NATALE: E SE FOSSE UN MISTERO? · 2 Celebrazioni e appuntamenti del tempo di Natale Novena di...

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Se Natale è soltanto questo è meglio dimenticarlo, sopprimerlo per non conti- nuare ad ingannarci, ad attendere ciò che non verrà mai. Ma se Natale fosse un mistero? Se fosse cioè un avvenimento che fa salta- re tutti gli schemi, un fatto storico che entra nella nostra storia di famiglia, di comunità cristiana, di città di Gemona? Se fosse uno scorcio di luce azzurra nel nostro cielo opaco di abitudini senza speranza? Se fosse una strada che ci apre un orizzonte infinito, un’avventura imprevedibile? Se il Natale fosse il mistero di Dio che si fa uomo; di Dio che incontra l’uomo nella sua stessa umanità, nelle attese più affannose ed inquiete; se fosse il luogo e il tempo dove incomincia la nuova e defini- tiva storia dell’uomo salvato? Nella misura in cui si ha il coraggio di accettare il miste- ro del Natale in tutta la sua realtà e nella disarmante sem- plicità di un Dio bambino che con un vagito entra nel mon- do, usciremo dalla monotonia di nostalgie, rimpianti e sterili idealismi. Il mistero è il regno di Dio, è il respiro dell’infinito e dell’eterno, è il palpito della vita senza fine. Il mistero chiede all’uomo l’umiltà di rico- noscere il proprio limite, le proprie insuffi- cienze e in cambio gli offre l’avventura di una nuova natura: la natura di figlio di Dio. La favola e il mistero stanno a cavallo fra il razionale e il non razionale, tra il visibile e l’invisibile, tra la realtà e il sogno. La favola è il tentativo dell’uomo di anda- re al di là del suo limite di esperienza e di verifiche per inventare e sognare un mondo ed un uomo diversi. Il mistero è l’irruzione di Dio nel limite umano. È la proposta che Dio fa all’uomo offrendogli un mondo diverso, una novità che non si esaurisce e muore in uno schema studiato a tavolino. La favola addormenta l’uo- mo, lo accontenta, lo sfama con miraggi inesistenti per cui il risveglio e l’impatto con la realtà è più amaro e delu- dente. Il mistero desta l’uomo, lo incuriosisce, gli fa sentire il tormento di sapere e non capire, di intuire senza vede- re, di essere amato senza sapere amare. La favola porta l’uomo lon- tano dalla realtà, lo aliena in visioni irreali, talvolta danno- se e gli nasconde la verità. Il mistero costringe l’uomo ad andare a fondo di se stes- so, della sua storia, gli svela insaziabili e impensati risvol- ti, ricchezze e capacità che non lo lasciano più tranquillo. La mente ha sempre nuovi spazi di ricerca, il cuore avverte sempre nuovi richiami d’amore. Il Natale si colloca in bilico tra la favola e il mistero: se è favola domani è già Santo Stefano e tutto è finito, se è mistero ogni giorno è Natale, ogni giorno è incontrare Dio che ama e fratelli da amare. 1 NATALE: E SE FOSSE UN MISTERO? ANNO LXXVI - N. 4 l’arciprete monsignor Gastone Candusso DICEMBRE 2008 NATALE: E SE FOSSE UN MISTERO? La lunga familiarità con questo avveni- mento tende a ridurlo ad una festa di bam- bini in attesa di doni del simpatico e arzillo vecchietto Babbo Natale. Il racconto di un bimbo che nasce fa tene- rezza e tutto l’interesse si concentra nel bambino. La nascita di Gesù Signore radicata nella Buon Natale da Cochabamba Da Cochabamba, capitale della sua diocesi, il vescovo monsignor Tito Solari, nostro concittadino, ci invia questa visione boliviana del Presepio con i più cordiali auguri perché possiamo imparare “a vedere le cose e gli avvenimenti con lo sguardo di Dio, fino ad acquisire la mentalità di Cristo”. storia e nella vita del suo popolo provoca l’intelligenza e sfida l’ignavia. Per questo incontra il rifiuto e l’indifferenza, la fuga di chi non vuole mettersi in discussione. E allora Natale diventa semplicemente una bella giornata attorno alla quale gravitano tante altre giornate caratterizzate da luci, colori, melodie, strette di mano e sorrisi il più delle volte falsi o di circostanza.

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Se Natale è soltanto questo è megliodimenticarlo, sopprimerlo per non conti-nuare ad ingannarci, ad attendere ciò chenon verrà mai.Ma se Natale fosse un mistero?Se fosse cioè un avvenimento che fa salta-re tutti gli schemi, un fatto storico cheentra nella nostra storia di famiglia, di

comunità cristiana, di città diGemona?Se fosse uno scorcio di luceazzurra nel nostro cielo opacodi abitudini senza speranza?Se fosse una strada che ciapre un orizzonte infinito,un’avventura imprevedibile?Se il Natale fosse il mistero diDio che si fa uomo; di Dioche incontra l’uomo nella suastessa umanità, nelle attesepiù affannose ed inquiete; sefosse il luogo e il tempo doveincomincia la nuova e defini-tiva storia dell’uomo salvato?Nella misura in cui si ha ilcoraggio di accettare il miste-ro del Natale in tutta la suare altà e nella disarmante sem-plicità di un Dio bambino checon un vagito entra nel mon -do, usciremo dalla mo notoniadi nostalgie, rimpianti e steriliidealismi.Il mistero è il regno di Dio, è

il respiro dell’infinito e dell’eterno, è ilpalpito della vita senza fine.Il mistero chiede all’uomo l’umiltà di rico-noscere il proprio limite, le proprie insuffi-cienze e in cambio gli offre l’avventura diuna nuova natura: la natura di figlio di Dio.

La favola e il mistero stanno a cavallo frail razionale e il non razionale, tra il visibilee l’invisibile, tra la realtà e il sogno.La favola è il tentativo dell’uomo di anda-re al di là del suo limite di esperienza e diverifiche per inventare e sognare unmondo ed un uomo diversi.Il mistero è l’irruzione di Dio nel limiteumano. È la proposta che Diofa all’uomo offrendogli unmondo diverso, una novitàche non si esaurisce e muorein uno schema studiato atavolino.La favola addormenta l’uo-mo, lo accontenta, lo sfamacon miraggi inesistenti percui il risveglio e l’impatto conla realtà è più amaro e delu-dente.Il mistero desta l’uomo, loincuriosisce, gli fa sentire iltormento di sapere e noncapire, di intuire senza vede-re, di essere amato senzasapere amare.La favola porta l’uomo lon-tano dalla realtà, lo aliena invisioni irreali, talvolta danno-se e gli nasconde la verità.Il mistero costringe l’uomoad andare a fondo di se stes-so, della sua storia, gli svelainsaziabili e impensati risvol-ti, ricchezze e capacità che non lo lascianopiù tranquillo. La mente ha sempre nuovispazi di ricerca, il cuore avverte semprenuovi richiami d’amore.Il Natale si colloca in bilico tra la favola eil mistero: se è favola domani è già SantoStefano e tutto è finito, se è mistero ognigiorno è Natale, ogni giorno è incontrareDio che ama e fratelli da amare.

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NATALE: E SE FOSSE UN MISTERO?

ANNO LXXVI - N. 4

l’arcipretemonsignor Gastone Candusso

DICEMBRE 2008

NATALE: E SE FOSSE UN MISTERO?La lunga familiarità con questo avveni-mento tende a ridurlo ad una festa di bam-bini in attesa di doni del simpatico e arzillovecchietto Babbo Natale.Il racconto di un bimbo che nasce fa tene-rezza e tutto l’interesse si concentra nelbambino.La nascita di Gesù Signore radicata nella

Buon Natale da Cochabamba

Da Cochabamba, capitale della sua diocesi, il vescovo monsignor Tito Solari,nostro concittadino, ci invia questa visione boliviana del Presepio con i piùcordiali auguri perché possiamo imparare “a vedere le cose e gli avvenimenticon lo sguardo di Dio, fino ad acquisire la mentalità di Cristo”.

sto ria e nella vita del suo popolo provocal’intelligenza e sfida l’ignavia. Per questoincontra il rifiuto e l’indifferenza, la fugadi chi non vuole mettersi in discussione. Eallora Natale diventa semplicemente unabella giornata attorno alla quale gravitanotante altre giornate caratterizzate da luci,colori, melodie, strette di mano e sorrisi ilpiù delle volte falsi o di circostanza.

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Celebrazioni e appuntamenti del tempo di NataleNovena di Natale, in Sant’AntonioDa lunedì 15 a lunedì 22 dicembre alle ore 18.30 S. MessaOre 19: Novena di Natale e canto del “Missus” In questi giorni viene perciò sospesa la S. Messa feriale in Santa Lucia

Sabato 20 dicembre, in DuomoOre 20.30: I Cori della Parrocchia augurano “BUON NATALE GEMONA”, 120voci in concerto

Domenica 21 dicembre, in DuomoOre 10.30: S. Messa e benedizione delle statuine di Gesù Bambino per i pre-sepi di casaOre 16: Vespri in Santuario

Martedì 23 dicembre, in Santuario di Sant’AntonioOre 20.30: Liturgia penitenziale e confessioni

Mercoledì 24 dicembre/Vigilia del S. Natale, in DuomoOre 10-12 e 15-19: confessioniOre 14.30: confessioni per i ragazzi delle medie e delle superioriOre 19: S. Messa della VigiliaOre 23: Veglia di preghiera “ASPETTANDO COLUI CHE VIENE”Ore 24: S. Messa solenne nel Natale di Nostro Signore

Giovedì 25 dicembre/Natale di Nostro Signore Gesù Cristo, in DuomoOre 10.30: S. Messa solenneOre 19: S. Messa seraleÈ sospesa la S. Messa delle ore 9 in Duomo

Venerdì 26 dicembre/S. Stefano primo martire, in DuomoSs. Messe con orario festivoOre 16.30: Concerto di Natale della Corale “Glemonensis”

Domenica 28 dicembreSs. Messe con orario festivo

Mercoledì 31 dicembre/Ultimo giorno dell’anno, in DuomoOre 19: S. Messa e canto del “Te Deum” di ringraziamento

Giovedì 1 gennaio 2009Ss. Messe con orario festivo

Lunedì 5 gennaio, in DuomoOre 19: S. Messa prefestiva della solennità dell’Epifania con la benedizionedell’acqua, del sale e della frutta secondo la tradizione aquileiese

Martedì 6 gennaio/Epifania di Nostro Signore, in DuomoSs. Messe con orario festivoOre 10.30: S. Messa solenne “del Tallero”Ore 16 al Glemonensis: “Festa di fine… feste!” Giochi, premiazione delConcorso Presepi 2008 ed estrazione della Lotteria per Forni

Domenica 11 gennaio, in DuomoSs. Messe con orario festivoOre 10.30: S. Messa celebrata dall’Arcivescovo monsignor Pietro Brollonell’anniversario della consacrazione episcopaleOre 16.30: Concerto in onore dell’Arcivescovo nel suo settantacinquesimocompleanno

Auguriamo a tutti i parrocchiani un felice Natale ed un prospero Anno nuovo, nel nome del Signore.

