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GRAZIE DON EMILIO! Don Emilio questa domenica la Comunità Pastorale “Visitazione di Maria vergine” di Cormano, e in modo parcolare la Parrocchia di Brusuglio, saluta e ringrazia per il ministero sacerdotale che hai donato alle nostre Comunità. Quaro anni di lavoro intenso a servizio di ragazzi, giovani, famiglie, anziani e condiviso con i pre, le suore e i laici della Comunità Pastorale che fa della “comunione” il cuore e la sorgente di ogni proposta e cammino pastorale. Da poco hai iniziato la nuova avventura di Parroco a Cabiate e sono certo che hai “cambiato vita”, la modalità di incontrare e di ascoltare le persone, di offrire proposte e cammini. In ques mesi sarai fao più volte le domande: ce la farò, la gente sarà contenta, sarò in grado di affrontare la nuova situazione, di meermi in gioco? Non temere, il Signore non mancherà di accompagnare il tuo ministero perché “tuo è Grazia” e dono suo e ogni volta che ci ripieghiamo su noi stessi alla ricerca di graficazioni umane, di riconoscimen e consolazioni, ci allontaniamo dalla sua luce per percorrere strade – come dice Papa Francesco – troppo “mondane” Mentre rivolgo queste parole le dico a me stesso, del resto in ques anni abbiamo condiviso il lavoro pastorale nella “diaconia” della Comunità Pastorale confrontandoci e dialogando insieme agli altri pre: don Samuele, don Marco, don Alessandro, don Silvano, le suore e “camminando” accanto a tan fratelli e sorelle della Comunità. Concludo ques pensieri con un augurio trao dal libro di don Angelo Casa (prete e scriore della Diocesi di Milano) dal tolo: “Diario di un curato di cià” che mi ha aiutato a iniziare il servizio nella Comunità Pastorale di Cormano e sono certo aiuterà anche te a compiere i primi passi nella nuova Comunità di Cabiate. “Quante volte mi sono sorpreso a sognare uno spazio strappato alla noe, in cui sostare e appuntare su fogli di carta le emozioni pate lungo la giornata, quasi quodianamente, dietro i vol, dietro le storie, dietro lo Spirito che le accende. Per chi interpreta il suo essere parroco nella cià come un essere mandato, compagno di viaggio – e quale viaggio – degli uomini e delle donne d’oggi, viene spontaneo immaginare le strade della cià non solo come il luogo del rumore, ma anche della sorpresa: gli incontri imprevis, a volte brevi, ma non per questo insignifican. Strade della ricerca, strade di accompagnamen invisibili, strade della Grazia. Piccoli scampoli di cielo, tra casa e casa.” Auguri don Emilio di buon cammino, sono sicuro che il Signore non mancherà di “custodire” i passi del tuo ministero nella nuova Comunità di Cabiate. don Gigi Saggezza e Follia ... Don Emilio, nel giorno in cui diciamo il nostro grazie per il ministero vissuto con noi e tra noi facciamo gli auguri con queste parole di Mounier: “Mi raccomando: cresci in saggezza e follia!”. Veramente non ce n’è bisogno, perché la saggezza e la follia appartengono da sempre … Ti si leggono negli occhi, penetran e ironici … Ti si leggono nei passi, leggeri e dinamici. Ti si leggono nel cuore. Per questo, non temere il trascorrere del tempo, perché il tempo è nemico di chi si lascia andare a malinconiche nostalgie, di chi non manene intaa la sua libertà, di chi non cerca di vivere in pienezza, di chi si occupa solo di sé. Pensando a te, ci è tornato alla mente questo racconto di Paulo Coelho: «Il rabbino Elimeleck aveva fao una bella predica in una cià e stava tornando al suo paese natale. Per rendergli omaggio e dimostrargli gratudine, i fedeli decisero di seguire la carrozza di Elimeleck fino all’uscita dalla cià. Ad un certo punto, il rabbino fermò la carrozza, chiese al cocchiere di proseguire senza di lui e si mise a camminare insieme al popolo. “Un bell’esempio di umiltà”, disse uno dei fedeli accanto a lui. “Non c’è nessuna umiltà nel mio gesto”, rispose Elimeleck, “Voi qua fuori state facendo esercizio, cantando, bevendo vino, fraternizzando con gli altri, trovando nuovi amici, e tuo per via di un rabbino che è venuto a parlarvi dell’arte della vita. Allora, lasciamo pure che le mie teorie proseguano su quella carrozza, perché anch’io voglio partecipare alla voglia di vivere». Don Emilio sei stato così: hai condiviso l’arte della vita, della voglia di vivere. Connua ad essere così, perché … solo così sarai amato e cercato dalla tua “nuova gente”. don Marco, don Alessandro e le suore 35 - 14 Ottobre 2018 