Nazaret - ssfspoleto.net · NAZARET 7 quanto concerne la vita umana, è al centro della cura...

15
Anno CXLIX - N. 2 - Luglio/Dicembre 2019 Semestrale delle Suore della S. Famiglia di Spoleto Nazaret Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 e 3, Aut. n. AC/RM/23/2011 - TAXE PERÇUE ROME ITALY - Contiene I.R. ... PACE E FELICITÀ ...

Transcript of Nazaret - ssfspoleto.net · NAZARET 7 quanto concerne la vita umana, è al centro della cura...

Page 1: Nazaret - ssfspoleto.net · NAZARET 7 quanto concerne la vita umana, è al centro della cura pastorale della Chiesa. Anche le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto pongono, oggi,

Anno CXLIX - N. 2 - Luglio/Dicembre 2019Semestrale delle Suore della S. Famiglia di Spoleto

NazaretPo

ste It

alia

ne s

.p.a

. Spe

dizi

one

in A

bbon

amen

to P

osta

le -

D.L

. 353

/200

3 (c

onv.

in L

. 27/

02/2

004

n. 4

6) a

rt. 1

, com

ma

2 e

3, A

ut. n

. AC

/RM

/23/

2011

- TA

XE P

ERÇ

UE

ROM

E ITA

LY -

Con

tiene

I.R.

... PACE E FELICITÀ ...

Page 2: Nazaret - ssfspoleto.net · NAZARET 7 quanto concerne la vita umana, è al centro della cura pastorale della Chiesa. Anche le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto pongono, oggi,

NAZARET 3

Sinodo per l’Amazzonia:Conversione è la parola chiave.

Bilancio dell’assise dei tre Vescovi italiani che vi hanno preso parte

NAZARETAnno CXLIX - N. 2

Luglio/Dicembre 2019

Semestrale delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto

C/C n. 15183064Istituto Suore Sacra Famiglia

Con approvazione ecclesiastica

Sede e amministrazione:Via Filitteria, 25

06049 Spoleto (PG) - Tel. 0743 44444

Direzione:Salita Monte del Gallo, 19 - 00165 Roma

Tel. 06 6383777 - 06 39376002Chiunque ricevesse Grazie per intercessionedel Beato Pietro Bonilli è pregato dicomunicarlo a questo indirizzo.

Direttore Responsabile:FRANCESCO CARLINI

Via A. Saffi, 13 - 06049 Spoleto (PG)Tel. 0743 231030

E-mail: [email protected]

Consiglio di Redazione:Madre Paola Sisti

suor Danila Santuccisuor Provvidenza Orobello

Collaboratori:suor Rosalia Negrettosuor Monica Cesaretti

Pierluigi Guiducci

Autorizzazione Tribunale di Spoleton. 1 del 13/5/1948

Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)

art. 1, comma 2 e 3, Aut. n.AC/RM/23/2011

TAXE PERÇUE ROME ITALY

Grafica e stampa:Tipografia Cardoni s.a.s. - Roma

Via Benvenuto Griziotti, 56 - 00166 [email protected]

I dati personali che perverranno sarannotrattati in ottemperanza alle norme delCodice della Privacy (D. Lgs. 196/2003)

Per Abbonamento, richiesta immagini beatoPietro Bonilli scrivere o telefonare a:Casa Madre - Via Filitteria, 25 - 06049Spoleto (PG) - Tel. 0743 44444

Nazaret

l’ambiente sia determinanteper il futuro dell’umanità».«Ciò che mi resta nel cuore –rivela mons. Filippo Santoro,arcivescovo di Taranto e pre-sidente della Commissioneepiscopale per i problemi so-ciali e il lavoro, la giustizia ela pace della Cei – è l’imma-gine di vescovi, pastori, maanche laici, uomini e donne,tutti uniti intorno a Pietro. Èstata un’esperienza di sino-dalità in atto».

«Un Sinodo profetico». Così mons. Ambrogio Spreafico,vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino e presidente dellaCommissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo

della Conferenza episcopale italiana (Cei), definisce il Sinodoper l’Amazzonia che si è svolto in Vaticano, sotto la presidenzadi papa Francesco, dal 6 al 27 ottobre 2019. «Oggi si parlatanto dell’Amazzonia perché finalmente il mondo, grazie all’i-niziativa del Papa, si è accorto che la deforestazione è una mi-naccia per tutta l’umanità». Per mons. Domenico Pompili, ve-scovo di Rieti e presidente della Commissione episcopale per lacultura e le comunicazioni sociali della Cei, le tre settimane dilavori sono state «un viaggio non fisico ma reale all’interno diun continente per noi sconosciuto, che non è tanto il polmonedel mondo, ma la prova di quanto la relazione tra l’uomo e

3Editoriale

SINODO PER L’AMAZZONIA:Conversione è la parola chiave. Bilancio dell’assise dei tre Vescovi italiani che vi hanno preso parte

10Approfondimento Carismatico

… SACRA FAMIGLIA

DICE PACE E FELICITÀ …

PACE E FELICITÀ:

LA FECONDITÀ DEL QUOTIDIANO

È L’EQUILIBRIO!

14Missioni ieri e oggi: India

RICORDANDO L’APERTURA

DELLA MISSIONE IN INDIA

24Impronte Nazarene

“NIENTE È PIÙ GRANDE

DELLE COSE PICCOLE”

PROFILO DI SUOR FIORENZA SCIALLI

Durazzano (BN) il 4 Giugno 1922 - Spoleto il 28 Gennaio 2019

6Vita dell’Istituto

IL PROGETTO DELLE SUORE DELLA

S. FAMIGLIA PER L’ANNO 2019 – 2020:

CRESCERE NELLA QUALITÀ UMANA

DELLE RELAZIONI

E NELLA CULTURA DI UNA

FRATERNITÀ SENZA FRONTIERE

30Decessi e ingressi

8Approfondimento Biblico/Spirituale

PACE E PACIFICATORI:

UNA LUCE DALLA SACRA SCRITTURA

EDITORIALE

Page 3: Nazaret - ssfspoleto.net · NAZARET 7 quanto concerne la vita umana, è al centro della cura pastorale della Chiesa. Anche le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto pongono, oggi,

NAZARET 5

quando succede un evento negativo piangono magari per qual-che giorno ma ricominciano».

Imparare dalle differenze. Una profezia, quella di Bergoglio,che la comunità ecclesiale fa ancora fatica a recepire, osservamons. Spreafico, lamentando «la scarsa preoccupazione che siregistra ancora, a livello ecclesiale, per la cura del creato e lasalvaguardia dell’ambiente», al centro della Laudato si’. «Il crea-to soffre, viene violentato quotidianamente», fa notare il vescovo,nel cui territorio diocesano è inserito uno dei 41 punti più inqui-nati di interesse nazionale. «Conoscere e capire il bioma dell’A-mazzonia, la sua biodiversità, può aiutarci a capire che siamoall’interno di un ecosistema che, con tutte le sue ricchezze e lesue sofferenze, appartiene a tutti gli uomini e a tutte le donne». IlSinodo, in altre parole, «ci suggerisce che dobbiamo vivere nellenostre differenze, ognuno con la sua diversità, ma nello stessotempo coscienti dell’appartenenza comune al creato», come laChiesa italiana sta facendo in ambito ecumenico. «Il patriarcaBartolomeo, come ha ricordato il Papa nel suo discorso di chiu-sura, ci ha preceduto, e anche il mondo evangelico protestanteha riflettuto su questo tema prima di noi», osserva Spreafico. «Lacollaborazione nella responsabilità per il creato è un tema chegià unisce i cristiani».