Monsignor arciprete e i sacerdoti della Pieve

100 VOLTE NATALEGrazie ai numerosi ed insoliti materialiutilizzati, la mostra dei presepi di que-st’anno vuole regalare un’immaginedella na scita di Gesù esaltante per crea-tività e forma.Cento è naturalmente un numero sim-bolico ma sta a indicare che una statui-na, un animale, una casetta possonoessere realizzati con moltissime tecni-che: dai materiali più tradizionali qualilegno, stoffa, gesso, porcellana, cera-mica, vetro, lamiera, pietra… ai piùinusuali: chicco di riso, capocchia difiammifero, tagua (avorio vegetale),foglie di banano, pietra saponaria, cartedi cioccolatini, zucche svuotate, lavadell’Etna…Il più umile dei materiali, la carta,oppure alcuni dei più preziosi comel’oro, l’argento, il cristallo, possonoessere ugualmente impiegati per dareforma e emozioni nelle figure che ani-mano la scena di Betlemme.Il colore di certe terrecotte, i fregi colo-ratissimi di alcuni tessuti, le porcellanedelicate, i legni scolpiti, sono operecreate per lo più da artisti anonimi, mache hanno saputo inventare un propriooriginale modello di presepio e inter-pretare la nascita di Gesù con la sensi-bilità e le tradizioni proprie della cultu-ra del paese d’origine.Mostra di presepi da collezionePalazzo Elti – Sale R. D’Aronco19 dicembre 2008 – 18 gennaio 2009Feriale: ore 15-18Festivo: ore 10.30-12.30 e 15-19

Un grazie e un invito A tutti coloro che in qualsiasiforma hanno collaborato in par-rocchia il grazie più sentito.A tutti i parrocchiani di buonavolontà l’invito a farsi avanti:anche l’anno prossimo ci sarà la -voro e soddisfazione per tutti, sia aGemona sia a Forni Avoltri.

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INAUGURAZIONE IL 7 GIUGNO 2009: SARÀ UNA FESTA PER GEMONA E FORNI AVOLTRI

Sotto la neve... pane e caffé!Sotto la neve... pane e caffé!Un vecchio proverbio diceva: “Sotto laneve pane, sotto la pioggia fame!”; adin dicare che in questa stagione invernalela pioggia rischia di provocare danni adif ferenza della neve che protegge, con-serva e… fa bello il panorama e svilup-pa il turismo. Anche la Casa di Forni èsot to la neve, ma dentro fervono i lavori.Idraulici ed elettricisti stanno comple-tando gli impianti. Per aprile dovrebberoaver concluso e quindi, dopo aver pavi-mentato la stanza con linoleum, organiz-zeremo la festa dell’inaugurazione, fis-sata per il 7 giugno 2009.Vorremmo fosse un festa per Gemona eper Forni Avoltri!Una festa per la nostra comunità dopoquasi tre anni di attesa: una festa per lacomunità di Forni che ci ospiterà nei me -si estivi. Una festa per famiglie, an ziani,giovani e ragazzi che a Forni continue-ranno la stessa magica avventura diOsais soltanto sette chilometri più a norde a 900 metri di altitudine con spazi piùampi e strutture a norma di legge.Una festa per Forni che scopriremonella sua bellezza, nelle sue tradizioni e

nella sua ospitalità. Insomma una festaper tutti e speriamo anche per la Fab -briceria! Infatti man mano che l’impre-sa conduttrice termina i lavori, mandale fatture…L’idea del caffè può sembrare unasciocchezza ma se presa sul seriopotrebbe veramente risolvere ungrosso problema: se le tan tefamiglie di Gemona che credononella preziosità di questa iniziati-va ci offrissero un euro al la setti-mana (l’equivalente del costo diun caffè) molto probabilmenteper il giorno dell’inaugurazioneavremo un motivo in più di esse-re in festa perché avremo pagatol’arredo. Se poi convinciamo S.Nicolò, Santa Lucia, Babbo Na -tale e la Befana ad inserire nel lo -ro elenco anche la casa di Fornisa remo doppiamente in festa per-ché riusciremo a quietanzareanche qualche bolletta. Intanto continua a nevicare enella cassetta in fondo al Duomo,chicco dopo chicco, comincia a

spandersi il profumo del caffè dellagenerosa solidarietà dei gemonesi.A tutti il grazie più cordiale e l’augu-rio più affettuoso di Buon Natale eBuon Anno.

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«Dio ha assegnato a ciascuno il propriocompito nella Chiesa: gli apostoli, i profe-ti, i catechisti, coloro che assistono i mala-ti, quelli che hanno capacità di organizza-re” (1Cor 12,28).Tutti i credenti laici diano il loro contribu-to ad ogni iniziativa della comunità cri-stiana, (Vaticano II), esercitando ministeridiversissimi, secondo la grazia e i carismiche il Signore ha dato loro (Paolo VI).Molte sono le sollecitazioni che ancheoggi i Vescovi pronunciano, perché i laicicredenti operino per testimoniare la fede:in un mondo che cambia in modo moltoveloce, non si può essere fermi ad unafede intimistica e privata come era alcunidecenni or sono. Ci invitano a prendere coscienza che ogginon si può essere cristiani, se non si haattenzione e solidarietà verso le persone.Ognuno ha il talento necessario per assu-mere qualche impegno: testimoniandocon la sua opera la fede in Gesù di vieneseme di speranza per il nostro tempo.Anche tra i fedeli della Chiesa di Gemonavi sono persone che pensano che non sipuò essere cristiani “spettatori” ma, pren-dendo consapevolezza delle proprie capa-cità, che sono dono dello Spirito, svilup-pano i propri talenti e li mettono a serviziodella comunità.Siamo tentati a dare tutto per scontato; mase ci guardiamo intorno ci rendiamoconto di quante persone donano un po’del loro tempo, nell’organizzazione dellanostra parrocchia. Ci sono quelli impegnati nei cori, nelcatechismo, nella cura delle varie chiese,nelle missioni, nella sensibilizzazione diaiuto alla vita, nell’assistere i malati.I malati, appunto: nella chiesa hannoavuto da sempre un’attenzione e una con-siderazione particolare, come ci insegna ilVangelo, perché la sofferenza, per chi ha

IL VESCOVO HA INCARICATO I VOLONTARI DELLA PARROCCHIA

Eucaristia agli ammalatiEucaristia agli ammalati

La Comunione a casaLa Comunione a casaDa molti anni ogni terza domenica delmese l’Eucarestia è portata ai nostri fra-telli impossibilitati a partecipare allamessa in duomo o nelle chiese delleborgate.Probabilmente altri malati o anzianidesiderano ricevere la comunionenelle loro case una volta al mese: èsufficiente che la richiedano all’arci-prete o telefonando in canonica alnumero 0432 980608.

fede, è preziosa agli occhi del Signore. Per attualizzare ciò ed essere vicino acostoro, il Vescovo ha dato il mandato adalcune persone a portare loro il corpo diGesù Cristo: servizio importante e subli-me perchè là, dove è concreta la sofferen-za e forse anche la solitudine, non ci sisenta dimenticati.Si vive un momento di grazia alla terzadomenica del mese, quando il celebrantedopo la comunione della messa delle ore9 consegna le teche, con le particole con-sacrate, ai ministri straordinari dellaComunione. La porta della chiesa si apre ed escono inmissione. Accanto a loro le personeaccompagnatrici. Vanno per le strade diGemona: da Gleseute a Taboga, daManiaglia a Campagnola, verso le casedegli ammalati e degli anziani. Così i presenti in chiesa si uniscono in co -munione con i sofferenti della città; l’am-malato, ricevendo da una mano amica laCo munione, si sente amato dalla sua co -munità e pienamente inserito nel Corpo diCri sto che è la Chiesa della sua parrocchia.

È un atto di vero amore confortare i propricari anziani o ammalati aprendo la casa aCristo che dà luce anche alla famiglia e aquanti li assistono, rinfrancando la lorofede, illuminando il loro sacrificio e laloro generosità.

