimensione ministeriale” (= di

“servizio”) è costitutiva della vita cri-

stiana.

Sento di pregare il “padrone della messe, perché mandi operai nella sua messe”, in un tempo che è di ca-

renza di vocazioni religiose e sacer-

dotali.

Ma dovrebbe diventare la preghiera

continua di ragazzi, adolescenti e

giovani ripetendo le parole del giova-

ne ricco del vangelo: “ Signore che cosa devo fare ?”, o del piccolo Samuele: “Parla o Signore, che il tuo servo ti ascolta !”. Dovrebbe diventare la preghie-

ra continua dei genitori che

chiedono per il loro figli che in

loro cresca un amore mai me-

diocre, ma largo, generoso, co-

raggioso, capace di grandi gesti

di donazione, perché non c’è a-

more più grande (e non c’è gioia

più grande) che il dare la vita

per quelli che si amano.

E’ da un amore così che vengono fuo-

ri certe vocazioni, allo stato religioso

sacerdotale.

Dovrebbe diventare la preghiera con-

tinua di anziani e malati, che offro-

no, per le vocazioni, anche la loro

sofferenza.

E a don Tommaso l’augurio che papa

Francesco lo scorso 21 Aprile ha ri-

volto durante il rito di ordinazione

sacerdotale celebrato in San Pietro:

“oggi vi chiedo in nome di Cristo e della Chiesa: per favore, non vi stan-cate di essere misericordiosi … Ab-biate sempre davanti agli occhi l’esempio del Buon Pastore, che non è venuto per essere servito, ma per servire, e per cercare di salvare ciò che era perduto”.

don Costantino

con la comunità di Santo Stefano in Osnago

12

IN CAMMINO . . .

9 g

iugn

o 2

013

IN CAMMINO . . .

don

Tom

maso

12

Dalla Puglia a Venegono passando per Assisi….

“La certezza della mia vita, e quindi delle mie scelte è soltanto Dio, la parola con cui Lui mi ha chiamato. Io gli ho dato solo la mia disponibilità” La storia di una vocazione è sempre colma di fascino e mistero. Quella di don Tommaso parte da un luogo lontano…, Martano in Puglia e da un tempo lon-tano. Inizialmente entrò in convento nei Frati Minori, perché la proposta di vita evangelica di San Francesco, sembrava quella più consona per vivere il suo cammino con Gesù. Non fu così. Questa esperienza fu la partenza, che per vari motivi si interruppe. Dopo un breve periodo trascorso in famiglia, la voce del Signore lo chiamò a Milano, come insegnante di religione e responsabile di un Oratorio. Fu proprio in questa duplice esperienza, che nacque la seconda chiamata! Questa volta nel Seminario di Severo e poi Venegono. Ormai in uscita, don Tommaso certamente avrà una visione del prete diversa rispetto a quella iniziale. Visione più chiara e approfondita, anche se ancora da proseguire e completare in un av-ventura sempre nuova. Infatti l’esperienza della vita quotidiana, con i suoi interrogativi e problemi, è uno degli strumenti più efficaci che Dio possiede per formare un sacerdote. Sicuramente tra i libri più importanti per la formazione di don Tommaso, ci sono state le persone e gli avvenimenti con cui il Signore lo ha accompagnato. Tra questi c’è anche la nostra Comunità Pastorale, dove con la sua discreta e laboriosa pre-senza ha dato piena testimonianza di servizio e disponibilità. Ora il suo essere prete sarà arricchito da nuovi incontri e vi-cende, anche se come “si fa il prete”, resta un mistero di Dio, che solo Lui conosce e svela ogni giorno di più, solo Lui cu-stodisce, legandolo al Suo progetto su don Tommaso. Da tutta la Comunità buon cammino don Tommaso!!!

Paola & Marco Gerosa

5

5 . . . .IN CAMMINO

don

Marc

o

Meno di un anno fa, Don Marco Fumagalli, ormai diventato per noi Don Marchino, é arri-vato nella nostra parrocchia sotto gli occhi di tutti, chi curioso e chi meno.

La prima volta che lo abbiamo incontrato, al catechismo, ci ha parlato di lui, della sua storia, senza preoccuparsi di dover fare bella figura: semplicemente si é aperto a noi, affinché noi po-tessimo fare lo stesso.