Donne e diaconi permanenti. «Il ruolo delle donne nella Chiesava molto oltre il riconoscimento di una funzione». A commentareuno dei temi più dibattuti del Sinodo per l’Amazzonia è mons.Santoro, che tra i frutti dell’assise che si è appena conclusa cita

condo il Vescovo, il passo è breve: «Quello che hanno in comu-ne realtà così diverse – spiega – è la scarsa attenzione alla di-namica della natura. In un territorio ‘ballerino’ come l’Italia, fac-ciamo fatica a fare qualcosa di ecosostenibile, anche in questafase in cui sembra ci si stia avviando alla ricostruzione. InAmazzonia domina la logica spietata delle multinazionali chenon si curano delle conseguenze che provocano sul territorio, e

Parola d’ordine: “conversio-ne”. Un’occasione per scopri-re «la bellezza ma anche ladrammaticità di un territorioche è vittima di un saccheg-gio sistematico delle risorsenaturali, con il rischio dicompromettere non solo l’in-tero eco-sistema, ma anche laqualità della vita delle perso-ne». È il ritratto dell’aula si-nodale filtrato dal vissuto dimons. Pompili, secondo ilquale «al primo posto del Si-nodo c’è stato il tema dellacasa comune» e l’imperativoalla “conversione”, in materiadi ecologia integrale, propo-sta dalla Laudato si’. Dall’A-mazzonia ad Amatrice, dovesi trova oggi, e alle zone ter-remotate del Centro Italia, se-

4 NAZARET

l’aver appreso come, inAmazzonia, «le donne sianomolto presenti e in manieramolto significativa per la vitadelle loro comunità». Vannoin questo senso le proposte,contenute nel documento fina-le, a favore di ministeri comeil lettorato e l’accolitato e lacreazione della nuova figurapastorale di donne “dirigentidi comunità”. Tali proposte,secondo Santoro, «rivelano laricchezza del mondo femmi-nile, ma anche un aspetto difondo che poteva essere mag-giormente sviluppato: c’è unaricchezza delle donne che vamolto oltre il riconoscimentodi una funzione. Basti pensa-re, ad esempio, alle catechi-ste: le donne svolgono questocompito perché lo sentono, lofanno con amore, con cura,considerano i bambini comefigli loro». Quanto al tema si-nodale che ha richiamatomaggiormente l’attenzionedei media – la proposta del-l’ordinazione sacerdotale deidiaconi permanente, anchesposati –, Santoro fa notareche «non si tratta di laici indi-geni, ma di persone che giàfanno parte dell’ordine deldiaconato, che è il primo li-vello dell’ordine sacro. Ma vi-sta la delicatezza del tema –conclude Santoro – sul docu-mento finale l’ultima parolaspetta comunque al Santo Pa-dre».

La Redazione

Page 4: Nazaret - ssfspoleto.net · NAZARET 7 quanto concerne la vita umana, è al centro della cura pastorale della Chiesa. Anche le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto pongono, oggi,

6 NAZARET

Per questo, lungo tutto l’anno(ma anche dopo, ovviamente! Èun impegno perenne!), in un at-teggiamento di revisione e con-versione, tenteremo di ridarespessore umano alle relazionitra noi e con chi ci vive intorno.Certamente, non è per noi uncammino nuovo, perché esso èradicato nel Vangelo, negli inse-gnamenti carismatici del nostropadre Fondatore, il beato PietroBonilli, e nella Regola di Vitadell’Istituto. Nelle nostre Costitu-zioni, infatti, troviamo la fontecui attingere per questa nostracrescita: «Nella vita di comunitàci ispiriamo alla S. Famiglia diNazaret, dove il Vangelo dellacomunione e della fraternità èstato vissuto in modo ammirabi-le (art. 38). Le nostre relazioni siispirano “a quel rispetto e vene-razione che Maria e Giuseppesi usavano a vicenda” e alla“bella pace” che essi vivevano.Una comunicazione ampia,profonda e serena pone le pre-messe di un autentico spirito difamiglia» (art. 45). Nuova sarà l’attenzione, nuovol’impegno, nuova la tensione,perché ne sia rinnovato l’amore!

VITA DELL’ISTITUTO

NAZARET 7

quanto concerne la vita umana, è al centro della cura pastoraledella Chiesa. Anche le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto pongono, oggi, laloro attenzione sulla qualità umana delle relazioni, nello spirito diNazaret. Papa Francesco illumina questi passi. Infatti, nell’Esortazione Apo-stolica Gaudete et Exultate ha scritto: «La vita comunitaria, in fami-glia, in parrocchia, nella comunità religiosa o in qualunque altra, èfatta di tanti piccoli dettagli quotidiani. Questo capitava nella co-munità santa che formarono Gesù, Maria e Giuseppe, dove si è ri-specchiata in modo paradigmatico la bellezza della comunione tri-nitaria. Ed è anche ciò che succedeva nella vita comunitaria cheGesù condusse con i suoi discepoli e con la gente semplice del po-polo (n. 143). Ricordiamo come Gesù invitava i suoi discepoli a fareattenzione ai particolari […] (n. 144). La comunità che custodisce i

piccoli particolari dell’amore, dove i membri si prendono cura gliuni degli altri e costituiscono uno spazio aperto ed evangelizzato-re, è luogo della presenza del Risorto che la va santificando secon-do il progetto del Padre» (n. 145).Perciò, crescere nella qualità umana delle relazioni significa, in-nanzitutto, fare attenzione ai piccoli dettagli, ai piccoli particolaridell’amore. Sovente accade, però, che i dettagli si diano per scon-tati o come insignificanti, fino a non notarli più, fino a perdere ilgusto della tenerezza, a spegnere la gioia del quotidiano, a sciu-pare la bellezza e la ricchezza della fraternità e della familiarità, adisattendere la cura dell’altro più vicino e dell’umanità ferita, cal-pestata, derisa, abbandonata, malata, errante alla ricerca del sen-so. Cadere nella “disumanità”, quindi, è facile e noi Suore non ne sia-mo esenti, perché la natura è segnata dal limite e dalla fatica, dal-la tentazione dell’egoismo e dell’abitudinarietà che toglie all’huma-num sapore e freschezza.