Adele Cavallari

Nuove opere donate al MuseoNuove opere donate al MuseoI fratelli Lucio e Franco Pischiuttihanno donato al Museo della Pieve lacopia di un’opera dello zio Fausto mor -to giovanissimo nella prima guerramondiale: la Facciata del duomo rica-vata dall’illustrazione pubblicata dalLiruti nella sua opera Notizie di Ge -mona antica città nel Friuli del 1771.L’originale, che appartiene alla fami-glia, era stato realizzato dal giovaneFausto come esercizio di plastica nel-l’anno scolastico 1913-1914 presso laScuola d’Arte gemonese, sotto la guidadel padre Giuseppe, insegnante di dise-gno e di lavoro di scultura. Dello stessozio Fausto, promettente pittore, i fratelliPischiutti hanno donato anche una bellaImmacolata, dipinta a olio su tela.Un altro bel dono è pervenuto al Mu seoda Maria Mattiussi che ha consegnatoall’arciprete un’opera del Cin quecentoda sempre proprietà della famiglia. Sitratta di un dipinto (nella foto) raffigu-rante un martire in vesti di diacono,forse San Donato ma più probabilmen-te Santo Stefano, che risulta identica adun’opera conservata nella pieve diArtegna. Recenti studi sul quadro arteniese, che

riproduce l’intera figura del martire,attribuiscono l’opera a Gio vanni Bat -tista Gras si (1525-1578), autore delleportelle dell’organo antico esposte nelnostro duomo sopra l’ingresso e nellanavata destra. L’opera donata potrebbeinvece essere lavoro di Sebastiano Se -can ti il Vec chio (doc. 1548-1581) che aGemona aveva dipinto per la chiesa diSan Giovanni la Madonna con Bam -bino tra i Santi Ermacora e Fortunato,ora nel Museo Civico.

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“Ogni bambino concepito è un figliodonato dall’amore di Dio”: questa lafrase che il Centro di aiuto alla vita diGemona del Friuli (CAV) ha scelto peresprimere le proprie finalità in difesadella vita umana, a sostegno delledonne di fronte ad una gravidanza nonattesa, di appoggio morale ed assisten-za per coloro che in questi delicatimomenti potrebbero sentirsi in totalesolitudine.Dal febbraio 2005, il Centro di aiutoalla Vita ha sede in piazza Comelli,presso i locali annessi alla chiesa diSanta Lucia, di fronte alla stazione fer-roviaria, ed è aperto tutti i sabati dalle10 alle 12, oppure su appuntamento daprendere semplicemente telefonando alnumero 347 0404410. Nel corso del 2008 il Centro di aiutoalla vita ha accolto ed aiutato una ven-tina di mamme, sia italiane che stranie-re, e i loro bambini. Varie sono le realtàche si presentano agli occhi dei volon-tari che vi operano: la neomamma cheviene seguita durante la gravidanza epoi nell’accudimento del bambino, lamamma che per problemi economicirichiede alimenti, vestiti e materiale peril bimbo, ma anche chi necessita sol-tanto di un sostegno morale e di sapereche al bisogno può contare sulla dispo-nibilità di alcune persone.Questa è l’occasione per ringraziaretutti coloro che generosamente hannodonato indumenti, passeggini, carroz-zine, seggiolini ed altro materiale perl’infanzia in modo da permettere adaltre famiglie disagiate di poterneusufruire e così poter affrontare pro-blemi economici che spesso sembranoinsormontabili e, soprattutto nel casodi una gravidanza non attesa, sembre-rebbero portare ad un’unica tragicaconclusione.Domenica 1 febbraio 2009, XXXIGiornata per la vita indetta dalla Chiesacattolica italiana e che avrà per titoloLa forza della vita nella sofferenza, tor-neranno Le primule per la vita, iniziati-va che mira a far conoscere l’attivitàdel Centro e a raccogliere fondi. È questo un modo per aiutare finanzia-riamente il Centro per l’acquisto dilatte in polvere, alimenti per lo svezza-mento, pannolini e materiale di primanecessità per le madri e i loro figli. Inoccasione di questo annuale eventoverranno promossi incontri e dibattiti acui tutti gli interessati sono invitati a

L’Associazione per il VolontariatoSocio-sanitario (AVULSS) di Gemona,con la collaborazione dell’ASS 3 AltoFriuli, organizza un Corso Base diFormazione per offrire alle persone chedesiderano orientarsi verso un serioimpegno ed un qualificato servizio, laindispensabile preparazione di base eadeguate conoscenze per l’esercizio delvolontariato in campo socio-sanitario.Il Corso prevede quarantasei ore dilezione ed è aperto a tutti. Si terrànell’Aula Magna dell’Ospedale diGemona ogni martedì e venerdì, dal 13gennaio al 20 marzo 2009, dalle ore20.00 alle 22.00.Gli argomenti dell’area sanitaria, psico-logica e spirituale saranno trattati dapersone preparate e competenti.Saranno date anche informazioni sullesituazioni di bisogno del territorio esulle risposte che le strutture pubblicheoffrono ai cittadini.

Al termine del corso verrà rilasciato unattestato di idoneità al servizio divolontariato.Vogliamo allargare la famiglia diAVULSS di Gemona per offrire piùpresenze accanto a chi soffre. Siamoconsapevoli che il servizio verso i piùdeboli, gratuito e organizzato, è moltoefficace: arricchisce chi lo riceve e chilo dona.Desideriamo organizzare altri incontridi approfondimento per una formazio-ne continua dei volontari, con l’obietti-vo di impegnarci sempre più a lavorareinsieme per servire meglio.Per informazioni:

Gemona del Friulitel. 0432 980376 e 340 8614598

LA SOLIDARIETÀ DELLA NOSTRA COMUNITÀ AIUTA UNA VENTINA DI MAMME

Un Centro per aiutare la vitaUn Centro per aiutare la vita

Corso di formazione socio-sanitariaCorso di formazione socio-sanitaria

partecipare e che saranno divulgatiprossimamente (per chi volesse riceve-re direttamente ulteriori [email protected]).I volontari del CAV rinnovano l’invito atutti coloro che desiderano dare il lorocontributo a visitare il centro e dedicaredel tempo prezioso alle attività promossenella piena fiducia che le difficoltà dellavita non si superano sopprimendo la vita,ma affrontandole insieme.Appuntamento con Le primule per la vitadomenica 1 febbraio per sostenere l’inizia-tiva della Chiesa italiana La forza della vitanella sofferenza.

A due anni dalla scomparsadella sorella Anto nietta il 18settembre è deceduta Noe miPlossi. Ricordiamo entrambecon affetto e gratitudine per lagenerosità, discreta e riserva-ta, con la quale hanno volutosostenere le attività e le opereparrocchiali.

La gratitudine della parrocchia va anche alla memoria di Giovanni Pittini e di Arrigo Se -ra fini, attivi componenti del Comitato per la ricostruzione della chiesetta del Redentoresul Cuarnan, e del generoso benefattore Mario Cucchiaro.

Un grazie alle benefattrici e ai benefattori

26 ottobre, non un giorno come tanti, mail giorno in cui i nostri nuovi amici gha-nesi ci hanno raggiunto e hanno passatoserenamente una giornata all'insegna del-l'abbattimento delle distinzioni razziali,un giorno di festa, un’ occasione sia perloro, ma soprattutto per noi ragazzi chefinalmente potevamo comprenderemeglio la loro situazione nella società euscire dalla nostra ignoranza e ottusità.Molti ragazzi presi dalla cu riosità e dallavoglia di conoscere nuo ve persone sisono presentati fuori dal duomo in antici-po, entusiasti, incuriositi e con la vogliadi passare tutti assieme una giornataserena. Uno striscione dava un benvenu-to ancora più caloroso e le foto postevicino ad esso parlavano da sole. Come

se non bastasse quando i nostri ospitisono arrivati le nubi si sono allontanate ehanno lasciato spazio al tenue calore delsole. C’era nell’aria una sensazione bel-lissima di solidarietà e uguaglianza. Lema ni di colore e le mani bianche diven-tavano tutt’uno, tra risate, parole eabbracci, dando vita a una serenità chepoi è stata portata anche in duomo conuna celebrazione molto particolare. Le due culture si sono unite nella ricercadi Dio con canti balli e tanta allegria.Non ci sono parole per descrivere l’e-mozione che la gente condivideva tra isorrisi, il calore e la voglia che quellagiornata non finisse mai. Abbiamo cer-cato il Signore anche dopo la messa,durante il trasferimento a Salcons, e

durante il pranzo. Tutti parlavano contutti, ognuno raccontava le proprie storiecon la semplicità con cui una madreparla a suo figlio. Sembrava un prato con tanti fiori diver-si, ogni fiore di un colore diverso, conun origine diversa, ma la loro unioneformava un’armonia particolare, nuo va,che solitamente non si trova nella vita diogni giorno. Abbiamo avuto la fortunadi assaggiare la banana fritta, che moltiall’inizio schifavano, ma non si sa ap -prezzare fino a quando non si prova,infatti si è poi rivelata una delizia! Man -giando e parlando è arrivata presto l’oradei giochi, così divisi i ragazzi italiani eghanesi in cinque gruppi abbiamo dato ilvia a vari giochi dove i ragazzi potesserodivertirsi. Descrivere tutte le emozioni suscitatedurante il gioco è piuttosto difficile, maparlando in generale l’allegria, lo stupo-re e l’affetto erano quelle più evidenti.Le attività sono durate all’incirca un’ora,poi queste hanno lasciato spazio allapartita finale di calcio, Ghana controItalia, nel campetto di Salcons. È stata un’impresa tutt’altro che facile:ad esempio la squadra ghanese era inde-cisa se giocare o meno vista la mancan-za della stella nella loro bandiera, creataper il benvenuto, e a cui loro tenevanoparticolarmente (foto a lato). Alla fine però è bastato un pennarelloper consentire loro di disegnare il sim-bolo mancante e iniziare finalmente lapartita con tanto di telecronaca degli ani-matori del Glemo. Uno, due, tre quattrogol per il Ghana e in panchina sono ini-ziati i timori. Il ritmo dei tamburi, gli urli della tifose-ria ghanese e di quella italiana che ormainon si distinguevano più e l’euforiagenerale erano la cosa più bella di tuttala giornata, nonostante il risultato finalesia stato 5 a 0 a favore degli ospiti. Pocoimporta, perché la cosa essenziale è il belricordo di quell’incontro che tutti noiporteremo nel cuore: perché la cosa piùbella non è certo il risultato di una partitadi calcio ma il capire le persone, ascol -tarle e sentirsi vicini l’uno all’altro.