E cosí é stato: sono bastati solo pochi mesi per capire davvero che lui era dalla nostra parte, che era sempre disponibile, che non c'era bisogno di tenere tutto dentro, serviva sfogarsi. Ci ha raccontato di quanto scrivere gli abbia fatto aprire gli occhi, di come parlare con il suo don lo abbia aiutato, di come le persone lo abbiano sorpreso.

E così noi iniziammo ad aprirci con lui, proprio per il suo modo di mettersi alla pari con noi. Non ci ha mai fatto credere di essere superiore a noi ma una persona con cui parlare tranquil-lamente essendo subito capiti. Sì perchè don Marco Fumagalli è sempre riuscito a capirci con un solo sguardo e sempre pronto a risolvere i nostri problemi, come un amico.

Irene e Giorgia

6

IN CAMMINO . . .

don

Marc

o

6

Caro don pittore,

Sono passati ormai 12 anni dalla prima

volta che ci siamo recati a Vimercate, per

la consulta delle “sentinelle del matti-

no”: da quel giorno, tante volte ci siamo

incontrati per organizzare le catechesi, le

serate di preghiera e per mettere in co-

mune sentimenti, progetti e cammini spi-

rituali.

Nei nostri incontri ci siamo dati un obietti-

vo: assumere i sentimenti del Figlio, e la

stessa passione per il Regno…. infatti, a te

non bastava fare catechesi ai ragazzi, ma

sentivi il desiderio di convertire i tuoi sen-

timenti e le tue emozioni, i tuoi gusti per

adattarli a quelli di Cristo.

Ti sei impegnato a “scoprire il senso

della vita” , hai camminato sulle orme di

Gesù e il tuo apostolato ha brillato con i

colori del Vangelo.

In ogni istante hai sentito che il Padre era

all’opera per formarti e che Dio non face-

va nulla senza la tua partecipazione.

E’ diventato indispensabile imparare ad

abbandonarsi e ad acquisire quella libertà

interiore che ti ha consentito di lasciarti

formare dalla vita e per tutta la vita.

Non è un gioco di parole: è piuttosto quel-

la gran saggezza della mente e del cuore

tipica di chi ha imparato ad imparare.

Sei diventato libero di cogliere in ogni cir-

costanza la mano del Padre. Sei diventato

libero: ti sei lasciato toccare, educare, i-

struire, mettere in crisi, convertire, lascia-

to plasmare…. La tua vita ha parlato per-

ché il tuo cuore ha ascoltato.

Stupendo è stato il tuo cammino di for-

mazione per raggiungere il progetto che

Dio aveva pensato per te.

Nel discorso della montagna Gesù dichiara

“beato chi ha fame e sete… “ Mt. 5,6.

Questa è stata la beatitudine che ha so-

stenuto la scelta della tua vocazione.

Per anni sei andato alla scuola di Gesù,

che io chiamo “scuola del desiderio” e lì

hai percepito le sue proposte:

Alla scuola del desiderio hai imparato la

disciplina del silenzio per

poter cogliere i Suoi inviti.

Alla scuola del desiderio, hai

appreso l’arte sottile

dell’ascolto, hai affinato la sensibilità e

l’udito.

Alla scuola del desiderio il tatto si è sensi-

bilizzato: da presa aggressiva è diventata

carezza, tenero abbraccio che sostiene.

Alla scuola del desiderio l’occhio è diven-

tato penetrante, capace di guardare lon-

tano e di cogliere chi ha bisogno del tuo

aiuto.

Così pian piano il desiderio ha attraversa-

to il tuo corpo, ti ha cambiato, ti ha edu-

cato: sei diventato accogliente e capace di

amare in modo concreto, con gesti e pa-

role.

La conformazione a Cristo è passata at-

traverso un’intensa vita di preghiera, la S.

Messa quotidiana, la direzione spirituale

mensile, gli esercizi.

Don Marco: ora la Chiesa è nelle tue ma-

ni. Gesù ti chiede adesso di colorarla con

la Sua fantasia.

Ogni persona è come un pastello colorato:

c’è chi ha un colore allegro e simpatico,

c’è quello che brilla d’intelligenza, c’è chi

ha i toni forti del coraggio e della genero-

sità e chi quelli tenui della fantasia.

Non puoi vivere e lavorare da solo altri-

menti la tua vita diventa monocolore: una

vita in tinta unita. Insieme ai tuoi parroc-

chiani mettiti a dipingere la comunità con

mille colori: investi generosamente nei

tuoi pastelli, spendi senza risparmio quan-

to di buono, di bello hai dentro di te per-

chè la tua vita sia una pagina ricca dei co-

lori del Vangelo.