O gni anno l’Istituto cer-ca di declinare l’obiet-tivo generale del ses-

sennio in tappe significative dicrescita e di cammino verso lameta. Quest’anno socio-pasto-rale è caratterizzato dalla scel-ta di due elementi fondamen-tali della nostra vita religiosa eapostolica: la qualità umanadelle relazioni e la cultura diuna fraternità senza frontiere.Riflettiamo sul primo elemento,da cui deriva anche l’altro.Nel mondo della cultura attua-le si parla molto dell’”umano”e di “nuovo umanesimo”, allaricerca di un’antropologia cherimetta la persona al centrodella vita. Anche la Chiesa datempo riflette su questi temi;già nel 2015, a Firenze, il VConvegno Ecclesiale Naziona-le (“In Gesù Cristo, il nuovoumanesimo”) aveva focalizza-to l’argomento e tracciato al-cune linee di approfondimen-to. D’altra parte, tutto il Magi-stero di papa Francesco navi-ga su questa scia: dall’Evan-gelii Gaudium alla Gaudete etExultate, dall’Amoris Letitia al-la Laudato Sii … l’uomo, e

Il progetto delle Suore della S. Famiglia per l’anno 2019 – 2020: Crescere nella qualità umana delle relazioni

e nella cultura di una fraternità senza frontiere

Page 5: Nazaret - ssfspoleto.net · NAZARET 7 quanto concerne la vita umana, è al centro della cura pastorale della Chiesa. Anche le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto pongono, oggi,

8 NAZARET

arrendevole, piena di misericor-dia e di buoni frutti, senza par-zialità, senza ipocrisia. Un frut-to di giustizia viene seminatonella pace per coloro che fannoopera di pace» (Gc 3,15-18).Questi sono esattamente i paci-ficatori di cui parla il “discorsodella montagna”. Sono perso-ne che si impegnano attiva-mente a stabilire o ristabilire lapace dove gli uomini sono divi-si tra di loro.

APPROFONDIMENTO BIBLICO/SPIRITUALE

NAZARET 9

Il grande obiettivo dell’uma-nità e la pace. Ma non qual-siasi pace; anche in un cimi-

tero regna la pace. E, comeafferma il Concilio Vaticano II,esiste il pericolo che – date lepotenzialità tremende delle ar-mi di oggi – se non verrannoconclusi stabili trattati di paceuniversale, l’umanità «saràforse condotta funestamente aquell’ora in cui non potrà spe-rimentare altra pace che lapace terribile della morte»(Gaudium et Spes, 82). Non è certoquesta pace l’obiettivo degliuomini. È piuttosto la pace chenasce dalla difesa della di-gnità umana e dal rispetto del-le diversità, dall’accoglienzadei più svantaggiati e dall’im-pegno per la giustizia. Poichéperò gli uomini sono feritidall’egoismo, come dice anco-ra il Concilio, «la pace non èmai qualcosa di raggiunto unavolta per tutte, ma è un edificioda costruirsi continuamente»(Gaudium et Spes, 78). Non potremo mai raggiungerela pace una volta per tutte; ep-pure non potremo mai smetteredi cercare la pace e lottare perraggiungerla. A tutti i livelli:dalla pace tra i popoli e le na-

Pace e pacificatori: una luce dalla Sacra Scritturadi don Gianni Carozza, biblista

zioni a quella tra i gruppi sociali, dalla pace tra le persone alla pa-ce dentro il nostro cuore. E tutti questi livelli si intrecciano e si condi-zionano. Pensiamo a come sia impossibile vivere la pace del cuorein una situazione di guerra, quando domina il timore di essere ucci-si o di perdere i propri cari; e milioni di persone vivono oggi questacondizione. Pensiamo anche a come sia difficile vivere la pace trale persone – tra familiari, amici, colleghi – quando non c’è la pacenel cuore. La pace nel mondo è come l’ossigeno nell’aria: se c’è peruno, c’è per tutti, e se qualcuno ne è privato, la mancanza la sento-no tutti. Nel 1979 venne assegnato il premio Nobel per la pace, inaspetta-tamente, a Madre Teresa di Calcutta. Prima di lei questo prestigiosopremio era stato assegnato per lo più a personalità o istituzioni fa-mose, che si erano spese su tavoli internazionali per riportare la pa-ce tra le nazioni e i popoli. Niente di tutto questo aveva fatto MadreTeresa, una semplice suora che non avrebbe saputo organizzaretrattative ad alti livelli; aveva semplicemente raccolto i più poveri trai poveri, li aveva curati, sfamati ed amati. Che cosa c’entrava que-sto con la pace? Il Comitato che le assegnò il premio, lo motivò conil suo impegno per i poveri e la dignità di ogni singola persona.Questo è proprio il cuore della pace. Quando Gesù nel Vangelo di-chiara beati «gli operatori di pace» (Mt 5,9), non pensa tanto ai po-tenti, a quelli che stanno nella “stanza dei bottoni” e che possonodecidere le sorti dei popoli con strategie ed accordi; Gesù pensa aisemplici, a tutti noi, a quelli che possono costruire l’edificio dellapace a partire dal loro cuore, dalle relazioni di ogni giorno, dal-l’impegno per la giustizia negli ambiti in cui vive. Forse la cosa più bella è ricordare che, secondo il Nuovo Testamen-to, l’operatore di pace per eccellenza è proprio Gesù. Scrive l’auto-re della Lettera agli Efesini: «Egli è la nostra pace, colui che ha fattodei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che eraframmezzo, cioè l’inimicizia, annullando, per mezzo della sua car-ne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso,dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliaretutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distrug-

gendo in se stesso l’inimicizia» (Ef 2,14-16). Il testo al-lude alla divisione fondamentale che esisteva nellaprospettiva del mondo d’Israele, cioè la divisionetra israeliti e non israeliti, circoncisi e non circoncisi,quelli che hanno la legge e quelli che non hanno lalegge. Tale divisione, che è il simbolo di tutte le se-parazioni, è stata annientata da Gesù Cristo nellasua carne, nel suo sangue.È stata annientata perché Gesù Cristo ha subito laviolenza sia da parte degli uni sia da parte deglialtri, dalla parte dei giudei e dei pagani, ma agliuni e agli altri ha risposto con un atteggiamento diperdono. Ha preso sopra di sé il peso della violen-za, lo ha subito, ed è proprio per questo che è statocapace di rispondere con un perdono che annienta-va la violenza. Il perdono di per sé è l’unica forza che è capacedi annientare la violenza. Nel momento in cui an-nientiamo la violenza che subiamo, questo pro-duce la pace. Gesù ha subito la violenza rispon-dendo con un atteggiamento di amore. In questomodo è diventato un “pacificatore”, il costruttoredi pace: ha riconciliato in sé persone che erano in conflitto.Questo atteggiamento viene chiesto anche al credente. Nella Letteradi Giacomo alla fine del cap. 3 c’è scritto: «Chi è saggio e accortotra voi? Mostri con la buona condotta le sue opere ispirate a saggiamitezza. Ma se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di con-tesa, non vantatevi e non mentite contro la verità» (Gc 3,13-14). L’invitoè ad ascoltarsi dentro, perché se i sentimenti o le decisioni sono ac-compagnate da “gelosia amara e spirito di contesa” non si può direche si sta cercando la giustizia o la verità.Continua poi la Lettera di Giacomo: «Non è questa la sapienza cheviene dall’alto: è terrena, carnale, diabolica; poiché dove c’è gelosiae spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni. La sa-pienza che viene dall’alto invece è anzitutto pura; poi pacifica, mite,

Page 6: Nazaret - ssfspoleto.net · NAZARET 7 quanto concerne la vita umana, è al centro della cura pastorale della Chiesa. Anche le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto pongono, oggi,