Antonella

L’INCONTRO CON LA COMUNITÀ GHANESE

Aggiungi un posto nel cuore: c’è qualche amico in piùAggiungi un posto nel cuore: c’è qualche amico in più

Domenica 24 agosto 2008 presso l’exasilo di Campagnola è stata inauguratale nuova icona della cappella di SanGiuseppe Lavoratore. La scultura in bronzo, rappresentante laSacra Famiglia, è stata realizzata daErcole Casolo e fusa presso una dittadella zona. La cerimonia è stata preceduta dallaSanta Messa, celebrata da monsignorLuciano Felice.Il rito è stato accompagnato dai cantidel coro dei giovani della parrocchia. È toccato a monsignor Luciano Felice,

che fino ad otto anni fa reggeva lanostra parrocchia, l’incarico di scoprirel’opera assieme allo scultore. Monsignor Luciano, ringraziando ilgeneroso autore da sempre impegnato arendere più belli i luoghi di cultogemonesi, ha lodato lo spirito di solida-rietà che negli anni ha favorito la colla-borazione tra le borgate di Gemona. Collaborazione che, sull’esempio dellaSacra Famiglia, deve essere di stimoloper i giovani e per tutti i parrocchianisia dal punto di vista morale sia dalpunto di vista religioso.

La Sacra Famiglia di Ercole CasoloLa Sacra Famiglia di Ercole Casolo

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Gli scavi lungo il perimetro del Duomo,effettuati per il consolidamento delle fon-dazioni dopo le distruzioni del 1976,hanno evidenziato che la parete meridio-nale dei locali sottostanti la sacristia scen-de fino a raggiungere il livello della vicinastrada che entra in città da porta Udine, acirca 7,30 m sotto la quota del sagrato. Laparete può esser vista dal vano d’ingressoal Lapidario che – come i nostri lettorisanno – dagli inizi di quest’anno conservapietre lavorate e opere di scultura che nonsono state riutilizzate in Duomo né espostein Museo.Il Lapidario del DuomoIl progetto di allestimento del La pidario,redatto dall’architetto Alberto Antonelli eapprovato dalla Soprin tenza, prevedevache l’accesso avvenisse da uno dei locali aldi sotto della sacrestia attraverso la riaper-tura di una finestra parzialmente murata. Ilavori non poterono tuttavia esser comple-tati in quanto la parte ostruita na scondevaun’altra finestrella romanica o feritoia tar-doantica che è stata salvata. L’in gresso èstato quindi realizzato attraverso una scalacollegata a quella che porta ai locali sotto-stanti la sacristia.Una prospezione archeologicaGià prima della realizzazione del La pidariola Fabbriceria aveva in progetto di effettua-re una prospezione all’interno del vanomaggiore – a fianco del piccolo sacello diSan Michele e San Giovan ni Battista, rico-perto di affreschi trecenteschi – in quantole caratteristiche della muratura in vista edelle fondazioni la sciavano pensare ad unacostruzione particolarmente vetusta e per-mettevano di formulare l’ipotesi che vi sipotessero trovare testimonianze ri sa lentiall’epoca della diffusione del cristianesimonella nostra zona, diffusione che gli studipiù recenti fanno risalire alla seconda metàdel IV secolo, o a quella dell’insediamentolongobardo di fine VI secolo.Il duplice titolo del sacello, infatti, potreb-be fare riferimento a più antiche funzionidei locali quali quelle di un battistero coltitolo di San Giovanni Battista e/o di unluogo di culto dei primi Lon gobardi col ti -to lo di San Michele Arcangelo, esternoalla primitiva chiesa plebanale ed affianca-to ad essa. In seguito i locali sarebberostati ridotti a camera ardente utilizzata inattesa delle esequie e della sepoltura deidefunti nel sagrato, o area cimiteriale, checircondava il duomo.Dopo i primi contatti con la So prin ten den -za archeologica, la Pieve presentò un pro -getto d’intervento redatto dall’architetto

Alberto Antonelli con la su pervisione del-l’archeologo Davide Casagrande, re spon -sabile della campagna di sca vo presso ilcomplesso del Castello di Gemo na. Con ilprogetto fu approvato il programma deilavori che prevedeva l’asporto della pavi-mentazione e l’avvio di una campagna discavo condotta dagli eccezionali volontaridel Gruppo Archeologico dell’As so cia zio -ne Valentino Ostermann con la sorveglian-za della Soprinten denza archeologica.Un deposito di ossaGli scavi misero subito in evidenza un ter-reno ricco di resti ossei umani depositatialla rinfusa mentre un saggio negli stratiinferiori (circa 2 m sotto il pavimento del

vano) ha messo in luce un deposito conresti ossei più integri. Con le ossa sonostati fino ad ora rinvenuti pochi ogget tid’u so personale (medagliette devozionali,monetine, parti di corone di rosario, fedi espille di estrema semplicità) riconducibilial secolo XVIII o al massimo a quello pre-cedente. Più antichi di qualche secolo sonoalcuni cocci di ceramica decorata. Tale situazione induce a ritenere che que-sto vano sia stato destinato agli inizi delXIX secolo quale luogo di deposito dimateriale proveniente da una parte dellesepolture dell’antico cimitero, forse sgom-berate in occasione dei lavori di rifacimen-to della facciata (1825–1829). Il basamento di una torreGli scavi fino ad ora effettuati hanno con-sentito di mettere a fuoco anche la naturadella costruzione al cui interno sono eseguiti:le caratteristiche tecniche – sottolinea l’ar-cheologo Casagrande – si riferiscono albasamento di una torre a pianta quadrata dinotevoli dimensioni (m 9 di lato, con mura-tura di circa m 1,5 di spessore), probabil-

mente anteriore al primitivo edificio di cultocristiano gemonese che, come s’è detto,potrebbe risalire al IV secolo.La continuazione di lavori e l’eventualeampliamento dell’area della ricerca, anchegrazie ad auspicabili apporti del mondoaccademico e al sostegno delle ammini-strazioni pubbliche, consentiranno di con-fermare l’ipotesi e di chiarire le funzioni o -ri ginarie dell’edificio indagato. Un’antichissima GlemonaMa il basamento della torre potrebbe risul-tare ancora più interessante: potrebbe infattiessere l’indizio di un antichissimo inse-diamento abitativo, completamente interra -to e dimenticato. Successive ricerche al di

sotto del duomo e nell’area circostante po -trebbero darne conferma. Sarebbe il segnoche sotto diversi metri di materiale deposi-tatosi nei secoli esistono tracce e resti diun’antica Glemona tutta da scoprire.Per provareChi desidera provare l’affascinante mestieredell’archeologo non deve far altro che pre-sentarsi nella zona dello scavo, sul latodestro del duomo, sotto i locali della sacri-stia, dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 16 di ognigiorno feriale.Nelle stesse ore è anche possibile assistere ailavori dai punti d’osservazione che sonopredisposti in cantiere.

fer

GLI SCAVI SONO ESEGUITI DAI VOLONTARI DELL’ASSOCIAZIONE “VALENTINO OSTERMANN”

Sotto il Duomo una torre anticaSotto il Duomo una torre antica

area scavo

scavo

Sacristia0,00

-7,30

PortaUdine

Lapidario

Sacello

perimetro torre

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Sabato 29 novembre è stato benedettodall’arcivescovo monsignor PietroBrollo il nuovo allestimento del

Mu seo Renato Raffaellidel Santuario di Sant’Antonio. Ne parleremo diffusamente nel pros-simo numero di Voce Amica.

Nella tradizione cristiana antica, dopo lafesta di Pasqua, la seconda commemo-razione del Cristo fu la teofania, lamanifestazione di Dio che si fa uomo.La festa risale al IV secolo e sembraaver avuto origine a Roma, dove eracelebrata il 6 gennaio con il nome diEpifania. Essa commemorava diversiavvenimenti del Vangelo: l’adorazionedei magi, il battesimo del Cristo e lenozze di Cana, cioé le tre manifestazio-ni della gloria di Dio. Più tardi laNatività propriamente detta fu distintada questa festa delle manifestazioni diDio e la sua celebrazione fu fissata il 25dicembre, giorno del solstizio, per darealla festa romana del Sol invictus unsenso cristiano: Cristo sole di giustizia(Mt 3,20), 1uce vera, quella che illumi-na ogni uomo (Gv 1,9). Il motivo dellosdoppiamento delle feste del Natale edell’Epifania va ricercato anche nell’e-sigenza della Chiesa di sottolineare, inopposizione agli insegnamenti deglieretici (doceti e ariani) tanto la veraumanità che la vera divinità nel Cristosin dalla sua nascita.Dopo il periodo iconoclastico – che,contrastando il culto delle immagini,s’impose nella Chiesa orientale nell’ot-tavo secolo) la rappresentazione dellaNatività, sia pur con variazioni di detta-gli, assume una forma che si può ormaiconsiderare definitiva. Un esempio diquesto modello classico è l’icona russadel XV secolo, attribuita alla scuola diAndrej Rublev. Le due fonti a cui si ispi-ra questa icona sono: la Sacra Scrittura(racconti evangelici) e la Tradizione(vangeli apocrifi e la riflessione teologi-ca della Chiesa).

Il Raggio di Luce �Il raggio di luce, che proviene da unemisfero posto nella parte superiore del-l’icona e che traccia l’asse verticale dellacomposizione, rappresenta l’azione d’a-more di Dio verso la creazione. Que stoemisfero, dipinto con diverse sfumaturedi blu (il colore della trascendenza) rap-presenta la divinità immersa nella lucesfavillante del fondo d’oro. Dio esaudi-sce la preghiera di Isaia: Se tu squarcias-si i cieli e scendessi (Is 63,19). L’unicoraggio che esce dall’emisfero indical’essenza una di Dio; ma, oltre la stella,si divide in tre per rappresentare la par-tecipazione delle tre Persone dellaTrinità all’economia della salvezza. Ilraggio cade sul capo del Bambino e si

im merge nelle viscere della terra: il cieloe la terra oggi si uniscono. Oggi Dio èsceso in terra e l’uomo è salito ai cieli.