Prendi da Gesù la forza di dipingere un

grande arcobaleno dove adulti e bambini,

neri e bianchi, si danno la mano per fare

un grande girotondo con i colori dell’ A-

more, della pace, della giustizia e della

collaborazione,

Rendi la tua vita apostolica gioiosa: come

una pagina piena di colori.

11

11 . . . .IN CAMMINO

don

Tom

maso

Tu sei Sacerdote per sempre “Ogni buon regalo e ogni dono perfetto

viene dall’alto e discende dal Padre della luce” (Gc 1,17)

Volentieri e con gioia ho accolto l’invito di scrivere un breve articolo sul vostro giornale parrocchiale, in oc-

casione dell’Ordinazione Sacerdotale del nostro don Tommaso. E’ un dono davvero grande per tutti noi e lo

viviamo in rendimento di grazie a Dio e alla Santa Chiesa di Milano.

Noi vogliamo molto bene a don Tommaso, lo conosciamo da sempre e abbiamo seguito il suo lungo cammino

di discernimento nella preghiera e con affetto ed ora gioiamo pienamente per la sua Ordinazione Sacerdotale.

Quanto abbiamo pregato, e ancora continuiamo a farlo, per il “dono” di numerose e sante vocazioni sacerdota-

li!

La speranza che non delude (cfr. Rm 1,5) è stata premiata e un altro dono è oggi nelle nostre mani: un grande

dono fatto non soltanto alla Chiesa diocesana di Milano, ma anche alla nostra Chiesa Martanese. Volendo ri-

chiamare quanto Paolo scrive ai Romani, possiamo dire che l’amore di Dio è stato riversato nel suo cuore per

mezzo dello Spirito Santo e, mediante il Sacramento dell’Ordine, lo ha reso sacerdote in eterno, Pastore con il

cuore di Cristo.

Sappiamo tutti che il sacerdozio ministeriale imprime, in coloro che Cristo sceglie per il ministero, una

impronta interiore, nuova e indelebile. Con Paolo VI possiamo affermare che “Cristo stampa in ciascuno di

loro il suo volto umano e divino. Conferisce ad essi non solo una sua ineffabile somiglianza, ma altresì una

sua potestà, una sua virtù, una capacità di compiere azioni che solo la divina efficacia della sua parola at-

testa e della sua volontà realizza” (cfr. Paolo VI, Discorso, Bogotà, 22 agosto 1968). Questa è la dimensione

cristologica di noi sacerdoti che, con il sacramento, diventiamo alter Christus o ipse Christus. Quindi, quando

a nome della Chiesa insegniamo, quando offriamo il sacrificio eucaristico, quando celebriamo i sacramenti,

agiamo in persona Christi, il che vuol dire – come spiega il Beato Giovanni Paolo II nella Lettera Dominici

Cenae – di più che “a nome”, oppure “nelle veci” di Cristo. “In persona”: cioè nella specifica, sacramenta-

le identificazione con il “Sommo ed eterno Sacerdote”... » (n. 8).

Caro don Tommaso, questo è il meraviglioso progetto di vita che sta di fronte a te e che oggi fai tuo col

dire: “Si, con l’aiuto di Dio, lo voglio”. Sei in grado di fare tu stesso ogni deduzione necessaria per essere

sempre un prete secondo il cuore Cristo.

Il mio augurio per te lo traggo dalle parole del Rituale:

«Sii consapevole di quanto farai, sii imitatore di ciò che com-

pirai e ispira la tua vita al mistero della croce del Signore». In

queste frasi è espressa sinteticamente quell’esigenza

d’interiorizzazione che comporta spazi di silenzio, momenti di

riflessione, clima di raccoglimento, la devota celebrazione quo-

tidiana, l’uso appropriato dei mezzi offerti dalla tradizione spi-

rituale della Chiesa e il coraggio e la costanza di attuarli.

Ti accompagni in questa avventura sacerdotale la Vergi-

ne Maria, l’Assunta in cielo, Madre dell’Eterno Sacerdote. A

Lei sappi ricorrere sempre, con filiale devozione, in ogni diffi-

coltà che possa rallentare il dinamismo del tuo ministero. In Lei

troverai sempre aiuto, conforto e rinnovato slancio apostolico.

Auguri di ogni bene nel Signore caro Tommaso; io e l’intera

comunità parrocchiale ti seguiamo sempre con grande affetto.