10 NAZARET

Nella seconda metà delXIX secolo l’Italia, an-cora agli inizi dell’u-

nità politica raggiunta, deveoccuparsi di tante vicende: ilfermento politico, con tanteillusioni e progetti; la riorga-

nizzazione dello Stato; la creazione di fonti di lavoro; la ripre-sa economica ecc… È un’impresa molto difficile, tanto che civorranno almeno cento anni per arrivare al boom economico.La società italiana vive momenti di confusione e smarrimento,c’è crisi nella famiglia sia a livello economico che di valori; lareligione (la fede) tenta di essere a supporto e di ispirazione,ma evita di cadere nell’accomodamento e rassegnazione, anziè suo compito spingere, spronare, sfidare, proporre, realizza-re. Nel frattempo, in mezzo a questa situazione, e cosciente delle va-rie difficoltà, il beato Pietro Bonilli è molto preoccupato soprattuttoper la situazione della famiglia e dei più bisognosi e abbandonati.Vede chiaramente che non c’è pace, non c’è felicità, che non sipuò produrre pace dove manca l’essenziale: il pane spirituale, maanche quello materiale. La pace germoglia quando nella società siriesce a soddisfare i bisogni fondamentali delle famiglie, delle per-sone. San Giacomo nella sua lettera esorta in questo modo: «Se unfratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quoti-diano e uno di voi dice loro: “Andatevene in pace, riscaldatevi esaziatevi”, ma non date loro il necessario per il corpo, che giova?»(Gc 2,15-16).Il Bonilli nutre da tempo un desiderio che non lo lascia tranquillofinché non si realizzerà, e cioè, un progetto per procurare unpo’ di pace alle famiglie e alla gioventù più abbandonata. Ha inmente di aprire un piccolo ricovero, ma lui da solo non lo puòfare, non è compito solo suo, e quindi decide di coinvolgere altriche si rendano disponibili e corresponsabili di procurare ed es-sere canali di pace e felicità, sia temporale che eterna. Spintoda questa esigenza interiore decide di rivolgersi agli associati alperiodico “La Sacra Famiglia” da lui fondato e fa la proposta.È, infatti, convinto che se siamo devoti della Sacra Famigliaqualcosa ci deve ispirare, non puoi invocare la Sacra Famiglia

APPROFONDIMENTO CARISMATICO

… Sacra Famigliadice pace e felicità …

di don Luis Coronado Vielman, Missionario Bonilliano della Sacra Famiglia

sua immensa misericordia nonabbandona mai il suo popoloogni qual volta si trovi in diffi-coltà e a volte smarrito. Lui, nel-la sua multiforme grazia, susci-ta nella Chiesa uomini e donneche parlino e agiscano a nomesuo, profeti che, cominciandodalla propria vita, propongonola via del Vangelo, la via dellafelicità, la via della pace che sicostruisce ogni giorno nel con-fluire della Grazia di Dio e lafragile ma costante buona vo-lontà dell’uomo.

NAZARET 11

ignorando le concrete situazioni di povertà e di angoscia che cicircondano: «Sacra Famiglia per me indica: amore al prossimo, carità per il de-relitto, sacrificio per l’orfano, zelo per la salute delle anime piè ab-bandonate; per me sacra Famiglia dice, civiltà, progresso, fratellan-za universale, felicità temporale ed eterna. Sento, dunque e forte-mente, che questa sublimissima idea -Sacra Famiglia- non deve solospingerci ad aprire il labbro a qualche orazioncella, ma deve susci-tare in cuore propositi forti, deve muover la mano ad opere valorosee grandi» (Periodico “la Sacra Famiglia”, 15 ottobre 1885). Ancora: «La S.Famiglia è il sole splendidissimo e vivificatore, che farà germoglia-re sulla terra i frutti della pace e della giustizia» (Periodico “L’Apostolo

della Sacra Famiglia”, I, 2).Questo è il sogno del beato Bonilli, è il sogno di Dio, anzi è il pro-getto di Dio per tutti noi, avere vita e vita in abbondanza. Dio, nella

Page 7: Nazaret - ssfspoleto.net · NAZARET 7 quanto concerne la vita umana, è al centro della cura pastorale della Chiesa. Anche le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto pongono, oggi,

NAZARET 13

V orrei iniziare con unapiccola riflessione, poi-ché parlare di felicità e

di pace in generale già non èfacile, figuriamoci nel contestoquotidiano.

Analizzando la mia vita, hoscoperto di aver goduto di mo-menti di quiete e serenità senzaessermene realmente accorta.La consapevolezza per saperericonoscere questi momenti èvenuta dopo, e l’esperienza ac-quisita mi ha aiutato a guarda-re con occhi diversi le mie gior-nate, soprattutto da quandosiamo sposati e quindi daquando non sono più uno madue. Due caratteri, due modidiversi di vivere la casa e di af-frontare la vita, sogni e aspetta-tive che non sempre sono ugua-li. Eppure, non mi sono maisentita più in pace come inquesta nostra diversità, e nonmi sono mai sentita così felice

come quando emergono i nostri difetti e, sospirando, li accettiamo.Credo fermamente che non si raggiunga mai la felicità se la si cercain momenti eclatanti e temporanei, poiché vorrebbe dire che, per unistante di gioia, ne viviamo mille di tormento. Penso di poter affer-mare che questi stati d’animo si trovino nelle piccolezze del quoti-diano e nei “nonostante”, e che, se si comprende fino in fondo que-sta cosa, allora la ruota venga ribaltata e ci ritroviamo a vivere milleistanti di gioia verso uno di dolore. Abbiamo scelto bene la nostravita, abbiamo scelto dove abitare, e già questo rende le giornatemeno stressanti. Il nostro quartiere è un’isola di pace, il barista sacome prendiamo il caffè, al supermercato ci consigliano cosa com-prare e il banchista sforna suggerimenti di ricette a non finire, nonriusciamo a fare dieci passi senza sorridere a qualcuno o ricevereun saluto.

È bello esser “visti”, è bello non sentirsi invisibili ed esser consi-derati. Per me, questa è una piccola felicità quotidiana, perché,anche se la giornata è iniziata male, sono “costretta” poi a torna-re a sorridere uscendo dal portone.Con mio marito abbiamo poi cercato di darci delle piccole regoledomestiche, seguendo un pochino anche le direttive di papa Fran-cesco sulle parole grazie, prego e scusa, in modo tale che la no-stra casa fosse il più possibile luogo di incontro e confronto e nondi scontro. Certo, non sempre siamo così bravi, però devo dire chealmeno riusciamo a non andare mai a letto senza aver fatto pace.Altra piccola felicità quotidiana strettamente legata alla pace. Inol-tre, abbiamo cercato di rendere la nostra dimora realmente unapiccola chiesa domestica, dalle porte aperte, e questo ci ha rega-lato tanta compagnia e soprattutto una meravigliosa famiglia al-largata.