La grotta e il Bambino �La grotta al centro è raffigurata come unavoragine nera, perché rappresenta sim-bolicamente gli Inferi che si aprono co -me le fauci di un mostro. Il Bambino èstato posto su queste fauci come esca, efu inghiottito come Giona dalla balena.Scese nel ventre degli Inferi, abitò tra imorti non perché vinto, ma per recupera-re la pecorella smarrita, la dramma per-duta: il genere umano. Cristo nasceall’ombra della morte e del peccato.Siamo lontani da ogni immagine idillia-ca: Gesù è già l’uomo dei dolori di lsaia(ls 53,3). La mangiatoia, a forma disepolcro, e le fasce del Bambino, cherichiamano le bende funebri, profetizza-

no la morte vinta con la morte. IlBambino coricato nella grotta rappresen-ta già la discesa del Verbo agli Inferi, laluce che risplende nelle tenebre (Gv 1,5).Così, la Pasqua della Natività, come èchiamata questa festività, ci racconta giàla Pasqua della Resurrezione.

La Madre di Dio �Davanti alla grotta, rivestita della porporaregale, Maria è sdraiata per riposarsi,come ogni donna che abbia appena datoalla luce un bimbo. Così, nonostante l’as -senza di qualsiasi sofferenza, ella esprimela piena realtà della natura umana delFiglio suo. Questo atteggiamento è giàpresente nelle prime rappresentazionisicuramente per reazione alle tendenzemonofisite che negavano la natura umanadi Cristo. La Vergine, posta a terra, su ungiaciglio rosso fuoco che sembra una

IL SIGNIFICATO SIMBOLICO DEGLI ELEMENTI DELL’ICONA DEL NATALE

L’icona della Natività del Signore L’icona della Natività del Signore

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I magi �A sinistra, nell’angolo supe-riore dell’icona, vediamo i tremagi a cavallo che si dirigonoalla grotta di Betlemme dopoun lungo e faticoso viaggio.L’emozione del loro arrivovie ne comunicata dai gesti,dai mantelli che si gonfianocome bandiere al ven to, dalprocedere vigoroso dei caval-li; i magi rappresentano l’élitedel mondo pagano. Essi giun-gono alla comprensione dellaNatività di Cristo da lontano,attraverso una strada faticosa.Non dagli angeli, ma dallaloro scienza (stella) i magivengono condotti all’umilegrotta di Betlem me dove ogniscienza raggiunge il suo fineultimo: l’adorazione del Diovivente.

L’angoscia del dubbio �La zona inferiore dell’icona mostra l’a-spetto terreno dell’evento nella figura disan Giuseppe ripiegato su se stesso dallasofferenza del dubbio. L’icona raccontail dramma universale che si ripete attra-verso i secoli: il personaggio enigmaticoche sta di fronte a Giuseppe, secondo lafonte apocrifa, indica che non vi sonoal tri mondi oltre quello visibile e perciònon v’è altro modo per nascere chequello naturale. La presenza di questopersonaggio – che non sa capire i princi-pi trascendenti – esalta il senso dellascena: la solitudine di san Giusep pe difronte ai propri dubbi.

Il bagno del Bambino �La scena in basso a destra rappresenta ilprimo bagno del bambino. Il gesto delbagno sottolinea un’azione puramenteumana e con essa la vera e non apparen-te umanità di Cristo. Al tempo stesso neprefigura il battesimo nelle acque deiGiordano, come suggerisce la vasca,simile a un fonte battesimale

La terra e gli animali �La terra – montagna, inondata di luce –tutta movimento, terrazze, cime, anfratti.Il suo movimento ricorda il movimentodelle onde marine. Queste irregolaritàdella superficie terrestre non solo ripro-ducono l’aspetto montagnoso dei dintor-ni di Betlemme, ma hanno anche unsignificato più nascosto. La terra rispon-de a Cristo e rivive, si agita, fermentaper ché ha in sé il lievito della vita eterna.È il tema della metamorfosi non solo deitestimoni che hanno accolto l’evento, maanche della natura stessa. La deificazioneche la teofania divina porta al creatocoinvolge non solo l’uomo ma anchetutta la realtà naturale che diventa cosmoordinato. A questa trasfigurazione parte-cipano anche l’asino e il bue (nelle iconerusse l’asino, sconosciuto in Russia, sitrasforma in cavallo) sui quali si posa unraggio della stella di Betlemme. Le peco-re raffigurate nella parte inferiore espri-mono lo stupore del creato alla nascitadel Signore. Tutto il creato è sbigottitoda vanti a tanta meraviglia. Nessuno rie-sce a continuare la sua azione, tanto è lostu pore e la paura dell’universo che rico-nosce il Signore e rimane estasiato da -vanti alla sua grande misericordia.

grande fiamma, richiama il roveto ar den -te del Sinai (Es 3,2). Esso rappresenta ilmistero del la Vergine dal cui parto è sca-turita la luce del mondo: il roveto ri maseintatto come il parto non ha inaridito ilfiore della sua verginità. Segno di vergi-nità sono anche le tre stelle sul ca po e suciascuna delle spalle. La Madre di Dio ècosì associata alla missione del Figlio:spoglia di ogni emozione naturale, volgele spalle al Bambino e resta assorta nellacontemplazione dei prodigi compiuti daDio, secondo la descrizione di san Luca:Maria, da parte sua, serbava tutte que-ste cose meditandole nel suo cuore(Lc 2,19).

Gli Angeli In alto a destra sono tre angeli: due guar-dano verso il cielo e uno invece si volgeai pastori. è ancora un richiamo simboli-co alla Tri nità, la cui seconda Persona siè chinata verso la creatura. Sul crinaledella montagna, davanti alla grotta, visono altri tre angeli (il numero tre è sem-pre segno di moltitudine). Essi sono perloro natura ciò che è espresso dal gestoantico delle mani velate: adorazione elode di Dio: Gloria a Dio nel più alto deicieli e pace in terra agli uomini che egliama (Lc 2,14).

I pastori A destra della grotta, accanto al lorogregge, i pastori guardano verso il cielodove appare un angelo che annuncia lanascita del Messia. Questi uomini sem-plici sono i primi testimoni del Figlio diDio e rappresentano il popolo di Is raele.Ciò che li rende capaci di annunciare labuona notizia è la sem plicità del lorocuore: Tutti quelli che udirono, si stupi-rono... (Lc 2, 18).

Nel corso dell’anno la Parrocchia ha potuto contare sull’aiuto di tante persone: il gruppo degli Alpini siè impegnato nella sistemazione degli spazi alle spalle del duomo sulle sponde della Grideule, all’iniziodel percorso Giovanni Galli che porta in Frate (nella foto); la piccola fabbriceria di San Rocco ha ese-guito la tinteggiatura e la sistemazione dei serramenti della chiesa; dopo la tinteggiatura interna MarioCollini ha dipinto anche il portone della chiesa di Fossale; Antonio Melchior ha offerto le coperture innoce della balaustra della cappella del Santissimo; i volontari dell’Opera del Duomo hanno provvedutoad ogni necessità ripristinando anche il piazzale di Santa Lucia assieme allo specialista Checo Casani,dando anche una mano agli apprezzatissimi archeologi dell’Associazione Oster mann negli scavi inDuomo. Da ricordare infine l’impagabile attività di Ruben Vittor, Gianfranco Croatto, Luciana Urbani,Damiano Forgiarini e delle 80 persone che assicurano l’assistenza in Duomo e in Museo.

Gli apporti preziosi di tanti generosiGli apporti preziosi di tanti generosi

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Il 26 ottobre scorso durante la messadelle 10.30, accompagnati dai cantigioiosi della comunità ghanese presente aUdine, sono state benedette le nostrenuove vestine da monsignor arciprete (vele facciamo vedere nella foto qui sopra).Le nuove vestine? Perché? Perché quellevecchie erano brutte e scucite ed era oradi cambiarle!!!Le nostre super sarte Ida e Bruna conmolta pazienza e coraggio hanno passatol’estate a confezionare le nostre vestinecucendole, scucendole, stirandole elavandole per fare in modo da essere leuniche vestine così belle. Come ringraziarle? Abbiamo passato un intero pomeriggio euna magnifica serata con loro a giocare,cenare e abbiamo anche visto un film.Come ricordo abbiamo regalato loro unanostra foto autografata da tutti noi.Ovviamente non ci sono solo le sarte daringraziare ma anche le mitiche An -tonietta e Franca (per gli amici nonnaFranca). Grazie perché ci seguite e non ci fatepresentare brutti anzi, ci fate presentarestupendi; e come dimenticare il nostrozio Ruben per tutto il tempo che ci dedi-ca a correggerci con tanta dolcezza(ehm…).Durante l’incontro abbiamo riflettuto conil nostro don Oscar sull’essere ministran-te (chierichetto) e sul modo in cui ci sideve comportare durante le celebrazioniliturgiche.Quest’anno sarà pieno di sorprese: delle

I CHIERICHETTI HANNO LE VESTINE NUOVE

Ministranti rinnovatiMinistranti rinnovati

novità molto belle! Una l’abbiamo vissu-ta a metà novembre quando sono venutia trovarci gli amici di cui si parla nell’ar-ticolo qui accanto. Ricordiamo ai ragazzi e alle ragazze ditutte le età che è bello fare ed esserechierichetti: si sta assieme, ci si diverte,si prega (che non è una cosa molto brut-

ta), si ride (nei momenti giusti… grazieal comico don!).È bello e poi, non si deve per forza anda-re alla messa delle 10.30 per fare i chieri-chetti: anche alle 9 e alle 19 ma anchenelle borgate e durante la settimana.