Milano 08 Giugno 2013

Parrocchia Maria Ss.ma Assunta – Martano

Sac. Massimo DE DONNO - Parroco

10

IN CAMMINO . . .

don

Tom

maso

10

E’ solamente un piacere scri-

vere un articolo su don Tom-

maso Giannuzzi.

La conoscenza della sua per-

sona, della sua famiglia, della

sua comunità di origine di Martano (LE) mi con-

sente di raccontare qualcosa che, penso, possa

aiutare tutti a scoprire un po’ di più questo

“personaggio misterioso”, forse ai più sconosciu-

to

Chi è Tommaso? Tommaso (nato a Galatina in

provincia di Lecce il 17 settembre 1975) è arri-

vato da noi a Brusuglio nel settembre 2009, dopo

una prima esperienza vocazionale dai frati fran-

cescani e l’insegnamento della religione cattolica

presso l’ufficio diocesano di Milano.

Grazie all’aiuto di don Michele Di Tolve

(responsabile dell’IRC), ha compreso meglio la

chiamata al sacerdozio ed è entrato nel seminario

diocesano (a Seveso). Poiché la sua famiglia abi-

tava (abita e abiterà…) ancora a Martano, il se-

minario ha sentito importante affidarlo ad una

comunità pastorale affinchè ci fosse

un’accoglienza ed un accompagnamento eccle-

siale in questi anni di formazione. Ed eccolo

qua!

Tommaso ha svolto un oratorio feriale a Ospita-

letto nel 2010, dando prova di capacità organiz-

zative e passione educativa e svolgendo l’anno

successivo il servizio domenicale presso Brusu-

glio. In seguito, i percorsi formativi previsti dal

seminario hanno portato Tommaso a fare espe-

rienze in altri oratori, ma risiedendo canonica-

mente sempre a S. Vincenzo. In questi ultimi

anni ha condiviso tanti piccoli momenti di spiri-

tualità e fraternità con i preti e le suore (quando

tornava dal seminario) ed è stato sempre apprez-

zato da tutti noi, oltre che nelle parrocchie ove

ha svolto un servizio pastorale.

Di animo semplice ma con stile caparbio, Tom-

maso ha anche insegnato religione presso diverse

scuole superiori, aiutando tanti studenti a con-

frontarsi culturalmente con Dio e le tematiche

religiose.

È stato bello conoscere la sua famiglia e la sua

parrocchia di origine l’estate scorsa, l’agosto

2012. Facendo qualche giorno di vacanza nel

Salento, ho avuto modo di conoscere meglio Pa-

ola, Giuseppe (sorella e fratello), i “futuri” co-

gnati Salvatore e Letiziae , la mamma Lucia e il

papà Leonardo.

Grande accoglienza! E

che tavolate!

Al Sud è una cosa inde-

scrivibile! Anche don

Massimo, parroco di

Martano nella diocesi di

Otranto, è stato gentilis-

simo, presentandomi alla

comunità cristiana in

occasione della Festa

dell’Assunta (con super-

processione alla presen-

za di tutto il paese e del-

le autorità civili). Il vis-

suto di Chiesa di Tommaso è quello popolare,

sano, delle nostre parrocchie, sempre intente a

dare il massimo nella formazione di base sempli-

ce (quella che rimane per tutta la vita!), nella vita

sociale delle persone, anche se con qualche tradi-

zione diversa rispetto al Nord. Tommaso ha co-

nosciuto il Signore attraverso la sua parrocchia,

cercando poi risposte alla sua vita anche nei con-

venti francescani e, in ultimo, nella diocesi di

Milano.

Il seminario è sempre stato ricco di fiducia verso

di lui. Il rettore, infatti, gli sempre dato incarichi

delicati in situazioni pastorali complesse, confi-

dando nella sua maturità e nel suo senso di re-

sponsabilità.

Ora don Tommaso diventa sacerdote. Avrà una

destinazione pastorale in mezzo ai giovani, anco-

ra, al momento, da definire. Tuttavia, nel tumul-

to dei prossimi anni, dove ci sarà da

“sbaraccare” tutto quello imparato in seminario e

da “riconvertire” secondo la vita reale delle per-

sone, don Tommaso potrà contare su di noi. Una

comunità pastorale l’ha accolto e l’ha sostenuto

in questi anni intensi di formazione, facendogli

anche un po’ da famiglia. Ora più che mai avrà il

nostro sostegno, con la comunione della preghie-

ra e la disponibilità al suo futuro.

Buon sacerdozio, don Tommaso!