È felicità darsi il buongiorno, è felicità che dopo anni insieme an-cora si cerchi la mano dell’altro per addormentarsi ed è felicitàquando, nonostante i nostri limiti, collaboriamo e ci aiutiamo sen-za umiliarci. Capitano momenti di pace in cui mio marito mi vie-ne incontro e mi aiuta nelle faccende domestiche, che io odio, enel prendermi in giro ridiamo e sistemiamo sia casa che il miocaos. Così come sono attimi di pace e felicità quando riesco aplacare il suo essere ansioso e super organizzato in tutto, con la

APPROFONDIMENTO CARISMATICO

mia “leggerezza” e il mio affrontare le cose una per volta. Lacompletezza della diversità è felicità e se accolta genera una pa-ce impagabile. Seneca diceva che “Nessuno lontano dalla verità può dirsi feli-ce.”, e il suo pensiero, a mio avviso, descrive benissimo cosabisogna fare per essere realmente felici: accettare le verità dellavita. Alfa e Omega del matrimonio è Cristo, che è via, verità evita, e amarci di quell’amore puro, reale e incondizionato è ilprimo passo che ci permette di riconoscere la felicità e quindi divivere nella pace.

Senza accettazione, propria e del prossimo, tutto diventa pesante,ogni cosa è inappagante, i limiti insormontabili; è solo facendo unpasso indietro e guardando il nostro piccolo mondo con occhi nuoviche la vera luce riesce a entrare. E allora i colori cambiano e diven-tano accesi, i dolori condivisi perdono la loro pesantezza e si sop-portano meglio, i fallimenti si trasformano in esperienze da cui im-parare e la gioia diventa piena.

12 NAZARET

Pace e felicità: la fecondità del quotidiano è l’equilibrio!di Chiara Valentini

La felicità e la pace non si tro-vano in una vita senza soffe-renze. Gioia dunque, non so-lo felicità, gioia dentro il do-lore, nel continuo andirivienidelle condizioni della nostravita fisica, psichica, emotiva,affettiva e spirituale. Nellaquotidianità della vita, questidue tesori sono nell’altro, incolui che ci è accanto e ciama, che si è fatto sacramen-to con noi e che ha promessodinanzi a Dio “finché mortenon ci separi”. Solo accettan-do questa verità potremo go-dere appieno di ogni piccoloistante di inspiegabile gioia,e nel nostro ritrovato equili-brio vivere appieno e non al-la ricerca della felicità.

Page 8: Nazaret - ssfspoleto.net · NAZARET 7 quanto concerne la vita umana, è al centro della cura pastorale della Chiesa. Anche le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto pongono, oggi,

Eucaristia. Il parroco padreAmbros Raggi ci accolse contanta benevolenza e trovammoin lui un padre, un consiglieree un amico: ogni giorno il suovice ci dava lezioni di linguaTamil; inoltre, ci affidò a deiparrocchiani che ci “guidaro-no” nella conoscenza del terri-torio. La Provvidenza ci fece dono diuna giovane indiana che ave-vamo conosciuto durante ilviaggio a Calicut: si chiamavaGiacinta e venne a vivere connoi come valido aiuto per dia-logare con le persone.

NAZARET 15

chiesa di S. Filippo in Spoleto, intorno al nostro beato Padre Fon-datore, si svolse una commovente celebrazione presieduta dal Ve-scovo mons. Pio Vittorio Vigo e da altri sacerdoti, per la consegnadel Crocifisso quale mandato missionario.

L’arrivo in IndiaIl primo settembre 1995, accompagnate da suor Annalisa Cianca-glini partimmo e il 2 settembre arrivammo. Il viaggio fu lungo, ildesiderio di arrivare in fretta lo rese interminabile. Ma la gioia, lapreghiera e la gratitudine verso Dio e la Madre Generale lo resepiacevole. A Madurai fummo accolte e circondate da tanto affetto,sia dall’Arcivescovo che da tante altre persone. Per un po’ di gior-ni abitammo in due piccole camerette accanto al Vescovado, fin-tanto che, grazie all’aiuto dell’Economo diocesano e di suor Noe-mi (italiana, Superiora della comunità ospedaliera delle Suore diSanta Maria di Leuca) trovammo un alloggio. La prima preoccupa-zione fu quella di riservare un angolo speciale per collocare Gesù

14 NAZARET

MISSIONI IERI E OGGI: INDIA

I l mio desiderio di esseremissionaria nasce ancorprima di diventare suora.

Avevo letto la vita di padreDamiano de Veuster, l’apo-stolo dei lebbrosi, e quella disanta Giuseppina Bakhita.Poi, quando mia madre co-municò questo mio desiderioalle Suore dell’asilo dove an-dava la mia sorellina, mimandarono un piccolo opu-scolo sul Padre Fondatore ele opere dell’Istituto delleSuore della Sacra Famiglia diSpoleto.

Apertura ad altri ContinentiNel 1994 fu eletta Madre Ge-nerale suor Danila Santucci,missionaria per più di ventianni in Guatemala: da quelmomento il desiderio di aprirel’Istituto ad altri Continenti,specialmente all’Asia, fu prio-ritario. Dopo un primo ap-proccio in Kerala fummo indi-rizzate verso il Tamilnadu; laMadre e il Consiglio deciseroche io e suor Rosaria Impeliz-zeri saremmo andate ad apri-re la prima Comunità. Dopoun mese di preparazione aVerona, il 26 agosto, nella

Ricordando l’apertura della missione in India

Dal 2 settembre 1995 al 12 marzo 1999, di suor Genoveffa Calì

Page 9: Nazaret - ssfspoleto.net · NAZARET 7 quanto concerne la vita umana, è al centro della cura pastorale della Chiesa. Anche le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto pongono, oggi,

NAZARET 17

mangiare tutti. Nella festa dellaSacra Famiglia nacque ancheil gruppo giovani della parroc-chia e la Visita domiciliare del-la Cappellina della Sacra Fa-miglia. Diverse le testimonian-ze di persone che nel corso de-gli anni ricevettero grazie du-rante la visita della Sacra Fa-miglia nella loro casa.Oltre a queste attività nelquartiere, suor Rosaria, insie-me ad una giovane aspirante,andava a seminare la Paroladi Dio in altri paesi limitrofi epresso le scuole. Questo an-nuncio diede frutti abbondantianche di vocazioni. Fu seguitopoi dall’accoglienza delle gio-vani in casa nostra, dalla for-mazione e dal discernimentoper una decisione più solida elibera.La nostra vita missionaria eraaffascinante, nonostante il

per le attività pastorali: catechesi, laboratori per la promozionedelle donne, ambulatorio, salone per le riunioni e anche per lefeste delle famiglie. La Sacra Famiglia ben presto ci mandò diver-se giovani aspiranti alla Vita Consacrata, che ci aiutarono molto adialogare con i bambini e con le mamme. Attraverso canti, giochi,racconti del Vangelo e un’abbondante merenda, ogni domenica ilnumero dei bambini cresceva sempre di più.

Missione anche ecumenicaUna domenica avemmo paura: un gruppo di papà, Musulmanie Indù, si attaccarono al nostro cancello, gridavano verso dinoi, quasi minacciandoci; chiedemmo il motivo e gridaronoforte: “Perché non accogliette anche i nostri bambini?”. Li cal-mammo e decidemmo che il venerdì avremmo incontrato ibambini Indù, il sabato quelli Musulmani, la domenica quelliCristiani; la gioia brillava negli occhi di quei papà e nei no-stri, che mai avremmo pensato di accogliere.