A nome di tutti i chierichettiDario, Enrico, Nicola

Da don Rino il calice di monsignor TrigattiDa don Rino il calice di monsignor TrigattiCome i nostri lettori ricorderanno, agennaio di quest’anno è morto monsi-gnor Rino Calligaris, canonico delllachiesa metropolitana udinese e a lungo,dal 1963 al 1977, vicario arcipretaledella nostra pieve.Pre’ Rino, come era chiamato al tempodella sua permanenza tra noi, ha lascia-to in testamento al nostro duomo uncalice che a sua volta aveva ricevuto damonsignor Emilio Trigatti, nostro par-roco dal 1959 al 1977.Il calice era stato donato all’arcipreteTrigatti in occasione del venticinquesi-mo anniversario della sua ordinazionesacerdotale da parenti ed amici.Si tratta di un calice moderno, di argen-to dorato, che riporta sbalzata e incisasulla coppa la scena dell’ultima cenamentre la base, estremamente semplice,è caratterizzata da un monogramma arilievo.Ricevendo il calice monsignor GastoneCandusso ha affermato che la nostra

pieve ha ora un ulteriore debito di rico-noscenza nei confronti dei due sacerdo-ti che tanto hanno dato della loro mis-sione pastorale alla nostra comunità.

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poter dedicare tutto se stesso a portareagli altri l’amore di Dio.Non possiamo che dire grazie a questepersone che hanno condiviso con gioia

tutto questo con noi e che con entusia-smo ci hanno fatto vedere che la “mis-sion” è ancora “possible”!

L.

“Ragazzi, il prossimo sabato l’attivitàsarà animata da due seminaristi ed unasuora”.A sentire l’annuncio di Oscar pochiragazzi delle medie sono riusciti a trat-tenere uno sbuffo e frasi come “chenoia”, “sentiremo le solite cose…”.Eh sì! Bisogna dire che di pregiudizi supreti, suore e seminario ce n’è in ab -bondanza, non solo tra i più giovani.Adulti in là con gli anni, noiosi e grigi,lunghi minuti di preghiera e lettura diVangelo: ecco cosa si aspettavano unpo’ tutti quelli delle medie.Che sorpresa invece quando in palestrasiamo stati accolti da tre giovanissimepersone: Alberto, Marcin e suor Bar -bara. Per un’ora siamo stati in lorocom pagnia; sono riusciti a farci canta-re, ballare tutti in cerchio ma anche afarci raccogliere in silenzio per un po’di tempo, con le orecchie e il cuore benaperti per ascoltare messaggi prezio-si…le parole del brano di Vangelo checi hanno proposto e poi la storia diAlberto che con semplicità e gioia ci haraccontato come è nata la suaVocazione.Che dire…: vedere, ascoltare e cono-scere questi tre giovani ha dato a tutti laprova concreta che il Signore può chia-mare ognuno di noi, nei modi piùincredibili e inaspettati, e chiederci dioffrirgli tutta la nostra vita.Quella che da fuori sembra una sceltadi rinunce e sacrifici è in realtà il rag-giungimento di una incredibile felicità:

IL SIGNORE PUÒ CHIAMARE OGNUNO DI NOI

Mission is ... possible!Mission is ... possible!

I coniugi Anita Cal derini e FrancescoDi Sabatino hanno celebrato a Roma,lo scorso 30 ottobre, il cinquantesimoanniversario del loro matrimonioattorniati dai familiari e dagli amicipiù cari.Anche da Gemona giungano a loro,per mezzo di Voce Amica, le più cor-diali felicitazioni per il bel traguardoraggiunto insieme con i fervidi auguriper il futuro.

Cinquanta più cinquanta insieme

Inviata dalla nipote Jenny, ecco la fotoche ritrae Luigina Baldassi e SettimioSangoi nel giorno delle nozze d’oro chehanno voluto aprire partecipando allamessa giubilare in duomo. La loro sto-ria familiare, iniziata il 20 settembre1958, è stata caratterizzata da una forteunione, in grado di affrontare tutte leevenienze della vita. Voce Amica si unisce a familiari edamici nelle felicitazioni e negli auguri

LE ATTIVITÀ DEI RAGAZZI DELLE SCUOLE MEDIE

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Cantiere aperto al GlemoLE ATTIVITÀ DEI RAGAZZI DELLE SCUOLE MEDIE

Cantiere aperto al Glemo

Cantiere aperto: sì, penso che l’educazionedei nostri ragazzi delle medie assomigli unpo’ ad un cantiere…Ci vuole la precisione di un architetto, la bra-vura dei costruttori, il rapporto coi materiali,la scelta del cemento, ci vuole la fortuna diavere bel tempo, di reggere ai “terremoti”,avere la voglia di ricominciare da capo se illavoro non viene bene e metterci anima,corpo e soprattutto…cuore per fare in mododi sentire propria quella costruzione.E appunto così è coi nostri ragazzi: ci voglio-no pazienza, fermezza e dolcezza, voglia dinon gettare la spugna, braccia forti per reg-gere ai “terremoti” che la loro personalità inevoluzione continuamente produce…Ma bisogna anche tenere lo sguardo fisso alcielo, scrutare il sole, accogliere la luce chelascia nascere, stimola e rende bello il lavoro.E mi viene in mente quella frase del Vangelodi Luca: “Chi ascolta queste mie parole e lemette in pratica è simile ad un uomo saggioche costruisce la casa sulla roccia…”.Tutti i nostri sforzi, dagli incontri del sabato,al corso di chitarra, dalle uscite in piscinaall’insistenza per portarli a messa, dai mo -menti di festa alle veglie, sono finalizzati afar trovare loro la roccia sulla quale costruireuna casa ben ordinata e… robusta!Lascio la parola ai nostri animatori che cisvelano un po’ dei loro “segreti da murato-ri”… e se avete curiosità o voglia di farequalcosa… vi aspettiamo!

don Oscar

STONE RIDERS“Stone Riders” è il programma dell’anno!Non sapete di cosa si tratta? Ve lo spieghia-mo noi di prima media: è il percorso catechi-stico che la diocesi propone ormai da alcunianni e che abbiamo deciso di seguire. Loconoscevate all’inizio come Magicavven -tura, mutato poi in Magic three, per conti-nuare quest’anno con Magic Stone. Si trattadi un enorme gioco ricco di attività diverten-ti, di momenti di approfondimento, di pre-ghiere… La diocesi quest’anno ha fornito aogni parrocchia dei DVD contenenti il pro-

gramma, appunto, Stone Riders.Si tratta di una divertente trasmissione inven-tata dagli animatori diocesani in cui si deveaiutare un ragazzo, fra i quattro proposti, aritrovare il suo paese d’origine e le sue radicicristiane. Sono tutti ragazzi stranieri con ori-gini friulane; fra tutti abbiamo scelto un’afri-cana di nome Emily. Abbiamo già scopertoche il suo paese è San Canzian d’Isonzo.Proseguiremo ora con le attività proposte: unapprofondimento su una parte del Vangelo, incui viene narrata la chiamata di Pietro daparte di Gesù (Pietro è infatti il protagonistadel tema dell’anno diocesano: narrare lafede); un momento di preghiera; un incontrocon testimoni di attività umanitarie (un infer-miere che ha aiutato i Medici Senza Fron tieree un ragazzo della Protezione Civile); alcunigiochi per unire il gruppo e per accumularepunti utili alla vincita del premio finale. Cistiamo impegnando più di ogni anno in que-sta attività (visto che è molto divertente,ambiamo al primo posto!), e se volete cipotete aiutare anche voi della comunità.Come? Ancora non lo sappiamo, ma vi chie-diamo di partecipare attivamente quando viverrà proposto qualcosa: forse vi chiederemodi raccontarci la vostra storia, forse vi chiede-remo idee e materiale per realizzare l’elabo-rato finale, o semplicemente di fare il tifo pernoi! Vi daremo notizie in futuro!!!

Valentina

LE SECONDE… SI “VALORIZZANO”E anche quest’anno ci siamo... Siamo partiti!Il percorso che abbiamo scelto per i nostriragazzi di seconda media è incentrato suargomenti vicini a tutti noi e cercheremo diaffrontarli in modo semplice e divertente, mache li faccia riflettere.Nei primi incontri ci siamo conosciutimeglio e quindi abbiamo affrontato il temadell’Amicizia. Nell’incontro successivoabbiamo proposto il tema del Rispetto nonsolo delle persone, ma anche dell’ambiente.In seguito abbiamo visto il film “Chocolat”che tratta gli argomenti che abbiamo affron-tato. I temi dei prossimi incontri non li sve-

liamo per non rovinare la sorpresa! Il nostro desiderio è quello di far scoprire unmodo diverso di vivere, gioioso sì ma rispet-toso di sé e degli altri. Vorremmo parlare divalori… facendo capire che non sono cosenoiose da persone anziane ma veri indicatoridi percorso per tutti. E, come cristiani, vor-remmo insieme far capire che qualcuno cheda sempre ci ama ci ha mandato suo Figlio aparlarci di Amore, amore vero, gratuito, tota-le. Amore che è la sintesi di tutti i valori.

LE TERZE... CON FIDUCIA!Questo per i ragazzi di terza è l’ultimo annoal Glemo con le medie per cui abbiamo pen-sato di proporre un anno diverso, ancor piùspeciale del solito, che lasci il segno e siaincisivo nel cammino che intraprenderannosempre più da adulti. Il tema dell’anno è la fiducia. Si tratta di untema ampio, che comprende la capacità diaprirsi, di buttarsi verso gli altri e non ultimaanche la fiducia verso Dio: il difficilissimotema della fede. Abbiamo così pensato didividere l’attività in due parti, partendo dalrapporto di fiducia verso il nostro prossimoper arrivare allo sbocco della fede verso Dio.In questi primi incontri ci stiamo preparandoper allietare un pomeriggio agli anziani chesi trovano in casa di riposo, il 13 dicembre: èun’ottima occasione per imparare ad aprirciagli altri e alle esigenze di persone che nonconosciamo. Stanno quindi fervendo i prepa-rativi per questo pomeriggio, tra balletti,musiche, scenette tragicomiche (uhm!)… Dopo Natale cercheremo di approfon dire iltema della fede grazie anche a interviste checi permetteranno di aprire i nostri orizzonti edi confrontarci con altri punti di vista. Il tuttoverrà documentato in un film di cui i ragazzisaranno registi, sceneggiatori, autori e attori! In programma ci sono anche delle uscite, perdivertirci e stare ancora meglio insieme.Ragazzi, ci aspetta un anno intenso in cuinon mancheranno la voglia di stare insieme,crescere e divertirsi avendo ben presente lastella polare cui rivolgere il nostro sguardo. Vi aspettiamo!