Il parroco Don Marco Borghi

7

7 . . . .IN CAMMINO

don

Marc

o

Se dovessi pensare al primo incontro con don Marco Fumagalli mi verreb-be immediatamente un moto di umo-rismo….

Era venerdì 5 ottobre 2012 ore 14 circa, a Brusuglio. Come sacerdoti e religiose della Comunità Pastorale “Visitazione di Maria Vergine” di Cormano ci eravamo trovati insieme per andare a Milano in Arcivescovado dal Cardinale Scola a conoscere il nuovo diacono destinato alle nostre parrocchie. Con noi c’era anche don Tommaso Giannuzzi, anch’egli diacono, appartenente canoni-camente alla parrocchia di S. Vincenzo. Ci sembrava bello andare anche con lui per poi sapere dove sarebbe stato desti-nato. Mentre eravamo lì ad aspettare il bus, si fa vicina a noi una persona. È un com-pagno di Tommaso. Si presenta come don Marco Fumagalli. Piacere. Dopo poche battute, si scopre che è …. il no-stro diacono! Con una sorpresa mista ad un po’ di incredulità da parte anche di tutti gli altri, facciamo il viaggio insieme per andare in Curia. Il sospetto rimane sempre che sia uno scherzo…. Intanto don Marco ci spiega perché, probabilmente, sarà lui la persona “attesa”. L’Arcivescovo confermerà poco più tar-di, pubblicamente, in udienza generale, la fondatezza dell’anticipazione…. Questo piacevole esordio è subito con-tro-bilanciato dall’incidente stradale di don Claudio, solo 22 ore più tardi. Tutti

noi precipitiamo in uno stato di grave apprensione per le sue condizioni di salute e per la nostra situazione pasto-r a l e c o s ì o r a s e r i a m e n t e “precaria” (erano appena stati trasferiti e non sostituiti suor Angela, suor Moira e don Massimo; ora don Claudio in ospe-dale, almeno per tre mesi….). In questo suo arrivare don Marco Fuma-galli è stato però subito all’altezza della situazione, mettendosi generosamente al servizio di qualsiasi necessità della Comunità Pastorale. E’ vero che non era di “primo pelo” (don Marco è nato il 7 gennaio 1977….). Però…sempre neofita era…. Eccolo, allora, all’opera: c’era da fare catechismo, e lui faceva catechismo. C’era da predicare, e lui predicava. C’era da portare le comunioni ai malati, e lui andava. C’era da benedire le fami-glie per Natale, e lui girava per le vie ancora sconosciute del paese a portare la buona notizia dell’Incarnazione. C’era da programmare le catechesi per i ra-gazzi, e lui si butta a conoscere e a pro-porre. E via così. Poi i momenti di fraternità: dalle cene insieme agli altri preti/suore ai primi inviti a casa delle famiglie, alle pizzate/serate con i giovani. Infine i momenti di fede: la preghiera al mattino e alla sera con il sottoscritto e/o gli altri sacerdoti e suore, i momenti di scambio della fede, i confronti sulla vita ecclesiale della nostra diocesi e della Chiesa universale. Tutto questo mi fa comprendere quanto sia un DONO la presenza di don Marco in mezzo a noi. Oggi come oggi la crisi vocazionale si fa sempre sentire. Forse, però, non è tan-to il numero di vocazioni di speciale consacrazione ciò che può far paura. Anche se oggi ci sono meno preti non importa…. Oggi la scommessa (e don Marco sta dimostrando di riuscirvi) sta nelle virtù spirituali del pastore, nell’umanità del consacrato, nella sua capacità di essere contemplativo e in ascolto di Dio e della Chiesa. Oggi cen-trale non è la capacità organizzativa, né l’essere brillanti o sempre capaci di af-frontare qualsiasi situazione. Tutte que-ste cose sono tutte utili, ma non sono lo specifico del sacerdozio. No, il discepolo di Gesù non è un superman della Chie-sa. Oggi il pastore deve essere soprat-tutto un credente. Oggi il prete deve