AVVISO SACRO - CICLOSTILATO IN PROPRIO - DISTRIBUZIONE GRATUITA PARROCO don Gigi Musazzi tel. 02/45.49.96.63 - 339/13.68.297 - [email protected] - www.chiesadicormano.it CORMANO > don Marco Fumagalli tel. 02/87.21.37.15 - 338/30.64.215 [email protected] BRUSUGLIO > don Emilio Rimoldi tel. 02/36.68.77.55 - 392/26.35.957 [email protected] OSPITALETTO > don Alessandro Bonura tel. 02/66.30.25.14 - 348/77.01.416 [email protected] - Suore tel. 02/89.35.46.42 MOLINAZZO > don Silvano Colombo tel. 02/66.30.24.09 - 338/74.57.985 [email protected] SAN PAOLO VI, IL PAPA CHE ISPIRA BERGOGLIO Strano desno, quello di Paolo VI. È stato prima cricato, poi contestato e infine semplicemente dimencato, messo da parte senza tan complimen, bollato con definizioni parcolarmente graffian: “il Papa del dubbio”, “Amleto”, “Paolo Mesto”. Riguardando oggi la sua figura, Paolo VI risulta essere stato ben altro. Fu il primo Papa a varcare i confini italiani. Dopo 2000 anni fece sì che Pietro tornasse in Terra Santa. Viaggiò in Africa, America, Oceania e Australia, Asia, fin quasi alle porte della Cina. Fu il primo Pontefice a tenere un discorso alle Nazioni Unite, a New York parlò lunedì 4 oobre 1965, con quel «Mai più la guerra». Giovanni Basta Monni fu perfino il primo Papa vima di un aentato, in direa Tv. Accadde nelle Filippine, a Manila, nel novembre 1970: Paolo VI scampò alla coltellata del piore boliviano Benjamin Mendoza, che per altro lo ferì, soltanto grazie alla prontezza del suo segretario, don Pasquale Macchi, che spinse di lato l’aentatore. Paolo VI ha “tragheato nel mondo” la Chiesa uscita dal Concilio. Ha dialogato con la modernità senza fuggirla o condannarla a priori. Ha affrontato con le nude armi del Vangelo la guerra del Vietnam. È opportuno oggi far memoria di quello che fu e fece Giovanni Basta Monni perché adesso samo vivendo una stagione ecclesiale che tanto deve al Papa d'origini bresciane. Compreso l'accento sulla misericordia, che ha colorato il recente Anno Santo. Già, perché tra gli ispiratori di Jorge Mario Bergoglio c'è sicuramente questo suo predecessore. Papa Francesco non ne fa mistero. Più che le parole, però, come sempre, contano i fa. E allora: la Chiesa in uscita, la Chiesa sinodale, cioé quella del camminare insieme, la Chiesa che scruta i segni dei tempi senza falsi omismi ma senza arroccarsi, più compagna di viaggio che fredda precerice, questa Chiesa che respiriamo ogni giorno ha in sè tanto di Paolo VI. Non a caso fu lui che nel discorso con cui chiuse il Concilio vacano II, il 7 dicembre 1965, parlò di una Chiesa «samaritana», «ancella dell'umanità», più incline a «incoraggian rimedi» che a «deprimen diagnosi», a «messaggi di fiducia» che a «funes presagi». Una ragionata gratudine Bergoglio l'ha espressa a voce alta il 19 oobre 2014, proclamando beato Monni. «Nei confron di questo grande Papa», disse Francesco, «di questo coraggioso crisano, di questo instancabile apostolo, davan a Dio non possiamo che dire una parola tanto semplice quanto sincera ed importante: grazie! Grazie nostro caro e amato papa Paolo VI! Grazie per la tua umile e profeca tesmonianza di amore a Cristo e alla sua Chiesa! Nelle sue annotazioni personali, il grande moniere del Concilio, all’indomani della chiusura dell’Assise conciliare, scrisse: "Forse il Signore mi ha chiamato e mi ene a questo servizio non tanto perché io vi abbia qualche atudine, o affinché io governi e salvi la Chiesa dalle sue presen difficoltà, ma perché io soffra qualche cosa per la Chiesa, e sia chiaro che Egli, e non altri, la guida e la salva"». «In questa umiltà risplende la grandezza del beato Paolo VI», proseguì Bergoglio, e sono riflessioni che non cessano d'essere auali: «mentre si profilava una società secolarizzata e osle, ha saputo condurre con saggezza lungimirante - e talvolta in solitudine - il mone della barca di Pietro senza perdere mai la gioia e la fiducia nel Signore. Paolo VI ha saputo davvero dare a Dio quello che è di Dio dedicando tua la propria vita all’"impegno sacro, solenne e gravissimo: quello di connuare nel tempo e di dilatare sulla terra la missione di Cristo”, amando la Chiesa e guidando la Chiesa perché fosse "nello stesso tempo madre amorevole di tu gli uomini e dispensatrice di salvezza”». Oggi il Beato Papa Paolo VI viene proclamato Santo, meamoci alla sua scuola per imparare a dialogare con gli uomini del nostro tempo e annunciare loro la speranza che viene da Cristo.