Il pranzo per i poveriLa domenica dopo il Natale del 1995 in parrocchia si celebrò unagrande festa per la Sacra Famiglia, preparata dal parroco e daiparrocchiani e presieduta dal Vescovo Arokiasami. Fu una festa co-sì grande che la ricorderemo per tutta la vita. Per quell’occasioneriprendemmo un’iniziativa voluta, a suo tempo, dal Padre Fondato-re: il pranzo per i poveri. Escogitammo un modo ordinato per farli

16 NAZARET

cosa più bella e confortante era vedere la dignità e la religiositàdi queste famiglie. In ogni capanna o casetta vi era l’angolodella preghiera, con i quadri simbolo della religione alla qualeappartenevano. Ogni membro della famiglia appena sveglio sifermava in preghiera e poi poneva un segno colorato in fronte.La maggioranza dei bambini non andava a scuola perché o erapovero e di casta bassa o perché non aveva la divisa e l’occor-rente per scrivere; quindi vivevano per strada, giocando con lasabbia e mangiando ciò che trovavano, anche formiche e ver-metti.

Decidemmo di prenderci cura dei bambiniIl Movimento “Per i Fratelli dimenticati” di Vicenza, ci sostennenell’acquisto della casa e nell’aiuto ai bambini per la scuola egli alimenti, attraverso le adozioni a distanza. L’aiuto di un gene-roso parroco di Perugia, don Luigi Stella, insieme ai suoi parroc-chiani, ci consentì di acquistare un terreno accanto alla chiesadel nostro quartiere di Madurai per la costruzione di ambienti

Primi passi in IndiaLa grande maggioranza dellefamiglie viveva in situazionipietose: capanne piccole do-ve dormivano anche diecipersone, costruite con rami dipalme fissate nella sabbia eunite al centro da una trave,la quale è usata anche perappendere il sari (abito delladonna) con dentro il neonato.Non vi era nulla, se non alcu-ne pentole e recipienti perl’acqua, che prendevanomolto lontano. La maggioran-za delle famiglie mangiavasoltanto una volta al giorno:la sera, per poter dormire. La

Page 10: Nazaret - ssfspoleto.net · NAZARET 7 quanto concerne la vita umana, è al centro della cura pastorale della Chiesa. Anche le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto pongono, oggi,

NAZARET 19

chiamammo Maria. Poi deci-demmo di dare la bambinaalla nonna. Ogni settimanaveniva a prendere quello chele occorreva. In seguito, leprocurammo l’adozione a di-stanza. La nonna era feliceperché l’aiuto che le davamoserviva anche per lei e per lesei figlie che aveva: il marito,infatti, l’aveva abbandonataperché non gli aveva dato fi-gli maschi. E di storie comequeste ne potrei raccontaretante!

La costante provvidenza di DioLa verità sorprendente dellamia e della nostra missione inIndia è stata quella di consta-tare, ogni giorno, la Santa epuntuale Provvidenza di Dio.E questa presenza dell’amoredi Dio ci ha imposto di nonvoltare mai la faccia dall’al-tra parte quando un poverostendeva la mano. Certamen-te il nostro cammino fu pureseminato di spine, che spessopungevano non solo i piedi,ma anche il cuore. È nei mo-menti di difficoltà che la mis-sione ci ha posto dinnanziche, guardando a Gesù Cro-cifisso, vivevamo nella pace econ riconoscenza ripetevamomille e mille volte: grazie,grazie! Ti lodo e ti benedicoSignore per tutto il bene chemi hai dato e per tutta laconsolazione che ho ricevutoda Te nell’esperienza missio-naria.

18 NAZARET

caldo torrido che oltrepassa-va i 40°, le zanzare che dan-zavano attorno lasciando inregalo il segno del loro pas-saggio, come la malaria, lasabbia che penetrava negliocchi, naso e gola e la musi-ca assordante delle feste po-polari delle tre Religioni pre-senti. Noi ci sentivamo in Cri-sto: Cristiane, Musulmane,Indù e tutte di tutti. Senza di-visione di caste. La nostrapresenza nelle famiglie eracostante: partecipavamo alleloro sofferenze e alle lorogioie.

Una storia commoventeUn giorno, venne una donnaIndù, con una bambina dipochi giorni in braccio. An-dai ad aprire e mi disse:“Tienila, è tua!”. Non sapevose scherzasse o dicesse sulserio. Chiamai un’Aspirantee mi spiegò il problema: labambina era figlia di sua fi-glia ma il marito l’aveva la-sciata perché non aveva par-torito un maschio. La ragaz-za allora attese che suamamma portasse fuori dellacapanna la bambina, si co-sparse di kerosene e si lasciòmorire arsa viva. Io e suorRosaria ci chiedemmo comepotessimo aiutare questa po-vera nonna. La bambina an-cora non aveva un nome e lanonna ricordava solo che eranata in agosto. Il giorno chela portò era il 15, così la

Page 11: Nazaret - ssfspoleto.net · NAZARET 7 quanto concerne la vita umana, è al centro della cura pastorale della Chiesa. Anche le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto pongono, oggi,

NAZARET 21

Cambio nella comunitàNel 1999 madre Danila e suorMaria Chiara vennero in visitafraterna in India per portaredei cambiamenti nella missio-ne: suor Genoveffa a marzolasciò l’India, lei che era statala prima ad aprirla, e a mag-gio arrivò suor Marina Zin-nanti. Suor Bernarda assunsela formazione religiosa dellegiovani, mentre suor Rosariacontinuò l’instancabile serviziodell’animazione vocazionale;suor Marina, invece, si fececarico dell’aspetto caritativo:prendersi cura delle famigliepiù bisognose; aiuto scolasti-co; adozioni a distanza; soste-gno fisico, psicologico o spiri-tuale alle famiglie.

L’avvio dell’asiloNel 2000, come segno di soli-darietà dell’Anno Santo, av-viammo un piccolo asilo per ibambini dei villaggi che nonavevano altre possibilità; partì

20 NAZARET

Per arricchire la comunitàdell’India madre Danila chiesea suor Bernarda Sist i dilasciare la missione del Cile eavventurarsi nel la realtàindiana. Suor AnnalisaCiancaglini, consiglieragenerale incaricata dell’India,accompagnò suor Bernarda.Arrivarono a Madurai il 4febbraio 1998, festa delmar tir io di S. John Bri t to,Patrono della Diocesi. SuorAnnalisa si fermò alcuni giorniper aiutare a riorganizzare lacomunità. La presenza di suorBernarda portò nuova energiada condividere con le Sorelleche già con tanto entusiasmoportavano avanti la missione,in modo speciale laformazione del le giovaniaspiranti: infatti il primo e piùimportante compito per lamissione era formare giovaniindiane che abbracciassero ilnostro carisma.