essere innanzitutto uno che aiuta gli altri ad incontrare Gesù con la povertà della sua persona, ma anche con la forza del dono di Dio riposto in lui. Oggi il pastore è una persona che cammina con gli altri, nelle contraddizioni del tempo, figlio anche lui del suo tempo. Questo è il prete. Questa è la persona che ha biso-gno la gente, al di là di tutte le legittime richieste di soddisfacimento dei propri bisogni. Tutto questo è bello, infinitamente bello. Tutto questo appartiene alla verità del sacerdozio e quindi è autentico. Il mini-stero così assume i lineamenti del ri-spetto della persona e, contemporanea-mente, della presenza di Gesù! Benvenuto quindi nel ministero sacerdo-tale, don Marco. Sarà ricco di croce e momenti di rinnegamento di sé. Ci sa-ranno tante sconfitte e spesso non riu-scirai a trovare il bandolo della matassa della tua vita e di quella degli altri. Ti sembrerà, a volte, di esserti addirittura perso nella vita. Ma la grandezza di questa vocazione sta proprio in questo: ritrovare la tua vita dopo averla persa, ritrovare il centuplo delle relazioni dopo averle abbandonate, sentire la ricchezza del sacerdozio quando si avverte che tutto il bene realizzato è solo frutto della potenza di Dio, di cui tu ti sarai fatto strumento fedele e obbediente. Benvenuto nella nostra Comunità Pasto-rale di Cormano, don Marco. La tua famiglia ti ha generato e il tuo oratorio di origine ti ha fatto crescere. Hai vissuto fin da giovane i doni e le miserie della Chiesa. Eppure tu oggi sei in mezzo a noi. Ti accogliamo con amicizia e fede. Ti accompagniamo in questo tuo “diventare” prete, certi che una parte del cammino della tua vita saremo proprio noi. Ti affidiamo, insieme agli altri preti, suore e laici impegnati, il futuro spiritua-le dei nostri ragazzi, con disponibilità a cercare insieme le strade nuove del Vangelo nella Chiesa di oggi. Ti auguriamo che il dono di Dio riposto misteriosamente in te possa portare frutti di amore per Cristo. E ti promettiamo una preghiera tutti i giorni al Signore e a Maria, affinchè tu sia sempre il primo a fare la volontà di Dio. In Cristo

Il parroco Don Marco Borghi

8

IN CAMMINO . . .

9 g

iugn

o 2

013

8

Ottobre 2003

linea verde...il grande albero...queste

sono le prime parole della relazione

che don Domenico scrisse al consi-

glio di allenatori e dirigenti dopo es-

sere diventato presidente…

"mi trovo davanti ad un grande

complesso, ad una grande struttura,

a tante persone che collaborano, che

girano e "abitano" l'oratorio e di que-

sto non posso che essere conten-

to....perchè ritengo importante se-

guire in modo diretto questo ambi-

to educativo...esso è simile a un

granello di senape che è il più pic-

colo di tutti i semi ma quando cre-

sce diventa il più grande albero".

ciao marcob

In occasione di questa ricorrenza

i fedeli della comunità di Ospitaletto

ringraziano il Signore per aver donato nella storia della loro Chiesa Don Domenico.

Con gratitudine ricordano gli anni e il cammino percorsi insieme.

9

9 . . . .IN CAMMINO

don

Tom

maso

nato a Galatina (LE) il 17 Settembre 1975, dopo un’esperienza vocazionale presso i Francescani, ha insegnato religione nelle scuole della Diocesi di Milano. Entrato successivamente nel Seminario di Milano, dal 2009 è residente canonicamente nella parrocchia S. Vincenzo D.M. di Brusuglio. Nell’estate 2010 ha svolto l’oratorio estivo a Ospitaletto. In questi anni ha collaborato con varie attività pastorali nei tre oratori.

RENDIAMO GRAZIE AL SIGNORE! Caro Tommaso,

sembra ieri quando umilmente hai detto "SI" alla tua vocazione e ti sei messo in cammino nella Luce del Signore.

Oggi finalmente sei giunto alla tua "Ordinazione Sacerdotale", in questa tappa così fondamentale del tuo cammino di Fede

ti siamo vicini e ti auguriamo con immensa gioia che il "Signore" conferma in te

quel sacerdote con una vocazione autentica, che riesce ad entrare nel cuore della gente

con onestà, umiltà e semplicità, comunicando i veri valori del cristianesimo. La nostra famiglia ancora una volta rende grazie al Signore

per il dono che attraverso di te ci ha offerto.

Anche se in questo giorno per te importante mamma e papà per motivi di salute

come tu già sai non possono essere a Milano con te, sappi che ti sono sempre vicini

e sono lì con te nel tuo cuore, come tu sei con essi nel loro cuore.

GRAZIE DI ESISTERE E DI ESSERCI SEMPRE...... TI VOGLIAMO INFINITAMENTE BENE!!!

La tua famiglia.