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GRAZIE DON EMILIO!

Don Emilio questa domenica la Comunità Pastorale “Visitazione di Maria vergine” di Cormano, e in modo particolare la Parrocchia di Brusuglio, ti saluta e ti ringrazia per il ministero sacerdotale che hai donato alle nostre Comunità. Quattro anni di lavoro intenso a servizio di ragazzi, giovani, famiglie, anziani e condiviso con i preti, le suore e i laici della Comunità Pastorale che fa della “comunione” il cuore e la sorgente di ogni proposta e cammino pastorale. Da poco hai iniziato la nuova avventura di Parroco a Cabiate e sono certo che hai “cambiato vita”, la modalità di incontrare e di ascoltare le persone, di offrire proposte e cammini. In questi mesi ti sarai fatto più volte le domande: ce la farò, la gente sarà contenta, sarò in grado di affrontare la nuova situazione, di mettermi in gioco? Non temere, il Signore non mancherà di accompagnare il tuo ministero perché “tutto è Grazia” e dono suo e ogni volta che ci ripieghiamo su noi stessi alla ricerca di gratificazioni umane, di riconoscimenti e consolazioni, ci allontaniamo dalla sua luce per percorrere strade – come dice Papa Francesco – troppo “mondane” Mentre ti rivolgo queste parole le dico a me stesso, del resto in questi anni abbiamo condiviso il lavoro pastorale nella “diaconia” della Comunità Pastorale confrontandoci e dialogando insieme agli altri preti: don Samuele, don Marco, don Alessandro, don Silvano, le suore e “camminando” accanto a tanti fratelli e sorelle della Comunità. Concludo questi pensieri con un augurio tratto dal libro di don Angelo Casati (prete e scrittore della Diocesi di Milano) dal titolo: “Diario di un curato di città” che mi ha aiutato a iniziare il servizio nella Comunità Pastorale di Cormano e sono certo aiuterà anche te a compiere i primi passi nella nuova Comunità di Cabiate. “Quante volte mi sono sorpreso a sognare uno spazio strappato alla notte, in cui sostare e appuntare su fogli di carta le emozioni patite lungo la giornata, quasi quotidianamente, dietro i volti, dietro le storie, dietro lo Spirito che le accende. Per chi interpreta il suo essere parroco nella città come un essere mandato, compagno di viaggio – e quale viaggio – degli uomini e delle donne d’oggi, viene spontaneo immaginare le strade della città non solo come il luogo del rumore, ma anche della sorpresa: gli incontri imprevisti, a volte brevi, ma non per questo insignificanti. Strade della ricerca, strade di accompagnamenti invisibili, strade della Grazia. Piccoli scampoli di cielo, tra casa e casa.” Auguri don Emilio di buon cammino, sono sicuro che il Signore non mancherà di “custodire” i passi del tuo ministero nella nuova Comunità di Cabiate.

don Gigi

Saggezza e Follia ...

Don Emilio, nel giorno in cui ti diciamo il nostro grazie per il ministero vissuto con noi e tra noi ti facciamo gli auguri con queste parole di Mounier: “Mi raccomando: cresci in saggezza e follia!”. Veramente non ce n’è bisogno, perché la saggezza e la follia ti appartengono da sempre … Ti si leggono negli occhi, penetranti e ironici … Ti si leggono nei passi, leggeri e dinamici. Ti si leggono nel cuore. Per questo, non temere il trascorrere del tempo, perché il tempo è nemico di chi si lascia andare a malinconiche nostalgie, di chi non mantiene intatta la sua libertà, di chi non cerca di vivere in pienezza, di chi si occupa solo di sé. Pensando a te, ci è tornato alla mente questo racconto di Paulo Coelho: «Il rabbino Elimeleck aveva fatto una bella predica in una città e stava tornando al suo paese natale. Per rendergli omaggio e dimostrargli gratitudine, i fedeli decisero di seguire la carrozza di Elimeleck fino all’uscita dalla città. Ad un certo punto, il rabbino fermò la carrozza, chiese al cocchiere di proseguire senza di lui e si mise a camminare insieme al popolo. “Un bell’esempio di umiltà”, disse uno dei fedeli accanto a lui. “Non c’è nessuna umiltà nel mio gesto”, rispose Elimeleck, “Voi qua fuori state facendo esercizio, cantando, bevendo vino, fraternizzando con gli altri, trovando nuovi amici, e tutto per via di un rabbino che è venuto a parlarvi dell’arte della vita. Allora, lasciamo pure che le mie teorie proseguano su quella carrozza, perché anch’io voglio partecipare alla voglia di vivere». Don Emilio sei stato così: hai condiviso l’arte della vita, della voglia di vivere. Continua ad essere così, perché … solo così sarai amato e cercato dalla tua “nuova gente”.