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SECONDA PARTE DELL’INDAGINE SUI SENTIMENTI E LE ASPETTATIVE DEI GEMONESI

Il prete? Chi è e come lo vorremmoIl prete? Chi è e come lo vorremmoCon questa seconda puntata si conclude l’inda-gine condotta da Maria Copetti su un cam-pione di gemonesi di tutte le borgate e ditutte le età, maschi e femmine, credenti eatei, praticanti e non. Ringraziamo nuovamente l’intervistatrice e gliintervistati per averci aiutato a compren-dere come la Gemona di oggi vede ilruo lo del prete nella vita della comunità.

Il sacerdote educatore La maggior parte delle persone intervistateritiene importantissimo che il sacerdoteprovveda di persona, o delegandola ailaici, all’educazione morale e religiosa deibambini e dei giovani, perché essi sono ilfuturo della Chiesa e della società. Dato che molti valori, soprattutto nellafamiglia, sono orami scaduti, il sacerdotedeve essere un punto di riferimento ancheper i ragazzi che sono costretti a dividerela propria vita tra la famiglia della madree quella del padre. Alcuni genitori lamentano il troppo impe-gno che verrebbe richiesto ai loro figlidalla parrocchia e ritengono che questo siapoi la causa dell’allontanamento dei gio-vani e delle famiglie dalla Chiesa. Ma sequalcuno critica molti altri apprezzano iltentativo di ridare un senso di unionesociale e parrocchiale alla comunità, acominciare dai giovani.È giusto che il sacerdote sia di spirito gio-vanile, comprensivo degli instabili umoridell’età adolescenziale anche perché moltidei ragazzi intervistati hanno lamentatoche dai sacerdoti non si sentono più ditanto coinvolti per cui non trovano interes-se nel frequentare le attività parrocchiali,anche se diversi affermano che il prete è“importante” per capire o cercare di capi-re il senso della vita e i misteri della fede,come Dio e l’Eucarestia.Gli incontri nei centri giovanili non devo-no essere solo di pura catechesi ma devo-no affrontare le problematiche giovanili ele tematiche sociali, facendo parlare i pro-tagonisti per poi proporre esperienzedirette nelle carceri, nei centri sociali,nelle case di riposo. Insomma i ragazzidevono provare vere e proprie esperienzedi vita, per toccare con mano i disagi e lesofferenze. Queste attività devono avere lasupervisione del parroco ma vanno gestitedai laici, da giovani laici, pur senza crearedelle forti leadership che rischiano diallontanare i ragazzi per l’insorgere dipreferenze anziché puntare al coinvolgi-mento neutrale di tutti, rispettando le pro-pensioni e i caratteri di ciascuno.Alcuni giovani giustificano la loro defe-zione dalla messa domenicale per pigrizia,altri, senza mezzi termini, considerano la

messa lunga e noiosa.Resta il fatto che agire sulle nuove genera-zioni è fondamentale, per recuperare anchela famiglia e creare generazioni future diadulti più coinvolte nella Chiesa.

Il sacerdote e i laiciOrmai il laico deve sostituirsi in moltefunzioni al ruolo del sacerdote per cuidovrebbe essere naturale la collaborazio-ne con la parrocchia da parte della comu-nità così pure l’apertura della parrocchiaa chiunque chieda di poter collaborare,anche con idee, non solo con la manodo-pera, alle varie attività. In una parola cideve essere interazione tra parrocchiani esacerdote. La catechesi, le attività coibambini e i giovani o ancora il sostegnoagli anziani e agli ammalati dovrebberoessere compiti e servizi delegati ai laici,anche se è importante che il sacerdotevisiti le famiglie per conoscere da vicinola realtà della comunità e quindi valutarele cause dei cambiamenti in atto nellasocietà.La carenza di vocazioni sacerdotali si fasentire sempre di più ed è quindi più chemai necessaria la collaborazione con ilaici.

Il sacerdote sull’altareLa messa dovrebbe essere uno scambio trasacerdote e fedeli, un botta e risposta conti-nuo e senza inutili rituali. Qualcuno preferi-sce omelie semplici con riflessioni sul passodel Vangelo domenicale in parallelo con lavita quotidiana: prediche filtrate dall’espe-rienza e dalla realtà della comunità locale.Il sacerdote deve saper trasmettere umiltàe sobrietà sull’altare, ma anche nella vitaquotidiana, per non predicare bene e raz-zolare male. L’incontro della messa deveaiutare a riflettere e dovrebbe costituire unmomento di aggregazione. Il sacerdotesull’altare dovrebbe essere una calamitaper i fedeli, evitando d’essere la “maestri-na dalla penna rossa” che redarguisce ipresenti perché le chiese si svuotano,senza scovare le motivazioni reali cheallontanano i fedeli dalla messa. Le predi-che devono essere un’iniezione virtuale diottimismo e positività, non un elenco difatti e misfatti di cronaca, che già si vedo-no e si vivono tutti i giorni. La messa domenicale dovrebbe ridare laforza e l’energia per ricominciare la setti-mana ricaricati di una speranza nuova. Ilsacerdote deve infondere una linea di con-dotta morale, civile e religiosa, ma poideve lasciare la libertà di scegliere.Troppo spesso si sentono sacerdoti lamen-tarsi dei negozi aperti la domenica o di chideve lavorare per forza anche i giorni

festivi, senza però chiedersi perché unapersona lo faccia. È anche vero che qual-cuno lavora sette giorni su sette per undesiderio di successo e di denaro, ma ilpiù delle volte è per pagare debiti e bollet-te, senza pretese di capricci. E se rimanequalche ora libera, quella viene meritata-mente dedicata al riposo, ad una gita fuoriporta, agli hobby, ai figli che i genitoririschiano di vedere troppo poco, oppure siesce a fare la spesa nei centri commercia-li, diventati luoghi di aggregazione.E la messa? La messa è più una costrizio-ne, che un necessario e piacevole incontrocon Dio.Qualcuno ritiene che forse sarebbe megliocelebrare un numero inferiore di messeper invece svolgere un servizio pastoralepiù vicino alla comunità, tra la comunità.

Il sacerdote è anche uomoIl sacerdote è anche un uomo e pertantocome ad ogni uomo accade che possa sba-gliare, ma deve ammettere le propriecolpe, come fece Papa Giovanni Paolo IIper gli errori della Chiesa nella storia. Ilsacerdote non deve essere idealizzato conun’aura di sacralità, perché è un uomo,con tutti i suoi limiti umani, anche se lasua scelta è stata dettata da una chiamatadivina.Qualcuno non accetta che si facciano nécritiche né lodi all’attività del sacerdoteperché la valutazione è sempre e comun-que incompleta, non avendo mai a dispo-sizione tutti i parametri necessari per ungiudizio obiettivo; ma questo è sicuramen-te un comportamento da adottare sempre,nei confronti di tutti. Non si può prescin-dere dal lato umano e caratteriale di unsacerdote: la vocazione è comune in ognu-no di loro, ma poi ognuno ha il suo mododi essere Uomo di Dio.

Punti di vista ateiPunti di vista come questo: Tutte le reli-gioni sono dannose, sono la “sospensio-ne” della razionalità. Ma perché si fa laCresima? Il 90% dei giovani potrebberispondere per i regali. Solo il Battesimoè stato voluto da Cristo, tutti gli altrisacramenti sono invenzioni successive.Gli errori in 2000 anni della Chiesahanno portato all’ateismo perché nonsono accettabili le persecuzioni, le guer-re… per la religione, in nome di Dio; pernon parlare delle indulgenze e quant’al-tro… potrebbero sembrare sbrigativi matalvolta succede che il non credente siapiù preparato e documentato rispetto aqualche fervido fedele e che legga ilVangelo e la Bibbia per trarne spunti di

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Quasi per scommessa, dopo il precedentespettacolo Alla ricerca del Re Nascosto,noi catechiste ci siamo cimentate in unanuova avventura dal sa pore nostrano.L’obiettivo era quello di raccontare, nellanostra lingua, le vicissitudini di vari perso-naggi di una piccola parrocchia di campa-gna dove organizzare una processionediventa quasi un affare di stato. Scontri,critiche, pettegolezzi... ma alla fine il buonsenso, la fiducia negli altri, lo spirito cri-stiano hanno il sopravvento.Anche preparare questo spettacolo è stataun’impresa non da poco: scrivere il copio-ne nella calda estate del 2007, contagiare ilgruppo per le prove, coinvolgere i giova ni,le suore, i preti, i genitori, fissare il ca -lendario e… stressare perché tutti fosseropresenti!!! Reclutare gli scenografi…insomma alla fine ci siamo trovati tut tiinsieme più o me no appassionatamente percondividere un’avventura, per conoscerci,per stare insieme, per costruire qualchecosa di bello. Un grazie di cuore va a tutti

UN GRANDE IMPEGNO PER UN DIVERTENTISSIMO SPETTACOLO

Ufs, fruts e processionsUfs, fruts e processions

coloro che ci hanno aiutato, incoraggiato esostenuto. In modo particolare ringraziamoi giovani che si sono lasciati coinvolgere inquest’avventura, i genitori, le suore e i

preti che hanno dedicato un po’ di tempoad una folle impresa che speriamo rimanganel cuore di ciascuno di noi!