Il limite della lingua nonfermò la missioneSuor Bernarda fin dall’iniziosi inserì cercando di conosce-re la nuova realtà e visitandole famiglie con l’aiuto delleaspiranti. Il limite della linguatamil fu molto forte perché haostacolato, nei primi anni,una comunicazione direttacon la gente; c’era sempre bi-

sogno di un aiuto per la traduzione. Seguivamo più da vicino lacomunità degli anglo-indiani discendenti degli inglesi, con la lin-gua inglese. Questo limite però non smorzò il nostro entusiasmoper la missione e il desiderio di comunicare con la gente, anchecon gesti e sorrisi!! La gioia di condividere la vita semplice e lafede forte di questi nostri fratelli ci fece superare ogni ostacolo.

Dal 1999 AL 2019, di suor Bernarda Sisti e suor Marina Zinnanti

Page 12: Nazaret - ssfspoleto.net · NAZARET 7 quanto concerne la vita umana, è al centro della cura pastorale della Chiesa. Anche le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto pongono, oggi,

22 NAZARET

anche il doposcuola per i bambinipiù poveri. Nel 2001 suor Rosaria,per motivi di salute, è stata costretta alasciare la missione. Intanto le primegiovani speranze iniziarono il postu-landato e il noviziato: le prime noviziefurono inviate in Italia per la formazio-ne. Nel 2002 arrivò suor Irma AuroraBenitez dal Guatemala a rafforzare lacomunità nelle varie attività.

L’avvio del noviziatoNel 2005 finalmente fu avviato il no-viziato in India con suor Irma Auro-ra come maestra delle novizie. L’ar-rivo di suor Angelica de Cicco, chesi inserì nella comunità del noviziatocome superiora, fu un grande aiutoper la missione e la formazione. Leprime cinque novizie fecero la primaprofessione in Italia, a Cannaiola diTrevi: i primi “frutti” indiani! Altrecontinuarono il loro processo forma-tivo, con la gioia delle prime profes-sioni in India. Con il rientro delleneo professe si rafforzarono e au-mentarono i servizi: la scuola, cheanno dopo anno aggiunse una clas-se elementare, fino a raggiungere320 alunni, il doposcuola, l’accom-pagnamento di bambini per l’aiutoscolare con adozioni a distanza, laformazione per le mamme, gruppi difamiglie diventati poi gruppo bonil-liano, visita alle famiglie con pre-ghiera e animazione vocazionale,servizio agli anziani, catechesi e li-turgia in parrocchia. Suor Aurora esuor Angelica, dopo diversi anni diservizio nella missione indiana, permotivi di visto, furono costrette arientrare nei loro rispettivi Paesi diorigine. Dal 2013 suor Bernarda di-

NAZARET 23

po pochi mesi un’altra sorella, suor Selva-rani la celebrò a Cannaiola, dopo la con-sueta preparazione ai voti perpetui fatta inItalia. In seguito altre tre sorelle fecero laprofessione perpetua: suor Jensy, suorAnanthi e suor Sirisha.

La missione indiana oggi inizia a rafforzarsiLa missione indiana oggi inizia a rafforzar-si ed è forte il desiderio di aprirsi ad altrerealtà per allargare il nostro orizzonte mis-sionario e diffondere la conoscenza e l’a-more alla Sacra Famiglia anche in altri luo-ghi dell’India. Per il momento alcune Sorelleindiane sono state chiamate a servire in al-tri Paesi: suor Selvarani dopo la professioneperpetua è rimasta in Italia prima per stu-dio e ora per servizio; suor Vinnarasi esuor Jesu Mary sono state chiamate ancheloro in Italia per la pastorale e altri servizi;mentre suor Starlet, junior, è in Guatemalaper un servizio infermieristico. Siamo feliciche le nostre Sorelle indiane stiano assu-mendo la missione con amore e responsa-bilità, dando speranza per il futuro dellamissione.

Nel settembre 2020 celebreremo i 25 annidi presenza in India! Siamo molto grate aDio per tutto il bene che ha operato in mez-zo a noi in questa terra indiana in tutti que-sti anni; nello stesso tempo gli chiediamoperdono per tutte le negligenze e i ritardinell’adempiere la sua missione. Siamo certeche Lui continuerà a guidarci e ci aiuteràad allargare la nostra presenza e adespandere il carisma nazareno-bonillianoin altre regioni dell’India. Che la Sacra Fa-miglia e il nostro beato Padre ci benedica-no e ci aiutino affinchè questo sogno diventipresto realtà, con il dono anche di nuovepreziose vocazioni, non solo in India ma intutto il mondo!!

venne maestra delle novizie, nella casa del Noviziato che,nel frattempo fu trasferita da Nagamalai alla diocesi diPondicherry e precisamente a Thuthipet, un piccolo villag-gio vicino ad un orfanotrofio dove le sorelle hanno svoltoservizio per vari anni.

Prime professioniNello stesso anno, a Madurai, fù celebrata la professioneperpetua delle prime quattro sorelle: suor Motcham, suorJesu Mary, suor Motcharani e suor Vinnarasi, mentre do-

Page 13: Nazaret - ssfspoleto.net · NAZARET 7 quanto concerne la vita umana, è al centro della cura pastorale della Chiesa. Anche le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto pongono, oggi,

era sempre la prima nei lavori più pesanti. Il suo buon umore ac-compagnava sempre il suo sorriso.Odiava le mormorazioni e i pettegolezzi, era sempre pronta a scu-sare … Coltivava un profondo spirito di preghiera, anche con le sue visiteal Santissimo Sacramento molto frequenti: non era capace di pas-sare davanti alla cappellina senza entrare e sostare un momento.Suor Fiorenza è stata una vera Suora della Sacra Famiglia: tutta diDio e completamente “donata agli altri”. Apprezzata da tutti: con-sorelle, sacerdoti, seminaristi e perfino dai fornitori.Quando parlava della sua vocazione gli occhi sprizzavano di alle-gria, era felice di essere Suora della Sacra Famiglia e ripetevaspesso di non aver avuto alcun ripensamento in tutta la sua vita.«È stata un’attenta e appassionata discepola di Gesù, mite umile dicuore, dando esempio di comunione all’interno della propria Co-munità religiosa operante nel Seminario Arcivescovile di Beneventoe nel contesto più ampio del Seminario stesso», testimonia donAlessandro Pilla della diocesi di Benevento.Pur trascorrendo la giornata “tra quattro mura”, suor Fiorenzaaveva molto a cuore la vita dell’Istituto di appartenenza e in parti-colar modo la Comunità religiosa del Guatemala, alla quale invia-va spesso aiuti economici raccolti attraverso le sue piccole “indu-strie” di ricamo. Il dialogo nella preghiera e l’intimità con il suo Sposo le davanoanche una profonda consapevolezza di se stessa, e confessavaspesso il suo “peccato di ansia” nell’ottemperare al meglio il suodovere. Lamentava questa sua imperfezione caratteriale che “in-fluenzava” il suo lavoro e incideva anche sulla sua preghiera. E

chiesa e cucina, per gustare e far gustare il cibo dell’anima e delcorpo. È stata infatti “suora di cucina” per circa cinquant’anni, rit-mati da senso del dovere e da spirito di servizio. Anche durantela preparazione dei pasti, invitava il personale laico a pregarepiuttosto che a parlare. Suor Fiorenza amava il silenzio, però si at-tardava volentieri a parlare delle “cose di Dio” con un linguaggiosemplice ma penetrante, perché impregnato di intensa vita di pre-ghiera.Quello che caratterizzò la sua vitafu la bontà, la laboriosità, lagenerosità e la serenità chelei manteneva dalla mattinaalla sera, in un lavoro pe-sante ed anche di re-sponsabilità. Il suorapporto con le con-sorelle era sempredi rispetto e, di-rei, venerazio-ne, sapeva“risparmia-re” le con-sorelle piùf r a g i l i ,