don Marco, don Alessandro e le suore

n° 35 - 14 Ottobre 2018

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PARROCO don Gigi Musazzi tel. 02/45.49.96.63 - 339/13.68.297 - [email protected] - www.chiesadicormano.it CORMANO > don Marco Fumagalli tel. 02/87.21.37.15 - 338/30.64.215 [email protected] BRUSUGLIO > don Emilio Rimoldi tel. 02/36.68.77.55 - 392/26.35.957 [email protected]

OSPITALETTO > don Alessandro Bonura tel. 02/66.30.25.14 - 348/77.01.416 [email protected] - Suore tel. 02/89.35.46.42 MOLINAZZO > don Silvano Colombo tel. 02/66.30.24.09 - 338/74.57.985 [email protected]

SAN PAOLO VI, IL PAPA CHE ISPIRA BERGOGLIO Strano destino, quello di Paolo VI. È stato prima criticato, poi contestato e infine semplicemente dimenticato, messo da parte senza tanti complimenti, bollato con definizioni particolarmente graffianti: “il Papa del dubbio”, “Amleto”, “Paolo Mesto”. Riguardando oggi la sua figura, Paolo VI risulta essere stato ben altro. Fu il primo Papa a varcare i confini italiani. Dopo 2000 anni fece sì che Pietro tornasse in Terra Santa. Viaggiò in Africa, America, Oceania e Australia, Asia, fin quasi alle porte della Cina. Fu il primo Pontefice a tenere un discorso alle Nazioni Unite, a New York parlò lunedì 4 ottobre 1965, con quel «Mai più la guerra». Giovanni Battista Montini fu perfino il primo Papa vittima di un attentato, in diretta Tv. Accadde nelle Filippine, a Manila, nel novembre 1970: Paolo VI scampò alla coltellata del pittore boliviano Benjamin Mendoza, che per altro lo ferì, soltanto grazie alla prontezza del suo segretario, don Pasquale Macchi, che spinse di lato l’attentatore. Paolo VI ha “traghettato nel mondo” la Chiesa uscita dal Concilio. Ha dialogato con la modernità senza fuggirla o condannarla a priori. Ha affrontato con le nude armi del Vangelo la guerra del Vietnam. È opportuno oggi far memoria di quello che fu e fece Giovanni Battista Montini perché adesso stiamo vivendo una stagione ecclesiale che tanto deve al Papa d'origini bresciane. Compreso l'accento sulla misericordia, che ha colorato il recente Anno Santo. Già, perché tra gli ispiratori di Jorge Mario Bergoglio c'è sicuramente questo suo predecessore. Papa Francesco non ne fa mistero. Più che le parole, però, come sempre, contano i fatti. E allora: la Chiesa in uscita, la Chiesa sinodale, cioé quella del camminare insieme, la Chiesa che scruta i segni dei tempi senza falsi ottimismi ma senza arroccarsi, più compagna di viaggio che fredda precettrice, questa Chiesa che respiriamo ogni giorno ha in sè tanto di Paolo VI. Non a caso fu lui che nel discorso con cui chiuse il Concilio vaticano II, il 7 dicembre 1965, parlò di una Chiesa «samaritana», «ancella dell'umanità», più incline a «incoraggianti rimedi» che a «deprimenti diagnosi», a «messaggi di fiducia» che a «funesti presagi». Una ragionata gratitudine Bergoglio l'ha espressa a voce alta il 19 ottobre 2014, proclamando beato Montini. «Nei confronti di questo grande Papa», disse Francesco, «di questo coraggioso cristiano, di questo instancabile apostolo, davanti a Dio non possiamo che dire una parola tanto semplice quanto sincera ed importante: grazie! Grazie nostro caro e amato papa Paolo VI! Grazie per la tua umile e profetica testimonianza di amore a Cristo e alla sua Chiesa! Nelle sue annotazioni personali, il grande timoniere del Concilio, all’indomani della chiusura dell’Assise conciliare, scrisse: "Forse il Signore mi ha chiamato e mi tiene a questo servizio non tanto perché io vi abbia qualche attitudine, o affinché io governi e salvi la Chiesa dalle sue presenti difficoltà, ma perché io soffra qualche cosa per la Chiesa, e sia chiaro che Egli, e non altri, la guida e la salva"». «In questa umiltà risplende la grandezza del beato Paolo VI», proseguì Bergoglio, e sono riflessioni che non cessano d'essere attuali: «mentre si profilava una società secolarizzata e ostile, ha saputo condurre con saggezza lungimirante - e talvolta in solitudine - il timone della barca di Pietro senza perdere mai la gioia e la fiducia nel Signore. Paolo VI ha saputo davvero dare a Dio quello che è di Dio dedicando tutta la propria vita all’"impegno sacro, solenne e gravissimo: quello di continuare nel tempo e di dilatare sulla terra la missione di Cristo”, amando la Chiesa e guidando la Chiesa perché fosse "nello stesso tempo madre amorevole di tutti gli uomini e dispensatrice di salvezza”». Oggi il Beato Papa Paolo VI viene proclamato Santo, mettiamoci alla sua scuola per imparare a dialogare con gli uomini del nostro tempo e annunciare loro la speranza che viene da Cristo.