Le catechiste

Anagrafe parrocchiale Oriana, n. il 6.12.07 batt. il 21.9.0850 Agosto Caterina Matilde di Davide e

Iob Silvia, n. il 5.12.07 batt. il 19.10.0851 Agosto Gianluigi di Davide e Iob Silvia,

n. il 5.12.07 batt. il 19.10.0852 Michelan Melissa di Paride e Feragotto

Clelia, n. il 27.11.07 batt. il 19.10.08

MATRIMONI26 Filiputti Gabrio – Feragotto Marilena,

sposati in Duomo il 6.9.0827 Andenna Manuel – Bellotto Veronica,

sposati in Duomo il 6.9.0828 Bertolini Valerio – Seravalli Maila,

sposati in Duomo il 13.9.0829 Colussi Anthony – Selenati Laura,

sposati in Duomo il 13.9.0830 Patat Cristian – Tuti Simona, sposati in

Duomo il 4.10.08

DEFUNTI59 Lupi sr. Agostiniana di anni 88 il 10.8.0860 Miklavic Anna ved. Patat il 12.8.0861 Collini Giacomo di anni 77 il 15.8.0862 Londero Anita ved. Londero di anni 66

il 15.8.0863 Forgiarini Alfonso di anni 82 il 23.8.0864 Lenna Vilma Del Fabbro di anni 90 il

29.8.0865 Lepore Adele ved. Artico di anni 94 il

30.8.0866 Forgiarini Valentino di anni 70 il 5.9.0867 Cedaro Severino il 10.9.0868 Cucchiaro Anna di anni 89 il 13.9.0869 Conte Edi di anni 68 il 18.9.0870 Plossi Noemi di anni 88 il 18.9.0871 Bovolini Maria ved. Cumini di anni 87 il

23.9.08

72 Music Fatima ved. Copetti di anni 88 il29.9.08

73 DʼAgostina Amalia ved. Urbani di anni83 il 29.9.08

74 Cracogna Margherita ved. Palese dianni 82 lʼ1.10.08

75 Londero Angelo di anni 96 il 2.10.0876 Forgiarini Amalia ved. Guerra di anni

82 il 12.10.0877 Brondani Elisa ved. Mardero di anni 87

il 14.10.0878 Serafini Giovanna ved. Rosso di anni

88 il 15.10.0879 Forgiarini Maurizio di anni 53 il

17.10.0880 Sabidussi Anna Maria ved. Angelone

di anni 73 il 18.10.0881 Forgiarini Francesco di anni 61 il

29.10.0882 Cocconi Alfeo di anni 82 il 29.10.0883 Mistretta Antonino di anni 84 lʼ1.11.0884 De Cecco Lucio di anni 62 il 2.11.0885 Copetti Franca Nicotra di anni 52 il

2.11.0886 Rodeano Valter il 6.11.0887 Serafini Arrigo di anni 68 lʼ11.11.0888 Polonia Gianpaolo di anni 66 lʼ11.11.0889 DʼAmbrosi sr. Maria di anni 95 il 13.11.08

BATTESIMI

33 Beccari Agata Stefania di Pier Maria e Lon -dero Marianna, n. il 24.12.07 batt. il 15.8.08

34 Copetti Krishna di Christian e BaldassiErika, n. il 6.10.07 batt. il 15.8.08

35 Copetti Swami di Christian e BaldassiErika, n. il 24.5.05 batt. il 15.8.08

36 Gubiani Edoardo di Roberto e ContessiDiletta, n. il 13.6.08 batt. il 15.8.08

37 Londero Riccardo di Sandy e MartielliKatia, n. il 23.12.07 batt. il 15.8.08

38 Padoan Eleonora di Francesco e CosseManuela, n. lʼ1.7.07 batt. il 15.8.08

39 Cragnolini Sara di Ugo e FoschiattiDaniela, n. il 20.2.08 batt. il 16.8.08

40 Contessi Chiara di Massimo e PegoraroBarbara, n. il 3.2.08 batt. il 31.8.08

41 Contessi Francesca di Massimo e Pe -goraro Barbara, n. il 3.2.08 batt. il 31.8.08

42 Colussi Chris di Anthony e SelenatiLaura, n. lʼ11.7.07 batt. il 13.9.08

43 Alemanno Sofia di Alessandro e SilvestriGiulia, n. il 10.4.08 batt. il 21.9.08

44 Berto Luca di Diego e Bissaldi Chiara,n. il 7.6.08 batt. il 21.9.08

45 Bianchet Luca di Paolo e ColombaBarbara, n. il 21.4.08 batt. il 21.9.08

46 Cargnelutti Sabrina di CargneluttiCaterina, n. il 10.4.08 batt. il 21.9.08

47 Miani Tommaso Maria di Daniele eButtò Barbara, n. il 22.4.08 batt. il 21.9.08

48 Panata Pietro Augusto Maria di Saverioe Zini Silvia, n. il 4.1.08 batt. il 21.9.08

49 Rottaro Alice di Loris e Ruzzante

Come in un grande teatro, ecco la troupe degli attori insieme con gli autori e lo staff tecnicoa raccogliere, dopo lo spettacolo, i calorosi applausi del divertititssimo pubblico.

Al momento di andare in stampa apprendiamocon dolore la notizia della scomparsa di

Pierluigi Boezio

sacrestano del Duomo.Lo ricorderemo nel prossimo numero

di Voce Amica e ci uniamo nella preghiera al dolore della mamma, del fratello e dei familiari.

riflessione, perché dietro c’è una ricercadi verità, di oggettività. C’è un passo delVangelo che dice, in parole povere, cheDio è ovunque e che quindi sempre eovunque si può pregare e allora – si chie-de – che senso ha che ci siano i sacerdotie tutti i riti della Chiesa?Un’altra persona non credente esprimeammirazione profonda per pre ti e suore

che decidono di dare la propria vita aqualcosa che in fondo non si vede, non sisa se c’è veramente. An dreb bero rivaluta-ti e scoperti. «Ma talvolta – aggiunge –mi par di vedere anche dell’ipocrisia: perquanto poco io vada a messa, forse solo aimatrimoni degli amici, noto quando ilsacerdote celebra il rito con amore e tra-sporto religioso essendo convinto di dareuna forza in più a quell’unione, e quandoinvece lo fa solo per monotona routine,ormai demotivato dalla sua scelta voca-zionale, dalla quale non può più tornarein dietro».

Ma chi è veramente il sacerdote?Il sacerdozio fu istituito da Gesù nell’ulti-ma cena e il sacerdote è colui che ricevein dono la grazia di poter dare l’Eu ca -restia, il Corpo di Cristo.Un’altra risposta vuole il sacerdote testi-mone e divulgatore della Parola di Dio, unsuo rappresentante fra gli uomini, luce diDio sulla comunità.Qualche altro afferma che il sacerdote deveessere un pastore di anime, che accompa-gna la vita di ognuno dalla nascita, colbattesimo, fino alla morte con il rito fune-bre, segnandone così le tappe principali.

SuggerimentiMolte persone intervistate, soprattutto igiovani, chiedono che ci sia una maggioreinformazione sulle attività parrocchialianche presso scuole, ufficio Pro Loco,chiese di altre parrocchie gemonesi: èimportante saper comunicare con i mezzi enei termini più appropriati. E oggi sarebbenecessario che la parrocchia si dotasse diun sito web. Èd è auspicabile, infine, una maggiorecollaborazione ed informazione, un’unio-ne di progetti e di idee tra tutte le parroc-chie del Gemonese.

Una conclusioneA conclusione di quanto è emerso da que-sta inchiesta, ecco una storia raccontata dauna persona intervistata: «Un padre e un figlio dovevano un giornoattraversare la città con il loro mulo. Dap -prima procedettero a piedi, tirando le bri-glia del mulo, ma vennero criticati dallagente, perché non era sensato che nessunosalisse sull’animale. Allora decisero di farsalire in groppa al mulo il figlio, che eradebole e mingherlino, ma la decisioneven ne criticata perché il giovane nonaveva lasciato il posto all’anziano padre.Fecero allora cambio ma anche il padrevenne criticato per aver lasciato a piediquell’esile figlio… Allora decisero… dicaricarsi il mulo sulle spalle.Morale: non si riuscirà mai a soddisfare leaspettative di tutti, ci saranno sempre criti-che e lodi, disprezzo e stima, sempre eovunque».

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Giovanni Pittini

n. 21.11.1926 m. 25.07.2008

Anita Londero

n. 2.06.1942 m. 15.08.2008

Anna Miklavic ved. Patat

n. 27.11.1924 m. 12.08.2008

Lepore Adele

n. 11.06.1914 m 30.08.2008

Margherita De Cecco

n.24.12.1911 m. 28.03.2008

Anna Cucchiaro ved. Silci

n. 1.09.1919 m. 13.09.2008

Miriam Patat

n. 18.11.1954 m. 18.9.2008Edi Ponte

n. 18.08.1940 m. 18.09.2008Angelo Londero

n. 8.12.1911 m. 2.10.2008

Enea Marini

m. 24.10.2008Francesco Forgiarini

n. 21.10.1947 m. 29.10.2008Arrigo Serafini

n. 15.12.1939 m.6.11.2008

Periodico parrocchiale fondato nel 1933Proprietà: Pieve di Santa Maria AssuntaParrocchia di Gemona – Periodicità trimestrale –Direttore resp. Mauro Vale – Aut. TribunaleTolmezzo n. 163 del 04-04-2006 – Stampa: ArtiGrafiche Friulane / Imoco spa, Tavagnacco (Ud)Spedizione in abbonamento postale art. 2comma 20/c legge 662/96 – Filiale di Udine In caso di mancato recapito restituire al mittenteche si impegna a corrispondere la tassa prevista

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TASSA RISCOSSA ITALY

(continua da pagina 13)

Il prete? Il prete?

In ricordo dei nostri defunti