“Niente è più grandedelle cose piccole”

Profilo di suor Fiorenza ScialliDurazzano (BN) il 4 Giugno 1922 - Spoleto il 28 Gennaio 2019

di suor Monica Cesaretti

NAZARET 25

IMPRONTE NAZARENE

P oca “Teologia”, tantoamore a Gesù Maria eGiuseppe, ed esperta nel

“dono” delle piccole cose gior-naliere: questa è la sintesi piùappropriata per delineare itratti della figura di suor Fio-renza Scialli. Alessandra, alsecolo, ascoltò ben presto lavoce del Signore che la chia-mava ad una vita di specialeconsacrazione e con gioia mi-se a disposizione la sua perso-na per essere un umile stru-mento nelle Mani Divine, perla costruzione del Regno. Lanota della gioia fu una carat-teristica che in tutta la sua lun-ga esistenza, non perse mai.Svolse il suo servizio di Suoradella Sacra Famiglia di Spole-to in varie comunità, in parti-colare nei seminari di Napolie Benevento, per lunghi anni,poi a Cannaiola accanto allespoglie mortali del Fondatore,e infine nella casa di riposo diSpoleto (S. Giuseppe).Ha percorso la via quotidianadella perfezione alternando

24 NAZARET

chiedeva consigli per combat-terla, perché fortemente desi-derosa di crescere nella san-tità. “Niente è più grande dellecose piccole”, canta l’artistaitaliano Simone Cristicchi nelbrano “Abbi cura di me”.Suor Fiorenza è stata “gran-de” proprio perché ha saputofare le “cose piccole” conamore e abnegazione. È la viadella perfezione tracciata daGesù nelle beatitudini e vissuta“sine glossa” da san France-sco come da san Pio da Pie-trelcina, da san Giovanni Pao-lo II come dal beato Pietro Bo-nilli. Santo non è chi compiemiracoli. Santo è chi vive l’a-more nell’umiltà. Suor Fioren-za ha saputo essere grandenella semplicità e umiltà di vi-ta, e per questo il Signore sa-prà ricompensarla con la glo-ria del Paradiso.L’orgoglio precede la caduta,ma “l’umiltà precede la gloria”(Proverbi 18,12).

Page 14: Nazaret - ssfspoleto.net · NAZARET 7 quanto concerne la vita umana, è al centro della cura pastorale della Chiesa. Anche le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto pongono, oggi,

INGRESSI

L’8 settembre 2019 abbiamo avuto la grande gioia della Prima Professione Religiosa, in Congo, di 6giovani: con l’entusiasmo della giovinezza e la forza di un serio cammino di discernimento e delloSpirito Santo hanno pronunciato un sì umile e sereno a Dio Padre che le ha chiamate a seguire GesùSuo Figlio tra le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto, secondo il Carisma nazareno-bonilliano. Lasera precedente, 7 settembre, sempre in Congo, 4 ragazze sono entrate in Noviziato.

Le neoprofesse con la Superiora delegatasuor Annalisa Alba e il Vescovo di Butembo-Beni

Le neo novizie con la Superiora delegatasuor Annalisa Albae la Maestra di Noviziato suor Isabel Contreras

L’8 dicembre 2019 entrano in Noviziato 2 ragazze in India e 4 in Costa D’Avorio. Benediciamo ilSignore e preghiamo perché questi germogli possano sbocciare e portare frutti di bene.

DECESSI E INGRESSI

26 NAZARET NAZARET 27

DECESSI

SUOR FELICINA COVA (27 luglio 2019)

Era nata a Benevento il 18 luglio 1927 e venne fra noi il 25 giugno1952.Dopo la professione, svolse il suo servizio di insegnante ad Agira (EN), aRoma e poi ancora ad Agira per altri 10 anni. Nel 1971 fu trasferitaall’Ist. Mons. Bonilli di Trevi (PG), per insegnare alle nostre ospiti disabili.Suor Felicina ha amato tanto questa missione, prodigandosi senza badare asacrifici per il bene di queste donne, avendo sempre una cura e un’attenzionepiù vigile per quelle più in difficoltà. È stata una donna ottimista, serena,aperta e questo carattere le ha permesso di relazionarsi con la gente, inmodo affabile. Il suo sguardo positivo sulle situazioni e le persone la rendevaaccogliente di tutti. Dall’ottobre 2015 si trovava a Casa S. Giuseppe aSpoleto, per il meritato riposo, che seppe accogliere con serenità.

SUOR GETULIA CIULLO (2 settembre 2019)

Era nata a S. Leucio del Sannio (BN) il 7 settembre 1931 ed era venutanel nostro Istituto a 17 anni.Nelle varie comunità in cui ha prestato la sua opera, soprattutto aPietrasanta per 38 anni, ha svolto sempre il prezioso servizio di cuoca.Suor Getulia, suora semplice, mite, buona e disponibile, sempre amata eapprezzata, ha servito con amore, nel silenzio e nel nascondimento diNazaret e trovava la sua forza nella preghiera, È deceduta a Casa S. Giuseppe, dove si trovava dal 2005.

SUOR M. ASSUNTA PAVONE (25 settembre 2019)

Era nata a Benevento il 03 gennaio 1948 ed era venuta tra noi il 18marzo 1967. È stata in diverse Comunità del nord e del centro Italia, convarie mansioni: cuoca, studente, insegnante di scuola materna e aiuto invari servizi.Suor Assunta era una suora buona e servizievole, ma segnata ben prestodalla malattia che le è stata di impedimento nel condurre una vita serenae regolare. È deceduta a Casa S. Giuseppe, dove si trovava dal 2004, curata eamata dalle Sorelle e dal personale.

Page 15: Nazaret - ssfspoleto.net · NAZARET 7 quanto concerne la vita umana, è al centro della cura pastorale della Chiesa. Anche le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto pongono, oggi,

VUOI DARCI UNA MANO?

Un grazie vivissimo a chi sta già collaborando!Adozioni a distanza - Borse di studio - Microprogetti

• Costruzione di casette per famiglie povere •• Centri educativi per bambini bisognosi •

• Centro diurno per diversamente abili e anziani •• Centri nutrizionali •

• Atelier per la promozione della donna •• Ambulatori •

• Scolarizzazione del bambino •

Invia il tuo contributo a:Suore S. Famiglia - Salita Monte del Gallo, 19 - 00165 Roma

Banca Popolare di BergamoIBAN: IT06N0311103255000000035440

oppure:sul c.c.p. N. 13593066 intestato a:

Istituto Suore S. FamigliaSede secondaria di Roma

Salita Monte del Gallo, 19 - 00165 Roma

SOLIDARIETÀ