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DATA CORMANO BRUSUGLIO

LU 15 7.50 S. Messa fra le Lodi 18.00 S. Messa

MA 16 7.50 S. Messa fra le Lodi

16.15 S. Messa a Villa Flora 9.00 S. Messa

ME 17 7.50 S. Messa fra le Lodi 18.00 S. Messa

GI 18 7.50 S. Messa fra le Lodi 18.00 S. Messa

VE 19

7.50 S. Messa fra le Lodi † Luigi Moroni

- Stracuzzi Alessandro e Maria Antonia 18.00 S. Messa

SA 20

16.00 Riconciliazioni

17.00 S. Messa vigiliare (d. Marco)

† Olindo e Amelia - Petracca Giuseppe e figli

- Enzo Tosto - Massimo Faccin

17.00 Riconciliazioni

18.00 S. Messa vigiliare (d. Emilio)

† Bordin Fernando

DO 21

DEDICAZIONE DEL DUOMO DI

MILANO CHIESA MADRE

DI TUTTI I FEDELI

AMBROSIANI

8.30 S. Messa (parroco)

10.00 S. Messa con la predicazione

del Diacono Paulin (d. Marco)

† Angelo e Aurelio

- Luigia e Tarcisio Tagliabue - Elda Ramella

11.15 S. Messa con la celebrazione del

S. Battesimo (d. Marco)

15.00 Celebrazione del S. Battesimo

17.00 S. Messa (d. Marco)

8.00 S. Messa (d. Emilio)

10.30 S. Messa (d. Emilio)

† Giuseppina - Domenico e Matteo

LA SETTIMANA DELLA COMUNITÀ PASTORALE

DATA OSPITALETTO MOLINAZZO

LU 15 8.30 S. Messa

† Minciotti Aloscia 18.00 S. Messa

MA 16 8.30 S. Messa 18.00 S. Messa

ME 17 8.30 S. Messa

16.00 S. Messa in Casa Famiglia

18.00 S. Messa

† Tina Lesma

GI 18

8.30 S. Messa

† Paola Renon

18.00 S. Messa

† Filippo Greco

VE 19

8.30 S. Messa

15.30 Esposizione Eucaristica e Adorazione fino alle ore 18.00

21.00 Adorazione fino alle ore 22.30

18.00 S. Messa

SA 20

17.00 Riconciliazioni

18.00 S. Messa vigiliare (parroco e d. Alessandro)

† Famiglie Corapi Ursini - Valsecchi Clara e Nino

- Arnaboldi Di Luigi

18.00 S. Messa con la predicazione

del Diacono Paulin (d. Silvano)

DO 21

DEDICAZIONE DEL DUOMO DI MILANO CHIESA

MADRE DI TUTTI I FEDELI

AMBROSIANI

9.00 S. Messa (d. Alessandro)

10.30 S. Messa (d. Alessandro)

† Mattia Emilio

16.30 Celebrazione del S. Battesimo

18.00 S. Messa (d. Alessandro)

9.45 S. Messa (d. Siergio)

11.00 S. Messa (d. Silvano)

18.00 S. Messa (d. Silvano)

COMUNITÀ PASTORALE